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La zona del PEEP n°38 febbraio 2007 Faenza negli anni 80

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La storia del primo grande agente pubbli-La zona

del PEEP

n°38 febbraio 2007

Faenzanegli anni 80

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Anni come giorni volati viabrevi fotogrammi o treni in galleriaè un effetto serra che scioglie la felicitàdelle nostre voglie e dei nostri jeans che cosa resterà.Di questi anni maledetti dentro gli occhi tuoianni bucati e distratti noi vittime di noiora però ci costa il non amarsi piùè un dolore nascosto giù nell´anima.Cosa resterà di questi Anni Ottantaafferrati già scivolati via......e la radio canta una verità dentro una bugia.Anni ballando, ballando Reagan-Gorbaciovdanza la fame nel mondo un tragico rondò.Noi siamo sempre più soli singole metàanni sui libri di scuola e poi a cosa servirà.Anni di amori violenti litigando per le viesempre pronti io e te a nuove geometrieanni vuoti come lattine abbandonate làora che siamo alla fine di questa eternità......chi la scatterà la fotografia......"Won´t you break my heart?"......Anni rampanti dei miti sorridenti da wind-surfsono già diventati graffiti ed ognuno pensa a séforse domani a quest´ora non sarò esistito maie i sentimenti che senti se ne andranno come spray.Uh! No, no, no, no...Anni veri di pubblicità, ma che cosa resteràanni allegri e depressi di follia e luciditàsembran già degli Anni Ottantaper noi queasi ottanta anni fa...Raf - (1989)

Cosa resterà degli anni 80

EDITORIALE

In copertina:La zona del PEEP Cappuccini

PPNÈ sul web:http://pipine.caterweb.net

e puoi scaricarlo anche su www.faenzanet.it

Gli anni del boom edilizio 3Centro Giovani Borgo 4...e le compagnie si sciolgono 5La Bella e la Bestia 6Vieri Cheli 7Do you know Tom Hooker? 8Litfiba a Castel Raniero 9Feste studentesche 10Il Drake di Romagna 11Il rilancio del Palio 12La malattia dimenticata 13Il Papa a Faenza 14L’appuntamento del mese 15

SOMMARIO

TipografiaCarta Bianca

agenzia di comunicazione integrata

con il patrocinio del Comune di Faenza

con il sostegno di Banca di Credito CooperativoUnione Cooperative e Ascom

Si ringraziano per la collaborazione

PPnè <n°38> febbraio 2007direttore responsabile: giordano sangiorgila redazione: valter dal pane - siro lusa -antonietta innocenti - francesco tassi - ninodrei - carlo naldi - simona sangiorgi - monicadonati - alessandra donati - milena spadola -silvia bertoni - tiziano conti - fabio villa -tiziano zaccaria - alberto visaniamministrazione: roberta barberini

organizzazione e distribuzione: daniele bosi progetto grafico e impaginazione: caterwebstampa: Carta Bianca - Faenzaredazione: tel. 0546 26304infoppnè e-mail: [email protected] ringraziano quanti hanno collaborato allarealizzazione di questo numero, tutti glisponsor che ci sostengono e gli edicolanti diFaenza.

Cosa è rimasto degli anni ‘80? Noi abbiamo voluto fare una piccola rivisitazio-ne, certamente parziale, leggera e disimpegnata -ma in alcuni punti non trop-po- per ricordare alcuni momenti di quel periodo della nostra città, dal puntodi vista del costume e della vita cittadina, anche per capire meglio la Faenzadi oggi, nelle similitudini e nelle differenze.Mancano molte cose che potremmo inserire in un prossimo numero realiz-zato anche grazie al contributo di chi vorrà mandare una sua nota e un suopersonale ricordo. Uno speciale ringraziamento, dopo questi tre anni diPipinè, vogliamo farlo infine agli uffici comunali che ci hanno sempre affian-cato fin dal primo numero.

La redazione del Pipinè si congratulacon la collaboratrice Simona Sangiorgiper l’importante esperienza di lavoroche la porterà in Irlanda. In bocca al lupo, Simona!

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C’era un villaggio neolitico, 6000anni fa, formato da tante capanneattorno a un fossatosemicircolare di 800metri nel luogo dove oggitroviamo il PEEP, piano diedilizia economica epopolare. Era abitato daagricoltori e allevatoriprovenienti dall’Italiameridionale.All’inizio dei nostri anni80 il bisogno di case eraparticolarmente forte.Niente di meglio che offri-re alla città terreni edifi-cabili a un costo moltobasso per realizzare casee condomini con finanzia-menti pubblici. E così, travia Firenze, la ferrovia e la viaPortisano, sull’area della vecchia for-nace Minarelli, il Comune progettò ilPEEP Cappuccini con le firme diGiuseppe Campos Venuti e MarcelloVittorini, due guru dell’urbanistica diquel periodo. Fu una forte scelta

politica che mirava a realizzare edifi-ci di qualità con parcheggi e verde

pubblico distribuito a palate. Attornoa via Barisan e via Bandini, tra il1979 e il 1984, nacquero 490 allog-gi, negozi, un supermercato e treparchi. Poi, come se non bastasse,un nuovo progetto, il PEEP CanalGrande, stavolta con la firma di

Il PEEP venne realizzato per rispodere alla crescente domanda di alloggi

Via Seminario, 3 - FaenzaTel. 0546 25163 Fax 0546 664328www.gemos.it

Gli annidel boom edilizio

La Minardi di Pierluigi Martini

Leonardo Benevolo –altro famosourbanista- che sul prolungamento di

via Corbari propose nuovicondomini, percorsi pedo-nali, una scuola, un asilo ecasette a schiera immersenel verde. Le prime stec-che di case, quelle dellacooperativa Massarenti,comparvero nell’estate del1984 in mezzo alle viti e aicampi di cachi. Da allora,per oltre otto anni, impresee cooperative faentinecontinuarono a costruirepiù di 500 alloggi chehanno accompagnato lacrescita della città versosud e le colline.Oggi vi abitano più di 2500

persone in mille famiglie a contattocon parchi e servizi degni di unagrande città.

> Mauro Benericetti

Architetto del Comune di Faenza

Il PEEP Cappuccini e Canal Grande inuna foto aerea della scorsa estate

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A Faenza, dopo l’amministrazioneLombardi che nel 1975 aveva con-quistato al Partito Comunista l’«isola

bianca diRomagna», è nel1981 il socialistaG i o r g i oBoscherini adassumere, con un“ribaltone” laguida dell’ammi-nistrazione. Sottola guida del laicoB o s c h e r i n i

Faenza, tra luci ed ombre - ricordia-mo al proposito le contestazioni perla chiusura di alcuni servizi sociali -rilancia comunque l’immagine citta-dina di “Atene di Romagna”; non sicontano i personaggi spesso ospiti incittà, da Zeri a Bonito Oliva a Sgarbi.Artisti come Nespolo, Baj, Matta,Burri donano alla città loro opere (laperizia della Prefettura di Ravennasull’opera donata da quest’ultimoalla città fu di tre miliardi di lire).Le Biennali di Ceramica, in realtàannuali poiché si alternavano anticae contemporanea, arrivano a portarein città sino a 30.000 visitatoripaganti in 40 giorni.Nel 1993 l’amministrazione Bosche-rini sarà costretta a dimettersi inseguito ad una inchiesta giudiziariache sull’onda di “mani pulite” la tra-volge. Non si arriverà mai al proces-so perché già in fase istruttoria siandrà all’archiviazione.

N. Drei

Gli anni 80 rappresentarono un momento di rinascita per l’arte e la cultura

Le prime esperienzedi aggregazione giovanile

Gli anni di Giorgio

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Una delle eredità della Giunta Pci-Psiguidata dall’indimenticato VenieroLombardi, poi sostituita dal centrosinistra dell'epoca con la Dc, guidatoda Giorgio Boscherini, fu la creazionedel Centro Giovani Borgo terminatadal compianto Assessore allePolitiche Giovanili Ermanno Scala.Nata in alcuni spazi delle ScuoleTolosano da subito si qualifico' comecentro all'avanguardia anche nel ter-ritorio con la presenza, oltre che dialcune educatrici per la parte di"post-scuola", come momento didiffusione di nuova creatività giova-nile con la proiezione di video -appa-rivano allora i primi concerti di rockband su Vhs e i primi film - e conl'organizza-zione di con-certi.Spostatasi poial Centro diVia Saviotti,oggi un ritrovoa g g r e g a t i v oper anziani,divento' puntodi riferimentoper molte bandfaentine , salaprove e si organizzarono alcuni con-certi nel Parco di fronte di grandeimpatto.Un'esperienza pilota che merita diessere ricordata.Insieme a quella, un po' "cugina", de

La Caserma Pasi che, nell'attualestruttura del Comune di Faenza, die-tro le Poste Italiane, radunava uncentinaio di giovani rappresentantidelle istanze giovanili dell'epoca:mobilitazioni contro la tossicodi-pendenza e il disagio giovanile,organizzazioni di manifestazionidi controcultura e convegni suitemi della pace , dell'ambiente epreparazione di concerti.Tra le sue esperienze nell'81 indi-menticabile fu una tre giornialternativa al Foro Boario, oggiFaenza Fiere, che incontro' l'at-tenzione nazionale e porto' a Faenzacentinaia di giovani "contro" di quel-

l'epoca.L'esperienza siesauri' e nacquepoi in centro sto-rico -dove oggic'è l'Auser aP a l a z z oLaderchi- ilCircolo Nisida,che sarà tra icircoli chedarà il mag-gior spazio

alle nuove band faentine dell'epo-ca.Esperienze in positivo di protagoni-smo giovanile, da non dimenticare eda rilanciare.

Il primo articolo sul Centro Giovani Borgo,

tratto da Faenza è mi paès del 1982

> Siro Lusa

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Correvano gli anni ‘80 quando i gio-vani faentini, reduci dai rivoluzionarianni 70’ frequentavano assiduamen-te i bar o circoli della città dando vitaalle “compagnie”,ovvero gruppi diragazze, ma preva-lentemente ragazzial passo con lamoda dei tempi macon correnti di pen-siero e abbiglia-menti assai diversitra loro.C’erano i “funghi”,giovani indolenti einformali che indos-savano fruit bianca,jeans larghi sulpunto vita di duetaglie superiori aquella esatta, dalfondo terribilmenteaderente al polpac-cio e col cavallo all’altezza delleginocchia ai quali abbinavano leClark rigorosamente color panna omarrone per l’inverno che durantel’estate venivano sostituita conespadrillas di tela chiara oppure convestiti usati acquistati da A.n.g.e.l.o.a Lugo oppure in “Montagnola” aBologna .Gli adolescenti e ragazzi, in sella ailoro centauri: Ciao, Bravo, Vespa px,Et 3, Peugeot 104, o College e Fiftyscorazzavano e soggiornavano perlunghi pomeriggi, sabati e domeni-che davanti e dentro ai bar dellaperiferia: Baby poi Ranxerox, Bardella Punta, Gatto Nero, Milan bar,Tavernetta e bar Montanari, ecc..accomunati dalla voglia di star insie-me per condividere uno spazio, un

...e le compagniesi sciolgono

Paninari o dark, punk o rockabilly, anche a Faenza furono anni di grande fermento

> Milena Spadola

pensiero, la musica o semplicemen-te uno scherzo da fare. Si davanoappuntamento in paninoteca daWimpy, per qualche breve fuga alle

“stradine” o sulle panchine del vialee in disco al Thriller.A contraltare questo look considera-to anticonformista, c’era il“Paninaro” che vestiva con: giubbot-to di jeans sotto ad un bomber rigo-rosamente nero o Moncler, rare poloFreddy Perry al tempo in vendita solosul mercato londinese, felpe BestCompany, camicie di Ralph Laurent,Timberland e calzettini a rombi tipoBurlington o Camperos. Questi“f….tti” del tempo frequentavano ibar del centro storico e costituivanole grandi compagnie dei bar Rossini,Bassi e Centrale, come i loro amicidei bar Linus, Circolo Impiegati eJolly che insieme passavano le loroserate danzanti allo Snoopy, ma soloin alcune occasioni dell’anno si tro-

vavano a feste e veglioni.Ci si snobbava e ci si evitava senzainvidia né attriti, i ragazzi rivali sicontendevano le veementi faentinedel tempo, purtroppo in numeroassai inferiore rispetto ai ragazziperché era difficile entrare a farparte di questi gruppi se non come lafidanzata di uno dei componenti,bella ragazza o perché appartenentead un facoltoso casato.Non mancavano gruppi di ragazzidark, punk e rock a billy alternativi econtrocorrente, che con le loro chio-me di capelli cotonati a forma di cre-sta di varie foggie e colori si aggira-vano all’allora neonato Clandestinoe con tanto di chiodo in pelle nero,anfibi e borchie, il tutto avvolto dalunghi impermeabili neri e catene divarie pesi e misure trascorrevano leloro serate al Vidia, Aleph e Slego.Le compagnie faentine durante l’e-state si incontravano alle Acque, inpiscina a Brisighella o nei locali dellariviera: da Pinarella a MilanoMarittima, da Rimini a Misano, pernon perdersi le favolose serate fattedi disco music e sound del Riò,Papagayo, Seagul per non parlaredei più alternativi Insomnia, Ripa diScoscesa e Villa delle Rose.Questi bar sono rimasti e la maggiorparte delle compagnie si sono sciol-te, i loro componenti degli anni ’80hanno messo su casa e la prole haaperto loro altri orizzonti ma in ognu-no di noi rimangono nel cuore i ricor-di allegri e spensierati di giornateinfinite trascorse nel dolce non farnulla davanti al bar!

Alcuni tra i marchi “di culto”dei teenagers degli anni 80

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po’ a Londra in Kings Road, nelnegozio di Malcom McLaren e di suamoglie Vivienne Westwood. Il sabato pomeriggio era d’obbligopassare dal negozio: un saluto, doveandate stasera, guarda gli ultimi arri-vi – stupendi! – a Londra adessovanno tantissimo!Poi c’era la concitazione che caratte-rizzava i preparativi per le sfilate allequali partecipava La Bella e la Bestianelle varie discoteche della zona: laricerca dei vestiti più belli e d’effetto,la cura di tutti i particolari, l’ansia ele paure che qualcosa andasse stor-to, poi finalmente l’evento, del qualesi sarebbe poi parlato nei mesi suc-cessivi. La Bella e la Bestia con gli anni si ètrasformato: da una parte continuaad offrire abbigliamento vintage, edall’altra offre abbigliamento nuovoproponendo diverse marche presti-giose.

stenzialiste, un po’ Betty Boop.In mezzo a tutta questa varia umani-tà la Monica e Rino, che avevanosaputo trasformare un negozio in unsalotto alternativo, ci si sentiva un

I s a b a t o p o m e r i g g i o a l t e r n a t i v i d e g l i a n n i ‘ 8 0pp

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> Alessandra Donati

La Bellae la Bestia

Definire ‘La Bella e laBestia’ un semplice negoziodi abbigliamento è riduttivo.E’ molto di più. Dal 1985, anno della suaapertura, è stato il croceviafaentino di tutte le tendenzedella pop-culture. Il primovero negozio di abbiglia-mento usato (ora si direbbevintage): una manna per chiaveva pochi soldi e moltafantasia. Negli anni ’80 vi si radunavala fauna più alternativa dellazona: i dark cercavano icappottoni neri lunghi fino aipiedi, possibilmente contaglio militare; i rockabillycercavano le camicie colorpastello anni sessanta e legiacche dai colori sgargian-ti, i moods con i loro pantaloni asigaretta e i giubbottini con gli scac-chi bianchi e neri alla Paul Weller, lepatite delle calze di Emilio Cavallini,il gruppo delle ragazze un po’ esi-

Una sfilata sul finire degli anni 80

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> Alessandra Donati

Entrando nel negozio di Vieri, sulladestra in alto c’è una foto in bianco enero: una modella con untaglio di capelli corto, sfila-to, un po’ spettinato.‘Quello è un taglio che ha20 anni, vedi com’è ancoramoderno?’ mi dice Vieri. Inquesta frase è racchiusoun po’ tutto il significatoche gli anni ’80 hannoavuto per la moda deicapelli.Un movimento rivoluziona-rio che parte da Londracon il punk e le crestecolorate, passando attra-verso il dark. Forse l’ultimovero movimento giovanile,sentito da tutti, e che coin-volgeva tutti. Non a casogli anni ’80 stanno ritor-nando con prepotenzanella moda dei capelli.In quegli anni così fervidinasce l’importante colla-borazione tra Vieri e AngeloCaroli (leggi A.N.G.E.L.O. Vintage diLugo) che idearono le prime sfilateallestite come feste. Tra i protagoni-sti di questi eventi anche personaggipoi diventati famosi, come SabinaBertaccini, che ricordiamo modellanella pubblicità di Dolce e Gabbana eSKY, oppure Michele Abbondanza orafamoso coreografo, e Silvia Paselloattrice di teatro.

Anni che davvero sono stati irripeti-bili e che saranno oggetto di un libro,

l’uscita è prevista a fineanno, la cui edizione è curatadallo stesso Vieri assieme adAngelo Caroli e StefaniaBertoni, un viaggio fotograficonella moda e nel costume degliultimi 20 anni.

Vieri Cheliparrucchiere di moda

Influenze londinesi e collaboratori importanti: da oltre 20 anni è sulla breccia

Le borsine di VenturelliQuando sportinafaceva tendenza

Prima dell’avvento degli zainetti ecartelle firmate, ci fu un momento incui la griffe era costituita dalle borsi-ne di plastica dei negozi. Gli studen-ti delle scuole superiori di solito usa-vano le tracolle verdi militare, cheognuno poi decorava con scritte divarie fogge, dal gruppo musicalepreferito alla squadra del cuore, aparte alcune ragazze che avevanoorrende borse a due manici pseudo-Fendi. Ma per essere al top bisogna-va avere la borsina di Venturelli. Iquarantenni di oggi ricorderanno

queste borsine rosse,con i manici di cordache tagliavano laspalla e la scrittaVenturelli a mo’ diCoca Cola. Venivano usatefino allo sfinimen-to, calibrando ilpeso dei libri per

non comprometternegli usi successivi. Poi

arrivarono le cartelle MHWAY di plastica bianca, certo

più resistenti, ma che si riempi-vano con il solo diario e l’astuccio!(Alesandra Donati)

Una sfilata al Riò del 1986

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> Monica Donati

La voce dell’Italo-Disco una sera a Faenza per la campagna elettorale di Casini

Siamo neglianni ottanta,in giugno e c’ègrande fer-mento per lac a m p a g n ae l e t t o r a l e :comizi qua e làper le città dellaprovincia raven-nate, mancanopochi giorni e siandrà a votare.Non solo Craxi,Spadolini, DeMita si contendo-no gli spazi della pubblicità sui quo-tidiani, ma anche i candidati “loca-li”… tra questi spicca un giovanissi-mo Pierferdinando Casini (uguale adora ma con tutti i capelli neri!) chepubblicizza la propria candidaturanelle fila della DC ed è a caccia deivoti dei giovani! Ecco allora l’idea! Inpiazza a Faenza comizio + concertoil tutto presentato da SusannaMessaggio, già conduttrice insiemea Claudio Cecchetto del programmamusicale Pop Corn su Canale 5!Protagonista del concerto è TomHooker, americano, fisico e bellezzada fotomodello. Siamo negli annidella “Italo Disco” e Tom Hookerassieme a Dean Harrow (a cui ognitanto presta la voce!) è uno dei piùfamosi. Tom Hooker è un nome chenon dice molto alla maggior partedelle persone sotto i trent’anni.A quelli nati tra gli anni 60 e glianni 70, invece, dice… In realtà Tom

ha vendutomilioni emilioni didischi, siaprestando lapropria vocead altri,tanto chelui può agiusto tito-lo esserechiamatola ‘Voce’per eccel-l e n z a

della ItaloDisco... Ed eccocial concerto, rimasto memorabileanche per la gaffe di SusannaMessaggio in apertura di serata:“Buonasera a tutti i faenzini!!!”“Fischiammo tutti e Buuuuhhh gri-dammo” mi dice Lia, la mia intervi-stata come testimone di quell’ecce-zionale concerto. “Fu un concertobellissimo… vederlo così da vici-no… riuscii anche a stringergli lamano ed ero così emozionata chetornata a casa, non volevo più lavar-mela!! Tom Hooker era veramentel’idolo delle ragazzine e nella miastanza molti poster erano i suoi!” Lapopolarità di Tom Hooker era arriva-ta con “Looking For Love”, cheentrata nella classifica italiana deisingoli spopolava in tv e in discote-ca. Ma al di là di questa canzone,non ne ricordo altre di Tom Hooker…però che serata!!!

Looking for love, primo, e forse unico,

famosissimo singolo di Tom Hooker

Il ritornodi Claudio Toschi

Lunedì 26 febbraio alle 21 all’Osteriadella Sghisa Claudio Toschi tornadopo 25 anni. Capostipite dei can-tautori faentini, inizia a suonare a 15anni, ispirato da Claudio Lolli,Francesco Guccini e PaoloPietrangeli. Esordisce al Teatro SanGiuseppe nel '75 in un concerto con-tro il caro bollette della Sip dove simette in luce con due canzoni intito-late: " Il falco " sulla morte del dit-tatore Franco in Spagna e "Piazza"sulla strage di Brescia. Supportatoda Radio Base e dall'Arci suona indiversi Festival dell'Unità, apre i con-certi di gruppi rock dell'epoca comela Guercia Figura Goffa e Il Blocco eil bluesman Roberto Ciotti e realizzaun demo nell'81 dal titolo "Marilena"che, oltre al suo brano di maggiosuccesso, contiene altri otto brani.Dopo la passione cantautorialepassa all'orchestra di liscio con LaBella Romagna e fa tante altre espe-rienze fino a tornare sul palco pro-prio il 25 novembre scorso, dopo 25anni, in occasione della decima edi-zione del MEI a favore di Cosmohelp.Gli torna così la passione e insiemeal tastierista e arrangiatore FabrizioFoschini, si ritira in studio e in pochimesi realizza il suo ritorno : l'album"Simona, Babbo Natale e altre sto-rie" che uscirà il lunedì 26 febbraio,con una bellissima copertina dise-gnata da Daniele Rendo, e sarà pre-sentato in anteprima all'Osteria dellaSghisa alle ore 21 (ingresso libero eaperto a tutti, per chi volesse preno-tare la cena si puo' telefonare allo0546.668354). La serata sarà presen-tata dalla Casa della Musica e dalleEdizioni Il Pollice e sarà un percorsoartistico dentro il cd di Claudio Toschi ele sue nuove canzoni da grande autore.Tutto da ascoltare. Da non perdere.

Do you knowTom Hooker?

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I Litfiba...a Castel Raniero!

Il gruppo di Pierò Pelù suonò a Faenza quasi agli esordi

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con un pullmino abbastanza scasso,preceduti in auto, dai loro assistenti,arrivarono a Castel Raniero, li tro-vammo abbastanza costernati. La

villa dellaColonia stavagià cedendo, ilprato di pome-riggio eraa b b a s t a n z atriste e spelac-chiato, il palcoera un po’ inb i l i c o .Insomma, nonproprio unas i t u a z i o n e

ideale. C’era pero’ questa bellissimavista di Faenza che era straordinaria.Insomma, ci facemmo in quattro e limettemmo a loro agio. Piero Pelù sicambio’ a piano terra della Coloniautilizzando le panche, gli attacca-panni e i banchi da scuola dei bimbiche un tempo frequentavano la colo-nia estiva, non senza un attaccosfrenato di alcune giovanissime fansche già allora arrivarono nel primopomeriggio per cercare di parlargli,toccarlo e farsi una foto con autogra-fo con lui. Era già una piccola star eper noi il fenomeno era abbastanza

Provate a comprare in libreria la sto-ria dei Litfiba e troverete elencatitutti i loro concerti. Tra le prime date-quando cominciavano a muovere iprimi passi-non vi saràdifficile tro-vare la datadi CastelRaniero, aF a e n z a .Incredibi le!Era il 1985 estava muo-vendo i suoiprimi passiuna manife-stazione a tutela dell’ambiente, RockVerde, che ha poi fatto la storia deiraduni rock faentini degli anni ‘80.L’ARCI e il WWF erano tra le animedell’iniziativa, ma il grande meritodella scelta della band va ascrittaanche a Gianguido Savorani, oggiprofessore al Liceo Classico diFaenza. Fu con lui, assieme a SteveFlacco, a scegliere la band cheavrebbe fatto da apripista a RockVerde dell’85. Il loro personal-mana-ger era Bruno Casini, creatore delprimo Indipendent Music Meeting,proprio a Firenze. Quando i Litfiba, > Redazione PPNÈ

inconsueto. Ma la conferma saltòfuori la sera quando la Colonia diCastel Raniero venne letteralmenteinvasa da migliaia di ragazzi prove-niente da tutta la regione e dal cen-tro Italia. Un’invasione incredibile,tutti in attesa di questo nuovo feno-meno per noi inaspettato: i Litfiba. Equando Piero Pelu’ entro sul palco apetto nudo con un asciugamano perpartire con “Yassassin”, il mjix appenauscito che riarrangiava uno storicobrano di David Bowie, e sentimmo ilcoro crescente delle ragazze in predaa una crisi isterica con qualcuna chevoleva salire sul palco per baciarlocapimmo che stava nascendo unnuove fenomeno che ci avrebbeaccompagnato negli anni a venire. Ilfenomeno Litfiba. E l’avevamo vistoanche noi crescer lì sul prato spelac-chiato della Colonia di Castel Raniero,parte della storia del nuovo rock indi-pendente italiano che a metà deglianni ‘80 tornare convinto a muovere isuoi primi passi.

Litfiba agli esordi, stilosi e giovanissimi

Rodolfo SantandreaCantautore faentino, nato sui palchidel Pavone d’Oro di Don ItaloCavagnini, vince al Festival diSanremo 1984 il Premio della Criticacon il brano “La Fenice” realizzatoinsieme a Riccardo Cocciante. Unbrano bellissimo, tra i migliori delpop italiano degli anni ‘80, sicura-mente da riscoprire.

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Passato il boom della Disco Music equasi in contemporanea con unprimo periodo di crisi strutturale delmondo delle discoteche, nella nostracittà si diffuse la party-mania.Non si contanoinfatti, sul finiredegli anni ‘80, lefeste privateorganizzate incittà e nel com-prensorio, spessoad ingresso limita-to (gli inviti eranor e l a t i v a m e n t epochi e ricercatissi-mi) e talvolta senzaalcun regolare per-messo.Da considerarsi unevento mondanovero e proprio -seb-bene semiclandestino-, la festa diPalazzo Ferniani, organizzata davolonterosi liceali, fu per alcuni anniuna specie di festa degli istituti sco-lastici. Gli storici saloni del palazzovenivano “affittati” per canali nonufficiali e la festa, che richiamavacentinaia di ragazzi di tutte le scuolecittadine, si svolgeva -strano a dirsi-nella quasi clandestinità nonostantefosse ben pubblicizzata e la preven-dita dei biglietti iniziasse pubblica-mente parecchi giorni prima dell’e-vento. Andy e Mirko, storici dj che sierano fatti le ossa nella disco-tendadel Festival de L’Unità del periodo,suonavano ogni genere di musicafino oltre le 4 del mattino e la festa,nonostante qualche sporadica rissa,si concludeva senza particolari danniai seicenteschi locali e affreschi.Detto della tradizionale festa di car-

nevale che si teneva tutti gli anni neisaloni della DC (ne abbiamo parlatonel PPNÈ 35), altro evento imperdibi-le, arrivato fino ai giorni nostri, è la

Festa di MonteBusca. Organizzata tutti glianni a novembreinoltrato dai ragaz-zi che giravano alBar Linus, si trat-tava forse dell’e-vento più esclusi-vo dell’epoca incittà per i ragazziattorno ai 20anni.L’ingresso erariservato esclu-sivamente aifortunati pos-

sessori dell’invito, spesso ottenibilesolamente tramite “giuste conoscen-ze” e anche questa scelta fecediventare una normale festa l’eventodell’anno. Arrivare a destinazione erapoi un’impresa. Provate voi adarrampicarvi per 10 km di tornantisotto una nebbia fittissima se noncon la neve! E soprattutto, provate ascendere dai suddetti tornanti, conqualche litro di birra in corpo, alle 5del mattino con, perchè no?, unalastra di ghiaccio al posto dell’asfal-to! Non si contavano le uscite di stra-da, le ammaccature, le auto neifossi, i “dispersi” nei campi... Fatti e storie che diventavano leg-genda accrescendo, anno dopoanno, il mito di una festa destinata aproseguire fino ai giorni nostri.

Feste studentesche Gli anni ’80 hanno rappresentato un

periodo particolarmente efferve-scente per la comunità faentina, cheha vissuto la prima vera trasforma-zione da economia agricola a econo-mia di servizi. Un decennio reso ancor più significa-tivo grazie al forte impulso conferitoa cultura e sport: da una parte lemostre internazionali del MIC (comequella del Picasso Ceramista), dal-l’altra la medaglia d’oro di Maenza aLos Angeles nell’84, l’ingresso delMinardi Team in Formula 1 nell’85(ne parliamo a lato), la partecipazio-ne all’Olimpiade di Los Angeles diRaffaella Reggi nel tennis (arrivatatra l’altro al n° 13 nella classificamondiale), di Annalisa Nisiro nelnuoto all’Olimpiade di Seoul ‘88 e,infine, il miracolo della ‘piccola’Polisportiva Zannoni, che nel 1988conquista la serie A1 di volley fem-minile con il nome di Cassa Rurale

Faenza. La ‘banchina’ (che proprioallora diventava la prima banca dellaCittà), oggi Credito Cooperativoravennate e imolese, ha continuatoad accompagnare negli anni tantepiccole e grandi realtà dello sport delnostro territorio.

Cassa Rurale Faenza:il volley femminile in A1

Da Palazzo Ferniani a Monte Busca: feste d’altri tempi

> Alberto Visani

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Gli anni Ottanta nello sport faentinofurono segnati in particolare dall’e-sordio del Minardi Team in FormulaUno, avvenuto nel 1985. Il mondointero si stupì, quandovide per la prima volta frale iscritte al Mondiale quelpiccolo team di Faenza,condotto da un romagno-lo verace, in mezzo acolossi come Ferrari, McLaren, Williams, Lotus eRenault. La “folle” avven-tura (che in realtà nonrisultò affatto folle, perchédurò per ben ventuno sta-gioni) iniziò nella prima-vera del 1984. A queitempi Giancarlo Minardiaveva un buon team di Formula Duee per le sue vetture utilizzava vecchimotori forniti dalla Ferrari, potendocontare sull’amicizia e sulla stimadel “Drake” di Maranello. Una “dime-sione” giusta, si potrebbe pensare,per un team di provincia. E invece…Invece i costi di gestione sempre piùalti, anche nelle formule minori, ini-ziarono a mettere Giancarlo allestrette: era necessario fare un passoin avanti, per avere sponsorizzazionipiù elevate e di conseguenza poterstrutturare la scuderia in modomigliore. Il primo atto, intanto, fu iltrasferimento della sede del team,che da una vecchia rimessa di viaGalilei venne spostato nel nuovo

Janeiro si corse il primo gran premiostagionale, la Minardi fece il suo sto-rico esordio con una sola vetturamotorizzata col vecchio FordCosworth e guidata dal lavezzolesePier Luigi Martini. Durante le prove, iproblemi non mancarono. Si ruppel’alternatore ed il carburatore nonfunzionò tanto bene, ma alla fine ilpilota romagnolo riuscì a qualificarsiper la gara, nella quale fu costrettoad un paio di “stop” ai box, prima difermarsi definitivamente al quaran-tunesimo giro. Giancarlo Minardiammise: <Non siamo ancora all’al-tezza della situazione, ma abbiamofatto del nostro meglio per farciconoscere. Tutti ci hanno apprezzatoed incoraggiato: è questo il nostroprimo buon risultato>. I risultati inpista invece arriveranno più avanti.Al terzo gran premio stagionale laMinardi si presentò col nuovo pro-pulsore della Motori Moderni e leprestazioni migliorarono, anche se iprimi punti mondiali arrivarono sol-tanto quattro anni dopo, nel 1988. Aportarli fu lo stesso Pier LuigiMartini, a Detroit. Poi, com’è noto,dopo vari “alti e bassi”, la favoladella Minardi in Formula Uno è finitaalla fine del 2005, con la definitivacessione della scuderia alla ToroRosso.

Parte nel 1985 la coraggiosa sfida al magico mondo della Formula 1

Giancarlo Minardi,il “Drake” di Romagna

> Tiziano Zaccaria

capannone di via Spallanzani.Nell’estate del 1984 si lavorò alacre-mente, nel disegno e nella motoriz-zazione della vettura, per preparare

l’esordio nel grande circus dellaFormula Uno. Si avevano a disposi-zione alcuni economici propulsoriFord Cosworth, che però nei primitest risultarono poco potenti rispettoai più moderni turbo compressi uti-lizzati dalle altre scuderie. Venneperciò affidata all’ingegnereGiacomo Caliri, amico di vecchiadata di Giancarlo nonché fondatoredella Motori Moderni, la progettazio-ne di un motore tutto per la Minardi.In poche settimane Caliri disegnò unturbo di 1498 cc, che però all’iniziodel 1985, al via del mondiale, eraancora in fase di realizzazione.Dunque il 7 aprile di quell’anno, gior-no di Pasqua, quando a Rio De

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Il Palio del Niballo, la più importantemanifestazione storica folkloristicadi Faenza è ormai avviata verso ilmezzo secolo di vita. Nei suoi diecilustri di vita, ha vissuto momenti digrande splendore ed altri un po’ piùanonimi. Indubbiamente, sul finiredegli anni ottanta, ci fu un gran rilan-cio, grazie a tante iniziative, in pri-mis, le celebrazioni per il trentenna-le. L’interno dello stadio, fu arricchitoda un suggestivo fondale scenico,che a distanza di tanti anni ancora èrimpianto e poi, l’organizzazione diun palio Straordinario, il primo dellastoria del Niballo moderno. Fu abbi-nato ai 900 anni dell’Università diBologna, e che vide la presenza incampo del Rettore Fabio RoversiMonaco. Si trattò di una gara digrande patos, forse irripetibile sottol’aspetto emozionale, vinta dal bino-mio del Rione Nero, Adriano Capianisu Eugenio dopo otto tornate di spa-reggio sul Verde, Massimo Neri suRicky. Oltre al raddoppio delle com-petizioni equestri, un altro Palio

straordinario si svolse anche nel1990, Faenza e Riolo Terme, per bendue anni 1988 e 1989, ospitarono inoni e decimi campionati italianisbandieratori. Di grande spettacola-rità fu ammirare il raduno dei tantigruppi storici partecipanti, nella stu-penda cornice della Piazza del

Il rilancio del Palio del Niballo

Dopo un periodo di crisi, il Palio conobbe nuova fama proprio alla fine degli anni 80

> Gabriele Garavini

Popolo. Il rilancio del Palio delNiballo, oltre al varo di varie compe-tizioni, passo attraverso anche adalcune iniziative culturali, qualimostre a Palazzo del Podestà e alMuseo delle Ceramiche, e ad altremusicali, per altro di grande spesso-re, come il Folk Festival, che portò aFaenza i Chieftains, e altri gruppi dilivello internazionale. Merita poimenzione, la partecipazione ad un’e-dizione della Not de Bisò di queglianni, di un presentatore e comico,all’ora giovane ma già affermatocome Piero Chiambretti. Non si eraancora entrati nell’era di internet, maquel periodo fu sicuramente positivoper i Rioni, per il Palio e per Faenza,che ebbero una risonanza a livellonazionale con un’ora di Palio delNiballo su Rai 3 nazionale e una par-tecipazione alla Domenica Sportiva,mai raggiunto in passato e che forse,solo in poche occasioni, hanno sapu-to ottenere in questi ultimi anni.

Piero Chiambretti nella sala del Consiglio Comunale

alla presentazione della Nott de Bisò 1988

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Fra curiosità, eventi e mode deglianni ottanta, è giusto ricordare illavoro, l’impegno e la responsabilità di chi in queglianni, a Faenza, si trovò adovere affrontare una vera epropria emergenza in camposanitario.Non è un fatto da poco se sitiene conto che la guerra allemalattie infettive nei primianni ottanta sembrava vinta, esi diffondeva l’idea che solol’influenza sarebbe stata l’ul-tima epidemia per l’umanità. Ivaccini, gli antibiotici, e dopo,gli antivirali, sembravanoinfatti oramai abbastanzapotenti per sconfiggere qual-siasi nemico.La previsione era sbagliata,perché nel 1983, in Italia, fece la suacomparsa il virus dell’immunodefi-cienza acquisita, più comunementenoto come virus HIV, e un anno dopoanche a Faenza venne diagnosticatoil primo caso.In quegli anni l’Ospedale degliInfermi di Faenza includeva unreparto di malattie infettive, con ven-tidue posti letto, di cui il fondatore eprimario per oltre vent’anni è stato ilProf Antonio Ferlini. Uomo amato e stimato da tutti quelliche lo hanno conosciuto, e apprez-zato per la sua formazione professio-nale, per la sua scienza, per la suatenacia e per il suo entusiasmo, maanche per l’umana passione chemetteva in tutte le cose che faceva,in cui traspariva umiltà e cortesia.Per affrontare la nuova patologiavenne attivato nel reparto di malattie

infettive, un centro in grado di attua-re diagnosi e terapie anche di tiposperimentale, allo scopo di fronteg-

giare l’emergenza AIDS.Si attuarono modelli organizzativi diassistenza sempre più efficienti evalidi, ricchi di quesiti diagnostici eterapeutici, e di peculiari connotatisociali.Gli interventi di natura tecnica del-l’assistenza medica ed infermieristi-ca, solo in parte esaurivano la sferadi competenze, in quanto l’aspettoprofessionale si allargava ai bisognirelazionali ed educativi, favoriti datutte quelle problematiche che unamalattia infettiva comportava.Mettere in evidenza l’importanzadella prevenzione e dello stile di vitaera un dovere rilevante da parte deimedici, oltre alla cura nei confrontidegli assistiti.I tossicodipendenti, negli anni ‘80,

erano i più esposti al rischio di infe-zione, a causa dei loro comporta-

menti specifici come il riutilizzo disiringhe o lo scambio delle stesse.Durante l’attività svolta dal servizio

dall’84 all’99, i casi seguitia Faenza sono stati circaseicentoventi, di cui trecen-tosettanta sono diventaticonclamati.Ravenna risultava la terzaprovincia in Italia per casiconclamati. Dal 2003 l’unico reparto didegenza di malatti infettiveall’interno dell’AUSL diRavenna si trova nel presi-dio della provincia, Faenzamantiene un’attività ambu-latoriale di day hospital incollaborazione con il Sert.L’emergenza dell’AIDScome malattia negli anni

ottanta produsse riflessione che oggisembra assopita, occorre invececomprendere i bisogni di chi, attra-verso la richiesta di cura, ricerca lapossibilità di ottenere benessereconforto e altre occasioni d vita.Per fortuna oggi la conoscenza delleterapie sta modificando i vissuti, leaspettative e le speranze delle per-sone affette da HIV.E’ necessario che non cada il silenziosu questo tema sul quale forse cisono ancora troppi pregiudizi, discri-minazioni e scarsa conoscenza cul-turale e sociale.Resta un tema spesso “scomodo”ma di cui occorre continuare a par-larne.Non abbassiamo la guardia, maimpariamo a conviverci.

La malattiadimenticata

A Faenza, come in tutto il mondo, si diffuse un nuovo, sconosciuto, virus

> Antonietta Innocenti

opera di stefano schedafuoridentro,loop, video still,2005

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Sabato 10 maggio 1986: quel giornotutti a casa da scuola.Arrivava il Papama a 9 anni non èche sia poi cosìimmediato ren-dersi conto del-l’evento.Anzi, confesso lamia seccaturaingenua all’ideadi vederequell’Uomo tuttobianco la mattinaa Faenza e poi ilpomeriggio aBrisighella.Ad ogni visita allevarie città erastata assegnatala celebrazione diun Sacramentoche per Faenzaera il matrimonio, così durante lasolenne messa celebrata in piazzasotto la Torre, Giovanni Paolo IIamministrò tre matrimoni a coppiefaentine. Tenne due discorsi quellamattinata storica: uno davanti alla

Porta delle Chiavi e uno alla P.A.F.C’è un passo del primo discorso che

particolarmente rende onore ai faen-tini:”Ma la gloria di Faenza è soprat-tutto nella tradizione, multiforme ecreativa, dell’arte della ceramica,che ha reso la vostra Città famosa dasecoli nel mondo. I vostri artigiani

l’hanno diffusa in più di un Paese inEuropa, e da molte nazioni continua-

no a venire numero-si gli allievi perapprenderla qui,mentre il Museoi n t e r n a z i o n a l e ,risorto dalle distru-zioni della guerra,suscita l’ammira-zione di tutti gliamatori di quest’ar-te raffinata.Straordinaria è par-ticolarmente l’ico-nografia sacra chela ceramica faentinaha dato al mondo,come testimonianzaoriginale del culto edella devozionepopolare.”Me lo ricordo fin

troppo bene quel giorno, fu per meuna vera grande emozione. Infatti, misembra ancora ieri, 21 anni fa.

Quando il Papa venne a Faenza

Il 10 maggio 1986 Giovanni Paolo II venne in visita nella nostra cittàpp

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> Francesco Tassi

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L’appuntamento del meseIn collaborazione con: Assessorato Cultura e Politiche Giovanili Comune di Faenza e con Informagiovani Faenza

Domenica 4 marzo al Teatro Fellini diFaenza alle ore 21 arriva PippoPollina con il tour “Racconti e canzo-ni”, accompagnato dalla bravissimaSerena Bandoli.Cantautore impegnato, presenzafissa al Mei -quest'anno ha presen-tato un racconto in musica legato alricordo e alla lotta contro la mafia diPeppino Impastato - e recentemetneal Teatro Goldoni di Bagnacavallo, ilcantautore di Storie di Note farà unbreve tour in Italia dal 2 al 7 marzo.

Pippo Pollina

A Faenza, grazie all'organizzazionedel Mei, della Casa della Musica, delTeatro Fellini e di Storie di Note, saràaccompagnato da Serena Bandoli earriva per presentare il suo nuovodvd "Racconti e canzoni" appenauscito.Il concerto inizia alle ore 21, l'aper-tura dei botteghini è alle ore 20.Per informazioni e prenotazioni:Casa della Musicatel. 0546.646012 - 338.4691819Teatro Fellini: 334. 7365979

Prossima edizioneCastel raniero

11-12-13 maggio 2007Bando di partecipazione

e informazioni:www.musicanelleaie.org

FAENZA ROCKNuova Edizione

Aprile/Giugno 2006

Domenica 4 marzoTeatro Fellini, ore 21

IL LIBRETTOMOSSO DEL MEI

100 ANNI DI SPORTA FAENZA

MARCO PANTANImito e tragedia

50 ANNI DI BANDSA FAENZA

Ad aprilein libreria

e nellemiglioriedicole

della città

i libri di pipinè Info: http://pipine.caterweb.net

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Dir. Resp.: Giordano [email protected] -Suppl. al n. 88 de Il Grillo in Tasca, reg. al Tribunale di Ravenna

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