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The Italian Miss Alternative 2008: “Ognuno ha la sua croce” Venerdì 27 giugno, ore 23 Estragon c/o Parco Nord Via Stalingrado 83 Bologna Un inno alla laicità ma anche un invito ad esorcizzare i propri chiodi fissi. The Italian Miss Al- ternative torna in passerella per la sua quindicesima edizione e fa sfilare la più banale delle consta- tazioni: la croce – cristiana o me- taforica – è da sempre esistita. Nessuno – ideologo o religioso che sia – potrà mai impossessar- sene, perché in fondo, il detto lo dice, ognuno ha la propria. Libero sfogo quindi ai crucci che da sempre ci assillano – le croci, appunto – ai chiodi fissi, ma an- che al punto croce del ricamo, alle “x” della schedina, ai drammi nazionali – la monnezza di Napo- li, ad esempio - e chissà forse pure a qualche reinterpretato Golgota. Le Modelle della Maison du Cassero sono pronte a dar vita al loro quindicesimo defilée, appuntamento annuale con la solidarietà e con la lotta all’Aids, reso ancor più importante que- st’anno dalla coincidenza con il Gay Pride nazionale. Ancora una volta le ragazze e i ragazzi del Ufficio Stampa Pride 2008 Mariagrazia Canu Chiara Mantovan Mob. 340.6446013 Mob. 328.2614882 E-mail: [email protected] The Italian Miss Alternative Stop AIDS evento benefit pro Lila - Mit - Ida - Salute Cassero QUINDICESIMA EDIZIONE Le fiabe della Maison 1. Fiaba Disney: animali schifosi dappertutto 2. Fiaba Metropolitana: bi- glietto, per favore 3. Fiaba Gay: bellissimo, ricco e mi ama 4. Fiaba Misogina: fiabo 5. Fiaba Gentile: che bestia che sei! sarai bella tu! 6. Fiaba Mediterranea: co- me state bene Donna Sofia! Grazie Donna Con- cè, sto una favola!

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The Italian Miss Alternative 2008: “Ognuno ha la sua croce”

Venerdì 27 giugno, ore 23

Estragon c/o Parco Nord

Via Stalingrado 83

Bologna

Un inno alla laicità ma anche un invito ad esorcizzare i propri chiodi fissi. The Italian Miss Al-ternative torna in passerella per la sua quindicesima edizione e fa sfilare la più banale delle consta-tazioni: la croce – cristiana o me-taforica – è da sempre esistita. Nessuno – ideologo o religioso che sia – potrà mai impossessar-sene, perché in fondo, il detto lo

dice, ognuno ha la propria.

Libero sfogo quindi ai crucci che da sempre ci assillano – le croci, appunto – ai chiodi fissi, ma an-che al punto croce del ricamo, alle “x” della schedina, ai drammi nazionali – la monnezza di Napo-li, ad esempio - e chissà forse pure a qualche reinterpretato Golgota. Le Modelle della Maison du Cassero sono pronte a dar vita al loro quindicesimo defilée, appuntamento annuale con la solidarietà e con la lotta all’Aids, reso ancor più importante que-st’anno dalla coincidenza con il Gay Pride nazionale. Ancora una volta le ragazze e i ragazzi del

Ufficio Stampa Pride 2008 Mariagrazia Canu Chiara Mantovan Mob. 340.6446013 Mob. 328.2614882 E-mail: [email protected]

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Italia

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Stop AIDSevento benefit proLila - Mit - Ida - Salute Cassero

QUINDICESIMAEDIZIONE

Le fiabe della Maison

1. Fiaba Disney: animali

schifosi dappertutto

2. Fiaba Metropolitana: bi-

glietto, per favore

3. Fiaba Gay: bellissimo,

ricco e mi ama

4. Fiaba Misogina: fiabo

5. Fiaba Gentile: che bestia

che sei! sarai bella tu!

6. Fiaba Mediterranea: co-

me state bene Donna

Sofia! Grazie Donna Con-

cè, sto una favola!

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Cassero si sono tuffati nella ce-sta degli avanzi, recuperando il meglio – o il peggio – per as-semblare i loro abiti di haute couture e animare lo spettacolo che da tre lustri resta ineguaglia-to in tutto lo stivale.

Scettro e corona per una sola, però, quella che sarà riuscita a sedurre la folta giuria, una carrel-lata tra volti noti e icone della militanza politica, stampa e jet set, una buona dose di estro e l’immancabile accenno di tra-sgressione. Scrittori, attori, regi-sti ed ex deputati quindi, ma an-che pornostar, performer, muse e menestrelli.

L’obiettivo, come ogni anno, è esaurire i posti di quella platea e colmare le buste delle donazioni, per dare un sostegno forte al la-voro di quattro realtà – Lila, Mit, Progetto Salute Cassero e Ida – che quotidianamente affrontano la lotta contro il virus dell’Hiv, contro la sofferenza che produce e la discriminazione che diffonde attorno a sé.

Venti le mannequin che calche-ranno la passerella, con tanto di baffi e peli sulle gambe come impone la tradizione, e alle quali si aggiungeranno le reginette

delle passate edizioni e gli artisti che hanno voluto donare le loro performance a questo spettaco-lo: Lala Mac Callan, cantante en travesti dalle strabilianti quali-tà vocali, il Principe Maurice, anima del Carnevale di Venezia e del Cocoricò di Riccione, Brenda Broadway, la drag singer col cuore black, Caterina Cavina, la scrittrice che ha tolto il velo sul sesso oltre il quintale.

I biglietti per la serata sono già disponibili in prevendita al Casse-ro al prezzo di 15 euro. I biglietti venduti direttamente all’Estra-gon, solo posti in piedi, coste-ranno invece 10 euro. Dopo la sfilata, a reginetta incoronata, la festa continuerà fino a mattina con i dj Pasta boys (Dino Angio-letti, Rame, Uvo).

I bigliettiPrevendite 15 euro

c/o Cassero

sul posto 10 euro

info: 051/6494416

www.cassero.it

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Etna MossLA GIURIA:

1. Antonella Casagrande

2. Marco Barbieri

3. Grazia Verasani

4. Franco Trentalance

5. Claudio Masi

6. Caterina Cavina

7. Salvatore Inguì

8. Daniele Ancarani

9. Cuoghi e Corsello

10. Principe Maurice

11. Gae

12. Riccardo Marchesini

13. Marco Lupoi

14. Gianni Scardovi

15. Beppe Ramina

16. Stefano Nosei

17. Electric Indigo

18. Luciano Manzalini

19. Tita Ruggeri

20. Daniele Del Pozzo

21. Stefano Casi

22. Orea Malià

23. Pasta Boys (Dino Angioletti, Uovo, Rame)

24. Gianluca Borghi

25. Roberto Panzacchi

26. Giusi Marcante

27. Walter Rovere

28. Cristiano Zecchi

29. Micaela Romagnoli

30. Franco Grillini

31. Sergio Lo Giudice

32. Aurelio Mancuso

33. Paola Brandolini

34. Emiliano Zaino

35. Marcella Di Folco

36. Elisa Manici

37. Corinna Rinaldi

38. Filippo Manassero

The PartyDopo l’incoronozione si balla fino a mattina

DJ PASTA BOYS

DINO ANGIOLETTI

UOVO

RAME

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Miss Alternative

chiede al sindaco

piazza

Stefano Casagrande

In occasione della quindicesima edizione di the Italian Miss Alternative il Cassero chiederà al sindaco di Bologna Sergio Cofferati l’intitolazione della piazza giardino che in questi mesi si sta realizzando tra la Salara e il Mambo, in via Don Minzoni, a Stefano Casagrande, padre della manifestazione ed icona del movimento omosessuale bolo-gnese. I quaranta giurati del defilée saranno i primi a sot-toscrivere la domanda che sarà recapitata personalmente al sindaco dai portavoce del Gay Pride il 28 giugno.

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Gentilissimo Sindaco, Caro Sergio,

I quindici anni di “carriera” rendono ormai The Italian Miss Al-ternative una piccola istituzione, una carovana sui tacchi nota in tutto lo stivale e che per lo stivale, più volte, è corsa ad appuntare il fiocco rosso della lotta all’aids. Le modelle della Maison du Casse-ro hanno bisbigliato costanti il loro motto, come si conviene alle signore, e negli anni hanno tenuto vivo quel piglio concepito quindici anni fa nel corridoio di una casa in via San Felice. A quel civico, signor sindaco, viveva Stefano Casagrande, un omone dall’aria austera e col baffone tipico dei Quartieri Spagnoli. Un artista, un pensatore, un vero leader: per anni il Cassero è stato animato dal suo estro, per anni i palcoscenici di tutta Bologna hanno goduto della sua brillante comicità. Fu Stefano, quindi, a partorire The Italian Miss Alternative: chiunque per un giorno poteva essere una mannequin, a prescindere da peli baffi e barba, indossando tutto quello che si tro-vava nell’armadio. O più in generale nella camera, in cucina, nel bagno, in garage. L’importante era portare con sé un po’ di gen-te, mettere tutti la mano al portafoglio e raccogliere qualche soldo per rinvigorire lo scudo contro il diffondersi del virus dell’Hiv. Miss Alternative, da allora, non ha mai interrotto la sua corsa e negli anni ha fatto sempre sentire il suo sostegno alle associazioni che a Bologna si occupano di lotta all’Aids. Purtroppo, però, non è ba-stata l’energia del nostro sgambettare in passerella a far sì che Ste-fano Casagrande, ancora oggi, corresse insieme a noi. Ma creda, sindaco, l’essere qui sui tacchi ancora, a quindici anni da quella “prima” in corridoio, a perpetrare la sua lotta, è il modo che tutti e tutte naturalmente abbiamo scelto per non dare per persa fino in fondo quella sfida. Quest’anno però, con il suo aiuto, vorremmo fare qualcosa di più. “Ognuno ha la sua croce” è il titolo del defilée alle porte, e pro-prio una croce, in fondo, è quello che le chiediamo: la metta su una mappa, quella di Bologna, della nostra città. E la metta proprio vici-no all’attuale sede del Cassero, dove i cantieri stanno ultimando la nuova Manifattura della Arti. Accanto a quella “x”, le chiediamo, di scrivere il nome di Stefano Casagrande, a ricordo di quanto ha fatto per la nostra comunità e per Bologna tutta, e affinché ogni giorno ciascuno abbia in mente una lotta – quella contro l’aids - che abbiamo tutti il dovere di vincere.

In attesa di un suo cortese riscontro, celata da un ventaglio, le porgo i saluti della Maison

Nostra Signora Inès

Stefano Casagrande (Roma 1960 – Bologna 2000), animatore della scena culturale gay italiana degli anni ‘80 e ‘90, ideatore di eventi, copy, scrittore di afori-smi fulminanti, cultural-treiner, “assegnatore” impla-cabile di soprannomi, design, scenografo, arredatore di interni e di esterni, divulgatore di mode e modi di dire, scultore, collagista, sarta. La sua prima formazione artistica avvenne all’interno dell’esperienza, tutta italiana, dei campeggi gay, che negli anni ‘80 funzionarono da veri e propri laboratori cultuali e politici per l’intera comunità gay, allora ancora molto disgregata e svagatamente nomade. Dopo un primo vagabondaggio-apprendistato nelle comunità gay di Londra, Berlino e Milano approdò nell’83 a Bologna in concomitanza con l’apertura del Cassero e per 15 anni ne fu l’incontrastato, inesauribi-le, indimenticabile art-director, in gergo-camp si di-rebbe: assoluta regina. Espresse la sua vulcanica creatività e le sue indomite capacità organizzative realizzando contenitori cultura-li e rassegne teatrali che fecero del Cassero una delle realtà associative più vivaci sulla scena bolognese e del suo palcoscenico (2mt x 3mt) una ribalta incande-scente per trasgressività delle proposte, coraggio degli attori e osmosi dionisiaca tra spettatori e artisti. In particolare si ricordano le rassegne: “Perversailles”, estate 1989, in occasione del 200° anniversario della Rivoluzione francese; “Condom club”, estate 1990, in aperto contrasto con le allora inesistenti, quando non dannose, politiche anti-aids governative; “Bolo-gna russa”, settembre 1992, in spavalda polemica con la rassegna “Bologna sogna” organizzata dall’Asses-sorato alla cultura del Comune di Bologna. Ideologo, costumista, scenografo e feroce manager del KGB&B (Kassero Gay Band & Ballett), una pat-tuglia teatrale en-travesti che imperversò a Bologna e in Emilia Romagna dall’83 al ‘90. Con il gruppo mise in scena: Anatema su di voi, 1983; Sodomiadi, 1984, in omaggio alle Olimpiadi che si stavano svolgendo a Los Angeles; Laida, 1985, sul mondo del melo-dramma; Fascistissima, 1987, sulla sciatteria retorica e guerrafondaia del ventennio. (...)Negli anni ‘80 e ‘90 la scena culturale e politica bo-lognese è dominata dal protagonismo delle associa-zioni che, oltre a costruire una rete-culturale-off, al-ternativa al circuito istituzionale per quantità e qualità delle proposte, riuscirono a rappresentare, in modo collettivo, un’autorevole e propositiva voce di dissen-so. Tra le esperienze particolarmente significative di quegli anni i due cartelli di associazioni: “Oltre il danno la Legge”, 1990, in opposizione all’approva-zione della Legge Iervolino-Vassali sulle tossicodi-pendenze e “Fermiamoli!”,1991, in occasione della prima invasione Usa dell’Iraq. S.C. fu l’animatore culturale dei due coordinamenti e organizzatore di varie iniziative che coinvolsero la cittadinanza, dive-nendo una delle figure di riferimento per tutto il mo-vimento associazionistico bolognese.Nel ’94 lancia The Italian Miss Alternative, giunta oggi alla sua decima edizione, che lo fece conoscere anche in abito nazionale. Nel ‘99 apre l’atelier “Avan-tiq” dove realizza ed espone tutta la sua produzione creativa. Sul suo lavoro artistico amava dire “non invento nulla ma copio benissimo”. Non cercò mai un impiego fisso. Ebbe una vita bellissima.

(Marco Barbieri. da “Gay, la guida italiana in 150 voci” di D. Del Pozzo e D. Scarlini, Mondadori)

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Le Associazioni

beneficiarie

Nel suo Documento di lavoro, “Un approccio coordinato e integrato della lotta contro l’HIV/AIDS nel-l’Unione europea e nei paesi vicini 2006-2009”, la Commissione ha in-dicato le principali  linee d’azione da seguire fino alla fine del 2009.La Commissione è preoccupata per la diminuzione dell’attenzione de-dicata alla prevenzione, che rimane un elemento fondamentale in tutte le altre attività che costituiscono l’approccio globale di lotta contro l’HIV/AIDS e per questo, tra gli altri, si pone l’obiettivo è rafforzare la partecipazione della società civile a tutti gli aspetti della lotta contro l’epidemia, compresi la definizione, l’attuazione, il monitoraggio e la valutazione degli interventi.Senza la risoluta promozione di mi-sure di prevenzione essenziali, come l’educazione, l’utilizzazione di pre-servativi e l’attuazione di misure volte a ridurre i rischi , non potrà essere raggiunto alcun altro obietti-vo fissato (come l’eliminazione della trasmissione da madre a figlio o l’accesso universale alle cure). Altri campi d’azione che richiedono un rafforzamento sono le questioni dei diritti umani, la sorveglianza e le azioni rivolte a gruppi vulnerabili specifici. In questo ambito, gli obiettivi posti sono:facilitare l’attuazione di misure di prevenzione dell’HIV destinate a gruppi particolari e a tutta la popo-lazione;garantire che tutti i cittadini abbia-no accesso all’informazione, al-l’educazione e a servizi volti a ridur-re la loro vulnerabilità all’HIV/AIDS;migliorare l’accesso dei consumato-ri di droghe iniettive alla preven-zione, alle cure di disintossicazione e ai servizi di riduzione dei rischi;

rispondere alle specifiche necessità delle popolazioni migranti in modo da permettere loro un accesso non discriminatorio a informazione, prevenzione, trattamento, cure e sostegno;sostenere il monitoraggio e la valu-tazione dei metodi di prevenzione.L’epidemiologia dell’HIV nell’UE richiede l’intensificazione delle mi-sure di prevenzione destinate al grande pubblico e a gruppi specifici come i giovani, le donne, i consu-matori di droghe iniettive, gli omo-sessuali, i lavoratori del sesso, i car-cerati e le popolazioni migranti.Si stima che adeguate misure di prevenzione dell’HIV permettereb-bero di evitare il 63% dei 45 milioni di nuove infezioni previste nel mondo tra il 2002 e il 2010.Mentre il numero delle persone affette da HIV/AIDS cresce di anno in anno, i servizi di prevenzione non aumentano allo stesso ritmo.In Italia sono 59.500 i casi di Aids notificati dall’inizio dell’epidemia, in media circa 4 mila l’anno. Nel 2007, le stime dell’Istituto Superio-re di Sanità mostrano una sostan-ziale stabilità nel numero di nuovi casi di AIDS rispetto all’anno pre-cedente, segno che si è arrestata la tendenza al declino dell’incidenza di malattia conclamata che aveva caratterizzato i primi anni di terapia antiretrovirale combinata. Ciò di-pende dal mancato accesso precoce alla terapia (oltre il 60% dei nuovi casi non ha effettuato terapia prima della diagnosi di AIDS) e consegue a un ritardo nella esecuzione del test (oltre una persona su due sco-pre di essere sieropositiva al mo-mento della diagnosi di AIDS o po-co prima). La causa del ritardo ri-siede in una bassa percezione del rischio, soprattutto in persone che hanno acquisito l’infezione per via sessuale.Per quanto riguarda le nuove dia-gnosi di infezione da HIV, come ha recentemente dichiarato Gianni Rezza dell’ISS, i dati provenienti da

alcune regioni e province italiane mostrano una sostanziale stabilizza-zione che permette di stimare circa 4000 nuove infezioni l’anno nel no-stro Paese (circa 11 infezioni ogni giorno). La bassa percezione del rischio della popolazione sessual-mente attiva rende conto della ne-cessità di mettere a punto adeguati interventi di prevenzione”  L’ultima campagna ministeriale ha finalmente pronunciato la parola preservativo e ne diamo un giudizio positivo, ma arriviamo da decenni di campagne insulse e moralizzatrici che nulla hanno a che vedere con la prevenzione di un virus a trasmis-sione sessuale. Inoltre, sono state così sporadiche e minimali che nemmeno i più attenti osservatori sono stati capaci di vederle tutte.Come Associazioni riconosciamo quanto affermato dalla Commissio-ne Europea mentre sostiene che “la stigmatizzazione e la discriminazio-ne costituiscono ancora un ostacolo, al pari dell’inefficienza e della scar-sa qualità generale dei programmi di prevenzione esistenti e ne condi-vidiamo gli obiettivi:- lottare contro la stigmatizzazione e la discriminazione delle persone affette da HIV/AIDS;favorire un accesso universale a trattamenti e cure efficaci, a costi sostenibili ed equi, compreso un trattamento antiretrovirale sicuro;favorire l’integrazione sociale e pro-fessionale delle persone affette da HIV/AIDS.Le persone affette da HIV/AIDS devono poter svolgere un ruolo atti-vo nella gestione della loro condi-zione di salute. I servizi che sono loro offerti devono rappresentare un sostegno, favorire la loro inclu-sione e rafforzarne l`autonomia.” CASSERO SALUTE - IDA - MIT - LILA

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