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San Matteo

Lezione . Visita del san Matteo con il commento di alcune opere rilevanti

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• La sala delle croci dipinte

• Polittici in legno

• San paolo di Masaccio

• Pala d’altare

• Sculture in legno

• Busto reliquiario

• Terra cotta invetriata

Indice

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Quella nella figura è la “madonna col bambino”

Di Benedetto Buglioni, realizzata con terracotta

invetriata. Attorno all’immagine principale

troviamo una raffinata cornice. La scelta della

terra cotta invetriata è dovuta sia all’effetto

gradevole che essa procura sia al prezzo basso

che implica sia al fatto che la terracotta

invetriata si mantiene più a lungo. Riguardo a

questa tecnica si era innescata un produzione

ripetitiva quasi industriale.

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Busto reliquiario (realizzato da Donatello). Bronzo Dorato destinato alla chiesa d’Ognissanti.Il materiale scelto è singolare perché generalmente si sceglieva l’argento.Singolare è anche la riproduzione realistica del santo, ci troviamo davanti a un ritratto realistico e non idealizzato. Essendo un reliquiario questo busto si configura come un grande contenitore , la cui testa conteneva le reliquie del santo ed era apribile.Per creare i particolari della barba Donatello ricorre a una finissima rinettatura e cesellatura indice

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Nel museo possiamo notare molte sculture in

legno policromo. Non bisogna meravigliarsi né

dello stile né della scelta del materiale. Il legno

non era un materiale così svalutato, anzi era

piuttosto pregiato. Il legno veniva colorato e

elaborato. Non sempre le statue venivano

costruite su uno stesso tronco ma erano

costituite da più parti staccate. La tradizione del

Legno policromo è molto radicata in Toscana

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Nel XV secolo il polittico non era più congeniale(previa committenza) ai gusti dell’epoca. Si verifica così la sostituzione del polittico con la pala di altare . Questa consiste in una sola ambientazione e in un unico spazio (quasi riferimento alla filosofia di ricondurre il molteplice all’unico). La figura principale è sempre al centro e a lato abbiamo i diversi e meno importanti personaggi. Possiamo perfino notare la figura del committente che si intrufola nell’opera. In quel caso o il committente è raffigurato in dimensioni più piccole o comunque occupa uno spazio ambiguo fra il quadro e lo spettatore. Fra i veri e famosi autori ricordiamo Benozzo Gozzoli , allievo di Beato Angelico,con Sacra conversazione (molto diversa da quella del Masaccio)e una crocefissione che a lato presentano san Francesco e Sant’Antonio da Padova. I santi presenti suggeriscono generalmente la reale collocazione del quadro e la committenza.Ricordiamo Gentile da Fabriano con al sua Madonna dell’umiltà

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La denominazione madonna dell’umiltà deriva dal fatto che invece di essere posta su un trono è seduta su un cuscino.

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Sacra conversazione molto realistica . San’Anna è in piedi posta alle spalle della madonna (ha l’aspetto imponente), Maria è seduta e tiene in braccio Gesù. Tramite un gioco di mano i personaggi rimandano l’uno all’altro

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Il san Paolo di Masaccio fa parte di un più grande polittico di

cui le parti sono ora lontane dal Museo San Matteo e sparse a

Napoli,Berlino,Londra. Sebbene l’opera appaia

tradizionale(causa sfoglia d’oro,voluta dalla committenza) si può

riconoscere una certa modernità notandone i colori e la volumetria. Le

pieghe avvolgono un corpo reale e giocano con l’effetto chiaroscurale.

L’uomo e la lancia non sono visti di fronte ma in un profilo di tre quarti

per creare spazio e volumetria . Anche il fratello di Masaccio(Lo Scheggia) si

Dedica alla pittura , con discreti risultati, egli si cimenta in un cassone(opera

che doveva essere una sorta di anta per cassapanca-mobile nunziale).

Leggendo il De Pictura si possono trovare molti punti di contatto con la

tecnica del Masaccio(autore di altre e molte opere innovative).

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Nel medioevo”vanno di moda” i polittici dipinti sul

legno, generalmente con la sfoglia in oro.

I polittici, che possono prendere nomi specifici in

base al numero delle caselle(trittici per

esempio),rappresentano la figura principale al

centro, nella casella centrale generalmente più

imponente. Abbiamo quella che si dice

frantumazione dello spazio . Sotto ad essi troviamo

la predella con forte valore narrativo ed esplicativo.

Il materiale su cui si dipingeva era legno, non legno

grezzo. Dietro a ciò c’era un vero e proprio

procedimento.

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Sala delle croci dipinte

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I crocifissi che vediamo nell’entrata non appartengono al ‘400 ma hanno origini medievali. Osservando i loro corpi e la loro fisionomia si possono percepire i forti legami che avrà la pittura dell’umanesimo con la tradizione. Contrariamente a quanto si pensa non vi è infatti una totale ripresa del classico, ma la ripresa di temi medievali. Si nota subito la staticità e l’inautenticità dei corpi che si tenterà di eliminare nel ‘400 con rappresentazioni tendenzialmente più realistiche(bisogna tenere pur sempre conto della committenza e delle sue richieste).

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