Exibart Onpaper 31

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Exibart.onpaper arte.architettura.design.musica.moda.filosofia.hitech.teatro.videoclip.editoria.cinema.gallerie.danza.trend.mercato.politica.vip.musei .gossip 31 Sped. in A.P. 45% art. 2. c. 20 let. B - l. 662/96 - Firenze Copia euro 0,0001 Exibart.onpaper free | anno quinto | giugno - luglio 2006 Le più grandi soddisfazioni sono due. Di certo è bellissimo vedere questa testata riuscire a rispondere alle esigenze di persone, istanze e categorie diversissime tra loro, magari opposte. Ci è sempre stato dato atto di non fare informazione da supermercato, di non partire dal presupposto che l'arte è un universo piccolo, composto da fazioni ancor più piccole, cui bisogna dire ciò che già sanno e ciò che vogliono. Insomma, ci è sempre stato dato atto di non guardare ai 'gruppetti', di dare voce a tutti, di volare molto molto più alto di tutta una starnazzan- te concorrenza che neppure consideriamo tale. Il risultato sono appunto queste due grandi soddisfazioni, che si concretizzano sempre più dopo la boa del trentesimo numero. Quali sono? La prima è che Exibart risponde appieno ad istanze di tipo 'alto', culturale, intellettuale e di dibattito. Lo dimostra la risposta - sfogliate e troverete - di Raffaele Gavarro ad Alfredo Sigolo riguardo al ruolo attuale della critica d'arte nel sistema. La seconda è che Exibart risponde appieno ad istanze di tipo 'basso', informativo, popolare. Non per niente l'attenzione sempre maggiore ci proviene da territori nient'affatto vicini al classico pollaio dell'arte: il cinema, la moda, il design. Interesse non solo editoriale, ma anche commerciale. Ovvero, aziende che si occupano di fashion, di stili di vita, di beni di consumo, considerano sempre di più la nostra pubblicazione - una testata d'arte! - come adatta a raggiungere un pubblico per loro commer- cialmente appetibile. Se vi pare poco… Ma veniamo in concreto a questo numero 31, che si presenta con la lugubre e splendida copertina di Carla Mattii, ed a quello che ci troverete den- tro. Del dibattito sulla critica d'arte (e sulla curatela) vi abbiamo già detto. Dopo averlo seguito, scegliete dove andare questa estate. In Calabria a vedere il nuovo Museo d'arte contem- poranea Vigliaturo o in Romagna, precisamente a Riccione, dove sta per aprire l'art-hotel del gruppo di moda Sixty? Su entrambi gli opening interviste, approfondimenti e anticipazioni. Uscendo dall'Italia si approda, ancora, a Berlino, da dove il curatore Luca Cerizza risponde alle domande di Marcello Smarrelli, in atmosfera da Mundial di calcio. Di grandissimo interesse tutti quanti gli articoli nelle sezioni 'a tema'. Tra architettura, moda, libri, riviste, suono e teatro. E, come al solito da staccare e ritagliare, la rubrica 'tornaconti' di Alfredo Sigolo. Nella sezione di design un redattore d'eccezione - è il direttore del Museo dell'Arredo Contemporaneo di Ravenna - ci accompagna in un percorso tra i siti web che offrono in vendita esclusivi pezzi tutti da acquistare, analizzando il fenomeno del sito Yoox. E per finire in bellezza la lettura? Andate a cercarvi l'articolo di Valentina Tanni nella rubrica 'tech', un pezzo probabilmen- te storico per il taglio che fornisce su una certa tipologia di produzione e prospettiva artistica. Un articolo che avrebbe meritato più spazio. Non ve lo perdete. info - distribuzione - abbonamento http://onpaper.exibart.com www.exibart.com

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Exibart.onpaperarte.architettura.design.musica.moda.filosofia.hitech.teatro.videoclip.editoria.cinema.gallerie.danza.trend.mercato.politica.vip.musei.gossip

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free | anno quinto | giugno - luglio 2006

Le più grandi soddisfazioni sono due. Di certo è bellissimo vedere questa testata riuscire a rispondere alle esigenze di persone, istanze e categorie diversissime tra loro, magari opposte.Ci è sempre stato dato atto di non fare informazione da supermercato, di non partire dal presupposto che l'arte è un universo piccolo, composto da fazioni ancor più piccole, cui bisognadire ciò che già sanno e ciò che vogliono. Insomma, ci è sempre stato dato atto di non guardare ai 'gruppetti', di dare voce a tutti, di volare molto molto più alto di tutta una starnazzan-te concorrenza che neppure consideriamo tale. Il risultato sono appunto queste due grandi soddisfazioni, che si concretizzano sempre più dopo la boa del trentesimo numero. Quali sono?La prima è che Exibart risponde appieno ad istanze di tipo 'alto', culturale, intellettuale e di dibattito. Lo dimostra la risposta - sfogliate e troverete - di Raffaele Gavarro ad Alfredo Sigoloriguardo al ruolo attuale della critica d'arte nel sistema. La seconda è che Exibart risponde appieno ad istanze di tipo 'basso', informativo, popolare. Non per niente l'attenzione sempremaggiore ci proviene da territori nient'affatto vicini al classico pollaio dell'arte: il cinema, la moda, il design. Interesse non solo editoriale, ma anche commerciale. Ovvero, aziende che sioccupano di fashion, di stili di vita, di beni di consumo, considerano sempre di più la nostra pubblicazione - una testata d'arte! - come adatta a raggiungere un pubblico per loro commer-cialmente appetibile. Se vi pare poco… Ma veniamo in concreto a questo numero 31, che si presenta con la lugubre e splendida copertina di Carla Mattii, ed a quello che ci troverete den-tro. Del dibattito sulla critica d'arte (e sulla curatela) vi abbiamo già detto. Dopo averlo seguito, scegliete dove andare questa estate. In Calabria a vedere il nuovo Museo d'arte contem-poranea Vigliaturo o in Romagna, precisamente a Riccione, dove sta per aprire l'art-hotel del gruppo di moda Sixty? Su entrambi gli opening interviste, approfondimenti e anticipazioni.Uscendo dall'Italia si approda, ancora, a Berlino, da dove il curatore Luca Cerizza risponde alle domande di Marcello Smarrelli, in atmosfera da Mundial di calcio. Di grandissimo interessetutti quanti gli articoli nelle sezioni 'a tema'. Tra architettura, moda, libri, riviste, suono e teatro. E, come al solito da staccare e ritagliare, la rubrica 'tornaconti' di Alfredo Sigolo. Nellasezione di design un redattore d'eccezione - è il direttore del Museo dell'Arredo Contemporaneo di Ravenna - ci accompagna in un percorso tra i siti web che offrono in vendita esclusivipezzi tutti da acquistare, analizzando il fenomeno del sito Yoox. E per finire in bellezza la lettura? Andate a cercarvi l'articolo di Valentina Tanni nella rubrica 'tech', un pezzo probabilmen-te storico per il taglio che fornisce su una certa tipologia di produzione e prospettiva artistica. Un articolo che avrebbe meritato più spazio. Non ve lo perdete.

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GAM GALLARATEMa chi l'ha detto che i centri d'arte contempo-ranea si devono concentrare nelle grandimetropoli? Dove sta scritto che il pubblico vasolo dove lo porta Ryanair o Easyjet? LaGalleria Civica di Gallarate in una provincia -quella di Varese - dove manco il capoluogo èdotato di un centro d'arte contemporanea, siavvia a concludere i lavori di ampliamento chene porteranno la grandezza da milleduecentoa cinquemila metri quadri. Con emeroteca, col-lezione, videoteca, laboratori…

PERILLI L'ALTRAA dire il vero ce ne eravamo già accorti da unpoco. Noi, talent scout come siamo, sulla bra-vura della giovane artista Luana Perilli ci aveva-mo messo un bel post-it a promemoria. Maora che sulla giovanissima romana si è espres-sa, con una dichiarazione che sa di imprima-tur, nientemenoché la collezionista GraziellaLeonardi Bontempo in un'intervista suRepubblica, le cose si fanno ancora più interes-santi. Per fortuna che la copertina perExibart.onpaper 33, Luana, l'ha preparata già.Ora si monterà la testa…

RENZI A UIn Italia preme la generazione U teorizzata daMario Adinolfi e dai suoi. Ovvero quella inforna-ta di talenti under quaranta che hanno voglia difare inversione ad U, appunto, rispetto all'at-tuale assetto di poteri. Matteo Renzi, giovanis-simo presidente della provincia di Firenze, è uncandidato a farne parte. Intanto è stato ilprimo ad invitare il ministro Francesco Rutellisubito dopo la sua nomina. E Rutelli ha fatto diFirenze la meta del suo primo viaggio istituzio-nale.

CICCIOBELLO OKA proposito di Rutelli. Il neoministro - ahinoisuperimpegnato a fare anche il vicepresi-dente del Consiglio - ha fatto poche mossenei primi giorni di governo, ma tutte azzec-cate. Ne scegliamo due: la cooptazione diSalvatore Settis per un ruolo di responsabi-lità e la dichiarazione: "troveremo soldi daiprivati per i beni culturali".

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ANSA PROVINCIALE"L'AJA, 29 APR - Dal 10 maggio la radio olan-dese trasmetterà una pièce basata su 'Laronda della notte', una delle più celebri opere diRembrandt", anticipa l'agenzia Ansa in un lan-cio di fine aprile. Già, peccato che la stessa rap-presentazione era negli stessi giorni on air sullaradio nazionale, per la precisione nell'emittenteRadio3. Ma si sa, all'estero fa più notizia…

MADRE INGRATAMa qualcuno ci spieghi come diavolo si giustifi-ca un megamuseo - pagato con i soldi dei con-tribuenti, giusto per fare un poco di populismo- che, unico in Italia, si ritrova con un budgetcospicuo da spendere in pubblicità e promozio-ne e che, unico in Italia ancora, decide di estro-mettere dalla pianificazione tutte le riviste d'ar-te. Cari amici del Madre, un solo spot in menoin tv vi sarebbe bastato per sostenere l'esi-stenza di tutte le testate d'arte italiane.

PAN PER FOCACCIARestiamo a Napoli. Perché quello che sta suc-cedendo al Pan, lo sbandierato Palazzo delleArti di Napoli, non ci piace neanche un po'.Sottilmente il centro d'arte di Via dei Mille vaad assumere un ruolo localistico, a tratti pro-vinciale, sicuramente subalterno rispetto al piùricco Madre. Il ruolo del direttore artisticoLorand Hegyi non viene tenuto in debito contoin una sovrapposizione tutt'altro che auspicabi-le tra 'direzione artistica' e 'direzione culturale'.Ma davvero Napoli pensa di non potersi per-mettere due centri di rilevanza europea?

RITARDI POTENTIAgli zelanti e ossequiosi organizzatori e curato-ri di mostre che, per aprire i battenti, costrin-gono i visitatori ad attendere oltre ogni limite disopportazione l'arrivo dell'autorità di turno,invariabilmente trattenuta da "inderogabiliimpegni istituzionali". Salvo poi dare "inaspetta-tamente" forfait ben oltre il solito quarto d'oraaccademico. Lasciamoli fuori ai cancelli, perfavore. In nome del pubblico sovrano.

LA FIGLIA DEL PADRONE

Chissà perché in un numero dell'Espresso di qualche set-timana fa, precisamente di fine maggio, la solerteAlessandra Mammì non ha mancato di segnalare condovizia di aggettivi ("sorprendente", "piranesiana", "il bellodel caos…") una piccola mostra di fotografia in una galle-ria privata della romana Via Margutta. Il cognome dellafotografa? Scalfari…

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Volete sapere uno dei perché che hanno portato il nostroPaese a passare dal primo al quinto posto tra le potenzemondiali del turismo? Uno dei motivi - in tempo di globalizza-zione - è proprio la mancanza di coordinamento su internet.Ovvero su un medium sempre più utilizzato da turisti e viag-giatori per organizzarsi le vacanze. Ebbene sono anni che ilgoverno non riesce a inaugurare il portale Italia.it. Ce la faràil nuovo ministro dell'innovazione?

IL FUKSAS FURIOSO

Qualcuno ci spieghi perché Massimiliano Fuksas non se lasente più di fare il suo mestiere - l'architetto - e cerca intutti i modi di accreditarsi un ruolo pubblico e politico.L'ultimo strappo qualche giorno fa in un'intervista alSole24Ore: "Se Di Pietro e Veltroni non mi consultanoprima di fare qualche scelta, prendo il mio studio e lo tra-sferisco a Parigi"…

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sondaggi

sopra: Il critico d'arte de LaStampa Marco Vallorasotto: Il nuovo capo dellaFederal Reserve Ben Bernanke

sopra: Un lavoro di qualche anno fa diAlessandro Gianvenuti

sotto: Il pallone ufficiale FIFA deiMondiali di Germania 2006

4.retrocover Exibart.onpaper

Scoperta recente del raffinato gallerista vien-nese Ernst Hilger, che l'ha prontamente arruo-lata nella propria scuderia, la pittrice SašaMakarová sa resuscitare antiche sensazioniforti nelle sue tele. Nata in Slovacchia nel1966, studi d'arte a Bratislava e poi a Vienna,fondamentali anni di viaggi in Asia centrale,Persia, Nepal, India, Tibet, Cina, ora come oraè conosciuta soprattutto in Mitteleuropea (inItalia ha esposto solo, lo scorso aprile, allaGalleria Artè di Ferrara), ma la sua irruenteestetica fauve, tra deformazioni espressionistee informalità da Gruppo CoBrA, la sta facendonotare rapidamente ovunque. Non meno, biso-gna dire, della sua pura presenza fisica: è unadonna molto bella, alta, possente, dallo sguar-do ferino e le movenze feline. Non passa inos-servata. Altrettanto, o quasi, si può dire dellasua pittura, in un certo senso anacronisticaeppure, oggi, di nuovo originale. In contrastiaccesissimi rosso blu giallo verde, per unavisione esplosiva che quasi ferisce la retina,questa tigre del pennello esprime la gioia fero-ce del colore puro come un'orchestra che

suoni in fortissimo. Isuoi temi si incentranosull'amore come guer-ra, ovvero come con-fronto esplosivo diforze contrapposte:divinità orientali, scorcidi harem, Amore ePsiche, visioni diBabilonia, Adamo edEva nell'Eden (raffigu-

rati prima durante e dopo il peccato originale),odalische matissiane, ironie picassiane sullemodelle e sui loro corpi deformati ad arte, ealtre donne mollemente sdraiate e altri ammic-canti corpi prorompenti non solo per i colori. ERegine della notte, non tutte esattamentemozartiane, e le millanta posizioni delKamasutra: emozioni quasi gridate: un vitali-smo ossessivo ed una furia sensuale agitanole sue pennellate materiche, un fuoco paganoarde nella frenesia del suo atto creativo, chemescola orgiasticamente l'arte al sesso, l'eb-brezza all'intelligenza, l'indicibile all'indescrivi-bile, la forma all'informe, il rumore all'armonia,il caos alla struttura. "Senza musica non possoamare", dichiara. E si capisce che senza l'a-more, come sentimento anche fisico, né puòvivere né creare. La pantera Saša Makarová,menade sfrenata dell'olio su tela, incute unreverente timore mentre ti si offre squassantenell'impasto dei suoi cromatici orgasmi multipli.E il suo primitivismo quasi epico, dell'epica del-l'amore, si fa forse metafora della mitica (allet-tante?) vagina dentata.

sexybart.saša makarová di ferruccio giromini

i perché del mese

vedodoppio

bene!

male!

vedremo...

Rutelli è Ministro della Cultura

17,53%

39,43%

43,04%

mart

galleria civica tn

kunst merano

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In Trentino Alto Adige preferisco

34,72%

45,10%

13,95%

6,23%

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6.opinioni Exibart.onpaper

WWW.PRESTINENZA.ITUn libro da comprare: "Peripezie del dopoguerra nell'arte italiana" scritto da AdachiaraZevi e pubblicato dalla Einaudi. Il motivo? Semplice, al di là di altri meriti, è una dellepoche storie sull'Arte contemporanea italiana che esamina i rapporti che vi sono statitra gli artisti e gli architetti, mettendo in luce la passione che molti pittori e scultorihanno avuto per l'architettura e, viceversa, l'attrazione di molti architetti per l'arte. Ilmerito è tanto più grande perché evita l'atteggiamento specialistico di chi non si avven-tura al di fuori di uno specifico campo disciplinare e rilancia una vecchia tradizione dicritici che spaziavano dall'arte all'architettura al design. Penso a personaggi del calibrodi Giulio Carlo Argan, di Sergio Bettini, di Cesare Brandi, di Renato De Fusco, di CesareDe Seta, i quali, pur da angoli prospettici diversi, tentavano grandi sintesi.Scritto con uno stile accattivante, anche se a tratti si fa fatica a seguirne la trama perché il raccon-to, scarsamente corredato di immagini, presuppone una certa conoscenza della materia, il librodella Zevi ha come protagonista indiscusso Lucio Fontana, un artista che non solo ebbe a collabora-re più volte con gli architetti, ma che fu anche l'inventore di un'arte rigorosamente spaziale. Che abo-lendo lo sfondo del quadro, mette in crisi i confini rigidi dell'architettura scatolare e accademica.Il volume, nonostante metta in campo un'enorme mole di informazioni su una svariata quantità dipersonaggi (e, da questo punto di vista, può essere prezioso a chi voglia meglio conoscere alcunevicende dell'arte italiana del dopoguerra) è scritto da un critico militante. È quindi molto tagliato econ esclusioni sorprendenti: a Maurizio Cattelan, per esempio, è dedicato solo un rapidissimo e sar-castico cenno. Inoltre, a differenza di una trionfante critica contemporanea che cerca di prendere ilmeno possibile posizione, non mancano stroncature (la transavanguardia per esempio è liquidata,e a ragione, come un fenomeno regressivo) insieme a beatificazioni altrettanto decise: le parole ere-tico e profetico ricorrono nelle pagine del libro per tutti i personaggi ritenuti di un certo interesse.Torniamo al rapporto arte-architettura. Oggi sono numerosi gli artisti operanti sulla scena interna-zionale che si stanno avventurando sul versante della costruzione. Si pensi, per tutti, a Vito Acconci.Viceversa, costruttori come Koolhaas preferiscono esporre alla Biennale d'arte di Venezia piuttostoche a quella di architettura. Charles Oldenburg, intervistato a proposito della differenza tra una scul-tura e un edificio, ha affermato: la prima si distingue dal secondo perché non ha gabinetti al suo inter-no. Bene, se così stanno le cose, occorre che il tipo di indagine avviato da Adachiara Zevi sul cam-pione degli artisti italiani del dopoguerra, vada esteso e reso più sistematico. Chissà se, nel prossi-mo futuro, anche i critici non sentiranno il bisogno di abbandonare i loro vecchi e angusti orticellidisciplinari per tornare a considerare l'arte come un fenomeno sostanzialmente unitario.

luigi prestinenza puglisidocente di storia dell'architettura contemporanea - la sapienza - roma

PABLOB."Sei un giovane artista tra i venti ed i trentacinque anni? Allora partecipa aPaginebianche d'autore. Invia la tua opera: potrà diventare la copertina della pros-sima edizione delle Paginebianche della tua regione! Pensa che gli elenchi telefoni-ci sono distribuiti in tutta l'Italia in trenta milioni di copie! Un'occasione unica! Lavostra immagine sulla copertina di Paginebianche. Altro che mostra in una galle-ria! Il prescelto sarà tutti i giorni sotto gli occhi degli utenti della sua Regione."Così recitava il bando ricevuto via e-mail.

Monet sosteneva invece che i giovani bisogna scoraggiarli. E non lo diceva perché, diventato il GrandeVecchio delle Ninfee, temeva di venire surclassato dalle nuove leve, bensì per spirito di altruismo, per-ché ci teneva - buonuomo - a che i pischelli non venissero traviati da falsi miti, non finissero preda delmiraggio di un facile foraggio, aveva insomma a cuore che non fossero distratti dalseguire prospettive più concrete e consone alle loro naturali inclinazioni. Tipo bracciasottratte all'agricoltura, all'avvocatura, a una robusta stagionatura nello studio.Ma qui, ora, nessuno lo sta più a sentire. Anzi. Non è dunque un caso che, in un periodo di grave sotto occupazione e di precariatoaddannato, i "giovani artisti" si moltiplichino e vengano blanditi dalle istituzioni per esse-re pilotati verso un'area di parcheggio a tempo indeterminato.E non è un caso che Gai (associazione per il circuito dei giovani artisti italiani), ilMinistero per i beni e le attività culturali e Darc (cui fanno capo Maxxi & co) si sianoconsociati e abbiano lanciato questo ennesimo concorso.Ma tralasciando l'aspetto sociale, qual è stato il risultato? D'accordo sul fatto chel'effetto confetto, mutuato dalle scatole di cioccolatini che utilizzano un quadro smie-lato come illustrazione, è sempre e comunque nefasto. Ma bisogna anche ricono-scere che come fiocchetto decorativo funzionano assai meglio i papaveri impressio-nisti, gli sfrantumi tradizionalisti, che non certi inciafrugli sedicenti avanguardisti. Immagino i milioni di utenti intenti a scrutare la solita foto sapientemente sfocata,l'eterna composizione digitalizzata sgranata, l'ennesima istantanea scentrata all'in-segna del gergale concettuale che va tanto.Immagino come i pensionati di Matera e le casalinghe di Voghera rimpiangerannole vecchie copertine di una volta tutte piene di anticaje petrelle, con le pecorelle alpascolo, col monumento che si erge mascolo sull'ere passate presenti e future.E immagino le migliaia di giovani artisti speranzosi di riuscire a ritagliarsi un posto nellarosa dei beati selezionati la cui "opera potrà diventare la copertina del nuovo volumePaginebianche e essere esposta in tutte le case e i posti di lavoro dei loro concittadini!".Selezionati & destinati a venire giubilati allo scoccare del trentaseiesimo anno d'età(limite massimo consentito per eccedere alla fantastica tenzone) quando, dio volen-do, alcuni beati passeranno nella fulgida schiera dei Maestri Conclamati.Solo allora, se avranno raggiunto le vette dei cretti di Burri, potranno sperare di realizzare il mani-festo della sagra del castagnaccio a Castel del Piano, se avranno assimilato le riflessioni di DanielBuren, potranno sognare che gli venga affidata la risistemazione della segnaletica stradale oriz-zontale e verticale, se avranno digerito la lezione di Fontana diventeranno i testimonial del Premiodi Taglio & Cucito. Ai poster (e alle copertine) l'ardua sentenza.

pablo echaurrenartista e scrittore

PAROLE SANTE.Il patrimonio storico-artistico disegna il genius loci italiano. Un patrimonio immenso, talvoltaesiliato nei musei, talaltra investito dal degrado. Un sistema umanistico creato per nobilita-re il vissuto. Una ricchezza spirituale che mostra la visione del mondo e il genio della civiltà.Un universo dinamico che esige nuova creatività e attenta compartecipazione. Un prodot-to godibile dove la dimensione immanente richiama la trascendenza divina.L'Italia ha felicemente sintetizzato classicità e cristianesimo, così che il suo territorio èimpreziosito da una costellazione di richiami religiosi voluti dalla pietà popo-lare e dalla committenza ecclesiastica. La "cultura" dunque ha espresso il"culto", confermando l'uguale radice indoeuropea dei due termini che indi-cano lo sviluppo della polis, facendo già dire a Demostene: "Guai a quellacittà che non ha il suo tempio!". Questo conferma che il "tesoro" italiano non è costituito solamente da vesti-gia di inestimabile valore storico e artistico, ma anche da collettività diincomparabile creatività culturale e religiosa. In questo contesto, il patrimo-nio cristiano non rappresenta la memoria di una civiltà scomparsa, ma l'in-segna di una civiltà persistente, che ha percorso con diuturna creatività eprofonda spiritualità due millenni di storia. Pertanto, la sua gestione è indis-solubilmente associata alle dinamiche ecclesiali e al senso civico. La commercializzazione delle strategie, la mistificazione dei significati, l'estetiz-zazione dei manufatti ha invece innestato processi antiumanistici. Tale fenome-no, che deriva dalle schizofrenie della postmodernità, da una parte astrae gli"artifici" dagli "artefici", dall'altra separa la fruizione dalla destinazione. Vanno allora ridefinite le politiche per ibeni culturali, poiché tali beni sono diventati diffuso oggetto di analisi estetica e di commercializzazione turisti-ca, ma praticamente ed ideologicamente hanno subito un processo di allontanamento e di estraniamento dalfine umanistico che li qualifica socialmente e religiosamente. Di conseguenza, rischiano la riduzione a "spetta-colo" borghese. Non appartenendo più al patrimonio del quotidiano, l'arte ostenta la separazione dal vissuto,con dinamiche opposte a quelle del cristianesimo che teologicamente si fonda, attraverso la logica dell'incar-nazione, sulla presenza del "Dio in mezzo a noi" e culturalmente evidenzia, attraverso la bellezza sensibile, tantola prossimità del divino quanto la dignità dell'umano. (continua a pag. 91)

carlo chenissegretario per la pontificia commissione per i beni culturali

ERGOSUM.Il mucchio selvaggio della comunicazione. Secondo il grande studioso del linguaggio Roman Jacobson, vi sonodue potenti modi di polarizzazione della comunicazione umana: quello metonimico o della contiguità e quellometaforico o della similarità. Il primo è soggetto a disturbi sulla costruzione della frase, che può degenerare nel-l'anagrammatismo diffuso; qui l'ordine delle parole diventa caotico, non ha una sequenza logica, ma è affidataall'impulso o allo stato emozionale. Il secondo (la similarità) è, inversamente, soggetto alla dispersione eteroni-mica o all'entropia metaforica: in mancanza di un contesto riesce impossibile avviare una frase. Potremmovedere il mondo attuale della comunicazione come un'estremizzazione di queste due forme. Tutto l'attuale flus-so comunicativo, tutta l'ingordigia mediatica che ingabbia la comunicazione, non è che l'estroversione esacer-bata e virale di queste due forme che s'ignorano a vicenda. Nell'impiego minimalista, nell'espansione particola-ristica dei gerghi sociali d'oggi, si configura una comunicazione da "mucchio selvaggio", è sufficiente ricordarela recente campagna politica per rendersene conto. Il cortocircuito comunicativo dissolve qualsiasi senso delleparole, che naufragano nella sincope, centrifugate in una vertigine insignificante della comunicazione-massacome accade per le merci. Nell'entropia metaforica, invece, è tutto il sistema referenziale del linguaggio cheviene a mancare; un disturbo del genere provoca una paralisi combinatoria nella ricerca d'espressioni eterono-me, divenendo vittima di un blocco selettivo, si perde la capacità di selezionare espressioni ed immagini. Sonodue forme violente di afasia del linguaggio che si sono rapidamente generalizzate. Osservando i gerghi espres-sivi che si sono imposti negli ultimi tempi - dalla politica all'arte, dalle relazioni familiari a quelle sociali, ecc.- si assiste alla riduzione del linguaggio ad un gioco di apparizione e di scomparsa, dove tutti i termini sonodi una uguale visibilità, un linguaggio emozionale, che gioca sull'effetto speciale, sulla scia della triade sport-

spettacolo-televisione, modello imperante della lingua globale. Di fatto ciò che scompare è la plastici-tà della comunicazione aperta all'alterità, (non dimentichiamo che negli ultimi tempi le parole "altro"o "straniero" suscitano paure e diffidenze, come un tempo lo suscitavano le parole "ebreo", "zingaro",ecc., la versione aggiornata di queste parole che innescano l'altro nell'identità sociale e linguistica, èla parola "clandestino" coniata dalle politiche reazionarie). Tutto ciò somiglia bene ad una sindromeautistica, o ad una fissazione immaginaria del linguaggio. (continua a pag. 91)

marcello faletrafilosofo, saggista e redattore di cyberzone

PIZZINI.Quando accadrà anche da queste parti? Quando arriverà la bufera? Quando scoppie-rà la bomba? Quando salteranno i tombini? Quando cominceranno a venire fuori isegreti di Pulcinella? Chi è, o meglio, chi sono i "Lucky Luciano" dell'art-system?Tanti se lo staranno chiedendo, in questi giorni, mentre divampa il caso Moggi. Loscandalo è di quelli grossi, ma certamente non distruggerà il tempio del Dio Pallone,sulle cui are continuerà a bruciare l'oppio di popoli alla cui truffata buonafede è dav-vero molto, molto difficile credere. Del resto, come ebbe a scrivere LeonardoSciascia - uno che di "cupole" se ne intendeva - "l'Italia è un paese senza verità. Ne èvenuta fuori, anzi, una regola: nessuna verità si saprà mai riguardo ai fatti delittuosiche abbiano, anche minimamente, attinenza con la gestione del potere".E tutti noi, dall'editorialista del Corsera al pescivendolo del mercatino rionale, sap-piamo - e perfino speriamo, con una fame e sete di giustizia che sa di sciacalla evendicativa trepidazione - che potenzialmente ce n'è per tutti. Perché l'ex direttoregenerale della Juve non è soltanto il manovratore, ma l'attore (di spicco, certo, manon monoloquente… intercettazioni docent) di un teatrino che ha tante, tante altremarionette. Inevitabile il coinvolgimento di politici (addirittura il coriaceo ministroBeppe Pisanu, vien quasi paura a pensarci), imprenditori e chissàquant'altro: una catena di Sant'Antonio teoricamente illimitata,organica ad un struttura globale. E sfaccettata. In cui, a voler tro-vare tutti i link, si fa la fine di Hansel e Gretel nel bosco.E allora sarà il caso di farsela, questa domandina: quand'è che le neb-bie di Corruttopoli si diraderanno anche sull'artbiz? Superconsulenti emegacuratori dai cachet hollywoodiani, budget gonfiati per mostre-soufflé, soprintendenti con la patente di satrapi, critici a gettoni, quotazioni stellari peroperine da tre soldi, direttori assenteisti e presidenti-ombra di fondazioni e musei che,costretti dal conflitto di interessi più che da un sincero briciolo di etica professionale,si nascondono dietro assistenti e pupilli (largo ai ggggiovani!), tot-ennali strombazzatecon gran dispiego di forze e, soprattutto, di risorse pubbliche… tutto regolare?Domanda retorica. (continua a pag. 91)

anita pepegiornalista

UN SACCO BELLO.Perché le imprese italiane investono poco in arte contemporanea? Mentre il nostro collezionismo privato èvivace e dinamico, le imprese, a differenza di quanto accade in paesi come la Germania o il Regno Unito, sonomolto più restie, e anche quando gli imprenditori diventano collezionisti sono in genere più inclini ad acquista-re per sé che per l'azienda. L'argomento classico che viene proposto per spiegare lo scarso interesse è la man-canza di incentivi fiscali: se gli acquisti d'arte potessero essere detassati, si argomenta, le imprese acquiste-rebbero molto di più. C'è motivo di dubitarne, almeno in parte: ascoltando l'esperienza degli imprenditori chehanno deciso di investire in arte a livello aziendale o addirittura di costruire una collezione aziendale, quasi maisi sostiene che un'incentivazione fiscale favorevole avrebbe potuto giocare un ruolo decisivo nella decisione diimboccare questa strada. Quel che conta è la passione e la convinzione dell'importanza di questo tipo di inizia-tiva. Sono molti di più, invece, gli imprenditori che non investono a richiamare la mancanza di incentivi fisca-li come giustificazione, che però suona spesso come una via comoda per togliersi d'impaccio. In realtà,approfondendo la questione, emergono altri elementi molto più decisivi: la paura di non avere abbastanza

competenze per affrontare il mercato dell'arte, la paura di reazioni negative da parte deidipendenti che potrebbero considerare la collezione uno spreco di danaro e una sottrazionedi risorse nei confronti di priorità più importanti, la paura di attrarre l'attenzione della finan-za e di subire accertamenti particolarmente accaniti, e così via. (continua a pag. 91)

pier luigi saccopro-rettore alla comunicazione e all'editoria e

direttore del dip. delle arti e del disegno industriale - università iuav - venezia

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Furto da duecento milioni di euro a collezionista inglese."È solo una minima parte della raccolta"Nessuno avrebbe pensato che quel furto avvenu-to in febbraio in un castello nei pressi diMarlborough, sarebbe diventato il più grandedella storia. Ora la conclusione delle stime - rive-la il website di The Art Newspaper - fissa il valoredegli oggetti trafugati in quasi duecento milioni dieuro. Ma la notizia più eclatante è che il furto hainteressato solo una piccolissima parte della col-lezione di Harry Hyams, settantottenne immobi-liarista in pensione di origini russe, che in cin-quanta anni ha messo insieme una delle maggio-ri collezioni private inglesi, seconda solo a quelladella Regina e di poche altre casate nobiliari. Iladri a malincuore hanno dovuto lasciare alle pareti - forse a causa diproblemi logistici - i dipinti di Turner, Gainsborough, Goya, Rubense Rembrandt. Fra i trecento oggetti asportati, una preziosissima rac-colta di orologi del '600 e '700, dei busti in porcellana e delle porcella-ne francesi Vincennes. Hyams e la moglie, che non hanno eredi, allaloro morte lasceranno tutta la loro collezione all'Inghilterra.

Solo per l'ironia del nome scelto, merita una menzione specia-le. Tina b., ovvero This Is Not Another Biennale: che pare averdigerito tutti i dibattiti sulla biennalite imperante. O magari nonaver digerito certe "biennali" che imperversano da quelleparti… Siamo infatti a Praga, e Tina b. è un festival che mettein campo - fino al 27 giugno - mostre internazionali, spettacoli,cicli cinematografici ed installazioni in tutta la città, con attivitàdidattiche ed altri eventi speciali. E che parte dalla volontà dipresentare la scena culturale e l'energia creativa contempora-nea di Praga e dell'Europa centro-orientale, in rapporto con itrend emergenti in tutto il mondo. Diverse mostre sono presen-tate nelle sette settimane del festival in storiche ubicazioni delcentro di Praga e in tutta la regione circostante, con circa set-tanta artisti provenienti da Canada, Finlandia, Francia,Germania, Inghilterra, Italia, Messico, Svizzera, Svezia, StatiUniti. Fra i principali eventi in programma - ospitati nel VeletrzniPalace, sede della Galleria Nazionale d'arte moderna e con-temporanea - la mostra Same Same But Different, curata daPascal Beausse, incentrata sulle nozioni di copia, falso, replicae simulacro, con opere - fra gli altri - di Sylvie Fleury, SubodhGupta, Mathieu Mercier, Jean-Luc Vilmouth.

fino al 27 giugno 2006 - Praga, sedi VarieTina b.Janovskeho 23 - Prague 7, 170 00 - Czech Republic Tel +420 774 695 494 - [email protected] - www.tina-b.com

Tina b., ovvero la non-Biennale di Praga

Speculazioni immobiliari a Montmartre? A Parigi si alzano le barricateCerto l'immagine attuale è ormai lontana da quella romantica fissa-ta nell'immaginario collettivo. È tuttavia difficile negare cheMontmartre - il celebre quartiere parigino degli artisti - conserviancora oggi un forte carico di suggestione e fascinazione, per chiabbia anche solo sfiorato le biografie dei grandi artisti che vi sonopassati. Ora - ne da notizia La Repubblica - un pezzo importante diquella storia rischia di scomparire. La Villa des arts - villaggio di ate-liers in vetro e acciaio ai piedi della Butte, costruita nel 1890 conalcuni pezzi dell'esposizione universale, tra cui una bellissima scalametallica - è stata acquistata da una società immobiliare, laTransimmeubles, che vorrebbe ricavarne un grande complessoresidenziale. La struttura - un monumento storico tutelato dal mini-stero della Cultura - fu abitata da Cézanne, Renoir, Toulouse-Lautrec. Vi soggiornarono inoltre Verlaine e Baudelaire, mentre André Techiné e Federico Fellini la utilizzarono comescenografia per i loro film. L'operazione pare aver colto di sorpresa il comune di Parigi, che sta cercando di reperire fondiper riacquistare il sito, appoggiato dagli agguerriti comitati spontanei sorti in difesa di questo pezzo di storia francese.

Il ritorno di Janus. Con un numero monografico su MilanoDopo una sosta di qualche numero, riprende le pubbli-cazioni Janus, l'originale rivista multidisciplinare creatadall'artista Jan Fabre, che si è ritagliata un interessan-te spazio tra i periodici dedicati all'arte contemporanea.La nuova redazione - cui Fabre ha affidato la prosecu-zione del progetto, con l'impegno di preservarne lo spi-rito e lo stile - è costituita da Charlotte Bonduel, Luigi DiCorato, Francesca di Nardo, Giovanni Iovane, TobiasKokkelmans, Frank Maes. Nicola Setari è il nuovo diret-tore. L'iniziativa nasce dalla partnership siglata dallasocietà Janus di Gent, in Belgio - che detiene i dirittidella rivista - con Silvana Editoriale. Janus cercherà diconiugare un'inedita formula che prevede l'approfondi-mento e l'ironia, una "digestione" lenta che riesca a tra-sformare in giudizi le opinioni suscitate dalle novità. Ilformato, la grafica e il supporto della rivista restanoinvariati, ma da quadrimestrale diverrà semestrale, conun maggiore numero di pagine. Ogni numero della rivi-sta sarà dedicato ad una città creativa europea (e infuturo non soltanto), e il prossimo, in uscita a fine mag-gio-inizio giugno, sarà dedicato a Milano. Una nuovasezione ospiterà le presentazioni di cinque critici d'artecontemporanea di altrettanti artisti con i quali hannolavorato o hanno progetti in corso.

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Fondazione Ratti, i nomi dei venti partecipanti al Corso Superiore di Arti Visive 2006

Completata la "griglia di partenza" della dodicesima edizione del CorsoSuperiore di Arte Visiva (CSAV) della Fondazione Antonio Ratti di Como, inprogramma dal 3 al 22 luglio 2006. La Fondazione ha infatti reso noti i nomidei venti giovani artisti che partecipano al corso - Visiting Professor di que-sta edizione è l'artista e architetto slovena Marjetica Potrc - , selezionatidalla commissione scientifica, che sono: AiPOTU (Norvegia), GiorgioAndreotta Calò (Italia) e Timea Anita Oravecz (Ungheria), DafneBoggeri (Italia), Vesna Bukovec (Slovenia), Candice Jee (Australia),Alice Cattaneo (Italia), Ulrika Ferm (Finlandia), Gunndís YrFinnbogadóttir (Islanda), Michael Fliri (Italia), Emma Houlihan (Irlanda),Tara Kennedy (Irlanda), Inmi Lee (Corea), Emanuel Licha (Canada),Jonatah Manno (Italia), Alison Miller (USA), Jennie Moran (Irlanda),NeuroTransmitter (USA), Gastón Ramírez Feltrín (Messico/Italia),Matteo Rubbi (Italia), Eugenio Tibaldi (Italia), Nicola Toffolini (Italia). Ilcorso, dal titolo Fragmented City, prevede un'attività quotidiana conMarjetica Potrc, approfondimenti teorici proposti dai curatori interni, un pro-gramma di performances e tre conferenze aperte al pubblico, con KyongPark, architetto e urbanista, e con il gruppo Stalker. La conferenza dellastessa Potrc si tiene invece in concomitanza con l'inaugurazione della suamostra personale, Fragmented City. La mostra che raccoglie i progetti ela-borati dai giovani artisti durante il seminario si terrà nel mese di settembrea Milano. Le attività del corso vengono documentate da due pubblicazioni,un libro dedicato al visiting professor, edito da Actar e una rivista ideatadurante il corso, realizzata da Produzioni Nero. I Visiting Professor deglianni scorsi sono stati: Joseph Kosuth (1995), John Armleder (1996),Allan Kaprow (1997), Hamish Fulton (1998), Haim Steinbach (1999),Ilya Kabakov (2000), Marina Abramovic (2001), Giulio Paolini (2002),Richard Nonas (2003), Jimmie Durham (2004), Alfredo Jaar (2005).

Titolo del workshop: Fragmented City, corso superiore di arte visiva conMarjetica Potrc, XII edizioneDate del corso: dal 3 al 22 luglio 2006, spazio ex-Ticosa, VialeRoosevelt, Como. Titolo della mostra: Marjetica Potrc, Fragmented City, mostra personaleData della mostra: 6 luglio - 27 agosto 2006, spazio ex-Ticosa, VialeRoosevelt, Como.Inaugurazione: 6 luglio 2006, ore 18.30dal martedì alla domenica dalle 16.00 alle 19.30 Conferenze: 6 luglio 2006, ore 18.30, Marjetica Potrc, spazio ex-Ticosa,Viale Roosevelt, Como.13 luglio 2006, giovedì, Kyong Park,FAR, Lungo Lario Trento 9, Como20 luglio 2006, giovedì, Stalker,FAR, Lungo Lario Trento 9, Como

Reality show per artisti in galleria a NewYork. Il premio? Una Green Card...

Un po' mostra, un po' reality show. Fin qui, nulla dispeciale, siamo ormai abituati a situazioni ben piùeccentriche, a commistioni ben più esasperate. Maè il premio riservato al vincitore della tenzone, a farsaltare sulla sedia. Siamo a New York, la galleria èla Whitebox di Chelsea, che per una settimana - dal24 al 29 aprile - ha allestito una sorta di "grandeFratello" artistico, segregando letteralmente ottoartisti stranieri nelle sale della galleria, e chiedendoloro di realizzare un'opera con i minimali oggettimessi a disposizione, un materasso, una sedia pie-ghevole, un taccuino e due penne. Alla fine una giu-ria ha decretato il vincitore… ah, si diceva del pre-mio: un permesso di soggiorno - sì, proprio la famo-sa green card! - per meriti artistici, rilasciato daldipartimento dell'immigrazione del governo ameri-cano. Gli otto partecipanti ad Asylum NYC, tutti pervari motivi a rischio di espulsione dagli USA, prove-nienti da Serbia, Brasile, Germania, Giappone,Nigeria, Polonia, Colombia, Venezuela e Ucraina,hanno a loro volta superato una selezione chevedeva in corsa duecentotrentacinque artisti di qua-rantatre paesi diversi. Restiamo in attesa di cono-scere il nome del fortunato vincitore…

Fondazione Antonio RattiLungo Lario Trento 9 - ComoTel 031 [email protected]

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Guggenheim worldwide. Nuove sedi a Mosca e Abu Dhabi?

Ufficialmente tutti negano. Pare tutta-via che la multinazionale Guggenheimsia in trattativa per l'apertura di duenuove sedi, nell'Abu Dhabi e a Mosca.Stando al website di ARTnews,Thomas Krens (nella foto), direttoredella Solomon R. GuggenheimFoundation di New York, avrebbeavuto in questi giorni dei contatti perqueste nuove iniziative; i rappresen-tanti dell'Abu Dhabi - dove Krens si èrecato il 1° maggio - avrebbero addirit-tura versato un deposito di due milionidi dollari a garanzia dell'opzione. Sul versante russo, pare cheKrens abbia incontrato Shalva Breus, ex ministro delPatrimonio e presidente della finanziaria Ost West Group, conil quale si sarebbe discusso di una possibile location per il ramodel Guggenheim. Al pranzo erano presenti anche Nic Iljine,direttore corporate development per l'Europa e il Medio Orientedella Guggenheim Foundation, e l'art dealer moscovita AidanSalakhova. Breus - uno degli uomini più ricchi del paese - con-ferma l'incontro, cui è seguita una visita delle sue numeroseproprietà immobiliari, alla ricerca di eventuali location per ilfuturo museo. Sotto la direzione Krens il Guggenheim - che hafiliali a Berlino, Bilbao, Venezia e Las Vegas - ha già avviato l'a-pertura di musei Guggenheim-branded a Hong Kong, Rio il deJaneiro, Taiwan, Lower Manhattan e Guadalajara, Messico.

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FEDERICO MADDALOZZONato a Pordenone 1978. Vive a Bologna.Pantone 332 - 2006c-print.serie di fotografie. cm. 7,5 x 10

VALERIO ROCCO ORLANDONato a Milano 1978. VIve a Milano.Amalia- 2006Video still

ROSSANA BUREMINata ad Augusta (SR) 1975. Vive e lavora a Milano.Questo amore moderno - 2006Materiali vari. cm. 25 x 25 x 4,5

La decima edizione della Biennale di Architettura di Venezia è statapresentata a Roma, in Campidoglio, dal presidente Davide Croff edal direttore Richard Burdett. La mostra - che aprirà al pubblico dal10 settembre al 19 novembre - è dedicata al tema Città. Architetturae società, alle tematiche chiave che le città globali, con una popola-zione superiore ai tre o quattro milioni di abitanti in continuo aumen-to, attualmente si trovano ad affrontare. Dai problemi dell'emigrazio-ne alle incognite della crescita, dall'evoluzione della mobilità, allaricerca dello sviluppo sostenibile. In particolare, verrà esaminato ilruolo degli architetti e dell'architettura nella realizzazione di contestiurbani democratici e sostenibili, e i loro collegamenti con la politicadegli interventi, le azioni di governo e la coesione sociale. AlleCorderie dell'Arsenale - attraverso proiezioni di filmati inediti sugrandi schermi, fotografie, grafici elaborati tridimensionalmente -verrà presentato un allestimento con le esperienze urbane di sedicigrandi città nei quattro continenti del pianeta: Shanghai, Mumbai eTokyo in Asia; Caracas, Città del Messico, Bogotá, San Paolo, LosAngeles e New York nelle Americhe; Johannesburg, Il Cairo eIstanbul in Africa e nell'area del Mediterraneo; città europee comeLondra, Barcellona, Berlino e Milano-Torino. Nell'(Ex?)PadiglioneItalia ai Giardini la complessa visione dell'intervento urbano sarà invece analizzata dai progetti di dodici istitu-ti di ricerca internazionali. Ex Padiglione Italia, si accennava, perché con questa mostra debutta il discutibile -e discusso - Nuovo Padiglione Italiano nella prima Tesa delle Vergini all'Arsenale, una scelta che pone l'Italia,paese ospitante, in posizione decisamente subalterna rispetto allo storico fulcro della manifestazione, iGiardini. Accompagnano l'esposizione internazionale due sezioni collaterali, i progetti Città di Pietra a Veneziae Città - Porto a Palermo, omaggio all'iniziativa Sensi Contemporanei, progetto promosso a partire dal 2003dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - DARC per lo sviluppo dell'arte e dell'architettura contempora-nee nel Mezzogiorno italiano. Tra le novità della 10. Mostra Internazionale di Architettura, la cerimonia di pre-miazione che si svolgerà a novembre a conclusione della mostra anziché durante la vernice, e comprenderàanche i progetti delle due sezioni collaterali, che prevedono ciascuna l'assegnazione di nuovi premi specifici:il Leone di Pietra per la sezione veneziana e il Premio di Architettura Portus per la sezione palermitana.

Taglio sociologico per la Biennale di Architettura di Venezia, presentata a Roma in Campidoglio

Ufficio Stampa Arte e ArchitetturaTel 041 5218846/5218716/5218733 Fax 041 [email protected]

Si inaugura in Toscana il primo Museo del Design Industriale italiano. E Milano sta a guardare…Mentre a Milano si continua a discutere sulla possibilità di realizzare un Museo del Design - voci dicono che potrebbesorgere in alcuni padiglioni della Fiera, quelli che fino allo scorso anno ospitavano Miart - , la Toscana gioca d'anticipoe, nell'ambito delle manifestazioni del Genio Fiorentino, inaugura a Calenzano, fra Firenze e Prato, il primo Museo delDesign Industriale italiano. Nel museo - nato dalla collaborazione tra Università, Comune di Calenzano e fondazione AQper il Design - sono raccolti e conservati oltre cento pezzi tra i più classici e innovativi del made in Italy. Il Comune hamesso a disposizione i locali, la Fondazione possiede circa cento esemplari, che abbracciano un periodo che va dal1960 ad oggi, selezionati in occasione della mostra che si è tenuta in ottobre enovembre 2005 a Firenze e a Calenzano. Gli esemplari, ottenuti per acquisizioneo donazione, saranno in mostra permanente nel Centro Arte e Design, e nel temposi accresceranno con nuove acquisizioni. Si va dalla macchina da scrivereValentina di Ettore Sottsass del 1969, alla chaise-longue Larus di Poltrona Frau,al casco Figther Bluetooth di Momo Design 2003, con oggetti di Brionvega, Flos,Danese, Olivetti, e pezzi progettati da designer come Enzo Mari e Renzo Piano.

A futura memoria. Nasce a Londra l' "Agenzia per i Progetti Irrealizzati" nelle artiPer ogni progetto portato a compimento centinaia di altre proposte di artisti, architetti, designers in tutto il mondorimangono irrealizzate e invisibili al pubblico. A questo si propone di porre rimedio l'Agency for Unrealised Projects(AUP), iniziativa - presentata nei giorni scorsi a Londra da Serpentine Gallery ed E-flux - che cercherà di documen-tare ed illustrare questi lavori attraverso pubblicazioni, un archivio ed un ufficio che raccoglierà questo materiale"sommerso". L'archivio, che si baserà sul materiale raccolto in dieci anni da Hans Ulrich Obrist - codirettore e

Director of International Projects della Serpentine Gallery - e si aggiornerà con-tinuamente con le nuove segnalazioni, si propone di riordinare i progetti, metter-li a disposizione del pubblico e - dove possibile - realizzarli. Il progetto si inseri-sce in una più vasta iniziativa di ricerca e collaborazione con e-flux - l'Institutefor New Social Research - promossa da Julieta Aranda e Anton Vidokle.

NUOVI, NUOVI, NUOVIDALL'ARCHIVIO DI CAREOF & VIAFARINI a cura di milovan farronato

Museo del Design industrialeVia Vittorio Emanuele 32 -Calenzano (FI)dalle 10.00 alle 14.00 per i ferialidalle 16.00 alle 19.00 per i festiviTel 055 8877703

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PERMETTE2DOMANDE?di Maria Grazia Torri

1. Dimmi chi preferisci tra questi tre ecosa li lega tra loro: Jeff Koons,Cicciolina, La Pantera Rosa.2. Nell'arte è importante colpire o èmeglio vendere?

Marco Filippa, critico, vice presiden-te di En Plein Air 1. Indubbiamente Cicciolina perchèesemplifica bene, con la sua masche-ra/fumetto, un erotismo candidamen-te pornografico che Koons colsebenissimo nelle sue sculture-kitch(altarini autocelebrativi). La PanteraRosa? L'unico collegamento immedia-to è per la cromia che rimanda agliincarnati.2. Giocando con le parole potreirispondere che la condizione migliore è colpire vendendo ma,approfondendo anche solo superficialmente, credo che, lasciandoil passo al "colpire", occorrerebbe ricondurre l'arte a tempi piùlenti in cui né l'una né l'altra siano condizioni a cui l'artista sidebba riferire e sia invece la ricerca l'unica necessità. Un po'romanticamente e utopisticamente gli artisti dovrebbero operareesclusivamente finalizzando il loro lavoro alla ricerca con la con-sapevolezza di "essere determinati sapendo di non essere deter-minanti".

Federico Poletti: teacher di arte-moda, curator e art directorda Stragapede & Perini1. La Pantera Rosa con l'irrinunciabile ispettore Clouseau: unclassico che non smette mai di farmi ridere. Il link che li lega? Unvero affare dato che l'opera Pink Panter, ispirata dall'ex moglieIlona Staller, è stata venduta da Christie’s a New York per 1,8milioni di dollari.2. Per me l'arte deve colpire sempre e in modo diverso, suscita-re un'emozione di qualsiasi tipo, gioia, rabbia o dolore.

Renato Maglia, architetto, direttore di Stresa 6 casa galleria1. ...beh dovresti chiederlo a Giuseppe Veneziano che li ha ritrattitutti e tre, no? Io preferisco la Pantera Rosa... (puoi considerarlauna risposta questa?)2. Secondo me dipende... All'inizio della carriera per un artista èmeglio vendere, secondo me, per far girare il proprio nome. Mapoi se non colpisci è difficile fare il grande salto... In generalecomunque, credo che le due cose non siano mai così disgiunte...

Marzia Ciccola, architetto, mamma e vicedirettore di Kult1. La Pantera Rosa ovviamente. Una relazione sessuale??????2. Kolpire (chettelodicoafffà!)

Angelina Jolie , attrice, mamma e moglie1. Jeff Koons lega questi tre personaggi tra loro, è come se liavesse creati lui tutti e tre, anche se sappiamo che non è così,perché soprattutto uno, Cicciolina, è una madre e, in un certosenso, ha ricreato lei Jeff Koons, anche se lui non lo ammetteràmai.2. Oh , certo, colpire. Poi, se si colpisce si vende.

Cher, attrice, cantante, show girl1. Io non so chi siano questi signori, tranne la Pantera Rosa checonosciamo tutti bene insieme all'ispettor Clouseau. E …all'indi-menticabile Peter Sellers. Tatan tatan tatan ratatattahh2. Ma chi colpisce ha già vinto! Lo dice Lapalisse!

Eva Herzigova, modella1. Conosco solo l'indimenticabile pantera, gli altri li conosceròpresto? Lei crede?2. Colpire è la mia filosofia, ma ancora meglio sedurre e poi vendianche la roba vecchia!

Renato Farina vicedirettore di Libero1. Devo correre Maria Grazia, non vedi? Mi aspettano in trasmis-sione, eh, ah, uh che vita! Ah si l'appuntamento con Rai 2!Aspetta, se mi vieni dietro per le scale te lo dico subito, ti rispon-do... Vivo come la Pantera Rosa solo che lei va più lenta e prendemeno taxi eeee... Io sono più enorme... Dio mio, che razza didomande mi fai?2. Lo sai come la penso? Come Don Giussani. Bisogna invitaretutti alla fede, e non solo colpire ma folgorare. Vendere?Noooooo! Donare! Però non ho tempo adesso per spiegarti que-sta cosa, come prevedevo… ecco il taxi. Ciaooo! Telefonami per lerispostee!!! Oppure ti chiamo io!

Le prossime due domande saranno: 1. Qual è il tuo luogo d'arte preferito? 2. Se devi riempire una domenica cosa scegli: un film, unamostra o una novità gastronomica?

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Il passato che non passa. Censura cinese sulla Factory 798 Dopo tre anni di relativa tranquillità, si addensano le nubi dellacensura cinese sul distretto di Dashanzi, la vecchia fabbricad'armi di Pechino - conosciuta anche come Factory 798 - trasfor-mata in uno dei poli d'arte contemporanea più alla moda delmondo. Stando a quanto riferisce il quotidiano inglese TheGuardian, all'inizio del mese la polizia ed i funzionari della pro-paganda hanno sferrato il loro attacco, ed almeno tre galleriesono state costrette a rimuovere alcuni lavori politically sensiti-ve. Colpito dalla scure un dipinto di Gao Qiang, improvvidamen-te raffigurante un Mao alle prese con la sua anima, così comeun lavoro di Wu Wenjian dedicato al massacro di Tienanmen,con carri armati e soldati che sparano sugli studenti illustrati configurine adesive. Stessa sorte per l'opera centrale di una perso-nale di Huang Rui,uno slogan della rivolu-zione culturale compo-sto con banconote cheraffigurano il ritratto delMao. "Sono sorpreso" -ha dichiarato il galleri-sta Chen Xindong -"perché, dopo venticin-que anni di riforme eco-nomiche, pensavo che la Cina fosse pronta ad accettare crea-zioni come queste. Ormai abbiamo grandi artisti contemporanei,il cui lavoro è apprezzato dappertutto. Perchè non in Cina?"

Arte e Medicina, progetto della Fondazione Olivetti all'Ospedale Santo Spirito di Roma Un programma di creazione di opere d'arte contem-poranea realizzate in strutture ospedaliere. È Arte eMedicina, iniziativa della Fondazione Adriano Olivettiper il Centro di Rianimazione dell'Ospedale SantoSpirito di Roma, che ha visto coinvolti tra gennaio2005 e marzo 2006 gli artisti Alfredo Pirri, ArminLinke e Renato Rinaldi. Il progetto - a cura di MarinaEngel e Bartolomeo Pietromarchi - prevede un perio-do di indagine nei reparti interessati all'interventoattraverso l'interazione tra l'artista e il medico che -recuperando uno spirito di collaborazione che risaleal Rinascimento - si confrontano su tematiche qualil'architettura ospedaliera, il corpo umano e la suaanatomia, le immagini mediche e la loro interpreta-zione, la percezione visiva e l'inconscio, la dimensio-ne sociale delle malattie, i problemi etici o il rapportotra medico e paziente.

Pawel Althamer e Michael Beutler sono gliartisti invitati da Francesco Bonami e SarahCosulich Canarutto a realizzare i loro nuovi progettinel Parco di Villa Manin. Oltre a mantenere perma-nenti sei spettacolari opere dell'anno scorso - diAlberto Garutti, Gabriel Orozco, Paola Pivi,Andreas Slominski, Rirkrit Tiravanija, Patrick Tuttofuoco- il progetto in progress Sculture nel Parco prevede infatti la collo-cazione dei due nuovi lavori che, liberamente ispirati all'idea digioco, continuano ad offrire al visitatore opportunità di osservazio-ne, partecipazione e scoperta. Con The House Althamer esplora

una delle aree piùremote del parco erecupera una casettaabbandonata, semina-scosta dalla foltavegetazione. La casadiventa un luogo magi-co che rievoca ladimensione fantasticadell'universo dellefiabe e racconta a cia-

scuno una storia diversa. Con Manin City Beutler crea un spettaco-lare labirinto che si ispira alla tradizione dei giardini barocchi, popo-lati di giochi e trucchi scenografici.

Villa Manin Centro d'Arte Contemporanea Piazza Manin 10 - Passariano - Codroipo (UD)Tel 043 2906509 [email protected]

Con Althamer e Beutler cresce la raccolta di sculture del Parco di Villa Manin

Fondazione Adriano OlivettiSala Roberto OlivettiVia G. Zanardelli 34 - Romadal lun. al ven. 10.00 - 13.30 e 14.30 - 18.00ingresso libero - Tel 06 6834016

Croff: nuova Biennale di Fotografia, con Architettura sdoppiata a Palermo. Intanto a Roma…"La Biennale Arti Visive ne genererà una di Fotografia, vedi New York, Tokio. L'Architettura invece si sdop-pierà a Palermo". Parla a ruota libera, Davide Croff - presidente della Fondazione La Biennale di Venezia- che affida ad un'intervista al Corriere della Sera le ultime attese novità dalla Serenissima. Una Biennaledi Fotografia, in un momento in cui la fotografia come mezzo gode di una fase positiva, sia a livello di mer-cato, sia di interesse delle istituzioni e del pubblico. E lo sdoppiamento - peraltro già ventilato - dellaBiennale di Architettura verso Sud. Comunque una necessità di battere un colpo, di segnare una presen-za, novità che paiono voler rintuzzare l'inopinata concorrenza di Roma, che dopo aver presentato - proprioa Venezia - la Festa Internazionale del Cinema, kermesse prevista per il prossimo ottobre, recentementeha annunciato una grande manifestazione dedicata all'architettura - le "Olimpiadidell'Architettura", per dirla con le parole del sindaco Valter Veltroni - con cadenza qua-driennale. E se il monopolio di Venezia nelle grandi manifestazioni artistiche vacilla, noinon possiamo che incoraggiare - una novità per l'Italia - la concorrenza "costruttiva"…

numero 31anno quinto

giugno/luglio 2006

direttore editorialeMassimiliano Tonelli

staff di direzioneValentina Tanni (vicedirettore)

Marco Enrico GiacomelliMassimo Mattioli

assistente di redazioneValentina Bartarelliimpaginazione

Athos de Martino

redazionewww.exibart.com

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sales&mktgAntoine Carlier

direttore responsabile Giovanni Sighele

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tiratura 30000 copie

edito da Emmi s.r.l.Via Calimaruzza, 1

50123 Firenzedirezione generaleAntonio Contento

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in copertina: C. Mattii

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Uno dei temi che pare appassionare maggiormente gli ita-liani in questi giorni, è quello delle cosiddette quote rosa,che il nascente governo Prodi avrebbe colpevolmente tra-scurato. E potevano mancare le quote rosa anche nelmondo dell'arte? Se qualcuno ne sentiva la mancanza,eccolo accontentato: Lars Nittve, direttore del ModernaMuseet di Stoccolma, ha chiesto al governo svedese unfinanziamento di 6,8 milioni di dollari per correggere losquilibrio maschilista che regnerebbe nelle collezioni per-manenti del museo. Ovvero per acquistare opere rigoro-samente al femminile. E se il governo svedese ha presotempo per rispondere, l'appello non è comunque cadutonel vuoto: Barbro Osher - Console della Svezia a SanFrancisco e uno dei fondatori della Swedish Women'sEducational Association - ha infatti donato al museo unmilione di dollari per l'iniziativa, mentre la Hilma af KlintFoundation ha deciso di concedere in prestito permanen-te un gruppo di opere della pioniera dell'astrazione svede-se. In Italia il problema non si pone: stante la perennecarenza di fondi, per riequilibrare non ci resterebbe altroda fare che svendere qualche maschietto…

Quote rosa nell'arte? In Svezia si va verso il museo delle "pari opportunità"

Salerno - 2006

GEAGRAFIE diario per immagini di gea casolaro

Se vi foste persi la performance per organorisuonata il 5 maggio nella Chiesa St.Burchardi di Halberstadt, cittadina dellaGermania orientale, non disperate. C'è sem-pre l'anno prossimo. Ed il seguente. E quellosuccessivo. Avrete anzi a disposizione oltresei secoli per assistere alla rappresentazione,una versione di As Slow as Possible, di JohnCage, la performance musicale più lenta - edanche la più lunga - mai composta. Un grup-po di musicisti e di studiosi ha infatti stabilitoche l'esecuzione debba protrarsi per 639 anni,interpretando filologicamente le scelte di Cage, compositore di musicasperimentale, rivoluzionario inventore del pianoforte preparato. La duratafu stabilita nel 2000, calcolando la "vita" del primo organo moderno, appun-to quello di Halberstadt, risalente al 1361, e quindi 639 anni prima. Il branoè strutturato in otto movimenti, e lo stesso Cage ha specificato che alme-no uno di questi vada ripetuto. Ogni movimento dura quindi circa settantunanni, e viene eseguito con il Cage Organ, appositamente costruito sulmodello originale. Una o due volte all'anno - sempre il 5 del mese, perricordare la data di morte del compositore - l'esecuzione procede, nonprima di aver modificato lo strumento secondo le indicazioni originali. Manon fate tardi, sennò...

L'original Cage si suona solo in Germania.Ancora per 633 anni...

14.speednews Exibart.onpaper

Efficienza coreana. A tre mesi dalla morte, parte la costruzione del Nam June Paik Museum A cento giorni esatti dalla morte dell'artista, la provincia diKyonggi e la fondazione culturale Gyeonggi hanno dato ilvia a Yong-in, a sud di Seoul, alla costruzione del Nam JunePaik Museum, dell'architetto tedesco Kirsten Schemel. Ilprogetto - un edificio di cinquemilacento metri quadrati, perun costo previsto di trentuno milioni di dollari - dovrebbeessere completato entro l'ottobre prossimo. Il museo espor-rà fra l'altro sessantasette grandi opere di Paik, ed un archi-vio video con 2.285 suoi studi. Le opere erano state acqui-site dalla fondazione Gyeonggi direttamente dall'artista nel2001, quando si cominciò a parlare del museo. Una selezio-

ne delle opere delmuseo - con unariproduzione dellostudio newyorkese diPaik - è esposta inanteprima al NationalPalace Museum ofKorea di Seoul, nel-l'ambito della mostraThe Memory of NamJune Paik: TheMemorabilia.

Dopo il La.Na., il Lanificio.Conferenza per lo spazio multidisciplinare partenopeoIn marcia, signori! Parte da PortaCapuana a Napoli il nuovo cam-mino di Lanificio 25, spazio diduecentosettanta metri quadri aun passo dalla chiesa di SantaCaterina a Formiello, destinatoad ospitare, per volontà delpatron Carlo Rendano, diverseiniziative. Primo appuntamento incalendario la conferenza-dibattitoanimata da Gianluca Bocchi edEdgar Morin su Napoli contempo-ranea in "viaggio", tema oggettodi un concorso biennale apertoad artisti campani emergenti esenza limiti d'età. All'incontro -introdotto dal governatoreAntonio Bassolino, presieduto daCarlo De Rita e condotto daCecilia Donadio - ha preso parteun nutrito gruppo di relatori, tracui l'assessore provinciale ai beniculturali Antonella Basilico, la filo-sofa Rossella Bonito Oliva, lapromotrice degli IncontriInternazionali d'Arte GraziellaBuontempo, il sociologo LuigiCaramiello, l'attrice CristinaDonadio, lo psicoanalista OscarNicolaus, il membro del comitatoscientifico Annamaria Palermo,l'artista Giancarlo Neri, la scrittri-ce Valeria Parrella, il fotografoMario Spada e la direttrice diCastel Sant'Elmo Angela Tecce.Sono state presentate, inoltre,l'installazione sonora site spe-cific Echi e del calendario dellevisite guidate per il Maggio deiMonumenti a cura di ValeriaRicciarelli (a. p.).

Lanificio 25Piazza Enrico De Nicola 46Napoliwww.cra.na.it

Cresce la famiglia Sandretto Re Rebaudengo. Programmadi mostre per Villa Remmert di Ciriè Nel panorama delle attività dell'iperdinamica Fondazione Sandretto ReRebaudengo si aggiunge un'altra pedina. Dopo le due sedi di Torino eGuarene d'Alba, e le molte iniziative patrocinate o promosse in altri spazi,da maggio 2006 gestisce infatti anche la suggestiva Villa Remmert di Ciriè,nel torinese. La villa ha aperto le porte ai visitatori con una mostra fotogra-fica in cui la protagonista è proprio la città di Ciriè, con i suoi abitanti e isuoi edifici ripresi in momenti diversi del giorno e della notte. Un ritratto dicittà realizzato da sette giovani artisti chiamati dalla Fondazione a docu-

mentare il territorio su cui è sorta Villa Remmert. Gliartisti scelti sono Andreoni Fortugno, AndreaCossu, Daniele De Lonti, Daniele Ferrero, GianniFerrero Merlino, Luigi Gariglio, Elena Givone. Pertutto il periodo della mostra i visitatori potranno votareun'opera di ogni artista (quindi sette) e scrivere uncommento ad una delle opere scelte. Le opere piùvotate verranno donate dalla Fondazione SandrettoRebaudengo al Comune di Ciriè.

fino al 30 luglio 2006Villa Remmertvia Rosmini 1 - Ciriè (TO)giovedì e venerdì dalle 17.00 alle 20.00 sabato e domenica dalle 12.00 alle 20.00Ingresso liberoTel 011 3797600 - [email protected]

Spenta la polemica innescata dalla LegaAntivivisezione contro i cavalli vivi esposti nella suamostra napoletana, giunge da oltreoceano una nuovagrana per lo scultore greco Italy based JannisKounellis. Che questa volta risulta però parte lesa, inuna causa intentata a Los Angeles contro il discussodealer Douglas J. Chrismas. Accusato - precisa il LosAngeles Times - di aver disatteso un contratto oralecirca le percentuali a lui spettanti per la vendita delleopere di Kounellis, e di essersi poi rifiutato di restitui-re le opere non vendute. Il mercante non sarebbeperaltro un novizio delle aule di tribunale: già neglianni '80 sarebbe infattistato coinvolto nel furto disette importanti opere, diautori come RobertRauschenberg, AndyWarhol, Frank Stella,Donald Judd, oltre adessere stato sottoposto aprocedura fallimentare persei volte dal 1982.Kounellis ha chiesto danniper venti milioni di dollari.

Kounellis in tribunale. Causa milionaria contro gallerista insolvente

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Chiara Carocci, se le cose si mettono male…

"È da quando ero piccola che ci penso. Se le cosesi mettono male vorrei proprio fare la portiera! "Andrea Nacciarriti ci rivelerà il suo pianob sul prossimo numero

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la copertina d'artista raccontata dall'artista

L'immagine per la cover di Exibartnasce dal progetto di una scultura,st#1, che ho realizzato nel 2005. Lascultura è formata da tanti simulacridi parti vegetali, principalmente di fiori,che si possono comporre in numero-se combinazioni. In questo modorendo possibile un arbitrio nella crea-zione e ri/creazione di queste simula-zioni di creature vegetali. Per la coverho scelto un particolare del kit di mon-taggio, gli elementi indispensabili perricostruire una precisa e da me pre-stabilita forma naturale. Sottraggoquindi l'arbitrio delle molteplici possibi-lità di assemblaggio. Ho cambiato ilcolore e ora l'oggetto emerge da unosfondo nero che lo rende altro e inat-teso rispetto a quello originario. Perottenere una percezione ancora piùlontana e straniante dell'elementonaturale all'origine di tutto il lavoro.

Carla Mattii è nata a Fermo (AP),nel 1971. Vive a Milano. Lavora conla Galleria Unosunove arte contem-poranea di Roma.

prossima copertina: Simone Berti

stanno lavorando alla copertina d'ar-tista: Luana Perilli, Perino&Vele,Laurina Paperina, PatrickTuttofuoco, Stefano Cagol, GianPaolo Tomasi.

E anche la sobria Fondazione Nicola Trussardisi fece prendere dalla goliardia nel confezionarinviti. Niente di più facile quando c'è di mezzouno degli enfant terrible dell'arte internazionalecome il riccioluto inglesino Martin Creed (vedi larecensione della mostra nelle pagine a seguire).Ed ecco che l'istituzione di Piazza della Scala spe-disce alla propria mailing una sorta di castellettodi carta, un origami tutto da comporre. Enjoy!

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prendi l’arte e mettila da parte

16.popcorn Exibart.onpaper

Micol Veller e Maurizio Minuti galleria vm21 roma

LA VIGNAROLALasciando alla personale necessità le quantità dei prodotti dell'orto, fate soffrig-gere in poco olio il guanciale tagliato a striscioline, preferibilmente quello con lacotenna e il peperoncino, che si trova in commercio. Aggiungete la cipolla taglia-ta in quattro in modo che se ne senta la "presenza" e quando quest'ultima si saràben appassita unite fave, piselli, carciofi tagliati a spicchi in successione, aggiun-gendo un pochino di acqua per rendere morbida la cottura, che, a fuoco mode-rato, durerà poco più di mezz'ora.Aggiustate di sale. A fine cottura 4/5 foglie di lattuga verranno adagiate apertesopra l'intingolo; coprite la pentola e spegnete il fuoco in modo che la lattuga sicuocia col vapore e rimanga comunque croccante.La Vignarola viene bene accompagnata da fette di pane abbrustolito. Infine il vinoconsigliato è un rosso di Montefalco che porterà il commensale attraverso lidiche solo Bianco-Valente col video Adaptive riuscirebbero a transustanziare.

Ingredienti

Fave freschePiselli freschiCarciofiLattugaUna cipollaLattugaGuanciale 100 grammiOlio extra vergine, Sale q.b.

prossimo piatto forte: Nina&Ludovica - galleria Nina Lumer di Milano

Chi è questo personaggio del mondo dell'arte?

La soluzione dello scorso numero: Philippe Daverio.

indovinachi...di Laurina Paperina

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Exibart.onpaper oroscopo.17

capasso e le stelle.esercizi di astrocritica sul futuro incerto dell'arte

Patrick Tuttofuoco - La Tigre

La tigre evoca, in linea generale, le idee di potenza e ferocia, il che non comporta soltanto segni negativi. È un animale cacciatore e perciò simbolo della casta guerriera. Nellageomanzia, e nell'astrologia cinese, la tigre si oppone al drago. In tal senso è il simbolo del principio attivo per eccellenza. Rappresenta l'energia in opposizione al principio umidoe passivo, il mercurio opposto al piombo, il soffio al seme. I nati sotto il segno della Tigre hanno insita la dualità della sensibilità e della durezza. Dell'ira e della collera da cui emer-ge il loro carattere forte e impavido. Ma sono anche dei grandi strateghi: hanno grandi capacità di meditazione e di sintesi. Patrick Tuttofuoco è una Tigre di legno (1974) hannocome caratteristica dominante la loro disponibilità sociale: il senso amichevole del fare. Ma anche quello della rapidità nel cambiamento, della mutevolezza e della trasformazio-ne. Per questo appartengono a tale segno dell'astrologia cinese personaggi molto diversi, quali Agatha Christie, William Hurt, Marilyn Monroe, Dylan Thomas, la regina Elisabetta.Il lavoro di Patrick Tuttofuoco esemplifica questo puzzle di elementi, dà vita ad una ricerca che spazia oltre ogni possibile definizione e delimitazione. Coinvolge livelli percettivi diver-si e complica le possibilità di interpretazione sfuggendone in ogni circostanza chiara. Come nel caso della storia fiabesca del Giro del mondo in ottanta giorni, dal noto romanzodi Jules Verne, in cui le allora nuove scoperte tecnologiche portavano alla scoperta del mondo, come elemento circumnavigabile dall'alto. Oggi, secondo la pratica senza fissadimora di Tuttofuoro, è possibile ottenerlo rivolgendosi alle megapoli dei due opposti poli culturali: l'Asia e l'America.

LETTEREConsiderato il grande numero di email ricevute dobbiamo scusarci con coloro cui non abbiamo potuto rispondere. Lo faremo nei prossimi numeri. Continuate a inviarci lettere ironiche e divertenti

Scrivi a Capasso, invia la tua lettera: [email protected]

Patick TuttofuocoMy private #2, 2003

Capasso,ci abbeveriamo alle sue stille trasudanti ilsangue dell'arte, che ella ogni trenta gior-ni ci conferisce sulle pagine preziose deltesto biblico impartito ai devoti.Esibart suonerebbe meglio al nostroudito di vegliardi, in luogo dell'altro nomecon l'antipatica X: ma l'accettiamo pursempre come lemma composto sul pre-fisso Ex, particella latina che ci pone al difuori di tutto. Ma non divaghiamo.Ci dia, Capasso, lumi cosmici sui destini del-l'arte, ora che all'orizzonte si prefigura ilgoverno eletto da noi, umili gingilli da riprodu-zione, come ebbe a definirci il nostroPresidente del Consiglio (ora egli pure con ilprefisso Ex). Ella può indicarci che cosa nesarà di noi, ora che il nostro spirito guida alMinistero della Cultura si è palesato nella per-sona dell'ineffabile Francesco Rutelli? Chesorti per questa nazione, Ex centro universa-le dell'arte? Ci illumini, seguiremo il percorsoastrologico che ella ci segnerà, verso l'infinito.Saluti capassiani.

Tancredi d'Ayala Valva

Caro (o cara?) Tancredi d'Ayala Vulva,mi sembri pronto al delirio onnipresentedello scandalo al sole in un giorno di deside-rio qualunque. Come mai ti interessi tantodei destini altrui tu che hai un nome che ètutto un programma elettorale. La storia èfatta di ex. Nei Vangeli vincono sempre isecondi (Secondo Matteo, Secondo Luca,Secondo Giovanni, nessuno primo), anchequei gingilli da riproduzione cui la tua culturaletteraria ti impone rispetto sono due, e allo-ra? Cosa ci importa. Pensiamo al due comeal numero del prossimo futuro. Del restoabbiamo anche due Vicerè, di cui il Rutelli èuno dei membri sottostanti. Qual saràsecondo te? Il destro o il sinistro?In questo dubbio esilarante mi reimmergonel primo sudore estivo e penso a quantafatica per eleggere il primo governo disinistra che si ripete nella storia. Ci augu-riamo che non si ripeta in tutto.I miei rispetti.

Gentilissimo e adorato Capasso,qual buon vento mi ha portato la tua rivista

in mano in un giorno di Marzo, mentre erostanca di leggere di solite mostre in quanto-mai insolite recensioni in stile CastelliRomani su Frasc' Art, una rivista che sivende sottovuoto per non rischiare chediventi troppo rapidamente obsoleta e fati-scente. Ma sai che m'intrighi col tuo sguar-do sorgnone e sognone. Io sono unaScorpioncina dell'ultima ora, nel senso cheper un'ora non sono nata sotto il segno deipesci (scuse al Sagittario, ma adoro Venditti)e vorrei porti un quesito su questo mondo diladri. Secondo te, come si fa a diventareCuratore di uno spazio pubblico? Ho cerca-to di informarmi, ma trovo sempre le soliterisposte omertose: attenda il bando per ilconcorso e porti tutti gli esami (compresoquello delle urine)! La mia indole scorpionica,a quanto mi dicono, mi porterebbe ad esse-re una grande seduttrice di uomini di potere.Secondo te, il gioco vale la candela? O forsemeglio: la candela regge il gioco?Ti prego dammi una mano.Ti leggerò sicuramente.

Patrizia da Cinisello Balsamo

Cara Patrizia,onestamente, non riesco a superare mestesso, ma solo gli altri. Per questa previsio-ne avrei quindi bisogno della palla di vetro el'anatomia perfetta non me ne ha richiestol'uso. Pertanto mi rifaccio, come al solito, alleStelle e ai Temi non Celesti melmosi e paluda-ti, ma azzurrini e traparenti come l'acqua chenascono dall'ironia e dall'intelligenza. Non c'èconcorso che tenga, mio tesoro di ragazzainquieta e col turbante. Come diceva un mioamico guardando un bordello sovietico: qui ètutta politica! Ti sei mai chiesta di chi seifiglia? No, scusami non è la solita retoricacinica e italiota, ma per comprendere la dina-mica degli eventi culturali basta capire ladinamica dei venti politici. Ma quali concorsi?In Italia ci si elegge per ascendenza divina conla Spada e con lo Scudo, come insegna qual-che curatore kitsch. L'Italia è uno stato d'ani-mo in mano agli ansiosi e agli anziani. Ti con-siglio però il sito del Guardian: www.guar-dian.co.uk. Dove si pubblicano tutti i concorsiper ogni tipo di professione, anche nell'arte.God Save the Queen. Ossequi.

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Ariete. Nessun pianeta ostacola il cammino progressivodel pensiero libero. Mercurio sostiene la vostra persistentevoglia di cambiamento, e quanto vi è attorno vi disturba. A

cominciare dalla nuova retorica al femminile imperante. Toh! LucaBeatrice mostra la sua anima impegnata mescolando donne oggettoe Forza Italia. Effettivamente, è un modo elegante per interpretare lasua militanza bipartisan. C'è chi raccoglie voti, e chi raccoglie mostre.

Toro. Il mal di testa persistente è una conseguenza del rapi-do passaggio di Neurone nel vostro segno, in congiunzionecon Platone, figlio della Filosofia, che in ogni caso, vi conferma

che avete una testa. È quanto ha scoperto qualche critico di circostan-za, ideatore di futurami e scenari futuribili mai accaduti, curatori indipen-denti vincitori di incarichi di rilievo subito ri-levati, che non ha mai scrittouna teoria sull'arte e ora scende in campo in difesa della grande artedello scrivere… la critica. Udite, udite… e meditate, e poi digerite.

Gemelli. L'eterno ritorno è un fatto quantomai astrale. Laluna in Acquario digradante verso Urano potrebbe ripro-porci quanto di meno aspettato. Roma, Rutelli, la retorica

papalina, l'Arte per bene, …manca Pratesi? Non tarderà a tornareanche lui. Era in un oasi del WWF.

Cancro. Come per tutti i segni d'acqua, in Giugno ilsole bolle e quel debole senso di inconsistenza che vi per-vade, agevolato dal flusso inconscio di Venere, potrebbe

fare evaporare ogni forza e proporvi la domanda cruciale, che ilcuor trattiene ma l'eterno ci toglie: se la meta dell'arte è l'infinito,che sia l'infinito la dolce metà dell'arte?

Leone. C'è una sola ed unica congiunzione astrale chepone in dubbio lo scontro tra Urano e Plutone e risve-glia ogni passione o inquietudine sessuale. "Ama chi

incontri, sempre! E sarai felice" lo dice un giovane cuore dinome Giulia Zuanni. Le Stelle la considerano una verità. Che sial'artista del futuro? L'incontro tra Ariete e Sagittario potrebbedecretarlo.

Vergine. Finalmente l'andamento lineare diMercurio che percorre il trigono con Marte, chiarisceche siete il segno più noioso dello zodiaco. Sei della

Vergine? Nasconditi. Non lo sei? Un premio se li sgami: sonoscultori ingessati nel marmo, fotografi dallo scatto inceppato,videomaker con il Superotto, galleristi sfrattati da Via Marguttae assistenti di galleria di qualche vecchio teorico della bella pit-tura d'oltre confine… (non troppo oltre altrimenti non ci si puòarrivare in macchina, e col pranzo al sacco).

Bilancia. Venere aiuta il gentil sesso in politica conqualche slancio di consapevolezza in più. Ricordatevi:le quote rosa dipendono anche da voi. Sono le donne

a non votare le donne.

Scorpione. La retorica in questo periodo non vimanca. Il passaggio di Saturno nel segno potrebbefavorire i dibattiti pubblici, che abbondano sulla scena,

organizzati da piccole gallerie e da grandi istituzioni pubblichericordate che il motto di chi sa veramente è "Ho molte cose danon dirvi" (Oscar Wilde)

Sagittario. Nel vostro universo astrale si muovononuove cose? Vorreste saperne di più magari scrutandoil Tema Celeste. Ma anche quella lettura dei destini,

ogni destino è scritto nel proprio nome. Anche la Ferrari piùrossa e roboante, senza ruote non sorpassa neanche un motori-no.

Capricorno. Finalmente il Sereno. Nessun pianetacontro, e gli arbitri tutti a favore. Juventini o artisti diserie B? Ormai è lo stesso.

Acquario. A che altezza si muovono i pianeti con i loroinflussi astrali? È una domanda che il patriarca Giove,in posizione immobile nel vostro segno, vi pone. E se

guardaste dall'aereo, vi accorgerete che le Stelle sono luminosedi notte, e pallide, inesistenti e inconsistenti di giorno. Ogni bellez-za umbratile e meditabonda, vi attrae al buio e s'impone inombra. Lasciatevi andare ad ogni desiderio con chi vi trascinanella notte dei desideri.

Pesci. Volete o no superare questo smarrimento plum-beo che vi ha mangiato il cuore? Leggetevi il Manifestosulla Felicità che Vettor Pisani ha scritto dove si parla

finalmente di un futuro in cui non ci saranno più né sfigati né tri-sti o depressi quali "Artaud, Virginia Woolf, Van Gogh, Modigliani,Pasolini, Dario Bellezza e la Merini". Si congiunge in termini astra-li con quel pamphlet quantomai illuminante e delirante di Dalì daltitolo sempre attuale "Contro quei cornuti della vecchia artemoderna"

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Alla Fabbrica del Vapore si inaugura OpenSpace,la casa della creatività giovanile milanese Una Project House per le creatività alla Fabbrica del Vapore di Milano.Per eventi culturali, performances, exhibitions, seminari, laboratori sulrapporto tra arte, stili di vita e innovazione urbana. Aperto di sera, con uncaffé con libreria e foyer per la lettura. Tutto questo è OpenSpace, inizia-tiva dall'Associazione Genius Loci con il patrocinio e il contributo delComune di Milano. Ideatori e i curatori sono Massimo Mancini - curatoredi iniziative culturali, promotore del Festival CreaMi - e Paolo Bertaccini,docente di filosofia della scienza, studioso dei processi di innovazioneurbana e promotore del programma permanente "Urban Life" sulle arti egli stili di vita metropolitani. Una tensostruttura di grande capienza ospite-rà da maggio a novembre eventi e produzioni artistiche, con particolareattenzione al concetto di creatività giovanile, inteso non solo in sensoanagrafico, bensì come predisposizione all'innovazione permanente ealla rivisitazione critica dei paradigmi, con rilevanti collegamenti interna-zionali. Tra gli eventi centrali da giugno a settembre, oltre a spettacoli tea-trali, mostre, performance, si prevedono laboratori, cicli di incontri, appro-

fondimenti e dibattiti. È prevista inoltre la par-tecipazione di esperti di vari settori, dall'artealla comunicazione, alla filosofia, fino allatestimonianza di operatori delle project houseeuropee, per avviare una riflessione sul con-cetto di network e di arti nel Duemila, con par-ticolare rilievo alla funzione sociale degli arti-sti in una logica e prospettiva di progettualitàtransdisciplinare degli spazi urbani.

18.speednews Exibart.onpaper

OpenSpaceLa Fabbrica del VaporeVia Procaccini 4 - Milano - Tel 02 36505332

Corvino+multari, quando l'architetturava a braccetto con l'arte Con la mostra Contaminazioni si inaugura ilnuovo spazio milanese dello Studio corvi-no+multari, due architetti - VincenzoCorvino e Giovanni Multari - autori di impor-tanti progetti d'architettura anche se poco piùche quarantenni. La mostra racconta del rap-porto intenso e proficuo tra arte e architettura,una costante nel lavoro dei progettisti. Modellie foto retroilluminate dei progetti si alternanoa schizzi degli artisti, con frammenti e modelli

di parti in scala 1:1 di alcune installazioni, inparticolare Piazza dei Bruzi a Cosenza, conl'elmo di Mimmo Paladino, e il restaurodella Torre delle Nazioni alla Mostrad'Oltremare di Napoli, con il basamento diSergio Fermariello. In entrambi i progettigli artisti che hanno prestato la loro operasono stati scelti fin dalla fase progettuale, perfar sì che l'arte non sia elemento aggiunto del-l'architettura, ma nasca insieme ad essa. Ilsodalizio corvino+multari e arte contempora-nea non si esaurisce con Mimmo Paladino eS e r g i oFermariello, mavanta altre espe-rienze con NinoL o n g o b a r d i ,Lello Esposito,Anna MariaPugliese.

La scultrice Rebecca Warren, il video artista Phil Collins, la pittrice astrattista Tomma Abts el'artista multimediale Mark Titchner sono i finalisti per l'edizione 2006 del Turner Prize, il Premioper antonomasia, conferito dal 1984 ad un artista britannico under cinquanta per una mostratenutasi nei dodici mesi precedenti. Conferito a Londra dalla Tate Gallery Britain, il riconosci-mento - che lo scorso anno incoronò Simon Starling - attribuisce al vincitore venticinquemila

sterline, mentre agli altri finalisti vannocinquemila pounds ciascuno. Oltre aNicholas Serota - direttore della TateGallery -, la giuria quest'anno è compostadalla giornalista Lynn Barber, da MargotHeller, direttrice della South LondonGallery, da Matthew Higgs, direttore echief curator della White Columns in NewYork, e dallo scrittore e critico AndrewRenton. Come è ormai tradizione conso-lidata del premio, la selezione ha scate-nato le proteste degli osservatori tradizio-nalisti, con solo una pittrice in corsa,peraltro probabilmente tagliata fuori dallalotta finale. Polemiche anche circa lo svol-

gimento delle selezioni, visto che i ritardi nella predisposizione dell'elenco dei partecipanti hannocostretto in alcuni casi i giudici a prendere le loro decisioni basandosi su cataloghi o su mate-riale fotografico. I finalisti ora predisporranno dei lavori originali, che saranno esposti in unamostra alla Tate Britain da ottobre 2006. Il vincitore sarà annunciato il 4 dicembre.

Turner Prize 2006, i nomi dei finalisti. E scattano le polemiche…

Tre edifici per La Castella,nuovo centro di arti visive di

Motta di LivenzaMentre in Sardegna si radunano i vecchi satrapidell'AMACI, un nuovo centro di arti visive si apre aMotta di Livenza (TV), diretto dal ventiduenneCarlo Sala. Con una mostra dell'artista zerotinoEmilio Pian, il curatore evidenzia la versatilità deglispazi, disposti su tre livelli in un palazzo del XVIsecolo risistemato grazie al contributo diCassamarca. Il palazzo fu casa, in seguito Scuoladel Santissimo Sacramento, fino a diventare sededel Comune di Motta di Livenza. "Questa è solouna parte del potenziale espositivo del centro LaCastella" - precisa Sala - "che nei suoi tre edificisarà aperto a tutte le possibili contaminazioni lin-guistiche, dalla letteratura al design". Come se sitrattasse di una coincidenza, sia la mostra di Pianche il restauro conservativo dell'edificio sembranogovernati dalla stessa logica. Il rigido minimalismogeometrico di Pian fa trapelare caldi inserti dimemoria, appunti che fanno capolino dall'irregi-mentazione cartesiana di lamiere metalliche allostesso tempo, anche l'intero edificio sembra tratte-nere, all'interno di una riacquisita funzionalità, icaldi e preziosi brani del passato. Fra le intenzionidel giovane curatore, c'è comunque l'idea di farconvergere a Motta di Livenza i grandi nomi delleultime generazioni, da alternare ad artisti storici.(marcello carriero)

Centro arti visive "La Castella"Motta di Livenza (TV)

Tel 042 2761510 [email protected] - www.lacastella.it

fino al 30 giugno 2006 corvino + multariVia Cosimo del Fante, 7 MilanoTel 02 89429294 [email protected]

Dopo oltre vent'anni, la Fondazione Italiana per la Fotografia viene commissariata. In sordi-na, per qualche spicciolo che manca al bilancio. Torino conferma una miopia politica imba-razzante. Ne abbiamo parlato con Daniela Trunfio, che ha visto nascere - e morire - la F.I.F....

BENSERVITO ALLA FOTOGRAFIA

Torino non sembra sgradire la fotogra-fia. Penso a gallerie come Photo & Co.o alle mostre in Gam. Qual è la peculia-rità della F.I.F.?Da quando abbiamo iniziato la nostra attivi-tà, prima come Associazione TorinoFotografia (1985) e poi come FondazioneItaliana per la Fotografia (1992), il panora-ma della fotografia mondiale, italiana e quin-di torinese è molto cambiato. Purtroppo nonè cambiata la percezione di questa comebene culturale da proteggere nelle sue mol-teplici sfaccettature. Proliferano galleried'arte contemporanea che si occupano difotografia, le fiere (d'arte contemporanea)presentano un'infinità di giovani e meno gio-vani che la usano come mezzo espressivo.Anche grazie a questo è entrata nei musei(d'arte contemporanea) e nel salotto buonodel collezionismo. Ma occuparsi di fotogra-fia, credere nella valorizzazione della suastoria, educare all'immagine, restaurare leimmagini e censirle è un'altra cosa. Questiprocessi hanno ragion d'essere se sono dif-fusi a tutti i livelli, dal pubblico alle strutturepubbliche e private, ai governatori della cul-tura. Non c'è da stupirsi che, per esempio,la fotografia non sia entrata, se non di stri-scio, nelle università, o che gli archivi deigrandi maestri italiani rischino di essere"svenduti" ad altri Paesi.

Cosa avete fatto in questi dodici anni?Centosessanta mostre, XI BiennaliInternazionali di Fotografia, quattro edizionidi Fotodiffusione. La fondazione ha realiz-zato laboratori didattici e workshop, collabo-rato con Teatro Regio, Museo del Cinema,Fondazione Accorsi, FondazioneBricherasio, Università. Ha restauratoimportanti fondi dell'Archivio di Stato, deiMusei Vaticani e di altre istituzioni che sirivolgevano a un laboratorio unico in Italia.Ha promosso la giovane fotografia e non hamai interrotto la sua missione iniziale: farscoprire e rafforzare una visione allargatasulla fotografia, sui suoi bisogni e sulla suastoria estetica. In dodici anni la F.I.F. ha rice-vuto dagli enti pubblici che oggi ci processa-no tre milioni e mezzo di euro, cioè trecen-tomila euro scarsi all'anno. È parte di quelloche spendono per realizzare una mostra dimedia importanza.

Quindi il commissariamento è unamera questione di quattrini?A fine 2004 abbiamo chiesto un interventostraordinario agli Enti pubblici, che peraltro

non hanno mai provveduto alla ricapitalizza-zione, anche se il meccanismo dei Fondi diDotazioni serve per ripianare i bilanci. Lanecessità era di un milione e mezzo di euro,mentre altre Fondazioni sono state ripiana-te con cifre molto superiori. Per oltre dueanni siamo stati in stallo, in attesa di decisio-ni politiche che oggi hanno decretato lachiusura dell'Ente e il passaggio delle colle-zioni alla Gam. Credo che la decisione siaesclusivamente politica. Si è voluto dare unsegnale di discontinuità con la precedenteGiunta. A monte, il diverso peso di ritornopolitico (la fotografia non porta voti) e unamiopia sul valore storico e culturale dellafotografia. Sono sicura che si sarebbe fattapiù attenzione se ci fossimo occupati dimodernariato, antiquariato, teschi(Lombroso) o, al limite, di architettura.

Quali saranno le prossime mosse tue edel tuo staff?Credo non ci sia nulla da fare. A livello poli-tico, opposizione e maggioranza (eccetto iDS influenti) si sono espresse per una liqui-dazione "intelligente", che azzerasse il pas-sato ma preservasse l'alta progettualitàdell'Ente per poterlo far ripartire. Ma questevoci sono state inascoltate. Quindi allo staffnon resta che concordare una ricollocazio-ne all'interno delle strutture culturali cittadi-ne. Ci ritroveremo a fare tutt'altro in nomedella flessibilità o cercheremo di portare lanostra professionalità fuori da questa regio-ne e da questa città, che non hanno volutoconsiderare quanto di culturale abbiamoloro dato in questi anni. Questi signorihanno ignorato che il Museo di viaAvogadro era un fiore all'occhiello per lacittà. I gestori pubblici (mi piace chiamarligestori) hanno fatto finta di niente!

Si mormora che la FondazioneSandretto sia interessata al vostroarchivio. È pensabile una sinergia?Ripeto, la volontà è di azzerare noi e lenostre attività. Più volte abbiamo chiesto aigestori quale fosse la progettualità perquanto riguardava la fotografia: non abbia-mo avuto alcuna risposta. Il gossip esiste,ma se così fosse noi siamo tagliati fuori. Sealtri si occuperanno di fotografia, staremo avedere e faremo le nostre considerazioni.Ma credo che non accadrà. Almeno in tempibrevi e se c'è un limite alla decenza!

a cura di marco enrico giacomelli

Quattro figli contro una vedova. Nubi sulla successione dello scultore Arman Il Palais-Royal di Parigi dedica fino al 18 giugno un'espo-sizione omaggio ad Arman, il grande scultore scomparsolo scorso ottobre a New York, all'età di settantasei anni.Cinque sculture, della serie The Day After. Se come omag-gio sembra modesto - nota il quotidiano Libération - ciò èin parte da addebitare alla delicata situazione della suc-cessione, oggetto di una procedura di contestazionedinanzi al tribunale di New York, da parte di quattro di suoifigli. Una storia già vista, che accompagna puntualmentele eredità dei grandi artisti. Arman ebbe sei figli di tre diver-se madri, ma le sue ultime volontà - dettate dal letto d'o-spedale - designano come erede universale l'ultima moglieamericana, Corice Anton Arman. Per questo quattro deifigli - Marion, Anne, Yves e Madison - contestano la validi-tà del documento, sostenendo che il padre non era allorain possesso delle piene facoltà. Dubbi anche sulla dona-zione - sempre a vantaggio di Corice - della proprietà fami-liare di Vence, nell'entroterra di Nizza, anche questa effet-tuata del letto d'ospedale il 30 settembre, tre settimaneprima della morte. I figli esprimono inoltre la preoccupazione di poter interve-nire nella valorizzazione dell'opera di Arman, evocando l'esercizio del dirittomorale, protetto in Francia. Una vertenza, comunque, che rischia di pesaresull'eredità culturale di uno dei più conosciuti scultori francesi contemporanei.

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Italia protagonista nell'apertura del nuovo Museo di Arte Contemporanea di Rabat, in Marocco. Il Museo,diretto da Paolo De Grandis, si inaugura infatti con il progetto espositivo Fez Fez di Fabrizio Plessi.Un'installazione composta dagli studi preparatori su carta, i bozzetti, gli appa-rati iconografici ed un video a testimonianza del percorso ideativo dell'operaFez, che attraverso il linguaggio virtuale rievoca le atmosfere delle tintorie dellelane a Fez. L'installazione fa parte di un ciclo di opere dedicate alle città visita-te da Plessi, viaggiatore instancabile come lui ama definirsi, per ricreareambienti evocativi secondo la sua personalissima visione artistica. Realizzatosotto il coordinamento di Fathiya Tahiri, il museo ha come sede la storica VillaAndalucia, costruita nel 1929, il cui nome richiama le origini spagnole dei pro-prietari. La sfida sarà quella di far confluire in questo nuovo museo progettiimportanti, per garantire l'apertura del Paese al resto del mondo. Aspirazionegià prefigurata in occasione della prima partecipazione del Marocco alla scor-sa edizione della Biennale di Venezia, curata dallo stesso De Grandis.

fino al 30 luglio 2006Museo di Arte Contemporanea Villa AndaluciaBoulevard du Bouregreg - RabatTel 041 5264546 [email protected]

Italiens du Maroc. Fabrizio Plessi inaugura il nuovo Museo di Arte Contemporanea di Rabat

Più che una boutique, sembra una galleria di tendenza. O un bookshop di qualche nuovo museod'arte contemporanea… È il più grande Furla store del mondo - quattrocento metri quadrati -, cheha aperto i battenti il 31 maggio a Tokyo, nel quartiere trendy di Ginza. Con grande dispiegamentodi forze, visto che il mercato nipponico rappresenta per il brand una grossa fetta del fatturato. E conla scelta di intercettare l'onda lunga di un momento particolarmente felice per l'arte contemporanea,che fornisce agli spazi un appeal irrinunciabile. Pareti bianche, dunque, affidate di volta in volta all'in-terpretazione di un artista: a cominciare da Eva Marisaldi, che presenta l'opera Quercus Coccinea.E poi il primo Furla Cafè, che ha visto impegnato nientedimeno che Michelangelo Pistoletto, e chenella library ospita una specialissima Carica dei 101, ovvero centouno titoli art-oriented selezionatidal catalogo Charta. Innovativo anche il concept del negozio, basato sulla flessibilità spaziale, conarredi mobili che consentono di ridisegnare continuamente i volumi.

Furla store4-5-1 Ginza Chuo-Ku - Tokyo

Tel 03-5524-5570www.furla.it

Eva Marisaldi, Michelangelo Pistoletto, catalogo Charta. Mostra? No, è il Furla Store di TokioArtissima, comitato di lusso per Constellations,la sezione delle opere di grandi dimensioniContinua la marcia diavvicinamento adArtissima, la fiera tori-nese prevista pernovembre. Scade il 30giugno 2006 la selezio-ne per la terza edizionedi Constellations, laspeciale sezione della Fiera riservata ad opere di grandi dimensioni a carat-tere museale. Il comitato curatoriale sarà quest'anno formato da DanCameron - Senior Curator at Large del New Museum of Contemporary Art diNew York, Nicolaus Schafhausen - Direttore del Witte de With Center ofContemporary Art di Rotterdam, e da Marc-Olivier Wahler - Direttore delPalais de Tokyo di Parigi. Tutte le gallerie che hanno chiesto di partecipare adArtissima possono presentare una o più proposte per Constellations: scultu-re, installazioni, dipinti, fotografie, video-proiezioni, lavori multimediali, perfor-mance, ecc., che necessitano di uno spazio espositivo specifico. Le opereselezionate saranno collocate all'internodi Artissima in una scenografica areaespressamente dedicata. Un palcosce-nico inusuale per progetti artistici d'ec-cezione.

jackpot. (premi e dintorni)

Il moderno e meta-forico impiantoconcepito per l'alle-stimento de LaValchiria, andato inscena nel 2005 alTeatro San Carlo,Napoli, è valso aGiulio Paolini ilPremio Abbiati perla MigliorScenografia. Il pre-stigioso riconosci-mento - giunto alla XXV edizione - è statoassegnato a Bergamo da un comitato incollaborazione col Festival PianisticoInternazionale Arturo BenedettiMichelangeli e il patrocinio del Comunedi Bergamo. Il premio testimonia un ulte-riore esito pregevole del progetto di inte-razione tra artisti contemporanei e spet-tacoli di opera e balletto intrapreso dalteatro napoletano. Bergamo fra l'altroospita - fino al 16 luglio 2006 allaGAMeC - una grande mostra dedicataall'artista, dal titolo Fuori programma, acura di Giacinto Di Pietrantonio..

A Giulio Paolini il Premio Abbiati per la Scenografia, per La Valchiria al San Carlo di Napoli

L'American Academy di Roma ha annunciato i vincitori del Rome Prize per il 2006-07. Ilpremio garantisce ai vincitori un contributo in denaro, uno studio e l'ospitalità a Roma, perun periodo che va dai sei mesi ai due anni. Per le arti visive la vincitrice è Patricia Cronin,con l'opera Musings on Harriet Hosmer's Roman Life, Work and Career. Per la perfor-mance si è invece imposto John Kelly, con il lavoro Inhabiting the Skin of Caravaggio, eper la scultura Richard Rezac (Shared Visual Language: Sculpture - Architecture).Premiato anche Joshua Mosley, docente di discipline artistiche all'University ofPennsylvania, per uno studio sull'animazione ispirata a pitture zoomorfe nelle anticheforme d'arte.

È la giova-n i s s i m ai r l a n d e s eC l a i r eMorgan lav i n c i t r i c ea s s o l u t adella Primaedizione delP r e m i oFondazione Arnaldo Pomodoro. Si è imposta - aggiu-dicandosi i relativi diecimila euro - presentando un'o-pera - Red or Dead il titolo - poeticamente effimera,realizzata con ciliegie fresche e fili di nylon, di cui,una volta seccati i frutti, non resterà che la docu-mentazione fotografica. La giuria ha apprezzato"non solo l'aspetto poetico contenuto nella sua fragi-lità, ma anche l'estrema precisione della sua realiz-zazione. La trasformazione dell'opera nel tempo,dovuta al deperimento del materiale (le ciliegie),aggiunge all'opera un ulteriore motivo d'interesse". Ilsecondo premio (cinquemila euro) - in una classificamolto al femminile - è stato assegnato ad un'artistacoreana, Hong Eu Young, mentre terzo (tremilaeuro) è risultato il lituano Rimantas Milkintas.All'italiana Laura Renna è stato assegnato il PremioSpeciale Costa Crociere del valore di tremila euro.UniCredit, in sede di conferenza stampa del Premio,ha annunciato la volontà di acquisire alle proprie col-lezioni una delle opere esposte.

Premio Fondazione Pomodoro, ecco i vincitoriRome Art Prize, tutti i vincitori della residenza 2006-07 presso l'American Academy

Claude Closky è il vincitore della quinta edi-zione del Prix Marcel Duchamp, attribuitodal 2000 a Parigi dall'ADIAF, la maggioreassociazione francese di collezionisti.Closky (1963) è stato indicato dalla presti-giosa giuria - presieduta da AlfredPacquement, direttore del CentrePompidou, e formata da Maria de Corral,Hans Ulrich Obrist, Gilles Fuchs, AntonHerbert, Jacqueline Matisse Monnier,Alain-Dominique Perrin - in una rosa dinomi comprendente Kader Attia, Gilles

Barbier, Olivier Blanckart. I vincitori delle passate edizioni del premio - dotato di trenta-cinquemila euro - sono Thomas Hirschhorn, Dominique Gonzalez-Foerster, MathieuMercier e Carole Benzaken. L'artista è stato invitato dal Centre Pompidou a creare un'o-pera originale che sarà presentata per due mesi all'Espace 315. Closky peraltro non èuno sconosciuto al Pompidou: è lui che ha disegnato il biglietto d'ingresso al museo.

Parigi, Claude Closky vince il Prix Marcel Duchamp, il Turner Prize francese

ArtissimaCorso Re Umberto 46 Bis - TorinoTel 011 546284 [email protected]

Nuovo allestimento per l'arte moderna e contemporanea al Mart. Con alcuni ineditiNuovo allestimento della collezione di arte moderna e contemporanea per il Mart. Il percorso,curato dalla direttrice Gabriella Belli, è diviso in due sezioni, che presentano da un lato una scel-ta di opere che vanno dagli anni Trenta agli anni Sessanta, e dall'altra un percorso che dall'ArtePovera e dalle correnti di arte concettuale arriva fino ai nostri giorni, con alcune opere di nuovaacquisizione che il Mart presenta per la prima volta. Per ora è accessi-bile la sezione sul contemporaneo, allestita in una decina di sale delsecondo piano, una sorta di assaggio del percorso completo, che saràvisitabile a partire dal 2 giugno. Tra le opere di recente acquisizione emai esposte prima, The toilet in the corner e The Egg del russo IlyaKabakov, tra i più importanti artisti del panorama attuale, che presentanella sua ricerca installazioni che danno risalto ai ricordi dei tempidell'Unione Sovietica, amaramente filtrati dall'ironia e dalla compassio-ne per la durezza della vita quotidiana.

MartRoveretoCorso Bettini, 43 - Rovereto mar., mer., gio., sab. e dom.10.00 - 18.00 - ven. dalle10.00 alle 21.00Chiuso il lunedìInfo 800397760Tel 0464 438887www.mart.trento.it

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L'Ago e Filo di Olbenburg a Piazzale Cadorna? Meglio in un parco. Parola di Letizia Moratti

Prime prese di posizione - atte-sissime - del neosindaco diMilano Letizia Moratti, che nelcorso di un'intervista aTelereporter ha rivelato alcunesue idee in materia di architettu-ra e urbanistica. Anche se lerivelazioni dell'ex ministro sonosembrate più delle semplici ipo-tesi che delle precise determi-nazioni, pare che le sue primeattenzioni si concentrerannosulla vecchia fiera, su Piazzale Cadorna e sul car-cere di San Vittore. Ma è in particolare alla sculturadell'Ago e Filo - l'opera di Claes Oldenburg inau-gurata nel 2000, proprio al centro di Cadorna - chela Moratti dedica più parole: "In assoluto mi piace,ma contestualizzata in quella piazza mi piacemeno. La vedrei meglio in un parco", ha confidatoall'emittente. Aggiungendo che non esclude di rive-dere - fra i suoi primi provvedimenti - i progetti ine-renti la vecchia Fiera, e di riconsiderare il futuro delcarcere di San Vittore, che potrebbe essere trasfe-rito, liberando degli spazi in centro da poter destina-re ad utilizzi più consoni. Idee per ora abbastanzaastratte e speciose, magari giustificate dalla con-versazione che non aveva i connotati della dichiara-zione programmatica. Milano attende dunque - conuna certa urgenza - provvedimenti organici esoprattutto costruttivi…

R.I.P.

È scomparso lo scorso aprile, aSarzana, Germano Facetti , graficoe designer di livello internazionale, ArtDirector negli anni '60 della PenguinBooks, i celebri tascabili inglesi, unadelle figure più innovative nel campodella grafica editoriale. Nato a Milanonel 1926, nel 1943 ancora adole-scente è arrestato dai tedeschi comemembro della resistenza, e deportato

nel campo di concentramento di Mauthausen in Austria. Dopo laguerra lavora a Milano nello studio BBPR, per poi trasferirsi aLondra nel 1950, dove inizia a lavorare come grafico e art direc-tor per numerosi editori, mantenendo contatti con l'Italia, dovecollabora con Adriano Olivetti e la rivista Domus. Dopo un'espe-rienza di lavoro in Francia - dove si occupa anche di teatro pro-gressivo e di cinema - rientra a Londra dove diviene art directordella Penguin Books, carica che conserverà fino agli anni '70,innovando i modelli della grafica editoriale. Rientrato in Italia, nonaveva trascurato le sue passioni, contribuendo alla nascita dellarivista !arte!, edita dalla Galleria Cardelli & Fontana di Sarzana (LaSpezia).

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GERMANO FACETTI

Molti lo sapevano, ma tutti - e lui perprimo - facevano finta di niente. Chenon esistesse, quella malattia chealla fine si è rivelata inesorabile.Guido Carbone è morto a Torino.Grande talent scout e grande amantedell'arte, fino all'ultimo ha seguito conla passione di sempre la sua galleria.Il 13 maggio si era conclusa lamostra di Mario Consiglio, uno deigiovani che a lui devono molto, queigiovani che in Carbone hanno trovato per anni un punto di rife-rimento. E due giorni prima della sua scomparsa si era inau-gurata la mostra di Bob & Roberta Smith: ma lui non c'era, lagalleria era quasi deserta, in un clima surreale. Nel 1986aveva aperto la sua prima galleria, A Torino, nella sede di ViaVanchiglia. Poi il trasferimento all'attuale spazio di Via deiMille, che era diventato un passaggio obbligato per chi cerca-va novità, entusiasmo, visione internazionale. E un amico del-l'arte.

www.carbone.to

GUIDO CARBONE

Karel Appel, uno dei fondatori nel 1948 del gruppo espressionistaastratto Cobra, è morto a Zurigo, all'età di ottantacinque anni. Natoad Amsterdam nel 1921, nel 1946 tiene la prima personale all'HetBeerenhuis di Groningen, in Olanda, con opere che mostrano l'in-fluenza di Pablo Picasso, Henri Matisse e Jean Dubuffet. Nel 1948- con Constant, Corneille, Jorn e Alechinsky - fonda il gruppoCoBrA, che raccoglie artisti provenienti da Copenhagen, Bruxelles eAmsterdam, e propone una rilettura dell'espressionismo in chiaveinformale e ironica. Nel 1950 è a Parigi, dove conosce Michel Tapié,che gli organizza diverse mostre. Nel1953 tiene una personale al Palaisde Beaux-Arts di Bruxelles, mentrenel 1954 riceve il premiodell'UNESCO alla Biennale di Veneziae nel 1956 gli viene commissionatauna pittura murale per il ristorantedello Stedelijk Museum. L'anno suc-cessivo visita il Messico e gli StatiUniti e vince un premio di grafica allaBiennale di Ljubljana in Iugoslavia; nel1959 gli viene assegnato il premiointernazionale per la Pittura allaBiennale di San Paolo. La primaimportante monografia di Appel, scrit-ta da Claus, esce nel 1962. Alla finedegli anni '60 si trasferisce al Château de Molesmes, pressoAuxerre, a sud-est di Parigi. Nel 1968 il Centre National d'ArtContemporain di Parigi e lo Stedelijk Museum di Amsterdam e nel1969 la Kunsthalle Basel e il Palais des Beaux-Arts di Bruxellesorganizzano sue personali. Negli anni '50 e '60 realizza diverse pit-ture murali per edifici pubblici. Nel 1970 tiene un'importantemostra al Centraal Museum di Utrecht, e nel 1972 una retrospet-tiva itinerante in Canada e negli Stati Uniti. Per certi versi si potevaconsiderare italiano di adozione, visto che negli ultimi anni viveva fraNew York e i dintorni di Firenze.

KAREL APPEL

Perdonato.Damien Hirst stravolge l'Independent, ma per la lotta all'AIDS in Africa…Gli austeri lettori del London Independent avranno pensato ad un errore dell'edico-lante. La prima pagina del compassato quotidiano - nel numero dello scorso 16 mag-gio - era completamente rossa, attraversata da disegnini di una colomba della pace,una siringa, un cranio e delle mani giunte, il tutto sormontato dalla scritta No newstoday, Oggi nessuna notizia. Più in basso la scritta "6.500 Africani sono morti oggi in

conseguenza di una malattia diagnosticabile e curabile(HIV/AIDS)". Artefice del "vulnus" Damien Hirst, perun'edizione speciale del giornale - nell'occasione rino-minato The Red Independent - dedicata alla raccolta difondi per la lotta all'AIDS in Africa e promossa dal lea-der degli U2 Bono, da sempre impegnato in operazioniumanitarie. All'interno del quotidiano - come riportatodal portale artnet.com - anche un servizio fotografico diSam Taylor-Wood, un dibattito sull'impegno del fas-hion nella carità fra Stella McCartney e Giorgio Armani,una conversazione sui problemi dell'Africa fra lo stessoBono e Tony Blair. Inutile dire che il giornale si è imme-diatamente trasformato in un introvabile pezzo da colle-zione.

Piziarte on the beach. Nuova sede estiva per la vivace galleria di TeramoSembra quasi essere una pronta risposta alrecente botta e risposta sulla vitalità del siste-ma dell'arte in Abruzzo, che ha coinvolto duestoriche riviste d'arte italiane. Manuela ePatrizia Cucinella, titolari della galleria Piziartedi Teramo, annunciano la prossima l'aperturadi un nuovo spazio espositivo - un grandeappartamento con ampio terrazzo - a TortoretoLido, stazione balneare dell'Adriatico nota peril rispetto dell'ambiente, per la sobrietà dell'ar-redo urbano e per l'eleganza delle numeroseville liberty sul lungomare. Nella sede diTortoreto Lido, Piziarte proporrà - oltre agli arti-sti ai quali è tradizionalmente legata, fra cuiAntonella Cinelli, Matteo Clementi, DanieleGiuliani, Gabriele Talarico - mostre di graficae collettive con artisti italiani tra i più affermati,da Remo Brindisi a Ennio Calabria, OmarGalliani, Sergio Sarri. L'inaugurazione uffi-ciale del nuovospazio è previ-sta per il perio-do giugno /luglio 2006.

PiziArteVia Sardegna 3 - Tortoreto (TE)dal lunedì al sabato dalle 17.00alle 20.00 (su appuntamento)Mob 339 2780866/4935925 -335/[email protected]

Sabina gemellata con la Francia nel segno dell'arte. E di Giuseppe Penone. Nell'ambito diun progetto di promozione del territorio della Sabina, la Provincia di Rieti - in collaborazionecon l'Ecole des Beaux-Arts di Parigi e con la partecipazione degli artisti residenti all'Accademiadi Francia di Roma - realizza durante i quattro week-end del mese di giugno un evento che -attraverso un percorso di sensibilizzazione all'arte contemporanea e alla tradizione rurale loca-le - porterà alla creazione di una serie di installazioni artistiche in alcuni luoghi della Sabina,Bocchignano (Comune di Montopoli), Casperia, Castel San Pietro (Comune di Poggio Mirteto)e Castelnuovo di Farfa. Il tutto grazie alla collaborazione di Giuseppe Penone, che da sempreopera in stretto contatto con il territorio e la natura, e da vari anni insegna presso la celebreEcole des Beaux-Arts di Parigi, che ha accettato con entusiasmo di partecipare al progetto conil proprio atelier e l'intera Accademia.

Artisti: Simon Boudvin, Jean-Baptiste Calistru, Margherita Caron, Cyril Dietrich, NicolasDussolier, Sara Favriau, Kilian Glasner, Helo?se du Peloux, Alexis Hanse, Atsunobu Kohira,Anthony Lanzerberg, Aurélie Mazars, Shinobu Mikami, Ohyou, Aurore Pallet, Irina Rotare,Federico Spadoni, Wang Yuan Peng.Artisti residenti all'Accademia di Francia: Jérôme Combier, Magali Del Hoyo, SophieDelpeux, Mathias Enard, Mirjam Fruttiger, Xavier Noiret-Thoméfino al 25 giugno 2006Provincia di Rieti - Sedi VarieProgramma completo: www.arteinsabina.info - Tel 074 6286603 - [email protected]

Francia in Sabina. Giugno di installazioni pubbliche promosse da Giuseppe Penone

Miguel Berrocal, scultore spagnolo ma veronese di adozione, è morto in ospedale nei pressi di Villanueva diAlgaidas, in provincia di Malaga, sua città natale. Nato nel 1933, studia architettura ma nel frattempo, comemolti degli aspiranti architetti, frequenta la Scuola di Arti e Mestieri. Sin dalle prime opere giovanili Berrocal siinteressa ad un sistema di scultura smontabile, trasformabile e combinatorio che caratterizzerà tutta la suaproduzione scultorea. Nella sua opera - dove ricorrono temi classici, torsi, teste e figure reclinate - hanno influi-to, fra gli altri, scultori come Oteiza e Chillida. Dal 1952, data della sua prima personale nella Galleria Xagra diMadrid, realizza numerose mostre in tutto il mondo. Dal 1962 sperimenta la realizzazione seriale delle sueopere, divenendo il precursore dei multipli d'arte. Vincitore dal 1955 ad oggi di premi e riconoscimenti vari, haavuto tre presenze alla Biennale di Venezia, nel 1954, 1964 e 1986. Dal 1966 viveva e lavorava quasi esclu-sivamente a Negrar, in Valpollicella, ed era una figura molto presente nell'ambiente culturale veronese.

MIGUEL BERROCAL

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Quaranta candeline per l'Istituto Italo Latino Americano. Con una antologica di Amintore FanfaniIn occasione del suo quarantesimo anniversario, l'Istituto Italo Latino Americano diRoma rende omaggio al suo fondatore Amintore Fanfani. La mostra antologicaAmintore Fanfani. Dipinti e opere su carta 1924-1996. Tra sogno e realtà… - curata daFloriano De Santi - consente di conoscere meglio un aspetto poco noto ma tutt'altro chemarginale della poliedrica figura del senatore a vita scomparso nel 1999. Un centinaiotra dipinti e opere su carta - databili dal 1924 al 1996 - che spaziano dal realismo, all'in-formale e all'astrattismo, documentando tutti i periodi della ricerca artistica di Fanfani.Una pittura carica di passione e stimoli creativi, intesa come esigenza espressiva,coerente con il suo impegno intellettuale, e mezzo capace di interpretare i sentimentiche l'hanno accompagnato nella vita. Una sezione è dedicata alle vignette caricaturalisu personaggi dell'Assemblea Costituente nei primi anni della Repubblica. La mostra sipropone poi di sottolineare anche il ruolo dell'IILA, che nei suoi quaranta anni di vita hasaputo gettare un ponte tra l'America Latina, l'Italia e l'Europa in una visione di progres-

so sociale, economico, scientifico e culturale, coerente con leesigenze del nostro paese e della globalizzazione.

A conclusione di restauri, chehanno portato a norma gliimpianti tecnologici delle sale,riapre al pubblico - rinnovata edampliata - la sezione archeologi-ca del Museo del Castello delBuonconsiglio. Cinque saleripercorrono la storia dell'ar-cheologia del territorio regiona-le, con reperti - suddivisi in tresezioni, Preistoria e Protostoria,

epoca romana e infine Altomedioevo - che ricostrui-scono la vita degli insediamenti più antichi parten-do da 13mila anni fa per arrivare sino al VII sec.d.C. Alle tre sale originarie se ne sono aggiuntedue, una delle quali ha visto l'apertura di un'anticafinestra che dal cortile di Castelvecchio offre unsuggestivo scorcio all'interno della sala dei "tesori"paleocristiani. Gli oggetti esposti, che testimonianocompiutamente la ricchezza delle raccolte custodi-te nel Castello del Buonconsiglio, sono circa 600 esono stati rinve-nuti nel corsodegli ultimi duesecoli sul terri-torio trentino.

Trento, riapre dopo i restauri la sezione archeolo-gica del Castello del Buonconsiglio

Castello del BuonconsiglioVia B. Clesio, 5 - TrentoTel 0461 492803/[email protected]

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fino al 30 giugno 2006Istituto Italo Latino Americano - IILAP.zza Benedetto Cairoli, 3 - Romatutti i giorni dalle 11.00 alle 19.00 domenica chiusoingresso libero - Tel 06 68492224

Free Colors. Apre gli archivi fotografici la rivista cult made in BenettonColors, la rivista cult creata da Oliviero Toscani per la galassia Benetton, ren-derà libero l'accesso ai propri archivi fotografici, condividendo le immagini rea-lizzate in questi anni - e quelle ancora da fare - attraverso la DistribuzioneContrasto. Allo stesso modo saranno disponibili anche le immagini realizzateda Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione del Gruppo Benetton.Venduta in oltre quaranta Paesi, pubblicata in tre edizioni e quattro lingue, pre-sente su Internet con un sito tra i più visitati e premiati dalla critica, Colors siesprime soprattutto attraverso le immagini, un mezzo universale per raggiun-gere il maggior numero di persone con un impatto forte e immediato. Fondatanel 1991, diretta da Tibor Kalman, negli anni Colors è diventata un punto di rife-rimento unico nel mondo dell'editoria globale, attirando l'attenzione dell'opinio-ne pubblica su temi ed argomenti che hanno origine in aree del mondo dellequali altre pubblicazioni raramente si occupano. I temi di Colors oscillano traquelli di forte impegno, come l'ecologia, i conflitti del mondo, la lotta all'Aids, ealtri più divertenti, lo shopping, la moda, i giocattoli,ma sempre rivisitati con un occhio anticonvenzio-nale e dissacrante.

Forma - Centro Internazionale di FotografiaPiazza Tito Lucrezio Caro, 1 - [email protected] - www.contrasto.it

And the winner is... Vota un monumento, la Regione Lazio lo riapriràRidare luce ai siti culturali cosiddetti "minori" della Regione Lazio. È questol'obbiettivo della prima edizione del concorso Scruta l'arte…non metterla indisparte, promosso e sostenuto dalla Regione Lazio, dal DRI - EnteInterregionale di Programmazione Culturale - e da Radio Vaticana. Per laprima volta in un concorso viene premiato un monumento. La Regione met-terà infatti a disposizione un fondo per la riapertura del monumento votatodai cittadini. Le segnalazioni potranno essere fatta chiamando RadioVaticana al numero verde 800 208 802, ma anche mediante alcune testategiornalistiche che hanno aderito all'iniziativa, come Asca, Il Tempo, Metro.Cliccando sul banner del concorso nei siti Internet di queste testate, oltreche di quelli dei promotori, o anche utilizzando i coupon pubblicati su ilTempo o su Metro, sarà possibile votare il monumento che si ha a cuore.

Radio Vaticana - Piazza Pia, 3 - Roma - Tel 06 70497920 - [email protected]

Si comincia nel 1936 con l'atto firmatodal podestà di Torino, a suggellare lanascita dell'edificio che, dopo pocomeno di settanta anni, diventerà lasede della Fondazione Merz. L'agilevolume edito da Hopefulmonster riper-corre le tappe della ristrutturazionedopo la dismissione da parte dellaLancia, con la visita di Mario Merz aglispazi che non vedrà mai allestiti con lesue opere. Le pagine scorrono fino adiventare un parziale catalogo dellamostra inaugurale dedicata al ReLeone negli spazi della stessaFondazione, quasi in contemporaneacon la grande retrospettiva alla Gam eal Castello di Rivoli. (m.e.g.)

Fondazione Merz, in un libro l'edificio e (parte del)la collezione

Fondazione Merz 2002-2005 Hopefulmonster, Torino 2006, pp. 88, 12 euro, ISBN 88-7757-204-3www.hopefulmonster.net www.fondazionemerz.org

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retrocover [4]

opinioni [6]

speednews [8]

permette2domande? [12]

popcorn [16]

oroscopo [17]

inteoria[30] Paris Hilton. Ipod umanoide[32] Ground zero Bari

approfondimenti[34] Lo spazio della critica e quello della curatela[38] Una notte con miss Sixty[40] Un calvinista a Berlino[42] Abracalabria[44] Pontus. Curiosità selvaggia e ingegneria culturale

nuovi spazi [46-47]

déjà vu [50-55]

intervallo [56]

recensioni[58] Hirst - Salle - Saville the Bilotti chapel / Gentile da Fabriano e l’altro Rinascimento[60] Sound & vision / Rosemarie Trockel[62] Giulio Paolini - Fuori programma / Shozo Shimamoto opere anni ‘50 - ‘90

trecapitali [64]

fashion[66] Albino D’Amato, gentile futuro

handbag [68]

tornaconti[70] Storie di ordinaria follia

decibel[72] Abruzzo in Symbiosis

tech[74] Le nuove cose (in)animate

arteatro[76] Morfometrie e corpi sensibili

libri[78] Le diafane parole di Rothko

pre[ss]view [80]

design[81] Il cuore di Arlecchino

architettura[82] Digitale antico meridiano

primopelo[83] Lucia Uni / Roberto Ago

opportunitart [84]

versus

[85] Omar Galliani - Mario Consiglio

ou? [86]

Exibart.agenda [87-91]

fotofinish [92-93]

hostravistoxte[94] Se ci sei batti un colpo, Boccioni

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GRACIAS.questo numero è stato realizzato grazie a…

AgalmaAmbra MorosiProv. CatanzaroAngelo De MartinAr/ge KunstGiovanna ProcacciniArti e MestieriAss. Art. ArtemisiaAss. Etica EuropaAss. MarcovaldoAtepi srlCircolo CultAttraversarteComune AcriComune di CadonegheComune di Monfalcone

Comune di TerniComune GubbioComune Serra De ContiDav Creation Alberto IbbaEsposiz. D'ArteBarsciglièFond. SandrettoFondaz TrussardiFrittelli ArteContemporaneaFullsix spaGalleria 42Galleria AAMGalleria AstuniGalleria CapitaniGalleria Civica Modena

Galleria ColussaGalleria FabjbasagliaGalleria MonelliGalleria PackGalleria ParisGalleria StellaGalleria Tucci RussoGosh Arte Contemp.La Casa del criticoLa Casa dell'arteLa MarranaL'ArchimedeMaxusMusei Civici di ImolaNicola Di CaprioPaci Arte

Perugi Artecontemp.PrometeoProvincia di BolzanoRaccolte Fotog. PaniniRefresh ProjectRosie LawrenceSKYSotheby'sStudio De AngelisStudio PesciStudio SeiStudio SughiTechneUnosunoveZetema Prog. Cultura

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Exibart.onpaper index.29

GLI ERRORI DI EXIBARTNella recensione L'Infinito dentro lo sguardo a pag 58 del numero 30 c'è un errore,nelle info si dice che la mostra chiude il 24 aprile, ma la Collezione è permanente.

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Â È esplosa grazie al videoporno - più o meno pirata… -girato con l'ex-fidanzato RickSalomon. Ha recentementeperso una Bentley a poker. Inpochissimo tempo è diventataun'icona contemporanea, stu-diata addirittura nelle universi-tà americane. La merce chemette in vendita? La suaFama. Perché Paris Hiltonnon fa letteralmente niente: èforse il primo essere umanoad aver creato, in questosenso, un circuito chiuso edautoalimentato, un sistemacompletamente autoreferen-ziale che ruota attorno alla suafigura. Una figura estremamenteproblematica, dato che coincide,propriamente, con il Nulla.Paris, di fatto, non esiste, e que-sto la rende al tempo stessounica e sfuggente, ancora piùimmateriale dei suoi abitini. Adogni sua apparizione pubblica,impersona ciò che gli altri voglio-no che sia o, più precisamente,indossa una personalità fittizia:"Che tu ci creda o no, io detestofarmi vedere in pubblico. È quelloche devo fare adesso, perché ho

un sacco di progetti, ma spessomi costa fatica. Mi aiuta il fattoche posso recitare, che recito daquando sono una bambina.Quando sono in mezzo allagente, io faccio l'attrice. Ho purestudiato recitazione per anni, maquesto nessuno lo sa e anche selo sanno non lo dicono. Non sono

così stupida cometanti pensano. Se lofossi, non potreisopravvivere in que-sto mondo".1In questo, l'effettodella nostra Parissul pubblico assomiglia da vicinoa quello della 'tuta disidentifican-te' di A Scanner Darkly (Un oscu-ro scrutare, 1977) di Philip K.Dick, con le sue migliaia di identi-tà programmate: "Pertanto, chiavesse indossato una tuta disin-dividuante sarebbe diventato un

S i g n o rCiascuno, e inogni possibilecombinazione(fino a combi-nazioni di unmilione emezzo di sot-tounità bina-rie) nel corsodi una solaora. Tentaredunque did e s c r i v e r equest'uomo, oquesta donna,sarebbe statoprivo disenso."2

È tale capaci-tà trasfigurativa del personaggioa spiazzare piacevolmente glispettatori, ed a rendere altempo stesso Paris inclassifica-bile ed indefinibile, anche secon-do i parametri della postmoder-nità: "La sua presenza ad unqualsiasi evento, si trasforma inun caso. Non fa differenza la

serata losangelina in cui l'italianaReplay lancia i suoi nuovi jeans inAmerica." L'architetto di questakermesse mondano-commercia-le, Venanzio Ciampa, prova aspiegare perché Paris Hilton èParis Hilton: "Paris ha sconvoltole regole della comunicazione. Èun fenomeno unico, il risultatodella società in cui viviamo. Madefinirla è impossibile".3Ma il nostro compito - di noi chenon siamo né responsabili com-merciali di un'azienda né addettialle relazioni pubbliche - è di pro-vare a trovarla, una definizione,per quanto provvisoria e prelimi-nare. Innanzitutto, abbiamodetto, Paris Hilton come la 'mac-chia confusa' di Dick. Da ochettamiliardaria a simbolo di un'interaepoca, il passo è davvero breve.La nostra fanciulla racchiude insé, infatti, alcune delle caratteri-stiche più innovative di questomomento storico. Funziona unpo' come un iPod umano, cheabolisce d'un tratto ogni parven-za di coerenza interna e si votadefinitivamente e senza compro-messo alcuno all'episodicità esi-stenziale. Illuminanti, su questoaspetto fondamentale dellanostra cultura, le recentissimedichiarazioni di David AndreiSitek dei TV On The Radio: "è lacultura delle cinquemila canzoni

in tasca, la rivoluzione dell'iPodche ha sovvertito il significato dialbum come raccolta coerentedi brani. La possibilità di assem-blare a piacimento le proprieplaylist ha gettato nel panico idiscografici. Ora qualcosa mi fapensare che 'iPod music' siadiventato paradossalmente ungenere a sé al quale le majorstanno guardando con attenzio-ne".4Ovviamente, l'essere umano diultima generazione così ben rap-presentato da Paris presentaanche qualche controindicazioneabbastanza inquietante; peraltrostrettamente collegata ai pre-sunti pregi: prima fra tutte, lasomiglianza con l'automa-androi-de. Per dirla sempre con le paro-le di Dick, il massimo esperto inmateria: "probabilmente la diffe-renza tra la mentalità dell'androi-de e quella dell'essere umanoconsiste nel fatto che quest'ulti-mo ha vissuto esperienze che alprimo mancano, o ci è passatoattraverso reagendo in modonuovo, cambiando le proprierisposte e se stesso: è divenuto.L'androide me lo figuro intento acompiere sempre lo stesso attoriflesso, come un insetto cheogni volta solleva minacciosa-mente le ali o emette un cattivoodore. L'unico suo meccanismo

di difesa, o di reazione, funzionaoppure no. L'organismo colpitoda un guaio imprevisto, invece -reso più umano e, anzi, umanoproprio in virtù di quell'istante -lotta con tutte le sue forze pertrovare, dopo ogni errore, rispo-ste sempre nuove".5Così, Paris Hilton è la massimaespressione di quel tipo di crea-ture che da qualche decenniovivono tra noi: non esattamenteumani, piuttosto - se proprio sivuole indicare un termine rias-suntivo e indicativo - umanoidi.Ciò che maggiormente li distin-gue dagli umani veri e propri,nonostante la loro sfolgoranteapparenza ed il glamour talvoltairresistibile, è proprio la loroassoluta incapacità di concepireil nuovo, discostandosi ancheminimamente dal modello com-portamentale di base. Il destinosi estroflette in dannazione.Quando ad agire da umanoide èuna ventenne supersexy esuperricca, c'è sicuramente dadivertirsi. Molto peggio quando,a risultare inabili alla produzionevitale di novità, sono invece pro-prio coloro che dovrebberoessere gli 'addetti ai lavori' diquesto specialissimo campo: gliartisti. La creatività, infatti, nonpuò funzionare come "un nastroche si svolge e riavvolge".6 E selo fa, abbiamo un problema,Houston. Â

1 R. Romani, Paris Hilton: io una stupi-da? Guadagno mezzo milione a spot,"Corriere della Sera", venerdì 28 aprile2006, p. 27.2 P. K. Dick, Un oscuro scrutare (AScanner Darkly, 1977), FanucciEditore, Roma 2006, p. 49.3 R. Romani, Paris Hilton: io una stu-pida?…, cit.4 A. Prevignano, TV On The Radio. Ilsuono di nessun altro (intervista),"Rumore", n. 171, aprile 2006, p. 15.5 P. K. Dick, L'androide e l'umano(1972), in Mutazioni. Scritti inediti, filoso-fici, autobiografici e letterari, a cura di L.Sutin, Feltrinelli, Milano 1997, p. 243.6 P. K. Dick, Un oscuro scrutare, cit., p.110.

PARIS HILTON. IPOD UMANOIDECosa fa? Letteralmente niente. Chi è? Nessuno, anzi con ogni probabilità non esiste neppure. Lei è ilNulla e come tale è unica quando indossa la sua 'tuta disidentificante'. Per dirla con Philip K. Dick. Perchéall'ereditiera più famosa del mondo si può dedicare anche un saggio…

La Hilton funzionaun po' come un iPodumano, che abolisce d'untratto ogni coerenzainterna e si vota senzacompromesso alcuno all'episodicità esistenziale

30.inteoria Exibart.onpapera cura di christian caliandro

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 Bari, 24 aprile 2006: eccolì l'ultimo pezzo di saracinesca,così come la chiamavano i bare-si per indicare la chiusura chel'ecomostro ha prodotto per undecennio, a chi dal lungomarecercava con lo sguardo unalinea di fuga verso la parte suddella città, laddove mare e casediventano una cosa sola. Tutto èpronto per restituire finalmentealla città un orizzonte cherischiava di restare preclusoper sempre. Qui l'abbattimentofisico fa da contraltare a quellosimbolico, il ground zero di unacittà e di una regione attual-mente in fieri. Una città che, giàda qualche anno, sta dimostran-do di volersi svegliare da uncerto torpore che l'ha semprecaratterizzata.L'abbattimento di Punta Perottia Bari, del Fuenti sulla costieraamalfitana, delle Vele a Napoli,delle case abusive nella Valledei Templi di Agrigento sono gliesempi di battaglie che miranoal recupero di un territorio sem-pre più spesso deturpato, seb-bene la degradazione sia dasempre insita nella storia delpaesaggio italiano. Dopo il crollo di Punta Perotti inPuglia è però iniziata una capilla-re caccia agli altri ecomostriche invadono la regione. Quellabarese è stata veramente unavittoria, arrivata alla fine di unalunga battaglia giudiziaria traurbanizzazione selvaggia e sal-vaguardia del territorio e cheora vede il comune di Bari parterisarcente di un'ingente sommadi denaro. Ma restituire a Bariquella parte di territorio hacostituito un segno forte diripresa da parte di una cittàche, nel panorama nazionale,stenta a guadagnarsi un postopreminente.Con questo abbattimento, Bariha dimostrato di tenere al con-tatto diretto della città con ilmare, considerato soprattutto

che già in pas-sato da partedell' intellighen-zia cittadina sierano levatevoci di protestacontro un edifi-cio oggi ridottoa un rudere: ilT e a t r oM a r g h e r i t a ,probabilmenteunico teatro inItalia ad essereedificato sulmare. Allora,alla finedell 'Ottocento,era stato loscrittore bare-se Perotti a defi-nire ilMargherita unas a r a c i n e s c ache precludevaalla città la vistasul mare. Adistanza di unsecolo - ironiadella sorte! - il nome di questoscrittore è diventato il simbolodi un'altra costruzione avvilente.Dopo la vicenda barese, ilBelpaese dovrebbe dimostraredi tenere in maggior considera-zione il proprio patrimonioambientale, anche se spessograzie a leggi francamenteparadossali si è ottenuto l'oppo-sto contrario: vale a dire, unadevastazione totale e definitiva. Forse, un'estetica del mostruo-so fa sì che opere come PuntaPerotti continuino a esistere,non solo perché è davvero diffi-cile riuscire ad abbattere qual-cosa di già costruito, ma ancheperché il mostruoso trova il suoopposto speculare che creameraviglia e dunque affascina.Nel suo rovescio meraviglioso, ilmostruoso porta con sé quellaparte di sublime che fa da fon-damento alla modernità dell'e-sperienza estetica.

Ma il 24 aprile scorso si èfatto probabilmente unpasso oltre. Ciò che Bari con-cettualmente ha offerto conquesta esplosione (e ciò cheogni esplosione come attoestetico offre) è stata la per-cezione estetica della con-temporaneità, sempre inat-tuale e non-oggettiva.E se è vero che ogni distru-zione è una creazione, que-sta esplosione è servita dacatalizzatore per tutta unaserie di iniziative che hannofatto in modo che il crollodiventasse un evento media-tico. Il 25 aprile, infatti, èandata in onda un'intera pun-tata della striscia tv Blobdedicata all'esplosione e inti-tolata Anno Zero a cura delregista barese AlessandroPiva, il quale ha chiamato a rac-colta un gruppo di filmakers pro-venienti dall'intera penisola perriprendere in tempo reale e dapiù punti di vista il crollo delmostro. Operazioneche, come affermaPiva stesso, "volevaessere un omaggioall'esplosione finale inZabriskije Point diM i c h e l a n g e l oAntonioni e che, nel-l'operazione barese,doveva mettere inevidenza i punti divista tutti soggettiviper annullare in qual-che maniera l'effettooggettivo del meroreportage giornalisti-co". Un processo chedoveva evidenziare inqualche modo unasimbiosi identificativatra l'esplosione del mostro e glispettatori.Ma l'esplosione può essere dav-vero vissuta con partecipazionesoggettiva, o piuttosto l'effettoche essa produce è di totaledistacco e oggettività? Assistere al crollo è stata un'e-

sperienza estetica fortissimache molta parte della città havoluto vivere in prima persona,ma immediatamente dopo ilcrollo ciò che ha prevalso èstato senza dubbio il senso di

lutto, di perdita. Percezioni que-ste che superano la soggettivi-tà, a favore di una schiaccianteoggettività che annulla la parte-cipazione attiva del pubblico afavore di un atto "subito" nellasua contemporaneità sfuggen-te. Anche perché il tempo dell'e-

splosione ha in sé una velocitàtale da superare persino ilrespiro, producendo un tempocompletamente diacronicorispetto allo spettatore. Perquesto, ciò che prevale alla fine

è un fenomeno esteticomonco, privo di ricezione:una sorta di naufragiosenza spettatori. Un po'come ritrovarsi, di colpo,al centro del Naufragiodella Speranza di CasparDavid Friedrich.E se iniziassimo ad appli-care l'estetica dell'esplo-sione per fare tabularasa dell'attuale, ipertro-fica produzione di sogget-tività grazie alla quale"siamo tutti artisti" che,preconizzata daNietzsche, teorizzata daBarthes e Foucault emessa in pratica da arti-sti come Beuys ha finito

per inflazionare e saturare ilsistema dell'arte? Non sarem-mo tutti più liberi e sanguinari?Punta Perotti docet. Â

[maria paola spinelli]

GROUND ZERO BARIDa Punta Perotti a Zabriskije Point. La distruzione dell'ecomostro barese - detto "la saracinesca" - mettein ballo tutta una serie di rimandi estetici, culturali e sociali. Culminati in una sublime esplosione…

Un'estetica delmostruoso fa sì che operecome Punta Perotti continuino a esistere, perché il mostruoso trovail suo opposto speculareche crea meraviglia e dunque affascina

32.inteoria Exibart.onpapera cura di christian caliandro

sopra: Punta Perottia destra: la locandina

del film L’Inferno di cristallo diJohn Guillermin

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 Scrivo a ridosso dell'artico-lo pubblicato da Alfredo Sigolosul numero 30 di Exibart.onpa-per, Recensitemi o tacete.Com'è noto le riflessioni pren-

dono spunto dalle lamentele diAlessandro Baricco apparse asuo tempo su La Repubblica.La questione del ruolo, dellefunzioni e del valore della criticaattuale è tanto urgente, quantoinutile. Tutti siamo infatti consa-pevoli di come sia limitata, onulla, la possibilità da parte delgiudizio e delle argomentazionicritiche di incidere sugli orien-

tamenti del gusto del pubblico edegli addetti ai lavori. Se questoè vero in generale, per lo speci-fico delle arti visive l'argomentodiventa addirittura retorico.

Cos'è successo?Dando per sconta-ta un'indifferenzadel sistema all'a-zione critica, quel-lo che colpisce è lascomparsa di talecomponente diragionamento dald i b a t t i t o .Naturalmente ladomanda imme-diatamente suc-cessiva è: maquale dibattito? InItalia in particolarela questione faticapersino a trovareuna pertinenza. Lecause sono molte.La prima, di ordinepratico, è senzadubbio quella che

ci troviamo ancora in mezzo alguado. Il nostro sistema nazio-nale stenta a definirsi cometale, in conseguenza ad un rico-noscimento perlomeno parzialedel settore da parte dello stato,da cui discende un apparatomuseale non all'altezza delleesigenze di un paese occidenta-le. Non va meglio per le galleriee quindi per il collezionismo.

Tralasciando - ma solo per lealtre vie che deve percorrere ilnostro ragionamento - le diffi-coltà degli artisti, l'esercitosempre crescente di operatoriche di volta in volta si definisco-no storici dell'arte, critici, cura-tori, giornalisti, vive giocoforzasu questa sovrapposizione di

ruoli, e sopravvive grazie adessa. Chiaro che in un sistemasiffatto, la cosa meno utile è l'e-sercizio critico. Serve la crona-ca benigna del giornalista, lacapacità organizzativa e di rela-zione del curatore. Mentre iltesto critico, che è a metà tral'obbligo e l'orpello, è spessocaratterizzato da scarsezza diidee e da un linguaggio appros-simativo, e solo nei casi miglioridimostra una discreta prepara-zione storica e un minimo di col-lateralismo filosofico, antropo-logico o sociologico. Ma delresto il testo, che dovrebbe rap-presentare l'aspetto critico ditutto l'affare, è appunto pocoutile alle necessità correnti equindi in definitiva trascurabile.

Achille Bonito Oliva - suExibart.onpaper numero 29 -dice che "i critici sono in fasecritica". C'è un tratto di bontànelle parole di ABO, perché lasituazione appare senza dubbiooltre. Nonostante l'oggettivoquadro pratico in cui tutti noiagiamo, è comunque impressio-nante l'assenza di una compo-nente che rimane essenzialeallo sviluppo delle arti visive nelsuo complesso. Ma la domandache a questo punto diventa irri-nunciabile è: il curatore, con lesue scelte, ha assunto definiti-vamente il ruolo del pensiero edell'azione critica? Se la rispo-sta è positiva, dobbiamo rasse-gnarci ad un depauperamentodell'analisi e di quei ragiona-

LO SPAZIO DELLA CRITICA E QUELLO DELLA CURATELADopo l'articolo di Alfredo Sigolo sullo stato della critica d'arte, uscito sullo scorso numero, il dibattito si èacceso. Qual è oggi il ruolo del critico? E quello del curatore? Ma soprattutto: cosa ha ridotto la speculazio-ne intellettuale ai minimi termini? Prova a rispondere Raffaele Gavarro. Con un contributo tagliente...

Tralasciando le difficoltà degli artisti, l'esercito sempre crescente di operatori chedi volta in volta si definiscono storici dell'arte, critici, curatori,giornalisti, vive su unasovrapposizione di ruoli, esopravvive grazie ad essa

34.approfondimenti Exibart.onpaper

in alto: Raffaele Gavarroa destra: Maurizio Cattelan -76.000.000, 1992

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Exibart.onpaper approfondimenti.35menti che attraverso la scrittu-ra sono destinati tanto al pub-blico quanto agli artisti, e cheda sempre hanno contribuitoalla formazione e alla percezio-ne dell'opera d'arte. È dunquesufficiente che un curatore invi-ti ad una mostra un artista, perdecretarne la qualità dell'ope-ra? E di conseguenza che ilsistema, attraverso vie di ordi-ne pratico, ne elabori e tra-smetta il senso del suo lavoroal mondo? Evidentemente unatale metodologia, lascia - e stalasciando - aperte molte falle.Tra quelle più macroscopichec'è l'impossibilità di relazionarein maniera dialettica l'operacon la continua evoluzione dellecategorie estetiche, e in manie-

ra più estesa con la complessi-tà della realtà dell'ambiente sucui insiste. Questo comportaun'adesione necessariamentesuperficiale all'opera che nonpuò che essere temporanea,con tutte le conseguenze delcaso. Se riteniamo che questosia il naturale adeguamentodell'arte ai ritmi di consumoattuali, troviamo una banale giu-stificazione ad una mancanza diapprofondimento, che del restoè contraddetta dallo stessosistema dell'arte. Le nostremodalità di presentazione, diffu-sione e commercializzazionedelle opere d'arte sono infattideterminate da regole e mec-canismi tipici di una settorializ-zazione molto elevata del pro-dotto, che quindi presupponeuna specificità che gioca su unasostanziale differenza da quan-

t'altro è oggi oggetto di consu-mo. In altre parole se un'operadi Damien Hirst o di MaurizioCattelan raggiunge quotazionitanto elevate, non basta direche funziona. Un tale giudiziopuò essere sufficiente in unalogica di uso temporaneo, ma èchiaro che già nel medio termi-ne l'articolazione delle ragioni asostegno deve essere ben piùampia. Lo sforzo preliminareche a questo punto si deve farein sede di dibattito e di praticasuccessiva, è dunque quello diriconoscere che se la curatela,il curatore -cercando in qualchemodo di emulare quello che inmaniera istituzionalizzata eregolata accade negli altripaesi occidentali -, sta trovandouno spazio operativo e una suaindubbia necessità, nondimenouno spazio diverso ma non

meno definito deve tornare adavere la critica. Uno spazioreale. Dai giornali, specializzatie non, all'attività editoriale piùampia, ivi compresa quella dellaproduzione dei cataloghi cheaccompagnano le mostre, sirende dunque necessaria unascelta che oltre a percorrere lapratica dell'informazione e del-l'illustrazione, dia conto anchedegli argomenti più ampi,appunto critici che l'opera com-prende. Perché il terreno dell'e-sercizio critico è quello della

scrittura, così come quellodella curatela è la finalizzazioneespositiva. Tra l'altro anche lasaltuaria pratica della criticanegativa, della stroncatura, seda una parte è un'attività arischio per la confusione deiruoli e per le beghe da cortileda cui spesso è indotta, inmaniera sostanziale finisce peressere del tutto sterile per l'a-naloga pochezza di argomentiusati. Non è inutile ricordareche così come un curatore èvalutato per le proprie peculia-

ri capacità di relazione esoprattutto di realizzazione delprogetto espositivo, in terminianaloghi la statura di un criticoè data dalla qualità dei suoiragionamenti e dalla modalitàcon cui li espone. E natural-mente dobbiamo evitare di con-siderarla un lusso intellettuale.Perché altrimenti comedovremmo definire l'opera d'ar-te stessa? Â

[raffaele gavarro]

a destra: DamienHirst - Sensation -2003 - acrilico subronzoin basso: DemetrioPaparoni (fotoTimothy Greenfield-Sander). Il teoricosiciliano ha da pocopubblicato un librosui metodi dell'artecontemporanea. Quiha sostenuto tra l'al-tro che ogni forma dicritica creativa è unpretesto per nonaffrontare seriamentele problematiche del-l'arte; che non bastaessere curatore peressere dei critici; chel'arte non è per tuttima che la criticadovrebbe esserlo.

La domanda è: il curatore, con le suescelte, ha assunto definitivamente il ruolodel pensiero e dell'azionecritica sostituendola?“

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LUIGI TEODOSISovrapposizioni 1983 - 1986

5 luglio - 30 luglio 2006

Pinacoteca ComunaleMacerata

Piazza Vittorio veneto 2

Orari: da martedì a sabato 10-13/17-19,30Domenica 10-13

Comune di MacerataAssessorato alla cultura

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Â È la nuova frontiera dell'hotel-lerie di lusso. Strategia acchiap-paturisti che reinventa con stile ilbuon vecchio hotel borghese. Ilfenomeno si espande in Italia aritmo sempre più serrato. Di cheparliamo? Di arte contempora-nea. Già, perché accanto adarchitetti e designer i protagoni-sti dei nuovi alberghi chic sonoproprio gli artisti. Diversi gliesempi nel Belpaese: dall'Ateliersul Mare di Antonio Presti, inSicilia - pionieristico e originaleesempio di struttura alberghieracon stanze a tema -, fino aglihotel de charme inaugurati nelleterre di Toscana dai coniugiGilberto e Rosa Sandretto, trasontuosi ambienti rinascimentalie barocchi. E non mancano glispazi con importanti collezioni -due nomi per tutti, l'AlbornozPalace Hotel di Spoleto o ilResidence Barberini di Roma -,impegnati in parallele attività cul-turali rivolte principalmente allaproduzione giovane.Ma poteva la moda perdere que-sto treno e non farsi sedurre dalbusiness dell'arte per turistidoc? Certo che no. La scommes-sa è affascinante e l'investimento- anche in immagine - redditizio.Ed eccolo il gruppo Sixty, colossodello streetwear made in Italy -suoi una decina di marchi, tra cuiMiss Sixty, Energie eMurphy&Nye - cimentarsi in unnuovo progetto.Nascono così i Sixty Hotel, cate-na di alberghi quattro stelle chepuntano tutto sul potere comuni-cativo di arte, architettura edesign di ultima generazione. Ilprimo step in riviera Romagnola:attesissimo l'esclusivo opening aRiccione, seguito da quello diRoma (non confermato ufficial-mente, nonostante le prime indi-

screzioni lo collocherebbe-ro già nella centralissimaVia del Corso, vicino al luc-cicante flagship MissSixty). Quindi, l'espansionea ruota in alcune grandicapitali internazionali,ancora al vaglio dell'azien-da: fioccano le richieste dipartner interessati, daBerlino ad Amsterdam, daLondra a Dubai, da Nizza aNew York. Il target? Giovane, trendyed esigente. Sono gliunder trenta i clienti ideali,avvezzi alle declinazioni piùdi tendenza dell'esteticaf a s h i o n - m e d i a t i c a .Cresciuti a pane ed Mtv,cultori del jeans&sneakersstyle, muniti di I-pod evideofonini, infaticabili navi-gatori cibernetici, protago-nisti di un mondo raccon-tato da blogger, street-artist e graphic-designer:sono loro il popolo di riferi-mento per i progettisti diquesti nuovi alberghi. Ilpopolo che veste Sixty, inaltre parole. Ad occuparsi del progettoarchitettonico è il fiorenti-no Studio 63 , ovveroMassimo Dei e PierangeloOrecchioni, già autori diquasi tutti gli store MissSixty sparsi nel mondo. "Sitratta di un vecchio hoteldegli anni '50, trentanovecamere in tutto" dichiara-no ad Exibart gli architetti."Noi lo abbiamo appositamenteridisegnato sulla base degli inputlanciatici da Vichy Hassan, fonda-tore del gruppo Sixty insieme aRenato Rossi. La sfida? Riuscirea trasmettere un concetto diospitalità che includesse un mixdi modernità, tecnologia e arte.Sempre all'insegna del nuovo,della sorpresa, delle contamina-zioni". E quando provano a rac-contarcelo in tre parole, è cosìche le due menti dello Studio defi-niscono il loro primo Sixty Hotel:"glamour, colto ed emozionale".Sì, perchè è l'arte a rimanere il

fattore trainante di tutta l'opera-zione, capace di restituire agliospiti forti stimolazioni estetichee sensoriali. Tutte le camere ealcuni punti strategici dell'Hotelsono stati affidati all'estro ditrenta giovani artisti, selezionatida Gino Giannuzzi, gallerista bolo-gnese a capo dello storico spazioNeon. Decine di coloratissimiwall painting prendono vita sullepareti, raccontando stili, linguag-gi, sensibilità differenti, tuttiorientati a una interazione deci-sa tra immagine, ambiente epubblico. All'opera ci sono nomi

importanti della scena italiana edinternazionale, assieme a perso-naggi più freschi ma già benavviati: da Marco Samoré aCuoghi Corsello, da LucaTrevisani a Stephanie Nava, daMrzyk & Moriceau a SimoneTosca, da Paolo Gonzato aBartolomeo Migliore.I progetti, commissionati e finan-ziati da Sixty, nascono tutti comesite specific work, concepiti peruno spazio architettonico già for-temente caratterizzato. Tra questi anche lo spettacolareintervento studiato e realizzato

da Matteo Basilè per la hall. Afare da intermediario stavolta c'èun altro importante gallerista,Sergio Tossi, boss di uno dei piùnoti spazi espositivi fiorentini,impegnato parallelamente in atti-vità di art consulting per privati,aziende o studi di architettura. E il design? Anche in questo casomassima attenzione a innovazio-ne, stile contemporaneo e moodaccattivante, il tutto all'insegnadella semplicità e con un occhioal vintage. "Gli arredi sono staticreati da noi esclusivamente peril Sixty", ci dicono i due architetti,

UNA NOTTE CON MISS SIXTYCosa c'entra la moda giovane con gli alberghi? Che ci azzeccano felpe e jeans con il business turistico?Mettici dentro pure design, arte, tecnologia e architettura, e ti ritrovi dentro un Sixty Hotel. A Riccione, ilprimo appuntamento con la nuova catena di art hotel concepita dal gruppo Sixty, leader del fashion conuna cotta per l'arte contemporanea...

19 giugno, ore 20.00opening Sixty Hotel + dj-set d'arti-sta, performance, light projectionRiccione, Via Milano 54www.sixtyhotel.comwww.sixty.net

info.

38.approfondimenti Exibart.onpaper

Page 39: Exibart Onpaper 31

Exibart.onpaper approfondimenti.39"prediligendo linee essenziali chenon prevaricassero gli interventiartistici. In più c'è una selezionedi oggetti contemporanei e dimodernariato, con una preferen-za per gli anni 50/60".Quindi, visto il concept generale,non poteva mancare la chicca hi-tech con cui allettare un pubblico

esigente, sensibile ai guizzi di ori-ginalità: i giovani clienti tecnofiliavranno a disposizione delle web-cam installate nelle camere per"agevolare" la comunicazione trai clienti…"Un'occasione per cono-scersi e spiarsi", ci dicono Dei eOrecchioni. Insomma, un giocosfizioso in puro stile Grande

Fratello per dare corpo a unaideale comunità virtuale in gradodi "abbattere" i muri tra gliambienti, reinventando spaziintriganti di socializzazione.Quanto costerà tutto ciò? Chipotrà permettersi una vacanzasul litorale di Riccione, soggior-nando nell'hotel più cool della

zona? "Saranno camere assolu-tamente alla portata di tutti…dai120 ai 180 euro. Non ci interes-sa puntare su un'elite danarosa".Così ci rassicura il gruppo Sixty,nella persona del suo energicoleader, Mr. Vichy Hassan. Ma da dove nasce, in un'aziendadi successo nel settore moda, la

voglia di cimentarsi con una ope-razione di questo genere?Propensione per il rischio, mece-natismo culturale, strategia eco-nomico-promozionale? "Da sem-pre i valori dei brand, così comele vene di ispirazione delle colle-zioni dei nostri marchi, si nutronodi contaminazione tra stili e codi-ci espressivi diversi, in un clash diemozioni e citazioni anni '50, '60o '70…" racconta Hassan aExibart. "Ci piacciono gli sconfina-menti tra ambiti diversi... moda,design e pop art per esempio.Basti pensare ai numerosi ele-menti d'arredo presenti neinostri negozi o ai temi utilizzatinelle grafiche delle nostre colle-zioni. Volevo trasferire tutto ciòanche in questo nuovo esperi-mento dell'hotel".Ci ha visto lungo Hassan, identifi-cando nell'attitudine alla conta-minazione una delle carte vincen-ti dell'industria edutainment. Leliaison tra ambiti diversi ma con-tigui si rilevano sempre più tatti-che: diversificano il target,aumentano gli utili e apportanoconsistenti fette di visibilità. Ed è soprattutto quest'ultimoaspetto ad avere spinto Sixty abuttarsi nell'avventura: "in primoluogo il valore dell'operazione èquello di produrre immagine epromozione per i marchi, più chevero e proprio utile", continuaHassan. "A questo si sommaanche un divertente esperimen-to di integrazione fra moda edesign, nonché l'idea di concepi-re un hotel che non fosse solouno spazio dove dormire, fare ladoccia, la colazione e via… Questisaranno spazi dove conoscersi,spiarsi, giocare… facendo nelfrattempo un tuffo nell'arte con-temporanea!"L'arte, appunto. Ormai restia aglispazi canonici, l'arte contempo-ranea è sempre più spesso vitti-ma di una claustrofobica insoffe-renza nei confronti dei metodiespositivi tradizionali. Cerca ter-reno fertile fuori da musei e gal-lerie e insegue tipologie di pubbli-co eterogenee, perfino casuali.Strade, negozi, locali notturni,giardini, studi professionali, hotel.Reale virata democratica o merobisogno di colonizzare nuovi set-tori, a fronte di un art systemobsoleto, chiuso e asfittico? Inaltri termini, meno pensiero pro-gettuale e più decorativismo pub-blicitario? Se Sergio Tossi ècerto che questa sia la stradagiusta, arrivando a dire che l'ar-te, lui, la metterebbe persino "neiparcheggi sotterranei e neglisvincoli autostradali, così lagente, sbattendoci il naso, nonpotrebbe ignorarla e forse, pianopiano, la apprezzerebbe di più",Gino Giannuzzi sottolinea che laformula dell'art hotel "è sempli-cemente 'una' possibilità che hal'arte di uscire dagli spazi deputa-ti, nel tentativo di aprirsi ad unpubblico non di nicchia, non lasolita elite arroccata in difesa deisuoi privilegi. Certo è" continua ilgallerista bolognese "che in uncaso del genere la valenza deco-rativa è una trappola semprepronta a scattare. Ma l'impattosarà interessante, anche dalpunto di vista della comunicazio-ne". E anche del mercato magari,perchè no? Giovani collezionisticrescono, tra le camere di unhotel. Â

[helga marsala]

a sinistra: un particolaredel lavoro di Basilèper la hall del SixtyHotelnella pagina accanto:un rendering dellafacciata

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 Come sai queste intervistehanno lo scopo di presentare alpubblico dell'arte contempora-nea l'attività svolta dai curatoridi nazionalità italiana che vivo-no all'estero e di capire i motiviper cui hanno preferito o sonostati costretti a lasciare l'Italiaper svolgere il loro lavoro.Potresti cominciare raccontan-domi i tuoi inizi?È stato un avvicinamento gradua-le all'arte contemporanea, o unallontanamento graduale dall'uni-versità italiana e dalla sua morti-fera immobilità. Sentivo il biso-gno di essere informato e di par-tecipare ad un dibattito attuale,che in università era completa-mente assente. Ho scampato ilcorso di specializzazione e misono avvicinato sempre più alcontemporaneo, soprattutto aMilano. Prima lo guardavo conun misto di sospetto e di superio-rità, data la mia educazione"classica".

Come ti sei orientato?Molto confuso all'inizio, quasiinconsapevole. Alcuni flash. Entroin alcune gallerie private (DeCardenas, De Carlo, Fontana,Guenzani, Leccese, Marconi),vedo mostre che mi stupiscono(l'orsetto equilibrista di Cattelan,il luna park impazzito di Höller, gliinterni vuoti di Luisa Lambri, ivideo e le foto splatter di McCarthy, gli oggetti di Orozco, unpiccola installazione di Eliasson, itavoli al muro di Armleder…).Incontro i primi artisti, non piùsolo sui libri (Cattelan forse perprimo, poi la banda di Via Fiuggi),scrivo le primissime cose (sull'e-stetica neo-punk tra musica earti visive: Pettibon, Kelley, SonicYouth, Pavement, Beck,Permanent Food). Organizzo leprime piccole mostre (a casamia, con lavori confusi tra il miohabitat quotidiano; a CasaMasaccio, con lavori che si con-frontano con la classicità).

In che periodo siamo?Siamo tra il 1995-96. Tuttoancora molto inconsapevoleanche se appassionante. Ancoraindeciso, vado a New York per

studiare Pollock e DylanThomas, le loro relazionimai ricercate. Scoproche esiste il corso percuratori del De Appel, adAmsterdam. Mi dicono:"dovresti farlo". Facciodomanda, mi prendono(sono il primo italiano adessere ammesso). Inizioa farmene una ragione.

C'erano delle motivazio-ni precise che indirizza-vano le tue scelte? Cosati sosteneva facendotiintuire che il percorsointrapreso era quellogiusto?Credo che il tutto derividal fatto di avere uncerto talento o un gradodi interesse/curiositàper alcune cose, ma nonabbastanza per unasola… È proprio questol'aspetto interessante:questa condizione di vivere egestire uno spazio di mezzo, direlazione, di dialogo tra persone,modalità linguistiche e sistemiculturali diversi. L'amatorialità, laflessibilità e l'obliquità del curato-re sono forse la sua forza. Sonola base della sua stessa identità.

C'è dell'altro?Sì. C'è anche una componenteumana importante, basata suldialogo e l'incontro. Il curatore èanche colui che prepara unapiattaforma, che ospita, che invi-ta: è un tramite, un vettore, unagiuntura tra persone e idee.Incoraggia, suggerisce o creadelle possibilità di relazione.Quello del curatore è un "corpo"che viene attraversato, occupatoda idee e visioni di altri che lui tra-duce, edita, organizza, più omeno personalmente, per unpubblico più ampio. Ecco, a meinteressa questo tipo di ruoloche, per sopravvivere, ha biso-gno degli altri e non solo del pro-prio narcisismo.

Una condizione psicologica utilead uno sviluppo armonico dellapersonalità!Magari! Semmai un modo per

dare un senso ad una naturaleschizofrenia…Sicuramente è stata anche lanecessità di fare un po' di ordinenelle mienozioni/informazioni/passioni, ilbisogno di strutturare materialedi altri in nuove e altre visioni.Organizzare mostre è forse unmodo per costruire, con questeesperienze e con questi sguardi,altre realtà; per suggerire visionidi un mondo possibile, fatto dirapporti e regole anche diverseda quelle vigenti.

Berlino è una condizione, undestino, un set mai casuale,dove le azioni prendono neces-sariamente una determinataforma. Quanto ha influito sultuo lavoro questo luogo?Per me Berlino è stata una rea-zione ad Amsterdam e a Milano,in qualche modo. Una reazionesicuramente anche politica. Ilnon finito contro il finito, il vuotocontro il pieno, lo spazio contro lacongestione, la "povertà" controla ricchezza. Berlino è un luogo(perennemente?) potenziale, unospazio aperto percorso da tantifantasmi. Berlino era ed è inte-ressante per la sua identità dicittà, per il discorso che vi è lega-to, e per gli artisti che ci vivono oche l'attraversano anche soloper un breve periodo. La scenadella musica elettronica è statoun altro incentivo importante.

In concreto?Il mio lavoro da Berlino è statosoprattutto legato a due ambitidi ricerca: una linea di artisti cheragiona in maniera neo-concet-tuale sullo statuto dell'arte, sullinguaggio, sulla produzione(Elmgreen&Dragset, Ceal Floyer,Jonathan Monk, Kirsten Pieroth,Tino Sehgal, Simon Starling, maanche il coreografo XavierLeroy), e una che dialoga con leforme dell'architettura e dell'ur-banistica (Olafur Eliasson, JeppeHein, Carsten Nicolai, ManfredPernice, Kirsten Pieroth,Marjetica Potrc, Sean Snyder). Ilmio lavoro in questi ultimi anni è

sicuramente legato a questi pro-blemi e a questi artisti, alcuni deiquali ho presentato per la primavolta in Italia. L'attitudine critica, un certo tipodi rigore linguistico, di sobrietàformale, mi hanno sicuramenteinfluenzato. Il mio calvinismo èstato adeguatamente stimola-to…

È difficile tentare un elenco ditutte le cose che hai realizzatoin questi anni e forse anchesuperfluo, visto che semplice-mente cliccando il tuo nome suGoogle appaiono più informazio-ni di quante qualunque feticistadel "genere" possa desiderar-ne. Potresti farmi una lista deituoi progetti che segua unalogica personale anche se dia-cronica?Google non dice proprio la veritào almeno manca di prospettivastorica. Cerco di ordinare lemostre per flussi di interesse,per ossessioni ricorrenti, trala-sciando comunque molto. Surrealismo/slapstick/assurdo,soprattutto tra Italia e Olanda:On the Bubble (Berti, Galegati,Zuffi), Fatica Sprecata (Ceresoli,Favaretto, Perrone, Tuttofuoco),Post-tragi-KoMik (tre olandesi alPalazzo delle Papesse: Koelewijn,Mik, Post), tutte tra 1999 e2000.Problematiche e poetiche dellospazio: Seamless (la mostra difine corso al De Appel, 1998. Lìc'erano già molte delle mieossessioni, c'erano Antille,Bartolini, De Rijke/De Rooij,Eliasson, Floyer, Rockenschaub,e la musica elettronica "illbient" e"isolazionista" come riferimentocontinuo), Clues (con DougAitken, Luisa Lambri, SeanSnyder ancora ad Amsterdamnel 1999), Perspectives (grandeinstallazione di suono e luce conIkeda, Nicolai, Vainio per la primae unica volta insieme. Si apre ilpolo di Via Ventura a Milano, nel2001), Strategies againstArchitecture II (la linea duramolto berlinese: A12, Bartolini,Elmgreen&Dragset, Gillick, Hein,

Pernice, Potrc,Snyder, Starling-Boyce, in un capanno-ne industriale di due-mila metri quadri, duemesi prima che crolli-no le torri…), Fuzzy(Hein, Ligorio, Mercier,Previdi da MassimoMinini, 2002),Manfred Pernice-SeanSnyder (per la primavolta insieme, in un'in-dagine su una zona diBerlino, ancora daMassimo Minini nel2003 e poi in tour conUtopia Station),Tomas Saraceno (lamia prima personale

da curatore, la sua prima perso-nale europea, con un progettofolle ma miracolosamente riusci-to; da Pinksummer nel 2004),l'installazione negli spazi dellabanca BSI di Lugano con Buren,Barry, Armleder e Gillick, lo scor-so settembre.Concettualismo rivisitato: Don'tExpect Anything (nel 2004:Barry, Sehgal, Wilson messi aconfronto sulla materializzazionedell'oggetto artistico. La terza eultima mostra da Minini, la primain cui inizio a fare più direttamen-te i conti con una prospettiva sto-rica e provo a creare traiettorietra generazioni diverse. Il miocorpo posseduto da Sehgal…),Reception (Barry, Bartolini,Gillick, a Buero Friedrich aBerlino, nel 2005). E ci mettereianche i testi per Jonathan Monk,l'intervista e i testi su RobertBarry, Massimo Grimaldi e unsaggio per l'ultima Triennale deiPaesi Baltici.Molto di questo continua nel miolavoro come curatore della BSIArt Collection, con le pubblicazio-ni, i cataloghi e con una serie dicose scritte qui e là. Amen.

Alleluja! E il prossimo progetto?Soprattutto pubblicazioni e testi.Le prossime due monografie perla collezione (Daniel Roth e TonyCragg), un riordino di parte delmio passato (le pubblicazionilegate ai progetti sonori e allamostra Dojo in Via Ventura), euna visione sul futuro come vor-rei che fosse (una pubblicazione-mostra dal titolo Future is aCloud).

Tutti libri. Che curatore impe-gnato…Mmh, vuoi la verità? Per l'imme-diato futuro il progetto più diffici-le di tutti sarà vedere allo stadioalmeno una partita dei prossimimondiali di calcio. Â

[a cura di marcello smarrelli]

UN CALVINISTA A BERLINOTra i giovani critici italiani è probabilmente il più internazionale e il più laterale. Con un lavoro a cavallo tral'arte contemporanea, l'architettura e la musica elettronica Luca Cerizza si è formato tra Milano, Amsterdam,New York e - soprattutto - Berlino. Qui, nell'ambito della serie di interviste che Marcello Smarrelli dedica aicuratori italiani di stanza all'estero, ripercorre la sua carriera…

BSI Art Collection nasce nell'anno 2000 con un'importante serie di acquisizio-ni concentrate su cinque individualità dell'arte del dopoguerra: Daniel Buren,John Chamberlain, Tony Cragg, Mario Merz e Giulio Paolini. Insieme alla forma-zione di questo nucleo iniziale, BSI (Banca della Svizzera Italiana) ha iniziato adospitare nelle sue sedi opere di artisti contemporanei, spesso appositamentepensate e realizzate per quel contesto (Peter Halley a Torino, per esempio).Dal 2003, come curatore della collezione, Luca Cerizza ha continuato questamodalità d'intervento nei diversi spazi della banca (Armleder, Barry, Buren,Gillick a Lugano; Roth a Bellinzona, più altre presentazioni collettive), delinean-do alcune linee tematiche attraverso la presenza e il dialogo tra artisti di diver-se generazioni. Ogni nuova commissione è seguita da una pubblicazione. La collezione BSI raccoglie oracirca centotrenta opere di più diventicinque artisti, tra cuiAckermann, Bartolini, Boetti,Eliasson, Floyer, Gander, Kiaer,Melotti, Parreno, Pumhoesl,Roth, Starling.

Via Canova 6 - LuganoCasella postale 5886www.bsi.ch

E CON I MECENATI TICINESI…

40.approfondimenti Exibart.onpaper

a sinistra: Luca Cerizzanel box: vetrine dibanca ripensate dall'ar-tista Daniel Buren

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 Un direttore di museo atrentun anni. Quasi da recordin Italia. Quale percorso ti haportato dal Piemonte allaProvincia di Cosenza?Non so se entrerò nelGuinness dei primati, e semerito tanto, ma il percorso èlegato al processo di riavvicina-mento di mio padre con laCalabria, avvenuto gradual-mente, attraverso un concate-namento di incontri, conoscen-ze ed eventi maturati con iltempo, fino al traguardo finalerappresentato dal Museo, dicui io dirigerò l'attività artistica.

Cosa hai preso dall'attività arti-stica di tuo padre?Da figlio, ho accolto con estremoentusiasmo e riconoscenza que-sto compito, consapevole del pri-vilegio di chi ha potuto condivide-re in tanti anni ore ed ore, interegiornate passate a dipingere,disegnare e scolpire, colloquian-do di arte, vita, vita e arte. Di quila forza di un confronto aperto, avolte anche serrato, di una dia-lettica che mi ha permesso dicarpire le motivazioni, i segretidel mestiere, l'impeto di gene-rosità che da sempre accompa-gna l'atto creativo di mio padre.In qualità di musicista e opera-tore culturale, cercherò diaffrontare l'impegno con lamassima professionalità, lusin-gato anche dalla fiducia espres-sa dall'Amministrazione comuna-le acrese, passata e presente.

Il museo ha due anime. In chesenso?Saranno due le anime che ani-meranno il Palazzo SanseverinoFalcone messo a disposizionedall'Amministrazione comunale.Una ospiterà in undici sale leopere della collezione che SilvioVigliaturo, Adriano Berengo e inparte io abbiamo donato allaCittà di Acri. Mentre l'altra,costituita dal cortile interno, ilgiardino e parte delle restantidiciannove sale del palazzo, tracui l'enorme Sala delle Colonne,dominata da un misteriosocolonnato romanico di cui siignora l'origine e la funzione, e lesale del piano nobile, che con-servano gli unici affreschi anco-ra visibili, ospiteranno periodica-mente mostre, incontri, works-hop ed iniziative didattiche, dedi-cati all'arte contemporanea ealla lavorazione del vetro. Ilpalazzo Sanseverino Falcone èun contenitore eccezionale, lecui ampie sale sembrano realiz-zate due secoli fa proprio perospitare oggi un museo di que-sto tipo. L'intento è quello didare alla Calabria un grandemuseo d'arte contemporanea;un'ambizione considerevole, masono certo che questo territoriomeriti sfide importanti, e chesaprà affrontarle nel miglioredei modi.

Inaugurazione a giugno. Qualcheanticipazione?Il programma cui sto lavorandoinsieme alla direzione delmuseo e alle istituzioni prevede

appuntamenti e mostre di gran-de rilievo, e verrà presentatonel dettaglio in occasione dell'i-naugurazione. Oltre al museo ealla collezione, presenteremo inquell'occasione il volume dedi-cato al Palazzo Sanseverino

Falcone curato dal professoreGiuseppe Abruzzo ed edito dallaFondazione "V. Padula", e unacollezione di xilografie realizzateda cinquanta disegni inediti pre-senti nella collezione del Museoe con tiratura di venticinquenumeri per ogni disegno, insie-me ad un volume documentati-vo, il tutto edito da ZuccaEditore di Pessione (Torino).

Il programma vero e proprioperò partirà nel 2007. Nelfrattempo?Nel frattempo cercheremoinnanzitutto di rendere il più

possibile noto il Museo oltre iconfini regionali e anche nazio-nali, per farne un centro di diffu-sione dell'arte contemporaneanel sud Italia e oltre. Tra le ini-ziative che realizzeremo primadel 2007 ci saranno la presen-tazione del libro antologico chela Priuli & Verlucca Editori starealizzando sull'artista, lamostra dedicata alla collezionegrafica che Germano Patrito,ex sindaco di Chieri, città in cuiio e mio padre viviamo, ha dona-to al Museo (collezione chevanta grafiche di de Chirico,Fiume, Tamburi, Guttuso,Sassu, Brindisi, Schifano,Cassinari…).

Per quanto riguarda i laboratori?Dall'autunno partiranno i labora-tori didattici dal titolo Un Museo,un'idea: il vetro contemporaneo,che avranno lo scopo di far avvi-cinare gli studenti delle scuolemedie e superiori alle operedella collezione e soprattuttoall'artista. In tutte le iniziativeche verranno intraprese un'at-tenzione particolare sarà riser-vata ai giovani: non solo un pre-mio assegnato nell'ambito dellamostra di scultura, ma l'intentodi riuscire, a partire già dal2007, a garantire almeno treborse di studio per giovani arti-sti, che riceveranno una sommadi denaro e la possibilità didisporre di spazi e materiali dilavoro nella città di Acri.

Il grande evento per il prossimoanno sarà dunque la Biennaleinternazionale di scultura.Il Museo sarà un luogo votato alcontemporaneo, per dare allaCalabria e al Sud un nuovo spa-zio per l'arte, da cui osservare ilpresente ed intuire il futuro, maanche creare occasioni di incon-tro e approfondimento per gio-vani, artisti e critici. La collabora-zione con Luca Beatrice, critico

torinese tra i piùaffermati nel campodell'arte contempo-ranea, è una confer-ma di questa ambi-zione che concretiz-zeremo a partire dalMaggio del 2007con il primo grandeappuntamento, laBiennale di sculturainternazionale con-temporanea curataproprio da Beatrice. Alcune sale delPalazzo SanseverinoFalcone, il cortile edil giardino, saranno ilpalcoscenico e lacassa di risonanza diun dialogo che l'arti-sta e le sue opereintrattengono dasempre con il pre-sente e l'arte con-temporanea.La mostra sarà bien-

nale, con una cadenza che testi-monia uno sguardo costantesull'arte, ma che vuole indicareanche una opportunità per gliartisti, soprattutto i più giovani,che ogni due anni potranno con-frontarsi ed esporre le proprieopere.

Concludiamo con qualche datotecnico. Che tipo di assettoamministrativo ha il nuovomuseo?La condizione integrata all'inter-no dell'Ente Comunale pone ilMuseo in una condizione di auto-nomia amministrativa limitata.Tuttavia l'Amministrazionecomunale ha voluto dare un'or-ganizzazione interna capace diprogrammare e proporre un'atti-vità museale condivisa, altamen-te qualificata e di grande spesso-re culturale. Sono preposti alladirezione ed alla gestione delMuseo il Responsabile delMuseo, che curerà i rapporti traComune e Museo, e il Comitatodi Gestione del Museo, di cuifanno parte membridell'Amministrazione comunale emembri nominati dall'artista.

In virtù di questo qual è e dadove proviene la dotazionefinanziaria dello spazio?Il budget futuro possiamo soloprevederlo e in base a quelloorganizzeremo le iniziative a par-tire dal 2007. La dotazione finan-ziaria è attualmente sostenutadall'Amministrazione comunaledella Città di Acri, dal Ministerodell'Economia e delle Finanze,dalla Provincia di Cosenza, dallaRegione Calabria e da enti priva-ti, grazie ai quali stiamo concre-tizzando tutti i lavori e le iniziativeper valorizzare al meglio l'inaugu-razione del Museo. Â

[a cura di massimiliano tonelli]

ABRACALABRIAUn palazzo edificato duecento anni fa, ma che sembra fatto apposta per ospitare un museo di oggi. Uno spazioche si snoda per trenta sale. Parte per una collezione, parte per mostre, workshop, incontri e iniziative didattiche.Il direttore, Valerio Vigliaturo, trentun anni, ci racconta il primo vero museo d'arte contemporanea in Calabria…

MUSEO CIVICO D'ARTE CONTEMPORANEASILVIO VIGLIATURO Piazza Giovanni Falcone, 1 - Acri (Cs) [email protected] 24 giugno 2006 ore 18.00

info.

42.approfondimenti Exibart.onpaper

Palazzo SanseverinoFalcone

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Â È il 18 ottobre del 1956 enella fredda Stoccolma un giova-ne trentaduenne che aveva tra-scorso la giovinezza a Parigiinaugura con orgoglio l'esposizio-ne dedicata a Guernica di PabloPicasso . Due anni più tardi quel-lo stesso ragazzo è nominatodirettore del nascente ModernaMuseet, primo museo d'artemoderna della penisola scandi-nava. Da quel momento il suonome si lega indissolubilmente atutte quelle istituzioni musealidove avrà modo di lavorare elasciare la sua impronta perso-nale: il Moderna Museet che diri-gerà fino al 1973, il CentreNational d'Art et de CultureGeorges Pompidou di Parigi, ilMoCA di Los Angeles, PalazzoGrassi a Venezia, la Kunst undAusstellungshalle di Bonn e ilJean Tinguely Museum diBasilea.Ma chi è Pontus Hulten?Banale risulterebbe definirlocome semplice direttore dimusei o curatore di mostreimportanti, perché entrambi itermini appaiono riduttivi e

soprattutto ignorano quella suaprogettualità a lungo termine,merce rara ormai ai nostri gior-ni, riconducibile forse ad un'i-dea d'ingegneria culturale.Hulten fu il primo a comprende-re che il rinnovamento in corso

durante gli anni cinquanta dove-va interessare anche le istitu-zioni museali che, scrollandosidi dosso quell'immagine passi-va di conservazione, avrebberodovuto trasformarsi in luoghiattivi, sensibili alle modificazioni

in atto nella società. Luoghid'"interdisciplinarità spontanea",come lui stesso ha spesso affer-mato, punti d'incontro di un'inte-ra generazione di artisti. È riuscito infatti ad apportaregrandi trasformazioni nelle istitu-

zioni musealiche ha diretto,sia per soddisfa-re nuove esigen-ze organizzativedi un'arte incambiamento,ma soprattuttoper agevolarnela fruizione e lacomprensioneda parte delgrande pubblico.Emblematico èin questo sensoil progetto delC e n t r eP o m p i d o u(basato sui pro-getti originaridel Kulturhusetdi Stoccolma),organizzato inmodo che -salendo - i livellidi complessitàaumentino, nel-

l'ottica di creare unospazio modulabile inbase a diverse tipologiedi frequentatori.Ma forse la sua dotemaggiore è stata quelladi tradurre le sue perso-nali percezioni in con-crete riflessioni chehanno dato avvio amostre storiche, antici-patrici di grandi trasfor-mazioni sociali e politi-che. Mostre da vederema anche, metaforica-mente, da annusare. È ilcaso di Movement inArt (Moderna Museet,Stoccolma, 1961), 4Americans (Moderna

Museet, Stoccolma, 1962), TheMachine as Seen at the End ofthe Mechanical Age (MoMA,New York, 1968), Poetry MustBe Made By All! Transform theWorld! (Moderna Museet,Stoccolma, 1969), Paris-NewYork, Paris-Berlin, Paris Moscowe Paris Paris (Centre Pompidou,Parigi, tra il 1977 e il 1981) eFuturismo & Futurismi (PalazzoGrassi, Venezia, 1986). Tutteesposizioni che hanno in qualcheaspetto anticipato le trasforma-zioni storiche, sociali e politiche,come in Paris Moscow, in cui sisono avuti i primi timidi segnalidella glasnost da parte delleautorità politiche dell'UnioneSovietica. Altre innovazioni?Hulten è l'inventore del catalogoenciclopedico: non un semplicesouvenir appendice della mostra,ma naturale prosecuzione diessa, come contenitore piùampio possibile delle informazio-ni scientifiche disponibili (LaBiblioteca dell'Università di Bonnha organizzato nel 1996 unavasta retrospettiva in merito: Ilmuseo stampato di PontusHulten. Mostre e cataloghi).Ma va ricordato anche per lastretta vicinanza tra vita privatae professionale. Approfondire illavoro di un artista ha significatoper lui intrattenere rapportimolto stretti, spendere lunghimomenti di vita e confronto: lesue mostre su Sam Francis,Jean Tinguely, Niki de SanPhalle e Robert Rauschenbergsono state la continuazione diforti rapporti d'amicizia creatinella Parigi degli anni cinquanta.E, come ha anche evidenziatorecentemente il PresidenteJacques Chirac in occasione delsimposio Per un'Europa di cultu-ra, a distanza di mezzo secolo lesue intuizioni risultano ancorafondamentali. Â

[marco minuz]

PONTUS. CURIOSITÀ SELVAGGIA E INGEGNERIA CULTURALEIl Moderna Museet di Stoccolma, il Centre Pompidou di Parigi, il MoCA di Los Angeles, Palazzo Grassi diVenezia, la Kunst und Ausstellungshalle di Bonn e il Jean Tinguely Museum di Basilea. Cosa hanno incomune questi musei? Due cose: sono spazi clamorosamente prestigiosi e hanno avuto, chi prima chidopo, come direttore Pontus Hulten. Ne tratteggiamo la figura in questo saggio in occasione di unaimportante mostra a lui dedicata a Venezia…

La raccolta personale di Pontus Hulten, donata al Moderna Museet diStoccolma (da lui fondato), è in mostra a Venezia ancora per qualche gior-no. Si tratta di una collezione casuale, poiché l'unico criterio è l'amicizia e ilegami con gli artisti rappresentati, testimoniata da numerose foto. Eccoquindi i collage di Robert Rauschenberg , le litografie di Jasper Johns ,il bel pezzo di formaggio di Oldenburg , l'ammiccante coccodrillo con lam-padine della Saint Phalle e naturalmente Marilyn e Mao di Warhol .Ci sono opere direttamente ispirate ad Hulten tra cui spiccano le ineditecartoline inviate al museo di Stoccolma da On Kawara , ed una sezione piùintima (lavori su carta che spaziano da Malevich e Brancusi a DanielBuren e Vedova), con l'unica logica del piacere e del gusto personale.Ovviamente da maître à penser. (daniele capra)

fino al 9 luglio 2006Pontus Hulten. Artisti da una collezionea cura di Stefano Cecchetto Venezia, Palazzo Franchetti Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti Campo S. Stefano, fermata vaporetto Accademia Tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00ingresso 9,00 euro; ridotto 7,00; scuole 3,00visite guidate per gruppi e scuole su prenotazioneTel 02 67479337 - 800 961993 - www.arthemisia.it

La raccolta di Pontus

44.approfondimenti Exibart.onpaper

sopra: PontusHulten e JeanTinguely durantel'allestimentodella sala diTinguely allamostra She,Stoccolma, 1966a sinistra: PontusHulten durante lacerimonia di con-ferimento dellaLegion d'Onore,Parigi, 1992

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46.nuovi spazi Exibart.onpaper

Nonostante fosse in uno spazio piut-tosto strategico, la galleria trasloca.Perché?Semplicemente per due motivi: dispor-re di uno spazio più grande, adatto adesprimere al meglio nuovi progetti nelcontemporaneo e creare maggioripossibilità di contatto con chi di impor-tante possa transitare da Firenze; unacittà che ancora oggi può riservarenotevoli potenzialità per il futuro. Perquesti motivi abbiamo deciso di posizio-narci nel quartiere di Borgognissanti,cuore dei migliori hotel della città.

Il cambiamento di sede determine-rà anche qualche cambiamento diintenti?In effetti questo darà il via al principaleobiettivo che vorrei intraprendere con

l'apertura del nuovo spazio. Dopo quasiventi anni di esperienza come gallerista,e in special modo come mercante, lega-to soprattutto al trading tra Italia e StatiUniti, dedicherò più energie al rapportodiretto con gli artisti ed allo sviluppo delloro lavoro, in particolare con quelli dellamedia e giovane generazione.

Chi è Ugolini? Un veloce exursus.Terminati gli studi ad indirizzo artistico,i primi passi professionali poco più cheventenne sono stati, negli anni ottanta,come assistente di RobertoCasamonti, ancora oggi la guida diTornabuoni Arte; ho poi aperto la miaprima galleria fiorentina nel 1992 conuna personale del colorista americanoPaul Jenkins. Da allora ho iniziato unalternare costante di viaggi tra Firenze

e Stati Uniti sia per ragioni di crescitaprofessionale, sia per quelle dovutealla vita privata (mia moglie è newyor-kese). Nel 1999 ho associato alla gal-leria di Firenze lo spazio di New York, aChelsea, con una vasta mostra dedica-ta ad Alighiero Boetti.

Ci descrivi i nuovi spazi espositivi?Come si compongono?La galleria si affaccia su strada con

due grandi vetrine, si distribuisce supiù livelli per oltre centoventi metri qua-dri, ed ha dei soffitti molto alti che mipermetteranno di esporre installazionianche di misura notevole. Lo spazioristrutturato in uno stile di richiamominimalista dall'architetto Barbieri,famoso per i progetti dei negozi Guccisparsi nel mondo, si compone al piano-terra, oltre che del magazzino, di duesale espositive unite da un ampio elungo corridoio anch'esso con la fun-zione di spazio mostra, al piano supe-riore poi ci sono i locali adibiti ad ufficio.

Un accenno alla programmazione.Si parte con il polacco Kuba Bakowskiuno tra i principali artisti della resusci-tata Varsavia che inaugurerà lo spaziola sera del 20 giugno, mostra patroci-

nata dal Polish Cultural Institute ecurata da Raffaele Gavarro. In cantiereil Group Show con Raymond Pettibon,Marcel Dzama, Damian Loeb e DonaldBaechler per l'autunno e la personaledi Alessandro Colucci, uno tra i mag-giori esponenti legati alla giovane pittu-ra italiana, ad inizio 2007…

DANIELE UGOLINI CONTEMPORARY firenze Daniele Ugolini si trasferisce regalandosi, dopo vent’anni di attività, un nuovo spazio ricco di potenzialità. Un altro piccolo scossone in una città che ancora sonnecchia…

Via Montebello, 22 rtel/fax 055 [email protected] 20 giugno Kuba Bakowski

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La scelta di fondare unagalleria d'arte per un lau-reato in Economia Politicain Bocconi da cosa nasce?Ho avuto la fortuna di respi-rare arte in ambito familiare,il che ha fatto nascere in meuna profonda passione, chemi fa vivere l'arte ben aldilàdella mera ottica mercantili-stica, pur consapevole chequesta rimanga fondamentalee imprescindibile nell'attuale sistema. Per que-

sto motivo ritengo di averfatto degli studi adatti, com-presa una tesi di ricercasulle dinamiche dell'acqui-sto dell'opera d'arte con-temporanea.

Oggi ha ancora senso apri-re una galleria d'arte con-temporanea?In realtà no, a meno che

non diventi un catalizzatore dinuove idee, un mezzo per gli artisti per esprime-

re il loro pensiero attraverso rigorose mostrepersonali. La difficoltà sta appunto nel distin-guere questo tipo di spazi espositivi, così pocopresenti oggi nel panorama contemporaneoitaliano.

Come mai a Gorgonzola?In un'idea un po' snobistica questo progetto hala presunzione di poter essere un punto di rife-rimento per le tematiche più attuali dell'arte equindi richiede l'impegno di una scelta, quelladei due chilometri in più da Zonaventura, perconcretizzare un vero interesse.

Quale direzione per il futuro?L'idea è di instaurare delle collaborazioni conimportanti interlocutori italiani e soprattuttointernazionali, peraltro già ampiamente avviate.

FEDERICO BIANCHI CONTEMPORARY ART gorgonzola (mi)Senti Gorgonzola e pensi (oltre che ad un formaggio delizioso) alle lande sterminate della pianura lombarda, tra Milano e Bergamo. Ma poi ti accorgi che - per vedere una nuovagalleria - si tratta di fare solo altri due chilometri ad est di Zonaventura…

Via Serbelloni, 15Tel 02 95109080www.federicobianchigallery.cominfo@federicobianchigallery.comPierre Poggi fino al 5 luglio

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La nuova West Village Gallery hacome sottotitolo "anche arte con-temporanea". Perché?Già la definizione di galleria da unlato ci intimidisce, dall'altro ci stastretta. Ci piacerebbe affer-marci, nel tempo, come unluogo in cui c'è sempre qual-cosa di interessante da vede-re. "Qualcosa", appunto, manon necessariamente opered'arte. Ci vorremmo divertire,insieme a chi vorrà seguire lenostre proposte, ad esplorareterritori a volte contigui, ildesign ad esempio, ma anchedistanti dall'ambito delle artivisive.

Modena è la città italiana cheforse per dimensioni ha più altaconcentrazione di istituzioni diqualità che vi operano: la Provinciae i suoi eventi, le molte gallerie,

Mazzoli, la civica, la Fondazione ela Guggenheim. Vi inserite nelgiro?Chiedo la domanda di riserva.Speriamo ovviamente che il pubbli-

co abituale delle gallerie pubbli-che e private prenda a fre-quentarci. Ci piacerebbe anco-ra di più incontrare nuovagente.

Paolo Credi, da quali espe-rienze pregresse provieni?Sono un altro (piccolo) collezio-nista che ha deciso di saltare ilfosso. Ho già avuto una bellaesperienza di conduzione diuna galleria con alcuni amici,poi gli impegni di lavoro me ne

hanno allontanato. Ora credo diaver realizzato le condizioni per pro-varci.

In che zona si trova e in che spaziespositivi la galleria allestisce isuoi eventi?Il nome stesso della galleria ne indi-ca, un po' ironicamente, l'ubicazio-ne: siamo infatti nel bel mezzo del

Villaggio Artigiano Modena Ovest,storico insediamento produttivo, ilprimo villaggio artigiano costruitonegli anni '50. Siamo sopra a un'of-ficina FIAT e circondati da capanno-ni industriali. Ma si raggiunge moltofacilmente dal centro della città.La galleria consiste in un unico spa-zio, molto luminoso, interamentebianco comme il faut.

Si parte con Martin Sedlak. E poi?La prossima mostra è già in prepa-razione: si tratterà di fotografia;però fatico a sciorinare un calenda-rio bello definito. Anzi sull'invito perquesta inaugurazione c'è scritto:"dal 13 maggio fino alla prossimamostra".

WEST VILLAGE GALLERY modenaUn capannone nella zona industriale della città. Precisamente nel Villaggio Artigianale ad Ovest di Modena. Ed ecco il nome West Village Gallery. In una Modena viva-cissima dal punto di vista artistico ecco una nuova galleria. Il titolare, Paolo Credi, ce la racconta…

Via de' Gavasseti 241Tel 059 [email protected] Martin Sedlak fino a fine luglio

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La vostra galleria opererà sempreassieme ad un partner più o menoappartenente al mondo dell'arte.Quale sarà di volta in volta il vostroruolo e quello della controparte?Attorno allo staff della Mar & Partnersruotano, appunto, una serie diPartners, alcuni dei quali più vicini edirettamente collegati al mondo dell'ar-te, altri meno coinvolti nel sistema. Inquesto senso esisteranno due piani disviluppo dell'operatività della galleria:uno strettamente connesso con il suoprogramma espositivo (che può esse-re concordato o coprodotto con altre

gallerie o meno), l'altro che ha a chevedere con eventi che hanno loscopo di far avvicinare al mondo del-l'arte pubblici differenti.

Come nasce la vostra iniziativa? Chic'è dietro la Galleria Mar?La galleria nasce come naturale pro-secuzione dell'istintiva vocazione diAlessio Lucca, ex dirigente del grup-po Fiat, per l'arte ed il collezionismodi scultura contemporanea. Grandeappassionato di arte fin dagli anniOttanta, Lucca ha coltivato il suo inte-resse fino a farlo diventare un nuovospazio espositivo.

Il vostro staff?È composto, oltre che da Alessio Luccae dal figlio Angelo, da Patrizio Nalin,anche lui proveniente dal mondo indu-striale, da Vezio Tomasinelli, collezioni-sta e responsabile della Velan, centrod'arte contemporanea di Torino, e da

Francesca Referza, specializzata in sto-ria dell'arte presso la Scuola del prof.Crispolti.

Una descrizione dei vostri spaziespositivi.Sono stati rinnovati dall'architettoCerutti trasformando quella che era untempo una fabbrica di giocattoli in unospazio elegante e versatile. Sono state,a tale scopo, eliminate alcune colonneche avrebbero parzialmente limitato lospazio centrale della galleria e sonostate neutralizzate le numerose fine-stre, che tuttora intervallano le paretilaterali della galleria, attraverso unaserie di pannelli semimovibili, utili ancheper dinamizzare e modificare i volumi,in relazione all'allestimento delle diver-se mostre.Entrando nel cortile interno dell'edificiodi via Parma, si viene attirati verso l'in-gresso della galleria da due specchiche riflettono e moltiplicano l'immagine

di chi entra. La prima stanza, sviluppa-ta in orizzontale, è movimentata da duecolonne bianche che, asimmetrica-mente ne dividono il volume, stagliando-si nettamente contro il nero della pare-te di fondo. Muovendosi verso sinistra,si accede ad uno spazio, una sorta didoppio corridoio parallelo, che si svilup-pa ad angolo retto rispetto alla primastanza, variamente modulabile grazie apannelli simili a quelli utilizzati permascherare le finestre delle paretiesterne. Il secondo dei due corridoi, più

lungo dell'altro, termina, infine con unapiccola stanzetta a sinistra.

Avete dichiarato tre appuntamentil'anno. Quali saranno i prossimi dopol'inaugurazione con una collettiva incollaborazione con la milanese galle-ria Lorenzelli?In linea di massima i tre appuntamentiannuali con cui la galleria intende pre-sentarsi al pubblico vedranno un alter-narsi di artisti giovani, firme straniere e,in primavera, anche pensando alla pos-sibilità di utilizzare spazi esterni alla gal-leria, un appuntamento con la sculturacontemporanea nelle sue diverseforme. Dopo l'attuale Senzatitolo/Untitled, abbiamo deciso di anti-cipare l'appuntamento legato all'ambitointernazionale, sempre in collaborazio-ne con Lorenzelli Arte, rimandando allamostra successiva la proposta legataall'arte giovane.

MAR&PARTNERS torinoUna ex fabbrica di giocattoli. Finemente ristilizzata. Uno spazio versatile, probabilmente inedito per Torino. Una galleria che collabora con altre gallerie. Ecco come…

Via Parma, 64www.mar-partners.com Tel 011 854362fino al 21 luglio collettiva inauguraleSenza Titolo

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Exibart.onpaper nuovi spazi.47

Nascono gallerie, si programmanointere stagioni espositive… Forse inUmbria sta crescendo una certaattenzione verso l'arte contempo-ranea?Fortunatamente l'attenzione per l'ar-te contemporanea sta crescendo, ilmerito è da dividere tra chi ha sapu-to lavorare con competenza e dedi-zione per anni e chi, comel'Assessorato alle politiche culturalidel Comune di Perugia nella personadi Andrea Cernecchi, sta portando incittà mostre sempre più importanti ecollaborazioni di prestigio, riscuoten-do un meritato successo.

Filippo Fettucciari. Chi sei?Ho trentanove anni e mi occupo dimoda da quasi venti. Seguo l'arte con-temporanea da sempre. Sin da adole-scente frequentavo gli studi degli artistie quando potevo acquistavo piccoli lavo-ri. Poi c'è stata la fase dell'eros del colle-zionista, quando per anni ho riempito lamia casa di lavori fino a non renderli piùleggibili. Ora sento il bisogno di "parteci-pare" da più vicino ai progetti e condivi-dere la mia passione con le molte per-sone che incontro nella vita e nel lavoro.

In che spazi hai aperto la tua galleria?Alcuni anni fa ho acquistato un localeadiacente al mio negozio, all'epoca lo

spazio era ciò che rimaneva di unlavaggio per camion. Quel luogo eranei miei sogni una piccola galleria d'ar-te che poi non mi sentii di aprire subitoe destinai al mio lavoro. In seguito lapassione per l'arte ha avuto il soprav-vento e quel piccolo locale (quaranta

metri quadrati), molto alto e luminoso,è divenuto superficie espositiva.

Si parte con l'umbro Nicola Renzi.Quali saranno le prossime tappedel nuovo spazio?In realtà lo spazio è stato aperto a feb-braio con Davide Coltro, ma è difficiledire anche questo, perché in una faseprecedente ho ospitato lavori di altriimportanti artisti umbri, ho pubblicatolibri e cataloghi di Sauro Cardinali,Giuliano Giuman, cataloghi di mostrecollettive e anche multipli d'arte. DopoRenzi, a settembre ci sarà FrancescaForcella, poi stiamo lavorando per por-tare un grande artista internazionale,

ma parlarne è ancora prematuro. Miinteressa altresì il lavoro di molti giova-ni artisti come Marcello Maloberti,Carla Mattii, Daniele Girardi, ValentinaD'Amaro e di alcuni locali comeMarino Ficola e Victoria Valavanisancora poco considerati per le lorocapacità.

FILIPPO FETTUCCIARI ARTE perugiaUna ex officina per lavare i camion. Poi uno spazio per la moda. Ed infine una galleria d'arte. Perché la passione per il contemporaneo di Filippo Fettucciari non poteva restarnascosta troppo a lungo. E così a Perugia continuano ad aprire gallerie d'arte…

Via Leonida Mastrodicasa, 2 (Loc. Pontefelcino)Tel 075 6919903 [email protected] al 25 giugno Nicola Renzi

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Uno spazio espositivo promosso da una azien-da del made in Italy. L'inizio di una nuova ten-denza? Quale necessità porta una ditta cheproduce scarpe di qualità ad investire in que-sta direzione?Direi che si tratta di una volontà sentita dagliimprenditori più sensibili, che per il ruolo che rico-prono all'interno della società non possono rima-nere impassibili a ciò che circonda la vita d'impre-sa in tutte le sue forme più espressive.Personalmente ritengo che non ci potrà più esse-re una solida crescita aziendale se l'imprenditorenon contribuisce allo sviluppo ambientale e socia-le del territorio in cui l'azienda opera. Ecco perchéla scelta di recuperare, portando alla luce, trami-te una sapiente ristrutturazione, la bellezza archi-tettonica di un'antica fornace di mattoni, facendo-ne risaltare in particolare il forno circolare ed ilcamino, simboli emblematici dell'intera struttura.

L'obiettivo di un'azienda come Linea Marche diinvestire in questa direzione è anche quello dipoter comunicare che "dietro" alle scarpe checreiamo, ai nostri marchi, esistono valori qualistoria, cultura, tradizione che sono parti integran-ti del nostro "made in Marche".

Su quale tipo di pubblico punterete per questonuovo spazio?Utilizzando lo spazio della Fornace anche permostre artistiche ed appuntamenti culturali,miriamo ad un pubblico che apprezzi la bellezza elo stile in tutte le sue forme espressive: la bellezzadel territorio, dell'arte, della cultura, dell'architet-tura, dando inoltre la possibilità a chiunque dipoter visitare e conoscere da vicino tale benedivenuto uno dei monumenti artistici della zona.

L'ultima sfornaciata della Fornace Hoffmannrisale a trentacinque anni fa. Come avete restau-rato gli spazi espositivi? Come si compongono?La ristrutturazione è stata condotta in un'ottica divalorizzazione culturale, nel rispetto massimo deiluoghi e della conservazione delle strutture por-tanti ancora idonee, lasciando le pareti perime-trali con i vecchi mattoni, abbinati a nuovi materia-

li come l'acciaio corten, la resina ed il cementolevigato cerato per la pavimentazione, contribuen-do in tal modo a custodire il più possibile lo spiritooriginale dei vecchi spazi lavorativi.Il forno è divenuto così un perfetto spazio esposi-tivo e luogo di rappresentanza, dal singolarissimovalore architettonico. Nei locali al piano terra èstata ricavata una sala polivalente, utilizzataanche per ospitare congressi e meeting ed alpiano superiore showroom per l'esposizione dellenostre collezioni di calzature. Il corpo di fabbricaparallelo alla strada, dove sono stati ottenuti ufficimodernamente attrezzati, è stato tamponatocon la parte attigua al forno con una strutturametallica completamente vetrata, per non occul-tare la visuale del tetto e del camino del forno. Lavecchia casa della Fornace è stata restaurataper ricavarne un ristorante dove apprezzare leantiche specialità culinarie locali ed una foresteriaper trascorrere weekend rilassanti in un'atmosfe-ra che sembra sospesa nel tempo.

Qualche accenno all'impostazione espositivadella Fornace. Quali mostre? Che tipo di staff?Quali progetti espositivi per il medio periodo?Per l'architettura che contraddistingue la

Fornace, ritengo che l'impostazione più indicatasia quella dell'arte visiva (pittura, video, fotografia,scultura), ma poiché all'interno della strutturaabbiamo ricavato anche una sala polivalente, sipresta perfettamente a presentazioni letterarie eculturali, come a meeting e congressi. Stiamo pia-nificando un calendario, in collaborazione con unostaff di esperti di ogni settore culturale, che pre-vedrà nel medio termine l'organizzazione di variappuntamenti culturali, oltre alla realizzazione diservizi fotografici a favore della creatività di branditaliani, lancio di nuovi prodotti, eventi che sarannocurati da società specializzate.

ANTICA FABBRICA LATERIZI serra de' conti (an)Una ex fornace. Un meraviglioso forno. Un paesaggio che esalta la bellezza delle Marche ed un'azienda calzaturiera che se n'è presa cura. Restaurando, progettandoe ipotizzandone un contenitore culturale. Ce ne parla Renato Curzi, amministratore delegato dell'azienda Linea Marche…

www.lineamarche.itFino al 2 settembre mostra "Tre di Tre" a curadi Gabriele Tinti

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Spiralearte si configura sempre di più comegalleria tentacolare con sedi strategicheposizionate in varie località del paese. Comesi giustifica una presenza a Monza?Lo spirito imprenditoriale che ci anima, e cheforse ci diversifica da altre realtà, ci spinge ad

attuare vere e propriestrategie per diffonderel'immagine e le operedegli artisti che lavora-no con noi. Monza èormai una città a tuttigli effetti (la terza dellaLombardia dopo Milanoe Brescia), è una realtàvivace e autonoma, e sitrova al centro di un ter-ritorio sempre più ricet-tivo nei confronti dell'ar-te contemporanea.

Avete programmatoaperture successive ole vostre filiali rimar-ranno queste in futu-ro?Per il momento le sedirimangono Milano,Pietrasanta, Verona eMonza, in futuro chis-sà… Non ci dispiacereb-be avere anche unasede più a sud.

Che tipo di spazi avete

nella capitale della Brianza?La nuova galleria si affaccia direttamente su viaVittorio Emanuele, in pieno centro, con una gran-de vetrina che permette subito al pubblico di"entrare" nella mostra e alle opere di interagirevisivamente con l'esterno. Nel seminterrato si tro-vano un'altra sala espositiva, e il magazzino. Circacentoventi metri quadri in tutto.

Si parte con una personale di TommasoCascella. E poi?A settembre una personale dell'artista tedescaChristel Hermann e a novembre il nuovo ciclo dilavori di Ali Hassoun.

SPIRALEARTE monza (mi)Cittadona industriale in provincia di Milano? Ancora per poco. Monza è ormai la terza città della Lombardia per grandezza, e si avvia a diventare capoluogo della nuovaprovincia della Brianza. Probabilmente la provincia più ricca d'Italia. E così…

Via Vittorio Emanuele, 44Tel 039 360055 [email protected] al 24 giugno Tommaso Cascella

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Nei vostri propositi di nuova galleriac'è quello di prendere in considerazio-ne l'arte "all'antica". In che termini?La Galleria nasce con l'intento di recu-perare l'idea antica dell'arte, di recu-perare cioè quella idea tradizionaleche comprendeva la creatività nei ter-mini di un'attività condivisibile ed affat-to distante dalla gente, come elemen-to necessario per l'esistenza, da vive-re e da fruire nel quotidiano e non davisitare e da ammirare con freddezzadistaccata ed anestetizzata come anoi pare sia ora. Esattamente in que-sti termini si è pensato ad uno spazioche potesse situarsi fuori dai normalicircuiti espositivi.

Chi sono i promotori di questa ini-ziativa e da quale esperienza e da

quale mondo provengono?L'esperienza di questa galleria nascedall'amicizia sincera e pluriennale traPaolo Romani e Roberto Rossini.Roberto Rossini è stato fondatore econtitolare della casa editrice "LaNuova Foglio", alla fine degli anni '60,ed è attualmente proprietario dellagalleria Piazze delle Erbe a

Montecassiano, in provincia diMacerata. Paolo Romani, fotografo,ha sempre collaborato con la casaeditrice e con attività artistiche invari Paesi. La nostra comune passio-ne per l'arte ha portato entrambi adinvestire in questa esperienza, a cre-dere davvero di poter creare unluogo di energia e di vitalità anchefuori dai centri e dalle attenzioni con-suete.

Ci date un'idea dei vostri spaziespositivi?Gli spazi espositivi sono il frutto di unrestauro conservativo di una anticasegheria di legname.L'idea è quindi quella di proporre agliartisti degli ambienti d'azione di una exindustria dismessa, riqualificati e resiottimali per delle esposizioni e soprat-tutto per un'arte che si possa esplica-re site specific. La location è difattiresa suggestiva dalla collocazioneparticolare, dall'antica funzione anco-ra evidente oltre che dagli ambienti dicui si è cercato di conservare il clima,l'umore, e la struttura originaria. Lo spazio espositivo si articola sudue grandi ambienti, uno di questiera destinato a deposito di legname,il più vasto a laboratorio e segheria.

Siete partiti con Giuliano Mammoli,artista marchigiano. Continueretea tener d'occhio la scena locale?Quali sono i programmi per l'imme-diato futuro?Oltre ad una particolare attenzioneriservata alla scena locale - che nonpotrà venire meno - la Galleria PaoloRomani come seconda manifestazio-ne (mese di Giugno) ha scelto di pro-porre "Una datazione particolare -opere dagli anni '60 agli anni '70'"con alcuni dei nomi fondamentali diquegli anni: Joseph Beuys, AlighieroBoetti, Emilio Vedova, Fabio Mauri edaltri.Per noi questa seconda mostra rap-presenterà una sorta di punto rispet-to al quale misurare poi i successivieventi.

PAOLO ROMANI PRIVATE GALLERY castelbellino (an)Non sembra arrestarsi la nascita di nuovi spazi espositivi in aree decentrate, in piccoli centri, in borghi della meravigliosa campagna italiana. È il caso di questa galle-ria. Che vede l'arte all'antica…

Via Roma, 8Tel 073 1704778 [email protected] al 25 giugno Giuliano Mammoli

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Il potere delle donne

Sessualità, ruolo femminile, identi-tà del corpo. Tutto in rosa. Ma èvero che le donne hanno tutto que-sto potere? A guardare la politicaitaliana non sembrerebbe, ma aguardare l'arte sì...

Una mostra dedica-ta all'arte al femmini-le, come quella incorso a Trento allaGalleria Civica d'ArteContemporanea,potrebbe sembrarescontata o già vista.Molte infatti sono

state le esposizioni votate all'arte inrosa e il titolo, ad una prima lettura,potrebbe apparire come l'affermazionedi un dato di fatto: la posizione ormaiconsolidata di predominanza delledonne nell'ambito artistico. Questo,però, non è sempre vero. L'idea poi diaffidare la mostra a due curatrici comeFrancesca Pasini e Caroline Bourgeois,affiancate da un curatore come LucaBeatrice risulta interessante perchépunti di vista differenti si intreccianolungo il percorso espositivo. Le opere presentate da Beatriceappartengono al punto di vista maschi-le e non sono necessariamente realiz-zate da artiste, anche se hanno comesoggetto sempre e comunque il corpofemminile. Sono indubbiamente esplici-te le immagini proposte da RichardKern o da Terry Richardson: il curato-re parla di "ready made del ventunesi-mo secolo", ma anche di "desiderio deldesiderio". Non potevano mancare ifilm di John Waters e Russ Meyer,che distruggono i luoghi comuni dellamorale e dell'ipocrisia sulla femminilitàimposti dalla società. Nella selezione proposta da FrancescaPasini, con opere di artiste italianecome Vanessa Beecroft, LilianaMoro, Elisabetta di Maggio,Margherita Morgantin, e di altre inter-nazionali come Shirin Neshat e KikiSmith c'è tutta una ricerca sull'identitàfemminile. Ricerca consapevole di atti-vare, nella "dialettica soggetto-sogget-to, molteplici scambi tra il femminile e ilmaschile che vivono nel mondo e quin-di nell'arte". È in quest'ottica che vienepresentato il video della e sulla coppiadi Ottonella Mocellin e NicolaPellegrini. Le artiste dimostrano la lorospecifica capacità di interagire con ilmondo, contribuendo con la loro ener-gia ad un dialogo costruttivo, che operanella particolarità delle varie poetichearricchendo i linguaggi dell'arte. Le artiste proposte da CarolineBourgeois sono invece uno spaccatodella creatività del sesso "debole" che vadagli anni Settanta fino ai giorni nostri.Un percorso di crescita e di lotta, cheparte dal corpo o dall'immagine delledonne, passando per una decostruzio-ne legata ai loro ruoli, fino ad addentrar-si nella sessualità e nell'intimità. Le fotografie di Valie Export della serieIdentity Transfert o la sua prima perfor-mance Tattoo non fanno altro che testi-moniare il ribaltamento del ruolo sedut-tivo imposto alla donna, ma che noncorrisponde alla realtà individuale.Annette Messager, Martina Rosler eRosemarie Trockel lavorano tutte sulrovesciamento dei ruoli femminili impo-sti sia dalla società maschilista che daicliché dei media, mettendoli in discus-sione e arrivando a ridicolizzarli. La giovane Régina José Galindo provie-ne da una realtà difficile come quelladel Guatemala e porta con sé la rap-presentazione di un corpo segnato daun evidente grado di violenza - fisica emorale - che le donne di quella nazionespesso sono costrette a subire. ATrento ha realizzato la performancePulizia sociale facendosi colpire dall'ac-qua gelida di un idrante in una freddagiornata di marzo. Astrid S. Klein conIndividuality is a monster (2000) fainvece un ritratto dell'individualismocontemporaneo attraverso materialesonoro, voci di dialoghi e monologhitratti da film americani degli anni '40 e'50, rimontati e sincronizzati sulla pro-pria immagine.

[claudio cucco]

Ecce Uomo

Stasera si recita a soggetto. Allo SpazioOberdan, riflettori puntati sulla condizio-ne umana. Che è continuo dolore, soli-tudine, malinconia, angoscia. E non c'èpiù spazio per nessun dio...

Ecce Homo. Indi-menticabile ostenta-zione di dolore dellastoria dell'arte occi-dentale. Ecco il Cristo:il Dio-Uomo, umiliato,schiaffeggiato, violen-tato, ferito nel suoessere uomo perscelta. Eccolo a Pilato,

eccolo alla morte, eccolo a voi, uominiche non l'avete capito. Così nacque unodei più celebri soggetti iconografici dellanostra tradizione artistica. Ma è unastoria di tanto tempo fa. Quando anco-ra arte e cristianesimo si intrecciavanospesso inscindibilmente. Che valoreavrebbe, oggi, recuperare nel senso enell'estetica un'iconografia cristiana dital genere? Sergio Risaliti e Gemma DeAngelis Testa scelgono la via fin tropponota della reinterpretazione, prendendoin prestito l'Ecce ostensivo senza distur-bare l'Homo cattolico, sostituito, sempli-cemente, con l'Uomo. L'unica realtà cheoggi, dopo Nietzsche e Marx, può avereun senso. Per titolare un progetto espo-sitivo che chiama a raccolta allo SpazioOberdan di Milano una sessantina diopere di trentaquattro artisti contem-poranei prelevate da collezioni private,selezionate dai due curatori in base auna precisa vocazione. Raccontare l'uo-mo e il suo dolore. Il dolore di essereuomo. Non è difficile scomodare, comebase teoretica di un progetto espositivodi questo respiro, tanta parte della filo-sofia e della letteratura europea dei duescorsi secoli. Dalla nietzscheana mortedi Dio al male di vivere montaliano, dalNulla strutturale heideggeriano allostruggimento leopardiano, dalla folliasistematica di Artaud alla nausea sar-triana, la densità di pensiero dellanostra cultura ha constato la morte cli-nica della fede religiosa, e di conseguen-za della capacità di dare un senso, unperché, un volto all'oscillazione allucina-ta dell'esistenza umana. Non si puòchiedere all'arte di dare risposte. Ma diporsi domande, sicuramente sì. Ed eccoci dunque all'interno di un per-corso che raggiunge punti di alta poe-sia, qualche caduta di stile e molta,molta tristezza. Prendete ad esempioAdrian Paci (Albania, 1969), con lamalinconia disperata e ancestraledella filastrocca cantata a più voci dauna bimba e da tanti anziani. La vitache inizia e la vita che finisce, con lastessa fragilità. Prendete la desolazio-ne bellissima dell'adolescenza rubatanei ritratti fotografici di Ingar Krauss(Berlino, 1965). Guardate l'uomosenza tempo, solo con il kantiano cielostellato sopra di sé, e il suo dolore insé, nel lavoro dello spiritualissimoKiefer (Donaueschingen, 1945). Eancora il mare infinito e desolato diHiroshi Sugimoto (Tokio,1948), ilvideo concettuale e alienante diMarcella Vanzo (Milano,1973), lacelebre riflessione culturale e femmini-le della Neshat (Iran, 1957). O lemodelle esangui e annoiate dai perchédella vita di Vanessa Beecroft(Genova, 1969). Poi c'è il dolore fisico, quello che urla,quello che strazia le carni e lo spirito.Lo interpretano una MarinaAbramovic (Belgrado, 1946) forse giàvista troppe volte, la videoinstallazionedi Bill Viola (New York, 1971). Chiudeil percorso un video a doppio schermodi Francesco Vezzoli (Brescia, 1971)che, dichiarando ancora una volta ilsuo attaccamento alla storia del cine-ma, parla d'amore e di morte, fino asoffocare l'ultimo filo di voce umana.Perché, evidentemente, non c'è piùnulla da dire. Restano solo le decine edecine di bicchieri vuoti, in cui hannobevuto persone più o meno famose(elencate con zelo dall'artista), diKendell Geers (Johannesburg, 1968).Gente che è passata, e ora se ne èandata. Esattamente come l'uomosulla terra.

[barbara meneghel]

La città di Leonardo

Tre artisti contemporanei eLeonardo da Vinci. Per riscoprire letracce di Leonardo a Milano. Artecome punto di arrivo di un processomentale. Forte, anzi fortissima l'idea.Un po' debole la realizzazione…

La tradizionevuole che men-tre affrescaval'Ultima cena nelrefettorio diSanta Mariadelle GrazieLeonardo daVinci abitasse in

una semplice casa messa a disposi-zione da Ludovico il Moro, a pochipassi dalla chiesa. Della casa reste-rebbe solo il giardino ricordato con ilnome di giardini di Leonardo,ombreggiato e silenzioso, che oggiappartiene al Palazzo delle Stelline. Apiù di cinquecento anni di distanza unaltro Ludovico - il curatore Pratesi -ha invitato al Palazzo delle StellineGianni Caravaggio, FrancescoGennari e Pietro Roccasalva per un'e-sposizione dal tema intrigante.Dimostrare l'esistenza di una linea dicontinuità nell'arte che dalla ricercadi Leonardo arriva fino ai nostri giorni.Non si tratta di una continuità formale- le opere esposte non hanno niente incomune con la pittura di Leonardo -ma di metodo. Per Leonardo la pitturaè l'ultimo atto di un processo mentale;è preceduta da una fase progettualenella quale confluiscono tutte le cono-scenze dell'artista, dallo studio dellanatura e dell'anatomia alla geometria.Questa progettualità connessa ad unasorta di pensiero universale unisce itre artisti a Leonardo da Vinci.Lo spiega molto bene Pratesi: "il filorosso dei 'moti mentali' ci permette ditentare di individuare l'invisibile tracciatodi pensiero che intende l'opera d'artenon solo in qualità di mera espressioneformale ma come la tappa di una ricer-ca intesa alla stregua di un processocognitivo, un dato analitico frutto di unragionamento concettuale. Un'ereditàche non va intesa quindi come il puntod'arrivo di un itinerario estetico, quantopiuttosto di un atteggiamento mentale".Dieci opere in mostra per tre artisticon caratteristiche differenti. GianniCaravaggio (Rocca San Giovanni,1968) - forse il più suggestivo e davve-ro leonardesco - indaga il concetto ditempo e la sua percezione; tra le operepresenti Starsystem, composizione distelle marine in alluminio e La visione diuna stella proiettata verso la sua origi-ne, struttura in bronzo e alluminio rive-stita di cioccolato fondente. FrancescoGennari (Pesaro, 1973) riflette sull'esi-stenza umana; criptica e densa di signi-ficati l'opera fotografica Avendo sestessi come unico punto di riferimento,una lumaca prigioniera del proprioguscio avvolto da soffice panna monta-ta. Meno incisivo Pietro Roccasalva(Modica, 1970): l'olio su tela IntelligentArtefice(r) - ritratto di un volto in parteuomo in parte robot - non riesce a tra-smettere la complessità del progettodell'autore, non suscita il desiderio diandare oltre l'immagine dipinta.Conclude l'esposizione un video: SergioCalatroni, Giovanni Chiaramonte,Maria Antonietta Crippa e PietroMarani spiegano come la ricerca diLeonardo sia l'origine di un percorsoche giunge fino alla Milano contempo-ranea, al design, alla fotografia, all'arte.Affascinante l'idea della mostra, fallacela realizzazione. Le opere sono espostein uno spazio ristretto, troppo vicinel'una all'altra e poco godibili. Il video chedà una chiave di lettura dell'esposizionesarebbe stato più utile all'inizio inveceche in chiusura (il consiglio per lo spetta-tore è di dedicarsi prima al video poi alleopere). Scarsa la documentazione forni-ta per comprendere le ragioni dellamostra: solo una nota con una breveintroduzione e una sintetica descrizionedelle opere. Per avvicinare il pubblico deinon assidui dell'arte contemporanea -era o non era questo il target? - sarebbestato necessario qualche suggerimentoin più per capire perché un tubo diacciaio rivestito di cioccolato discendedal concetto di arte di Leonardo da Vinci.

[antonella bicci]

Turner Monet Pollock

Un critico che nell'opera d'arte anda-va cercando una vibrazione. Checorre come un brivido lungo tutta lapittura europea. Francesco Arcangelil'aveva individuata in Turner, Monet,Klee e Pollock...

Dopo la mostra del2003 Da Renoir a deStaël - Roberto Longhi eil moderno dedicata algrande critico d'arteRoberto Longhi, il MARprosegue nella sua inda-gine storico-critica sulle

grandi figure della storiografia contem-poranea del Novecento, dedicandoquesta esposizione a FrancescoArcangeli (Bologna, 1915 - 1974). La mostra, rigorosa e appassionata, acura di Claudio Spadoni, è dedicataall'allievo migliore della scuola bologne-se di Longhi. Spadoni è a sua volta allie-vo di Francesco Arcangeli e la sua curaè una garanzia di correttezza e ricercanel rendere chiaro il pensiero e il per-corso critico del suo maestro. Ciò cheaccomuna Longhi e Arcangeli è laconoscenza a tutto tondo della storiadell'arte, quella che vuole che chi se neoccupi sappia parlare criticamente siadell'arte medievale che di quella moder-na e contemporanea. E sia Longhi cheArcangeli lo hanno saputo fare in modoinedito, spostando verso l'alto anche laqualità linguistica della letteratura arti-stica. Arcangeli parte da un ripensa-mento del Romanticismo andando"oltre le categorie storiografiche" che,soprattutto in Italia, giudicavano pocosignificativa questa corrente culturalee artistica. Nessuno riusciva ad intuirequanto il Romanticismo avesse contri-buito alla nascita di nuovi linguaggi epoetiche che si prefiguravano nei seco-li a venire. In questa prospettivaArcangeli legge tutta la modernità; ilconcetto cardine che sostiene questalinea interpretativa è legato ad unnuovo significato attribuito alla parolaNatura. Secondo Arcangeli il momentoromantico è individuato nello stato d'a-nimo dell'artista, quando è "invaso dauna intensa febbre psichica che investedi questa sua temperatura il mondo delrappresentabile e radicalmente lo rifor-ma nella sua interiorità". Esiste dunqueun allargamento del concetto diNatura, non più vista solo come visioneda rappresentare nel quadro, maanche come stato di coscienza interio-re che ne amplifica il concetto. La stra-da che porterà il critico ad individuarenell'arte una linea romantica è questa,e sarà proprio tale linea, che lo faràarrivare alla pittura degli anniCinquanta e all'esperienzadell'Informale.L'origine del percorso critico diArcangeli - e l'inizio della rassegna - èdedicato ai pittori romantici inglesi: M.William Turner, John Constable, SirJoshua Reynolds e ThomasGainsborough. Per poi attraversarel'Europa fino ad arrivare ai pittori france-si dell'impressionismo con ClaudeMonet in testa, insieme ad AlfredSisley, Pierre-Auguste Renoir, maanche Cezanne, tutti interpreti modernidel nuovo senso della natura.Anche l'Ottocento italiano, presente conuna ampia serie di quadri di AntonioFontanesi, testimonia una forte venaintimista, vicina a quella sensibilitàromantica che vedrà poi Macchiaiolicome Silvestro Lega e Giovanni Fattoricontinuare a scavare in questo ineditosentimento di realtà. E poi Paul Klee,Wols, Jean Debuffet, Jean Fautrier,Mark Tobey e Jackson Pollock. ConPaul Klee, tra l'altro, si determina unasvolta programmatica nei concetti direaltà e di natura. L'invisibile è reso visi-bile dall'opera d'arte che attraversa iterritori della natura caricandosi di unanuova sensibilità. La mostra si chiudecon Alberto Burri e Leoncillo Leonardi,epigoni del percorso romantico cheArcangeli aveva individuato in pittorimolti secoli prima. Quando nessunoaveva capito - o voluto capire - che l'ener-gia cromatica e poetica delRomanticismo era stata fondamentaleper la Modernità.

[claudio cucco]

Martin Parr - TuttaRoma

Uno sguardo cinico e implacabile.Puntato sul petit tour della capitale. Lavirtuosistica cura estetica delle imma-gini rende ancora più volgare l'aspettodei soggetti. Persi per l'Urbe...

Stando ai libri distoria, il turismodi massa sareb-be nato inInghilterra il 3luglio 1841,

quando un giovane e intraprendenteiscritto alla locale lega della temperan-za, Thomas Cook, organizzò un viaggioper cinquecentosettanta personelungo il tragitto di dieci miglia in trenotra Leicester e Loughborough: tuttoper la modica cifra di uno scellino atesta, the con biscotti e accompagna-mento di una banda di ottoni inclusi. In meno di due secoli dalla sua primagita fuori porta, il turismo, associatoallo straordinario sviluppo dei mezzi ditrasporto ha rivoluzionato l'aspetto delpianeta, e sono ormai ben pochi i luoghiche scampano alla sua stordente inva-sione. Sicuramente Roma non è uno diquesti, come da ultimo dimostra condisarmante brutalità la serie di fotogra-fie che Martin Parr ha realizzato per ilfestival fotografico attualmente incorso nella capitale. Da anni sulla brec-cia (nato nel 1952 a Epsom nel Surrey,è membro della prestigiosa agenziaMagnum sin dal '94), Parr eccelle nellaresa di soggetti legati al cattivo gusto ealla volgarità contemporanea, cheriesce a cogliere con un cinismo e unsarcasmo effettivamente rari. La suafama, del resto, si fonda su progetticome Bored Couples (una serie diritratti di coppie annoiate colte in giroper il mondo), Common sense (scattiassortiti di oggetti pesantementekitsch) o il celebratissimo The Lastresort, desolato reportage sui luoghi divacanze estive lungo la costa inglese. Anche nel caso di TuttaRoma, Parr faricorso ai suoi stilemi e mezzi espressivipiù tipici: uso abbondante del flash por-tatile per illuminare soggetti all'aperto eaccentuare i colori, estrema nitidezza ebrillantezza delle immagini ottenutericorrendo a negativi e apparecchi dimedio formato (solitamente unaPlaubel Makina). Davanti all'obiettivoimpietoso del fotografo, sfilano dunquetorme di turisti sudati e persi per la cittàeterna, temporaneamente alle presecon decine di snapshot appese al collo,acquisti di improbabili souvenir e guidedozzinali, consumazioni di cibi scadentiintorno al tavolino sporco di un bar. L'insieme appare di impressionantecoerenza nel rendere lo squallore e lasuperficialità della transumanza globaleche costituisce il turismo di massaattuale, così come colta da uno sguardoche fu addirittura Henri Cartier-Bresson a definire nichilistico dopo avervisitato una mostra di Parr a Parigi(secondo quanto riporta un articolodisponibile nel sito di Parr, il grandemaestro francese gli avrebbe dettosenza mezzi termini: "Lei viene da un pia-neta completamente diverso dal mio").È difficile non essere colpiti dallamostra, che disorienta la coscienza del-l'osservatore per il suo essere un mistodi accusa sociale ed al contempo unasfacciata dimostrazione di opportuni-smo estetico a spese degli inconsape-voli soggetti, immortalati nei loro aspet-ti più impoetici e sostanzialmente mise-rabili. Utile al proposito sarebbe statoconsentire più a lungo un confrontocon Little Trip to Heaven, una piccolamostra di Francesca Lazzarini com-presa nel festival ma durata lo spazio disoli tre giorni al Tempio di Adriano.Nella ricerca iconografica dellaLazzarini, infatti, il principio morale allabase degli scatti pareva all'esatto oppo-sto di quello di Parr, volto cioè a coglie-re le sommesse resistenze al consu-mismo visivo ed esistenziale poste inessere da visitatori in giro per Roma,anch'essi scamiciati e intruppati nelsistema del low budget, ma conun'impressione di più profonda atten-zione per le cose e maggiore concen-trazione personale. Insomma, unamostra dove non tutto dell'umanitàsembrava completamente perduto.

[luca arnaudo]

TRENTO.

a cura di Luca Beatrice, CarolineBourgeois, Francesca Pasini via belenzani, 46 Tel 0461 985511 Fax 0461 237033 [email protected]

Galleria Civica di ArteContemporanea Trento

MILANO. MILANO. RAVENNA.

corso magenta, 61Tel 02 45462411 [email protected]: Silvana Editoriale

Fondazione delle Stellinepiazza del campidoglio, 1 Tel 06 39967800info.museicapitolini@comune.roma.itwww.museicapitolini.orgcatalogo: Contrasto

Musei Capitolini

ROMA.

a cura di Emma De Angelis Testae Sergio Risalitifino al 21 giugno 2006viale vittorio veneto, 2 (p.ta venezia)Tel 02 77406300 www.provincia.milano.it/oberdancatalogo: Electa

Spazio Oberdan a cura di Claudio Spadonifino al 23 luglio 2006via roma, 13Tel 0039 0544482477 Fax 0039 0544482356 dal mar. alla dom. 9.00 - [email protected] catalogo: Electa

MAR

50.déjà vu Exibart.onpaper

Page 51: Exibart Onpaper 31

Allarmi 2. Il cambio della guardia

I curatori sono quattro. Gli artisti cin-quantuno. Le edizioni in archivio arri-vano a due. L'arte giovane ritorna inCaserma a Como, e di nuovo nondelude. Con un progetto corale edecisamente ben riuscito…

Cambio della guardia. Non si dicecosì in gergo militare? A distanza diun anno e mezzo il Distretto di Comotorna a cambiare completamentevolto per una ventina di giorni, a farsiricettacolo espositivo per una truppadi artisti giovani più o meno noti, voltialla sperimentazione contempora-nea. Creando un connubio effettiva-mente attraente tra le numerosesale dell'edificio - una volta camerateper i militari - e le opere polivalentidelle reclute artistiche, alcune matri-cole, altre non più. E il cambio dellaguardia è totale. Ciascuno degli oltre cinquanta inter-preti, nessuno dei quali già presentenella prima edizione della collettiva(nel novembre 2004), riempie di séuna delle sale disposte su due lunghicorridoi della palazzina, intervenendonelle maniere più diverse: molteinstallazioni (di cui qualcuna site-spe-cific), poca pittura, qualche video,parecchia fotografia. Con qualità insaliscendi, inevitabilmente: picchiveramente interessanti e scopertecuriose, qualche piattezza e una spol-verata di banalità. Ma bisogna dareatto ai quattro giovani curatori(Cecilia Antolini, Norma Mangione,Ivan Quaroni, Alessandro Trabucco)di aver dato vita ad una panoramicaartistica fresca e curiosa, che esor-cizza del tutto il rischio di ripetitività.Sfruttando uno spazio insolito dalleenormi potenzialità espositive, sortadi rigoroso alveare con cellette spo-glie, perfette per l'interpretazioneartistica. Prendiamo ad esempio ibagni: diventano una piccola galleriaper i disegni e gli acquerelli di ElisaGallenca (Torino, 1971), una perfet-ta ambientazione per la bella video-installazione del gruppo OLO, unricettacolo buio necessario allasplendente figura femminile intarsia-ta di luce da Alessandro Lupi(Genova, 1975). Tutto il resto è un susseguirsi di sor-prese, si entra e si esce dalle stanzecon piacevole curiosità, ritrovandoviqualche vecchia conoscenza (NicolaVinci e Marcello Moscara per lafotografia, Andrea Mastrovito conun'installazione molto divertente,Marco Grassi per la pittura, con unpaio di ottimi lavori militareschi sucompensato); e qualche interessan-te nuova proposta (la giovanissimaTamara Ferioli, le teche di plexiglassrosso di Alessandro Giordani, ildivertentissimo laboratorio d'alchimi-sta di David Reimondo). Degno dinota anche il video di Chiara Pirito,Sos puppos, storia agrodolce di un'e-norme donna piangente e di un bam-bino che la scopre così fragile. Eancora la bellezza essenziale dell'in-stallazione arcaica di Marco Porta, ilmilitarismo nostalgico diMichelangelo Galliani, l'angosciacupa del video dei Masbedo. Oraattendiamo con ansia la prossimapuntata. Quale sarà il sottotitolo diAllarmi 3? Si accettano scommesse.

[barbara meneghel]

Martin Creed

La mostra dell'anno dà da pensare.Un progetto dell'artista vincitore delTurner Prize 2001 per la FondazioneTrussardi, in uno degli spazi più signifi-cativi della città. Una mostra che puòlasciare l'amaro in bocca...

Ci sono diver-se motivazio-ni che rendo-no la mostradi MartinC r e e d(Wakef ie ld ,1968) piutto-

sto tiepida. Doveva essere l'avveni-mento della stagione, e invece si èrivelato un clamoroso flop malgradoavesse tutti gli ingredienti giusti. Il percorso comincia dall'esterno. Sullafacciata del palazzo compare la scrittaal neon Everything is going to be allright,tutto sta andando per il meglio. Unafrase luminosa compare anche all'inter-no. Dice Small, ma invece è big.Dirimpetto, un "piano preparato", il cuidétournement consiste nel fragore pro-dotto dal congegno che apre e chiude lostrumento. Proseguendo, poi si entranel famoso ambiente a luci intermitten-ti che valse all'artista il Turner Prize nel2001, percorso il quale ci si ritrovadinanzi ad un video, in cui una giovane,ripresa su fondo bianco, vomita. Per fini-re un tizio, pagato dalla Fondazionecorre intorno al museo fino allo stremo.Ora, se ci pensiamo bene, c'è dentrotutta la storia dell'arte. Da JosephKosuth, alla Minimal Art, Da MarinaAbramovic a Fluxus. Fino alla YBA, conuna spolveratina - che mai guasta - diMaurizio Cattelan. Ovvero: una ricercasugli stereotipi del mondo reale - comedi quello surrogato che chiamiamo arte- fino alla forzatura dei limiti del corpoumano, portato al parossismo. Perché queste formule sembrano fun-zionare, e invece non funzionano più?Il pubblico ama e capisce solo ciò chericonosce. Non a caso il piatto forte del-l'intero congegno è il progetto del TurnerPrize. Tutto il resto è un continuo richia-mo a filoni che sono ritenuti contempo-ranei, ma - e qui sta la furbizia - sono giàdei classici. E in quanto tali, inattaccabili.Un ricatto bello e buono, che dà manfor-te qualora nemmeno l'autorità dello spa-zio, fondazione, curatore e artista basti-no a placare gli animi più diffidenti. Ma c'è di più. Non va tutto bene, Mr.Creed, c'è poco da fare. Le nuovegenerazioni se ne fanno, infatti, unbaffo di questa facile ironia che non faridere più nessuno. Della frigidezza diopere senza sangue, dove anche laviolenza perde di drammaticità perdiventare una gara al rialzo a chi offen-de, infastidisce, irrita di più. Ma questesono ancora parole in libertà...Tornando a bomba, ci sono altre que-stioni da sondare. Perché, benchéMartin Creed si affatichi a sovraccari-care i suoi lavori di ispirazioni coltealtrove, questi non raggiungono laforza dei riferimenti di partenza?Innanzitutto la citazione è diventataretrò già verso la fine degli anni '70, equesto è un dato storico. Inoltre,richiamarsi vacuamente al passatosignifica inevitabilmente mutuare daesso la forma puramente estetica, pri-vandola del contenuto iniziale. Quando Creed cita Kosuth, spoglia leopere del maestro della carica eversi-va insita nei suoi messaggi tautologici,della freddezza analitica dell'art as ideaas idea. Il piano, pur chiudendosi rovi-nosamente su se stesso, è apatico enulla conserva della forza rivoluziona-ria dei Fluxus. E così via, vale per tuttoil resto. Di cosa abbiamo bisogno oggi,solo il trascorrere del tempo potrà dir-celo. E gli intellettuali che saprannointerpretare la nostra epoca. Forse però un mondo come il nostro,sempre a rischio di implosione, avrebbebisogno di riflettere sul passato, non diaccettarlo di buon grado con l'esecuzio-ne di meri esercizi di stile. O forse no.Forse l'opera di Creed è l'immagine inarte dello stato di salute della nostrasocietà, di cui registra la passività. E intal modo centra l'obiettivo. Ancora paro-le in libertà, insomma. E ai posteri l'ar-dua sentenza.

[santa nastro]

Enzo Cucchi - Entra!

Nel chiuso di un ambiente immacola-to, uno dei protagonisti dellaTransavanguardia che fu allestisceuna mostra sorprendente e caotica.Che aspira a rendere i disegni dell'in-conscio con volante leggerezza...

Un paio d'anni fa, inoccasione dellamostra Prima nevepresso la GalleriaCurti/Gambuzzi diMilano, Enzo Cucchiideò un catalogocomposto di cinque-cento pagine bian-

che, dove ventuno immagini delle opereesposte emergevano sporadiche, comevisioni improvvise nel candore generale.Si vede che il bianco e la sorpresa siaddicono all'artista, il quale per l'occasio-ne di Villa Medici ha potuto disporre asuo piacimento dell'Atelier del Bosco, untempo appartato studio di Balthus - chedell'Accademia di Francia fu a lungodirettore - e ora white cube d'eccezione.Per molti versi, l'operazione qui realizza-ta da Cucchi si presenta assai simile allibro di cui si diceva, incentrata com'è sudisegni appuntati ad assi oscillanti:aeree, sorprendenti apparizioni nel bian-co che compongono una foresta disegni e visioni tipiche dell'immaginarionarrativo dell'artista marchigiano (ènato nel 1949 in provincia di Ancona,dove spesso ritorna anche dopo il tra-sferimento a Roma), forse il più lettera-rio e poetico nel gruppo storico dei tran-savanguardisti, che per la prima voltanella sua celebrata carriera presentaun complesso di disegni, come a svela-re il retrobottega della propria immagi-nazione. A questo nucleo espositivo cen-trale, si accompagnano un'ambiguainstallazione posta all'ingresso della sala(un tunnel di legno verniciato di biancocon un'immagine enigmatica all'interno,la cui suggestione è del tutto neutraliz-zata dal cagnesco cartello di "proibital'entrata" appeso accanto, produttivo diun curioso cortocircuito mentale con iltitolo della mostra) e due tele di grandidimensioni disposte sulle pareti lateralidell'atelier, giocate sullo stridere dei tonidi rosso, nero e giallo.Da tempo l'artista persegue una sortadi recupero dell'elemento sacralenella rappresentazione figurativa, epiù in generale nell'evento artistico:per sua stessa ammissione, la legge-rezza e immediatezza del disegno glipermettono di registrare sulla cartaun mondo interiore brulicante d'imma-gini che, appunto, aspira a misticheg-gianti meraviglie. "Un disegno è legatoalla coda cosmica di qualsiasi cosa.Alle code del mondo", confida Cucchi aLudovico Pratesi che lo intervista incatalogo. E ancora: "il disegno è l'uten-sile cosmico che ti permette di oriz-zontarti, di trovare il tuo equilibrio.Come il timone di una barca".Per la verità, la somma dei lavori inmostra pare più l'opera di un caccia-tore di stelle che di un assennatonavigante: su fogli di piccole dimen-sioni, come appunti sparsi, s'inseguo-no animali e corpi umani, spesso sof-ferenti ma mai drammatici, con unaparticolare ricorrenza di teschi che,lungi dal risultare lugubri, richiamanopiuttosto l'allegria apotropaica delfolklore messicano. Divertita dall'in-sieme, la mente cerca comunque unappiglio per ordinare in qualchemodo il caotico carnevale allestitodall'artista, e ritorna per questo all'e-sordio dell'intervista già citata, dove,tra il misterioso e il categorico, sisosteneva che "il disegno, quando èdisegno, è la pozza dove casca l'asi-no". Bene, proprio al fondo della sala,nella fila appesa più in alto, c'è loschizzo di un piccolo asino adagiatoal centro di una pozza: azzardiamo sistia riposando dopo essere cascatodurante l'inseguimento di qualchecoda cosmica. E ce ne usciamo infinesoddisfatti.

[luca arnaudo]

Tende a Infinito

Scivolare su un asintoto. Fino a tocca-re l'incommensurabile. Video, disegnie performance per inseguire il limitelabile che porta al paradosso. Giovaniartisti si confrontano con un concettomatematico. E poetico...

Una bella iniziativache profuma diaria nuova allaBevilacqua LaMasa. Dare l'op-portunità espositi-

va ad alcuni dei molti ragazzi chesono transitati alla Fondazione negliultimi anni, aldilà del classico appun-tamento della collettiva.Si è scelto un tema, non solo nonbanale ma particolarmente impegna-tivo per le implicazioni e le ricadutefilosofiche: il tendere del limite all'infi-nito, il volo degli asintoti verso l'imma-terialità dell'uno diviso per zero. Sisono poi divisi gli spazi espositivi traPalazzetto Tito e la Giudecca (dove cisono gli studi che la Bevilacqua mettea disposizione degli artisti) non con-sentendo a tutti la medesima visibili-tà, poiché quest'ultima è raggiungibilesolo con il vaporetto. Ma questo èuno dei casi in cui la qualità dei lavoriesposti vale sicuramente il viaggio.Le scale che portano al piano nobiledel palazzo che fu del pittore EttoreTito sono ricoperte di scarabocchi digomma simili a quelli che si fanno sullacarta per provare una penna. È l'operadi Brunno Jahara (Rio de Janeiro,1979), che ha costruito e fuso fili diplastica che si intrecciano e si rincor-rono senza mai appallottolarsi. Nelsalone centrale troviamo le ormai clas-siche sezioni di zolle di Nicola Toffolini(Udine, 1975) rese seriali dalla misurariportata in basso, la pista con delleautomobiline elettriche che corronocontinuamente sull'otto collocato sulparquet (messo orizzontalmente è ilsimbolo dell'infinito) deiProgettozero+ e anche un bel trapa-no che fa girare una dinamo collegataad una lampadina di Michele Bazzana(S. Vito al Tagliamento, 1979), installa-zione che gioca sulla contraddizionetra il consumo di 600 watt dell'utensi-le e la fioca luce della lampadina. Il giorno dell'inaugurazione moltagente si affolla a partecipare all'azio-ne di Raffaella Crispino (Nola,1979), con tanto di bussolotti dellalotteria e per premio un viaggio perNizza, partenza immediata la serastessa dalla stazione di Venezia. Come dire: l'infinita esperienza del viag-gio. Si fanno notare i due video, I do notlove NYC di Simone Lalli (Livorno,1974) e Tibor Fabian (Bassano, 1970)la cui grafica 3D è costruita su algoritmimusicali imprecisi causa la divisione perzero, e Diorama di Kensuke Koike(Giappone, 1980) che fraziona il puntodi vista di una foresta in serie di visioniaccostate e messe in loop. Lanciati sulle asintotiche rampe da ska-ters di Alessandro Ambrosini(Vicenza, 1981) arriviamo allaGiudecca. Ci accoglie l'albero in tensio-ne legato al pozzo del chiostro diAlessandro Laita (Zevio, 1979), eAlberto Tadiello (MontecchioMaggiore, 1983). All'interno del com-plesso spiccano invece il video di NikolaUzunovski (Serbia, 1979) costruito suifrattali che mostrano cristalli di ghiac-cio e - anche se non pienamente atema - la raffinatissima installazione diFederico Maddalozzo (S. Vito alTagliamento, 1978) in cui della lucecolorata illumina delle risme di foglibianchi su cui è stampato il numeropantone del colore che riflettono.Ma è proprio questo il rischio di un'e-sposizione con un tema così forte,come sottolineato nella presentazio-ne da Angela Vettese. Poetiche cosìeterogenee e diversamente articola-te soggiacciono ad un tema dato conestrema difficoltà. Era proprio unrischio da affrontare?

[daniele capra]

Patrick Tuttofuoco

Viaggio attraverso le megalopoli delmondo. Souvenir e fotoricordo. Luci, pla-stica e senso di perdita. Tirar le fila allafine di un viaggio. Tuttofuoco finalmentealla Sandretto con un one-man show...

La Fondazione Sandretto ReRebaudengo ha sostenuto a lungoPatrick Tuttofuoco (Milano, 1974):prima premi e mostre collettive edora finalmente una personale. Revolving landscape è un lavoronato da "una riflessione sullo svilup-po delle megalopoli, ma anche dallavoglia di indagare e capire il modoin cui le città prendono corpo edanima. Per riflettere sulla conurba-zione, sul modo in cui le città vivononel paesaggio, parlando ad esem-pio del modo in cui vengono usatele infrastrutture…". Un tema chesembra andare di gran moda oggi,soprattutto nella capitale sabauda,tendenza testimoniata dal grannumero di mostre su urbe e urba-nizzazione.Nell'anno in cui la Fondazione guar-da all'Asia, ecco spuntare questegeografie rotolanti, revolving land-scapes appunto: "partendo con ungruppo di tre persone: due registi eun architetto - spiega Tuttofuoco -abbiamo seguito una specie di dor-sale che unisce diciassette megalo-poli. La scelta voleva tenere insie-me innanzitutto Cina e India, poisono venute le altre." Del viaggiorimangono speciali souvenir: scultu-re che rileggono attraverso plasti-che colorate l'estetica kitsch-modernista della nuova Asia. Maanche la povertà, i contrasti, le sen-sazioni che un lungo pellegrinaggioper il mondo porta con sé. Sullosfondo, in video, le immagini sioffrono come chiave di lettura diquesti ricordi scultorei, che stannotra loro in quella stessa relazionefluida che caratterizza le geografiedi GoogleEarth (peraltro citato nelvideo). Relazioni tanto fluide erotanti che per andare da una cittàall'altra basta seguire le rotte dineon colorato disegnate sul soffittodella fondazione. Città e paesaggio sono i veri prota-gonisti della mostra, declinati ora inlandmark da fotoricordo, ora nellaluce del tramonto in La noce d'oro(2005), in cui stormi di uccelli silanciano in acrobazie sopra le vietrafficate di un videogioco. Gioco,spettacolo, nostalgia e frammentidi città ritornano in Luna Park(2005), una delle opere più belle diTuttofuoco, in cui l'insegna del vec-chio Luna Park Varesine, piccolopezzo di storia della Milano-che-fu,è stato fatta restaurare ed espo-sto, lasciando, tra plastica coloratae luci, un amaro senso di perdita.Dopo un viaggio di ottanta giorniattorno al globo, ecco quindi pre-sentata la maturità artistica diTuttofuoco. A parte la durata delviaggio e la destinazione non sap-piamo se, come nel Romanzo diVernes, Tuttofuoco abbia salvatouna principessa dal rogo di crudeliMarajà, ma sappiamo per certoche, per il fuso orario, è riuscito atornare a Londra prima rispettoalla scommessa.

[alberto osenga]

COMO.

a cura di C. Antolini, N. Mangione,I. Quaroni, A. Trabuccopiazzale monte santo - 22100 da lun. a ven. 10.00 - 12.00 e 15.00- 18.00; sab. e dom. 11.00 - 19.00ingresso liberowww.allarmicomo.com

Caserma De Cristoforis

MILANO. ROMA. VENEZIA.

a cura di Ludovico Pratesivilla medici, via trinità dei monti, 1(zona piazza di spagna)Tel 06 6761291 Fax 06 69921653 [email protected] www.villamedici.it

Accademia di Francia

via modane, 16 Tel 011 3797600www.fondsrr.org

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

TORINO.

a cura di Massimiliano Gioni fino al 18 giugno 2006piazza del duomo tutti i giorni ore 10.00 - 20.00Tel 02 88450568 [email protected]

Arengario di Milano

a cura di Stefano Coletto e Marco Ferrarispalazzetto tito, dorsoduro 2826 seconda sede: complesso sscosma e damiano, 620 giudecca Tel 041 5207797 Fax 041 [email protected] disponibile

Fondazione Bevilacqua La Masa

Exibart.onpaper déjà vu.51

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Gruppo A12 - Heebie Jeebies

Opere d'arte come amuleti. In grado diesorcizzare le paure con cui l'architet-tura è costretta a confrontarsi. Tutte,ovviamente, legate allo spazio. I riferi-menti sono multipli e incrociati...

È singolare che,se nei confrontidelle cose l'uo-mo è riuscito amaturare undistacco che gliconsente di

separare l'impatto emotivo dal giudi-zio intellettuale o estetico, il nostrorapporto con lo spazio, sia esso natu-rale o umano, resti ancora condizio-nato dalla nostra emotività e dalnostro vissuto. Perfino un concettoraffinato come quello di non luogo èpiù legato all'inevitabile disagio chel'attraversamento di questi spaziporta con sé che non ad una riflessio-ne intellettuale. Ma è inevitabile: nellospazio ci viviamo, e questo ci porta agiudicarlo sulla base di emozioniriconducibili alla nostra esperienza divita, così come ad istinti atavici.Il Gruppo A12, collettivo di architettinato a Genova nel 1993, lo spazio -reale o virtuale - lo conosce bene. Mase da architetti ne hanno fatto il pro-prio ambito operativo, da artisti neo-concettuali e giocherelloni si sonodati alla creazione di oggetti volti arivelare, ed esorcizzare, le paure checondizionano la nostra esperienzadello spazio.L'intento ironico è immediatamenteevidente. Nell'invito della mostra vienecontrapposto il ritratto, serioso e ver-dastro, del filosofo giansenista BlaisePascal ad un bizzarro scioglilingua,Heebie Jeebies: termine colloquialeinglese che fa riferimento, appunto,all'ansia, e che risale, non a caso, airuggenti anni Venti, epoca aperta dal-l'euforia e chiusa dall'angoscia, e cheha visto il trasformarsi dell'ebbrezzadel volo in vertigine del vuoto.Vertigine che ritroviamo in Pascal, ilfilosofo che di giorno si impegnava adimostrare l'esistenza del vuoto e dinotte sognava di stare sul bordo di unprecipizio. E che viene formalizzata daA12 nel correttore di grate, nelle biz-zarre piastrelle studiate in modo taleda fornire diverse soluzioni al proble-ma della grata, che non svela solo legambe di Marilyn, ma spesso cela ilbaratro di un parcheggio sotterra-neo, perfidamente illuminato in mododa far invidia alla torre di Vertigo.Attorno a questo fulcro ideale, si rac-colgono altri cinque bizzarri amuleti,volti ad esorcizzare altrettante paure:la traccia spazio-tempo, una bottigliapiena di polvere colorata appesacapovolta ad un carrello del super-mercato, per rassicurare i moderniHansel e Grethel aiutandoli a non per-dersi in spazi sovraffollati, e a teneremisura dello spazio percorso e deltempo trascorso (la bottiglia è ancheuna rudimentale clessidra); la pareteportatile, adorna di rassicuranti det-tagli borghesi (una carta da parati afiori), che pone un limite all'immagina-zione e dà una misura allo spazio. Eancora, la camicia di debolezza, unamaglia per due persone che indicanella compagnia l'antidoto alla follia; ilmetro multiplo che si snoda lungo laparete e rende misurabile l'incom-mensurabile; il tracciatore, una luceal neon che disegna una croce di lucein ambienti complessi, rivelando l'ordi-ne razionale implicito anche nello spa-zio più improbabile. Infine, i ciondoli dadifesa, una specie di rosario "da sgra-nare per ridurre a icone addomesti-cabili le diverse paure."L'ironia torna nella grazia leggera concui il Gruppo A12 ricicla alcune formetipiche del modernismo (il de Chiricodei Mobili nella valle e dei Manichini, ilminimalismo alla LeWitt cui ammicca-no le grate, il gioco dada dei ciondoli, ilpoverismo di molti materiali) per fareun discorso postmoderno; una legge-rezza che pervade anche, limandonel'intellettualismo, la riflessione sul lavo-ro dell'architetto, che traduce questepaure in forme e linguaggio, ora esor-cizzandole, ora giocando con esse.

[domenico quaranta]

Flavio FavelliVermut Hall

Un interno riccamente decorato.Un gusto retrò e una (solo apparen-te) cristallizzazione temporale.Riaffiora la memoria, rivelando par-ticolari nuovi ed unici. Perché l'uni-cità è importante...

"È per bellezza" dice Flavio Favelli(Firenze, 1967) raccontandoci diquando da bambino, chiedendoalla madre spiegazioni sull'utilità dialcuni elementi d'ornamento, rice-veva la risposta che molto avrebbeinfluenzato la sua produzione arti-stica. Al punto che "questa mostraavrebbe potuto anche intitolarsicosì", confessa. Il lavoro di Favelli si caratterizzada sempre per l'attenzione al det-taglio, al gusto per il decorativo,che però nasconde simboli, comeriflussi di un passato personale e,come detto, ancora condizionan-te. "La sua casa è la sua mente"potremmo dire traslando il titolodi una sua mostra di qualche annofa.Un'esplicitazione in tal senso è visi-bile nella Vermut Hall realizzatanello spazio di Volume!, trasforma-to per l'occasione in un ambientea metà tra un'abitazione privata eun locale pubblico. Le macchie deltest di Rorschach, che fregiano ilmobile della prima sala e - ripetuteall'infinito - la vetrata di una picco-la finestra, denunciano proprioun'esperienza fatta dall'artista dapiccolo, ma rimandano anche adaltre suggestioni, come i decoriarabeggianti che ritornano nell'ar-redo. È il caso della piccola fonta-na, posta in un angolo chiuso dauna cancellata, quasi un richiamoal giardino interno di una casaaraba e al contempo ad una nic-chia dedicata ai Lari nella casaromana. Una contaminazione distili che nasce dalle molteplici cul-ture con cui Favelli è entrato incontatto nei molti viaggi fatti dabambino e che si riflettono sullascelta degli oggetti che compon-gono le sue installazioni e che l'ar-tista compera nei mercati d'anti-quariato. Sono memorie personaliche rivivono nell'aprirsi agli altri. Un'atmosfera retrò che si rinnovae trova altra identità nella dialetti-ca tra il privato e il pubblico e che,durante l'opening, si è sviluppatanella performance che ha vistodue giovani donne africane vende-re vermut bianco. E non solo: insie-me all'alcool anche una sigarettarollata a mano, una scatolina dicerini siglata dall'artista e il bic-chierino compreso. Un rito dalocale anni Cinquanta, con il respi-ro di una casa della stessa epoca.Un luogo temporalmente sospeso,fatto di oggetti ritoccati, aggiusta-ti, smontati e ricomposti: legni bru-ciati e risistemati a parquet, tazzi-ne e bicchieri sui lampadari, unmobile da ospedale - come la ver-nice alle pareti - trasformato invetrina per suppellettili varie. Epersino un pulpito.

[federica la paglia]

Enzo Umbaca / KaterinaSeda

Collocare l'arte all'interno di unadimensione sociale nella quale vengo-no coinvolte più persone. Quasi comein un gioco. Ecco la radice dei lavori diEnzo Umbaca e Katerina Seda...

Il gioco del calcio è da sempre unaforma di aggregazione che implicaun coinvolgimento forte da partedello spettatore. Su questa consi-derazione, che include non solo l'a-spetto ludico, ma anche le compo-nenti mercantili, si basa il lavororealizzato da Enzo Umbaca (nato aCaulonia, Reggio Calabria, 1960).Una porta da campo di calcio lacui rete è illuminata da piccole luciintermittenti che la rendono benvisibile a distanza. L'installazione èdisposta in modo strategico: attra-versa lo spazio della galleriatagliandolo in due costringendo lospettatore a porsi di fronte a que-sta, proprio come se fosse un cal-ciatore. Una fotografia sulla pare-te ripropone lo stesso soggetto,mentre un video documenta laperformance realizzata la seradell'inaugurazione. Il protagonistaè un giocoliere che si esibisce all'a-perto e gioca per ore con unapalla, messa in movimento attra-verso una coppia di stampelle. Ilpiacere dello spettacolo calcisticoche cattura lo spettatore allo sta-dio, limitandosi tuttavia ad unapartecipazione "passiva", si tra-sforma nel video nella competizio-ne "attiva". La dimensione del sociale collega illavoro dei due artisti. Nel caso diKaterina Seda (Brno, 1977), cheespone per la prima volta in Italia,si tratta di tre progetti il cui deno-minatore comune è la comparteci-pazione di quante più persone pos-sibili. There is nothing there èambientata a Ponetovice, villaggiodella Repubblica Ceca, dove la vitaè scandita ogni giorno dalle stesseconsuetudini: non succede mainulla. Seda sostiene che il progetto"può sembrare utopico. Nessunovince o perde, nessuno viene elimi-nato. Quando ottengo tutti i pezzidel gioco nelle loro case (degli abi-tanti n.d.r.), sono io il vincitore".Si tratta di una sorta di grandepuzzle, nel quale gli abitanti sonoseguiti nell'arco di un'intera giorna-ta: la ripetizione delle loro azionigiunge perfino a far sì che tuttivadano a letto alla stessa ora. Nel ciclo fotografico WindowExhibition, ambientato a Brno, sievidenzia una sorta di rituale: cen-tocinquanta persone vengono invi-tate ad esibire alla finestra i lorooggetti preferiti. Copyng mother eCopyng father è, invece, una rifles-sione sulla vita familiare da unpunto di vista autobiografico: gesti,comportamenti, semplici momentidella vita di ogni giorno sono espe-riti in prima persona dall'internodella famiglia.

[tiziana conti]

Vasco Araujo

La voce di una donna di colore che parladi diritti umani. Quella bianca di un ragaz-zo che canta un'aria di Handel mentre lamadre usa l'alfabeto muto. E un sopranocanta sulle note della Casta Diva…

È la voce - nel conte-sto specifico dell'o-pera lirica - il filoconduttore dei trevideo che Vasco

Araujo (Lisbona 1975) presenta aRoma. Araujo appartiene a quellanuova generazione di artisti porto-ghesi che, sebbene da tempo presen-te nel panorama artistico internazio-nale (dallo SMAK di Gent al Museu deArte Contemporanea de Serralves-Porto, Biennale di Mosca, Biennale diSydney…) in Italia - escluso per la par-tecipazione all'ultima Biennale diVenezia - è ancora da scoprire."Sto attivando un programma discambio culturale dell'arte portoghe-se in Italia e viceversa", spiega lacuratrice, Simona Cresci. "Per que-sta prima mostra italiana - il cui inten-to iniziale era quello di una doppia per-sonale - ho scelto il lavoro di VascoAraujo e di João Louro."Dall'8 maggio, infatti, nella saladella Galleria La Nuova Pesa dove èproiettato il video che Araujo hapresentato anche a Venezia, TheGirl of the Golden West (2004),verranno esposte alcune grandiinstallazioni di João Louro (Lisbona1963) sul tema del linguaggio.Se in The Girl of the Golden West l'ispi-razione veniva dall'opera di GiacomoPuccini La Fanciulla del West, neglialtri due video - La stupenda (2001) eFar de Dona (2005) - i riferimentisono la Norma di Vincenzo Bellini (l'a-ria è Casta Diva) e Rinaldo di Handel(Lascia che io pianga)."L'opera è una passione che tengoin vita attraverso l'arte", afferma ilgiovane artista, anche cantante liri-co. "Amo l'opera e l'arte alla stessamaniera, ma ho studiato arte - scul-tura - scegliendo di essere artistanon cantante."Apparentemente diversi, questi trevideo sono, in realtà, tutti incentratisul tema dell'identità, soprattuttosociale e sessuale. Araujo usa l'ope-ra come strumento di indagine:"Dell'opera quello che mi affascina èla dicotomia tra finzione e realtà.",continua. "Le storie sembrano bana-li, ma in realtà l'opera portando avan-ti vissuti di tutti i giorni, in cui ognunodi noi si può rispecchiare, diventaportavoce di storie universali."È una storia edipica quella narrata inFar de Dona in cui una donna - sem-pre inquadrata di spalle - parla usan-do la gestualità dell'alfabeto muto.Nello stesso momento in cui lei perdela voce, il figlio scopre di avere unavoce bianca. Le struggenti note musi-cali accompagnano in questa analisidel rapporto tra madre e figlio, lo sve-larsi di una condizione attraverso ilpassaggio ineluttabile di una perdita. L'installazione La Stupenda rimanda,invece, ad un'atmosfera un po' data-ta. In un ambiente arredato con mobi-li d'epoca, foto scolorite nelle cornici,uno scialle poggiato sullo stipite dellaporta, vasi colmi di fiori sciupati e bentrentacinque cuscini, viene proiettatoil video in cui è lo stesso artista cheinterpreta il ruolo di una grande can-tante lirica in declino. La stupenda,altri non è che la soprano australianaJoan Sutherland, seconda soltantoalla "Divina" Maria Callas. Girato informa di intervista, il video affrontacon punte di ironia e tristezza spacca-ti del mondo dello spettacolo e dellacondizione umana. Da questo suo pic-colo mondo - un po' regno, un po' pri-gione - la diva parla della sua famigliae del suo pubblico, lasciando "secca-re i petali dei fiori donati dai suoiammiratori, che utilizza successiva-mente per riempire i cuscini dovesono ricamate le date e i luoghi deisuoi spettacoli."

[manuela de leonardis]

Dré Wapenaar - Cycle tothe madness of life

Terre franche, metafore della vita edei suoi cicli. Mondi isolati immersi inuna pacifica atmosfera orientale cuifanno da contraltare retaggi di cultu-ra pagana. Immagini che esortano ildesiderio di ascesi...

Cosa succedequando l'arte nonbasta più a séstessa? Lo scopoprimario dell'ope-ra diventa quellodi racchiudere lo

spettatore, proteggendolo dal mondocircostante, dandogli, quindi, una lenteattraverso la quale filtrare il pensiero.Fino a realizzare un'espressione crea-tiva che non si limiti a registrare lecarenze della società, e il punto di vistadell'artista, ma che cerchi di permeareo, addirittura sostituire, la vita stessa,dandosi come soluzione dei problemiche pone o talvolta come alternativachimerica ad essi. A questo secondocaso appartiene la ricerca di DréWapenaar (1961, Berkel enRodenrijs), alla sua seconda personaleda Lia Rumma. Due pedane, una semi-nascosta dall'altra, rappresentano -nella sua visione particolare - i cicli vita-li. E stimolano il visitatore alla ricercaintrospettiva, fino all'ascesi, dove il rag-giungimento delle alte sfere è datodalla sovrapposizione fisica di pianilignei posti a livelli diversi. Siamo di fron-te ad una novità nella scultura diWapenaar, da sempre interessatoalla delimitazione di spazi sociali grazieall'ausilio di tende e strutture in ferro elegno. Luoghi pubblici in cui centrale èil tema dell'incontro. Sia questo tra per-sone o tra opera e natura, come nellapiù poetica Tenda per Uccelli, dove lafusione tra macrocosmo e microco-smo è data dai fori praticati nella cera-ta che permettono ai volatili - tramititra le due realtà - di entrare ed uscire. The Pavillion of emptyness, invece, -troppo simile, ahinoi, ad un patibolo,per un occhio freddamente occidenta-le, influenzato dalla staticità elegantedelle strutture orientali per chi forsesa guardare oltre - racconta una sto-ria di leggerezza ed utopia. Andando aldi là dei bisogni terreni, la pedana, cheracchiude all'interno di un incontroortogonale tra linee orizzontali e verti-cali la pesantezza del vuoto, diventa ilpalcoscenico della catarsi umana. Manon solo. Sarà la particolare prospetti-va offerta dagli ambienti risicati dellagalleria, saranno i tendaggi blu chericadono mollemente sulle strutturelignee, lasciando liberi solamentedegli spiragli, ma il padiglione non vaad incorniciare il nulla. Funge, invece,da contorno, per la compaginecostruita sul medesimo asse nellospazio retrostante, il cosiddettoLumberjackspavillion. Stesso legno,pari le cerate ed i colori. Sostanziali,però, le differenze. La seconda pedanasorregge, infatti, una catasta di tron-chi. Le stoffe, tese da un capo all'altrodel cubo, formano una specie di coper-tura a botte. Ritornando così ad unavisione materiale della vita, fatta dibisogni primari. Di legna per scaldarsi,di un tetto per dormire. Di produzionee consumo continuo di energia.Rappresentata da un braciere, a lato,sul quale posa il ceppo del taglialegna.Una presenza che sa poco di miti nor-dici o di tradizioni orientali. E che ricor-da piuttosto simbologie della culturamagnogreca con cui l'artista venne acontatto in un suo recente soggiornonella Napoli dell'Alchimia e degli equili-bri precari. Dei misteri religiosi e diun'antica nobile massoneria, di cui ilmenage occasionale tra ceppo e bra-ciere diventa quasi insegna.

[santa nastro]

GENOVA.

palazzo ducalepiazza matteotti, 28R Tel/Fax 010 2543762 [email protected] www.pinksummer.com

Pinksummer

via solferino, 44 - MM moscovaTel 02 29000101 Fax 02 29003805 [email protected]

Galleria Lia Rumma

52.déjà vu Exibart.onpaper

ROMA. TORINO. ROMA.

fino al 12 luglio 2006 a cura di Roberto Pintovia rossini, 23 - zona centrale, vici-no a corso s. maurizioTel 011 837743 Fax 011 8134490da mar. a sab. 15.00 - [email protected] www.francosoffiantino.it

Franco SoffiantinoArtecontemporanea

fino al 30 giugno 2006via del corso, 530 (piazza del popolo) a cura di Simona Crescidirezione artistica di Giacomo Zazadal lun. al ven.ì 10.30 - 13.00e 15.30 - 19.00 (verificare telef.) ingresso libero Tel 06 3610892 Fax 06 3222873 [email protected] catalogo con testo critico di JoãoFernandez direttore del MuseoSerralves di Porto (Portogallo)

La Nuova Pesa - Centro perl'arte Contemporanea

MILANO.

a cura di Raffaele Gavarrovia san francesco di sales,86/88(trastevere)Tel 06 6892431 [email protected]

Volume!

Page 53: Exibart Onpaper 31

Monica CarocciOrizzontale

Fotografie in bianco e nero, realiz-zate con carta baritata, che confe-risce luminosità e trasparenza. Unciclo di lavori incentrato sulla tema-tica del viaggio, interiore primaancora che reale...

Verso la metà degli anni '80 lafotografia diventa un mediuminterlocutorio, penetra nellemaglie della realtà in modoaggressivo, invadente, diviene lospecchio di complesse topografieesistenziali. La ricerca di MonicaCarocci (Roma, 1966) s'inseriscein questo terreno di indagine, chesi sofferma su situazioni di margi-nalità, attingendo a piene mani nelcaos della vita. Le immagini, in unrigoroso bianco e nero, palesanouna costruzione molto attenta alrapporto tra dettagli e totalità. Sindall'inizio l'elemento caratterizzan-te del lavoro è il fatto che la foto-grafia assume un'intensa qualitàpittorica. Oggetti di uso quotidia-no, bambole di pezza o di cartache evocano il mondo dell'infanzia,sono gli elementi ricorrenti nelleprime opere, costruite sulla giu-stapposizione dei dati e ritoccatein modo che il risultato del proces-so di elaborazione non appaia maidefinitivo. Successivamente l'at-tenzione si concentra su paesaggiperiferici deserti: porte di città,immerse nella nebbia o nelladimensione indefinita tra sonno eveglia, vie tutte uguali, caratteriz-zate dall'assenza di vita.L'inquadratura dello spazio apertoesprime lo straniamento metropo-litano. La situazione reale è trasfe-rita sul supporto. L'immagine nonrisulta "appannata"; piuttosto pre-domina il viraggio cromatico delgrigio e dell'avorio con una tensio-ne implosiva che rende il foto-gramma duro come certa musicarock.Anche di solitudine si parla nellamostra Orizzontale, costruitacome una sorta di diario intimo,annotazioni di un viaggio interioreprima che reale. La memoriagioca un ruolo determinante. Ilricordo si condensa in momentiche danno vita ad un'intensa sce-nografia, elaborata mediante unasequenza di immagini di paesag-gio: strade, alberi, una raffineria,della quale si intuiscono, più chedistinguere, gli elementi architet-tonici. Ogni riferimento apparereale e immaginario al contempo. I rami degli alberi sembranointrecciarsi, per costruire unostrano soffitto, le strade si snoda-no come un sinuoso dedalo menta-le. Carocci interviene dapprima sulnegativo, poi in fase di stampa; uti-lizza esclusivamente carta barita-ta, che conferisce alla fotografiaun'alta resa stilistica, fatta di tra-sparenza e luminosità. L'immaginepare sospesa, quasi cristallizzatanel tempo, e diventa il momentofondante di un racconto che l'arti-sta definisce "la proiezione del miopensiero, in camera oscura."

[tiziana conti]

Jules Spinatsch

Zone di disagio temporaneo. Quandoi potenti della terra si riuniscono, lecittà finiscono sotto assedio.Spinatsch osserva lo stato di allerta.Riprendendo e fotografando i teatridello scontro sociale...

Non c'è azione,negli scatti diJules Spinatsch(Davos, Svizzera,1964). Il momen-to scelto è sem-

pre laterale, precedente o successi-vo allo scatenarsi degli eventi.Temporary Discomfort documenta,attraverso cinque serie di immagini,lo stato di allerta che si crea nellecittà in occasione dei grandi verticiinternazionali: a Davos, New York,Genova, Evian. Luoghi normali, ritrat-ti però in situazioni di subitanea e vio-lenta eccezionalità: in pieno stato diemergenza. L'approccio è piano eanti-retorico, non solo nella scelta deisoggetti, ma anche nello stile, chesupera il mero fotogiornalismo -sul quale Spinatsch conduce unariflessione profonda - fondendosi conla muta eloquenza del fermo immagi-ne da video-sorveglianza.Il fotografo svizzero (vincitore, nel2004, del prestigioso premioParisPhoto) si sofferma sullo sfondo,non si getta nella mischia ma restanelle retrovie. Non documenta gliscontri, i cortei o le strette di manotra potenti, ma amplifica il silenzio, chesi fa colonna sonora della tensione. Lestrade deserte, i negozi chiusi, le vetri-ne protette da assi di legno, i loghicoperti - possibili bersagli da neutraliz-zare - i blocchi stradali, le auto dellapolizia. L'atmosfera è quella del copri-fuoco, il fulcro del racconto sempre ilcontrollo. Un controllo rigido e pianifi-cato, che non ammette fuori pro-gramma, portando l'atteggiamentoprecauzionale verso limiti parossistici. Gli edifici di Evian (luglio 2002) sonoricoperti di alte e solide palizzate dilegno giallo, gli interni e le vetrinerivestiti di compensato; il mare diGenova (luglio 2001) è limpido evuoto, i container diventano barrica-te improvvisate; gli incroci di NewYork (gennaio 2002) assediati dapolizia e postazioni radiotelevisive. E infine la nevosa Davos (gennaio2003), città natale di Spinatsch. Qui,il fotografo svizzero ha utilizzato ungruppo di telecamere per la video-sorveglianza, controllabili a distanzae collegate ad un server, e le ha pun-tate sul blindatissimo CentroCongressi, sul vicino Kurpark e sulCongress Hotel. Le immagini veniva-no poi inviate a Zurigo, dove, nellesale del Kunstraum Walcheturmprendeva vita, giorno per giorno eper tutta la durata del summit, unwall-panorama composto da 1446fogli A3 stampati in diversi momentidel giorno e della settimana (nell'ar-co di due ore quelli dell'asse orizzon-tale e di sei giorni quello verticale). ARoma il panorama è stato ricostruitoe copre l'intero muro di fondo dellagalleria, accompagnato da due slideshow delle immagini riprese dallevideocamere. Il risultato è un'immagi-ne fissa e in movimento, intrinseca-mente paradossale; i fogli di cartacome pixel di una foto sgranata. La visione complessiva fa collassare isingoli minuti in un vibrante senso dipresente. Riferimento diretto, inoltre,ed efficace prosecuzione del temadell'assedio, leit motiv dell'interociclo, sono alcuni panorami di batta-glia dell'Ottocento, in cui eventi tem-poralmente distanti venivano riunitiin un grande, unico affresco.

[valentina tanni]

Nin BrudermannAnimal stories

C'era una volta una ragazza cheamava gli animali. Un giorno, a NewYork, trovò un cigno. Che lottava persopravvivere tra i Piers dell'Hudson.Una favola raccontata con amore inun video molto particolare…

Le favole, in fondo, non sono solo peri bambini. Sono anche per i poeti, isognatori, gli artisti. Gli artisti di unavolta, però, perché l'arte contempo-ranea sembra spesso aver dimenti-cato la componente favolistica, nar-rativa, meravigliosa.Non è il caso di Nin Brudermann(Vienna, 1970; vive a New York),un'artista decisamente particolare.Alla sua prima personale in Italia, dopoaver esposto più volte a New York,Vienna e Praga, la giovane austriaca èprima di tutto una grande avventurie-ra. Profondamente innamorata dellanatura e degli animali, gira il mondocon il piglio dell'esploratrice (lavoraper National Geographic, tra l'altro), esembra inventare un nuovo genere: ildocumentario artistico. Un'armoniosasumma tra il puro intento diaristico ela poesia dell'arte, raggiunta - nel suocaso - attraverso la componente dellanarrazione fiabesca. Affascinanteesempio di questo procedere è il videopresentato alla galleria Pianissimo,intitolato Swan (cigno, appunto), nelquale i contorni tra documentarionaturale e video artistico sfumano irri-mediabilmente gli uni negli altri. Con la voce suadente di una ninnanan-na, e il sottofondo musicale delTheremin che scivola sulle immagini del-l'acqua, la Brudermann racconta la sto-ria di un cigno che, inspiegabilmente,compare una mattina di sole tra i molidell'East River, tra le piattaforme petroli-fere e lo skyline dei grattacieli. E lo sivede lì, dondolare sui riflessi di un'acquanon adatta a lui, in un'alternarsi dolentedi inquadrature tra il giorno, il tramontoe la notte. Mentre New York, indifferen-te, vive la sua vita di sempre. È difficilesopravvivere, per il cigno. Deve lottarecontro la fame, le correnti, i mezzi di tra-sporto fluviale che vomitano gas nocivi einquinamento. Viene la notte, vengono ilfreddo e la neve, ma lui è sempre lì. Finoa che, quasi come risposta ad un richia-mo di solitudine, arrivano altri uccelli afargli compagnia. Nel frattempo, l'artista racconta.Racconta anche che un giorno, mentreil video continua a parlare della NewYork fluviale, il cigno è sparito. Salvo poivederlo ricomparire con due compa-gne, belle come lui. E allora sì, sparireper sempre. L'atmosfera di sogno delvideo si spegne. È una strana favola.Bella come quella raccontata da un'al-tra opera in mostra, l'installazione BabyVogerl. Ancora una volta, protagonistadell'audio-racconto, è il mondo animale,questa volta chiamato in causa nella dol-cezza di un nido. Brudermann narraancora. Racconta di sua madre, chevive in campagna, e che un giorno siaccorge che alcuni uccellini stannocostruendo il proprio nido intrecciando-vi anche i suoi capelli bianchi, lasciati suldavanzale del bagno. Ancora una voltala realtà si fa fiaba, ancora una volta lafilosofia del c'era una volta attrae eaddolcisce. E, per un momento, ci ripor-ta, malinconici, all'infanzia.

[barbara meneghel]

Thomas HirschhornThe Green Coffin

Processioni e processi alla Storia. Traaureo Rinascimento, ciarpame dilusso, rabbia fondamentalista e carnea crudo. Frivolo e truculento,Hirschhorn stila la partita doppia dellamodernità. Il bilancio? Pesante...

Esorcismo collet-tivo dopo inferni diterrore e purga-tori diplomatici.I nstrumentumregni per mostra-

re i muscoli sul ring della politica.Corteo carnevalesco, col carrozzonedi cartapesta che sfila tra la calcaschiamazzante. Perché cosa c'è di piùgrottesco di un funerale senza il caroestinto? Queste e tante altre conside-razioni dovettero affacciarsi nellamente di Thomas Hirschhron (Berna,1957), di fronte alle solenni esequie diYasser Arafat nella striscia di Gaza, incui il feretro senza morto sembravascivolare su invisibili cuscinetti a sfera.Riflessioni concretizzate in questavariazione sul tema-bara, affrontatocontemporaneamente anche nellapersonale in corso ad Hannover,optando qui per una nuance a dirpoco attuale, drammaticamenteattuale: verde Hamas. Ed ecco lacassa far da grancassa agli umoridella folla sottostante, che annaspa,spinge, sorregge o minaccia di schian-tarsi sotto il peso di quel sarcofagovuoto sì, ma zavorrato col fardello delMito e tutto il superfluo indispensabile.Un miracolo che, nel tumulto dellaprocessione, quel bazar non scivoli viadal coperchio inclinato, dov'è dispostoin elvetico equilibrio. Un disciplinato merzbau regolato daleggi interne, raggruppato per generie allineato per simmetrie. Un pacchia-no roof garden con imitazioni di bor-sette griffate e leccornie di plastica,accanto a scacchiere e riproduzioni dicapolavori. Tutto apparecchiato sullatovaglia del risentimento integralista.Monumento all'ingegno e alla bellezza,ma anche sacrario del consumismo,probabile corredo funerario della top-icona che tappezza i lati corti del cata-falco. Forse è lei, la dea che vive di solicrostacei, l'inquilina dello "scatolone"ligneo, scortata al camposanto da unaselva di polsi eletti e rosati, ingentilitida cinturini sbarazzini e quadrantiscintillanti, sbocciati dall'aggrovigliatoserpentario della mousse verde.Il glamour oltre la vita? Poveri illusi.Hirschhorn mette fisicamente con lespalle al muro, lasciando pochi centi-metri di passaggio sui lati lunghi, pervibrare, dritta negli occhi, la staffilata.O meglio, scagliare la bomba, con uncoscienzioso taglia e incolla di corpimartoriati da esplosivi e proiettili.Immagini insostenibili, censurate perfi-no dall'informazione più sensazionali-stica, quella dei titoli strillati che, rava-nando tra i cascami della retorica,batte a caratteri cubitali le più incom-prese e sputtanate tra le parole:povertà, speranza, guerra e pace.Grazia botticelliana e barbarie trucu-lenta, opposte e conviventi in unoscontro tra esaltate civiltà, ingigantitoe poi asfissiato in chilometri di scotch. E allora… quanto benessere è fertiliz-zato dalla carneficina? Chi muove lepedine sullo scacchiere della Storia?Chi schiuma rabbia verde tra quellebraccia senza volto? Domande retori-che, che non inceppano la fluida, sbi-lenca meccanica del corteo. Un ultimoviaggio collettivo, gita di massa alladeriva, a bordo della Zattera dellaMedusa. Tutti sulla stessa barca. Anzi,dentro, sopra e sotto la stessa bara.

[anita pepe]

Urs Lüthi

A metà. Tra il maschile e il femminile.Tra il bianco e il nero. Per far perderel'equilibrio alle convenzioni. Non siamosolo quello che sembriamo, perchébasta poco per sembrare tutt'altro...

Il percorso di Urs Lüthi (1947,Lucerna) è una ricerca progettualesul corpo umano, sulle sue possibili-tà trasformative e sulle sue ricerca-te ambiguità e provocazioni.Tramite ritocchi del proprio viso,l'artista si trasforma in un essere ametà tra il sesso femminile e quellomaschile o in caricature forzate dipersonaggi. Fatto questo si immor-tala tramite i famosi autoscatti. Diquesti, nel 1973, scriveva così: "Unritratto ha una sua propria esisten-za che vive al di fuori di me. Chi loosserva lo paragona al proprio finoa modificarsi, e sdoppiarsi. Questoè il mio contributo alla coscienza disé, dei propri limiti, dei propri ecces-si, delle proprie possibilità e anchedelle diverse realtà che vivono sottouna stessa realtà".In mostra alla Galleria L'Elefante,che lo aveva già incluso nella collet-tiva di novembre 2005 sui nomi piùincisivi della body art, troviamo circauna ventina di foto che documenta-no le trasformazioni di Lüthi, il cuitema è appunto la realtà sotto larealtà, il doppio che vive nel singolo.Non siamo (solo) ciò che appare;con poco e niente potremmo appa-rire completamente diversi, facen-do venire a galla nuove prospettivedella nostra esistenza intima, sco-prendone i segreti. Attraverso lefoto in mostra, scattate nell'arco ditrent'anni, rigorosamente in biancoe nero, vengono quindi fuori lealtrettante sfaccettature della per-sonalità dell'artista, tragiche, comi-che, sensuali, grottesche, felici oarrendevoli. E il visitatore è invitatoad immedesimarsi, riconoscendonelle opere le proprie diverse com-ponenti, manifeste o meno.L'effetto è quello spiazzante cheancora oggi, alla faccia della moder-nità che pretendiamo di avere, èlatente sotto ogni forma di relazioneumana. Non troviamo forse difficilerapportarci ad una persona chenon riusciamo in nessun modo aclassificare, a inquadrare dentrouno schema pregresso di situazioniche sappiamo come affrontare evalutare? Lüthi mette in mostra ladebolezza di questo sistema, basatosu fili invisibili che pretendono direggere tutta la nostra vita sociale.Le sue sono delle fluidificazioni, perprendere a prestito un termine chegli ha dedicato Renato Barilli.Qualcosa che va oltre il solido, quin-di, se per solido si intende il pilastrodelle convenzioni dell'apparire e del-l'essere.

[carolina lio]

TORINO.

via della rocca, 29 (borgo nuovo)Tel 011 8124460 Fax 011 8396467 [email protected]

Galleria Alberto Peola

via della vetrina, 21 Tel 06 68891365 Fax 06 68891365 [email protected]

V.M.21 Arte Contemporanea

ROMA. MILANO. NAPOLI.

piazza dei martiri, 58 (quartiere chiaia) Tel 081 4976072Fax 081 [email protected]

Galleria Alfonso Artiaco

via roggia, 52Tel 042 2419550 [email protected]

Galleria l'Elefante

TREVISO.

a cura di Marco Antoninivia lambrate, 24 Tel 02 58300162 [email protected]

Galleria Pianissimo

Exibart.onpaper déjà vu.53

Page 54: Exibart Onpaper 31

Bau Bau

Il miglior amico dell'uomo qui puòentrare. I protagonisti sono i cani,portavoce inconsapevoli di unadenuncia, provocatoria ma educata.Quella mossa nei confronti dell'esta-blishment dell'arte…

La presenza deicani nell'artenon è certo unanovità: si pensi aipitbull di LilianaMoro o alle fotodi William

Wegman che ritraggono, sbeffeg-giando la retorica della foto di moda,il suo cane Man Ray, abbigliato comeun essere umano. Ma non è solo pre-rogativa del contemporaneo: chi nonsi è soffermato almeno un po' con losguardo sul tenero cagnolino,acciambellato ai piedi del letto dellaVenere di Urbino di Tiziano?L'invenzione della Galleria 42, dunque,non sta tanto nell'aver pensato ai canicome soggetto dell'esposizione, ma diavere individuato negli amici a quattrozampe i fruitori primi della mostrastessa. Non solo il buffet del vernissa-ge era a base di crocchette e boccon-cini, non solo una psicologa per canisorvegliava gli animali per garantireuna corretta partecipazione agli even-ti, facendo accedere alla mostra unafemmina per otto maschi, ma tuttol'allestimento è stato pensato a misu-ra di cane. A partire dall'altezza deiquadri, che costringe l'accompagnato-re umano a chinarsi per osservarli.Di un'ironia squisita le opere cherichiedono il diretto coinvolgimentodegli animali, come Lecca lecca percani, di Francesco Finotti (Bologna,1973), realizzato con i filtri di cartadel vino, capace di stimolare olfatto egusto canini. Così come Pan perfocaccia, work in progress diAlessandra Cassinelli (Milano,1965), divorato già all'inaugurazioneperché composto di "questi elementiurbani che i cani non vedono l'ora dimasticare". Altrettanto intriganteTerapia, di Benedikta J. Kier (Bolzano,1969), lettino da cino-psichiatrasovrastato dallo sguardo di un lupo, l'i-stinto selvaggio del cane, esso stessovittima di una umanizzazione forzata.Lirico, pur nella sua evidenza meccani-ca, Interno di cane, scultura dotata dimovimento, in cui tra i brandelli di uncane di peluche fatto a pezzi, DanieleMilanesi (1964), scopre la profonditàdi un rapporto viscerale d'amore.Esilarante Il ciocco di Bobi di MatteoSoltanto (Bologna, 1972), grandeamico del cane perché sempre indi-spensabile nel momento del bisogno…Le opere figurative tradiscono in qual-che modo il rapporto diretto con glianimali, rivolgendosi agli interlocutoriumani e utilizzando i cani come vittimesimboliche di una società superficialee indifferente. Ciò accade nel disegnodi Paolo Margherita (Napoli, 1970),in cui un randagio ha il muso comple-tamente nascosto in un sacchetto del-l'immondizia, entro un'avida ricerca disicurezza in un ambiente fatto diemarginazione.Soggetti: cani. Destinatari: cani. Artisti:cani? Non certo da un punto di vistaartistico, ma sicuramente entro un'a-nalisi delle dinamiche del mondo del-l'arte contemporanea. Bau bau, conuna brillante intuizione, denuncia il ran-dagismo a cui sono condannati moltiartisti di oggi, privi di un mecenatismoilluminato capace di proteggere idee etalenti, fuori dal circuito di tendenza.Emblematica dunque la cuccia-museoGuggenheim di Jörg Nittenwilm(Coblenza, 1967), in cui "finalmenteanche il bassotto tedesco ha una cuc-cia ad arte", dove anche un artistaerrante può trovare uno spazio perdar forma alla propria ispirazione.

[thelma gramolelli]

DeAnna Maganias

La vertigine architettonica del sacro,direttamente in galleria. La verve diun'artista che osserva tutto dall'altoin basso (e viceversa). Una solidariflessione, romana ma non solo, sulconcetto di devozione….

Gran bella mostra, questa diDeAnna Maganias (classe '67,vive tra Atene e New York), dinuovo a Roma dopo essersi distin-ta un paio di estati fa nella colletti-va-calderone Mediterraneans.Allora si trattò di interrogare comemodellino in scala il mare nostrum,inquadrando il finestrino di unaereo nell'assoluto della visionemonocroma. Stavolta il modellinoc'è (e c'è pure l'assoluto), però ilprocedimento si snoda al contra-rio: si sta parlando di spiritualità edevozione e, nello specifico, della(romana) vertigine architettonicadel sacro. E allora si opta per unmanufatto da passare concreta-mente al setaccio - sorta di sogliain scatola, effimera e dura comegiostra - anziché per una mise enscène sub judice emozionale.Ecco che, quindi, riprodotta inscala benché scevra di scritte eriferimenti, la tomba di papaGiovanni Paolo II prende a stanzia-re nel bel mezzo del white cubecome spazio colloquiale, nicchiaportatile, umanissima cappella-igloo. Quel che conta, a ben guar-darla, è che è grande abbastanzaper accogliere chiunque ma, nelcontempo, troppo piccola (e svelta)per lasciarsi - letteralmente - inse-diare; quel che è evidente, e artisti-camente ragguardevole, è che ilsuo stesso connotarsi come inter-vento site-specific non basta adescriverne appieno la strana leg-gerezza come di decollo. Per tutta una serie di ragioni lafibrillazione del dispositivo semanti-co funziona alla perfezione, acominciare proprio dall'esortazio-ne evangelica a farsi tenda nelmondo che finisce messa a tu pertu, con verve e delicatezza, col pro-blema concettuale - sempiterno e,per giunta, attualissimo - della(contrapposta e in-confessabile)vocazione religiosa alla monumen-talità.In più c'è la muta eloquenza dellastessa struttura dell'installazione,cartogramma senza bordi e dicitu-re come quel mare senza spondeosservato dal cielo, che sembraquasi la formalizzazione di un'inda-gine circa le (costanti delle) diverseinterpretazioni architettoniche delsentimento del sacro. È forse que-sto, chiede l'artista, l'intelligentdesign di cui tanto si parla oggi?Completano la mostra, a terra,quasi sottolineando gli altri due fuo-chi della galleria, due grandi uova-binocolo da abbracciare nel verosenso della parola: due fantasminidi sculturette con all'interno, trahappening minimo e teofania, lasorpresa di altrettanti video in cui illumen diffuso della basilica di SanPietro viene scandagliato anch'es-so, nel magma di carrellate di inter-ni capovolti, come mera griglia.

[pericle guaglianone]

Stefania Galegati

Un'atmosfera rarefatta. Architetturesospese nel limbo tra il nostro tempoe la seconda guerra mondiale.Attorno, una natura desertificata. Ilformato cartolina ci porta nel vivo diun turismo inconsueto...

Bunker#01, Bunker#71, Bunker#80…E così via fino all'ottantottesimodisegno o piccolo acrilico su tela olegno, per la prima personale par-tenopea di Stefania Galegati(Bagnacavallo, Ravenna, 1973)nella sede "antica" della galleriaT293, quella di via Tribunali.Filo rosso dipanato lungo i fogli di que-sta considerevole serie è il soggetto: ibunker costruiti durante la secondaguerra mondiale, sparsi un po' in tuttal'Europa, dalla Normandia alla Polonia("qualcuno è segnalato anche negliStati Uniti", ci informa la Galegati), indi-ci di un fenomeno che attira l'artistaemiliana da un paio d'anni.Durante i suoi spostamenti tra l'Italiae New York, dove attualmente vive,queste opere hanno preso forma econsistenza nelle pagine di un immagi-nario moleskine da viaggio come delle"architetture folli, sorte in mezzo allanatura, delle quali resta l'energiaanche se non ci appartengono più".Sulle pareti della galleria appaionocosì, seguendo uno strutturato disor-dine, due volti sorridenti in primopiano, corredati di zainetti sulle spallee t-shirt bianche per lunghe cammina-te, dietro di loro un cubo grigio conun'unica fenditura per far spazio allacanna di un cannone. Segue una bam-bina che sorride dentro il suo vestitinorosso e, al di sopra della piccola figu-ra, l'edificio non più minaccioso delrifugio blindato, sullo sfondo di un cielodiventato improvvisamente rosso -arancione - giallo: colori caldi mescola-ti al nero, che enfatizzano l'isolamentospaziale in cui li ha confinati l'artista.I toni cupi del blu e del verde e anco-ra le tempere e le penne nere, mime-tizzano nel paesaggio queste costru-zioni grigie, che sono divenute perquesta categoria (se non altro "origi-nale") di turisti, dei simpatici sostitutidella Fontana di Trevi o della TourEiffel, monumenti dell'epoca moder-na. Da fotografare piuttosto che dautilizzare come spunto da cui trarreuna riflessione, magari nel veloce bzitdello scatto della digitale.Sorge quindi il contrasto tra il bunker- considerato nella sua doppia valen-za di architettura in uno spazio e nelsignificato storico legato al conflittomondiale - e l'assuefazione dei viag-giatori che "ci passano accanto - con-tinua la Galegati - senza rendersiconto di cosa hanno davanti".I volti scarnificati che incorniciano leopere, alcune talmente piccole daricordare le dimensioni di una carto-lina o di un segnalibro, sembranoavvolti nell'aria resa grigia dalle polve-ri esplose. In sottofondo risuonaancora l'eco degli spari dei cannoni,mentre curiosamente il dipinto cheha dato l'avvio alla serie non è pre-sente: "È stato frutto di uno scambiocon un'amica artista al momento dipartire".

[irene tedesco]

Irini Karayannopoulou

Una videoanimazione dal montag-gio sincopato. Sulle note punk stril-late dalla voce dell'artista. E unaselva di fogli da disegno. Per nar-rare le avventure di uno stranoduo di ragazzini. In braccio ad unorso blu...

Quanto più si desidera una cosa,tanto più la si fugge. Per paura diattaccarsi troppo profondamenteai beni terreni, come ai sentimenti.Che ormai sembrano fatti dellastessa labile materia. La fugacità -racchiusa nel termine giapponeseukyioe (mondo fluttuante) - parecosì tornare al suo significato ori-ginario di derivazione buddista,anche se in senso negativo.Perché, mentre per il saggio erauna scelta morale la fuga precipi-tosa dalle scale della vita al fine dipreservarsi l'anima, ora - per ilcomune mortale - è una necessitàinsopprimibile dettata dal timore.Che finisce per condurre in unperenne stato di alienazione, nonmeno ostile e insidioso della realtàmedesima. Così si spiega l'ambigui-tà delle immagini disegnate da IriniKarayannopoulou (Tessalonica,1973), alla sua prima personale inItalia. Autrice di nebulose shortstories bucoliche dal sapore oniri-co e amaro al tempo stesso, dimo-stra una sottile inquietudine attra-verso un tratto impreciso, indefini-to, esistenzialmente fluttuante.Come quello a cui si riferisce ilcuratore Luca Vona, sottolinean-done però la completa estraneitàrispetto agli esiti raggiunti da queltipo di arte giapponese a partiredal Seicento, più votata alla ricer-ca del piacere edonistico che aldistacco ascetico. Disseminandola galleria dei suoi fogli da disegno,Karayannopoulou sembra volerriprodurre il caos dei segni in bian-co e nero e la vertigine che ne con-segue. Acuita dallo stordimentotipico della musica punk, da leistessa composta, cantata e regi-strata nel dicembre 2005 peraccompagnare la videoanimazioneThis is my room. Dove un inces-sante fluire di scene scaturitel'una dall'altra - in una sorta diautomatismo psichico - intenderimarcarne la dimensione di com-pleta irrealtà. E rivendicarne una parossisticalibertà da tutto e da tutti, tale dasfociare inevitabilmente nel disa-gio. Trait d'union di entrambe leforme artistiche, rivelatore dell'os-sessivo vomitare da parte dei dueprotagonisti, alle prese con ognitipo di avventura fantastica. Pertentare di sfuggire, almeno unpoco, alla gravità del vivere quoti-diano.

[claudia giraud]

Pietro RuffoBeslan Doppia Mappatura

La forza di riassumere la tragedia esuperarla al contempo. Ecco la corni-ce entro la quale alcuni artisti - suinvito del dipartimento di ProtezioneCivile Italiana - hanno lavorato. Peruna visione dell'Ossezia che...

Il primo "soccorso artistico" di inviatinella città di Beslan ha prodotto unlavoro con la forza di riassumere latragedia e superarla al contempo. Ildipartimento della Protezione CivileItaliana sotto supervisione di Martadi Gennaro, l'anno scorso, ha sceltodi portare alcuni artisti in Ossezia,tra i sopravvissuti alla tragedia dellascuola.Pietro Ruffo (insieme a NicolajPennestri , Maurizio Savini ,Massimiliano D'Epiro e OlimpiaImperiali) ha trascorso diverse set-timane con i bambini per contrasta-re nei media la sensazione di volerrappresentare solo la gravità delleconseguenze del massacro. Nei muri crivellati di proiettili brucia-no ancora le ferite, ma nonostante lastruttura della scuola mostri tuttol'orrore ricevuto, i bambini e le madristanno imparando a dimenticare.Accanto ai momenti di socialità e aiworkshop di pittura per i piccoli, ogniartista ha prodotto un lavoro. PietroRuffo ha cercato anzitutto di rintrac-ciare la presenza del conflitto nell'im-patto della forza storica riassuntacon prepotenza da muri, pavimenti esoffitti scardinati. Per attenersi almetodo che da diversi anni caratte-rizza il procedere del suo lavoro, quil'artista ha lavorato con l'idea di unadoppia mappatura del territorio. La galleria diventa il luogo dove por-tare la struttura della scuola, comeevoluzione rispetto alle serie topo-grafiche precedenti di Ruffo che par-tivano da un'analisi della configurazio-ne geografica dei territori di guerra,turbati da bombardamenti. Se nellefotografie satellitari l'artista raffigu-rava crateri astratti e restituiva ilsenso dell'operazione nei titoli dellezone infestate dalla Guerra, qui si èricorso alla mappatura dei luoghidove ha più colpito il conflitto tra gliOsseti di Beslan e gli Inglusceti. Dauna parte dunque le incantevoli mon-tagne con una serie di tele grandeformato quasi monocrome, elementisuper partes algide e sublimi, sopracui i caratteri in cirillico paiono sche-de di classificazione della natura neisentieri che si incontrano a duemilametri. Dall'altra il lavoro che sviluppanella ricostruzione in scala 1:1 l'inter-no delle mura della scuola dopo l'at-tentato. Il disegno a matita ricrea ladistruzione delle strutture portantidella scuola sopra colonne di cartada lucido. L'idea del rotolo muove imuri e li rende dinamici, l'installazio-ne è stretta, lo spettatore è schiac-ciato.Dal punto di vista architettonicoRuffo realizza una struttura autopor-tante solo mediante carta da dise-gno: niente gesso, legno, ferro, chio-di. Solo carta. I fogli arrotolati diven-tano addirittura portanti e struttura-li, il senso di perdita si sbilancia versol'ambizione alla ripresa.

[raffaella guidobono]

MODENA.

a cura di Marco Mangovia carteria, 42 (centro storico)Tel 059 222199 www.galleria42.it [email protected] Bau Bau. Mostra per canicon testi di Marco Mango, FedericaLarini, Daniele Astrologo - 5,00 euro

Galleria 42 Contemporaneo

ROMA. NAPOLI. TORINO.

via tribunali, 293 Tel 081 295882 Fax 081 2142210seconda sedepiazza mendola, 4 Tel 081 [email protected]

Galleria T293

a cura di Angelo Capassovia degli ausoni, 7/aTel/Fax 06 4463480 [email protected]

Studio d'Arte ContemporaneaPino Casagrande

ROMA.

via di monte giordano, 36 (palazzo taverna)Tel 06 97613230 Fax 06 97613630 [email protected]

Galleria Paolo Bonzano

a cura di Luca Vonac.so s. maurizio, 73 / b (zona piazza vittorio veneto)Tel/Fax 011 [email protected] www.vitaminart.it

Vitamin Arte Contemporanea

54.déjà vu Exibart.onpaper

Page 55: Exibart Onpaper 31

Bob and Roberta SmithThe humanist

Il viaggio nel tempo di un prete agno-stico travestito da cavaliere templa-re, in bici. E poi lettere colorate dipin-te su classici pannelli a costruire slo-gan dal vago sapore propagandisti-co. È di scena il nonsense…

"Voglio fare propa-ganda al cervellodelle persone, manon come i politici" -che si rivolgono allemasse col rischio dicadere nel populi-

smo da ricerca del consenso - bensì"per risvegliare il pensiero critico diciascun individuo". Con questa dichia-razione dal sapore programmaticoBob and Roberta Smith (Londra,1964) - alias Patrick Brill - svela adExibart il senso recondito del propriooperare. O, meglio, il nonsense cheinsegue da anni attraverso un mododi lavorare fortemente influenzato dal-l'interazione col pubblico, del qualesfrutta tutte le possibili reazioni a fineartistico. A partire dall'uso di unopseudonimo al quale, una volta venutameno la collaborazione con la sorella,ha affidato il compito di rappresentarela componente maschile e femminiledella società umana. La sua è un'artedi relazione col prossimo che prevedeuna massiccia dose di interventi esituazioni dal vivo, riducendosi, a volte,alla sola ideazione. Com'è accadutonella performance ospitata nelParlamento di Brema nel 2003, doveun consesso di nove attrici travestiteda celebri uomini della storia (da GesùCristo a Bob Dylan, passando perWinston Churchill) doveva inizialmen-te discutere di scottanti problemi d'at-tualità. Mentre, in realtà, ha poi libera-mente inscenato una pantomimainfarcita di luoghi comuni e manie dastar, che niente aveva da spartire conla serietà di cotanta sede.Rivelandone tutta la corrosività nellafrase pronunciata da uno dei protago-nisti, in risposta alla questione centra-le della conferenza, reale oggetto del-l'esibizione artistica: "Conceptual art isnonsense and it makes sense".Ma il pensiero di Bob and RobertaSmith si può manifestare anche attra-verso la realizzazione di numerosi pan-nelli variamente ricoperti da scrittemulticolori, come nel caso di questamostra da Carbone. Trasformata nelquartier generale di un'ipotetica cam-pagna elettorale, dove a spiccare nelmagma di parole in libertà, apparente-mente prive di logica, è proprio larichiesta di voto all'artista stesso. Che,secondo quanto sottoscrive su unposter vergato in stile western, se maidovesse vincere si impegnerà a"costruire cinque nuovi musei consa-crati all'arte" per cinque diversi tipidella medesima. "Il museo del futuro,fatto di opere che non esistono anco-ra" convivrà, per esempio, con "ilmuseo del presente, aperto solo ilpomeriggio, nel quale esporre l'artecreata in mattinata". Fino ad arrivareal "museo della noia, dedicato ad un'ar-te monotona e indegna di alcun verointeresse da parte di qualcuno".I suoi slogan umoristici rinviano sem-pre ad un sottotesto con l'obbiettivodi allargare i confini troppo strettiimposti dal sistema, che sia artisticoo della realtà in genere. E lo fanno sfi-dando i limiti, anche fisici, questavolta sotto la forma di un duro pelle-grinaggio in bicicletta dalla città ingle-se di Lincoln ad una torre medievale,ripreso nel video The Humanist. Unasorta di viaggio nel tempo dell'umani-sta Bob Smith che, vestito da cavalie-re templare in cotta di ferro, affrontaun'assurda fatica in nome di unasecolare idea di trascendenza.Quella di un prete agnostico qual è.

[claudia giraud]

Andrea Garuti - Urbe tremula

Vibrazioni vitali nelle vedute urbaneche si scompongono. Edifici, insegneluminose, cartelloni pubblicitari, auto-mobili, persone in movimento. Cittàche sfumano su sé stesse...

"Tra tutte le immagini, quella a cuisono più legato è il lungomare dil'Havana", spiega Andrea Garuti(Firenze, 1965). "C'era una lucemeravigliosa. E io mi sentivo felice diciò che stavo facendo."Havana è una delle sei città (le altresono Barcellona, Hong Kong, Mosca,Shanghai e Tokyo) su cui l'autore hapuntato l'obiettivo per la sua primapersonale, Urbe tremula (il curatore èGianluca Marziani). Un progetto cheverrà ampliato con le vedute di altrecittà, tra cui Roma, e che vedrà la lucein forma editoriale - Views, DamianiEditore - nella primavera del 2007.Fotografo professionista dal 1995(lavora nell'ambito della moda e dellapubblicità), Garuti ha lasciato la suacittà natale - dove si è laureato inArchitettura - per trasferirsi a Milano. A fotografare ha cominciato daragazzino, imparando la tecnica dalpadre fotografo. Del percorso forma-tivo universitario, invece, è stataimportante l'impostazione, l'ordinementale. È comunque un legame pro-fondo, quello con l'architettura, cheaffronta a livello fotografico con pro-getti che esulano dal lavoro di routine. "Mi piace fotografare l'architetturadelle città in generale, sia la genteche i palazzi", racconta l'autore."L'architettura è l'involucro della vita.Sono un cittadino e amo le città per-ché racchiudono il vissuto delle per-sone, la vita in generale."All'idea di questo progetto ha comin-ciato a lavorare nel 2000, mentreera in vacanza a New York: "Mi eroportato il banco ottico e avevo vogliadi fotografare quella città, perché miavevano un po' annoiato le soliteimmagini. Volevo rendere l'idea dicontinuo movimento. Perché ancheun edificio che è fermo, in realtà,varia a seconda della luce, del tempoatmosferico e di altri fattori. Quellavolta fotografai tutto su una lastra epoi rimontai le immagini tagliando lestampe e ricomponendole."Garuti ha continuato ad usare la pelli-cola per queste sue vedute "scompo-ste", facendo delle specie di collagevirtuali con l'uso del computer.L'inquadratura funziona sia nella suaveduta d'insieme che nella focalizzazio-ne di un singolo segmento.Sono quindici le immagini di grandeformato - tutte a colori - esposte nellesale della Romberg. Edifici e veduteurbane di metropoli nel loro pulsare,che il fotografo osserva per la primavolta montando il cavalletto e scattan-do le fotografie. Garuti preferiscegustare la genuinità delle emozioni,piuttosto che cercare di inquadrareimpressioni studiate in precedenza."Faccio sempre così quando viaggio,non mi documento prima della parten-za, preferisco avere sensazioni" spie-ga. "La storia, le informazioni le cercodopo, quando torno a casa. Unapproccio del genere ho letto che loaveva Richard Avedon quando facevaritratti. Mentre ci sono fotografi, tracui Annie Leibovitz, che vogliono entra-re in contatto con il soggetto da foto-grafare prima dello scatto. Avedonpreferiva affidarsi alle sensazioni delmomento."

[manuela de leonardis]

Malgorzata MarkiewiczFlowers

Un giardino pieno di simboli e digestualità. Dove i fiori hanno petalie corolle creati con indumenti arro-tolati su sé stessi. Un'artista giova-ne dalla personalità definita. Eun'arte che parla dell'individuo...

Flowers è iltitolo dellaprima perso-nale italiana diM a l g o r z a t aM a r k i e w i c z

(Cracovia, 1979). In galleria i fiorisono alle pareti - tredici fotografie acolori - e sul pavimento della sala,dove crescono cinque sculture "sof-fici". Sono fiori molto particolariquelli della Markiewicz. Hanno peta-li e corolle di tessuti, gli indumentidell'artista. Lei li indossa e poi - alriparo da sguardi intrusi - se li toglieper lasciarli cadere a terra. Da dove proviene questa giovanepolacca diplomata in arti plasticheall'Accademia di Belle Arti diCracovia? La gallerista ha visto unlavoro alla scorsa edizione dellaFiera di Bologna, e ne è rimasta col-pita. "Da vent'anni presento artistiche affrontano il tema del corpo.Questo di Malgorzata è un lavoromolto forte e simbolico sul corpofemminile, ma il corpo non è presen-te. La traccia è nell'odore, nellaforma degli abiti che ne ricalcano lasagoma", afferma Stefania Miscetti.Sia le fotografie che le sculture sonomolto seducenti. "All'inizio il pubblicoè attratto perché sono belli", spiegal'artista, "poi è quasi intimorito dalfatto di essere tanto vicino ad unqualcosa di così intimo e misterioso".Che ci sia una forte componente sim-bolica è evidente. I fiori vengonoassociati alla bellezza femminile:entrambi sono molto delicati perciòbisogna averne cura. "Possono esse-re distrutti anche soltanto per non-curanza" continua l'artista, riferendo-si implicitamente allo stupro. Ma è il gesto l'elemento fondamen-tale nella realizzazione di questeopere. Per creare le sue scultureMalgorzata Markiewicz deve indos-sare i propri abiti e poi toglierli. "Ècome un ritratto del corpo, perchénei vestiti restano i liquidi, gli odori.È un'impronta. Il gesto è anchesimbolico, ma è soprattutto con-nesso con questa fisicità."Pur essendo molto giovane, l'artista èalla sua settima personale e ha parte-cipato ad innumerevoli collettive, festi-val ed eventi, tra cui recentementedue mesi trascorsi ad Helsinki in unaresidenza per artisti. Nel suo lavoro -in cui ricorre la presenza degli abiti,ma anche lenzuola, asciugamani eindumenti abbandonati che lei varecuperando e che fotografa - affron-ta anche altri temi, sempre legati all'in-dividuo in rapporto alla società."Ad Helsinki l'edificio che ospita laresidenza è enorme, freddo. Mi sen-tivo molto sola, isolata. Dato che,comunque, c'era tanta gente chegravitava intorno ho chiesto a tutti diportare dei vestiti vecchi e ho creatouna sorta di corda per evadere, inmaniera del tutto utopica, e allo stes-so tempo che permetteva a chiun-que di entrare nell'edificio", raccontala Markiewicz. "Entrambe le situazio-ni erano possibili. In fondo il problemadi entrare in contatto con la gente èun po' una riflessione sulla nostrasocietà. È rischioso permettere aduno sconosciuto di entrare nelnostro mondo, non a caso tendiamoad entrare in contatto con la gentesoprattutto quando abbiamo dellecertezze."

[manuela de leonardis]

Pittori al muro

5+1+1. Ovvero cinque pittori, ungallerista e un curatore. Con unapretesa: quella di voler sfidare lostato dell'arte. Mettendo al muro ilavori dei giovani artisti...

F a i t e svotre jeux!sembranoi n v i t a r eF a b i oSargentini(il galleri-sta) e

Marco Tonelli (il curatore), con alseguito Matteo Montani, PaoloPicozza, Luca Padroni, NicolaBragantini, e Mauro Di Silvestre, icinque pittori. In una partita di rilancie schiaffi.L'idea della sfida è sempre accattivan-te, soprattutto se lanciata quando c'èla sensazione che le persone - in que-sto caso il sistema dell'arte - si sianoadagiate sullo stato delle cose, senzatentare di aggiungere o cambiare nien-te. È allora, in un momento di stanchez-za, che si alza una voce (o sette, comenel nostro caso) che grida il suo disap-punto. Così nasce Pittori al muro, unamostra che vuole riaffermare il ruolodella pittura e la sua ottimale colloca-zione, il muro per l'appunto. La dichiarazione d'intenti è forte:mostrare la ricerca artistica di cinquegiovani pittori, tout court, per il "biso-gno di lasciare entrare una ventata diaria fresca" (come sottolinea lo stessoSargentini). Non curandosi delle modee delle leggi di mercato. L'intenzione èinteressante: vedere come un gruppodi artisti reagisca di fronte ad una pre-cisa commissione, osservare ciò cheriescono ad esprimere, ognuno colproprio personale linguaggio. Uno spazio, cinque pittori e due sempli-ci regole: un solo lavoro per ciascunartista ed un unico formato (due metriper tre). Ma, si sa, che le regole sonofatte (anche) per essere trasgredite. Èil caso di Luca Padroni (Roma, 1973),autore di Prospettiva Attesa: una pittu-ra che fuoriesce dai confini della telaper espandersi in un wall painting, cheriesce a far sentire sulla pelle l'energi-co movimento veloce del treno, com'èlasciato sulla retina e nel ricordo. Ed è proprio sul ricordo che lavoraMauro Di Silvestre (Roma, 1968),ricordo che, in REMemBRANce si tra-duce addirittura in una citazione dellamostra Arte in cornice del 1985, sbia-dendo, come divorati dal buio dellamemoria, i nuovi protagonisti. Abbinatein un binomio di contrasti sono le opereDove finisce la terra di Paolo Picozza(Latina, 1970), e Foster di MatteoMontani (Roma, 1972), tanto greve eprimordiale la prima (con l'utilizzo di bitu-me, materia che gli permette di darevisivamente e olfattivamente un sensodi pesantezza), quanto leggera ed eva-nescente la seconda (sensazione enfa-tizzata dall'originale uso della cartavetrata che riesce a dare alla superficiepittorica una particolare brillantezza). Ècon il tentativo, invece, di trovare il giu-sto incastro ai colori e alle forme, che sipresenta Eccentrico di NicolaBragantini (Roma, 1970). Sebbene sia stata sottolineata la man-canza di un netto progetto curatoria-le, si può comunque ravvisare unsenso di dialogo tra le opere, perchéogni artista riesce ad esprimersi con idiversi linguaggi pittorici - dal figurativoall'astratto - attraverso varie tecniche,riuscendo ad offrire una testimonian-za dello stato della pittura. Una perplessità: se l'intenzione è quelladi far riflettere, di andare controcorren-te, perché tirare in ballo cavalli di Troia? Si ha la sgradevole sensazione che sivoglia trovare un supporto intellet-tuale (finanche psicologico) per giu-stificare il desiderio di "mostrare peril mostrare". Desiderio in fondo legit-timo, dal momento che si vuole darela giusta misura all'artista e alla suaopera, andando oltre temi e titoli. "Questo è quanto" (sembra voler direla compagnia dell'Attico). Faitesvotre jeux!

[daniela trincia]

Robert Stone / AlessandroGianvenuti

Due mostre alla galleria Pack. Il pittoreinglese Robert Stone e il romanoAlessandro Gianvenuti. Artisti assaidiversi che hanno in comune la superfi-cie. Della tela e delle cose…

La grande stagione della pittura nonsembra mai finire, almeno nella labo-riosa Milano, che vede susseguirsiun'ininterrotta serie di mostre dedi-cate all'arte della tela. Alla galleria Pack ecco esordire, per lasua prima milanese, Robert Stone(Londra, 1981). Figurativo, eccentri-co, il giovane pittore inglese presentauna serie di grandi quadri ad olio chetentano di raccontare momenti difficil-mente identificabili: sono scene sospe-se in un tempo indefinibile, costellateda apparizioni di personaggi e coseche sembrano sempre riflessi o echi.È il caso del bellissimo Palms inArizona, dove l'apparente scena hip-pie-scanzonata cela nella sua simme-tria compositiva il mistero di figureche sembrano convivere con fanta-smi o miraggi del deserto, sapiente-mente evocato dai colori e dalle pen-nellate, che nel momento stesso in cuisembrano definire una forma o uncorpo, in realtà lo dissolvono e lo tra-sformano in una presenza diafana. Il suo approccio piacevole e bizzarrovuole restituire un'intenzione naïf eapparentemente sgrammaticata,anche se i dipinti abbondano di riferi-menti alla storia della pittura. In realtàStone cita tutti e nessuno: la sua sem-bra piuttosto un'attitudine retorica,come se fosse impegnato a strizzarel'occhio al passato recente per potersdoganare la sua ricerca visiva.I suoi dipinti sono immediati e seducen-ti, ma quasi sembrano pentirsi dellapropria leggerezza. Così l'artista ricor-re ad un dizionario ideale (ed attento)della pittura moderna e contempora-nea: da David Hockeney al doganiereHenri Rousseau, fino alla bad paintingdi Martin Maloney e ad altri anglosas-soni come Dexter Dalwood, di cuiRobert Stone ha chiaramente ricorda-to l'attenzione compositiva. Tutt'altro il registro visivo dell'italianoAlessandro Gianvenuti (Roma,1974), tra i protagonisti italiani dellapittura digitale degli anni Novanta, chepresenta la serie di lavori dal titoloAltre Forme. In questa recente selezio-ne di opere, l'artista porta all'estremola sua figurazione, che qui convive conl'astrazione del dato anatomico, sotto-posto al trattamento del software uti-lizzato per elaborare le immagini,traslate poi con la stampa digitalesulla lucida superficie della tela in pvc.Il corpo dell'artista, al centro dell'inda-gine, è trattato come un fatto esterno.Come se quelle forme anatomiche,interpretate dal procedimento digita-le, non appartenessero più ad uncorpo totalmente organico, ma adun'ameba digitale. La "mano dell'arti-sta", come icona e leit motiv, nelle sueopere diventa un'impronta digitaleinstabile, al limite della riconoscibilità.I riferimenti figurativi potrebberospaziare tra quelli "alti" dello stravol-gimento anatomico di FrancisBacon, ma anche a tutto l'immagina-rio legato alla cultura dell'LSD. Finoalle sperimentazioni video di grandis-simi come Chris Cunningham, rias-sunti qui in una sintesi che almeno inquesta mostra non tradisce mai labidimensionalità della tela.

[riccardo conti]

TORINO.

fino al 17 giugno 2006 via dei mille, 38da mer. a sab. 17,00 - 19,30ingresso libero Tel 011 8395911 Fax 011 8395916 [email protected]

Galleria Carbone.to

ROMA. ROMA. ROMA.

via delle mantellate, 14in collaborazione con l'IstitutoPolacco di Roma e la GalleriaProgram di VarsaviaTel 06 68805880Fax 06 68805880 [email protected]

Studio Stefania Miscetti

foro bonaparte, 60Tel 02 86996395 Fax 02 87390433 [email protected] www.galleriapack.com

Galleria Pack

MILANO.

a cura di Gianluca Marzianipiazza de' ricci, 127Tel 06 68806377 [email protected] in galleria

Romberg Arte Contemporanea

fino al 21 giugno 2006via del paradiso, 41 (campo de' fiori)Tel/Fax 06 6869846 [email protected] lun. al sab. 17.00 - 20.00ingresso libero - catalogo in mostra

Fabio SargentiniAssociazione Culturale L'Attico

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le preferenze di Rosalba BranàDirettrice Museo Comunale Pino Pascali, Polignano a Mare, Bari

Giorgio Cortenova (direttore di Palazzo Forti di Verona) tenterà il tredici sul prossimo numero

01. La città Polignano a mare (Bari)

02. Il libro Leggere Lolita a Teheran (Azar Nafisi)

03. Il film Shining

04. Il cantante Paolo Conte

05. Il ristorante La locanda dell'Abbazia, San Vito - PPolignano a Mare

06. Il cocktail Perfidia

07. L'uomo politico Niki Vendola

08. Il quotidiano La Repubblica

09. L'automobile LA 500 FIAT

10. Lo stilista Armani

11. L'attore Marcello Mastroianni

12. Il programma tv Il Gambero Rosso

13. La canzone The man I love, Billie Holiday

ahbbellooo!!!s t r a f a l c i o n i d i g e s t

Pinault ha un debole per Cattelan e Hirst. Cosa ne pensa? Non seguo abbastanza per daregiudizi fondati. Sono fermo ai grandi maestri, arrivo alla Pop Art…[massimo cacciari risponde, su la repubblica, alle domande di paolo vagheggi] Mmmh, niente male per il sindaco della città italiana che ospita la mostra d'artecontemporanea più importante al mondo.

La casa milanese di uno dei massimi artisti della Transavanguardia racconta le passionidi un uomo. In queste stanze ha ideato il film su Don Chisciotte che sta girando con EnzoCucchi e Lucio Dalla. E ancora dentro l'articolo: Nel 2005 in piazza del Plebiscito Paladino installa una gigan-tesca montagna di sale.[articolo su mimmo paladino di laura leonelli per le pagine 'interni' del rizzoliano style]Tempi decisamente confusi per questo articolo sul buen retiro meneghino del MimmoNazionale. Innanzitutto il film su Don Chisciotte è bello e che girato da un annettoquasi. E poi la mitica montagna di sale è roba di undici anni fa, altro che 2005…

Dopo l'elezione di Giorgio Napolitano tutti i galleristi di Via dei Serpenti - la strada doveabita il neopresidente - sono in festa.[dagospia saluta il nuovo presidente]Che la via dei Serpenti esulti non abbiamo dubbi, che ci siano invece delle galle-rie d'arte sì!

L'artista inglese [...] in questa mostra ha riempito le stanze di palloncini colorati…[marisa vescovo sull'agenda di TTL della Stampa del 20 maggio parlando della perso-nale di creed a milano, organizzata dalla fondazione trussardi]Vabbene che di tempo per fare le agende ce n'è poco, ma visto che la mostra hainaugurato qualche giorno prima di quando è stata stampata l'agenda, almeno unatelefonata si poteva fare... Per sapere che i palloncini erano solo sull'invito!

premio spam per l’arte.abbiate pietà di noi (e della nostra e-mail)

Certo il museo è interessantissimo, certo si era sotto elezioni e si dove-va rimarcare l'ennesima buona prova del Comune di Roma, certo c'eradi mezzo un gran collezionista, una cospicua raccolta - anzi donazione- e una mostra con tre popo' di artisti. Ma siamo certi che tutto ciò giu-stifichi per il nuovo

MUSEO CARLO BILOTTI

della Capitale una mitragliata di comunicati stampa - da parte degliorganizzatori di Zètema - nell'ordine di uno al giorno? Premio Spam!

56.intervallo Exibart.onpaper

 Un "luogo" fisico e simbo-lico, che collega umano e ani-male, natura e cultura.Unione talora traumatica:escissioni più o meno rituali,sessualità (magari tele-ses-sualità, come ha immaginatoAlexei Shulgin), stupri (ilWeird sex, 2002, col qualeTracey Emin ricorda la violen-za subita da tredicenne), infi-bulazioni e imenoplastiche(vedasi l'agghiacciante perfor-mance di Regina JoséGalindo). Ma anche luogomatriciale, natalizio: alteritàospitata ed espulsa, dolorosa-mente, ogni 28 giorni. Chinon ricorda il sontuoso lam-padario di tampax che JoanaVascancelos ha portato allaBiennale? La vagina puòanche essere un luogo raf-freddato e deumidificato tra-mite la medicalizzazione, peresempio del parto, o la resascultorea di un AnishKapoor.Nella coppia di sculture diPaul McCarthy intitolataApple Heads (1997-2000),biblicamente l'umanità collas-sa nell'ipertrofia di corpo emente. La coppia edenica sirisolve in smisurati pomi alposto delle teste e in elefan-tiaci organi sessuali. Tornaancora più ab origine KikiSmith con i suoi Uro-GenitalSystem (Male) e (Female)(1986). Sono in bronzo,archetipici anche nel titolo,visto che "uro" può anche leg-gersi germanofonamente"ur". Colossale, spesso lavagina si metonimizza nellesue componenti. Si delocaliz-za per esempio sul pube, suisuoi peli, anche a costo di vio-lentare l'anatomia. Così nelcaso di Cecily Brown, che inJustify my love (2004) raffigu-ra con pennellate gestuali econvulse una masturbazionefemminile, e la macchia scuradel delta di Venere viene atrovarsi al posto delle grandilabbra e dell'ano. Com'erameno glam e assai piùrischioso documentare l'amo-re di sé nella prima metà delXX secolo, come facevano le

Appassionate di CarolRama...Da un lato dunque l'anatomiaimmaginaria e immaginata;dall'altra la ginecologia osses-siva, anch'essa stereotipata ereificata dal positivismo medi-co. In Speculum (1997),Sükran Moral non mostra ladivaricazione del sesso, poi-ché lo spazio visivo è occupa-to da un monitor, una campi-tura arancio che frustra - osublima? - la visione dell'origi-ne del mondo. (Courbet,certo. Ma visto che questarubrica è un omaggio aBataille, rammentiamo che lospeculum di Moral è anchestata una performance e unavideoinstallazione, intitolataStoria dell'occhio.)Come tutti gli orifizi, la vaginaè altresì luogo di sedimenta-zione intellettuale. Dalla freu-diana fase orale/anale alleteorie sui nani, con bocca eano troppo vicini per nonessere subumani. Senza volerpsicanalizzare l'ambiguo OttoMuehl, va nominato per lesue performance - penso inparticolare a MaterialaktionNr.3 (1964) - dove ano-bocca-vagina collassano in unciclo serrato di introiezione-assimilazione-espulsione.Vulve a volontà anche sugliatlanti anatomici citati daTarin Gartner. Sessi enormiriprodotti dall'Atelier VanLieshout. Pussy e quant'altrodi eufemistico abbia inventatoil gergo nei disegni soft-coredi Alessandro Bazan, per sci-volare rapidamente versoambienti più hard con KendellGeers, Thomas Ruff oMattia Zoppellare. E se lacarne odora troppo, ci si puòaccontentare degli hentai, imanga erotici chiamati incausa da ThanosZakopoulos. Ma la pornogra-fia è un altro lemma. Per oraci basti una vagina di plastica,dipinta da Nedko Solakov nelsuo video Some personaltaboos (2005). Â

Il prossimo lemma sarà pugilato

# lemmadi marco enrico giacomelli

VAGINA

Regina José Galindo - Himenoplastia - 2004 - video su dvd - 7'06''courtesy Prometeogallery, Milano

FACCIAMO13CON

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 Il tema scelto è di quelli chefanno tremare i polsi. L'artecome trascendenza, come vetto-re di spiritualità, come mezzo diesplorazione del sacro. Un'arteche parla di religione dunque, masoprattutto di poesia, di elevazio-ne, di estasi, di aspirazione all'im-mortalità. Una tematica, diceva-mo, difficile e controversa, uncampo di battaglia sul quale l'artecontemporanea ha spesso fallito- più interessata a dissacrarepiuttosto - e che ancora più spes-so ha consapevolmente rifiutato.Ma la questione è rimasta viva,latente come un rimosso incan-cellabile, persino in un'epoca laicae scettica, e persino dopo la finedei proverbiali grandi racconti.I tre artisti chiamati dal collezioni-sta Carlo Bilotti a dare forma altrascendentale (le opere inmostra sono state eseguite sucommissione) non avrebberopotuto rispondere in modo piùdiverso l'uno dall'altro. David Salle(Norman, Oklahoma, 1952), rap-presentante illustre della schieradi pittori neo-figurativi emersi neglianni Ottanta, risolve l'equazionefacendo appello all'opera d'artesacra per eccellenza: la CappellaSistina. Nelle grandi tele (un idealetrittico in cui ogni dipinto è a suavolta diviso in due parti ben indivi-

duabili) si sovrappongono, com'ètipico della sua produzione, decinedi riferimenti. Le scene michelan-giolesche, che fanno da partituradi supporto, sono accompagnateda raffigurazioni in stile illustrativoe pop di oggetti, animali, personag-gi dei fumetti. In un collage voluta-mente caotico e ipertrofico, cherisucchia l'occhio dello spettatore(non a caso l'anta destra di ogniopera prende la forma vertiginosadi un vortice, in cui la realtà sem-bra scivolare inesorabilmente).Non mancano gli agganci con lacronaca contemporanea, presen-te nei riferimenti alle tragedie deinostri tempi, come lo tsunami -citato coltamente per bocca diHokusai -, l'alluvione di NewOrleans ed i conflitti mediorientali. Se quello di Salle è in fin dei contiun commento in prosa, persino un

po' didascalico, l'intervento diJenny Saville (Cambridge, GranBretagna, 1970) parla invece unlinguaggio intrinsecamente lirico,che si inerpica sui toni della trage-dia. Atonement Studies, di nuovoun trittico (anche se non vienecerto messo in evidenza dall'alle-stimento, che sparpaglia le operesu pareti diverse, spezzando ilnesso comunque fortissimo tra itre dipinti) è un canto alla sofferen-za umana, intesa come percorsonecessariamente spirituale e spiri-tualizzante. Una ragazza cieca, unuomo in un letto d'ospedale e unadonna che giace con le maniinsanguinate: tre vie diverse aldolore. La pittura che concretizzale immagini - la Saville è sempre,profondamente pittrice - è solida,corposa, anche quando si sfilacciain pennellate nervose; i riferimentialla storia dell'arte, seppur nonespliciti, serpeggiano un po' ovun-que (come ricorda giustamenteDemetrio Paparoni in catalogo,citando Bernini e de Kooning,Caravaggio e Cézanne). Infine, Damien Hirst (Bristol, GranBretagna, 1965). Il corifeo con-temporaneo della morte è palese-mente a suo agio con il compitodel giorno. La tensione tra umanoe divino, la sofferenza e soprattut-to l'immortalità sono da sempre le

sue tematiche privilegiate, sia nellecelebri installazioni che nei recentiquadri a olio. In questo caso, nellagirandola di riferimenti, il suo risul-ta il più convincente. Le quattroopere dedicate agli Evangelisti -abbiamo bisogno di nuovi testisacri, commenta forse Hirst? -richiamano infatti la spiritualità delcolore cara ad Yves Klein (quasi

evocato nella telablu). E calcano lamano con inseri-menti materiali diforte evocatività.Pagine del Vangelo(le cui parole sonovergate sulle cor-nici), farfalle,lamette, pillole ecrocifissi. Unacostellazione disimboli che ha lacomplessità e lastruttura di uncodice. E traspor-ta gli oggetti d'affe-zione dell'artistainglese, simboli del

dolore e della ricerca di riscatto,nella profondità abissale di unospazio cosmico. Â

[valentina tanni]

HIRST/SALLE/SAVILLETHE BILOTTI CHAPELCarlo Bilotti dona a Roma una ventina di opere, con una schiacciante predominanza di de Chirico. E un museo.Con uno spazio per l'arte contemporanea. Si parte con un trio d'eccezione. Per un confronto sul tema del sacro..

fino al 1 ottobre 2006a cura di Gianni MercurioMuseo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese Viale Fiorello La Guardia, 4 - Roma Tel 06 82059127 dal mar. alla dom. 9.00 - 19.00biglietto intero 6,00 euro; ridotto 4,00 [email protected] Catalogo Electa

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Jenny Saville -Atonement Studies(Panello 2), 2005-2006, Olio su carta,cm 252 x 185

58.recensioni Exibart.onpaper

 Non solo prospettiva. Lontanodagli stereotipi che hanno sem-pre visto Gentile da Fabriano(Gentile di Niccolò di GiovanniMassi, detto da Fabriano;Fabriano 1380/5 - Roma 1427)come esponente di quella partedel Rinascimento ancora legata algotico cortese, la mostra si pro-pone di dare una nuova interpre-tazione della figura del pittoremarchigiano. L'espressione altroRinascimento vuole sottolineareproprio questo aspetto. Il fattoche Gentile non si avvalesse più ditanto delle tecniche prospettichenelle sue opere non significa certoche ne ignorasse l'invenzione, otanto meno che non fosse ingrado di utilizzarle. La sua è inve-ce stata una scelta: quella di inda-gare più l'aspetto della percezioneatmosferica, l'attenzione postasull'uomo e sulla natura. Una rivo-luzione mancata, come l'ha defini-ta Andrea De Marchi, un insiemedi caratteristiche che avrebberoportato gli artisti verso nuovi oriz-zonti, camminando al fianco del-l'innovazione basata sulla culturaprospettica.Un discorso che stravolge la con-sueta dicotomia tra il filone delgotico cortese ed il Rinascimento

vero e proprio; lagrazia e il porta-mento aulicoaccanto alle sva-riate specie vege-tali minuziosa-mente descritte su sfondi d'orotra dame, cavalieri e mistiche rap-presentazioni, opposta alla nuovaplasticità dei corpi tra fondali pro-spettici, sinteticamente riassuntanell'opera di Masaccio. La fre-quentazione delle botteghe lom-barde, avvenuta grazie alla prote-zione di Chiavello Chiavelli, condot-tiero di Giangaleazzo Visconti, haportato Gentile alla conoscenza diuna cultura di respiro internazio-nale, unita all'osservazione delletecniche orafe delle botteghe pari-gine. Proprio al periodo lombardoè dedicata la prima sezione dellamostra, tra cui spiccano opere diMichelino da Besozzo, LorenzoSalimbeni e Giovannino de'Grassi, oltre ovviamente allo

stesso Gentile. Del periodo veneziano vengonoindagati i rapporti e le influenzecon l'arte bizantina, di cui la cittàlagunare era permeata, con esitiben visibili ad esempio nellaMadonna con bambino dellaGalleria Nazionale dell'Umbria(nella medesima sezione sonoesposti anche importanti esem-plari di arte orafa). Il Polittico di Valleromita è espo-nente di una prima maturità pit-torica ottenuta durante il sog-giorno veneziano. Una rivoluzioneanche tecnica in cui "fece reagi-re la verità epidermica della tra-dizione lombarda con i rabeschidorati a missione delle stoffedipinte dai veneziani del

Trecento" (De Marchi, in catalo-go). È sul territorio veneto cheGentile si affermò come uno deimaggiori pittori, celebre per icicli di affreschi murali comequelli commissionatigli per laSala del Maggior Consiglio.

Il ritorno nella terra natia è rap-presentato dalle Stimmate diSan Francesco, in cui grandeattenzione è posta sulla "lucecome medium fisico", dall'atmo-sfera quasi crepuscolare. Aseguire opere di Salimbeni, delMaestro di Staffolo, di OttavioNelli e Arcangelo di Cola, tuttiesponenti dell'ambiente artisticoumbro e marchigiano. Per chiu-dere con Antonio di Agostino daFabriano, che raccoglie l'ereditàgentilesca in situ. Al periodo fiorentino appartengo-no i capolavori della Pala Strozzi(grande assente della mostra, dicui viene esposta la parte dellapredella conservata al Louvre) edel Polittico Quaratesi, riunito perl'occasione tranne che per la palacentrale di Berlino, altra evidentemancanza. La mostra si concludecon il periodo romano al serviziodi Martino V, di cui si ricordano iperduti affreschi di San Giovanniin Laterano e la Sacra Famigliacon San Benedetto tanto ammira-ta da Michelangelo, che "parlandodi Gentile usava dire che nel dipin-gere aveva avuto la mano simile alnome" (Vasari). Â

[valentina correr]

GENTILE DA FABRIANO E L'ALTRO RINASCIMENTONon solo l'ultimo dei cortigiani. Una mostra ripensa la figura di Gentile da Fabriano. Che preferì lasuperficie e l'atmosfera alle moderne profondità prospettiche...

Fino al 23 luglio 2006Fabriano, Spedale di Santa Mariadel Buon Gesùdal lun. al gio. dalle 9.30 alle 19.30(ultimo ingresso ore 18.30)dal ven. alla dom. dalle 9.30 alle22.00 (ultimo ingresso ore 21.00)biglietto intero 9,00 euro; ridotto 7,50 info e prenotazioni: 199 199 111www.gentiledafabriano.itcatalogo Electa

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Gentile daFabriano -Presentazione diGesù al tempio,tempera su tavola,Parigi, Musée duLouvre.

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 Non è cosa frequente in que-sto periodo di dilagante e freneti-ca apertura di mostre, in spaziprivati e pubblici, constatare lariuscita di un progetto articolato.Forse sull'onda del riscatto chele città non usualmente coinvolteda importanti progetti curatorialistanno portando avanti, alla lucedi un sistema di produzione deigrandi eventi, Perugia si mettesotto i riflettori.Nella veste "ritoccata" di Palazzodella Penna, con pieno appoggiodelle istituzioni e dell'impresalocale, il capoluogo umbro orche-stra un evento completo e ingrande stile. L'idea (che, insiemealla curatela, è da riferirsi a LucaBeatrice) si basa sulla ben notarelazione tra arti visive e musica.Prendendo come punto di par-tenza il 1967, si indaga l'osmoti-co rapporto, attraverso il connu-bio attuato nelle copertine deglialbum, arrivando al traguardodei giorni nostri. Dieci sezioni che scandaglianodiacronicamente trent'anni dellastoria della musica evidenziando,volta per volta, le più riuscite sin-tesi di estro creativo "per occhi eorecchie". Pur protagonista di

tutto rispetto, non c'è solo AndyWarhol ad occupare la scena,anzi il suo contributo collocatotra i capostipiti, è solo il primo di

una lunga serie. Dall'Arte Pop,alla quale ci si riferisce abitual-mente per gli artisti presi inesame, si passa alla musica pop,ed è questa la scelta dichiaratadal percorso.Così facendo gli anni '70 proce-dono tra gli intensi ritratti bianco-nero di Robert Mapplethorpe

per Patti Smith e la SwingingLondon (1972) vista da RichardHamilton. Gli Eighties fanno daspecchio all'incredibile rivoluzio-ne delle culture cosiddetteunderground e dalla strada isegni di Keith Haring e JeanMicheal Basquiat approdano aicircuiti commerciali della musi-ca. L'esaustività in questo tipo ditaglio è da ritenersi impossibile,ecco perché seguire la lineadichiarata, di sguardo al main-stream, appare quanto maiazzeccata.Se da un lato fino a questo puntol'Italia sembrerebbe messa daparte, o ancorata ad un unicosbandieratore d'eccezione (quelMario Schifano di Tuttestelle),nel prosieguo le cose cambiano.L'ultimo decennio del secoloscorso e il primo lustro di quelloin corso (della mostra si intende)si caratterizzano per uno spiritopiù "nazionalista", se si eccettuala straordinaria stagione dellafotografia che da Jurgen Teller eRichard Kern tira il suo filo rossofino a David LaChapelle.Per non farsi mancare nulla, pre-gevole è la nota di affidare i testiin catalogo ad esperti dei due

settori, che con le loro parolerimarcano il lungo intreccio delledue muse (arte e musica), cheflebile in primis nel cuore deglianni '50 diventa insostituibilequando il video si eleva a massi-ma espressione iconografica delsuono. Â

[claudio musso]

SOUND & VISIONDalla famigerata banana di Warhol allo straordinario compendio audiovisivo Bjork-Barney. Un inno a quasiquarant'anni di collusioni tra arte e musica. Le copertine dei dischi come icone memorabili...

fino al 25 giugno 2006a cura di Luca BeatriceMuseo della Città Palazzo della PennaVia Podiani, 11 - Perugia10.00 - 13.00 e 15.00 - 19.00 Biglietto intero 3,00 euro; ridotto 2,00over 65, studenti universitari e gruppi(min. 15 pax); 1,00 p.p. scolarescheufficio stampa: Studio Pesci www.studiopesci.itTel 075 5772829 Fax 075 5772831 Biglietteria 075 5716233 [email protected] damiani

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Copertina: Bruce Springsteen -Born in the USA - Columbia, 1984 Cover by Annie Leibowitz

60.recensioni Exibart.onpaper

 MAXXI, Europa. Una Romagià col solleone accoglieRosemarie Trockel (Schwerte,Germania, 1952; vive a Colonia),nome di quelli che contano nelpanorama dell'arte attuale, gra-zie ad una stretta triangolazionecon Germania e Francia (l'antolo-gica è una coproduzioneMAXXI/Museum Ludwig diColonia; i disegni visibili a VillaMassimo, che al MAXXI esponeper l'occasione foto e plastici dellasua nuova sede di Metz, sono diproprietà del Centre Pompidou).Buon segno. Probabilmente il rico-noscimento tanto atteso per leambizioni da museo continentaledel gigante romano, affetto com'ènoto da carenza di calcio. Di più: insede di conferenza stampa ilDirettore della DARC Pio Baldiauspicava-quasi-garantiva l'ago-

gnata fine dei lavori in tempi(ragionevolmente) brevi. E allorala bella retrospettiva della Trockel,sinfonia di un'idea profondamente"europea" della femminilità, pare ilviatico migliore affinché il museodi cui c'è bisogno possa davverovenire alla luce (sia detto a chiarelettere: un museo internazionaleper il peso oltre che per il respiro).Ed eccoci alla mostra, cofanettodi quelli che volentieri si regalanoagli amici, da custodire da qual-che parte tra postminimalismo ecosiddetta estetica relazionale. Intutto quasi duecento lavori - si fati-ca a crederci, tanta è l'agilità dacapriccio tascabile dei momentianche più voluminosi -, che arriva-no senza soluzione di continuitàdal 1984 ad oggi. È lei l'artista che parafrasò il cele-bre motto beuysiano "ogni uomoè un artista" sostituendo la paro-la "animale" a "uomo"; ed è lei,indossati per sé i panni delladonna-ragno, a proporre per l'oc-casione una ricca playlist di mar-chingegni impagliati e maglieriaviceversa meccanica in cui la solacosa difficile è riuscire a perdere(letteralmente) il filo del discorso.Nota a parte per il titolo, [Post-]Menopause, severo ma anchebuffo e allusivo, in bilico tra un'i-dea di pit-stop e la (sacrosanta)voglia di tirare le somme (il prefis-so post, dapprima pensato per ilsolo catalogo, all'ultimo minuto èstato aggiunto a mano anche sulmanifestino all'ingresso, con ungesto-burla che sa di dichiarazio-ne di poetica).

Si parte dal non-intimismo deiceleberrimi quadri "a maglia"(gli Strickbilder di piccole, medieo grandi dimensioni, a griglie omonocromi) in cui l'ostensionedella trama strenuamente geo-metrizzante - insieme soggettoe processo attraverso il qualel'immagine si dà corpo - condu-ce la lana stessa, non senza iro-nia, direttamente nel freddomare magnum dell'astrattismoe dell'horror pleni minimalista

(Wasser/Water, del 2004, quasiuna citazione del celebre Iceberg,anch'esso presente, del 1986). Esi arriva alla serie (annata '93) diserigrafie su plexiglas, dove i tagli(alla Fontana) cui è soggetta lavita del tessuto fanno capolinoattraverso/nonostante il buioradiografico del report. E ancora: dalle tavole diRorscharch (le macchie usate neitest psico-attitudinali) delineatenero su bianco, anch'esse su lana,

onde esibire uno ad uno - contanto di straniante effetto pixel - ilprofilo acuminato di presenze ica-stiche ma giocoforza informi (del'91-'92), alle molte sculture "dacamera" (nasi prominenti a for-mare grate di stalattiti, fornellielettrici trasformati in giradischi,manichini un po' iperrealisti e unpo' bric-à-brac, uno splendidoCristo goticheggiante in stilecheap) in cui, viceversa, l'investiga-zione linguistica viene accurata-mente infeltrita recuperandoun'allure da objet trouvé di matri-ce archeo-surrealista. E ancora: video, collage, progettiper libri e quaderni, installazionitra il robotico e il confidenziale,incisioni su legno in cui convivonoil rigore del disegno e la graziainconfessabile della texture mec-canica (A ship so big, a bridgecringes e Attached to a curtain,entrambe del 2004). Senzadimenticare, a proposito di dise-gni, quelli - imperdibili - visibili aVilla Massimo (una ventina, moltele tecniche utilizzate), variazionisul tema ipotesi di archetipo,ritratti di uomini e animali friabili esolenni come foglie. Â

[pericle guaglianone]

ROSEMARIE TROCKELTrame e orditi a braccetto con la riproducibilità tecnica. E un'idea "europea" della femminilità. Una retrospettivafrutto di una collaborazione con musei importanti. Quando Roma prova a fare le cose in grande…

Rosemarie Trockel - Menopause fino al 27 agosto 2006 Roma, MAXXI Via Guido Reni 2 (Flaminio) Ingresso libero dalle 11.00 alle 19.00chiuso il lunedì www.darc.beniculturali.it Disegni della collezione del CentrePompidoufino al 30 giugno 2006 Roma, Accademia Tedesca VillaMassimoLargo di Villa Massimo 1-2Ingresso libero dal lun. al gio. 9.00 - 13.00 e 14.00 - 17.00; venerdì 9.00 - 13.00 www.villamassimo.de

info.

Rosemarie Trockel - RAF (RecycledArnulf Reiner), 2004 - Tecnica mista- 66x56 cm - Collezione privata,Colonia - Photo B. Schaub, Colonia -Courtesy Galerie MonikaSprüth/Philomene MagersColonia/Monaco

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 L'unico modo che avevaGiulio Paolini (Genova 1940, vivea Torino) per ritornare a scuolaera uscendo dai tracciati di uncanonico programma. Ma, perpoter andare oltre i sentieri giàtracciati, è necessario conoscer-li approfonditamente. Proprioper questo il registro di classe(quale simbolo migliore?) è lapresenza fissa - seppur mutevole- nelle "aule" allestite. Non è erra-to allora, far corrispondere all'e-lemento-registro il termine mate-matico di variabile dipendente.Variabile indipendente, invece,nella ricerca dell'artista ligure, èla crescita della portata concet-tuale. L'esponenzialità espressavolta per volta, risulta corrispon-dere ad una proporzionalitàdiretta allo scorrere del tempo.Se infatti nel Ritratto di giovaneche guarda Lorenzo Lotto(1967-2006) la riflessione sulrapporto opera-artista-spettato-re veniva elevata alla seconda,con Tre per Tre (1998/99-2006) il coefficiente raggiunge illivello superiore. Il "circolo vizio-so" acquista un nuovo membro:l'osservatore, sotteso nell'operadi derivazione lottesca, compare

in carne ed ossa (o meglio, in pie-tra) svelando come "tutto il lavo-ro di Paolini si svolga interno a undiaframma implicito all'immagi-ne: come uno specchio idealeche riflette e rivela le stesseapparenze con cui si costituisce."Tra l'Accademia Carrara e laGalleria si crea un percorso cheva dall'aula in cui tuttora gli stu-denti apprendono le Belle Arti

alle aule rese in forma simbolicaper la mostra. L'Aula di Disegno(Happy Days) raccoglie (come lealtre due) opere storiche erecenti unite in schema composi-tivo a parete, da cui trapela ungeometrismo modernista. Il tratto grafico, protagonista inquesta sede, si vuole mostrarequale esegeta di sé stesso, in uncontinuo dialogo con la riproduzio-ne fotografica che, attraverso iltrompe l'oeil inganna (o svela) lavista (A occhio nudo, 1998-2006).Nell'Aula di Scultura è il rapportotra mimesi del reale e reale stes-so a fare da potente collante tragli elementi dell'installazione.L'idolo (II), ovvero il calco della Nikedi Samotracia, è esposto in fram-menti, mentre alle sue spalle dueteste uscite da una gipsotecaaccademica si fissano escluden-do lo spettatore in un eccesso diautoreferenzialtà. Ma è nell'Auladi Pittura (La Sainte Vierge) che latensione tra arte di rappresenta-zione e rappresentazione dell'arte

raggiunge il grado più alto. Informa plastica nelle opere a pare-te e in forma linguistica tra lerighe degli scritti esposti nellevetrine: "Non ho mai tenuto unalezione di pittura perché non homai insegnato un'arte che nessu-no può credere di imparare."Si sarebbero potuti evitare a que-

sto punto sproloqui di ogni ordinee grado, preferibile piuttosto chiu-dersi in un silenzio claustrale -suggerito dalla funzione pre-museale dell'edificio che ospita laGAMeC - per favorire la concen-trazione. Ma "Come non detto". Â

[claudio musso]

GIULIO PAOLINI - FUORI PROGRAMMAUn attestato di sana e robusta costituzione per l'Arte Concettuale. Paolini ricomincia dall'accademia, anzi inaccademia. Lo fa a Bergamo legando la scuola, la collezione storica e gli spazi espositivi...

fino al 16 luglio 2006Accademia Carrara P.zza Carrara, 82 - Salone d'onoreda mar. a dom. 10.00 - 13.00 e14.30 - 17.30 Accademia Carrara di Belle Arti P.zza Carrara, 82/d - Aula centraledel 1° pianoda lun. a ven. 9.00 - 16.30GAMeC - Galleria 2° piano Via San Tomaso, 52- Bergamoda mar. a dom. 10.00 - 19.00 gio. 10.00 - 22.00biglietto intero 4,00 euro; ridotto 2,50Tel 035 399528 Fax 035 236962 Biglietteria 035 399529 [email protected] Silvana Editoriale

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Giulio Paolini - Senza titolo, 1961Foto di Antonio Maniscalco

62.recensioni Exibart.onpaper

 In principio era il colore. Emai che si intraveda una figuradietro la fuga delle sue impronte.Fuori dal tubetto, i colori diShozo Shimamoto finisconospalle al muro. O tutt'al più spal-mati a terra. La Fondazione Morra torna abattere il ferro della performan-ce art, e la pittura ne esce dop-piamente lusingata: con le operein mostra negli spazi della galle-ria e la performance in piazzatenuta da Shimamoto in perso-na. In un caso, lusingata dalla tra-dizionale liturgia del chiodo e delquadro, appena contraddetta dauna figurante in abiti di giornale,all'anagrafe Nishizwa Miyuki ,che all'inaugurazione si professa-va "donna di calta". Nell'altrocaso, lusingata da una praticasbalorditiva di pittura a distanza,ottenuta lanciando alveari di pla-stica con dentro bicchieri di ver-nice, direttamente dal gancio diuna gru issata su un enorme len-zuolo bianco con al centro un pia-noforte a coda. Un evento - segui-tissimo dal pubblico - messo incalendario per il Maggio deiMonumenti.Dicevamo appunto: lusingata.Perché da quando gli artistiGutai misero al bando il pennello,la pittura non ebbe vita facile.Quello che questi pionieri dell'ar-te-evento contestarono a partiredagli anni '50 era che la tecnica,osannata in Oriente come in

Occidente, altro non era cheuno specchio per allodole, lacartina di tornasole dell'ideolo-gia imputata degli orrori dellaguerra, per la quale l'ordine e ilprogresso erano i giustizieri infi-nitamente perfettibili del Caosdella Natura. Il grido d'ordine fu:restituire all'uomo il controllodelle sue azioni, e sottrarle all'i-poteca dell'infallibilità; rinvigori-re la fiducia nel gesto, aldilà diogni prolusione. Sperimentaretecniche e materiali, per trova-re soluzioni nuove; e dare visibi-lità ai processi, perché la creati-

vità è invenzione. Buco è l'opera più datata, risaleal 1946 e sorprende che anticipidi alcuni anni addirittura la piùvulgata scoperta di Fontana :Shimamoto ha sostituito alla telaun supporto di fogli di giornaleche, incollati tra loro, calcificanola notizia e ne perdono lo spesso-re, ma guadagnano in profonditàdal taglio realizzato nel colore.Gutai invece è del 1950, eannuncia forse per prima l'ade-sione di Shimamotoall'Associazione per l'arte con-creta Gutai bijutsu Kyokai: i fogli

di alluminio si fanno strada sullapiccola superficie cartonatacome una muffa sintetica.Per il resto l'antologica spaziafino ad opere molto recenti, evariamente, tra omaggi aSesshu, a Yasuo Sumi e YozoUkita, colleghi reverendi diShozo.Le opere intitolate al lancio dibottiglie sono tutte casi partico-lari di un esperimento che dataagli anni '50, e che si affida astrumenti sostitutivi dei classicidispenser di colore. Thaio, chevuol dire cannone, è un'opera

del 1956 che si riferisce lette-ralmente allo sparo dei colorisulla tela con il ricorso ad uncannone caricato a salve conpigmenti ad olio. Ma eccoci ai Lanci di Loco, disce-pola di Shimamoto e designer deicuriosi erogatori di plastica pre-parati ad hoc per le esibizioni dalvivo dell'anziano maestro. L'impresa in piazza è delle piùemozionanti, per chi abbia coltol'equilibrio messianico dell'orche-strazione: l'assistenza premuro-sa al risoluto trionfatore, il sali-scendi cadenzato della gru perattingere i rifornimenti di colore,e la musica indolenzita diCharlemagne Palestine. E poi laminaccia costante dell'aperturainattesa, del cambio di scena edello scongiurato supplizio dell'e-roe appeso a un filo. Ma su tutto,il bisogno di fare dell'arte unavvenimento. Come la notizia chesi viene a sapere. Â

[carmen metta]

SHOZO SHIMAMOTOOPERE ANNI '50 - '90Classe 1928, stomaco di un ragazzino. Identikit di un maestro dell'arte ad libitum, che con grazia inesaustae aria sbarazzina dà ancora lezioni di concretezza. Quelle che si direbbero istruzioni per l'uso...

fino al 26 giugno 2006 Fondazione MorraPalazzo dello Spagnuolo Via Dei Vergini 19, Napolidal lun. al ven. 10.00 - 19.00(possono variare, verificare semprevia telefono) Tel [email protected]

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La performancein piazza diShozoShimamoto

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Tra i lavori più divertenti che si possono vederetra cielo e terra in questo momento a NewYork, assolutamente imperdibile la nuvola neracreata dall'artista cinese Cai Guo-Qiang , già

noto per le sue esplosive opere con la polvereda sparo, appare sul cielo di Central Park solodal martedì alla domenica alle dodici in punto.Per chi volesse saperne di più su questo arti-sta, la sua recentissima produzione in reazionealle preoccupazioni che caratterizzano l'attuali-tà è ora in mostra al Metropolitan. Mentre, perquanto riguarda le sorprese da scoprire perterra, la nuova opera pubblica che emerge eviene ingoiata dal marciapiede di Sarah Szelascia i pedoni senza parole. Tra la 60esimaStrada e la Quinta Avenue quasi si inciampa inquesto angolo di palazzo intitolato Corner plot,un vero e proprio spigolo di immobile con tantodi finestre da cui si vede uno scorcio di interno(una lampada e una libreria) che sbuca dalcemento per essere osservato da molto vicino,dato che i vetri sono addirittura infrangibili.Secondo l'artista residente a New York, aManhattan è meglio invitare i passanti a guar-dare giù perché in alto non si può competerecon gli svettanti grattacieli.Ma diamo ora uno sguardo alle mostre di gio-vani nelle gallerie per poi passare ad altri showdi icone. Ben pensata la collettiva di artistiisraeliani, alcuni già celebrati come SigalitLandau e Doron Solomons , altri che merita-

no di essere scoperti presso la galleria VivianHoran sulla 67esima. L'idea della mostra è pro-prio chiedersi che cosa significhi oggi essereisraeliani. La radice comune di tutti i lavori èinfatti la comune terra d'origine, ma allo stessotempo l'inutilità di ogni frettolosa generalizzazio-ne. Chi volesse invece scoprire le ultime gene-razioni di artisti palestinesi, ne ha finalmente lapossibilità presso The Bridge, la prima galleriapalestinese aperta negli Stati Uniti, precisa-mente nel cuore di Chelsea, che ospita attual-mente una mostra di tre pittori arabi. Intanto lagalleria Lehman Maupin presenta ChristianHellmich , pittore tedesco del '77 alla suaprima personale a New York. La sua pittura diinterni ed esterni architettonici senza abitanti èassolutamente significativa di un nuovo filoneartistico presente sul mercato. Luoghi anonimi,incastrati gli uni sugli altri senza nessun intentodi coesione sono conosciuti e immaginati dal-l'artista, o meglio veri e propri adattamenti dipercezioni dell'architettura, come recita il titolodi stampo musicale Arrangement.Per parlare, invece, di artisti ormai da manualesi annuncia rigorosa e in parte retrospettiva lapersonale di Douglas Gordon al MoMA.Intitolata Timeline, la mostra è centrata sugli

strettissimi legami tra la produzione dell'artistascozzese e il cinema di Andy Warhol, AlfredHitchcock e Martin Scorsese attraverso l'usodi diversi escamotages cinematografici.La galleria Miguel Abreu cerca di rendere giu-stizia alla vasta produzione dell'ormai miticoHans Bellmer . Noto per le sue bambole dalleimprobabili e perverse posizioni, l'artista amicodi Max Ernst è invece meno conosciuto per lesue fotografie, i disegni e le stampe con cui pro-segue la ricerca della bellezza convulsiva dellacarne e della psiche torturata da mutilazioni eincubi pornografici. Mentre da SperoneWestwater - nel trendissimo Meatpackingdistrict - si festeggia la storica artista america-na Laurie Simmons , una veterana dell'imma-gine, poco conosciuta in Europa, che con le sueimmagini sembra celebrare la fotografia adarte illusionistica, in bilico tra soggetto e ogget-to, realtà e finzione. La sua prima opera da fil-maker The Music of Regret è, tra l'altro, appe-na stata presentata al MoMA ed ha visto coin-volti tra i protagonisti niente meno che MerylStreep. Â

[irina zucca alessandrelli]

New York tra arte in cielo (Cai Guo-Qiang) e in terra (Sarah Sze). Da omaggiare il cinema di Douglas Gordon al Moma e giovani artisti israeliani e palestinesi da tenere d'occhio…

Per chi si trovasse a girovagare per le strade diLondra in questi primi mesi estivi, un'occhiataalle novità che riguardano alcuni dei più interes-santi spazi espositivi.

Aumenta la concentrazione di gallerie nell'ormaifamigerata Vyner Street, considerata la NewBond Street degli ultimi anni. Conseguenzaanche dell'ulteriore gentrificazione dell'area diOld Street-Hoxton Square-Shoreditch e dell'ur-genza per alcuni spazi espositivi di trovare loca-zione a costi più ragionevoli. Approda dunque aVyner Street One in the Other, con una mostra didipinti di Tamsin Morse (fino al 18 giugno), pae-saggi sospesi tra la preistoria ed il futuro, tra ilsurreale e l'astratto. Ci arriva poi voce che,accanto a Modern Art, Alma Enterprises, VineSpace, Vilma Gold, Fred e David Risley, ancheAnthony Wilkinson e Ibid Projects si preparano altrasloco su Vyner Street. Riusciremo a sopravvi-vere alle serate di inaugurazione delle prossimestagioni, soprattutto se organizzate in contem-poranea?Nel frattempo, suggeriamo un'occhiata allaimminente mostra Arsenal - The potential ofsound to be used as a weapon presso AlmaEnterprises dal 15 giugno al 30 luglio, ispirata airecenti dibattiti scaturiti dai diabolici metodi diinterrogazione adottati a Guantanamo Bay, e airitratti fotografici di Boo Ritson presso DavidRisley (fino al 18 giugno), caratteri tratti dalla

cinematografia americana e tradotti in un origi-nale linguaggio artistico ai confini tra fotografia,pittura, scultura e performance. Che non ci sor-prenda poi di trovare alcuni di questi lavori nellacollezione di Saatchi.Da tenere poi a mente che The Showroom chiu-de alla fine di maggio per lavori di ristrutturazio-ne che dureranno fino al 2007. La mostra inchiusura di stagione, dal titolo 'omaggio' If it did-n't exist you'd have to invent it è una carrellata diopere da niente meno che sessanta artisti chehanno lavorato con questo spazio espositivo pub-blico negli ultimi sedici anni, da Keith Conventry aCeal Floyer, Evan Rothschild e Simon Starling. Ancora nuovi spazi. Ha aperto alla fine di aprile,al 223 di Cambridge Heath Road, BetweenBridges, nuovo spazio iniziato dal Turner Prize2000 Wolfgang Tillmans. All'inaugurazionedella mostra corrente di David Wojnarowicz,ospiti illustri come il professor Nigel Coates delRoyal College, la nota gallerista Maureen Paley el'artista Calum Kerr in vivace berretto verde.Più ad 'occidente' invece, Hauser & Wirth aprealla fine di maggio Coppermill, secondo spazioespositivo londinese. Collocato in quella che eraun tempo una fabbrica di tessuti appena fuori

Brick Lane e già utilizzato lo scorso anno per ilprogetto di Paul McCarthy in collaborazione conla Whitechapel, questo spazio ha inaugurato conuna mostra di lavori di Martin Kippenberger eDieter Roth, in programmazione fino al 17 ago-sto. Si accompagnerà a Boekie Woekie, unalibreria di origine olandese gestita da artisti.Assolutamente da non perdere (fino al 2 luglio) alCamden Arts Centre la prima retrospettiva inInghilterra del geniale Bas Jan Ader, di cui siconosce meglio l'opera 'finale' in assoluto, cheportò alla scomparsa dell'artista nell'Atlanticonel 1975; fino al 30 luglio, presso la Matt'sGallery l'attesissima personale di Mike Nelson.Già finita invece la serie di performances organiz-zate dal 26 maggio al 1 giugno sotto il nome diWild Gift (www.wildgift.org.uk), con le forti inter-sezioni con il vaudeville ed il circo e nomi già noticome Fabienne Audeoud, Rose English, NikeSavvas.E per finire? E per finire riservatevi un paio digiorni se non di più all'esplorazione della monu-mentale ed imperdibile mostra sul modernismoalla V&A, in programmazione fino al 23 luglio. Â

[irene amore]

Vyner street superstar. Nell'area di Old Street-Hoxton Square-Shoreditch gli affitti sono decisamente troppo cari. Ed ecco che molte gallerie si spostano. Vediamo in che modo…

64.trecapitali Exibart.onpaper

Archiviata la CIGE (China International GalleryExposition), che per una settimana ha portatoPechino sulla scena artistica internazionale, earchiviato il DIAF (Dashanzi International ArtFestival), che ha attirato come una calamitamigliaia di persone, la vita artistica della capitalecinese riprende il suo corso, frenetico ed ineso-rabile, verso la pausa delle vacanze. La maggiorparte delle mostre e delle attività in corso allaFactory798 sono state aperte durante il festival

e si protrarranno fino alla fine di giugno, in mododa avere il tempo per un'ultima esposizionedurante il mese di luglio, prima della pausa esti-va.Iniziamo dalla Ieum, una delle gallerie coreaneche ha appena aperto un nuovo spazio all'internodella fabbrica. La mostra in corso si chiamaEndless clones (fino al 26 giugno), fra le opereesposte, la bellissima istallazione di Ham Jin, arti-sta coreano famoso per le sue miniature: unanuova visione del mondo, alta pochi millimetri,fatta di bus umani e cimiteri di sigarette. KimChang-Kyum, nome già noto in Italia, presentaAn Homage To Van Gogh, una video installazionein cui l'autore proietta il celeberrimo autoritrattodell'artista olandese, su un suo proprio autori-tratto: il viso dell'autore è quindi visibile solo quan-do si copre con la propria ombra la figura proiet-tata. Altra bellissima opera è il Buddha in provet-ta ad opera dell'"artista degli scheletri" ShenShaomin. Appena chiusa, purtroppo, la mostrafotografica della 798 Photo gallery, intitolataChurch 1966, un report sulla rivoluzione cultura-le di Wang Duanyang, foto d'epoca di una chiesacristiana usata come punto di ritrovo delle guar-die rosse.Interessante l'iniziativa del Long March Space,

che porta in Cina per la prima volta una lungaretrospettiva di I-D, il famoso magazine di costu-me inglese. La mostra, chiamata appunto I-Dentity, si riferisce a situazioni e argomenti chesono completamente fuori dalla storia e dalla cul-tura cinese. Fino a che punto gli spettatori cinesicomprenderanno il senso profondo di quelleimmagini? L'attenzione per le mode, gli stili, i pro-blemi e le tragedie che quelle immagini rappre-sentano per un occidentale saranno capiti? O iltutto verrà interpretato come una "semplice"mostra fotografica? Lasciamo la domanda aicuratori e procediamo verso nuovi lidi…Divertente e provocante è la personale di YangTao, dal titolo The End. L'esposizione è divisa inquattro settori, nella piccola galleria 3+3, sem-pre all'interno della 798. Yang Tao riprende glieroi della rivoluzione, e li trasforma in esserimitologici, quasi divini, con espressioni di follerabbia e di gioia anche nell'estremo sacrificio, iltutto nelle dimensioni di un soprammobile. Assolutamente imperdibile l'Internal Injuries 2 daMarella (fino al 20 luglio). Pittura, scultura, istal-lazioni e performance sono solo alcuni aspettidella seconda parte della stupenda mostra delloscorso luglio.Succoso è anche il calendario degli eventi dell'an-

no dell'Italia in Cina. Arriva a Pechino, dopo Parigi,Firenze, New York, Londra e Tokyo, Leonardoinventore (Museum of Natural History, fino al 31luglio), un'esposizione di più di cinquanta macchi-ne di Leonardo, Brunelleschi e Francesco diGiorgio realizzate con i materiali e tecniche dicostruzione d'epoca. Al MOCA (Museum ofContemporary Art) di Shanghai, ha aperto Italymade in art: now - Arti contemporanee e disegnoindustriale (fino al 15 luglio) a cura di AchilleBonito Oliva. Attraverso le opere di autori italiani,scelte "a campionatura", la mostra presentaalcune tra le più interessanti e significative ricer-che condotte in Italia nei diversi campi della cul-tura (arte, architettura, design, musica, teatro,danza). Infine, per i più piccini, il 10 e 11 giugnoal China Children Theatre di Pechino laCompagnia marionettistica Carlo Colla e figliha presentato una versione leggermente corret-ta (proprio per facilitarne la comprensione edevitare traumi ad un pubblico di bambini)dell'Aida, uno dei drammi verdiani più intensi epoderosi. E buona Cina a tutti. Â

[mariadele scotto di cesare]

Shi Jinsong - 2004 Design No.1 Instrumentsof Torture

Bas Jan Ader - On the road to a new NeoPlasticism, Westkapelle Holland IV - 1971

Cai Guo-Qiang - Clear Sky Black Cloud, 2006- Courtesy of the artist - Photograph TeresaChristiansen, MMA

Fiere al World Trade Center e festival nella Factory 798 di Dashanzi. Prosegue così la primavera pechinese, che si avvia verso la torrida estate tra mostre di qualità ed eventi importati.Mentre a Shanghai Achille Bonito Oliva…

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 La precarietà solcail mondo delle professio-ni, in special modo quel-le legate ai linguaggicontemporanei.L'Italia è un paese anzia-no, dove un dottore diricerca ha trenta anni,un giovane designerquaranta, un giovanescultore, per pudore,under quaranta. Unaveloce lettura di questodato avvalora la sceltadi occuparci di un giova-ne stilista, bravo, umilee non uscito da qualchescuola inglese con ilpedegree griffato.Albino D'Amato èromano, ha trentunoanni e da almeno due èoggetto dell'attenzionedegli addetti ai lavori piùmeticolosi. Lo incontria-mo allo Studio Next esubito ci colpisce lasostanziale semplicitàdel suo aspetto.La moda è l'ultimoapprodo al quale Albinoè giunto dopo aver eser-citato fatica e passionesia nel campo dell'archi-tettura che in quello deldisegno industriale. Hastudiato architettura aRoma e poi, per unanno, design a Torino,dove ha lavorato conquello che fino all'altroieri era una delle eccel-lenze della ricerca pro-gettuale, il centro stileFiat.Queste esperienzehanno consolidato la suacapacità di disegnare ela sicurezza del gesto.Trasferitosi a Parigi, dianni allora ne avevaventi, frequenta dei corsidi stilismo presso l'Écolede la Chambre Syndicalede la Couture. Da quicomincia il suo percorsonel mondo della moda.Nell'albero genealogicodi Albino non ci sonoaziende di famiglia osorelle con la passionedel taglio&cucito, eppureil ragazzo un po' architet-to un po' designer,comincia a lavorare perEmmanuel Ungaro.La diversità del back-ground che per certo si èrivelata un sensibile diffe-renziale, Albino la inter-

preta come un penalty variabile,forse legato alla cronologia d'in-gresso sulla "piazza". Affiancaall'impegno in maison collabora-zioni e consulenze sia in terra diFrancia che a casa. Prima conGuy Laroche, Lolita Lempickaed Emilio Pucci, poi, una voltarientrato in Italia, con i big Dolce& Gabbana e Giorgio Armani.La moda disegnata e marchiataAlbino nasce nel 2004, anchegrazie all'aiuto del suo socio inaffari Gianfranco Fenizia, di pro-fessione interior designer. Nel2005 arriva la vittoria al con-corso indetto da Vogue e dallaCamera della Moda "Who's OnNext?": questo determina unnotevolissimo aumento di lavo-ro e visibilità del marchio, maanche una maggior qualità delservizio.Ma parliamo di prodotto. In pas-serella Albino mostra unadonna rigorosa, esprimendo latensione alla perfezione tipicadel mondo che aveva frequenta-to a Roma e Torino. Limitare ildettaglio è una regola aurea, e ilsuo metodo caparbio prevede ilseguire le idee fino in fondo,senza ripensamenti. Nei vestitidi D'Amato non c'è nostalgia,ma ammirazione del passato.L'ansia del non dimenticare, delrivedere generi e stile.La capacità di rielaborare gli stilidel costume lo portano adammettere con onestà intellet-tuale e professionale candore ilrispetto e la stima verso gli anni'80 di Romeo Gigli e il lavoro diGhesquiere per Balenciaga.Alla nostra richiesta di individua-re una comunità di riferimento,Albino non nasconde l'amore perla musica e per l'arte contempo-ranea, e allora ecco i nomi diMorrisey, Kate Bush, DepecheMode, e poi Mapplethorpe.Alla fine ci congediamo tra undenuncia e un desiderio. "Lamoda deve ritornare al sogno,allo stile, basta con quei giornalipieni di ragazze su set improvvi-sati e vestite di magliette...".Mettendosi a pensare ed a lavo-rare sulla sua prossima collezio-ne Uomo, Albino ci saluta così.Gioco, partita, incontro: largo aigiovani! Â

ALBINO D'AMATO, GENTILE FUTUROArchitetto, designer, ora stilista. Preparato e umile, interprete di uno stile di vita fatto di segni precisi.Ritratto di un giovane progettista. Che ha cominciato disegnando automobili…

66.fashion Exibart.onpapera cura di marco sammicheli

BARBIE GIRLIncremento di collaborazioni prestigiose perTarina Tarantino. Alla fortunata partnershipcon SanRio, si aggiunge quella con Mattel.La designer di bijoux based in Los Angelesdedica una nuova linea alla regina di tutte lebambole: limited edition per pendenti, cam-mei, cinture ed accessori per capelli cheripropongono le grafiche storiche di Barbiedagli anni '40 ad oggi. Un trionfo di cuori,fiocchi, fiori e bagliori luccicanti per una col-lezione che ammicca al mondo dell'infanzia,riproponendolo con ironia. (marzia fossati)www.tarinatarantino.com

CHOOSEN BY CLINTONHa attirato anche l'attenzione dell'ex pre-sidente degli Stati Uniti la collezione"Anupamaa" by Anupama Dayal, uno deinomi più discussi della Lakme FashionWeek, il cui tratto distintivo risiede nellariproposizione in chiave attualizzante distilemi tipici della tradizione tessile india-na. Le ampie e lunghe gonne folk, stileearthy-glam, della stilista di New Dehli,sono state acquistate da Bill Clinton perla figlia Chelsea durante un recente viag-gio. (m. f.)

MANOLO BLAHNIK PER MARIA ANTONIETTACalzature ultragriffate per la "Marie-Antoinette" di Sofia Coppola. Alla semplicerichiesta da parte dei produttori della pelli-cola di creare qualcosa di sexy, ManoloBlahnik ha risposto con uno studio di tipo"accademico", per approdare ad un risulta-to che sfiora il rigore filologico. La scarpeindossate da Kirsten Dunst per le ripresedel film non hanno infatti nulla da invidiareagli originali del '700 conservati al "V&AMuseum", sui quali Manolo ha condotto leproprie ricerche. (m. f.)

j'adore.

Sopra: Albino D'Amatoa sinistra: una sfilata della collezione

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programma eestate 22006

20 maggio - 20 giugno

Zoocratìe -la ttyrannie ddes bbêtesPersonale di Sylvia MairA cura di Maurizio SSciaccaluga

08 giugno - 21 settembreinaugurazione giovedì 8 giugnoore 18

Barbara FForshayNell'ambito della III edizionedellaBiennale Internazionale diFotografiaA cura di Ken DDamy

21 giugno - 21 settembreinaugurazione mercoledì 21giugno ore 18

Anthologhia MMachion(Antologia delle Battaglie)Collettiva a cura di Chiara CCanali

ALFARANO ARRUZZO BELTRAMIBARICCHI BERTASSO BONETTICABERLON CARLINI CALLEGARICATANIA CAZZANIGA CERRIC O D A Z A B E T T A C O L T R ODI MAURO FALCO FANTINIFRANCISCHELLO FRANGI GIANNETTIGIORGIS GOBBO GRECO GUATTAHASSOUN MAIR MANFREDINIMENDINI MESSINA MORANDINIPELLEGRINI SOGGIU SPADARISPRING STRAMACCHIA ZUCCHI

Galleria delle Battaglie - via delle Battaglie 69/A - 25122 BresciaTel. 0303759033 - Cell. 335/5853121 - [email protected] - www.galleriabattaglie.it

TAMENTIDANONPERDEREAPPUNTAMENTIDANONPERDEREAPPUNTAMENTIDANONPERDEREAPPUNTANTAMENT

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OGGETTI LIQUIDI

Reinterpretare l'anti-chissima arte dellaceramica, ispirandosialle forme della natura.La nuova collezione digioielli disegnata dall'i-sraeliano DrorBenshetrit (www.stu-diodror.com) per il pro-getto Construkt diM a r i t h é + F r a n c o i sGirbaud (www.gir-baud.com/construkt)è un affascinante ten-tativo di far conviverel'artigianalità - tutti ipezzi sono unici e rigo-

rosamente fatti a mano - con le nuovissime tecnologie di lavorazione della ceramica. Ilrisultato sono ciondoli, bracciali e anelli dalle forme liquide e organiche. Ma la tenden-za a solidificare oggetti acquosi è molto diffusa nel design contemporaneo. Un esem-pio per tutti i tavoli e le mensole disegnati dall'inglese Susan Bradley (www.susanbrad-ley.co.uk), veri e propri mobili in fase di disgelo...

DESIGN IN SCALA

Si chiama Phaidon Design Classics. 3 volu-mi x 333 oggetti di design = 999 ragioniper definire enciclopedico il libro-oggetto edito da Phaidon(www.phaidon.com). Una panora-mica che esordisce con laRivoluzione industriale e giun-ge sino ad oggi. Allargandolo sguardo aldilà di mobi-li et similia, giungendoad auto e aeroplani. Iltutto analizzato da un auto-revole comitato scientifico e sup-portato non solo dalle fotografie deiprodotti, ma anche da brevetti, materialid'archivio e quant'altro. Ma in realtà gli ogget-ti sono mille. L'ultimo è proprio il prodotto editoria-le, ideato da Alan Fletcher , un elegante box scalarein plastica nera. Se non pesate troppo, utile anche comescaletta! (m.e.g.)

MONDIALE-MANIA

I mondiali sono alle porte, e persino lamoda e il design a quanto pare non sonoimmuni dalla calcio-mania. Ecco allora ilpallone couture firmato D-squared2(www.dsquared2.com), una sfera da cal-cio composta da esagoni in denim alterna-ti ad altri in cuoio con il marchio dell'azien-da. Il pallone firmato è stato presentato inoccasione di un evento benefico aMonaco, a favore della Deutsche AIDSHilfe EU, insieme ai lavori di altri tredici sti-listi. I palloni verranno esposti in unamostra a Monaco e contemporaneamen-te potranno essere acquistati attraversoun'asta on-line sul sitowww.verypoolish.com. Continua nel frat-tempo la produzione di t-shirt firmate dagiovani artisti e targate Prada (UnspokenDialogue - www.prada.com), che per l'oc-casione affida allo street artist franceseHnt i due modelli da lanciare in concomi-tanza con l'inizio di Germania 2006. Perfinire, perché non dare un tocco di soccer-style anche alla propria casa? Ci pensa laMixko (http://fc.mixko.co.uk), che produ-ce oggetti d'arredamento e suppellettiliispirati allo sport più amato dagli italiani.Tappeti verdi con strisce regolamentari,vasi a forma di pallone sgonfio (Footbowl)e sottobicchieri esagonali...

GIAPPONESANDO

Lui si chiama Simone Legno ed è originario di Roma.Forse il suo nome di battesimo non vi dice nulla, ma potre-ste aver sentito parlare delle sue creazioni, diffuse sottoil marchio Tokidoki (www.tokidoki.it) e apprezzate in tuttoil mondo. La sua grafica è fortemente influenzata dallacultura giapponese contemporanea, dallo stile pop e iper-colorato di manga e cartoni animati, ma anche dall'operadi artisti come Takashi Murakami. E proprio comeMurakami, anche Tokidoki è approdato alla moda. Dopo leborse Vuitton con monogram lanciate dal giapponese,ecco la collezione LeSportsac (www.lesportsac.com) firma-ta dal giovane italiano. Unaserie di borse per tutti igusti e di ogni dimensio-ne, dalle valigie allepochette, con uno stileallegro e romantico.

per segnalazioni: [email protected]

68.handbag Exibart.onpaper

CHI SI VEDE, LE ESPADRILLAS

Sono tornate. Le scarpe di pezza conla suola in corda intrecciata, di ori-

gine spagnola e portoghese, origi-nariamente ai piedi dei pescatori

mediterranei, impazzavanonegli anni Settanta e Ottanta.

Le nuove espadrillas sonoperò un po' diverse daimodelli spartani di unavolta, e tornano ricamate,

ricche di applicazioni, persi-no decorate dagli artisti. Su tutte

spicca la collezione firmata dal francese StephaneBucco (www.sockho.com), che ha pensato di rivestirlecon disegni e cartoon in trendyssimo street-style. Nelsuo sito, dall'evocativo titolo Make feet beautiful(www.makefeetbeautiful.com), si eleva l'ex scarpa ple-bea a forma d'arte. I modelli sono firmati da grafici eillustratori (Jarnot, Rizen, Kustaa Saksi, Sockho, DirtyDeluxe, Masa, Superdeux) e sono stati esposti in ante-prima in una mostra presso un art-bar parigino.

Urban Cast-away, la collezione di gioielli di Dror Benshetrit

Il libro-oggetto della Phaidon

Una borsa disegnata daTokidoki per LeSportsac

Le espadrillas di Make Feet Beautiful

Le footbowl prodotte da Mixko

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 Il mese di maggio è stato aNew York quello dei fuochi d'ar-tificio. Ed era nell'aria visto che,secondo la società Artprice, neiprimi quattro mesi dell'anno siera registrato un aumento deiprezzi di circa il 20%. Il pro-gramma era peraltro goloso: intre giorni, dal 9 al 12, sonoscese a sfidarsi nel campo delcontemporaneo le tre maggioricase d'asta. Ha cominciato Christie's, tota-lizzando, tra il 9 e il 10, il suosecondo record assoluto in ter-mini di incasso,$147,235,200. A seguire, trail 10 e l'11, Sotheby's ha rispo-sto con il suo record di sempre,$ 185,100,200 e Phillips dePury si è difesa alla grande con$ 41,195,920.Fatti due conti, in quattro giornisono stati spesi ben 373,5milioni di dollari e spiccioli, chearrivano oltre i 383 se siaggiungono almeno i 9,7 milionicomplessivi ottenuti daChristie's dalla vendita di lotti difotografia contemporanea dilusso provenienti dalla REFCOCollection.Proprio Christie's dichiara cheil trimestre marzo-maggio, nelquale ha opposto cinque asted'arte moderna e impressioni-sta a cinque d'arte contempo-ranea, alla fine si è risolto conottimi risultati in entrambi i seg-menti, ma con il contempora-neo che vince per 224,7 milionicontro poco meno di 214.Le fredde cifre raccontano diopere che hanno superato idieci milioni (quattro) masoprattutto delle ben ottanta-nove assestatesi sopra il milio-ne di euro, limite che ormaisembra esser diventato lo stan-dard medio per un capolavorocontemporaneo.C'era attesa per la vendita deiventisei lotti della Donald JuddFoundation, e non è stata tradita:24,5 milioni vengono tutti da lì.Ma tra i protagonisti sonoancora una volta gli artisti delleultime generazioni, che hanno

segnato molti record:Damien Hirst ha toc-cato i 3,376 milioni,Cecily Brown i 968mila, la fotografia diGursky si ferma a2,256 milioni, PeterDoig vale anche 1,08milioni. E recordhanno realizzato pure LisaYuskavage e Richard Prince.Ma ci sono anche i giovanicome Hernan Bas, già a $90,000, Karen Kilimnik a $198,000, Sasnal a $ 204,000.Tra i cinesi Wang Du spunta329,600 e Huang Yong Pin168,000. Bene anche l'emer-gente indiano Raqib Shaw e

Barnaby Furnas. Tra i nomi piùnoti, record anche per BriceMarden, Robert Ryman,Christopher Wool e i nostriLucio Fontana e Piero Manzoni.Il mercato tiene ed anzi, appareinarrestabile nella sua marcia atappe forzate. D'altro canto sesi accetta il fatto, come s'èaffermato su queste pagine,

che il mercato del contempora-neo ha ben poco a che spartirecon i beni rifugio tradizional-mente attribuiti alle opere d'ar-

te, in virtù della mancanza deirequisiti essenziali di durata erarità di queste opere, in uncontesto che continua a regi-strare un'espansione dei con-sumi, l'andamento delle venditepuò sembrare persino normaleamministrazione.E come potrebbe essere diver-samente con una congiunturainternazionale che vede il pilmondiale crescere al ritmo diun 4% annuo e il dollaro incaduta libera da tempo (1,28 ilcambio euro\dollaro mentrescriviamo)? Secondo il settima-nale L'Espresso nei soli ultimidue mesi il biglietto verde haperso oltre il 7% del suo valoree c'è chi stima che la svalutazio-ne arriverà fino al 25%. Conqueste prospettive, l'aumentodei prezzi dell'arte del 20%negli ultimi quattro mesi regi-strato da Artprice sulla piazzanewyorkese appare quasimodesto. Ora la parola passa aLondra. La risposta è attesasubito dopo la kermesse fieristi-ca di Basilea attesa per metàgiugno. Â

STORIE DI ORDINARIA FOLLIAEpisodio epocale? Macché. I record delle aste di maggio a New York fanno notizia solo fintanto che ilprossimo appuntamento non li cancellerà, spostando l'asticella più in alto. Ecco la cronaca di una settimanaqualunque, nell'epoca del miracolo dell'arte contemporanea. In attesa che la bolla...

Le fredde cifre raccontano di benottantanove opere assestatesi sopra ilmilione di euro. Questo ormai pare diventato lo standard per un capolavorocontemporaneo“

70.tornaconti Exibart.onpapera cura di alfredo sigolo

in alto: WilhelmSasnal - Factory,2000 - olio su tela -cm 101x101in alto a destra:Peter Doig - WhiteCreep, 1995-1996 -olio su tela - cm290x199accanto: HernanBas - Red Herring,2004 - olio su tela -cm 79x61

ARMORY GIOCA D'ANTICIPOL'affollamento delle fiere d'arte contem-poranee impone scelte strategiche: lanuova regola si chiama "concentrazio-ne". Dopo alcune critiche per il forfait dialcune importanti gallerie newyorkesiall'ultima edizione dell'Armory Show, gliorganizzatori hanno deciso: nel 2007 lakermesse posticipa dal 23 al 26 feb-braio, finendo per sovrapporsi nello stes-so weekend dell'ADAA fair, la fiera dicasa organizzata dall 'Art DealersAssociation of America. Una scelta sag-gia, non c'è che dire, se non fosse che igalleristi saranno costretti, per l'ennesi-ma volta ad un trasferimento forzatosenza passare dal via. Appena quattrogiorni dal vernissage è fissata infatti ladata di chiusura di Arco a Madrid. Unasfida tra colossi anche in termini di pub-blico, sempre con la valigia pronta.

I CONTI IN TASCA A MR. PINAULTQuelli del Telegraph non si sono persi l'occasio-ne dell'inaugurazione di Palazzo Grassi per farele pulci a François Pinault. La leggenda narrache il nostro, in trenta anni di collezionismo,abbia speso qualcosa come dieci milioni di ster-line in circa duemila opere della sua collezione.Ma il buon Pinault è persona discreta e non hamai amato sbandierare. Così la mostra vene-ziana è servita per scoprire qualche altarino.The Fragile Truth, la vetrinona di medicinali diDamien Hirst, era stata acquistata ad un'astadi Sotheby's nell'ottobre del '04 dal dealerHarry Blain per conto terzi. La voce che si trat-tasse del proprietario di Christie's si era diffusa,ora è certezza. Costo? 1,2 milioni di sterline. E idieci pannelli di Twombly dal titolo Coronation ofSesostris? L'ultima volta si erano visti daGagosian a NY. Poi l'artista ammise di averlecedute ad un misterioso collezionista per diecimilioni di dollari... Infine il grande pavimento diCarl Andre. Risultati d'asta alla mano, la monu-mentale opera minimal è costata a Pinaultsette milioni di dollari appena l'anno scorso.

LA WHITECHAPEL CHIAMA, GLI ARTISTIRISPONDONOLa Whitechapel Gallery di Londra, fondatanel 1901, ha bisogno di spazio. Il progettodi ampliamento, affidato agli architettibelgi Robbrecht en Daem, arriverà quasi araddoppiare lo spazio espositivo.L'inaugurazione è prevista per il 2008. Ela direttrice Iwona Blazwick si è messa acaccia di soldi, chiamando a raccolta gliartisti ospitati negli ultimi due decenni echiedendo loro un contributo in natura perla causa. Rachel Whiteread, MarkWallinger, Jeff Wall, Hiroshi Sugimoto e ilTurner Prize Richard Deacon hanno giàrisposto all'appello. Le opere da loro dona-te per la nuova Whitechapel sarannomesse all'asta a novembre, durante laFrieze Art Fair dalla casa d'aste Sotheby's,nello spazio al grezzo della galleria. LaBlazwick dice "sarà come una mini retro-spettiva della galleria degli ultimi ventianni" ma soprattutto conta di farci almenotre milioni di sterline.

incanti.

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G U B B I OXXIV BIENNALE DI SCULTURA

a cura di Giorgio Bonomi

8 luglio - 31 ottobre 2006

PER UN MUSEO DELLA SCULTURAFUORI E DENTRO

Parco Ranghiasci, Palazzo Ducale, Palazzo Pretorio, Palazzo dei Consolila collezione e nuove presenze 2006

Binga, Bolognini, Bonomi, Capponi, Cecchetti, Ceccobelli, Cordero, Ferrari, Fresia, Gallerani, Ghiotti, Laplante, Le Parc, Maraniello, Miniucchi, Patella,Pepe, I. Pers, Ricciardi, Rotta Loria, M. Serra, Siragusa, S. Soddu, Staccioli, Tadei, Trotta, Uberto, Valente, Zazzera

OMAGGIOle sculture di Giuseppe Spagnulo

nella cittàSpazi vari

L'ARTISTA NEL SUO FARSIPalazzo Ducale, Parco Ranghiasci

Allievi delle Accademie di Belle Arti di Perugia,Firenze, Carrara, Urbino a confronto

Premio - acquisto della Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Perugia

ufficio stampa: "Eventi" di Patrizia Cavalletti - Tel. 075 5990443 - 348 3386855 - [email protected] - informazioni: Tel. 075 9220693 - [email protected]

Comune di Gubbio Provincia di Perugia

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 Symbiosis Orchestra è unconcerto, una realtà variabilecostituita da un'ensemble distrumenti acustici ed elettroni-ci, proiezioni ed elementi sceno-grafici, nato da un'idea diAndrea Gabriele e realizzatograzie alla collaborazione diartisti provenienti da Italia,Germania e Inghilterra; unacombinazione a scatola apertadi elementi audiovisivi e geogra-fici che, come ci spiega lo stes-so Andrea Gabriele: "nasce inoccasione del Peam 2005, ilmeeting internazionale di arteelettronica di cui Luigi Pagliariniè direttore ed io stesso curato-re, ispirato dal tema della mani-festazione: post humans beingpositioning. Attualmente laSymbiosis Orchestra è concen-trata nel quintetto, conScanner all'elettronica, IrisGarrelfs alla voce e computer,Stefano Tedesco al vibrafonoed alle percussioni, ClaudioSinatti ai video, ed io al mixer edal computer. È un progetto sulquale conto, molto interessan-te, e che prevede a breve unapubblicazione sia di registrazio-ni live che di lavori in studio".L'utilizzo simultaneo di mezzidiversi per la veicolazione di uncontenuto o di un linguaggio èuna pratica presente nella vitadella maggior parte delle perso-ne... "Guardando attorno"dichiara Gabriele "ho trovatoben poco di non multimediale incasa: escludendo il computer, apartire dal seggiolone di miafiglia fino al divano-letto sonotutti oggetti in effetti multime-diali e dato che anche un televi-

sore lo è (audio,video, testo) noncredo sia ancorainteressante par-lare di multime-dialità come qual-cosa di importan-te o innovativonell'arte; piuttostoè ora di porre l'at-tenzione sui con-tenuti".Andrea Gabrieleha alle spalle unpercorso artisticoeterogeneo carat-terizzato da unapproccio moltopersonale allamusica che sem-bra rifiutare inmodo costitutivol'idea della conti-nuità: "Ho iniziatocon strumenticlassici (contrab-basso, chitarra,basso) ed il primovero concertoche ho fatto èstato in qualchepaesino del ParcoN a z i o n a l ed'Abruzzo suo-nando canzonipopolari. Solo piùtardi ho scopertoessere sperimen-tazione elettroni-ca!" E, d'altraparte: "può essere ritenuto spe-rimentale tuttora Moondog,così come Sun Ra, ma per moltianche i Pooh un pò lo sono... Iofaccio musica intima e tangibi-le, quando ho una forte ispira-zione personale, quasi un diariosu cui si ha la necessità di scri-vere e tirar fuori le emozioni".E ascoltandolo si ha in effetti lapercezione di leggere un ampioracconto suddiviso in capitoli.Le tracce sono in genere brevie narrano storie diverse esenza pretese, capaci di aprirestrade e destrutturare il lin-guaggio musicale dal pop al jazzal field recordings in favoredella spontaneità.Un suono inaugurale lontanodagli schemi della fruizione maanche da quelli più intellettualidel mondo accademico.Vale lo stesso per gli audiovisivi:bello il lavoro con Bianco-Valente "Deep Blue Ocean ofemptiness" su DVD quest'annoper Raro Video, all'interno diuna raccolta a cura di Bruno Di

Marino: "credo che il cd stiadiventando roba da collezionisti,cultori del suono cristallino, e lamusica in digitale è ormai lostandard per la fruizione. Il DVDè invece ancora qualcosa cheinternet non permette di

maneggiare con facilità, unoggetto per cui vale la penaspendere dei soldi e che susci-ta delle emozioni diverse"Difficile comprendere il lavoroartistico di Andrea Gabrielesenza tenere presenti le molte-

plici direzioni in cui questo simuove, dal divertimento allaprogrammazione, dal suonareal proporre situazioni dovecalarsi in un continuum emozio-nale che a tratti sembra coinci-dere con la vita e le sue forme."Il concetto di Arte - spiega - perme è molto esteso. Consideroun'opera d'arte tutto ciò che mipiace davvero, non trovo impor-tante quale sia il mezzo, lamusica è solo uno degli infinitimedia. L'Arte è qualcosa diintangibile, quasi mistico, cheappartiene in qualche modo adognuno di noi; alcuni si esprimo-no negli affari, altri nel softwa-re, molti nella musica. Ciò cheinfluenza maggiormente il mioprocesso creativo, credo sia lasalute. La salute mentale, lasalute fisica, la salute del tuoambiente. L'amore e le incom-prensioni". Â

ABRUZZO IN SYMBIOSISAndrea Gabriele pubblica dal 2001 diversi album come Tu m', poi Mou, lips! e Pirandèlo assieme al videodesigner Claudio Sinatti ed alla scrittrice-fotografa Marita Cosma. Verso la fine del 2005 concepisce l'ensem-ble Symbiosis Orchestra. Rigorosamente via e-mail, lo abbiamo contattato…

72.decibel Exibart.onpapera cura di alessandro massobrio

ELETTROWAVE XXGrossi nomi della scena elettronica danceinternazionale si esibiranno, in live e dj set, dav-vero per tutti i gusti nello storico festival-con-corso di Arezzo che a luglio compie vent'anni!Nella Main Room, accanto agli storici dellaWarp, anche gli Ether dell'etichetta napoleta-na Mousikelab e già vincitori dell'edizione2003. Per festeggiare ci sarà poi una piccolasorpresa audiovisiva che vede protagonistiAlex Neri e i vj della community italiana di vjingVjCentral. Elettrowave è dal 14 al 16 luglio. www.arezzowave.com

IXEM PODCASTING!Il network di ricerca musicale contempo-ranea iXem dà la possibilità a tutti coloroche utilizzano metodi innovativi e interdi-sciplinari nell'arte di esporre al pubblico iloro lavori audiovisivi attraverso iTunes:un modo semplice, libero ma soprattuttocompletamente gratuito per fruire di unsuono diverso dal solito e, al contempo,monitorare lo stato dell'arte sperimenta-le in Italia.www.ixem.it

TERZO ANNO PER IL SYNCHAnche quest'anno ritorna il festival Synchdedicato all'arte digitale e all'innovazionenel linguaggio dei media: tre giornate, dal6 all'8 luglio, nel suggestivo scenariourbano ateniese con un programma ditutto rispetto che comprende le esibizionilive di Biosphere, Animal Collective, JohnDuncan e tanti altri... Come per la scorsaedizione ritorna anche la sezione Kinema,dedicata al cinema sperimentale ed aicortometraggi.www.synch.gr

inascolto.

Video in Italy, 2006 Raro VideoPirandèlo: Pirandèlo suona, 2005dsp recordings + baskaruSuoni dalla fonoteca #9, 2005Fonoteca di CapriSonic Scope 04, 2005 Grain ofSoundFFWD mag #2, 2005 RisonanzaMagneticaNetmage05 DVD, 2005Netmage/XingNetmage04, 2004 Tdk/NetmageINstruments, 2004 ListPraeface, 2004 PraemediaMou, Lips!: Peanuts and shell geo-metria, 2003 ListTu m': Blue in Green, 2002 AesovaVacation for Hourly Employees,2002 BoxmadiaTu m': Nine songs, 2002 Grain ofSoundTu m': .01, 2001 Cut

discografia.

SymbiosisOrchestraal Peam di

Pescara

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A N G E L O D E M A R T I Nw w w . a n g e l o d e m a r t i n . c o m

Figura dormiente - pastello, 22x16, 2006

S t u d i o C a s a S t o p p a n i - v i a P r i u l i , 9 - S e l v a d e l M o n t e l l o ( T V ) - t e l . 0 4 2 3 6 2 1 4 3 7

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 "Ora che abbiamo conqui-stato il mondo fatto di bit, dob-biamo riformare quello fatto diatomi. Non l'immagine simulatasullo schermo, ma la realtà cor-porale, fisica. Non curve mate-matiche e rendering, ma cosegrosse e pesanti, che possonoessere afferrate e tirate.Questo è l'universo che deveessere conquistato. Perché ilmondo non può cavarsela dasolo. Non è sostenibile, non hafuturo." (Bruce Sterling)

Sarà sempre più difficile nelprossimo futuro parlare dioggetti inanimati per descrive-re il mondo delle cose. Già oggimolti degli oggetti che ci circon-dano sono dotati di sensori emicrochip, trasmettono e rice-vono informazioni, interagisco-no con le persone e l'ambiente.Andando a formare un com-plesso universo fisico intercon-nesso che è stato suggestiva-mente battezzato The Internetof Things, la rete delle cose. Loslogan è stato coniato dall'AutoId Center, organizzazione diricerca con sede al MIT diBoston che promuove lo studioe l'applicazione della tecnologiachiave di questo processo: laRFID (Radio FrequencyIdentification). Si tratta, insostanza, di un'evoluzione delvecchio codice a barre; le nuoveetichette elettromagnetiche(dette anche RFID tag o tran-sponder) permettono di identifi-care oggetti, persone o animali,oltre che di tracciarne l'esattacollocazione. Il tag è compostoda un microchip che contieneinformazioni (natura dell'ogget-to, provenienza, caratteristiche,istruzioni per l'uso, destinazio-ne), ma anche da un'antennaper ricevere e trasmettere datia distanza. Questa tecnologia

viene utilizzata ad esempio perla gestione delle merci in viag-gio da un magazzino all'altro,nei sistemi anti-taccheggio dinegozi e supermercati, nellebiblioteche, in alcuni impianti dipedaggio autostradale e nelletessere del trasporto urbano).Se è fuori discussione l'enormeutilità insita nel poter ricono-scere un oggetto, individuarnela posizione e ricostruirne l'inte-ra storia, è quasi superfluo sot-tolinearne gli aspetti controver-si in un settore già molto delica-to come quello della privacy. Lepreoccupazioni di chi mette inguardia dai rischi del contem-poraneo regime di dataveillan-ce (termine coniato da RogerClark per definire un controllo

basato sulle tracceinformatiche di carte dicredito, telefoni cellularie reti) sono, com'è facileintuire, aumentate espo-nenzialmente con lamassiccia introduzionedi dispositivi RFID.Aldilà delle applicazionipratiche delle nuove eti-chette intelligenti, e delle que-stioni etiche e legali legate alloro utilizzo, è interessanteapprofondirne anche le implica-zioni visionarie, creative e filoso-fiche. Numerosi sono infatti gliintellettuali, gli studiosi e gli arti-sti attualmente impegnati nellaricerca e nella sperimentazionesulla tecnologia RFID. Lo spuntoprincipale ci viene dall'inossida-bile Bruce Sterling, scrittorestatunitense autore di romanzicaposaldo della letteraturacyberpunk, osservatore attentoe acutissimo delle conseguenzepsico-sociali del nostro ambien-te altamente tecnologizzato.Nel suo ultimo saggio, ShapingThings (MIT Press, 2005),ripercorre l'intera storia delrapporto dell'uomo con le coseche costruisce e utilizza, daisemplici artefatti realizzati amano fino alle macchine piùcomplesse. Per descrivere inuovi "oggetti intelligenti"(smart objects), Sterling conial'affascinante termine spime,ponendo l'accento sullo stret-tissimo legame che questinuovi prodotti intrecciano con illuogo e il momento. Gli spimepossono essere rintracciatiesattamente nel tempo e nellospazio (space + time).

Già da un paio d'anni a questaparte, gli RFID sono entratinelle opere dei media artists ditutto il mondo, come era giàsuccesso per computer, telefo-ni, reti, cellulari e sistemi satel-litari. Sempre Sterling, in unarecente conferenza londinese,ha definito la tecnologia RFID(da lui ribattezzata arphid, ter-mine subito adottato dallacomunità artistica per il suoindubbio carattere evocativo)come "il futuro dell'arte media-le". Citando una serie di proget-ti artistici che ne sfruttano lepotenzialità ed azzardando per-sino una previsione sul futurosviluppo di tale tendenza (unprimo periodo "magico" allaMeliés, incentrato sullo stuporeper il dispositivo; una secondafase di detournamento, che sot-tolinea il carattere controversodella tecnologia; e infine unafase matura).Osservando il panorama attua-le, e volendo seguire la mappa-tura dello scrittore americano,l'impressione è quella di trovar-si più o meno a metà strada trail primo e il secondo stadio. Iprogetti attuali infatti sembra-no aver in parte superato lasemplice infatuazione tecnofilae già riflettono sulle implicazioni

sociali e cognitive delnuovo universo fattodi cose interconnes-se.Nancy Nisbet, giova-ne artista canadese,già nel 2004 siimpiantò un tran-sponder nella manoe lo collegò ad un let-tore posizionatoall'interno del pro-prio mouse, in mododa tracciare ognisuo movimento sullarete e riprodurlosullo schermo.L'opera, TrackingVirtual Identity, riflet-teva sul rapporto trafisico e virtuale, esulla natura in evolu-zione del concetto diidentità. La statuni-tense MeghanTrainor invece inse-risce gli arphidsall'interno di ogget-ti/scultura da leistessa ideati, che,collegati ad un appo-sito lettore, genera-no un'ampia gammadi suoni, dando vitaad una performancemusicale.Ma l'opera piùrecente, attualmen-te in mostra aLondra presso la gal-leria HTTP, è UrbanEyes, di MarcusKirsch e JussiAngesleva. Il proget-to sfrutta la tecnolo-gia wireless, i chipRFID, la rete di web-cam e infine un net-work animale. I pic-cioni londinesi vengo-

no nutriti con mangime "arric-chito" di microchip, che riman-gono all'interno del loro corpoper circa dodici ore. In quelperiodo di tempo, i volatili siaggirano per i cieli della capita-le britannica, inviando informa-zioni sulla propria localizzazionead un computer e ai dispositivibluetooth attivi nelle immediatevicinanze. Il segnale si collegaalla webcam più vicina e faapparire sugli schermi un'im-magine aerea della città, nelpunto in cui il piccione stavolando. Una deriva psicogeo-grafica aiutata dalla tecnologiae supportata dal sistema dicomunicazione più antico e let-terario. Novelli piccioni viaggia-tori dotati di transponder. Â

[valentina tanni]

links:www.rfidjournal.comhttp://blog.wired.com/sterlingwww.finearts.ubc.ca/nisbethttp://meghantrainor.comhttp://project-urbaneyes.blogspot.comwww.hansbernhard.comwww.theseflocks.comwww.electric-clothing.com

LE NUOVE COSE (IN)ANIMATEGli oggetti non sono più quelli di una volta. Non più isolati e silenziosi, impermeabili alla comunicazione,oggi parlano, trasmettono e ricevono dati, collegandosi tra loro. È la nuova "internet delle cose", ultimafrontiera della rivoluzione digitale. La tecnologia del momento sono i chip RFID. E come sempre, gliartisti non stanno a guardare...

74.tech Exibart.onpaper

sopra: Il progetto UrbanEyes, di Marcus Kirsch eJussi Angeslevaa destra: I chip impiantatinelle mani di Nancy Nisbet

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 Il tuo lavoro vive di visioni diforme metriche, di processi dimetamorfosi, di esperienze dimutamento, di scomposizionidella corporeità. Il cambiamen-to di un precedente stato fisico,e dello sguardo che tale modifi-cazione è capace di innescare,sembra il punto di partenzadella tua ricerca. Come si mani-festa questo cambiamento?È una condizione fisica costrettaquella in cui cerco di immerger-mi nella rappresentazione tea-trale. Lo stato che prendo in con-siderazione è sempre scelto, sta-bilito in precedenza. La creazionee la sperimentazione che condu-co parte dallo studio di figure oforme isolate, sole e mute den-tro uno spazio limitato da ele-menti, dalla luce e dal colore.

Esempi a partire da qualchetua rappresentazione?Nell'azione Encefalo (2004) hoscelto di rappresentare una figu-ra in posa egizia. La scelta divivere radicalmente una formastatuaria, immobile e sedutacon le mani sulle ginocchia hainnescato da subito la possibilitàdella forma come magnete. Il

volto era esposto frontalmenteal pubblico per quindici minuti.La figura, con lo scorrere deltempo, diventa una calamita, unpunto di fuga a cui convergonole traiettorie degli occhi deglispettatori. La rete di sguardi el'immobilità si sostengono ri-lan-ciandosi il peso del tempo. InUmo (2005), invece, ho scelto dirappresentare unafigura posta sotto lalinea dell'orizzonte otti-co. In questo caso, losguardo dello spetta-tore si china verso ilterreno perdendosinel colore nero delsuolo e sfocando ilsenso del suo orienta-mento, visivo e spazia-le. In queste azioni tea-trali c'è un cambia-mento lento e analogi-co del movimento, laforma si svasa su sestessa dall'incontro diforze o dal rapportocon gli elementi.

L'azione Animalia deli-neare può definirsiuna fase intermedia?Questo lavoro è statorappresentato unasola volta e credorimanga unico nellasua ripetizione.L'azione unisce duelavori, Umo del 2005e Doma del 2006. Hopensato, solo in occa-sione del festivalDanae di Milano, dirappresentare lo stu-dio delle due figuresenza soluzione di con-tinuità. In Animalia deli-neare il pensiero giraattorno ad un asse dove la figu-ra precedente fa posto all'ante-cedente e viceversa. È la neces-sità di misurarsi con forme incontinua trasformazione. Perme questo esperimento è riusci-to bene, le figure si sono legate eslegate attraverso i loro trattianimali.

Il tuo ultimo lavoro, Doma, haavuto una gestazione comples-

sa. L'orizzonte ottico rasoterra e umido di Umo recuperauna verticale e una vertigineper via di figure in jumpingmotion…La figura Doma passa daentrambe le dimensioni, dallaceleste alla terrestre. Il movi-mento oscilla tra lo stare alsuolo e lo stare per aria attra-

verso delle piccole fasi di volo. Ilrimbalzo e la caduta del corposono contemplate in questo tipodi movimento, in particolarepenso alla flessione e alla tensio-ne degli arti come nella dinami-ca della molla.

Dichiari che in Umo le formedell'azione teatrale emergonodal silenzio e si sviluppanoall'interno di uno spazio chiuso

fra il pavimento e la posizionevariabile di uno sguardo che sifa tattile… Il discorso apre una dialettica discambio tra la figura e lo sfondo.La stretta vicinanza con il pavi-mento in Umo ha generato unnuovo modo di agire.L'andamento si è sviluppato inmodo orizzontale come unascrittura su un foglio di carta. Isegni e le linee prendevano

potenza dal loro stagliarsi sulfondo oppure il luogo prendevala sua potenza dallo sprofondaredella figura. Nell'azione ho cerca-to di seguire degli assi, dellelinee trovate sul pavimento. Lacondizione aptico-percettiva sisviluppa per geometrie viste edevidenziate. Il gesto recupera etraccia il percorso dell'occhio. Lospettatore è in un luogo menopericoloso del mio. Entrambisono luoghi di concentrazione edi tensione.

Concludiamo con i nuovi pro-getti.Ho appena concluso la creazio-ne nuova. In scena sono l'unicainterprete. Sento di poter rap-presentare anche questa nuovafigura ma non escudo altri inter-preti. Il teatro che penso è for-mato da una forte collaborazio-ne tecnica ma questo ha biso-gno di energie, denaro e motiva-zioni. Ora sono all'inizio della spe-rimentazione e molto fragile.Ingrandire il pensiero a più manisarebbe faticoso ma può darsianche di no. La solitudine è lacondizione che preferisco quan-do devo concentrarmi e misu-rarmi con l'elasticità del corpo.Conduco un allenamento indivi-duale di verifica della forza fisica:è il motore del mio fare teatro acui non potrei rinunciare. Â

MORFOMETRIE E CORPI SENSIBILIStasi, coscienza della durata e isolamento, fughe prospettiche e ridefinizione volumetrica del gesto cor-poreo sono i segni distintivi del lavoro di una delle figure più interessanti della scena performativa nazio-nale. Nel tentativo di entrare nelle sue forme ritmiche ispirate al movimento, la parola a Sonia Brunelli…

Sonia Brunelli (1976), studia arte eil radicale problema della rappresen-tazione e della comunicazione artisti-ca. Si diploma in scenografia del tea-tro all'Accademia di Belle Arti diBologna e dal 2000 segue la produ-zione di alcuni spettacoli teatrali. Inparallelo allo studio tecnico dellospazio dal 2002 è Coroginnasta dellaStoa, Scuola di Danza e filosofia,fondata dalla Societas RaffaelloSanzio di Cesena e dal 2004 è autri-ce di azioni teatrali, realizza la per-formance 'Encefalo. AzioneRiproducibile', e l'anno successivocon 'Umo' è seconda vincitrice alPremio Internazionale dellaPerformance 2005, Galleria Civicad'Arte Contemporanea di Trento.Realizza con il gruppo Orthographelo spettacolo per camera ottica ospi-te della 37 Biennale Teatro diVenezia e attualmente prepara unanuova produzione in collaborazionecon Cango Cantieri GoldonettaFirenze, Drodesera>Centrale >Fies(TN) e Xing.

BIO.

76.arteatro Exibart.onpapera cura di piersandra di matteo

AMSTERDAM AI GIOVANI PERFORMERChi è curioso di capire dove va la giova-nissima arte performativa europeadovrebbe forse fare un salto adAmsterdam. Sì, perché dal 22 giugno al1 luglio il centro città si trasforma in unenorme piattaforma per giovani artisti. Èla nuova edizione de l' InternationalTheatre School Festival che da bendiciassette anni focalizza la propriaattenzione sui giovani talenti che gravita-no in quello spazio indisciplinato tradanza, arti visive e teatro, proponendopiù di trenta produzioni provenienti dallescuole professionali d'arte europee. ITscome luogo di incontro e scambio tra gio-vani di diverse culture ogni sera diventa,inoltre, spazio di festa con la musica diband, artisti e dj rigorosamente esor-dienti…www.itsfestival.nl

TORINO CREAZIONE CONTEMPORANEASecondo decennio di vita per il Festival delleColline Torinesi in programma per un mese,fino al 7 luglio in teatri, spazi d'arte e ville delcapoluogo piemontese. 'Torino CreazioneContemporanea' è il titolo della rassegna che,arrivata all'11a edizione, propone sinergie conquelle realtà che fanno di Torino la capitale dellibro e dell'arte contemporanea, dando spazio aquegli artisti della scena internazionale che cer-cano di rinnovare linguaggi e formati. L'edizione2006 propone cinque coproduzioni relative agliallestimenti di Pippo Delbono, Antonio Latella,Valter Malosti e delle compagnie romagnoleMotus e Fanny&Alexander. Ad esaltare la voca-zione internazionale, invece, cinque spettacoli inprime nazionali, che vedono protagonisti AlexisForestier, il caustico Rodrigo Garcia, il registairaniano rivelazione Amir Reza Koohestani eLudovic Lagarde…www.festivaldellecolline.it

VOLTERRATEATRO. 06Ventesimo anno di vita per il FestivalVolterrateatro e i suoi teatri dell'impossibile.Divenuto negli anni il luogo privilegiato per unconfronto tra innovazione e tradizione, dal 17 al30 luglio, il festival riapre i battenti non solo perpresentare eventi, ma per proporre progettua-lità inedite, raccontare le storie dei suoi prota-gonisti attraverso una serie di percorsi, labora-tori, workshop, incontri e momenti di riflessione. Attorno all'opera di François Rabelais,Gargantua e Pantagruel, graviterà il nuovo spet-tacolo della Compagnia della Fortezza compo-sta dai detenuti attori del Carcere di Volterra.Ospite d'onore di questa edizione è il registaargentino Rodrigo Garcia, con uno speciale pro-getto nel quale presenterà due tra i suoi piùdiscussi spettacoli. Tra le prime nazionali spazioal Teatro delle Ariette alle prese con le parole diKantor, Pessoa, Beck, Bob Dylan e Kafka...www.volterrateatro.it

sipari.

Immagini dalla rappresentazione Doma

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 Nell'estate del 1970, inoccasione della Biennale vene-ziana, nelle sontuose sale di Ca'Pesaro, si tenne l'ultima mostraitaliana consacrata a MarkRothko (1903-1970), che siera tolto la vita pochi mesiprima. L'unica mostra importan-te del suo lavoro era stata sinoad allora ospitata a Roma nel1962, grazie a un abile accordotra la Gnam e il MoMA. Dopo il1970, l'oblìo. Chi ha dunquevisto un Rothko negli ultimi 35anni, è segno che ha viaggiato aBasilea, a Parigi o a Bilbao, dovesi sono tenute le più recentimostre sull'artista; o che ha visi-tato la collezione permanentedella Tate gallery di Londra e lasala che gli è stata consacrata.Questa scarsa fortuna espositi-va spiega forse perché in Italia sisia sempre parlato poco e consufficienza di Rothko, considera-to anche che le esposizioni d'ar-te costituiscono, o perlomenoorientano in modo sempre piùincisivo, la cultura d'immaginedel pubblico e degli specialisti,artisti inclusi.Certo, Rothko non ha fatto scuo-la neanche negli Usa, dove nonha lasciato una discendenza fer-tile come nel caso di Pollock,indipendentemente dalle sueintenzioni. Così come, per resta-re all'interno dei protagonistidell'Espressionismo Astratto,non ha finora vissuto quel recu-pero critico che è toccato aBarnett Newman. Basti pensa-re alla più agguerrita e monu-mentale storia dell'arte del XXsecolo (in corso di pubblicazioneanche in italiano), elaborata dalmanipolo di critici più acuti einfluenti oggi in circolazione,quali Yve-Alain Bois, BenjaminBuchloh, Hal Foster e RosalindKrauss. In questo manuale a usodelle future generazioni (e cheresterà a lungo un invalicabile

punto di riferimento),a Rothko spettanoparagrafi poco incisi-vi, davanti al ruolocentrale e di cernierariconosciuto aNewman tra la gene-razione degliE s p r e s s i o n i s t iAstratti e quella deiMinimalisti.Del resto, nel corsodegli anni '60 lo stes-so Rothko sentivacrescere lo scolla-mento tra la suaopera e quella degliartisti più giovani. Siracconta che unadomenica alGreenwich Village,incrociato per casoWarhol e presenta-togli da un'amicacomune, Rothko sisia girato e se ne siaandato senza direuna parola. E non c'èdubbio che a RothkoWarhol preferiva deKooning o Pollock.Ad ogni modo, in que-sti ultimissimi anni lafigura di Rothko stasubendo un profondorivolgimento critico,grazie soprattuttoalla pubblicazione deisuoi scritti, in attesadella mostra prevista per otto-bre 2007 al Palazzo delleEsposizioni di Roma. Città cheresta una delle mete europeepreferite dall'artista, che viaggiòlungo l'Italia in tre diverse occa-sioni ('50, '59, '66), spostandosida Venezia a Pompei, da Firenzea Spoleto, da Arezzo a Tarquinia,da Assisi a Ravenna. Occasioniin cui entrò in contatto con l'arteitaliana classica - dall'amatoBeato Angelico al "troppo nar-rativo" Piero della Francesca -

ma anche con Toti Scialoja eGiulio Carlo Argan o con figuretrasversali come Emilio Villa.Ora, la migliore introduzioneall'artista è costituita senza dub-bio dagli Scritti sull'arte, la primaedizione critica in lingua italiana,pubblicata persino prima di quel-la inglese. Le diverse occorrenzedegli scritti, la loro natura etero-genea e composita restituisco-no un profilo iridescente dell'arti-sta. Corrispondenze, scritti dicarattere teorico, conferenze,

testi in catalogo, appunti presida terzi nel corso d'interviste o,ancora, una serie di bozze di suopugno per articoli mai scritti.Senza dimenticare i numerosiinediti che rispecchiano lepreoccupazioni del giovaneRothko, a cavallo tra gli anni '30e '40, per la trasmissione e l'in-segnamento dell'arte ai bambini.Testi a volte frammentari e nonsbozzati, periodi a volte contortie non lavorati a sufficienza, frut-to di un pensiero febbrile inpiena elaborazione, in cui eppurele sue intenzioni restano sempretrasparenti.Questa raccolta costituisce dun-que un tentativo di riavvicinare lafigura di Rothko a quelle ultimedue generazioni che, perdute leoccasioni espositive del '62 e del'70, conoscono l'artista soloattraverso le riproduzioni stam-pate sui cataloghi e sui calenda-ri o le diapositive proiettate -come fantasmi - nei nostri istitu-ti di storia dell'arte. Assieme agliindubbi meriti di divulgazione, lacircolazione centrifuga delleimmagini di Rothko e la loroimmissione nella cosiddetta ico-nosfera ha tuttavia i suoi svan-taggi, primo fra tutti l'effettosuscitato dalle sue opere. Le infi-nite distese di colore appaionodifatti depotenziate, così come laforza d'urto e quel senso tragicodell'esistenza che gli Scritti sul-l'arte provano finalmente a resti-tuirci. Â

[riccardo venturi]

LE DIAFANE PAROLE DI ROTHKOIn anticipo addirittura sull'edizione inglese, il nostro collaboratore Riccardo Venturi ha curato la versioneitaliana degli scritti di Mark Rothko. E ce li presenta in esclusiva…

Mark Rothko, Scritti sull'arte.A cura di Miguel Lopez-Remiroedizione italiana a cura diRiccardo Venturi, Donzelli, Roma 2006,pp. xvii+252, 23,90 euroInfo: via Mentana, 2b - Romatel. +39 064440600fax +39 [email protected]

info.

78.libri Exibart.onpapera cura di marco enrico giacomelli

Mark Rothko - Violet, Black,Yellow on White and Red, 1949 -New York, Solomon R.Guggenheim Museum

PLAYBECKETTIn occasione del centenariodella nascita di Samuel Beckett,Massimo Puliani e AlessandroForlani hanno chiamato a rac-colta alcuni studiosi per fare ilpunto sulla ricerca dei lavoriplay dell'indimenticabile irlande-se. Ma anche per dar voce a chilo ha affrontato dal punto divista della multimedialità, daJulian Beck a un Finale di parti-ta cibernetico. Non a caso allibro è allegato un DVD conmateriali editi e inediti.Halley - ill. b/n - 239 pp. + dvd24 euro www.halleyeditrice.it

G.A.M. ARNOLDO BONZAGNI Il catalogo generale dell'istitu-zione pubblica del ferraresevede finalmente la luce, per lacuratela di Fausto Gozzi, intro-dotto da Rossana Bossaglia econ testi che annoveranoanche la firma di Sgarbi. Unastoria che ha inizio nel 1918 eche ha il suo nucleo centralenelle opere dello stessoBonzagni, ma svela altresì pic-coli e grandi tesori, da MarioNigro a Oliviero Rainaldi.Motta - ill. a colori - 359 pp.55 eurowww.mottaeditore.it

LETIZIA CARIELLO -HALLENBAD BOOK"Se pensate di assitere a unavideoripresa della piscina comu-nale di Pontresina, dove una gio-vane donna […] si fa una bellanuotata […] beh, vi sbagliate digrosso". Sono le parole con cuiesordisce Lea Vergine nel testoche accompagna un volumedisorientante, composto dalladocumentazione della performa-ce, dunque da stills e foto, maanche da bozzetti e "fonti". Infondo cos'altro può e deve esse-re un buon libro d'artista?Charta - testi ita/ingill. a colori - 136 pp. - 42 eurowww.chartaartbooks.it

ALBERTO BURRI, L'EQUILIBRIOSQUILIBRATOLa bibliografia dedicata al mae-stro umbro è sterminata. Madi testi così, che affrontano lasua opera a partire dall'ester-no della critica dell'arte stori-ca, se ne contano sulle dita diuna mano. Un saggio a tratticomplesso e assai stimolante,che critica l'interpretazionepsicanalitica e propende perun approccio ermeneutico,debitore di Ricoeur e SimoneWeil.Silvana - ill. a colori - 96 pp.18 eurowww.silvanaeditoriale.it

no dust.no italian.

DEMOKINOCurato da Ivana Ivkovic e DavideGrassi, il volume che proviene daLubiana prende spunto dal filminterattivo dello stesso Grassi,ispirato al fenomeno parlamenta-re dei cosiddetti pianisti.L'occasione è ghiotta per darealle stampe alcuni interventi rela-tivi ai rischi della teledemocrazia.Fra gli altri, segnaliamo lo scrittodi Antonio Caronia e l'intervistaall'artista di Domenico Quaranta.Maska-Aksioma - testi ininglese - ill. b/n - 160 pp.16 euro - www.maska.si /www.askioma.org

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meltemi.eduCollana edita da Meltemi

Info: via Merulana, 38Roma

tel. +39 064741063fax +39 064741407

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Mentre Colors Magazine apre i propri archivia Forma, il Centro Internazionale di Fotografiadi Milano, infuria la polemica tra Flash Art eSegno sull'affaire Abruzzo. Il concetto di conflit-to d'interessi non fa parte del vocabolario diparecchi personaggi mila-nesi, ma pure romani, tori-nesi ecc. Andatevi a legge-re botta e risposta su exi-bart.com poiché personal-mente siamo senza parole.Alto gradimento invece peril ritorno di Janus, la rivistafondata da Jan Fabre. Orasarà semestrale e direttada Nicola Setari. Il primonumero, dedicato aMilano, è in edicola da giu-gno e distribuito da SilvanaEditoriale. Mentre è unarivista-oggetto BAU, conun #2 in formato scatola,150 esemplari contenentiopere in A4 di 77 artisti. Il tema è il Corpod'A(r)mata.Nel campo dell'architettura, da Firenze si fastrada Inter-ferenze, pieghevole mensile e gra-tuito che si può reperire soprattutto nel capo-luogo toscano o in pdf sul sito.Dopo un numero pilota, ha esordito ancora aFirenze - ma con uno strettissimo legame conLondra - il trimestrale ArtSeen. Una rivista inte-ramente scritta da artisti, con un alto gradien-te di autoriflessione non priva di interesse. Unafrontiera la cui esplorazione porterà probabil-mente a risultati inaspettati. Il direttore?Gordana Bezanov, nata in Zambia, studentes-

sa a Londra e residente a Firenze, dove fino al2003 dirigeva la Small Art Works ArteContemporanea. Immagini in movimento, pertornare all'architettura - ma pure all'urbanisti-ca e al design - per la web tv Archiworld

Channel.Intanto si è assistito a gran-di rivoluzioni sui femminili,con la nuova Anna e il con-trattacco preventivo diGrazia. Epperò l'arte se lasono dimenticata, o quasi.Dobbiamo aspettare ilnuovo prodotto del Sole-24Ore, come si mormora coninsistenza?In zona fashion, su dvd spic-ca il newyorkese Fly, quadri-mestrale sold out in pochesettimane. In Italia lo sitrova, almeno in teoria, inCorso Como a Milano. C'erada chiederselo? Disponibile

anche in limited edition, chicca al quadrato.Spostandosi a ovest, da Torino sono passati gliartisti del Purple Journal, progetto franceseideato da Elein Fleiss e Olivier Zahm, che pub-blica anche Purple Fashion e stampa i PurpleBooks. Sempre nel capoluogo piemontese èandato in scena, letteralmente, il Salone delLibro. Parata di maître à penser a corto diidee, insomma piuttosto deludente, con gli edi-tori medio-piccoli rintanati in un angolo, lasezione riviste scomparsa e i grandi gruppi edi-toriali a vendere tonnellate di carta… Senzanemmeno uno sconticino. Incomprensibile! Ementre oltralpe l'esordio su carta di

performArts è piuttosto deludente, nel nord-est italiano Juliet #127 allegava gli atti diTracker Art, "convegno della nuova critica d'ar-te italiana". Giovani volti freschi? Allora cosa cifacevano i buoni Dehò e Brollo?!Qualche eccellenza nostrana comunque resta,e lo conferma l'inserto Style & Design del Time,primavera 2006, dedicato all'alta moda italia-na. L'ultimo sguardo è per i quotidiani, nella fat-tispecie il Riformista, sulle cui colonne il sabatoscrive Bonami, che non esita a esporsi. Peresempio, il 6 maggio ha dato qualche staffilataall'"anormalia" della Biennale veneziana. Inmolti non gli risparmiano (invidiose?) critiche,ma ce ne fossero di più di curatori italioti dispo-sti a "sporcarsi le mani" pubblicamente…

in ordine di apparizione

Colors Magazine - www.colorsmagazine.comFlash Art - www.flashartonline.itSegno - www.fondazionesegno.it

Janus - www.janusonline.netBAU - www.bauprogetto.it

Inter-ferenze -www.nitrosaggio.net/bartolozzi/inter-ferenze.htm

ArtSeen - www.artseenjournal.comIl Sole-24 Ore - www.ilsole24ore.com

Archiworld Channel - www.archiworld.tvFly - www.insidefly.com

Purple Journal - www.purple.frSalone del Libro - www.fieralibro.it

PerformArts - www.performarts.netJuliet - www.julietart.net

Time - www.time.comRiformista - www.ilriformista.it

rotocalco.

Sotto le sapienti mani chirurgiche di GianniManzella, Art'O si è conquistata una buonafetta di quel mercato intellettuale che ama leconvergenze - parola che utilizziamo in luogo di"contaminazioni", che suo malgrado appartieneormai al turpiloquio del chiacchiericcio accade-mico-mediatico. Completamente rinnovata nel-l'ultimo anno e mezzo di attività, la rivista trime-strale nata nel 1998 ha dato alle stampe 4numeri reimpostati da cima in fondo, dalla gra-fica alla redazione, e da poche settimane dispo-ne anche di un aggiornato sito internet.Il sottotitolo della testata, Cultura e politicadelle arti sceniche, è eloquente a sufficienzaper ciò che concerne i fini. Ma per quantoriguarda gli àmbiti di interesse, occorre speci-ficare che con "arti sceniche" s'intende qui unospettro assai ampio di espressioni umane.Quindi non soltanto quello che da qualche annosi chiama teatrodanza o, più recentemente,arteatro, ma pure tutte quelle manifestazioniperformative che, nella maggior parte dei casi,trovano la propria audience in gallerie d'arte,musei e rassegne d'arte più o meno biennali. Facciamo allora qualche esempio, affinché ildiscorso sia più chiaro. Innanzitutto, in duedelle pagine finali d'ogni uscita, nella rubricadec-room/ pensieri decompressi, sono ospita-ti artisti ai quali è garantita la massima libertàpossibile. Sinora ci si sono spesi KarinAndersen, Simone Tosca, ZimmerFrei eFlavio Favelli. Sotto ogni numero scorre poi unfil rouge più o meno palese, e nascono aggre-gati di scritture e immagini che ruotano intor-no a tematiche e soggetti. Sul #16, per esem-pio, è stato dato un doveroso e ampio spazioalla Tragedia Endogonidia della SocìetasRaffaello Sanzio, ma pure alla Body Art, in par-ticolare con un'intervista alla decana LeaVergine. Le performance talora sono quasi"scuse" per parlare d'arte visiva tout court,come nel caso dell'articolo dedicato al "ludico"Shintaro Miyake (#17), o decisamente assu-mono il loro significato inglese originario, cosic-ché si può - e deve - senz'altro affrontare anchela musica, il "corpo sonoro", con una sezioneaperta da Marco Altavilla (#18).Veniamo infine a una panoramica del #19, chein copertina reca un lavoro dell'amato RobinRhode. Segnaliamo l'analisi di Di stanze diLuisa Cortesi e Massimo Barzagli, un appro-fondito studio di Elfi Reiter che indaga l'operadello stesso Rhode, Martin Arnold, GregorSchneider e Regina José Galindo. E ancoraqualche nota sull'installazione veneziana diPipilotti Rist per la penna del nostro GaetanoSalerno.Un altro evidente fil rouge degli ultimi 4 nume-ri è l'omaggio reso al compianto Leo deBerardinis, del quale Art'O ha pubblicato inaltrettante "puntate" L'Impero della ghisa. Dalucciconi.

Art'ODal 1998 il trimestrale bolognese diretto daGianni Manzella discute di "cultura e politica dellearti sceniche". E dall'anno scorso si presenta inuna veste totalmente rinnovata. Ecco come...

Art'O. Cultura e politica delle arti scenicheN. 19, inverno 2005-06Pp. 92 in b/n e colori, 8 euroColophon: Gianni Manzella (direttore),Annalisa Sacchi (caporedattrice), MonicaNannini (art director), Piersandra Di Matteo,Enrico Pitozzi ed Elfi Reiter (redattori)Redazione: via Marsili, 17 - Bolognatel. +39 [email protected]

La collana meltemi.edu èla più seriosa dell'editore divia Merulana. Sin dallacopertina e dall'assenza diimmagini, in contrappuntoal rosa shocking dellaserie Melusine. Non perniente, nel primo caso ildesign grafico è firmatoda Gianni Trozzi, nel secon-do da John Trozzi.Negli ultimi mesi è statodoppiato il capo dei 50volumi, con un livello quali-tativo e un incrementoquantitativo notevoli. Siparte dal tomo curato daMaria Giuseppina DiMonte - in forza allo staffdella Gnam romana - che,avvalendosi di contributi distudiosi quali GottfriedBoehm e MassimoCarboni, affronta l'annosatematica del rapporto fra

Immagine e scrittura, chia-mando in causa punti divista assai diversi, dallasemiotica alla psicologiadella percezione. Si navigain acque simili con MariaRosaria Dagostino gra-zie al suo Cito dunquecreo. Forme e strategiedella citazione visiva.Prendendo particolarespunto dall'ambito pubbli-citario, l'autrice adotta unangolo visuale sociose-miotico per enucleare laspecificità della citazionevisiva di contro a quellascritturale. La tesi centra-le sostiene in sintesi chetale peculiarità si esplicitiin una maggior elasticitàdella citazione visiva, chediviene prettamente cit-azione. Una proposta sup-portata da molti esempi,

fra i quali l'immancabileAdbusters, ma che a trattipare troppo propendereper il contrappasso, nelsenso che la citazionetestuale assume le sem-bianze di una Cenerentolaormai irrimediabilmenteinvecchiata.Tutto al femminile Donned'arte. Storie e generazio-ni, curato da MariaAntonietta Trasforini.L'importanza di un approc-cio di genere è sottolinea-to in apertura dalla stessacuratrice, mentre di segui-to scorrono i saggi dedica-ti fra l'altro alle artiste delFuturismo italiano (LiaGiachero) e a quelle cheoperarono fra le due guer-re (Elena Pontiggia). A que-sta prima parte di tagliostorico fa eco una secon-

da più teorica, nella qualesi trovano i saggi di LauraTamurri, Emanuela DeCecco (con due contributi),Giorgina Bertolino eAnnalisa Cattani.Particolarmente interes-sante l'analisi di Bertolinosul genere - in tutti i sensi -dell'intervista nella criticad'arte. A partire daAutoritratto di Carla Lonzi(testo preso specificamen-te in esame da Iamurrinello stesso volume), la cri-tica del gruppo a.titoloindaga i meccanismi del-l'autorappresentazione.Infine, una segnalazione èdoverosa per il volumeforse più interessantestampato nel corso del-l'anno scorso, Estetica cul-turale. Oltre il multicultura-lismo di Giuseppe Patella.

Il docente di estetica a TorVergata e caporedattoredi "Ágalma" - rivista dellaquale abbiamo parlato suquesta pagina - parte dallaconstatazione che "oggitutto è cultura" e perciò la"decodifica" dei messaggiveicolati esige una "saperecritico vasto, articolato esoprattutto flessibile". Inquest'ottica, se l'esteticanon vuole limitarsi al peg-gior accademismo, dovrànecessariamente confron-tarsi con quelli che a parti-re dagli anni '60 vengonochiamati cultural studies.Ma ciò senza cedere a"connivenze" di vario gene-re: per questa ragione l'au-tore esamina puntualmen-te il postmoderno e i limitidi un multiculturalismoche ha perso "l'iniziale cari-ca dirompente". A chiusu-ra del volume, Patellasegnala l'utilità del lavorodi quattro pensatori con-temporanei: PierreBourdieu, Terry Eagleton,Bruno Latour e SlavojZizek. Per un'estetica chesi configuri come "una teo-ria dei beni simbolici, o unascienza degli artefatti cul-turali".Chiudiamo ricordando unanovità, in stampa in questigiorni: Fatto in Italia, a curadi Paola Colaiacomo eVittoria Caratozzolo, cheraccoglie anche un contri-buto dell'impareggiabileMaria Luisa Frisa. Per un'a-nalisi dell'abito, fra speri-mentazione e mercato.

meltemi.eduChe l'editore romano sia fra i più interessanti della scena "accademica" lo abbiamo ribadito in varie occasioni. Perché riesce a pubblicaresaggi corposi e approfonditi mettendo fra virgolette l'accademismo. Grazie a un certo stile di scrittura e ai temi affrontati…

Francesca Rivetti - Meteore, M-7 - 2005 - C-Print sotto plexiglass - cm 120x180 - edizione di 5Francesca Rivetti per pre[ss]view

80.pre[ss]view Exibart.onpapera cura di marco enrico giacomelli

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 In questi giorni Yoox festeggiail suo sesto compleanno. L'e-con-cept store più visitato d'Europa,presente in Canada, Stati Uniti,Giappone, Cina e Australia, si cele-bra oggi con due milioni di visitato-ri al mese, un milione e mezzo dicapi spediti in tutto il mondo ed unfatturato di settantacinque milionidi euro l'anno. Con queste cifreYoox, meta di riferimento fra lepiù cool per la moda on-line, apreal design, cominciando con la col-lezione "Freaks - 20 oggetti dedi-cati alla custodia dell'Io", presenta-ta a Milano durante la settimanadel design. Ma questa è solo larealtà.Il vero mondo di Yoox è l'immagi-nario. Solo in una dimensionefuori dallo spazio e dal tempopoteva prendere forma questoluogo sospeso nel quale i sogniassumono l'aspetto di abiti, fogge,colori che permettono al visitato-re di inventare ogni volta uno stileunico e personale, come unici epersonali sono gli umori e le stelleche ciascuno insegue. Gli abiti sognati su yoox.com nonsi trovano nei negozi del mondoreale. Sono collezioni di giovani sti-listi pensate ad hoc, capi di finestagione in vetrina qualche meseprima, vintage in voga cinquan-t'anni fa. E costano meno. Yoox non è l'unico e-conceptstore. Ne esistono altri, alcuni

addirittura (comeNomadedesign) varati più direcente, ma che - cronologia aparte - si sono fermati prima.Nomadedesign presenta oggettiautoprodotti accanto ai pezzi fortidel made in Italy. Owo.it è un sitochiaro, ben fatto, senza sbavatu-re, e lo stesso vale per www.e-interiors.net. Ma è tutto lì. Similiesperienze, professionalmenteimpeccabili, sanno tuttavia anco-

ra di versioni on-line di businessnati off-line. Tolta la comodità discegliere i prodotti da casa, com-prare su questi siti non offre nien-te di qualitativamente diverso daquello che si può esperire nelmondo reale. Quelli di Yoox hanno capito meglioil loro tempo, forse perché l'idea ènata non solo dall'attuale ammini-

stratore delegato FedericoMarchetti ma anche dal talentoimmaginifico degli artisti-designerAlessandro Guerriero e AlbertoBiagetti. A Yoox hanno capito cheuna tecnologia che non abbracciail sentimento rimane spenta. Illoro visitatore, posto davanti auna vetrina dove convivono i piùdiversi stili e periodi, è reso libero

dai "generi", e contemporanea-mente dotato degli strumenti perfantasticare (nel senso etimologi-co di visualizzare plasmando atti-vamente ciò che visualizza) il pro-prio stile. Nell'atelier virtuale"Strambo" si può addirittura com-porre la propria borsa on-line ericeverla a casa esattamentecome la si è vagheggiata.

Tutto ciò fa di Yoox un'esperienzadi shopping del tutto diversa daquelle che si possono avere nelmondo reale, come si sono resiconto i clienti anglofoni che nonparlano più di fare shopping ma difare yooxing, esperienza interatti-va, proteiforme, il cui fine ultimo èmeno l'acquisto di un abito che laricerca di "sé". Un sé aperto ecangiante, caleidoscopico, propriodi un consumatore iper-maturo,largamente abituato ad acquisirepezzi della propria identità attra-verso ciò che compra, e che chie-de solo di poterlo fare con mag-giore efficienza, divertimento,incanto.Il successo di Yoox va ascritto allacapacità che hanno avuto i suoiideatori di cogliere lo scartoantropologico fra il consumatoretradizionale, che, deferente, siadeguava ai generi (era punk, eraclassico, ecc.), e il consumatoredel nuovo millennio, che ha man-giato la foglia e non ci sta più afarsi giocare dai generi ma vuoleessere lui, vanesio e disincantato,a giocare con loro al gioco piùantico del mondo: la sempreverdescoperta del Sé. Forse perché sente che, al disotto della retorica dell'Io, la verasintonia dello yooxing con il suotempo si nasconde nel risvoltooscuro che la continua ricerca delcuore del carciofo non può nonavere: l'annullamento, perseguito,della superstizione del Sé, riassor-bito velatura dopo velatura nelnessuno che ha sempre sognatodi essere. Â

[stefano caggiano]

IL CUORE DI ARLECCHINOGli Indios esponevano da secoli i corpi alle intemperie, quando videro i Portoghesi capirono subito che quegliuomini nuovi si coprivano di stoffe per motivi più simbolici che funzionali. Meglio abituati di noi a dialogare con ifantasmi, avrebbero capito subito anche il senso di Yoox, il guardaroba infinito online. Oggi anche design oriented…

Exibart.onpaper design.81a cura di marco sammicheli

Quelli di Yooxhanno capito meglio il lorotempo. Hanno capito cheuna tecnologia che nonabbraccia il sentimentorimane spenta.“

sopra: La mostra Freaks - 20 ogget-ti dedicati alla custodia dell'Ioa sinistra: Yoox cover di aprile 2006

compassi.NEW ITALIAN DESIGNLa Triennale di Milano ha intrapreso un'ope-ra di censimento dei giovani designer italianiunder trentanove e un quarto. Passata l'epo-ca dei Maestri del XX secolo il design è diven-tato sempre più una "professione di massa",termine che, lungi dal denotare qualcosa dinegativo, fa riferimento al crescente numerodi scuole, centri, università, studenti e ricer-catori. I materiali del censimento servirannoper realizzare la mostra The New ItalianDesign, a cura di Andrea Branzi, che si terràpresso il palazzo della Triennale dal 18 gen-naio al 27 aprile 2007. (s. c.) Info e iscrizioni su [email protected] 02 72434219.

DESIGNER DEL FUTURODopo il successo dell'edizione invernaledi Miami Design District, evento a margi-ne di Art Basel Miami Beach, s'annunciaun'entusiastica accoglienza anche perl'edizione europea, Design Miami Basel,dal 13 al 16 giugno a Basilea. Il calenda-rio è fitto di appuntamenti importanti:conferenze, mostre e la presenza didiciassette gallerie internazionali cheesporranno oggetti di design moderno econtemporaneo. Ma soprattutto, siattende la consegna dell'esclusivo pre-mio "Designer of the Future" al gruppobritannico "Established & Sons" che pre-senterà un'installazione al Theater Basel.(giorgia losio) www.designmiami.com/basel06

FESTA DELL'ARCHITETTURABuone notizie nel paese dei geometri. Pertre mesi in Triennale si festeggia l'architettu-ra, quella vera, quella che prova a risponde-re alle angosciose questioni del contempora-neo: l'abitare, l'ambiente, il rappresentare.Su questo ultimo aspetto punta la mostraGood N.E.W.S. che fa scontrare l'antico diPaestum o il vezzo del Canaletto con i plasti-ci di Eismann e Koolhaas. Domus presentala controversa "chiamata ai compassi" perla riconversione del Ryugyong Hotel diPyongyang. Le foto di Carlo Valsecchi rac-contano un'indagine sulle fabbriche siderur-giche in Italia, Messico e Argentina. Un fittocalendario d'incontri, molti da non perdere, ilsito della Triennale è un valido aiuto. (m2)www.triennale.it

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 Uno dei pochi aspetti struttu-rali che l'adozione di flussi di lavo-ro digitali ha offerto alla speri-mentazione creativa in architet-tura è la recente possibilità dicontrollo progettuale offerta daimotori software che gestisconoil calcolo della luce diffusa. I testvisivi di motori come radiosity ovray, hanno reso disponibile unagrande quantità di rappresenta-zioni di oggetti scelti per la lorocapacità di misurarsi con la luce.Il capostipite di questa famiglia dioggetti è inevitabilmente il teapotdi 3DS Max - tra i primi ad esse-re modellati ormai trenta anni fa- e subito identificato in diversilavori artistici. La teiera non èstato che il primo di una serie dioggetti estrapolati dai contestipiù diversi ed identificati solo perle curiosità volumetriche esuperficiali che consentivano difarne dei perfetti light tester.La sensazione luminosa iperrea-le tipicamente prodotta daimotori di global illumination, staintroducendo una nuova declina-zione di sensibilità nei confrontidella luce. Questa sensibilità siesprime attraverso un'attenzio-ne al rapporto tra la luce e lemodalità fotoreattive di un lessi-co architettonico semplice.Il successo visivo di questi moto-ri software può assicurarsi ilmerito di aver contribuito a spia-nare le derive formaliste inevita-bilmente indotte dalla necessitàdi produrre le visualizzazioni foto-realistiche in ambiente di model-lazione. Ambienti formalmentefuorvianti in quanto concepiti pertutto tranne che per la ricercacreativa in architettura.Come sempre, quando un lin-guaggio visivo inizia a strutturar-si, le sensibilità personali si muo-vono a ricercare gli elementiappropriati a costituirne il voca-bolario. Ad una scala minima edintima, Stefania Galegati isola edocumenta un interessante sog-getto, un ottimo interprete dellecondizioni luminose italiane edeuropee. Il nostro continente sitrova infatti ancora cosparso, adistanza di cinquant'anni, diarchitetture minime e consisten-ti: bunker per il controllo del tirodi artiglieria, nidi di mitragliatrici,ricoveri di truppe. Sono strutture

caratterizzate da formalismiinsoliti ma ovviamente funzionalie soprattutto chiari e monocro-matici come gli oggetti tridimen-sionali che si utilizzano per i testdi rendering. Solo luce e superfi-ci.Passiamo ad un'altra scala. Cittàdi Pietra costituirà una sezioneautonoma della prossimaMostra Internazionale diArchitettura di Venezia. Curata

da Claudio D'Amato Guerrieri eprodotta nell'ambito del progettoSensi Contemporanei, la sezioneaffronta filologicamente il temadella città mediterranea. Algeri,Salonicco, le città di fondazionedel ventennio in Italia ed in Libia.La scelta esprime un altro senti-mento che inevitabilmenteaccompagna questo tipo di fasci-nazione per la luce e la sospen-sione temporale da fiaba che

queste ambientazioni terse pos-sono esprimere. Una modalitàche appare crescere con forzanell'ambiente critico italiano degliultimi mesi e le cui parole chiavesono: sud, luminoso, metafisico.A quest'ultimo aggettivo, troppostrettamente legato ad unmomento dell'arte, proviamo asostituire il termine 'antico'.Conclusione inattesa e dal teno-re classico, insolito in un articolo

che vede comparire un certonumero di volte l'aggettivo digitale.Ma la fotosensibilità che stiamocercando di definire introduceuna concreta modalità classica inun ambiente digitale i cui principa-li modi erano sempre stati quellidella trasparenza e della dinamici-tà… Citiamo a questo propositoPier Paolo Pasolini che ragionaaddirittura su Leopardi a proposi-to delle Favole Antiche: "ma laqualificazione di 'antiche' deriva daantiquus o da anticuus? Antiquussi sa quello che vuol dire; quantoad anticuus, contrario di 'posti-cus', indica il sud, l'ora del sud. Lefavole in questione sono favole'antiche' o favole 'meridiane'? Il piùbel passo del saggio fra l'altro èquello intitolato 'Del meriggio', edha come oggetto l'ora in cui 'il solestesso sembra imbrunire per ilcalore'" (Pier Paolo Pasolini,Petrolio, Mondadori, Milano2005). Â

also available architecturewww.alsoavailable.net

LinksStefania Galegati - www.galegati.net V-Ray - www.chaosgroup.comCittà di Pietra -www.labiennale.archinauti.it

DIGITALE ANTICO MERIDIANOLe tecnologie digitali hanno profondamente modificato i modi di fare e pensare l'architettura. In particolare, i soft-ware di gestione del calcolo della luce diffusa sembrano introdurre mutazioni strutturali. I volumi si fanno essen-ziali, abbaglianti, la luminosità fa pensare alle costruzioni antiche. E insieme, inaspettatamente mediterranee...

82.architettura Exibart.onpapera cura di luca ruali

in alto: X Mostra Internazionaledi Architettura, Città di Pietra,L'altra modernità - Isola di Leto,piazza Littoria - Ricostruzionevirtuale elaborata da F. Pagano,P. Ria, L. T. Sivo, G. Tauaccanto da sinistra: StefaniaGalegati - Bunkers, acrylic onwood board and drawings,2004-2006;rendering in v-ray del teapot di3DS MAX 8

LUCE CAADASGVIS commercializza il software V-Rayper Rhino. L'esperimento era già stato ten-tato. Maxwell offriva già da tempo un moto-re di global illumination da innestare sudiverse applicazioni bypassando l'ambientedi modellazione. Certo l'affidabilità non eraestrema in confronto a quella nota delmotore di ChaosGroup. Ma aldilà dell'epi-sodio commerciale, la possibilità di utilizzodi un motore di luce diffusa direttamentenell'ambiente caad evita il passaggio in unambiente di modellazione, rendendo piùdiretto il flusso di lavoro e meno incomben-ti le tentazioni che hanno reso uniforme-mente pacchiana molta 'architettura digi-tale' di questi anni.www.asgvis.comwww.chaosgroup.com

FRONTI DEL PORTOUn'altra declinazione della luminosa fascina-zione mediterranea porterà per la prima voltaa Palermo - in tre sedi diverse - una sezionecollaterale della 10. Mostra Internazionale diArchitettura: Città-Porto, a cura di RinioBruttomesso (dal 15 ottobre 2006 al 14gennaio 2007). Local Gate to Global Market,allestita a Palazzo Forcella de Seta, presente-rà una rassegna di quindici casi di città por-tuali di diversi continenti con i progetti legati ailoro waterfront urbani. Grande Sud, allestita aS. Erasmo, sarà invece focalizzata su diecicittà portuali del sud italiano. Sempre a S.Erasmo la mostra Palermo Mediterraneo illu-strerà l'esperienza che la città sta conducen-do nel campo della riorganizzazione della suazona cittadina fronte-mare.www.labiennale.org/it/architettura

SPOT SUI PROGETTISTIIl parallelismo tra le due sezioni della Biennaledi Venezia prosegue nel bando di due concorsiinternazionali di idee. Nell'ambito di Città diPietra, Progetto Sud presenterà i risultati di unconcorso di idee su quattro siti del mezzogior-no: Punta Perotti a Bari, il porto di Crotone, leLatomie dei Cappuccini a Siracusa, il porto turi-stico di Pantelleria. Progetto Sud si ricollega alProgetto Venezia promosso per la prima voltada Aldo Rossi e vuole essere un omaggio allafigura ed all'opera di un maestro. Nell'ambitoinvece di Città-Porto, il premio di architetturaPortus sarà rivolto a progettisti under quaran-ta che dovranno definire soluzioni di riassettodi zone urbane di waterfront, individuate nellesette regioni del Sud Italia coinvolte nel proget-to Sensi Contemporanei.www.premioportus.it

metricubi.

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Da dove arrivaRoberto Ago?

Credo siano statideterminanti i miei

nonni paterni. Luiera collezionista, così

sono cresciuto inmezzo ai Fontana, Burri,

Twombly, Moore, mentrecon mia nonna e mia

madre andavamo spessoalle mostre. Ma è solo dopo

un lunghissimo periodo dilatenza, congiuntamente allo

sbocciare della calvizie, che horiscoperto l'arte, a ventidue anni.

La tua formazione vera e propria?A Milano ho studiato con Fabro e

Garutti, due personalità straordinarie eper molti versi opposte. Ho cercato di

prendere il più possibile da entrambi.

La scelta di Milano, quindi, la difendi?Credo che il luogo in cui si vive inevitabilmente

influisca sul proprio lavoro. In meglio o in peggio.Se si è in cerca di stimoli di qualità e di un con-

fronto costruttivo, è meglio andarseli a cercaredove esiste una realtà artistica riconosciuta e dina-

mica, piuttosto che fermarsi dove capita. In ItaliaMilano (che per il resto non è il massimo) è uno di que-

sti luoghi, e probabilmente il migliore; tanta arte prodot-ta qui è anche il frutto del lavoro di molti artisti prove-nienti da ogni parte della Penisola. Quanto detto vale, inmodo esponenziale, in relazione al fatto di trasferirsiall'estero, o anche solo di soggiornarvi. Per cui farò unsalto, appena potrò, nella succulenta Grande Mela.

Hai a disposizione tre righe per presentare il tuo lavoro…Facciamo sei? In genere lavoro utilizzando quegli ogget-ti, immagini e iconografie preesistenti che siano ricon-ducibili in modo pertinente ad altri oggetti, immagini, eiconografie preesistenti. Ovvero formalizzo delle meta-fore, anche solo con un titolo o attraverso le modalitàdi presentazione di un oggetto, che cerco di alterare ilmeno possibile. Questa sorta di dispositivi semantici,una volta affidati all'interpretazione dello spettatore,lasciano emergere gli aspetti più immaginali, inopinati eprofondi circa i contesti dai quali i vari oggetti sono statiprelevati o a cui fanno riferimento.

E un autoritratto te la senti di tratteggiarlo?Credo di possedere capacità di distacco, senso criticoe un'attitudine all'analisi, che a volte mi rendono pedan-te con me stesso. E rompipalle con gli altri. Nella vitasono un po' incapace di smettere di fare l'artista, cheforse è un pregio. Ma è sicuramente un difetto,soprattutto per chi con l'arte non ha nulla a che vede-re (esiste anche gente così). Credo che chi si occupad'arte sappia bene, e a malincuore, cosa intendo.

Influenze e persone davvero importanti attual-mente per il tuo lavoro?Sarò banale, ma Duchamp su tutti.

Dove si danno appuntamento politica e arte?Nel più intimo dei luoghi domestici, dove amoconsultare le riviste d'arte. In quel di Roma, leg-gevo spesso di come a Milano fosse ancora atti-vo un Tempio dedicato all'Arte e all'istruzione dei

suoi giovaniiniziati; men-tre nell'Urbe,ahimé, solor o v i n e .Sposai quellalungimirante"politica", ecosì a venti-cinque anni

mi sono trasferito a Milano, iscrivendomiall'Accademia di Brera. La cosa divertente è che quiho messo su famiglia, lavoro con qualche risultato econtinuo a consultare riviste nel più intimo dei luoghidomestici. Solo che ora (ma anche allora) la Deadell'Arte passeggia altrove, ovvero in Central Park…

Chi vuoi ringraziare?Mia moglie, mia figlia e Duchamp (che non è il gatto).

E tra i galleristi?Devo molto a Lino Baldini, buon Mefistofele dell'artenostrana, con il quale sono "venuto alla luce". In questomomento sto collaborando con Davide Stroppa diPianissimo e altri artisti che stimo, al lancio della galleria.È una situazione rara e molto stimolante perché essen-do tutti, più o meno, agli inizi, siamo pieni di entusiasmo.

Sei soddisfatto di come il tuo lavoro viene letto? Spesso sono soddisfatto, a volte meno. I miei lavoriessenzialmente sono interpretazioni, da fare e disfare,richiedono un piccolo sforzo ermeneutico per esseredavvero apprezzati, poiché formalmente non sonocerto esuberanti (almeno per ora). Comunque non milamento, mi sembra che, generalmente, venganoaccolti con vivo interesse. Forse per le vere cantonatee i resoconti puntuali dovrò aspettare un po', perché aparte qualche giovane critico, non ho ancora avutomolti rapporti né con la critica né con la stampa.

Hai uno studio?No, all'occorrenza "mi appoggio" da qualcuno. Ma ingenere non ne ho bisogno, perché il mio modus ope-randi non lo richiede. Lavoro con le idee, e queste osi concretizzano in oggetti e immagini che mi limitoa prelevare dalla realtà quotidiana, o vengono for-malizzate da artigiani di vario tipo a cui commissio-no tutto il lavoro manuale. I soldi che ho risparmiatosullo studio amo spenderli così.

La tua mostra migliore?Phoenomena, l'ultima, da Vitamin a Torino (a cura diLuigi Fassi). Perché si è articolata intorno ad un temainconsueto ma molto attuale, perché illustra bene il miomodo di lavorare e perché… voglio farmi pubblicità!

All'estero conoscono Beecroft, Cattelan, Vezzoli.E gli altri, quando? Temo che il fantasmatico quarto podio non solo è vacan-te, ma resterà tale per un bel pezzo, visto che all'esteroun italiano deve avere le doti di una star oppure è l'oblio.Vorrei dire in proposito - invece di stilare una lista di nomiche avrebbe le stesse chance di una schedina - che qual-che artista noto, dell'attuale panorama italiano, ha giàraggiunto, sta raggiungendo o raggiungerà senz'altroun'attenzione internazionale, ma in tempi più dilatati esoprattutto senza i clamori che hanno accompagnatol'ascesa dei fantastici tre. Ma il vero problema - this isthe question! - è quello di rimanerci, lassù.

Puoi dirlo chiaramente: in molti sono sopravvalutati?In molti - forse tutti? - sono sopravvalutati, ma si tendea rimuovere il fatto che l'Italia non ha storicamentemai prodotto, per ogni decennio, che un esiguo nume-ro di artisti veramente validi, di cui meno della metà ingrado di calcare la scena internazionale.

Bio: Roberto Ago è nato a Roma nel '72, vive e lavo-ra a Milano. Mostre personali: Phoenomena,Vitamin, Torino (2006); Flowers, Pianissimo, Milano(2005); Una mostra marrone, Placentia Arte,Piacenza (2004). Tra le collettive: Corto circuito:coincidenze ed incontri segnici, ex Palazzo dell'Enel,Novara (2006); So Far, Sevenseven Art Gallery,Londra (2005); No Parachute, Art & Gallery, Milano;Tracce di un Seminario, Viafarini, Milano (2004)Mostra di fine corso della Fondazione Ratti, Chiesadi S. Francesco, Como (2003); Trading Spirit, TENTCentrum Beeldende Kunst, Rotterdam (2001).

Chi ringraziare?Lino Baldini della Galleria Placentia Arte, il primo gal-lerista che mi ha dato fiducia. Poi, Mario Gorni delCareof, che ha promosso il mio lavoro in diverserassegne. E ho simpatia per Cesare Manzo, cono-sciuto in occasione di 'Fuori Uso'. Ora ho iniziato acollaborare con Davide Stroppa della GalleriaPianissimo col quale ho in programma una perso-nale per la prossima stagione, nella nuova sede cheaprirà a Milano in Via Ventura.

Come va con i critici e la stampa?Non ho ancora molta consuetudine con i critici.Leggo le recensioni. In generale ho stima di quelliche dimostrano autonomia nel giudizio, non la domai per scontata.

Nessun appunto da muovere al "sistema dell'arte"?Quella che mi lascia nel dubbio è la figura del cura-tore: spesso serve solo a differire ulteriormentel'artista e soprattutto il suo lavoro, a subordinarloall'esigenza particolare di coesione all'interno diprogetti molto vincolanti.

Perché e quando, da parte tua, la scelta dell'arte?Come molti cercavo istintivamente quella qualitàche si può definire "grazia". Nel disegno, ma anchenella scrittura e nell'ascolto della musica.

Questa semplice cosa quando l'hai capita?È stata importante la figura di mio padre, il suo par-ticolare rapporto con le cose, con il mondo, la suaironia, il suo essere inconsapevolmente un poeta, ilsuo taccuino con i disegni della marina e con isegreti militari. Quando ancora non c'erano compu-ter e contenitori, lui con una penna descriveva ilmare: disegnava strumenti per misurare la pioggia,l'altezza delle onde, elencava le denominazioni deiventi. Una tabella scritta a mano con perizia sullostato del mare (piatto e calmo, quasi calmo, legger-mente mosso, mosso agitato, tempestoso, eccete-ra) è in sé molto musicale.

La tua formazione?Ho studiato all'Accademia di Belle Arti di Bologna eho fatto anche un po' di Università a Siena, Scienzedella Comunicazione, ma ho smesso quando avreidovuto studiare le reti neurali e il connessionismo.Poi un anno di Erasmus a Parigi, il più bello chericordo, e di recente il corso della Fondazione Ratti,con Jimmie Durham come Visiting Professor.

Descrivici il tuo lavoro…L'arte deve veicolare senso nel modo peculiare chele appartiene. È un metodo per sapere, per cono-scere. Dovrebbe riuscire ad interrogarci sul suo,sul nostro, rapporto con la realtà, interrogandoanche se stessa, il suo linguaggio, le sue forme indivenire, ma anche le sue costanti "fisiognomiche".Il nucleo del mio lavoro è in profondità, per questo ilmezzo che utilizzo può anche variare; e anche sefaccio dei video non mi riconosco nella categoriadel videoartista. Sento superati certi antagonismiche ancora ci sono in Italia, ad esempio tra chi fapittura e chi no, oppure tra tradizioni e avanguardie.

Pregi e difetti?Un pregio, che ho la presunzione di dimostrare nellavoro, è l'autenticità. Così come l'intensità. Il miodifetto più grande penso sia la mancanza di diplo-mazia nelle relazioni di lavoro, e un estremismo difondo che mi rende non facilmente adattabile.

Un esempio concreto?Ad esempio non sempre trovo interessante fareun lavoro site-specific.

E nella vita?Ho un rapporto costante con il mio inconscio,molta vita interiore. Paradossalmente questo mipredispone verso gli altri. Però mi infervoro facil-mente, sono sanguigna.

Arte e politica possono guardarsi negliocchi?Durante l'ultima edizione di MiArt mi sonoesposta molto a riguardo, con un lavoropresso lo stand della GalleriaPianissimo. Un video sul "contrattocon gli italiani", in cui "La Linea", ilfamoso personaggio disegnato eanimato da Osvaldo Cavandoli,compare come all'interno delCarosello, sotto le mentite spo-

glie della curiosa B della firma di Berlusconi. Vista lacontingenza delle elezioni so di aver cercato la faci-le lettura politica e l'equivoco, anche se non fareimai un lavoro che si esaurisce nell'attualità. Infattiquel lavoro parla dell'Italia in generale, della nostrainfanzia, dell'infanzia della televisione e della sua suc-cessiva degenerazione.

Dov'è che lavori? Il mio studio è sotto il livello del mare, è un seminter-rato. Talvolta sembra il camerino di una diva.

A quale città senti di appartenere?Ho interiorizzato tutte le città dove ho vissuto:Bologna, ad esempio, città "morandiana" e amisura d'uomo, dove ho scelto di compiere i mieistudi. A Milano invece ho fatto molta fatica adorientarmi. Adesso ho molti punti di riferimento,mi piace, ma nonostante tutto mi mancano unpo' gli orizzonti, la sento provvisoria.

Una tua mostra da ricordare?La collettiva della Fondazione Ratti, presso ilCareof di Milano. Lì ho esposto per la prima voltaPreghiera a mio padre, un video dove un autobusdoppio sembra suonare come un bandoneon. Hosentito un grosso coinvolgimento da parte ditante persone, grazie anche alla musica diDaniele Di Bonaventura, un musicista straordina-rio. La musica è molto importante nel mio lavoro,non è mai semplice accompagnamento o se lo èdev'essere percepito come l'unico possibile, ine-stricabile dalle immagini.

Chi, secondo te, tra i tuoi colleghi, meritaattenzione su scala internazionale?Anna Galtarossa, Roberto Cuoghi, RobertoAgo e Alessandro Dal Pont.

Bio: Lucia Uni è nata a Merate (Lc) nel1973; vive a Milano. Personali: Uni Lucia,Placentia Arte, Piacenza (2003). Tra lecollettive: Cortocircuito: coincidenze edincontri segnici, Ex Palazzo dell'Enel,Novara (2006); Fuori uso 2005 / LaStrada, Ex Cofa, Pescara; Video.it,Circolo degli Artisti, Torino; DiverseAttitudini, Parco Villa delle Rose,Bologna; Tracce di un seminario,c/o Careof, Milano; (S) (O) (F)(A) (R), Seven SevenContemporary Art, Londra(2005). Surely we will beconfused, CorsoSuperiore di Arte Visiva,Fondazione AntonioRatti, Ex Ticosa, Como;Moving!, Casserodelle Mura Medicee,Grosseto; AltaAttenzione, Miart,Milano (2004).

Lucia UniUn'idea di grazia a mo' di stella polare. E l'ironia vele-nosa tipica dell'osservatrice nata. Ecco Lucia Uni,che si dichiara estremista ma discetta di musicalità evita interiore. Ed è perplessa di fronte alla figura del curatore…

Roberto Ago

Exibart.onpaper primopelo.83a cura di pericle guaglianone

L'arte come dispositivo semantico d'après Duchamp.Quattro chiacchiere con Roberto Ago: la scelta di lasciareRoma per Milano, la lezione di Fabro e Garutti e un'analisidisincantata del panorama italiano della giovane arte…

Lucia Uni - da sini-stra: Firm, still davideo, 2006 - Angolodi mondo, installazio-ne video, polietilene,adesivi catarifran-genti, raso, spugna,monitor, video 4'38"formato dvd, 2004 -Le nozze chimiche,trompe l'oeil su tela,46x97 cm, 2004

Roberto Ago - in basso:Cattedrali (verso Bisantio), mecca-

nismi d'aggancio di sacchetti peraspirapolvere, 220x15x20 cm,

2004 - a destra: Vacuum II, polve-re, dimensioni variabili, installazio-

ne site specific in Viafarini, 2004

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ATTENZIONE TALENTO FOTOGRAFICO FNAC deadline: 31.VII.2006La Fnac promuove in Italia per ilquarto anno Attenzione TalentoFotografico Fnac, un progetto chesi propone di selezionare e pre-miare un giovane talento fotogra-fico italiano. Le fotografie verran-no esaminate da una giuria diesperti. Il vincitore verrà premiatocon l'esposizione del suo lavoronelle Gallerie Fotografiche Fnac.La giuria della quarta edizione2006 è composta da: PaoloPellegrin, Carlo Roberti, RenataFerri, Biba Giacchetti, Eric Ghysele Cosmo Laera. La giuria saràattenta in particolare all'originalitàdel progetto presentato e allaqualità dello stile fotografico.info: Fnac Italiatel: 02.72082213fax: 02.72082202web: www.fnac.itmail: [email protected]

ECOLE DU MAGASIN CURATORIAL PROGRAMdeadline: 30.VI.2006L'Ecole du Magasin di Grenoble èil più importante corso per cura-tori in Europa e fa parte di un net-work internazionale di università escuole d'arte. Il master ha sede inun centro d'arte contemporaneache produce mostre ed eventi.Questo ambiente "attivo" favori-sce l'acquisizione di abilità sulcampo. Saranno ammessi al pro-gram di quest'anno dieci candida-ti in possesso di una laurea di tipoumanistico o che possano dimo-strare di aver avuto esperienzelavorative nel campo dell'arte con-temporanea. Le lezioni si svolgonoin inglese e francese. info: MAGASIN- Centre Nationald'Art Contemporain, 155, coursBerriat 38028 Grenoble web: www.ecoledumagasin.com

UNO SCATTO PER L'ECONOMIAdeadline: 22.IX.2006Bariphotocamera è un concorsointernazionale di fotografia lancia-to dalla Camera di Commercio diBari per promuovere sul territorio

nazionale ed internazionale l'eco-nomia di Bari e della sua provinciaattraverso l'arte e la creatività. Ilconcorso fotografico è finalizzatoa creare un collegamento piùcostruttivo fra mondo delle impre-se e mondo della cultura, perchéprodurre cultura è un eccellente ecoraggioso modo di fare impresa.Il concorso è aperto a tutti i pro-fessionisti e non, italiani e stranie-ri, l'iscrizione è gratuita. Il primopremio è di 20.000 Euro. info: Camera di Commercio,Corso Cavour, 2 -70121 Baritel: 335.6499694web: www.bariphotocamera.itmail: [email protected]

UNIMOVIE 2006deadline: 1.VII.2006Unimovie è un festival internazio-nale dedicato a video e cortome-traggi che si terrà a Pescara dal3 all'8 ottobre 2006. Tre i con-corsi per video e cortometraggi:uno nazionale, riservato alle pro-duzioni italiane, aperto a tutti ivideo/filmakers; due internaziona-li, di cui uno riservato agli studentidi cinema di tutto il mondo e unaltro dedicato alla video arte e allavideo sperimentazione. Sonoammessi alla selezione corti evideo di produzione italiana, realiz-zati dopo il 1° gennaio 2004.info: Unimovie Viale ReginaMargherita 78, 65123 Pescara tel: 085.4214242fax: 085.4222929mail: [email protected]: www.unimovie.it

MARIA, LA MADREdeadline: 31.VII.2006L'Ufficio Promozione beni culturalidel Patriarcato di Venezia indice unbando di concorso per realizzareun'immagine mariana per la chie-sa del Centro Diocesano Card.Urbani di Zelarino, sede dellaChiesa Veneziana e Triveneta dimolte attività pastorali. L'operadovrà riprendere temi dell'icono-grafia mariana tradizionale o ispi-rarsi a passi biblici o a passi di testimagisteriali in cui Maria è presen-tata come colei che risplende

davanti alla Chiesa in cammino. Gliartisti saranno invitati ad avvalersidella consulenza di un liturgista o diun teologo. La partecipazione alconcorso è libera. Il vincitore rice-verà un contributo di 2000 Euro.info: Ufficio Promozione beniCulturali, Venezia, Castello 5660tel: 041.2771702 fax: 041.7241124web: www.venezia.chiesacattolica.itmail:[email protected]

ILLUSTRARE CHARMEdeadline: 31.VII.2006Illustrare CHARME è un concorsodedicato ad illustrazioni e fumetti,editi o inediti, purché il copyrightsia di totale proprietà e disponibili-tà degli Autori partecipanti. IlComitato Promotore, formato dal2d5 Team e dagli altri membridell'Associazione Il Pentacolo,gestirà le varie fasi dell'iniziativa eselezionerà i finalisti tra tutte leopere pervenute. Le opere finali-ste verranno sottoposte al giudiziodella Giuria, costituita dal ComitatoPromotore e da professionisti nelcampo della grafica. Ciascuna illu-strazione sarà valutata per l'origi-nalità del soggetto, per la tecnica eper l'attinenza con lo spirito delgioco di ruolo in questione.info: Il Pentacolo, Casella Postale91, Venezia 12, 30135 web: www.ilpentacolo.gdr.netmail: [email protected]

ART, SCIENCE & LIFEdeadline: 15.VII.2006Il Premio Art, Science & Life è unconcorso per artisti e designeralla ricerca del comune denomi-natore tra ricerca scientifica efatto artistico, promossodall'Istituto Scientifico Mendel,dalla Fondazione Patrizi, in colla-borazione con l'Accademia diBelle Arti di Roma, con il patroci-nio richiesto al MIUR e la collabo-razione dell'ADI, Associazione peril Disegno Industriale. Riservataall'estro degli allievi delleAccademie di Belle Arti di tuttaItalia, degli Istituti Superiori per leIndustrie Artistiche (ISIA), deicorsi di pittura e design nelleUniversità e di disegno industrialenelle Facoltà di Architettura, lamanifestazione nasce con loscopo di ravvivare l'attenzione delpubblico nei confronti della scien-za attraverso l'arte e la creatività.info: Errepi Comunicazione, CorsoVittorio Emanuele II, 284, 00186Romatel: 06.68300527web: www.errepicomunicazione.it

R.A.M. 2006deadline: 15.VII.2006Il Comune e la Provincia diRavenna invitano i giovani artistidella provincia a presentare la pro-pria candidatura alle selezioni dellasesta edizione di R.A.M. Concorsoper giovani artisti. I selezionati,oltre a vedere le loro opere pubbli-cate in un catalogo collettivo e adessere presentati da un curatorecon un testo critico, presenteran-no le proprie opere a S. Mariadelle Croci (spazio espositivo delMAR Museo d'arte della città diRavenna). L'edizione biennale delconcorso prevede, nel caso di vin-cita, la realizzazione di appositi

lavori realizzati per RAM su untema definito dalla commissioneartistica: tali opere potranno esse-re in seguito acquisite da privati odall'ente pubblico.info: Associazione Mirada, ViaChiavica Romea 88, 48100Ravennatel: 0544.454037fax: 0544.454037web: www.mirada.itmail: [email protected]

PREMIO PORTUSdeadline: 6.VII.2006Il premio intende promuovere pro-getti di riqualificazione per aree diwaterfront nei centri urbani di pic-cole e medie dimensioni di setteregioni del Sud Italia. Il Premio èindetto da Sensi Contemporaneiin occasione della sezione specia-le curata da Rinio Bruttomessoper la 10. Mostra Internazionaledi Architettura della Biennale diVenezia. Possono partecipare allaselezione architetti, ingegneri epaesaggisti under 40, singolar-mente o in gruppo. I progettistisono chiamati a definire soluzionidi riassetto di zone urbane carat-terizzate da un forte rapportocittà-acqua mediante delle propo-ste che superino le criticità esi-stenti, avanzando progetti e pro-grammi di sviluppo, i cui effettipossono estendersi anche allascala urbana e territoriale.web: www.premioportus.itmail: [email protected]

VIEDRAMdeadline: 30.VI.2006VIEDRAM nasce dall'esperienzache l'Istituto Europeo di Design diRoma ha maturato nelle ArtiVisive e mira a divenire un osser-vatorio annuale sulle tendenze piùattuali della produzione videodigita-le. Il Festival prevede un concorsodi Videodesign suddiviso in duesezioni: una tematica dedicata allaNotte, omaggio alla manifestazio-ne capitolina che ospita l'evento, euna sperimentale dedicata a temiliberi. Professionisti e dilettanti ditutto il mondo avranno la possibili-tà di sfidarsi in un contest all'avan-guardia. Il vincitore della sezionetematica si aggiudicherà un viag-gio in una capitale europea inoccasione di eventi di settore, il vin-citore della sezione tematica bene-ficerà di una borsa di studio inElectronic Sound Design, corsoserale della sede romanadell'Istituto Europeo Design.info: IED Roma, Via Alcamo, 11tel: 06.7024025fax: 06.7024041web: www.viedram.netmail: [email protected]

SAN SERVOLO ARTLABdeadline: 25.VI.2006artLAB_residenze artistiche aSan Servolo è un programmaresidenziale che ha luogo nelmese di agosto sull'Isola di SanServolo a Venezia, aperto a 10artisti visivi italiani e stranieri allostadio iniziale della carriera. Ilprogramma offre agli artisti par-tecipanti vitto e alloggio sull'isola,spazi di lavoro e il budget per larealizzazione di un'opera nuova.Le opere prodotte saranno pre-sentate in una mostra che avràluogo sull'isola nel mese di otto-

bre, in concomitanza con laMostra Internazionale diArchitettura della Biennale diVenezia, e sarà accompagnatadalla pubblicazione di un catalo-go. La lingua di lavoro della resi-denza è l'inglese.info: San Servolo Servizi, Isola diSan Servolo, 30124 Venezia web:www.sanservolo.provincia.venezia.itmail: [email protected]

ELECTROHYPE 2006deadline: 3.VII.2006La quarta edizione della BiennaleNordica di computer art apriràin Svezia il 9 dicembre 2006.Per l'occasione è stato aperto unbando aperto anche ad artisti dialtre nazionalità. Sono ammessitutti i progetti che utilizzano ilcomputer e sfruttano le possibili-tà multimediali e interattive dellenuove tecnologie. Non sono inclu-se le opere realizzate con il digi-tale, ma trasferite su altri sup-porti (video, opere a stampa). web: www.electrohype.org/2006

FREeSHOUT!?deadline: 15.VII.2006Il Festival FREeSHOUT!, all'inter-no di un'ampia sfera di mezziespressivi e nella più assolutalibertà di tema, ancor prima diessere un evento culturale edun'occasione di esposizione,intende sviluppare dinamiche diinterscambio-confronto tra real-tà permeate di umore contem-poraneo. L'evento si terrà nelComune di Prato, più precisa-mente nelle strutture degli Ex-Macelli ed in vari luoghi-satellite,dal 18 al 23 settembre in basead un programma giornaliero. Lamanifestazione ha aperto unbando per partecipare. Sonoammessi lavori nelle categorie:pittura, scultura, fotografia,installazioni, video, cortometrag-gi, musica, site specific, architet-tura, azioni teatrali, danza, jug-gling, letteratura, fumetto, fas-hion.web: www.freeshout.it

MUJI AWARDdeadline: 31.VIII.2006La giapponese Muji, una dellecatene di negozi di arredamento,design e abbigliamento più diffuseal mondo, lancia un concorsointernazionale. I designer di tutto ilmondo sono invitati a contribuirecon progetti inediti. Il tema sceltoè "Sumi" e la giuria privilegerà iprodotti pensati non per esserecentrali e predominanti in unambiente arredato, piuttostodedicati a luoghi e pensieri margi-nali, ad "aeree inaspettate dellacoscienza". I risultati verrannoannunciati durante la prossimaedizione del Salone del Mobile aMilano. Il vincitore firmerà unnuovo prodotto della collezioneMuji.info: www.muji.net/award

segui i bandi in tempo reale:http://opportunitart.exibart.com;richiedi l'inserimento in questapagina per il tuo bando: [email protected]

84.opportunitart Exibart.onpaper

Page 85: Exibart Onpaper 31

MARIO CONSIGLIOOMAR GALLIANILa mia vita. Qual è il tuo capolavoro?

"Zamec", un disegno 20x20 dove ci sono due che si applaudono avicenda, è del 2001… mai presentato a una mostra, e non ci crede-rai… non riesco più a trovarlo!

Carburante! Propellente energetico per realizzare nuove opere, nuoviviaggi. Le mie opere sono sempre in viaggio e io le accompagno.

Nelle tue scelte, cheruolo ha il denaro?

Se dovessi risponderti in maniera sportiva direi sicuramente"Difensore". Hai un ruolo importante soprattutto se sei un artistaviaggiatore, curioso, sperimentalista e se devi vivere del tuo lavoro.

Un grande cuore "rosso cadmio", il colore a cui ho affidato il mionome.

Qual è il primo colore acui pensi per il tuoprossimo lavoro?

La prima cosa a cui penso è sempre il segno e la forma, poi vengono icolori. Ci sono però dei momenti in cui vieni rapito da un colore natura-le o artificiale che memorizzi per poi applicare su una forma e un segno.

Di rimanere giovane. Cosa augureresti ad ungiovane artista?

Di soffrire il meno possibile lo stress artistico: può nuocere grave-mente alla salute.

Un filo d'erba, un segno di matita, la stessa semplice universalesobrietà.

In poche parole la tuaidea di estetica…

"Settore dell'indagine filosofica che mira alla definizione e alla classifica-zione del fenomeno artistico/com. L'insieme dei fattori richiesti e accet-tati dal gusto e dal sentimento del bello", G. Devoto, G. C. Oli…Fondamentalmente non ho ancora le idee molto chiare sull'argomento.

Non c'è un meglio o un peggio del giorno. Vivo di apnee a cui seguo-no improvvise emozioni.

Qual è il momento miglio-re della tua giornata? L'aperitivo.

L'una muta nell'altro in prodigiosa reversibilità. La tecnologia è uno stru-mento o un elemento?

Entrambi. È un elemento se integra il tuo lavoro, è uno strumento seti serve per il tuo lavoro… ma spesso ci si confonde, con questo vogliodire che non bastano gli effetti speciali per fare l'arte.

A volte l'eccesso di "musealità", le necessità urbanistiche o architet-toniche non coincidono con l'opera. La struttura non deve sovrappor-si o diventare protagonista dell'evento espositivo. Il contenitore nonpuò sovrapporsi al contenuto.

Come la vedi la"Rinascita Romana" nel

contemporaneo?

In questi ultimi anni non ho frequentato molto Roma, ma ne sentoparlare bene.

No! Nasce dal desiderio! Il lavoro finisce e ti allontana, l'arte sfinisce eti avvicina.

Consideri l'arte unlavoro? È un ossessione che trasformi in lavoro se sei fortunato.

Un paio di scarpe, una cravatta, un'automobile, una casa al mare, unviaggio in un Club Med. Un'opera non è mai kitsch! Che cosa è Kitsch? "Michael Jackson and Bubble" di Jeff Koons… è di un kitsch folle. Un

vero capolavoro.

L'architetto deve disegnare la casa che ti ospita, io vivo la mia senzaprogetti.

La tua opera nasce daun progetto? Nasce da un pensiero che diventa progetto e quindi opera.

Madonna, ha ancora qualcosa da dire e da dare.Preferiresti un invito a

cena dal gallerista LarryGagosian o da Madonna?

Invito a cena da Gagosian… e dopo cena da Madonna.

Non esiste casualità nell'esistenza, quindi se l'arte è vita... Nell'arte che ruolo ha lacasualità?

A Modigliani se cadeva un fiammifero su una sua tela ce lo lasciava.La casualità era un elemento fondamentale per lui. Io se trovo un gra-nello di polvere su un mio lavoro m'incazzo come un animale. Ma lacasualità per me ha un ruolo fondamentale sull'idea che può cadertidal cielo quando meno te l'aspetti o sull'incontro fortunoso che puòcambiarti la vita… come quello con Madonna per esempio.

Assoluto, ci nutriamo di bellezza, anche quando sembriamo essernetragicamente lontani.

Pensi che la bellezza siaun valore?

Non credo nel valore assoluto della bellezza, sarebbe troppo egocentri-co e limitato. Direi che è un po' come il concetto di verità in Pirandello:è assurdo lo sforzo dell'uomo di reperire la verità dal momento che nonesiste "una verità valevole per tutti, ma ci sono tante verità quanti sonogli uomini" e questo vale anche per la bellezza.

Chen Zen a Shanghai. Qual è l'ultima bellamostra che hai visto? Liza Loo alla White Cube di Londra.

Exibart.onpaper versus.85a cura di massimo mattioli

Page 86: Exibart Onpaper 31

[OU?]elenco completo degli Exibart.point dove trovare Exibart.onpaper

(se proprio siete così tirchi da non abbonarvi)

Hai un bar, una libreria, un ristorante di tendenza, un locale, una struttura ricettiva o turistica, una palestra, una beauty farm, un cinema,un teatro? Fidelizza la tua clientela distribuendo gratuitamente Exibart.onpaper. Diventa anche tu Exibart.point: http://point.exibart.com

Alessandria - ZOGRA - Corso Roma 123Arezzo - PUNTO EINAUDI - Via Guglielmo Oberdan 30 Ascoli Piceno - LIBRERIA RINASCITA - Piazza Roma 7 Bari - CAFFE D'ARTE DOLCEAMARO - Via S. Francesco 11 Bari - TAVLI BOOK - Strada Angiola 23 Bergamo - ARS ARTE+LIBRI - Via Pignolo 116 Bergamo - SPAZIO KLENK - Via Don Luigi Palazzolo 42Biella - CAF. CITTADELLARTE - Via G. B. Serralunga 27Bologna - ARS CAPILLORUM - Via Del Pratello 13Bologna - BRAV CAFE - Vico De Gradi 4rBologna - FABRICA FEATURES - Via Rizzoli 8 Bologna - GAM - Piazza Della Costituzione 3 Bologna - GOLEM - Piazza San Martino 3b Bologna - IL LEONARDO - Via Guerrazzi 20Bologna - LA SCUDERIA - Piazza Giuseppe Verdi 2 Bologna - L'INDE LE PALAIS - Via De' Musei 6 Bologna - MANA' - Via Cartoleria 15Bologna - MODO INFOSHOP - Via Mascarella 24/b Bologna - SESTO SENSO - Via Giuseppe Petroni 9c Bologna - SUGAR BABE - Via San Felice 25d Bologna - VILLA SERENA - Via Della Barca 1 Bologna - ZO'CAFE - Via Lodovico Berti 15/bBolzano - CENTRO CULTURALE TREVI - Via Capuccini 28Bolzano - GOETHE2 - Via Dei Cappuccini 26a Bolzano - LIB. UNIVERSITA' DI BOLZANO - Via R. Sernesi 1Brescia - B.ART - BIANCHI ARTE - Via Dei Bagni 2m Brescia - LIBRERIA DEL FUMETTO - Via Delle Battaglie 47cBrescia - PUNTO EINAUDI - Via Pace 16Cagliari - MAY MASK - Via Vincenzo Sulis 63 Campobasso - LIMITI INCHIUSI - Via Muricchio 1Castiglioncello (li) - LA LIMONAIA - CAST. PASQUINI - P.zza Della Vittoria 1 Catania - PAPINI - Corso Italia 78 Catania - ZO - Piazzale Asia 6 Catanzaro - L'ISOLA DEL TESORO - Via Francesco Crispi 7Cesena - TEATRO VERDI - Via Luigi Sostegni 13 Chieti - OFF. CULTURALI - Via Papa Giovanni XXIII 14 Codroipo (ud) - VILLA MANIN DI PASSARIANO - Piazza Manin 10Como - LA TESSITURA - Viale Franklin D. Roosevelt 2a Como - LIBRERIA DEL CINEMA - Via Mentana 15Cortina d’Ampezzo - LIBRERIA SOVILLA - Corso Italia 118 Cremona - HOTEL DELL'ARTI - Via Geremia Bonomelli 8Empoli - TECHNE - Via Mascagni 12Ferrara - LA CARMELINA - Via Carmelino 22 Firenze - ASSOLIBRI - Via Del Sole 3rFirenze - ELIO FERRARO GALLERYSTORE - Via Parione 47Firenze - G. CAFFE' GIUBBE ROSSE - P.zza Repubblica13/14r Firenze - LEF - Via Ricasoli 105 Firenze - LIBRERIA D. PORCELLINO - P.zza Del Mercato Nuovo 1Firenze - MODO - Il Prato 57Firenze - OFFICINA MOVE BAR - Via Il Prato 58r Firenze - PLASMA - Piazza Francesco Ferrucci 1rFirenze - SESAME - Via Delle Concie 20rFirenze - SOUL FUSION - Via Castello D'Altafronte 14r Firenze - TEATRO DEL SALE - Via De' Macci 111r Forlì - CAMELOPARDO - Piazza Aurelio Saffi 38 Genova - BROADSIDE - Via XII Ottobre 31r Genova - C DREAM COSTA LOUNGE&BAR - Via XII Ottobre 4Genova - DADA - Via Dei Giustiniani 3r Genova - GALLERIA D' ARTE MODERNA - Via Capoluogo 3Genova - LIBRERIA ELECTA - EINAUDI - Piazza Bellini 70Genova - MENTELOCALE - Piazza Matteotti 5 Genova - NOUVELLE VAGUE - Vico De Gradi 4r L'Aquila - LA LUNA STORTA - Via Roio 41Latina - ROMBERG ARTE CONT. - Via S. Carlo Da Sezze 18Lecce - ASSOCIAZIONE IL RAGGIO VERDE - Via F. D'Aragona 14Lecce - PRIMO PIANO LIVINGALLERY - Viale Guglielmo Marconi 4 Livorno - FACTORY DESIGN - Via Monsignor F. Ganucci 3Lucca - PUNTO EINAUDI - Via San Girolamo 19Mantova - CAFFE' BORSA - Corso Della Liberta' 6Mantova - LIBRERIA GAL. EINAUDI - Corso V. Emanuele II 19Matera - MOMART - Via Fiorentini 16Merano - KUNSTMERANOARTE - Via Portici 163 Milano - 55DSL - Corso Di Porta Ticinese 60 Milano - A+M BOOKSTORE - Via Alessandro Tadino 30Milano - ARMANI\LIBRI - Via Alessandro Manzoni 31 Milano - ART BOOK MILANO - Via Della Moscova 27 Milano - ART BOOK TRIENNALE - Viale Emilio Alemagna 6Milano - BOCCASCENA CAFFE - Corso Magenta 24 Milano - BONDBAR - Via Pasquale Paoli 2Milano - CAFFE DEGLI ARTISTI - Viale Abruzzi 23 Milano - CAFFE GIAMAICA - Via Brera 32 Milano - CAFFETTERIA DEGLI ATELLANI - Via Della Moscova 25

Milano - CHOCO CULT - Via Michelangelo Buonarroti 7Milano - CONTEXT WINE - Viale Corsica 12Milano - DERBYLIUS - Via Pietro Custodi 16 Milano - DESIGN LIBRARY - Via Savona 11Milano - DOMUS ACADEMY - Via Giacomo Watt 27 Milano - ECKORED LABORATORY - Via C. De Cristoforis 5Milano - EMPORIO CHOCOLAT - Via Giovanni Boccaccio 9Milano - FASHION LIBRARY WORK - Via Vigevano 35Milano - FORMA - LIBRERIA - Piazza Tito Lucrezio Caro 1Milano - HANGAR BICOCCA - Viale Sarca 336Milano - IED - Via Pompeo Leoni 3 Milano - ISTITUTO MARANGONI - Via Pietro Verri 4Milano - LE BICICLETTE - Via Giovanni Battista Torti Milano - LIBRERIA CLUP - Via Andrea Maria Ampère 20Milano - LIBRERIA L'ARCHIVOLTO - Via Marsala 2Milano - LIBRERIA RIZZOLI - Galleria Vittorio Emanuele II Milano - LIBRERIA UTOPIA - Via Giovanni Ventura 5 Milano - LIFEGATE CAFE - Via Della Commenda 43 Milano - MI CAMERA BOOKSTORE - Via Cola MontanoMilano - MILANOLIBRI - Via Giuseppe Verdi 2 Milano - MILANO LOUNGE BAR - Via G. Cesare Procaccini 37Milano - NABA - Via Carlo Darwin 20 Milano - OPEN CARE CAFE - Via G. B. Piranesi 10Milano - PAPER & PEOPLE - Via Friuli 32 Milano - RAAS - Via Pietrasanta 14Milano - S'AGAPO' - Via Lodovico Il Moro 171 Milano - SKIPINTRO - Via Donatello 2Milano - SPACCIO DI CHARTA - Via Della Moscova 27Milano - SPAZIO CRAPAPELADA - Via Savona 12Milano - TAD - Via Statuto 12Milano - THE PHOTOGRAPHERS - Via Legnano 4Milano - TRACE [TRAS] - Via Savona 19 Milano - VIAFARINI - Via Carlo Farini 35 Modena - ADRESSE - Largo Giuseppe Garibaldi 30Modena - GALLERIA 42 CONTEMPORANEO - Via Carteria 42Monfalcone (go) - LACOMUNALE - Piazza C. di CavourMontecatini Terme (pt) - BK1CONCEPTSPACE - Via Della Nievoletta 20Monza - ARTE FATTO - Via Carlo Prina 18 Napoli - CULTI SPA CAFE - Via Carlo Poerio 47Napoli - FONOTECA- Via Raffaele Morghen 31 Napoli - GALLERIA CHANGINGROLE - Via Chiatamone 26Napoli - GALLERIA TOLEDO - Via Concezione A Montecalvario 34Napoli - INTRA MOENIA - Piazza Bellini 70 Napoli - MADRE BOOKSHOP - Via Luigi Settembrini 79Napoli - MANI DESIGN - Via S. Giovanni Maggiore Pignatelli 1bNapoli - NENAPOP - Via Nardones 22Napoli - NOT GALLERY - Piazza Trieste E Trento 48Napoli - PAN BOOKSHOP - Via Dei Mille 60Napoli - TEATRO TINTA DI ROSSO - Via San Biagio Dei Librari 39Napoli - TTC CLUB - Via Giovanni Paisiello 39Novara - TEATRO COCCIA - Via Fratelli Rosselli 47Padova - BARLUME - Via Antonio Francesco Bonporti 26Palermo - EXPA - Via Alloro 97Palermo - KURSAAL KAHLESA - Foro Umberto I 21 Palermo - LIBRERIA BROADWAY - Via Rosolino Pilo 18Palermo - LIBRERIA MODUSVIVENDI - Via Quintino Sella 79Parma - FIACCADORI - Strada Al Duomo 8Perugia - CAFFE DI PERUGIA - Via Giuseppe Mazzini 10Perugia - LA LIBRERIA - Via Guglielmo Oberdan 52Prato - CENTRO PECCI - Viale Della Repubblica 277 Prato - SPAZIO POLISSENA - Piazza Sant'Agostino 14Reggio Emilia - LIBRERIA LA COMPAGNIA - Via Migliorati 1aRoma - ACC. DI FRANCIA VILLA MEDICI- Viale Trinità dei Monti 1 Roma - AKA - Via Del Pellegrino 128 Roma - ALICELIBRI - Piazza Della Chiesa Nuova 21°Roma - ALTROQUANDO - Via Del Governo Vecchio 80Roma - AMORE E PSICHE - Via Di S. Caterina Da Siena 61Roma - ANTICAJA E PETRELLA - Via Del Monte Della Farina 58Roma - BAR A BOOK - Via Dei Piceni 23 Roma - BIBLI - Via dei Fienaroli, 28 Roma - BOOK'S BAR - Via Eleonora Duse, 1Roma - CONTESTA HAIR ROCK - Via Degli Zingari 9 Roma - DEGLI EFFETTI - Piazza Capranica 79 Roma - DISFUNZIONI MUSICALI - Via Degli Etruschi 4Roma - DOOZO - Via Palermo 51Roma - ESTROBAR - Via Pellegrino Matteucci 20Roma - FABRICA - Via Girolamo Savonarola 8Roma - FAHRENHEIT451 - Campo De’fiori 44 Roma - FERRO DI CAVALLO - Via Di Ripetta 67 Roma - FRENI&FRIZIONI - Via Del Politeama 4Roma - FUZZYBARBOTTIGLIERIA - Via Degli Aurunci 6Roma - GIUFA' - Via Degli Aurunci 38

Roma - IED - Via Alcamo 11 Roma - LA CONCHIGLIA - Via Dei Pianellari 17Roma - LA DIAGONALE - Via Dei Chiavari 75Roma - LIBRERIA ARION VIAVENETO - Via V. Veneto 42Roma - LIBRERIA BORGHESE - Via Della Font. Di Borghese 64Roma - LIBRERIA DEL CINEMA - Via Dei Fienaroli 31d Roma - LIBRERIA L'AVENTURE - Via Del Vantaggio 21 Roma - LIBRERIA NOTEBOOK - Via Pietro De Coubertin 30Roma - L'IMPICCIONE VIAGGIATORE - Via D. Madonna D. Monti 8 Roma - LO YETI - Via Perugia 4 Roma - MACRO - Via Reggio Emilia 54 Roma - MAXXI - Via Guido Reni 6 Roma - MEL BOOKSTORE CAFFE’ - Via Nazionale 252 Roma - MOTAMOT - Via Giulio Rocco 37/39Roma - MUSEO CARLO BILOTTI - Viale Fiorello La Guardia 4Roma - ODRADEK LA LIBRERIA - Via Dei Banchi Vecchi 57Roma - PALAPHERNALIA - Via Leonina 6 Roma - PARRUCCHIERI M&G - Via Archimede 67 Roma - PUNTO EINAUDI - Via Giulia 81a Roma - RUFA - Via Benaco 2 Roma - SALOTTO42 - Piazza Di Pietra 42 Roma - SCUDERIE DEL QUIRINALE - Via XXIV Maggio 16Roma - SCUOLA ROM.DI FOTOGRAFIA - Via Degli Ausoni 7/a Roma - SHAKI - Via Del Governo Vecchio 123Roma - SOCIETE LUTECE - Piazza Di Montevecchio 16Roma - SUPER - Via Leonina 42Roma - SUPPERCLUB - Via De' Nari 14/15Roma - TAD - Via Del Babuino 155a Rosignano M.mo (li) - LACASADELL'ARTE - P.zzo Marini, Via D. Torrione 7 Rovereto (tn) - MART - BOOKSHOP - Corso Angelo Bettini 43San Candido - KUNSTRAUM - Via Peter Paul Rainer 4 Siena - ALOE&WOLF.GALLERY - Via Del Porrione 23 Siena - PALAZZO DELLE PAPESSE - Via Di Città 126 Siena - PUNTO EINAUDI - Via Di Pantaneto 66Siniscola (nu) - AGRITURISMO PUNTA LIZZU - Loc. OfricatuTaranto - LIBRERIA DICKENS - Via Medaglie D'Oro 129Teramo - PIZIARTE - Viale Crucioli 75/a Terni - PLACEBO - Via Cavour 45 Torino - AB+CLUB - Via Della Basilica 13 Torino - ARTBOOK LINGOTTO - Via Nizza 230Torino - CASTELLO DI RIVOLI - Piazza Mafalda Di SavoiaTorino - COMUNARDI - Via Conte Giambattista Bogino 2Torino - FITZCARRALDO - Corso Mediterraneo 94 Torino - FONDAZIONE SANDRETTO - Via Modane 16 Torino - GAM BOOKSHOP - Via Magenta 31 Torino - HERE WE GO - Via Saluzzo 88f Torino - IED - Via San Quintino 39 Torino - IL POSTO - Via Giuseppe Luigi Lagrange 34°Torino - ILTASTEBOOK - Corso Vittorio Emanuele II 58Torino - J&S VINTAGE - Via Matteo Pescatore 11b Torino - LA DROGHERIA - Piazza Vittorio Veneto 18Torino - LIBRERIA AGORA' - Via Santa Croce O/e Torino - LOV DURDEN - Via Franco Bonelli 3 Torino - MARCO POLO - Via Sant'Agostino 28Torino - MOOD LIBRI&CAFFE - Via Cesare Battisti 3eTorino - OOLP - Via Principe Amedeo 29 Torino - RIVESTITEMI - Via Vittorio Andreis 18Torino - SCUOLA HOLDEN - Corso Dante 118 Torino - YOU YOU - Piazza Vittorio Veneto 12fTrento - GALLERIA CIVICA - Via Rodolfo Belenzani 46Treviso - ARCI TREVISO - Via Bolzano 3 Treviso - FABRICA - Via Ferrarezza Fraz. Catena Trieste - IN DER TAT - Via Diaz 22 Trieste - KAMASWAMI - Via San Michele 13°Udine - DELFABRO - Via Poscolle 7 Venezia - A+A - Calle Malipiero 3073Venezia - CENTRO CULT. CANDIANI - Piazzale LuigiVenezia - PEGGY GUGGENHEIM - BOOKSHOP - Dorsoduro 701Venezia - IMPRONTA CAFE - Dorsoduro 3815Venezia - IUAV Biblioteca Centrale, Tolentini - San Marco 1345Venezia - IUAV FACOLTA' DI DESIGN E ARTI - Dorsoduro 2206Venezia - LIBRERIA DEL CAMPO - Campo S. Margherita 2943 Venezia - LIBRERIA MONDADORI - San Marco 1345Venezia - NARANZARIA OSTERIA - Campo San Polo 130Venezia - PALAZZO GRASSI - BOOKSHOP - Campo San Samuele 3231Venezia - TELECOM ITALIA FUT. CENT. - Campo S. Salvador 4826Venezia - TOLETTA - Calle Della Toletta 1213 Verona - GHEDUZZI - Corso Sant Anastasia 7 Vicenza - LIBRARSI - Contrà Delle Morette 4

…ed in tutti gli spazi pubblicizzati!

86.ou? Exibart.onpaper

Page 87: Exibart Onpaper 31

CalabriaBorgia

dal 24/06/2006 all’ 8/10/2006

Intersezioni #2Antony Gormley100 sculture e una mostra di grandi operetutti i giorni 10-21,30parco archeologico scolaciumvia scylletion, 1 - +39 0961391356www.provincia.catanzaro.it

Campania

Casoria

dal 20/05/2006 al 20/07/2006

Museum Fashion Day 2006Una mostra performance realizzata conl’intento di mettere a confronto il mondodella moda con quello dell’arte.casoria international contemporary art museumvia duca d’aosta, 63a+39 0818345656www.casoriacontemporaryartmuseum.cominfo@casoriacontemporaryartmuseum.com

Napoli

dal 17/06/2006 all’ 11/07/2006

Antonio IevolellaMateria forma luogoLe opere sono ispirate ai luoghi rappresen-tativi della storia e della cultura napoletana9-19; festivi 9-14castel dell’ovovia luculliana, www.comune.napoli.it/casteldellovo/[email protected]

Napoli

dal 26/05/2006 al 14/07/2006

Georg Herold / Hervé Ingranddoppia personaledal martedì al venerdì dalle 11,00alle 13,30 e dalle 15,00 alle18,30galleria raucci/santamariacorso amedeo di savoia duca d’aosta, 190+39 [email protected]

Napoli

dal 31/05/2006 al 30/06/2006

Kika Karadi - Veiled PaintingsPer la prima volta in Europa, KikaKaradi espone alla Galleria 404 arte con-temporanea. Ungherese di nascita, la suapittura offre una galleria di significati eun cromatismo a metà strada tra il perce-pito e il simbolico.dalle 16,00 alle 19,30 dal lunedì alvenerdì e il sabato mattina dalle 10,30 alle 12,30404 arte contemporaneavia santa brigida, 76+39 [email protected]

Napoli

dall’ 8/06/2006 al 15/09/2006

Max Neumannil motivo centrale che unisce i lavori di maxneumann è la condizione temporale in cuil’uomo vive: l’attesa, il quotidiano, la non-comunicazione, la pessimistica alienazioneche deriva dalla sofferenzalun-ven 10.30-13.30 e 15.30-19mimmo scognamiglio arte contemporaneavia mariano d’ayala, 6+39 [email protected]

Napoli

dal 29/05/2006 al 26/09/2006

Sarah Ciracì - ying yang bangUno dei protagonisti delle ultime opere diSarah Ciracì è il fungo atomicolunedì - venerdì 10-13 e 16-19blindarte contemporaneavia caio duilio, 4d+39 0812395261www.blindarte.it - [email protected]

Napoli

dal 9/06/2006 al 15/09/2006

Steven GontarskiArtista eclettico, Steven Gontarski passaagevolmente dalla pittura alla scultura, daldisegno alla fotografiadal martedì al venerdì dalle 10 alle13.30 e dalle 17.00 alle 20.00changing role - main spacevia chiatamone, 26+39 [email protected]

Napoli

dal 23/05/2006 al 15/07/2006

Yoko MiuraA distanza di un anno e mezzo dalla presenta-zione al pubblico del suo ultimo progetto, dopouna serie di viaggi in Giappone e soprattuttodopo essere diventata mamma, Yoko Miuramostra finalmente i progressi del suo lavorofino al 1 luglio dal lunedì al venerdìdalle 13,30 alle 19,30 sabato e dome-nica su appuntamento dal 1 luglio lamostra sarà visitabile su appuntamentonotgallery contemporary art factorypiazza trieste e trento, 48+39 0810607028www.notgallery.com - [email protected]

Salerno

dal 5/06/2006 al 15/07/2006

Rivka Rinn - Streaming LightsPaesaggi urbani, luci, velocità, sonoalcuni degli elementi ricorrenti nellefotografie di Rivka Rinndal lunedì al sabato 17-21galleria paola verrengiavia fieravecchia, 34+39 [email protected]

Emilia Romagna

Bologna

dal 25/05/2006 al 27/08/2006

Giovanni AnselmoDove le stelle...Nell’anno del suo trasferimentopresso l’ex Forno del pane, doveassumerà la denominazione diMAMbo–Museo d’Arte Moderna diBologna, la Galleria d’Arte Modernadedica all’artista Giovanni Anselmo(Borgofranco d’Ivrea, 1934), uno deimaggiori rappresentanti del movi-mento dell’Arte Povera, una estesamostra personale, la prima in unmuseo italiano dopo sedici anni.dal martedì alla domenica 11-18gam - galleria d’arte modernapiazza della costituzione, 3+39 [email protected]

Castel Bolognese

dal 27/05/2006 al 27/07/2006

Noir du nordNero del Nord: come l’inchiostro chescorre a raccontare storie, narrazioni fan-tastiche, lucide, cupe o sentimentali,visioni restituite da abili affabulatori abi-tuati a riempire di sogni le notti più lun-ghe, e di appunti presi al volo le giornatefuggitive.su appuntamentoc.etravia sigla, 328 - +39 3388780760

Modena

dal 27/05/2006 al 30/06/2006

Nicolas Deshayes - Specimenspersonalemer., gio., ven. e sab. dalle 17,00 alle19,30 ven. e sab. dalle 10,30 alle 12,30galleria 42 contemporaneovia carteria, 42+39 [email protected]

Friuli Venezia Giuli

LazioPoggio Mirteto

dal 3/06/2006 al 25/06/2006

Arte materNel cuore di antichi borghi della Sabina leinstallazioni di giovani artisti del corso diGiuseppe Penone, presso l’Ecole des Beaux-Arts di Parigi e degli artisti francesi residentiall’Accademia di Francia di Villa Medicisedi varie in sabina

Roma

dal 23/05/2006 al 30/06/2006

Andrea RuttkaArte Tessiledal lun. al ven. dalle 10 alle19.30accademia d’ungheriapalazzo dei falconierivia giulia, 1+39 0668896721www.magyarintezet.hu/roma

Roma

dal 31/05/2006 al 30/09/2006

Dayanita Singh - Beds andchairs and images of imagesLe sue immagini (Planter’s Chair, Calcutta,2002; Family, Morvi, 2002 Chairs, Beds)oscillano tra memoria e consapevolezza, trapassato e presente, tra evoluzione e conta-minazione, tra intimità e società, ma sem-brano soprattutto scandire il dialogo attentodi un essere umano con la propria identitàlun-sab 15,30-19,30 o per appuntamentovalentina bonomo artecontemporaneavia del portico d’ottavia, 13+39 [email protected]

Roma

dall’ 1/06/2006 all’ 1/07/2006

Elena Dumitrescu - Sculturepersonale di scultura figurativada martedì a domenica 9.00 – 19.00;festività 9.00 -14.00 (lunedì chiuso)accademia di romaniapiazza josè de san martin, 1+39 [email protected]

Roma

dal 30/05/2006 all’ 1/07/2006

Gian Paolo Tomasi -Personalmente ibridoIl sesto appuntamento di “A BIT of ART– Rassegna di arte contemporanea”abitart hotel - estrobarvia pellegrino matteucci, 10/20+39 [email protected]

Roma

dal 30/05/2006 al 29/10/2006

Henri Cartier-Bresson -Omaggio a Roma. Ritrattipersonalemar.– dom.: 9.00 – 19.00 (la bigliette-ria chiude un’ora prima) chiuso il lun.museo di roma - palazzo braschivia di san pantaleo, +390682077304www.museodiroma.comune.roma.itmuseodiroma@comune.roma.it

Roma

dal 22/06/2006 al 15/09/2006

Ivan Navarro / Los CarpinterosLe fotografie del leggendario musicista inmostra per la prima volta in Italiamar.– sab. dalle 10.00 alle 13.00 e dalle16.00 alle 20.00 gio. dalle 15.00 alle21.00 - la mattina su appuntamentounosunove arte contemporaneavia degli specchi, 20 - +39 [email protected]

Roma

dal 28/05/2006 al 30/09/2006

La materia si fa arteLe maniche a vento di Christian Costa(gruppo container), l’opera Nido di MarcoAnastasi e i tumuli di sale e l’installazionedi Fabrizio Ajello sono state ideate per ilsite-specific dell’area archeologica etruscadi Santa Severa e del litorale circostantecastello di santa severavia aurelia, 2808

BOLOGNA18 giugno - 16 luglio 2006

PINUCCIO SCIOLAImpianto Sonoro Scolpito

Orari: tutti i giorni 10-22Ingresso liberoVILLA DELLE ROSEvia Saragozza, 228UFFICIO STAMPAStudio de AngelisMilano - via Ollearo, 5T 02 324377 02 [email protected]

MODENAfino al 16 luglio 2006

PIERO GILARDIInterdipendenze

ADRIAN PACIRaccontare

a cura di Angela VetteseLa Galleria Civica di Modena conla Fondazione Cassa di Risparmiodi Modena inaugura alla Palazzinadei Giardini "Piero Gilardi.Interdipendenze", mostra che pre-senta il Parco d'Arte Vivente chesta per aprirsi a Torino e mette inluce la costante di quarant'anni diricerca artistica; a Palazzo SantaMargherita "Adrian Paci.Raccontare", personale dedicataall'artista albanese che di recenteha ottenuto numerosi riconosci-menti internazionali, centrata sullatematica dell'emigrazione.mer., gio. e ven. 10,30-13,00;16,00-20,00; sab., dom. e festivi 10,30-19,00 - chiuso lun. e mar.dal 16 giugno la Palazzina deiGiardini il ven., sab. e dom.resterà aperta fino alle 22ingresso gratuitoinfo: Galleria Civica di Modenac.so Canalgrande 103tel. +39 059 2032911, [email protected]

ROMAfino al 2 settembre 2006

BRUNO DI LECCE Identità e contaminazioni

A cura di Francesco Moschini,Gabriel Vaduvaorario: tutti i giorni ore 16-20sabato e domenica compresiA.A.M. - ARCHITETTURAARTE MODERNAVia Dei Banchi Vecchi 61 +39 0668307537 (info)+39 064815807 (fax)[email protected]

Exibart.onpaper calendario.87

IMOLAdal 22 giugno 2006

AD'AA cura di Roberto Daolio

Ore 21 - 24La mostra rimane aperta fino al10 settembre 2006 Orari: venerdì 17-20. Sabato edomenica 16-20ROCCA SFORZESCAInfo: Musei Civici di ImolaTel 0542.602909www.ada.areadazione.it

TRIESTEdal 17 giugno al 29 luglio 2006

PAOLO TOFFOLUTTI Malavita

Inaugurazione: Sabato 17giugno 19.00 - 21.00orario: mar. - ven. 15.30 -19.30; sab.16.30 - 19.30 o su appuntamentoLIPANJEPUNTIN ARTECONTEMPORANEAVia Diaz 4tel. +39 040 308099fax +39 040 [email protected]

ROMAdal 9 giugno al 9 settembre 2006

L'ALTRO FESTIVALInaugurazione 9 giugno 2006

ore 21.00VILLA CELIMONTANAPiazza della Navicellawww.restaurando.org

CAPRILuglio 2006

Studio Sant'Agnese di Milanoin collaborazione con Lucia Perfetti

presentaSTILE LIBERO

LUGLIO A CAPRIRassegna d'arte contemporanea nellosplendido scenario dell'isola di Capri

More info:[email protected] 02.8052349M 338 [email protected] 02 45479879M 349 6466428

Page 88: Exibart Onpaper 31

Roma

dal 6/05/2006 al 23/05/2006

Lucia Spaccarelli - Sourcepittura e graficamartedì e giovedì ore 15.00 - 18.30altri giorni su appuntamento al348.8234157akkademia dei prossimalivia alcamo, 4 - +39 [email protected]

Roma

dal 27/06/2006 al 30/09/2006

Marc Quinnmostra di nuovi acquerelli e sculture in bronzo.dal lun. al sab. 15-19 o su appuntamentogalleria alessandra bonomovia del gesu’, 62 - +39 [email protected]

Roma

dall’ 8/06/2006 al 15/09/2006

Martin BorowskiWalls and Still LifeSi tratta della prima personale italiana diMartin Borowski, artista tedesco basato aBerlino, dal titolo Walls and Still Life.martedì - sabato dalle 15,30 alle 20galleria antonio battagliavicolo del bollo, 13 - +39 3471027667www.galleriaantoniobattaglia.comroma@galleriaantoniobattaglia.com

Roma

dal 16/05/2006 all’ 1/07/2006

Matthias HochMostra fotograficalunedì – venerdì 17.00–20.00 sabato su appuntamentostudio d’arte contemporaneapino casagrandevia degli ausoni, 7/a+39 [email protected]

Roma

dal 10/06/2006 al 9/07/2006

OutArt 2006La mostra prosegue nel suo duplice intentodi qualificazione del territorio e promozio-

ne dell’arte contemporanea, favorendo uninconsueto connubio di arte e paesaggioche si definisce come una naturale compre-senza e giustapposizione.martedì – domenica 9.00 – 19.00.lunedì chiusovilla dei quintilivia appia nuova, 1092+39 0639967700

Roma

dal 24/05/2006 al 30/07/2006

Pablo EchaurrenAl ritmo dei RamonesLa mostra presenta oltre venti opere recentiispirate alla musica dei Ramones, la bandpunk che irrompeva trenta anni fa nel mondodel rock, interpretando sogni e tensioni dellagenerazione giovane degli anni ’70.tutti i giorni dalle 11 alle 20auditorium - parco della musicaviale pietro de coubertin, [email protected]

Roma

dall’ 8/06/2006 al 31/07/2006

PH.ON - SuperLa galleria l’Union è invasa da uno scia-me gigante costituito da una moltitudinedi immagini di varie dimensioni raffigu-ranti il duo di artistimart-sab 11:00-13:00 e 16:00-19:30l’union arte contemporaneavia reggio emilia, 32a+39 [email protected]

Roma

dal 18/05/2006 al 14/07/2006

Tattile_duttileTre artisti diversi per generazione e prove-nienza ma che hanno in comune una parti-colare attenzione per la materia e la suamalleabilitàlunedì - venerdì 11-19,30; sabato suappuntamentov.m.21 artecontemporaneavia della vetrina, 21+39 [email protected]

Roma

dal 17/05/2006 al 15/07/2006

Visioni del ParadisoUna mostra con artisti svizzeri e italiani chesi cimentano con pittura, scultura, fotogra-fia, video e istallazioni, articolata tra la VillaMaraini, la sala Elvetica ed il parcoda lunedì a sabato 11-13 e 15-19istituto svizzero di romavia ludovisi, 48 - +39064814234

LiguriaFinale Ligure

dall’ 11/06/2006 al 23/07/2006

Sandro De Alexandris -Percezione quale pulsanteChe l’uso della carta sia uno dei moven-ti originari della visione pittorica diSandro De Alexandris lo indicano lericerche iniziali del suo percorso, orien-tate sul valore percettivo degli spessori esul rigore essenziale della superficie,senza che nulla all’infuori dei propriattributi fisici possa interferire o alterarela pura presenza dell’immagine.tutti i giorni 9.30-13 e 15-19valente arte contemporaneavia barrili, 12+39 019693343 - [email protected]

Genova

dall’ 1/06/2006 al 3/07/2006

Antonella Cinelli - Interno notteSaranno esposti 13 lavori, tutti oli sutela. Tredici dipinti dunque, separati marealizzati come parte di uno stessa storia.da lunedì pomeriggio a sabato 9,30-12,30 e 16-19,30guidi & schoenvico della casana, 31r+39 [email protected]

Genova

dal 26/05/2006 al 30/09/2006

Luca Trevisani - Clinamenpersonalemartedì/sabato 15/19.30 e su appunta-mento. dal 23 luglio al 4 settembreesclusivamente su appuntamento.pinksummer - palazzo ducalepiazza giacomo matteotti, 9+39 [email protected]

LombardiaBergamo

dal 25/05/2006 al 16/07/2006

Aesthetics / DieteticsLa mostra Aesthetics / Dietetics offre unosguardo sull’arte contemporanea asiaticaattraverso i lavori di Kikuko Nomi,Tsuyoshi Ozawa, Gary Ross Pastrana eTadasu Takamine.martedì - domenica: 10 – 19; giovedì:10 – 22. chiuso lunedìgamec - galleria d’arte modernae contemporaneavia san tomaso, 52+39 035399528www.gamec.it - [email protected]

Brescia

dall’ 8/06/2006 al 30/09/2006

Francesca WoodmanIn occasione della Biennale Internazionaledi Fotografia di Brescia la GalleriaMassimo Minini presenta una mostra dedi-cata a Francesca Woodman.dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle19.30, sabato dalle 15.30 alle 19.30galleria massimo mininivia luigi apollonio, 68 +39 [email protected]

Como

dal 10/06/2006 al 28/07/2006

Rina Banerjee - FantasiesWithout Travel Will TravelLe sculture e i disegni dell’artista RinaBanerjee si presentano come immaginidi potere e luoghi giganteschi legati allefantasie di nuovi mondi che spesso nonriusciamo a raggiungere.mart-sab 15-19amt galleryvia milano, 27 - +39 [email protected]

Milano

dal 30/05/2006 al 16/09/2006

Claudia LosiIl Lavoro di Claudia Losi (Piacenza,1971) è legato all’esperienza diretta dellanatura, al rapporto con le scienze natura-li e allo scorrere del tempo.da martedì a sabato 15-19galleria monica de cardenasvia francesco viganò, 4+39 0229010068www.artnet.com/[email protected]

Milano

dal 6/06/2006 al 14/07/2006

Chiara Camoni(Di)segnare il tempoLe fotografie rappresentano situazioni archi-tettoniche e paesaggi urbani dove il tempo el’uomo hanno operato involontariamenteinterventi e modifiche: cogliere la selvaggiabellezza di queste sovrapposizioni è un para-dosso reso possibile da uno sguardo indagato-rio, ma anche tenero e pieno di compassione.dal mar. al ven. 15.00 - 19.00 e su appunt.assab one - ex geavia assab, 1+39 022828546 - [email protected]

Milano

dal 30/05/2006 al 21/07/2006

Comes a timecollettivadal martedì al venerdì 15.30-19.30;sabato e festivi su appuntamentothe flat - massimo carasivia eugenio vaina, 2+390258313809 - [email protected]

Milano

dal 31/05/2006 al 31/07/2006

ConiglioViola - Recuperate LeVostre Radici QuadrateTra video-arte e musica elettronica, tra per-formance e pittura digitale, ConiglioViolaconduce la sua indagine “coniglio-violen-tando” i confini tra i generi attraverso un’a-nalisi che misura le sempre più indefinitefrontiere dell’espressione artistica.dal martedì al sabato 10.30-19.30bnd tomasorenoldibracco contemporaryartvisionvia pietro calvi, 18/1 - +39 0254122563www.bnd.it - [email protected]

Milano

dal 30/05/2006 al 30/06/2006

Curating Degree Zero Archiveuna mostra itinerante, un archivio e un portaleideati da Barnaby Drabble e Dorothee Richter.dal lunedì al venerdì dalle ore 15.00alle ore 18.00naba - nuova accademia dibelle artivia carlo darwin, 20+39 02973721www.naba.it - [email protected]

Milano

dal 7/06/2006 al 28/07/2006

Elisa Sighicelli - PhiLa mostra indaga il meccanismo della visio-ne e la percezione visiva. Questi temi sonoesplorati con mezzi diversi: dall’installazio-ne che utilizza luci reali, nella loro attualità efisicità, al film in 16 millimetri, al video, allefotografie montate su lightboxes incentrati,invece, sulla rappresentazione della luce.da lun. a ven. 10:30-12:30 e 15:30-19galleria gio’ marconivia alessandro tadino, 15+39 [email protected]

Milano

dal 21/06/2006 al 21/07/2006

Enrico MorsianiLa Prometeo Gallery di Milano presenta,nello spazio Project, la mostra Link diEnrico Morsiani.da martedì a venerdì 11.30-19.30,sabato e lunedì su appuntamentoprometeo galleryvia giovanni ventura, 3 - +39 [email protected]

Milano

dall’ 1/06/2006 al 21/07/2006

Fausto PirandelloOpere dal 1935 agli anni estremilunedì – venerdì 10.00 - 14.00 / 15.30– 19.00 sabato solo su appuntamentoclaudia gian ferrarivia filippo corridoni, 41+39 [email protected]

Milano

dal 17/05/2006 al 3/09/2006

Fumetto InternationalTrasformazioni del fumetto contemporaneo10.30 - 20.30, chiuso il lunedìtriennale - palazzo dell’arteviale emilio alemagna, 6+39 02724341www.triennale.it - [email protected]

Milano

dal 31/05/2006 al 22/07/2006

Gabriele Picco - Nuotatori di lacri-me in apnea sulla fine del mondoCon una serie di nuovi dipinti e una com-plessa scultura l’artista ha costruito un pal-coscenico dell’assurdo sul quale si avvicen-dano personaggi che nella loro solitudine e

COMOfino al primo luglio 2006

CARLO STEINER Frequenze

A cura di Francesca Fiorellaorario: da martedì a sabato,10.30-12.00 e 15.30-19.00ROBERTA LIETTI ARTE CONTEMPORANEAVia Armando Diaz 3 +39 031242238 (info)+39 031242238 (fax)[email protected]

BRESCIAfino al 14 settembre 2006

ARMIDA GANDINIRane in pancia

orario: dal lunedi al sabato15/19 - festivi esclusiFABIO PARIS ARTGALLERYVia Alessandro Monti 13 +39 0303756139 (tel)+39 0302907539 (fax)[email protected]

BRESCIAfino al 14 Settembre 2006

PAOLA PANSINIIntrospezione

Catalogo in Galleria: "PaolaPansini" a cura di MartinaCavallarin, ed. PaciArteGALLERIA PACIARTE CONTEMPORANEAVia C.Cattaneo 20/bTelefax: +39 [email protected] www.paciarte.com

88.calendario Exibart.onpaper

ROMAfino al 22 luglio 2006

JONATHAN GUAITAMACCHI M-TwentyFive

martedì - sabato 14.00 - 20.00o su appuntamentoLIPANJEPUNTIN ARTECONTEMPORANEAVia di Montoro 10 tel. +39 06 68307780fax +39 06 [email protected]

ROMALuglio 2006

IL BUCOPresentazione del catalogo

Il Buco è un "Territorio magico"(Achille Bonito Oliva) in cui l'eser-cizio della fantasia è "Sincronismotra mente e materia! (David Peat)PIOMONTIVia dei Chiavari 58Tel/Fax [email protected]

MILANOdal 5 al 30 luglio 2006

DECLINAZIONI & STORIEConcorso Internazionale

per Giovani Scultori

A cura di Gabriele PerrettaNobuyoshi Araki, VanessaBeecroft, Joseph Beuys, MaurizioCannavacciuolo, MaurizioCattelan, Santolo De Luca,Giuseppe Desiato, Lucio Fontana,Hans Hartung, Hermann Nitsch,Claudio Parmiggiani, MichelangeloPistoletto, David Salle, WilliamScott, Andres Serrano, FrankStella, Michele ZazaDisponibile CatalogoSTUDIOSEIViale Regina Giovanna 6Tel + 39 0289058427Cell +39 [email protected]

Page 89: Exibart Onpaper 31

deformità gettano uno sguardo allucinatosul mondo contemporaneo.dal mar. al sab. dalle 12 alle 19.30galleria francesca mininivia massimiano, 25+39 [email protected]

Milano

dal 24/05/2006 al 10/07/2006

Geers | Keita | FossoOpere fotografiche chiare con contorni pre-cisi, composizioni semplici, stoffe, orna-menti e monili tipicamente africani10.00-12.30 e 15.30-19.30. lunedì efestivi chiusogalleria magroroccalargo fra’ paolo bellintani, 2+39 [email protected]

Milano

dal 26/06/2006 al 10/07/2006

Hiraki SawaHiraki Sawa presenta il video BlueFloor, del 2005. Paesaggi artificiali einediti, spazi domestici e immaginari chesi sovrappongono, popolati di presenze,scenari evocati dai ricordi.dal martedì al sabato 15-19.30. lamattina su appuntamentostudio guenzanivia bartolomeo eustachi, 10+39 [email protected]

Milano

dal 5/06/2006 al 25/09/2006

Iosif Kiraly - East from the WestConcepito per l’occasione, il progetto è pen-sato come il risultato di un’azione che avràluogo il giorno di apertura dell’esposizione.dal martedì al sabato 15-19.30galleria artravia lodovico settala, 6+39 3333260984 - [email protected]

Milano

dal 18/05/2006 al 30/06/2006

Jacques Pélissier -Admiration(s)Jacques Pélissier comincia a “giocare” perfar divertire la sua bambina, e quello checrea si trasforma immediatamente in qual-cosa di unico, assolutamente originale.Jacques Pélissier lavora con la fantasia ecrea con il pongo: a questo bambino cre-sciuto piace trattare seriamente i soggetti piùleggeri o, forse, con leggerezza i soggetti piùseri. Dalle sue mani agili di pittore e sculto-re escono un Warhol, poi un Basquiat…tad conceptstorevia statuto, 12 - +39 0265506731www.taditaly.com - [email protected]

Milano

dal 28/06/2006 al 16/09/2006

Jan Mucheprima personale italiana di jan muche. ilgiovane artista tedesco, allievo di k. h.hodicke, realizza opere basate su campiture

uniformi di colore.da martedì a sabato 10.30-19.30studio d’arte cannaviellovia antonio stoppani, 15+39 [email protected]

Milano

dal 25/05/2006 al 29/07/2006

Jessica StockholderDopo la retrospettiva che le hanno dedicatola GAM di Torino e il PAC di Ferrara nel2005, ora la Galleria Raffaella Cortese orga-nizza una mostra di Jessica Stockholder conopere realizzate tra il 1997 e il 2003.da martedì a sabato ore 15.00-19.30 esu appuntamentogalleria raffaella cortesevia alessandro stradella, 7+39 022043555 - [email protected]

Milano

dal 31/05/2006 al 30/06/2006

Massimo Grimaldipersonaleda martedì a sabato 12–19.30zero...via giovanni ventura, 5+39 0236514283www.galleriazero.it - [email protected]

Milano

dal 30/05/2006 al 9/09/2006

Osmar Osten - Pesci - Boxes -Finestra di Pragapersonaledal martedì al sabato 10-19galleria salvatore + caroline alavia monte di pietà, 1+39 028900901 - [email protected]

Milano

dal 24/05/2006 al 22/07/2006

Paula WilsonLa Galleria Suzy Shammah presenta laprima personale in Italia dell’artista america-na Paula Wilson (Chicago, 1975), “Paintingsand Drawings from the Hanno Valley”.galleria suzy shammahvia san fermo, +39 [email protected]

Milano

dal 6/06/2006 all’ 8/09/2006

Pierluigi Praturlon - On CinemaPhotology rende omaggio a PierluigiPraturlon, fotografo che nei suoi scatti hasaputo cogliere il sapore, la magia e losplendore dei set romani negli anni dellaDolce Vita.da lunedì a venerdì 11-19photologyvia della moscova, 25+39 [email protected]

Milano

dal 24/05/2006 al 7/07/2006

Rudi WachLa galleria A arte Studio Invernizzi inaugu-ra mercoledì 24 maggio 2006 la mostra per-sonale dell’artista Rudi Wach il quale hacreato per questa occasione un ciclo ineditodi disegni di grandi dimensioni.da lunedì a venerdì 10-13 e 15-19

a arte studio invernizzivia domenico scarlatti, 12+39 [email protected]

Milano

dal 31/05/2006 al 15/09/2006

Sergio Breviario - diciannovenovantasei: mi edifico e ti guardoDopo aver proposto la ricerca di SergioBreviario nell’ambito della collettiva ThinLine (2005), Viafarini è ora lieta di ospitarela sua prima personale: DiciannoveNovantasei: mi edifico e ti guardo.dal martedì al sabato dalle 15 alle 19viafarinivia carlo farini, 35 - +39 [email protected]

Milano

dal 25/05/2006 al 28/07/2006

Sterling Ruby - RecombinesRuby lavora attraversando diverse discipli-ne, quali disegno, fotografia, scultura, videoe performance.da mar. a sab. 11-19,30 nel mese di luglio,dal lun. al ven. nello stesso orariogalleria emi fontanavia bligny, 42+39 0258322237 - [email protected]

Marche Piemonte

Caraglio

dal 10/06/2006 all’ 8/10/2006

Giuseppe Penone - Lavorirecenti e opere storicheMostra personale dell’illustre artista cunee-se, uno dei fondatori del gruppo storico tori-nese dell’Arte Poverail filatoio - cesacvia matteotti, +39 [email protected]

Racconigi

dal 21/05/2006 al 14/10/2006

Genius loci 2006Rassegna d’arte contemporanea nel parcoreale di Racconigimar. alla dom. 10.00 - 18.30 (parco)castello di racconigipiazza carlo alberto, +39 [email protected]

Settimo Torinese

dal 6/06/2006 al 25/06/2006

Pittori del Gruppo Bergamo1940-1960oltre 60 opere scelte di pitturatutti i giorni dalle 10,00 alle 19,00 –lunedì chiusola giardineravia italia, 90b - +39 [email protected]

GAVI (AL)dal primo luglio al 30 settembre 2006

POLEMOSL'opera d'arte fra conflitto e superamento

A cura di Angela MadesaniIdeazione di Daniela Cristadorovernissage: 1 luglio 2006. ore 18.30orario: mar., mer., gio. 9.30 -18.30; ven., sab., dom. 11 - 20FORTE DI GAVIInfo +39 0143642679 [email protected] Stampa: Studio De [email protected]

CAMERINO (MC)fino al 5 novembre 20066

RINASCIMENTO SCOLPITOMaestri del legno tra Marche e Umbria

A cura di Raffaele Casciaro,Maria Giannatiempo Lopezorario: Mag. e Giu. - Ott. e Nov.da mar. a dom. 10-13; 16-19Lug., Ago. e Set. tutti i giorni 10-19COMPLESSO DI SAN DOMENICO - PINACOTECA CIVICAPiazza Dei CostantiInfo: +39 0737402310, +39 0737402309+39 0737402311 (fax)[email protected]

ANCONAdal 7 al 18 dicembre 2006

PREMIO ARTEMISIA 2006Rassegna nazionale

di pittura figurativa contemporanea

Per partecipare scarica il bandocompleto da www.artemisiacon-temporanea.it. Parteciperanno allarassegna gli artisti premiati e segna-lati dalla Commissione Scientificatra coloro che avranno inviato l'ade-sione entro il 7 ottobre 2006.Orari (10,00-12,30 e 17,00-19,30 lunedì chiuso) ATELIER DELL'ARCO AMOROSOP.zza del Plebiscitoinfo: Associazione ArtemisiaVia Nino Bixio, 39 Falconara M. Tel. e fax. 071-9175795 e [email protected]

BIELLAdal 10 giugno al 23 luglio 2006

EPIFANIO POZZATOCollages

Orario dal martedì alla dome-nica 16.00 - 19.30apertura serale venerdì e saba-to 21.00 - 23.00GALLERIA SANT'ANGELOCorso del Piazzo, 18 tel. 015 [email protected]

SERRA DE CONTI (AN)fino al 25 giugno

TRE DI TREScultura. A. Pierelli, P. Molinari, G. Termini

A cura di Gabriele TintiOrario: dalle 18 alle 22 giorni di chiusura: lun. e mar.ANTICA FABBRICA LATERIZIv. Fornace, 7tel. 0731/871711info@comune.serradeconti.an.itwww.comune.serradeconti.an.itwww.lineamarche.itwww.leggereilnovecento.it

Exibart.onpaper calendario.89

SEREGNO (MI)fino al 6 luglio 2006

L'ULTIMA DOMANDAA cura di Maurizio

Sciaccalugaorario: dal mar. al sab. 15,30-19,30; dom. su appuntamentoREFRESH PROJECT Galleria Giuseppe Mazzini 10 +39 0362330250 (info)+39 0362330250 (fax) [email protected]

MILANOdal 1 luglio al 29 settembre 2006

IL MARE A MILANOopere pittoriche di TINA PAROTTI

eseguite negli anni '90

orario della galleriada martedì a venerdì h 16.00 -20.00 e su appuntamentoTINA PAROTTI GALLERIAD'ARTE CONTEMPORANEAvia Statuto, 13tel/fax: +39 0229004960mobile: +39 [email protected]

MILANOfino al 28 luglio 2006

Mostra delle opere selezionatePREMIO FONDAZIONEARNALDO POMODOROConcorso Internazionale per Giovani

Scultori

Orario: da mer. a dom. 11-18,gio. 11-22, ultimo ingresso un'o-ra prima della chiusuraVisite guidate tel 026597728FONDAZIONE ARNALDOPOMODOROVia Andrea Solari 35 +39 0289075394 (tel+39 0289075395 (tel)info@fondazionearnaldopomodoro.itwww.fondazionearnaldopomodoro.it

TORINOdal 30 giugno all' 8 ottobre 2006

SUBCONTINGENTEIl Subcontingente Indiano nell'Arte

Contemporanea

A cura di Ilaria Bonacossa eFrancecso ManacordaFONDAZIONE SANDRETTORE REBAUDENGOVia Modane 16 +39 0113797600 (tel)+39 01119831601 (fax)[email protected]

TORRE PELLICE (TO) fino al 30 settembre 2006

FRANCESCO GENNARI /JAN VERCRUYSSE

orario: dal mer. alla dom.10,30-13 e 15-19; lun. e mar.su appuntamentoTUCCI RUSSOVia Stamperia 9+39 0121953357 (info)+39 0121953459 (fax)[email protected]

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Torino

dall’ 8/06/2006 al 7/07/2006

Roberto Morone - InternoCinque dipinti ad olio, interni in soggettivadi stanze intuitivamente fresche, silenziose,affacciate su viali dove il sole a picco proiet-ta le ombre dei palmizi circostanti sull’asfal-to rovente, in una controra che invita allaassoluta immobilità fisica e mentale.10,30 - 12,30 e 15,30 - 19,30 dal lun.al ven., sab. su appuntamentopaolo tonin arte contemporaneavia san tommaso, 6 - +39 [email protected]

Torino

dal 23/05/2006 al 30/06/2006

Andisheh AviniLa Galleria Alberto Peola presenta la primapersonale in Italia di Andisheh Avini, arti-sta americano di origini iraniane.da lunedì a sabato dalle 15.30 alle19.30; mattino su appuntamentogalleria alberto peolavia della rocca, 29 - +39 [email protected]

Torino

dal 23/05/2006 al 29/07/2006

Boris Mikhailov - IntermezzoLa mostra presso Guido Costa Projects rac-coglie un nuovo corpus di lavori inediti,realizzati in Crimea nell’estate del 2002.dal lunedì al sabato 11-13 e 15-19guido costa projectsvia giuseppe mazzini, 24+39 [email protected]

Torino

dal 10/06/2006 al 21/07/2006

Katherine Bernhardt - La dolce vitaNella sua pittura Katherine Bernhardt – allasua prima personale italiana - sembra dare vitaa un pantheon di divinità ancestrali e selvagge.galleria glancevia san francesco da paola, 48e+39 [email protected]

Torino

dal 18/05/2006 al 30/06/2006

Nicola Di Caprio - Nothing PersonalLa ricerca artistica di Nicola Di Caprio simuove tra lo studio dell’iconografia e l’im-maginario musicale.da martedì a venerdì ore 16,00 – 19,00.lunedì e sabato su appuntamentovelanvia modena, 52 - +39 011280406www.velancenter.com - [email protected]

Torino

dall’ 8/06/2006 al 22/07/2006

Querschnitt. SezioneTrasversale 2Querschnitt 2 - Sezione Trasversale, è l’oc-casione per rivedere e focalizzare lo sguardodello spettatore su alcune delle proposte piùsignificative che hanno caratterizzato l’atti-vità espositiva nel corso dell’ultimo biennio.da martedì a sabato 15-20gas art gallerycorso vittorio emanuele ii, 90+3901119700031www.gasart.it - [email protected]

Torino

dal 18/05/2006 al 30/06/2006

Roberto Ago - PhoenomenaIl lavoro di Roberto Ago predilige unametodologia da postproduzione concettua-le, intesa come rielaborazione interamenteimmateriale di phenomena culturali eoggetti comuni.tue-sat 16-19.30 and on app.vitamin arte contemporaneacorso s. maurizio, 73b - +39 0118136006www.vitaminart.it - [email protected]

Torino

dal 20/05/2006 al 22/07/2006

Susana Solanopersonale.martedì-sabato 10-12.30 e 16-19.30

giorgio persanopiazza vittorio veneto, 9 - +39 [email protected]

Torre Pellice

dal 20/05/2006 al 30/09/2006

Francesco Gennari / Jan Vercruyssedoppia personaledal mercoledì alla domenica 10,30-13e 15-19; lun. e mar. su appuntamentotucci russovia stamperia, 9 - +39 [email protected]

PugliaFoggia

dal 24/06/2006 al 31/10/2006

Pierluca Cetera - Le oreIn questa occasione Cetera ha concepitoun’installazione pittorica suddivisa in diecipolittici i cui piccoli formati tendono adigradare sviluppandosi in modo simile aduna tavola optometrica.lunedì-sabato 11-13 e 17-20,30. mer-coledì e giovedì su appuntamentopaolo erbetta arte contemporaneavia piave, 34f - +39 [email protected]

Sardegna

SiciliaSiracusa

dal 20/05/2006 al 12/07/2006

Il libro ritrovato. Archimede ePiero della FrancescaEsporre un manoscritto di Piero dellaFrancesca è una possibilità rara. Ma l’occa-sione è ancora più straordinaria poiché que-sto manoscritto è “dedicato” ad un altrogenio della civiltà occidentale: Archimededa Siracusa. La storia di questo dialogo adistanza è il tema centrale di questa mostra,nel tentativo di restituire al pubblico l’emo-zione di questo incontrogalleria civica - monteverginivia santa lucia alla badia, 1+39 [email protected]

ToscanaCasole D’Elsa

dal 28/06/2006 al 25/07/2006

Umberto TrezziRevolving by Max to UbeUmberto Trezzi, milanese naturalizzatosenese dal lontano 1988, già manager per ilsettore marketing e comunicazione di alcu-ne delle aziende italiane più importanti nelcampo del vetro, del cristallo e del comple-mento d’arredo, ora ha potuto dedicarsi atempo pieno al suo amore per la pittura.11-24, chiuso il lunedìbartvia belvedere, 15a

Pietrasanta

dal 10/06/2006 al 6/07/2006

Davide BertocchiScolpendo nella pietra gli album più signi-ficativi che lo hanno accompagnato neglianni, Bertocchi confronta in qualche modola sua storia personale con quella di unaintera generazione, “immortalando” i pro-pri ricordi in particolarissime lapidi sonore.

L’album è inteso come lo statement dell’ar-tista stesso, manifesto del suo lavoro.galleria astunipiazza duomo, 37 - +39 [email protected]

Pistoia

dal 19/05/2006 al 14/07/2006

TreStanzeSpazioA - Nemkova |Carone | Andriniun percorso lungo le tre sale adiacenti dellagalleria: in ogni stanza sono invitati artistiche rappresentano con il loro lavoro espe-rienze e modalità espressive differentidal mer. al ven. ore 16,30-20,00; sab.e festivi su appuntamentospazioa contemporaneartevia modenese, 165+39 0573903756www.spazioa.it - [email protected]

Prato

dal 20/06/2006 al 18/09/2006

Primo piano. Parole, azioni,musica, immagini … in una col-lezione d’arte vivaIl Centro per l’arte contemporanea LuigiPecci, a seguito del recente ingresso nella suaCollezione permanente di un rilevante nucleodi opere, oltre 200, donate dal collezionistapratese Carlo Palli, ha elaborato un progettoespositivo per approfondire quei movimentiartistici nati negli anni Sessanta e Settanta chepiù di altri si sono caratterizzati per la loromassima radicalità e aderenza alla vita.dal martedì al sabato 10-18.30 (labiglietteria chiude mezz’ora prima)chiusa: lunedì, domenica e 15 agostoc.arte prato - centro per l’artecontemporanea luigi pecciviale della repubblica, 277+39 05745317www.centroartepecci.prato.itinfo@centroartepecci.prato.it

San Gimignano

dal 20/05/2006 al 2/09/2006

Mona HatoumDopo la recente presenza alla 51°Biennale di Venezia torna in Italia con unampio progetto espositivo specificata-mente pensato per gli spazi di GalleriaContinua Mona Hatoum.dal martedì al sabato 14-19galleria continuavia del castello, 11+39 [email protected]

Siena

dal 15/06/2006 al 6/07/2006

Giorgio Moiso - Angeli di terraLa pittura di Moiso è una sorta di scrittura,una affannata ricerca di equilibri per mezzodel colore, immagini in bilico tra il valorevisivo delle lettere e l’analogia verbale dellamateria pittorica. Ex batterista jazz a tempopieno, tuttora soggiogato dalla musica,Giorgio Moiso accorda la sua tavolozzacome fosse uno strumento musicale.da mar. a sab. 10.30-12.30 e 15-19.30biale cerruti art galleryvia di città, 111+39 [email protected]

Siena

dal 26/05/2006 al 24/09/2006

Good VibrationsLe arti visive e il Rock11-19 (chiuso il lunedì)palazzo delle papesse - centroarte contemporaneavia di città, 126+39057722071www.papesse.org - [email protected]

Siena

dal 23/06/2006 all’ 8/10/2006

Pio II, la città, le artiSiena e Pienza celebrano con due esposizio-ni i 600 anni della nascita del grande umani-sta Enea Silvio Piccolomini (1405-1464)santa maria della scalapiazza del duomo, 2+39 [email protected]

DOMUS DE MARIA (CA)dal 25 giugno al 18 settembre 2006

INTERSEZIONICostantino Nivola e Karl Prantl

Orari: Tutti i giorni 10.00 -13.00 e 17.00 - 20.30Chiuso il lun. - Ingresso gratuitoCENTRO CULTURALEDOMUS DE MARIAVia Isonzo 9 Informazioni per il pubblico070 486083 oppure 328 [email protected] STAMPAStudio de AngelisMilano - via Ollearo 5Tel. 02 324377 e [email protected]

MONOPOLI (BA) dal 24 giugno al 25 luglio 2006

ADRIANO NARDIPittura Nuda

tutti i giorni 10 - 12 e 18 - 20Testi di Gabriele Perretta eAdriano NardiSTUDIO D'ARTE FEDELEPiazza Garibaldi 23 Tel. +39 0808872378Fax +39 0808876564Cell. +39 3351204798studiodartefedele@tiscali

90.calendario Exibart.onpaper

MARINA DI PIETRASANTA (LU)dall'8 luglio al 31 agosto 2006

LA VERSILIANA 2006XXVII edizione

Il Marmo e la CelluloideArte contemporanea e

visioni cinematografiche

A cura di Marco SenaldiInaugurazione sabato 8 luglioore 18.00PARCO E VILLA DELLAVERSILIANAInformazioni:Galleria Astunitel. 0584 71760 / 20623 p.zza Duomo, 37 - Pietrasanta (LU)www.galleriaastuni.it [email protected] La Versiliana tel. 0584 265757V.le Morin, 16 - Marina diPietrasanta (LU)[email protected]

FIRENZEfino al 15 giugno 2006

GIAMBOLOGNAGli dei, gli eroi

orario: mar. - sab., 1°, 3° e 5°lun. e 2°e 4° dom. del mese ore8.15 - 13.50. Chiuso 2° e 4° lun. e 1°,3°e 5°dom. del mese, 25 Dic. e 1 Gen.MUSEO NAZIONALE DELBARGELLOVia Del Proconsolo 4 +39 0552388606 (info)+39 0552388699 (fax)www.giambologna2006.it

LIVORNO28-29-30 luglio 2006

VECCHIA FORTEZZAEFFIMERA

Rassegna Nazionale di Arte Effimera

A cura di Corpus 1 di Zerotre,LA CASA DELL'ARTEDalle ore 21.00 alle ore 24.00Fortezza Vecchia

FIRENZEfino al 5 novembre 2006

ARTE E MANIFATTURA DICORTE A FIRENZE

Dal tramonto dei Medici all'Impero(1732 - 1815)

A cura di Annamaria GiustiCatalogo: SillabePALAZZO PITTI. PALAZZINADELLA MERIDIANAPiazza De' Pitti 055 2654321 (tel)055 2654321 ([email protected]

FIRENZEfino al 24 settembre 2006

LORENZO MONACO (1370 - 1425)

Dalla tradizione grottesca alRinascimento

A cura di Angelo Tartuferi con lacollaborazione di Daniela Parenti Catalogo Giunti EditoreGALLERIA DELL'ACCADEMIAVia Ricasoli 58-60 +39 0552388612 (tel)+39 055294883 (tel)+39 0552388609 (fax)mostre.accademia@polomuseale.firenze.itwww.polomuseale.firenze.it/accademia/www.firenze2006.it

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Trentino-Alto AdigeBolzano

dal 27/05/2006 al 20/08/2006

Ascan Pinckernellemostra dell’artista e opere dalla collezione.su appuntamentog. spacevia maso della pieve, 2+39 0471959999

Bolzano

dal 26/05/2006 al 27/08/2006

Deutsche Wandstucke. Sette scene di nuova pitturagermanicaLa mostra riunisce per la prima voltain Italia sette esponenti della corren-te di nuova pittura figurativa germa-nica.da mar. a dom. 10-18, gio. 10-20museionvia raffaello sernesi, 1+39 0471312448www.museion.it - [email protected]

Mezzolombardo

dal 27/05/2006 al 30/06/2006

Leonida De FilippiUrban ScapeLa mostra (che De Filippi progetta insie-me alla galleria) costituirà un’ottimaoccasione per conoscere da vicino ilmondo personale dell’artista, che aMezzolombardo esporrà una decina diopere – paesaggi urbani e astrattizzazio-ni, alcune di grande formato – apposita-mente realizzate per gli spazi della galle-ria.da lunedì a venerdì 17.30 – 19.30.sabato su appuntamentopatrizia buonanno arte contemporaneavia giuseppe garibaldi, 16+39 [email protected]

Rovereto

dal 26/05/2006 al 17/09/2006

Cinema & Fumetto. I personaggidei comics sul grande schermoLa mostra, ideata da esaExpomostre, sisnoda cronologicamente dando spazio allaproduzione americana ed europea e presen-tando 34 personaggi attraverso manifesticinematografici, tavole e strisce dei comics,costumi, foto di scena e colonne sonoremartedì, mercoledì, giovedì, sabato edomenica 10:00 - 18:00 venerdì 10:00– 21:00martcorso angelo bettini, 43+39 [email protected]

UmbriaTerni

dal 31/05/2006 al 4/07/2006

CapolavoroIl Palazzo di Primavera inaugura unamostra dedicata al lavoropalazzo primaveravia giordano bruno, 3+39 07445441227

VenetoPadova

dall’ 8/06/2006 al 30/09/2006

5 Nouveau Réalismemostra dedicata a cinque grandi artisti fon-damentali dello storico movimento: Arman,César, Christo, Spoerri ed Hainsdal lunedì al sabato dalle 9:00-13:00e 15:30-19:30vecchiato new art galleryvia alberto da padova, +39 [email protected]

Padova

dal 10/06/2006 al 10/09/2006

Antonio De Pascale / MichaelDumontierIn mostra una serie di nuove opere pittoricheche riproducono l’involucro residuale di pro-dotti di largo consumo // Nella project room, laPerugi presenta il primo “solo show” europeodi Michael Dumontier, artista canadese, prove-niente dalla mitica Winnipeg, ormai arci notafucina di talenti internazionalidal martedì al sabato 15.00 - 20.00 -mattina e festivi su appuntamentoperugi arte contemporaneavia giordano bruno, 24+39 [email protected]

Padova

dal 10/06/2006 al 15/07/2006

Ivan Civic - Breeding Brss PearlsArticolandosi tra la performance “WANT IT,GETIT, FAKE IT!” della durata di 3 ore con-secutive che avrà luogo durante l’inaugura-zione, e l’esposizione di lavori fotografici evideo ad essa connessi, il progetto si presentacome una sorta di spiazzante e dissacratoriaconfessione di un artista sul suo “artfloor”.da martedì al sabato dalle ore 15.30alle 20.00galleria estrovia san prosdocimo, 30+39 [email protected]

Venezia

dal 25/05/2006 al 15/07/2006

Anton Zoran Music (1909-2005)una mostra di circa una cinquantina di lavo-ri, tra disegni, tempere e tele, selezionati daJean Clair tra i tesori che gelosamentecustodisce la moglie Ida Music Cadorindal mar. alla dom. 11-14 e 15-18galleria a+acalle malipiero, 3073+39 [email protected]

Venezia

dal 10/06/2006 al 20/07/2006

Beatrice Meoni - Après-ludeAlcune foto ingiallite nel tempo e riportatea nuova vita dal ritrovamento casuale diBeatrice Meoni costituiscono lo spunto sulquale l’artista senese costruisce il progettodella mostralunedì - sabato ore 15.30 - 19.30,domenica e festivi per appuntamentogalleria traghettocampo santa maria del giglio, +39 [email protected]

Venezia

dal 20/05/2006 al 15/10/2006

Giuseppe CaccavaleResi contoDopo Giulio Paolini, Remo Salvadori,Elisabetta Di Maggio, Kiki Smith èGiuseppe Caccavale l’artista chiamato aconfrontarsi con gli ambienti dellaFondazione, nella convinzione che losguardo degli artisti più interessanti e sensi-bili possa aiutare non soltanto a capire iltempo presente, ma anche a vedere in mododiverso il nostro passatodalle 10 alle 18. il venerdì e sabatodalle 10 fino alle 22. chiuso il lunedìfondazione querini stampaliacampo santa maria formosa, +39 [email protected]

Venezia

dal 3/06/2006 al 24/09/2006

Lucio FontanaVenezia/New Yorkpersonale10.00-18.00; chiuso il martedìcollezione peggy guggenheimdorsoduro, 701+39 [email protected]

Venezia

dal 15/06/2006 al 15/10/2006

Thomas RuffThe grammar of photographyLa Fondazione Bevilacqua La Masa diVenezia è lieta di annunciare la primaimportante mostra retrospettiva in Italia delfotografo tedesco Thomas Rufftutti i giorni, chiuso il mar., 12.00-18.00fondazione bevilacqua la masa- galleria di piazza san marcopiazza san marco, 71c+39 [email protected]

Verona

dal 27/05/2006 al 17/07/2006

Laboratorio SaccardiCollezione primavera/estate 2006La formazione dei giovani artisti siciliani,nota per lo spirito dissacrante tra storia del-l’arte, critica massmediale, cronaca nera eattualità, presenta una serie di nuovi lavoritra pittura, video e fotografia10.00-12.30 e 15.30-19.30 (giorni dichiusura: domenica e lunedì)boxartvia dei mutilati, 7a+39 [email protected]

VERONAfino al 23 settembre 2006

ITALIAN DETAILS LA GIARINAARTE

CONTEMPORANEAVia Interrato Dell'Acqua Morta 82,37129Tel / Fax +39 045 [email protected]

PAROLE SANTE.(continua da pag. 6) Una nuova politica dei beni cultu-rali, in particolare di pertinenza ecclesiastica, non puònon restaurare la godibilità feriale e la destinazione usuale del patrimonio storico-arti-stico, abbattendo il moloch della museificazione. Infatti, se le "cose belle" non vannoordinariamente astratte dal vissuto, ricoverandole in musei che le decontestualizza-no, le cose brutte non devono diventare l'abituale logo della quotidianità diffondendo-le in metropoli che si massificano. La bellezza è il valore aggiunto alla tecnica peresprimere la spiritualità dell'uomo, la quale deve risaltare in ogni momento della suastoria domestica, pubblica e, soprattutto, religiosa.L'accezione consolidata di "museo Italia" deve perciò ritrovare la sua impronta di uma-nesimo cristianamente ispirato, dal momento che il patrimonio nazionale è in largamisura di connotazione religiosa. Tale "museo" va adeguatamente riabitato dagli Italiani,il cui grado di civiltà si mostra nelle vestigia storiche e negli sviluppi attuali. Pertanto ilterritorio non può ridursi ad un insieme di "riserve" come quelle degli indiani nordameri-cani, poiché le collettività che lo occupano esprimono ancora una civiltà dominante ediveniente. Nel contempo, i simboli cristiani non vanno entropizzati, in quanto le comuni-tà di cui sono portavoce esprimono tutt'oggi una presenza socialmente rilevante.In tal modo l'arte italiana sarà nuovamente e liberalmente di tutti e per tutti.

carlo chenissegretario per la pontificia commissione per i beni culturali

ERGOSUM.(continua da pag. 6) Da una parte - nell'entropia metaforica - si ha la scomparsa della comunicazione per viadella perdita della trascendenza, a vantaggio della sua pragmaticità formato usa-e-getta come insegna lapedagogia pubblicitaria. La lingua non deve durare più di qualsiasi altra cosa, essa è un prodotto e come taleva consumata. Dall'altra - nell'autismo metonimico o minimalista - si ha invece un'attaccamento ossessivo aldettaglio, si ha la scomparsa della comunicazione per via dell'impero del particolare (nessuno rinuncia al pro-prio gergo e ai propri idioletti). In entrambi i casi si perpetua una forma dissolutoria della soggettività, per difet-to l'uno, difetto verso l'alterità metaforica del linguaggio, per eccesso l'altro, caoticità dei gerghi che si basanosull'inespressivismo malfunzionante del corpo mediatico della lingua. Così, paradossalmente, nonostante tuttala comunicazione di cui disponiamo, siamo immersi in una specie di grado zero della comunicazio-ne, o di no man's land che rende tutto così immediatamente accessibile, anche l'accesso stes-so come in internet. Questo inespressivismo è deterioramento che ratifica il fatto che la linguaè questo assoluto del presente deteriorabile della merce, in cui la merce (generalmente dibassa qualità) parla la sua lingua elementare; più-che-reale; desueta e infine, aliena. La grande afasia nostrana è la penetrazione intima, fin nel linguaggio, della merce mediatica che si imponecome raccordo, link, connessione dei flussi comunicativi, fino ad internet, rispetto alla quale il soggetto non èche un terminale. Per queste gigantesche afasie sociali della comunicazione non ci sono soluzioni, se non quel-le alla Breton dei "Vasi comunicanti", cioè la reintroduzione o la ripopolazione allegorica e metaforica del lin-

guaggio, che fluidifica, emulsiona, lubrifica, mescola, assorbe e dissolve i flussi statici e stiticidei media. Una soluzione che reincarni il linguaggio nella fluidità dello scambio, che lo liberi dal-l'inespressivismo mediatico e lo reintroduca nelle soluzioni immaginarie: alla Jarry.

marcello faletrafilosofo, saggista e redattore di cyberzone

UN SACCO BELLO.(continua da pag. 6) Un vario assortimento di paure, dunque, alla base del quale sta, in variedeclinazioni, una stessa causa: una scarsa cultura del contemporaneo, che impedisce all'im-prenditore di capire che le competenze si possono costruire conoscendo un poco alla volta lascena dell'arte contemporanea e affidandosi agli esperti verso le cui scelte si prova una mag-giore affinità. Che impedisce di capire che i lavoratori considerano l'arte uno spreco di risorsee un irritante capriccio padronale se non sono messi in condizione di conoscere, di capire, dipartecipare, ma che invece spesso diventano dei sostenitori di questo tipo di programmi quan-do comprendono il contributo che essi possono dare al miglioramento della cultura organizza-tiva e della qualità degli ambienti di lavoro, all'apertura mentale, alla disponibilità verso il nuovo.Che impedisce al nostro fisco di pensare all'arte come ad un bene voluttuario invece che ad uninvestimento (e ne è prova il trattamento iva delle transazioni, che a differenza di molti paesi europei impo-ne un'aliquota del 20% e impedisce in buona parte l'emersione del mercato), e che quindi inocula nelleimprese il timore di essere oggetto di pericolose attenzioni. Un robusto e maturo collezionismo aziendalefarebbe benissimo non soltanto a molte imprese ma anche, ovviamente, al nostro sistema dell'arte, cheavrebbe la possibilità di crescere e di investire più risorse sui nostri artisti, favorendone l'affermazione inter-nazionale. Una delle sfide da proporre al nuovo ministro della Cultura (e perché no? Anche al nuovo mini-stro dello Sviluppo) sarebbe quella di dare avvio ad un programma di sensibilizzazione delle imprese al col-lezionismo aziendale, dando benefici ai musei e alle istituzioni culturali (queste sì bisognose di incentivi fisca-li) che si impegnano a diffondere questa cultura con iniziative mirate alle imprese del proprio territorio, coin-volgendo attivamente anche le associazioni imprenditoriali di categoria. Non è difficile, basta volerlo fare.Basta credere che la cultura sia importante non solo nel tempo libero, ma anche e forse soprattutto quan-do si produce. Un piccolo passo per la politica, un grande passo per la cultura del nostro paese.

pier luigi saccopro-rettore alla comunicazione e all'editoria e

direttore del dip. delle arti e del disegno industriale - università iuav - venezia

PIZZINI.(continua da pag. 6) Scava scava, gratta gratta, perché non sconfinare anche nel privato,nella rete di gallerie in grado di influenzare il mercato e le scelte istituzionali? Nella pletora di'procuratori' (vabbene, non si chiamano così, ma insomma…) che fanno da pusher di artistiper le tot-ennali di cui sopra? Basta aver pazienza, dirà qualcuno, e fede, se non in Das Kapital,nella ciclicità del tempo: certi eccessi sono naturalmente e storicamente destinati al collas-so, e peggio per qualche collezionista che ci ha messo e rimesso fior di quattrini. Ma quando operazioni culturali discutibili ingoiano il denaro di tutti a beneficio dei soliti pochi, gliaffari loro diventano affari nostri (o tutt'al contrario). Solo che il più delle volte a noi toccano ipacchi, a loro i premi. E allora, chissà, forse un giorno anche nel dorato mondo dell'Arte fioc-cheranno le inchieste… Utopie giustizialiste? Sogni forcaioli? Non è il caso di invocarel'Armagheddon togato e non si può sperare sempre che la scure della magistratura si abbat-ta su intrallazzi noti e arcinoti. Sarebbe il caso di darsi una regolata prima. Come? Inutile, inge-

nuo l'appello al "chi sa, parli". Chi sa, proprio perché sa, non parla.E come finirebbe, poi? Forse col solito finale già scritto à la vogueitalienne, con star, comprimari, talpe e topi di corridoio intenti apiagnucolare, urlare, diffamare, depistare e infine insabbiare. Oforse ci sarà il sospirato repulisti. Ma giusto una spolveratina,senza esagerare. E dopo? Forse sarà come con i vecchi bossdella mafia, consegnati allo Stato ormai decotti ed esautorati, colrimpiazzo già pronto dietro la porta. Forse sarà come coi tanti rot-tamati della Prima Repubblica, Ercolini-sempre-in-piedi che, dopoanni di tribunali, istruttorie e processi, sono ancora lì. Lì nel mezzo.

anita pepegiornalista

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Inauguriamo questo fotofinish di inizio estate con una infilata niente male di vip. D'accordo, alcuni sono di spalle, ma sono o non sono foto rubate? E poi riconoscere la celebrità di turno pizzicata ad unvernissage semplicemente dalla chioma non è più divertente? Divertente e facile è riconoscere chi si nasconde sotto al cespuglio ruggine della foto numero (1). Indovinato: Alda D'Eusanio in persona, allagalleria Oredaria che nel frattempo inaugurava Ettore Spalletti. Nel retro della galleria di Marina Covi il dandy Angelo Bucarelli e la spia Roberto d'Agostino confabulavano (2) prima che il secondo si andas-se un po' a distrarre con la critica d'arte Laura Cherubini (4). Rimaniamo sempre a Roma - vera patria del vip watching - ma cambiamo galleria. Perché da VM21, accompagnata con cura dal padronedi casa Maurizio Minuti, è stata immortalata lei, l'imitatrice Gabriellina Germani (3), la Mara Venier (ma anche la Ventura, la Bellocci e molto altro) che fa ridere i milioni di radioascoltatori che si godonoil programma di Fiorello su Radio2. Ancora a Roma nel nuovo Museo Bilotti, mentre la pittrice Jenny Saville si sente molto… figa davanti ad un suo quadro (5), Carlo Bilotti in persona illustra le meravigliedel "suo" nuovo museo nel cuore di Villa Borghese al direttore della Darc Pio Baldi (6). Ancora mostre, ancora Roma, ancora vip. Guardate come Ennio Fantastichini si rimira i quadri di Roberto CodaZabetta (7) esposti al Teatro India. Intanto nella galleria Unosunove presenze internazionali: Lou Reed autografa i cataloghi della mostra organizzata da Fabio Ianniello (8). A proposito di Fabio, guardatedove è stata stanata la di lui moglie Ginestra Paladino mentre, tentando di nascondersi al paparazzo, era a folleggiare assieme alla gallerista Raffaella Guidobono (11). Ma non ci distraiamo e torniamoai vip esterni al mondo dell'arte. Come ad esempio il calciatore juventino Jonathan Zebina, premiato con un fallo di plastica (la foto è piccola, guardate bene, 9) da quei ragazzacci del Cracking Art Group.E come l'incantevole Valentina Cervi, che alle inaugurazioni di Lorcan O'Neill - a Roma - cattura più sguardi di tutte le altre celebrity messe insieme (10). Qualcuno ha catturato anche le splendide ninfed'ebano che hanno performato in un'azione organizzata dall'artista senegalese Ousmane Dago durante la scorsa edizione della fiera MiArt (12), nella fattispecie l'editore Giampaolo Prearo che, nell'eu-foria dell'evento, ha allungato le mani sul poster e non sulla modella in carne ed ossa (13).

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"Soprattutto carne" sembra pensare uno spaesato Achille Bonito Oliva (14), anch'egli invitato alla performance organizzata dalla BelArtGallery a MiArt. A proposito di ABO, ma avete visto cosa ha dovutoinventare per lo stoccaggio della posta? Una cassetta delle lettere grande il quadruplo di quelle condominiali (15). Capitolo stranezze da galleria. A Torino H. H. Lim e Monica Carocci scoprono tatuaggi inpubblico (17); a Roma si organizza il classico gioco della bottiglia (16); a Firenze Marco Tirelli mira e ammira una scultura di… sua moglie Robin Heidi Kennedy in occasione dell'opening della galleria Bagnai(18). Un Giorgio Verzotti in versione perplessa si aggira all'Arengario di Milano, tra le opere della mostra di Martin Creed (19), quanto si sarebbe stupito di più se avesse previsto - poco dopo e poco lonta-no - un concerto-party con lo stesso Creed alla chitarra (20)? Meglio non pensarci e scendere giù fino a Napoli, dove un Antonio Bassolino supercasual (21) se ne andava a vedere la performance in piaz-za di Shozo Shimamoto, encomiabile veterano dell'arte Gutai. Ed eccolo il maestro, dopo la lunga azione sospeso in mezzo a Piazza Dante, festeggiare addirittura in piedi sul tavolino nel bel mezzo della cenapost-evento (22) sotto lo sguardo da duce-samurai del padrone di casa Peppe Morra (23). Intanto il compositore minimalista Charlemagne Palestine, che aveva accompagnato Shimamoto durante la per-formance, se la doveva vedere con il contestatore d'ordinanza che chiedeva meno mostre e più lavoro a Napoli (24). Torniamo nel profondo nord, perché a Novara si è svolto il locale Jazz Festival, che sioccupa di musica, ma che è organizzato da un collezionista (Corrado Beldì) qui al centro della foto contornato dal big gallerist Massimo de Carlo (a destra) e dall'altro collezionista Luigi Giordano (25). Tutt'altroche plastica la posa dell'artista Rosemarie Trockel, tedesca di granito anche davanti al fotografo che la immortalava dentro la sua mostra al Maxxi di Roma (26). Tutt'altra nonchalance quella di Cipolla, lacagnetta di Bruna Esposito, che tranquilla e paciosa aspettava - fuori dalla galleria di Federico Luger - che la padrona completasse di inaugurare la sua mostra personale (27).

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 Le cose non stanno maiferme, neppure in campo teo-rico. Il grande Régis Debrayha, per esempio, di recenteformulato la necessità di unanuova disciplina, da lui definitamediologia; altri (David Boltere Richard Grusyn) propongonoaddirittura la re-mediologia…Nel mio piccolo, come si suoldire, sento però la mancanzadi una astrologia mediale. Misembra che sarebbe una disci-plina feconda per spiegarecome mai in taluni giornimediatici si concentrino noti-zie che ruotano tutte intornoallo stesso tema. È stato ilcaso di giovedì 18 maggio2006: nei tg regionali dellaLombardia non si era ancorafinito di parlare della iniziativadella GAMec di Bergamo, chea seguire, nel tg serale, dopola notizia sul budget dellamostra Raffaello da Firenze aRoma (oltre due miliardi emezzo delle vecchie lire di valo-re assicurato), l'interodopotg1 di Mimun era dedica-to al fenomeno del Codice DaVinci e per l'occasione lo stu-dio era stato arredato, con untocco à la page, con riprodu-zioni della Gioconda, ma in stilewarholiano. Nessuna sorpresadunque che nel servizio pas-

sassero immagini delCenacolo, ma anche ripresedel Louvre (che nel libro, comenel film, riveste l'importanteruolo di location strategica).Alla fine, però, quando durantela pubblicità di un televisore alplasma passa l'immagine diuna spettatrice ad occhi chiusidavanti a una grande tela diGéricault (?) si ha davvero l'im-pressione che l'affastellamen-to astrale incomba. E che dire quando poi, in primaserata arriva la fiction sullavita di Boccioni? Qui peròoccorre fermarsi e tocca fareuna pausa. Mi pare che siaarrivato cioè il momento persvelare un arcano, per rende-re manifesta la combinazionealchemica con cui si deve rea-lizzare una fiction tv in primaserata (so che non dovrei, magli autori, nella loro magnani-mità, capiranno che lo faccioper il progresso della culturamondiale).Dunque. Per una fiction tv diprima serata, innanzitutto,occorre procurarsi un brancodi attori totalmente decere-brati. Attenzione: ho dettobranco e branco deve essere.Perché se sono quasi tutti deicani, ma qualcuno sa recitare,l'"effetto idiozia" è interamente

perduto, e rischiate di finiretrasmessi dopo mezzanotte.Boccioni per fortuna rispetta-va in pieno questa prima rego-la, a cominciare dal protagoni-sta: resterà penso memorabi-le negli annali tv la sua letturasinghiozzante di alcuni passidai Taccuini del Maestro, non-ché lo stupendo registro dellesue espressioni, sinteticamen-te riducibili a due: felice/con-trito. Come seconda cosa, èassolutamente necessario faruso di tutti (dico tutti) gliaccorgimenti più beceri checaratterizzano il montaggio tv:sovrimpressioni, dissolvenzeincrociate, e soprattutto tanto,tanto rallenti. Vi paiono espe-dienti un po' frusti, buoni per isoftcore anni '70, inutilizzabilise non in chiave parodistica?Non avete capito niente, inprima serata non ci andretemai. Infatti in Boccioni - che inprima serata invece ci va -sono usati a profusione: in par-ticolare sarà difficile dimenti-care la mirabile resa visivadella morte di Boccioni, chemerita di essere analizzata piùda vicino. Tale sequenza è cosìcomposta: dato che Boccioni èmorto cadendo da cavallo, siparte con una soggettiva delcavaliere sulla criniera equina;

a quest'immagine si sovrappo-ne quella dell'amata dal voltoaffranto; pp del volto che sus-sulta per un forte rumore (ilMaestro è caduto da cavallo!);campo lungo su di lei checorre a vedere cosa è succes-so; stacco sul cavallo che siimbizzarrisce a rallenti; detta-glio (!) sul piede di lui presonella staffa; campo medio sulei che lo raggiunge morente;pp dei loro volti confusi neldolore, e rivelazione finale chelui avrà un figlio dall'amante…Che volete che vi dica? Al para-gone, il famoso "montaggiodelle attrazioni" di Ejzenstejn èroba da Domenica in.Per finire - ma è l'ingredientepiù importante - dovete ammo-dernare la vicenda, qualunqueessa sia, dovete elevarla (giu-sta i principi dell'estetica ari-stotelica) dal particolare all'u-niversale: se la fiction è suGino Bartali, deve diventare loscontro tra disinteresse spor-tivo e avidità economica; se supapa Giovanni Paolo, illustreràla dinamica tra umano e divi-no… Così, se è sul maggior rap-presentante del Futurismo ita-liano, farà emergere la con-traddizione fra arte e vita. Ilragionamento del team registi-co non fa una piega: i futuristi

avevano esaltato la guerra"sola igiene del mondo"?Certo, ma quando si trovaronoin mezzo al primo conflittomondiale avranno pure fattoesperienza della devastazionebellica, o no? Perché nonmostrare la presa di coscienzadi Boccioni dell'inutilità dellaguerra, e trasformare la suamorte (casuale) in un sacrificioin nome dell'amore che "omniavincit" ottenendo il duplicerisultato di trasmettere unvalido messaggio pacifista, e dirileggere la storia dell'arte inun modo più "umano"? Sonoconvinto che quando regista esceneggiatore hanno avutoquesta idea non si sono tratte-nuti dal fregarsi le mani; "l'èfatta! Si va in prima serata!". Ecosì è stato. La ricetta, comesi vede, funziona eccome.E Boccioni? Pazienza.D'altronde, non era proprionell'"oroscopo" natale delFuturismo la vocazione multi-mediale? E allora, che si bec-cassero 'sta televisione qua. Â

(scrivimi:[email protected];illustrazione di Bianco-Valente)

di Marco Senaldi

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