Fabio Bonacina "Il francobollo che… vale un Perù" - Vaccari Magazine n. 45 - 2011

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RIVISTA DI INFORMAZIONE FILATELICA E STORICO POSTALE Periodico semestrale anno XXII n.45 maggio 2011 - Tariffa R.O.C. - Poste Italiane spa - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1 Aut. Poste Italiane Modena - Vaccari srl - Via M.Buonarroti 46 - 41058 Vignola (MO) - Italia - tel. (+39) 059 771251 - 764106 - fax (+39) 059 760157 - 20,00 VACCARI VACCARI Fabio Bonacina IL FRANCOBOLLO CHE… VALE UN PERÙ articolo estratto dalla rivista n. 45 - 2011

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La storia del francobollo più noto e ricercato del periodo repubblicano italiano, il Gronchi rosa, stampato con i confini del Perù errati e quindi ritirato dalla vendita nel giro di poche ore per non creare un incidente diplomatico.

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RIVISTA DI INFORMAZIONE FILATELICA E STORICO POSTALEPeriodico semestrale anno XXII n.45 maggio 2011 - Tariffa R.O.C. - Poste Italiane spa - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1Aut. Poste Italiane Modena - Vaccari srl - Via M.Buonarroti 46 - 41058 Vignola (MO) - Italia - tel. (+39) 059 771251 - 764106 - fax (+39) 059 760157 - € 20,00

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Fabio BonacinaIL FRANCOBOLLO CHE… VALE UN PERÙ

articolo estratto dalla rivista

n. 45 - 2011

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Forse, negli ultimi tempi, l’immagine si è un po’appannata, ma non è certo colpa sua. Il brusco ca-lo registrato dalla corrispondenza cartacea e quindidai metodi di affrancatura è un trend generale, inItalia e non solo. Però, nell’immaginario collettivorimane un punto di riferimento, nonostante il mez-zo secolo appena trascorso.

“Ma tu ce l’hai il «Gronchi rosa»?”. È la doman-da di rito per quanti -saputo che l’interlocutore col-leziona francobolli- desiderano mostrarsi compe-tenti o perlomeno interessati. “Vale un «Gronchirosa»”, involontario richiamo al modo di dire “Valeun Perù” (per combinazione, fu proprio la rappre-sentazione territoriale del Paese sudamericano ilpunto di partenza della vicenda) (Figg.1 e 2). Ancoraadesso, il 205 lire lilla è il metro di parametro perquanti, conoscitori o meno, debbono valutare unacollezione o soltanto parlarne. Eppure, non è nem-meno l’esemplare più pregiato della Repubblica, inquesto sorpassato dal “Cavallino”. Di certo è il piùfamoso, all’interno e all’esterno del settore, diven-tato addirittura sinonimo di qualcosa di particolar-mente raro (in realtà gli esemplari che il ministeroha detto di aver venduto non sono pochi: 79.625),prezioso e per questo persino contraffatto con varisistemi (dalla scoloritura delle cartevalori sammari-

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nesi per recuperarne la carta filigranata fino allatecnologia elettronica) che rivelano diversi autori,come ha dimostrato su questo stesso semestralePaolo Vaccari nel numero 19 del maggio 1998.

Un ulteriore elemento: digitando su Google fravirgolette “Gronchi rosa” si ottengono 32.700 ri-sultati.

L’origine della serie

Tre esemplari, nominali da 170, 185 e 205 lire etirati in due milioni di pezzi ognuno, intendono sot-tolineare la visita, nell’aprile del 1961, del presi-dente della Repubblica, Giovanni Gronchi, in Ar-gentina, Uruguay e Perù, tre fra gli Stati dell’area amaggior presenza di italiani. I valori servono a spe-dire una lettera di posta aerea di primo porto, cioèfino a cinque grammi, per i Paesi menzionati.

L’immagine, disegnata da Renato Mura, è uni-ca: un velivolo “Dc 8” sull’Atlantico e, nei lati,America da una parte, Europa e Africa dall’altra.Ad essere evidenziati sono lo Stivale e la singolarealtà citata. “Paesi a noi tanto cari”, chiosa nelbollettino illustrativo lo scrittore e giornalista Toma-so Sillani- “mentre ancora una volta trasvola l’ocea-no, verso le loro sponde ospitali, il capo dello Statoitaliano, messaggero ed interprete dei sentimentidel popolo nostro, che sente fortemente la voce delcomune sangue e dei legami, oramai secolari, cheuniscono l’America Latina all’Italia” (Fig.3).

Come prevede la normativa, un decreto del pre-sidente della Repubblica autorizza l’emissione so-stanzialmente a lui dedicata, sia pure -recita il testo,datato 17 marzo 1961- “sulla proposta del mini-stro per le Poste e le telecomunicazioni”.

Caso eccezionale, gli esemplari sono in preven-dita dal 3 aprile 1961, giorno di Pasquetta, così dapermettere ai collezionisti di predisporre e conse-gnare le buste da far timbrare con l’annullo mecca-nico commemorativo (o con la “targhetta” aggiun-ta a mano) e poi spedire nello speciale dispacciocelebrativo. Mantengono il potere di affrancaturadal 6 aprile, giorno in cui il presidente sarebbe par-tito, fino -come si usava all’epoca- al 31 dicembredell’anno successivo.

Fin qui, il programma. Le cose, però, vanno di-versamente, almeno per il taglio più alto, e persinoi manuali rivolti ai principianti non mancano di rac-contarle. “Tutti sanno -scrive ad esempio Fernan-do Amedeo Rubini nel 1969 in «I francobolli»- del-

Figg.1 e 2 - Conservati nell’edificio dell’Ipzs -nel 2006, all’epoca del-le foto, in piazza Verdi a Roma- i fogli con il “Gronchi rosa” e il“Gronchi grigio”. Interessanti le indicazioni manoscritte presenti sul-le cimose.

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l’errore della soppressione dalla carta del Perù del-la regione amazzonica che determinò il famosoepisodio del francobollo italiano… ritirato dallavendita solo poche ore dopo l’emissione”. “Fumosso un rilievo -gli fa eco Antonio Bandini Butiquattro anni dopo in «Manuale di filatelia»- da partedell’ambasciatore del Perù a Roma perché nellacartina riprodottavi non era stato attribuito al Perùil cosiddetto «triangolo amazzonico», vasto territo-rio confinante con l’Ecuador. Il ministero delle Po-ste italiano si affrettò a dichiarare quel francobolloprivo di valore postale e a sostituirlo con altro cor-retto e di colore diverso: ardesia”. “Un caso clamo-roso di «sbaglio» filatelico, con relativo scambio diproteste diplomatiche[...] che qualcuno ha umori-sticamente chiamato il «granchio» rosa”, è l’avviodella scheda che Gennaro Angiolino, nel 1975, videdica in “Collezionare francobolli non è difficile”.Franco Filanci -e siamo nel 1993, con “I francobol-li & la posta”- gli intitola una voce del dizionarioche chiude la sua guida: “Nome dato dai filatelisti alfrancobollo italiano del 1961, ritirato il giorno stes-so dell’emissione a causa di un errore nel disegno,e sostituito a cura delle Poste sulle corrispondenze

già inoltrate da un nuovo tipo in grigio”. Concettiribaditi dallo stesso autore nel 2005 in “Storia po-stale o storia postale?”, dove lo definisce “un casopostale unico al mondo: ritirato il mattino seguentel’emissione a causa di un errore nel disegno, fu ri-coperto dalle Poste a proprie spese con un nuovotipo corretto, e stampato in grigio, sulle corrispon-denze fatte affluire a Roma per l’inoltro con l’aereopresidenziale” (Figg.4 e 5).

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Fig.3 Il bollettino illustrativo con le immagini dei valori definitivi.

Fig.4 - L’esemplare grigio, applicato d’ufficio, in realtà nascondequello rosa. (foto: archivio Vaccari srl)

Fig.5 - L’esemplare rosa nascosto. (foto: archivio Vaccari srl)

La nascita della leggenda

Fin qui, la lettura filatelica, e a posteriori, della vi-cenda. Ma, al di là dell’evento casuale, cosa contri-buì a far nascere la leggenda? In Italia sono gli annidel boom, che ha un diretto riscontro anche nellafilatelia. Il servizio postale è praticamente l’unicomezzo di comunicazione a costo abbordabile e ilcollezionismo è diventato popolare. Due elementiche trovano conferma nelle tirature dei francobollidel periodo: se agli inizi degli anni Cinquanta i taglipiù impiegati sono venduti normalmente in alme-no due milioni di pezzi, già a metà del decennio siarriva ai dieci milioni. Il 25 lire per Caravaggio, del

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25 novembre 1960, raggiunge i venti milioni, e ilsuccessivo, il 15 lire per la “Giornata del francobol-lo” uscito il 18 dicembre, addirittura i trenta. Giu-sto per avere un riferimento, oggi siamo a quotaquattro...

La filatelia è gettonatissima, diventa quasi uno“status symbol”, viene caldeggiata nelle scuole, neicircoli aziendali (il Dopolavoro dei postali incorag-gia la nascita di gruppi specializzati interni con unacircolare del 17 gennaio 1961), nascono o sirafforzano i sodalizi territoriali, che a loro volta or-ganizzano mostre, se ne parla in televisione (adesempio in “Il nostro piccolo mondo”), sui giornali,dove fioccano le rubriche fisse e magari una nuovauscita fa notizia… “Da vari anni ormai -scrive EnzoDiena nella guida «Un secolo di francobolli italiani»,edizione del 1966- la filatelia va acquistando, in Ita-lia, sempre nuovi adepti”, e il rinnovato interesseper le moderne emissioni nazionali “si è immedia-tamente esteso alle più recenti «novità»; e moltinon esitano a restare ore e ore in coda per poteracquistare qualche foglio dell’ultimo commemora-tivo. Gli ambienti filatelici non esprimono, su que-sto fenomeno, un giudizio univoco: per alcuni sitratta della giusta rivalutazione di francobolli cheerano stati per troppo tempo trascurati, per altriinvece stiamo assistendo ad un fuoco di paglia de-stinato ad esaurirsi in breve tempo”.

È in questo terreno fertile che nasce la storia.Dunque, la serie esce il 3 aprile 1961, giorno

festivo. Il 4 ne dà notizia “Il messaggero”, ma an-cora il caso non è giornalisticamente scoppiato. Ilrichiamo, con tanto di immagine del 205 lire,apre “Notizie filateliche”, un ampio riquadro chespazia dalle produzioni di Bulgaria a quelle di Mo-zambico, chiudendo con le attività della romanaAssociazione filatelica italiana. L’emissione -pererrore data ancora al futuro nonostante sia scrittocome data di uscita il 3 aprile (evidentemente l’ar-ticolo era immaginato per essere pubblicato pri-ma)- viene abbondantemente presentata. “La Am-ministrazione postale -si legge fra l’altro- ha anchedisposto che le lettere o cartoline, dirette rispetti-vamente nel Perù, in Argentina o in Uruguay, re-golarmente affrancate per l’inoltro «via aerea» erecanti, ben visibile, la indicazione «volo specialedel 6 aprile» e consegnate agli sportelli degli ufficiprincipali Pt in ogni capoluogo di provincia, sianoavviate a destinazione con l’aereo presidenziale,previo annullamento con il timbro speciale dell’uf-ficio postale di Roma Ferrovia Pa. A Roma dettecorrispondenze potranno essere consegnate aglisportelli degli uffici principali Pt fino alle ore 20del giorno 5 aprile”.

Il protagonista del 5 aprile

È proprio il giorno 5 che i quotidiani registrano ilfatto. “Ritirato perché con errori un francobollo sulPerù”, titola “La stampa” (Fig.6). “I filatelici -raccon-ta con molti particolari la testata torinese- hannobattezzato in poche ore «peruviano» il francobolloche, col suo solo apparire, ha messo in movimentola diplomazia sud-americana e la burocrazia posta-le italiana; caso più unico che raro nella storia dellafilatelia e in quella delle Poste italiane, esso minac-cia anche di trasformarsi automaticamente seppu-re involontariamente in un incentivo per la specu-lazione privata”. In vendita il 3 aprile, chi si è reca-to il giorno successivo agli sportelli non l’ha più tro-vato. “La decisione -prosegue la corrispondenzadatata 4 aprile- grave per le ripercussioni che puòavere sul mercato filatelico nazionale prima, mon-diale poi, è stata presa in base ad una considerazio-ne del ministero degli Esteri «per un errore nella sa-goma geografica»”. Non basta: “seppure la rappre-sentanza argentina non abbia mosso rilievi, espertigeografi hanno riscontrato che, nel valore da 170,la sagoma dell’Argentina non comprende la Terradel Fuoco, all’estremità meridionale del continentesudamericano; fatto questo diplomaticamente piùgrave, in quanto sono note le secolari controversietra Argentina e Cile per la sovranità su questo terri-torio, inospitale, semidesertico, e dal rigido clima,ma ambitissimo per il suo valore strategico e mine-rario. La voce degli errori -soprattutto di quello pe-ruviano- si era già sparsa ieri; ciò ha determinatoun afflusso straordinario di compratori agli sportellidell’ufficio filatelico di Roma nella centralissimapiazza San Silvestro; ma le migliaia di persone chehanno formato lunghe file hanno potuto acquistaresolo due valori. La serie completa non esiste più; o,meglio, essa, come era logico, è apparsa nei nego-zi di filatelia (e solo in quelli che sono riusciti ad en-trarne in possesso) con una valutazione sensibil-mente aumentata[...] I funzionari del servizio carte-valori del ministero delle Poste hanno voluto mini-mizzare l’«incidente»: prima di ammettere la «se-

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Fig.6 - Ampio lo spazio dedicato dalla “Stampa” del 5 aprile 1961.

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gnalazione» diplomatica hanno parlato generica-mente di «ragioni tecniche» che avevano imposto ilritiro; poi hanno giustificato l’errore con le esigen-ze tipografiche per la eccessiva miniaturizzazionedel profilo geografico[...] Essi non sono stati in gra-do di specificare quanti pezzi del valore ritirato sia-no stati venduti nella giornata festiva di lunedì, pre-cisando con noncuranza che si dovrebbe trattare diuna cifra molto esigua[...] Fino a questa sera glistessi funzionari hanno insistito sul fatto della «so-spensione», demandando a non meglio specificati«organi superiori» la eventualità di una ricomparsadel «peruviano» agli sportelli[...] Nella tarda serata,finalmente, il ministero delle Poste e telecomunica-zioni ha emanato un comunicato ufficiale, in cui insostanza si conferma quanto è accaduto. È questala prima volta che un Governo straniero chiede ilritiro di un francobollo italiano[...]”.

Alla dettagliatissima cronaca messa in pagina aTorino, si contrappone un sintetico richiamo nellestesse ore confezionato a Milano. Il “Corriere dellasera” (Fig.7), sotto al titolo “Ritirati i francobolliemessi per il viaggio di Gronchi in America”, spie-ga la partenza della vicenda. “L’ambasciatore pe-ruviano a Roma, dott. Arias, ha segnalato «allaconsiderazione» del ministero degli Esteri, «che ifrancobolli e le illustrazioni delle buste emessi percommemorare la visita del Capo dello Stato italia-no nel Perù» sono sbagliati”.

“Il giorno”, all’epoca tecnicamente all’avanguar-dia, propone l’immagine del 205 lire su due colon-ne. Sopra, il richiamo “Erano sbagliati i confini suifrancobolli”; sotto, i dettagli. “I pochi filatelici cheieri, malgrado la giornata festiva, hanno ritirato laserie completa dei francobolli dedicati ai viaggi diGronchi nel Sud America possono considerarsifortunati. Stamane i loro colleghi, presentatisi agliuffici centrali delle Poste, in piazza San Silvestro, sisono visti consegnare solo i «valori» dell’Uruguay edell’Argentina[...] Nel pomeriggio, poi, veniva so-spesa la vendita anche degli altri due”. Quindi, ci sisofferma sulla carta valore incriminata: “la dimenti-canza assume le proporzioni di una capocchia dispillo, date le dimensioni. Ma all’occhio esercitatodi un peruviano o di un conoscitore della geografiapolitica sudamericana non poteva ovviamentesfuggire”. Cita inoltre quello argentino, ma dallarelativa Ambasciata “non sono giunte sino a que-sto momento segnalazioni di alcun genere”. Nes-suna anomalia per il terzo dentello. “Ad ogni mo-do, per eliminare ogni equivoco, la «serie» sarà ri-stampata con le dovute correzioni entro il 6 apri-le”. Avviata una indagine, affidata personalmenteal sottosegretario Remo Gaspari. Il quotidiano na-to dalla volontà di Enrico Mattei specifica che an-che nel passato si riscontrarono sbagli, ma passa-rono perlopiù inosservati. Questa volta, però, è di-verso, sia per l’importanza dell’intervento comme-morato, sia per la mossa diplomatica successiva.

Due pure le colonne proposte dal “Giornale diBrescia”, che individua la causa in “un errore delPoligrafico”. “Una importantissima e molto vastaparte del territorio peruviano non figurava in quelladei confini del suo Stato, bensì in quelli dell’Ecua-dor[...] Gli ambienti competenti si mantengono in-tanto abbottonatissimi al riguardo. Anche i dirigen-ti del Poligrafico interpellati in proposito si sonotrincerati dietro il più vigile riserbo. Appare co-munque inspiegabile come i tecnici incaricati dieseguire i cliché dei nuovi francobolli siano potutiincorrere in un sì grave errore”.

Ma cosa dice il giornale della capitale? Tre le co-lonne -immagine su due compresa- che “Il messag-gero” (Fig.8) vi dedica, aprendo con i più noti contra-sti territoriali sudamericani, dal Belize al Chaco,dalla Terra del Fuoco alle Malvine e all’Amazzonia.“Sul piano politico, e qualche volta su quello menoimportante, ma non meno efficace dei francobolli(i quali svolgono una grande funzione di propagan-da) le questioni anzidette riaffiorano. Questa volta,però, la colpa è nostra, tutta nostra, senza scusantidi sorta, se la divergenza tra il Perù e l’Ecuador, peril triangolo assai vasto del territorio delle Amazzo-

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Fig.7 - Appena un “box”, invece, per il “Corriere della sera” dellostesso giorno.

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ni, rischia di riaccendersi sul terreno polemico”.Quindi, il racconto. La gente in fila davanti allosportello, sennonché, “a un certo punto, le opera-zioni di vendita sono state interrotte, o, per megliodire, limitate solo ai francobolli per l’Uruguay el’Argentina con la affermazione che quello per ilPerù era «già esaurito»”. La verità emerge moltopresto: “il dr. Arias, difatti, visti i primi francobollis’era affrettato a far presente” il problema. “Conuna disinvoltura che certamente non suona lodeper chi ha concepito il bozzetto, per chi lo ha ap-provato e per chi lo ha realizzato, si veniva quasi arimettere sul tappeto una questione ormai risoltada tempo”. “Ora -prosegue il testo- i filatelisti sipongono ansiosamente una domanda. Che cosafarà il ministro Spallino? Insisterà in questa sospen-sione di vendita dei valori da 205 e 170 lire, crean-do così delle rarità filateliche per coloro che hannoavuto la fortuna di acquistarli oppure, dopo le do-vute scuse ai Governi interessati, deciderà di conti-nuare a vendere la intera serie di tre valori, elimi-nando così ogni possibilità di speculazione? Noisperiamo che prevalga questa seconda soluzione,per il buon nome della filatelia”.

Anche le testate del pomeriggio relazionano sul-la faccenda. Due gli spazi che vi dedica il “Corriered’informazione” del 5-6 aprile. Addirittura in pri-ma pagina il richiamo con la vignetta discussa (“Ifrancobolli sbagliati sul viaggio di Gronchi - Due«pezzi» della serie ritirati”), poi l’approfondimento

a pagina 12. Dove una breve sintesi della questio-ne è associata al comunicato diffuso dal dicasterodelle Poste. Comunicato che riepiloga i dati tecnicie puntualizza alcuni elementi. Ad esempio, le re-sponsabilità, poiché i francobolli sono stati “predi-sposti e stampati dal Poligrafico dello stato e ap-provati dalla giunta d’arte del ministero del Teso-ro”. Date le piccole dimensioni, i limiti territorialidei singoli Paesi sono stati riprodotti “in manieraovviamente approssimativa” e, in quello più costo-so, “la riproduzione a stampa della configurazionegeografica del Perù può far ritenere che si sia in-corsi in qualche imprecisione”. La velata ammis-sione è associata alla conseguenza, “una sollecitaristampa[...] in modo da togliere ogni dubbio”, daconcretizzare entro il giorno 6. Nessun cambia-mento per il 170 lire in quanto, per quel che ri-guarda la Terra del Fuoco, “non si tratta di unaomissione ma di un difetto di inchiostratura: per-tanto allo stato delle cose e salvo più precisi accer-tamenti, non può sostenersi che il francobollo siaimperfetto”.

Tra ipotesi, proposte e… sorrisi

“Il giorno” ospita una rubrica periodica di CarloGiovetti, intitolata “La collezione dei francobolli”.Ritorna il 6 aprile, parlando di “Michelangiolesca”,di nuovi e usati, del Venetia club che predisponebuste primo giorno, mentre le sei immagini sonodedicate a recenti produzioni di Lussemburgo, Sta-ti Uniti e Svizzera. Della situazione non fa cenno,segno che i testi sono stati predisposti da tempo.Solo nella puntata successiva, offerta il 20 aprile,scritti e foto riprendono la querelle. Ormai, i lettorisono al corrente di quanto accaduto, quindi il gior-nalista sceglie un approccio di sintesi. “Potrebbeessere un romanzetto umoristico”, commenta.“«C’è questo ma non c’è quell’altro», si sentivanorispondere agli sportelli dell’ufficio postale dopoaver atteso in lunghe code. Dobbiamo aggiungereche, per un verso e per l’altro, le nostre Poste nonci hanno fatto una gran bella figura”.

Nell’edizione del 6 il “Corriere della sera” racco-glie la proposta del Sindacato nazionale dei com-mercianti in francobolli, ormai messo in allarme efirmatario di una richiesta che mira a riportare iltutto nella normalità. “In seguito alle numerosissi-me proteste ricevute da ogni parte d’Italia e dall’e-stero”, i soci dell’organizzazione si sono riuniti inassemblea straordinaria “per discutere sulle conse-guenze provocate dall’improvviso provvedimentodi sospensione della vendita del francobollo in pa-rola e della riemissione dello stesso, corretto”.

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Fig.8 - Anche “Il messaggero”, sempre il 5, concede una larga atten-zione, e compare il francobollo incriminato.

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“Trovata molto opportuna la sostituzione del fran-cobollo, ma sottolineate le gravissime ripercussioniinevitabilmente provocate nel campo filatelico ita-liano ed estero dalla predetta sospensione, che hadato luogo ad una vasta campagna scandalistica eda numerosi tentativi di bassa speculazione, l’assem-blea ha deciso all’unanimità di proporre alle auto-rità competenti che il francobollo «errato» venga ri-messo in vendita libera ed al valore facciale, come«non emesso», e quindi -come tale- privo di validitàpostale”. Fermo restando che tecnicamente nonpuò essere definito come “non emesso”, la propo-sta rimane lettera morta.

Ancora generoso lo spazio riservatogli dal“Giornale di Brescia” (Fig.9). L’immagine del 205 li-re, ormai conosciutissima, il riassunto di quanto ac-caduto e il punto su quei filatelisti che “avevanoprovveduto, sin dalle prime ore della emissione, afar inoltrare all’ufficio Ferrovia di Roma numerosebuste affrancate con i tre francobolli per la succes-siva spedizione aerea”. Filatelisti che ora “si chie-dono quale sarà la sorte riservata alla loro corri-spondenza: compirà regolarmente il viaggio conl’apparecchio presidenziale o verrà restituita allesingole amministrazioni postali e da queste ricon-segnata ai mittenti? O si provvederà al rimborsodel valore facciale, previa distruzione delle buste re-canti nell’affrancatura lo esemplare incriminato?Riteniamo che questa ultima ipotesi sia da scartarea priori, in quanto creerebbe altre complicazioni edaltri malcontenti. Noi riteniamo che il ministerosceglierà una via di mezzo; vale a dire la corrispon-denza affrancata con il solo francobollo del Perùverrà trattenuta a Roma e successivamente rispedi-ta alle singole sedi di provenienza; mentre quella

recante tutti e tre gli esemplari della emissioneverrà inoltrata in Argentina e nell’Uruguay, evitan-do il Perù”. In ogni caso “da informazioni attinteabbiamo appreso che solo un esiguo numero di bu-ste affrancate con il francobollo del Perù sono stateinoltrate a Roma”. Se agli sportelli il lilla non è piùdisponibile, “qualche pezzo del valore in oggetto èperò già stato accaparrato (non si sa come!) dai«soliti furbi» speranzosi di compiere una vantaggio-sa manovra speculativa”.

Intanto, c’è anche chi cerca di scucire un sorri-so. È il “Corriere d’informazione” del 7-8 aprile(Fig.10). Una vignetta umoristica su tre colonne titola“Il francobollo sbagliato” e vede il confronto tradue distinti signori.

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Fig.9 - Il 6 si accavallano le ipotesi; qui il “Giornale di Brescia”.

Fig.10 - Tra le numerose vignette, questa pubblicata dal “Corriered’informazione” del 7-8 aprile.

La speculazione dei giorni successivi

Come era facile da prevedere, la richiesta superalargamente la domanda e il prezzo si impenna. Lostesso giornale, due pagine dopo, nella cronacadalla capitale testimonia che l’incidente ha fatto na-scere speculazioni “d’ogni genere. In un negoziodel centro è stato posto in vendita il francobollosbagliato, sotto la scritta «rarità», al prezzo di sette-mila lire”. Cifra che -stando al “Messaggero” dell’8,va ben oltre. “Mentre la quasi totalità dei commer-cianti in francobolli per collezione iscritti al Sindaca-

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to di categoria ha dato ancora una volta prova dimoderazione, si sta verificando il fatto che talunispeculatori accaparratisi discreti quantitativi delfrancobollo «sbagliato» emesso per il volo Italia-Perù[...] lo offrono sul mercato a prezzi esosi”.Quanto alla proposta di rimetterlo in vendita al no-minale, il ministero “non si è ancora pronunciato”.Così, “ieri mattina a Roma il francobollo da lire 205è stato pagato fino a diecimila lire il pezzo! Di frontealla gravità di questo fatto sarebbe bene che gli or-gani responsabili si pronunciassero chiaramente alriguardo. Intanto i filatelisti e gli stessi commerciantidovrebbero cercare di frenare la loro febbre di ac-quisto per contenere il prezzo già esoso. Se la ra-gione finirà per prevalere, come tutti si augurano,fra qualche giorno il francobollo in oggetto potràessere acquistato al suo prezzo nominale”.

Gli auspici dell’anonimo cronista non si concre-tizzano, e poche ore dopo, nell’edizione dell’8-9aprile, il “Corriere d’informazione” rilancia, pro-ponendo la testimonianza di un lettore, che si defi-nisce “modesto collezionista”. La “poco edificantevicenda”, la “pietosa giustificazione” accampatadalle Poste e le attività speculative -è la denuncia-sono alla base del prezzo attuale, che arriva addirit-tura a quindicimila lire. E questo davanti allo scri-vente e agli altri colleghi, “non indegni di riceverequalche riguardo dall’Amministrazione”.

Amministrazione che avrebbe sempre rispostonegativamente sulla questione. Tanto che sia il bol-lettino illustrativo, sia il primo aggiornamento,quello con le emissioni comprese tra il 1958 e il1962 de “I francobolli dello Stato italiano” (Fig.11),citano soltanto la seconda versione. L’altra è comese non fosse mai esistita.

Spallino in Parlamento: “Evitata la speculazione”

Il bailamme è tale che la vicenda giunge persino inParlamento sotto forma di interrogazioni a rispostascritta. Una, proposta alla Camera, risale al 18aprile, ed è avanzata dal socialista AlessandroMenchinelli. Il deputato “chiede d’interrogare il mi-nistro delle Poste e delle telecomunicazioni, per co-noscere se non ritenga di intervenire per impedirela speculazione privata che è stata organizzata sulritiro delle copie sbagliate del francobollo[...] inconsiderazione del fatto che sul mercato della fila-telia ogni copia di tale francobollo ha raggiunto ilprezzo di lire 10.000 ed in considerazione del fattoche, mettendo in vendita tale francobollo come«non emesso», l’Amministrazione delle poste po-trebbe sia soddisfare le richieste dei filatelici, sia in-crementare le entrate pubbliche, impedendo l’e-stendersi di una grossa speculazione privata”.

Il 4 maggio gli fa eco Nicola Foschini, in quelmomento tra le fila del Partito democratico italia-no. Vuole sapere “quali provvedimenti siano statiadottati per i gravi inconvenienti verificatisi sulmercato filatelico italiano”. La sospensione dellavendita al pubblico del dentello “(anche se sostitui-to con altro di giusta concezione e realizzazione) hafavorito il sorgere di una esosa speculazione che hafatto raggiungere agli esemplari immessi in merca-to prezzi esorbitanti (fino a 10-20mila lire) a tuttodanno dei filatelici. Poiché i commercianti dei fran-cobolli per collezione, anche essi gravemente dan-neggiati, hanno chiesto -perché tale speculazionesia troncata- che il francobollo errato venga rimes-so in libera vendita come un non emesso senza va-lidità postale e a solo scopo di collezione a prezzofacciale di lire 205, si chiede di sapere perché il mi-nistero non ha dato finora una esauriente rispostaal riguardo, favorendo in tal modo, non solo il fe-nomeno speculativo, ma anche malevoli giudizisulla correttezza dell’Amministrazione delle poste edelle telecomunicazioni”.

Il titolare del dicastero, Lorenzo Spallino, non sifa attendere, distinguendosi per due dettagliate ri-sposte che ribadiscono lo stesso quanto stravagan-te concetto: il comportamento attuato serve ad evi-tare la speculazione. Il 15 maggio arriva la primareplica. “Tutto quanto avviene attorno ai franco-bolli -è la sua premessa- per passione di filatelia,per desiderio di lucro, per commerci di diversa na-tura, è fuori dai compiti d’istituto del ministero”.Ammette l’errore nella vignetta, “in quanto si eraomesso d’includere il territorio a forma triangolareche piglia il nome dal Rio delle Amazzoni” e difen-

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Fig.11 - Edito dal ministero delle Poste e delle telecomunicazioni nel1964, il volume “I francobolli dello Stato italiano” ignora la primaversione della carta valore. A differenza dei cataloghi attuali, la serieè inserita nella posta aerea.

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de sia la scelta di aver sospeso la vendita, sia di avercoperto il rosa con il grigio. Poi, minimizza: “perquanto riguarda l’impedimento della organizzataspeculazione privata, non consta al ministero chevi sia stata una vera e propria organizzazione dispeculazione, o di speculatori, come sono dasmentirsi nel modo più fermo tutte le insinuazionid’illecito nei fatti, così come avvenuti, dalla stam-patura dei francobolli alla vendita. La realtà è chein effetti alcuni rivenditori, venuti in possesso deifrancobolli acquistati nel primo giorno di vendita, lihanno messi in commercio al prezzo, davvero in-giustificabile, di 3, 5, 7, 10mila lire, dando esem-pio di cupidigia anche in regime di libero mercato”.Aggiungendo che “né era possibile, come da piùparti interessate si era richiesto, di rimettere in ven-dita il francobollo ritirato, come non emesso e pri-vo di valore postale, perché non solo non si sareb-bero evitate le speculazioni che probabilmente sa-rebbero divenute di gran lunga più numerose, masi sarebbe fatta cosa contraria alle deliberazioniprese e in violazione al principio di non tenere incircolazione «documenti», con rappresentazione fi-gurativa errata”.

Sostanzialmente identica è la seconda replica,con in più la frecciata: “l’interrogante -sottolineaSpallino- ignora che altri deputati hanno già pro-posto analoga interrogazione”.

La difesa d’ufficio e lo sberleffo

Il giallo, anzi il… rosa, fa versare fiumi di inchio-stro. Fioccano altri articoli e illustrazioni satiriche,queste ultime proposte ad esempio da “Telesera”,“Candido”, “L’europeo”. E anche la stampa colle-zionistica si scatena.

Meno scontata è la reazione dei periodici tecni-ci, interessante poiché dà spazio, accanto alla cro-naca, agli aspetti giuridici, volti a giustificare le de-cisioni illustrate dal ministro in Aula. “Poste e tele-comunicazioni” nel numero di marzo-aprile 1961propone il testo del bollettino illustrativo e poi rac-conta quanto accaduto. Vediamo qualche stralcio.Il territorio di cui era stata sbagliata l’attribuzione,“per la storia, era stato un tempo in contestazionecon la vicina Repubblica dell’Ecuador e, pur essen-do la questione ormai regolata da un trattato, tutta-via non poteva ancora dirsi completamente chiusadato che l’Ecuador ne rivendica ancora il posses-so”. “Le buste presentate agli sportelli per l’inoltro«via aerea» con l’apparecchio presidenziale e re-canti il primo tipo del francobollo da lire 205 furo-no a cura dell’Amministrazione delle Pt munite delfrancobollo corretto mediante applicazione di esso

su quello sbagliato. In tal modo nessuna busta delprimo giorno di emissione risulta ufficialmente af-francata con il valore da lire 205 violetto-rosso e setaluna ve ne può essere in commercio essa provie-ne evidentemente da timbrature di favore. Gliesemplari nuovi del predetto francobollo errato,venduti nella giornata del 3 aprile ed immessi suc-cessivamente nel mercato filatelico sono pertantodal ministero delle Poste e delle telecomunicazioniconsiderati come dei non emessi, senza alcun valo-re postale”.

Addirittura due gli interventi ospitati da “Rasse-gna postelegrafonica” di maggio. Il primo è dedica-to alle “asserite speculazioni”, citando “un interro-gativo posto in Parlamento” (in realtà saranno al-meno due quelli presentati) e la replica del ministro.

Il secondo articolo, firmato Giuseppe Pellizzari,occupa ben tre pagine e il titolo rivela l’obiettivo:“Dei diritti e dei doveri nascenti, per l’Amministra-zione p.t. e per gli utenti, dalla sostituzione delfrancobollo commemorativo del viaggio nel Perùdel Presidente della Repubblica” (Fig.12). “Si tratta -èla conclusione, che di fatto segue la linea ufficiale-senza dubbio di un episodio increscioso, provocatoprobabilmente dall’affrettata concezione ed esecu-zione del francobollo; ma di episodi del genere so-no ricche le cronache filateliche di ogni Nazione,

Fig.12 - Il problema è stato analizzato anche dal punto di vista giuri-dico, con un lungo intervento ospitato da “Rassegna postelegrafoni-ca” nel numero di maggio 1961.

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onde appare del tutto gratuita l’accusa di improvvi-sazione e di pressapochismo fatta dai facili criticidell’Amministrazione postale italiana, che conta alsuo attivo emissioni giudicate anche all’estero dieccezionale bellezza e perfezione. Non può disco-noscersi che dall’errore è derivata una conseguen-za altrettanto incresciosa ma inevitabile: quei po-chi, speculatori o rivenditori, che sono rimasti inpossesso del francobollo errato per averlo acqui-stato nel primo giorno di vendita, ne traggono unprofitto illecito e non perseguibile da parte del-l’Amministrazione Pt; mentre la maggioranza deglialtri acquirenti che hanno adoperato lo stesso fran-cobollo per la spedizione delle corrispondenze, nesono rimasti privi per una ragione o per un’altra”.Tuttavia, “dal punto di vista del diritto e della cor-rettezza amministrativa, se non anche da quellodell’equità, non si può non convenire con quantoha dichiarato l’on. ministro, che non si poteva ri-mettere in vendita un francobollo con rappresenta-zione figurativa errata, incoraggiando così la spe-culazione”. Lo stesso autore ribadisce le medesimeteorie nel numero di dicembre del periodico.

Le considerazioni ministeriali, volte a giustificareil comportamento scelto, non tengono conto,però, del mercato, ottenendo l’effetto opposto:cioè agevolando proprio quella speculazione che sidice di aver combattuto.

Sulla scia, ecco la “Mostra del francobollo sba-gliato”, organizzata dall’Associazione filatelica ita-liana a Roma il 28 maggio. Tredici gli espositori,che evidenziano -riporta “Il collezionista” di luglio-come l’errore, la svista o l’imprecisione si nascon-da tra i dentelli e spesso passi inosservato. Il suc-cesso della manifestazione induce gli organizzatoriad ipotizzarne una replica, questa volta nella corni-ce del Convegno filatelico nazionale, in calendariodal 27 al 29 gennaio presso la stazione Termini.

E la visita del presidente?

Già, e la visita di Giovanni Gronchi nei tre Paesi?Si sviluppa dal 6 al 20 aprile, e i quotidiani del tem-po le dedicano ampio spazio. Una durata tempora-le e un’attenzione che oggi ben difficilmente si ri-scontrano per eventi simili. Il “Corriere della sera”,ad esempio, segue l’itinerario firmando articoli det-tagliati, quasi sempre in prima pagina. Leggereperlomeno i titoli dà un’idea della missione e di co-me viene presentata nel Bel Paese dal giornale piùimportante: “Il presidente Gronchi partirà giovedìper l’America Latina” (edizione del 4 aprile) (Fig.13);“Il programma delle visite di Gronchi nell’AmericaLatina” (giorno 5); “Gronchi parte stasera per l’A-

merica del Sud” (6); “Gronchi in volo per il SudAmerica - Oggi nel Perù prima tappa del viaggio”(7); “Gronchi giunto ieri a Lima esalta i «vincoli fra-terni» col Perù” (8); “Gronchi invita il Sud-Americaad una proficua intesa con Mec” (9); “Buenos Ai-res accoglie Gronchi con grandiose manifestazio-ni” (11); “Gli italiani di Buenos Aires hanno com-mosso Gronchi” (12); “Esaltate da Gronchi a Bue-nos Aires le affermazioni della comunità italiana”(13); “Gronchi accolto con entusiasmo a Mendoza,dove tutto è italiano” (14); “Gronchi fra operai etecnici delle fabbriche italiane di Cordoba” (15); “ARosario la giornata più italiana del viaggio di Gron-chi in Argentina” (16); “L’aereo di Gronchi è atter-rato a Montevideo con una gomma forata” (18);“Gronchi ha concluso a Rio il suo viaggio nel SudAmerica” (20).

Di tutto questo, mezzo secolo dopo, resta benpoco. Tranne, appunto, la serie di francobolli e inparticolare il 205 lire… sbagliato!

BIBLIOGRAFIA

- articoli citati nel testo;- I francobolli dello Stato italiano, primo aggiorna-

mento, ministero delle Poste e delle telecomunicazio-ni, Roma, 1964;

- G.Angiolino, Collezionare francobolli non è diffici-le, Mursia, Milano, 1975;

- A.Bandini Buti, Manuale di filatelia, Mursia, Milano,1973;

- Enzo Diena, Un secolo di francobolli italiani, Cap-pelli, Rocca San Casciano, 1966;

- F.Filanci, I francobolli & la posta, Cif, Milano,1993;

- F.Filanci, Storia postale o storia postale?, Cif, Mila-no, 2005;

- F.Ornaghi, F.Ornaghi, Catalogo delle obliterazionimeccaniche, Milano, edito in proprio, 1999;

- F.A.Rubini, I francobolli, Sansoni, Firenze, 1969.

Fig.13 - Uno degli articoli dedicati alla visita del presidente in Ameri-ca Latina, nel caso specifico pubblicato il 4 aprile dal “Corriere dellasera”.

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