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Facoltà di Scienze politiche - Corso di laurea interclasse in Servizi sociali e Sociologia - a.a.2012/3 Società, cultura e comunicazione Prof. Paolo Jedlowski con la collaborazione della dott.ssa Simona Isabella

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Facoltà di Scienze politiche - Corso di laurea interclasse in Servizi sociali e Sociologia - a.a.2012/3

• 

Società, cultura e comunicazione

Prof. Paolo Jedlowski

con la collaborazione della dott.ssa Simona Isabella

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Introduzione:

Vita quotidiana e processi comunicativi

[Dispensa n. 1]

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In questo corso ci occuperemo prevalentemente di processi comunicativi, osservati dal punto di vista della sociologia della vita quotidiana.

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La vita quotidiana è l’insieme degli ambienti, delle pratiche, delle relazioni, delle interazioni e degli universi di senso al cui interno ciascuno trascorre la maggior parte del proprio tempo.

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La nostra vita quotidiana è ciò che ci è più familiare, e che tendiamo di solito a dare per scontato, a considerare ovvio.

Ma quello che è familiare non è per ciò conosciuto.

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La comunicazione è un'attività che

comporta la circolazione (cioè la produzione, la trasmissione e la ricezione) di insiemi di segni.

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Esistono diversi tipi di segni:

•icone

•sintomi

•indici

•simboli

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Le lingue più parlate nel mondo

Lingua parlanti (stime)

Cinese mandarino 1.200.000 Inglese 1.080.000 Indi 720.000 Arabo 480.000 Spagnolo 440.000 Francese 400.000 Russo 280.000 Bengalese 220.000 Portoghese 220.000

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Ogni lingua comprende diversi sistemi di regole:

• Fonetica

• Grammatica e sintassi

• Semantica

• Pragmatica

• (Ortografia)

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Non esistono solo diverse lingue, ma anche diversi tipi di scrittura.

Si confrontino i modi in cui una parola che significa «casa» è scritta in:

greco: σπίτι

russo: дом

arabo: منزل cinese: 家

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Nei processi comunicativi vi sono

almeno due attori sociali: l’emittente e il destinatario.

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Anche il destinatario agisce, nel senso

che:

•riceve il messaggio

•interpreta il messaggio

•invia (di norma) messaggi di feedback.

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Poiché agiscono entrambi gli attori implicati, il processo comunicativo può essere inteso come un’interazione.

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Il processo comunicativo (II)

trasmissione

emittente [codice] di un messaggio [codice] destinatario mediante un canale

attività del destinatario: ricezione e interpretazione

messaggi di feedback da parte del destinatario

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Se il destinatario risponde al messaggio, egli

si trasforma a sua volta in emittente, mentre il precedente emittente si trasforma in destinatario: ciò avviene ogni volta che il processo comunicativo si realizzi in forma dialogica.

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Tipi di interazione comunicativa:

• Interazione faccia a faccia

• Interazione mediata

• Quasi-interazione mediata

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L’interazione faccia a faccia:• richiede la compresenza dei partecipanti;• è tipicamente dialogica;• implica la possibilità di ricorrere a una

molteplicità di segni (ovvero implica la presenza simultanea di più canali di comunicazione);

• implica la possibilità del ricevente di inviare feedback all’emittente.

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L’interazione mediata:

• separa l’ambiente in cui avviene la produzione da quello in cui avviene la ricezione, ampliando così la portata della comunicazione;

• limita però i canali a disposizione;

• limita (senza escluderla) la possibilità di inviare messaggi di feedback;

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La quasi-interazione mediata:

• separa l’ambiente in cui avviene la produzione da quello in cui avviene la ricezione e limita i canali a disposizione;

• ma si caratterizza specialmente per l’unidirezionalità del flusso comunicativo, cioè per la scarsa o nulla presenza di feedback e, soprattutto, per l’assenza di dialogicità.

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• Comunicazione verbale: la comunicazione che si avvale delle parole di un linguaggio naturale (sia in forma orale, sia in forma scritta).

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• Comunicazione non verbale: la comunicazione che si avvale di segni quali immagini, suoni che non corrispondano a parole, movimenti corporei, espressioni facciali e simili

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La comunicazione non verbale comprende diversi sottosistemi:

• vocale

• cinesico

• prossemico

• aptico

• …

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Catene comunicative

«nessuno è mai il primo a parlare» (M. Bachtin)

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Definizione della situazione

Di che situazione si tratta?

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• Competenze comunicative

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• Comunicazione e potere

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• Conoscenze pregresse (o enciclopedia)

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Il processo comunicativo (III)

competenze enciclopedia

potere

messaggi

competenze enciclopedia

potere

canali

interlocutore interlocutore

Definizione della situazione

codici condivisi

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I mezzi di comunicazione modificano in parte i processi comunicativi.

Permettono infatti azioni e interazioni a distanza.

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Chiamiamo “mezzi di comunicazione di

massa” quei mezzi di comunicazione che:

• producono e veicolano messaggi accessibili ad una pluralità ampia e indeterminata di destinatari;

• generano un flusso di comunicazione prevalentemente unidirezionale.

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I mezzi di comunicazione di massa

sono apparati socio-tecnici che mediano la comunicazione fra soggetti diversi.

Sono quelli per cui si parla di quasi-interazione mediata (impersonalità dell'interazione; assenza di feed-back; non dialogicità).

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L’accessibilità dei messaggi mediati si estende nello spazio e nel tempo ad un pubblico indeterminato e anonimo, e i contesti in cui si collocano gli emittenti e quelli in cui sono situati i destinatari sono diversi.

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Nella prima metà del XX secolo, il

sistema dei media presenta al suo interno i seguenti mezzi di comunicazione di massa:

• libri a stammpa

• stampa quotidiana e periodica;

• cinema;

• radio.

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I mezzi di comunicazione di massa si

sono sviluppati nel corso del XX secolo all’interno di cornici istituzionali diverse.

La radiofonia, ad esempio, in alcuni paesi è nata come servizio pubblico finanziato mediante un canone o il prelievo fiscale; in altri come servizio privato finanziato da inserzioni pubblicitarie.

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Gli sviluppi della stampa e del cinema

e la comparsa della radiofonia provocano nelle società occidentali, a partire dagli anni venti, intensi dibattiti, pro e contro i mezzi di comunicazione di massa.

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• Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa viene riconosciuto parte integrante dei processi di modernizzazione.

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• Da un lato esso diffonde un accesso

tendenzialmente egualitario alla cultura e dunque favorisce la mobilità sociale; dall’altro permette un’informazione diffusa e dunque la formazione di un’opinione pubblica capace di esercitare un controllo democratico sui governanti.

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• I mezzi di comunicazione di massa

favoriscono l’integrazione di società sempre più differenziate e complesse.

In altri termini, essi suppliscono alle difficoltà generate dal dissolvimento dei legami comunitari e dall’inserimento di ciascuno in società sempre piú ampie.

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Queste argomentazioni sono fatte proprie da

diversi dei primi studiosi che in America si occupano delle comunicazioni di massa.

Fra questi:

- Scuola di Chicago (William I. Thomas, Robert E. Park)

- Walter Lippmann.

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La scuola di Chicago

Attiva presso il Dipartimento di Sociologia dell'Università di Chicago negli anni venti e trenta.

Autori principali:

• William Thomas (1863-1947)

• Robert E. Park (1864-1944)

• George H. Mead (1863-1931).

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La scuola di Chicago è fortemente orientata alla ricerca empirica.

Studia in particolare i processi di urbanizzazione e le varie forme di devianza che si manifestano nel tessuto urbano.

Opere da ricordare:

- Thomas e Znaniecki: Il contadino polacco in Europa e in America (1918-1920)

- Park e altri: La città (1925)

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Il cosiddetto "teorema di Thomas" dice:

“se gli uomini definiscono reale una situazione, essa è reale nelle sue conseguenze”.

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Walter Lippmann (1889-1977)

opera più nota:

L'opinione pubblica (1922)

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• Pseudoambiente: l'ambiente mentale costituito dalle immagini della realtà che rappresentano la mappa cognitiva entro cui ci muoviamo.

Le immagini dello "pseudoambiente" hanno effetti reali (si ricordi il "teorema di Thomas").

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Tali immagini derivano nella massima

parte da una conoscenza indiretta.

Nel mondo contemporaneo questa conoscenza indiretta deriva prevalentemente dai media di massa.

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Agendo sullo pseudoambiente, i media possono influenzare largamente l'opinione pubblica, cioè l’insieme degli atteggiamenti e dei giudizi che i cittadini si formano riguardo a questioni di rilevanza collettiva.

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Decisivo perché l'opinione pubblica si formi correttamente è il controllo sulla documentazione che sta alla base delle immagini della realtà offerte dai media.

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Secondo Lippmann, la concorrenza reciproca fra gli emittenti, la correttezza professionale degli operatori dei media e l'attivo desiderio del pubblico di essere informato possono limitare il potere dei mass media.

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La scuola di Francoforte

 

L'Istituto per la ricerca sociale di Francoforte nasce nel 1923.

Nel 1933 i suoi membri si trasferiscono negli USA.

Dopo la seconda guerra mondiale alcuni torneranno in Germania

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Principali esponenti:

- Max Horkheimer

- Theodor W. Adorno

- Walter Benjamin

- Herbert Marcuse

- Erich Fromm

- Jürgen Habermas

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La “teoria critica” della scuola di Francoforte consiste una ripresa del pensiero di Marx che comporta la critica tanto del capitalismo quanto di tutti i regimi totalitari.

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Comporta una critica ricorrente dell‘ordine sociale esistente in nome delle possibilità di emancipazione in esso contenute.

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La teoria critica muove dal problema della "rivoluzione mancata", e si chiede per quale ragione le contraddizioni del capitalismo indicate da Marx non sfocino in una lotta rivoluzionaria della classe operaia nei paesi più sviluppati.

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Parte della risposta consiste nell’incorporazione della psicoanalisi freudiana nella teoria sociale, e nella messa a punto dei concetti di «capro espiatorio» e di «personalità autoritaria».

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Ma parte della risposta è individuata anche nella capacità dei mezzi di comunicazione di massa di produrre consenso, tanto nei regimi totalitari quanto in quelli democratici.

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L’industria culturale svolge nel capitalismo maturo le funzioni di adattare gli individui al sistema sociale esistente e di promuovere il consumo.

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I prodotti cinematografici e radiofonici di intrattenimento, in particolare, corrispondono ad una “amministrazione dello svago” in funzione compensatoria rispetto alle frustrazioni delle routine lavorative.

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L’energia che potrebbe rivolgersi verso il desiderio di modificare i rapporti sociali esistenti è deviata verso soddisfazioni che si realizzano solo nell’immaginario.

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Quanto alla diffusione delle informazioni, questa è manipolata sulla base degli interessi delle classi dominanti e in ogni caso non favorisce la comprensione dei processi sociali nella loro totalità.

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Nel loro insieme, i mass media appaiono agli autori della scuola di Francoforte un sistema coerente, molto meno pluralista di quanto non sembri e sostanzialmente finalizzato alla riproduzione dell'ideologia delle classi dominanti.

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Secondo Harold Lasswell l’analisi della comunicazione consiste nell’osservare «who said what to whom over what channel with what effect».

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L’analisi della comunicazione ha dunque diversi oggetti (modello delle 5 W):

Who (chi è l’emittente)

What (contenuti dei messaggi)

Whom (destinatari)

Where (quali canali e quali codici)

What effect (quali effetti si ottengono)

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Fasi di sviluppo della sociologia della comunicazione di massa Fase esempi contenuti I Fase pionieristica scuola di Chicago; riflessioni di carattere generale (anni ‘20/’40) Lippmann;

scuola di Francoforte II Communication ricerche di Lazarsfeld; ricerche sugli effetti a research breve termine dei (anni ‘40/’50) messaggi dei media III Media e costruzione teoria dell’agenda setting; studi sugli effetti cognitivi sociale della realtà teoria della spirale del a lungo termine dei media (anni ‘60/’70) silenzio; teoria

della coltivazione IV Media e vita cultural studies studi sull’appropriazione quotidiana di mezzi e contenuti della (anni ‘70/oggi) comunicazione mediata da parte dei pubblici