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    FARMAKILLER

    STEFANO APUZZO - MARCELLO BARAGHINI

    Business, follie e morti in nome della me

    dic

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    e della sc

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    ome difendersi.

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    Cosa vuol dire essere in salute?La salute dipende dai farmaci, dalle cure disponibili o dallatecnologia?

    No, dipende dal livello socio-economico, dalclima, dallali-mentazione.Essere sani significa convivere con qualche acciacco.Una volta era il malato che andava dal medico perch stava po-co bene; oggi il medico che ti dice facciamo uno screening, seisicuro di stare proprio bene?.C bisogno di malati nuovi.Nel marzo 2004 le case farmaceutiche hanno abbassato le so-glie delle tre malattie pi diffuse nel mondo occidentale: liper-

    tensione, ilcolesterolo e ildiabete, creando cos, da un gior-no allaltro, alcune centinaia di milioni di malati nuovi.Il sano colui il quale non sa ancora di essere malato.A Verona su iniziativa di don Luigi Verz, Rettore dellOspe-dale San Raffaele di Milano, partito il progetto Quo vadis?,ossia la creazione di una clinica per sani... per sani!

    Ecoalfabeto

    Collana diretta da Marcello Baraghini e Stefano Carnazzi

    Grafica di copertina e impaginazione: Nicola Ventura

    Stampa: Iacobelli srl Roma

    2008 Stefano Apuzzo e Marcello Baraghini 2008 Stampa Alternativa/Nuovi EquilibriISBN 978-88-6222-032-3www.stampalternativa.itemail: [email protected]

    A Cristina

    Ecoalfabeto i libri di GaiaPer leggere la natura, diffondere nuove idee, spunti inediti e originali. Spie-gare in modo accattivante, convincente. Offrire stimoli per la crescita perso-nale. Trattare i temi della consapevolezza, delleducazione, della tutela della

    salute, del nuovo rapporto con gli animali e lambiente.

    i libri di

    Gaia Animali & Ambiente

    Le emissioni di CO2 conseguentialla produzione di questo libro sono

    state compensate dal processodi riforestazione certificato

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    Quando la salute messa in pericolo

    dai farmacidi Beppe Grillo

    Questo libro distribuito secondo i termini della licenza Creative Commons At-tribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia. Pertanto esso pu es-sere riprodotto e distribuito con ogni mezzo, a condizione che se ne riporti cor-rettamente la paternit, che non lo si usi per fini commerciali e che lo non si al-teri o lo si trasformi, n lo usi per creare unaltra opera. Il testo completo della li-cenza consultabile allindirizzohttp://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/legalcode.

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    Il vostro bambino vivace?Non sta seduto a tavola e qualchevolta disturba la maestra durante le lezioni?Non dorme?, con tutta probabilit, un bambino iperattivo, malato diAdhd, Attention Deficit Hyperactive Disorder. Le societfarmaceutiche hanno trovato la soluzione: antidepressivi e psi-cofarmaci. Celexa, Zoloft, Ritalin, Luvox, Prozac, Effexor,

    Paxil.Gli effetti collaterali, come spiegato nel video dalle reti Abc eFox News, possono essere imbarazzanti. Automutilazioni, sui-cidi, omicidi, infarti. Il bambino pi tranquillo quando gia-ce in una tomba. Lo si pu andare a trovare sapendo che nonpu farsi pi del male, o correre via da qualche parte. Tantepreoccupazioni in meno. Tanti bilanci in attivo per i signoridel farmaco e le loro lobby. Se vostro figlio vivace un bene,non un male. Non portatelo dal medico, dallo psicologo. Pren-

    detelo per mano e uscite con lui, con lei, per una passeggiata. Abbracciatelo, abbracciatela, forte, con un bacio. Non deveguarire da nulla, vuole solo la vostra attenzione.

    www.beppegrillo.it

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    Attraverso un microchip installato sotto la pelle, i medici po-tranno monitorare lo stato di salute del paziente sano in ognimomento e curarlo prima che nascano i problemi.Ti faranno sapere della tua malattia un attimo prima che in-sorga.Nel frattempo potrai fare quello che vuoi: sciare, giocare a ten-

    nis, prendere un aereo, viaggiare... e tac!, un sms segnaler:Urgente, imminente insorgenza di emorroidi a grappoli, ri-volgersi al nostro centro specialistico pi vicino!

    I farmaci che tolgono la vita

    Lelenco dei farmaci, spacciati per miracolosi e poi ritirati dalmercato perch velenosi o letali fin troppo lungo. Ma ricor-

    diamo almeno qualche caso pi recente.Vioxx della Sharp and Dohme , ritirato nel settembre 2004,giro di affari da 2,5 miliardi di dollari allanno. Si stima chedal 1999 al 2004 abbia causato160.000 decessi per ictus e in- farti. stato riammesso in circolazione in Usa da una com-missione di 30 medici, di cui 12 pagati dalla societ farma-ceutica.Celebrex della Pfizer, utilizzato da 25 milioni di persone, gi-ro di affari da 3,3 miliardi di dollari.

    Gi uno studio di gennaio 2005 mostrava un quasi raddoppiodi decessi per infarti ed ictus. ancora in circolazione.Nuovi farmaci tsunami:Bextra ePrexige.Studi recenti dimostrano un aumento del rischio di infarto e diictus per chi ne fa uso.Bambini troppo vivaci? Gi psicofarmaci!

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    di euro per mettere a punto e per promuovere i nuovi farmaci.E il mercato d loro ragione, con fatturati miliardari.Le morti e i danni ai pazienti fanno parte del cinico e maca-bro bilancio economico dei costi-benefici.Lelenco dei farmaci killer, ritirati dal mercato solo dopo avercreato danni colossali, lunghissimo. Gli scandali della mala-

    sanit, della corruzione medica, degli errori fatali, dello stra- potere della lobby chimica, sono allordine del giorno. Nono-stante ci, poco o nulla cambia nelle farmacie, negli ospedali,nella legislazione e nei mass media, molti dei quali legati adoppio filo agli introiti pubblicitari dei colossi chimico-farma-ceutici.I baroni della medicina chiosano senza contraddittorio dalleprime pagine di tutte le testate e i centri di ricerca e cura, age-volati e lautamente foraggiati dal pubblico e dai privati, stu-

    diano nuovi farmaci per nuove malattie, molte delle quali in-ventate dal nostro tempo.Mentre in occidente ci rimpinziamo di pillole inutili o danno-se, come il Viagra, nella stragrande maggioranza dei paesi delsud del mondo, milioni di persone e di bambini muoiono per-ch manca un semplicissimo antimalarico o un banale antibio-tico.La sanit pubblica e la medicina hanno smesso da tempo i no-bili panni di Ippocrate per vestire quelli ben pi tetri, cinici e

    pragmatici dei Don Verz, dei Garattini, dei Cognetti e degliAntinori.Farmakiller non vuole essere un atto di accusa contro tutta lasanit, la ricerca e la classe medica, bens una sirena di allar-me rosso perch la malaerba del profitto e della carriera ad ognicosto non contamini anche le tante enclave e gli esempi di de-

    Introduzione

    I farmaci e le strutture ospedaliere a volte salvano la vita, altrevolte la tolgono o la mettono a rischio.La paura di malattie e di mali oscuri, il bisogno di essere sem-pre in forma, o di rimettersi in fretta da un malanno, hannocreato un colossale business farmaceutico.Si usano farmaci per tutto: dal semplice mal di testa al disagio

    psicologico, dallinsonnia alla scarsa attenzione, ci sono farma-ci per obesi e per anoressici. Nemmeno i bambini sfuggono albombardamento chimico: sono in continua crescita i farmaciantidepressivi o calmanti destinati ai bimbi. Il nostro tempoterreno scandito da pillole, gocce e bisturi, a partire dal par-to, ormai sempre pi medicalizzato.Ma fanno bene tutte queste medicine?In gran parte no, spessosono inutili; non di rado si dimostrano nocive o, addirittura,letali.

    I casi di farmaci dannosi o letali, venuti a galla negli scorsidecenni e di recente, dimostrano che non di casi si tratta, mache vi qualcosa di strutturale nel sistema medico-farmacolo-gico che non funziona. In questo sistema il vero motore propul-sore ormai il profitto e non pi la salute pubblica.I colossi della chimica e della farmaceutica investono miliardi

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    dizione umanitaria, onest professionale e altruista che resisto-no tra i camici bianchi.Inoltre, questo non un libro di pura e semplice denuncia, co-me altri, bens una guida utile per chi non intende farsi am-malare da farmaci, ospedali e chimere chimiche, utile anchealla ricerca delle sane alternative che pur esistono.

    Democratizzare la scienza e la medicina significa rendere da-ti e informazioni di base accessibili a tutti, affinch quella chedovrebbe rappresentare la politica di tutela della salute pubbli-ca non sia appannaggio di pochi eletti e scienziati. I cittadi-ni consumatori, i pazienti e gli ammalati non devono pi esse-re soggetto inerte che subisce le scelte di alte baronie troppo spes-so influenzate dalle aziende farmaceutiche, da interessi di po-tere e denaro, ma devono poter fare scelte consapevoli sulla pro-pria salute e sulla vita dei propri cari.

    Oggi non cos: alla medicina, alla cosiddetta scienza, allestrutture e cliniche ospedaliere pubbliche e private, ai laborato-ri di ricerca ci si affida ancora ciecamente, da sudditi-consu-matori e non da cittadini consapevoli.Questo libro aprir gli occhi a molti e dar fastidio a potenti ecorrotti.Un libro da leggere prima di ingurgitare la prossima pillola oprima di varcare la porta di un ospedale. un po amaro, co-me una medicina. Ma, almeno questo, fa bene.

    Stefano Apuzzo ed Edgar Meyeraprile 2008

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    Una su tre una balla

    Quanto ci si pu fidare delle rivelazioni scientifiche, semprecomunicate al mondo e al popolo con grande enfasi? Secon-do uno studio dal 1990 al 2003, una rivelazione su tre unabufala.

    Il Journal of American Medical Association, nel 2005, hapubblicato impressionanti esempi di scoperte scientifichesmentite da successivi studi pi approfonditi.Lo studio che smentisce gli studi ha analizzato le rivela-zioni scientifiche tra il 1990 e il 2003, includendo quaran-tacinque studi che documentavano lefficacia di alcune curemolto in voga.Sotto accusa anche i megafoni, propagatori degli pseudosuccessi medici: la rivista inglese Lancet, lamericano Ja-

    ma e il New England.Come ben documentato nel capitolo Gli affari della ricer-ca, molte ricerche scientifiche, commissionate e profu-matamente foraggiate dallindustria chimico-farmaceutica,hanno un gap a monte e, infatti, sono contraddette da suc-cessivi studi indipendenti.

    Cosa fa la scienza

    La corporazione medica diventata

    una grande minaccia per la saluteIvan Illich,Nemesi medica, 1976

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    Come segnalano molti studi condotti in svariati paesi, la-spartame, dolcificante presente in dolci, caramelle, yogurt,prodotti dietetici, eccetera, sospettato da decenni di esserecancerogeno. Il libro Quattro sberle in padella (S. Apuzzo eS. Carnazzi Stampa Alternativa, pubblicato nel 2000), netrattava ampiamente.

    Forse si poteva risparmiare la vita ad altre duemila cavie.Anche perch i diretti interessati al business dellaspartame,ovvero Federchimica, ovviamente, smentiscono tutto, con-trapponendo altri studi: laspartame sicuro e non provo-ca il cancro.

    A pensar male...

    Le balle in campo medico scientifico non sono innocentiboutade. C sempre, o quasi, un fine preciso che determinagli esiti di studi e ricerche, un preciso orientamento, unoscopo raramente nobile, come fu per il caso della scopertadellAids da parte di Robert Gallo.Lo studio americano riportato dal Corriere della sera eda altre testate il 12 luglio del 2002, rappresenta lemblemadi una ricerca pilotata. noto e documentato come gli psicofarmaci non solo siano

    ampiamente abusati, ma stiano colonizzando, grazie a unafitta rete di complicit che vedono in prima fila i mediciprescrittori di tali medicine anche la fascia dellinfanziae della pubert.Ad ogni segnale di disagio, di richiamo di attenzione, di fra-gilit da parte di bambini, molti genitori, complici medici e

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    Lelenco dei casi di insuccessi medici spacciati per scoperte,redatto dal Journal lungo.Lossido di azoto si rivelato inutile nel combattere la mor-talit in pazienti affetti da insufficienza respiratoria; mentreuna cura con anticorpi contro la setticemia malattia mor-tale del sangue si verificata acqua fresca.

    I contraccettivi femminili di terza generazione aumentanolievemente i rischi di trombosi rispetto a quelli di secondagenerazione, un dato che non era emerso dagli studi spon-sorizzati.La vitamina E per un certo periodo venne promossa comeefficace nella riduzione dei rischi cardiovascolari, mentreuna verifica sufocus grouppi ampi non ha retto.La crioterapia per la cura dei tumori, che ha riempito ospe-dali e ambulatori di centinaia di apparecchiature, una volta

    dimostrata linefficacia, ha contribuito a ingombrare magaz-zini, scantinati e discariche di macchine inutili.Le diverse sostanze antiossidanti, sovente di origine chimica,contenute in vino, frutta, t e verdure vennero spacciate co-me potenziali riduttori del rischio di attacchi cardiaci.Smentita anche questa notizia.Le pillole agli ormoni che avrebbero dovuto, secondo i ri-cercatori, proteggere le donne in menopausa da attacchicardiaci, si sono dimostrate a rischio di insorgenze tumo-

    rali.Dai laboratori del Centro di ricerca sul cancro della Fonda-zione Europea di Oncologia e Scienze Ambientali, vennelanciato, nel 2005, lallarme aspartame: cancerogeno affer-mano i ricercatori, almeno sulle 1.800 cavie rimpinzate deldolcificante chimico.

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    scrive ha il buon gusto di aggiungere che la ricerca tal-mente recente che non si possono prevedere eventuali rica-dute nel giro di 4 o 5 anni.Ricordate il paragrafo Lo studio che smentisce gli studi,nel quale si documenta come una ricerca su tre risulta suc-cessivamente farlocca?

    Bene, molto probabilmente, anche questo rientra tra queicasi, ma di successive smentite, con altrettanta evidenza, ingenere, non vi traccia.Il risultato si raggiunge con il semplice annuncio che, quasisempre, trova giornalisti e riviste pronte a raccogliere e ri-lanciare lo studio.La curiosit del cliente-paziente o potenziale tale cos at-tratta. Per attirare anche quella dei medici che dovrannoprescrivere un anno anzich sei mesi di cura, i sistemi so-

    no altri e sono anche ben documentati in un successivo ca-pitolo.Il gruppo di scienziati di Pittsburgh, comunicano i soloni,hanno sottoposto a test per un anno oltre duemila pazienti.I pazienti trattati con inibitori di serotonina e noradrenali-na (i cosiddetti Snri), avrebbero ottenuto il 120 per cento dirisultati positivi rispetto alfocus group trattato con placebo.Il messaggio, molto pi commerciale e di brand che nonmedico-scientifico, stato lanciato con successo: medici

    prescrivete ai vostri pazienti un anno e non pochi mesi dipsicofarmaci! La scelta validata dallautorevole Universitdi Pittsburgh. Chiaro!Su cosa sono e come operano le universit americane, anchele pi note e autorevoli, ci sarebbe da scrivere pi di un li-bro.

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    pediatri, rispondono con la somministrazione di psicofar-maci e calmanti.La pillola e lo sciroppo si stanno sostituendo al ruolo dei ge-nitori.Ne tratta ampiamente un capitolo successivo, Bambini epsicofarmaci.

    noto che unazienda per stare sul mercato ha la necessitdi espandere larea geografica di vendita o il range dei propriclienti.Larea geografica per piazzare gli psicofarmaci difficilmentepu essere il Congo o il Nicaragua, e il mercato dei paesi be-nestanti e industrializzati sufficientemente saturo.Quindi, cosa resta da fare alle aziende produttrici di questapanacea psicologica se non allungare il periodo di sommini-strazione dei farmaci e aggredire altre fasce di et?

    Di bimbi e adolescenti trattiamo a parte. Vediamo a qualiinteressantissimi risultati giunto questo ennesimo studioamericano.Un anno di farmaci e la depressione scompare!, tuona ilCorriere.Oggi ai pazienti, ci viene spiegato, vengono normalmen-te prescritte terapie di antidepressivi per un periodo di po-chi mesi. Giusto il tempo di restituire una condizione di ap-parente serenit ed eliminare i disturbi pi gravi. Ma la gua-

    rigione solo apparente e temporanea: nel 90 per cento deicasi si assiste ad una ricaduta.Mentre la ricerca (chiss da chi finanziata e commissionata!)condotta dallUniversit di Pittsburgh Usa, afferma cheprolungando la cura per almeno un anno il 67 per centodei depressi guarisce completamente. Per fortuna che chi

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    spessimento delle ghiandole), in breve tempo si diffonde lacertezza tra la comunit scientifica che si tratti di un maleriservato ai gay.Solo nel 1982, quando il male oscuro contratto da un ete-rosessuale, la malattia cambia acronimo da Gay RelatedImmune Deficiency: Grid, a Acquired Immuno Defi-

    ciency: Aids.Gallo confess di essere stato fortunato ad approdare alcentro di ricerca sul cancro proprio nel 1971, allorch lam-ministrazione Nixon fece approvare il National Cancer Act,destinando fior di quattrini alla ricerca sui tumori, assicu-rando la possibilit di conservare il posto e i mezzi per con-tinuare le ricerche.Quasi subito, per, Gallo comprese che con la semplice ri-cerca sul cancro non avrebbe mai sfondato e decise di in-

    traprendere strade pi ricche e ambiziose: quelle dei re-trovirus.La ricerca di Gallo si focalizz sulla speranza di riuscire adimostrare che alcuni tumori avevano unorigine virale.Nel 1976, Gallo e i suoi collaboratori riuscirono a far so-pravvivere le cellule leucemiche tanto a lungo da poterle stu-diare, con laggiunta di un fattore di crescita denominatointerleuchina 2.I suoi studi lo portarono alla convinzione di aver scoperto il

    primo retrovirus responsabile di tumore nelluomo.La scoperta meritava di essere presentata in pompa magna ecos fu.Nel corso di un importante congresso scientifico a Hersheyin Pennsylvania, Gallo venne sommerso non di gloria, ben-s dal ridicolo.

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    Possiamo qui limitarci a ricordare che, se da noi in Italia, danon molti anni gli istituti universitari vantano ampia auto-nomia e sono alla perenne e spasmodica ricerca di fondi e fi-nanziamenti, facile immaginare cosa sia ununiversit nelpaese campione del liberismo e del mercato. La Food andDrug Administration statunitense non riesce pi a trovare

    ricercatori indipendenti, slegati cio dagli interessi delle ca-se farmaceutiche.Una majorfarmaceutica vuole apporre il timbro di unauto-revole universit su una ricerca i cui esiti sono scontati escritti sotto dettatura? Bussa al portone in legno massicciodel tempio della scienza e della cultura e per ottenerlo elar-gisce ricchi finanziamenti per la ricerca.

    Gallo-Montagnier,limbroglio miliardario del virus dell Aids

    una strada lastricata di errori, certezze messianiche poismentite, tranelli e imbrogli quella che ha portato a definiree a svelare al mondo il virus dellAids.Le ricerche del dottor Gallo, americano di origini italianeche ha sempre impegnato molte energie nel rinnegare taliorigini (Non provengo dalla parte povera del sud dellItalia

    che viene chiamata Mezzogiorno. Mio nonno, giunto inConnecticut, prese casa lontano dal quartiere degli italia-ni, scrive nella sua autobiografia), iniziano alla fine deglianni 70 sulle cause delle leucemie.Quando alla fine del 1979, i ricercatori americani osservanoi sintomi di una nuova malattia (febbre, dimagrimento, in-

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    che per questo ebbe gioco facile nellanticipare le mosse delcollega-avversario e nellorganizzare la scoperta del virusdellAids.Lamericano, ben spalleggiato nelloperazione mediatica dalSegretario di Stato alla Sanit, Margareth Heckler, partecipad una conferenza stampa a Washington nel corso della qua-

    le venne dato il rivoluzionario annuncio.Il retrovirus responsabile dellinsorgenza della sindrome daimmunodeficienza acquista era una creatura di Gallo: lHtlv3 e i laboratori degli Stati Uniti erano pronti a sfornare testdiagnostici sulla tremenda malattia. Pochi giorni prima del-la conferenza stampa, infatti, Gallo e i suoi avevano brevet-tato il test.I francesi del Pasteur, colti in contropiede, non stettero conle mani in mano e presero ad analizzare le scoperte di Gal-

    lo. In breve riuscirono a dimostrare che la supposta causadellAids non era il retrovirus della famiglia Htlv bens unvirus lento di altra natura. Inoltre il virus di Gallo eraidentico a quello di Montagnier, ma aveva cambiato nome.E non fu difficile intuire il perch: lo stesso Montagnier ave-va fatto recapitare un campione del virus a Gallo per uniregli sforzi della ricerca. Un plagio, o furto di virus, a tuttigli effetti.Nel 1983, la rivista scientifica Science del 20 maggio die-

    de una generosa mano a Gallo per dimostrare che tutta lascoperta originava dai suoi studi e dai suoi retrovirus Htlv.La diatriba, scientifica e giudiziaria, dur a lungo, almeno fi-no al 1992, quando organismi scientifici indipendenti at-tribuirono la palma dello scopritore del retrovirus dellHivai francesi.

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    I suoi colleghi ricercatori, infatti, non ebbero molte diffi-colt a dimostrare che il retrovirus oggetto di tante attenzio-ni era responsabile di indurre il tumore nelle scimmie e nonnelluomo.Nella sua autobiografia, Gallo imputa lerrore ad un inci-dente di frigorifero: i suoi preparati sarebbero stati infetta-

    ti dal virus di scimmia.Tuttavia, nel 1978, riacquista credito internazionale sco-prendo un retrovirus, lHtlv 1, responsabile di una rara for-ma di leucemia.Nel 1982 scopre un altro retrovirus della stessa famiglia chebattezza Htlv 2.Ma alla fine degli anni 70 lorigine virale del cancro gi nonconvinceva la stragrande maggioranza della comunit scien-tifica, ragione per la quale lambiziosissimo Gallo prefer,

    anche in virt dei nuovi fondi in arrivo per la ricerca sul-lAids, riconvertirsi.Il nuovo filone doro non era pi la ricerca sul cancro,bens quella sullAids e molti laboratori virarono anches-si bruscamente verso la nuova malattia da debellare everso i nuovi ingenti finanziamenti. Gallo approdava aBethesda, mentre, contemporaneamente, allIstituto Pa-steur di Parigi un altro virologo, Luc Montagnier, lavora-va sui retrovirus.

    Come noto fu questultimo ad aggiudicarsi il Nobel perla scoperta del virus dellHiv, mentre Gallo annotava per-fido che Montagnier aveva poca esperienza di retroviruse nessuna, che io sappia, di retrovirus umani.Gallo veniva informato con una certa costanza da Monta-gnier sullevoluzione delle ricerche condotte al Pasteur e an-

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    Gallo e gli americani: cinque milioni di dollari ogni anno(valuta del 1985!).I francesi, traditi e innervositi, fecero causa al governo degliStati Uniti chiedendo giustizia e condivisione del profitto!Nel marzo del 1987, un accordo amichevole tra lIstitutoPasteur e il Dipartimento della Salute degli Stati Uniti sigla-

    va la pace, con tanto di benedizione dei rispettivi presiden-ti, Reagan e Chirac. Da quel momento gli scopritori del-lAids avrebbero diviso da buoni fratelli i proventi dei test.I francesi rinunciavano alla causa e al risarcimento degli in-troiti gi incassati dagli americani, mentre questi ultimi ac-cettavano che sul loro brevetto fosse aggiunto il nome alti-sonante di Montagnier, quale co-inventore del brevetto.Questa edificante storia dimostra che gli scienziati sonoanchessi esseri umani, sensibili alle umane tentazioni e am-

    bizioni e che anchessi si nutrono di pane e di companati-co e che un cervello pensante (e informato) non pu ac-quisire come oro colato ogni verit elargita dai laboratoridi mezzo mondo, a caccia di finanziamenti e brevetti pi chedi soluzioni ai mali dellumanit.Sulle cure e le medicine destinate ai malati di Aids dopo averpromosso farmaci e bombe chimiche, lo stesso Luc Monta-gnier ha rivalutato scelte pi naturali per la difesa delle im-munit degli ammalati, suggerendo di coadiuvare la norma-

    le terapia antivirale con unalimentazione rinforzata di vita-mina E e di vitamina C che difendono la membrana cellu-lare dagli attacchi. Lo scopritore del virus dellAids con-stat, nel 1993, come la terapia antivirale avesse dato mo-desti risultati.

    1918

    Ormai sbugiardato dai suoi stessi colleghi, il grande scien-ziato dovette arrendersi e cosa si invent? Un altro inci-dente di frigorifero: ovvero il virus francese, estremamen-te colonizzatore, avrebbe contaminato alcuni suoi prepara-ti custoditi negli stessi spazi.In un faccia a faccia tra i due scopritori del virus dellAids,

    organizzato da una rivista francese, Gallo afferm che...Questa stupida polemica stata innescata soltanto per ra-gione di brevetti e di quattrini. Ma va?Negli Stati Uniti, una Commissione di indagine indipen-dente condusse uninchiesta sullintera vicenda e alla finescagion Gallo dallaccusa di frode e furto ai danni dei fran-cesi.Finita qui? Macch! Che tipo di test Hiv si fa negli ospeda-li italiani e di tutto il mondo e chi ci guadagna? Lo stesso

    che annunci, coperto dal Segretario di Stato Usa alla Sa-nit, la scoperta del virus dellAids, in comune e benevoloaccordo con il buon Montagnier del Pasteur di Parigi.Nel dicembre del 1983 lIstituto Pasteur deposit negli Sta-ti Uniti una richiesta di brevetto per il test diagnostico del-lAids denominato Elisa. Nel 1984 anche i National Insti-tutes of Health, da cui dipendeva il laboratorio di Gallo,chiesero la registrazione del brevetto per un kitdi diagnosisierologica dellAids.

    Mentre la richiesta dei francesi restava sepolta nei cassettidelle Autorit americane preposte alla registrazione dei bre-vetti, il kitdi Gallo e soci ebbe autorizzazione e registrazio-ne entro dodici mesi, un tempo record.Tutti i test diagnostici sullAids che si sarebbero effettuatinel mondo, da quel momento in poi, avrebbero arricchito

    b , g o a e s e g a s su p //ed co a ua e b ogspo co

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    cosiddetta ricerca medico-scientifica vigenti: il modelloanimale.Allaltare della pseudo-scienza sono stati sacrificati migliaia,se non pi, di scimpanz e primati in tutto il mondo (Italiainclusa), per ottenere un totale flop.Forse lHiv scimmiesco non reagisce allo stesso modo di

    quello umano, affermano oggi, dopo 20 anni di ricerchesulla strada sbagliata, i baroni in camice bianco che sono riu-sciti a scialacquare quasi 300 milioni di euro ogni anno indue decenni.Quanti bambini si sarebbe potuto salvare da fame, malnu-trizione e malattie con quei soldi? Agli scienziati certo nonpu interessare.Cos come non interesser a nessuno il fatto che, probabil-mente, sono i presupposti ad essere errati, ovvero quei dati

    iniziali forniti da Robert Gallo, il trafugatore di virus, e daLuc Montagnier sullorigine e sulle caratteristiche dellHiv edellipoteticamente connessa sindrome da immunodeficien-za, nota come Aids.Le ricerche riprenderanno presto, al buio e con ingenti fi-nanziamenti pubblici.I laboratori di mezzo mondo non rinunceranno a cuor sere-no al fiume di denaro di cui sono stati sommersi in questianni da Governi e Fondazioni pubbliche e private.

    La sperimentazione sulluomo partita nel 1998, dopo averpassato oltre un decennio a inoculare Hiv a scimmie e scim-miette.Dopo 10 anni e migliaia di malati sottoposti in tutto ilmondo a test con iniezione del vaccino farlocco, i ricerca-tori delle Universit di Boston e Harvard comunicano che

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    Il bluff del vaccino, un buco neroda oltre 350 milioni di euro lanno

    Alla fine giunta la sentenza di fallimento delle ricerche du-rate oltre 20 anni.Il vaccino contro lAids ha suscitato enormi aspettative, in

    primo luogo nei malati e nei sieropositivi.Da 20 anni gli Stati Uniti dAmerica investono risorse pub-bliche crescenti per la ricerca: una spesa di circa 2-300 mi-lioni di euro lanno.Nel 2007, nei laboratori americani, sono stati spesi 350 mi-lioni di euro.A marzo del 2008, i ricercatori hanno dovuto arrendersi eproclamare al mondo il proprio fallimento.Le cellule target iniettate nei pazienti vittima avrebbero

    aumentato i bersagli a disposizione dellHiv, rafforzando laprolifica potenza devastatrice.I vaccinati, infatti, avrebbero avuto il doppio delle possibi-lit di entrare in una fase conclamata di malattia.A questo punto non abbiamo la minima idea di come met-tere a punto un vaccino efficace, ha affermato candida-mente il padre delle ricerche Usa, il genetista molecolare Ro-nald Desrosiers, dellUniversit di Harvard.Eppure, in teoria, quando di un virus e di una malattia si co-

    nosce tutto, come per anni ci hanno dato a intendere i si-gnori Gallo e Montagnier, gli scopritori del virus Hiv, nonsi dovrebbe avere difficolt a identificare una cura.La sperimentazione era giunta alla fase 3, ovvero alle provesui pazienti, quindi uno stadio molto avanzato.Una ulteriore, plateale, sconfessione, di tutti i canoni della

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    topo clonato Cumulina (Hawaii, 1998), riconoscendo cheanche i cloni che sembrano apparentemente normali na-scondono difetti nellespressione genetica.I cloni ereditano dal genitore tutti i malanni e al contemponon hanno quella complessit biologica che deriva dallu-nione di uno spermatozoo e di una cellula uovo. I cloni han-

    no una mortalit elevatissima. Nel caso di Dolly la soprav-vivenza stata di 1 contro 277, nel caso del topo Cumulinadi 1 su 84. Ovviamente il clone di un genitore sterile saresso stesso sterile e, come osservano medici un po pi cau-ti, chi spiegher le ragioni della sua clonazione ad un ven-tenne che dimostrer 70 anni?.Ma gli scienziati nostrani non potevano essere da menodegli americani, dei coreani, degli scandinavi e degli israe-liani. cos che il ginecologo romano Severino Antinori e il

    greco americano Panayotis Zavos con il loro annuncio shock(lennesimo annuncio fotocopia, come gi fecero i coreani,in anteprima nel Kentucky e poi a Roma), si sono impos-sessati delle prime pagine di giornali e di dirette televisive,nientemeno che della Cnn.Come dottamente spieg il dot tor Zavos ad una Tv svizzeranel febbraio del 2001, se non lo facciamo noi lo far Sad-dam Hussein. Una derivazione pseudomedica e scientificadella guerra preventiva di Bush: la clonazione preventiva.

    Con lannuncio shock, adorato dai mass media, un gineco-logo dellagro pontino e un modesto urologo americanohanno bucato lo schermo, spadroneggiato per mesi (nel2001) su giornali e riviste scientifiche, conquistando il tito-lo di scienziati.Lunico effetto prodotto dallannuncio, sul quale concorda-

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    accaduto il contrario di quanto previsto, chi stato vac-cinato rischia due volte di pi di infettarsi.Nelle ricerche milionarie era coinvolta anche la multinazio-nale del farmaco Merck.

    Dopo la pecora DollyC uno spassosissimo film,Austin Power, nel quale il DottorMale ha un piccolo clone che chiama Mini me. Ma alcuniscienziati ne sanno una pi del diavolo e dei registi.Dopo il clamore mondiale suscitato dalla clonazione dellapecora Dolly, morta di stenti e di sofferenze, e del topo Cu-mulina, gli annunci di clonazione umana si sprecano.Ogni annuncio, anche se di un odontotecnico, suscita gran-de clamore mediatico.

    Ma a chi si rivolge il mercato degli annunci di clonazioneumana? Sembrerebbe, principalmente, alle coppie sterili. In-fatti, la dottoressa Brigitte Boisselier della societ Clonaid,propriet della setta dei raeliani che attribuiscono le originidel mondo agli extraterrestri, ha centinaia di coppie sterili inlista di attesa per lambita clonazione.Magari, in attesa di dare ad ogni coppia la propria Dollyumana, queste Wanna Marchi della medicina e della scien-za piazzano qualche altro prodotto, fanno girare un po il

    nome, ottengono pubblicit, realizzano promozione.Dopo anni di goduta quanto immeritata fama, pubblicit edi incetta di finanziamenti, lo stesso Ian Wilmut, il padrescozzese della pecora Dolly, ha sancito pubblicamente il fal-limento della sua creatura e della clonazione animale. Lostesso ha fatto, prima di lui, Ryuzo Yanagimachi, padre del

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    messa in scena di Antinori anche lallora presidente della Fe-derazione dellOrdine dei Medici, Giuseppe Del Barone.La replica stizzita del rettore della Facolt di Medicina Lui-gi Frati non si fece attendere: In base a quale pudore scien-tifico avremmo dovuto negare la sala? Questo un proble-ma conseguente allevoluzione scientifica. Merita un ap-

    profondimento. Antinori sta guardando il futuro!.

    Stiamo dando una prima r ipassata al metodo scientifi-co con riferimento alla veridicit degli studi scientifici,allAids e alla clonazione. La prima conclusione che ilrisultato e la credibilit di una ricerca pare ridursi, perstessa ammissione di medici e ricercatori, solo a unaquestione statistica. La statistica, gi, quella scienzasecondo la quale se uno mangia un pollo ed io lo guar-

    do, abbiamo mangiato mezzo pollo a testa.Come raccontiamo nel capitolo Siamo tutti cavie, ifarmaci sono testati su alcune specie animali, che so-vente offrono risultati contraddittori e inattendibili,quindi si passa alle prove cliniche sui pazienti. Ma, co-me ammettono sottovoce medici e ricercatori, la verasperimentazione avverr con la messa in commerciodel prodotto, con la famigerata statistica. Ed proprioquesto sistema malato di sperimentare e immettere sulmercato nuove composizioni chimiche e farmaceuticheche, negli ultimi quarantanni, ha causato una strage.

    Una certa percentuale di errore inevitabile, sussur-rano gli addetti ai lavori, come a dire che centinaia dimigliaia di infettati, resi inabili, deceduti a causa di far-maci e terapie errate rappresentano effetti collateralidella necessaria medicalizzazione della societ, dellaguerra preventiva alle malatt ie.

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    no commentatori politici e giornalisti, di bloccare o ren-dere ancor pi difficile la sperimentazione del cosiddettonuclear transfercome sorgente di produzione di cellule sta-minali embrionali finalizzati alla medicina rigenerativa.In parole povere, lagitazione del fantasma della clonazioneumana, rischia di bloccare irrimediabilmente la strada a spe-

    rimentazioni sulle cellule staminali che potrebbero, in lineateorica, avere una reale utilit per i malati.La setta dei raeliani (www.clonaid.com) punta spudoratamen-te al mercato degli ovociti per la ricerca, mentre pi proba-bile che Antinori e Zavos si siano accontentati, al momento,della folta rassegna stampa e pubblicit gratuita prodotta dalloro annuncio farlocco. Si trovano sempre e in ogni epoca isti-tuzioni, governi e fondazioni private disposte ad investire in ri-cerche bizzarre e al limite delletica, oltre che del surreale. La-

    spetto pi inquietante dellannuncio dei due scienziati lasede istituzionale e pubblica che ha ospitato e patrocinato lan-nuncio medesimo: una sala conferenze dellUniversit La Sa-pienza di Roma, concessa dal preside della Facolt di Medici-na, Luigi Frati, colma di giornalisti, quasi tutti stranieri.A reggere bordone ai due spennacchiotto (lo scienziatomalvagio di Disney), il direttore dellIstituto di ostetricia,Lucio Zichella, il pi intransigente nei confronti dei pochidissidenti presenti in aula e il responsabile del Centro di fe-

    condazione artificiale, Cesare Aragona.Il direttore del secondo Istituto di ostetricia, Ermando Cosmi,si dissociava dalliniziativa con un comunicato nel quale giudi-cava la manifestazione inopportuna e biasimevole e rimarca-va la gravit dellospitalit ricevuta in unaula sita in una strut-tura pubblica e scientificamente autorevole. Contrario alla

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    ghilterra. Un antinfiammatorio testato fra laltro anche perlartrite reumatoide e la leucemia.In seguito al ricovero di sei persone nel reparto di terapia in-tensiva dellospedale Northwick Park, lAgenzia britannicaper il regolamento dei farmaci e dei prodotti sanitari ha im-mediatamente ordinato la sospensione dei test.

    Tutte le procedure previste erano state seguite, prima di av-viare la sperimentazione della fase 1, che si effettua, per unperiodo breve, su persone sane, per osservare gli effetti col-laterali.In precedenza il farmaco che ha causato il ricovero dei seivolontari era stato testato sulle cavie da laboratorio.Tutto liscio.I sei ricoverati facevano parte di un gruppo di otto volonta-ri, tra i diciotto e i quarantanni, che dietro compenso si era-

    no sottoposti al test. A due di loro era stato somministratoun placebo ovvero un farmaco finto, acqua fresca, per in-tenderci e quindi non hanno accusato alcun disturbo.In questo caso stata applicata la regola del doppio cieco:un gruppo di volontari riceve il farmaco, il secondo grupposerve solo come controllo del primo. Secondo qualcuno, so-no le legislazioni sui farmaci troppo articolate a far nascerebuona parte dei problemi in questa materia, dipendendoquindi cio proprio dalle anomalie delle leggi.

    Come nasce un moderno farmaco?

    Lo possiamo capire seguendo il filo di un bel servizio diQuark, (Marco Della Croce), luglio 2006.

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    Come si fauna medicina

    un medicinale, usare con cautelaFrase dallerta obbligatoria. Fino al 1992

    Farmacia o bazar

    Da quarantanni a questa parte la barriera di timore che sidovrebbe provare di fronte al luogo dove si dispensano far-

    maci s frantumata, per espressa volont sia dei farmacistiche delle grandi case produttrici. un medicinale, usare con cautela una frase di rischiodesueta, abolita, ne hanno preso il posto diciture sempre pipiccole, nascoste e frettolose.Gli scaffali della farmacia si son riempiti prima di farmacidogni genere e colore, poi di integratori con lo stesso nomedi vecchi farmaci, poi di farmaci in diverse fasce, poi di ri-medi omeopatici, fitoterapici e articoli vari, perfino alimen-

    tari, in un grande bazar che potrebbe disorientare sulla rea-le efficacia (e collateralmente, di subdola pericolosit) dellemedicine contenenti le pi complesse e sofisticate molecole.Come ci arrivano, l?Lo spunto potrebbe essere lennesima notizia (15 marzo2007) della sperimentazione di un nuovo farmaco in In-

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    manifestano effetti dannosi solo dopo che sono diffusi sulmercato.I danni collaterali da farmaci sono la quarta causa di mortein America.Luomo medio ricorre al medico per farsi prescrivere farma-ci che coprono od ottundono i suoi sintomi, e cos conti-

    nuare a funzionare.Il medico di base gli prescrive i farmaci proposti dallinfor-matore farmaceutico, che con la sua valigetta va a fargli visi-ta periodicamente nel suo studio.Ripetiamo. Il 51 per cento dei farmaci approvati dalla Fdamanifestano gli effetti nocivi soltanto dopo che sono statiimmessi sul mercato. Gli effetti collaterali dei farmaci sonola quarta causa di morte in America. Pare che le societ far-maceutiche statunitensi spendano annualmente pi di due

    miliardi di dollari per consentire ai medici generici di assi-stere a circa 300.000 avvenimenti in hotel di lusso con ognicomfort e ogni spesa pagata. Le informazioni scientifichesembrano consistere anche in promozioni speciali per qual-che nuovo farmaco da lanciare. Si scoperto che il Prema-rin e il Prempo (commercializzati da 40 anni) provocano ilcancro, lembolia polmonare, linfarto, e la demenza. A 14milioni di donne in Usa sono stati prescritti questi due pro-dotti ( quello che afferma uno studio indipendente effet-

    tuato da Womens Health Iniziative). Il Premarin contieneprogesterone di sintesi. Lo studio della Whi ha stabilito che0,625 milligrammi di estrogeni di giumenta sono cancero-geni. Le dosi dei due prodotti in questione ne hanno il dop-pio. Un conservante al mercurio presente fin dal 1937 neivaccini per bambini si rivelato responsabile di unepidemia

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    Dal laboratorio alla farmacia. Per sviluppare un nuovo far-maco occorrono dai 12 ai 20 anni. Il percorso prevede di-verse fasi prima di arrivare alla vendita. Si studia il prodottoin laboratorio, sulle cavie, infine sulluomo.1. Studio in laboratorio. Si inizia con la ricerca in provetta in vitro e sulle cavie per identificare una molecola con at-

    tivit terapeutica. Seguono indagini tossicologiche per de-terminare eventuali danni per lorganismo umano.2. Studio sulluomo. Solo dopo aver ottenuto lautorizzazio-ne si procede a testarlo su un numero di volontari sani. Siverifica se la molecola in grado di localizzarsi dove la suaazione necessaria e se tollerata dallorganismo umano.3. Studio sui malati. Se la fase precedente positiva si pro-cede alla verifica sui pazienti affetti dalla patologia che conquesta nuova molecola si vuol trattare.

    4. Confronto con gli altri trattamenti. Se anche questa fase positiva la terapia messa a confronto con i trattamenti diriferimento per capire se il nuovo farmaco rappresenta unreale progresso per il paziente e per il sistema sanitario.5. Autorizzazione alla vendita. Viene presentata una do-manda a commissioni scientifiche ed enti governativi o so-vrannazionali (in Italia, allIstituto Superiore di Sanit) chevalutano i risultati forniti dallazienda farmaceutica.6. Sorveglianza. Una volta in commercio, si controlla il far-

    maco per verificare se anche con lutilizzo diffuso la sua ef-ficacia e la sua tollerabilit si mantengono ai livelli previsti eapprovati dalle autorit sanitarie.Nonostante i miliardi di dollari e gli anni spesi in questoprocesso, c ancora qualcosa che non va.La met di tutti i farmaci approvati dalla Fda statunitense

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    Negli Usa linformazione viene data ai cittadini direttamente dal-le aziende farmaceutiche. E sta accadendo un fatto grave: la Com-missione europea, meno di un mese fa, ha chiesto formalmenteallAgenzia europea per la valutazione dei medicinali due cose. Laprima: dimezzare i tempi attuali per lesame dei dossier di regi-strazione dei farmaci questo allo scopo di rendere lindustria eu-ropea pi competitiva di quella americana. La seconda: permet-tere alle aziende di fare propaganda diretta dei farmaci. Se passeruna cosa del genere, sar un disastro.

    Quali sono, in questa filiera, gli anelli deboli?Ci sono fasi in cui la nostra salute, la serenit nellas-sunzione e nella prescrizione, la sicurezza, il dir itto al-linformazione, possono essere pregiudicati, incrinati,danneggiati? Sembra di s.Gli animali usati nei test: le cavie che si pretende fac-ciano da uomini.Le cavie umane: gli uomini che si pretende facciano dacavie.E poi ci siamo noi, schiacciati t ra le nostre oneste ma-lattie e le pressioni della pubblicit, del marketing far-maceutico, tra lincalzare degli informatori del farma-co e il poco tempo a disposizione dei medici di base.Vediamoli uno per uno, questi anelli.

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    di autismo presso i giovani americani e pu darsi anche delmorbo di Halzheimer. Pi del 50 per cento delle persone an-ziane soffrono di questa malattia. LAulin (nimesulide) haprovocato danni irreversibili al fegato di pazienti che ne fa-cevano largo uso ed stato ritirato in tre paesi europei.E la lista potrebbe continuare.

    Gianni Tognoni della Commissione unica del farmaco, in-tervistato da Daniela Daniele, da La Stampa del18/8/2001, riassume tutti i mali del farmaco:

    Nel tipo di societ che abbiamo messo in piedi, la salute affida-ta al mercato... Gli errori pi comuni nellassumere medicinali so-no: prenderli quando non servono; non sapere perch si prendo-no; non sapere esattamente che cosa ci si pu aspettare assumen-doli, e in quali tempi.La gente indotta a credere che gli antibiotici curano i virus, o

    che certi prodotti curano la depressione, non sapendo distin-guere tra abbattimento dei sintomi e guarigione vera e propria.Cos spesso, di fronte al mancato risultato rispetto alle proprieaspettative, incorre in comportamenti errati, come aumentare ladose o la frequenza di assunzione. O, a volte, associare altri far-maci tra loro...La media di una visita si aggira intorno ai tre minuti e mezzo: nonc molto tempo per il dialogo. Cos, nella maggior parte dei ca-si, la corretta informazione viene sostituita dalla prescrizione. Ilpaziente spesso non ha capito che cosa gli ha detto il medico, ma

    non osa ribattere. abitudine dei medici privilegiare la prescri-zione, che sembra pi scientifica, alle informazioni sui comporta-menti a rischio. Oppure vi accennano a fine visita, quando il pa-ziente sta andandosene con la ricetta in mano: E poi cerchi dimangiare meno grassi e il paziente se ne va con lidea che quel-lo sia un paterno suggerimento e niente pi...

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    Tuttavia non sono rari i casi come quello di un banale seda-tivo, considerato sicuro in base alle ricerche precliniche, che stato responsabile della nascita di 10.000 bambini foco-melici, ossia con un incompleto o mancato sviluppo degliarti superiori o inferiori. Si chiamava Talidomide.Come tutti i farmaci, prima di essere commercializzato, an-

    che un celebre farmaco che favorisce lerezione stato sotto-posto a lunghi studi per accertarne la sua efficacia terapeuti-ca e per escludere eventuali effetti collaterali, soprattutto sedi significativa gravit in grado di provocare invalidit per-manente o morte. Da tener presente che la condizione percommercializzare un farmaco non quella dellassoluta as-senza di effetti collaterali, poich nessuna sostanza ne pri-va, bens la presenza di una bassa incidenza di effetti colla-terali, soprattutto se gravi. Ecco, tutto ci viene valutato in

    prima istanza con esperimenti sugli animali (solo in un se-condo tempo si passa agli esseri umani). Scriveva il medicoStefano Cagno su un notiziario antivivisezionista nel 2001:

    Dopo la fase di ricerca, negli Stati Uniti dAmerica a quattordicimesi dalla sua commercializzazione, la Food and Drug Admini-stration registrava gi 1.473 segnalazioni di pazienti che avevanomanifestato eventi avversi gravi dopo assunzione del Viagra, tracui 522 decessi, 517 infarti del miocardio, 199 accidenti cerebro-vascolari, 271 casi di sincope/ipotensione e 161 casi di aritmia. Il

    totale degli eventi avversi, 1.670, superiore al numero dei pa-zienti perch alcuni di questi hanno manifestato pi di un even-to avverso... Sono stati segnalati casi di decesso o di effetti car-diocircolatori gravi anche in Australia, Canada, Olanda e altre na-zioni.Anche lincidenza di effetti indesiderati non gravi significativa:

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    Siamo tutti cavie

    Sono convinto che non mi interessa sapere se la vivisezioneproduce o no risultati che possano essere vantaggiosi

    per la razza umana. Sapere che i risultati sono vantaggiosinon cancellerebbe la mia ostilit a tutto ci.

    La sofferenza che tutto ci infligge a esseri non consenzienti la base della mia opposizione a tutto ci, ed per me

    sufficiente giustificazione a questa opposizione, senza guardare oltre.Mark Twain, 1910

    Le cavie animali

    Cavie, conigli, topi. Cosa abbiamo in comune con loro, ol-tre alla capacit di sentire dolore, di sentirsi in trappola sen-za sapere perch?Secondo la prassi, se iniettiamo loro molecole sintetiche, sefacciamo loro ingoiare quantit decuple rispetto alla norma-le posologia dei farmaci, si dovrebbe capire se fanno male obene.Secondo un numero sempre crescente di scienziati, non cos, non lo mai stato.

    Secondo lesperienza e secondo i dati sul ritiro dal commer-cio di farmaci sperimentati sugli animali? Non serve.Continuano a ripetere che limpiego degli animali nella ri-cerca giustificato dalla necessit di studiare che effettoavrebbero i farmaci, prima che questi vengano somministra-ti agli esseri umani.

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    Sempre pi spesso gli stessi ricercatori devono ammettere che i te-st farmacologici sugli animali possono indurre in errore.Certo non sono argomenti da sbrigare con poche parole, per giusto segnalare le novit a favore di chi sostiene la difficolt diestendere alle persone i risultati degli esperimenti effettuati suglianimali. Come stato ricordato, anche il British Medical Jour-nal ha recentemente presentato i risultati di una ricerca che di-mostrava come fosse difficile trarre conclusioni sulla salute uma-na dagli esperimenti condott i sugli animali...A ulteriore dimostrazione di questa difficolt si devono registraregli ormai frequenti casi di rit iro di medicinali dal commercio do-po che se ne dimostrata la pericolosit, insomma il caso Talido-mide, il primo e il pi famoso, che si ripete. Nonostante, benericordarlo, tut ti i medicinali siano provati sugli animali.Poco tempo fa la Bayer aveva dovuto ritirare dal commercio il suoLipobay per i danni, anche mortali, che provocava.

    Alcuni mesi orsono la Merck aveva deciso di ritirare lantidolori-fico Vioxx, dopo aver scoperto che raddoppiava il rischio di at-tacco cardiaco.Adesso tocca a tre altri medicinali. Verso il 20 di dicembre sta-to comunicato che tre multinazionali hanno dovuto ammettere ipericoli che potrebbero provocare altrettanti medicinali sui pa-zienti. Uno il Celebrex, della Pfizer, uno degli antidolorifici pivenduti al mondo, e diffuso anche in Italia, che potrebbe provo-care linfarto.Il secondo medicinale incriminato lIressa, dellAstraZeneca,

    una terapia contro il cancro ai polmoni, che non prolunga affat-to la vita dei malati.Infine lEli Lilly ha reso noto che il farmaco Strattera, prescrittoai bambini per il trattamento delliperattivit e del deficit di at-tenzione, ha causato gravi disturbi al fegato in almeno due pa-zienti. Quasi inutile sottolineare che le tre multinazionali hanno

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    mal di testa (11-16 per cento), vampate di calore (4-8,5 per cen-to), dispepsia (4-8,5 per cento), diarrea (4-5 per cento), disturbidella vista (3-11 per cento), congestione nasale (1-5 per cento),oltre a priapismo e vertigini.Nel caso specifico del Viagra i decessi per un milione di prescri-zioni sono 49. Il dato diventa pi inquietante se paragonato allapercentuale di decessi provocati dalle terapie analoghe attualmen-te in commercio: Alprostradil transuretrale, 1,5 decessi per milio-ne; Yohimbina, 0,25 decessi per milione. Insomma il Viagra ma-nifesta una incidenza di decessi duecento volte superiore rispettoalla Yohimbina, una sostanza impiegata per lo stesso problema.Il problema capire come mai farmaci, entrati in commercio co-me sicuri, si dimostrano in breve tempo capaci di provocare lamorte di molte persone. Nel caso specifico questa terapia pi ri-schiosa delle precedenti, sovvertendo cos la logica che vorrebbe ifarmaci pi recenti pi sicuri rispetto a quelli pi vecchi.

    Il farmaco era sicuro, secondo le ricerche sugli animali.Se la vivisezione serve da filtro per evitare che sostanze tos-siche possano essere somministrate agli esseri umani, casi co-me questo non dovrebbero verificarsi.Se invece continuano ad accadere, forse vuol dire che lim-piego degli animali per capire il funzionamento sugli esseriumani privo di fondamento scientifico.Il conto di questo errore metodologico salato. conclude

    Stefano Cagno Viene pagato prima dagli animali e successi-vamente degli esseri umani che per sventura dovranno assu-mere terapie sperimentate in maniera del tutto inadeguata.Questo, quello che pensa il dottore degli uomini.E il dottore degli animali? Enrico Moriconi, gi presidentedellAssociazione veterinari per la salute pubblica, incalza:

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    94 anni, ha potuto scorgere allorizzonte la fine imminentedella sperimentazione animale.Nel giugno 2007 infatti stato pubblicato il rapporto sullatossicologia intitolato Toxicology in the XXI century: a visionand a strategy dallorganismo scientifico pi autorevole delmondo: il Nrc, Consiglio Nazionale delle Ricerche della

    Academy of Sciences degli Stati Uniti.In questo Rapporto il Nrc annuncia lavvento di una nuovaera paragonabile a quella che ha seguito la scoperta del Dnae la nascita del primo computer. Esso annuncia che la spe-rimentazione su animali verr gradualmente sostituita e chela nostra salute e lambiente saranno infine adeguatamentetutelati (nellUnione Europea attraverso il regolamento Rea-ch) con ladozione di metodi di reale valore scientifico e pre-dittivo per luomo (che fanno uso soprattutto di colture cel-

    lulari umane, come la tossicogenomica).Jeremy Rifkin portavoce di questo importante eventoscientifico (LEspresso, 15/11/07) ha commentato dicen-do: Da anni le associazioni e le leghe antivivisezioniste so-stengono questa tesi e vengono schernite da enti scientifi-ci, associazioni mediche e lobby industriali... ma ora lesta-blishment scientifico arrivato alla stessa conclusione: leprove di tossicit eseguite su animali sono da considerarescienza di cattiva qualit... Se il progetto europeo Reach

    (contro linquinamento chimico) deve rappresentare unmodello per il resto del mondo, allora deve gradualmentefare proprie le nuove tecnologie di sperimentazione. In ca-so contrario rischia di diventare costoso e inefficace, senzaimpatto benefico.

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    subito gravissimi contraccolpi in Borsa. Subito dopo luscita del-le notizie, alla fine delle contrattazioni del venerd, la Pfizer haperso l11,2 per cento, lAstraZeneca il 7,7 per cento , e la Eli Lyl-li il 2,4 per cento.Ricordare questi eventi dovrebbe servire a confermare la poca at-tendibilit dei test condotti sugli animali e dovrebbe essere unmotivo in pi per stimolare la ricerca di metodi analitici senza lu-so di animali. Perch, bene non dimenticarlo, i test significanodolore per milioni di animali ogni anno, la cui sofferenza sem-pre pi dimostrato non servire, come si usa dire per giustificarequeste attivit, a tutelare la salute delle persone.

    Il primo a levare la voce sulla vivisezione, ritenuta non soloviolenta per gli animali ma prima di tutto nociva e contro-producente per luomo, stato un celebre scrittore, autoredi numerosi libri e del famoso saggio Imperatrice nuda

    (1976) e de La figlia dellimperatrice (Stampa Alternativa,2007): Hans Ruesch, incluso da unimportante antologiaamericana (Pearson Education) accanto a figure del calibro diDarwin, Kant, Freud e Lawrence, tra le persone che hannocambiato il pensiero del mondo.Il nome di Ruesch rimarr nella storia per aver fatto cono-scere al mondo cosa c dietro il muro dei laboratori di ri-cerca, quali sono le vere ragioni e i veri effetti della ricerca suanimali.

    Hans Ruesch stato il fondatore del movimento antivivise-zionista scientifico che da decenni indica nelluso dellani-male da laboratorio quale modello per luomo la principalecausa dei tanti disastri farmacologici e dei tanti errori nellevalutazioni di tossicit.Nel chiudere la sua vita terrena nellagosto 2007, allet di

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    Storie di paura. Soprattutto di chi potente, e pu disporreanche della vita altrui.Storie di contrasti, presenti ed evidenti. Tra la ricchezza e lo-pulenza delle feste dei diplomatici e la povert della gentecomune del luogo, tra chi non ha nulla, nemmeno per cu-rarsi, e chi spende gli aiuti umanitari in limousine, secon-

    do le parole di Tessa.Storie purtroppo diffuse, nel nostro mondo, dove sovente lacivilt interna coincide con grande incivilt e incuria espor-tate al di fuori. Anche qui, infatti, si ritrova il tema dei pe-sticidi. Trattato anche in altri film. Ma, in fondo, questi ul-timi sono una sorta di farmaci per le piante. Non sempredati a ragion veduta.The constant gardenernon solo una critica allindustria far-maceutica in generale, ma a un modo di condurre esperi-

    menti incurante della vita stessa di persone considerate pideboli.Il problema potrebbe estendersi anche alle realt del nostrocivilizzato mondo occidentale. Nel quale, troppo spesso,monopoli farmaceutici impediscono una vera ricerca globa-le sullargomento, permettendo altres la diffusione di pro-dotti dichiaratamente tossici i quali, purtroppo, non sonocos pochi!Forse, alla base di tutto, ci deve essere uno sguardo diverso

    sulluomo. Per capire che tutti siamo uguali, e nessuno ve-ramente separato dallaltro. E per imparare a guardare il no-stro rapporto con la natura e con la totalit delle cose in mo-do differente. Questi, probabilmente, sono i veri pilastri peruna vita migliore, e per una gestione del denaro veramenteetica. Quando tutto questo potr essere il nostro presente,

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    Le cavie umane

    Subito dopo gli animali, tocca agli uomini.Lorbeer, uno dei personaggi di The constant gardener, il th-riller del 2005 con Ralph Fiennes e Rachel Weisz tratto daJohn Le Carr, dice: Le case farmaceutiche stanno qui. Co-

    me i commercianti di armi.Il regista Fernando Meirelles, che in City of Godaveva de-scritto evidenti situazioni di violenza, qui ci presenta unaviolenza pi fine e sottile. L, un qualcosa di palese, di evi-dente, in una realt suburbana alienante e alienata; qui, in-vece, una violenza pi difficile da percepire ad occhio nudo.Una violenza velata di umanit, di aiuto; unaggressivit ma-scherata da spirito umanitario.Un seminare morte facendo credere di seminare vita, un

    diffondere sofferenza facendo passare il tutto per anelito ver-so il benessere e laiuto. Forse questa violenza ancora peg-giore della precedente: infatti, qui il tutto cos nascosto daessere difficile da controllare.Una facciata di luce nasconde un retroterra oscuro, torbido,tetro. Quel retroterra contro il quale Tessa va a battersi. In-curante dei rischi che poteva correre. Contro il quale lo stes-so Justin andr a combattere, tra mille pericoli, nei confron-ti di persone al di sopra di ogni sospetto, la cui diffusione

    di morte tanto peggiore quanto nascosta, occultata tra lepieghe della vita. Forse una concezione per la quale, in nomedi un presunto sviluppo, un sacrificio si rende giustificabile.Anche se quelle che sono sacrificate sono vite umane, perso-ne inermi che si trovano a subire autentiche atrocit da par-te di coloro che sarebbero preposti a venir loro in soccorso.

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    La vicenda tornata a essere pubblica grazie a un informatore co-raggioso (che ha chiesto lanonimato) che ha fatto arrivare alWashington Post il rapporto messo a punto nel 2001 da unacommissione di esperti medici del governo nigeriano. Un rappor-to che accusa la Pfizer di aver violato la legge internazionale, mache misteriosamente restato per cinque anni nel cassetto.Il documento durissimo nei confronti della Pfizer, accusata diun chiaro caso di sfruttamento dellinconsapevolezza delle ca-vie. La societ farmaceutica si difesa affermando che i suoi ri-cercatori andarono a Kano per motivi puramente umanitari, tesiquesta respinta dal rapporto del governo nigeriano: i medici del-la societ completarono i test e se ne andarono nonostante lepi-demia stesse ancora infuriando.Secondo la Pfizer, infermiere locali avrebbero spiegato lesperi-mento ai genitori e ne avrebbero ottenuto il consenso verbale. IlTrovan salva indubbiamente vite e la Pfizer in forte disaccordo

    con chi suggerisce che si comportata in maniera contraria alle-tica, ha sostenuto la societ in un comunicato passato al Wa-shington Post.Al tempo dellesperimento nigeriano la Pfizer stava sviluppando ilTrovan per il mercato statunitense con un giro daffari previsto diun miliardo di dollari allanno. La Food and Drug Administra-tion non ha mai approvato luso del farmaco per i bambini. Do-po aver ricevuto luce verde per luso negli adulti il Trovan diven-ne rapidamente uno degli antibiotici pi precritti negli Usa, an-

    che se successivamente vennero scoperti gravi effetti collaterali alfegato e nel 1999 la Fda ne restrinse pesantemente luso. In Eu-ropa il Trovan al bando. (Ansa)

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    le storie dei protagonisti di The constant gardenersaranno so-lo ombre del passato. E in quel caso, ci avranno insegnatoqualcosa.La realt ci richiama a gran voce dalle prime pagine dei gior-nali.Lo Stato della Nigeria ha accusato la multinazionale statu-

    nitense Pfizer, numero uno al mondo per fatturato, perchavrebbe utilizzato 200 bambini come cavie umane per lasperimentazione di nuovi farmaci, mai provati sugli esseriumani. La causa presenta ben 29 capi di accusa riconduci-bili ad oltre 2,7 miliardi di dollari di risarcimento, anche sein questo caso i soldi non potranno ridare la vita ai 18 bam-bini morti nella sperimentazione e recuperare le malforma-zioni, le cecit, i danni cerebrali e le paralisi che hanno coin-volto gli altri 182 poveri sfortunati (La Regione Ticino,8/5/06).I bambini cavia in Africa costano meno. Forse per questo, inNigeria bambini malati di meningite fecero da banco di pro-va alla sperimentazione e alcuni ne morirono:

    I fatti risalgono al 1996 e sono stati riproposti dal WashingtonPost: in Nigeria infuriava unepidemia di meningite da oltrequindicimila morti. Il colosso del Viagra invi i suoi esperti in unospedale da campo di Kano per mettere alla prova un nuovo far-maco su cento bambini. Nello stesso ospedale lorganizzazione

    umanitaria Medici senza Frontiere curava i piccoli pazienti conantibiotici regolamentari. Il Trovan, questo il nome del nuovo far-maco, non era mai stato testato su esseri umani. Cinque bambinimorirono durante la terapia e altri si ammalarono di artrite. Mo-rirono altri sei bambini a cui venne somministrato un farmaco dicontrollo.

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    maceutica) il vantaggio di usare gli indiani risiederebbe proprionel poter disporre di malati non trattati sui quali si possonocondurre esperimenti a costi competitivi in un ambiente pi ela-stico dal punto di vista della normativa, molto meno rigida chealtrove...Le case farmaceutiche puntano molto sullignoranza dei pazienti,sulle loro paure e sulla loro povert. Non tutti sanno a cosa van-no incontro. Molti pazienti non danno realmente il loro consen-so informato (come invece prescriverebbe la legge) anche perchspesso non capiscono quello che c scritto poich lo in una lin-gua straniera, inglese di solito. Sono tanti i candidati a diventarecavia che firmano senza capire le conseguenze di quello che gliverr somministrato, solo perch convinti dai medici che ritengo-no, perch laureati e colti, superiori a loro. Molte delle cavie-pa-zienti si fidano dei loro medici curanti ed entrano nel giro, so-prattutto per necessit. Ed questo, oltre al passaparola, il meto-

    do di reclutamento pi diffuso. Le agenzie specializzate paganosomme spesso ingenti ai medici che forniscono pazienti. Questiarrivano per lo pi dalle campagne e credono di riuscire a curarsigratuitamente. A molti di questi, oltre ai soldi, vengono dati gra-tuitamente i medicinali di cui hanno bisogno per le loro normalicure. Ma non sempre tutto va bene. Sono molti i casi di pazien-ti, gi malati, soprattutto di malattie psichiatriche, ai quali ven-gono sospesi i farmaci per cominciare con i nuovi della speri-mentazione. Questo aumenta le loro malattie. Sei anni fa, fu spe-

    rimentato su pazienti malati di cancro in India un farmaco ame-ricano chiamato M4n. Il farmaco fu iniettato negli uomini senzaessere stato prima testato sugli animali. Secondo alcune associa-zioni di volontariato furono molti i morti, ma dati ufficiali nonsono mai stati resi noti. (Ansa)

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    Il business delle cavie umane cresce anche in India:

    New Delhi, 28 aprile 2007. Tra le industrie indiane di outsour-cing, quelle che reclutano pazienti sui quali eseguire esperimentifarmaceutici per case di tutto il mondo, sono le pi redditizie. Unfenomeno in costante crescita in India, un business destinato a

    toccare, secondo le stime, un giro di affari di un miliardo e mez-zo di dollari nellarco di quattro, cinque anni al massimo, mentresi calcola che nel 2010 saranno oltre due milioni i pazienti india-ni sottoposti a test farmaceutici. Fino a qualche anno fa, le casefarmaceutiche indiane importavano i farmaci dallestero e poi liriproducevano in casa, riuscendo a venderli a costi contenuti.Trattandosi di riproduzioni di farmaci esistenti e testati, non era-no soggetti a test clinici prima della commercializzazione. Recen-temente, le pressioni del Wto hanno portato lIndia a dichiarareillegale la clonazione dei farmaci e imporre i test clinici.

    Questo ha aperto una nuova corsa alloro (o meglio alla cavia) daparte di tutte le case farmaceutiche che, facendo spesso leva sullacondizione di bisogno delle persone, riescono a ottenere volonta-ri a buon mercato.A essere coinvolti nel giro delle cavie sono soprattutto uominigiovani, spesso senza lavoro, allettati dai guadagni promessi maspesso anche dallillusione di poter (sia pure in via sperimentale)ottenere delle cure che da soli non potrebbero permettersi. Unacavia farmaceutica viene pagata in media 100 euro, la stessa

    somma che prende in media un impiegato di banca. Le cavie in-diane, inoltre, sono tra le pi ricercate, perch, nella maggior par-te dei casi, ancora incontaminate, cio non sottoposte ai bombar-damenti farmacologici a cui sono soggetti tradizionalmente glioccidentali. Secondo il Gate Clinical Research International (or-ganismo che si occupa di ricerca clinica e di sperimentazione far-

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    per la prima volta durante il processo di Norimberga), macomunque egualmente esecrabili ed eticamente discutibili.

    Perch la corsa a sperimentare?

    Le aziende farmaceutiche sono frustrate dalle clinichecollegate allUniversit, troppo lente e ligie ai protocolli. Lefficienza delle cosiddette Cro, organizzazioni per la ri-cerca a contratto. Dietro pagamento di un sostanziosocompenso, queste ditte prendono un progetto di ricerca sti-lato da unazienda farmaceutica e in quattro e quattrottotrovano soggetti, ricercatori e risultati.Questa nuova sperimentazione clinica sposta il suo assedallinterno degli States (dove reclutare cavie diventa sempre

    pi difficile, anche se non mancano studenti e disoccupatiche, in cambio di denaro, fino a 200 dollari al giorno, pivitto e alloggio, si prestano a esperimenti dagli esiti talvoltafatali) a nazioni pi povere e senza strutture sanitarie di ba-se in grado di soddisfare la fame di salute di milioni di dise-redati, malnutriti, poveri al punto da non avere accesso allecure mediche.Sonia Shah ci apre gli occhi su una realt che palese, maalla quale non dedichiamo la nostra attenzione scrive Gi-

    gliola Reboani su Popolis troppo presi come siamo a in-gozzarci di farmaci da banco al primo mal di testa e di me-dicine che non curano malattie. Mentre lassunzione ecces-siva di farmaci e le reazione avverse alle medicine sono tra leprincipali cause di morte negli Usa, nel Terzo Mondo mi-lioni di persone muoiono per patologie anche banali, pro-

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    Alcuni altri retroscena della ricerca clinica vengono svelatidal libro-denuncia Cacciatori di corpi, di Sonia Shah.Questo libro sono parole di John Le Carr, che firma laprefazione un atto di coraggio da parte di chi lo ha scrit-to e dei suoi editori. Il sottotitolo del volume, La verit sufarmaci killer e medicina corrotta, dice gi contro chi pun-

    ta il dito lautrice: Big Pharma, la crescente, titanica con-sorteria dellindustria farmaceutica.Sempre a caccia di cavie umane, di corpi su cui infierire peril bene della scienza.Quasi sempre senza consenso informato.Rastrellando adesioni nei paesi pi poveri del mondo.Il libro non risparmia nomi di majorfarmaceutiche, medici,ricercatori, studiosi di bioetica, farmaci (dal Prozac al Via-gra...). Racconta la storia della ricerca clinica a partire dal se-

    colo scorso, quando a fare da cavie erano i neri, i nativi dA-merica, i prigionieri. La pratica di condurre esperimenti suicarcerati ha avuto ufficialmente fine solo negli anni 70.Oggi la sperimentazione recluta persone poco abbienti edisperate equivocamente attratte dallinvito piuttostoche niente meglio un trattamento gratuito, lavorandosu un materiale clinico facilmente reperibile: i cittadinidellAfrica pi povera, le popolazioni dellIndia, dellaTailandia, dellAmerica Latina e dellEst europeo (Russia

    compresa).Linchiesta dimostra come lindustria farmaceutica dOltreo-ceano (ma non solo) non sia stata (e non ) indenne da ne-fandezze anche in tempi recenti certo non equiparabili aquelle commesse dai medici nazisti nei campi di concentra-mento durante la Seconda Guerra Mondiale (rese pubbliche

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    studi su persone malate, la cosiddetta fase II, che per il momentonon vedr la luce, visto che la sperimentazione del medicinale stata immediatamente bloccata.Gravi gli effetti collaterali che il medicinale avrebbe provocato neisei volontari. Myfanwy Marshal, fidanzata con un barman ven-tottenne che ha preso parte al trial e che ora versa in condizio-ni critiche, ha detto alla Bbc che il corpo del suo ragazzo si gon-

    fiato a dismisura e che il suo volto sembra quello di ElephantMan (luomo elefante), il celeberrimo John Merrick vissuto nel-lInghilterra vittoriana e affetto da una terribile neurofibromatosiche gli aveva deformato il cranio. I dottori hanno avvisato la fa-miglia che il ragazzo, che conduce un locale a Londra, potrebbemorire da un momento allaltro. Myfanwy Marshal, 35 anni, haraccontato che il suo fidanzato aveva deciso di sottoporsi ai testper guadagnare soldi per pagare le bollette. Sono corsa in ospe-dale. ha raccontato la donna Quando lho visto era irriconosci-

    bile. Non riusciva neppure a muovere le palpebre. I dottori nonsanno che cosa fare perch non hanno mai sperimentato una talemolecola sulluomo. ha aggiunto Stanno cercando di togliere ilfarmaco dalla circolazione sanguigna ma solo un miracolo potrsalvarlo. Le cavie umane, otto persone anche se due assumeva-no un placebo (un farmaco innocuo), venivano pagati 150 dolla-ri al giorno. Ad autorizzare i test clinici, dopo i risultati ottenutiin laboratorio e su modelli animali, stata lAgenzia britannicaper il farmaco Mhra (Medicines and Healthcare Products Regu-latory Agency), che ha immediatamente sospeso il trial. Non vi

    sono precedenti a un evento come questo, ha dichiarato il diret-tore della Mhra, Kent Woods, che assicura di aver inviato ispet-tori sul posto gi da marted per cercare di chiarire cosa sia dav-vero accaduto e cosa abbia provocato questo disastro. In partico-lare, ora bisogner comprendere se si sia trattato di un problemadi produzione, di una contaminazione del farmaco o se vi sia sta-

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    prio per la mancanza di quei farmaci dallefficacia ricono-sciuta che noi compriamo per pochi denari al supermercatoo in farmacia. In compenso, le majorfarmaceutiche sfrutta-no migliaia di poveracci per testare sostanze di cui spesso siconosce la scarsa efficacia e con controindicazioni da brivi-do.

    Pare che oggi la ricerca clinica sia unindustria con regole efatturati tutti suoi. Non un servizio sociale. Persegue i pro-pri interessi, non quelli di alleviare le sofferenze e di salvarevite umane. E i farmaci non sono beni sociali, ma princi-palmente meri prodotti. Per il cui sviluppo si richiede la spe-rimentazione su esseri umani, uomini, donne, bambini, vec-chi senza diritti.Storie del terzo mondo? Non solo, a leggere questarticoloda La Padania del 16 marzo 2006:

    Scandalo a Londra: cavie umane a 150 dollari rischiano di mo-rire per un farmaco anti-leucemia. Erano sani e in perfette con-dizioni, oggi sei uomini sono ricoverati in gravi condizioni alNorthwich Park Hospital di Londra dopo che per 150 dollari algiorno si sono offerti come cavie umane. Si tratta di alcuni vo-lontari che si sono sottoposti ad alcune sperimentazioni su di unnuovo farmaco antinfiammatorio indicato nella cura di malattiecome artrite reumatoide e leucemia.Attualmente preoccupano soprattutto le condizioni di due dei sei

    uomini coinvolti, mentre gli altri quattro, bench anche per lorola situazione sia critica, mostrano segni di miglioramento, assicu-ra Ganesh Suntharalingam, direttore del reparto di cure intensivedellospedale londinese. La sperimentazione era di fase I: il far-maco, destinato alla cura di leucemia e artrite reumatoide, era te-stato su soggetti sani. Solo successivamente si sarebbe passati agli

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    Chi linformatore scientifico

    Fatturazione e resoconti diventano parametri decisiviper la crescita professionale

    Bollettino dellIfs

    Identikit

    Chi quel distinto signore con valigetta appena uscito dal-

    lo studiolo del nostro medico curante? uno dei quasi 30mila in Italia, che lavorano da sei a ottoore al giorno con ampia flessibilit dorario. Esercitano dasoli senza lopportunit del raffronto quotidiano con i colle-ghi. Sono sempre pronti con la valigia in mano e spesso fan-no ore di anticamera negli affollati studi medici. Il loro uf-ficio? Di norma lauto aziendale.Questo in breve lidentikit dellattuale informatore scien-tifico del farmaco, lIsf, loperatore che ha un compito deli-

    cato: informare il medico sui nuovi farmaci in commercio,aggiornarlo e raccogliere indicazioni sui loro effetti collate-rali.Una figura intermedia tra medico e azienda farmaceuticache fa informazione/propaganda e che svolge un suo ruolonella salute pubblica e nelleconomia dei bilanci.

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    to un effetto collaterale che si manifestato solo nei test sulluo-mo. Lesperimento era stato predisposto dalla societ statunitensedi ricerche farmaceutiche Parexel International, per conto dellasociet tedesca TeGenero. La Parexel ha parlato di evento sfortu-nato e insolito. Queste reazioni cos forti a un farmaco ha di-chiarato in una nota il professor Herman Scholtz, direttore dellaParexel International Clinical Pharmacology si verificano molto

    raramente. Un caso scioccante, ha commentato il ministro allaSanit inglese Patricia Hewitt.

    Bisogna avere il coraggio, la forza e lo scatto per vi-sualizzare ci che c seriamente dentro la biancascatoletta di medicine che abbiamo sul tavolo, ora.La fine della vivisezione, della sperimentazione ani-male alle porte. Sono sempre pi numerosi e auto-revoli gli studi che dimostrano puntualmente linesat-tezza del metodo e la precisione dei metodi sostitutivi.La sperimentazione sugli uomini una branchia i cuiorizzonti sono pi difficili da prevedere e che pare stiaconquistando ampie campiture.

    Un forte richiamo alletica da parte dellindustria far-maceutica. Regole pi stringenti. Supporto, risorse einformazione grazie ai progetti di cooperazione delleOnlus ai paesi del Sud del mondo potrebbero arginareil fenomeno.

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    portamenti? Li ha scritti tutti di suo pugno in un pungentelibretto ( La Mala-ricetta, Fratelli Frilli) un ex-anonimoinformatore farmaceutico.Si chiamano informatori scientifici. Passano al setaccio glistudi dei medici di famiglia, gli ambulatori, le farmacie e gliospedali per vendere pi farmaci possibili. Sono assillanti,cortesi, pazienti. Il nostro uomo scrive Mario Reggio, LaRepubblica, gioved 27 maggio 2004 appunto un infor-matore scientifico, che da anni lavora per unimportantemultinazionale del farmaco, e di recente ha dato lo spuntoper un libro che andato a ruba. Si firmato come anoni-mo e noi non lo smaschereremo. Di lui possiamo solo ag-giungere che abita a Genova.

    Quanti sono, questi informatori? Il numero reale non lo conosce nessuno, ma credo che siamo

    circa 30mila. Un mestiere che nel novantanove per cento dei casisi fa per disperazione. La maggior parte sono laureati in Biologia,Chimica e Tecnologia farmaceutica, o Farmacia. Tutti laureati chehanno scoperto che non potranno mai fare i biologi o i farmaci-sti. Si guadagna bene? Lo stipendio medio attorno ai 2 milioni e 200 mila delle vec-chie lire al mese, pi un risibile rimborso spese di 20mila al gior-no, e gli incentivi legati alle vendite. Ma come funziona il lavoro?

    Il cliente principale lo Stato, perch chi riesce a piazzare i far-maci di classe A, quelli interamente a carico del Serivizio sanita-rio nazionale, ha fatto bingo. Il nostro interlocutore diretto per il medico di base, che non compra ma prescrive. su lui checoncentriamo il grosso del lavoro. E come rispondono questi medici?

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    Dunque, linformatore del farmaco non dovrebbe essere unsemplice piazzista, un rappresentante, un agente di com-mercio. O no?Invece attualmente 5mila operatori sono inquadrati comeagenti di commercio.E non esiste un albo professionale. Nel 1953 fu presentata

    al Parlamento la prima proposta di legge per istituire un al-bo. Il dibattito stato ripreso negli anni 70 e da allora po-lemiche e delusioni si susseguono. Si tratta di legiferare suuna figura discussa.I termini che pare si scontrino perennemente uno con lal-tro sono: salute pubblica; deontologia e professionalit; uti-lizzazione come agente di commercio; autonomia professio-nale; logica ricattatoria dellobiettivo di vendita.Augusto Battaglia, capogruppo della XII Commissione per-

    manente Affari Sociali alla Camera, chiariva: Leticit del-linformatore a rischio, si corre il pericolo di far dipenderelIsf invece che dalla direzione scientifica da quella commer-ciale. Se si istituisse un albo, cosa migliorer per il cittadi-no? Lalbo permetter una maggiore informazione che vuoldire anche una maggiore qualit. Una percezione pi cor-retta del farmaco e una prescrizione pi appropriata dei me-dicinali.Giuseppe Galluppi, presidente della Uiisf, lUnione interna-

    zionale informatori scientifici del farmaco, illustr la sua po-sizione sulla proposta di un albo: Credo che con lAlbo sarsenza dubbio pi facile controllare la deontologia e che que-sto stesso possa essere un buon deterrente verso comporta-menti non leciti.Deterrente verso comportamenti non leciti. Quali com-

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    Il comparaggio

    Quando unazienda farmaceutica offre al medico, in cambiodella prescrizione di un certo farmaco, benefici di varia na-tura, si dice che fa del comparaggio.Le offerte possono essere di vario genere: regali, oggetti du-

    so professionale, libri, viaggi, contante.In Italia esistono alcune aziende specializzate nel cercare diconvincere i medici ad accettare una certa cifra per ogni sca-toletta di farmaco prescritta: vengono definite con disprezzodalle altre aziende ditte di comparaggio. In realt sono leuniche che fanno onestamente il loro disonesto lavoro. Lealtre, che trasformano questa transazione in regali, viaggi,cene e cose del genere, sono doppiamente disoneste, perchcorrompono, ma non hanno neanche il coraggio di assu-mersi i rischi insiti in tale attivit, e mentre si presentanocon laura di aziende serie e corrette, in realt si comporta-no esattamente nello stesso modo.Scrive lex-anonimo Informatore deLa Mala-ricetta:

    In Italia il ministero, con laiuto del Cipe, stabilisce il prezzo divendita del farmaco. Perch in Italia, e in molti altri paesi, il mi-nistero fissa il prezzo e non lascia che sia la libera concorrenza deimercati a crearlo? Perch lo stesso Stato che, successivamente,paga queste medicine tramite il Serivizio sanitario nazionale.

    Per tutti questi fattori, in fondo, non esiste un colpevole ma si formato un substrato, una sorta di humus sul quale la pianta delcomparaggio ha attecchito, si sviluppata rigogliosamente e hafruttificato. Il fenomeno per non spontaneo.Ha dei colpevoli.Identificabili con nome e cognome.

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    Ci sono medici onesti che restano allasciutto. Se sono un podisponibili linformatore gli regala una bilancia, un misuratore diglicemia, un bel volume scientifico da mezzo milione (di lire). Fi-no allanno scorso per i medici di base cera anche un bel con-gresso a Ischia, a Capri o sulla Costa Smeralda. Da questannonon pi possibile: la legge lo vieta. A meno che non si organiz-zi in sordina. Poi ci sono i medici sfacciati, che oltre a prescrivere

    a rotta di collo pretendono e ottengono cellulari, fax e computer. Tutto a carico delle aziende? Neanche per sogno, la societ formalmente non sa nulla di que-sti regali. linformatore che pensa a tutto, perch qualcuno gliha insegnato come si mettono da parte i fondi neri. E gli ospedalieri? Per loro, soprattutto se direttori di dipartimento, primari, com-pilatori di cartelle cliniche, i congressi alle Bahamas ci sono an-cora. Dove possono portare lamante o qualche paziente. Allini-zio di ogni anno a ciascun informatore lazienda spedisce una no-

    ta dove gli indica quanti inviti ha a disposizione e per dove.

    Cinque edizioni, una minaccia di querela da parte dellOr-dine dei medici di Savona, una feroce polemica con lex-pre-sidente dellAiisf (Associazione Italiana Informatori Scienti-fici del Farmaco) del Piemonte e tante prime pagine per unoscandalo che non sembra mai dover finire.Il libro spiega dettagliatamente come viene praticato il reatodel comparaggio, ossia quel meccanismo attraverso il qua-

    le le case farmaceutiche riescono a far s che i medici pre-scrivano proprio i loro prodotti, con danni per il Sistema Sa-nitario Nazionale (e quindi alla collettivit, a tutti noi), masoprattutto per la salute dei pazienti, ai quali non viene pre-scritto il farmaco pi appropriato ma quello pi convenien-te per chi compila la ricetta.

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    se saranno 50 o 60mila, 500mila lire di gadget allanno per ognu-no sono 25 miliardi.Ci sono le cene... per aggiornare i medici. In realt serve per man-giare pesce in ristoranti di lusso, cene da 250mila lire... Ogni me-dico va a circa 100 cene allanno. Totale: 100 miliardi... La fraseclassica : Dobbiamo vendere questo farmaco e abbiamo decisodi investire su di lei. E ti offrono una stampante, un modem, un

    televisore. Guardi questo: un Pentium III. arrivato ieri. Oradevo buttare i due arrivati lanno scorso... In cambio si aspettanoche tu prescriva il loro farmaco. Come controllano? Con i dati divendita delle farmacie della tua zona. E se i riscontri sono negati-vi? Il prossimo anno niente computer. E poi ci sono i viaggi. Lichiamano viaggi scientifici. Meeting e congressi. Tutti in luoghidi interesse scientifico: Marrakech, Sharm el Sheik, Taormina. Percapire linteresse dei viaggi scientifici basterebbe fare il rapportofra medici saliti sullaereo e quelli presenti alle relazioni del con-

    gresso... Guardi questo foglietto: computer 120, stampante 29,cellulare Gsm 26, fotocamera digitale 40. Sa cosa vuol dire? Seprescrivo 120 scatole di un certo medicinale mi danno un com-puter. Con 26 un cellulare... Questanno ho ricevuto un tv color;libri per mezzo milione, un computer, un cellulare, 2 milioni incontanti... Non ne potevo pi di computer e di cellulari: arri-vato un biglietto di auguri con assegno allegato... Per una certamalattia ci sono dieci farmaci basati sulla stessa molecola. Se neprescrivo uno piuttosto che un altro non cambia nulla. Cambia

    chi le manda il computer. Finalmente ha capito. Cambia soloquello.

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    I creatori del comparaggio sono tuttora tra noi, ovviamente im-puniti, e continuano a fare danni nonostante tut to e tut ti e han-no trascinato sulla loro strada, volenti o nolenti, coloro che vo-gliono in qualche modo operare nel mercato farmaceutico.

    A questo punto va ricordata la legge, perch importanteche, durante la lettura di queste pagine, si tenga presente ciche dice il calpestato D.L. 30 dicembre 1992 n.541: Nelquadro dellattivit di informazione dei medicinali svoltapresso i medici o farmacisti vietato concedere, offrire opromettere premi, vantaggi pecuniari o in natura, salvo chesiano di valore trascurabile e siano comunque collegabili al-lattivit espletata dal medico o dal farmacista.La legge del 1992. La situazione quella che affioraogni tanto nelle pagine dei giornali e che stata ben fo-tografata in una puntata diReport, Rai Tre, di Milena Ga-

    banelli, gioved 11 ottobre 2001, puntata a cura di PaoloBarnard.Se prescrivi questo farmaco ti regalo un computer, un viag-gio, un cellulare. Cos, secondo un anonimo intervistato, lecase farmaceutiche gratificherebbero molti dottori. E ilbello che loro non sanno dire no. Apre uno scatolone ecomincia a tirar fuori penne biro, calcolatrici, ombrelli, col-tellini, guide stradali, portachiavi, clessidre, caramelle.Questo tutto ci che arrivato il mese scorso...

    Sa quante penne biro distribuiscono in un anno? Io ne ricevo 500di scarso valore e una mezza dozzina di valore. E altra paccotti-glia, dal coltellino elvetico per medici, alle monografie darte (inlibreria a 150mila lire), allAtlante Sanitario dItalia, alla GuidaMichelin (32mila lire), allombrello sponsorizzato. I medici di ba-

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    za dei pazienti, i quali lo impiegano come redattore di ricet-te. Che la complessit della materia esorbitante. Chelinformazione non dovrebbe provenire solo dalle aziende.Dalle aziende, tramite gli informatori scientifici.Angelo De Rita, decano degli informatori, gi presidenteitaliano della principale associazione che li riunisce (con

    10mila iscritti), lamentava che da anni si chiedeva un alboper poter intervenire l dove ci sono delle violazioni deon-tologiche. Ma moralizzare il sistema non va bene alle azien-de. Troppo spesso i medicinali sono considerati bene di con-sumo e il marketing ha il sopravvento. Cos ci sono aziendeche non rispettano, per esempio, la legge che obbliga las-sunzione, dal 93, di informatori laureati in scienze biologi-che, farmaceutiche, medicina o in chimica e la raggira assu-mendo con contratti particolari. Per poi ricattarli e costrin-

    gerli a piazzare i farmaci, controllandoli con indagini sulterritorio che arrivano a dire che in quella farmacia il tal me-dico ha prescritto tot medicine dopo lincontro con quel-linformatore. Questo moralmente sbagliato. Cos co-me conclude De Rita laltra grande violazione in meritoal giochino: prescrizione uguale viaggio o regalo costoso.Con un albo potremmo radiare chi si presta a queste cose ea denunciare le aziende. vero, e per questo, allepoca uscimmo fuori con un codi-

    ce deontologico molto rigoroso e tuttora in vigore ribatte-va Ivan Cavicchi, direttore generale di Farmindustria cheben distingue la scienza dal turismo. Dunque, per esempio,vieta alle aziende di organizzare congressi in localit esclusi-vamente turistiche. Od offrire premi che non siano legati al-lattivit farmaceutica. Pu essere che tutto questo accada

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    Chi decide di prescrivere?

    La risposta ovvia: il medico. dice al Corriere della Seradel 21/8/2001 Emilio De Lipsis, internista, docente allUni-versit di Roma, e consulente medico del Codacons Medi-co che ormai troppo spesso per qualsiasi malattia risponde

    con le ricette, troppe, anche per un semplice raffreddore.Dalt