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EVACUAZIONE FORZATA FUMI & CALORE VADEMECUM NORMA UNI 9494-2

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EVACUAZIONEF O R Z A T AFUMI & CALORE

V A D E M E C U M N O R M A U N I

9494-2

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2 VADEMECUM NORMA UNI 9494-2

Come è noto in presenza di un incendio, causato da qualsiasi tipo d’innesco, all’interno di locali chiusi, le fiamme possono essere alimentate in particolare, dai materiali presenti nell’ambiente ed altresì da aria comburente. Per questa ragione le norme e le tecnologie dell’antincendio in Italia, in passato, si sono dedicate alla realizzazione di sistemi e tecnologie per l’estinzione del fuoco piuttosto che all’utilizzo di ventilatori per la protezione antincendio. Per diversi anni in Europa ed in alcuni paesi oltre oceano, negli edifici commerciali, industriali e in quelli del terziario, si sono invece utilizzate tecniche antincendio che prevedessero sistemi di evacuazione dei fumi che nella prima fase dell’ incendio provvedessero a salvaguardare lo stato fisico dell’essere

umano per permettergli di potersi mettere in salvo e creare il libero accesso alle squadre dei VVF ed ai soccorsi per agevolarne l’intervento e lo spegnimento delle fiamme.Dobbiamo quindi cambiare un modo di pensare utilizzato un concetto nuovo, cioè che nelle tre fasi che contraddistinguono l’incendio (innesco e propagazione, flash over e sviluppo, declino dell’incendio) l’evacuazione meccanica dei fumi nella prima fase iniziale, può prolungarne i tempi allontanando la fase di flash over che arriverà in netto ritardo rispetto al previsto, od addirittura potrà determinare l’estinzione totale dell’incendio determinata dalla possibilità, grazie all’evacuazione dei fumi, dell’intervento dei vigili del fuoco e per le squadre di soccorso.

L’impiego dei ventilatori nei sistemi antincendio per l’evacuazione del fumo e del calore

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3VADEMECUM NORMA UNI 9494-2

Lo storico applicativo dei SEFFC in campo europeo ne chiarifica già i benefici, le norme Italiane da poco sopraggiunte confermano il loro utilizzo nella progettazione antincendio con i seguenti plus:- Numero di aperture ridotte nella copertura degli edifici (fori in copertura assenti se i ventilatori si trovano all’interno) e dimensioni limitate dei fori da praticare in copertura se i ventilatori o le espulsioni dei canali sono previste a tetto;- Possibilità della scelta di installazione del

ventilatore in varie possibilità applicative, ad esempio lontano dai locali a rischio, in spazi ridotti senza lunghe diramazioni di canali anche in maniera puntuale;

- Indipendenza da condizioni metereologiche o correnti che possono influire negativamente nel funzionamento dei sistemi naturali;

- Installazione e progettazione di impianti

centralizzati per servire più compartimenti;- Ventilatori concepiti per l’utilizzo in doppia funzione (1° ventilazione locali e 2° evacuazione fumi) in questo caso si determina un abbassamento dei costi d’impianto ed altresì possibili ricadute positive per gli spazi dedicati e quindi sulla progettazione architettonica;

- La portata dell’aria e fumi caldi estratti è verificabile e certificata dal tipo di ventilatore di estrazione installato alle differenti temperature dei fumi in riferimento al proprio ambito di certificazione;

- Evacuazione dei fumi anche freddi senza la necessità di attesa che la temperature dei fumi sia elevata (nel sistema naturale lo spessore di pavimento libero da fumo al di sopra del quale galleggia lo strato di fumo e gas caldi che vengono convogliati all’esterno grazie alla differenza di densità risultante dalla stratificazione termica);

Norme e decreti hanno determinato l’utilizzo e la progettazione del sistema di evacuazione meccanico

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4 VADEMECUM NORMA UNI 9494-2

Campo di applicazione della norma: UNI 9494-2: 2012 si applica a:

• Locali aventi altezza minima 3 m e con superficie minima di 600 m2. I locali da proteggere devono inoltre avere superficie ≤1600 m2 o essere suddivisi tramite barriere al fumo in compartimenti a soffitto di superficie massima pari a 1600 m2.

La norma UNI 9494-2: 2012 non si applica a:

• Locali con altezza inferiore ai 3 m (ad esempio, autorimesse)

• Ad ambienti a rischio di esplosione, corridoi e corridoi con scale.

E’ bene tenere presente che per ambienti di piccole dimensioni si possono installare impianti SEFC anche in comparti con

superfici inferiori a 600 m2 o con superfici maggiori di 1600 m2, ove necessario o impossibile suddividere superfici maggiori.In questi casi la progettazione e il dimensionamento dovranno essere oggetto di analisi di fattibilità. I paragrafi della norma UNI 9494-2 riferiti questi soggetti sono: per l’altezza dei locali il paragrafo 6.3 per la superfice del compartimento il paragrafo 6.5 e per i piccoli ambienti il paragrafo 6.8.Per dimensionare il sistema SEFFC sono necessari due parametri principali: lo strato di aria libera da fumo che è la zona compresa tra il pavimento e il limite inferiore dello strato di fumo in cui la concentrazione del fumo è minima e le condizioni sono tali da permettere il movimento agevole di persone, ed il Gruppo di dimensionamento che è un valore adimensionale compreso tra 1 e 5 contenuto nelle tabelle della norma, che esprime la criticità del sistema in causa.

SISTEMI PER IL CONTROLLO DEL FUMO E CALORE:Progettare i SEFFC secondo la norma UNI 9494 parte 2

Il gruppo di dimensionamento dipende dalle ipotesi che vengono espresse in base alla velocità di propagazione e alla durata convenzionale di sviluppo dell’incendio

Gruppo di dimensionamento

Velocità dipropagazionedell’incendio

Durataconvenzionale di

sviluppo di incendio

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5VADEMECUM NORMA UNI 9494-2

La velocità di propagazione dell’incendio suddividibile in : “alta”, “media” e “bassa”, indica in quanto tempo si possono propagare le fiamme nelle zone circostanti al punto d’innesco dell’incendio; questa non dipende solo dal tipo di materiale presente ma altresì dal posizionamento e disposizione dei materiali (vicini tra loro, lontani), questa variabile può accelerare o rallentare l’incendio, se altresì si dispone, ad esempio in magazzini o supermercati, uno stoccaggio dei materiali in verticale implica una condizione favorevole alla propagazione delle fiamme.

La velocita di propagazione dell’incendio, può essere verificata tramite un’ analisi del rischio o ricavata dalla propria esperienza professionale, oppure dalla letteratura scientifica, per questo si possono utilizzare i gruppi di pericolo indicati nella norma UNI EN 12845 per valutare la corrispondente velocità di propagazione dell’incendio (ad esempio, al gruppo di pencolo ”OH4” corrisponderà una velocità di propagazione alta vedi tabella).

Settore Gruppo di pericolo ordinario

OH1 OH2 OH3 OH4

Negozi e uffici Uffici di elaborazione dati (stanze computer, tranne locali di archivio nastri)

Grandi magazzini Centri commerciali

Sale di esposizione

Tessile e abbigliamento Industrie prodotti in cuoio

Fabbriche di tappeti (esclusi quelli in gomma e plastica espasa)Industrie tessili e dell’abbi-gliamentoIndustria di passamaniere e similiCalzaturificiCalzificiMaglificiLinificiIndustrie per materassi (esclusi quelli in plastica espansa)Industria per il confeziona-mentoTessitureTessiture di lana e lana pettinata

Tessiture di cotone Impianti di preparazionedi lino e canapa

Legname e legno Industrie per la lavorazione del legnoMobilifici (esclusa la plastca espansa)Esposizioni di mobiliIndustrie di tappezzeria (escluse le plastiche espan-se)

Segherie Industrie di truciolatoIndustrie del legnocompensato

Nota Dove, in attività a pericolo OH1 e OH2 vi sono aree di verniciatura o aree di pericolo elevato simile, esse dovrebbero essere trattate com pericolo OH3.

Tabella rischio di propagazione d’incendio

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6 VADEMECUM NORMA UNI 9494-2

Tempo di allarme t1 si può assumere come:t1= 0 min se presente un sistema automatico di rilevazione incendio che aziona il SEFFC o allerta un locale presidiato h 24 da personale in grado di interveniret1= 5 min in caso di edificio con presenza di persone h 24t1= 10 min in tutti gli altri casi

Tempo di intervento t2 è il tempo che intercorre tra l’allarme e l’inizio delle operazioni di estinzione e si assume paria a:t2= 5 min nel caso sia presente h24 una squadra di soccorso internat2>10 min in altre condizioni da definire in base a fattori come: ubicazione traffico, distanza etc.

Velocità di propagazione dell’incendio: Velocità di avanzamento del fuoco all’interno della zona interessata all’incendio (è indice della possibilità di propagazione delle fiamme dal punto d’innesco alle zone limitrofe).

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7VADEMECUM NORMA UNI 9494-2

Durataconvenzionale di

sviluppo d’incendiot = t1+t2

DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE ANNUARIO STATISTICO DEL CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO 2015 ‐ (Periodo di riferimento 01/01/2014‐31/12/2014) 

Rev. 1.1 del 14/09/2015 67/99

4.4 Distribuzione temporale degli interventi di soccorso.  In questo paragrafo viene effettuata un’analisi relativa alle tempistiche inerenti: 

gli interventi di soccorso effettuati nel 2014;  il confronto con gli anni precedenti;  distribuzione degli interventi a livello settimanale e per fasce orarie;  interventi di tipologia “aeromobile” in ambito aeroportuale e in ambiente esterno al 

sedime aeroportuale.   4.4.1 Tempi medi di arrivo e durata d’intervento operativo.   

 Tabella 19 – Tempi medi espressi in minuti inerenti l’anno 2014.  

   

RegioneTempo Medio di Arrivo (uscita sede - arrivo sul luogo)

Durata Intervento Operativo (inizio e chiusura operazioni)

ABRUZZO 13,6 41,1BASILICATA 18,9 61,1CALABRIA 13,6 50,0CAMPANIA 12,5 57,6EMILIA ROMAGNA 13,8 36,1FRIULI VENEZIA GIULIA 12,5 42,2LAZIO 14,9 37,4LIGURIA 12,2 48,3LOMBARDIA 13,3 46,6MARCHE 13,8 42,8MOLISE 16,2 45,3PIEMONTE 13,0 42,2PUGLIA 14,6 41,4SARDEGNA 13,8 38,1SICILIA 12,3 51,2TOSCANA 14,2 38,1UMBRIA 14,3 39,7VENETO 17,1 54,8

La Durata convenzionale di sviluppo dell’incendio, che possiamo trovare nell’appendice F della Norma Uni 9494-2 al punto F2, indica invece il tempo che intercorre tra lo scoppio dell’incendio e l’inizio dell’estinzione e si compone di due momenti:

Tempo di allarme associato alla presenza di personale addetto e preposto ad interventi antincendio ed altresì alla presenza di sistema di estinzione sprinklerTempo d’intervento è il tempo che decorre dal momento in cui scatta ‘allarme sino al momento in cui sono partite le operazioni di spegnimento dell’incendio. Chiaramente il tempo d’intervento è legato all’intervento dei VVF per questo è bene consultare l’annuario statistico del corpo VVF, vedi tabella sotto.

Progettare i SEFFC secondo la norma UNI 9494 parte 2

Tempo di allarme t1 Tempo di intervento t1

Tempi medi di intervento dei VVF espressi in minuti inerenti l’anno 2014

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8 VADEMECUM NORMA UNI 9494-2

L’Altezza o strato libero da fumi è la zona tra il pavimento e il limite della zona occupata dal fumo

Strato di aria libera da fumo (y): Zona compresa tra il pavimento e il limite inferiore dello strato di fumo in cui la concentrazione del fumo è minima e le condizioni sono tali da permettere il movimento agevole di persone.

Lo Strato libero da fumi dovrà essere valutato In modo che siano consentito sia l’esodo in sicurezza delle persone presenti sia l’intervento delle squadre di emergenza per l’ estinzione dell’incendio.In ogni caso, l’altezza minima consentita per lo strato di aria libera da fumo non potrà essere inferiore a 2,5 metri ; se poi sono presenti nell’ambiente materiali, merci o manufatti sensibili al fumo, da questi il limite dello strato dai fumi dovrebbe essere mantenuto distante almeno 0,5 m dagli stessi.

Calcolo del Gruppo di Dimensionamento. Una volta determinate velocità di propagazione e durata convenzionale dell’incendio, il corrispondente gruppo di dimensionamento si ottiene incrociando righe e colonne nella tabella del «Prospetto 1» della norma (vedi Tabella norma UNI 9494 parte2)

Per dimensionare il sistema è necessario definire altresì il Rilascio termico specifico misurato in (kW/m2) e variabile nelle due tabelle tra 300 kW/m2 e 600 kW/m2.Fissato il gruppo di dimensionamento, si può ricavare la portata di estrazione per l’ evacuazione dei fumi in (m3/h) in funzione della sola altezza libera da fumi desiderata e del rilascio termico.

y

Progettare i SEFFC secondo la norma UNI 9494 parte 2

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9VADEMECUM NORMA UNI 9494-2

Sotto riportiamo le due tabelle di scelta per rilascio termico differenziato di 300 e 600 Kw/m2

e la tabella del Rilascio termico Eurocodice EN1991-1:2004

RigaSpessore dello stato libero da

fumo (m)

Gruppo di dimensionamento

1 2 3 4 5

1 2,5 29 000 46 000 75 000 128 000 223 000

2 3 34 000 55 000 88 000 145 000 248 000

3 4 43 000 72 000 115 000 184 000 303 000

4 5 50 000 85 000 143 000 229 000 366 000

5 6 59 000 96 000 165 000 276 000 436 000

6 7 73 000 105 000 183 000 311 000 512 000

7 8 88 000 121 000 197 000 342 000 580 000

8 9 105 000 143 000 206 000 368 000 633 000

9 10 123 000 166 000 231 000 387 000 681 000

Nota: 1) In questa condizione è lecito supporre condizioni di incendio generalizzato (flash-over) che rendono il sistema SEFFC inefficace nella creazione di uso stato libero da fumo per proteggere le persone presenti nel locale. É quindi necessario modficare il progetto per ottenere un Gruppo di Dimensionamento minore.

RigaSpessore dello stato libero da

fumo (m)

Gruppo di dimensionamento

1 2 3 4 5

1 2,5 29 000 46 000 75 000 128 000 223 000

2 3 34 000 55 000 88 000 145 000 248 000

3 4 43 000 72 000 115 000 184 000 303 000

4 5 50 000 85 000 143 000 229 000 366 000

5 6 59 000 96 000 165 000 276 000 436 000

6 7 73 000 105 000 183 000 311 000 512 000

7 8 88 000 121 000 197 000 342 000 580 000

8 9 105 000 143 000 206 000 368 000 633 000

9 10 123 000 166 000 231 000 387 000 681 000

Nota: 1) In questa condizione è lecito supporre condizioni di incendio generalizzato (flash-over) che rendono il sistema SEFFC inefficace nella creazione di uso stato libero da fumo per proteggere le persone presenti nel locale. É quindi necessario modficare il progetto per ottenere un Gruppo di Dimensionamento minore.

Rilascio termico 300 Kw/m2

Rilascio termico 600 Kw/m2

Max Rate of heat relase RHRf

Occupancy Fire growth rate ta[S] RHRf [kW/m2]

Dwelling Medium 300 250

Hospital (Room) Medium 300 250

Hotel (Room) Medium 300 250

Library Fast 150 500

Office Medium 300 250

Classroom of school Medium 300 250

Shopping centre Fast 150 250

Theatre (Cinema) Fast 150 500

Transport (public space) Slow 600 250

Rilascio termico Eurocodice EN1991-1:2004

Progettare i SEFFC secondo la norma UNI 9494 parte 2

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Portata necessaria di estrazione (m3/h)-

Temperatura media dei fumi (°C)-Temperatura locale dei fumi (°C)

Altezza dello strato libero da fumo

Gruppo di dimensionamento

Selezione dei componenti

- locale di 1200 m2 adibito ad attività commerciale- locale dotato di impianto sprinkler e di sistema di rivelazione incendio in grado di azionare automaticamente il SEFFC presente- locale con merci a magazzino impilate in altezza sino a fino a 2,5 m.- locale altezza netta complessiva 4 m- si desidera mantenere un’altezza libera da fumi pari a 3 m.- caso Il caso presentato rientra all’interno del campo di applicazione essendo tra 600 e 1600 m2 e all’altezza minima (3 m) prevista per applicare la UNI 9494 parte 2.

/(min)Vedere punto 6.6.2

Gruppo di dimensionamento (GD)

Velocità di propagazione dell’incendio

bassa mediaa) alta

≤5 1 2 3

≤10 2 3 4

≤15 3 4 5

≤20a) 4 5a) 5b)

>20 5 5b) 5b)

a) La scelta di GD 5 (in grassetto), combinazione di tempo ≤20 min e velocità media, non richiede particolari giustificazioni.

b) In questi casi la sola installazione di Sistemi di Evacuazione di Fumo e Calore dimensionati con GD5 non sono sufficienti. Per raggiungere gli obbiettivi di protezione di questa norma è quindi necessario adottare misure aggiuntive (per esempio sistemi di automatici spegnimento) e/o dimensionare il SENFC con criteri più restrittivi.

Esempio di dimensionamento di un Sistema di Evacuazione Forzata di Fumo e Calore secondo UNI 9494/2

Progettare i SEFFC secondo la norma UNI 9494 parte 2

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11VADEMECUM NORMA UNI 9494-2

Per prima cosa dobbiamo determinazione del gruppo di dimensionamento, ricavato il quale ci si troverà a disporre delle informazioni necessarie alla selezione dei vari componenti dell’impianto.Si supponga di valutare in “media” la velocità di propagazione dell’incendio data la tipologia dei materiale presenti. Sia 10 minuti inoltre la durata convenzionale dell’incendio in base alle ipotesi circa le caratteristiche dell’impianto di rivelazione (tempo di allarme) e al tempo stimato di intervento da parte del distaccamento locale dei VVF (tempo di intervento). Sarà possibile quindi, incrociando righe e colonne in Figura 3, individuare in “3” il gruppo di dimensionamento risultante.- Il locale oggetto dell’esempio descritto è inoltre caratterizzato dall’avere merci immagazzinate con altezza fino a 2,5 m. La collocazione dei materiali in verticale rappresenta una condizione certamente più favorevole alla propagazione delle fiamme rispetto alla sistemazione orizzontale degli stessi; per tener conto di tale aspetto, la norma UNI 9494 parte2 prevede l’obbligo dell’aumento di un’unità del gruppo di dimensionamento laddove siano presenti stoccaggi di merce di altezza superiore a 1,5 m (tale vincolo si giustifica ; a parità di tempo convenzionale di sviluppo dell’incendio, portare la velocità di propagazione da “media” ad “elevata” risulta nell’incremento descritto del gruppo di dimensionamento).- Il locale in questione è inoltre dotato di estinzione con sprinkler. L’eventuale attivazionedell’impianto di spegnimento il quale abbasserebbe la temperatura dei fumi, la riduzione del rilascio termico e, conseguentemente, della quantità di gas caldi e fumi che alimentano lo strato a soffitto. In particolare, i sistemi meccanici di estrazione sono coadiuvati dalla riduzione della temperatura dei fumi per effetto dell’ aumento della portata di massa d’aria coinvolta. Tenendo conto di questi aspetti, è consentitala riduzione del gruppo di dimensionamento di un’unità, cioè per effetto della presenza di un impianto di estinzione automatico.Riassumendo, quindi, il gruppo di dimensionamento risultante dalle ipotesi circa la durataconvenzionale dell’incendio e la velocità di propagazione dello stesso, valutata in base alla tipologia dei materiali presenti, è stato individuato in “3”. Questo avrebbe dovuto essere aumentato di un’unità (da “3” a “4”) per tener conto dell’immagazzinamento di materiali con altezza superiore a 1,5 m; la presenza dell’impianto sprinkler ne consente però la riduzione di un’unità (da “4” a “3”).Calcolato il gruppo di dimensionamento, sarà possibile determinare conseguentemente tutti i parametri portata d’aria dei ventilatori di evacuazione fumi, temperature medie e locali dei fumi necessari alla selezione dei componenti dell’impiantoUna volta selezionati i componenti in base alle prestazioni che questi saranno chiamati a garantire, ad esempio, le informazioni circa le temperature ricavate contestualmente alla determinazione del gruppo di dimensionamento permetteranno di valutare le sollecitazioni termiche cui i vari elementi saranno esposti, rimane da definire la configurazione degli stessi in un impianto.

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12 VADEMECUM NORMA UNI 9494-2

Determinazione del gruppo di dimensionamento (GD) Altezza libera da fumi di progetto

Portata di aspirazione Temperaturamedia dei fumi

Temperaturalocale dei fumi

Caratteristiche dei componenti

La disponibilità di informazioni sulla temperatura dei fumi e fondamentale in quanto permette la selezione della corrispondente classe dei componenti dell’impianto: tutti i componenti dell’impianto dovranno soddisfare specifiche classi minime di temperature in funzione della temperatura prevista dei fumi per i diversi gruppi di dimensionamento. I componenti devono essere scelti sulla base delle loro prestazioni misurate in conformità alle norme contenenti di rifermento (ad es., serie EN 12101).

Selezione dei componenti SEFFC

Procedura riassuntiva della progettazione norma UNI 9494 parte 2

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13VADEMECUM NORMA UNI 9494-2

RigaSpessore dello stato libero da

fumo (m)

Gruppo di dimensionamento

1 2 3 4 5

1 2,5 160 210 290 400 560

2 3 130 170 230 310 430

3 4 100 120 150 210 290

4 5 80 100 120 260 210

5 6 70 90 100 120 170

6 7 60 80 90 110 140

7 8 50 70 90 100 120

8 9 50 60 80 90 110

9 10 40 60 70 90 100

Temperatura media dei fumi (Prospetto 3)

RigaAltezza dello

stato libero da fumo (m)

Gruppo di dimensionamento

1 2 3 4 5

1 2,5 196 68 371 516 7221)

2 3 156 209 287 397 554

3 4 121 148 193 265 367

4 5 103 122 148 196 268

5 6 90 108 127 155 209

6 7 74 99 114 135 170

7 8 64 87 106 122 146

8 9 56 75 101 113 133

9 10 50 67 91 107 123

Nota: 1) In questa condizione è lecito supporre condizioni di incendio generalizzato (flash-over) che rendono il sistema SEFFC inefficace nella creazione di uso stato libero da fumo per proteggere le persone presenti nel locale. É quindi necessario modficare il progetto per ottenere un Gruppo di Dimensionamento minore.

Temperatura locale dei fumi (Prospetto 4)

I valori che si possono desumere ricavando e incrociando le righe, permettono la selezione delle classi di temperatura a cui tutti i componenti sono soggetti.Tutti i componenti del sistema sono classificati secondo la stessa norma UNI EN 13501-4 in modo da avere la medesima uniformità certificativa.La quasi totalità dei componenti di un Sistema SEFFC sono assoggettati alla specifica norma di marcatura, tutte facenti parte della stessa famiglia delle EN 12101.

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14 VADEMECUM NORMA UNI 9494-2

l’Aria esterna.Per i sistemi EFFC un sistema di evacuazione fumo e calore deve garantire una fornitura sufficiente di aria fredda che entra nel comparto per sostituire la quantità dei fumi estratti.Come si ottiene:a) aperture di ingresso sempre aperte;b) aperture di ingresso ad apertura automatica, ad es porte, finestre, ventilatori dedicati;c) combinazione di varie aperture di a) e b)d) impianto dedicato per il reintegro dell’aria con ventilatori e componenti specifici l’aria esterna di ricambio potrà quindi può essere reintegrata- Naturalmente (aperture costituite da pone, finestre, serrande automatizzate o dispositivi simili

Caratteristiche dell’impianto

ComponentiTemperatura locale dei fumi (°C)

Norme di riferimento≤200 °C ≤300 °C ≤400 °C ≤600 °C

Valori per SEFFC F200 F300 F400 F600 UNI EN 1201-3

Condotte di controllo del fumo (singolo

compartimento)E300 30 S E300 30 S E600 30 S E600 30 S

UNI EN 1201-7Condotte di controllo del

fumo (compartimenti multipli)El xxx S

Serrande di controllo del fumo (singolo

compartimento)E300 30 S E300 30 S E600 30 S E600 30 S

UNI EN 1201-8Serrande di controllo del

fumo (compartimenti multipli)El xxx S

Barriere al fumo D30 UNI EN 1201-1

Cavi segnale CEI 20-105

Cavi di potenzaUNI EN 13501-1UNI EN 13501-3

Classificazione dei componenti

Scelta dei componenti in base alla temperatura locale dei fumi (Prospetto 5)

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- Meccanicamente (aperture costitute da serrande per il controllo dell’immissione dell’aria esterna, impianto SEFFC 0 dispositivi simiIi.L’aria di ricambio non dovrebbe entrare nel comparto sempre sotto lo strato di fumo inoltre e bene che le aperture d’ingresso dell’aria siano poste in modo da garantire, che l’aria immessa non disturbi quanto contenuto ali ‘interno dei serbatoio di fumo, evitando cosi che i gas caldi si raffreddino e o che si inneschino turbolenze per effetto di richiamando dei fumi negli strati più bassi del serbatoio.Per evitare ciò è bene che lo spigolo superiore dl ciascuna aperture debba avere una distanza di almeno 1 m dal limite inferiore dello strato di fumo. ove non sia possibile rispettare iI vincolo riguardante la distanza tra spigolo superiore delle aperture e Iimite inferiore dello strato dr fumo, la velocità masslma di immissione deve essere ridotta a 1 m/s. In ogni caso la velocità massima d| immissione non potrà superare i 2 m/s.

Per l’ingresso in modo naturale l‘area netta di passaggio di un’apertura dovrebbe essere ottenuta moltiplicando l‘area geometrica libera dell’apertura per il coefficiente di correzione Cr, stimato in ~O,5 per porte e finestre. La validità di ogni valore di Cr adottato per altre tipologie di aperture deve essere riscontrato per mezzo dr appropriate documentazioni.Ogni apertura di presa d’aria deve essere marcata con targhetta che specifica:- “Apertura di afflusso dell’aria esterna del SEFFC”;- lo spazio libero richiesto intorno per il corretto funzionamento figura ingressi aria e fumo.Nel caso d’immissione forzata, essendo indotta da un ventilatore che garantisce la portata voluta, non è necessario nessun fattore correttivo per il dimensionamento della

Schema di posizionamento per ingressi di aria esterma

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superficie, la minima superficie d’ingresso pel l’afflusso si calcola dividendo la portata aspirata dal compartimento a soffitto per la velocita ammissibile per l’ingresso dell’aria di ricambio.In questa configurazione di immissione va evitata la pressurizzazione del locale bilanciando il sistema nella condizioni di progetto. Basti pensare che il ventilatore di estrazione Iavora ad alte temperature mentre quello di reintegro a temperatura ambiente e quindi e opportune correggere le eventuali portate di reintegro in funzione della densità dei fumi estratti in modo da bilanciare le masse di portata aria e fumi .Sono da evitare nei pressi degli ingressi d’aria, sia naturali che forzati, ostacoli fissi che ne possano pregiudicare l’efficienza durante il loro funzionamento.Ubicazione delle espulsioni verso l’esternoE’ importante che il posizionamento sia delle aperture per l’afflusso dell’aria che il punto di aspirazione dell’aria esterna siano effettuate ponendo attenzione alla distanza che Ii separa dal punto in cui il fumo viene espulso, per evitarne rientro nel compartimento stesso.per evitare ciò l’espulsione del fumo e collocata ad almeno 2,5m al di sopra del punto di aspirazione, in orizzontale la distanza tra espulsione del fumo e aspirazione dell’aria esterna e di almeno 8 mt per evitare effetti di by-pass.Caratteristiche dei punti di aspirazionePer gli i impianti SEFFC i punti di estrazione possono essere costrtuiti da:a) aperture realizzate sulle condotte di estrazione fumo per singolo comparto;b) griglie per diffusori (a scopo estetico e funzionale) installate sui ventilatori o sulle condotte di estrazione fumo a slngolo comparto;c) serrande di controllo del fumo (per singolo comparto o per comparti multipli) installate sulla superficie delle condotte di estrazione fumo.Nel caso di griglie il materiale utilizzato ed H sistema di fissaggio alle condotte deve garantire la resistenza alle temperature medie dei fumi per evitare che il distacco di componenti possa compromettere il funzionamento della singola apertura di aspirazione o addirittura dell’intero dell’ impianto.La collocazione dei punti di aspirazione dovrebbe essere il più possibile simmetrica ali ‘interno del comparto, inoltre è bene valutare l‘eventuaIe vicinanza dei punti di aspirazione a pareti o elementi strutturali che potrebbero interferire con la capacità di aspirazione; é necessario approfondire alcune conslderazioni riguardanti la portata per ogni singolo punto e la velocita locale, in modo da evitare fenomeni di “plugholing” o effetto di penetrazione in cui viene rotto lo strato di fumo all’interno del serbatoio per aspirare a||’interno dello strato pulito dell’aria.Non si hanno riferimenti in merito alla velocita di aspirazione di ogni singolo punto, si può

Caratteristiche dell’impianto

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ipotizzare le dimensioni delle prese per garantire una velocita inferiore dei 6 m/s.La portata massima per punto di aspirazione dipende inoltre dalla temperature media prevista dei fumi e dalla distanza tra la parte iniziale del condotto di estrazione e Ia superficie inferiore dello strato di fumo.A prescindere dalla tipologia di realizzazione del punto di estrazione, si deve rispettare che la portata volumetrica totale di aspirazione dal compartimento sia data dalla somma della portata volumetrica degli N singoli punti di aspirazione.La norma UNI 9494-2 permette un calcolo del numero N dei punti di aspirazione e, per mezzo del Normogramma, la portata massima ammessa per ogni singolo punto.E’ ragionevole pensare che N sia determinato dalla suddivisione della portata totale per la portata massima del singolo punto di aspirazione, Definendo (Δds) la distanza tra l’imbocco del condotto di estrazione e la superficie inferiore dellostrato di fumo (espresso in metri),È possibile determinare la portata volumetrica massima per il singolo punto di aspirazione tracciando una linea di collegamento nel Nomogramma, fissando la temperatura locale dei fumi e la distanza (Δds).

Tracciando una retta nel Nomogramma che interseca la temperatura locale dei fumi di progetto Ɵf, locale con la distanza Δds ricavata dalla singola installazione si evince la portata dell’ i-esimo punto. La distanza minima tra due punti di aspirazione vicini è determinata dalla formula:

Smin ≥ 0,0015 x √Vi

Normogramma UNI

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E’ opportuno far notare che, a parità di installazione delle condotte, è possibile modificare il valore del Δds semplicemente cambiando il punto di installazione delle griglie di ripresa e quindi, a parità di condizioni al contorno, variare la portata del singolo punto di aspirazione la distanza minima tra punti di aspirazione affinché non interferiscano é data da\ parametro Smin (espresso in metri) ed è dato con la formula matematica precedente.

I Punti di aspirazione:A prescindere dalla tipologia scelta, deve essere sempre verificata l’equazione di aspirazione:

La portata totale di aspirazione che la norma intende come portata PORTATA VOLUMETRICA (Vtot) è la somma algebrica della portata degli N punti di aspirazione (Vi) è Portata volumetrica dell’iesimo puntoNumero minimo dei punti di aspirazione:E’ importante notare che la portata dell’i-esimo punto non deve essere superiore alla portata Vi-max ricavata dal Nomogramma (fig.5 della norma stessa).Smin: Distanza minima espressa in metri tra due punti di estrazione (m)Y : Altezza strato libero da fumi (m)h :altezza del locale da proteggere (m)Δds : Distanza tra le aperture delle condotte di estrazione e la superficie inferiore dello strato di fumo (m)Ɵf,media: Temperatura media dei fumi (°C)

Caratteristiche dell’impianto

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Installazione dei componentiI componenti del sistema SEFFC devono essere installati in stretta conformità alle istruzione dei singoli produttori.Rispettare il progetto esecutivo dettagliato.Il posizionamento dei componenti deve permettere non solo il funzionamento, ma anche le operazioni di manutenzione, controllo e riparazione in agevole e totale sicurezza (Norma UNI 9494-3).

Sono molteplici le casistiche possibili come scenari d’impianto, tuttavia le varie tipologie possono essere classificate in base ad alcune caratteristiche, la norma elenca:- Tipologia di aspirazione/evacuazione fumo e calore - Interazione con compartimentazione antincendio- Tipologia di immissione aria esterna

Componenti del sistema

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Associando una lettera alla tipologia scelta è possibile designare una sigla per ogni configurazione tipologica scelta.

Componenti del sistema

Configurazione della tipologia d’impianto

Elenco e legenda dei componenti SEFFC

la quasi totalità dei prodotti utilizzati nel trattamento dei fumi, è obbligatoria la marcatura ed i fornitori di tali componenti non possono più immetterli sul mercato privi di tale contrassegno.

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Le tipologie possono essere classificate in base ad alcune caratteristiche, la norma elenca:- Tipologia di aspirazione/evacuazione fumo e calore- Interazione con compartimentazione antincendio- Tipologia di immissione aria esterna- Natura dell’impianto SEFFC

Schemi tipologici di impianto

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Schemi tipologici di impianto

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Deve essere approntata una documentazione che comprenda le informazioni che permettono di controllare e gestire l’impianto in modo da garantire il mantenimento della conformità e l’efficienza.Il MANUALE D’IMPIANTO è il documento che contenente il rapporto di verifica di primo funzionamento, la documentazione dei singoli componenti (schede tecniche e certificati) ed i relativi manuali di uso e manutenzione dei prodotti.Il MANUALE D’IMPIANTO, (che non è la somma dei manuali dei singoli componenti) base per una corretta manutenzione e per la redazione di tutte le documentazioni occorrenti al rinnovo di pratica una volta trascorso il quinquennio di attività. Oggetto della Norma UNI 9494 Parte 3 è proprio l’aspetto manutentivo dei Sistemi di Controllo del fumo e del calore

Manuale d’impianto

Per gentile concessione di schemi e disegni si ringrazia AerNova srl

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