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"Essere sempre famiglia". f' un recente rinnovato invito di Chiara Lubich a tutte le comunità dei Focolari sparse nel mondo; invito che anche la cittadella ha puntato a far proprio, sia con i numerosi visitatori che contribuiscono a comporre la bellezza e l'unicità di questa esperienza permanente, sia tra gli abitanti, le cui giornate vengono scandite, oltre che da eventi straordinari, anche da quelle circostanze che da sempre fanno parte dell'esistenza di ogni persona e comunità: gioie e dolori, morte e vita. Ed è appunto la vita che vorremmo celebrare in questo numero, quella di una cittadina di Loppiano , Chiara De Los Angeles - Nembrini, partita per il cielo il 22 settembre scorso dando alla luce il piccolo Giacomo, il suo quinto figlio: una vita che ha dato la vita. Da queste pagine vorremmo parlare di lei, della sua semplicità e straordinarietà, di come ha saputo avvicinare tante persone, attratte da uno stile che lasciava trasparire solo l'amore di Dio. Grazie Chiara!
COME LE STELLE DEL CIELO
Solare, intelligente, pratica ed equilibrata, Chiara sapeva mettere a profitto i molteplici doni che Dio le aveva dato nelle attività e occupazioni della sua giornata che portava avanti con grande senso di responsabilità. Era essenziale nelle parole, non si dilungava in chiacchiere. «Aveva la capacità di apprendere velocemente - racconta una collega di lavoro allo studio dentistico- e di muoversi con disinvoltura in tutti i ruoli. La sua discrezione e attenzione ai particolari unite a una grande sensibilità le facevano cogliere e "sciogliere" in modo nascosto ed efficace tanti nodi nei rapporti e nelle piccole incombenze quotidiane». Una naturale tensione ad esistere
solo per chi aveva accanto, potremmo dire, uno stile di vita che Chiara ha appreso fin dal grembo materno. Nasce nel 1969 a Manila (Filippine), settima di 8 figli. l suoi genitori, l rene Montano e Moy De Los Angeles appartengono a due famiglie tra le più importanti e conosciute del Paese; il nonno materno era senatore del parlamento. Conosciuti i Focolari vi aderiscono subito e la loro vita cambia radicalmente nel desiderio di essere una testimonianza del carisma dell'unità in Asia. Chiara è stata così tra le prime gen, imparando dai suoi l'arte dell'amore verso tutti. Laureatasi poi in Scienze dell'Educazione con specializzazione in Pedagogia speciale comincia subito a lavorare in una scuola con bambini disagiati e in uno dei quartieri più poveri di Mani la. Gli ultimi, di qualunque genere essi siano, avranno sempre la precedenza nelle scelte di Chiara, un marchio che le è stato impresso dai genitori, basti pensare a mamma lrene che è stata l'iniziatrice di Bukas Palad (in tagalog: "A Mani Aperte") un struttura che oggi si compone di 3 centri che offrono as-
sistenza socio-sanitaria a migliaia di indigenti ed è sostenuta totalmente dal volontariato. Nel 1990 Chiara partecipa al Gen Fest di Roma, il meeting internazionale che ogni 5 anni riunisce i giovani dei Focolari: un' altra occasione per una nuova scelta di Dio: "Ho sentito che era la fraternità la risposta a tutti i miei dubbi, volevo spendere per questo la vita". Poco dopo Chiara conosce Gabriele che vive a Loppiano praticamente da sempre, perché i genitori sono tra quei pionieri che alla fine degli anni '60 vi si sono trasferiti per costruire con le proprie mani il sogno della cittadella internazionale. Di quel periodo Chiara scrive: "Man mano che ci conoscevamo, capivamo che eravamo fatti l'uno per l'altra anche se ci preoccupava un po' come sarebbe stata la nostra vita insieme per la diversità di cultura. E' stata fondamentale la scelta di Dio che ciascuno di noi aveva fatto personalmente. Quando abbiamo detto il nostro sì, l'abbiamo detto anche a Dio Amore, perché fosse Lui alla guida della nostra famiglia".
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UNA FAMIGLIA ••• 11 NORMALE"
Nel 1992 Chiara e Gabriele si sposano e con l'arrivo di Giulio, Sofia, Angela e Maria danno vita ad una famiglia che definire unita sarebbe, forse, troppo poco. «Ho sempre notato - è ancora un amico che parla - che in casa Nembrini ciascuno porta in sé l'amore dell'altro e di conseguenza questo esce dalla soglia di casa e diventa contagioso».
Com'è successo a quella giornalista danese invitata a pranzo qualche tempo fa da Chiara e Gabriele perché voleva scrivere sulla vita di una "normale" famiglia della cittadella. Pur dedicandosi a rispondere alle sue mille domande, i genitori partecipavano anche del gioioso andirivieni di Maria e Angela, le due più piccole, che giocavano allegramente in sala da pranzo a far da mamme alle bambole o rispondendo con calma a Giulio e Sofia, i due grandi, che stavano uscendo con gli amici. Una serenità che era al contempo intensità e normalità di vita, tanto da far poi esclamare alla reporter: "Se la famiglia di Nazareth vivesse oggi, io me la immaginerei cosÌ>>. Chiara aveva un rapporto limpido con i suoi figli, puntava a quel Gesù in potenza presente in ciascuno e li aiutava a far spazio a Lui per dare il meglio di loro stessi. Le era estraneo qualsiasi atteggiamento maternalistico, quasi che i figli le fossero stati dati "in affido" da Dio Padre per crescerl i e ne rispettava in loro l'alta dignità di figli suoi. Un episodio con Maria (6 anni) ce ne dà la misura: trovandosi ad un congresso gen 4 lontana da casa, la piccola piange perché ha nostalgia della mamma. L'assistente le suggerisce di riempire la giornata con tanti gesti d'amore, magari dedicandoli proprio alla mamma. Al la sera Maria chiede di chiamare Chiara per
(4/t.O ~· not z e dal a~~ apo renata
cresceva l'unità di tutta la famiglia. Di fronte a tutto ciò ho capito cos'è l'ideale dell'unità per una famiglia: è' il segreto per vivere anche le realtà più difficili, anche il martirio di situazioni umanamente insopportabili. Ho visto il papà superare se stesso per amore dei figli, della suocera, dei parenti; i figli superare il loro abbandono per amore del papà, della nonna; la nonna dare la vita per i nipoti.
Non ho visto la disperazione: ho visto il dolore portato, accettato per amore degli altri. L'amore concreto per chi sta vicino è la forza, la luce per trasformare in dono ogni tragedia. Ma ci vuole un contesto, una storia passata e presente. Ho visto il dono di vivere in una città dove l'unica legge è l'amore reciproco e dove le persone' condividono tutto da frate li i ».
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lA RADICE
Chiara faceva anche parte di un focolare come focolarina sposata ed ogni volta arrivava col cuore aperto ad amare per prima, a fare spazio ai dolori degli al tri . Ininterrotto e crescente il suo rapporto con Chiara Lubich. Così le scriveva lo scorso dicembre: «Mi accorgo sempre più della grandezza del tuo Ideale. Nel mio piccolo, continuerò a seguirti con più coscienza e responsabilità. Col cuore colmo di amore
tornerò a casa rinnovata per mio marito, per i nostri fig li, per le famiglie della Scuo la Loreto, per le foco larine del mio focolare e per chiunque avrò vicino.» Da quando aveva saputo di aspettare il quinto f iglio, Chiara era particolarmente felice, nella pace, lo sentiva come un dono d i Dio. Prima del ricovero per il par-
to, i familiari ricordano la perfezione con cui ha vissuto ogni attimo: ha voluto rivedere tutto il suo vestiario e quello dei bambini per poter donare ciò che avevano in più al Centro sociale Bukas Palad, sistemato la casa con cura, lasciate le provviste in cuci na, i l pranzo pronto e, al lavoro, tutte le pratiche ordinate.
«No, una vita così non s'improvvisa e per questo rimane» - si commenta, sempre ad Incisa, dopo aver conosciuto qualcosa di più della vita d i Chiara. «Hai sempre dato la v ita - d ice la canzone cantata per lei al funera le- sei tra i fiori più belli, sbocciato per essere un dono che ormai è parte di noi, nutrito di quella vita che non muore mai».
Carissima mamma ... (La lettera scritta dai figli alla mamma)
a cura della redazione
• MOHAMMAD j.FARIDZADEH, ambasciatore dell'Iran presso la Santa Sede si è recentemente recato in visita a Loppiano.
Ha mostrato grande interesse per il Santuario Maria Theotokos, per il Polo imprenditoriale ed ha avuto parole di stima per la cittadella e la rea ltà di fratellanza e riconci liazione che essa esprime. E' nato un dialogo fraterno e alla domanda su che cosa l'aveva spinto ad impegnarsi attivamente in politica ci ha risposto che lo aveva fatto per cercare di cambiare le cose dal di dentro, per contribuire al dialogo tra popoli, culture e rel igioni.
• IN VIAGGIO VERSO L'UNITÀ dell'umanità - le proposte cristiana e gandhiana
E' questo il titolo del simposio che ha visto riuniti per alcun i giorni, dal 17 al 23 settembre u.s., prima al Centro Mariapoli di Castelgandolfo (Roma), poi a Loppiano e a Firenze, una delegazione di esponenti di istituzioni accademiche e sociali gandhiane, provenienti dal Tami l Nadu, al sud del l'India. A Loppiano, la Sig.ra Minoti Aram, moglie del fondatore e attuale Presidente della Shanti Ashram di Coimbatore, si è così espressa: " Questa è la cittadella che Gandhi sognava."
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• ANCHE QUEST'ANNO ALLA SCUOLA Loreto l' internazionalità è di casa.
Sono 11 i nuclei famigliari arrivati dai 5 continenti; una trentina i bambini. Alla scuola per famigl ie, giunta quest'anno al suo 25°, si approfondisce la spiritualità dell'unità attraverso incontri specifici e comunicando le esperienze vissute. E' così che ogni aspetto, ogni rapporto, diventa "scuola" di vita.
l lavori per il processo di canonizzazione di Renata proseguono intensamente. Oltre alle ricerche presso gli Archivi storici delle Diocesi italiane ed estere in cui ha vissuto, per attestare il suo operato a servizio della Chiesa e dell 'Opera di Maria, si susseguono le testimonianze. Le persone che vengono per deporre, pur legate al segreto, riconoscono Renata come la ch iave di volta della loro vita per aver ricevuto da lei il marchio divino di sentirsi tutti f igli unici, prediletti dal Padre. Viene in ri lievo anche il grande ruolo che ha svolto, a partire dal 1967, nella fondazione della Cittadella e nella formazione spiri tuale dei suoi abitanti. Sono mille storie diverse che gettano luce sulla sua personalità così ricca e complessa, sempre protesa a far scivolare nelle anime il carisma dell'unità. E se quando viveva con noi appariva spesso "nascosta", ora v iene posta su l moggio per illuminare e sanare ancora. Renata riposa nel la chiesa Maria Theotokos della Mariapoli: su lla sua tomba è un via vai continuo di giova-
ni e adulti, gente semplice e personalità, cristiani e fedeli di altre religioni. La sua vita continua a parlare e tanti si rivolgono a lei per chiedere, per ringraziare, per farle tornare quell'amore ricevuto un giorno a piene mani.
Lida Ciccarelli (Postulatrice)
"Erano .
~t~~~~ CHIARA LUBICH IGINO GIORDANI
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DAl SUOI SCRITTI: "Ho capito che il mondo è assetato d'Amore e l'urgenza di portar/o dappertutto non a parole, ma con la vita."
"Se c'è l'amore nei nostri cuori, se abbiamo sciolto tutti i nodi, allora quando ci incontriamo c'è Gesù in mezzo a noi. E Lui è la gioia, Lui è la bellez-
CHIARA LUBICH - IGINO GIORDANI
za della nostra vita. E' il sole delle nostre anime, la luce della nostra intelligenza, il vigore della nostra volontà."
"Vivere per far felici gli altri. lo non ho più la mia croce , ma quella degli altri. "
"La Madonna! Il pensiero di Lei mi riinnesta nel Cielo e mi mette in luce nell'anima Gesù."
"Non sento la morte, sento la Vita . Questo voglio testimoniare: che la morte è vita!"
Chiunque riceva grazie, è pregato di informare la Postulazione: Dott.ssa Lida Ciccarel li - ass. [email protected] -tei.OSS l 83 35 047
ERANO l TEMPI DI GUERRA ••• agli albori dell'ideale dell'unita' Città Nuova
Da sempre tutte le persone che sono venute a contatto con il Movimento dei Focolari hanno sentito parlare dei cosiddetti "primi tempi": quegli anni durante i quali lo Spirito Santo ha impresso a carattere di fuoco nel cuore di Chiara e delle sue prime compagne quelli che sarebbero diventati i punti cardine della spiritualità dell'unità. Nel presente libro appena uscito presso l'editrice Città Nuova, Chiara comunica con straordinaria limpidezza quella luce nuova ricevuta da Dio e lo fa con uno scritto del 1950, conosciuto sotto il nome di "trattatello innocuo", un vero manifesto dell'ideale dell'unità. Al suo racconto fa seguito la viva narrazione di Igino Giordani ("Foco'') che ripercorre le tappe salienti della storia del nascente Movimento, costellandola di fioretti. E' un libro che conduce dunque alla fonte del carisma per custodirne meglio l'autenticità. La sua presentazione è firmata dal Segre-tario di Stato Vaticano, il Card. Tarcisio Bertone.
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