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Anno V Numero 1124 Venerdì 26 Maggio 2017 S. Filippo Neri AVVISO Ordine 1. ORDINE: Progetto “Un Farmaco per tutti”; 2. Concorso straordinario 3. ORDINE: corso sulle manovre di I° soccorso Notizie in Rilievo Scienza e Salute 4. INFARTO, arrabbiarsi può scatenarlo”, VERO o FALSO? 5. Perché nella corsa può comparire dolore a fianco e fegato? Prevenzione e Salute 6. Endometriosi, nemica della fertilità e della sessualità delle donne 7. Ascessi e fistole perianali 8. Colon Irritabile Meteo Napoli Venerdì 26 Maggio Variabile Minima: 15° C Massima: 25 °C Umidità: Mattina = 71% Pomeriggio = 60% INFARTO, arrabbiarsi può scatenarlo”, VERO O FALSO? Alcuni credono che “arrabbiarsi a morte” e cioè arrabbiarsi così tanto da sentire il cuore scoppiare, possa scatenare l’infarto. Vero o falso? L’abbiamo chiesto alla dott.ssa Maddalena Lettino, resp. dell’Unità operativa di Cardiologia dello Scompenso Humanitas. Arrabbiarsi tanto può scatenare davvero l’infarto soprattutto nelle persone che già presentano una malattia coronarica ancora asintomatica o che presentano alti livelli di rischio cardiovascolare come le persone obese, ipertese, affette da sindrome metabolica spiega l’esperta. In realtà, soprattutto quando ad arrabbiarsi sono le donne, talvolta può svilupparsi quella che negli ultimi cinque anni è diventata una malattia sempre più nota, ovvero la cardiomiopatia da stress, malattia del muscolo cardiaco che si presenta con tutti i segni dell’infarto senza esserlo realmente e senza presentare spesso una prognosi così sfavorevole. All’esordio si manifestano condizioni identiche a quelle che sperimenta un paziente con infarto cardiaco come malessere, sudorazione e dolore toracico; persino l’elettrocardiogramma e l’ecocardiogramma mostrano un quadro di infarto senza che si possa trovare alcuna patologia coronarica. L’evoluzione di questa cardiomiopatia è fortunatamente spesso benigna. La sua causa è ancora ignota, anche se si sa che arrabbiarsi può scatenarla, che spesso si risolve completamente nel tempo senza lasciare esiti e che non si tratta con i farmaci che si impiegano nella cura dell’infarto. Va da sè che imparare a gestire lo stress anche attraverso attività fisiche “tranquillizzanti”, come lo yoga e il pilates anche praticato in acqua, non solo aiuterebbe a non arrabbiarsi così tanto ma anche a prevenire diverse forme di malattie cardiovascolare.” (Salute, Humanitas) SITO WEB ISTITUZIONALE : www.ordinefarmacistinapoli.it E-MAIL: [email protected] ; [email protected] SOCIAL Seguici su Facebook Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli iBook Farmaday Proverbio di oggi….…….. Cu n’uocchio guarda a jatta e cu n’ate frje o’ pesce VERO

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Anno V – Numero 1124 Venerdì 26 Maggio 2017 – S. Filippo Neri

AVVISO Ordine

1. ORDINE: Progetto “Un

Farmaco per tutti”;

2. Concorso straordinario

3. ORDINE: corso sulle

manovre di I° soccorso

Notizie in Rilievo

Scienza e Salute 4. “INFARTO, arrabbiarsi

può scatenarlo”,

VERO o FALSO?

5. Perché nella corsa può

comparire dolore a fianco

e fegato?

Prevenzione e Salute

6. Endometriosi, nemica

della fertilità e della

sessualità delle donne

7. Ascessi e fistole perianali

8. Colon Irritabile

Meteo Napoli

Venerdì 26 Maggio

Variabile

Minima: 15° C Massima: 25 °C Umidità: Mattina = 71%

Pomeriggio = 60%

“INFARTO, arrabbiarsi può scatenarlo”, VERO O FALSO?

Alcuni credono che “arrabbiarsi a morte” e cioè arrabbiarsi così tanto da sentire il cuore scoppiare, possa scatenare l’infarto. Vero o falso?

L’abbiamo chiesto alla dott.ssa Maddalena Lettino, resp. dell’Unità operativa di Cardiologia

dello Scompenso Humanitas. “Arrabbiarsi tanto può scatenare

davvero l’infarto soprattutto nelle persone che già presentano una malattia coronarica ancora asintomatica o che presentano alti livelli di rischio cardiovascolare come le persone obese, ipertese, affette da sindrome metabolica – spiega l’esperta. In realtà, soprattutto quando ad arrabbiarsi sono le donne, talvolta può svilupparsi quella che negli ultimi cinque anni è diventata una malattia sempre più nota, ovvero la cardiomiopatia da stress, malattia del muscolo cardiaco che si presenta con tutti i segni dell’infarto senza esserlo realmente e senza presentare spesso una prognosi così sfavorevole. All’esordio si manifestano condizioni identiche a quelle che sperimenta un paziente con infarto cardiaco come malessere, sudorazione e dolore toracico; persino l’elettrocardiogramma e l’ecocardiogramma mostrano un quadro di infarto senza che si possa trovare alcuna patologia coronarica. L’evoluzione di questa cardiomiopatia è fortunatamente spesso benigna. La sua causa è ancora ignota, anche se si sa che arrabbiarsi può scatenarla, che spesso si risolve completamente nel tempo senza lasciare esiti e che non si tratta con i farmaci che si impiegano nella cura dell’infarto. Va da sè che imparare a gestire lo stress anche attraverso attività fisiche “tranquillizzanti”, come lo yoga e il pilates anche praticato in acqua, non solo aiuterebbe a non arrabbiarsi così tanto ma anche a prevenire diverse forme di malattie cardiovascolare.” (Salute, Humanitas)

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Proverbio di oggi….…….. Cu n’uocchio guarda a jatta e cu n’ate frje o’ pesce

Chi troppo s’inchina, mostra il sedere

VERO

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PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1124

PREVENZIONE E SALUTE

ENDOMETRIOSI, NEMICA DELLA FERTILITÀ E DELLA SESSUALITÀ DELLE DONNE

L’endometriosi ha la stessa incidenza del diabete ma è una malattia poco conosciuta.

Colpisce solo le donne, in Italia stime parlano di tre milioni di donne colpite ma manca un registro nazionale. Come spiega il dr Carlo De Cicco, ginecologo del Policlinico Campus Bio-medico di Roma la malattia consiste nella crescita dell’endometrio, il tessuto che ricopre l’utero, fuori dall’utero. Con la mestruazione il tessuto si infiamma e sanguina provocando forti dolori. Sono dolori simili a quelli mestruali ma molto più intensi, che si possono avere anche durante i rapporti sessuali e in tutta la zona pelvica. Come racconta Mario Malzoni, dir. del centro di chirurgia pelvica avanzata dell’omonima clinica: «Fondamentale per la diagnosi della malattia è l’ecografia pelvica realizzata in un centro di riferimento per la malattia». In particolare per i casi di ENDOMETRIOSI INFILTRANTE che ha attaccato quindi altri organi vicini all’utero la diagnosi va fatta «nei centri di riferimento con esperti. Non sempre c’è dolore nell’endometriosi infiltrante anche se in genere con una anamnesi accurata il dolore emerge». Molto importante è poi farsi operare da mani esperte perché gli interventi posso andare a toccare la «riserva ovarica», e quindi la fertilità. Gli interventi sono in laparoscopia, una tecnica che consiste in una sonda introdotta attraverso l’ombelico e nonostante si tratti di una tecnica poco invasiva ma praticata in anestesia generale se non fatta correttamente, le aderenze si riformano. Curarsi può rappresentare una roulette russa a partire dalla diagnosi, in capo ai ginecologi che non sempre sono adeguatamente informati della malattia. Le cure non ci sono, dopo le operazioni chirurgiche la malattia torna e una terapia farmacologica a base di estrogeni aiuta a tenere sotto controllo la patologia. La pillola «è come un paio di scarpe, bisogna trovare quella adatta all’assetto ormonale della paziente». I costi di mancata diagnosi sono molto alti e anche i tempi assai lunghi. A questi si associano i costi farmacologici, le cure riabilitative ed i giorni di lavoro persi, in media cinque al mese, i costi sociali e di vita: un’indagine conoscitiva del Senato ha evidenziato che nel 73% dei casi la malattia cambia la vita nel 77% dei casi se si ha una relazione, ci si separa o divorzia.

Inoltre se la malattia non è presa in tempo porta a infertilità: oltre la metà delle donne che ne soffrono hanno dai 29 ai 39 anni e scoprono la malattia quando provano ad avere un figlio, perché il dolore associato alla mestruazione viene giudicato dal medico normale. Rimanere incinta può essere molto difficile: «L’endometriosi non determina in senso assoluto infertilità, dipende dal tipo di manifestazione della malattia: quella ovarica è associata a infertilità perché la donna ovula meno e gli ovociti prodotti sono meno performanti, se invece l’endometriosi è presente a livello peritoneale la donna può concepire. Si dice che l’infertilità non è data dalla malattia ma dall’infiammazione conseguente alla malattia». La soluzione può essere ricorrere alla fecondazione assistita e congelare le uova prima degli interventi «di pulizia» anche se i costi sono tutti a carico della paziente. (Salute, Il Secolo XIX)

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PREVENZIONE E SALUTE

ASCESSI E FISTOLE PERIANALI

Gli ascessi e le fistole perianali rientrano tra le più comuni patologie anorettali.

: è una raccolta di pus che si forma in prossimità dell’ ano e del retto ed è la

conseguenza di un’ infezione che si sviluppa in

corrispondenza di piccole ghiandole presenti nel canale anale.

Esistono alcune condizioni che possono favorire la formazione di un

ascesso ma nella maggior parte dei casi si sviluppa in condizione di

benessere.

La sintomatologia è caratteristica e comprende dolore intenso sordo

continuo, febbre e una tumefazione sottocutanea calda ed arrossata.

In alcune circostanza la tumefazione può non essere visibile e l’unico

sintomo essere rappresentato dal dolore. In presenza di un ascesso e’

necessario provvedere ad un drenaggio ovvero ad un incisione che possa

permettere la fuoriuscita del pus e la guarigione della cavità.

In base alle dimensioni, alla sede ed alle caratteristiche della raccolta può essere eseguito

ambulatorialmente o richiedere un ricovero utilizzando diverse tecniche anestesiologiche.

Nella maggior parte dei casi, superato il periodo postoperatorio il problema è risolto definitivamente;

esiste tuttavia la possibilità che si formi un nuovo ascesso e questo e’ purtroppo

imprevedibile e non prevenibile. Esiste infine la possibilità che si formi una fistola.

: è l’ evoluzione di un ascesso ed è un tramite che si forma tra l’ ultimo tratto di intestino,

ovvero il retto e la cute che circonda l’ ano.

La sintomatologia classica è costituita dalla presenza di una tumefazione simile ad un foruncolo attorno

all’ ano attraverso la quale fuoriesce in maniera intermittente materiale purulento, ematico e a volte

fecale.

La diagnosi in genere viene posta mediante una visita, anche se in casi particolari e soprattutto nelle

recidive l’ utilizzo di esami quali l’ endoscopia, l’ecografia transanale, la risonanza magnetica e la

manometria anorettale possono essere utilizzato per definire meglio le caratteristiche anatomiche ed i

rapporti con le strutture circostanti ed in particolare gli sfinteri, ovvero le strutture muscolari che

controllano la continenza.

La terapia è chirurgica e consiste nella asportazione o apertura del tramite fistoloso in modo da

permetterne la guarigione con varie tecniche.

Il decorso postoperatorio in genere è un poco fastidioso perche la ferita deve guarire gradualmente e le

secrezioni si riducono progressivamente, ma non doloroso.

E’ una patologia che tende con una certa frequenza a recidivare e anche qui la prevenzione della

eventuale recidiva e’ impossibile.

In conclusione gli ascessi e le fistole perianali rappresentano due fasi diverse della stessa malattia che

può condizionare pesantemente la qualità della vita e che richiede una diagnosi precoce ed un adeguato

trattamento chirurgico in genere curativo.

(Salute, Donna)

ASCESSO

FISTOLA

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PREVENZIONE E SALUTE

COLON IRRITABILE

Anche se è una malattia benigna, è comunque in grado di condizionare la qualità di vita di chi ne è affetto

La sindrome del colon irritabile può interessare chiunque, indipendentemente dall’età e dal sesso. È dunque più diffusa nelle società industrializzate, dove ne è affetto il 15% circa della popolazione.

CAUSE: vanno ricercate in vari fattori: genetici, alimentari, ambientali,

psicologici (ansia-depressione), immunitari e ormonali. Alla base dei disturbi vi è un aumento della sensibilità del colon che diviene

“irritabile” nei confronti degli stimoli esterni, oltre a un’alterazione dello svuotamento intestinale.

: Si può parlare di sindrome dell’intestino irritabile quando sono presenti tre sintomi

principali: dolore o fastidio, presente da almeno tre mesi, soprattutto durante il giorno, che si riduce con l’eliminazione di feci e gas, alterata eliminazione delle feci (stitichezza o diarrea, oppure stitichezza alternata a diarrea) a volte associata a presenza di muco eccessiva produzione di gas intestinali, con distensione dell’addome e fastidiosi rumori intestinali. La diagnosi è clinica, cioè non la si ottiene con esami di laboratorio o strumentali, ma soltanto sulla base dei sintomi lamentati dal malato e dai riscontri ottenuti durante la palpazione dell’addome, che in genere evidenzia un colon contratto e dolorante. Tuttavia, bisogna precisare che a volte non è possibile diagnosticare la sindrome dell’intestino irritabile sulla sola base dei sintomi escludendo altre malattie benigne o maligne del colon, ma si deve sottoporre il malato a esami come la colonscopia o la radiologia. Un dolore all’addome o un’alterazione nell’evacuazione delle feci che ha fatto la sua comparsa per la prima volta dopo i 50 anni, devono necessariamente essere indagati con la colonscopia.

: Anche se è difficile guarire definitivamente dalla sindrome del colon irritabile, è stato osservato che con il tempo le crisi diventano sempre più rare e gli episodi meno dolorosi. Infatti, il malato impara a riconoscere e a evitare tutto quello che è dannoso per il proprio intestino, in particolare per quanto riguarda l’alimentazione.

I principali consigli per un’alimentazione corretta sono due:

“riempire” il colon con fibre per ridurne la spasticità e favorire una facile eliminaz. di feci e gas

ridurre il gonfiore addominale, eliminando quegli alimenti che favoriscono la sua comparsa. Tra questi, ci sono soprattutto i legumi e alcuni vegetali (carciofi, cavoli, cavolfiore, verza, cipolle e, in minor misura, patate e melanzane), oltre alla frutta eccessivamente matura o zuccherina (fichi, uva, cachi, albicocche). Tra i vegetali vanno preferiti i finocchi, le verdure amare e la rucola, mentre tra la frutta è bene mangiare mele e pere. A volte, la sola corretta alimentazione non è sufficiente a eliminare il disturbo, per cui è necessario intervenire caso per caso con farmaci contro la spasticità del colon o che regolano lo svuotamento dell’intestino. Inoltre, oggi si fa ampio utilizzo dei probiotici, che introducono nell’intestino miliardi di batteri vivi (lattobacilli e bifidobatteri), in grado di regolarizzare lo svuotamento del colon e di ridurre il gonfiore addominale. (Più sani più belli)

Non solo Farmaci

COLPISCE PIÙ SPESSO LE PERSONE EMOTIVE O QUELLE CHE HANNO UNO STILE DI VITA FRENETICO E STRESSANTE

COME si SCOPRE

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SCIENZA E SALUTE

PERCHÉ NELLA CORSA PUÒ COMPARIRE DOLORE A FIANCO E FEGATO?

Il “dolore al fianco del runner” è un dolore tipico che può comparire, almeno una volta, nella zona del fegato degli appassionati della corsa sia che si tratti di corridori amatoriali, cioè chi pratica la corsa saltuariamente come attività fisica per mantenersi in forma, sia che si tratti di runner, cioè di professionisti che corrono le maratone o le lunghe distanze come le ultra maratone.

Il dolore al fianco destro dove si trova il fegato è un tipo di dolore che può insorgere soprattutto durante l’allenamento o la corsa di medio-alta intensità, anche se non c’è alcuna relazione dimostrata tra dolore al fianco e l’essere più o meno allentati in uno sport come la corsa. Può capitare quindi che durante la corsa anche il runner più allentato possa sentire un dolore al fianco e pensare che sia riferito al fegato perché compare nell’area sottocostale

destra. La causa potrebbe essere dovuta : all’accumulo di sangue che si ha a livello epatico in seguito allo sforzo fisico durante la corsa – spiega il dr R. Ceriani, specialista in Medicina Generale ed Epatologia di Humanitas. L’aumento dell’afflusso di sangue è legato alla difficoltà del ritorno venoso al cuore destro

che porta il fegato a “gonfiarsi”, si distende la membrana che lo ricopre, detta membrana glissoniana, che è innervata, determinando così un dolore al fianco che talvolta è così acuto da dare la sensazione di “togliere il fiato” costringendo il runner a rallentare l’intensità della corsa o addirittura fermarsi. Anche il diaframma, ovvero il muscolo che divide il torace dall’addome, potrebbe essere coinvolto nell’insorgenza del dolore al fianco del runner soprattutto in seguito ad una respirazione non corretta ed affannosa che determina stiramento e quindi infiammazione dei ligamenti diaframmatici. Generalmente è sufficiente diminuire lo sforzo e quindi rallentare l’intensità della corsa o fermarsi per qualche minuto perché il dolore gradualmente scompaia. Se il disturbo dovesse protrarsi a lungo dopo lo sforzo fisico è utile invece sottoporsi ad una visita medica ed a eventuali approfondimenti diagnostici per la valutazione dello stato di salute del fegato. La visita medica può aiutare ad escludere anche altre cause correlate al dolore al fianco come la: presenza di calcoli in colecisti, duodenite, cioè la presenza di un’infiammazione nel duodeno ovvero il tratto più alto

dell’intestino tenue o infiammazioni intestinali. (Salute, Humanitas)

È VERO CHE ESISTONO PERSONE CHE HANNO ALCUNI ORGANI INVERTITI?

Esistono: sono quelle colpite da una rara anomalia congenita, conosciuta dai medici come situs viscerum inversus. Le persone che presentano questa malformazione nascono con alcuni organi collocati in posizione speculare rispetto a quella naturale: per esempio, con

il cuore, lo stomaco e la milza a destra l’appendice e il fegato a sinistra.

Benché grave, l’anomalia è generalmente compatibile con una normale funzionalità dell’organismo (anche quando non solo uno, ma tutti gli organi si trovino fuori dalla loro sede naturale), tanto che la si scopre in genere solo in seguito a radiografie, richieste per altri motivi. (Focus)

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ORDINE: ASSEMBLEA ORDINARIA 2017

E’ convocata l’Assemblea Ordinaria degli iscritti all’Albo.

Il giorno 29 Maggio 2017 alle ore 20,30 in seconda convocazione, presso la sede dell’Ordine sita in - Via Toledo n. 156 - Napoli, per procedere alla discussione del seguente Ordine del giorno: 1 – Approvazione Verbale Assemblea Ordinaria 2016; 2 - Approvazione Bilancio Consuntivo 2016; 3 - Approvazione Bilancio Preventivo 2017; 4 – Relazione del Presidente; 5 – Varie ed Eventuali.

ORDINE: “SINTOMI in FARMACIA – Ruolo del FARMACISTA Influenza, Raffreddore, Influenza e Raffreddore, Mal di Gola, Rinite,

Tosse, Sinusite, Patologie dell’Orecchio”

Di seguito schema generale del corso.

SCHEMA DEL CORSO FAD IN FARMADAY: 30 CF Modulo TITOLO Data N. Modulo TITOLO Data N.

3/A Influenza e Raffreddore 1 18-Mag 16 QUESTIONARIO n. 5

3/B Influenza e Raffreddore 2 19-Mag 17 6/A Tosse 1 21-Giu 38

3/C Influenza e Raffreddore 3 22-Mag 18 6/B Tosse 2 22-Giu 39

3/D Influenza e Raffreddore 4 23-Mag 19 6/C Tosse 3 23-Giu 40

3/E Influenza e Raffreddore 5 24-Mag 20 6/D Tosse 4 26-Giu 41

3/F Influenza e Raffreddore 6 25-Mag 21 6/E Tosse 5 27-Giu 42

3/G Influenza e Raffreddore 7 26-Mag 22 6/F Tosse 6 28-Giu 43

QUESTIONARIO n.3 6/G Tosse 7 29-Giu 44

4/A Mal di Gola 1 29-Mag 23 6/H Tosse 8 30-Giu 45

4/B Mal di Gola 2 30-Mag 24 6/I Tosse 9 3-Lug 46

4/C Mal di Gola 3 31-Mag 25 QUESTIONARIO n. 6

4/D Mal di Gola 4 5-Giu 26 7/A Sinusite 1 4-Lug 47

4/E Mal di Gola 5 6-Giu 27 7/B Sinusite 2 5-Lug 48

4/F Mal di Gola 6 7-Giu 28 7/C Sinusite 3 6-Lug 49

QUESTIONARIO n. 4 QUESTIONARIO n. 7

5/A Rinite 1 8-Giu 29 8/A Patologie dell’Orecchio 1 7-Lug 50

5/B Rinite 2 9-Giu 30 8/B Patologie dell’Orecchio 2 10-Lug 51

5/C Rinite 3 12-Giu 31 8/C Patologie dell’Orecchio 3 11-Lug 52

5/D Rinite 4 13-Giu 32 QUESTIONARIO n.8

5/E Rinite 5 14-Giu 33

5/F Rinite 6 15-Giu 34

5/G Rinite 7 16-Giu 35

5/H Rinite 8 19-Giu 36

5/I Rinite 9 20-Giu 37

Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli

La Bacheca

Si può partecipare al corso

fino al 25 Giugno 2017

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Modulo 3/G:

SINTOMI IN FARMACIA:

Ruolo del Farmacista

INFLUENZA e RAFFREDDORE (VII)

Casi Pratici che si presentano in Farmacia di

soggetti affetti da Raffreddore e/o Influenza.

E’ venerdì pomeriggio. Un uomo di trent’anni chiede al Farmacista per il

suo bambino di 4 anni un consiglio per alleviare i sintomi di mal di

orecchio. Il bambino ha avuto un raffreddore qualche giorno fa ma

sebbene gli altri sintomi siano passati gli è rimasto un noioso mal di

orecchie. Inoltre, il suo viso è arrossato e caldo e negli ultimi giorni è

stato molto litigioso e irritato. Il padre e la mamma sono molto

preoccupati per la condizione del figlio.

Punto di vista del Farmacista: essendo un bambino di 4 anni evidenzia i segni di

una infezione alle orecchie. In aggiunta al mal di orecchie il bambino ha un malessere

generale e può essere febbricitante. In questi casi il trattamento con farmaci OTC è

inadeguato eccetto forse nel consigliare un analgesico-antipiretico in attesa che il

medico controlli il bambino. Il Paracetamolo potrebbe essere una buon consiglio,

tenere il bambino in ambiente caldo e confortevole e raccomandare il padre del

bambino, che nel caso in cui i sintomi dovessero peggiorare, di contattare la domenica

il medico.

Punto di vista del Medico: la storia del bambino è tipica di una otite media. Le

gocce nelle orecchie non sono adeguate; se i sintomi non migliorano con il

paracetamolo è opportuno l’impiego di un antibiotico come la Amoxicillina.

Il link che vi “porterà” direttamente sulla piattaforma FAD del Provider.

https://fad.ocmcomunicazioni.com

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ORDINE: Progetto “UN FARMACO PER TUTTI” Il progetto ha come finalità l’utilizzo di farmaci, le cui confezioni siano integre, ma anche di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende farmaceutiche, nonché di privati a seguito di cambio/fine terapia o decesso di un congiunto malato.

I colleghi volontari che intendono partecipare al progetto condiviso dalla Associazione Cattolici Farmacisti Italiani – sez. Napoli (UCFI) potranno farlo contattando gli Uffici dell’Ordine o inviando una e-mail all’indirizzo: [email protected]

FARMACIE - COME ADERIRE: Clicca sul link sottostante e compila il form in modo da avere le informazioni utili riguardo il luogo di consegna del contenitore per la raccolta dei farmaci.

http://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1097-un-farmaco-per-tutti

Consegna dei Farmaci all’Elemosiniere del Santo

Padre,

Arcivescovo

KONRAD KRAJEWSKI,

“L’uomo che aiuta i poveri

per conto del

Papa FRANCESCO”.

FARMACISTI VOLONTARI: Come Aderire

RACCOLTI FINORA PIÙ DI 65.000 CONFEZIONI DI FARMACI E DISPOSITIVI DONATI AI SEGUENTI ENTI ASSISTENZIALI:

La Tenda, La Casa di Tonia, Emergency, Ordine di Malta, UNITALSI Campania, Stelle in Strada, Suore della Carità di Madre Teresa di Calcutta,

Elemosiniere del Santo Padre, Croce Rossa,

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