Fabrique du Cinéma n° 3 2013

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LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE 2013 Numero 3 NEOREALISMO MAGICO O CINEMA O MORTE! GIOVANI LEONI CRESCONO La storia del festival attraverso i suoi più geniali esordienti LA CARTA STAMPATA DEL NUOVO CINEMA ITALIANO “Il sud è niente” , se è una ragazza ad abbattere i luoghi comuni Il giuramento dei fratelli Taviani, ragazzi per sempre, a Pisa a Berlino SPECIALE VENEZIA ICONE OPERA PRIMA VOGLIO STORIE STRANE , MONDI DIVERSI, SOGNI IL NUOVO RIBELLE DEL CINEMA ITALIANO EUGENIO FRANCESCHINI

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Fabrique du Cinema - La carta stampata del nuovo cinema italiano See more at: www.fabriqueducinema.it

Transcript of Fabrique du Cinéma n° 3 2013

  • luglio agostosettembre2013

    Numero 3

    Neorealismo magico

    o ciNema o morte!

    giovaNi leoNi crescoNoLa storia del festival attraverso i suoi pi geniali esordienti

    La CaRTa STaMPaTa deL NUOVO CiNeMa iTaLiaNO

    Il sud niente, se una ragazza ad abbattere i luoghi comuni

    Il giuramento dei fratelli Taviani, ragazzi per sempre, a Pisa a Berlino

    SPECIALE VENEZIA

    ICONE

    OPERA PRIMA

    voglio storie straNe,moNDi Diversi,

    sogNiIl nuovo rIbelle del cInema ItalIano

    eugeNio FraNceschiNi

  • SSoMMARIoPubblicazione edita dallassociazione Culturale Indie per cui Via Francesco Ferraironi, 49L7 (00177) Romawww.fabriqueducinema.it

    Registrazione tribunale di Roman. 177 del 10 luglio 2013

    Direttore eDitoriALe Ilaria Ravarino

    SUPerViSorLuigi Pinto

    Direttore ArtiStiCoDavide Manca

    GrAFiCA e iMPAGiNAZioNeGiovanni MorelliPaolo Soellner

    CAPoreDAttore Elena Mazzocchi

    CAPoSerViZio Tommaso Agnese

    reDAZioNeCristiana RaffaSonia SerafiniChiara Spoletini

    PHotoeDitorFrancesca Fago

    CoMUNiCAZioNe e WebConsuelo Madrigali

    Web MASterLuca Luigetti

    eVeNti e MArKetiNGIsaura Costa

    DeLeGAto NorD itALiALuca Caserta

    reLAZioNi SALeKatia Folco

    UFFiCio StAMPASara Battelli

    HANNo CoLLAborAtoAlessandro BaroncianiRoberta EttoriGianluca Lo Guasto

    StAMPAPress Up s.r.l.Via La Spezia, 118/C 00055Ladispoli (RM)

    DiStribUZioNePubblimediagroup di Luca Papi

    Finito di stampare nel mese di Agosto 2013

    eDitoriale4 esserci cover storY6 eugeNio FraNceschiNi la FaNtasia al poterespeciale veNeZia 7010 il ruggito Dei giovaNi leoNiDossier18 proFessioNe: attore risiNg stars

    24 specialeNuevo ciNe il ciNema argeNtiNo iNDipeNDeNteDoDici32 valerio groppateNeNDo a Fuoco lobiettivoNuova DistribuZioNe36 oN DemaND: chieDi e ti sar DatoeFFetti speciali40 i mostri abitaNo Nella rete mestieri44 KimeraFilmproDuttori uNDer 40maKiNg oF36 sul set Dela Divagraphic Novel50lYNN shawhistoires Du ciNmaDiario53 gli eveNti Di FabriQueDa NoN perDerecome e Dove54 luoghi Dove reperibileFabriQue

    luglio agostosettembre2013

    Numero 3

    Neorealismo magico

    o ciNema o morte!

    giovaNi leoNi crescoNoLa storia del festival attraverso i suoi pi geniali esordienti

    La CaRTa STaMPaTa deL NUOVO CiNeMa iTaLiaNO

    Il sud niente, se una ragazza ad abbattere i luoghi comuni

    Il giuramento dei fratelli Taviani, ragazzi per sempre, a Pisa a Berlino

    SPECIALE VENEZIA

    ICONE

    OPERA PRIMA

    voglio storie straNe,moNDi Diversi,

    sogNiIl nuovo rIbelle del cInema ItalIano

    eugeNio FraNceschiNi iN CoPertiNAEugenio Franceschini

    14 opera prima ho ucciso garca mrQueZ

    28 icoNe Fratelli taviaNi NessuN compromesso, ciNema o morte

    Fabio mollo ci raccoNta il suo Film sulla calabria Di oggi

  • 4EEDIToRIALEessere o non essere (a un festival), questo il problema.

    Spesso si sente dire, da chi il cinema lo fa da anni, che i festival italiani sono un calvario necessario. Un palcoscenico sul Golgota dove esserci per forza, anche a costo di andare incontro

    al fallimento, al fischio, allumiliazione. Esserci per dimostrare di esserci ancora. Pi spesso si sente dire, da chi al cinema si affaccia adesso, che i festival italiani sono sordi ai

    giovani talenti. Una vetrina riservata a pochi, impossibile da raggiungere sotto ai trentanni. Teste bianche in prima fila, ai ragazzi la galleria. Esserci per dimostrare di esserci.

    Eppure i festival, come vi racconta Fabrique in questo numero, sono stati qualcosa di diverso. E possono esserlo ancora. Ci piace dirvelo con lesempio di autori come i fratelli Taviani, Icone del

    mese, maestri che continuano a trionfare ai festival perch non inseguono il proprio ego ma le storie, la poesia, larte. Esserci, per loro, significa una cosa semplice: avere qualcosa da dire. Insieme ai Taviani vi raccontiamo anche questa volta tre giovani talenti, Fabio Mollo, Valerio

    Groppa e Eugenio Franceschini. Due registi e un attore che non rimarranno in galleria a lungo, perch i giovani leoni hanno voglia di ruggire. Hanno voglia di esserci per raccontare storie. Le loro.

    Essere o non essere (in sala), anche questo un problema.Perch il cinema non pi nuovo e non pi un paradiso, e l fuori c tutto un mondo da

    esplorare. Fuori dalla retorica della sala come luogo delezione dellesperienza cinematografica, fuori dal circolo vizioso della distribuzione classica, fuori dagli schemi, fuori dal passato, fuori

    da tutto ci che scontato. Fuori dai luoghi comuni, soprattutto. Fuori dallodioso scarto tra chi dentro (la sala) e chi fuori.

    Video On Demand. Film in download. Film in streaming. Serie per il web, come quella che vi raccontiamo nella rubrica sugli effetti speciali. Il cinema si rinnova, la rete la nuova frontiera

    e nella prima puntata del nostro dossier sulla distribuzione sfoglierete per primi la mappa della terra su cui si muovono, e si muoveranno, gli autori di domani.

    Fabrique non ha dubbi amletici.

    avere o non avere qualcosa di nuovo da dire: questo il problema.

    sserci di IlarIa ravarIno foto roberta KrasnIg

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  • Figlio di artisti di strada, in viaggio da sempre, entrato nel cinema con il suo fisico da saltimbanco e la fantasia da giullare. e Fabrique

    ha scelto di guardarlo attraverso la maschera che ha portato per anni, quella di arlecchino. Fantasioso, energico, scaltro come lui. e capace

    di giocare con tutto. demoni inclusi.

    eugeNio FraNceschiNi

    La fantasia aL POTeRe

    - Cover story -

    Stylist Stefania SciortinoHairstyle Adriano Cocciarelli@HarumiMake-up Francesca Mazzi@Harumi

    Clothes Levis Scarpe onitsuka tiger

    di IlarIa ravarIno foto roberta KrasnIg

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  • 8Quando hai capito che avresti seguito la strada dei tuoi genitori?i miei facevano un teatro marginale, al di fuori dei grandi circuiti, teatro di strada e del sociale. Quando ho finito le superiori mi sono guardato e mi sono chiesto: cosa sono in grado di fare? Perch credo che si debba essere consapevoli di quel che si sa fare, prima che di quel che si vuole fare. essendo cresciuto sul palco la risposta stata facile: recitare.Di quegli anni per strada conservi un ricordo speciale?Ho conosciuto centinaia di persone incredibili. La scorsa settima-na mi arrivato via posta il libro di un attore spagnolo, il cui nome mi era completamente sconosciuto. Poi ho scoperto che quellat-tore, quando avevo tre anni, mi fece da padre mentre i miei erano in tourne in Spagna.Per alla fine tu hai scelto il cinema, non il teatro.Mi sarebbe piaciuto continuare sulla strada dei miei, ma impossibile sopravvivere con il teatro popolare. e allora ho pensato al cinema pro-vando a entrare al Centro Sperimentale.Lesperienza in una scuola ti sta servendo? fondamentale. Vengo da un teatro fatto di movimenti e potenza fisi-ca, con pochissima introspezione. Quando sono arrivato al Centro ero molto grezzo, ma grazie allo studio sono riuscito a incanalare tutta la mia energia esplosiva e incontrollata. Ora ho due interruttori: quello da arlecchino e quello da film.Il cinema italiano vecchio. I giovani faticano a imporsi. Come se ne esce?i dibattiti non mi interessano, il cinema preferisco farlo. Ho conosciuto tanti bravi registi al Centro e se proprio dovessi individuare un punto debole nel nostro cinema direi che manca la fantasia. Non so se dipen-

    de dal background in cui sono cresciuto, ma il cinema italiano mi pare troppo attaccato alla realt. Perch i registi non hanno voglia di inven-tare anche cose che non sono per forza vere? Non hanno il desiderio di raccontare anche storie strane, mondi diversi, sogni, qualcosa che vada fuori dal pur importantissimo fatto politico e sociale? La realt, dopo un po, noiosa.Ti dipingono come un ribelle. Hai mai fatto qualcosa di rivo-luzionario?Ho fatto politica, fuori dagli schemi e dai partiti, ma ancora niente di rivoluzionario. Vedo quello che hanno fatto nella loro vita mio padre e il mio nonno ferroviere, e penso di non essere ancora allaltezza. Sono stato solo fortunato, non ho rischiato molto. Lunica cosa che ho fatto stata venire a Roma con due soldi in tasca per lanciarmi in un mondo nuovo, quello del cinema.Come ti immagini fra dieci anni?Come il protagonista de Il lupo della steppa di Hermann Hesse. Quali sono i tuoi prossimi progetti?Ho appena finito tre film: La luna su Torino di davide Ferrario, Mal-damore di angelo Longoni e Sapore di te dei fratelli Vanzina, il remake del Sapore di mare anni Ottanta. aprir in autunno la stagione teatrale delleliseo, a Roma, con Prima del silenzio di Giuseppe Patroni Griffi, insieme a Leo Gullotta. Saremo in tourne fino a marzo e sono mol-to soddisfatto. Prima di me quel ruolo stato portato in scena solo da Bentivoglio.Un bel salto, dai Vanzina a Patroni Griffi.Bisogna far tutto, come i macellai: se sei bravo impari a tagliare ogni cosa, la coda come il filetto.

    Ha ventuno anni e gi gli hanno appiccicato letichetta del ribelle, dellanticonformista. Chiss quante zone dombra in un ragazzo cresciuto zingaro tra le tourne dei suoi e i palchi improvvisati nelle piazze. Chiss quali segreti in questo figlio di unarte minore, cresciuto a pane e strada, scoperto da Giacomo Campiotti in Bianca come il latte, rossa come il sangue e subito adottato da Sergio Castellitto per Una famiglia perfetta. Ma eugenio Franceschini un oggetto strano. Che non si lascia etichettare. al cinema labbiamo visto prima skinhead e poi ragazzo da reality e in futuro, come racconta a Fabrique, sar molte altre cose.

    il mio film preferito di sempre? the blues brothers. Prima adoravo le commedie, adesso i drammi. Ho amato bronson e Drive; in questo momento ho una fissa per ryan Gosling.

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    Federico Fellini e broderick Crawford sul set de il bidone .

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    IL LUOGO DOVE OGNI ANNO, SE SI FA CINEMA, BISOGNA ESSERCI. QUI CHE IN SETTANTA ANNI DI STORIA HANNO DEBUTTATO REGISTI E ATTORI CHE HANNO FATTO LA STORIA DELLIMMAGINARIO ITALIANO. DA QUI, FABRIQUE NE CERTA, I NUOVI

    GIOVANI LEONI METTERANNO ANCORA LE ALI.

    il ruggito Dei giovaNi leoNi

    di ilaria ravariNo foto concessione dellarchivio fotografico di moraNDo moraNDiNi

    - Speciale Venezia 70 -

    Da sinistra, bellocchio e Michel Piccoli dal film Salto nel vuoto, Monicelli e Giovanna ralli sul set di Un eroe dei nostri tempi, Claudia Cardinale a Venezia.

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    Mostra internazionale darte cinematografica di Vene-zia, anno 1958. Mentre i paparazzi danno la caccia alla diva Brigitte Bardot e allacerba Sophia Loren, a 24 anni favorita per la Coppa Volpi, un ragazzo si ag-gira per le calli in cerca della sala dove stanno proiet-

    tando il suo corto documentario, Venezia citt moderna. Ha 27 anni, i capelli corti e scuri, gli occhiali con la montatura spessa. il suo nome ermanno Olmi ed un giovane leone che a Venezia torner ancora: premio della critica a trentanni con Il posto, sar Leone doro a 57 con La leggenda del santo bevitore e Leone alla carriera, tra lacrime e applausi, mezzo secolo dopo.il fatto che, a saperlo ascoltare, il ruggito dei giovani leoni ha sempre contenuto le premesse (e le promesse) del cinema del futuro. Un paio danni prima, per esempio, alla Mostra era capitato per la prima volta un certo Federico Fellini. attore e soggettista de Il miracolo, a 27 anni non aveva ancora deciso cosa fare nella vita. Quattro anni dopo, per, sarebbe tornato al Lido. da regista. Prima con Lo sceicco bianco e cinque anni pi tardi con I vitelloni, vincendo il primo Leone dargento della sua lunga carriera. Qualcuno quellanno seppe ascoltare il suo rug-gito. altri lo fischiarono: il pubblico del Lido non rimasto soddisfatto di questa conclusione riporta la cronaca di Giancarlo Fusco su Leu-ropeo a proposito di quel secondo premio La serata di venerd, quan-do dal palcoscenico furono proclamati i risultati del festival, si sentirono pi fischi che applausi. Possiamo dargli torto?.a scorrere gli archivi della Mostra di Venezia pare che dal 1932 a oggi let migliore, per ruggire, sia sempre stata la stessa. Sopra ai diciotto e sotto ai quarantanni.Un dato anagrafico naturale soprattutto per gli attori, che la Mostra ha voluto giovani fin dallinizio, quando a soli quattro anni di vita impaz-ziva per un idolo 29enne, amedeo Nazzari. e se nel corso del tempo il festival ha battezzato Lucia Bos a 25 anni, premiato Sophia Loren a 24 e Valeria Golino a 20, Claudia Cardinale, che per questa edizione la madrina di Venezia Classici, al Lido arriv per la prima volta a 18 anni, stregando la passerella della Mostra 1957. Un anno prima era toccato a elsa Martinelli, 21 anni, figlia di un ferroviere, ex sartina, ex commessa di bar malignava Oriana Fallaci , la sua notoriet nasce dal fatto di es-

    sere una perfetta mannequin e di coltivare un flirt con Walter Chiari, ma ora i produttori se la contendono a forza di milioni e i fotoreporter le de-dicano a Venezia tanto tempo quanto ne spendono con la Lollobrigida. il ruggito dei giovani registi, invece, ha sempre fatto meno clamore. e forse per questo motivo il dato anagrafico tende a essere dimenticato. eppure quando Marco Bellocchio vinse il Leone dargento nel 1967, con La Cina vicina, aveva solo 28 anni. Bernardo Bertolucci, con La com-mare secca, a Venezia ci arriv a 22. Michelangelo antonioni ne aveva 34 quando nel 1947 port il suo corto desordio Gente del Po al Lido, mentre Francesco Rosi, con La sfida, si aggiudic nel 1958 il Leone dargento a 36 anni: superati di poco i 40 si sarebbe preso anche il Leone doro, con Le mani sulla citt. il 68, poi, fu lanno dei giovani: di Liliana Cavani, che 35enne partecip per la prima volta alla Mostra e di Citto Maselli, che fin col rovinarsi un ginocchio durante gli scontri con la polizia al Lido. di anni ne aveva 38 ed era tra i pi anziani nella sommossa. Ci sono poi i leoncini che hanno scelto di ruggire altrove, tornando a Venezia con la criniera folta. Gillo Pontecorvo, per esempio, che vinse nel 1966 il Leone doro con La Battaglia di algeri: aveva 45 anni, ma il primo lungometraggio (La grande strada azzurra) laveva girato dieci anni prima vincendo al Festival internazionale del cinema di Karlovy Vary. Con il secondo, Kap, era stato nominato allOscar. a 36 anni. e Mario Monicelli, che Venezia fece re (leone) tardivamente, a 45 anni con La Grande Guerra, a 19 anni era gi passato al Lido: in una sezio-ne per film a passo ridotto, con il lungo I ragazzi della via Paal, che non a caso vinse il primo premio.Volendo andare avanti nel tempo, pi vicini al nostro millennio, i gio-vani leoni non sono mancati. Trentenni di talento che hanno spiccato il volo dal trampolino della Mostra, partendo spesso dal secondo po-sto (loro alla maturit, largento alla promessa), come il 28enne Nan-ni Moretti di Sogni doro nel 1981, il 33enne Mario Martone con Morte di un matematico napoletano nel 1993, il 38enne Carlo Mazzacurati de Il toro nel 1994. e Paolo Virz, ultimo dei piccoli grandi leoni, con Ovosodo a 33. era il 1997. da allora, di giovani, s parlato sempre meno. eppure i leoncini con-tinuano a farsi sentire, anche in questa edizione della Mostra. Per ascoltarne il ruggito basta tendere lorecchio. Oltre il rumore.

    elsa Martinelli dal film Pelle viva

    di Giuseppe Fina.

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    Romeur academy european academy of Rome, la nuova realt formativa fucina di giovani talenti. Nata nel 2004, Romeur academy specializzata nella for-mazione di professionisti nellambito delle arti visive. Riconosciuta dalla Regione Lazio e Provincia di Roma, offre corsi di un anno accademico rilascianti diplomi di i e ii livel-lo, riconosciuti in tutta europa. ai corsi gi attivi, Fotoreporter, Graphic Communication, Filmaker e Make Up, si aggiungeranno presto corsi regionali in Nail e Tattoo. infatti, grazie al successo ottenuto e le partnership strette con diverse realt leader, alla sede storica in via Cristoforo Colombo verr affiancata una nuo-va sede nel quartiere Prati di Roma. Le colla-borazioni nate nellanno 2013, hanno portato la Romeur academy a imporsi come una delle pi importanti accademie di formazione in italia, garantendo agli iscritti non solo percorsi didattici allavanguardia in termini di insegna-mento e supporti tecnici, ma anche tantissime possibilit di stage e lavoro sul campo. Col-laborano con Romeur academy: Women & Bride, Fabrique du Cinma, Cinetica Video, isola del Cinema di Roma, Roma Web Fest,

    Mac Cosmetics, GR Management, altaRo-ma, accademia di Moda e Costume. Sempre nellanno 2013, Romeur academy partecipa allideazione di un nuovo progetto editoriale, da cui ha preso il nome levento Rome Next To Fashion, tenutosi il 10 luglio scorso al Caff Veneto di Roma. Sempre a luglio 2013, chiude un contratto triennale con Miss italia. da sempre, punto di forza dellaccademia laspetto essenzialmente pratico dei corsi pro-posti. Rilasciando non semplici diplomi ma abilitazioni alla professione, era necessario e doveroso improntare i percorsi didattici sulla base delle realt lavorative con le quali effet-tivamente avranno a che fare una volta diplo-mati i ragazzi. Ciascun corso offre molteplici occasioni di stage, interne ed esterne allazien-da, che permettono agli allievi di testare tutte le capacit acquisite durante il corso. Lesempio che vogliamo portarvi oggi, data la splendida collaborazione attiva fra Romeur academy e isola del Cinema di Roma, riguar-da la variet di occasioni offerte dai docenti del corso di Filmaker agli allievi dellaccade-mia. Negli otto mesi effettivi di didattica, la classe di questanno accademico 2012 2013,

    con il docente di postproduzione alessandro Visciano (Responsabile Cinetica Video) ha potuto: visitare i reparti mix audio, color cor-rection, effetti speciali, post produzione video della Cinetica Video Service; partecipare ad un set, localit Ciampino, per vedere come si realizzano gli effetti speciali; collaborare al mixaggio audio del film Notte agli Studios; avvalersi del prezioso contributo di Luca Ward e arnaldo Capocchia per la realizzazione dei cortometraggi di fine anno. Sempre grazie ad alessandro Visciano, i ragaz-zi, ormai diplomati, stanno seguendo la Cineti-ca Video nella realizzazione di due produzioni televisive per Babel Tv: un nuovo format dedi-cato al mondo del make up, provvisoriamente intitolato Make Up: il Trucco del Successo e Face Up, un game show incentrato sulla foto-grafia professionale. inoltre a settembre saran-no impegnati nel set del nuovo lungometraggio per la regia di Tony Paganelli Linea di sangue. Nel cartellone dellisola del Cinema di Roma, per il grande valore dei cortometraggi prodotti dalla classe Filmaker 2012-2013, stata inseri-ta la proiezione dei ben 5 cortometraggi realiz-zati dagli studenti. Buona visione.

    Direttore Didattico e Artistico: Paolo Secondino - Via Cristoforo Colombo, 573 - Roma - numero verde 800 910 410 - [email protected]

    www.romeuracademy.it

    PROMOTiON

    romeur acaDemY Dove il taleNto DiveNta proFessioNe

    la romeur acaDemY uNaccaDemia Di alta FormaZioNe, uNica ricoNosciuta Da regioNe laZio e proviNcia Di roma a rilasciare uN Diploma Di ii livello iN FilmmaKiNg. il Diploma che si riceve valiDo iN tutta

    europa, per coNcorsi pubblici e per iNsegNameNto.

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  • ho uccisogarca mrQueZ

    Neoralismo magico: la definizione un po autoironica che Fabio Mollo, 33enne calabrese, ha coniato per il suo primo lungometraggio,

    Il sud niente (selezionato al Toronto international Film Festival),in omaggio al maestro che ha incontrato e ucciso

    e alle radici del cinema italiano.

    Fabio mollo

    di ElEna Mazzocchi foto Paolo PalMiEri

    - Opera prima -

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  • Il sud niente nasce come sviluppo del tuo primo fortunato corto: chi sono i giganti?in tutto il Mediterraneo c la tradizione dei giganti di cartapesta, che ap-paiono anche in una scena clou del film. Volevo innanzitutto raccontare questa usanza, ma soprattutto era limmagine adatta per parlare della ndrangheta nella sua forma secondo me pi spietata, quella dellinvi-sibilit, del silenzio. Non quando spara e uccide, ma quando si nascon-de a tal punto da far credere che non esiste. i giganti sono la metafora del potere che ci muove a prescindere dalla nostra volont. ed anche lelemento pi autobiografico del film: io sono cresciuto nel quartiere Gebbione, una sorta di Scampia di Reggio, e come i miei coetanei non riuscivo ad afferrare la ndrangheta: cerano solo regole, luoghi e per-sone che avvertivamo come parte del dna mafioso e anche del nostro dna, seppure in maniera inconsapevole. i giganti sono cos grandi che impossibile non vederli, nonostante ci restano invisibili. Un esempio di questa mentalit? a Reggio il film non mai stato proiettato.

    Il lungometraggio riprende alcuni spunti dei Giganti: in partico-lare la figura affascinante della ragazza/ragazzo, landrogino. Che cosa rappresenta per te?il tema che pi sentivo lurgenza di riprendere e ampliare quel-lo del cambiamento: e Grazia, landrogina protagonista, ne lim-magine. Se I giganti voleva raccontare la realt, Il sud vuole essere un messaggio di cambiamento. Grazia parte da una staticit fisica ed emotiva maschile per evolversi e incontrare sempre pi la sua femminilit. ed un tema che si lega anche a un discorso genera-zionale. La nostra generazione, e ancor pi quella successiva, ormai cos arrabbiata e desiderosa di rinnovamento che potrebbe finalmente recidere il legame con la vecchia. Trovo particolarmente significativo che nel Sud sia proprio una donna a portare avanti il cambiamento. e poi io amo i personaggi femminili, capaci di rac-contare meglio le sfumature psicologiche. Grazia mi ha permesso di cercare insieme a lei la sua femminilit.

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    uNo straNo pomeriggio Di pioggia estiva sui tetti Del pigNeto, a casa Di Fabio, che ha le valigie proNte per volare a New YorK, Dove seguir uNa master class alla New YorK Film acaDemY; uNo Dei taNti premi ricevuti Nei Festival Di tutto il moNDo Dal corto "i gigaNti". partiamo Da Qui.

  • Il titolo quindi una provocazioneassolutamente s. Per decenni ci hanno fatto credere che il Sud non valeva nulla, che era solo un luogo da cui fuggire, ma forse adesso i gio-vani pensano che invece valga la pena restare e lottare. io sono uno di quelli che se n andato a 18 anni a studiare in inghilterra, i miei primi lavori parlavano di tuttaltro. Ma quando sono tornato ho deciso di af-frontare tutti i miei fantasmi.

    Fabio ci racconta, sorridendo un po amaro, la complessa storia pro-duttiva del film, la cui idea risale al 2008. La prima a crederci stata Jeanne Moreau, con i suoi Ateliers dAngers, poi la sceneggiatura stata selezionata dal TorinoFilmLab, a Berlino e allAtelier di Cannes. Un gio-vane produttore francese, Jean-Denis le Dinahet, aveva detto subito s, la strada sembrava spianata. Ma cera la necessit di una coproduzione italiana e nessun italiano voleva entrare. Ero a Cannes ricorda Fabio e mi sfilavano davanti produttori di tutti i paesi, tranne che dellItalia. Non capivamo dove stavamo sbagliando, forse eravamo troppo giova-ni, il progetto poco commerciale, il momento storico particolarmente sfavorevole. Quando ormai il progetto pareva destinato a naufragare, la decisione: fare un film a bassissimo budget, con un ulteriore piccolo finanziamento del Ministero francese. Il che ha finalmente costretto an-che quello italiano a entrare nella produzione, insieme alla Film Com-mission Calabria e alla Rai che ha comprato i diritti tv. In proporzione il film costato meno del corto. I mezzi erano limitatissimi: sul set non avevamo i camper, le radio, il monitor, luci sufficienti a illuminare due stanze contemporaneamente. Ognuno di noi ha lavorato a una paga ri-dicola, ci siamo resi conto il primo giorno sul set che tutto il precedente lavoro di preparazione (storyboard ecc.) dovevamo buttarlo: non cera tempo sufficiente, con una media di minimo quattro scene al giorno da girare. Anche Valentina Lodovini e Vinicio Marchioni, che hanno un piccolo ruolo, sono venuti per amicizia e perch credevano nel progetto.

    Il film costruito sullinterpretazione dellattrice protagonista: unesordiente assoluta, Miriam Karlkvist.Che ha dato moltissimo al film, nonostante le costanti difficolt economi-che e logistiche. Lei unesponente della nuova generazione che secon-do me potr cambiare le cose. Fin da subito aveva sul set un atteggiamen-to alla pari con me e con Vinicio Marchioni, senza riverenza, anzi, quasi strafottente. Mi ha messo alla prova e allo stesso tempo ha dovuto fidarsi di me. Ha fatto al film il grande regalo di concedersi completamente, era una continua proposta, un continuo stimolo. Ha un istinto incredibile.

    Che tipo di regista vorresti essere? Proviamo ad arrivarci con unaltra domanda: quale film altrui ti sarebbe piaciuto girare?Sicuramente fra gli ultimi Sister di Ursula Meier, con un personaggio femminile bellissimo che cambia a ogni scena. e tutti i film di Michael Winterbottom: ammiro la sua versatilit, il fatto che non sia troppo autore, di quei registi cio con una cifra stilistica e tematica sempre uguale. anche a me piacerebbe sperimentarmi nei prossimi film con storie e generi diversi fra loro.

    Anche a costo di non essere poi riconoscibile? Sappiamo che uno dei tuoi maestri Gabriel Garca Mrquez, che al contrario ha uno stile inconfondibile. vero, ma ho avuto la fortuna di lavorarci assieme, al festival dellHa-vana, e in quelloccasione lho ucciso Naturalmente in senso meta-forico, ho ucciso il padre che lui rappresentava per me da un punto di vista creativo. abbiamo adattato un suo racconto per un lungome-traggio che avrebbe dovuto essere una coproduzione italo-cubana, ma poi i due paesi non si sono messi daccordo e lo script giace anco-ra l in un cassetto. in ogni caso, ora penso di essere pronto per altre cose. Ho capito allora che lautore pu essere molto ingombrante per la storia, invece io preferisco le storie che parlano da s.

    A quale progetto stai lavorando?Sto pensando a due film: uno di genere, una sorta di thriller drammatico, che abbia a che fare con le ombre e il soprannaturale, un po alla Night Shyamalan. Laltro, invece, ha un tratto molto realistico e vorrebbe raccon-tare il nostro tempo, fotografare il disorientamento di una generazione che per la prima volta da quasi un secolo sta peggio di quella precedente.

    Le ultime gocce di pioggia rigano i vetri. Ma, prima di salutarci, Fabio ci affida una conclusione graffiante: Io credo nel cinema italiano. Ci credo cos tanto che sono arrabbiato con questo cinema italiano: quan-do vedo le difficolt che incontrano tanti giovani talenti che conosco bene, mi persuado che la generazione precedente a farci ostruzioni-smo, a difendere il suo orticello fatto di film tutti uguali, prevedibili, con i soliti attori giusti, le solite storie borghesi autocelebrative. Se qual-cuno di noi entrasse nel giro, qualcuno di loro dovrebbe uscire: ed evidente che vi si oppongono con tutte le forze.

    17

    In alto, un momento de I giganti (ph Gianfranco Ferraro); al centro e in basso Il sud niente (ph Mauro Santoro).

  • proFessioNe:

    attore

    a cura di ToMMaso agnEsE, sonia sEraFini

    foto robErTa Krasnig

    stylist&fashion consultant sTEFania sciorTino

    hairstyle adriano cocciarElli @haruMi

    make up FrancEsca Mazzi @haruMi

    ALL CLOTHES BY lEVisGIOIELLI ONE OFFSCARPE EUGENIO FRANCESCHINI ONITSUKA TIGER

    - dossier -

    18

    FabriQue ha Deciso Di preseNtare ai suoi lettori i giovaNi attori Di taleNto che FaraNNo il ciNema Di DomaNi

    soNo preparati, iNtelligeNti e umili. visi puliti, espressivi, ma caratteri Forti, proNti a lottare per il proprio Futuro e a scalciare via ci che vecchio e superato. si soNo gua-DagNati il Nostro sguarDo e si meritaNo il vostro giuDiZio.

    alaN cappellieugeNio FraNceschiNigabriele reNDiNamaria roveraNgreta scaraNogaia scoDellaro

    ecco a voi iN rigoroso orDiNe alFabetico:

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    marlon brando

    compreNDere il pieNo sigNiFicato Della vita il Dovere Dellattore,iNterpretarlo il suo problema, eD esprimerlo la sua passioNe.

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    comprendere il pieno significato della vita il dovere dellattore, interpretarlo il suo problema, ed esprimerlo la sua passio-ne. Con queste parole Marlon Brando sintetizzava il mestiere

    dellattore, diventando egli stesso, con la sua strepitosa carriera, simbolo artistico delle generazioni a venire. Questa citazione non altro che un messaggio e un auspicio a tutti quei giovani che nella recitazione vedono il proprio futuro. Conoscenza della realt, pro-fondit dinterpretazione e capacit di espri-mersi sono gli elementi necessari in questa professione che sempre di pi sta perdendo, nel nostro paese, i fasti e la sontuosa qualit di cui un tempo godeva. Se accendiamo la televisione o facciamo un giro in rete, siamo sommersi da tante facce pi o meno espressive. Chiunque sembra po-ter diventare attore in italia; a volte basta es-

    contare sulle dita di una mano, i soliti noti, ma dietro di loro c un mondo che scalpita senza griglie di partenza, con ununica linea da cui tutti sono chiamati a correre calpestandosi i piedi. Curriculum e percorso personale non contano. agenzie e casting hanno un potere enorme che spesso non permette la scoper-ta e la promozione di nuovi talenti, attori di grande qualit che nascono nei teatri dimen-ticati, che non fanno una vita abbastanza mondana da entrare nel giro giusto o che non sono passati per quei pochi programmi televisivi dai quali si pretende di far uscire il futuro del cinema italiano. a ci si aggiunge anche il numero esagerato di scuole di recita-zione, molte dallindubbio valore e dai costi stratosferici, che promettono il talento anche dove non c. il mestiere dellattore per non tutto que-sto, ed emergere da un contesto simile risulta sempre pi difficile. Le scuole di recitazione,

    sere di bella presenza oppure semplicemente essere capitati nel posto giusto al momento giusto. Per questo motivo spesso la recitazio-ne non considerata un vero lavoro, ma un semplice passatempo per chi non ha altro da fare. cos che si perde il significato e la storia millenaria di questo mestiere, e ci si dimen-tica che dietro un bel viso e un bel corpo ci deve essere altro: un talento e uno studio che ne sostengano le capacit artistiche. in giro ci sono sempre pi attori in grado solo dinter-pretare se stessi e non di spaziare nella carat-terizzazione di un personaggio, di dimostrare quanto una persona capace possa arrivare lontano da s, dal proprio modo di essere. Uno dei problemi pi grandi che affligge que-sto settore il sovraffollamento, insieme alla mancanza di una vera selezione, a causa di un sistema che non funziona correttamente (scuole, casting, agenzie, produzioni). Gli at-tori cinematografici bravi e famosi si possono

    le agenzie e i casting director dovrebbero sta-re invece nei luoghi dove nascono le giovani promesse, vicino ai teatri off, alle universit, ma anche alle scuole superiori. Ci si dimenti-ca che la professione dellattore come quel-la di uno sportivo: per ottenere il massimo ci vuole un allenamento costante e un buon al-lenatore. Non basta dire due battute, serve un metodo, che sia quello di Stanislavskij, quel-lo di Meisner ecc. che permetta di avere una base di elementi a cui attingere, che fornisca la direzione per una corretta e indispensabile concentrazione e che insegni come stare in scena e come aiutare con la propria recita-zione la riuscita di una pice o un film. Solo allinterno di questa cornice il talento pu avere una continuit e lattore affrontare sfi-de sempre pi grandi: qui che la recitazione diventa davvero un mestiere, quando la ca-ratterizzazione di un personaggio il frutto di un lavoro faticoso sia mentale che fisico.

    gli attori ciNematograFici bravi e Famosi si possoNo coNtare sulle Dita Di uNa maNo, i soliti Noti, ma Dietro Di loro c uN moNDo che scalpita seNZa griglie Di parteNZa, coN uNuNica li-Nea Da cui tutti soNo chiamati a correre calpestaNDosi i pieDi.

    di ToMMaso agnEsE

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    Alan Cappelli ha 26 anni ed nato ad Anversa. Ha scoperto la recitazione al liceo, e ha deciso di studiarla al Centro Sperimen-tale di Cinematografia. Labbiamo visto muovere i primi passi nella pubblicit della tim diretta da Gabriele Muccino, passare alla fiction di successo tutti pazzi per amore e poi esplodere al cinema con il principe abusivo di Alessandro Siani. Crede che la crisi del cinema italiano si possa combattere con il fare, anche con piccoli lavori da mettere in rete: limportante che poi qualcuno in alto si ricordi di rovistare nel web alla ricerca dei nuovi talenti

    21 anni, nomade da sempre al seguito dei genitori artisti di teatro, debutta al cinema con bianca come il latte, rossa come il sangue di Giacomo Campiotti, e si fa notare nel cast all star di Una famiglia perfetta di Paolo Genovese, a fianco di Claudia Gerini e Sergio Castellitto. Per i media un ribelle e un anticonformista, lui smentisce, ma non rinuncia a provocare: dichiara che il cinema italiano troppo attaccato alla realt, che dopo un po noiosa. Noi di Fabrique crediamo nel suo talento: leggete la sua intervista per Cover story.

    alaN cappelli

    eugeNio FraNceschiNi

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    Gabriele rendina ha 23 anni ed nato a roma. un compositore di musica contemporanea, diplomando al conservatorio di Santa Cecilia; tre anni fa si avvicinato al cinema e lincontro con Gianni Amelio, che lo ha scelto per il suo Lintrepido, lo ha portato sul grande schermo. Secondo Gabriele il problema del cinema italiano proprio nella mancanza di giovani al suo interno. il futuro? oltre al cinema, scrivere e comporre musica, sfruttandola come mezzo di comunicazione. Come il suo ulti-mo lavoro: unarpa gigante di 110 cavi montata sopra Ponte Garibaldi, tenuti in tensione dalla corrente che li faceva suonare.

    Maria roveran ha 24 anni ed nata a Venezia. Si avvicina al mondo della recitazione attraverso il Centro Sperimentale di Cinematografia di roma, che ha terminato da poco. Grazie ad Alessandro rossetto vive la sua prima esperienza sul set come protagonista di Piccola patria, e gira poi con Claudio Noce La foresta di ghiaccio. Appassionata di musica e di danza, le piace pensare che lo slancio che sente fra i suoi coetanei possa mettere fine alla crisi che stiamo vivendo. tutta lenergia che sente intorno vorrebbe fosse canalizzata per fare delle cose, senza lamentarsi troppo di ci che non va.

    gabriele reNDiNa

    maria roveraN

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    Greta Scarano, 27enne romana, inizia la sua carriera da piccolissima nei teatri di trastevere, si trasferisce in America, dove studia teatro, musica, ballo e canto e approda al propedeutico del Centro Sperimentale; ma proprio quando lo studio si fa pi intenso arriva la chiamata da Un posto al sole, che le fa vivere sul campo la teoria appresa. Dopo tanta televisione arriva al cinema con Qualche nuvola di Saverio di biagio, presentato al Festival di Venezia nel 2011. Prossimamente sar nel cast della nuova Squadra antimafia, e sul grande schermo nellopera prima di Michele Alhaique Senza piet.

    Gaia Scodellaro, 28 anni, di Napoli, si formata a New York, dove ha studiato per dieci anni, in particolare il metodo Stani-slavskij. tornata in italia nel 2005, ha partecipato alla web series di ivan Silvestrini the chronicles of David rea, e ha preso parte allultimo film del regista, Come non detto. Le piacciono il fermento e la voglia dei giovani, le cose che hanno da dire registi, attori, sceneggiatori. convinta che tutti i suoi colleghi stiano dando il massimo per ritagliarsi un posticino allinterno del difficile mondo del cinema.

    greta scaraNo

    gaia scoDellaro

  • Nuevo ciNe argeNtiNoI FILM E I REGISTI DA TENERE DOCCHIO pASSATI AL BAFICI, IL pI IMpORTANTE FESTIVAL

    DI CINEMA INDIpENDENTE DEL CONO SUR.

    Questanno si festeggia il 15 compleanno del BaFiCi (Buenos aires Festi-val internacional de Cine independiente), proprio mentre ci troviamo a Buenos aires per investigare sulla Nueva Ola del cinema argentino che inizia ufficialmente nel 1998 con Pizza, birra, faso (Caetano e Stagnaro). Riflettendo sulle date, inevitabile notare la simultaneit degli eventi.

    proprio in quegli anni che il cinema argentino cominci a rinnegare la funzione pedagogica che aveva corteggiato dopo il ritorno della democrazia nel 1983. Nel 1995, con la raccolta di corti Historias breves, iniziarono a diffondersi nuovi approcci cine-matografici sempre pi inclini alla sperimentazione, con opere realizzate da studenti di cinema che sarebbero diventati poi le voci guida del NCa (Nuevo Cine Argentino): adrian Caetano, Bruno Stagnaro, Sandra Gugliotta, Jorge Gaggero, Tristan Gicovate, Pablo Ramos, daniel Burman, Lucrecia Martel, Ulises Rosell e andrs Tambornino.

    Successi di pubblico e critica che crearono fide-lizzazione soprattutto nel pubblico pi giovane, che vedeva in questo nuovo modo di fare cine-ma il seme di un cambiamento generazionale. i nuovi cineasti degli anni Novanta non sono riuniti da un vero e proprio manifesto, ma piut-tosto dal rifiuto a raccogliere leredit di temi, stili e tendenze allora in uso. un rifiuto degli stereotipi di un cinema basato sulla parola, sul-la spiegazione e/o sulla metafora, un distanzia-mento dal realismo magico, dal costumbrismo (folclore) e dal cinema di denuncia sociale pri-

    di robErTa ETTori *

    *bresciana, 27 anni, gi laureata in Lingue e Culture Moderne con una tesi antropologica sui sistemi educativi comunitari in brasile, ora laureanda in Cine-ma e Produzione Multimediale (Universit di bologna) occupandosi in particolare del rapporto tra cinema e studi culturali. Attualmente vive a buenos Aires.

    vo di unestetica propria. da un punto di vista narrativo, i nuovi cineasti abbandonano il messaggio morale come pre-supposto creativo. al contrario, lincertezza e linstabilit tipica della societ postmoderna invadono i personaggi, che si ritrovano a va-gare in cerca di identit perdute o semplice-mente dimenticate, o solo per il gusto di farlo. La messa in scena risente di questa prospettiva di rottura: gli attori, spesso non professionisti, non incarnano pi un ruolo, ma si presentano cos come sono, dubbiosi e stanchi di far parte

    di schemi lontani e sbiaditi. i registi che fanno parte di questa scuola sono difficilmente classificabili. Ci che li lega in maniera pi evidente la necessit di lavorare sulla questione estetica, alla ricerca di uno stile proprio e ben riconoscibile. C chi si dedica allo smascheramento dei condizionamenti sociali che si nascondono dietro alla quotidia-nit, dando rilievo a un linguaggio corporale, a una sinergia quasi viscerale tra luomo e i suoi ambienti; ne sono un chiaro esempio i lavori di Lucrecia Martel, La cinaga (miglior opera prima alla Berlinale nel 2001) e La nia santa (2004). Un altro approccio di tipo realistico, dim-pronta documentaristica, come quello di Pablo Trapero in Mondo grua (1999) e El bo-narense (2001). C chi invece, partendo da unidea di frammentariet esistenziale, ripro-duce la ricerca dellidentit attraverso la mac-china da presa, trasportando lo spettatore in un microcosmo fatto di personalit strappate e ricomposte in ordine sempre diverso, a volte bizzarro e a volte drammatico - vedi daniel Burman in Labbraccio perduto (2004).

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    AC ADENTRO Argentina/ 2013/ 68/ Mateo Bendesky

    Qui dentro allude alla mente di David, un giovane indeciso e nevrotico. il film si snoda come un monologo interiore bizzarro, irrefrenabile ed esilarante sulla vita piatta e noiosa di un giovane porteo e sui suoi perch senza risposta. Ac adentro lopera prima del giovanissimo Mateo bendesky (buenos Aires, 1989), che sorprende non solo per linusuale trattamento cinematografico (non ci sono quasi dialoghi, sebbene la parola sia il filo conduttore della storia) bens per lironia sprigionata da un personaggio che di per s non ha nulla di speciale. impeccabile linterpretazione di iair Said, presente al bAFiCi anche come regista (9 Vacunas).

    EL LORO Y EL CISNE Argentina/ 2013/ 120/ Alejo Moguillansky

    Lopera di Alejo Moguillansky (Miglior film argentino con Castro, bAFiCi 2012) si inserisce nella classica definizione di cinema-den-tro-il-cinema: racconta non solo la storia di Loro (pappagallo), tecnico del suono alle prese con un documentario sulla danza e con relazioni in procinto di chiudersi o aprirsi, ma anche la storia di un processo creativo e della sua essenza di continuo cambiamento e messa in discussione. Finzione e realt si mescolano e i diversi elementi (la performance, le riprese audiovisive e la vita degli ar-tisti) si fondono, confluendo in unopera dinamica e imprevedibile, che riesce a mantenere una fresca spensieratezza, pur toccando questioni esistenziali tuttaltro che semplici.riconoscimenti: Menzione speciale bAFiCi 2013

    LA pAZArgentina/ 2013/ 65/ Santiago Loza

    Liso un giovane di classe medio-alta che nella prima scena del film esce da un ricovero, forse psichiatrico. Questo personaggio borderline vive nella sua vulnerabilit, dividendosi fra una madre che lo soffoca di attenzioni, un padre assente, la domestica boliviana e la nonna, con le quali ha invece un rapporto di grande empatia.Santiago Loza scommette su un cinema austero, a momenti minima-lista, per costruire un melodramma intimista, in cui le immagini dei piccoli gesti acquisiscono un valore che la parola spesso ignora. La Paz non indica solo un traguardo, ma piuttosto unaccettazione e una presa di coscienza, sia da parte del protagonista che dello spettatore. riconoscimenti: Selezione ufficiale berlinale 2013, Miglior Film Argentino bAFiCi 2013

    DESHORAArgentina-Colombia-Norvegia/ 2013/ 102/ Brbara Sarasola-Day

    brbara Sarasola-Day (Salta, 1976) presenta nella sua opera prima una coppia con una relazione di lunga data, ormai logora. Lelemento destabilizzante Joaquin, un giovane cugino della donna, da poco uscito da un trattamento di riabilitazione per problemi di dipendenza. Da subito la presenza del ragazzo scardina le consuetudini. Qualcosa in lui genera uno squilibrio nella vita della coppia, accentuato da un clima di mistero e inquietudine. il giovane risveglia fantasie, la tensione sale, finch i desideri pi insospettabili salgono in superficie. il corpo per me il veicolo narrativo pi forte spiega la regista, e questo viaggio verso la scoperta del desiderio infatti fortemente fisico.riconoscimenti: Panorama berlinale 2013

    pILLOLE DI BAFICIBreve panoramica sui lavori pi interessanti visti al festival. in attesa di trovarli in sala, cercatene degli assaggi su YouTube.

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    il tuo processo creativo inizia da unimmagine o da un messaggio?

    Fare cinema ha a che vedere con la possibilit di costruire nuove forme per organizzare il mondo, strutturare lo spazio e il tempo in modo che il reale sia modificato. in questo senso, lidea che il film debba trasmettere un messaggio molto lontana dalla mia

    Sebastin Schjaer, classe 1988, regista, montatore e docente. il suo ultimo cortometraggio, Maana todas las cosas, stato selezionato al Festival di Cannes 2013.

    VIOLAArgentina/ 2013/ 65/ Matas Pieiro

    Viola gira per la citt consegnando giornali in bicicletta e, tra una consegna e laltra, finisce per conoscere un gruppo di attori e attrici che stanno provando la Dodicesima notte di Shakespeare; cos pian piano entra anche lei a far parte della pice. il limite tra la rappresentazione e la vita si fa sempre pi vago e, sulla falsariga della commedia shakespeariana, incontri e scontri conducono lo spettatore sempre pi verso lautenticit di Viola e dellopera messa in scena.riconoscimenti: Premio FiPreSCi, bAFiCi 2013

    NeSSUN RiSPeTTO PeR iL ReaLe

    F O C U S | S E B A S T i n S C H j A E r

    visione. Parto piuttosto da unimmagine o da qualcosa che sento la necessit di esplorare, poi il film costruisce il suo cammino. in qualche modo ha una sua vita indipendente.in cosa lo sguardo attraverso la macchina da presa ha cambiato il tuo sguardo verso la vita?

    Sento che la misura giusta delle cose appare nel momento in cui le si inquadra, cio quando si decide cosa mostrare e cosa no. una relazione dialettica alla quale il cinema non potr mai sfuggire. Dov il limite tra finzione e realt?

    Quello che chiamiamo il reale un punto di partenza necessario che per si perde velocemente. come una massa plasmabile, che bisogna distruggere e alla quale non si deve nessun rispetto. i limiti tra documentario e finzione sono sempre pi vaghi nel cinema

    contemporaneo, anche se gi alcuni registi della Nouvelle Vague facevano cose simili negli anni Sessanta. Per quanto mi riguarda amo impostare la finzione come se fosse una ripresa documentaria, sul modello di cineasti che ammiro molto come Cassavetes e i fratelli Dardenne. La verit di un film non mai esclusivamente legata al reale in quanto tale, ma alla verit propria del film.Che importanza ha avuto per te arrivare alla regia attraverso una scuola di cinema?

    Da un lato far parte di una produzione in cui si lavora con lo stesso gruppo di persone spinge a guardare al progetto come unopera collettiva, in cui tutti sono importanti e parte del processo creativo. Dallaltro d la possibilit di prendersi dei rischi, di sperimentare, cosa non facile in altri contesti.

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    Che cos Outdoor? un festival di street art che, giunto alla quarta edizio-ne, ormai un punto di riferimento per artisti e spettatori di tutto il mondo. Ma, an-cor prima, una forma di pensiero nata da un gruppo di ragazzi che ha deciso di fare street art a Roma, e in particolare nel quartiere Ostiense, con attivit culturali pubbliche partecipative e permanenti, innescando un meccanismo di riappropriazione degli spazi sociali di vicina-to e facendo rinascere fra la gente un senso di aggregazione e valorizzazione. Grazie agli in-terventi degli street-artists nel tessuto urbano, gli spazi da semplicemente comuni diven-tano comunitari, dando vita a uno scambio culturale pubblico, intergenerazionale, per il quale vivere larte diventa un fatto quotidiano e alla portata di tutti. La bellezza e la creativit di

    Roma sono cos lo sfondo di un nuovo tipo di espressione culturale, dove le barriere fra arti-sta e pubblico vengono abbattute e il dialogo fra essi diventa normalit. Negli anni le iniziative realizzate sono state numerose, partendo ap-punto dallOstiense, dove visibile lintervento di 15 artisti susseguitisi nelle varie edizioni della manifestazione. Questanno Outdoor estende la propria influenza alla settima arte incontran-do Fabrique du Cinma, partner con cui ha lanciatoun contest che avr luogo nella capi-tale il 14 settembre e che si articoler in diversi eventi. il concept alla base di questa iniziativa raccontare il presente alle generazioni future, valorizzare i fermenti artistici contemporanei e la loro relazione con la citt. il cortometrag-gio il mezzo prescelto. URBAN-FABRIQUE/Proiezioni-Urbane, questo il titolo, il primo

    concorso nazionale di cortometraggi legato allambiente metropolitano e a ci che lo ri-guarda. Outdoor e Fabrique ritengono infatti che quando la quotidianit si trasforma in arte il modo migliore per coglierla lo short film, una delle espressioni audiovisive pi efficaci, in grado di rappresentare al meglio le potenzialit dei linguaggi artistici collegati ai nuovi media. i corti dei giovani filmaker partecipanti al contest accenderanno dunque i proiettori sulla cultura urbana, sullarte di strada e i talenti capaci di raccontarla oggi. in ultima analisi URBaN-FaBRiQUe/Proiezioni-Urbane si propone di trasformare in opera darte attraverso pochi fotogrammi la quotidianit pi comune, con i suoi lati meno noti. i lavori finalisti saranno presentati al teatro Palladium, e durante la se-rata del 14 verranno premiati i vincitori.

    perceZioNi urbaNe e New meDiaurbaN-FabriQue/proieZioNi-urbaNe, uNa riuscita siNergia meDiatica per uN coNtest DeDicato al coNNubio tra la street art e il Nuovo ciNema italiaNo

    Agenzia: nufactory.it - Art direction: Gregorio Pampinella - Fotografia: Barbara Oizmud - Model: Rh

    LiSCriZioNe GrAtUitA e APertA A tUtti i FiLMAKer UNDer 35, ProVeNieNti DA QUALSiASi LUoGo DeL MoNDoeNtro iL 7 SetteMbre 2013 Verr PUbbLiCAto LeLeNCo DeLLe oPere AMMeSSe AL CoNCorSo SUi Siti www.fabriqueducinema.it - www.out-door.itinviare i lavori entro il 10 settembre e mandarli via wetransfert a [email protected] con in oggetto Urbanfabrique

    OUTdOOR & FaBRiQUe

    di sonia sEraFini

  • taviaNi

    Quella volta checi giurammo: o ciNema o morte

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  • i fratelli pi famosi del cinema italiano raccontano i loro inizi, mettendo a disposizione dei giovani la loro esperienza. dai cinema di Pisa fino allOrso doro a Berlino, la forza allegra di chi non si mai arreso.

    taviaNi

    Quella volta checi giurammo: o ciNema o morte di boris sollazzo foto FrancEsca Fago

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  • Quando avete capito che il grande schermo sarebbe stato il vo-stro destino?Noi, di famiglia borghese e antifascista, dovevamo fare gli avvoca-ti. e finch non ci spostammo a Pisa, dove incontrammo il cinema, la creativit la scoprimmo da bambini sul palcoscenico del Maggio Fiorentino, grazie alla melomania di nostro padre. Che raddoppiava la sorpresa, portando a casa il disco dellopera che pochi giorni pri-ma avevamo visto a Firenze, come premio di un buon voto a scuola. L, nel salotto, noi tre fratelli la rimettevamo in scena.

    Sorridono, i due, poi raccontano: Sentivamo gi forte il desiderio di spettacolo. E non era facile, perch il fascismo rendeva cupa la no-stra adolescenza. Arriv la Resistenza, arrivarono gli americani li-beratori: abbiamo cercato di raccontarlo dopo quasi quarantanni ne La notte di San Lorenzo. In un tempo di nuovo grigio, bisognava ricordarlo soprattutto ai giovani: quando tutto sembra perduto tutto si pu salvare, se non sei solo: quellestate del 44 ci ha insegnato a capirlo, una volta per sempre.

    ci soNo iNcoNtri coN graNDi vecchi cheti FaNNo seNtire pi giovaNe. Questo soNo i Fratelli taviaNi, maestri che NoN smettoNo mai Di essere allievi e che, a chi Fa Della rottamaZioNe solo uN Fatto aNagraFico, rispoNDoNo coN la loro voglia giovaNe. Di ciNema e Di vita.

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    Paolo (82 anni) e Vittorio Taviani (84), con il loro ultimo lavoro Cesare deve morire, interpretato da detenuti di Rebibbia, hanno vinto nel 2012 l'Orso d'oro al festival di Berlino e 5 David di Donatello, fra cui miglior film e miglior regia.

  • E vi diede il coraggio di vivere il sogno artistico del cinema?abbiamo ricordato pi volte quel pomeriggio che bucammo la scuola e ci infilammo nel cinema italia, mentre gli spettatori che uscivano dal primo spettacolo ci sconsigliavano: non entrate, no-ioso, un film italiano entrammo e subito le prime immagini ci aggredirono, assolute, rivelatrici, la stessa emozione che ieri come oggi il cinema provoca in noi. era Pais di Rossellini. Comprendem-mo pi in profondit il senso del-la nostra esperienza sulle colline toscane in quellatroce luglio 44, pi di quanto ci fossimo riusciti vivendola. Se il linguaggio del ci-nema ha questo potere, ci dicem-mo, allora il cinema il nostro lin-guaggio. e da quel momento ogni nostra energia fu volta a un solo scopo, farlo, il cinema. Sfidando il ridicolo addirittura giurammo: cinema o morte. Ci demmo dieci anni per farcela, altrimenti con gli ultimi soldi avremmo comprato una pistola e ci saremmo ammaz-zati. Ora ne ridiamo, ma in quel momento era vero: avevamo gi ventanni e sentivamo il bisogno di confermare in questo modo la nostra scelta. Ci sono momenti decisivi nella vita dove il dramma-tico e il grottesco convivono. Ma sono proprio quei momenti in cui niente ti deve fermare, se ti chia-ro quello che vuoi perch la tua vita abbia senso.

    Dieci anni. Come li spendeste?Prima di tutto avevamo una vo-glia vorace di vedere, di imparare. dopo aver visto e rivisto Ladri di biciclette, Pais, La terra trema, di alcuni scrivevamo la sceneggiatu-ra, dalle battute alle inquadrature, per poi controllare a una ulteriore visione quanto avevamo afferrato. e molto imparammo. Penso alla carrellata in cui il bambino di Ladri di biciclette vede il padre che viene afferrato dalla folla. Noi scrivemmo: una carrellata lunga, in-finita. Rivedemmo poi il film: la carrellata breve. Quellerrore ci disse che una sequenza, uninquadratura, se ben girata e montata, pu durare pochi secondi ma avere nella percezione dello spettato-re una lunga risonanza.

    E poi arrivaste finalmente a Roma, la citt del cinema.a Roma venimmo la prima volta per un giorno e per la precisione a Via Santangela Merici, casa di Zavattini, alle 8,30 del mattino: con Valentino Orsini volevamo chiedergli aiuto per un documentario che volevamo girare proprio sulla strage del luglio 44 nel duomo di San Miniato. Zavattini ci apr in vestaglia, ci disse che forse era troppo pre-sto per la visita di sconosciuti. Ma essendo luomo meraviglioso che

    era, ci accolse. Pose una sola condizione: questo documentario do-vete saperlo riassumere in tre frasi, se ci mettete di pi vuol dire che avete idee confuse. Un insegnamento che non abbiamo mai dimenti-cato. Ce la facemmo, e Zavattini lavor con noi! Gratis, naturalmente. Lo abbiamo detto, erano meravigliosi quei giorni del neorealismo. Ma non era certo meravigliosa come oggi si crede laccoglienza che

    quei film trovavano nel pubblico e nellopinione generale. altro che tempi doro. Tempi duri, di batta-glia, come sempre.

    Desiderio e urgenza, laiuto di grandi vecchi, lo studio, limpe-gno. Questa la ricetta che comu-nicate ai giovani?Non vogliamo dare ricette, tanto pi che poi non vengono seguite. ai valori cui voi accennate possiamo soltanto aggiungere la pazienza, una delle virt pi difficili e ulce-ranti. Conosciamo attori, registi, operatori valenti che aspettano con caparbiet una telefonata che tarda troppo ad arrivare. Occorre questa forza in un mondo dove luniver-so televisivo berlusconiano vuole convincere i giovani che la realt uno show facile e divertente da vivere, togliendo loro lurgenza di cambiarlo.Ma quello che abbiamo imparato s, possiamo dirlo: il cinema un la-voro di collaborazione, una grande avventura collettiva, dove si assom-mano e si fondono varie creativit. Se pensiamo per esempio a Ultimo tango a Parigi ci rendiamo conto che la sua bellezza sta nellincontro tra il talento poetico di Bertolucci e il mistero, lo stupore della sofferen-za che riesce a esprimere Marlon Brando. Vale anche per Cesare deve morire e Padre padrone. Con un po di retorica qualche volta abbiamo detto che il sangue del pastore sar-

    do, il sangue dei dannati del carcere si sono mescolati al nostro. Sono momenti, occasioni particolari che bisogna essere pronti a cogliere, non dimenticando mai che la fortuna e il caso possono venirti incon-tro o contro.

    La rottamazione ora va di moda. Che ne pensate?il rinnovo generazionale necessario. Per quanto riguarda noi, da tempo non abbiamo pi partecipato ai festival mettendo il nostro film in concorso, per lasciare spazio ai giovani. abbiamo invece manda-to in concorso a Berlino Cesare deve morire in nome dei nostri attori carcerati, che ci hanno confidato: Mentre partecipavamo al film, ci sentivamo uomini liberi. Vorremmo che l fuori questo si sapesse, si vedesse. il concorso e magari un premio ci aiuterebbero. Hanno vin-to, e siamo noi a ringraziarli.

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    Il cinema un lavoro di collaborazione, una grande avventura collettiva, dove si assommano e si fondono varie creativit.

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    Conversazione con Valerio Groppa, un regista che ha ben chiaro come concretizzare i suoi sogni di cinema, con un occhio attento

    alla contemporaneit che ci circonda. i suoi eroi? Un venditore di aspirapolveri e un commissario tabagista (frustrato).

    valerio groppa

    teNeNDo a Fuoco lobiettivo

    di luigi PanE foto daniElE cruciani

    Un salone inondato di sole, arredato con mo-bili vissuti e curati, di quelli che capisci subito che se avessero la bocca per farlo, avrebbero pi di una storia da raccontare. qui che Va-lerio, 34enne regista romano, accoglie noi di Fabrique. Ha allattivo un videoclip (Semplice, con Lavinia desideri) e due cortometraggi: il primo, In fondo a destra, stato girato pro-prio in questo appartamento dei nonni nel quartiere Talenti, e ha avuto un grande succes-so in giro per festival nazionali e internazionali.

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    Valerio, fare il regista oggi, decidere di in-traprendere questo mestiere in tempi di crisi, che davvero poco spazio danno alla cultura, cosa significa?Bella domanda. Mi viene da pensare che un tempo chi faceva il cinema era visto come un intellettuale, aveva un ruolo sociale e cultura-le, affascinava le masse. Oggi non pi cos. Oggi fare il regista significa molte pi cose, ci sono la televisione, le fiction, le web series, e molto spesso per lavorare si devono accettare tanti lavori che non rispecchiano la propria personalit, e alla fine si rischia di perdere la propria strada, di non riuscire pi a esprimere il proprio messaggio. Quello che credo biso-gna fare oggi, ancor pi di ieri, proprio non perdere mai di vista lobiettivo finale, e cercare di mettere in ogni cosa che si fa una parte di s.

    E il tuo obiettivo qual ?il cinema. e sto spingendo in questa direzio-ne. questa la mia strada. Magari c chi pi

    NeL FUtUro Di VALerio C ANCHe UN NUoVo ViDeoCLiP, trAtto DA UNA CANZoNe Di FrANCeSCo NUti: Si CHiAMA MAriLYN eD StUPeNDA, StrUGGeNte NeLLA SUA beLLeZZA, LULtiMA DA LUi reGiStrAtA PriMA DeLLiNCiDeNte, AVVeNUto SoLo tre GiorNi DoPo. SPero PoSSA riACCeNDere i riFLettori SU UN AUtore CoMe FrANCeSCo CHe StiMo MoLtiSSiMo.

    portato a scrivere per il web, o a girare video-clip, va bene, a ciascuno il suo. e se vero che allinizio si deve sperimentare, sapersi tra-sformare per virt o necessit, bisogna sem-pre procedere senza mai scordarsi di dove si vuole arrivare, anche se ci vuol dire rifiutare qualche proposta. Lo dico con determinazio-ne e senza snobismi. dopo la scuola di cine-ma avevo bisogno di concretezza, e cos ho cominciato a fare lassistente sui set, portavo i caff, stata unottima scuola, ma poi occor-re andare avanti. avere la follia di provarci, essere un po rivoluzionari con gli altri e con se stessi, poi poi magari chiss [ride], finir per scrivere le previsioni del tempo, ma potr dire di averci provato fino in fondo.

    Che rapporto hai con il web, che sta dando, nel bene e nel male, la possibilit a molti di emergere? il web una grandissima opportunit per sperimentare. Oggi si pu filmare in Hd con

    pER ME LA FASE DELLA SCRITTURA MOLTO IMpORTANTE. A VOLTE ME NE STO ORE AL COMpUTER SOLO pER SISTEMARE UNA VIRGOLA O SpOSTARE UNA CONGIUNZIONE.

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    un telefonino e poi montare e mettere in rete il proprio lavoro, cosa fino a pochi anni fa im-pensabile. io per, forse un po sognatore e ingenuo, faccio ancora molta differenza tra il prodotto web e il prodotto cinema: per come immaginata, scritta e costruita una scena, per la cura richiesta nei dettagli, per latten-zione che si cerca nel pubblico, per il respiro che si pu dare allopera filmica. ecco, potrei dire che per iniziare, per far vedere cosa si in grado di comunicare, che sia benedetto il web! Poi per, fatto questo primo gradino, bisogna passare allo step successivo, con un prodotto pi professionale.

    E tu questo gradino si pu dire che lhai sa-lito. Hai girato con attori professionisti del calibro di Massimo Ghini e Valeria Solarino e hai avuto a disposizione una troupe di ra-gazzi giovani ma di mestiere. S, qualche passo lho fatto, anche se mi ri-tengo ancora nellanticamera di quello che il lavoro del regista, come lo intendo io. i corti sono un ottimo biglietto da visita, perch se fatti bene sono proprio dei piccoli film, hanno lo stesso linguaggio del cinema: un giovane regista pu dimostrare nei fatti le sue capacit tecniche e, se scrive, anche di sceneggiatore.

    Com avvenuto il tuo debutto dietro la macchina da presa?dopo la scuola di cinema ho avuto la fortuna di incontrare Marco Belardi della Lotus Film, che cercava giovani per uno stage nella sua casa di produzione. Con lui ho fatto lassi-stente alla regia per Immaturi, Immaturi 2 e altri progetti. Nel frattempo ho sempre scritto molto, e quando sono arrivato alla sceneggia-tura di In fondo a destra, stato proprio Mar-co a spingermi a girarla, presentandomi alla BlumaLab, una costola della Lotus. il corto andato molto bene, ha partecipato a numero-si festival, e cos ho preso fiducia in me stesso e ne ho scritto un secondo.

    Quali mezzi tecnici hai avuto a disposizione?entrambi i corti contavano pi o meno sul-

    lo stesso budget, circa 5.000 euro, e lo stesso tempo di lavorazione di due giorni. Ho girato con una Canon 5d e ho avuto a disposizione una vera troupe cinematografica con reparti di ragazzi giovani, ma, ci tengo a sottoline-arlo, professionisti, che hanno un enorme talento e che hanno lavorato sodo e non cer-to con paghe da cinema. Parliamo quindi di due piccoli miracoli produttivi, e se non fosse stato anche per i big che hai citato, che sono venuti gratis e hanno dato il massimo, non avrei mai raggiunto i risultati che ho ottenuto.

    Quanto importante per te la storia? assolutamente determinante. Se non sento di avere una buona storia, che mi convince appie-no, rimando il progetto piuttosto che girare. Per me la fase della scrittura molto importante. a volte me ne sto ore al computer solo per siste-mare una virgola o spostare una congiunzione. Solo quanto sento che la storia pronta e matu-ra al 100%, entro nella fase delle riprese.

    Chiudiamo con una domanda banale, ma sempre efficace. Che consiglio daresti a un ragazzo alle prime armi, magari appena iscritto a una scuola di cinema, che vuole intraprendere la carriera di regista?anche la mia risposta forse sar banale: con-siglio di crearsi un proprio percorso e cercare di percorrerlo nel migliore dei modi, sempre tenendo a fuoco lobiettivo.

    Massimo Ghini, Valeria Solarino, Fabio Ferrari e Gabriele Pignotta sul set di Una morte annunciata. Tutto partito dal servizio di un tg visto in un bar, in cui si mostrava un omicidio avvenuto in America, con i poliziotti dietro il classico nastro giallo, mentre nel sottopancia dello schermo scorreva una didascalia sulla crisi del nostro paese. Unendo queste due informazioni, partita la scintilla che mi ha fatto scrivere la sceneggiatura del film, che inizia appunto con lindagine di un commissario di polizia su un omicidio appena compiuto.

  • - dossier -

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    di alEssandro dE siMonE foto MichElE iacobini illustrazione gioVanni MorElli

    iNiZiamo uN viaggio Nella DistribuZioNe Del Futuro, Dal Dcp al voD. Nella speraNZa che le cose cambiNo. iN meglio.

    oN DemaNDchieDi e ti sar Dato

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    affermare oggi che dal 1 gennaio del 2014 la pel-licola sparir in italia pericoloso. Teoricamen-te cos, c una normativa europea che preve-de la conversione tutta delle sale cinematografiche del regno in formato digitale per la vigilia del nuovo anno. Ma gi si parla di proroghe, lamentele, finanziamenti che non arrivano, meglio andarci con i piedi di piom-bo. Ci non toglie che il mercato audiovisivo in italia sia ancora enormemente arretrato, e non parliamo solo di distribuzione classica (ovvero il film che arriva nelle sale), ma di tutta la filiera.i punti da analizzare non sono pochi. Prima di tutto la sala e le sue potenzialit, nella sua forma tradizionale di luogo di fruizione del prodotto cinematografico, ma an-che come hub di multiprogrammazione per prodotti di-versi, dalla musica allo sport. Poi i canali derivanti dalle nuove tecnologie, il VOd (Video On demand) nelle sue declinazioni pi particolari, dai player sostenuti da enor-mi investimenti (vedi Cubovision o Chili Tv) a quelli che hanno fatto scelte diverse (Own air). in tutto questo, la parte pi importante la fa il contenuto che deve essere di qualit e possibilmente inedito, cos da rendere la fruizio-ne un evento speciale. Non sono un caso i grandi successi come la riedizione di akira o il documentario su Bruce

    Springsteen, che in una sola giornata di programmazione hanno incassato molto pi di quanto riesca a fare un film italiano nel corso di tutta la sua vita in sala.Gi, il cinema italiano. Quello che maggiormente trarreb-be beneficio da un ammodernamento della catena distri-butiva e al tempo stesso, nella sua parte pi istituzionale, quello che fa del suo meglio per far s che ci non accada, per ragioni spesso ignote e sospette. Le conseguenze di questa poca lungimiranza sono davanti agli occhi di tutti: dalla mancanza di un reale concetto industriale del cine-ma alla pochezza, se cos la si pu definire, della quota di prodotto venduto sui mercati esteri, un male assoluto per le produzioni nostrane.Si tratta di argomenti da affrontare in maniera attenta, soprattutto parlando con quei player che a oggi si sono messi in gioco e stanno provando la sfida del futuro, a ogni livello. Partiamo dalla base, intesa soprattutto come disponibilit di budget, con realt che sono per gi radicate e che stanno guardando molto avanti nei loro rispettivi campi dinteresse: Own air e distribuzio-ne indipendente. VOd e sala cinematografica, ma come vedremo parlando con alfredo Borrelli e Giovanni Co-stantino, queste due filosofie della fruizione possono essere molto vicine.

    ALFreDo borreLLi UNo Dei PoCHi ProFeSSioNiSti itALiANi CHe SA CoSA VoGLiA Dire AFFroNtAre LA SFiDA DeL DiGitALe, FACeNDo UNA CoMUNiCAZioNe iN rete eFFiCACe e iNteLLiGeNte e GUArDANDo SeMPre ALLiNNoVAZioNe. LAPertUrA Di oWN Air, PiAttAForMA ViDeo oN DeMAND DAUtore, erA QUASi UNA NAtUrALe CoNSeGUeNZA, A CUi SoNo StAte APPLiCAte Le SPeCiFiCit DeL LAVoro Di Web MArKetiNG e CoMUNiCAZioNe Di eStroGeNi, LAGeNZiA DA CUi NASCe iL ProGetto.

    Alfredo, cinema dautore e indipendente: la scelta sta pagando?Partiamo dal fatto che questo un mercato che non esiste, perch lutente italiano non ha la cultura del VoD. Per questo ci siamo spostati dal primo concept del Never Seen on Screen al download legale di cinema gi passato in sala. il business comunque non il download, che solo uno strumento attorno al quale abbiamo costruito una serie di

    attivit collaterali. Da qui nasce lesigenza di produrre, ma soprattutto di concepire operazioni di co-marketing, dalla vendita di pacchetti aziendali alle smartbox che per primi abbiamo proposto in termini di prodotto audiovisivo, fino alle convenzioni con le grandi aziende. e poi c un progetto a cui teniamo particolarmente che la collaborazione con le biblioteche che sta dando ottimi riscontri.

    Download e non streaming: come mai?Perch quando litalia diventer un paese civile e la banda larga funzioner davvero e per tutti allora ci confronteremo anche con lo streaming, oltretutto con un sistema che permetter allutente di poter vedere il film gi durante il caricamento del file.

    own Air anche produttore di contenuti.Mi piace dire che siamo il Netflix italiano, tutto

    quello che abbiamo raccolto lanno scorso labbiamo destinato alla produzione scegliendo dei temi sociali importanti, com stato per il secondo tempo, Generale, Suicidio italia, che ha vinto anche il Globo doro per il miglior documentario. Sono temi rivolti alla realt quotidiana che dobbiamo vivere da cittadini, da imprenditori, da sognatori talvolta, e ci piace non farceli sfuggire.

    Avete mai pensato di portare own Air in sala, proiettando sul grande schermo direttamente dalla rete?S, ci abbiamo pensato e lidea di dare fisicit al virtuale ci piace molto, partendo dal mercato pi complicato, e lo stiamo facendo anche lavorando con altre realt. Stiamo costruendo un cartello con Cineama e Distribuzione indipendente per poter dare una circuitazione ai nostri film in tutte le declinazioni possibili.

    OWn A i r | L A n E T F L i X i T A L i A n A

    [Il viaggio nelle nuove forme di distribuzione continua nel prossimo numero di Fabrique]

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    NeL GiUGNo DeL 2011 ALeSSANDrA SCiAMANNA, DANieLe SiLiPo e GioVANNi CoStANtiNo FoNDANo DiStribUZioNe iNDiPeNDeNte, UN CirCUito ALterNAtiVo DoVe Poter DAre ViSibiLit A oPere UNDerGroUND CHe NoN troVANo SPAZio NeLLe SALe trADiZioNALi.

    La mission di Di molto semplice e ce la racconta proprio Giovanni Costantino, presidente della societ. il circuito dei cinecircoli e dei cineclub conta circa millequattrocento sale, di cui quattrocento dessai, schermi che fanno capo a nove diverse associazioni che oltretutto proprio in questo periodo si stanno

    unendo in ununica federazione. Una ricchezza culturale che permette di raggiungere la periferia e le province con prodotti che non riuscirebbero a entrare nella normale circuitazione.il film con cui ha esordito Di fu il dimenticato Dorme, opera prima di eros Puglielli, a cui hanno fatto seguito molti

    altri film di nicchia che per hanno avuto grande successo nei festival internazionali. Siamo riusciti a dare visibilit ad autori come Mimmo Paladino, ivan Zuccon, edo tagliavini con il suo bloodline, film che entrato in selezione ai David di Donatello nonostante non avesse avuto la programmazione minima in sala di prima visione

    come da regolamento. Un segnale importante.il sistema di programmazione di Di semplice, un noleggio della copia a prezzo popolare che permette cos di operare in maniera molto efficace sul territorio. Ma lambizione e la speranza quella di riuscire a creare un sistema ibrido e virtuoso, su cui si sta gi lavorando.

    in autunno inizieremo a distribuire anche in collaborazione con i circuiti tradizionali, scegliendo le sale a seconda della tipologia di prodotto che avremo a disposizione. e poi c la partnership con own Air, che diventer ancora pi stretta, con i nostri titoli che potranno essere fruibili sulla piattaforma VoD in contemporanea alluscita.

    D i | D i S T r i B U z i O n E i n D i p E n D E n T E

    W i r E D | L A n E T F L i X

    George Lucas, seguito dopo poco da Steven Spielberg, ha gi predetto la fine del modello attuale dellindustria cinematografica, immaginando una fruizione basata sullon demand e lontana dalla sala. Le parole del signor Guerre stellari ce le riporta Daniele

    Cassandro, caposervizio entertainment di Wired edizione italiana, che nel numero di ottobre dedicher uno speciale proprio ai nuovi colossi, che portano il nome di Netflix, Hulu e Amazon, tanto per citare i pi famosi. il contenuto sar realizzato a misura dellutente e poi venduto in forma

    diretta. basti pensare allalgoritmo con cui Netflix determina i gusti dei suoi utenti, suggerendo loro quali prodotti scegliere continua Cassandro. Netflix gi allavanguardia in questo senso, avendo prodotto serie di successo come House of cards, candidato

    addirittura agli emmy, fornito allo spettatore in ununica soluzione, pronto per il binge Viewing, ovvero la fruizione consecutiva di tutte le puntate. e dopo la serie con Kevin Spacey ha continuato a produrre.Ma Netflix non lunica a darsi da fare in questo senso. Amazon ha

    prodotto una serie di pilot e il destino di queste serie lo decider direttamente il pubblico, esponendo il gradimento o meno attraverso la piattaforma. e altri esempi seguiranno, semplicemente perch lattuale modello di business, quello dei blockbuster, non pi sostenibile.

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    i mostri abitaNo Nella rete

    - effetti speciali -

    di giaNluca lo guasto foto choKe

    Geekerz una nuova web series horror in otto puntate prodotta da Fuorisync, in associazione con Netaddiction e tangram film. Gli effetti di uno sparo (in questa pagina) e la testa mozzata di uno zombie (pagina accanto) sono il risultato di un lavoro in CGi.

    *Gianluca Lo Guasto VFX supervisor di Choke, che con mbanga, studio danimazione indipendente nato a roma nel 2006, ha curato gli effetti visivi digitali della web series Geekerz.

    LE wEB SERIES pUNTANO A UNA QUALIT SEMpRE MAGGIORE, ANCHE GRAZIE AGLI EFFETTI VISIVI DIGITALI. LESEMpIO DI UNA pRODUZIONE HORROR REALIZZATA DA UN

    TEAM DI GIOVANI CREATIVI, NELLANALISI DEL NOSTRO ESpERTO DI VFX.

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    a qualche anno la distribuzione delle serie italiane usci-ta dai confini della televisione per irrompere nel mezzo di comunicazione pi diffuso: il web. i motivi che hanno spinto i produttori a questa nuova strategia di mercato sono facilmente individuabili: il circuito web gode di mag-giore libert, bypassando le censure e le consuete logiche di comunicazione del piccolo schermo, e fornisce la pos-sibilit di inventare nuove regole e nuovi linguaggi espres-

    sivi. Tutto a costi contenuti. ancora una volta, insomma, la rete si rivelata un laboratorio dove sperimentare e fare emergere nuovi talenti. il caso della Fuorisync, un gruppo di giovani creativi del video per il web capitanato dal regista Michele Bertini Malgarini e dal produt-tore Matteo Benedetti. Geekerz la loro ultima fatica, prodotto in as-sociazione con Netaddiction, societ leader nelleditoria online spe-cializzata nel settore dei videogiochi, e Tangram film. Si tratta di una commedia horror rivolta a un pubblico giovane, che in otto episodi racconta uninvasione di zombie, tema classico del cinema horror, dando per una lettura totalmente originale del topos del morto vi-vente. La serie andr in onda sul sito www.multiplayer.it. Conside-rando il budget ridottissimo (21mila euro circa) Bertini Malgarini ha girato lintera serie in soli 15 giorni e si avvalso degli effetti visivi digitali per risolvere molti snodi della trama. il primo shot che analizzeremo la scena della moltiplicazione degli zombie. Quello della moltiplicazione uno degli effetti pi richiesti nei video e nei film: una scena di massa composta da comparse reali costa molto (tanti attori da coinvolgere, tanti costumi e tanto trucco e parrucco), perci si ricorre spesso agli effetti digitali per ovviare al problema. Per comporre la scena in Geekerz avevamo a disposizione una quin-dicina di comparse travestite da zombie e, per raggiungere leffetto desiderato dal regista, era necessario girare dieci sequenze. in casi come questo la difficolt principale delle riprese il tempo a dispo-sizione: nellarco di unora la luce cambia radicalmente e in questo intervallo i dieci ciak dovevano essere chiusi. a tale scopo fonda-mentale la supervisione sul set e la preparazione della scena con uno storyboard. in ogni ripresa il gruppo di comparse veniva posizionato in punti diversi del set con lavvertenza a non sovrapporsi tra una ripresa e laltra. in alcuni casi la sovrapposizione era invece voluta per simulare una calca, e nel processo di post produzione (compo-siting) stata risolta con una minuziosa mascheratura. La location (il cortile della medievale Rocca di albornoz) ci ha aiutati molto dal punto di vista dellilluminazione: tre quarti della scena erano in om-bra e quindi questa porzione non subiva grossi cambiamenti. Nelle parti colpite dal sole invece abbiamo dovuto apportare delle minime correzioni di colore; di regola il compositor non deve mai apportare modifiche di colore o illuminazione della scena perch andrebbe a incidere sul lavoro del direttore della fotografia, ma quando pi sce-ne devono essere matchate (da matching: accoppiare) lintervento sulla luce diventa necessario. il tempo di lavorazione richiesto sta-to di un giorno e un solo operatore impiegato, e mezza giornata per le rifiniture e il rendering finale. Torno a sottolineare il fatto che la supervisione sul set e la preparazione della ripresa con uno storybo-ard indispensabile per alleggerire il lavoro in post produzione: pic-coli errori sul set incidono tantissimo nel lavoro che dovr affrontare il compositor.La seconda scena su cui ci soffermeremo quella della casa in fiam-me di Lorenzo (lamico infetto di Luca Mersichetti, il protagonista della serie), dove il fuoco e il fumo sono interamente ricostruiti in CGi (computer generated imagery). Bisogna sapere che linserimento di elementi come fuoco, polvere, acqua (i cosiddetti particellari) una delle operazioni che richiede pi impegno. il procedimento si divide in due fasi: la prima comprende test e simulazioni a bassa risoluzione per individuare le corrette reazioni delle forze fisiche delle particelle rispetto agli agenti atmosferici circostanti. Una volta ottenuto il risul-tato voluto si passa alla seconda fase, che consiste nella realizzazione di altri test per raggiungere la luminosit e la colorazione pi corrette. in ultimo si passa al rendering finale. Ovviamente pi sono i focolari da creare e pi aumentano tempi di lavorazione e di rendering.

    D

    Altri esempi di effetti visivi tratti da Geekerz. Nella sequenza di immagini in alto: la moltiplicazione degli zombie nel cortile del castello.in basso: anche il fuoco e il fumo che escono dalle finestre della casa sono stati ricreati digitalmente.

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    i l Roma Creative Contest cresce, e si con-ferma sempre pi uno spazio privilegia-to per presentare lavori originali, spesso e volentieri fuori dagli schemi del cinema mainstream. del resto il cortometraggio rap-presenta oggi la forma pi libera di espres-sione artistica nellaudiovisivo, perch non destinato a una distribuzione di tipo com-merciale e quindi non sottoposto a vincoli creativi; ci fa dei corti la rivelazione auten-tica della visione dei loro autori. e il Roma Creative Contest infatti creativit e spetta-colo: una realt giovane che vuole recuperare la capacit di stupire e stupirsi. Un festival-laboratorio aperto alla sperimentazione, allunderground, alle nuove tecnologie e alla commistione tra le diverse forme artistiche. in collaborazione con il Teatro Vittoria di Roma e con il patrocinio della Commissio-ne europea, per il terzo anno lassociazione culturale images Hunters, sotto la direzio-ne artistica di Brando Bartoleschi e Lorenzo di Nola, offre dunque al pubblico romano unampia panoramica delle nuove tendenze dello short film italiano e internazionale.

    Con la prima edizione del 2011 il festival si presentato allambiente cinematografico na-zionale come luogo di incontro per i giovani registi, professionisti del settore e appassio-nati, ottenendo un riscontro entusiasta da parte di partecipanti, pubblico e media. La seconda edizione del 2012 ha aperto le porte al resto del mondo con una sezione interna-zionale dedicata ai corti di animazione. La golosa novit delledizione 2013 che, oltre a riconfermare le sezioni degli anni pas-sati, la rassegna allarga il suo sguardo al mon-do del web, inaugurando una nuova sezione competitiva dedicata alle web series. Lobiettivo del Contest sempre e comunque la ricerca di opere in grado di raccontare del-le storie con linguaggi e contenuti innovativi, capaci di mostrare un uso consapevole e bril-lante del mezzo cinematografico e una scrit-tura sorprendente e ironica.Come gli scorsi anni, la manifestazione si svolger presso il Teatro Vittoria di Roma nel corso di quattro domeniche consecutive: 15-22-29 settembre e 6 ottobre 2013 (finale). Nel corso delle serate si cercher di creare un

    ambiente dove i giovani artisti e gli addetti ai lavori italiani e stranieri possano scambiarsi idee, materiale e contatti, sia tra di loro che con aziende specializzate nel settore, fon-dando i presupposti per una rete di scambio interattiva. Una giuria di specialisti assegner i premi: nelle scorse edizioni ne hanno fatto parte nomi come Pupi avati, Mattia Torre (re-gista e sceneggiatore, Boris), Paola Randi (re-gista, Into Paradiso), Paolo Carnera (d.o.P., ACAB) e Marco Saitta (sound designer, Diaz). Tre le sezioni in concorso:

    Cacciatori di immagini: sezione aperta a tut-ti i cortometraggi italiani di finzione. il tema libero. durata massima: 20 minuti.

    Corti di animazione (concorso internazio-nale): sezione aperta a cortometraggi pro-venienti da tutto il mondo. accoglie corti di animazione in 2d, 3d e stop motion. durata massima: 15 minuti.

    Web series: sezione aperta alle web series italiane. durata massima: 20 minuti.

    a settembre Di moDa il cortosi apre la terZa eDiZioNe Del roma creative coNtest, DeDicato ai cortometraggi Di tutto il moNDo: uN Festival sempre alla ricerca Di liNguaggi e taleNti NoN coNveNZioNali.

    iL roMA CreAtiVe CoNteSt NASCe Per SoNDAre Le NUoVe teNDeNZe reGiStiCHe DeL PANorAMA itALiANo e iNterNAZioNALe e iNDiViDUArNe i tALeNti. iL CoNCorSo APerto A tUtti.

    www.romacreativecontest.com

    [email protected] - tel +39 328.7820729 / +39 327.0926192

    Direzione Artistica: Brando Bartoleschi ([email protected]) - Lorenzo Di Nola ([email protected])

    ROMa CReaTiVe CONTeST

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    Simone isola, Laura tosti, Paolo borgna, Simona Giacci e ermanno Guida, i cinque soci di Kimerafilm. Si sono conosciuti al corso di produzione del Centro Sperimentale di Cinematografia di roma.

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    - Mestieri -

    il cinema nostrano pu rinnovarsi solo puntando sui giovani talenti. Ne sono certi i produttori di Kimera, che aggiungono: sempre pi urgente una riforma radicale dellintero sistema.

    KimeraFilm

    possibile uN Nuovo ciNema italiaNo? di luca ottoceNto foto paolo palmieri

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    La Kimerafilm rappresenta una delle realt produttive e di-stributive pi interessanti emerse nel panorama del cinema italiano degli ultimi anni. Fondata nel 2009 da ragazzi co-nosciutisi al Centro Sperimentale, nei primi quattro anni di attivit si mossa con passione e tenacia dando vita e visibi-

    lit, nonostante gli ostacoli incontrati, a opere indipendenti di giovani e interessanti cineasti. impegnata nella produzione tanto di film di fin-zione quanto di documentari Kimera si da subito fatta notare grazie a Et in terra pax, lottimo lungometraggio desordio di Matteo Botrugno e daniele Coluccini vincitore nel 2011 di una menzione speciale ai Na-stri dargento. Fabrique ha incontrato Simone isola, uno dei fondatori della Kimerafilm, negli uffici della societ a Testaccio.La vostra prima esperienza legata a Et in terra pax, presentato con successo a Venezia alle Giornate degli autori e in molti altri fe-stival del mondo. Come nato questo progetto per diversi aspetti innovativo?Quando ancora non avevamo costituito la Kimera, gi girava la bella sceneggiatura di Matteo e daniele, che apprezzavamo da tempo per i loro cortometraggi. appena nata la societ, quindi, abbiamo subito

    iniziato a lavorare per mettere su questo film a bassissimo costo, an-dando alla ricerca di compartecipazioni e fondi privati. Quasi subito si unito a noi Gianluca arcopinto, nostro insegnante del Centro Speri-mentale. e cos dopo qualche mese siamo riusciti a partire con le ripre-se, nonostante il Ministero non ci avesse accordato il finanziamento. il film, tra laltro, stato uno dei primi a essere girato con la videoca-mera digitale ad altissima definizione Red One. La cosa che mi rende pi orgoglioso di aver prodotto Et in terra pax, che i giovani sotto i trentanni che lo hanno realizzato, molti dei quali erano usciti da poco dal Centro o erano ancora allievi, hanno avuto la rara possibilit di esordire in italia come capo reparto prima dei quarantanni. Sono fer-mamente convinto che se anche le produzioni pi grandi iniziassero ad affidare la realizzazione di film a giovani competenti e appassionati, il nostro cinema ne uscirebbe enormemente arricchito.Quali sono gli spazi, in Italia, per le produzioni indipendenti come la vostra? E quanto difficile investire su progetti originali in cui i giovani sono protagonisti?

    Le difficolt che si incontrano sono tantissime e gli spazi di manovra molto limitati. Ci si scontra quotidianamente con un sistema fondato su logiche che rendono estremamente complicato far arrivare al cine-ma una proposta coraggiosa e non convenzionale. Le difficolt, poi, aumentano ulteriormente se si cerca di valorizzare i giovani talenti. Per cambiare davvero le cose sarebbe necessario riformare in profon-dit tutto il sistema su cui si basa il cinema italiano, a partire dal mec-canismo dei finanziamenti pubblici fino alla distribuzione, passando per linsegnamento del cinema nelle scuole. Non solo si dovrebbero premiare maggiormente i progetti di qualit, ma sarebbe fondamenta-le costituire un circuito di distribuzione nazionale che si occupi esclu-sivamente di veicolare al pubblico le opere finanziate. in assenza di un cambiamento radicale, che sempre pi si avverte come prioritario, le produzioni indipendenti saranno costrette a operare inseguendo delle sporadiche contingenze favorevoli, nellassoluta impossibilit di dare continuit al loro lavoro.Nonostante loggettiva avversit delle condizioni, attualmente ave-te diversi progetti in cantiere. Cosa ci puoi dire a riguardo?abbiamo appena prodotto con arcopinto la nuova operadi daniele

    Gaglianone, il cui titolo provvisorio La mia classe, che racconter la vita di alcuni ragazzi di origine non italiana e il loro rapporto con linsegnante Valerio Mastandrea. il filmaffronter temi molto presenti nellattuale dibattito sociale del nostro paese esar presentato alla Mo-stra del Cinema di Venezia nella sezione Giornate degli autori. Recen-temente abbiamo poi concluso il documentario di annarita Zambrano Lanima del Gattopardo, una coproduzione italo-francese cui hanno partecipato anche Rai Cinema e Cin+, che riflette sulla Sicilia di oggi a partire dalle suggestioni offerte dalle opere di Tomasi di Lampedu-sa e Visconti. Sempre con la Francia abbiamo coprodotto Rosso cene-re, il documentario di adriano apr che andr al Festival di Locarno. Stiamo inoltre collaborando al documentario di Luca Guadagnino su Bernardo Bertolucci, Bertolucci on Bertolucci, e in autunno partiranno le riprese di un altro documentario di cui curer la regia dedicato alla figura di alfredo Bini, il produttore che permise a Pier Paolo Pasolini di esordire nel cinema. infine, sono in fase di sviluppo inuovi film di Botrugno e Coluccini e di Gianfranco Pannone.

    NON SOLO SI DOVREBBERO pREMIARE MAGGIORMENTE I pROGETTI DI QUALIT, MA SAREBBE FONDAMENTALE COSTITUIRE UN CIRCUITO DI DISTRIBUZIONE NAZIONALE CHE SI OCCUpI

    ESCLUSIVAMENTE DI VEICOLARE AL pUBBLICO LE OpERE FINANZIATE.

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    - Making of -

    sul set De

    la DivaCortometraggio realizzato in cinque giorni di ripresa a Genova, in cinque location diverse pi esterni in camera car con red epic X e una serie di ottiche Zeiss t 1.3.

    SCritto e Diretto DACarlo ballauriCAStSilvia Pernarellaenzo PaciMassimo ViaforaGabriele Falsetta

    DUrAtA15 minutiProDUZioNe Cavalieri della Notte con Logical box recording studio

    ProDUttore Martina CloroDirettore DeLLAFotoGrAFiA Davide MancaMoNtAGGioCarlo ballauriMUSiCHe oriGiNALiFilippo QuagliaArt DireCtorConsuelo PeccheninoFoNiCo Di PreSA DirettAAlberto Parodi

    in collaborazione con Genova-Liguria Film Commission

    Scena del ballo con effetto fumo e steadycam.

    Make up artist al lavoro, sullattrice illuminazione: barfly kinoflo a tubi freddi, red epic su pewee.

    Camera Car, steady montata con Carmount su pickup che precede lautomobile. red epic e radio fuochi: FoX.

    1 2

    red epic su pewee e jimmy, lassistente operatore segue il fuoco con la frusta.

    esterno notte. 2.5kw hmi riflesso su telaio 2x2; 2kw tungsteno con frost 251 su torretta 3mt controluce auto. Allinterno 1.2kw hmi.

    5 6

    Scena finale, lattrezzista lancia della vernice rossa sulla ballerina.

    9 10

    foto di veroNica parusso

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    LA StoriAKatrina, una giovane immigrata ucraina costretta a ballare nei locali notturni per guadagnarsi da vivere, diventa allimprovviso la ballerina pi richiesta nei teatri italiani. infatti il soggetto ossessivo dei dipinti di angelo Fabris, un pittore ubriacone che ritrae le entreneuse dei night da due soldi vestite da geishe. Fabris, fino a poco tempo prima sconosciuto, ha ottenuto fama internazionale in seguito alla sua scomparsa. Nonostante le sue remore, Katrina viene convinta da un agente teatrale senza scrupoli a intraprendere un tour per commemorare lartista e sfruttare commercialmente il fatto di cronaca. Per la diva le luci della ribalta sono ormai vicine; la sera della prima del grottesco show, tuttavia,

    nel camerino della ragazza arriva un pacco contenente dei nuovi bozzetti ancora freschi firmati Fabris, che la raffigurano in abiti rituali giapponesi mentre compie lharakiri... LiDeALa diva vuole portare nel nostro paese le atmosfere rarefatte del noir dessai asiatico degli ultimi ventanni, mescolandole con gli archetipi ipersaturati delle graphic novel anglosassoni. Lo spunto tematico il viaggio di uneroina dark contemporanea disposta a tutto per raggiungere il successo. Le influenze artistiche del regista uniscono al tema orientale della violenza quello del grottesco surreale nostrano, da Fell