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Quarry & Construction marzo 2004 2 Quando l’unione FA LA FORZA CONSORZIO CIPE & Cave Cantieri SILVIA FONTANA Una materia prima sempre più difficile da reperire, concessioni di terreno sempre più problematiche da ottenere, autorizzazioni allo scavo che contano tempi troppo brevi per giustificare investimenti di notevole entità: il panorama del settore estrattivo negli ultimi decenni non si è presentato certamente roseo per imprese di media caratura. In questi casi ci vuole il coraggio di dare una risposta unitaria al problema e di unire le forze per cercare soluzioni alternative: l’esempio del consorzio parmense è emblematico Una materia prima sempre più difficile da reperire, concessioni di terreno sempre più problematiche da ottenere, autorizzazioni allo scavo che contano tempi troppo brevi per giustificare investimenti di notevole entità: il panorama del settore estrattivo negli ultimi decenni non si è presentato certamente roseo per imprese di media caratura. In questi casi ci vuole il coraggio di dare una risposta unitaria al problema e di unire le forze per cercare soluzioni alternative: l’esempio del consorzio parmense è emblematico

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Quando l’unione FA LA FORZA

CONSORZIO CIPE

&Cave Cantieri

SILVIA FONTANA

Una materia prima sempre più difficile da reperire, concessioni di terrenosempre più problematiche da ottenere, autorizzazioni allo scavo checontano tempi troppo brevi per giustificare investimenti di notevole entità:il panorama del settore estrattivo negli ultimi decenni non si è presentatocertamente roseo per imprese di media caratura. In questi casi ci vuole ilcoraggio di dare una risposta unitaria al problema e di unire le forze per cercaresoluzioni alternative: l’esempio del consorzio parmense è emblematico

Una materia prima sempre più difficile da reperire, concessioni di terrenosempre più problematiche da ottenere, autorizzazioni allo scavo checontano tempi troppo brevi per giustificare investimenti di notevole entità:il panorama del settore estrattivo negli ultimi decenni non si è presentatocertamente roseo per imprese di media caratura. In questi casi ci vuole ilcoraggio di dare una risposta unitaria al problema e di unire le forze per cercaresoluzioni alternative: l’esempio del consorzio parmense è emblematico

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La prima legge che ha regolato le atti-vità estrattive dell’ Emilia Romagna,risale al 1978. Le competenze del setto-re sono passate al Genio Civile, deman-dato alla formulazione dei piani delleattività estrattive, e successivamenteall’Ente provinciale. I piani predispostidal Genio Civile hanno consentito loscavo del materiale solo nelle proprietàprivate (sia su terreno di proprietà, ac-quistato dalle imprese stesse, che suterreni in concessione) e non più daifiumi, tranne casi sporadici finalizzatiperò alla sola regimazione. Una norma-tiva più restrittiva ci ha imposto quindidi cercare e recuperare materiali alter-nativi altrove e, di conseguenza, è statonecessario provvedere ad una riorga-nizzazione imprenditoriale.Allora una cinquantina di imprese arti-giane - poi divenute 60 - hanno costitu-ito questo consorzio, non caratterizzatoa livello politico: quello che importavaera solo il servizio. Insieme, tramite lastruttura consortile, queste aziende han-no potuto o accedere ai fiumi con lafinalità di regimazione o cercare mate-riali alternativi e ghiaie su terreni limi-trofi ai fiumi di proprietà privata.

Monte Zirone, provincia di Parma. Ci troviamo sulla sommità di una cava dove due fran-

toi mobili trasformano il materiale estrat-to in pezzature idonee alla realizzazionedi opere diverse per tipologia e valore.Ma al di là dell’osservazione del sitoestrattivo, l’incontro con il Geom. Vale-rio Caraffini ci apre ad una prospettivaimprenditoriale dell’attività di escava-

zione estremamente interessante e inu-suale, diversa dalle monadi di tipo fami-liare che per lo più costellano il settoredell’escavazione.La realtà gestionale che ci viene oggidescritta offre una configurazione di tipoconsortile, che unisce ben 60 imprese inun’unica struttura organizzativa, snella,efficiente e autorevole nei confronti del-l’interlocutore pubblico.Una soluzione frutto di una precisa evo-luzione storica del settore e di un rappor-to non sempre facile con la gestionepubblica del territorio. Il consorzio in-fatti è nato con l’intento di unire le forzeoperative e le attrezzature di tante picco-le imprese per rispondere tempestiva-mente ed in modo economico alla neces-sità di ciascuna di reperire e disporreimmediatamente dell’inerte, sottraendo-si così alle leggi di un mercato semprepiù impegnativo.

Geometra Caraffini, il vostro consor-zio rappresenta un tipo di organizza-zione molto particolare nel settoredell’escavazione. Ci può raccontarecome è nato, a quali necessità efunzioni è chiamato a rispondere?Il Cipe è un consorzio “puro” di serviziche nasce nel 1977, nel periodo in cui glienti pubblici che governavano la gestio-ne dei fiumi hanno iniziato a creare dif-ficoltà nel consentire lo scavo dall’alveoe a concedere le relative autorizzazioni.Fino ad allora infatti l’estrazione era ditipo fluviale e tutto l’inerte che occorre-va per svolgere qualsiasi lavoro venivarecuperato dai corsi d’acqua. Il Magi-strato del Po, a quel tempo, assegnavauna concessione che delimitava la zonainteressata allo scavo e la rinnovava an-nualmente; ogni impresa disponeva quin-di del suo “pezzetto” di fiume: si recavasul posto con le sue macchine e, neilimiti che erano imposti dall’autorità,estraeva il materiale che le occorreva perle opere da realizzare durante il corsodell’anno.

Valerio Caraffini

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Siete anche antesignani nella attivitàdi recupero delle macerie..La necessità di reperire materiale ci hastimolati ad individuare un ambito ampioed inusuale per l’epoca: il recupero ericiclaggio delle macerie da demolizione.Nel 1985, quando si è compreso che laghiaia “bella”, pulita e pregiata era spre-cata per certi lavori, si è cercato di riser-varla per gli utilizzi più nobili - il confe-zionamento dei conglomerati bituminosie cementiti - e si sono indirizzati gli ag-gregati risultanti da macerie per i riempi-menti - massicciate stradali, etc - .

Una formula insolita, quella consortile,ma che funziona. Quali, secondo ilsuo parere, le ragioni di questosuccesso?Il consorzio rappresenta una soluzionevincente dal momento che l’approvvigio-

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namento dei materiali da sempre ha rap-presentato un problema, e perché un’im-presa di una certa consistenza, isolata,sarebbe alla mercé del mercato. Fino adora invece ciascun nostro socio ha potutocontare su una riserva costante di materiaprima e ha potuto quindi affrontare qual-siasi opera in tranquillità: sa infatti che inuna delle tre cave gestite dal Cipe troveràil materiale che gli occorre per quel deter-minato lavoro e materiale di qualità vistoche abbiamo conseguito volontariamentela certificazione ISO 9002 e che stiamopredisponendo la marcatura CE. La forzadel consorzio sta anche nel fatto di rap-presentare un interlocutore serio per l’au-torità: agli enti pubblici siamo infatti ingrado di fornire tutte quelle garanzie cheoggi l’attività estrattiva impone.

Lei conviene quindi che la tendenzadel settore estrattivo si possa indivi-duare nella concentrazione delleattività in capo a soggetti che siano ingrado di fornire garanzie di imprendi-torialità?Il consorzio effettivamente ha allacciato

CAVA MONTE ZIRONE: ZOOM SUGLI IMPIANTI DI LAVORAZIONE

GCMV 100/43Gruppo semovente di vagliatura e frantumazione secondaria: Vaglio a tre

piani da mm. 1500 x 4500 e mulino a martelli con bocca da mm. 1200 x 500.

Per ottenere materiali ben selezionati e poliedrici può essere impiegata

anche su materiali duri e di media abrasività. La macchina lavora a ciclo

chiuso per ottenere tre granulometrie calibrate riciclando il recupero in

uscita dal vaglio. Può lavorare in sequenza accoppiandola ad un gruppo

primario o singolarmente alimentando la tramoggia dotata di griglia di

controllo a ribaltamento idraulico automatico. La macchina è particolar-

mente indicata per la lavorazione di materiali calcarei, dove esprime al

massimo la sua potenzialità produttiva, pertanto e dotata di nastri

trasportatori per la messa a cumulo di prodotti finiti, abbastanza lunghi

e capaci di un discreto stoccaggio, quello della prima frazione (sotto-

vaglio) è anche brandeggiante idraulicamente di 90°.

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e mantiene buoni rapporti con le istitu-zioni. Il problema della nostra attività èla sovrapposizione di competenze a li-vello pubblico: dobbiamo confrontarcicon due enti di pianificazione e di indi-rizzo, la Regione e la Provincia, a cui siaggiunge un ulteriore ente, il Comune,che rilascia l’autorizzazione sul suo ter-ritorio. Inutile dire che i tempi per attra-versare questa catena sono “biblici”.L’autorizzazione allo scavo inoltre puòdurare al massimo 5 anni, un lasso ditempo molto restrittivo, non solo in ter-mini di convenienza imprenditoriale, maanche per la gestione ambientale delterritorio. Basti pensare che in un annosolare mediamente si riesce a lavorare inuna cava un certo quantitativo di mate-riale che raggiunge al massimo il tetto di70 /80 /100.000 mc. Se noi abbiamo solo5 anni a disposizione dobbiamo svolge-re attività che non superino un certoquantitativo, poi rivolgerci ad un altrosito: da questa esigenza deriva il frazio-

namento del territorio. Se noi avessimoinvece la possibilità di concentrare l’at-tività di cava solamente dove c’è la ri-sorsa, in un terreno magari un po’ piùampio di quello che viene sfruttato dallasingola “cavetta” - a guardarla sulla fo-togrammetria appare un francobollo! -potremmo fermarci sullo stesso sito 10,15, 20 anni senza andare a scavare altro-ve, compromettendo ulteriormente l’am-biente. Non dimentichiamo infatti chel’attività di cava è comunque sempreimpattante per il territorio.

Una filosofia corretta, ma che nontrova consensi?Purtroppo la dignità dell’attività estrat-tiva ha ancora molta strada da percorre-re. Diverso è il caso dell’attività minera-ria: una concessione mineraria del mini-stero, infatti, dura 30 anni. Eppure sem-pre di attività estrattiva si tratta, anchese spesso “coperta”, in galleria.Aprire una cava comporta investimenti

imprenditoriali e finanziari rilevanti chedevono per forza essere ammortizzati daun ampio respiro temporale.

Riusciamo ad aprire un confrontocon l’estero? Come vengono gestiteautorizzazioni e cave in Europa? Negli altri paesi europei in alcuni casisono riusciti, o per amore o per forza, aconcentrare le attività di cava di unostesso territorio nelle mani di un certonumero di imprese. In questo caso icavatori hanno superato il problema del-la conflittualità che da noi purtroppo èmolto sentito. Qui infatti la concorrenzaè forte: la mentalità è ancora quella dell’“orticello”. Forse i piani di bacino stan-no andando in questa direzione.

Come hanno inciso le grandi operedell’Alta Velocità sul mercato degliinerti?L’Alta Velocità ha impiegato o impie-gherà dai 3 milioni e mezzo ai 4 milioni

GCV 64/BGruppo semovente di frantumazione con frantoio ad urto di possenti dimensioni, ideale

in cava per trattare materiali calcarei o poco abrasivi. L a bocca permette la ricezione

di pezzature consistenti, 700 x 1000 circa. Regolazione idraulica della camera di

frantumazione e dispositivo automatico di autoregolazione della portata di alimentazio-

ne. Un buon rapporto di riduzione e una produzione ottimale di materiale poliedrico.

La macchina è dotata di un impianto di abbattimento polveri con aspirazione sottocap-

pa nei punti nevralgici del ciclo, filtro a maniche e raccolta dei filler. Per una maggior

autonomia, visto la notevole produzione oraria, la macchina è stata allestita con un

nastro di messa a cumulo del frantumato brandeggiante di 160°con rotazione idraulica.

L’alimentatore vibrante con settore grigliante preseleziona uno 0-60 che può essere

messo a cumulo separatamente o convogliato assieme al frantumato.

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sono consentite. La disparità delle nor-mative regionali rappresenta l’altro gros-so problema del settore estrattivo e creasituazioni paradossali ad esempio nellezone di confine. Sulla sponda di destradel Po ci sono tante anse di competenzanormativa della regione Lombardiaquindi con un regolamento dell’attivitàestrattiva più liberale rispetto a quellolimitrofo ma regolato dalla legge emi-liana che però influenza il mercato - e iprezzi - dell’Emilia Romagna.

In quale misura è ancora consentital’estrazione dai fiumi?Effettivamente estraiamo pochissimodall’alveo. Abbiamo tentato un accordotra le associazioni Industriali ed artigia-ni interessate all’approvvigionamentodei materiali e il Magistrato del Po:secondo la nostra proposta, noi impren-ditori avremmo effettuato per conto del-l’ente pubblico - che ha il grosso proble-ma di avere notizie costantemente ag-giornate sulla situazione dei corsi d’ac-qua di sua competenza - un monitorag-gio attraverso un rilievo preciso e ag-giornato. In cambio, chiedevamo all’entedi indicarci dove avremmo potuto recu-

di mc di materiale, valori che, per laprovincia di Parma, presuppongono unapianificazione di circa 5 anni per l’usoordinario e quotidiano. Un quantitativodi inerte che le imprese hanno dovutorecuperare sul mercato basandosi sulla

loro influenza, su rapporti di forza e cheha indubbiamente creato turbative. Cre-do che l’opera straordinaria debba avereuna corsia preferenziale e disporre dicave di prestito. In regione Lombardia, adifferenza dell’Emilia Romagna, esse

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perare il materiale che occorreva in fun-zione di una corretta regimazione. Lanostra idea rappresentava, io credo, uneffettivo risparmio per la collettività eun modo funzionale per evitare in parteil pericolo di alluvioni. Tutto questo, alivello di discussione, si è protratto perun anno e mezzo; poi la proposta è cadu-ta nel vuoto.

Ritornando al consorzio, dove sonolocalizzate le imprese affiliate?Queste 60 società hanno collocazionenella provincia di Parma: i costi di tra-sporto non consentono di percorrere unadistanza superiore ai 30/40 km dallacava al cantiere. Noi addirittura ci muo-viamo intorno a tre punti di carico collo-cati rispettivamente:• nella zona nord di Parma, a valle dellavia Emilia;• nella zona sud, dove sono ubicate duecave: una verso ovest che possa servireFidenza e Salsomaggiore e una verso estche possa servire Langhirano.

Quindi potete contare su tre sitiestrattivi...A tutt’oggi abbiamo tre cave: una, situa-ta a Monte Zirone, che serve Fornovo e,attraverso la via Spezia, raggiunge Fi-denza; poi abbiamo una cava al Grugno,in comune di Fontanellato, che serve laparte “bassa” della provincia; infine laterza, situata al ponte di Pannocchia,serve Parma est e Langhirano. Solo incasi eccezionali il materiale ha una per-correnza maggiore; la media della di-stanza percorsa, come si diceva, è di 30/40 km. In queste tre cave realizziamoattività estrattive tradizionali. Solo aMonte Zirone, a differenza della altrecave, lavoriamo il materiale: attraversodue impianti mobili REV riduciamo eselezioniamo l’inerte in modo da avereun prodotto di taglio 0-150 mm desti-nato ad opere di piccola entità dove sirichiedono spessori modesti, e due se-rie di stabilizzati che servono per rea-lizzare qualsiasi sovrastruttura. I nostriprodotti servono per il massetto - chepoi riceve la massicciata stradale - e perla soletta di cemento dei capannoni.

Mettete in vendita il prodotto senzacreate valori aggiunti, ad esempiocalcestruzzi, o vi siete rivolti anche aquesto tipo di produzione?E’ doveroso fare una puntualizzazione:noi non vendiamo il prodotto naturalema lo assegnamo ai soci. Lo scopo delconsorzio infatti non è quello di diventa-re “impresa” ma di fornire servizi ainostri affiliati. Per quanto riguarda laproduzione, invece, abbiamo creatoun’altra struttura: a Eia dove si troval’impianto di trattamento delle macerie,abbiamo provveduto ad installare ancheun impianto di confezionamento di ma-teriali. Lì il prodotto naturale che arrivasotto forma di materia prima viene tra-sformato, selezionato e utilizzato per ilconfezionamento di calcestruzzo e con-glomerato bituminoso. (?)In questo sito completiamo quindi il ci-clo dalla ghiaia: dalla natura, tale e qualecom’è, fino al prodotto confezionatopronto per la stesa.

Quali sono le caratteristiche fisico/chimiche del materiale che vediamoestrarre nella cava di monte Zirone?Si tratta di materiale lavico che non haraggiunto una temperatura tale da incen-diarsi; essendo molto fratturato ed espo-

sto agli agenti atmosferici non è moltoabrasivo. Il fatto di non essere partico-larmente pregiato lo rende assolutamen-te idoneo per sostituire la ghiaia nellemassicciate stradali e nelle strade. Cer-tamente non è adatto ai conglomerati.

Ritornando alla specifica formula delconsorzio, possiamo delinearne ilprofilo in termini di fatturato, diorganico, di attrezzature?Come Cipe realizziamo circa 3 milionidi euro di fatturato; disponiamo di unorganico modesto perché ci avvaliamodella collaborazione attiva dei soci. L’or-ganico copre solo l’aspetto organizzati-vo dei siti estrattivi: ad ogni cava èpreposto un sorvegliante. È forse unascelta atipica nel settore perché nessuncavatore si permette di avere questo tipodi costi. Noi abbiamo ritenuto inveceimportante questo ulteriore passo per di-versi motivi: una politica di trasparenza,per avere un controllo diretto delle nostredipendenze sulla cava, per rispettare lecaratteristiche della qualità nella qualesiamo certificati. Abbiamo un altro ad-detto che organizza e coordina in tutte lecave l’avanzamento dei lavori, i ripristinietc; due impiegate assolvono le funzioniamministrative e infine c’è...il sottoscrit-

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to che si occupa di sovrintendere e coor-dinare un po’ tutte le attività.Siamo una struttura snella, flessibile, lecui potenzialità intrinseche sono ancorainespresse. Oggi infatti il consorzio for-nisce ai soci un servizio importante, mache potrebbe essere ancora più sfruttato.

Di che parco mezzi disponete? La dotazione delle macchine è dei soci;il consorzio è proprietario solo dei 2frantoi REV, un primario ed un secon-dario/terziario, impiegati a Monte Ziro-ne. Il primo, un frantoio ad urto mobileGCV 64/B, seleziona materiale con unapezzatura da 0 a 150 mentre il frantoiosecondario, anch’esso mobile, un GCMV100/43, riceve materiale di pezzatura 0/200 attraverso una griglia superficialequindi effettua, a scelta, 2 o 3 selezioni:uno 0-30 stabilizzato, uno 0-60 sempremisto a stabilizzato e un pietrisco che vada 30 a 60, lavato per i drenaggi.

Sono entrambi impianti mobili.Perchè?La scelta delle macchine mobili è statadeterminata da fattori economici e di

produttività della cava. Abbiamo ritenu-to più conveniente avere la possibilità dispostare la macchina ed eseguire il fron-te di scavo piuttosto che prendere il ma-teriale, caricarlo sui camion e trasportar-lo ad un impianto fisso magari distante.In più queste sono macchine semoventi:qualora terminasse l’attività di cava que-sti impianti possono essere trasportati inqualsiasi altro sito.Purtroppo la durata delle autorizzazioniche, come si diceva poc’anzi, vanno di 5anni in 5 anni, non giustifica un investi-mento in un impianto fisso che costereb-be in proporzione molto di più.Utilizziamo questo tipo macchine da 15anni: questi di cui stiamo parlando equelli che li hanno preceduti sono gruppimobili della REV, azienda di Pesaro conla quale collaboriamo da sempre che ciha sempre soddisfatto per l’assistenzache ci fornisce, la qualità e la produtti-vità delle macchine.

Questo tipo di impianti necessitano diun apporto importante di personale?È sufficiente un operatore al carico e unoall’alimentazione, tutto il resto viene

gestito in automatico; con due operatorinoi conduciamo 2 macchine che produ-cono 4 tipi di selezione di materiale.Il gruppo primario REV GCV 64/B èstato comprato nel 1997 mentre il grup-po secondario REV GCMV 100/43 è unacquisto recentissimo, del 2004.

Quindi la dotazione fissa del consor-zio si limita alle macchine di trasfor-mazione, i frantoi. E per quantoconcerne invece il trasporto?Il nostro è un parco mezzi “fresco”, inordine. Per la scelta delle motrici i socinon seguono un parametro unico: c’è chisceglie una marca in base alla qualità,chi in base alla serietà del concessiona-rio di zona.

Sono i soci ad occuparsi delle fasisuccessive dell’attività di cava?Certo, sono sempre i soci che si distribu-iscono gli appalti dei lavori: ad un’im-presa compete la movimentazione, adun’altra lo scarico, in altri in casi alsocio che ha prodotto la migliore offer-ta viene assegnata la totale gestionedella cava.