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FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE E ORGANIZZAZIONI COMPLESSE FUSIONI ORIZZONTALI Corso di Economia Politica Prof. Federico Boffa Relatori: Valentina Giacomini Paolo Giusti

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FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZACORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE E ORGANIZZAZIONI

COMPLESSE

FUSIONI ORIZZONTALI

Corso di Economia PoliticaProf. Federico Boffa

Relatori:Valentina GiacominiPaolo Giusti

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INTRODUZIONE

ECONOMIA POLITICA - PROF. BOFFA

Fusioni orizzontali - cap. V

Operazioni di fusione “Merger” o Concentrazioni

1989 : Merger Regulation

L’ U.E. prevede un sistema di controllo preventivo:

1990 – 2003 2400 notifiche alla Commissione Europea

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Obiettivi:

ECONOMIA POLITICA - PROF. BOFFA

Fusioni orizzontali - cap. V

Analisi degli effetti di benessere sociale delle fusioni tra imprese concorrenti

Individuare quando queste devono essere autorizzate o vietate

attraverso due aspetti principali:

1. La fusione consente l esercizio di un maggior potere di mercato?2. La fusione può favorire la collusione dell’ industria?

EFFETTI UNILATERALI EFFETTI PROCOLLUSIVI o DI COORDINAMENTO (in USA chiamati effetti di COORDINAMENTO)

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EFFETTI UNILATERALI

ECONOMIA POLITICA - PROF. BOFFA

Fusioni orizzontali - cap. V

1. Perché una fusione può incrementare il potere di mercato e quindi ridurre il surplus dei consumatori e il benessere sociale?

2. Perché l’ effetto netto dell’ operazione può essere ambiguo?

3. Trattazione tecnica delle problematicità

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1. IN ASSENZA DI GUADAGNI DI EFFICIENZA, UNA FUSIONE INCREMENTA IL POTERE DI MERCATO

ECONOMIA POLITICA - PROF. BOFFA Fusioni orizzontali -

cap. V

Se in una città vi fossero pochi negozi di alimentari indipendenti e uno di essi cercasse di aumentare i prezzi, i consumatori si sposterebbero negli altri negozi. Il suo potere di mercato è per questo vincolato dalla presenza di negozi rivali; questo aumenterà se due o più negozi indipendenti si fondono per dar vita a una catena di punti di vendita. L’ aumento di prezzo è ora profittevole per le imprese vista la diminuzione delle imprese indipendenti e le altre imprese rivedranno le proprie strategie di mercato. In assenza di guadagni di efficienza, LA FUSIONE BENEFICERA’ LE IMPRESE CONCORRENTI

Le imprese che si fondono, aumentando i prezzi e/o riducendo l’ output determinano un miglioramento dei profitti deiconcorrenti.

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ECONOMIA POLITICA - PROF. BOFFA Fusioni orizzontali - cap. V

L’ aumento del potere di mercato cambia in base alle caratteristiche del mercato e delle modalità di competizione:

Variabile PREZZO : dopo la fusione aumenteranno sia i prezzi praticati dalle imprese che si sono fuse sia quelle degli outsiders.

Variabile QUANTITA’ : le imprese che si fondono ridurranno la loro produzione (aumentando i prezzi) mentre gli outsiders incrementeranno la loro produzione (abbassando i prezzi).

Entrambi i modelli predicono che l’ effetto totale sulla fusione (in assenza di guadagni di efficienza) è quello di ridurre il SURPLUS

dei Consumatori e quindi una riduzione del benessere dei consumatori

e di quello totale (eccezione quando si fondono due piccole imprese).

1. IN ASSENZA DI GUADAGNI DI EFFICIENZA, UNA FUSIONE INCREMENTA IL POTERE DI MERCATO

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• Variabili che influenzano la capacità delle imprese di esercitare potere di mercato dopo la fusione

1. CONCENTRAZIONELa capacità delle imprese che si fondono di esercitare potere di mercatodipende dal numero dei loro rivali. Primo metodo di analisi di effetti unilaterali di una fusione: uso dell’ indice di concentrazione di HERFINDAHL-HIRSCHMAN (HHI) : indice standard di concentrazione dato dalle somme dei quadrati delle quote di mercato

presenti nell’ industria che varia tra 0 e 10,000. Aumento significativo della concentrazione non marginale: utilizzo di una

proxy per i cambiamenti di concentrazione (ΔHHI) per verificare la differenza di concentrazione prima e dopo la fusione

HHI post-merger < 1,000 (bassa concentrazione) : FUSIONE AUTORIZZATA tra 1,000 – 1,8000 (concentrazione moderata) : FUSIONE

AUTORIZZATA (ma l’ aumento non

deve essere maggiore di 100 punti)

> 1,800 (alta concentrazione): FUSIONE AUTORIZZATA (se determina un aumento inferiore ai 50 punti)

In tutti gli altri casi farà sorgere “significative preoccupazioni per la concorrenza”

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2. QUOTE DI MERCATO E CAPACITA PRODUTTIVE

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cap. V

Farrell e Shapiro dimostrano che più è bassa la quota di mercato, minore è l’ effetto negativo che la fusione produrrà sul livello di

prezzi. Una fusione tra piccole imprese può incrementare il benessere

sociale anche in assenza di guadagni di efficienza. Modello Perry e Porter/Mc Afee e Williams: il benessere sociale si

riduce sempre quando la fusione porta alla creazione di una nuova impresa di dimensioni maggiori rispetto alle concorrenti; perciò se la fusione riguarda imprese con basse quote di mercato è improbabile che derivino effetti anticoncorrenziali

Capacità produttive: è necessario che i concorrenti soddisfino la domanda addizionale che può essere rivolta loro a seguito di un aumento di prezzo delle imprese. La disponibilità di capacità produttiva inutilizzata dei rivali rende improbabile che le imprese fuse esercitino potere di mercato.

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3. ENTRATA

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cap. V

L’ abilità delle imprese ad aumentare i prezzi è vincolata anche dall’ esistenza di potenziali entranti;le imprese potrebbero decidere di entrarvi qualora la fusione comporti un innalzamento dei prezzi o una riduzione delle quantità. La misura in cui i potenziali entranti riescono a limitare il potere di mercato degli incumbents dipende dall’ entità dei costi fissi irrecuperabili necessari per operare nel mercato.

La valutazione delle condizioni di entrata rappresenta un esercizio di analisi non semplice.

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cap. V

“ Failing firm defence”

Cosa accade nel mercato dopo che la fusione si realizza? E se non si realizza? Non confrontiamo lo scenario post-merger con quello ante-merger di un’ impresa in stato di crisi (failing firm) ovvero che senza la fusione non resterebbe nel mercato ma piuttosto la situazione dell’impresa dopo che ha abbandonato il mercato.

La failing firm defence (prevista dalla US MERGER GUIDELINES) è previsto che una fusione anticompetitiva sia autorizzata se:

1) L’ impresa non è in grado di onorare i suoi debiti finanziari nel futuro

2) L’ impresa non riuscirebbe a riorganizzarsi con successo

3) Non esistono sul mercato rilevante validi acquirenti alternativi delle attività materiali e immateriali dell’ impresa

4) Senza la fusione, gli assets dell’impresa in stato di crisi uscirebbero dal mercato

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2. GUADAGNI DI EFFICIENZA

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cap. V

In assenza di guadagni di efficienza, una fusione può ridurre sia il surplus dei consumatori che il benessere sociale; tuttavia se le imprese riducono i costi, i guadagni di efficienza possono essere tali da bilanciare gli effetti negativi dell’ aumento del potere di mercato determinando una riduzione dei prezzi e un aumento del benessere sociale.

La fusione permette di gestire più efficacemente la catena di imprese e di ottenere un risparmio dei costi unitari; godrebbe perciò di margini maggiori e di una base di vendita accresciuta.

Se i guadagni di efficienza sono sufficientemente alti, l’impresa risultante dalla fusione abbasserà i prezzi di vendita con un effetto positivo sia sul benessere dei consumatori che su quello della collettività.

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• Gli effetti dei guadagni di efficienza sui profitti delle imprese rivali

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cap. V

Le imprese che non partecipano alla fusione subiranno delle perdite e si opporranno all’ operazione. I profitti delle imprese si abbasseranno quando la fusione incide positivamente sul benessere sociale ovvero sia quando produce guadagni di efficienza sufficientemente alti.

Analisi di Eckbo(1983) sugli effetti dei prezzi di borsa delle imprese rivali dall’ annuncio della fusione.

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• La natura dei guadagni in termini di efficienza e la loro valutazione

ECONOMIA POLITICA - PROF. BOFFA Fusioni orizzontali - cap.

V

Da dove derivano i guadagni di efficienza?Le imprese possono riorganizzare la produzione ottenendo economie di scala oppure ridurre i costi grazie alla produzione congiunta; sinergie in materia di R&S, attività di marketing e risparmi nelle spese di amministrazione. La riorganizzazione riduce i costi variabili, con un’ influenza diretta sui prezzi, e i costi fissi di produzione, che non modificherà le decisioni di prezzo delle imprese.

Secondo la US MERGER GUIDELINES, le efficienze legate ad una riorganizzazione tecnica sono più facili da dimostrare da quelli derivanti da una riduzioni dei costi amministrativi, da risparmi del personale o da altre spese fisse.

Se i guadagni di efficienza possono essere raggiunti anche senza la fusione, l’argomento dei risparmi sui costi non può essere accettato come effiency defence a sostegno della concentrazione, dal momento che gli stessi risparmi possono essere ottenuti in un altro modo.

Teoria Farrell e Shapiro (1990): valutazione positiva delle “sinergie” e negativa delle “non sinergie”

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• Informazione asimmetrica

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cap. V

- Valutazione dell’autorità antitrust della reale possibilità di ottenere risparmi di costi da una fusione.

- Esiste asimmetria informativa fra autorità antitrust e imprese che vogliono fondersi, quest ultime più informate sul funzionamento del mercato.

- L’ autorità dispone di una documentazione fortemente distorta dalle parti.

In definitiva quando esistono guadagni di efficienza occorre valutare se essi siano sufficientemente alti da migliorare il surplus dei consumatori e quello totale, inducendo una riduzione dei prezzi.

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• Effiency offence

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cap. V

La concentrazione modifica l’ equilibrio del mercato con una contrazione dei profitti delle imprese concorrenti e per questo minaccia la capacità delle rivali di rimanere sul mercato. Con “effiency offence” si definisce la valutazione di una fusione laddove si possano ottenere guadagni di efficienza tali da forzare nel medio lungo periodo l’ uscita dei concorrenti; effetto negativo per la concorrenza consentendo al nuovo gruppo una posizione di monopolio nel mercato.

- Tesi tuttavia restrittiva poiche non possiamo trarre una conclusione univoca in termini di benessere.

- Le imprese forzate all’uscita in realtà potrebbero “replicare” le sinergie del nuovo gruppo, promuovendo ulteriori concetrazioni, se l’aggregazione di assets sia alla portata dei concorrenti.

E’ forse preferibile consentire lo svolgimento della concentrazione?

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3. UNA MODELLIZZAZIONE DEGLI EFFETTI UNILATERALI DELLE FUSIONI

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Caratteristica principale delle fusioni: creare una nuova impresa che combina gli assets delle parti che si fondono.

Utilizziamo due modelli asset-based:

1. Modelli di differenzazione del prodotto (gli assets corrispondono alle diverse varietà di beni venduti dalle imprese).

2. Modelli con beni omogenei (le imprese differiscono per la capacità produttiva ossia il capitale)

Utilizziamo per questo un modello con prodotti differenziati invece di

utilizzare il modello tradizionale alla Cournot che non è in grado di

formalizzare la caratteristica fondamentale delle fusioni e non riuscirebbe a

spiegare le motivazioni che spingono le imprese a concentrarsi.

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• Effetto sui profitti delle imprese che si fondono

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Il fatto che la fusione avvantaggi le imprese che si fondono è un fatto non certo perché si basa sull’ ipotesi che le imprese competono sui prezzi.

Analisi Salan, Switzer e Reynolds (1983). Modello con beni omogenei dove:

- le imprese concorrono sulla quantità- la fusione non produce guadagni di efficienza

Una fusione tra due imprese è sempre dannosa a meno che non si realizzi un monopolio.- Le imprese che si fondono internalizzano l’esternalità negativa rappresentata da quantità elevate e riducono la produzione.- Le imprese rivali intensificano la produzione, guadagnano quote di mercato, moderando l’ aumento dei prezzi.- Le imprese che si fondono perdono quote di mercato e profitti perché la minore quantità prodotta non è compensata dall’ aumento di prezzo.-La fusione perciò fa spostare verso il basso la funzione di risposta ottima delle imprese che si fondono verso il basso con un nuovo equilibrio caratterizzato da un punto più alto per le imprese rivali e più basso per chi si fonde.

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• Effetto sui profitti delle imprese rivali

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La fusione fa aumentare i profitti delle imprese rivali, non partecipanti alla fusione. Questo risultato non dipende dal fatto che le imprese competono sui prezzi o sulle quantità, ma dipende dal comportamento opportunistico tenuto dalle imprese rivali: quando le imprese si fondono aumentano i loro prezzi, esse riducono una esternalità negativa per tutta l’ industria.

Le imprese rivali, approfittando di questa nuova situazione, aumentano la quantità moderando l’aumento dei prezzi.

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• Guadagni di efficienza

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Ipotesi in cui le imprese che si fondono producono ogni varietà di prodotto al costo marginale ec con e ≤ 1

L’ esistenza di guadagni di efficienza incidono sulla posizione di risposta ottima dei prodotti delle imprese che si fondono

Lo spostamento della funzione dipende dal valore di “e”: più basso è il suo valore, più la funzione si sposta verso il basso.

La nuova funzione si troverà al di sotto della funzione pre-merger e il nuovo equilibrio sarà caratterizzato da una riduzione di prezzo.Perciò: quando la fusione comporta guadagni di efficienza sufficientemente elevati, il surplus dei consumatori migliorerà.Inoltre: quando i prezzi di equilibrio sono più bassi, l’impresa rivale sarà danneggiata dalla fusione perché l’ impresa rivale ha lo stesso costo du produzione di prima; la fusione fa abbassare i suoi profitti.

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EFFETTI PROCOLLUSIVI

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La fusione in questo caso non determina tanto un aumento nel potere di mercato del nuovo gruppo, ma contribuisce a creare condizioni favorevoli alla sostenibilità di un accordo collusivo.

Esistono due ragioni per cui una fusione può favorire la collusione:

1. per definizione, una fusione riduce il numero delle imprese indipendenti.

2. Una fusione può rendere più simmetrica la distribuzione degli assets tra le imprese.

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• FATTORI CHE INFLUENZANO LA COLLUSIONE

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V

La valutazione delle concentrazioni si basa su un esercizio previsivo:l’approccio è quello di giudicare una fusione tanto più pericolosaquanto più i fattori che si vengono a determinare a seguito di essa,favoriscono il raggiungimento di un accordo collusivo. I fattori che influenzano sono: 1. L’ importanza delle barriere all’ entrata2. La presenza dei legami strutturali3. L’ esistenza di scambio di info tra le imprese4. L’ assenza di contropotere degli acquirenti5. L’ esistenza di clausole quali quelle del “prezzo di rivendita imposto”

Nonostante ciò, resta un’ analisi difficile da fare a priori in quanto ingenerale sarà lasciato molto spazio alla discrezionalità delle varieautorità.

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• GUADAGNI DI EFFICIENZA ED EFFETTI PROCOLLUSIVI

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In generale, un miglioramento dell’ efficienza delle imprese, dovrebbe essere valutato positivamente poiché permette una riduzione dei prezzi. Inoltre la fusione ha, come ulteriore effetto, quello di generare costi più bassi rispetto agli altri concorrenti, aumentando l’ eterogeneità tra le imprese e questo rende più difficile raggiungere un accordo collusivo.

Effetto opposto: a fronte di una accresciuta omogeneità tra le imprese si potrebbe ottenere attraverso la fusione anche una limitazione del potere di mercato dell’ impresa maggiore, favorendo la collusione.

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MISURE CORRETTIVE APPLICATE ALLE FUSIONI

ECONOMIA POLITICA - PROF. BOFFA Fusioni orizzontali - cap. V

Le autorità antitrust possono adottare misure intermedie ovveropossono approvare la fusione a condizione che le merger formsadottino misure correttive che modificano il piano iniziale.

Due categorie di rimedi: Rimedi strutturali modificano l’ allocazione dei diritti

di proprietà Rimedi comportamentali limiti ai diritti di

proprietà delle imprese fuseN.B. : - Non tutti i rimedi si possono applicare ad una stessa fusione - Rimedi strutturali e comportamentali non sono

necessariamente sostituibili- Implicano un diverso grado di coinvolgimento delle autorità

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• RIMEDI STRUTTURALI: CESSIONI E DISMISSIONI

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cap. V

Attraverso i rimedi strutturali, si da la possibilità di consentire lafusione, intervenendo in modo specifico su quelle situazioni dove siconcentrano gli effetti anticompetitivi.Si richiede perciò una modifica del progetto iniziale che porti allacessione di attività aziendali in quegli specifici ambiti.Le attività dismesse possono: 1. essere acquistate da una nuova impresa2. essere acquistate da un’ impresa già esistente

In entrambi i casi, le autorità devono assicurarsi che l’acquirente sia in grado

di ottenere un vincolo concorrenziale nel nuovo gruppo. L’ acquirente deve poter acquisire tutti gli elementi necessari affinché l’azienda possa operarecome concorrente efficace (attività materiali e immateriali). Può anche

essere necessario richiedere alle imprese che si fondono la dismissione di ulteriori attività, che considerate singolarmente non creano problemi competitivi.

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• LIMITI DELLO STRUMENTO DELLE DISMISSIONI

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cap. V

I rimedi strutturali possono dare origine ad alcuni problemi di

attuazione:

1. Le imprese che si fondono hanno l’ incentivo a far si che l’ acquirente delle attività dismesse non sia un’ impresa competitiva capace di limitarne il potere di mercato.

Per impedirlo l’ autorità estende il proprio intervento fino all’ individuazione dell’ acquirente più idoneo.

2. Esistenza di asimmetria informativa tra venditore e acquirente; se chi acquista è un impresa nuova, può non essere in grado di valutare quali siano indispensabili per essere un rivale speciale.

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cap. V

Emergono due problemi:

1. Le autorità debbono assicurare la creazione di un’ impresa efficiente

2. Occorre evitare gli effetti procollusivi derivanti dalla cessione di attività

Per questo, è necessario autorizzare la fusione solo se entrambi i testi

risultano effettivi.

3. L’ acquirente disposto a offrire di più per gli assets potrebbe non essere un’ impresa intenzionata ad esercitare una concorrenza nei confronti del nuovo gruppo.

4. L’ uso di rimedi strutturali può far aumentare il rischio di collusione

• LIMITI DELLO STRUMENTO DELLE DISMISSIONI

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• RIMEDI COMPORTAMENTALI

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Consistono in impegni volti a garantire che i rivali possano aver accesso all’

acquisto o all’ uso di attività essenziali, possedute dalle imprese che sifondono. Vi sono diversi tipi di rimedi:1. Puramente comportamentali (Caso Vivendi/Canal + Seagram)2. Natura contrattuale: le imprese che si fondono possono essere

obbligate a consentire al rivale l’ accesso ad una tecnologia (Caso Astra/Zeneca)

3. “Vertical firewalls”: la fusione crea un’ impresa integrata verticalmente; la divisione a monte può rivelare alla divisione a valle importando informazioni sulle caratteristiche dei concorrenti a valle.

DIFFICOLTA DEI RIMEDI COMPORTAMENTALIAlcuni rimedi comportamentali sono molto facili da eludere, a meno chenon si mantenga un attento e prolungato controllo. Vi sono anche

problemiquando si vuol facilitare l’ entrata sul mercato: vi è la difficoltà ad

assicurareche l’ impresa fusa abbia i giusti incentivi a collaborare attivamente.

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• POLITICA DI CONTROLLO DELLE CONCENTRAZIONI NELL’ UE

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V

Regolamento 4064/89 Divieto in quelle operazioni di concentrazione che “creano o

rafforzanouna posizione dominante a causa della quale risulti ostacolata

unaconcorrenza nel mercato comune”.Si definisce una procedura in due fasi:1. Necessità di appurare la sussistenza di una posizione

dominante2. Valutare gli effetti sulla concorrenza

Insoddisfazione su due aspetti1. Difficoltà sul significato di posizione dominante2. Le fusioni sono vietate solo se esiste una posizione dominante

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• POSIZIONE DOMINANTE COLLETTIVA

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V

Situazione dove la posizione dominante viene esercitata non da una

singola impresa, ma da una o più imprese.

Tribunale Prima Istanza (TPI)

La CE può bloccare le fusioni se creano una posizione dominante: ne

prende atto e utilizza la nozione di posizione dominante collettiva in

numerosi casi: Caso Airturs/First Choiche : il TPI annulla la decisione della CE

(sosteneva l’esistenza di collusione) perché non aveva dimostrato con convincenti elementi che la fusione avrebbe creato una posizione dominante collettiva.

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• IL TRATTAMENTO DEI GUADAGNI DI EFFICIENZA

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cap. V

Impostazione Dipartimento di giustizia USA : “L’ Autorità deve valutare se il livello di efficienza raggiunto grazie allafusione, può essere sufficiente a controbilanciare il potenziale effettonegativo sui consumatori della concorrenza stessa, ad esempioattraverso un aumento dei prezzi”. Commissione Europea art.2.1 (b) : nella valutazione deve tenerconto degli interessi dei consumatori intermedi e finali. L’ intenzionedel legislatore di non consentire una difesa delle imprese in termini diefficienza, per porre un freno alla possibilità di introdurre argomenti dipolitica industriale.

La CE è accusata di considerare i risparmi di costo un “elemento a sfavoredelle fusioni”.

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V

Il Regolamento 139/2004 h introdotto delle innovazioni:

1. Rapporti tra campo di intervento nazionale e comunitario

2. Abbandono della procedura di valutazione della concentrazione suddivisa in due fasi e adesione al criterio utilizzato negli USA. Oggetto centrale della valutazione è l’ impatto sulla concorrenza, ma si introduce anche la valutazione dei possibili benefici di efficienza.

• IL TRATTAMENTO DEI GUADAGNI DI EFFICIENZA