Fatto Di Sport 63

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Copyright by: Bigol News - Testata Registr. Trib. Napoli 20/2008 del 28/02/2008 DRIBBLING DI SIMONA!

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Copyright by: Bigol News - Testata Registr. Trib. Napoli 20/2008 del 28/02/2008

DRIBBLING DI SIMONA!

Agli sgoccioli di Marzo, accompagnata dalla stupenda veduta su Napoli che Palazzo Pacanowski offre al Mondo, Simona Rolandi si racconta e confronta con l’intera redazione di Fatto di Sport: il suo fascino e la sua eleganza lasciano i ragazzi del corso a bocca aperta. Nata a Roma, Simona, entra in contatto con l’universo sportivo praticando pallavolo da ragazza e, dopo essersi laureata in Economia e Comercio, studia Giornalismo a Perugia con passione quasi ineguagliabile; Sin da bambina –ci racconta l’attuale conduttrice di ‘Dribbling’- girava per casa con un microfono giocattolo annunciando qualsiasi cosa le venisse in mente. Al Liceo inizia ad interessarsi di Calcio e a seguirlo e studiarlo da vicino: «Quando a scuola facevamo sega io andavo a seguire gli allenamenti della Lazio» ricorda la bella Romana. Dopo una lunga ed importante gavetta fra diversi periodici sportivi, GoldTV e Roma Channel le viene offerto un posto, dapprima a tempo determinato poi a tempo indeterminato, dalla RAI; nei primi anni di carriera si ritrova a dover affrontare i preconcetti dei maschilisti incalliti che, talvolta,

la condannano anche per uno stupido errore. Così consiglia alle nostre ‘ragazze di Sport’ di studiare a più non posso e di prepararsi attentamente: ahinoi, se sbaglia un uomo è presto perdonato ma se a sbagliare in campo sportivo è una donna subito viene bollata come ‘ragazza immagine e senza cervello’; Inoltre raccomanda ad ogni aspirante giornalista di rispettare i propri principi morali e gli atleti: lei stessa si rifiutò di intervistare la Aguero quando, durante le Olimpiadi di Pechino, la pallavolista cubana ricevette la notizia che sua madre era in fin di vita. Umiltà, umanità e costanza: per arrivare dov’è ora, Simona ha dovuto lottare contro raccomandati, maschilisti e avances che avrebbero distrutto la sua reputazione. Donne così al Mondo se ne vedono raramente: straordinaria!

S.Barbato (corso di giornalismo sportivo 2014)

E’ successo durante la trentunesima giornata di serie A. La partita diretta dall’attuale miglior arbitro italiano Nicola Rizzoli, ha visto in scena un singolare caso arbitrale, che ha generato non poco caos. Al 36° del primo tempo Sansone, attaccante del Sassuolo, cade a terra dopo un contatto con il difensore della Roma Benatia. Il direttore di gara sembra intenzionato a far proseguire il gioco, ma su segnalazione dell’assistente di porta sig.Peruzzo, fischia rigore. Ma ecco che accade l’impensabile, accecato dal dubbio, Rizzoli sceglie di dialogare con i giocatori per circa 5 minuti in cerca della verità, invita i contendenti a dire quello che è realmente successo in aria di rigore. Simpatico il siparietto tra il giudice di gara e l’attaccante Sansone, il quale invitato più volte a non mentire dall’insospettabile confessore del momento, balbettava mezze verità. Quello che è successo a Reggio Emilia non ha precedenti nella storia del calcio. L’arbitro che apre un indagine per decidere se concedere una massima punizione. Lunghe consultazioni con chiunque ne sapesse qualcosa, il miglior fischietto italiano, infine, decide per la revoca del rigore, e riprende il gioco con una rimessa da parte dell’arbitro. La moviola nel post-gara darà ragione alla giacchetta nera ma il tempo perso da Rizzoli, ha reso al mondo la pochezza del calcio italiano, in cui le responsabilità fuggono labili e si modificano dinamicamente a seconda delle circostanze di gioco. Rendendo lo sport caos, e un campo di calcio un sopraffollato ufficio indagini. Morale della favola, tutti annoiati e scontenti. Nonostante il tempo non giocato, alla fine i minuti di recupero saranno soltanto tre. Questa volta nessun Carpe Diem d’aria di rigore, nessuna zampata vincente ad aizzare la folla, ai calciatori rimane solo un pomeriggio di protesta. A segnare ,inesorabile, è stato l’arbitro. Si tratta di un anomalo caso di autogoal che beffa il calcio italiano decretandone l’ennesima sconfitta.

IL GIALLO DEL RIGORE IN SASSUOLO - ROMA

Catello Carbone

In foto: Nicola Rizzoli

Trentunesima giornata del campionato di Serie A, al San Paolo va di scena un match d’eccezione: Napoli-Juventus. Di fatto l’incontro non decide nulla, la Juve è a +20 sugli azzurri, ma si gioca per vincere, si gioca per l’onore. Benitez conferma Henrique sull’out destro difensivo e si lancia all’attacco dei rivali con il trio Callejon-Hamsik-Insigne alle spalle di Gonzalo Higuain. Per gli ospiti la grande assenza di Tevez, per squalifica, fa spazio a Osvaldo in avanti, in difesa ancora Caceres al posto dell’infortunato Barzagli. Il Napoli parte alla grande e per i primi 25 minuti gli uomini di Conte non vedono il pallone, ad eccezione di Buffon, autore di due strepitosi salvataggi: prima su una conclusione da due passi di Callejon, poi su un tentativo di Hamsik. È proprio lo slovacco il protagonista della rete che il direttore di gara Orsato annulla per posizione di fuorigioco. Bisogna attendere il 25’ per vedere la prima conclusione bianconera, con un sinistro in area di Lichtsteiner. Un tocco e via, i padroni di casa dominano ed esprimono un bel calcio, Callejon è una spina nel fianco per la difesa juventina, c’è bisogno ancora del miglior Buffon per respingere una sua conclusione di destro. Non può niente però il portierone della Nazionale al 37’: Insigne pesca in area ancora il numero 7 spagnolo che stavolta, da due passi, riesce sbloccare il risultato. Leggermente in fuorigioco il giocatore del Napoli al momento del lancio di Insigne. A cambiare nella ripresa sono solo i ritmi, Il Napoli è sempre bello e ordinato ma cala dal punto di vista atletico, la Juve invece prova ad aggredire ma senza convinzione. Al 56’ Lichtsteiner va al tiro, rivelandosi ancora l’unico pericoloso dei suoi, si oppone bene Reina. Pochi minuti dopo è il solito Buffon a volare su una bella punizione di Ghoulam dal limite. Conte prova a scuotere i suoi insendo Vucinic, il montenegrino è vivo ma la sua conclusione a giro è a lato. Indovina i cambi invece Benitez: lo spagnolo tira fuori,a sorpresa, Higuain e Hamsik, buttando nella mischia Pandev e Mertens, saranno loro a costruire l’azione del raddoppio azzurro. Siamo al minuto 81, quando in contropiede Pandev lancia Mertens verso la porta avversaria, il belga resiste al ritorno di Marchisio e batte Buffon con un destro chirurgico. Vince il Napoli. La lezione di calcio da parte degli uomini di Benitez riapre le speranze scudetto romaniste, vincendo nel recupero i giallorossi potrebbero portarsi a -8 dalla vetta. Ciò che conta al San Paolo però, in questa magica notte di calcio, è la gioia dei tifosi azzurri. Gianluca Castellano

La grande prestazione azzurra provoca la seconda sconfitta stagionale per gli uomini di Conte

Napoli (4-2-3-1): Reina;

Henrique, Fernandez, Albiol,

Ghoulam; Inler, Jorginho; Callejon

(44' st Dzemaili), Hamsik (34' st

Mertens), Insigne; Higuain (28' st

Pandev). A disp.: Doblas,

Colombo, Britos, Mesto,

Reveillere, Radosevic, Bariti,

Zapata. All.: Benitez

Juventus (3-5-2): Buffon;

Caceres, Bonucci, Chiellini;

Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Pogba

(16' st Marchisio), Asamoah (8' st

Isla); Llorente, Osvaldo (24' st

Vucinic). A disp.: Storari,

Rubinho, Padoin, Mattiello,

Penna, Giovinco. All.: Conte

Arbitro: Orsato

Marcatori: 37' Callejon, 36' st

Mertens

Ammoniti: Inler, Henrique (N);

Lichtsteiner, Bonucci, Vidal (J)

Napoli: Reina 6: Inoperoso per gran parte del match

Albiol-Fernandez 7: Non si passa!

Ghoulam 6,5: Copre bene la fascia

Henrique 6,5: Ottima partita

Jorginho-Inler 7: Perfetti in fase di impostazione e di copertura

Hamsik 7: Buffon gli nega la gioia del gol, ma finalmente una partita ai suoi livelli. BENTORNATO CAPITANO

Callejon 7: Asamoah esce pazzo, grandissimo movimento nel caso del gol

INSIGNE 7,5: Provatelo a prendere, sembra di un altro pianeta, che assist per Callejon FENOMENO

Pandev 6,5: Entra e confeziona l’assist

Mertens 7: Un gol straordinario: Potenza,velocità e tecnica, che campione

Higuain 6: Tanto sacrificio

Juventus: Buffon 7: Migliore della Juve, salva la sua squadra in più casi

Bonucci-Chiellini 6:Le prendono tutte di testa

Caceres 5: Il peggiore in difesa

Pirlo-Vidal 5,5: Non riescono ad imporsi a centrocampo

Pogba 5,5: Qualche giocata da campione, ma poco concreto

Liechsteiner 5,5: Tira più lui che gli attaccanti

Asamoah-Isla 5: Non creano nulla

Osvaldo 5: Si nota per la rovesciata, niente più

Llorente 4,5: Chi l’ha visto? Prende palloni di testa, ma poi li perde

Vucinic 5,5: Crea alcuni situazioni pericolose

R.Agnello

Henrique Adriano Bass , il nuovo il calciatore del Napoli arrivato a gennaio dal mercato di riparazione , approda all‘ ombra del Vesuvio fra lo scetticismo della stampa , a causa delle sue fallimentari esperienze Europee precedenti ,prima in Spagna ,poi in Germania. Ma oggi è riuscito a rintagliarsi un ruolo importante nello scacchiere tattico di Rafa Benitez grazie alla sua duttilità tattica , infatti il tecnico spagnolo lo adopera prima da difensore ,poi da centrocampista ed infine da esterno , ed è proprio in quest‘ ultimo ruolo che il calciatore brasiliano mette a segno una rete da cineteca ,un goal che ricorda quello di Marco Van Basten nell’ europeo del 1988 .Ora il jolly brasiliano si pone un solo obbiettivo , quello di continuare a far bene a Napoli per poi giocare a giugno i mondiali nel suo paese

MATTIA PALERMO

HENRIQUE DA BIDONE A CAMPIONE

Allo stadio Luigi Ferraris è andata in scena la partita valida per la 31° giornata di Serie A . Ad arbritrare l’incontro il sig. Carmine Russo della sezione di Nola. Durante il primo tempo le squadre creano occasioni ma non riescono a concretizzarle. La prima occasione la crea La Sampdoria con Eder al 6’ con una conclusione che però non inquadra lo specchio della porta. Al 15’ la risposta viola con Borja Valero che prova una conclusione senza aver fortuna. Al 34’ Manolo Gabbiadini prova il tiro Neto non si fa cogliere impreparato . Dopo un minuto di recupero il primo tempo si conclude sullo 0-0 . Il secondo tempo parte con la stesa intensità. Le due squadre non si risparmiano e creano tante occasioni , la prima per la squadra di Mihajlovic al 49’ con una conclusione di Gabbiadini che Neto para facilmente. Al 72’ Borja Valero a cercare il goal senza fortuna, all,85’ è Acquilani a rendersi pericoloso con un colpo di testa che pero non inquadra la porta. Al 91’ Roberto Soriano trova la conclusione però Neto si distende e para. Al 92’ Matri con un colpo di testa non trova la porta. Nel finale Mihajlovic viene espulso per aver protestato troppo intensamente contro il quarto uomo .Dopo 5 minuti di recupero la partita finisce così sullo 0-0. Un punto a testa che non serve a nessuno . Dario Vezzo

SERIE A : PARTITA RICCA DI EMOZIONI MA SENZA GOAL, SAMPDORIA-FIORENTINA 0-0

Sassuolo 0 - roma 2

Vittoria dove essere e vittoria è stata; la Roma con il minimo sforzo e grazie all’aiuto di un gol per tempo archivia la pratica Sassuolo e blinda il secondo posto, valevole per la qualificazione diretta in Champions League.

In un Mapei Stadium «invaso» da tantissimi tifosi giallorossi, la squadra capitolina ci mette davvero poco a passare in vantaggio: al 16° infatti Nainggolan strappa la palla ad un Missiroli distratto e offre a Destro una palla a tu per tu con Pegolo; l’attaccante giallorosso è freddissimo e con uno scavino mette a segno il quarto gol consecutivo in campionato.

La risposta emiliana è abbastanza debole e si concretizza con un’unica occasione nel primo tempo in cui la gioia del gol viene negata a Cannavaro da un salvataggio sulla linea della porta difesa da De Sanctis. Al 36° l’episodio chiave: il Sassuolo recupera palla a centrocampo, Sansone si ritrova davanti alla porta e a causa di un leggero strattone di Benatia cade in area di rigore; Rizzoli coadiuvato dall’addizionale di linea prima accorda il rigore ai neroverdi e poi dopo sei minuti di consulti con i collaboratori e i giocatori ritorna sui suoi passi e nega la massima punizione al Sassuolo fra lo stupore generale degli spettatori e di Di Francesco.

Nella ripresa il canovaccio non cambia, ritmi blandi (dovuti anche ai primi caldi stagionali e all’orario di gioco) e possesso palla della Roma che più volte con Florenzi e Destro mette alla prova i riflessi di Pegolo. L’allenatore del Sassuolo a metà tempo getta nella mischia anche Zaza per aumentare la pericolosità della sua squadra che però inevitabilmente si sbilancia in avanti; Garcia non ci pensa due volte e approfitta di questa situazione per inserire Bastos e Totti, proprio il primo al 95° (durante un recupero abnorme di sei minuti accordato da Rizzoli) chiude la pratica: Taddei recupera la palla a centrocampo e lancia il brasiliano che trafigge con un diagonale sinistro l’incolpevole Pegolo mettendo a segno così il suo primo gol con la nuova maglia e contemporaneamente anche il gol n°4000 nella massima serie per la Roma.

Vittoria meritata per i giallorossi che possono gestire oramai un vantaggio rassicurante sul Napoli, mentre per il Sassuolo sembra sempre più lontana la possibilità di salvarsi a sette giornate dal termine del massimo campionato Italiano.

Angelo Domenico D’Auria

Destro e bastos blindano il secondo posto della roma

Super Toni, Genoa steso

Nella sfida del Bentegodi valevole per la trentunesima giornata di serie A si affrontano Verona e Genoa, due squadre con la salvezza ormai in tasca ed in cerca di punti necessari a consolidare la propria posizione in classifica. In tribuna è presente il commissario tecnico della nazionale Prandelli, presumibilmente per osservare i due “sempreverdi” bomber Toni e Gilardino, entrambi a quota 13 nella classifica dei cannonieri. La partita è da subito godibile, con i padroni di casa che spaventano in più di un’occasione Perin, prima di trovare il meritato vantaggio grazie ad un gran destro da fuori area di Donadel al trentacinquesimo. Gli ospiti non stanno a guardare e si riversano in attacco, provandoci a più riprese con Centurion e provocando con una ripartenza l’espulsione di Albertazzi, che pecca di inesperienza accumulando due evitabili cartellini gialli nel giro di pochi minuti. Il primo tempo si chiude con il Verona in vantaggio ed il Genoa che promette battaglia. Nella ripresa Gasperini prova a sfruttare la superiorità numerica inserendo Calaiò ed il greco Fetfatsidis, ma i rossoblù attaccano in modo confuso, senza creare reali pericoli al portiere veronese Rafael. I minuti passano ed il Genoa carica sempre più a testa bassa alla ricerca del pareggio ma offrendo il fianco alle ripartenze gialloblù, una manna dal cielo per Luca Toni, che assistito alla perfezione prima da Marquinho e poi da Agostini firma una doppietta che chiude la partita. Il Genoa consegna le armi e torna a casa con una pesante sconfitta, il Verona ritrova il sorriso dopo un mese di astinenza e può godersi un Toni in formato mondiale. Prandelli è avvisato.

Francesco Rosa.

Vittoria in casa granata in quel dell’Olimpico di Torino, con i padroni di casa che sono riusciti a conquistare i 3 punti contro il Cagliari in un match in bilico fino al fischio finale. La squadra di Ventura, doveva fare a meno del bomber Immobile( a quota 17 reti nella classifica marcatori ) causa squalifica. Dal primo minuto ad affiancare Cerci la scelta è ricaduta su Meggiorini. Dall’altra parte i rossoblu con Sau e Pinilla indisponibili, puntavano tutto su Nenè prima punta con Ibraimi e Cabrera alle sue spalle. Partita iniziata in sordina con davvero pochissime emozioni e con gran difficoltà di decollare. I Ritmi del primo tempo sono stati estremamente bassi con tanto possesso palla e nessunissima occasione davvero pericolosa. Il momento chiave della partita è arrivato però proprio allo scadere dei primi 45 minuti, dove nel recupero il toro è riuscito a trovare il gol del vantaggio: è grazie ad una gran giocata di Alessio Cerci, che marcato da due uomini, riesce a girarsi su se stesso e crossare in maniera perfetta per El Kaddouri che facilmente insacca. A fine primo tempo i granata si ritrovano in vantaggio per 1 – 0. Il secondo tempo ha molto più brio del primo, con il Torino che prendendo fiducia, cerca in tutti i modi di raddoppiare prima con Meggiorini e poi con El Kaddouri che riescono però solo a sfiorare il doppio vantaggio. L’uomo di giornata però è pronto a chiudere i conti e mandare un chiaro messaggio a Prandelli in vista dei Mondiali in Brasile: su lancio in campo aperto di Vives, Cerci riceve palla e con una lunga progressione arriva a tu per tu con Avramov e insacca per il 2 – 0. Nel momento di pieno controllo del Toro però, il Cagliari prova a riaprire il match: al 77’esimo su cross di Pisano, Nenè riesce a trovare il 2 – 1 con un colpo di testa imponente. I Sardi si sbilanciano e puntano sull’offensiva per agguantare il pareggio, cosa che giova però solo alla squadra di casa che con dei perfetti contropiedi mette in allarme più volte la retroguardia avversaria, aiutata solo dall’arbitro quando verso la fine del match, con i soli Farnerud e Cerci contro Avramov, decide di fischiare un fallo precedente su Meggiorini non applicando la norma del vantaggio che avrebbe quasi sicuramente significato il 3 – 1 finale. Finisce comunque con la vittoria degli uomini di Ventura in una partita non troppo spettacolare decisa sicuramente dalle giocate di un campioncino come Alessio Cerci che, assieme al compagno di reparto Ciro Immobile, sogna Rio e continuando a giocare così non si capisce come non potrebbe farlo. FRANCESCO SQUILLANTE

SUPER CERCI E IL TORO VA. 2 – 1 SUL CAGLIARI CON GOL DI EL KADDOURI E CERCI.

Allo stadio Olimpico c'è un'atmosfera surreale con la Lazio che si ritrova a giocare davanti

a una Curva Nord semi vuota,in segno di protesta contro Claudio Lotito,

e in contestazione anche nei confronti del tecnico Edy Reja.

Il tecnico Reja propone in partenza un 4-2-3-1, col ritorno di capitan Mauri dietro la punta.

Il modulo però viene subito stravolto difensivamente all 11'dall’infortunio

di Novaretti, bloccato da un problema muscolare e sostituito da Ciani. Quindi viene affidato a Konko

l’incarico di arginare dall’inizio Biabiany. Il Parma, orfano dell’influenzato Paletta in difesa,

si affida all’estro offensivo di Cassano per scardinare la retroguardia capitolina.

Al 15’ è la Lazio a colpire per prima: Konko fugge sulla destra e dal fondo confeziona un assist deviato

dalla punta del piede di Mirante che Lulic mette in rete con estrema facilità per il vantaggio biancoceleste.

Il gol preso rende da una scossa al Parma. Cassano suggerisce per Schelotto, ma Marchetti riesce a respingere

la conclusione di quest’ultimo. Qualche minuto più tardi l’estremo difensore non blocca una potente

conclusione di Cassano dalla distanza,Biabiany è più reattivo di Ciani, infatti l'esterno parmense prima salta

Marchetti con un pallonetto e poi mette a segno il gol del pareggio con un colpo di testa.

Secondo tempo che vede nei primi 20’ della ripresa il Parma fare possesso palla, facendo spazientire il pubblico

dello stadio Olimpico. Le uniche emozioni per i tifosi di casa le regalano la coppia centrale

difensiva del Parma con delle disattenzioni imbarazzanti. Clamorosa quella che al 60’ lancia in

campo aperto Lulic, ma il bosniaco si divora la palla della doppietta personale grazie anche all'attento Mirante.

A cambiare la gara è l’azione tutta in verticale, originata da Onazi, perfezionata da Lulic

e finalizzata da Klose per la rete di destro che da il nuovo vantaggio laziale.

La Lazio acquista vigore e anche freschezza fisica con l’ingresso del giovane Keita.

Alla difficoltà dei suoi Donadoni risponde con gi ingressi di Molinaro e Palladino.

Nel momento migliore dei padroni di casa, però,al minuto 80 è una papera di Marchetti,

che non raccoglie un retropassaggio

di Ciani e si fa passare un pallone innocuo sotto le gambe, portando così di nuovo in parità:2-2.

Ma non è ancora finita qui, nel finale le due squadre ci provano. Keita e Klose tentano di riportare

avanti la Lazio, mentre dalla parte opposta Palladino

si divora una ghiotta occasione con Marchetti a terra e

Biabiany non servito solo davanti alla porta.

Al 92’ il gol partita: il giovane Keita dalla sinistra mette al centro per l’inserimento di Candreva

che di prima fa finire la palla sulla parte bassa della traversa portando alla vittoria i suoi e sancendo

il risultato finale di 3-2.

La Lazio conquista un'importantissima vittoria, in quanto porta i biancocelesti all'ottavo posto a quota 45 in classifica e quindi a solo -2 Parma sesto, ormai bloccato dalle ultime due sconfitte consecutive fuori casa.

A. Fusco

La Lazio vola nel finale e mini crisi Parma

Mercoledì 26 Marzo 2014 un giorno da ricordare per tutti i tifosi della Roma. E’ stato finalmente mostrato al pubblico il progetto dello ‘’stadio della Roma’’, si chiamerà così almeno per il momento, finchè non verrà trovato uno sponsor che ne acquisti i diritti. Un evento presentato direttamente dal presidente Pallotta, riservato soltanto a 400 persone, tra cui gli stessi giocatori (Totti e De Rossi tra i più emozionati), il Sindaco di Roma Marino e il ‘’divino’’ Falcao. Il presidente chiarifica le dinamiche del nuovo impianto sportivo: il progetto sarà finanziato dai privati, non ci saranno fondi pubblici dal municipio. E’ importante avere lo stadio affinché la Roma sia leader a livello mondiale. Sono coinvolti tanti marchi, Nike, Goldmans Sachs, Disney etc. Cercheremo di rendere il processo di costruzione il più veloce possibile, speriamo in due anni. Sarà uno stadio stupefacente e super moderno, avrà una capienza di 52mila posti, che possono diventare facilmente 60mila, sarà possibile aumentare la capienza in caso di eventi importanti, le tribune saranno a ridosso del campo, non vorrei essere nei giocatori avversari quando giocheranno con la Roma, questo impianto incute timore negli avversari”. Costi? Pallotta specifica: “Per quanto riguarda il costo totale, lo stadio in sè costerà 300 milioni di euro, il costo finale dovrebbe aggirarsi sul miliardo di euro, tutto compreso. L’architetto americano Dan Meis afferma di aver preso spunto dal Colosseo e dal Westfalenstadion di Dortmund. Le tribune saranno vicinissime al campo e saranno ripide, la curva Sud sarà un area separata dallo stadio, da 14mila posti a sedere (poco meno dello Stadio Olimpico). Il nuovo stadio sorgerà a sud di Roma a Tor di Valle, a ridosso del fiume Tevere, nella zona in cui attualmente si trova l’ormai dismesso Ippodromo di Tor di Valle. La società giallorossa si accollerà anche la spese per quanto riguarda le infrastrutture da creare, come una stazione della metropolitana sulla linea B e un uscita sul grande raccordo anulare. Per maggiori informazioni sullo stadio visita il sito: www.stadiodellaroma.com/it

Salvatore Esposito Corso di Giornalismo Sportivo 2014

Continua la corsa a tre in Spagna. Il Barcellona impegnato nel derby contro l’Espanyol vince per 1-0 con gol su rigore di Messi, dopo una partita molto combattuta. Stesso discorso per l’Atletico Madrid che batte 2-1 l’Atlethic Bilbao, che va per primo in vantaggio con gol di Iker Munian. Ma la squadra di Simeone non demorde e ribalta il risultato con i gol di Diego Costa e Koke. Il Real, unica a giocare in casa ,batte il Rayo Vallecano per 5-0. Apre le danze Cristiano Ronaldo, seguito poi dai gol di Carvajal, Bale(2) e Morata. Pur con una grande vittoria il pubblico Madrileno ha fischiato tutta la squadra per le bruttissime prestazioni della settimana che hanno causato la perdita del primato. Una settimana dopo El Clasico adesso l’Atletico è primo a 76 punti seguito dal Barcellona a 75 e Real 73.

R.Agnello

La squadra di Simeone sempre più nell’Olimpo delle grandi.

Dopo le palpitanti emozioni vissute di recente nel solito spettacolare “Clasico” che ha visto i blaugrana imporsi nella casa degli eterni rivali, la Liga Spagnola non finisce mai di stupire ed emozionare. Infatti nella 30esima giornata si registra la seconda sconfitta consecutiva del Real Madrid di Ancelotti mentre Il Barcellona schianta il Celta Vigo portandosi al secondo posto. Ma è la squadra dell’altra sponda di Madrid, l’ Atletico, allenato dal “Cholo” Simeone ad approfittarne e a riconquistare la vetta della classifica, vincendo in casa sul Granada grazie all’ennesima rete del bomber Diego Costa. Il tecnico dell’Atletico, conoscenza del nostro calcio ed ex allenatore del Catania, vuole restare con i piedi inchiodati al suolo e così dichiara dopo la partita:” Tutto questo è meraviglioso, se e quando arriveremo a 5 giornate dalla fine in buona posizione allora si, dirò che stiamo lottando per il titolo,per ora è prematuro". Ed è veramente fantastico il cammino stagionale di questa squadra, al momento in Liga con 73 punti, quando lo scorso anno (già eccezionale) chiuse con 76. E nei 10 anni precedenti non era mai arrivato a 70. Ha fatto 100 gol nelle varie competizioni, cosa che non gli succedeva dal 1997. In tripla cifra ci è arrivato ieri con l'1-0 al Granada firmato dal solito Diego Costa, 24 reti in Liga, 32 stagionali. Il brasiliano di Spagna è il trascinatore di questa squadra umile e coraggiosa, compatta e resistente, entusiasta e soprattutto pragmatica, proprio come il suo allenatore. E’ incredibile ma Simeone facendo pochissimo turn over, anzi il merito di stare così in alto è di quegli 11-13 giocatori schierati fin ora: “Nessuno mi può garantire che se avessi fatto rotazioni saremmo dove siamo ora", sostiene Simeone. Nei prossimi 10 giorni si gioca i quarti di finale di Champions con il Barça, col quale sinora su 3 partite ha pareggiato 3 volte. Ad ogni modo la Liga di quest’anno con questo Atletico è la Liga che non ti aspetti.

Enrico Izzo

La trentaduesima giornata della Premier League si apre con un super Manchester United che all’Old Trafford batte l’Aston Villa per 4-1. Le reti sono di Rooney(2),J.Mata e J.Hernandez per i Red Devils. Incredibile risultato invece per quanto riguarda il Chelsea che perde 1-0(autorete Terry) contro il Cristal Palace perdendo così la testa della classifica. Nel match più atteso della giornata ,tra Arsenal e Manchester City, finisce 1-1. All’Emirates Stadium vanno a segno David Silva e Flamini. I Citiziens non ne approfittano, ma hanno ancora due partite da recuperare.Per adesso la vetta della Premier se la gode il Liverpool. All’Anfield Road il Tottenham viene sotterrato per 4-0. Dopo l’autorete di Kaboul, segnano Suarez (29 gol in campionato),Coutinho ed Henderson. L’Arsenal a 64 punti sembra adesso fuori dai giochi. Comandano i Reds a 71, seugito dal Chelsea a 69 e poi City a 67, ma i Citiziens con i due recuperi possono conquistare il primato.

R.Agnello

RUBRICA – DAI LAGHI ALL'IRLANDA, PASSANDO DALLE PEPITE – OVVERO COME TI SCELGO IL NICKNAME DELLE SQUADRE NBA

Sesto appuntamento della rubrica che vi farà scoprire i segreti che si celano dietro i Nickname delle squadre NBA. Il viaggio riprende e questa volta ci porta ad ovest degli States: precisamente nella Divisione Sud Ovest, buon divertimento! DALLAS MAVERICKS (GLI STALLONI SELVATICI DI DALLAS) La squadra di Dallas, fondata nel 1980 deve il proprio nome ad un concorso radiofonico dove fu scelto appunto «Maverick», nome dal forte sapore texano (Infatti Maverick significa appunto capo di bestiame non marchiato, quindi Indipendenza e Forza) HOUSTON ROCKETS (I RAZZI DI HOUSTON) «Houston, NON abbiamo un problema», i Rockets pur arrivando nella città di Houston da San Diego hanno sempre mantenuto lo stesso nickname, quanto mai appropiato per la base Nasa presente nella citta’ Texana SAN ANTONIO SPURS (GLI SPERONI DI SAN ANTONIO) La terza e ultima squadra texana dell’NBA deve il proprio soprannome come per i Mavericks ad un concorso telefonico: e anche questa volte vinse qualcosa che ricordava molto il sapore del Texas, gli speroni tipici dei molti rodei che si tengono all’ombra dell’Alamo MEMPHIS GRIZZLIES (I GRIZZLY DI MEMPHIS) La squadra arriva nel Tennessee nel 2001 direttamente da Vancouver e ne mantiene sia i colori che il nickname, che chiaramente era più adatto alla città Canadese che a Memphis NEW ORLEANS PELICANS (I PELLICANI DI NEW ORLEANS) La squadra nasce nel 1988 come Charlotte Hornets dopo un concorso radiofonico(in finale arrivarono anche Gold e Knights) per poi trasferirsi nel 2002 a New Orleans. Nel 2005 dopo il disastro dovuto all’uragano Katrina la franchigia si trasferisce momentaneamente a Oklahoma City, diventando gli Oklahoma City/New Orleans Hornets. Nel 2013, grazie alla nuova proprietà si torna definitivamente in Louisiana e viene scelto come nickname l’uccello più comune della «Big Easy» Per oggi è tutto, STAY AMAZED STAY NBA!!! Angelo Domenico D’Auria

Conclusi i campionati mondiali di pattinaggio di figura, che si sono tenuti quest’anno a Saitama(Giapone), l’Italia porta a casa due medaglie, l’oro grazie alla coppia Cappellini-Lanotte, nella competizione di danza ed il bronzo, merito della Kostner, in quella femminile.

“Tranquillo”; “Tranquilla”; “Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo”; “Pattiniamo come sappiamo”; queste le parole che la coppia formata da Anna Cappellini e Luca Lanotte, bisbiglia prima di ogni competizione. Loro, sono stati tranquilli, hanno fatto tutto quello che dovevano, hanno pattinato come sanno fare e dopo l’oro agli Europei di Budapest, sono diventati anche, campioni del mondo.

Prima di loro, c’erano riusciti solo Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio ai mondiali di Vancouver(Canada) 2001. La stessa Barbara, allenatrice della coppia Charlene Guignard-Marco Fabbri che ha confermato al 14° posto il prestigioso piazzamento olimpico. A proposito di allenatori un plauso va a Paola Mezzadri allenatrice di Anna e Luca e dei loro predecessori vincenti.

Nel singolo femminile invece c’è molto amaro per la caduta della Kostner che dopo il programma corto, si era piazzata al secondo posto con tanto di record europeo che le garantisce il podio nonostante i tanti errori nel programma lungo.

MIRKO MAZZOLA

A Napoli, la Nazionale si gioca il passaggio in semifinale contro la Gran Bretagna di Murray Ci siamo. Dal 4 al 6 Aprile, l’Italdavis affronterà la Gran Bretagna nei quarti di finale. Nella splendida cornice dell’Arena del Tennis di Napoli, gli azzurri del tennis avranno la possibilità di raggiungere un traguardo, le semifinali, che manca dal 1998 (edizione in cui l’Italia fu sconfitta in finale dalla Svezia). Quindici anni, in cui la Nazionale ha conosciuto anche il baratro del Gruppo II della Davis (un po’ come la Serie C nel calcio), dieci dei quali passati ai margini del Gruppo Mondiale, bloccata tra i playoff per risalire, e quelli per non retrocedere di nuovo.

Certo, sarà un’impresa molto complicata. La Davis, infatti, è una competizione a squadre soltanto di nome, poiché a volte basta un solo uomo a decidere le sorti dell’incontro. In questo caso, si tratta di Andy Murray. Lo Scozzese, pur attraversando un periodo negativo (torna da un lungo stop e si è appena separato dal suo allenatore Lendl), è in ripresa ed ha le armi per battere i nostri migliori singolaristi, a partire da Fognini, ormai leader azzurro. La terra però, è una superficie a lui indigesta, quindi batterlo vorrebbe dire semifinale sicura, considerata la pochezza dei suoi compagni (nonostante l’exploit contro gli USA negli ottavi). In caso contrario, sarà molto probabilmente il doppio di sabato 5 aprile a decidere tutto. L’Italia parte favorita, ma dovrà dimostrare che un uomo solo non può sconfiggere una squadra unita.

Alessandro Testa

La resilienza in Psicologia è la capacita di reagire di fronteggiare momenti traumatici e negativi, riprendendo in mano e riorganizzando in maniera positiva la propria vita restando sensibili alle opportunità positive che la vita ci offre. È la capacità di imparare dagli errori di saper sopportare momenti di frustrazione e capire che tutto questo fa parte di un percorso che porta al raggiungimento degli obiettivi. Narra un antico mito orientale della robusta quercia e del flessibile salice. Sotto una grande nevicata la quercia resiste fino ad un certo punto ma poi si spezza. Il salice invece … non resiste ma si piega e cosi facendo si scrolla da addosso la neve e ritorna libero e più forte di prima. I tennisti resilienti sono come il salice.

L’esposizione alle avversità sembra rafforzarli, essi sono flessibili e riescono ad affrontare le contrarietà, a dare un nuovo slancio alla propria esistenza fino a raggiungere mete importanti. Resilienza e non resistenza è la dote dei campioni, quella che fa la differenza. In una situazione di stress agonistico il giocatore resistente sembra impassibile, è sempre pronto a giocare, il giocatore resiliente invece non solo riesce a innalzare il livello del proprio gioco ma anche a trovare nuove tattiche ribaltando così una situazione sfavorevole.

Rafa Nadal è il classico esempio della corretta applicazione della Resilienza. Lo dimostra la sua capacità di rialzarsi e di ritornare ad essere il n°1 del mondo dopo il grave infortunio al ginocchio patito nel 2012. Jimmy Connors uno dei più forti giocatori di tennis sosteneva: «tutti cercano di stare lontano dalle difficoltà e temono che il match possa diventare duro, io invece sorrido quando una partita diventa dura e difficile; è il momento in cui mi esalto di più e riesco a dare il meglio

Marco Sebastiano Zotti

RESILIENZA, LA DOTE DEI GRANDI

TUTTO QUELLO CHE NON SAPETE (E CHE FORSE NON VI SIETE MAI CHIESTI) SUL MONDO DELLA RACCHETTA ITF: International Tennis Federation, la Federazione Internazionale del Tennis. L’organo istituzionale più importante del mondo della racchetta. Istituito nel 1913, ha sede a Roehampton, in Inghilterra. Redige tutti i regolamenti del gioco, ed organizza le manifestazioni più importanti: i tornei del Grande Slam, la Coppa Davis e la Federation Cup. ATP: Association of Tennis Professionals, l’Associazione del Tennisti Professionisti, il “sindacato” maschile dei giocatori. Fondato nel 1972 da Donald Dell, Jack Kramer e Cliff Drysdale per proteggere gli interessi dei tennisti, organizza i tornei del circuito maschile (ATP World Tour) e redige, su base settimanale, le classifiche mondiali. WTA: Women’s Tennis Association, Associazione del Tennis delle Donne, il contraltare femminile dell’ATP. Fondato nel 1973 da grandi ex Campionesse come Billie Jean King, ha avuto come obiettivo principale il raggiungimento della parità dei montepremi per le donne rispetto agli uomini. Grande Slam: Sono i 4 tornei più importanti, antichi e prestigiosi della Storia del tennis. Australian Open: Il primo torneo dello Slam dell’anno (anche se fino al 1985 si disputava a dicembre), si gioca a Melbourne sul cemento, dalla seconda metà di gennaio (prima edizione maschile: 1905). Il tennista che vanta più successi è l’australiano Roy Emerson, con 6 titoli, mentre Margaret Smith Court detiene il primato femminile con 11 successi. Roland Garros: Secondo torneo del Grande Slam, l’unico che attualmente si gioca su terra battuta, a fine maggio (prima edizione maschile: 1891). Il giocatore più titolato della storia dell’Open di Francia è Rafael Nadal, con 8 successi totali. Mentre Chris Evert guida la classifica femminile con 7 vittorie. Wimbledon: In assoluto il torneo più prestigioso del tennis mondiale. Nato nel 1877, si gioca su erba, solitamente ha inizio l’ultima settimana di giugno. Sono ben 3 i tennisti a detenere il record di successi, a quota 7 vittorie: William Renshaw, Pete Sampras e Roger Federer. Martina Navratilova, invece, è la primatista femminile con 9 trionfi. US Open: Ultimo torneo dello Slam, si disputa attualmente sul cemento (ma si è giocato a lungo su erba), ed ha inizio a fine agosto (prima edizione maschile: 1881). Anche in questo caso ci sono 3 giocatori a quota 7 titoli (tutti risalenti a prima degli Anni ‘30): Richard Sears, William Larned e Bill Tilden. In campo femminile, Molla Mallory vanta 8 successi (l’ultimo, però, nel 1926). Coppa Davis: Il torneo maschile a squadre del tennis. Nata nel 1900 da un’idea di Dwight F. Davis, è la più antica competizione a squadre del mondo. Gli Stati Uniti primeggiano con 32 successi, seguiti dall’Australia a quota 28. Federation Cup: Detta anche Fed Cup, è il corrispondente femminile della Davis. La prima edizione fu disputata nel 1963, ed anche in questo caso gli Stati Uniti detengono il primato di vittorie, con 17 titoli. Alessandro Testa

Lewis Hamilton si aggiudica il Gran Premio di Formula 1 della Malesia. Sul circuito di Sepang è netto il dominio Mercedes che portano sul podio anche Rosberg (secondo), chiude il podio Sebastian Vettel autore di una bella gara. Quarto Fernando Alonso, mentre è solo dodicesimo Kimi Raikkonen, sfortunato, che al primo giro ha forato la gomma posteriore destra in un contatto con la McLaren di Magnussen, a cui è costata la penalità. Dietro Alonso troviamo Hulkenberg, Button, Massa, Kvyat e Magnussen. Nonostante un promettente inizio Daniel Ricciardo, a causa di una gomma non fissata correttamente al pit stop subisce una penalità e successivamente un alettone rotto costa al pilota australiano il ritiro. Polemiche in casa Williams, a pochi giri dal termine i box avvertono i propri piloti che Bottas è più veloce di Massa, invitando il pilota brasiliano a farlo passare, ma Felipe non risponde al comando.

Stefano Spano

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