Fare scienza: un problema di metodo - Ordine dei … articoli che “dimostrano” ik 5 Gli...
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015 Fare scienza: un problema di
metodo
“Ars bene disponendi seriem plurimarum cogitationum” (Logica di Port Royal, Arnauld e Nicole 1662) Il metodo è l’arte di porre, in una sequenza corretta, una successione di passi da compiere per conoscere la realtà.
“Il metodo è un insieme di regole certe e facili che, da chiunque esattamente osservate, gli renderanno impossibile rendere il falso per vero; senza consumare inutilmente alcuno sforzo della mente, ma aumentando sempre gradualmente il suo sapere, lo condurranno alla conoscenza vera di tutto ciò che sarà capace di conoscere” (Cartesio, quarta Regula ad directionem ingenuii, 1628). Un razionalista
“Il nostro metodo di ricerca mette quasi alla pari tutti gli ingegni, perché lascia poco spazio alle capacità individuali, ma le lega a regole solidissime con dimostrazioni” (Bacone, Novum Organum, aforisma 122, 1620) Un empirista
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METODO SCIENTIFICO
R. Cartesio (fece del 'problema del metodo' il problema fondamentale della filosofia),
G. Galilei (definì il metodo ipotetico-sperimentale della scienza moderna).
L'indagine sui m. scientifici si è rinnovata nel primo Novecento tramite l'epistemologia.
Mètodo sperimentale
Procedimento che si affermò nell'indagine scientifica a partire dagli inizi del 17° secolo.
Consiste nel sottoporre le ipotesi scientifiche a procedure di controllo
sperimentale, che servono a confermarle (nel qual caso le ipotesi si trasformano
in leggi scientifiche) o a confutarle.
Teorizzato da F. Bacone e, in modo assai più sistematico, da G. Galilei, il m.s. si è
affinato nel 19° e 20° sec., riproponendo la contrapposizione tra una
concezione induttiva (sostenuta, per es., da J.S. Mill) e una ipotetico-
deduttiva (difesa da W. Whewell).
Nel Novecento tale contrapposizione si è rinnovata nella filosofia della scienza con la
controversia tra i positivisti logici e la teoria del metodo scientifico di K.R. Popper.
Metodo Induttivo vs
Ipotetico-Deduttivo
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Esempio di metodo deduttivo: non è l'osservazione a spronare la
scienza, bensì il sorgere di problemi e il
tentativo costante di eliminare gli errori Il metodo induttivo
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Popper, Sir Karl Raimund. - Filosofo della scienza (Vienna 1902 - Croydon 1994). Tra
i maggiori filosofi della scienza del sec. 20º, ha esercitato grande influenza per la sua
concezione fallibilistica della conoscenza e del metodo scientifico.
Pur vicino alle posizioni del «Circolo di Vienna», non ne accettò il criterio di
significanza, che faceva consistere il senso delle asserzioni scientifiche nella loro
verificabilità empirica (1935; trad. ingl. The logic of scientific discovery, 1959, da cui la
trad. it. 1970) e tendeva inoltre a recuperare questioni da quello escluse come non
pertinenti all'ambito scientifico, quali i problemi sociologici e storiografici.
Sottolineando l'impossibilità logica di derivare asserzioni universali (leggi
scientifiche) da asserzioni singolari descriventi osservazioni empiriche, P. pose
radicalmente in discussione il valore e l'esistenza stessa dei procedimenti
induttivi.
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015 Sin dalla sua prima opera, la Logik der Forschung, sulla base di un'asimmetria tra
verificazione e falsificazione - per la quale un numero per quanto elevato di
conferme non è mai sufficiente a verificare in modo conclusivo
un'asserzione universale (prototipo delle leggi scientifiche) mentre un solo
esempio negativo basta a invalidarla -,
P. ha ravvisato nella «falsificabilità» la caratteristica delle teorie scientifiche
(caratteristica che le distingue dalle dottrine metafisiche) e nel metodo ipotetico-
deduttivo il procedimento tipico della conoscenza scientifica: piuttosto che
per generalizzazioni induttive (a cui si riduce per P. il verificazionismo
neopositivistico), questa procederebbe tramite ipotesi che vengono sottoposte a
«severi» tentativi di falsificazione, consistenti nel saggiarne la validità
mediante il controllo delle conseguenze empiriche.
La continua applicazione di tale metodo, implicante o la temporanea
«corroborazione» (termine che P. preferisce a «conferma», che ritiene
compromesso con l'epistemologia induttivistica) delle ipotesi o la sostituzione
delle teorie falsificate dall'esperienza con nuove teorie, è per P. espressione
del carattere mai definitivo del sapere scientifico, ma al tempo stesso garanzia
della crescita della conoscenza e del suo indefinito avvicinarsi alla verità.
Critico tanto dell'empirismo quanto del convenzionalismo, P. ha sostenuto la
priorità delle assunzioni teoriche rispetto ai dati osservativi, che avrebbero la
funzione di controllo delle teorie (razionalismo critico), difendendo una teoria della
conoscenza per prova ed errore che è successivamente sfociata in una
concezione evoluzionistica in cui la conoscenza e la stessa attività scientifica sono
considerate continue con l'evoluzione naturale.
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Il tacchino induttivista….
Bertrand Russell (1872-1970)
… anche il tacchino americano, che il contadino nutre con regolarità tutti i giorni,
può arrivare a prevedere che anche domani sarà nutrito...
ma "domani" è il giorno del Ringraziamento e l'unico che mangerà sarà l'allevatore!
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Lo stesso Einstein aveva colto la questione quando diceva di sé:
“nessun esperimento potrà dimostrare che ho ragione,
mentre un solo esperimento potrà dimostrare che ho
sbagliato”
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Gli scienziati, soprattutto gli sperimentali, non hanno mai
realmente dimostrato di avere abbandonato del tutto l’induttivismo,
e le due concezioni del metodo scientifico continuano a
convivere.
La sperimentazione dovrebbe volgere alla falsificazione, invece
molto spesso è volta a cercare di “dimostrare” una qualche
“verità” (verificazionismo).
L’evidenza è che nella letteratura scientifica si pubblicano solo
articoli che “dimostrano” qualcosa (e.g. statisticamente
significativo), mai articoli con risultati negativi (e.g. non
significativo).
«Drawing effect…»
Così facendo la conoscenza è distorta.
Mancano articoli con risultati negativi!
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Allora, come si dovrebbe procedere?
Un esempio
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1. Problema: perché una bottiglia di
spumante lasciata aperta, se messa in frigo
con un cucchiaino inserito nel collo,
previene la sgasatura dello spumante?
2.Teorizzazione (Ipotizzare una spiegazione)
3. Ideazione di un esperimento atto a
confutarla
4. Sperimentazione (Un successo potrebbe
essere un caso: l’importanza delle repliche!
Statistica!!! )
5. Pubblicazione (Comunità scientifica) e
letteratura
• Dividiamoci in «fazioni» che sostengono ognuna una propria tesi.
• Ciascuna fazione dovrebbe ideare e realizzare esperimenti per «smontare» la tesi
delle altre fazioni.
• «Vince» la fazione la cui ipotesi non è stata demolita
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Tipicamente
(abstract)
Introduzione
Illustra dove nasce il problema, le varie teorizzazioni e i
risultati delle sperimentazioni precedenti
Definisce l’ipotesi da testare (l’obiettivo del lavoro)
Materiali e metodi
Definisce le modalità di conduzione dell’esperimento
Risultati
Illustra i risultati dell’esperimento
Discussione
Discute i risultati alla luce delle ipotesi fatte, delle teorie
e dei risultati degli altri scienziati
Conclusioni
Confutazione o temporanea conferma
Riferimenti bibliografici
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Conoscenza
La perfetta conoscenza di tutto quanto hanno già scoperto gli altri prima
di noi, il che alimenta la creatività scientifica (…)
Immaginazione, che però è più importante della conoscenza.
«La fantasia è più importante del sapere» (A. Einstein*)
«L’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata;
l’immaginazione abbraccia il mondo» (A.Einstein*)
(* Pensieri di un uomo curioso, Mondadori)
Curiosità
"Un giorno le macchine riusciranno a risolvere tutti i problemi, ma mai nessuna di esse potrà
porne uno" (Albert Einstein)
Metodo (scientifico)
che però, curiosamente, qui da noi non si insegna quasi mai…
Passione
Per procedere correttamente, dunque,
è importante
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Come?
• Discutere
• Problematizzare (Porsi domande -un’altra cosa a cui non siamo abituati-,
NON dare risposte…)
• Ipotizzare
• Sperimentare (l’insuperabile efficacia dell’esperienza)