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tre bicchieri IL SETTIMANALE ECONOMICO DEL GAMBERO ROSSO EXPORT ITALIA VERSO RECORD SURPLUS A 6 MILIARDI anno 10 - n. 36 - 12 settembre 2019 UE Ecco chi è Wojciechowski, il neo commissario all'Agricoltura. A lui il compito di gestire la riforma Pac CONSUMI Vino e birra guidano la resistenza, crolla il mito Coca-cola. Il rapporto Coop 2019 PROSECCO Rinunciare al nome conviene? Parte la petizione della Docg. Ma Zanette ricorda: “La Doc ha trainato tutti” SALONI Tutte le novità di Milano Wine Week. E gli under 40 scriveranno il Manifesto della Wine Generation L'ANALISI Dall'Europa al Nordamerica: così in 30 anni l'Italia vitivinicola ha cambiato rotte e reputazione

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EXPORTITALIA VERSO RECORDSURPLUS A 6 MILIARDI

anno 10 - n. 36 - 12 settembre 2019

UE Ecco chi è Wojciechowski, il neo commissario all'Agricoltura. A lui il compito di gestire la riforma Pac

CONSUMI Vino e birra guidano la resistenza, crolla il mito Coca-cola. Il rapporto Coop 2019

PROSECCO Rinunciare al nome conviene? Parte la petizione della Docg. Ma Zanette ricorda: “La Doc ha trainato tutti”

SALONI Tutte le novità di Milano Wine Week. E gli under 40 scriveranno il Manifesto della Wine Generation

L'ANALISI Dall'Europa al Nordamerica: così in 30 anni l'Italia vitivinicola ha cambiato rotte e reputazione

LA FOTOnOTiziA

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Se ognuno di noipiantasse un albero...“Piantiamo 60 milioni di al-beri, uno per ogni italiano”. La proposta di Carlo Petri-ni, fondatore di Slow Food, ha fatto rumore soprattut-to perché di mezzo ci sono i cambiamenti climatici, contro cui anche la vitivi-nicoltura si è già attivata. Sessanta milioni di alberi messi a dimora sarebbe-ro un contributo impor-tante alla riforestazione e alla riduzione naturale dell'anidride carbonica in atmosfera. Attualmente, nel mondo ci sono 5,5 mi-liardi di ettari di boschi e secondo il recente rappor-to dell'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), se si vuole ridurre di un grado e mezzo il ri-scaldamento globale entro il 2050 occorre un miliardo di ettari in più di foreste.

In realtà, a ben guardare, l'Italia ha già una leg-ge che obbliga i Comuni sopra i 15 mila abitan-ti a piantare un albero per ogni nato per con-trastare il disboscamento delle aree verdi cittadine. Fu firmata nel 1992 da Francesco Cossiga e Giulio Andreotti, poi rinnovata e ampliata nel 2013, con l'istituzione della giornata nazionale dell'albero (21 novembre). Cosa manca? I controlli e le sanzioni cer-te per i Comuni che non rispettano gli obblighi di legge. ‒ G. A.

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MIPAAFT. Dalla legge sul bio al tavolo di confronto sul caporalato: la ministra Bellanova detta l'agenda delle priorità

UE. Wojciechowski nuovo commissario all'agricoltura. Ecco i dossier su cui lavorerà

Biologico, caporalato e Xylella sono i primi temi su cui la nuova ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova si è espressa ufficialmente e su cui si è già data i primi obiettivi. “L'Ita-lia è leader in Europa per numero di operato-ri biologici” ha detto, commentando i dati sull'agricoltura green pubblicati dal Sana di Bologna “vogliamo lavorare per rendere sempre più sostenibili le nostre produzioni e per garantire sicurezza al consumatore attraverso controlli rigorosi. Ma serve presto una legge: è stata approvata in prima lettura e nei prossimi gior-ni incontrerò i parlamentari proprio per accelerare su questo fronte”.

Sul versante caporalato, Bellanova ha ribadito che la norma funziona ed è considerata best practice a livello europeo: “Una legge che sta dan-do risultato importantissimi e che a maggior ragione per questo deve essere fatta funzionare completamente”. La Ministra ha, poi, annunciato che nei prossimi giorni convocherà un tavolo per “incontrare imprese della pro-duzione, della trasformazione, della distribuzione, e riequilibrare la catena del valore”.

Da Lecce, infine, ha lanciato il piano antixylella: “Con il Piano da 300 milioni di euro dovremo stimolare la rinascita dell'olivo in Salento (per im-piantare il Leccino, resistente al batterio; ndr). Ma è altrettanto neces-sario rafforzare l'interlocuzione con Bruxelles per un sostegno forte, perché evidentemente la Xylella è una falla evidente del sistema di controllo alle frontiere rispetto all'ingresso di piante con batteri pericolosi. Per questo, chiederemo alla Commissione Ue di sostenere in ogni modo il lavoro di mi-gliaia di florovivaisti e agricoltori pugliesi".

Riforma della Pac, applicazione dopo il 2020, rafforzamento delle Dop e delle Igp, promozione degli standard europei nel mondo, sostenibilità. Per Janusz Wojciechowski, nuovo com-missario europeo all'Agricoltura, sono questi i compiti affidati dalla presi-dente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen. In Europa dal 2004, già membro della Commissione agri-coltura del Parlamento, appartenente al partito conservatore, è attualmen-te membro della Corte dei conti Ue. Wojciechowski deve anche affrontare un'indagine nei suoi confronti aperta dall'Olaf, l'ufficio anti frode su una presunta violazione delle regole sui rimborsi di spese di viaggio (alcuni ri-salenti al 2009).

Pertanto, dopo l'irlandese Phil Ho-gan, passato al Commercio, l'Ita-

lia dovrà relazionarsi con l'espo-nente della Polonia, tra le regioni europee più importanti per il setto-re agricolo comunitario. “Mi auguro di incontrare presto il nuovo commissario”, ha detto la neo ministra Teresa Bellanova: “In Europa, dobbiamo difendere l’agricoltura medi-terranea, sostenere l’eccellenza del nostro Made in Italy, scrivere regole che diano futuro al lavoro di migliaia di giovani donne e uomini che stanno investen-do la loro vita nelle nostre campagne”. L'Italia chiede più investimenti nella sostenibilità e nell’economia circolare, più imprese di qualità. “L’agricoltura deve essere uno sbocco attrattivo per le

nuove generazioni. E mi auguro che nel-la nuova Pac, che dovremo scrivere tutti insieme e che dovrà mantenere adegua-ti finanziamenti, questa sfida abbia la

rilevanza che merita. Natural-mente in questo percorso la

presenza, l’autorevolezza e il ruolo di Paolo Gen-tiloni (commissario all'economia; ndr) saranno preziosi e de-

terminanti”.

In un rapporto della Corte dei conti del 2017,

sulla programmazione dello sviluppo rurale, redatto anche dallo stesso Wojciechowski, si parlava della necessità di uno snellimento della bu-rocrazia e di una pianificazione capace di collegarsi direttamente ai risultati. Che sia la volta buona? ‒ G. A.

Si riapre il caso Ceta. Braccio di ferro Pd-M5Stelle“Dobbiamo lavorare perché si arrivi alla ratifica del Ceta, l’accordo di libero scambio tra Ue e Canada, con l’obietti-vo di dare competitività al Sistema Italia”. Lo ha annunciato la ministra Bellanova a Radio 24. Ed è subito scattato il braccio di ferro. Per gli alleati di Governo penta-stellati, infatti, l'accordo andrebbe messo al bando e il portavoce M5S della Com-missione Agricoltura del Senato ha col-to la palla al balzo per ribadire che sulla questione andrà subito aperta una pro-fonda e seria discussione in Parlamento. In realtà l'accordo è già entrato in vigore in via provvisoria il 21 settembre 2017, in attesa di essere ratificato da tutti gli Stati membri. Sono 15 quelli ad averlo già fatto (manca ancora l'Italia). Tra i punti più controversi ci sono le impor-tazioni di carne e di grano canadese. Se si guarda al comparto vino, però, i frutti dell'accordo che azzera le barrie-re tariffarie sono già visibili: il Canada si appresta a raggiungere la Svizzera (in seconda posizione) tra i top buyer ex-traeuropei di vino italiano.

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CONSUMI. Crescono vino e birra in netta controtendenza rispetto alla spesa alimentare. Crolla il mito della Coca-cola. Acque aromatizzate tra i nuovi trend

BIOLOGICO. Con 2 milioni di ettari, l'Italia è leader in Europa per agricoltura green

Frena l'economia italiana (crescita zero nel secondo trimestre), frenano i consumi (-0,1% la spesa delle famiglie per i prodotti alimentari nel 2018), con una sola eccezione: il mercato del-le bevande alcoliche. È quanto emerge dal “Rapporto Coop 2019 - Consumi e stili di vita degli italiani di oggi”, se-condo cui nel 2018 il comparto dell'al-col in Gdo ha generato un fatturato di 3,6 miliardi di euro (+23% rispetto al 2017 e +3,5% negli ultimi 12 mesi). Degna di nota la performance del vino che da solo copre una quota del 40%, seguito dal 30% della bir-

ra. In particolare è exploit delle bollici-ne: in 7 anni le vendite di spumanti e champagne allo scaffale sono cresciute del 53,5%. Il rapporto analizza anche il target di consumatori: ad acquistare vino e sparkling sono soprattutto fa-miglie monocomponenti e grandi fre-quentatori del supermercato. La scelta è per lo più legata a territorio di pro-duzione (39%), denominazione (34%), vitigno (26%), prezzo (25%). Diverso l'identikit del consumatore di birra: famiglie di ogni tipologia (in testa sin-gle e classe media), con un'attenzione particolare all'artigianalità e al territo-

rio (l'81% di chi la acquista sceglie sulla base della provenienza locale).

Contestualmente alla crescita degli al-colici, si registra una leggera flessione per le bevande analcoliche (-1% nell'ul-timo anno), che decreta la caduta del mito della coca-cola: in sette anni le bevande gassate hanno perso 7,8 pun-ti percentuali e oggi gli italiani sono penultimi in Europa per il consumo di soft drink (preceduti solo dalla Grecia). Tra i nuovi trend si fa largo il consumo delle acque aromatizzate, le cui vendite a valore hanno registrato un incremen-to del 165% in 12 mesi. ‒ L. S.

Continuano a crescere i numeri dell'agricoltura biologica in Italia: nel 2018 si sono toccati i 2 milioni di ettari di superfici biologiche, con un incremento rispetto al 2017 di quasi il 3%, mentre gli operatori hanno raggiunto le 79mila unità (+4% rispetto all'anno precedente). È quanto è emerso dai dati ela-borati dal Sinab in occasione della 31esima edizione del Sana-Salone Internazionale del Naturale e del Biologico di Bologna (6-9 settembre).

Dati che portano l'Italia a posizionarsi sopra la media europea: l'incidenza della superficie biologica italiana ha raggiunto il 15,5% contro una media comunitaria del 7%. Lo stacco appare ancora più evidente se si confronta il 2018 con il 2010: in 8 anni la superficie bio italiana è aumentata del 75% e gli opera-tori del 65%.

Se si guarda alle esportazioni, l'agroalimentare bio Made in Italy nel 2018 ha superato i 2,2 miliardi di euro (+10%). I principali mercati di sbocco, secondo l’Osservatorio Sana 2019, sono Francia (22%) e Germania (17%). Tra i Paesi terzi, emer-gono, invece, gli Stati Uniti, il Giappone (6%) e la Cina (3%). Complessivamente, tra consumi interni ed export, il settore ha raggiunto nel 2018 un valore di 5,8 miliardi di euro.

40% vino32% birra17% liquori8% spumante/ champagne3% aperitivi

Ripartizione vendite per valoresu totale bevande alcoliche, iper+super

Variazione % 2011-2018per valore delle vendite

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+53,5% +39,5% +23,1% +11,3% -3,0%

Il Manifesto del Bio 2030Al Sana di Bologna si sono riuniti anche gli Stati Ge-nerali che, in collaborazione con FederBio e Asso-Bio, hanno messo a punto il Manifesto del Bio 2030. Ecco i 10 punti programmatici:

1 agricoltura attiva per affrontare la sfida climatica

2 importanza dell’approccio agro-ecologico

3 rafforzare elementi di distintività del biologico

4 conversione della zootecnia al biologico

5 ruolo cruciale di regolamentazione e controlli

6 ruolo fondamentale di innovazione

e rivoluzione digitale

7 modelli di sviluppo territoriale

8 informazione e importanza della tracciabilità

9 adozione di un logo nazionale

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comunicazione e consapevolezza: potenziamento educazione alimentare diffusa e ruolo del consumatore proattivo

fonte: Nielsen 2019 fonte: Nielsen 2019

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PROSECCO. Petizione per scorporare la Docg Conegliano Valdobbiadene. Zanette: “Non dimenticate che la Doc ha trainato anche la Docg”

Sono passati due anni da quando Col Vetoraz, nota cantina di Val-dobbiadene, ha tolto dalle etichette e dalle confezioni la dicitura “Pro-secco”, conservando solo quella territoriale “Valdobbiadene Docg”. Quella decisione fu presa per l'ec-cessiva confusione creatasi, ad av-viso dell'azienda, intorno alle bolli-cine venete. Scelta che, nei numeri diffusi in questi giorni, non avrebbe avuto ripercussioni tra i clienti sto-rici di Col Vetoraz. L'enologo Loris Dall'Acqua, tra i fondatori di Col Vetoraz e soprattutto presidente della Confraternita di Valdobbiade-ne per la tutela della Docg, parla di immagine e di percezione della Docg “alienata dalla presenza di 500 milioni di bottiglie di Prosecco generico, privo di storia e di vocazione territoriale”. Il grande sistema Prosecco, a suo avvi-so, sta “fagocitando la Dop Conegliano Valdobbiadene”. Per questo motivo la Confraternita da lui presieduta ha promosso una petizione tra i pro-duttori della Docg per rendere auto-

noma e scorporare la Dop Coneglia-no Valdobbiadene Docg rispetto al sistema Prosecco.

Mosse (e affermazioni) che han-no scatenato un vespaio e che non sono certo passate inosser-vate tra i cugini della Doc. Ste-fano Zanette, presidente del Con-sorzio, è intervenuto a difesa di un cammino comune partito nel 2009 e che ha portato vantaggi a tutti: “Il Conegliano - Valdobbiadene Docg ha tutto il diritto di decidere del proprio nome, ovviamente anche di rinuncia-re al termine Prosecco. Quel che trovo inspiegabile è che nel fare questo pas-saggio tenda a denigrare il lavoro degli altri, della Doc Prosecco in particola-re, che invece ha lavorato con impegno e - dati alla mano - ne ha sostenuto lo sviluppo”. La Docg è infatti passata dai 60 milioni del 2009 agli oltre 90 milioni di bottiglie attuali. “Quindi” sottolinea Zanette “la crescita della Doc in questi 10 anni, ha favorito an-che la Docg sia in termini di volume che di valore. Uscire in modo così polemico

sembra una accusa a chi invece ha lavo-rato con impegno per il bene comune, di tutto il sistema Prosecco”.

A chiarire meglio la questione ci ha pensato lo stesso Consorzio del Valdobbiadene Docg, sottolineando che il disciplinare attuale prevede la possibilità di riportare in etichetta “anche solo il nome della località sen-za la parola Prosecco”. Ad esempio, Valdobbiadene Docg oppure Co-negliano Docg oppure Conegliano Valdobbiadene Docg. Il Consorzio presieduto da Innocente Nardi ha commissionato al Cirve un’indagine sull’etichettatura delle bottiglie di Conegliano Valdobbiadene. Risul-tato: il 92% riporta in etichetta il termine Prosecco Superiore, oltre al luogo di origine. “Eventuali modifi-che del disciplinare” ha fatto sapere il Consorzio “prevedono un iter norma-to dalla legge, normativa europea-ita-liana, che richiede un ampio consenso dei produttori e l’approvazione del Mi-nistero delle politiche agricole e della Commissione europea”. ‒ G. A.

PROMOZIONE. Piemonte Land: “Investiti 18,5 milioni di euro in 8 anni”

SPUMANTI. Da Caviro e Terre Cevico 1,5 milioni per il progetto Bolè Caviro e Terre Cevico hanno investito 1,5 milio-ni sul progetto di spumante romagnolo deno-minato “Bolè”. In cinque anni, le due grandi cooperative, che r a p p r e s e n -tano il 70% d e l l ' a r e a produttiva, lavoreranno in comune a questa inizia-tiva, che si unisce al marchio “Novebolle” del Consorzio vini di Romagna, da cui sono re-centemente nati il Romagna Doc bianco spu-mante e il Romagna Doc rosato spumante.

Duecento gli ettari vitati che rientrano nel progetto, che prevede l'uso dei vitigni Trebbia-no romagnolo per il 95% e Famoso per il 5%, vinificati con metodo Charmat. Circa cento le aziende vitivinicole selezionate della zona. L'obiettivo è passare dalle attuali 45 mila alle 100 mila bottiglie con il 2019, da commer-cializzare sia in Italia sia in Nord Europa, Cana-da, Stati Uniti e Russia nei prossimi sei mesi.

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Da cosa deriva il termine Recioto? Il termine “Recioto” è parte integrante del nome di tre vini veneti, uno rosso e due bianchi,

a Denominazione di Origine Controllata e Garantita: il "Recioto della Valpolicella", il " Re-cioto di Gambellara" e il “Recioto di Soave".Questa menzione storica è innanzitutto strettamente connessa al territorio, essendo tutte

e tre queste denominazioni prodotte nelle province di Verona e di Vicenza in zone molto vicine tra loro, con condizioni ambientali e di coltura dei vigneti simili tra loro e atte a con-

ferire alle uve ed al vino derivato specifiche caratteristiche.Sul sito E-BAcchus si legge che “l'origine di questo termine risale al V secolo, quando gli autori bucolici caratterizzarono come particolarmente pregiato e rinomato questo vino la cui produzione era limitata alla provincia di Verona, e deriva dalla Rezia, la regione montuosa e collinosa che anticamente si esten-deva dalla zona di Verona e di Trento fino al territorio di Como e della Valtellina”. La menzione, però, allo stesso tempo contraddistingue questi vini anche per il particolare metodo di produzione che comporta l'appassimento delle uve. Proprio questo motivo ha spinto una parte degli interpreti a legare l’origine del nome a “Recia”, termine veronese per indicare orecchia, cioè la parte la-terale che circonda il grappolo principale, ritenuta in passato la migliore ai fini dell’appassimento.La produzione di questi vini avviene con l'appassimento delle uve, sia naturale che con l'ausilio di ap-positi impianti di condizionamento ambientale, che vengono poi vinficate e si possono ottenere sia vini fermi che vini spumanti.

– a cura del Servizio Giuridico dell’Unione Italiana Vini – [email protected]

Ammonta a 18,5 milioni di euro l'investimento in promozione di Pie-monte Land, l'ente che raggruppa i consorzi di tutela del Piemonte. Ad oggi, sono stati 65 i progetti realizzati con il coinvolgimen-to di 2.434 imprese del vino, in quindici mercati internazionali, grazie ai fondi comunitari.

L'evento Douja d'Or, ad Asti, è stata l'occasione per tracciare un bilancio di questi anni di attività, così come per parlare di nuove strategie. Si punterà alla “crescita territoriale”, alla costruzione di un grande distretto vitivinicolo “in cui le differenze sono legate da una qualità enologica condivisa”, ha sottolineato il presidente di Piemonte Land of perfection, Filippo Mobrici: “Internazionalizzazione, promo-zione unitaria del territorio, valorizzazione dell’intero patrimonio enolo-gico, sono i temi ai quali abbiamo intenzione di dare una risposta chiara e forte, che contribuisca alla creazione di un brand Piemonte riconoscibile a livello globale”.

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CONSORZI 1. Il Consorzio vini Oltrepò saluta l'arrivo di Carlo Veronese

GENAGRICOLA. È Igor Boccardo il nuovo ad della holding di Generali Italia

Venti di rinnovamento ai vertici del Consorzio vini Oltrepò Pavese, dove il presidente Luigi Gatti e il consiglio di amministrazione hanno salutato l'arrivo del nuovo direttore, Carlo Veronese, conosciuto nel mondo del vino per il suo lavoro con la Doc Lugana. Dal 2 settembre, Veronese si è insediato nella sede di Riccagio-ia, a Torrazza Coste, in provincia di Pavia. “Ci metterò la stessa passione e forse anche qualcosa di più di quel-la per il mio Lugana”, ha detto il neo direttore. “Gli obiettivi” ha aggiunto il presidente Gatti “sono valorizza-re e tutelare al massimo una qualità che appartiene storicamente al nostro territorio. La strada è lunga ed è solo iniziata”. Dopo la vendemmia, il Cda

del consorzio si riunirà per dare ini-zio a un progetto “che punta davvero al Rinascimento del vino in Oltrepò”. L'esperienza di Veronese servirà a individuare le migliori strategie di mercato. Un piano che andrà a braccetto con quello avviato dalla Regione Lombardia, attraverso il tavolo vino attivo già dalla scorsa primave-ra, che coinvolge oltre al Consorzio anche la Camera di commercio di Pavia (stanziati lo scorso giugno 200 mila euro).

L'Oltrepò Pavese conta oggi 13.500 ettari di vi-

gneti, con 1.700 aziende vitivinicole, alcune storiche, altre medio-piccole e a conduzione familiare. Da qui arriva oltre il 60% del vino della Lombardia. I vitigni principali sono Pinot Nero, Riesling e Croatina. ‒ G. A.

Nuovo amministratore delegato per Genagricola spa: sarà il torinese Igor Boccardo, classe 1969, a guidare la holding agroalimentare di Generali Italia. Il nuovo ad ha alle spalle una lunga esperienza come responsabile mar-keting, commerciale e direttore generale, in primarie multinazionali operanti nel comparto dei beni di largo consumo.

Il gruppo Genagricola (15mila ettari di superficie coltivata, di cui 900 a vi-gneto, e 25 aziende agricole) ha chiuso il 2018 con un fatturato di 56 milioni di euro, derivante per il 60% dalla produzione agricola tradizionale e dall’e-nergia generata dalle due centrali a biomasse di proprietà, mentre per il 40% dalla produzione vitivinicola, con oltre 4 milioni di bottiglie distribuite in tutto il mondo attraverso 8 brand.

CONSORZI 2. Asti Docg: un 2019 con ottime prospettive. E Bosticco lascia la direzione

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del Primitivo di manduria

30 settembre 2019

incontra il

Giorgio Bosticco, dopo otto anni di direzione, lascia il Consorzio dell'Asti e del Moscato d'Asti Docg. Un lungo periodo in cui, come fa sapere l'ente pie-montese, Bosticco (che ha maturato i requisiti per il pensionamento dal 1 settembre scorso) ha portato grande “professio-nalità e idee innovative”, compreso il forte impegno nell'aver saputo uni-re le varie anime di questa grande denominazione.

Nel frattempo, la raccolta delle uve è iniziata. E i risultati delle analisi di laboratorio dicono che nei 39 vigne-

ti rappresentativi dell'area, le uve presentano valori

che lasciano presagire un grande futuro per l'anna-ta 2019. Risultano buo-ne le concentrazioni di

linalolo, molecola dalla quale dipendono le principali

fragranze del Moscato, soprattut-to nelle uve più ricche di zucche-ro. “La grande sanità mostrata dagli acini unita ai dati analitici sembra la condizione ideale affinché si sviluppi quell’ampio bouquet aromatico tipico del Moscato”, spiega Guido Bezzo, responsabile del laboratorio analisi.

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MILANO WINE WEEK. Giovani e territori tra le novità della seconda edizione. Due i forum da cui nasceranno un LiveBook e un Manifesto della Wine Generationa cura di Loredana Sottile

Si riaccendono i riflettori su Milano per la seconda edizione di Milano Wine Week, che andrà in scena dal 6 al 13 ottobre, con headquarter Palazzo Bova-ra. Il format sperimentale dello scorso anno sembra aver convinto winemaker e mondo istituzionale, tanto che hanno già dato la loro adesione sigle di setto-re come Coldiretti, Federdoc, Fipe, ma anche Donne del Vino e Città del Vino. Non può passare, poi, inosservata la presenza del produttore Angelo Gaja che, per primo, aveva espresso la ne-cessità di un evento vitivinicolo nuovo a Milano e che quest'anno ha deciso di rispondere all'invito di Federico Gordini (fondatore e presidente della manifesta-zione) con la partecipazione all'evento Gaja racconta Gaja (8 ottobre, ore 14.30 a Palazzo Bovara).“Gli organizzatori han-no dimostrato di essere capaci” ha detto lo stesso Gaja a Tre Bicchieri, dando così il suo endorsement a MWW “e credo che sia una buona occasione per Milano, che si merita finalmente un ruolo importante anche in ambito vitivinicolo”.GLI APPUNTAMENTI. Con oltre 300 appuntamenti in 8 giorni sarà coinvol-ta praticamente tutta la città, a partire dai suoi luoghi iconici, come il teatro La Scala, dove Bellavista celebrerà i 15 anni di collaborazione con l'Istituzione teatrale milanese e il Museo della Trien-

nale con brindisi firmato Ferrari.

Milano Wine Week, inoltre, farà da con-tenitore a due eventi dentro l'evento: l'ottava edizione di Bottiglie aperte (6 e 7 ottobre, Superstudio Più di via Tor-tona) e Franciacorta Festival (7 ottobre, Palazzo Bovara). Senza dimenticare che ospiterà anche la premiazione dei 25 the Wine Hunter Award Pletinum del Merano Wine Festival. Saranno, invece, sei i Consorzi coinvolti nella gestione dei Wine district (lo scorso anno erano due), distribuiti sul territorio cittadino (vedi box).I FORUM. La wine economy sarà uno dei temi caldi della manifestazione, che si aprirà il 7 ottobre proprio con la con-ferenza-talk show “Più valore per il vino italiano” (ore 11 al Belvedere di Palazzo Città di Lombardia). Si proseguirà, mar-tedì 8 ottobre con il Wine Business Forum (in collaborazione con Business Strategies), giunto alla seconda edizio-ne, dove 100 stakeholder si confronte-ranno sulle priorità del settore. Cinque i tavoli tematici: finanza e credito; trasformazione digitale e compe-titività; internazionalizzazione e marketing nell'era globale; com-mercio e protezione degli scam-bi; innovazione e sostenibilità. Al termine della giornata, le conclusioni verranno messe nere su bianco su un LiveBook, condivisibile in tempo reale e magari presentanti anche al nuovo ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova (lo scorso anno l'evento si era concluso con l'incontro tra i partecipan-

ti ai tavoli e il ministro Centinaio). Ma questo non sarà l'unico Forum previsto. “Quest'anno abbiamo voluto raddoppiare” ci svela Gordini “con un altro format che si chiamerà Wine Generation Forum in collaborazione con Agivi (Associazione giovani produttori vinicoli italiani): abbia-mo chiamato a raccolta produttori, enolo-gi, consulenti, manager, tecnici, decision maker tutti nati tra gli anni '80 e '90 per creare il Manifesto della Wine Generation. Una generazione aperta e piena di idee, a cui affidiamo il compito di traghettare il mondo del vino verso il futuro, che è già molto più presente di quel che si pensi”.MILANO E DINTORNI. Sguardo, infine, al 2026 per le Olimpiadi Mila-no-Cortina: MWW non poteva non celebrare l'assegnazione dei Giochi e lo fa lungo la direttrice - che porta ver-so Est - di Corso Buenos Aires. Qui, le aziende posizionate nel percorso che dalla Lombardia arriva fino in Veneto, proporranno una degustazione dei loro vini - il cui ricavato andrà in beneficen-za - coinvolgendo i negozi della celebre via. Ultima, ma non meno importante novità dell'edizione 2019, i Wine Tour rivolti ai wine lover che avranno, così, l'opportunità di visitare i territori situa-ti a due ore di distanza da Milano. “In piccolo” chiosa Gordini “abbiamo voluto creare una campagna di valorizzazione dei territori che, però, dovrebbe trovare una formula fissa anche al di fuori della Mila-no Wine Week, perché non esiste miglior testimonial di un visitatore: l'enoturismo è e deve restare una priorità”.

i 6 wine district Consorzio Franciacorta: Brera/Garibaldi/Solferino

Consorzio Oltrepò pavese: eustachi

Consorzio prosecco docg: porta nuova

Consorzio delle doc del FVG: porta Venezia

regione Sardegna: isola

Consorzio Asti e Moscatod'Asti docg: Arco della pace

e Corso Sempione

gambero rosso 14tre bicchieri

LE bREVI

tre bicchieri15gambero rosso

LE bREVI

PREMI. Quattro le candidature italiane ai prestigiosi “Best of year” di Wine Enthusiast

CONCORSI. Mundus Vini. Italia prima con oltre 480 medaglie

SICILIA. Nuova intesa per la gestione dei vigneti nella Valle dei Templi

CONTEST. Al via in Sardegna il primo Concorso Enologico Internazionale sul VermentinoSi svolgerà a Olbia, i prossimi 14 e 15 Ottobre, il primo Concorso Enologico Internazionale sul Vermentino. Il Ministero delle Poli-tiche Agricole alimentari e del turismo della Repubblica Italiana lo ha approvato lo scorso luglio e tra poco più di un mese diversi campioni provenienti da Sardegna, Toscana, Liguria, ma anche dall’Europa e dagli altri continenti arrive-ranno in Gallura per essere valutati da giurie qualificate.

“Il Vermentino è una delle uve più note e conosciute di tutto il bacino medi-terraneo”, spiegano a Tre Bicchieri Mario Bonamici e Andrea Campurra della APS Promo Eventi (Organismo Ufficialmente autorizzato che ha ideato e porta avanti l’iniziativa). “Oltre alle regioni italiane dove storica-mente è più diffuso” continuano gli organizzatori “la varietà si sta diffondendo in altre zone italiane e ovviamente all’estero. L’obiettivo è quello di far diventare il concorso sempre più importante e partecipa-to da un gran numero di aziende produttrici. A livello internazionale l’attenzione è rivolta alla consolidata produzione proveniente da Cor-sica e Sud della Francia, agli interessanti e promettenti produttori di America e Australia, con qualche outsider dal Sud Africa e da Malta. C’è molta attesa e curiosità per questa prima edizione, faremo di tutto per non disattendere le aspettative”.

Sul sito concorsovermentino.com tutte le informazioni dove si può scaricare fin da subito la modulistica necessaria per la parte-cipazione. Le domande dovranno pervenire entro il 15 set-tembre 2019, mentre ci sarà tempo fino al primo ottobre per inviare i campioni. Diverse le categorie ammesse al concorso, dai vini fermi, ai frizzanti e agli spumanti che rientrano tra Dop, Igp E Igt purché abbiano la dicitura Vermentino in etichetta e una percentuale minima di vermentino dell’’85%. Viste le adesioni già pervenute, gli organizzatori si aspettano la partecipazione di cir-ca 300 aziende. ‒ G. C.

Sono quattro le candidature italiane per altrettanti premi che la rivista statunitense Wine Enthusiast asse-gnerà nel numero speciale Best of year il prossi-mo ottobre e che consegnerà a fine gennaio a San Francisco, in California. La Sicilia, innanzitutto, è in nomination come regione vinicola dell'anno e se la ve-drà con Mosella (Germania), Walla Walla Valley (Stati Uniti), Stellenbosch (Sud Africa), Sonoma (Stati Uniti).

Tra le cantine europee dell'anno spicca il nome della siciliana Tasca d'Almerita (nella foto, Alberto Tasca), con le sue diverse tenute

da Trapani alle Eolie e all'Etna coltivate con criteri di so-stenibilità ambientale ed economica: “Per noi pro-

duttori di vino a livello artigianale e familiare” dice Alberto Tasca “è molto importante esse-

re attenti e precisi nelle scelte agronomiche che determinano la salute del territorio in cui viviamo e lavoriamo”. Speranze anche per la friulana Nonino, nella categoria “Spirit brand/distiller of the year”. E, infine, come enologo dell'anno la nomi-

nation è toccata a Elisa Scavino, alla quar-ta generazione nella cantina Paolo Scavino,

in Piemonte.

Al via il primo Concorso Enologico Internazionale sul Vermentino Si svolgerà̀ in Sardegna, a Olbia, i prossimi 14 e 15 Ottobre il primo concorso enologico internazionale sul Vermentino. Il Ministero delle Politiche Agricole alimentari e del turismo della Repubblica Italiana lo ha approvato lo scorso luglio “Il Vermentino è una delle uve più note e conosciute di tutto il bacino mediterraneo e in Italia così come all’estero, sono sempre di più i produttori che puntano sulla varietà. “Oltre a Sardegna, Toscana e Liguria” ci dicono Mario Bonamici e Andrea Campurra della APS Promo Eventi (Organismo Ufficialmente autorizzato ndr.), “si sta diffondendo in altre regioni italiane e ovviamente all’estero. L’obiettivo è quello di far diventare il Concorso sempre più importante e partecipato da un gran numero di aziende produttrici. A livello internazionale l’attenzione è rivolta alla consolidata produzione proveniente da Corsica e Francia, agli interessanti e promettenti produttori di America e Australia, con qualche outsider dal Sud Africa e da Malta. C’è molta attesa e curiosità per questa prima edizione, faremo di tutto per non disattendere le aspettative”. Sul sito www.concorsovermentino.com tutte le informazioni dove si può scaricare fin da subito la modulistica necessaria per la partecipazione. Le domande dovranno pervenire entro il 15 settembre 2019, mentre ci sarà tempo fino al 1° ottobre per inviare i campioni. Diverse le categorie ammesse al concorso, dai vini fermi, ai frizzanti e agli spumanti che rientrano tra DOP, IGP e IG purché́ abbiano la dicitura Vermentino in etichetta e una percentuale minima di vermentino dell’’85%. Gli organizzatori si aspettano la partecipazione di circa 300 aziende.

L'Italia si conferma anche quest'anno ai vertici del concorso Mundus Vini, ideato dalla casa edi-trice tedesca Meininger, che mediamente asse-gna un riconoscimento al 40% delle etichette in concorso. In occasione della 25esima edizione, i produttori italiani hanno dominato, con 487 medaglie (2 gran ori, 233 ori e 252 argenti). Al secondo posto, i tedeschi con 307 medaglie (2 gran ori, 127 ori, 178 argenti), superando per la prima volta i colleghi spagnoli, che hanno ot-tenuto 283 riconoscimenti (1 gran oro, 125 ori, 157 argenti). Quarto posto per il Portogallo con 132 medaglie (4 gran ori, 67 ori e 61 argenti), seguito dalla Francia e dalle sue 122 medaglie (3 gran ori, 60 ori e 59 argenti). Il produttore italiano con più riconoscimenti è risultato Cavi-ro (15 premi, 10 ori, 5 argenti).

Nel complesso, la giuria specializzata ha attri-buito 14 gran ori, 818 ori e 928 argenti, da 40 nazioni vinicole diverse. La degustazione è av-venuta alla cieca, nel corso di quattro giorni.

Il progetto Diodoros, nato quasi dieci anni fa, fa passi avanti e aumenta gli ettari vitati puntando a passare dal-le attuali 3.500 bottiglie a circa 13 mila. Il secondo step del programma, che interessa il Parco archeologico di Agrigento, è stato suggellato da una nuova intesa ven-tennale firmata tra l'ente parco e la cooperativa Cantine viticoltori associati di Canicattì per la gestione del nuo-vo vigneto, già cresciuto da 2 a 5 ettari. In questo modo, il lavoro sulle viti di Nero d'Avola, Nerello Cappuccio e Nerello Mascalese contribuirà ancora al recupero del pae-saggio e all'economia del territorio agrigentino.

INVESTIMENTI. La Valpolicella come Bordeaux: vendite en primeur per l'Amarone Collina dei Ciliegi Chi l'ha detto che il modello francese en primeur non può essere vincente anche in Italia? C'è chi ci ha scommesso e ne sta già raccogliendo i primi frutti. Si tratta dell'imprenditore della finanza Massimo Gianolli che nel 2010 ha dato vita all'azienda vitivinicola La Collina dei Ciliegi e per l'annata 2015 (quella attualmente in commercio) ha lanciato il siste-ma delle vendite in anteprima per i vini più pregiati.

Il sistema è semplice: si acquistano le barrique da 225 litri con targhette personalizzate, che riposano e affina-no per anni in cantina. Il valore di ogni botte varia da 12mila a 27,5mila euro (+ iva). I ri-sultati? Al lancio dell'ini-ziativa hanno aderito 14 primeuristi, che lo scorso 7 settembre si sono dati appuntamento nella tenuta in Valpantena (Erbin) de La Collina dei Ciliegi per la prima festa ad essi dedicata. Il modello, quindi, può funzionare pur con connotati diffe-renti, come spiega lo stesso Gianolli: “I nostri interlocutori non sono i negociant come in Francia, ma manager, capitani d’industria, professionisti e anche banchieri e gioiellieri dispo-sti a scommettere più sul gusto che sui wine features”. L'obiet-tivo è riuscire a vendere en primeur il 75% della produzio-ne di Amarone cru della cantina entro il 2022.

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GRANDI CANTINE ITALIANE. Umbria/2

Le grandi cantinedell’Umbria

Lungarotti

V.le G. Lungarotti, 2 | Torgiano (PG)

6 www.lungarotti.it | ( 075 988661

È uno dei riferimenti vitivinicoli di tutta la penisola. L’azienda, fondata da Giorgio Lun-garotti negli anni ‘60, oramai conta su circa 250 ettari vitati, divisi in due tenute: 230 ettari in quella storica a Torgiano e 20 ettari in quella di Montefalco, dove viene pro-

dotto un ottimo Sagrantino. La sostenibilità ambientale è dalla fine degli anni ’80 uno dei valori fondanti dell’azienda: tra gli ultimi progetti messi in pista l’ottenimento di energia rinnovabile dagli scarti della vite e la certificazione biologica dei vigneti di Montefalco.

Torgiano Rosso Rubesco V. Monticchio Ris. ‘13

Il vino e l’abbinamento consigliato:

Il Vigna Monticchio si conferma un grande rosso italiano: l’annata 2013 regala profumi di mora e radici, la bocca è potente, sfaccettata e attraversata da freschezza e sapidità. Favoloso con piccione alla Spoletina.

Torgiano Bianco Torre di Giano V. Il Pino ‘15

Il vino e l’abbinamento consigliato:

Vigna Il Pino ’15 ha note di erbette e agrumi, mentre al palato è fresco, sapido e di ottima

bevibilità. Buonissimo con tagliatelle al tartufo bianco del Buranese.

Montefalco Sagrantino ‘14

Il vino e l’abbinamento consigliato:Ampio e di grande complessità il Montefalco Sagrantino '14; si esprime su toni di mirtillo e

visciola, con eleganti note boisé. Struttura potente e di bella concentrazione. Da abbinare

allo stinco di maiale con patata rossa di Colfiorito.

gambero rosso 16tre bicchieri

LE bREVI

tre bicchieri17gambero rosso

supervisione editorialeMassimiliano Tonellicoordinamento contenutiLoredana Sottile [email protected] collaboratoGianluca Atzeni, Giuseppe Carrus, Servizio Giuridico Uivprogetto graficoChiara Buosi, Maria Victoria Santiago

[email protected] - 06.55112201pubblicitàdirettore commerciale Francesco Dammicco - 06.55112356 [email protected]. pubblicità Paola Persi - 06.55112393 [email protected]

fino al 15 ottobre in Wine the truth Proiezioni itineranti di film sull'architettura nella cantine toscane aderenti al circuito toscana Wine architecture proviaggiarchitettura.com

13 settembre barolo & barbarescoacademy castello di grinzane cavour (cuneo) fino al 15 settembre stradadelbarolo.it

14 settembre festival franciacorta in cantina fino al 15 settembre franciacorta.net

20 settembre festa dell'uva Verla di giovo (trento) fino al 22 settembre

20 settembre valtellinaWine festival 2019 chiavenna (sondrio) fino al 21 settembre valtellinawinefestival.it

20 settembre fiera dei sapori Frascati (roma) fino al 22 settembre

29 settembre cittadellartevino Villa colombara cittadella (Padova) fino al 30 settembre cittadellartevino.it

4 ottobre corciano castello di vino corciano (Perugia) borgo medioevale fino al 6 ottobre corcianocastellodivino.it

6 ottobre milano Wine Week Palazzo bovara e wine district fino al 13 ottobre milanowineweek.com

6 ottobre bottiglie aperte milano presso superstudio Più Via tortona 27 ore 10.30 – 19.00 fino al 7 ottobre bottiglieaperte.it

11 ottobre forum internazionale agricoltura e alimentazione Villa d’este cernobbio (como) fino al 12 ottobre

12 ottobre vendemmia a torino fino al 20 ottobre vendemmiatorino.it

13 ottobre modena champagneexperience modenaFiere fino al 14 ottobre champagneexperience.it

14 ottobre autochtona bolzano fino al 15 ottobre autochtona.it

18 ottobre festa dell'uva merano (bolzano) fino al 20 ottobre

18 ottobre scale del gusto ragusa ibla fino al 20 ottobre scaledelgusto.it

EVENTI. Il Primitivo di Manduria alla Città del gusto di RomaSarà la Città del gusto del Gambero Rosso a ospi-tare, lunedì 30 set-tembre, l’evento dal titolo “Roma incon-tra il Primitivo di Manduria”. L'iniziati-va porterà nella Capita-le trenta cantine pugliesi che offriranno al pubblico le etichette Dop Primitivo di Manduria e Primitivo di Manduria Riserva e la Docg Primitivo di Mandu-ria Dolce naturale. Il wine tasting è in programma dalle 20 alle 23. I vini (circa 70 le etichette presenti) saranno proposti in abbinamento ai salumi e ai for-maggi di due aziende pugliesi. Previsto un seminario di degustazione e approfondimento con Marco Sa-bellico, curatore della guida Vini d'Italia. “È impor-tante lavorare insieme per comunicare un’idea di qualità unitaria” ha osservato il presidente del Consorzio, Mauro Di Maggio “ecco perché occasioni d’incontro come questa sono fondamentali: ci danno l’opportunità di arrivare a un pubblico ampio e qualificato”.La realtà del Primitivo di Manduria comprende una superficie totale di 3.140 ettari, distribuita tra 18 co-muni delle province di Taranto e Brindisi. Il Consor-zio di tutela conta oltre 50 soci e circa mille viticoltori.Per l'evento della Città del Gusto è già possibile acquistare i biglietti sullo store online del Gambe-ro Rosso.

enO MeMOrAnduM

gambero rosso tre bicchieri18 19tre bicchieri gambero rosso

DAL MoNDo DAL MoNDo

“No hay prestigio sin un precio digno y ju-sto”. Sotto questo slogan le associa-

zioni di viticoltori del Cava si son dati appuntamento, giovedì scorso, nel centro di Vilafranca del Penedès (Barcellona) per protestare contro i prezzi troppo bassi delle uve, impo-ste dai grandi nomi della deno-minazioni: quest'anno 0,30 euro al chilo, con un taglio del 28% rispetto alla vendemmia 2018, a fronte di co-sti di produzione pari a 0,40 cente-simi. Giusto per avere un termine di paragone: attualmente le uve di gle-ra per il Prosecco Doc sono pagate 1,08 euro al kg.Le tre associazioni di produttori - Unió de Pagesos, Joves Agricultors i Ramaders de Catalunya, Asociación de Viticultores del Penedès – che hanno organizzato la protesta hanno

anche chiesto al Ministero dell'Agri-coltura di bloccare gli impianti: “el mercado está saturado”, hanno ribadi-to. Solo quest'anno, infatti, gli etta-ri di Cava sono passati da 33mila a 39 mila (il Prosecco Doc è a 24.450 ettari e ha già bloccato gli impianti). Che tradotto in uve significa 72 mi-lioni di chili in più - per un totale di circa 340 milioni di kg di uve - e, di conseguenza, un calo dei prezzi sem-pre più pesante, che ha praticamente raggiunto i livelli di 20 anni fa.Sotto il mirino i big del Cava, prima tra tutti Freixenet, Jaume Serra e Codorniu. Quest'ultimo, in parti-colare, incontrando i manifestanti, ha assicurato che sta lavorando sul Cava biologico e che ha già chiuso i contratti con 200 viticoltori del Pe-nedès per un prezzo di 44 centesimi al chilo per un quinquennio, indi-pendentemente dalla qualità delle

uve prodotte ogni anno. Seguiranno altri incontri tra il colosso catala-no e le associazioni di categoria per trovare soluzioni. Intanto, tutte le richieste sono state messe nero su bianco su un manifesto congiunto e adesso si attende che il Ministero dell'Agricoltura sciolga il nodo degli impianti. ‒ L. S.

Cava. Prezzi delle uve troppo basse. Protestano i viticoltori spagnoli

Cava in cifre

Prosecco in cifre

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roca

. 1 Quale è la percentuale di export sul totale aziendale?

Ad oggi siamo presenti in 25 Paesi e esportiamo quasi il 50% della no-stra produzione. I Paesi più impor-tanti sono gli Usa, Uk, Giappone, e Germania.

2 Dove si vende meglio e dove peggio e perché?

I Paesi più ricettivi sono quelli che per cultura sono più attenti ai det-tagli. Il vino è fatto di particolari unici che derivano dai diversi vigne-ti. Ovviamente una maggiore pre-senza di comunità italiane in loco aiuta nella presentazione dei nostri vini ai consumatori stranieri.

3 Con la burocrazia come va?

Male ma si sopravvive. Cerchiamo di non pensarci molto e di essere il più attenti possibile alle regole, anche a quelle più bizzarre e imbarazzanti.

4 Come sono cambiati l'atteggiamento e l'interesse dei consumatori stranieri nei confronti del vino italiano?

L’Italia è un brand straordinario che incuriosisce e fa scuola in molti ambiti della vita dei consumatori. Di questa situazione generale il vino è concausa e anche beneficiario. La capacità di questo prodotto di legarsi all’identità dei territori di origine offre ai consumatori un contatto diretto con le atmosfere italiane. Per questo ritengo che l’interessa stia crescendo sempre di più.

5 Ci racconti un aneddoto (positivo/negativo) legato alle sue esperienze all'estero.

Sembra una favola ma durante il primo viaggio negli Usa, al termine di una degustazione molto partecipata, una signora di Boston chiese ad alta voce quante ore di aereo separassero Alba da Asti. Capii che la strada sarebbe stata lunga ma che percorrerla sarebbe stato molto divertente. Per questo dopo oltre 30 anni faccio ancora vino.

Enrico Serafino - Canale - Cuneo - enricoserafino.itnel prossimo numero

TENUTA MAZZOLINO

iL MiO expOrTNico Conta - Enrico Serafino

39.000ettari

24.450 ettari

0,30 €/kg prezzo uve

1,08 €/kg prezzo uve

gambero rosso20tre bicchieri

LE sToRIE

Gli effetti degli accordi commerciali di libero scam-bio iniziano a farsi sentire. I primi segnali arri-vati a inizio anno avevano dimostrato la bontà delle intese in quei Paesi dove sono entrate in vi-

gore. Ed è l'analisi dell'Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor a dare al mercato del vino importanti conferme, che per l'Italia significano anche la possibilità di superare per la prima volta i sei miliardi di euro nel saldo import-export del-la bilancia commerciale. Sono due gli aspetti esaminati da-gli analisti: le importazioni a valore dei primi sette mesi nei principali mercati extra europei (base Dogane) e le esporta-zioni del primo semestre (base Istat). Il risultato è un conte-sto di moderata crescita con prezzi medi in calo e le aree di libero scambio che brillano per vitalità.

IMPORT MONDIALE GENNAIO-LUGLIOL'Italia incrementa le vendite di vino nei Paesi terzi, anche se i numeri delle Dogane dicono che si tratta di una progres-sione a ritmo più lento rispetto al passato. Considerando i primi dieci clienti, che rappresentano una quota dell'87% del mercato, la crescita complessiva italiana a valore è del 2,8 per cento. A fronte di un import di vino in tutto il mondo au-mentato dello 0,9%, l'Italia fa meglio dei suoi competitor tra gennaio e luglio 2019 e, in particolar modo, della Francia, che soffre un calo molto forte sia in Cina sia a Hong Kong. Lo stu-dio di Vinitaly-Nomisma Wine Monitor su base dogane (Rus-sia esclusa) afferma che sono gli spumanti a dare ossigeno alle vendite estere made in Italy, grazie a un +9,8% nei valori, e all'aumento importante di quei mercati che recentemen-te hanno sottoscritto intese di libero scambio con l'Europa. Nel dettaglio (vedi tabella “Import vino gennaio-luglio 2019”), il Giappone viaggia su valori in crescita del 15% da Italia, oltre quota 105 milioni di euro (+14,3% da tutto il mondo), ed è seguito dal Canada (+4,5%) ormai sempre più a ridosso della Svizzera, che è al secondo posto a valore tra i principali buyer extra Ue di vino italiano, con una crescita dell'1,6%. Bene la Corea del Sud (+15%) a circa 20 milioni di euro. Segnali meno confortanti arrivano dagli Stati Uniti, primo mercato di riferimento per il vino italiano, che registrano una crescita del 3% nei valori a fronte di volumi che, però, crescono di ben 8 punti percentuali rispetto allo stesso perio-do dello scorso anno. L'incremento a due cifre degli spumanti (+11,1%) salva in qualche modo la situazione, considerando che la grande squadra dei vini fermi italiani in bottiglia sale appena dell'1%, con una domanda totale extra Ue cresciuta dell'1,6% in sette mesi. La Cina, che fino ad aprile scorso ave-va tirato il freno per via di scorte molto abbondanti e di un rallentamento economico generale, chiude il mese di luglio 2019 con 84,8 milioni di euro di importazioni di vino dall'Ita-lia (-7,3% sullo scorso anno). “La sorpresa del Dragone, come a Hong Kong” fanno sapere Vinitaly e Nomisma Wine Monitor “sono gli sparkling: +6,2% il dato italiano e +12,2% il dato glo-bale”. I consumatori cinesi stanno scoprendo le bollicine?

Nuova analisi dell'osservatorio Vinitaly-Nomisma che prospetta un saldo nella bilancia import/export per la prima voltaoltre i 6 miliardi. giappone, canada e corea del sud acquistano più vino. il campanello d'allarme è il calo dei prezzi. mantovani: “incrementare la crescita”

il libero scambio spinge il vino verso i paesi terzi

a cura di gianluca atzeni

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gambero rosso22tre bicchieri

LE sToRIE

›› ExPORT E PREzzO MEDIO NEL PRIMO SEMESTRELe vendite di vino italiano all'estero nei primi sei mesi dell'anno (+3,3% il dato cumulato a valore) sono state fortemente influenzate dal sensibile calo registrato nel mese di giugno (-7,6%). Il prezzo medio dei prodotti ita-liani si è ridotto del 5,1% (a 2,94 euro al litro) rispetto a quello del primo semestre 2018, raggiungendo una ridu-zione più alta nell'area Ue (-7,9%). Tra i vari segmenti, quello degli sfusi ha subito una forte riduzione mentre il vino in bottiglia ha fatto meglio. Nel dettaglio, la Ger-mania (tra i principali acquirenti) ha perso oltre il 10% con quotazioni medie per litro di 1,9 euro. Il Regno Uni-to, su cui pesa l'incognita Brexit, ha perso il 3,6% medio con un -9,9% registrato dall'Osservatorio Vinitaly-No-

Import vino gennaio-luglio 2019, principali mercati extra Ue

PAESE

Usa

Cina

Canada

Giappone

Hong kong

Svizzera

Australia

Norvegia

Brasile

Corea del sud

Valore (€)

3.234.240.842

1.314.956.971

966.821.420

865.280.662

598.686.068

597.839.182

247.030.234

218.809.711

171.861.449

135.281.829

Valore (€)

993.637.757

84.862.176

201.543.762

105.654.683

18.024.564

208.510.039

30.627.324

64.547.041

18.056.573

19.765.192

var. 19/18

8,0%

-10,3%

3,6%

14,3%

-24,3%

4,9%

-2,8%

-0,1%

0,8%

15,1%

var. 19/18

3,0%

-7,3%

4,5%

15,0%

-10,8%

1,6%

-0,4%

-1,5%

-2,7%

16,9%

IMPORT DA MONDO IMPORT DA ITALIA

Prezzo medio e variazione 19/18 (tutte le tipologie)

fonte: Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor

PAESE

Francia Germania Regno Unito Svizzera Russia Stati Uniti Canada Cina Giappone mondounione europea 28

PREZZOMEDIO

(1kg)1,831,872,685,192,394,354,173,413,782,942,27

% '19/'18

-9,4%-10,1%-3,6%

1,2%-0,6%2,4%2,6%

-5,6%-4,4%-5,1%-7,9%

fonte: Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor su dati doganali

misma Wine Monitor per gli spumanti. La Francia, tra le principali acquirenti di vino sfuso italiano, scende del 9,4% a valore, registrando il prezzo medio più basso (1,8 euro/litro). Fuori dai confini dell'Europa comunitaria, si notano gli incrementi di Stati Uniti (+2,4% a 4,35 euro/litro), Canada (+2,6%) e Svizzera (+1,2%), che detiene tra i mercati considerati il costo medio al litro più alto (5,19 euro).Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor, si sofferma sull'andamento italiano: “Tra i top exporter mondiali, quella dell’Italia rappresenta la quarta miglior performance per il primo semestre, dopo quella della Nuova Zelanda (+13,2%) il cui export cresce sensibilmente in Usa e Uk, del Cile (+8,2%) e della Francia (+5,9%), quest’ultima in forte spolvero negli Usa, Uk e Giappone con aumenti su-periori al 10%”. È Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafie-re, a fare un'analisi del momento di mercato, evidenziando come il saldo commerciale del vino sia quello che presenta “la maggior incidenza positiva rispetto a tutti i comparti del made in Italy. Un record che va salvaguardato puntando anco-ra di più sui mercati esteri emergenti e sulla crescita della fa-scia premium”. A preoccupare il dg, infine, sono le tensioni al ribasso che si riscontrano su più livelli e “rappresentano un campanello di allarme che saremo in grado di silenziare solo attraverso la crescita delle dinamiche di business”.

Gli appuntamenti esteri di VinitalyVinitaly farà tappa in Brasile, a Bento Gonçalves, con Wine South America (25-27 settembre); poi sarà la volta di Mosca e San Pietroburgo (28-30 ottobre), infine a Hong Kong (7-9 novembre).

GamberoRossoInternational

Worldtour 20192020

CALENDAR

Sponsor

OCTOBER

27 ROMA - Italy Top Italian Wines Roadshow

27 ST. PETERSBURG - Russia Top Italian Wines Roadshow

25 MOSCOW - Russia trebicchieri

NOVEMBER 04 SEOUL - Korea trebicchieri

19-26 WINE&SEA - II EDITION

28 MUNICH - Germany trebicchieri

05 COPENHAGEN - Denmark

08 VANCOUVER - Canada Top Italian Wines Roadshow

22 HO CHI MINH - Vietnam Top Italian Wines Roadshow

FEBRUARY

03 STOCKHOLM - Sweden trebicchieri

Vini d'Italia

trebicchieri

trebicchieri

14 DUSSELDORF - Germany trebicchieri PROWEIN Special

11 PARIS - France trebicchieri Vinexpo Special

JANUARY

30 BERLIN - Germany Vini d'Italia

01 BEIJING - China trebicchieri

APRIL

DUBAI - UAE

19 VERONA - Italy trebicchieri VINITALY Special

MAY

27 HONG KONG - China trebicchieri VINEXPO Special

2019

2020

trebicchieri30 TOKYO - Japan

08 CHENGDU - China Top Italian Wines Roadshow

trebicchieri

06 CALGARY - Canada Top Italian Wines Roadshow

04 MONTREAL - Canada

JUNE

30 SALZBURG - Austria trebicchieri

26 CHICAGO - USA trebicchieri

28 NEW YORK - USA trebicchieri

Top Italian Wines Roadshow

24 MIAMI - USA Top Italian Wines Roadshow

21 MEXICO CITY - Mexico

trebicchieri06 SHANGHAI - China

Notte Italiana - Best of Italy

01 ZURICH - Switzerland Vini d'Italia

MARCH

02 LOS ANGELES - USA

04 SAN DIEGO - USA

05 SAN FRANCISCO - USA

Vini d'Italia

13 LONDON - UK trebicchieri

06 NAPA VALLEY - USA trebicchieri Special Edition

gambero rosso24tre bicchieri

LE sToRIE

C’era una volta in America… il vino italiano in fiasco. E non parliamo di un tempo così lon-tano. Basta andare indietro di 30-40 anni per rendersi conto di che rivoluzione sia av-

venuta in un arco di tempo relativamente breve. Lo sanno bene coloro che quella rivoluzione non solo l'hanno vista, ma l'hanno anche fatta, oltrepassando per primi le fron-tiere vitivinicole del Nuovo Mondo. Allora, il lasciapassa-re si chiamava Vino: The Wines and Winemamaker of Italy, un libro apparso nel 1980, una summa della produzione italiana che, per la prima volta in modo moderno, ma so-prattutto in inglese (poi tradotto anche in altre lingue), faceva conoscere l'enorme patrimonio vitivinicolo del Bel-paese nel mondo. A scriverlo era stato proprio un ameri-cano innamorato dell'Italia, il giornalista e scrittore Bur-ton Anderson a cui, lo scorso 10 settembre, l'Istituto del vino italiano di Qualità Grandi Marchi ha voluto conferire il premio per “aver dato una svolta decisiva al settore oltre i confini nazionali, segnando un punto di svolta i cui effetti sono tuttora in atto”.

L'EvOLUzIONE DELLE ESPORTAzIONI DI vINO IN 30 ANNIDa allora, infatti, iniziò il lungo cammino del vino italiano alla conquista del mondo e soprattutto degli Stati Uniti. Nella fo-tografia del settore di fine anni '80, scattata da WineMonitor-Nomisma, la prima differenza che salta agli occhi rispetto all'immagine odierna, è la diversa collocazione dei consumi di vino che, dall'Europa si sono spostati Oltreoceano. Se Francia e Italia, nel quadriennio 1986-1990, da sole assorbivano il 32% dei consumi, con gli Stati Uniti fermi al 9%, oggi questi ultimi sono in testa con una quota del 14%, contro l'11% dei francesi e il 9% dell'Italia. Poco è, invece, cambiato dal punto di vista dei consumi complessivi mondiali: passati dai 240 milioni di ettolitri di fine anni '80 ai 246 milioni di ettolitri del 2018. Non cambiamo, quindi, le quantità, ma solo le distribuzioni. Moti-vo che ha obbligato anche il vino italiano, per sopperire al calo dei consumi interni (praticamente dimezzati, da 80 litri pro ca-pite a 44) a incrementare l'export. Soprattutto verso gli States.Nelle importazioni globali, rimane rilevante - ma ridimen-

Dallo spostamento dei consumi a quello dell'export dall'europa verso il Nordamerica: così il vino made in italy ha attraversato l'oceano e questi ultimi tre decenni. Lo spartiacque?L'uscita del libro Vino di burton andersona cui l'istituto grandi marchi ha conferito il premio alla carriera

i 30 anni che hanno rivoluzionatoil vino italiano

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a cura di Loredana sottile

Consumi confronto (1990/2018)

2018

cONSuMI MONDO 2018

246 MLN hL

cONSuMI MONDO 1986/1990

240 MLN hL

1986/1990

fonte: Winemonitor Nomisma

gambero rosso26tre bicchieri

LE sToRIE

Denis Pantini

MENO SFUSO E PIU’ VINI CONFEZIONATI (in particolare spumanti) NELL’EXPORT ITALIANO DI

OGGI (tipologie di vini esportati, % sul totale a volume e valori)

Export a valori1991: 919 Milioni €2018: 6,15 MILIARDI €

Export a volumi1991: 12,6 Milioni HL2018: 19,5 Milioni HL

14%25%

62%

70%

24%

5%

1991 2018

Spumanti Fermi&Frizzanti Sfusi

7%20%

37%

60%

56%

20%

1991 2018

Spumanti Fermi&Frizzanti Sfusi

Denis Pantini

Consumi pro-capite*

ITALIA: IN TRENT’ANNI COLMATO IL DIVARIO TRA CONSUMI INTERNI ED EXPORT DI VINO

(Milioni ettolitri)

12,6

19,5

36,6

22,9

0

5

10

15

20

25

30

35

40

export consumi interni

Mln

etto

litri

198680litri 2018

44litri

* popolazione di 15 anni e più

tre bicchieri27gambero rosso

L'ANALIsI

sionato - il ruolo della Germania: dal 22% delle importazioni di 30 anni fa al 14% di oggi, con gli Usa passati dall'8% all'11%. Ma chi sono e chi erano i maggiori esportatori? “Il confronto ci mostra come l'Italia e l'Europa abbiano perso rilevanza” sottolinea il responsabile di Wine Monitor Denis Pantini “se 30 anni fa l'80% dei vini esportati nel mondo era europeo, oggi la percentuale è del 57%, a causa dei nuovi competitor – come Australia e Cile – che si sono fatti avanti”. Nello specifico e considerati i volumi, l'Italia, si trova al secondo posto, passata da 12,6 milioni di ettolitri a 19,5. Di più ha fatto la Spagna (da 4,6 milioni di ettolitri a 21), grazie soprattutto al vino sfuso.Il Belpaese ha, invece, abbassato la quota di sfuso (dal 56% del 1991 al 20% del 2018) a favore dei vini fermi e degli spumanti. Così si spiega anche il notevole incremento a valore: da appena 919 milioni di euro del 1991 a 6,15 miliardi di euro del 2018.

I MERCATI DI SBOCCO IERI E OGGI. FOCUS USA“Seguendo lo spostamento dei consumi, anche le esportazioni di vino italiano hanno spostato l'asse dall'Europa al Nord Ame-rica”, rivela Pantini. Tra i nostri principali mercati di sboc-co, a perdere peso è stato senz'altro quello tedesco, con un ridimensionamento valore dal 34,3% al 16,8%. Viceversa gli Usa son cresciuti dal 17% al 23,4%, mentre nuovi Paesi hanno iniziato a pesare sempre di più: da quelli Nordeuro-pei a Cina e Giappone.“La buona notizia” continua il responsabile di Wine Monitor “è che l'Italia è l'unico top exporter europeo ad aver aumentato la quota negli States negli ultimi 30 anni, passando dal 29,1% del 1990 al 32% del 2018”. La Francia le ha, invece, perse, dal 48,7% al 34%. Chi ha eroso le sue quote? In parte l'Italia – oggi possiamo dire di condividere con i francesi la leader-

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›› ship in Usa, in un continuo balletto di sorpassi – ma an-che i Paesi dell'emisfero Sud: Australia, Cile e Argentina. In particolare, la crescita italiana a volume in 28 anni è stata superiore al 230% (205% per i vini fermi e frizzanti; 410% per gli spumanti): da 969 mila ettolitri del 1990 a 3,2 mila ettolitri del 2018. Interessante anche il riposizionamento del prezzo medio (in Usa pari a 6 dollari al litro): oggi l'Ita-lia è appena sotto questa media (5,84 euro), ma è cresciuta rispetto a 30 anni fa quando era sotto i 4 euro. Sopra di noi ci sono ancora Nuova Zelanda (7,32 euro) e Francia (9,67 euro); sotto Spagna (5,40 euro), Australia ((3,46 euro) e Cile (3,38 euro).Riassumendo il quadro: abbiamo attraversato un trenten-nio di crescita costante, ma di spazi di manovra ce ne sono ancora parecchi.

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Divario consumi interni ed export di vino (mln hl)

Denis Pantini

Consumi pro-capite*

ITALIA: IN TRENT’ANNI COLMATO IL DIVARIO TRA CONSUMI INTERNI ED EXPORT DI VINO

(Milioni ettolitri)

12,6

19,5

36,6

22,9

0

5

10

15

20

25

30

35

40

export consumi interni

Mln

etto

litri

198680litri 2018

44litri

* popolazione di 15 anni e più

Tipologie vini esportati (valore)

EXPORT 1991

919 milioni €

EXPORT 2018

6,15miliardi €

Denis Pantini

NEGLI USA, SIAMO GLI UNICI TRA I TOP EXPORTER UE AD AVER AUMENTATO LA QUOTA NEGLI ULTIMI 30

ANNI… (Quote all’import USA di vino – a valore – dei top fornitori )

34,0%

32,0%

7,1%

5,9%

5,8%

4,6%

3,8%

48,7%

29,1%

0,0%

8,2%

2,1%

0,2%

1,6%

Francia

Italia

Nuova Zelanda

Spagna

Australia

Argentina

Cile

2018 1990

USA. Quote all'import di vino dei top fornitori (valore, 1990/2018)

Istituto Grandi MarchiRaggruppa 19 aziende vitivinicole iconiche de Bel-paese, che insieme totalizzano un fatturato di 570 milioni di euro di fatturato (5,2% del giro d'affari tota-le del vino italiano) e un valore delle vendite all'este-ro pari al 5,9% dell'intero export enologico italiano. Attualmente presieduto da Piero Mastroberardi-no, l'Istituto comprende: Alois Lageder, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Antinori, Argiolas, Col d’Orcia, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafu-gata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Mastroberar-dino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Al-merita, Tenuta San Guido e Umani Ronchi.

fonte: Winemonitor Nomisma

fonte: Winemonitor Nomisma

fonte: Winemonitor Nomisma

Denis Pantini

MENO SFUSO E PIU’ VINI CONFEZIONATI (in particolare spumanti) NELL’EXPORT ITALIANO DI

OGGI (tipologie di vini esportati, % sul totale a volume e valori)

Export a valori1991: 919 Milioni €2018: 6,15 MILIARDI €

Export a volumi1991: 12,6 Milioni HL2018: 19,5 Milioni HL

14%25%

62%

70%

24%

5%

1991 2018

Spumanti Fermi&Frizzanti Sfusi

7%20%

37%

60%

56%

20%

1991 2018

Spumanti Fermi&Frizzanti Sfusi

PARLANO I PROTAGONISTI DEL RINASCIMENTO DEL vINOMa ritorniamo al fiasco di vino di cui sopra. “Fu quello il primo vino italiano che assaggiai” ha ricordato lo stesso Burton Anderson, a Firenze nel giorno della premia-zione organizzata dall'Istituto Grandi Marchi. Poi, però, son seguiti i suoi anni italiani, gli incontri con nomi di spicco come Biondi Santi e Piero Antinori e la scoperta del Belpaese palmo a palmo. Erano gli anni in cui nasceva il Gambero Rosso (1986) e l'Italia, dopo aver toccato il fondo con il caso del vino al metanolo (20 morti; 1986), provava a rialzare la testa.“Fu un periodo magico” ricorda Piero Antinori “quello che viene definito il Rinascimento del vino italiano, ma che a me piace immaginare come una Rivoluzione. Io e Ander-son abbiamo lo stesso anno di nascita e ciò significa che non

abbiamo fatto la guerra perché eravamo troppo piccoli, non abbiamo partecipato alle rivolte giovanili del '68 perché era-vamo troppo grandi. L'unica vera rivoluzione a cui abbiamo partecipato attivamente e di cui potremo raccontare ai nostri nipoti è, quindi, quella del vino”.Una rivoluzione vera e propria perché prima di allora il vino italiano all'estero era sinonimo di prezzo basso, così come ricorda il produttore Angelo Gaja: “I miei primi viaggi negli Usa furono una delusione: i vini italiani presenti sul mercato erano di bassa qualità e per entrare nel giro il prezzo doveva essere più basso del più basso vino francese. Al mio terzo viaggio in Usa, uno dei più famosi giornalisti americani dell'epoca lasciò arrabbiato una degustazione organizzata dal mio importatore, dopo aver sentito il prez-zo, allora giudicato troppo alto per un vino italiano. Le cose iniziarono a cambiare dall''81 in poi: le enoteche furono

gambero rosso 28tre bicchieri

LE sToRIE

quasi costrette a comprare i miei vini perché ormai erano diventati famosi”. Cosa era successo? Anderson aveva pubblicato il suo libro Vino e improvvisamente il vino italiano avevo smesso i panni della Cenerentola per iniziare la sua ascesa sociale. Sono tre i principali meriti di Anderson che Gaja enuncia senza giri di paro-le: “Svelare agli americani che, oltre alla 'merda', esisteva un’altra categoria di vino; dare fiducia ai piccoli artigiani, facendo capire loro che potevano arrivare fino a quel mer-cato così ambito e lontano; fornire un vero e proprio libro di testo per i giornalisti che scrivevano di vino i lingua in-glese”.“Quel libro” gli fa eco Sandro Boscaini “ha sdoganato il vino italiano all'estero, riassumendo il senso di ciò che stava succedendo in quegli anni: il fiorire di una volontà di fare qualità ed andare lontano”.

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Burton Anderson. Chi è?Nato in Minnesota, è stato per diversi anni corrispondente da Parigi per l'International Herald Tribune. Ma a cambiare la sua vita e quella del vino italiano, fu un viaggio in Italia negli anni '70. Si stabilì in Toscana, da dove iniziò a girare per tutti i territori vitivinicoli del Belpaese. Il risultato fu il libro “Vino. The Wines and Winemamaker of Italy”, apparso nel 1980 (a cui seguirono tante altre pubblicazioni), che divenne il testo di riferimento per giornalisti e degustatori internazionali. Definito dal New York Times come l'autorità principale in fatto di vini italiani descritti in lingua inglese, nel 2007 è stato inserito nella Hall of Fame degli scrittori del Wine Media Guild di New York.Lo scorso 10 settembre a Firenze, l'Istituto Grandi Marchi gli ha consegnato il premio "per aver dato una svolta decisiva al vino italiano oltre i confini nazionali" (nella foto, la premiazione).

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