EVANGELIZARE...per il nostra Evangelizare nell'anno 1999. E' il Padre che la Chiesa propone di...

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Autorizz. Trib. Roma N. 185 del 27 aprile 1994 Spedizione in abbonamento postale art. 2, comma 20/c, legge 662/96 - Filiale di Roma Anno VI - n. 1/2 - Gennaio/Febbraio 1999 38 Anno della fondazione EVANGELIZARE paupenbus misit me

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Autorizz. Trib. Roma N. 185 del 27 aprile 1994 Spedizione in abbonamento postale art. 2, comma 20/c, legge 662/96 - Filiale di Roma

Anno VI - n. 1/2 - Gennaio/Febbraio 1999 38 Anno della fondazione

EVANGELIZARE paupenbus misit me

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€VANG€UZRRC CVRNGCUZHRC

pauperibus misit me

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Anno VI - n. 1/2 - Gennaio/Febbraio 1999

38 Anno dalla fondazione

omma^/o

II s a w tklld jHiwki

2 Alio radkidella Mia

Alki wnje/i/r

4 Ediicare alia responsabililai

d I mesi - Febbraio

5 PnxliuoMi miraeolo del Croeilisso ehe si \enera

iiella ("hicsa deH'Ktitiilo Fcmminile di Ainalriee

in Rieordando don Anionio Fragohi

13 Madre Maria Yalenli donna abbandona la alia

Pro\vidon/a

15 Ricordi e liMimoman/c

Id Testimonialize Mii londalori

Pemii'M moritmn

17 Presenta/ioiicepunliea/ione

Ri'liiiioiw. (inc. allium c vihi

IN A propositi) deirislanusnin

2(1 Aderjuarsi. bisogna adesuarsi

22 l.a Mia ehe si d o m e Mtaehe si eonquisia e M inuMe

23 l.o suore non sonodelle suore

25 Di easa in easa

2N II VesLtnodi Olcna

31 Rieordo di don Anionio Fraiiola

Cos? di ami noslm

34 l ) \ l n \ \ ( win \ \i M \ K I : Maschere.eonandoli.palloiieini

eearamelleperileameMile

35 D.\ MOMI-ROSSO \i M \ R I : lmpro\Msa e traiiiea seomparsa di

mi Hvaliinnn

36 DA S. GIOKCIIO \ L I R I : Solo Dio pud dare senso alia nostra Mia

33 Fetlera ad una suora in parten/a per F Africa

38 Crisantemi

4(1 Spi//icando

l . \ \ N ( ; K I . I / . \ K K pauperihus misit me

111 II I I I UNO HIMI'SIK \l I 1)1 I I OI'IKA NA/IONAI I-

I'l.H II Ml / / ( K i l O K N O HI I \ l I \

DIKII l'\ l ) \ l 1 \ I W l l d l 1 \ HI I DISCI I'OI I

Diicftore Ri'spimstthili' Don Michele Celiberti

Sci;ivuirio tli. \nmiim \ti'(i:ioiw Michele I cone

DIICIOIIC - /\V</</. iimr .\inmini\lrit:i<>iic Via ilci Piancllari. 7 - lei. 06/6SX0140') l a \ ()6/6X6l()2? - C.c.p. 33S70007 0(11X6 K O M A

Copvrtiiut "I.'Assnnta" ill Mtnm liaihcris Ofcna: Casa "Mons. I cone"

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PADRE

Padre. Fiori la dolce parola come rosa nel deserto.

Arso d'egoismo il mondo, livido d'odio brutale quand'Egli, la fiato col profumo della primavera.

L'avevan labbreggiata qua e la gli spiriti magni, arrivati, negli altissimi, a un rispettoso, reverente timor di Dio, un'adorazione ancor vaga, ma trepida d'ansia implorante; mai pero era stata pronunziata con sentimento profondo davvero, con chiara mente, mai con la consapevolezza, I'adesione piena del-I'anima, con fervore caldo, con arden-te slancio nostalgico, mai.

I Profeti stessi d'lsraele I'avevano ripetuta senza intima commozione, senza affocata passione, si e no superando, a fatica, i confini ristretti delle loro tribu.

Padre nel senso proprio, universa­le, lo disse, lo senti primamente Lui, soltanto Lui, Gesu.

E solo Lui I' amo come Padre com-pletamente, in modo assoluto, da inef-fabile Figlio; solo Lui , ne cerco la glo­ria sempre, ne fece intera la volonta, ne esalto il nome adorato con ebbrez-za infinita.

Ma d'allora, da che Egli lo rivelo ai cuori ansiosi, Padre e divenuto, Padre e rimasto, Padre rimane Iddio per I'e-terno.

La prima, la piu alta rivelazione in che ci sentiamo veramente rinati, fatti nuovi e diversi, sicuri di noi stessi, slargati ad un amore senza limiti.

Parlare di Dio oggi non si puo, dovunque favella umana risuoni, che parlarne da figli, con confidenza di figli. E non si potra piu mai che parlar­ne cosi.

La rivelazione e definitiva. Dio non e, non pub essere che padre, princi-palmente padre, essenzialmente padre.

Gli altri attributi — potenza, sapien-za, bellezza, gloria — sono appannag-gio regale della sua paternita, in fun-zione, in servizio di essa. P. Giovanni Minozzi ("Padre Nostro", pag. 21-22).

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II seme della parola

ALLERADICI DELLA VITA

Mi interrogo sulla copertina da scegliere per il nostra Evangelizare nell'anno 1999.

E' il Padre che la Chiesa propone di contemplare in questo ultimo anno di pre-parazione al Giubileo.

Lo scorso anno, la bella interpretazione di Silvia Di Nardo sullo Spirito di Vita, che illumina e feconda I'Opera ed i Discepoli, e stata ornamento e messaggio del nostra bollettino. Abbiamo tentato, anche quest'an-no, di costruirci una nuova icona ad hoc, senza raggiungere risultati soddisfacenti.

Penso intanto e mi imbatto casualmente nella bella espressione di S. Teresina del Bambino Gesu: «0 Tu che sapesti creare il cuore delle madri, in Te io trovo il piu tenero dei padri!» Lo stupore mi sorprende, rifletto e trovo la soluzione. Decido: la copertina del l 'Evangel izare portera I ' immagine dell'Assunta di Mario Barberis, che costitui-sce I'incanto della nostra chiesa nella Casa di Riposo "Mons. Leone" di Ofena. La voile Padre Minozzi, quando nel 1955 per un incendio fu incenerito un vecchio quadra del seicento. Questa Madonna, trasportata da ali d'aquila, verso il cielo, con lo sfondo sottostante della catena del Gran Sasso d'ltalia, e meravigliosa! II suo volto e quello della moglie del pittore. L'Assunta e la nostra icona, I ' icona de l l 'Opera, dei Discepoli e delle Ancelle che nella sua festa trovano il principio dei loro giorni.

Sara Lei, Maria-Madre, a farci ricordare di Dio-Padre. "Padre diventa per Dio un titolo di sintesi, un nome che polarizza tanti altri" dice Maura Orsatti, nel suo opuscolo stimolante: «Un Padre dal cuore di madre» (Ed. Ancora).

In realta dopo lo sconcerto, accompa-gnato da qualche polemica, per I'afferma-zione di Giovanni Paolo I sulla Paternita-Maternita di Dio, che tradotto significa che

Dio e tanto Padre quanto Madre, perche lo spirito non e connotato dalle distinzioni di genere, oggi tutt i accettiamo con piena soddisfazione questa nuova luce, che ci illumina sulla natura del Creatore. Saperlo cosi perfetto perche depositario di tutte le caratteristiche e le sfaccettature di amore, che nell'uomo ha poi diversificato in due esseri diversi, Adamo (I'uomo) ed Eva (la donna), Lo rende piu amabile, piu vera, piu affettuosamente Dio. In Lui c'e quanto di piu dolce, di piu comprensivo, intuitivo e protettivo, di piu tenero che tra umane crea­ture si puo trovare nella donna-madre. Insieme, in lui trovo quanto di piu robusto, razionale, potente e provvidente si puo tro­vare in un uomo-padre. Maria allora e I'im­magine e I'espressione piu riuscita delle qualita materne di Dio. Lei, la Madre, ci rimandera continuamente al Padre delle cui qualita e impastata ed intessuta. In lei tro-veremo riflessa I'immagine di un Padre, che sara proprio il vero "Babbo", del Nuovo Testamento, I'Abbah di Gesu, che in Lui tro-vava il senso della sua missione, la certezza di riuscita di ogni sua iniziativa.

In Lui Gesu viveva completamente abbandonato, perche di Lui conosceva fin nelle profondita I'incanto del cuore materno. Tutta la missione di Gesu consistera essen-zialmente nella rivelazione del Padre come Essere in cui trovano posto tutti i pensieri e che fanno grande e buono I'essere divino Lo definira I'Amore! «Dio e Amore» (1 Gv 4,16). E' tutto I'amore, e Essere in cui I'amore si confonde e si esaurisce: niente di quanto e legato all'amore e fuori di Lui! Amore esau-stivo! Nessuno dunque e tanto madre quan­to Dio Padre! Se I'amore viene da Dio, I'a­more amabile delle madri viene da Lui. Quell'amore e Lui!

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Questa intuizione di Dio-Madre, e pre-sente anche nella mitologia classica, dove "Zeus era inteso come una divinita totale", come in questo inno or f ico : «Zeus e maschio, Zeus e una donna immortale...».

Spesso gli antichi miti immaginano, all'i-nizio della creazione del mondo, un essere originario, che solo piii tardi sara suddiviso nelle sue due meta complementari. Questo concetto troviamo anche neH'uomo delle

leggende ebraiche, secon-do il quale lo stesso Adamo, fatto ad immagine del Creatore, sintetizzava in se, al p r inc ip io , I ' intera umanita modificatasi dopo, in seguito al primo interven-to chirurgico del Creatore, neH'uomo a due versioni,

1 A J maschile e femmini le. Si i A ^ i t X ' parla infatti dell'esistenza di

un "androgino" (una fusione di uomo e donna), prima che Eva fosse staccata da Adamo e si rendesse auto-noma. II matrimonio sara percio interpretato come un tentat ivo di r i tomo, piu morale che non fisico, ("I due saranno una carne sola") a quell'unica natura originaria. E' il tema della dualita e della totalita". Di questo Padre noi abbia-mo veramente bisogno! E' proprio esaltante la rivela-zione del Padre fattaci da Gesu. Quella Patemita cosi completa ci sazia di amore!

Don Michele Celiberti FdD

LA NOSTRA OPERA HI AIUTA:

"Signore, benedici coloro che ci hanno fatto e ci fanno del bene nel tuo amore"

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Alia sorgente

II pensiero pedagogico di P. Semeria

EDUCARE ALLA RESPONSABILITA

1. Testimoni di un nuovo Umanesimo

Quando, per la prima volta, nel 1965, il Concilio Vaticano II affermava che il tempo presente' offre ai cristiani, in particolare, I'op-portunita di essere "testimoni di un nuovo umanesimo, in cui I'uomo si definisce anzitut-to per la sua responsabilita verso i fratelli e verso la storia"', I'intera comunita educante — succube di una cultura laica e materialista — si ritrovo a dover fare i conti con un nuova concezione dell'educazione che stabiliva, tra i suoi fini, non I'autonomia e la socializzazione ma gli ideali di verita e di giustizia, la parteci-pazione attiva e responsabile, mirando, cosi, —attraverso una scelta, volontaria, del sacrifi-cio e del dovere — alia formazione di persone che intendano essere artefici, consapevoli, della propria esistenza e motore di sviluppo per la cultura dell'intera comunita.

In un mondo in cui. tra tante incertezze e profonde contraddizioni, I'uomo contempora-neo, trascina, nell'angoscia, e, talora, nell'in-coscienza, la propria esistenza —all'insegna della comodita, della distrazione' — si sentiva, infatti, la necessita di porre un argine — con la testimonianza di una vita coerente e respon­sabile' — a una crisi che si fa, giorno per gior-no, sempre piu ampia, divenendo, da crisi spi-rituale, crisi sociale, politica e morale; si senti­va I'urgenza di dare una risposta, ferma, a una mancanza di valori, subdola, e insidiosa, che si espande — all'ombra di un pensiero debole,

malato — guadagnando ogni angolo della comune convivenza e minando, spesso, gli stessi gangli vitali del sistema, col risultato di spingere I'uomo a correre, inconsapevolmen-te, ma "spensierato", verso il precipizio, dopo

' ...carattenzzato da un individuo sempre piu consape-vole della propria dignita. (Enc. "Gaudium et Spes" 7 dicembre 1965, n. I, 12-17).

Enc. "Gaudium et Spes". op. cit., n. II, 55. "La sola cosa che ci consoli delle nostre miserie... ci

impedisce di pensare a noi stessi e fa che ci perdiamo insensibilmente" (B. Pascal: "Pensieri", Mondadori, Milano 1979, pag. 250. n. 366).

Avrebbe ricordato il Semeria che I'educatore, come il sacerdote. e una piccola lucciola: brilla un istante con I'irn-pegno, la parola... e. poi, scompare; non senza aver prima offerto, pero, una calda luce, frutto di sincera carita (G. Semeria : "Pei sentieri fioriti dell'arte", Rinfreschi, Piacenza 1915, pag. 66. Sulla forza dell' esempio vedi anche: P. Giovanni Semeria B. "L'Unione per il bene", L.I.C.E., Torino 1932, pag. 49-50.

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essersi messo dinanzi agli occhi qualcosa che gli impedisca di vederlo\

II primato di Dio...

Per questo il messaggio della Chiesa era, volutamente, duro e incisivo, privo di ogni compromesso: e "il primato di Dio"b, ricono-sciuto ed accolto, la risposta che I'uomo attende per dare solidita alia speranza, per raggiungere — nella responsabilita — una maturita che e frutto della carita, una liberta che vada ben oltre il vuoto protagonismo e metta al riparo da ogni confusione morale.

Una confusione, ormai radicata, per cui "I'avarizia si chiama parsimonia... la prodiga-lita si confonde con la liberalita... I'umilta passa per dabbenaggine... mantaner la parola io si dice una ingenuita... (e)... in questa corsa all'onore, alia ricchezza, al piacere — che la nostra vita pubblica sta diventando — non solo I'anima si logora ma (anche) i criteri di giustizia e di onesta"".

U educazione morale e religiosa, poi, e sempre piu "sintomo ed emblema di inferiorita intellettuale"... se "gli antichi per dare coscien­za della sua virilita al fanciullo gli mettevano la toga virile — ricorda il Semeria — noi gli togliamo la religione'"'.

A una credulita — surrogato della fede — che e debolezza e illusione1" si oppone uno scetticismo che cede alle passioni dei nuovi idoli, un cinismo che crede alle astuzie dei troppi ciarlatani di turno per i quali I'irreligio-sita, la tecnologia, il piacere rappresentano

'' B. Pascal: "Pensieri", op. cit., pag. 250. n. 367 F G. Semeria: "Le condizioni dell'istruzione religiosa in

Italia", manoscritto n. 155 dell'Archivio Generale dei Barnabiti (Roma).

Nota pastorale della CEI: "Con il dono della carita den-tro la Storia" del 26 maggio 1996. n. 38. Un'altra nota pasto­rale, stavolta del 19 marzo 1998, ribadisce, inoltre, che "la visione cristiana dell'impegno e della responsabilita, che costituisce per i discepoli del Maestro un punto irrinunciabile di riferimento per la loro vita nel mondo" lungi dall'essere fon-data sull'esibizionismo e sull'arroganza. si trova "come adom-brata in un'icona... nel racconto della passione di Crista" ("Le comunita cristiane educano al sociale e al politico", n. 25).

* G. Semeria; "La Morale e le morali", Firenze, Le Monnier 1934, pag. 36.

* G. Semeria: "Le condizioni dell' istruzione religiosa in Italia", op. cit.

I'unico riferimento di liberta, la patente di una sicura maturita".

... in un mondo che ha affittato la propria coscienza

Non restava che sollecitare, quindi, un impe-gno, comune, di tutti gli uomini di buona volonta perche si realizzasse una svolta radicale nell'e-ducazione, una modifica seria e sostanziale dei costumi'•': un mutamento che, contrapponendo una serena morale del dovere" alia sordida morale del piacere, rappresentasse un auspicio di sincero rinnovamento e, insieme, un motivo di speranza per i giovani che si trovano, inconsa-pevolmente, a vivere in un mondo in cui la molti-tudine ha affittato la propria coscienza e ha abdicato al proprio giudizio, tesa com'e a spor-gersi, quotidianamente, verso I'esterno invece di ripiegarsi, con umilta e abnegazione, all'inter-no della p'opria coscienza".

"Lo sc — ripeteva il barnabita — ...il mondo, Io so, ha altre tendenze; ...si sforza di rendere la vita facile e piacevole: facile ai giovani eliminan-do ogni contrasto, piacevole a tutti. Ma, proprio per questo, il mondo stempera i caratteri e pre-para le anime floscie e dappoco. Alia scuola del Cristianesimo (invece) crescono spiriti che, ...lotta(no) per tutta una vita colla ragione contro il senso, colla volonta sulla passione'"1'.

Quella cristiana e, e deve essere, allora.un'educazione alia liberta ma senza rin-negare i diritti della coscienza e del valore: un' educazione alia responsabilita"".

Prof. Giovanni Mesolella

'" Padre Giovanni Semeria: "Le epistole della domeni-ca" ONMI. Foma-Milano 1938, pagg. 68-70.

" G. Semeria: "Le condizioni dell' Istruzione religiosa in Italia", op. cit.

"La vera educazione alia responsabilita comporta un'autentica conversione nel modo di pensare e nel com-portammento" (Messaggio di Giovanni Paolo II per la XXIII giornata mondiale della pace: pace con dio creatore. pace con tutto il creato" dell'1 gennaio 1990, n. IV, 13).

" G. Semeria: "La Morale e le morali". op. cit., pag. 124. 1 G. Semeria "La Legge". Firenze. Le Monnier 1937,

pag. 105. r G. Semeria: "La Liberta", Firenze. Le Monnier 1936,

pag. 145. '" "II Cristianesimo — scrive il Semeria — pro-clama

liberta (ma) sotto forma di responsabilita" (G. Semeria: "La Liberta", op. cit., pag. 47).

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f mesi

FEBBRAIO

Era davvero cor to, brutto e amaro. Forse non ne aveva colpa, ma e che, dopo tanti mesi di costr izione, cioe di impedimento di correre e giocare in liber-ta per co lpa del t e m p o , ogni g io rno diventava sempre piu pesante.

Si diceva che le giornate cominciava-no ad allungarsi, e invece per noi era buio pesto quando ci alzavamo, era buio, per via del cielo nero, quando si andava a scuola, era buio quando si finiva la gior-nata nello studio. Si diceva pure che il f reddo vo lgeva al te rmine , ma noi si aveva sempre mani livide di geloni e piedi gelidi o addirittura zuppi d ' acqua e la mantell ina non riusciva a riparare dal l ' acqua diaccia i ginocchi nudi che brucia-vano e dolevano.

No, con febbraio si andava poco d'ac-cordo.

Forse, a pensarci bene, soffriva pure lui, perche non doveva proprio spassarsela a starsene ra t t rapp i to per il f reddo e soprattutto vedersi guardato di traverso dai ragazzi ai quali era comunque legato, se non altro dal vincolo dell'andare insieme.

Qualche tentativo di mostrare un tanto di volto diverso non manco negli anni. Dapp r ima ten to con la Festa de l la Conciliazione, che per noi era festa non tanto per i grandi eventi politici, quanto perche non si andava a scuola. Magari nell'istituto si ricordava I'apparizione della Madonna di Lourdes, cosi si mettevano d'accordo patria e devozione.

Ma passato quel giorno tutto ripiom-bava nel solito umore scuro.

Un anno finalmente anche febbraio si scosse e, forse col proposito di preparare i ragazzi alia vita in modo piu adeguato e

piu vivace, suggeri a qualcuno I'idea del camevale. Fu come una scintilla che pro-dusse la conseguente esplosione. Si pre-pararono commed ie , farse, operet te , addirittura balli, ovviamente unisex, dove il gentil sesso assente fu rimpiazzato da alcuni rivestiti con costumi aviglianesi. Finalmente anche il tetro febbraio scop-pio d'allegria.

Soprattutto godette della grande sco-perta che aveva fa t to : che ai ragazzi bastava saper aprire le porte al momento opportuno e si sarebbero prodotti nella creativita piu impensata. La musoneria era dovuta piu che ai limiti determinati dalla cattiva stagione, che a Potenza era ecces-sivamente lunga, al fatto che si svolgeva la vita a senso unico e se il binario era ostrui-to, si calava il sipario dell'umor nero. Se, come appunto fece febbraio da un certo anno in poi, si indicavano altre vie, le ener-gie tenute a freno si scatenavano e usciva-no fuori prodotti veramente pregevoli. Se non altro per chi li gustava e li godeva.

Ci fu chi scr isse commed io le , chi compose canzonette di circostanza, chi tiro fuori da un' improvvisa f isarmonica motivetti che mossero piedi felici alle fre-nesie dei ritmi.

II p iccolo febbraio aveva fat to una grande scoperta: la vita non e nelle con-dizioni esterne, ma nell' energia che si agita dentro e diventa desiderio, fantasia, amicizia, voglia di creare utilizzando quel-lo che si poteva.

Certo, finiva presto, prima rispetto agli altri, ma, mentre all'inizio era solo "corto e amaro", alia fine quasi lasciava un velo di rimpianto.

E cosi, deve essere cosi di tutte le cose

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che si giudicano per immaginazione. II giu-dizio e negativo perche sostenuto da pre-giudizi, ma quando la persona, o la cosa, o la circostanza sono cono-sciute meglio, mostrano un volto ben diverse

Febbraio ci salutava con gli- sberleffi del carnevale e con un tocco canzonato-rio. Ed ora consolatevi con la quaresima. A rivederci.

Luigi Galaffu

21 FEBBRAIO

28 FEBBRAIO

13MARZO

14MARZO

28 MARZO

10-11 APRILE

25APRILE

14-19 GIUGNO

20GIUGNO

7 NOVEMBRE

Altre iniziative,

APPUNTAMENTI DA ANNOTARE

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MONTEMILONE (PZ): Ricordando D. Antonio Fragola FdD.

OFENA: Saluto e concelebrazione con S.E. Mons. Jose Luis Redeado Vescovo titolare di Ofena.

MATERA - PARROCCHIA S. GIUSEPPE OPERAIO: "Fides et ratio e scienza e fede e loro presunto conflitto" di P. Semeria. Relazionera P. Orlando Manzo, barnabita.

POTENZA - ISTITUTO PRINCIPE DI PIEMONTE: Commemorazione Padre Semeria: "Fides et ratio e scienza e fede". Relatore P. Orlando Manzo, barnabita.

ROCCADIMEZZO: Pasqua Ex-alunni.

RIONERO IN VULTURE: Incontro Ex-alunni e rioneresi per celebrare il 75° di presenza delle Apostole del S. Cuore nell'lstituto "Giustino Fortunato".

OFENA: Giornata mondiale delle vocazioni r icordando Don Tito Pasquali.

OFENA: Esercizi spirituali per i Discepoli e Suore.

AMATRICE: Consegna Premio Bonta e Solidarieta "P. Minozzi".

AMATRICE: Incontro Nazionale Famiglia Minozziana.

ROMA, ore 10,30 - 1' DOMENICA DI OGNI MESE: Incontro Ex-alunni ed Amici.

anche locali, ma di rilievo, saranno comunicate tempestivamente.

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PRODIGIOSO MIRACOLO DEL CROCIFISSO CHE SI VENERA NELLA CHIESA

DELL'ISTITUTO FEMMINILE Dl AMATRICE

Annessa all 'Istituto Femminile "P. G. Minozzi" di Amatrice, Casa delle Ancelle del Signore. c'e la bellissima Chiesa dedi-cata al SS.mo Crocifisso, una delle piu antiche del Paese.

Sulle pareti interne vi sono degli affre-schi voluti dal venerato Padre Fondatore e realizzati dall 'art ista Manlio Giarrizzo (Pa le rmo, 1986-1957) . Sul la parete destra, di chi entra dall'esterno, nel primo affresco sono raffigurate le Sante Vergini: S. Giovanna d 'Arco, S. Teresa d'Avila, S. Mar ia Gore t t i , S. Chiara d 'Ass i s i , S. Sco las t i ca , S. Gemma Galgani , S. Margherita Maria Alacque, S. Caterina da Siena e S. Teresa del Bambin Gesu. Nel secondo affresco vi sono rappresentate vi sono rappresentate sei Vergini dell'epoca romana: S. Agata, S. Cecil ia, S. Aurea, S. Emerenziana, S. Agnese e S. Lucia.

Sulla parete sinistra si pud osservare una cop ia de l la " D e p o s i z i o n e " di Raffaello, mentre, al centra della volta, un gruppo di angeli che, per mano, condu-cono in Cielo dei bambini, e opera dell'ar-tista Mario Barberis. cosi pure le quattor-dici immagin i del la Via Cruc is , in cui domina il volto dei Gesu.

Al centro dell'altare in legno, di ele­gante stile barocco, troneggia il prezioso Crocifisso ligneo del '400 che, il 15 mag-gio 1534 opera un prodigioso miracolo.

Eccone la narrazione. Cor reva I 'anno 1534, la c i t t a di

Amatrice era travagliata da una gravissi-ma carest ia. II g iorno 15 maggio che, q u e l l ' a n n o , cadeva il venerd i d o p o I 'Ascensione del Signore, Laura, figlia benes tan te di P iet ro Gent i le de l l 'Amat r ice , si t rovava nella Chiesa assieme alia sorella. Costei , costret ta

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dalla necessita, chiese a Laura un po' di pane per i suoi figli, ma questa, non con-tenta di rispondere, con menzogna, che non aveva pane da darle, ebbe la teme-ri ta di g iurare fa l samente davant i al Crocifisso di non averne in casa.

Allora si vide la Sacra Immagine solle-varsi improvvisamente piu in alto con un certo strepito che fu inteso dalle sorelle. La Sacra Immagine muto colore e comin-cio a sudare... gocce di sangue si videro sgorgare dalle ferite del Costato, dalla fronte, dai piedi. Anche le persone pre-senti in Chiesa videro il prodigio e subito se ne divulgo per tutto il Paese: la cittadi-nanza accorse a vedere il miracolo che, con g rande s t u p o r e , si r innovo il di seguente in presenza di tutto il popolo.

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Intanto, Laura, tornata a casa, trovo il pane carbonizzato nella madia. I sacri lini, con il quale fu asciugato il Sangue di Gesu Crocifisso, sono tuttora custoditi con cura nella detta Chiesa in un'urna di vetro e sono ancora visibili, anche se un po' sbiadite, le macchie che attestano il fatto prodigioso.

In questo sacro tempo di Quaresima, tutti siamo chiamati a "contemplare" e a "meditare" piu a lungo il Crocifisso, defi-nito il miglior "libro" indicato per tutte le categorie di persone: dai piccoli ai grandi, dai dotti agli ignoranti, dai giovani ai vec-chi... ai moribondi, perche scritto dalla

Sapienza Divina, ed e anche il "modello" che dobbiamo imitare!

II Crocif isso: il piu appassionato Amante degli uomini; il piu fecondo Ispiratore di opere di beneficenza; il piu grande Conforto dei sof ferent i ; il piii potente Formatore di eroi e di Santi; il piu amabile Amico dei piccoli,dei grandi, dei geni dell'arte, della politica e della scienza; Egli solo e la Sorgente vera e durevole della civilta; Egli solo e e dovra essere I'unico Centro di tutta I'Umanita!

Onore al Crocifisso! Suor Cecilia

FIOCCO AZZURRO

Ogni volta che nasce un bambino e come se una luce si accendesse nel mondo.

Ora il cielo dei Minozzi si arricchisce di nuova luce. Non siamo proprio nella stir-pe diretta dei Minozzi, ma in un ramo col-laterale.

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Tanta luce ha portato la nascita di

LORENZO GIANNI

figlio di Antonella e Lorenzo, che e nipote di Anna Minozzi, sorella di don Giovanni, sposata Gianni.

Un bambino sereno, che, preoccupato di essere gioia e di dare gioia, non intende proprio disturbare piu di tanto i genitori.

I nonni, Romolo ed Elisabetta, pur avendo altri nipoti, non si saziano di vederlo e godere della sua bonta e bellezza.

Iddio lo riempia di ogni grazia e benedizione e lo faccia crescere e cammiina-re sulla strada lineare dei suoi antenati. E quanto imploriamo ed auguriamo noi tutt i della Famiglia Minozziana.

La Redazione

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RICORDANDO DON ANTONIO FRAGOLA

Sono passati quasi vent'anni dalla sua morte, ma vivissimo e il ricordo della sua immagine paterna.

E' senz'altro da annoverare tra i sacerdoti piu eminenti della Famiglia dei Discepoli, tra quelli che piu I'hanno onorata di fronte alia societa civile e religiosa.

Era molto caro e stimato dal padre fonda-tore, da cui era affettuosamente chiamato "Fragolino". Con lui collaboro anche come consigliere generale della Famiglia dei Discepoli. Ancora giovanissimo fu chiamato a responsabilita superiori alia sua eta ed in tutto si fece onore guadagnandosi grande stima

La sua vita ha tratto sempre energia e significato dalla sua missione sacerdotale e religiosa. In questo senso si e sempre proget-tato e costruito. Nella sua missione si e immerso sempre con totalita e radicalita, nel-I'interezza della donazione. Si e pensato sem­pre e solo Discepolo sacerdote.

Amava il suo sacerdozio, ne era grato a Dio, dichiarava pubblicamente la sua gioia di essere elevato a tanto onore.

In lui il sacerdote non ha mai ridimensio-nato e rimpicciolito I'uomo.

I suoi voti di poverta, castita ed ubbidien-za creavano in lui nuove dimensioni e frontie-re di liberta. Non erano ridimensionamento, ma apertura e sconfinamento sull'infinito di Dio e degli uommi. Si sentiva uomo libero, perche appartenente tutto a Dio ed in Lui perso per il servizio dei fratelli. Mai forme di bigottismo religioso lo lambirono e minima-mente indebolirono la sua naturale apertura al sorriso, al gusto ed al bello della vita. Era e si mantenne sempre vivo, combatt ivo e remissivo insieme, entusiasta ed ottimista, pur senza mai sottovalutare il peso delle diffi-colta, che attardava ed appesantiva la vita. Sapeva andare oltre sperando, fidandosi ed affidandosi alle forze divine, quando manca-vano le umane.

Aveva uno sguardo largo e lungimirante. Aveva un concetto alto della dignita del-

I'uomo presente nel fanciullo. Vedeva nei gio-vani il futuro della nazione ed in loro destava il senso della grandezza e della giusta ambizio-ne incoraggiando alia conquista di alti ideali e

posizioni sociali. Esperto del soffrire. in quan-to orfano ed appartenente a famiglia povera, sapeva farsi vicino ai bisognosi stimolandoli a vedere nel proprio stato una molla ed un punto di partenza per nuove e piu dignitose conquiste.

II suo rapporto con gli uomini diventava subito fraterno ed amichevole. Ogni distanza fredda o cerimoniosa veniva bandita imme-diatamente. Con il suo interlocutore trovava I'aggancio fin dalle prime battute. Con i timidi era abilissimo a cacciarli fuori da se; con gli indotti, alia maniera paolina, scendeva in basso, al loro livedo, senza forzature e disa-gio, e li avvolgeva di simpatia conversando con loro in termini dialettali e facendo oggetto di conversazione il mulo, I'asino, la gallina. i campi, i figli, il maltempo, la mancanza di pioggia. E questo senza ne fretta ne degna-zionismo. Con gli Aviglianesi in particolare si esaltava. Cosi destava intorno a se un senso di godimento e di stupore. Si partiva da lui piu ricostruiti dentro ed aperti alia fiducia, come resi da lui piu importanti e piu capaci di affrontare la vita.

Difficilmente si restava nei suoi confronti dei semplici conoscenti: conoscerlo era inizio di amicizia. Aveva il culto dell'amicizia. La sua era amicizia che coinvolgeva e trascinava al bene, ed il bene per lui era il servizio degli orfani. II suo amore appassionato ai poveri, ai giovani collegiali specialmente di Potenza, provoca tuttora un continuo rinverdimento della sua memoria. Chi e stato con lui non pud non ricordarlo per quel flusso di amor paterno di cui ti faceva dono, per quella sim­patia che ti dimostrava in forme stimolanti e scherzose, per quell"attenzione che lo porta-va sempre a centralizzarti, per quella sincerita e verita di espressioni, talora "piccanti", e per quel guizzo di intelligenza astuta e compia-cente, che non lo metteva mai in fuorigioco. Ti faceva apprezzare la giovinezza e si riempi-va egli stesso di giovinezza con i giovani, della tua giovinezza, che riteneva indispensa-bile per se.

Un episodic risalente all'anno 1971, quan­do era suo Vice-rettore a Potenza, nell'lstituto Principe di Piemonte, e significativo ai fini di

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una non certo completa conoscenza del per-sonaggio, che ci proponiamo solo di abboz-zare.

A conclusione di un recital in suo onore, nell'anniversario della sua Ordinazione sacer-dotale, invitato sul palco, con quella signori-lita ed umorismo che lo distinguevano, voile ringraziare organizzatori e spettatori con visi-bile emozione.

Tra I'altro si compiacque della simpatia dei ragazzi per il vicerettore. «Ma — aggiungeva sommesso — non bisognava comunque ridurre quella per il Direttore, anche se avan-zato negli anni e... ormai senza piu capelli sulla "zucca"».

E concludeva alia grande; «Lo so: gli albe-ri giovani e frondosi piacciono per i frutti e I'ombra che producono; ma servono a qual-cosa anche quelli d'autunno, quelli a foglie "cadute": fanno trasparire meglio il cielo!».

Gli applausi furono lunghi, scroscianti e accompagnati da grida di affetto e di soddi-sfazione.

Anche in quell'occasione, con elegante intelligenza, don Fragola riusci a far inorgogli-re del loro direttore i suoi ragazzi.

Amava la conversazione. Era un formida-bile narratore: raccontava in maniera incante-vole arricchendo il suo dire di espressioni dia-lettali di squisito umorismo. Leggeva gli avve-nimenti in maniera molto personalizzata gene-rando sempre tanto interesse negli scambi di opinioni. La conversazione era per lui fonte di informazione ed aggiornamento, per cui, anche se spesso non disponeva di tempo per la lettura del quotidiano, lo trovavi sempre al corrente di tutto, un uomo sempre alia page.

Animo grande, amava il suo Istituto, la sua Famiglia religiosa, ma senza nulla togliere all'amore per la Chiesa universale, resa pre-sente in quella particolare. Nessuna angustia e grettezza d'animo in lui.

Mons. Bertazzoni a Potenza, S.E. il Card. Ruffini a Palermo, mons. Morgante ad Ascoli Piceno, mons. Palombella a Matera, tanti par-roci e religiosi/e, tutti avevaalui.

Ha sempre considerato case della Chiesa i collegi, che ha diretto aprendoli a alia societa.

Chi non ricorda quanto bene ha fatto ai Potentini negli anni bellici e post-bellici?

Don Fragola aveva la debolezza di volersi sentire amato, apprezzato e lodato. Era debo­lezza questa centralizzazione della sua perso­na, ma era anche una spinta, un incentivo a

I N QUESTA CASA NACQUE DON ANTONIO FRAGOLA '

SACERDOTE.EDUCATORE, PADRE DEI POVER1 FERMENTO DI RINASCITA

DEL VERBO D'AMORE DEL CR1STO E DELLA DIGNITA DELLA GENTE LUCANA

ALL A LUCE DELLA CARITA OPEROSA

DI PADRE MINOZZI E PADRE SEMERIA

AUSPICE IL CENTRO STUDI MINOZZIANI

LA CLTTA DI MONTEMILONE

MEMORE ERE55E l AiUUMSTBAZIONI COMONAL£ 21 2 1999

operare il bene sempre meglio e a tutt i , "comunque e dovunque". Godeva visibilmen-te quanco poteva rendersi utile ai fratelli, quando vedeva allontanarsi dall"incontro con lui gente soddisfatta e fiduciosa; si addolora-va per inevitabili rifiuti, per incapacity di aiuto alia soluzione dei problemi altrui.

Si diceva che avesse le mani "bucate". Si entusiasmava del bello, del sorprendente, e al solo pensiero di una possibile e piu vasta gioia che poteva destare negli altri, tutto diventava secondario, specialmente il danaro. Anzi mai lo considerava tanto ben speso come quando si risolveva in sorriso per gli altri. Gesu pervenne al miracolo pur di dare attraverso il vino un sorriso continuato agli sposi! Pe' questo non si lasciava mai chiude-re nella tirchieria. Spesso consegnava offerte personali ai suoi alunni perche pagassero, a nome dei genitori, la retta a don Peppino, economo dell'istituto. E si lasciava facilmente indurre a le riduzioni piu ardite dalle vedove che ricordavano "quanto sangue bisognava gettare" per raggranellare quei pochi spiccio-li!... Cio non mancava di procurargli qualche accentuato giudizio di dabbenaggine, perche, dicevano i suoi confratelli, era gia tanto ridot-ta la misera retta che si richiedeva!... Ma gli Istituti dell'Opera sono di beneficenza non solo nel senso che ricevono beneficenza, quanto anche nell'altro che la fanno, pure in questi modi.

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Gli amici non macavano poi per fargli sci-volare tra lemani sempre nuove offerte.

Certo talora insorgeva in lui un moto di sdegnata mdignazione con chi, conoscendolo, strumentahzzava la sua bonta per fini perversi. ma non si arrestava ugualmente nel suo cam-mino di offerta di aiulo e di gioia agli altri.

Godeva del godimento e della crescita dei fratelli!

Essere motivo di gioia e di benedizione per gli altri era sua ambizione!

Non che don Fragola non avesse limiti e difetti visibili e riscontrabili. Tutt'altro! E' nell'u-mana natura dell'uomo la debolezza. Una let-tura caritatevole pero del fratello ci e forte-mente raccomandata dal Vangelo.

Questo non esclude pero che siano stati fatti dei rilievi tendenti ad evidenziare in lui un eccessivo protagonismo e scarso senso eco-nomico e pratico. Nulla di eccezionalmente grave e nessuna grave conseguenza economi-ca e stata mai rilevata nella contabil i ta dell'Opera.

La gioia derivante dal bene operato con piena fiducia nella Provvidenza, anche a sca-pito delle regole contabili, non e certo un furto, ne in contrasto con lo spirito del Vangelo. Ed e ben diverso dalla vanagloria, che e ricerca di popolarita ed applausi per se

oscurando il nome e I'opera di Dio. Ma Dio traeva gloria dall'attivita di don Fragola, per-che chi ne beneficiava commentava: «Questo e un vera prate!-.

Altro e dunque centralizzare se stessi attraverso il bene operato, altro il libera estrin-secarsi di sentimenti di gratitudine, di lode e di plauso nei beneficati. E' decisamente preferi-bile e lodevole la condotta di don Fragola a quella di chi attestandosi su posizioni di rifiuto reputa, addinttura. virtu e prudenza la propria chiusura di cuore, e onore il farsi pregare e npregare per ingenerose disponibilita nei con­front del prossimo e ritiene intelhgente furbizia quello che e diplomatico diniego.

Non vale forse piu il bene "un po' compia-ciuto" che una grettezza di animo che genera antipatia accompagnata da disistima e, forse, disprezzo che si estende fino al coinvolgimen-to della Chiesa e del Dio che si rappresenta?

Per noi Discepoli don Antonio Fragola e motivo di lode e ringraziamento a Dio per averlo mandato a consumare la sua vita tra noi per la sua Chiesa, di soddisfazione per avergli offerto nelle nostra comunita il terreno adatto alia sua realizzazione ed un'occasione per implorare "dal Padrone delle Messi" I'invio di altri sacerdoti come lui.

Don Michele Celiberti FdD

f Al NOSTRI ABBONATI

Due preghiere semplici semplici, e chiarissime:

1 - Rinnovare I'abbonamento, mandandoci la tenue offerta abituale. 2 -Trovarci altri abbonati per allargare la famiglia, per allargare il bene e

renderlo piu forte, piu simpatico, piu vivo.

£ cosi il bene: deve diffondersi! Chi I'ama, non puo non diffonderlo per goderne di piu, sempre di piu. Che il bene e la carita: e la carita e Dio.

P. Giovanni Minozzi

Abbonamento ordinario L. 50.000 d'amicizia » 100.000 sostenitore » 200.000

c.c.p. 33870007 intestato a:

OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO D'lTALIA VIA DEI PIANELLARI, 7 - 00186 ROMA

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MADRE MARIA VALENTI DONNA ABBANDONATA ALLA PROVVIDENZA

Casualmente, mentre, in conversazio­ne telefonica, ci perdiamo nei ricordi del passato con la signora Maria Valenti, (al secolo Gina), il discorso cade sulle diffi­colta economiche dell'lstituto Femminile di Amatrice.

"Quella e una casa che e sempre stata in difficolta per i soldi, non ha mai avuto anni in cui Suor Maria fosse riuscita ad avere un deposito di sicurezza.

Ricordo che nel 1960, subito dopo la morte di Padre Minozzi, mi trovavo in visi-ta da mia sorella. Eravamo al pomeriggio; il giorno dopo scadevano degli improro-gabili pagamenti ed ella aveva solo pochi spiccioli in Casa. lo le offrii la disponibilita di quanto mi trovavo addosso: era poco, ma intanto qualcosa si poteva fare. Ma ella non accetto, ringrazio subito ripren-dendosi: «No, grazie! lo ho fiducia nella Provvidenza. Non e la prima volta che mi trovo in queste situazioni. Mi ha aiutato sempre! E poi c'e ancora tutta la notte!... Fino a domani qualcosa avverra!»

La mattina incontrandoci mi racconta di avere sogna-to P. Minozzi, che con la sua solita grande paternita e capacita di rimuovere le varie difficolta, la conforta e la esorta a sperare in bene.

Poco dopo arriva la posta: ci sono anche i paga­menti della retta di alcune orfane, da parte della Prefettura. Proprio quanto ci voleva! Evviva la Provvidenza!

Episodi analoghi si sono da ultimo verificati, quando

Suor Maria, pochi anni prima di morire, decise di rinnovare tutte le finestre dell'lstituto. In casa non aveva ormai se non pochissimi bambini, non piu di cin­que. Come fare, dove prendere i soldi? «Le finestre servono per questi bambini e per quanti altri il Signore vorra. Ci pen-sera la Provvidenza!» E ci penso bene, perche, non si sa come, ma i lavori furono eseguiti e conclusi, senza strascichi e preoccupazioni per la comunita".

Suor Maria Valenti, coofondatrice delle Ancelle, aveva imparato bene dal Fondatore I'arte di fidarsi e mettere in azione la Provvidenza! Di Padre Minozzi, in proposito, mi piace riferire dei suoi scritti, che rivelano la sua audacia di osare con la forza della Provvidenza. II 4 maggio 1930, Padre Minozzi cosi scrive-va a Don Tito, dopo che si era impegnato in nuove costruzioni:

«Ho combinato con Ferroni per i lavori fissando le paghe con i denari che ho. Prega molto, fa pregare moltissimo che il

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Signore ci aiuti. lo vivo di fede. Oggi non ho nulla, proprio nulla. Spero nel domani. E il domani e la Provvidenza. lo adoro la Provvidenza. Tanto piu I'adoro quanto piu, giorno a giorno, mi sento misero e vile. Dio solo e veramente grande, Dio solo fa le opere sue!»

E sempre a Don Tito tre giorni prima, cosi ancora scriveva:

"lo sono pieno di debiti... Mi tormento tanto per trovare soldi, ma per ora, imme-diatamente, non ne vedo.

Pure oso impegnarmi, fidando in Dio, solamente in Lui.

Preghiamolo insieme molto, mol to, molto».

In Ombre Care, lo s tesso Padre Minozzi, nella biografia del conte Grosoli, primo Presidente dell 'Opera Nazionale

per il Mezzogiorno d'ltalia, accennando ad alcuni contrasti di visione ed ardimen-to con lui, cosi commenta:

«Strano: anche per lui, si schiettamen-te religioso, la Provvidenza era divenuta, doveva essere divenuta quasi un'astra-zione dottrinale, un che di grande certo, magicamente grande, ma lontanante nel-I'infinito, tra Dio e il fato: non era, no, la forza pulsante, prepotente, strapotente della vita, la sola onde il bene germina e fiorisce, la forza divina in qua movemur et sumus».

Da questa «pulsante, prepotente e strapotente forza» e nata I'Opera di Don Minozzi e le tre Fondazioni Religiose, che formano la Famiglia Minozziana.

M.C

COME SI AlUTANO LE NOSTRE MISSIONI

1 - Pregando perche "venga il Regno" di Dio su tutta la terra.

2 - Pregando perche si crei una proporzione piu adeguata tra il numero di "operai" e la quantita di "messe".

3 - Sostenendo la pastorale della Crianca, cioe dei bambini poveri assistiti dai volon-tari, con opportune offerte.

4 - Praticando forme di adozioni a distanza.

5 - Contribuendo al sostentamento degli universitari cattolici bisognosi.

6 - Inviando offerte di integrazione spese per il pellegrinaggio di un congruo numero di cate chisti brasiliani a Roma per I'Anno Santo del 2000.

Aiutateci a fare il bene! Dio ama i poveri, coloro che amano i poveri

e quelli che aiutano i servitori dei poveri!

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/ parenti di Padre Semeria

RICORDI E

Ricevo e trasmetto una lettera perve-nuta al sottoscritto, che, per la sua prove-nienza e contenuto, rappresenta un'au-tentica scoperta portatrice di nuova luce sulla affascinante figura del Padre Semeria. Dalle colonne del nostra bolletti-no, che continua quello iniziato, anche se con diverso nome, dal cofondatore dell'Opera, ringrazio sentitamente il Dott. Olivotti Semeria per le sue testimonianze e per il suo sostegno concreto in favore dei nostri poveri.

Rev.mo Padre Michele Celiberti Via dei Pianellari, 7 00186 ROMA

Rev.mo Padre,

La ringrazio per la sua gentile richiesta del mio grado di parentela con Padre Giovanni Semeria, cugino di mio nonno materno, che si chiamava come il Padre, Giovanni Semeria.

La famiglia Semeria proviene da Col di Rodi ed il nonno di mio nonno si trasferi fine ottocento, prima ad Ospedaletti e poi a Bordighera.

Ho conosciuto Padre Semeria perche nei suoi viaggi, prima a Roma, poi a Firenze, dove la mia famiglia ha abitato, veniva a salutare la cugina e mio padre che, Direttore della manifattura dei tabac-chi, gli offriva, oltre I'obolo per i suoi assi-stiti, anche del buon tabacco originale.

Ragazzetto, ricordo solo una grande barba, I'odore del tabacco e I'ammirazio-

ne di mia madre per I'opera del suo con-sanguineo.

La ringrazio per avermi dato modo di ritornare con i ricordi di 70 anni e anch 'io vi ammiro per quanto fate per esseri umani e bisognosi.

Cordialmente

Carlo Olivotti Semeria"

Dott. Carlo Olivotti Semeria Via Bianca di Savoia, 10 - Tel. 02/58300147 20122 MILANO

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TESTIMONIANZE SUI FONDATORI

Qongregazione Religiosa Famiglia

dei Discepoli

Con una lettera dell'11-2-1999, pro-veniente da Gioia del Colle, la signora Ma­ria Martoriella, lontana da ogni sospetto di pubblicazione, con estrema sincerita e secondo quanto il cuore le dettava, ha fatto pervenire al Superiore Generale le seguenti testimonian-ze su Padre Semeria e Padre Minozzi, che, a no-stro parere, sono testimonianze di notevole spessore stori-co. Come tali e perche tali, le pubblichia-mo mentre di cuore ringraziamo vivamen-te la scrivente.

"Rev.mo Don Michele, sono com-mossa per il suo scritto di ringraziamen-to per la mia modesta offerta. La ringra-zio, ma non meritavo tanto.

Comunque mi ha dato anche una grande gioia vedere le fotografie dei due veri "Giganti" per Dio e per la societa, che io ho conosciuto di perso­na, all'eta di sei anni, quando sorgeva la costruzione per il Mezzogiorno d 'Italia.

Pud immaginare con la mia avanzata eta!

Ho seguito I'Opera fin d'allora parte-cipando ai van sviluppi e cambiamenti.

Sono rimasta, e Io sono ancora, fedele a quanto questi due apostoli delta Carita hanno lasciato nel mio cuore, alia loro formazione spirituale, alio zelo senza misura per il bene dei poveri.

Padre Giovanni MINOZZI

Padro Giovanni SEMERIA

Opera Nazionale

per il Mezzogion d'ltalia

Giganti nella Carita, giganti nella cul-tura, ma giganti nell'umilta.

Stando vicino a loro non si aveva nes-sun disagio, si poteva conversare di qua-lunque argomento. Ci si sentiva quasi della stessa loro cultura talmente il loro linguaggio, alto e profondo, era alia por-tata di tutti.

Lei non credera, ma io sento ancora sulla guancia qualche loro carezza rice-vuta quando c'era qualche ricreativa, a cui partecipavo con poesie e canti.

II loro ricordo esemplare e sempre d'incitamento per vivere con coerenza il Vangelo nelle prove della vita e praticare quella missione di amore lasciando nelle opere un po' di luce per chi vive nelle tenebre... Mi scusi se sono stata prolissa, ma 'ex abundantia cordis os loquitur': non ho potuto frenare cid che partiva dal mio cuore.

Auguro a tutta la Famiglia un lavoro fecondo e duraturo a servizio di Cristo.

Dev.ma Maria Martoriella

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Pensiero mariano

PRESENTAZIONE E PURIFICAZIONE

E' I'insegnamento delle disposizioni con le quali dobbiamo presentarci al tem-pio di Dio, insegnamento piu prezioso, perche ci viene diretto da Maria. Ella, diventata madre, va al tempio, alia casa di Dio. Non vuole pero andarvi con le mani vuote: non lo puo, come noi non possiamo andare cosi con le mani vuote alia casa di un amico molto caro. Ma che cosa poteva offrire Ella, la poveretta? Offrira cio che ha di piu prezioso; offrira il suo Bambino Gesu. Quell'offerta non fu quel giorno e poi una vana cerimonia, una consuetudine meccanica, un materiale ossequio alia legge . No, fu un'offerta sin-cerissima, che poi le cento volte Maria dovette ricordare e rinnovare nel corso della sua vita.

Maria quel giorno offri di cuore il suo Gesu a Dio, pronta ad accettare tutto cio che al Signore sembrasse bene disporre per il suo Figliolo.

Abbiamo anche noi qualcosa di pre­zioso? Offriamola a Dio, quando veniamo al suo tempio: offriamogli in olocausto, perche le bruci, le nostre volonta, cattive o fiacche, offriamogli qualche atto o pro-posito generoso di virtu.

Non e solo la festa dell 'offerta la Presentazione, e la festa della purita. Maria per purificarsi entra nel tempio, entrandovi si purifica; si tratta di una puri-ficazione esterna, ma cio prova che persi-no I'ombra di una macchia Maria vuole allontanare da se. Dio puo tollerare tutto nella sua casa, ma non I' impurita, non il vizio; puo tollerare la poverta, I'ignoranza, non la cattiveria. Alia porta del tempio antico e del nuovo v'erano acque lustrali;

Ofena - La Madonna venerata nella Casa dei Discepoli (Foto Elefante).

i fedeli entrando, erano invitati ad un sim-bolico rito di purificazione. Al rito faccia-mo corrispondere la realta. Puri veniamo alia casa di Dio e restandoci, purifichia-moci ancora, purifichiamoci nell'ardore della preghiera, nella sincerita del penti-mento. La nostra visita alia Chiesa sia un contatto con Dio, contatto che guarisca e sublimi le anime nostre.

("/ Misteri del Rosario", pag.31 -33)

P. Giovanni Semeria

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Religione, arte, outturn e vita

A PROPOSITO DELL'ISLAMISMO

Un precedente articolo di Sergio Di Nardo dal titolo "Liberi pensieri di liberi Ex-alunni - A proposito degli immigrati" ci poneva innanzi in modo molto forte il pro­blema della presenza accanto a noi di profughi quasi tutti rigorosamente di reli­gione islamica.

L'articolista concludeva: "Perche non p romuovere a l lora, anche a t t raverso Evangelizare, una iniziativa d'informazio-ne, di coscientizzazione e di dialogo con I'lslam, che consenta a noi cattol ici di affrontare il problema da gente preparata e propositiva?"

Ad avvalorare I'esigenza di un'infor-mazione accorta c'e stata I'intervista ad una grande personality islamica, intervi-stata di recente prima dell'inizio del digiu-no del Ramadan, che affermava in modo categorico che anche in Italia la religione islamica si deve affermare in modo repen-tino.

I mass-media ci propongono quasi quotidianamente le decisioni sconvolgenti di gruppi di persone che hanno fatto del Corano la legge dello Stato (vedi i taleban in Afganistan).

Occorre porre pero dei paletti molto precisi.

Anz i tu t to : accog l ien t i si ma senza essere arrendevoli.

In un articolo su un giornale cattolico un sacerdote che ha lavorato 30 anni tra immigrati, specie musulmani, afferma: "Su molti piani la reciprocity dei diritti non

e solo legittima ma doverosa. Ma sul piano della fede nulla e possibile: la fede e un dono che non pud essere mercanteggiato. Non si da un di piu d'accoglienza e d'inte-grazione se noi cristiani ci dimostriamo ar rendevol i con i f rate l l i musu lman i . L'incontro e piu fertile se non si e cedevoli sul piano della identita. anzitutto religiosa. I luoghi di cu l to sono tanto sacri per i musulmani che noi "infedeli" non possia-mo assolutamente accedervi (e lo stesso si dica delle scuole di Corano per attivita civili). Ne conse-gue che le nostre chiese perderebbero la dignita sacrale ai loro occhi, se le concedessimo per i loro riti". (Avvenire, 22-12-98).

Occorre poi che ci si ponga su un piano di rispetto reciproco.

E' quello che anche Giovanni Paolo II ha richiamato nell'ultimo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace quando afferma che tra i diritti inalienabili dell'uo-mo c' e quello di professare liberamente il proprio credo religiose

Occorre percio una conoscenza non superficiale dell' islamismo nei suoi temi propri e nelle intuizioni caratteristiche che I'ispirano e ne determinano il comporta-mento. Senza questa verifica delle affer-mazioni proprie e diverse di ciascuna reli­gione, ogni forma di dialogo e collabora-zione per finalita sociali (pace, diritti fon-damental i del l 'uomo, giustizia sociale, ecologia ecc.) risulta inconsistente e con-fusionaria.

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Ogni religione ha il diritto di essere presa sul serio, di dire puntualmente quello che e.

Prima di affrontare nei prossimi articoli la conoscenza delle caratteristiche di questa religione vogliamo vedere la diffu-sione nel mondo.

La maggior parte dei musulmani (sono in tutto 800 milioni — dopo il cristianesi-mo — la religione piu distesa della Terra) vive in Indonesia, nel Pakistan, in India e nei Paesi arabici. Occorre dire subito che I'insieme dei riti, credenze e leggi che costituiscono rislamismo sono fondati sul Corano, diffuso da Maometto, riformatore e ricostruttore della pura religione, vissuto in Arabia occidentale dal 570 al 632 d.C.

L'unica legge che vale e quella corani-ca che pervade e orienta tutta al vita spi-rituale ma anche quella culturale, politica ed economica. Ogni buon musulmano si sforza di conoscere la vita, le virtu le parole del Grande Profeta Maometto.

Si puo affermare che essi si dividono in due grandi gruppi: i sunniti e gli sciiti.

I Sunniti (il 90%) sono fedeli alia tradi-zione cioe alia Sunna che interpreta il Corano. La Sunna e il Corano sono la

norma di vita, sono sensibili ai valori della "comunita" ne accettano le debolezze.

Gli Sciiti (il 9%) rifiutano la Tradizione e si appellano solo al Corano. Le guide reli­giose vengono chiamate imam, guide che sono illuminate della luce del Profeta. In Iran i rappresentanti piu autorevoli sono chiamati ayatollah.

Gruppo molto radicale e quello dei taleban in Afganistan ove la legge corani-ca e tutto.

Quale e il rapporto con i cristiani nel Corano? I musulmani provano una amici-zia speciale e un interesse particolare per i cristiani anche se rimproverano spesso di essere "stravaganti ed esagerati" nelle loro affermazioni teologiche e nell'etica: "Troverai che coloro, che sono piu vicini ed amici di coloro che credono, sono quelli che dicono "Noi siamo cristiani". Tra costoro, infatti, si trovano dei preti e dei monaci, che sono persone che non si gonfiano di superbia" (Corano, 5-82).

E allora: perche non assumono un atteggiamento secondo questa afferma-zione coranica ma impediscono la costru-zione d chiese nelle loro terre?

Don Carlo Verrecchia FdD

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ADEGUARSI, BISOGNA ADEGUARSI!

E' tra le espressioni piu usate, piu facili a sentirsi, tra quelle che suscita-no piu reazione quando ti vengono presentate in certo modo con certi intenti, e con atteggiamento di uomo superiore, a la page.

E' piu usata in senso negativo che positive piu in senso pagano che cri-stiano, piu in linea conformista che libera e indipendente, piu in senso acritico che positivamente critico.

Ti viene presentata, il piu delle volte, con i caratteri dell'obbligatorieta di accettazione del vissuto altrui come elemento di progresso, solo perche vissuto da costoro, senza avere nep-pure la possibility di chiederti se e'e

una verita ed utilita sotto certi compor-tamenti. E' una legge imposta e da ritenere vera e giusta e basta!

E' un concetto ladro che ti viene proposto per espropriarti del tuo spe-cifico, per rinunciare ai tuoi passi, alia tua andatura, alle tue vie per abbrac-ciare quelle degli altri. Altri che si arrogano il diritto di essere i pedago-ghi dell'umanita, le nuove guide in questi tempi oscuri, i nuovi indicatori di orizzonti e di mete, che non riesci comunque a sapere quali sono e, una volta intese, non sai perche seguirle dal momento che non vedi quale bene in essi si nasconde.

Adeguarsi significa dunque pen-

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sarla secondo le opinioni di moda, non secondo verita.

Adeguarsi vuol dire che non devi "giudicare" quello che altri fanno, per­che e veramente fatto bene, anche se e un male.

Adeguarsi vuol dire pensarla come I'altro desidera, e cioe approvare il suo comportamento come positive anche quando e tutt'altro.

Adeguarsi e ridurre il rispetto delle idee e del comportamento dell'altro a legge di condivisione, sostegno ed imitazione per te: se non rinnovi le tue convinzioni e costumi, se non li fai cadere, sei arretrato.

Incontro percio un signore maturo, quanto ad anni, e sulla cinquantina. Porta il codino e I'orecchino. Una buona occasione di umorismo. Faccio finta di stupirmi e gli chiedo cosa mai lo spinge a quello strano ornamento.

La risposta? «Ma che vuole?!... Bisogna adeguarsi! I tempi lo richie-dono!..» «Ma non si accorge che, se questo si sopporta nei giovani, disdi-ce ad un adulto che non solo non guadagna nulla, ma perde anche quel po' di credibility che gli resta? Non si diventa per questo piu giovane, ne I'intelligenza aumenta in maniera pro-porzionata alia lunghezza dei capelli! Ripetere le imitazioni delle scimmie antropomorfiche non e conquista di grandezza e nobilta. II diventare gio­vani richiede ben piu di un codino e di un orecchino!».

Parlo con i giovani degli omoses-suali e delle dichiarazioni in merito fatte dal Papa: «Ma la Chiesa quando si adegua ai tempi? Ancora condanna i gay? Perche non deve rispettarli?!»

Poco vale il dimostrare che la Chiesa usa molta carita con questi fratelli caduti in debolezza, li aiuta e li

sostiene e sviluppa tutta una pedago-gia di recupero e di salvezza. Insieme pero non pud dire che I'omosessua-lita e valore, non puo chiamare eroi i gay, non puo riconoscere come matri-monio le loro unioni o convivenza. Un conto e non emarginarli, altro e cen-tralizzarli e metterli sui piedistalli.

Pa l̂i con divorziati (attivi, quelli che hanno voluto il divorzio per essere ade-guati ai tempi), e subito, accorgendosi del disagio che provi, ti esortano a non giudicare, che e uguale ad approvare e basta, e ritenere giusto e meritevole il fatto, oerche tutti fanno cosi. Senno sei inadeguato ai tempi.... Non sei adegua-to a che cosa? A chi? Ma e un onore non esserlo, non ti pare?

Se poi cambi registro e parli della necessita di adeguarsi alia fede, cioe essere su misura del proprio credo, della propria confessione, dei valori che si professano e della stessa eta che porti sul groppone, la reazione e addirittura di abbandono e di condan­na perche reazionario, medievale, chiuso al moderno. Allora tu non sei preso in considerazione: la condanna ti raggiunge forte e tagliente e discri-minatoria. Perche colpevole di non essere... adeguato al male.

Ogni adeguamento al vuoto, all'i-nutile, al dannoso e richiesto e lodato. Adeguarsi alia fede, diventare piu autentici cristiani, tentare di incarnare e rendere visibili le parole del Vangelo e sempre conservatorismo, arretra-tezza, roba da sorpassati. E' un pec-cato conservare pura la propria fede: per ammodernaria deve comunque essere intrisa, frammista, venata, spalmata di atteggiamenti trasgressi-vi, inqjinati ed inquinanti. Senno sei inadeguato. Decido allora di vivere la mia inadeguatezza!

M.C.

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LA VITA CHE SI DONA E VITA CHE SI CONQUISTA E SI INVESTE

E evento non raro che la nostra vita perda i colori della gioia: ci capita quando subiamo una "perdita" di cio che pud starci particolarmente a cuore: cose, per-sone, salute, ...soldi. Certo, c'e una importanza gerarchica di queste cose, ma per quelle piu care occorre che noi elaboriamo un tempo che gli psicologi definiscono "lutto" successivo alia perdi­ta. In realta la sofferenza e dovuta alio smarrimento temporaneo o definitivo di cio che amiamo. Una grossa fetta di que-sto dolore e legato per di piii al nonsenso e la scontitta che lo accompagna (la beffa aggiunta al danno) e alia disperazione — in senso etimologico: nessuna speranza — di poter mai piu riacquistare tale bene. Ero proprio in questo stato d'animo quan­do m'imbattei in quella che sarebbe stata, da allora in poi, il mio punto di riferimen-to in materia di dolore: Maria Marchetta.

Perche? Oh bella! Perche ebbe il pote-re di trasformare il mio "lutto" in gioia! Avendo dovuto leggerne piu volte e det-tagliatamente la biografia, mi resi conto che aveva ridato un senso alia mia vita e cancellato il pessimismo e il dramma che accompagnavano la malattia.

Avevo nientemeno scoperto di posse-dere uno dei piu proficui investimenti per il presente e il futuro: la sofferenza.

Mi colpi, naturalmente, I'ordinarieta dei mezzi e dei luoghi — accessibili a chiun-que — che questa indotta ragazzi-na di provincia aveva util izzato per costruire la sua gioia. II suo corpo blocca-to non le precluse la possibility di eserci-tare una funzione, quella di rendersi necessaria per gli altri.

II dolore diventato occasione unica di conquista, scalpello che tira fuori la parte migliore di se per rivedere il proprio stile di vita, conferendole ampiezza e profondita. Come? Semplicemente dimenticandosi di se, trasferendo (in psicologia: operazione di transfert) il suo amore, le sue cure, la sua attenzione sulle gioie, sulle privazioni,

sulle sofferenze degli altri, consolandone le afflizioni, interessandosi alle loro ansie, raccomandandoli al Signore.

Per disperazione, o forse con gli occhi penetranti di chi ama, aveva colto il segreto del suo Maestro che anche sulla croce si occupo degli altri, della madre dei fratelli.

II primo ribaltone e paradosso della storia: la vita che si dona e vita che si conquista e che si investe! E lei la vita la dono tutta, fino in fondo. E formidabile occasione di missione da compiere, sere-nita da regalare, ammirazione da riscuo-tere. In piu, caparra di paradiso, anche qui sulla terra.

Uno studio, in bioetica, sulla terapia del dolore, lo documenta ai laici, scientifi-camente, citando come esempio proprio Maria Marchetta.

La ricerca, attestandone le modalita, non chiarisce pero la misteriosa alchimia attraverso cui nella sofferenza si recupera la gioia e il senso della vita, ma e certo che accade. Ne ho esperienza diretta... provare per crederci.

Anna Gloria Granieri

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LE SUORE NON SONO DELLE SUORE

Per toglierti immediatamente ogni dubbio che ti potrebbe nascere dalla let-tura del titolo di questo articolo, ti diro, caro lettore, che la preposizione articolata "delle" per me vuol qui significare : pro­priety, interesse, guadagno, grandezza, comodita, piacere, notorieta... E quindi il titolo vuol significare: "Le suore non sono proprieta delle Suore, non sono interesse, guadagno, comodita, piacere, fama delle e per le Suore". Ed avrai forse gia capito dove intendo arrivare.

Ogni tempo porta il segno ed il colore di coloro che lo vivono. Di per se i tempi sono tutti uguali aperti alia possibility di essere buoni o/e cattivi, a seconda che a gestirli siano uomini buoni o cattivi. Cosi anche per i tempi... cattolici. Buoni catto-lici fanno tempi favorevoli al cattolicesi-mo, cattolici disinte-ressati creano disin-teresse ed apatia per la loro fede.

I tempi nostri vivo­no anche di questa 'impressione', hanno anche questo colore.

In questi nostri tempi, cosi condizio-nati e fatti da noi stes-si, ci troviamo a vivere un momento di dura difficolta per quanto attiene all'invecchia-mento e alia diminu-zione numerica di tutte le Congregazioni religiose femminili e maschili. Da coloro che hanno fatto voto di poverta, il Signore richiede oggi princi-palmente la poverta numerica delle Comu-nita.

Le anime consacrate stanno vivendo bene, anche se con sofferenza, questo momento, in quanto voluto dal Signore, che sa quello che fa, ed in tutto ci rivela il suo amore. Esse cercano di trarre motivo di grandezza dall'evento sviluppando sempre piu la spirituality delta diminu-zione.

Quello che invece addolora e meravi-glia e constatare I'indifferenza ed il distacco degli altri cattolici dalla storia della vita religiosa. Come se i religiosi vivessero per se stessi, per i loro interessi e non per I'interesse degli uomini, degli altri. E' vera che i cattolici si lasciano oggi passivamente espropriare di tante ric-chezze umane, culturali, religiose, tradi-zionali, familiari e morali e considerano I'esproprio come fosse di altri, come se

Greve di Chianti - Suor Gemma tra i bambini.

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altri fossero i derubati. E' la storia di Toto schiaffeggiato che tutto incassa ridendo solo perche scambiato per Pasquale! ... Talora dobbiamo amaramente accorgerci che i cattolici considerano il furto subito dei valori connotanti la loro storia e per­sona quasi una liberazione! Finiranno per ringraziare i ladri di averli spogliati di ogni caratteristica e singolarita.

Cosi mi capita di sentire ed assistere ad atteggiamenti e conversazione di cat­tolici distaccati e liberi che commentano la crisi vocazionale con parole quali: «Che ci possiamo fare? E' fatto loro, se la vedano loro!» Non si lasciano coinvolgere da questo impoverimento del mondo cat-tolico, che, d'altra parte, si risolve in arric-chimento del laicismo. Non si accorgono che a perderci non sono di per se le suore, ma i fratelli, gli uomini, i bambini, i giovani, gli ammalati, gli anziani, i drogati, le comunita parrocchiali, le famiglie, i car-cerati. E queste categorie siamo noi, non altri! Siamo noi a perderci perdendo le Suore! Non sono le Suore, le quali comunque impegnano a fondo la loro vita

per trarre il massimo vantaggio spirituale dalla loro totale donazione a pro degli altri. Se altre dopo di loro verranno, sara ancora un bene per gli altri, e potra esse-re anche una gioia per loro, per le Suore, ma non piu di tanto. Nulla condizionera o diminuira il premio riservato a chi si perde per Cristo!

Ma insomma, fratelli cattolici, a quan-do la comprensione e la convinzione che nella scomparsa delle suore, e in generale della vita religiosa, c'e I'indebolimento o riduzione della parte piu nobile del cristia-nesimo? Cioe della nostra fede? Quando scomparira dalla nuova inquinata menta-lita cristiana questa strana avversione o presa di distanza dalla consacrazione? Quando ricostruiremo il gusto della puli-zia, dello splendore, dell'esemplarita, del-I'espropriazione di se per vivere la religio-ne del farsi dono per gli altri? Non capia-mo che senza la presenza dei consacrati, quelli, cioe, che per Cristo tutto fanno e per 24 ore al giorno, il cristiano non vola alto, ma striscia per terra? Non dico a l t r 0-

M.C.

ECCO COME CONTRIBUIRE PER LA MISSIONE DI ITAQUAQUECETUBA

1 . Adottando un bambino/a in distanza versando per lui, per la sua educazio-ne una quota mensile.

2. Sostenendo con contributi mensili il conseguimento di laurea di universitari poveri della parrocchia.

3. Inviando offerte per la presenza in Roma di un certo numero di catechisti brasiliani nel 2000.

4. Adottando un seminarista.

5. Contribuendo alia costruzione di nuove chiese.

Le offerte vanno spedite, tramite c.c.p. della Famiglia dei Discepoli Istituto Religioso n. 95423000, direttamente alia Casa Generalizia dei Discepoli - Via dei Pianellari, 7 - 00186 ROMA

che prowedera, tramite Vaticano a direttamente, alia destinazione.

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DI CAS A IN CAS A

Potenza - Istituto Principe di Piemonte

Lo lambisco a volo, in un pomeriggio di sabato e di domenica. Non riesco ad entrare e parcheggiare I'automobile (la diligenza) per una incredibile affluenza di macchine. Penso a convegni religiosi o civili, a manifestazioni teatrali... Niente di tutto questo! Un normale affollarsi di genitori per prelevare bambini e ragazzi della catechesi per i sacramenti della ini-ziazione cristiana. Mi stupisco e ne chie-do il numero: gli iscritti sono veramente tanti! Vedo: nessuna aula e libera! Ne rin-grazio di cuore il Signore per tanti apprendisti cristiani, per i tanti catechisti a loro disposizione, per la capacita di controllo ed animazione dei Confratelli e del Parroco-Superiore in particolare. Anche per salutare Don Livio occorre attendere perche impegnato in direzioni spirituali... Tutto un grande vario e molte-plice apostolato! Quanto e diverso il Principe di Piemonte nelle modalita di prestazione di servizi! Quam mutatus ab Mo! Nulla piu del - - ^ "vecchio" collegio, se non le strutture portanti!

E sempre pero la Casa dei giovani, per i giovani, non piu interni, non piu pro-venienti dai tanti paesi della Basilicata ed altre regioni d'ltalia, ma sempre e solo loro, i giovani, i potentini sono i veri padroni!

La presenza degli univer-sitari, in regime di pensiona-to, e quella che piu si ricolle-ga al passato prossimo, o almeno non molto remoto!

Uno sguardo ancora al centro sportivo: campo di

calcio brulicante di giovani, tenda-struttura in pieno movimento: organizzatori, istrutto-ri, arbitri, collaborator!, tantissimi genitori ad osservare compiaciuti i loro mini-atleti, che si esibiscono e apprendono le non sempre facili discipline atletico-sportive.

I problemi, emersi poi nell'incontro comunitario, sono stati numerosi e con caratteri dell'urgenza. Noi speriamo, no osiamo lentamente, cercando di risolverl uno alia volta, fidando nella Provvidenza, utilizzando in bene ogni centesimo, ogni atomo! Intanto speriamo nella conclusio-ne dei lavori del cine-teatro! Si vedra per il resto, se i nostri buoni amici ci daranno una mano per offrire alia citta piu amata da Padre Minozzi e alia cara regione Basilicata nuovi e piu ampi servizi.

Consolante e segno di predilezione da parte di Dio I'ammissione nella Famiglia dei Discepoli di un giovane aspirante potentino! Oh, potessi ogni volta ritornare a Roma in compagnia di un futuro disce-polo! II Signore e grande e Lui solo pud!

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Policoro - Centro Giovanile "P. Minozzi"

Un paese che mi sta molto a cuore. Un paese in cui ho creduto e profuso le mie energie sacerdotali. Lo rivedo sempre con commossa gioia! Stento pero a rico-noscerlo: non vedo strade affollate, non giovani in movimento, vuoti i tanti negozi. Si respira aria di sfiducia.

I giovani, i bambini e ragazzi degli ann '80, guardano tutti "fuori" per la sistemazione attraverso il lavoro. La disoccupazione (o sottoccupazione) rag-giunge tutti. Lamministrazione cittadina e stimata e lodata per i tentativi di risoluzio-ne dei crescenti problemi, ma non e in grado di far miracoli! Cosi una cittadina in piena crescita alcuni anni addietro, oggi segna il passo. In piena ripresa e rilancio appare invece il Centro Giovanile, che risente dell'entusiasmo di Don Savino D'Amelio, che ha rinno-vato le strutture e ne ha fatto un punto di riferimento per quanti vogliono in esso trovare un'amicizia con i valori cristiani. E ormai pronta la Casa per accogliere.

E tutta uno splendore, senza inutili e vaporosi lussi.

L'annesso Centro Sportivo viene ancora movimentato con inarrestabile passione da Filippo Quinto, che ha creato e porta avanti brillantemente la Scuola Calcio, che non solo strappa alia strada ed alia solitudine oltre 300 bambini e ragazzi, ma crea anche tanti stimoli edu-cativi agli stessi genitori, che con una certa sistematicita incontra nel rinnovato Auditorium. Gia alcuni giovani sono stati chiamati nelle squadre etichettate! Anche questa e meritata soddisfazione! Speriamo di sentire qualcuno presente in A!

La chiesa, non parrocchia, e sempre viva e nutrita di buone e numerose pre-senze. II gruppo del Ftinnovamento nello Spirito, ivi presente da ben sedici anni, continua entusiasticamente a vivere la sua fede, sospinto dal vento dello Spirito Santo. Novita simpatica e vedere il coro con gli stessi elementi di un tempo, diventati oggi quasi tutti mamma e papa: i frugoletti che sgambettano a loro intor-

Policoro - Scuola di calcio "P. Minnozzi"

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no, creando primavera nella chiesa, sono gia li pronti a rimpiazzare i genitori con le loro voci argentine.

I Discepoli convenuti per un corso di

aggiornamento sulla vita religiosa hanno avuto Tiodo di riempirsi di fiducia e di spe-ranza per queste gioiose realta e guardano avanti affidando a Dio i loro inespressi sogni!

Poggiobustone - Casa Letizia Francescana.

S. Pietro di Poggiobustone - Casa della Letizia Francescana

E Casa di Riposo per Anziane, e gestita per conto dell'Opera dalle gene-rose Suore Missionarie Cappuccine ed ospita una ventina di "nonnine". La casa urge di adeguamenti e ristrutturazioni. Sono cinque lunghi anni di tentativi e sacrifici, con produzione di montagne di progetti, planimetrie, domande in tutte le direzioni. Non si riesce ancora a cacciare un ragno dal buco, accomodare e rende-re partecipativa la burocrazia fatta appo-

sta per creare intralci, per ritardare, per non fare camminare le ist i tuzioni! E incredibile! Con una volonta decisa a dare splendore al bene, a mettere in condizione di piu completo agio persone che per la loro eta ne hanno tutti i diritti, si resta bloccati! Cosi ancora una volta la storia si ripete e si riattualizzano i gusti di ostacolare gli operatori di bene! Noi non desistiamo e ci auguriamo che il buon senso ed un ritrovato interesse per il prossimo faccia superare tutti gli osta-coli!

Viator

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Cronaca di una giornata

IL VESCOVO DI OFENA

Certe coincidenze son per lo meno misteriose e misteriosamente sorpren-denti. E capitato ai Discepoli nello scorso mese di dicembre, quando hanno assun-to ufficialmente I'incarico della parrocchia di Ofena. AI neo-eletto "Pievano", Don Innocenzo Ragone, gli auguri sono venuti giu a pioggia da ogni parte e a colori diversificati, quasi in una gara di supera-mento di limiti di carica e di territorio. In questo clima si e poi, quasi al l ' improwi-so, inserita una strana diceria, uno strano augurio: Vescovo di Ofena! Vescovo di Ofena? Si, Vescovo di Ofena! Ofena e sede titolare vescovile! E chi lo sapeva? Almeno chi se ne ricordava piii? E da tanto che non se ne parla!

Ed eccoti una telefonata romana, dal Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari: e S.E. Mons. Giuseppe Luigi Redrado Marchite, che si p resen ta c o m e vescovo titolare di Ofena. Nessuno dei vescovi tito-lari precedenti se ne era preoccupato piu di tanto. Stupore, qualche incer-tezza, ma e proprio cosi! La gioia diventa vera ed esplode.

Accolto il suo deside-rio di conoscere la sede, si programma, ne viene f issata la data per il 28 febbraio. Puntuale all'ap-puntamento, in compa-gnia de l l 'O rd ina r io del luogo S. E. Mons . Giuseppe Di Falco e del Padre Genera le dei

Discepol i D. Michele Cel iber t i , Mons. Redrado viene accolto dal popolo di Dio, e dalle autorita civili espresse dal sindaco il Dott. Bruno Gentile con I'intero Consiglio Comunale. II popolo ne gode, applaude, ringrazia. Solenne la concelebrazione; sim-paticamente familiare e carica di messaggi I'omelia del prelato, che subito crea fami-glia e conversa con il "suo popolo" rom-pendo schemi e distanze. II popolo lo apprezza, cosi lo vuole, e lo sente subito suo. Siamo oltre ogni convenzionale corn-portamento. Ci unisce la fede, ci stringe I'amore di Cristo. AH'offertorio presentazio-ne dei doni: la parrocchia offre ricami sacri; il vescovo offre alia parrocchia una splen-dida casula e I'impegno di una celebrazio-ne eucaristica il 6 di ogni mese, giorno della sua nomina a vescovo e giorno di S. Nicola patrono della Parrocchia.

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II coro parrocchiale, animato e diretto dalla signorina Silvia Pacione, mostra tutta la sua valentia ed il senso di una fede che si risolve in canto. Non e poca cosa questa presenza liturgica ed aggre­ga te in un paese tutt'altro che popoloso!

Eccoci nella sala consiliare: apprezza-bile I'indirizzo di saluto del Sindaco, Dott. Bruno Gentile, che in piena sintonia con il clima creato, parla in maniera piana, fami-liare, approfittando per aprire a tutta la popolazione uno squarcio della propria storia, quella che ha reso grande nel pas-sato Otena, fino ad essere sede diocesa-na. Non c'e nel suo dire la solita espres-sione roboante, ma vuota. Oltre che primo cittadino, Gentile e un cattolico e come tale si rapporta con il vescovo della sua citta. Scambio di doni anche qui nel segno della memoria, della storicizzazio-ne dellevento. Ammiriamo tutti lo splen-dore degli ambienti municipali, impegno e segno di chi gestisce il paese con volonta di servizio, per renderlo piu abitabile ed amato dai suoi citta-dini.

Ed ticcoci alia Casa dei Discepoli, nel-I'ex-Seminario o Colonia Frasca, oggi in radicale ristrutturazione a Casa di Spirituality ed Accoglienza. Sole incante-

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vole, aria purissima, sguardo che si perde nella val le del Ti r ino, sf iora la nobi le Capestrano, e si innalza sulle innevate c ime del Morrone e del Sirente! E un godimento dello spirito! "Un rifugio dello spirito". come Padre Minozzi ha scritto.

Agape fraternal Siamo tanti tra auto-rita religiose, civi l i , Ex-Alunni, parroc-chiani , amici , e component i vari della Famiglia Minozziana. L'antipasto misto al l ' i ta l iana, le orecchiet te lucane ed i fusilli, le vane pietanze danno tono subi-to. Colore ed allegria sono invece il risul-tato del l 'ott imo vino locale, quello pro-dotto ed imbottigl iato dallo stesso sin-daco del paese, che, nella sua ormai nota generosita, ha voluto che arrivasse abbondante sulle nostre mense! II riferi-mento biblico al vino del dopo-miracolo di Cana e stato immediato . Sorpresa anche nei dolci. L'Ex-Alunno e cittadino Ste l la di O fena , dag l i S ta t i Uni t i ha telefonato assicurando la sua partecipa-z ione v i s i b i lmen te rapp resen ta ta da un'offerta di abbondanti e svariate qua­nta di dolci, che solo ad Ofena si posso-no gustare. Gioia fino alia fine. II coro ofenese raffina e potenzia I 'emozione con i suoi canti vari, anche in spagnolo,

e commuove con I'inno ad "Ofena bella mia", in vernacolo abruzzese.

Ancora un gesto di profondo significa-to crist iano: una visita alle tre Case di Riposo gestite dalle Suore della Sacra Famiglia di Bergamo e dai Discepoli . I tanti anziani, decorosamente assistiti, si commuovono di tanta degnazione, stupe-fatti di essere ancora al centra dell'atten-z ione del la comun i t a ca t to l i ca e del mondo civile, di cui sono stati e sono parte integrante.

II sole scompare quando Sua Eccellenza, dopo I'ultima benedizione e preghiera dinanzi alia bella immagine dell'Assunta di Mario Barberis, nella Casa Anziani "Mons. Leone", saluta ancora una volta i "suoi" ofenesi, e si affida alle mani del padre generale dei Discepoli, che punta risoluto sulla Capitale, dove con nuova cari-ca affrontera i suoi non pochi e non leggeri impegni. II suo cuore e colmo di gratitudine a Dio per tanto amore, per tanto dono!

Gli ofenesi sperano che non si conclu-da qui la giornata: guardano avanti e ne anticipano con il desiderio la ripetizione. E me t t ono tu t to nel le mani de l la Provvidenza.

Spectator

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RICORDO DI DON ANTONIO FRAGOLA

II 21 febbraio ricorreva il 23° anni-versario della morte di don Fragola e il Centro Studi Minozziani ha voluto ricordarlo nel modo piu degno con una cerimonia che ha richiamato I'in-tera comunita di Montemilone, non-che la presenza di numerosi Ex-alunni e del Padre Superiore dei Discepoli, don Michele, accompagnato da don Savino e dal giovane Margio.

Gli Ex-alunni, i Discepoli e la supe-riora dell'Istituto di Potenza, suor Crescenzia, devota e instancabile come sempre, si sono ritrovati nel cimitero dinanzi alia tomba di don Antonio. Quindi la messa nella bellis- D. Antonio Fragola, giovanissimo.

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Ex-alunni convenuti a Montemilone (PZ).

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sima chiesa madre del paese. II Padre Superiore durante il rito da lui presie-duto ha rivolto brevi riflessioni sulla figura del sacerdote che si fa presen-za del Cristo tra i poveri, cosi come fu con noi don Fragola e con quanti ebbero il privilegio della sua azione pastorale. Molti di noi hanno risentito i canti che don Fragola aveva scritto e don Lezi Marchetti aveva musicato.

Subito dopo il rito, in una ridente via del paese, dinanzi ad un nutrito numero di convenuti, il dott. Giuseppe Ruoti ha rivolto a nome del Centra Studi commosse parole, quin-di il sindaco del paese, aw. Donato Palladino, e Peppino Monaco, il soler-te animatore del Centra Studi, hanno

scoperto una lapide posta sulla fac-ciata della casa natale e don Michele I'ha benedetta. Nel salone della Scuola media si e svolta la comme-morazione, presenti circa duecento persone. Hanno parlato il sindaco, Monaco, Galaffu, Zezza, don Savino, Maria Antonietta Boccuzzi, nipote di don Antonio, Vito Fiorellini, Anna Gloria Granieri e, a conclusione, don Michele.

Una brevissima considerazione. Quanti hanno parlato hanno avuto il merito di evitare il ricorso a frasi d'oc-casione, a elogi d'obbligo, a magnifi-care per ragioni di circostanza, per-che a dire il vera tutti hanno sentito di doversi esprimere dal profondo del cuore, un sentimento avvertito nella

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Familiari di don Fragola.

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Scoperta della lapide affissa sulla facciata della casa natale di don Fragola.

piu schietta sincerita. E non poteva essere diversamente. Se si era li, se si erano affrontati disagi di viaggi e non poche preoccupazioni per I'organiz-zazione e I'attuazione del progetto (e di questo siamo grati a Peppino e a quanti hanno callaborato con lui), evi-dentemente era vivissimo il senso di doverosa riconoscenza per chi ha ben operato come sacerdote e come edu-catore. E quando Ex-allievi, ormai avanti negli anni e che nell'esperienza della vita hanno sperimentato a pieno la verita di quanto hanno ricevuto nella fanciullezza e nell'adolescenza, sentono il dovere di ritrovarsi nel senso di fratellanza che li unisce ancora accomunati dalla continua presenza di chi li aiuto ad essere one-

sti e a vivere la fede, non si pud pen-sare elogio piu bello per I'educatore.

Molto apprezzato il libra del Centra Studi che riporta studi, ricordi e memorie su don Fragola.

II pranzo a Lavello, in un degnissi-mo ristorante, ha coronato la bellezza della giornata.

Non resta che il ringraziamento piu vivo per chi, Peppino Monaco per il Centro Studi, don Michele per i Discepoli e per I'Opera, ha avuto il felice proposito del l ' incontro. La memoria di don Antonio Fragola e certo lustro per I'Opera e per la Famiglia dei Discepoli. Per noi orgo-glio e riconoscenza.

Luigi Gala flu

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Cose di casa nostra

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Da Francavilla al Mare - Casa per Anziani "Madonna della Pace"

MASCHERE , CORIANDOLI, PALLONCINI E CARAMELLE PER IL CARNEVALE

Nel pomeriggio del 13 febbraio, pres-so ques ta Casa, si e f es tegg ia to il Carnevale. Si potrebbe asserire che una festa di questo tipo sia fuori luogo in una casa dove vivono degli anziani, ma Don Carlo e il gruppo di amici dei Discepoli non la pensano cosi. Per Fortuna.

Fin dalla mattina del festeggiamento, in segreto, tutti si sono preparati per pre-sentarsi al meglio con travestimenti rive-latisi poi molto divertenti. Sono stati stu-diati e approntati alcuni esilaranti giochi e scherz i che hanno co invo l to tu t ta la comunita e che hanno reso I'atmosfera festosa e scherzosa.

Mentre la spensierata serata veniva condotta con spirito e garbo dal solito Sergio, sul palco si esibiva, suonando la tastiera elettronica e cantando da par suo, 1'amico Luciano Catena.

Egli sceglieva un repertorio di allegri rnotivetti per accompagnare gli spassosi giochi e bellissime canzoni degli anni '60 per i balli.

La nota piu piacevole e interessante e stata la partecipazione alia nostra festa di una decina di bambine in maschera, che simili a una simpatica "orda" invadeva la sala lanciando coriandoli, stelle filanti e palloncini multicolori suscitando nei nostri anziani tanta letizia.

Ma I'ilarita ha raggiunto il suo culmine quando si sono presentate alcune delle nostre anziane mascherate chi da odali-sca (sic!) chi da regina con tanto di coro­na, scettro e strascico, chi da giovane

viveur, chi da signorotto , benestante. Insomma, c'e stata una grande varieta e fantasia nella scelta dei personaggi.

Divertentissima, poi, e stata la sfilata di piccoli e anziani per I'elezione della piu bella maschera per la categoria "Junior" e per la categoria "Senior".

Don Carlo e riuscito a coinvolgere la maggior parte degli ospiti e il risultato e stato encomiabile anche se il suddetto. nel tentativo di arginare la prorompente ga iezza de l le masche re pe rdeva gh occhiali che finivano sotto i tacchi di una anziana danzatrice di liscio.

Poveri occhiali. II peso della danzatrice in questione si aggirava intorno agli 80 Kg!

Occasione propizia per rinnovarli d'ur-genza.

Non potevano mancare, in chiusura della divertente serata, i t ipici dolci di Carnevale e altre leccorn ie. Per farvi comprendere meglio cosa siamo riusciti a organizzare per i nostri "nonni", desidero farvi partecipi della confidenza fattami da una anziana signora ospite della Casa.

Prendendomi da parte per non farsi sentire, quasi fosse una confessione, mi sussurrava parole di ringraziamento con-cludendo che non si era mai divertita tanto in vita sua e di questo chiedeva perdono al suo defunto marito! C'e voluto un certo impegno per far capire alia signora che non c'era motivo di sentirsi in colpa per una simpatica, cristiana e motivata allegria poi-che anch'essa e uno dei tanti doni di Dio.

Sergio Di Nardo

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Da Monterosso al Mare

IMPROVVISA E TRAGICA SCOMPARSA DI UN EX-ALUNNO

La morte di una persona, nel pieno della sua maturita, sconvolge, quando avviene per un sacerdote, a 65 anni, si resta sconcertati se non la viviamo con spirito di fede.

La comunita cristiana di Monterosso al Mare, gia in apprensione per la salute del parroco, e rimasta sconvolta per la scom-parsa di

Don Sandro Crippa

Parroco del santuario di Soviore (SP).

L'lstituto Padre Semeria lo ha avuto alunno nei primi anni della sua vita, anzi possiamo dire che e nato li e li e vissuto fino a quando ha espresso il desiderio di seguire il Signore nella vita sacerdotale nella Chiesa di La Spezia.

Ordinato sacerdote il 28 giugno 1959, fu prima viceparroco poi destinato come parroco e animatore del Santuario di Soviore, sopra Monterosso.

D. Sandro Crippa (il primo a sinistra di chi guarda).

Lo abbiamo sentito sempre vicino e attento alle esigenze della carita della Casa di Monterosso, abbiamo avuto in lui un riferimento e un aiuto morale molto grande.

Era un sacerdote pio, disinteressato. Era amato e stimato da tutti.

Era il cerimoniere del Vescovo e il Signore lo ha chiamato a se proprio men-tre stava tornando da Brescia dove e stato trasferito Mons. Giulio Sanguineti, gia Vescovo di La Spezia.

Era buono. Ed ora e buono in cielo, con i buoni di Dio, con i suoi eletti.

Preghiamo per lui? Certamente. Ma piu precisamente ci raccomandiamo a lui perche per mezzo suo il Signore ci dia lo spirito di carita in cui si e distinto e che ha imparato anche da Padre Semeria.

Al caro fratello Renzo, ai parenti tutti e alia comunita cristiana di Monterosso al Mare le condoglianze della Famiglia dei Discepoli e dell'Opera con il conforto

della certezza che la sua vita non e tolta ma trasformata e che pre-ghera per tutti noi.

Grazie, Don Sandro, per tutto quello che ci hai dato.

Dalla tua morte improvvisa e dal vuoto che lasci, chiedi al Signore che qualcuno possa prendere il tuo testimone. C'e tanto bisogno!

Don Carlo Verrecchia

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Da S. Giorgio a Liri - Scuola Materna del S. Cuore

SOLO DIO PUO DARE SENSO ALLA NOSTRA VITA

Da due giorni pud venire fuori I'impos-sibile...

Ed e stato proprio cosi per noi Piccole Ancelle del S. Cuore.

Due giorni intensi ricchi di significato, di esperienze e di incontri che certamente hanno lasciato un segno in noi e in tutte quelle persone che hanno voluto condivi-dere con noi questi momenti.

Ci siamo rese conto che le persone hanno bisogno ogni giorno di contatto umano, di affetto profondo, di coraggio, di fiducia... di sentire il calore di un amore che viene donato con la stessa gratuita con cui e stato ricevuto.

Ed e p ropr io ques ta la real ta che abbiamo vissuto e viviamo ancora sulla nostra pelle: la gioia e la serenita che si sente dentro quando cio che sei, cid che hai, cio che fai non e dettato dalla circo-stanza, ma e espressione e manifestazio-ne di uno stile di vita che ogni giorno si ispira al modello per eccellenza: Cristo.

E' stato torte il monito del Fondatore: "Quando si tratta di anime non dire mai basta. . ! " . E cosi con questa forza nel cuore ci siamo sentite "invitate" a rendere partecipi del nostra essere in Cristo per­sone in difficolta fisiche e psichiche per alleviare le loro sofferenze, per renderli meno emarginati e vicini alia nostra realta di persone "normal i" . E' stata pensata una testa.. . si! Una festa che durasse tutta la giornata e cosi tra cant i , balli, dolci e frittelle, ognuno ha potuto gustare la bellezza di un sorriso, il calore di un affetto sincero, la gioia di un gesto fatto con semplicita. A meta mattina ci siamo racco l te a t t o rno a l l 'a l ta re : su que l la

mensa insieme all'offerta del pane e del vino saliva al Padre la vita di ciascuno di noi, le sofferenze che portiamo dentro, il peso di tante ansie che solo se offerte acqu i s tano s ign i f i ca to e senso . Nel pomeriggio i nostri bambini hanno offerto a questi ragazzi un piccolo regalo, segno della loro comune semplicita, della loro capacita di stare insieme senza pregiudi-zio, senza riserve. Alia sera i tanti ragazzi della Cresima hanno colto I' occasione della presenza di suor Colomba per espri-mere il grazie per un servizio svolto con disponibilita, generosita e semplicita.

Cinque anni sono pochi ma anche tanti... eppure certe presenze significative non possono non lasc iare il segno soprattutto in tanti giovani che si interro-gano sul senso della propria vita, che cer-cano modelli su cui formarsi, che hanno bisogno di esempio piu che di parole.

II recital "Forza venite gente" ha voluto esprimere il significato profondo di una vita "spesa" per amore, vissuta all'inse-gna della poverta perche solo Dio fosse I'unico tesoro;della verginita perche non e solo I'amore umano che colma I'esisten-za, ma soprattutto e I' amore di Dio e per Dio che riempie in modo totale I' esisten-za umana; dell' obbedienza che agli occhi di un mondo libertino e autonomo appare assurda. II messaggio lanciato e questo: solo Dio pud dare senso e significato alia nostra vita. E questo suor Colomba ce lo ha mostrato in modo chiaro, semplice e concreto rendendosi d isponibi le nelle mani dei superiori e prima ancora alia volonta di Dio per continuare la sua mis-sione in Kenya.

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II giorno dopo c'e stata la recita dei nostri bambini. Al mattino e stata celebrata I'Eucarestia dove hanno preso parte la maggioran-za dei genitori. E' stata il culmine di un cammino di preparazione in v is ta del Nata le per posare I' attenzione su Cristo vero dono del Padre, che assuma nella sua carne la nostra debolezza e la tra-sforma. Alia sera ci siamo ritrovati t u t t i , ragazz i , g i ovan i , adu l t i , suore, a t torno a suor Colomba con un rinfresco ma soprattutto fe l ic i , a dire il nostro grazie al S ignore per i numeros i segn i che ogni giorno ci dona. Segni del suo amore verso di noi, di un amore che ci supera e ci riempie di pace.

P.A.S.C.

LETTERA AD UNA SUORA IN PARTENZA PER L'AFRiCA

Carissima suor Colomba, e difficile in queste circostanze trovare le

parole adatte, quelle che piii di tante altre rie-scono ad esprimere i sentiment! che in questo momento vibrano nel cuore...

Certamente tutto questo non e dettato da un'esigenza di copione o dalle circostanze ma e frutto di un rapporto reciproco di scoperta, di confronto, di crescita, un rapporto di grande amicizia basate sulla stima, sulla fiducia e sulla confidenza.

Cid che immediatamente balza sulle nostre labbra e chiederti perche... perche proprio tu! E proprio in Africa!

Certo, alia nostra ragione e assurdo, un paradosso... ma se siamo cristiani, credenti e convinti della persona in cui crediamo, imme­diatamente la nostra concezione non regge piu: I'egoismo, I'attaccamento che per quanto bello, legittimo sia, devono lasciare il posto ad altre certezze.

L'esempio che tu dai, con la tua obbedien-za ai superior! ci induce a riflettere su tanti valor! In cui crediamo ma che spesso facciamo finta di vivere concretamente e autenticamen-te. Anzitutto la tua presenza ci richiama la gra-tuita di Dio il quale nonostante la piccolezza dell'uomo continua a renderlo capace di lasciare tutto, di mettere in gioco la propria esistenza per Dio.

Allora coraggio! Noi ti stiamo vicino con I'affetto, la stima e soprattutto con la preghie-ra. Sia il Signore ogni giorno "luce sul tuo cammino, tua forza"... da Lui attingi coraggio per affrontare con serenita la vita, per Lui vivi, soffri, credi e annuncia in ogni luogo, al di la di ogni tempo e spazio il suo amore che non ha confini, che non guarda al colore della pelle.

Con Lui farai cose grandi e portera a com-pimento ogni tuo desiderio.

Saluto dei ragazzi a Suor Colomba

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CRISANTEMI

II 16-1-99 e venuto a mancare improvvisamente ai suoi familiari, par-rocchiani ed amici

Sac. D. PEPPINO DI GREGORIO

Ex-alunno di Ofena, ex-discepolino, chiamato dal Signore a lavorare nella sua vigna da sacerdote, ma non nella Famiglia dei Discepoli, con la quale pero ha avuto sempre intensi rapporti di stima, di affetto e di collaborazione. Nello scorso settembre, il Padre Superiore, con la comu-nita di Napoli, aveva cele-brato la giornata dei Discepoli, con tutta la Comunita di Cantalupo, sua parrocchia. Una gior­nata intensa di messaggi, carica di rimembranze, rafforzatrice di affetti e di ricordi vivi ed edificanti. La nostra meraviglia era lo splendore della chiesa, dove tutto parlava di pieta e di attenzione alia casa di Dio. Un sacerdote di 82 anni in pieno dinamismo e dedizione, stimato ed amato dal suo popolo. Rivelo qualche perples-sita sulla possibility di poter continuare ancora a lungo la sua missione di parroco, ma nulla faceva presagire la sua imminen-te fine. Forse era una oscura previsione per lui!

Cosi scriveva al Superiore dei Discepoli per lo scorso Natale: "In prossimita delle solennita natalizie il ricordo di quei lontani Natali di Ofena permeati di tanta familiarita e serenita si fa piu vivo e quasi attuale: la pre-ghiera piu fervorosa per la Famiglia dei Discepoli, in segno anche di rico-noscimento per il bene ricevuto trami-te I'indimenticabile don Tito "burbero" in apparennza, realta tutto cuore, tutta paternita, grande asceta, luce di perenni esempi di santita.

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Di quante cose devo ringraziare! Don Minozzi non e affatto smentito dallo zelo dei suoi figli. Sempre meglio e sempre piu alto!

Gesu Bambino a quanti continuano con amore ed entusiasmo I'Opera sua e dei venerati fondatori, slancio, fiam-ma d'amore a Dio e al prossimo. E' augurio e preghiera".

Ora siamo certi che dal paradiso meritato con la sua vita esemplare sacerdotale, preghera perche i suoi auguri diventino per noi una realta storica. Noi gli assicuriamo anche i nostri suffragi.

II 16 e venuto meno anche la sorel-la del dott. Giuseppe Pascucci

SIG.ra NUNZIA PASCUCCI in Ciccone

di anni 75 Aggredita dalle sofferenze strazianti della malattia del secolo, ella e riuscita a viverle con molta serenita, perche dalla sua fede robu-sta, con la continua preghiera ed offerta del dolore, ha saputo trarre vigore e misura di controllo e dominio della situazione. E' I'ultima, forse la piu grande eredita lasciata ai suoi due figl i . A loro, al nostro caro dott. Pascucci, consigliere di amministra-zione della nostra Opera ed al fratello padre Vittorio le nostre piu fraterne e suffraganti condoglianze.

Ha concluso anche la sua vita cari-ca di intensa missione

SUOR GIOVANNA D'ALBA delle Ancelle del S. Cuore

La Scuola Materna "Padre Minozzi" di Policoro, annessa all'omonimo Centra Giovanile porta ancora il segno della sua operosita profonda e silenziosa. Centinaia di bambini, ora giovani maturi, ne ricordano i preziosi esempi ed insegnamenti, che hanno imposta-to su solide basi la loro vita. Con loro tantissime famiglie e frequentanti la nostra Casa hanno potuto consta-tare quale luce si irradia dalla persona di chi, tutta di Dio, da Lui si lascia assorbire e condurre da un travolgen-te ed instancabile amore in una totale donazione per il Regno. «Chi perde la sua vita per me la ritrovera» (Mt 10,39).

II 19 gennaio e salito al cielo, cari-co di anni e sazio di vita

D. ENRICO BRIANZA

Parroco di Coldirodi da oltre 30 anni, e sempre stato vicino alia nostra Casa, Collegio e Scuola Materna, che perpetua, nel suo luogo natio, la memoria del Cofondatore della nostra Opera, il Servo di Dio Padre Giovanni Semeria. Gli succede il giovane Don Pasquale Traetta, che non manchera di ripercorrerne le orme da quel fuoco di amore che fu proprio il padre Semeria traendo ispirazione e stimolo di apostolato.

La Redazione

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SPIZZICANDOSPIZZICANDO SPIZZICANDOSPIZZICANDO

Si riparte con il nuovo anno e si riprendono i vecchi temi della politica, o, meglio, del vivere sociale che ci toccano piu da vicino e ci coinvolgono come cittadini dell'Italia, prima, dell'Europa poi.

II 1999 sara un anno denso di avvenimenti importanti che ci portano al prossimo mil-lennio, certo, ma, credo potra essere hcordato come I'anno delle elezioni, alcune che ci vedranno attori diretti,altre che ci vedranno meri spettatori... Infatti nel nostro Paese durante il corso del 1999 i cittadini saranno chiamati ad esprimere il loro parere diverse volte. Vediamo quali sono:

• Referendum per la riforma della legge elettorale. Questo appuntamento e previsto nella prima primavera. La data non e stata ancora fissata ma gia si fanno le indica-zioni del 18 aprile. I partiti ancora pensano di poterlo evitare... ma le probability sembrano sempre piu flebili.

• Elezioni europee. / cittadini europei saranno chiamati a rinnovare il Parlamento Europeo. Questo appuntamento e fissato per giugno.

• Elezioni amministrative. In alcuni comuni saranno celebrate le elezioni amministra-tive. La data e la stessa delle elezioni europee.

• Elezioni del capo dello Stato. // presidente Scalfaro termina il suo mandato il 28 maggio. I grand! elettori a Parlamento congiunto dovranno eleggere il nuovo capo dello Stato.

Da come si pud capire I'impegno delle forze politiche da adesso alia fine di giugno sara veramente notevole.

Gia si parla di nuovi partiti, di nuovi schieramenti, di vittorie e di sconfitte. Le ipotesi sono le piu varie. I facili profeti gia prevedono chi andra giu e chi salira. Quello che c'e da augurarsi e che i cittadini non si stanchino troppo di questo conti-

nuo ricorso alle urne. Altro punto importante su cui si dovra lavorare seriamente e la cor-retta informazione su questi appuntamenti.

Infine c'e da augurarsi che il partito dell'astensione regredisca di molto rispetto alle ultime tornate elettorali che hanno registrato punte altissime di astensione. Mai era suc-cesso in Italia.

E importante tener presente che le elezioni sono si un diritto, ma sono soprattutto un dovere. Non bisogna assolutamente delegare agli altri la propria rappresentanza; questo vale ancora di piu per noi cattolici... che ultimamente ci siamo lasciati prendere la mano ed abbiamo delegato... e non so proprio se i risultati che sono sotto gli occhi di tutti siano migliori di quelli antichi.

Forse e sempre vero il vecchio adagio: si stava meglio quando si stava peggio... pur-troppo.

m.l.

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RBBONnMCNTI € RINNOVI ELENCO ABBONATI DAL 1° MAGGIO AL 31 NOVEMBRE 1998

Lire 10.000 Barison Romilda - Correzzola; Delia Rosa Giuseppe - S. Giorgio a Liri.

Lire 20.000 Chessa Giuseppe - Roma; Cianciotti Pasqua - Gioia del Colle; D'Annunzio Gilda - Pavia; Monastero Visitazione - Alzano.

Lire 25.000 Labella Antonio - Potenza; Rome Rosa - Roma.

Lire 30.000 De Luca Sergio - Roma; Luise Maria Antonietta - Loreto Aprutino; Marzi - Roma. Benedetti Don Umberto - Pietranico; Biancone Maurizio - Civitavecchia; Falaschetti Carolina in Sacco -Lariano; Fecondo Ins. Giuseppe - Pollutri; Pasquale Antonietta - Roma; Procino Angelo - Gioia del Colle; Rasetta Augusto - Montesilvano Marina; Sabato Nicola - Scanzano; Mircoli Agnese ved. Scalzini - Roma; Spiotta Giacomo - Padula; Tassotti Luisa - Roma; Testori Umberto -Noicattaro; Torino Carmine e Luigina - Peschiera Borromeo; Valentini Sr. Anna Maria -Frascati (Vermicino); Verini Ernani - L'Aquila; Delli Veneri Raffaella - Policoro; Istituto Tecnico Commerciale "V. Comi" - Teramo.

Lire 40.000 Di Gennaro - Irsina; Vitale Alvaro.

Lire 50.000 Barchelet Maria Teresa - Roma; Bailoni Gido - Povo; Del Tiglio Mario - Udine; Di Marco Brunella - Muggio; Fittipaldi Enzo - Policoro; Giunta Margherita - Modica; Lisio Temistocle -L'Aquila; Marabotto - Roma; Mattozzi Maria Rosaria - L'Aquila; Merlo Arrigo - Milano; Nardecchia Angeletti Marianna - Roma; Paris Ferdinando - Latina; Scapparone Don Lino - La Spezia; Vallati Angelo - Roma; Giammarco Antonio - Avezzano; Minozzi Viola Clelia - Ardea; Serva Giuseppe - Sulmona;_Dello Maggio Antino - Camigliano; Marino Maria - S. Maria di Catanzaro; Faizza Antonio - Montepagano; De Marinis Francesco - Napoli; Tancioni Mirella -Montopoli Sab.; Duranti Lorenzo - Passo Corese.

Lire 100.000 Marcella Onorina - Pisa; Lanaro Giovanni - Miglianico.

Lire 200.000 Casa Madonna delle Rocche - Rocca di Mezzo; lapadre Leandro - L'Aquila; Parrocchia S. Maria della Neve - Rocca di Mezzo.

Lire 250.000 Baldo Lino - Padova.

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P., GlOVA ZZI FONDATORE DELIA FAMIGLIA RELIGIOSA DEI DISCEPOLI

CONFONDATORE DELLVPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO D'lTALIA

O figliuoli miei, crescete degni della missione divina. Ogni giorno vi vegga piii buoni,

ogni giorno piu istruiti, piu pronti all'arduo lavoro. Sia in voi una fetobre ardente di conquista

divori a ora a ora: conquista di voi stessi, di tutti a Gesu.

In caso di mancato recapito si prega di restituire a:

€ V H N G € L I Z n R € pauperibus misit me - Via dei Pianellari, 7 - 00186 ROMA

L. 1.500