Facciamo che io ero l’insegnante e tu il dottore… · per l’intervento educativo-didattico e...
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Facciamo che io ero l’insegnante
e tu il dottore…Osservazione pedagogica e diagnosi clinica
per l’intervento educativo-didattico e riabilitativo
Maria-Chiara MicheliniUniversità degli Studi di Urbino Carlo Bo
Questione della effettiva osservabilità dei fenomeni complessi e unitari (Metelli di Lallo, 1978)
u Il tutto è riducibile alla somma delle parti?
u Tesi Elementaristica: il tutto sarebbe sempre solubile in elementi più semplici che, soli, sarebbero accessibili ad una Osservazione
diretta, ordinata, controllabile
u Rapporto: oggetto/sfondo
u Scientificità dell’operare
u Specializzazione/Approccio globale
u Obiettività (Evidenza)/partecipazione
u Immediata e casuale/Controllata e mediata
Maria-Chiara Michelini – Università degli Sudi di Urbino
La complessità del fatto educativo
Classi numerose e eterogenee
Maria-Chiara Michelini – Università degli Sudi di Urbino
Tutto ciò che è detto è detto da un osservatore (H.R. Maturana e F. Varela, Autopoiesi e cognizione, Marsilio, Padova, 1992, p.53)
ParadigmaDiagnostico Paradigma
Pedagogico
Maria-Chiara Michelini – Università degli Sudi di Urbino
Elementi di Confronto Paradigma Diagnostico
u Progressivo raffinamento delle conoscenze di determinati fenomeni
u Clinico/riabilitativou Approccio Medicale (diagnosi, prognosi, terapia) u Primato diagnostico strumentaleu Presunta obiettività capace di assicurare
certezza (accertamento)u Azione sui sintomiu Muove dall’esterno u Delega dell’ ”accertameto agli specialisti”
(psicologo, medico, operatore del sociale…) con linguaggi, strumenti e punti di vista propri ed esterni al fatto educativo
u Abdicazione della pedagogia come composizione dell’atto educativo in esecuzione delle osservazioni specialistiche (Laporta, 1979, il suo rapporto con la psicologia è tanto stretto che sovente essa la richiama addirittura dentro di sé, ridefinendosi come “psicopedagogia”)
Paradigma Pedagogico
u Ipotesi MEIRIEU (2013)u Il modello medicale che ha, durante tutto
un periodo, contribuito allo sviluppo di una pedagogia progressista (Ytard, Montessori, Claparéde, Decroly…) è divenuto oggi un ostacolo ad essa
u Ostacolo epistemologico (Bachelard) u Logica dello screening/ricognizioneu Mito dell’immacolata osservazioneu Pedagogia difensiva u Meirieu (2013) l’invenzione delle pratiche
poste in essere dall’educatore fa progredire la conoscenza dell’allievo, non la diagnosi a priori (luogo comune neopositivista)
u Rischio profezie autoavverantesi
Maria-Chiara Michelini – Università degli Sudi di Urbino
La pedagogia non è una ricetta, ma una ricerca(Debesse, 1971, p.14)
Proiezione del Video di una Scuola dell’Infanzia
OSSERVAZIONE A SCUOLA
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…non c’è un momento specifico, io osservo sempre…
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Con obiettivi,forme, modalità, strumenti, rigorosi, stabiliti preventivamente
Atto dell’osservare=Atto potenzialecausato dall’attivazione dei neuroni specchio, Reciprocità di atti eintenzioni, base per il riconoscimento del significato dei gesti altrui
Ob-servareOb: verso, perservare: custodire, preservare, curare, stare attento a…L’osservazione ha sempre uno scopo
Maria-Chiara Michelini – Università degli Sudi di Urbino
Maria-Chiara Michelini – Università degli Sudi di Urbino
Elementi dell’osservazione
Chi Soggetto osservatoOsservatore
Che CosaAttivitàPunto di vista
ScopoFinalità dell’osservazione
In che modostrumenti tecniche
Quando/dove
Maria-Chiara Michelini – Università degli Sudi di Urbino
Scuola Sezione Data Orario:Dalleore________Alleore_________
Ambito/icoinvolti
DocentiPresenti Osservatore N.Alunnipresenti
Attività Luogodisvolgimentodell’attività Scopodell’osservazioni
DescrizioneDescrizione
Commento (impressioni/interpretazioni)
1.EsempiodiProtocolloosservativo
Maria-Chiara Michelini – Università degli Sudi di Urbino
Esempio di check-list per l’osservazioneObiettivo: ascolto e comprensione di una breve storia
Riesce ad ascoltare un breve racconto
Riferisce l’argomento generale del racconto
Riconosce e descrive i personaggi principali
Individua gli elementi specifici
Racconta la storia con parole proprie
Interpreta teatralmente i personaggi del racconto muovendosi nello spazio e gestendo il proprio corpo
Alunno 1Alunno 2Alunno 3Alunno 4Alunno 5Alunno 6
Maria-Chiara Michelini – Università degli Sudi di Urbino
Esempio di osservazione di una lezioneScuola Primaria - Il punto di vista di una studentessa di Scienze della Formazione Primaria
Maria-Chiara Michelini – Università degli Sudi di Urbino
Natura dell’osservazione educativa
sistemica dinamica
formativa
autentica
Maria-Chiara Michelini – Università degli Sudi di Urbino
Chi osserva chi?
Oh, che bello!!! Un cuboAnnamaria
Maria-Chiara Michelini – Università degli Sudi di Urbino
Non mi conoscevo. Mi hanno raccontato questa cosa del Docente riflessivo …. Partecipare alla ricercaè stata una sfida con me stessa, volevo “osservarmi” mentre lavoro, volevo leggermi, per verificaredi non aver messo in atto nei tantissimi anni di insegnamento modalità stereotipate nel proporre leesperienze educative e nell’interazione con i bambini. Mi sono detta io ci voglio essere! Osservarminon è stato facile ed immediato, ma ci sono stati due momenti di svolta in quest’esperienza che mihanno sorpresa e fatta riflettere …
Ed è successo … un pomeriggio che ero di turno … quando concordo con loro cosa fare, la situazioneera controllata, loro erano tranquillissimi, si erano gestiti … io ero seduta sul tappeto. Si avvicinaM., un bambino di quattro anni, svelto con uno sguardo lucentissimo, mi fa: «Guarda AM. cosa hofatto!» io alzo lo sguardo e dico: «Ah, un cubo!». L’attimo in cui gliel’ho detto ho visto gli occhidi M. appannarsi, lo sguardo spegnersi, M. è cambiato, rimanendo interdetto. Gli avevobruciato tutte le possibilità. Mi sono vista un mostro, poi per fortuna una voce dentro mi dice:«Ma che cosa hai fatto?» E allora esclamo: «Ah, ma che cos’è?». M. mi ha sommersa di parole:era una bellissima astronave, un trasformer, che poteva fare questo e quello... descrivendomi tantedi quelle cose che non avrei neanche potuto immaginare in un cubo (perché era un cubo). Mi èservito, l’ho scritto, perché segna un momento storico. Mi sono vista nello specchio. Chissà quantealtre volte, io che penso di essere attenta, ho questo stereotipo dentro …. chissà quante occasionimi sono sfuggite? Quella sera ho preso consapevolezza di come la ricerca stesse agendo su di me e hovoluto scriverlo. E nello scrivere mi è rimasta una percezione che voglio comunicare: il mio pensierosu M. è cambiato, mi accorgo di tante piccole cose, anche la mia capacità di starci alle sueprovocazioni è cambiata. Lo vedo come un altro bambino, ora il mio modo di parlarci è più pieno.
Solo qualche tempo dopo mi sono trovata piacevolmente a sorprendermi nuovamente degli effettidella ricerca. Una mattina avevo portato 12 bambini del mio gruppo, dei tre anni, nel salone dellascuola per farli giocare con il loro filo rosso, un nastro di fettuccia … Improvvisamente mi si èavvicinato J. che, con la voce tremante, mi ha detto: «AM. c’è il temporale, come fa il papà avenire a prendermi?» Mi sono voltata verso la vetrata d’ingresso e ho visto che stava solopiovigginando, stavo per rassicurarlo quando mi sono fermata e ho pensato di coinvolgere glialtri bambini nell’affrontare la questione, astenendomi dal dare io la soluzione. [….] Avevointerrotto l’attività progettata, ma in cambio potevo osservare uno scambio di informazioni econsiderazioni dei bambini che fino a quel momento non si era mai verificato senza sollecitazioni.Da quel momento il gruppo è stato più coeso; se fossi intervenuta io per rassicurare J. avreiaggiunto risposte da grandi che egli già conosce; i bambini, con tutta la loro serenità e “giocosità”sono stati “terapeutici”. Per me è stato un momento di grande serenità che mi ha accompagnatadurante tutta l’esperienza, anche se al termine di quella mattinata non avevo completato quantoprogettato, mi sono sentita soddisfatta, ero “leggera”. Da quel momento mi sono riproposta di“contare fino a cento prima di dare io la risposta”, continuare ad avvalermi delle riflessioni deibambini per rispondere ad alcuni dei loro pensieri, concedermi il piacere di non preoccuparmi seun’attività progettata non si conclude e godere di quella serenità contagiosa che solo il mondo deibambini trasmette.
Maria-Chiara Michelini – Università degli Sudi di Urbino
L’osservazione educativa come invenzione delle praticheGianfranco Zavalloni e l’esame di terza media Gli esempi dei grandi educatori
Cenni Bibliograficiu Camaioni L., Bascetta C., Aureli T. (1988), L’osservazione del bambino nel contesto educativo,
il Mulino, Bologna.
u Dewey J. (1958), Esperienza e Educazione, Raffaello Cortina, Milano, 2014.
u Laporta R. (1979), Teoria empirica dell’educazione e valori educativi in AAVV, La ricerca pedagogica tra scienza e utopia, La Nuova Italia, Firenze.
u Mantovani S. (1998), La ricerca sul campo in educazione. I metodi qualitativi, Bruno Mondadori, Milano.
u Meirieu P. (2013), Des lieux communs aux concepts clés, ESF editeur, Paris, 2017.
u Mialaret G. (1976), Le scienze dell’educazione, Loecher, Torino, 1978.
u Michelini M.C. (2016), Fare comunità di pensiero, FrancoAngeli, Milano.
u Michelini M.C., Osservazione educativa. Ricerca di un paradigma, in Pedagogia più Didattica, Erickson, Trento, Vol. 3, n.2, ottobre 2017.
Maria-Chiara Michelini – Università degli Sudi di Urbino
Grazie per l’attenzione
Maria-Chiara MicheliniUniversità degli Studi di Urbino Carlo Bo