Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

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Libro per la lettura e il riassunto Favole e storie di animali free ebook Lapappadolce

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Libro per la lettura e il

riassunto

Favole e storie di animali

free ebook Lapappadolce

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Il picnic degli animali

Le orchidee erano in fiore nella giungla.

Per festeggiare la primavera gli animali avevano

fatto un picnic. Alla fine…

“Brrr!” barrì l’elefante sollevando la proboscide.

“Non si può lasciare così la radura: con tutti

questi piatti e questi bicchieri di plastica sparsi,

con le bottiglie vuote e le cartacce e gli avanzi

di cibo… Qualcuno deve far pulizia!”

“Io non posso” disse l’ippopotamo. “Devo

tornare subito al fiume.”

“Neppure io” disse l’airone rosa “ho paura di

sporcarmi le piume.”

“Rrrr!” ruggì il leone “Neppure le grandi piogge

potranno distruggere questi orribili rifiuti: la foresta

intristirà con tanti pezzi di vetro, di plastica e di

latta. Non ci sarà dunque nessuno che farà

pulizia?”

“Lo farò io!” disse allora lo scimpanzé “ho le

mani!”

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Bra, il diverso

Bra il bradipo viveva nella giungla, sull’alto albero

della gomma, penzoloni a trenta metri da terra.

Gli altri animali lo prendevano in giro: “Guarda

quello: sta sempre aggrappato ad un ramo! Sta

sempre capovolto! E’ diverso da noi!”

Ma un giorno le grandi ali spiegate dell’aquila

rapace disegnarono nel cielo un’ombra scura.

Il tapiro dalla paura infilò il muso nell’ortica. Il

formichiere dallo spavento si coprì la testa con la

coda.

L’armadillo dal terrore cominciò a tremare.

Tutti gli animali tacquero agghiacciati. E Bra?

“Bra è stato l’unico a non aver avuto paura”

dissero gli animali non appena l’aquila se ne fu

andata.

“Nessun animale della foresta riesce a

nascondersi meglio di lui. Chi volete che lo

veda? Appeso a un ramo anche quando dorme,

sembra una palla di muschio. E pensare che noi

lo prendevamo in giro!”

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L’uccellin del freddo

Viene l’inverno: e con gelide tramontane spazza

ogni cosa e copre di neve e di silenzio la terra.

L’inverno è lì che mette bianco sui campi,

quando vede un uccellino che va volan-do da

una siepe all’altra.

“O tu che fai?” domanda. “Da dove scappi?”

“Stavo su, nella boscaglia; e sono venuto al

basso a far due chiacchiere col mio amico

pettirosso”.

“Ah sì? E il tuo amico dov’è? Partito? E tu che fai

qui? Perché non sei andato con lui?”

“Io non ho paura del freddo. Dopo di te tornerà

la prima-vera; e sto ad aspettarla. Trre trre terit!”

“Ora comando io; e non voglio che voli e canti,

ma riposo e silenzio”: Ciò dicendo, l’inverno

copre di neve anche le siepi degli orti e dei

giardini. L’uccellino, che si era nascosto in una

catasta di legna, si trova al mattino in mezzo alla

neve, ma non si perde d’animo e ricomincia a

cantare “Trre trre terit!” L’inverno apre il sacco

dei venti e da uscire una tramontana così

arrabbiata da far scappare anche i lupi.

L’uccellino, che si era nascosto in un tronco

d’albero, trova al mattino tutto gelato, ma non si

perde d’animo e ricomincia a cantare: “Trre trre

terit!”

“Ma insomma, tu chi sei?”

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“Io sono il Re di macchia, sono lo scricciolo, il

reattino.”

“Ah! E ancora non senti freddo?”

“Lo sopporto. Sono abituato ai venti delle

montagne.”

L’inverno rimane sopra pensiero; dice:

“Sei piccolo ma ardito. Mi piaci. Resta pure con

me. Sarai il mio uccellino: l’uccellin del freddo.”

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Il topino sapientone

C’era un bambino che non studiava; il suo libro

sempre lasciava di qua, di là.

Un topolino, per imparare, le lunghe pagine a

rosicchiare incominciò. E rodi e rodi coi forti denti,

lettere e sillabe, virgole e accenti, tutto mangiò.

Credette allora d’esser sapiente; agli altri topi

diceva: “Oh gente, v’insegnerò. “

Tutti li accolse nella sua scuola, ma aperto un

libro… una parola non rivelò. Risero tanto tutti i

topini e poi scapparono, quei birichini, gridando:

“Oh! Oh! Rodere i libri non vuol dir niente,

bisogna leggerli, signor sapiente!”

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Chi troppo vuole…

C’era una volta una gallinella nera che faceva

un uovo tutti i giorni. Figuratevi la contentezza

della sua padrona! Appena sentiva il coccodè,

correva al pollaio e beveva l’uovo fresco.

Ma quella donna, avendo osservato che la

gallina era molto magra, pensò: “Se diventasse

grassa, mi farebbe almeno due uova al giorno!”

E per questa speranza, incominciò a nutrire la

gallina con bocconi ghiotti e abbondantissimi. La

gallina cresceva a vista d’occhio. Ma quando

davvero fu bella grassa, smise di fare le uova.

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La rosa e il bruco

Un bruco verde disse a una rosa: “Tu sei bella e

odorosa; ma che peccato! Il tuo gambo è pieno

di spine!”

E la rosa rispose: “Caro mio, se non avessi le

spine, a quest’ora tu saresti arrivato fin quassù e

avresti mangiato il bocciolo mio fratello”.

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Piccioncini

Nel nido nacquero due piccioncini. Non

avevano penne, tenevano sempre gli occhi

chiusi. Il babbo e la mamma li vegliavano

continuamente. Li imbeccavano; li coprivano col

loro corpo per tenerli caldi. E i piccioncini

facevano:”Pio pio!”. Come per dire che erano

contenti di essere nati, come per ringraziare il

babbo e la mamma delle premure che avevano

per loro.

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La tartaruga

Una mattina la tartaruga si mise in cammino per

sbrigare certi suoi affari piuttosto urgenti.

Doveva recarsi da un coniglio banchiere, che

aveva il suo ufficio a due miglia di distanza.

Cammina cammina, una fermatina qui, e una

chiacchierata più là, in dieci ore e più fece

appena cinquanta passi.

E allora dovette accorgersi che già faceva buio.

Si guardò intorno, e disse con un sospiro: “Ah,

come sono corte le giornate!”

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La mosca e il moscerino

Due bovi aravano faticosa- mente il campo,

spinti dal contadino. Una mosca volava intorno

ai bovi e poi andava a posarsi sull’aratro, con

un’aria di grande importanza; poi tor-nava a

volare, a ronzare, a fermarsi sull’aratro: insomma,

quanto daffare!

Un moscerino, intanto, passava di lì e le chiese:

“Perché ti affatichi così? E che cosa fai?”

La mosca arrogante rispose: “Non lo vedi? E’

proprio ne-cessario spiegarlo? Solamente tu non

capisci; noi ariamo la terra.”

A questa risposta perfino il moscerino si mise a

ridere.

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Il gallo e il sole

Un gallo faceva chicchirichì tutte le mattine,

prima che il sole si levasse. E ripeteva spesso con

grande vanità: “Sono io che faccio levare il

sole!”. Tutti i polli avevano un gran rispetto per il

gallo perchè credevano che fosse davvero il

padrone del sole.

Una mattina il gallo dormì più del solito, e

quando si svegliò, si accorse che il sole era già

alto.

Povero gallo, come rimase confuso e avvilito!

Perfino le galline risero di lui.

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Il corvo e la volpe

“Quanto sei bello!” diceva la volpe a un corvo,

che se ne stava appollaiato sul ramo di un

albero, e teneva nel becco un pezzo di cacio.

“Che belle piume nere! Se tu avessi una voce

melodiosa, ognuno ti chiamerebbe il re degli

uccelli!”.

Queste lodi fecero girar la testa al povero corvo,

che aprì il becco per cantare.

Ma il cacio cadde in terra e fu subito addentato

dalla volpe.

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Il ghiro e il mastino

Dopo aver dormito cinque mesi interi, un ghiro

usciva per la prima volta dalla sua tana, ancora

tutto intorpidito. Ed ecco, appena arrivato

all’orlo del bosco, vide passare un cerbiatto che

correva come il vento. Il ghiro rimase sbalordito,

impaurito, e subito tornò nella sua tana. Stando

sull’uscio diceva: “Ma che stranezza! Che

sciocchezza! La gente assennata non corre mai

in quel modo!” Un vecchio mastino, che era lì

fermo a godersi il sole, udì quelle parole e

osservò: “Caro mio perché vuoi misurare gli altri,

confrontandoli con te? Se la natura ha fatto

tanto diversi il ghiro e il cervo, non devi

meravigliarti se tu sei tanto lento e il cervo è

tanto rapido.”

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Tra i due litiganti il terzo gode

Un orso e un leone si litigavano tra di loro per un

pezzo di carne.

“L’ho visto prima io!” esclamava l’orso.

“Ma io l’ho preso!”, ribatteva il leone.

“Dunque dividiamolo a metà!”

“No, perché è tutto mio!”

Dalle parole passarono ai fatti, e cominciarono a

picchiarsi come disperati. Picchia picchia, si

stancarono, e alla fine dovettero distendersi per

riposare un poco. Così distesi, si

addormentarono.

Intanto il pezzo di carne era rimasto in terra e ci

camminavano sopra le formiche.

Una volpe sbucò dalla macchia, prese il pezzo di

carne, e se ne fece una bella scorpacciata con

tutto il suo comodo.

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La parola data

Un lupo affamato uscì dal bosco e arrivò fino alle

case degli uomini. Dalla finestrina di una

casuccia uscivano le grida di un bimbo imbizzito,

e il lupo disse fra sé: “Come mi piacerebbe non

far gridare più quel bambino!” e si leccava le

labbra. Giusto in quel momento una vecchia,

dentro la casuccia, diceva: “Bada, bambino, se

non smetti di piangere ti darò al lupo!”.

“Benissimo” pensò il lupo “è proprio quello che

cerco io”. E si mise a sedere, perché era inutile

andare a cercare più lontano quello che orai era

tanto vicino. Bastava solo aspettare.

Aspetta, aspetta, si fece notte e nessuno gli

portava il bambino. Forse si erano tutti

addormentati. Ma verso la metà della notte, si

udì il bimbo piagnucolare, e la vecchia gli

diceva: “Non piangere, bambino mio, tesorino

mio. Non ti darò al lupo; anzi, se viene lo

ammazzeremo col fucile di tuo padre.” Il lupo

brontolò:

“Che gente! Si vede che qui non usa mantenere

la parola data.”

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Il rondinino pigro

Le rondini insegnavano a volare ai rondinini, che

lesti lesti facevano un giro in aria, e poi

tornavano a riposarsi nel nido. Però un rondinino

pigro e pauroso non voleva muoversi mai dal

nido. Il suo babbo e la sua mamma non

riuscivano a persuaderlo con il loro cinguettio. Il

rondinino nascondeva perfino la testa dentro al

nido. Finalmente il babbo e la mamma si

stizzirono. E afferrato per le ali il rondinino pigro, lo

trasportarono insieme con loro. Poi lo lasciarono

andare nell’aria.

Il rondinino traballò, come se dovesse cadere;

ma dopo un istante volò allegramente insieme

con tutti gli altri.

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Il topo e il leone

Un topo, senza volere, passò una volta sul corpo

di un leone addormentato. Il leone si destò di

soprassalto, e con una delle sue zampone afferrò

il topo. “Per carità non mi ammazzi!” esclamò il

povero animalino “Non volevo disturbarla e le

prometto che ad ogni occasione l’aiuterò

volentieri”…Il leone cominciò a ridere, nel sentir

dire che un topo gli prometteva di aiutarlo. E

tanto rise, che allargò la zampa, e il topolino

potè fuggire tutto contento.

Passò del tempo, e una volta il leone restò

impigliato in un laccio teso dai cacciatori. Si

dibatteva furiosamente, ruggiva in modo da far

tremare gli alberi, ma la fune non si spezzava

perché era molto grossa e resistente. In quel

momento arrivò di corsa il topolino. “Aspetti un

poco” disse quando ebbe visto di che cosa si

trattava, “Per me il rodere è un divertimento!”. In

verità dovette rodere con molta fatica per più di

un’ora. Ma alla fine la corda si spezzò e il leone

fu libero. “Vede?” disse il topo “Ora lei non ride

più; e ha capito che anche un poveraccio come

me può essere utile davvero al re degli animali.”

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Il gatto e i topi

In una casa vivevano moltissimi topi. Un gatto

riuscì ad entrare nella casa e cominciò a

catturarli. Questi si accorsero che la faccenda si

metteva male, e dissero: “Sapete che facciamo?

Non scendiamo più dal soffitto, fin quassù il gatto

non potrà certamente raggiungerci.

I topi smisero così di scendere in basso, ma il

gatto cercò il modo di essere più furbo di loro. Si

aggrappò con una zampa al soffitto e si lasciò

penzolare, fingendo di essere morto. Uno dei topi

lo vide in quella posizione, ma gli disse: “No,

amico mio. Neppure se ti riducessi a sembrare un

sacchetto, io ti avvicinerei!”

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Gli uccelli nella rete

Un cacciatore tese la rete sulla riva di un lago. Vi

rimasero pri-gionieri molti uccelli. Ma erano grossi:

sollevarono la rete da terra e volarono via con

essa. Il cacciatore si mise a rincorrerli.

Un contadino lo vide e gli disse: “Dove corri?

Credi di poter raggiungere un uccello che vola?

Il cacciatore rispose: “Se fosse un uccello solo,

non lo raggiun-gerei. Ma questi non mi

sfuggiranno.”

E così avvenne. Al calar della sera, gli uccelli

volevano ritornare al loro nido ciascuno in luoghi

diversi: uno verso il bosco, un altro verso la

palude, un terzo verso i campi. E finirono per

cadere a terra insieme alla rete.

Così il cacciatore li catturò.

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La coda della volpe

Un uomo aveva catturato una volpe e le

domandò: “Chi ha in-segnato alle volpi ad

ingannare i cani con le loro code?”

La volpe ribattè: “Ingannare i cani? Noi non li

inganniamo; fuggiamo dinanzi a loro più in fretta

che possiamo.”

L’uomo insistette: “No, voi li ingannate con la

coda. Quando i cani stanno per raggiungervi e

cercano di catturarvi, voi scuotete la coda da un

lato; il cane si slancia sulla coda, e voi fuggite dal

lato opposto.”

“Non lo facciamo per ingannarli,” spiegò la

volpe sorridendo “ma per cambiare direzione.

Quando il cane sta per raggiungerci e noi

vediamo che non possiamo sfuggirgli, cerchiamo

di cambiare direzione; ma per girarci in fretta,

dobbiamo spingere la coda dal lato opposto,

come fate voi uomini con le braccia, quando

correte e fate una curva. Non è un inganno; ce

lo ha insegnato la natura stessa quando ci ha

create per impedire che i cani acchiappassero

tutte le volpi, dalla prima all’ultima.

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Il cervo e la vigna

Un cervo, inseguito dai cacciatori, si nascose in

una vigna. Appena i cacciatori si allontanarono,

il cervo cominciò a brucare le foglie larghe della

vite.

I cacciatori notarono le foglie muoversi, e

pensarono: “Forse, laggiù si nasconde qualche

animale selvaggio.”

Spararono e ferirono il cervo. E questi, già vicino

alla morte, disse: “Me lo sono proprio meritato: ho

voluto mangiare proprio ciò che mi aveva

nascosto e salvato la vita.”

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L’asino e il cavallo

Un uomo possedeva un asino e un cavallo.

Mentre percorrevano la stessa strada con il loro

carico, l’asino disse al cavallo: “Che fatica! Non

ho più le forze per portare tutto questo peso.

Prendi tu qualcosa.”

Il cavallo rifiutò e l’asino, privo di forze, cadde a

terra e morì.

Il padrone, allora, caricò tutta la roba sul dorso

del cavallo, e per giunta, anche la pelle

dell’asino. E il cavallo si lamentò: “Ahimè, come

sono sfortunato! Poco fa non ho voluto dare un

piccolo aiuto al mio compagno, ed ora devo

portare tutto il suo carico e per di più anche la

sua pelle.

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La testa e la coda del serpente

Un giorno la coda del serpente attaccò lite con

la testa: si doveva stabilire quale delle due

dovesse andare avanti per prima.

La testa diceva: “Tu non puoi andare avanti per

prima; non hai occhi e non hai orecchi!”.

La coda rispondeva: “In compenso però, io ho la

forza. Sono io che ti faccio muovere. Se per

capriccio mi arrotolo intorno ad un albero, tu non

ti puoi spostare più.

Propose la testa: “Allora, separiamoci.”

La coda si staccò dalla testa e cominciò a

strisciare da sola. Ma poco dopo non vide un

crepaccio e vi precipitò dentro.

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La gru e la cicogna

Un contadino tese le reti e riuscì a catturare

alcune gru che gli danneggiavano il raccolto.

Fra di esse vi era anche una cicogna. Per salvarsi,

disse al contadino: “Lasciami andare, io non

sono una gru, ma una cicogna. Fra tutti gli

uccelli, noi siamo la specie più rispettabile: io

abito infatti sul tetto della casa di tuo padre. Se

guardi le mie piume, ti accorgi che non sono una

gru”.

Il contadino rispose: “In compagnia di gru ti ho

acciuffato, in compagnia di gru ti mangerò”.

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La formica e la colomba

Una formica era assetata e si avvicinò alla riva di

un ruscello. Un’onda la investì e la fece cadere

nell’acqua. Una colom-ba, che passava

portando un ramoscello nel becco, vide la

formica in pericolo e le lanciò il ramoscello. La

formica vi si aggrappò e fu salva. Qualche

tempo dopo, un cacciatore stava per catturare

la colomba nella sua rete. La formica gli si

accostò e gli morse una gamba. Il cacciatore

sussultò e si lasciò sfuggire la rete dalle mani. La

colomba aprì le ali e volò via.

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La mucca da latte

Un uomo possedeva una mucca, che gli dava

ogni giorno un secchio di latte. L’uomo invitò

alcuni amici a casa sua e, per avere più latte da

offrire loro, per dieci giorni non munse la mucca.

Pensava che il decimo giorno avrebbe potuto

avere dieci secchi di latte. Invece, il latte si era

fatto denso e acido; così quando il padrone

munse la mucca, questa gli diede meno latte

che le altre volte.

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Il lupo nella polvere

Un lupo voleva catturare una pecora del gregge

e si accostò sotto vento, in modo da restare

nascosto nel polverone che il gregge si lasciava

dietro.

Il cane del pastore lo vide e gli disse: “Sbagli,

lupo mio, a camminare nella polvere: gli occhi ti

si ammaleranno.”

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I cani e il cuoco

Un cuoco preparava il pranzo e i cani stavano

sdraiati davanti alla porta della cucina. Il cuoco

uccise un vitello e gettò gli intestini in cortile. I

cani mangiarono tutto allegramente e dissero:

“Che bravo cuoco! Cucina benissimo!”

Poco dopo il cuoco cominciò a ripulire piselli,

rape, cipolle, e gettò fuori ciò che scartava. I

cani annusarono e dissero: “Come ha

peggiorato il nostro cuoco! Prima faceva da

mangiare così bene, ma ora non vale più nulla.

Il cuoco, però, non si curò dei cani e continuò a

preparare il pranzo, che fu consumato e lodato

dai clienti del ristorante.

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Il lupo e i cacciatori

Un lupo aveva catturato una pecora e se l’era

mangiata. Sopraggiunsero alcuni cacciatori,

riuscirono a prenderlo e deci-sero di ucciderlo. Il

lupo disse loro: “Voi volete uccidermi, ma non è

giusto. Se io sono povero, non è colpa mia: la

natura mi ha fatto così”.

I cacciatori risposero: “Noi ti uccidiamo, non

perché sei povero, ma perché ti mangi tutte le

pecore che ti capitano a tiro”.

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Il cavallo e lo stalliere

Uno stalliere rubava l’avena al suo cavallo e la

rivendeva. In compenso, ogni giorno lo strigliava

ben bene per farlo apparire bello. Il cavallo gli

disse: “Se vuoi davvero che io sia bello, non

rivendere la mia avena!”.

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La chioccia e i suoi pulcini

Una chioccia aveva appena finito di covare: i

pulcini erano usciti dalle uova, ma lei non sapeva

come proteggerli dai pe-ricoli. Perciò disse loro:

“Rientrate nei vostri gusci. Io mi accovaccerò

sopra di voi come quando vi covavo, e così

sarete al sicuro.”

I pulcini obbedirono, tentarono di rimettersi nei

loro gusci, ma inutilmente. Allora il più piccolo

disse alla madre: “Se pretendevi di farci stare

sempre dentro il nostro guscio, avresti fatto

meglio a non farci uscire.

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Il leone, l’orso e la volpe

Un leone ed un orso trovarono un pezzo di carne

e si misero a litigare. L’orso non voleva cedere e

il leone altrettanto. Lottarono a lungo e alla fine

caddero a terra privi di forze. Una volpe,

nascosta lì vicino, vide il pezzo di carne, lo

addentò e fuggì via.

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Il bugiardo

Un giovane pastore stava vigilando le sue

pecore e, come se avesse visto il lupo, cominciò

a gridare: “Al lupo! Al lupo!”.

I contadini accorsero per aiutarlo, ma il lupo non

c’era e capirono che erano stati ingannati.

Il ragazzo ripetè lo scherzo una seconda e una

terza volta, ma un giorno il lupo sbucò fuori per

davvero. ll ragazzo si mise a gridare: “Presto,

correte! C’è il lupo! C’è il lupo!”

I contadini pensarono che egli, ancora una

volta, volesse far loro uno scherzo, e non gli

diedero retta. Il lupo si accorse che non c’era

nessun pericolo e, comodo comodo, si mangiò

tutto il gregge.

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L’anitra e la luna

Un’anitra andava a nuoto per il fiume in cerca di

pesci: in tutta la giornata non ne aveva cattu-

rato uno. Appena fece notte, l’anitra vide la luna

riflessa nell’acqua, credette fosse un pesce e si

immerse per acchiapparla. Le altre anitre la

videro e si burlarono di lei.

Da quel giorno divenne tanto vergognosa e

impacciata che, anche quando vedeva un

pesce sott’acqua, aveva timore ad immergersi e

non l’acchiapava. E così morì di fame.

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L’asino selvatico e l’asino domestico

Un asino selvatico vide un asino domestico; gli si

avvicinò e si complimentò della sua sorte felice:

era ben nutrito e dall’aspetto pareva essere

trattato assai bene dai padroni.

Ma poi, quando l’asino domestico fu caricato

col basto e il conduttore lo faceva trottare a

tutta forza, l’asino selvatico disse: “Ora, fratello,

non ti invidio più: vedo che ti guadagni la vita col

sudore e con le più dolorose umiliazioni.

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Il topo sotto il granaio

Un topo viveva sotto un granaio. Nel pavimento

vi era un piccolo foro che lasciava cadere il

grano, chicco per chicco. Col cibo sempre a

disposizione, il topo viveva tranquillo, ma non era

soddisfatto e volle vantarsi delle sue comodità.

Rosicchiò il pavimento, allargò il foro, e invitò altri

topi a fargli visita.

“Venite a far festa a casa mia” disse “Ci sarà da

mangiare per tutti”.

Ma quando condusse gli amici sul posto, si

avvide che il foro non c’era più. Evidentemente il

padrone di casa lo aveva notato e aveva

provveduto a chiuderlo.

Page 38: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

La rana e il leone

Un leone udì una rana gracidare a gran voce e si

spaventò: pensò che fosse un animale molto

grosso ad emettere quel grido così forte.

Si avvicinò pian piano per vedere di che si

trattasse e vide una piccola rana uscire dal

pantano.

Allora disse fra sé: “D’ora in poi, se prima non

avrò visto coi miei occhi di che si tratta, non mi

spaventerò più.”

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La cornacchia e i piccioni

Una cornacchia osservò che i piccioni vivono

comodamente e sono ben nutriti, perché l’uomo

pensa a loro. Si tinse le penne di bianco e volò

nella piccionaia. Dapprima i piccioni pensarono

che fosse dei loro, e la lasciarono entrare. Ma la

cornacchia si dimenticò per un attimo del suo

travestimento e si mise a gracchiare come tutte

le cornacchie. Allora i piccioni presero a

canzonarla e la cacciarono fuori a beccate. La

cornacchia ritornò fra le compagne, ma queste,

spaventate dalle sue penne bianche, la

cacciarono via come avevano fatto i piccioni.

Page 40: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

Il gallo e le lavoranti

Una padrona svegliava di notte le donne al suo

servizio e al primo canto del gallo le metteva al

lavoro.

A queste la vita parve molto dura; tanto che

decisero di uccidere il gallo perché non

svegliasse più la padrona. Gli torsero il collo, ma

la loro vita peggiorò.

La padrona, infatti, per timore di non svegliarsi a

tempo, da quel giorno fece alzare le lavoranti

ancora prima.

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La cicala e le formiche

In autunno, nel formicaio, il grano si era un po’

inumidito; le formiche lo portarono fuori ad

asciugare. Una cicala affamata chiese loro

qualche cosa da mangiare. Le formiche dissero:

“Perché, quando era estate, non hai provveduto

a farti le provviste?”

Quella rispose: “Mi mancava il tempo, avevo le

mie canzoni da cantare!”.

Le formiche risero e dissero: “Se in estate hai fatto

musica, in inverno ballerai”.

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La volpe dallo stomaco gonfio

Una volpe affamata riuscì a scovare nella cavità

di una quercia pezzi di pane e di carne lasciati là

dai pastori. Vinta dalla fame vi entrò e mangiò

tutto. Ma il suo stomaco si gonfiò tanto che non

poteva più uscire dall’albero. Prese allora a

gemere. Di lì passò, per caso, un’altra volpe; udì i

suoi lamenti, si avvicinò e gliene domandò la

causa. Venuta a conoscenza dell’accaduto,

“Ebbene” disse “resta lì fino a quando non ritorni

ad essere magra, come quando sei entrata.

Allora uscirai senza alcuna difficoltà.”

Page 43: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

Il leone vecchio e la volpe

Un leone, ormai vecchio, era incapace di

procurarsi il cibo con le proprie forze. Per poter

sopravvivere, pensò di ricorrere all’astuzia. Si ritirò

in una caverna e, sdraiatosi, finse di essere

infermo. Così poteva assalire e divorare tutti gli

animali che andavano a fargli visita. Ne aveva

già mangiato un buon numero, quando gli si

presentò la volpe, che si fermò a distanza dalla

caverna e prese a domandargli come stava di

salute.

“Male!” rispose il leone e le chiese per quale

motivo non entrava.

“Io entrerei” rispose la volpe “se non vedessi

tante orme di animali che entrano e nessuna di

animali che escono.”.

Page 44: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

Il toro e la zanzara

Una zanzara andò a posarsi sul corno di un toro.

Vi rimase per lungo tempo e, quando fu per

andarsene, chiese al forte animale se era

soddisfatto di liberarsi del peso.

Il toro le rispose: “Ma io non mi sono accorto

quando ti sei posata su di me, né mi accorgerò

quando te ne andrai.”

Page 45: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

La vipera e la lima

Una vipera si introdusse nell’of-ficina di un fabbro

e chiese ai diversi utensili di farle l’elemosina.

Dopo averla ricevuta dagli altri, si avvicinò alla

lima e la pregò di darle anche lei qualche cosa.

La lima rispose: “Tu sei molto sciocca, se credi di

ottenere anche una piccola cosa da me, che ho

l’abitudine, non di dare, ma di prendere a

chiunque mi capiti vicino.”.

Page 46: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

Il lupo e la capra

Un lupo vide una capra che stava pascolando

sulle rupi scoscese di un’alta montagna. Non

poteva raggiungerla per catturarla; perciò la

esortò a scendere, altrimenti, per inavvertenza,

poteva cadere.

“Il prato” le diceva “dove io mi trovo, è meno

pericoloso e l’erba è molto più alta.”

Ma la capra rispose: “Non è per me e per la mia

salvezza che tu mi chiami al pascolo, ma per te,

per procurarti da mangiare.”

Page 47: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

Il leone chiuso a chiave e l’agricoltore

Un leone si introdusse nella fattoria di un

agricoltore. Questi voleva catturarlo e chiuse a

chiave il cancello del cortile. La belva, che non

trovava via d’uscita, prese a sbranare le pecore

e poi assalì persone e buoi. L’agricoltore,

temendo anche per la sua vita, aprì il cancello.

Dopo che il leone si era allontanato, il contadino

prese a lamentarsi di quella disgrazia. E la moglie,

vedendolo in lacrime: “Ben ti sta” gli disse “hai

voluto rinchiudere in casa tua un animale, che

persino da lontano devi fuggire!”.

Page 48: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

La volpe e il cane

Una volpe si introdusse in un gregge di pecore,

prese un agnello e finse di baciarselo. Il cane,

custode delle pecore, le chiese per quale motivo

si comportasse in quel modo.

“Lo accarezzo” rispose la volpe “e gioco con lui”.

“Se non lo lascia” ribattè ringhioso il cane “vengo

io a farti carezze di cane.”

Page 49: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

Il leone, il cinghiale e gli avvoltoi

Nella stagione estiva, quando l’afa ed il caldo

opprimente generano la sete, un leone ed un

cinghiale si trovarono con-temporaneamente

vicino ad una piccola sorgente.

Presero subito a litigare, poiché entrambi

volevano bere per primi. Dalle parole passarono

ai fatti: iniziarono una lotta morta-le. I due

contendenti erano già feriti e sanguinanti,

quando, sollevando lo sguardo al cielo, scorsero

uno stormo di avvoltoi, gli uccelli che si nutrono

dei cadaveri. Questi volteggiavano sopra di loro,

in attesa di divorare il primo che fosse caduto

morto. Così interruppero la lotta e dissero:

“Meglio essere amici fra di noi, che pasto per gli

altri.”

Page 50: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

L’orso e i pesci

Se talvolta nei boschi l’orso non riesce a

procurarsi il cibo, corre alle scogliose rive del

mare, si afferra ad una roccia e, lasciandosi

penzolare, immerge pian piano le zampe pelose

nell’acqua. Così, tra i ciuffi del pelo, i granchi e i

pesci restano presi. Il furbo poi si arrampica, si

scrolla di dosso le sue prede e, passo passo, se le

mangia comodamente.

La fame aguzza l’ingegno.

Page 51: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

Le lepri e le rane

Nel bosco un giorno le lepri presero a protestare

con grande strepito: non volevano rassegnarsi a

vivere nella continua paura. Così si diressero ad

uno stagno, col proposito di buttarsi dentro e di

morire. Al loro accorrere le rane, spaventate,

balzarono in fuga e si acquattarono sotto le verdi

alghe.

“Caspita!” disse una lepre “Ci sono altri presi dal

panico e sempre timorosi del male. Fermiamoci e

sopportiamo la vita come tanti.

Page 52: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

La rana gonfiata e il bue

Una volta una rana vide un bue in un prato.

Presa dall’invidia per quell’imponenza, prese a

gonfiare la sua pelle rugosa. Chiese poi ai suoi

piccoli se era diventata più grande del bue. Essi

risposero di no.

Subito riprese a gonfiarsi con maggiore sforzo e di

nuovo chiese chi fosse più grande.

Quelli risposero: “Il bue”.

Sdegnata, volendo gonfiarsi sempre più, scoppiò

e morì.

Page 53: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

La volpe e l’uva

Spinta dalla fame sotto un alto pergolato, una

volpe cercava di afferrare l’uva, saltando con

tutte le sue forze.

Visto che non riusciva neppure a toccarla,

allontanandosi disse: “Non è ancora matura. Non

voglio mangiarla acerba.”

Page 54: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

Il lupo e la gru

Un lupo aveva inghiottito un osso che gli era

rimasto in gola. Disperato, prese a vagare in

cerca di qualcuno che lo libe-rasse dal male.

Incontrò una gru e la pregò di estrarglielo, dietro

compenso. L’ingenua gru introdusse il capo nella

gola del lupo, la liberò dell’osso e chiese il

premio, secondo il patto. Ma il lupo ri-spose:

“Non ti basta di aver ritirato sana e salva la testa

dalla mia bocca? Chiedi anche una

ricompensa?”

Page 55: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

La mucca, la capra, la pecora e…

Una mucca, una capra e una debole pecora,

rassegnata a tutte le ingiurie, fecero alleanza

con un leone per andare a caccia. Riuscirono a

catturare un magnifico cervo, ed il leone, fatte le

parti, così ruggì: “Io mi prendo la prima poiché il

mio nome è leone; la seconda dovete darla a

me, perché sono socio; la terza mi spetta perché

valgo di più; e se qualcuno osa toccare la

quarta, finirà male”.

E così la prepotenza, da sola, si portò via tutta la

preda.

Page 56: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

La volpe e la maschera

Un giorno una volpe trovò una maschera, di

quelle che si usano in teatro.

“Quant’è bella!” disse “Ma non ha cervello”

Page 57: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

Il cane e il pezzo di carne

Un cane nuotava per il fiume, portando in bocca

un pezzo di carne. Ad un tratto vide la sua

immagine nello specchio delle acque e,

credendo che un altro cane portasse una

seconda preda, volle strappargliela.

Ma la sua avidità fu punita: lasciò cadere il cibo

che teneva in bocca e non riuscì neppure a

toccare quello che desiderava.

Page 58: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

L’assemblea dei topi

Un gatto, chiamato Rodilardus, faceva un tale

sfacelo di topi che non se ne vedevano quasi

più, in giro, tanti ne aveva messi dentro… la

sepoltura.

Ora, un giorno che il birbaccione era lontano, i

topi sopravvissuti tennero assemblea. Un topo

molto prudente sostenne che sarebbe stato

necessario attaccare un bubbolo al collo di

Rodilardus; così appena il gatto si metteva in

caccia, tutti, avvertiti dei suoi movimenti, si

sarebbero rifugiati sottoterra.

Tutti furono d’accordo con lui. La difficoltà fu di

attaccare il sonaglio. Uno disse: “Io non ci vado,

non sono mica così scemo!”

Un altro disse: “Io non sarei capace”.

Così, senza far niente, si lasciarono.

Page 59: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

Il lupo e l’agnello

Un agnello si dissetava alla corrente di un ruscello

purissimo. Sopraggiunse un lupo in caccia: era

digiuno e la fame lo aveva attirato in quei luoghi.

“Chi ti dà tanto coraggio da intorbidare l’acqua

che bevo?” disse questi furioso.

“Sire…” rispose l’agnello “io sto dissetandomi

nella corrente sotto di lei, perciò non posso

intorbidare la sua acqua!”

“La sporchi” insistè la bestia crudele “E poi so che

l’anno scorso hai detto male di me”.

“Io? Ma se non ero nato”, rispose l’agnello.“Se

non sei stato tu, è stato tuo fratello”. “Non ho

fratelli”. “Allora qualcuno dei tuoi; perché voi, i

vostri pastori e i vostri cani ce l’avete con me. Me

l’hanno detto: devo vendicarmi. Detto questo il

lupo trascinò l’agnello nel fitto della foresta e se

lo mangiò.

Page 60: Favole e storie di animali per la lettura e il riassunto

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