Euro 1,50 Numero 8 (496) Anno 23 (70) ... · 128 milioni complessivi messi in campo con il piano...

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Tassa Pagata - Autorizzazione Tribunale di Oristano n.3/95 del 3.10.1995 - Poste Italiane Spa. Sped. in a.p. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 - Direzione – Redazione: Piazza Cattedrale, 2 – 09091 Ales (OR) - Tel. e Fax 0783.91402 - 0783.91603 - 334.1056570 Internet: www.nuovocammino.diocesialesterralba.va.it - e-mail: [email protected] Quindicinale d’informazione della Diocesi Ales-Terralba Domenica 29 Aprile 2018 Euro 1,50 Numero 8 (496) Anno 23 (70) I l Piano Straordinario di Opere Pubbliche prevede interventi per mettere in sicurezza le strade di alcuni comuni della Marmilla e del Villacidrese L’Assessore Edoardo Balzarini Lavori pubblici 9 C ostruire una coscienza di popolo per far muovere la società sarda, senza confidare in un eroe, ma fidandosi di se stessi Paolo Maninchedda Politica 11 F orte accelerazione da parte dei vescovi per completare l’iter richiesto per la celebrazione, autorizzata dalla Santa Sede, della Messa in campidanese La Messa in Limba Sa Die de sa Sardigna 15 La Chiesa sarda alla scuola di Francesco 90° del Pontificio Seminario Regionale. Vescovi, sacerdoti e seminaristi insieme con mons. Angelo Becciu delineano il prete per una comunità cristiana missionaria e inclusiva S i parte con i cantieri di LavoRas, la parte che muove 45 dei 128 milioni complessivi messi in campo con il piano per il lavoro voluto dalla Giunta e approvato dal Consiglio attraverso la Finanziaria. Nei giorni scorsi, nella sala Lussu di Villa Devoto, il presidente della Regione Francesco Pigliaru con gli assessori della Programmazione Raffaele Paci e degli Enti Locali Cristiano Erriu, ha firmato con il presidente dell’Anci Emiliano Deiana, i rappre- sentanti di Aiccre e Asel Carla Medau e Antonello Atzeni e con il Cal, l’accordo quadro che dà il via a tutta la procedura. Nelle prossime ore Insar pubblicherà l’avviso: i Comuni possono im- mediatamente presentare il progetto che sarà valutato da Insar. Una volta approvato, verrà fatta la selezione dei disoccupati dalle liste comunali e a quel punto si potrà materialmente aprire il cantiere. Una procedura che, per obblighi di legge, ha delle scadenze in ogni sua fase fissate fra i 30 e i 45 giorni, ma che può essere chiusa nel giro di pochissimi giorni se le domande saranno presentate tempestivamente dai Comuni. Attraverso i cantieri, i Sardi occupati saranno circa 3500. Continua a pag. 10 Lavoras, si parte con i cantieri da 45 milioni Firmato nei giorni scorsi l’accordo Regione-Enti locali per l’inizio delle procedure Mons. Antonino Orrù I 90 anni del Vescovo emerito Lo scorso 23 aprile il vescovo emerito mons. Antonino Orrù ha compiuto 90 anni. Insieme a lui, l’intera diocesi ringrazia il Signore per il dono del suo ministero episcopale. Nato a Sinnai nel 1928, è stato consa- crato vescovo nella Basilica di Bonaria, il 13 maggio 1990. Ha guidato la diocesi di Ales con sollecitudi- ne paterna fino al 2004, passando il te- stimone a mons. Gio- vanni Dettori. Oggi mons. Antonino è ospite a Cagliari presso la struttura gestita dalle “Figlie di San Giuseppe” in viale San- t’Avendrace. Il suo insegnamento è ancora vivo in diocesi. L’accettazione delle sue soffe- renze, dovute all’età e alla salute cagionevo- le, sono per noi un ulteriore esempio. Assicuriamo al vescovo emerito il nostro ri- cordo affettuoso unito alla preghiera. Auguri, Eccellenza! Ad multos annos. G li ex-alunni del Seminario Regio- nale invitati a convegno dall’at- tuale Rettore, don Antonio Mura. Una bella occasione di incontro per tanti ex-compagni di studi che hanno avuto il piacere di incontrarsi ancora una volta. Una bella rimpatriata con qualche punta di idealizzazione nostal- gica degli anni che furono, con gli entu- siasmi e le ingenuità che l’esperienza ha provveduto a modellare e a matura- re opportunamente. Anche mons. An- gelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato, ha voluto condividere con i suoi ex-compagni questo gusto del ri- trovarsi. Per noi, suoi compagni di ban- co, resta sempre Angelino, con quella forza della semplicità serena: così lo ri- cordiamo e così si conferma ancora oggi. E anche lui non ha potuto na- scondere l’emozione dell’incontro con suoi amici e compagni. C’erano natu- ralmente tanti preti. Ma anche tanti ex- alunni laici, padri di famiglia e nonni, affermati sul piano professionale, ma sempre custodi di una formazione se- minaristica, che plasma la personalità e lascia i suoi segni positivi. All’inizio il saluto del Presidente dei Vescovi sardi mons. Arrigo Miglio, l’unico Vescovo non sardo, che non ha vissuto l’espe- rienza di Cuglieri e di Cagliari. Ma che pure ha saputo cogliere bene il signifi- cato dell’incontro. Il ricordo carico di gratitudine agli educatori. Mons. Miglio ha fatto riferimento alla recente Esorta- zione Apostolica di Papa Francesco, per richiamare l’attenzione sulla santità diffusa. senza clamore, negli ambienti che hanno visto la maturazione di tanti preti. Tutti ricordiamo la ricca umanità, l’austera spiritualità, lo spirito di pover- tà, la simpatia, la competenza e la cul- tura di quei padri Gesuiti che hanno accompagnato e guidato la maturazio- ne umana e cristiana di tanti preti e di tanti laici. Così come l’Arcivescovo di Cagliari ha ricordato tanti preti che ab- biamo conosciuto, hanno ispirato la maturazione vocazionale e che hanno lasciato in tanti nostalgia e fascino di santità. Continua a pag. 14 Don Nico Massa Prete non isolato, in famiglia con vescovo e confratelli, in cammino con il suo popolo, con “l’odore delle pecore”, operatore di misericordia, inclusivo. Ecco il profilo del sacerdote moderno al passo con la Chiesa e con Papa Francesco, delineato da monsignor Angelo Becciu durante il suo incontro con alunni ed ex alunni del seminario regionale sardo, provenienti da tutte le diocesi. Un appuntamento organizzato dal rettore, don Antonio Mura, per ricordare il 90.mo di fondazione della sarda “fabbrica dei preti”. Numerosi anche i presbiteri giovani e i seminaristi ri- chiamati dalla straordinaria esperienza pastorale del monsignore, originario di Pattada, che le vicende della vita e del ministero hanno portato, dopo 7 anni trascorsi nella diocesi di Ozieri, per quarant’anni in giro per le nunziature apostoliche. Senza mai dimenticare la Sardegna e i suoi problemi. Il più importante e grave è la mancanza di lavoro. Servizio a pag. 14

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Tassa Pagata - Autorizzazione Tribunale di Oristano n.3/95 del 3.10.1995 - Poste Italiane Spa. Sped. in a.p. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 - Direzione – Redazione: Piazza Cattedrale, 2 – 09091 Ales (OR) - Tel. e Fax 0783.91402 - 0783.91603 - 334.1056570Internet: www.nuovocammino.diocesialesterralba.va.it - e-mail: [email protected]

Quindicinale d’informazionedella Diocesi Ales-Terralba Domenica 29 Aprile 2018

Euro 1,50

Numero 8 (496) Anno 23 (70)

I l Piano Straordinariodi Opere Pubblicheprevede interventi permettere in sicurezza lestrade di alcuni comunidella Marmilla e del Villacidrese

L’Assessore Edoardo Balzarini

Lavori pubblici 9

C ostruire unacoscienza di popolo

per far muovere la società sarda, senzaconfidare in un eroe, ma fidandosi di se stessi

Paolo Maninchedda

Politica 11

F orte accelerazione daparte dei vescovi per

completare l’iter richiestoper la celebrazione,autorizzata dalla SantaSede, della Messa incampidanese

La Messa in Limba

Sa Die de sa Sardigna 15

La Chiesa sarda alla scuola di Francesco 90° del Pontificio Seminario Regionale. Vescovi, sacerdoti e seminaristi insieme con

mons. Angelo Becciu delineano il prete per una comunità cristiana missionaria e inclusiva

S i parte con i cantieri di LavoRas, la parte che muove 45 dei128 milioni complessivi messi in campo con il piano per illavoro voluto dalla Giunta e approvato dal Consiglio attraverso

la Finanziaria. Nei giorni scorsi, nella sala Lussu di Villa Devoto, ilpresidente della Regione Francesco Pigliaru con gli assessori dellaProgrammazione Raffaele Paci e degli Enti Locali Cristiano Erriu,ha firmato con il presidente dell’Anci Emiliano Deiana, i rappre-sentanti di Aiccre e Asel Carla Medau e Antonello Atzeni e con ilCal, l’accordo quadro che dà il via a tutta la procedura. Nelle

prossime ore Insar pubblicherà l’avviso: i Comuni possono im-mediatamente presentare il progetto che sarà valutato da Insar.Una volta approvato, verrà fatta la selezione dei disoccupati dalleliste comunali e a quel punto si potrà materialmente aprire ilcantiere. Una procedura che, per obblighi di legge, ha dellescadenze in ogni sua fase fissate fra i 30 e i 45 giorni, ma che puòessere chiusa nel giro di pochissimi giorni se le domande sarannopresentate tempestivamente dai Comuni. Attraverso i cantieri, iSardi occupati saranno circa 3500. Continua a pag. 10

Lavoras, si parte con i cantieri da 45 milioniFirmato nei giorni scorsi l’accordo Regione-Enti locali per l’inizio delle procedure Mons. Antonino Orrù

I 90 anni del Vescovo emeritoLo scorso 23 aprile il vescovo emerito mons.Antonino Orrù ha compiuto 90 anni. Insieme alui, l’intera diocesi ringrazia il Signore per ildono del suo ministero episcopale. Nato a Sinnai nel1928, è stato consa-crato vescovo nellaBasilica di Bonaria, il13 maggio 1990. Ha guidato la diocesidi Ales con sollecitudi-ne paterna fino al2004, passando il te-stimone a mons. Gio-vanni Dettori. Oggi mons. Antonino èospite a Cagliari presso la struttura gestitadalle “Figlie di San Giuseppe” in viale San-t’Avendrace. Il suo insegnamento è ancoravivo in diocesi. L’accettazione delle sue soffe-renze, dovute all’età e alla salute cagionevo-le, sono per noi un ulteriore esempio. Assicuriamo al vescovo emerito il nostro ri-cordo affettuoso unito alla preghiera. Auguri, Eccellenza! Ad multos annos.

G li ex-alunni del Seminario Regio-nale invitati a convegno dall’at-tuale Rettore, don Antonio Mura.

Una bella occasione di incontro pertanti ex-compagni di studi che hannoavuto il piacere di incontrarsi ancorauna volta. Una bella rimpatriata conqualche punta di idealizzazione nostal-gica degli anni che furono, con gli entu-siasmi e le ingenuità che l’esperienzaha provveduto a modellare e a matura-re opportunamente. Anche mons. An-gelo Becciu, Sostituto della Segreteriadi Stato, ha voluto condividere con isuoi ex-compagni questo gusto del ri-trovarsi. Per noi, suoi compagni di ban-co, resta sempre Angelino, con quellaforza della semplicità serena: così lo ri-cordiamo e così si conferma ancoraoggi. E anche lui non ha potuto na-scondere l’emozione dell’incontro consuoi amici e compagni. C’erano natu-ralmente tanti preti. Ma anche tanti ex-alunni laici, padri di famiglia e nonni,affermati sul piano professionale, masempre custodi di una formazione se-minaristica, che plasma la personalitàe lascia i suoi segni positivi. All’inizio ilsaluto del Presidente dei Vescovi sardimons. Arrigo Miglio, l’unico Vescovonon sardo, che non ha vissuto l’espe-rienza di Cuglieri e di Cagliari. Ma chepure ha saputo cogliere bene il signifi-cato dell’incontro. Il ricordo carico digratitudine agli educatori. Mons. Miglioha fatto riferimento alla recente Esorta-zione Apostolica di Papa Francesco, perrichiamare l’attenzione sulla santitàdiffusa. senza clamore, negli ambientiche hanno visto la maturazione di tantipreti. Tutti ricordiamo la ricca umanità,l’austera spiritualità, lo spirito di pover-tà, la simpatia, la competenza e la cul-tura di quei padri Gesuiti che hannoaccompagnato e guidato la maturazio-ne umana e cristiana di tanti preti e ditanti laici. Così come l’Arcivescovo diCagliari ha ricordato tanti preti che ab-biamo conosciuto, hanno ispirato lamaturazione vocazionale e che hannolasciato in tanti nostalgia e fascino disantità. Continua a pag. 14

Don Nico Massa

Prete non isolato, in famiglia con vescovo e confratelli, in cammino con il suo popolo, con“l’odore delle pecore”, operatore di misericordia, inclusivo. Ecco il profilo del sacerdote modernoal passo con la Chiesa e con Papa Francesco, delineato da monsignor Angelo Becciu durante ilsuo incontro con alunni ed ex alunni del seminario regionale sardo, provenienti da tutte lediocesi. Un appuntamento organizzato dal rettore, don Antonio Mura, per ricordare il 90.mo difondazione della sarda “fabbrica dei preti”. Numerosi anche i presbiteri giovani e i seminaristi ri-chiamati dalla straordinaria esperienza pastorale del monsignore, originario di Pattada, che levicende della vita e del ministero hanno portato, dopo 7 anni trascorsi nella diocesi di Ozieri,per quarant’anni in giro per le nunziature apostoliche. Senza mai dimenticare la Sardegna e isuoi problemi. Il più importante e grave è la mancanza di lavoro. Servizio a pag. 14

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2 | Domenica, 29 Aprile 2018 PRIMO PIANO

Agenda del Vescovo

AprileDomenica 29: Mogoro, CresimePomeriggio: Simala Giornatadiocesana delle famiglieLunedì 30: Macomer, incontroDelegati Ufficio Missionario

MaggioMercoledì 2: UdienzeGiovedì 3: Udienze Pomeriggio, Ales,Inaugurazione del “CentroFamiglia S. Giuseppe”Sabato 5: Guspini, Cresime a S.Pio XDomenica 6: Gonnoscodina,Festa di S. Daniele – Pomeriggio,Sardara, Eucaristia con AC eACR.

Lunedì 7: Incontro con laSegreteria della visita pastoraleMartedì 8: Guspini, S. Nicolò,Lettorato di Enzo CadedduMercoledì 9: Ales, CelebrazioneEucaristia nel 330 anniversariodella Dedicazione dellaCattedraleGiovedì 10: Ritiro del CleroVenerdì 11: Cagliari, Eucaristianella festa di S. Ignazio daLaconiSabato 12: Ales, ConvegnoCaritas – Pomeriggio,Gonnosfanadiga, Cresime al S.CuoreDomenica 13: S. N. D’Arcidano,Cresime - Pomeriggio,Pabillonis, Celebrazione inonore della B.V. di Fatima

(N.B. Il calendario può subire modifiche)

Ritiro del Clero diocesano

I l prossimo ritiro del Clero, come previsto dal calendariodiocesano, sarà il 10 maggio p. v. L’inizio, come al solito,alle ore 9.30. La sede sarà il Seminario di Villacidro. Al

termine, è prevista la possibilità di trattenersi al pranzo.

P.S. Per i membri del Consiglio Presbiterale: deve essere rin-novata la Commissione Presbiterale Regionale. Il Consiglio Pre-sbiterale Diocesano deve esprimere due rappresentanti. A talfine verrà distribuita una scheda, per la relativa elezione.

Don Nico Massa

C on una solenne celebrazione, le Sezioni riuni-te di Cagliari e Sassari dell’Unitalsi hannoinaugurato, domenica 15 aprile l’anno socialedei pellegrinaggi nel Santuario di Bonaria.

Pubblichiamo una sintesi dell’omelia del vescovomons. Carboni, che ha presieduto la Liturgia. “Il vangelo ci ripropone con forza alcuni elementi fon-danti: il primo è che i discepoli non si aspettano la Re-surrezione. Tutti i racconti che abbiamo confermano ilsenso di scoraggiamento (Emmaus) di rassegnazione(le donne al sepolcro), la fatica di Pietro e Giovanninel leggere i segni (corsa al sepolcro) e nel credere alledonne. (…) Gesù Risorto arriva inaspettato. Il motivodi questa insistenza sul fatto che i discepoli nonaspettano Gesù Risorto è che gli evangelisti voglionoben chiarire che Gesù Risorto non è una allucinazio-ne, non è un pio desiderio dei discepoli, non è una in-venzione o una favola (…). Gesù dà ai discepoli questisegni, che in verità contengono verità indicibili, affin-ché credano che il Crocifisso ha vinto realmente lamorte. Apre la mente all’intelligenza delle Scrittura: facapire che la sua missione e la sua passione e mortefanno parte del piano di Dio (…) Però perché i disce-poli non si sono ricordati di quello che aveva dettoloro Gesù? Credere alla parola del Signore è molto piùdifficile che credere ai miracoli. “Ciò che si vede solocon gli occhi del corpo, abbaglia; ciò che si vede congli occhi della mente che crede, illumina” (…) Dopo

aver fatto la letturaprofonda, secondoDio, degli avvenimen-ti, Gesù può inviare idiscepoli: sono i testi-moni, coloro che pos-sono annunciare ciòche è successo, spie-garlo, farlo comprendere alle genti e annunciare con-versione e perdono dei peccati (il mando missionarionasce quindi dalla propria esperienza del Risorto, dalcomprendere la Sua vita, morte e Resurrezione. Tuttoquesto il Signore lo ripropone anche a noi oggi: faccia-mo resistenza anche noi di fronte alla sua passione eResurrezione. Pero la Resurrezione di Gesù è fonda-mento della nostra fede: dice S. Paolo Se Cristo non èRisorto, vana è la nostra fede. Siamo i più infelici degliuomini. Anche noi dobbiamo fermarci a comprendereche Dio ci parla attraverso la Scrittura. Infine, il Signo-re ci invia, invia anche noi. Il vangelo ci offre anche unmotivo di riflessione che si lega alla celebrazione dioggi con l’Unitalsi. Gesù mostra le sue ferite per farsiriconoscere. Possiamo dire che attraverso le ferite ilSignore ci parla. Anche attraverso le ferite dei nostrifratelli e sorelle: i malati. Lì si incontra il Signore: nonsolo attraverso la riflessione e la meditazione, ma an-che attraverso il contatto con le ferite del Corpo diCristo che è la chiesa e i nostri fratelli. Gesù si presen-

ta come “il guaritore ferito”, cioè Colui che può capireil nostro dolore e le nostre ferite, perché anche lui èstato ferito. Può trattarci con delicatezza, con amore,con attenzione. Invita anche noi a far questo: a tratta-re i fratelli feriti/ ammalati con la stessa delicatezzache tratteremo il corpo di Gesù. A Gesù che si avvicinaalla nostra umanità ferita e con le sue mani ferite citratta con attenzione e delicatezza si associa la Madredel Signore Maria. Il tema pastorale di Lourdes perl’anno in corso ci riporta le parole di Maria alle nozzedi Cana: “fate quello che vi dirà”.Maria a Cana si mo-stra attenta ai bisogni degli uomini: infatti è in ascoltodel disegno di Dio, che vuole raggiungere, medianteGesù, l’umanità smarrita. Maria sa che questo mondo,senza Dio, non ha più né sorgente, né senso, sa chequesto mondo è il frutto di un amore ed è fatto per go-derne. (…). Maria è attenta alla sofferenza, alla situa-zione drammatica. Diventa Colei che intercede per lanostra povertà.

+ Roberto Carboni

Gesù, guaritore feritoMaria, con i sofferenti

Il Vescovo alle UNITALSI di Cagliari e Sassari

S abato 28 aprile(h16:00-20:00)nel salone del

Convento S. Lucia aSan GavinoMonreale verràpresentato il

sussidio “CHE BELLA NOTIZIA – Se lavivi si vede” ai responsabili e aglianimatori degli Oratori che hannoaderito alla proposta diocesana perl’estate del 2018. Attraverso diversi

moduli - gestiti dagli stessi autori delsussidio di Animagiovane –conosceremo e approfondiremo tema,storia, giochi, strumenti e musica cheaccompagneranno tanti bambini,ragazzi e adulti nel vivere unafantastica avventura. Convintidall’entusiasmante esperienza vissutalo scorso anno dagli oratori diVillacidro, Guspini, Pabillonis e SanGavino quest’anno sono più di unadozzina i paesi che hanno aderito

all’iniziativa diocesana del Servizioper la Pastorale Giovanile eVocazionale, iniziativa che vedrà il suoculmine in una giornata in cui tutti glioratori partecipanti si troverannoinsieme per fare festa e condividereanimazione e contenuti che avrannocome tema centrale la“comunicazione” nelle sue variedimensioni, in modo particolare Dioche si comunica all’uomo in Gesù.

D.M.C.

CONVENTOSANTA LUCIA

Presentato il sussidio:Oratorio“CHE BELLANOTIZIA”

L o scorso 15 aprile la parrocchia della Ma-donna del Rosario di Villacidro ha accoltol’ultimo Meeting dei ragazzi per questo

anno pastorale 2017-18. Il percorso appenaconcluso, frequentato con continuità da circaun centinaio di partecipanti provenienti dadiversi paesi della diocesi, ha visto affrontarein tre tappe consequenziali il tema del “viaggio”come scoperta di sé, degli altri e di Dio. Attra-

verso l’immagine di tre diversi mezzi ditrasporto (treno, nave e aereo) i ragazzisono stati stimolati a riflettere su cosa si-gnifichi conoscere i propri compagni diviaggio, affrontare le proprie paure edinfine spiegare le ali per spiccare il voloinseguendo alti ideali. Ed è proprio inquest’ultimo appuntamento che, partendodalla preghiera “Dammi un’ala di riserva”di don Tonino Bello (di cui quest’anno sicelebra il 25esimo anniversario della morte)nelle attività di gruppo del mattino, attra-verso il dialogo e il confronto, ciascunpartecipante ha scoperto che si può volare

solo grazie ad un Dio che sceglie di farsi“ala di riserva” per ciascuno di noi e checi invita ad esserlo in prima persona perchi, meno fortunato, non riesce a spiegarele proprie. Nel pomeriggio le testimonianzedi alcuni ospiti esperti di volo hannoquindi aiutato i giovanissimi a compren-dere che per volare è fondamentale essereprima di tutto dei sognatori e in secondaistanza che è necessaria anche costanza,tenacia e una grande forza di volontà…proprio come – oggi più che mai - richiedeil “volo” della vita!

Don Massimo Cabua

Villacidro.Ultimo meeting2017-18 dei ragazzi

PERIODICO DIOCESANO DI INFORMAZIONEDirezione – Redazione: Piazza Cattedrale, 209091 Ales (OR) tel. e fax 0783.91402 cell. 334.1056570 - P. Iva 00681930954DIRETTORE RESPONSABILE: Petronio Floris VICE DIRETTORE:Mario Girau CONSIGLIO DI REDAZIONE: Sergio Concas, Anto-nio Corona, Italo Cuccu, Emmanuele Deidda, Mario Ecca, Ro-berto Lai, Peppangelo Perria, Anna Mureddu (segretaria)PROPRIETARIO - Diocesi di Ales-Terralba - Reg. Tribunale diOristano n.3/95 del 3.10.1995 Internet: www.nuovocammino.diocesialesterralba.va.it - e-mail: [email protected] COLLABORATO A QUESTO NUMERO: + Roberto Car-boni, don Nico Massa, don Massimo Cabua, don Marco Statzu,Andrea Usai, Roberto Comparetti, Antonio Corona, Gian LuigiPittau, Arcangelo Cau, Mario Girau, Sergio Concas, MarioFarci, Don Roberto Lai, Andrea Martis, +Vito Angiuli, DonMario Ecca, Italo Cuccu, Giuseppe Manias, Anna OrrùABBONAMENTI: ordinario euro 25,00 – web euro 15,00 – so-stenitore euro 30,00 - benemerito euro 50,00 - spedizione inabb. post. 70% c.c.p. n. 21939095 intestato a Nuovo NuovoCammino - 09091 Ales (OR)Banco di Sardegna - Iban: IT51P0101585550000000021777Questo giornale è iscritto alla FISC, Federazione Italiana Set-timanali Cattolici ed associato all’USPI, Unione Stampa Perio-dica Italiana. Nuovo Cammino ha aderito tramite la Fisc(Federazione Italiana Settimanali Cattolici) allo IAP - Istitutodell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Au-todisciplina della Comunicazione Commerciale. GRAFICA E STAMPA:Maya s.r.l.s Via dei Mestieri 14 - 09095Mogoro (Or) Tel 0783 463976 - [email protected] in redazione il 24.4.2018 - Questo numero è stato con-segnato alle Poste il 27.4.2018

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Domenica, 29 Aprile 2018 | 3VITA DIOCESANA

A partire da venerdì 13 aprile, percinque settimane, il prof. Ema-nuele Melis terrà all’Istituto di

Formazione Teologica a San Gavinoquattro incontri su “La festa e le feste”,che vogliono essere un valido aiutoall’approfondimento del senso antro-pologico della festa, in modo partico-

lare della festa cristiana e delle nu-merose feste che celebriamo nellenostre parrocchie.Sono incontri che crediamo utileproporre anche alle confraternite,o almeno ai loro responsabili (prio-ri e vice-priori o altri che voi vorre-te invitare), persone che spesso cicoadiuvano nelle celebrazioni enello svolgimento delle feste, e ai re-sponsabili dei comitati delle festepatronali o di altri santi… che spes-so sono totalmente digiuni sul sen-

so della festa cristiana.Ovviamente questo richiede che siriesca a informare personalmente iresponsabili delle confraternite edei comitati: se anche arrivasseroal secondo incontro sono comun-que benvenuti!Gli incontri si svolgono a partire davenerdì 13 aprile, dalle 18.45 alle20.15 nella sede dell’istituto al Cen-tro di Pastorale di San Gavino, percinque incontri (13, 20, 27 aprile e4,11 maggio). Don Marco Statzu

NELL’ISTITUTO DI FORMAZIONE“LA FESTA E LE FESTE”San Gavino. Gli incontri sisvolgono percinque venerdì a partire dal 13 aprile, dalle18.45 alle 20.15

I l Progetto Policoro è un progettopromosso dalla CEI, scaturitodall’intento comune degliorgani di Pastorale giovanile,

Pastorale del lavoro e Caritas, diriflettere sulla disoccupazionegiovanile e sui problemi del lavorospecifici dell’Italia meridionale. Da 22anni, secondo un’articolazionediocesana, le linee d’azione delprogetto si esplicano nell’impegno amettere in relazione le pastoralidiocesane con l’associazionismo,nell’evangelizzazione dei giovanidisoccupati o con situazioni di lavoroirregolari, nella formazione di unanuova concezione del lavoro nellacoscienza e mentalità dei giovani,nell’attuazione di gesti concreti qualila creazione di nuove imprese.

La figura di riferimento è quelladell’animatore di comunità, un laicoresponsabile che in sintonia con le trepastorali e le filiere delle associazioniagisce per la promozione del Progettonella diocesi. Nei tre anni di incarico, affiancato daun tutor, si occupa di curare reti conle associazioni presenti nel territorioche aderiscono alle filieredell’evangelizzazione e dellaformazione, partecipare insieme adaltri animatori agli incontri formativinazionali, regionali e interregionaliper crescere insieme e condividereesperienze, acquisire informazioniutili per metterle a disposizione deigiovani, valorizzare le potenzialità deigiovani e le opportunità del territorio. Nella nostra diocesi l’esperienza del

Progetto Policoro è una realtàpresente ormai da quasi unventennio, durante il quale, tra le altreattività, ha accompagnato dei giovaninella realizzazione di alcuni “gesticoncreti”: attività economicheintraprese da giovani che si sonoavvalsi del supporto del progetto. Nell’ultimo periodo si è fatta semprepiù chiara l’esigenza di migliorare eaggiornare il progetto per offrire allacomunità un servizio completamenterinnovato e adatto alle caratteristichedel nostro territorio. In questo ultimoanno di pausa infatti, l’animatore incarica Andrea Usai giunto al terzoanno del progetto, affiancando ilnuovo animatore Giulia Sanna, hannofatto esperienze formative nazionali,regionali e interregionali che hanno

dato la possibilità di ristrutturare almeglio il nuovo servizio. Per questo anno sono in calendariodiverse azioni: il 23 maggio riaprirà ilcentro servizi, uno sportello d’ascoltorivolto a tutti i giovani che hannonecessità di avere informazioni suitemi del lavoro e delle opportunitàrivolte a loro dalle istituzioninazionale e locali. A settembre ripartirà il “ProgettoScuola”, che vedrà entrare il Policoronelle scuole superiori per dare spazioe voce alle idee giovanili.Per qualsiasi informazione e richiestedi contatto, gli animatori di comunitàdel Progetto Policoro sono giàdisponibili nel nuovo gruppoFacebook “Policoro Ales-Terralba”.

Andrea Usai

Il 23 maggioriaprirà il Centro servizi

Il Progetto Policoro in diocesi

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4 | Domenica, 29 Aprile 2018 VITA DIOCESANA

D opo l’ammissione agli ordiniil successivo passo è illettorato: chi riceve questoministero ha il compito di

conoscere e annunciare la Parola di Dio.Ma per farlo deve prima averla fattapropria, conosciuta e meditata. Non sitratta solo di essere solo un lettore delbrano che la liturgia propone nellacelebrazione eucaristica ma unapersona che studia e approfondisce ilsenso della scrittura, senzanecessariamente trasformarsi inesegeta.Nell’omelia, che monsignor RobertoCarboni ha pronunciato nel corso dellamessa vespertina, celebrata nella IVdomenica di Pasqua, detta del BuonPastore, di fronte ad una navata conmoltissimi fedeli e tanti giovani chehanno animato la liturgia, è stato messo

in evidenza ilruolospecifico delLettore. «Dieci

anni fa - ha esordito padre Roberto -Benedetto XVI, in uno degli interventidurante il Sinodo dei vescovi, ci avevaconsegnato questo pensiero: “Le paroleumane hanno forza e creano storia».Basti pensare a quanto si dicono glisposi nel giorno delle nozze, al “Sì” chepronunciano, come quelle dette da chidecide di consacrarsi al Signore. Paroleche durano, che fanno la storia dellepersone. Il Papa però ci ha ricordato chesolo la Parola di Dio rimane: dobbiamorivedere il concetto di realismo perchéciò che resta è solo la Parola delSignore».Da qui l’invito al neo Lettore. «CaroMario - ha ripreso monsignor Carboni -vogliamo affidarti una Parola che siastabile, che crea, che libera, che salva. Tiverrà affidata una Bibbia, prima di tuttoperché tu possa essere un ascoltatore,

uno che presta obbedienza alla Parola, epoi anche un annunciatore. I compiti liconosci: annunciare le scritture,educare il popolo di Dio all’ascolto maanche essere missionario della Parola acoloro che non la conoscono. Per farequesto non è necessario essere esegetima accanto alla conoscenza occorre tuabbia l’amore alla Parola». Il libro delle Scritture, affidato dallemani del Vescovo a Mario Meloni, non èun oggetto da venerare, come accade inaltre confessioni, ma bisognaconoscerlo e amarlo, perché raccontaCristo e la sua vita. «Attraverso la Bibbia- ha detto ancora padre Roberto - civiene consegnata la voce di Gesù che ciparla».Al termine dell’omelia il rito delconferimento, con il passaggio del LibroSacro dalle mani del Vescovo a quelledel Lettore: uno scambio di sorrisicertifica l’avvenuta consegna, con laconsapevolezza di aver vissuto unmomento importante nel cammino

verso il presbiterato di Mario.Prima della benedizione finale ilparroco, don Pierangelo Zedda havoluto ringraziare il Vescovo per la suapresenza e per le parole avute verso lacomunità. «Lei - ha detto il parroco -nella sua Lettera Pastorale ci ha invitatoa fare discernimento anchevocazionale. Vogliamo in questa IVDomenica di Pasqua pregare per Mario,perché il cammino verso il diaconato eil presbiterato sia sempre illuminatodalla Parola e per la nostra comunità,perché sia capace di far fiorire ulteriorivocazioni. È importante che altrefamiglie si aprano alla chiamata di unavocazione attraverso l’ascolto dellaParola».A conclusione della serata un momentoconviviale in oratorio, per far crescere irapporti tra i fedeli di una comunità cheha dato l’ultimo suo figlio alla vitapresbiterale 27 anni fa, don MarcoPiano.

Roberto Comparetti

San Gavino MonrealeProsegue il cammino di formazione: Mario Meloniviene istituito Lettore

Coltiva ildono della

Parola di Dio

C arissimo Mario, stai perricevere il lettorato in vista delsacerdozio. È questa Parolastabile, che crea, che libera e

salva che, questa sera è affidata a tedalla Chiesa innanzitutto perché pertutta la tua vita tu la possa ascoltare ead essa obbedire con umiltàquotidianamente per un suo annunciocredibile ai fratelli che lo attendono. Essere lettore significa proclamare laParola di Dio nell’assemblea liturgica,educare il popolo di Dio e condurlo aricevere degnamente i sacramenti.Significa, infine, portare l’annunciomissionario agli uomini che ancoranon conoscono il Signore.Annunciare la Parola di Dio richiedeuna cosa necessaria ed essenziale:amare questa Parola, non soloconoscerla, ma amarla!Questa Parola che sarai chiamato aproclamare nella Chiesa e al di fuori diessa è Gesù, la persona stessa di Gesù.Ce lo dice Egli stesso nel vangelo dioggi: “Ascolteranno la mia voce ediventeranno un solo gregge”. La Paroladi Dio non è un libro; La Parola che tiviene consegna è “la sua voce”, la vocedi Gesù, che vuole essere ascoltata e siconsegna a te perché tu la facciaconoscere. Questo è il compito cheoggi ti viene affidato in modoparticolare. Non sei, quindi, chiamatosolo a conoscere un libro.Non seichiamato ad essere un biblista, non

sarebbe sufficiente; sei chiamato adamare Gesù, a spenderti per Lui, arischiare per Lui, ad essere suo amico.Tu da oggi sei inviato alla Chiesa, seichiamato a fare tutto questo. Non bastaleggere le letture durante la liturgia;con l’aiuto del Signore, in te devecrescere lo spirito missionario che èamare il Signore, lì dove sei mandato.Gesù è stato molto chiaro: «Andate – hadetto ai suoi discepoli – in tutto ilmondo» (Mc 16,15).Lascia che la Parola di Dio entri in te, in

noi. Questa parola deve cambiarti,plasmarti. Tra poco ti consegnerò laParola di Dio. Il cui contenuto è Cristo,è l’amore di Dio per l’umanità checulmina nell’offerta di Cristo sullacroce per noi e nella sua risurrezione.Tu, facendoti servo della Parola, dovrainon soltanto conformare ogni giornodi più la tua vita alla Parola stessa …ma dovrai annunciarla e,progressivamente, dovrai confonderti,mescolarti, diventare un tutt’uno conGesù!

La Parola che ti affido e che noipredichiamo non è nostra ma di Dio el’efficacia che compete a questa Parolanon viene dalla nostra intelligenza madalla forza della santità di Dio. E così,l’annunciatore della Parola, il lettore, ildiacono, il prete, il Vescovo ma – ripeto–ogni cristiano chiamato adannunciare la Parola deve diventare untutt’uno con essa.Non un oratore mauno che mentre parla agisce, mentre fa,parla! E così porta con la sua vita, nelmondo, la Parola che è “viva, efficace epiù tagliente di una spada a doppiotaglio” (Eb 4,12), la Parola che rendevicino al cuore dell’uomo il cuoretenero e amorevole di Dio che ci vieneincontro con grande misericordia.Diventare lettore, ministro della Paroladi Dio, non significa diventare unripetitore meccanico del Vangelo edegli altri libri sacri. L’evento che si ècompiuto una volta per tutte nellaPasqua di Gesù deve diventare eventoogni giorno nella tua vita, nella nostravita, nella vita di noi tutti qui e oggi.L’annunciatore della Parola deverendere attuale e comprensibile per ilsuo tempo il messaggio contenutonella Bibbia che questa sera consegnoa te, caro Mario affinché tutti gliuomini, di ogni tempo, grazieall’annuncio della Parola, possanoriconciliarsi con Dio. Le paroledebbono rimanere pienamente nostree nello stesso tempo debbonorimanere di Dio, anzi devono diventareparola di Dio ancor più luminosa,chiara, efficace. È possibile questo se ciapriamo all’azione dello Spirito Santo,cioè dall’azione dell’amore di Dio innoi, quell’amore che ci ama con uncuore di Padre.

+ Roberto Carboni

Con l’aiuto del Signore, in te deve crescere lo spirito missionario

Dall’Omelia delVescovo alla concelebrazione del 22 aprile, domenica del Buon Pastore

Foto di Toto Casu

Foto di Toto Casu

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Domenica, 29 Aprile 2018 | 5VITA DIOCESANA

Convento di Santa Luciamonumento riccodi storia, arte e cultura Monumenti aperti.Iniziative collaterali pensate ecurate da gruppi di collaboratoridelle comunità parrocchialisangavinesi. Impegno deglistudenti con la guida delleinsegnanti dell’IstitutoComprensivo “E. D’Arborea”

I n occasione della ormaiconsolidata esperienza deiMonumenti Aperti, che a SanGavino Monreale sono in

calendario i prossimi 12-13 maggio,il Convento di S. Lucia quest’annosi propone in modo tutto nuovo aituristi che sceglieranno di visitare ilprezioso monumento ricco distoria, arte e cultura.Affiancate all’ottimo lavoro di acco-glienza e presentazione, realizzatocon la guida delle insegnanti dai ra-gazzi dell’Istituto Comprensivo “E.D’Arborea”, ci saranno infatti all’in-terno della struttura alcune inizia-tive collaterali pensate e curate dagruppi di collaboratori delle comu-nità parrocchiali sangavinesi.Partendo dall’idea che abbiamo untesoro prezioso non solo nelle pie-tre che raccontano la storia maanche nelle tradizioni, negli antichimestieri e nelle prassi consolidatedi una comunità nel pomeriggio disabato 12 - h 17 -19 - e nella gior-nata di domenica 13 – h 10 -12 e 17-19 – chi visiterà il monumentotroverà all’interno dell’antico Chio-stro diversi stand dimostrativi dovesarà possibile scoprire i segretidella lavorazione della pasta fresca,dei dolci sardi, della realizzazionedel formaggio (dalla mungitura allaforma) e della tosatura della pe-cora.Nelle antiche celle che si affaccianosullo stesso chiostro sarà invecepossibile visitare alcune “vecchiebotteghe” che presenteranno alcuniprodotti dell’eccellenza agroali-mentare locale: olio, miele, ortaggi,salumi, prodotti caseari, lumache einfine il prezioso “oro rosso”, lo zaf-ferano, fiore all’occhiello delle cam-pagne sangavinesi.Un punto ristoro allestito per l’oc-casione darà la possibilità poi a chine avrà necessità di rifocillarsi,anche grazie alla adiacente “Fieradel dolce” che permetterà non solodi vedere ma anche di acquistare egustare ciò che la tradizione dolcia-ria ci ha trasmesso.Ultimo evento collaterale, noncerto per ordine di importanza, lapossibilità per chi lo desidera distare “A tavola nell’antico Refetto-rio”! I gruppi di volontari propongonoinfatti la degustazione di menù conprodotti tipici all’interno dell’an-tico refettorio che per la primavolta apre ai visitatori per questainiziativa speciale. Lo spazio, usato per secoli per con-sumare il pasto dalle comunità reli-giose che vi hanno dimorato, era intempi remoti la prima Chiesa: lasua volta a botte e alcuni altri parti-colari che sarà possibile indivi-duare durante la visita raccontanol’antichità del sito, che si ritieneveda i suoi natali addirittura nellontano IX sec. Tutto il ricavato della manifesta-zione sarà utilizzato per sovvenzio-nare i progetti delle iniziativecomunitarie, di carità e di cura emanutenzione dello stesso monu-mento che di qui a qualche annosarà protagonista di un importanteopera di recupero e restauro.Per conoscere i dettagli della pro-posta (menù, quote di partecipa-zione, orari e info in genere) sipotrà contattare l’organizzazioneall’indirizzo email [email protected] o il n.3470473357 chiamando tutti igiorni nelle fasce orarie 10-13 e 17-19. Don Massimo Cabua

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6 | Domenica, 29 Aprile 2018 DAI PAESI

G ianluca Cotza,giovane allevatorecollinese ha seguito leorme paterne e degli

antenati. Da alcunegenerazioni, infatti l’attivitàprevalente, a parte un breveperiodo di emigrazione inSvizzera per il padre Antonio,l’allevamento degli ovini èstata sempre l’attività dellafamiglia. La conduzionetradizionale esigeva nelpassato molti più sacrifici emaggior dispendio di energiepoiché il pastore dovevacustodire il bestiame giorno enotte, qualunque fossero lecondizioni atmosferiche e guaia sconfinare nei terrenicoltivati. Non esistevanoricoveri né stalle e non c’eraneppure la tecnologia attualeper la lavorazione dei terreni,per la mungitura o latrasformazione del latte. Illavoro era interamentemanuale. Oggi il comparto, se non sidota di una tecnologiaadeguata, non puòassolutamente competere nésopravvivere. L’attività poi nonè molto appetibile da parte deigiovani che preferiscono un

lavoro dipendente piuttostoche lavorare in proprio controppi rompicapo: curacontinua del bestiame,adeguamento alle severenormative, aggiornamento,semina e fienagione, venditadel prodotto molto spesso aprezzi poco remunerativi. GianLuca, nonostante tutto, hascelto questa strada così comealtri giovani che cercano nelsettore agricolo o zootecnicola loro fonte di reddito.Conseguito il diploma allascuola agraria, ha continuato illavoro paterno con il quale hafatto gavetta e tirocinio. Non èraro il caso di aziende agro-pastorali condotte anche dagiovani laureati in agraria.D’altro canto l’illusione delposto fisso o di un lavoro comeoperaio nell’industria è deltutto sfumata. È giocoforzatornare, ma anche per sceltapersonale consapevole, alleancestrali risorse del nostroterritorio e dei nostri antenati:agricoltura e pastorizia e oggiil turismo. L’alternativa èl’emigrazione.Gian Luca è uno di queigiovani che ha investito il suofuturo nella pastorizia. Si è

quindi dotato dei mezziagricoli necessari per lasemina degli erbai e dellafienagione e della mungitriceautomatica, adeguando lestrutture alle norme vigenti:capannone, fienile, macchine.Con 200 capi di bestiame èoccupato a tempo pieno edopera senza l’ausilio dicollaboratori. Non se lo puòpermettere. Il tempo liberoche gli rimane è risicatoperché è impegnato anchecome Presidente della sezioneColdiretti locale e nel gruppogiovani coldiretti delcagliaritano. Partecipa inoltreagli eventi del territorio comesagre, manifestazioni edeventi, promuovendo iprodotti della cooperativa“Organizzazione Pastori” dellaSardegna di cui è socio. Èanche componente dellalocale compagnia barracellare.Nel precedente anno hapartecipato insieme ad altripastori locali a “sa paradura”:iniziativa di solidarietà neiconfronti dei pastoriterremotati. In occasione delPresepio Vivente indossa ipanni del pastore palestinesedi 2000 e più anni fa,

dialogando in sardo eportando quale dono a GesùBambino l’agnello appenanato che ha, come tutti i suoiagnelli e già da diversi anni, ilmarchio IGP.Certo le difficoltà nonmancano. Il problemamaggiore, ci ha detto, èrappresentato dal prezzo dellatte, quest’anno a 70centesimi il litro mentre ilprezzo del formaggio è allestelle. Ma anche le condizioniclimatiche condizionano lesemine e le foraggere prodotteinteramente perl’autoconsumo. La burocrazianon aiuta di certo l’allevatoreche deve sottostare ad unarigida e severa normativa. “Macon la buona volontà si vaavanti. Ai sacrifici siamoabituati”, dice ancora. Certoun brutto quarto d’ora lo haattraversato anche il giovaneallevatore, quando unamattina recatosi all’ovile per

portare il bestiame al pascoloha trovato la stalla vuota. Iladri nottetempo avevanoportato via le pecore e a suondi frustate hanno fattopercorrere al gregge quasi 15Km. fino alle campagne diMogoro. Qui le pecore sonostate caricate quasiinteramente su un camionche, ironia della sorte, si èimpantanato consentendo algiovane di recuperare buonaparte del gregge anche separticolarmente provatodall’evento. Qualche santo disicuro ha interposto i suoibuoni uffici: forse Santa MariaCracaxia nei cui pressi sonostate ritrovate le pecore osanta Maria Angiargia in agrodi Collinas, sito non moltodistante dove i ladri non sonoriusciti a caricare il greggechissà per quale misteriosodisegno provvidenziale.

Antonio Corona

Collinas: Gianluca Cotza investe nella pastoriziaProfessionalità e cultura per avere successo nei settori agricolo ezootecnico. Conseguito il diploma alla scuola agraria, hacontinuato il lavoro paterno con il quale ha fatto gavetta e tirocinio.Il miracolo di Santa Maria Angiargia

È da tanti anni un incubo per tanti resi-denti del paese. Ma ora diventa realtàl’idea di spostare un fiume per elimi-

nare il pericolo dell’alluvione che incombesu alcuni quartieri del paese e mettere insicurezza i residenti. E con questa finalitàche sarà deviato lontano dalle case, a circa

400 metri dalla sua attuale po-sizione (nelle foto di Renato Se-chi) il Rio Pardu, il corso d’ac-qua che attraversa la zonadell’attuale ospedale per poiproseguire nel suo tragitto a ri-dosso di via Tommaseo, deiquartieri di Ziviriu fino al vec-chio passaggio a livello. Un fiu-me inattivo per buona partedell’anno ma che nell’ultimaalluvione del 18 novembre2013 ha esondato mettendo arischio la vita dei residenti edegli studenti di alcune scuole

del paese. Lo rimarca l’assessore ai lavoripubblici e alla pianificazione del territorioStefano Musanti: “Il Rio Pardu sarà sposta-to fuori dall’abitato ed ora sono in corso leprocedure per la gara d’appalto che porteràall’esecuzione delle opere. Questo consen-tirà di mettere in sicurezza il centro del

paese dal momento che ora il fiume passasotto l’attuale ospedale e scuole come il li-ceo scientifico. In questo modo si procede-rà alla sistemazione del territorio comuna-le individuando le aree di espansione edili-zia del paese: il progetto del nuovo ospeda-le che si interseca con quello del rio Parduè nato all’interno di questa nuova pianifi-cazione”. L’intervento prevede un notevoleesborso economico e sarà assicurato con 3milioni di un finanziamento regionale e unmilione e 100mila euro messi a bilanciodalla precedente amministrazione comu-nale. Al momento attuale i residenti guar-dano con ansia la stagione invernale per-ché bastano poche ore di intensa pioggiaper far crescere il livello dell’acqua compli-ce la vegetazione che ha ripreso a crescererigogliosa. Inoltre oggi ci sono tanti terreninon edificabili con l’adozione del piano diassetto idrogeologico: “Lo spostamento delcorso del fiume – aggiunge Stefano Musan-

ti – toglierà buona parte del rischio checoinvolge una zona molto vasta del paese eci sarà di nuovo la possibilità di costruire intermini di edilizia pubblica e privata”. Inquesto modo, anche grazie all’approvazio-ne del piano particolareggiato del centrostorico, avrà una boccata d’ossigeno il set-tore edilizio del paese che paga sia la crisieconomica che l’imposizione di vincoli cheda anni non permettono di costruire inmolte aree considerate a rischio. Con la de-viazione del Rio Pardu sarà invece possibilecostruire o ristrutturare le case n un’areache va da viale Trieste a Ziviriu passandoper via Dante. Il Rio Pardu fa ancora pauraanche perché passa tra le case dei sangavi-nesi: ci sono abitazioni costruite sul lettodel fiume ed anche l’ultima alluvione hacreato problemi di stabilità a case costruiteda decenni, forse a causa della creazione dinuove falde.

Gian Luigi Pittau

San Gavino Monreale.L’intervento prevede unfinanziamento di 3 milioni dalla Regione e un milione e 100mila euro dal Comune

Rio Pardu sarà deviato fuori dal centro abitato

M ettere sicurezza il paese tagliando i ramipericolosi, pulendo i canali a rischio al-luvione (l’ultima del 2013) e i tombini

delle strade. Sono questi gli interventi messi inatto ora dall’amministrazione comunale con l’ar-rivo della bella stagione. “Per eliminare i raminipericolanti – spiega il sindaco Carlo Tomasi – ab-biamo stanziato la somma di 37mila euro. In par-ticolare alcuni interventi sono previsti in strade

di fondamentale importanza come via Con-vento e via Montevecchio. Tutto questo rien-tra in un programma ben definito perchéquando si pianificano le attività manutenti-ve, le operazioni di ripristino del decoro ur-bano, d’implementazione dell’assetto urbanoo, ancora, di messa in sicurezza delle campa-gne, riveste una particolare importanzal’adeguamento dei lavori a quelli che sonoalcuni cicli naturali legati alle stagioni e aifenomeni meteorologici. Ciò è indispensabileper massimizzare l’efficacia degli interventi,per garantirne la massima durata nel tempoed evitare così inutili costi aggiuntivi e ulte-

riori disagi alla cittadinanza”. Così per l’eli-minazione delle erbacce, la pulizia dei canali,la posa del nuovo asfalto, il Comune haaspettato la stagione più favorevole per evi-tare uno spreco di risorse. “Questi fattori –conclude Tomasi - concorrono in manieraconsiderevole alla definizione di una pro-grammazione funzionale e di un calendarioserio in cui inserire tutte le attività previste.Questo significa, inoltre, che spesso i lavoriche preoccupano la collettività e vengonogiustamente sollecitati sono già programma-ti e calendarizzati, richiedendo soltanto deitempi d’attesa fisiologici e tecnici”. G.L.P.

San Gavino Monreale.Il Comune taglia i rami

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G rande festa a San Gavino Monreale perl’inaugurazione dei nuovi locali del Consultoriofamiliare e della Neuropsichiatria infantile chesi trovano in viale Trieste 118. I locali di

proprietà del Comune di San Gavino sono stati concessida tempo alla Asl che ha curato la ristrutturazione comericorda il direttore generale della Assl di Sanluri AntonioOnnis: “La spesa per i lavori è stata di 250mila euro. I nuovi locali sono confortevoli e climatizzati. Abbiamorisolto anche il problema della potenza elettrica e nelcortile della struttura metteremo a dimora alcuni alberi,

molto probabilmente degli ulivi”. Dopo un anno e mezzo di disagi per lachiusura e lo spostamento a Villacidro,ritorna a San Gavino la neuropsichiatriainfantile, che serve tutti i Comuni deldistretto di Guspini, come evidenzia ilresponsabile Silvio Maggetti: “Oraabbiamo una sede con spazi confortevoli

per i servizi offerti. Seguiamo ogni anno 2500 utenti chevanno da 0 a 18 anni. Ne 2017 i nuovi casi sono stati 190,le attività dirette con gli utenti 1421 e quelle indirette(incontri a scuola, con i servizi sociali, con il tribunaledei minorenni) circa 600. Abbiamo un gran numero didisturbi specifici dell’apprendimento”.I nuovi locali ospitano anche il consultorio familiare cheogni anno serve quasi duemila utenti di San Gavino,Pabillonis e Sardara: “Abbiamo tantissimi servizi – spiegala ginecologa Maria Dolores Pilloni, referente della sede– come l’accompagnamento alla nascita, la prevenzione

dei tumori, la contraccezione, la menopausa, ecc. Il consultorio è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13e il martedì dalle 15 alle 18: i servizi sono rivolti alledonne e alla famiglia. Lavoriamo molto anche nellescuole con incontri rivolti agli studenti. In sede si troval’ostetrica, il ginecologo, il pediatra, l’assistente sociale elo psicologo”. Così il consultorio familiare e la neuropsichiatriainfantile rientrano nella loro sede di viale Trieste ora chesono conclusi i i lavori di riqualificazione della struttura.“Inoltre – rimarca il sindaco Carlo Tomasi - si èprovveduto al potenziamento delle linee elettriche Enel eall’espianto delle radici dei pini mentre ora sarannomesse a dimora in sostituzione alcune piante idonee allospazio). All’esterno sono previsti alcuni parcheggiriservati rosa e per disabili. Ringraziamo l’Asl di Sanluriper l’impegno profuso e mantenuto ed in particolare ilsuo direttore Antonio Onnis”.

Gian Luigi Pittau

Domenica, 29 Aprile 2018 | 7DAI PAESI

Q uattro giorni di festaall’aria aperta perpromuovere ilterritorio, viverlo in

modo attivo tra sport,ambiente, cultura e buon ciboe rilanciare i piccoli comunidella Sardegna centrooccidentale. Il buon vivereecosostenibile sarà il temaconduttore della quartaedizione dell’endurance inmountain bike, “MyLand MTBNON STOP” organizzata dalConsorzio dei comuni “DueGiare” in collaborazione conl’Unione dei Comuni dell’AltaMarmilla, l’Unione dei ComuniMontiferru Sinis e il ConsorzioTuristico Sa Corona Arrùbiache dal 28 aprile al 1° maggio,partendo da Baradili,attraverserà il Monte Arci, laGrande Giara, il Monte

Grighine, la Giara di Siddi, labassa Marmilla, il Sinis e ilMontiferru. La manifestazione,non agonistica ma comunquesportivamente impegnativa, siarticolerà su tre diversedistanze, 120, 220 e 440chilometri, da percorrere inautonomia attraverso i varicheck point, basandosisoltanto sulla traccia GPS esulle istruzioni del quaderno diviaggio, con il solo limite ditempo indicato nel numero diore a seconda del percorso. Nelle diverse giornate, a partireda quella inaugurale di sabato28 aprile, si terranno una seriedi eventi in diverse località. - ad Ales, sabato 28 aprile, apartire dalle ore 15.00 sisvolgeranno dei laboratoriludico-educativi “MYLANDBIMBICI” finalizzati a

insegnare ai più piccoliil corretto utilizzo dellebiciclette nel rispettodelle principali normedi comportamento e disicurezza. Illaboratorio siconcluderà intornoalle ore 17.00 con unasana merenda offertaai piccoli atleti.- Al Museo delTerritorio di SaCorona Arrùbia, domenica 29aprile, a partire dalle ore 11.00prenderà il via la ciclopedalataalla riscoperta della Giara,accompagnati da espertiistruttori federali. - A Santu Lussurgiu, domenica29 aprile, a partire dalle ore15.30 replica per i bimbi delMontiferru dei laboratoriludico-educativi “MYLAND

BIMBICI” e della merenda. Alleore 18.30 un divertentespettacolo dal titolo “Prof.Pietrosky e il coniglio nelcappello” a cura diCirCoScienze.- La manifestazione Mylandavrà il suo gran finale aBaradili, martedì 1 maggio, apartire dalle ore 12.00 con unricco programma di attività di

animazione: laboratori“MYLAND BIMBICI”, lospettacolo “Circoland(O) IlCirco in bicicletta” a cura diCircovagando, MyLand ospita“I Fili Del Gusto – BaradiliCapitale della Pizza” a cura diSa Scolla Accademia CasaPuddu e infine lo spettacolomusicale con la band di FlavioSecchi.

Dal 28 al 30 aprile. Quattro giorni per promuovere il sistema di turismo ecosostenibile nel nostro territorio

MYLAND 2018 Non stop in mountain bike

San Gavino M.Riaprono, dopo un anno di disagi e sacrifici, il Consultorio familiare e Neuropsichiatria infantile

Al servizio di famiglie e donne

D i recente all’ippodromo di Villaci-dro si sono svolte le finali regionalidi corsa campestre dei Campio-

nati Sportivi Studenteschi organizzatedal MIUR in collaborazione con il Comu-ne di Villacidro e con l’Olympia Villacidroche ha curato il tracciato del percorso egli aspetti organizzativi e logistici.A Villacidro si erano già svolte le finaliprovinciali dei campionati studenteschied in quell’occasione i responsabili delMiur rimasero piacevolmente sorpresidalla bellezza della struttura (un “tempioper la corsa campestre”) e dalla meticolo-sa ed efficiente organizzazione del-l’Olympia Villacidro. Per questi motivihanno deciso di fissare le finali regionalinello stesso impianto e di richiedere nuo-vamente la collaborazione dei volontaridel sodalizio sportivo Olympia.Alla manifestazione hanno partecipatooltre 250 atleti provenienti da tutta la Sar-

degna e tra questi anche una trentina diragazzi e ragazze del CIP (Comitato Pa-raolimpico Italiano). Gli studenti com-presi tra il 2005 ed il 2001 appartenevanoal 2° e 3° anno della scuola media e al pri-mo triennio delle scuole superiori.In totale fra accompagnatori, studenti,docenti e volontari le presenze sono statesuperiori alle 500 persone. Molto belletutte le gare in programma in una matti-na fredda ma soleggiata. Fra le cadette havinto sulla distanza dei 1500 metri la for-tissima Maria Paola Sotgiu dell’I.C. Bud-dusò precedendo altre 2 sue compagne disquadra, Maria Rosa Corda e Gloria Addisper un trionfo anche nella classifica asquadre della categoria.Fra i cadetti (2000 metri) titolo regionaleper Ledda Giuseppe che ha preceduto ilcompagno Pietro Luigi Addis anche lorodell’I.C. Buddusò con Nicolò Masala delDiaz di Olbia a chiudere il podio. Anche

in questa categoria nella garaa squadre trionfo dell’ICBuddusò che beneficia degliatleti di Alà dei Sardi senzadubbio la miglior scuola dicross giovanile in Sardegna.Fra le allieve (2000 metri)trionfa Anna Buttau del Con-vitto di Cagliari, poi AlessiaCadau del Fermi di Nuoro e Giorgia Cos-su dell’I.C. di Bosa. Infine bellissimo fina-le nella prova allievi (2500 metri) conIthocor Meloni (Liceo Scientifico Marco-ni di San Gavino) che, grazie ad un lun-ghissimo sprint ha avuto la meglio di Ric-cardo Spanu (Pacinotti - Cagliari) e diFrancesco Sanna (Liceo Castelvì di Sassa-ri). La vittoria a squadre ha premiato pro-prio la squadra del vincitore ossia loscientifico Marconi di San Gavino.Fra gli altri atleti locali che si sono distin-ti segnaliamo i buoni piazzamenti di

Ismaele Deidda della scuola Media n.2 diVillacidro (8° nella categoria cadetti) edElena Giua del liceo classico EmanuelePiga di Villacidro che ha chiuso all’8° po-sto fra le allieve.Alle premiazioni sono intervenuti in rap-presentanza del Comune di Villacidro gliassessori Marco Erbì (sport) e GiuseppeEcca (lavori pubblici) che si sono dettimolto soddisfatti della riuscita della ma-nifestazione e hanno confermato la di-sponibilità dell’impianto anche per iprossimi anni. G.L.P.

Villacidro. Nella prova allievitrionfa Ithocor Melonidel liceo scientificoMarconi-Lussu

Corsa campestre: 250 atleti alle finali regionali studentesche

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8 | Domenica, 29 Aprile 2018 DAI PAESI

N ello splendido scenario del Cen-tro Studi G.B. Tuveri, presso l’exMonte Granatico di Collinas, inuna cornice di pubblico attento

e numeroso, sabato 21 aprile u.s. è statopresentato il romanzo di Paola Abis Pro-fumo di Viola. Presenti l’autrice, l’editoreIvo Piras e il sindaco Francesco PaoloCannas, la prof.ssa Ignazia Scanu, nelsuo ruolo di coordinatrice, ha dato la pa-rola ai relatori, il prof. Arcangelo Cau e ilprof. Francesco Sonis. Con questo se-condo romanzo, Paola Abis ci accompa-gna in un lungo viaggio, guidando i letto-ri con sapiente maestria attraverso lospazio e il tempo che fanno da corniceallo svolgersi delle azioni dei suoi perso-naggi. Nel testo, la descrizione assumeun ruolo rilevante che non interrompe lanarrazione, ma ne amplia la pienezza ela completa nel significato con l’evidenteintento di far sentire il lettore al centrodella scena. Questo obiettivo letterario èdichiarato, anche attingendo al riccocorredo fotografico, realizzato dal foto-grafo Ivo Piras, editore dell’opera, chefissa nelle sue immagini artistiche gliscenari geografici degli ambienti rappre-sentati nel libro e traduce i sentimentidell’autrice con sapienti quadri di sugge-stiva bellezza e di spiccata sensibilità.Nel romanzo Profumo di Viola, infatti,Paola Abis, con la descrizione della bel-lezza, trasferisce alla forza della natura ilcompito di mitigare gli stati d’animo deiprotagonisti e di attenuare le esaspera-zioni conflittuali che accompagnano gliaccadimenti. La concatenazione logicadel racconto presenta anche numerosiaspetti decorativi in cui la narrazione ri-veste interessanti tratti poetici, che rag-

giungono l’apice con Terra mia, posta adinizio e fine dell’opera. Con il procederedello sviluppo del romanzo, l’autriceprende per mano il lettore e lo introducenel misterioso mondo che circonda e av-volge i fatti e i protagonisti per svelargli isegreti che si celano in ogni ambientedove si svolge la scena. Lo sguardo atten-to della scrittrice di Collinas penetraquesti segreti che la natura rivela solo aipoeti e agli artisti, ma non ai comunimortali. Così, anche Juan, il protagonistaprincipale, scopre che la sua esistenza,come quella di chi legge, dipende da unamolteplicità di percezioni e si svolge lun-go binari tracciati da tempo in cui si rin-corrono aspirazioni e sconfitte. Il viaggiodi Juan in mondi lontani, rappresenta lametafora della vita. Attraverso la storiadel personaggio principale, Paola Abisdescrive infatti il viaggio che ciascuno dinoi compie nel suo divenire storico. Juan

non fugge solo da un ambiente di cam-pagna retrogrado e angusto, chiuso aicambiamenti e fossilizzato nella ripetiti-vità di azioni sempre uguali. Principal-mente, egli cerca di fuggire soprattuttodal suo mondo interiore, dalla sua realtà,dai suoi affetti subiti e vissuti come ste-reotipi del passato. Egli tenta perciò diallontanarsi dal proprio presente, da undestino già segnato, pieno di umiliazionie di mediocrità. Con la fuga, Juan speradi riuscire a costruirsi un domani miglio-re, che gli permetta di entrare a far partedel mondo che conta. Così egli corre die-tro l’avventura, sfidando la sorte con lesole armi del coraggio e della giovinezza.L’autrice si sofferma spesso sulla gravitàdella vita, assegnando un ruolo specialealla bellezza diffusa nella natura, vistacome una presenza originata per di-spensare armonia ed alleggerire il pesodella normale quotidianità. Nel roman-

zo, le tribolazioni del vivere, stemperatee alleggerite dall’incedere del creato cherimanda a mondi più alti, al sublime eall’infinito, si configurano come un sotti-le tracciato per riappropriarsi delle pro-prie facoltà e superare le ansie che affio-rano dall’inconscio. Il desiderio di Juandi uscire dal proprio mondo per esplora-re altri vissuti e per conoscere altre gentie altri costumi, rappresenta l’essenzastessa della natura umana, sempre desi-derosa di meravigliarsi e di stupirsi difronte al nuovo che avanza. L’eroe del ro-manzo, nel suo agire, trasmette trepida-zione e continue emozioni perché egliincarna le aspirazioni e i bisogni incon-sci o inespressi della gente di tutti i tem-pi e di ogni luogo, che da sempre aspiraad uscire da uno stato di continue insod-disfazioni. E quando anche gli orizzontidel futuro si allontanano, per un volereamaro del destino, che spesso si arroga ildiritto di governare perfino le aspirazionipiù nobili e naturali, anche Juan, da eroesconfitto, dovrà, come un novello Ulisse,rincominciare la sua corsa dal punto dipartenza, inchinandosi fino a terra perriprendere il fardello pesante delle anti-che consuetudini che aveva cercato diallontanare dalla sua vita. Solo dopo ilsuo rientro in paese egli potrà riprenderequel viaggio che lo proietta ancora unavolta sugli scenari della vita pur relegan-dolo in angoli ristretti dove però potràraggiungere, tra nuove inquietudini e an-goscianti attese, il fine vero della sua esi-stenza, che lo proietta in un nuovo futu-ro grazie alla nascita della figlia Viola.Ora però questo non è più un regredirenel passato, piuttosto un ritorno alle sueradici, un riprendersi i fili del proprio de-stino. Quel ritorno diventa così occasio-ne propizia per rinsaldare quei vincoliforti che legano ogni uomo alla sua terra.È questo, sembra suggerire Paola Abisnel romanzo Profumo di Viola, il modopiù concreto per riscoprire e perpetuarei valori identitari di una comunità.

A.C.

La fuga di Juan, eroe sconfittoCollinas.Presentato il romanzo di Paola Abis Profumo di Viola

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Domenica, 29 Aprile 2018 | 9OSSERVATORIO REGIONALE

I lavori pubblici tradizionalmentesono motore di sviluppo e occu-pazione. Aprire i cantieri è unimperativo categorico. Quando si

potrà cominciare a spendere le risorsea bilancio del Piano infrastrutture?Anche per tener conto di questa pecu-liarità è stato proposto dal precedenteassessore Paolo Maninchedda, e poivarato dal Consiglio Regionale, unPiano Straordinario di opere pubblichefinanziato con un apposito mutuodella Cassa Depositi e Prestiti di 700milioni di euro, di cui 560 milioniriguardanti opere di competenza del-l’Assessorato dei Lavori Pubblici percontribuire a colmare l’importante gapinfrastrutturale tra la Sardegna e le areepiù sviluppate della penisola, oltre cheper “frustare” un economia in prolun-gata fase di stagnazione se non direcessione. Per l’attuazione degli inter-venti programmati, sono stati datempo delegati Comuni, Province,Consorzi ed enti o organismi qualiAbbanoa, Enas e Area. Pur in presenzadi un quadro normativo non favorevolealla realizzazione tempestiva diun’opera pubblica, si stanno già verifi-cando ricadute positive conseguentiall’apertura dei cantieri. Infatti, delle371 opere programmate dall’Assesso-rato con il Piano infrastrutture, 102 sitrovano in una fase di attuazione com-presa tra la gara d’appalto e il collaudo,il loro valore complessivo è di oltre 50milioni di euro. Di queste sono 57 leopere collaudate e ultimate per unvalore complessivo di oltre 11 milioni e300 mila euro. Sul resto degliinterventi, a diversi livelli diavanzamento progettuale e procedu-rale, l’azione di accelerazione e dimonitoraggio dei nostri uffici ècostante.A che punto è il programma di spesedell’accordo Stato-Regione firmato aSassari il 29 luglio 2016.Sul “Patto per la Sardegna”, l’Assesso-rato ha programmato interventi percomplessivi 440 milioni di euro a valeresui Fondi di Sviluppo e Coesione desti-nati, in particolare, alla messa insicurezza o al completamento di dighe,ad interventi sui porti e sulla manuten-zione delle strade di competenza delleProvince e dei Comuni. Le risorsefinanziarie sono state già trasferite aglienti attuatori che stanno progettandogli interventi in tutta l’isola.Quando verrà istituito e si metterà allavoro l’Osservatorio per monitoraregli appalti delle Opere pubbliche inSardegna?La legge regionale 8 del 13 marzo 2018

sugli appalti, tra le nume-rose ed importanti novità,ridefinisce le funzionidell’Osservatorio regio-nale attribuendogli unaserie di competenze, trale quali quella di verifi-care lo stato di attuazionedegli appalti nellaRegione e restituire infor-mazioni essenziali per lacorretta politica degliinterventi nel settore è diparticolare rilievo. Lalegge è entrata in vigorelo scorso 14 aprile e,entro 90 giorni da questadata, la Giunta Regionaledovrà stabilire modalitàdi funzionamento, orga-nizzazione e dotazioneorganica dell’Osservato-rio.Il nostro territorio –Medio Campidano eMarmilla – fa i conti con unadisastrata e pericolosa rete stradale,che procura molte vittime e rende piùdifficile vivere in queste zone. Asses-sore può indicare quali interventi laRegione ha in animo per migliorare lasituazione. Entro quanto tempo?La rete stradale del Medio Campidano,al pari di quella degli altri territoridella regione, sconta purtroppo unacondizione annosa di mancata manu-tenzione e di scarsità di investimenti. Icitati finanziamenti hanno tra i loroobiettivi anche questa tipologia diinterventi; oltre 6.200.000 euro delFondo di sviluppo e coesione FSC2014-2020 - che finanzia il Patto - sonodestinati infatti alla Provincia del SudSardegna e circa 4,5 milioni a quella diOristano, dove ricadono i territori inargomento. A questo si aggiungono lesomme destinate ai Comuni e alleassociazioni dei Comuni con il PianoStraordinario prima citato, quali, adesempio, i 5 milioni di euro del mutuoper la messa in sicurezza della statale197 (Guspini, San Gavino, Sanluri) edella messa in sicurezza dei ponti sulleprovinciali SP69 E SP63 di accessoall’abitato di Pabillonis. Interventi ana-loghi sono stati stanziati per il comunedi Gonnosfanadiga e le Unioni deiComuni della Marmilla e dell’Alta Mar-milla, l’Unione dei Comuni del MedioCampidano e per interventi di manu-tenzione nei Comuni di Villacidro,Guspini, Serramanna, Gonnosfanadigae Arbus.Se gli interventi nel settore edile met-tono in movimento 16 comparti

produttivi, può dare qualche speranzadi lavoro alle imprese del nostro terri-torio indicando opere e cantieri diprossima apertura?Le opere e i cantieri di prossima aper-tura sono numerosi, dislocati in tutto ilterritorio regionale riguardano un’am-pia gamma di tipologie, dall’idricofognario all’edilizia, sino alla viabilità.Spesso, come ho già detto, l’avvio deilavori non risponde ai criteri di rapi-dità che desideriamo e auspichiamo.Numerosi fattori, quali la realizzazionedelle progettazioni, l’acquisizione dipareri e nulla osta e le procedure digara rendono lento e farraginoso l’av-vio delle opere, purtroppo anche diquelle sottoposte alla gestione delcommissario per l’emergenza idrogeo-logica, curate dall’Assessorato, che, perdefinizione, dovrebbero godere di unasorta di corsia preferenziale!L’importante è non rassegnarsi alla ste-rile constatazione delle difficoltà ma,invece, adoperarsi quotidianamente,con ottimismo, per modificare in posi-tivo gli scenari. Sindacati e imprese dicono che lavoriper 2 miliardi e 400 milioni di eurosono pronti a decollare. È vero?Se si sommano i lavori in capo allaRegione, alle Province, ad Abbanoa,Enas, Area ed all’Anas che, in Sardegnadispone di un importantissimo porta-foglio, la somma è di gran lungasuperiore a 2 miliardi e 400 milioniindicati nella domanda. L’ottimismo acui prima ho fatto cenno dovrebbeindurmi a condividere la definizione di“pronti a decollare”.La consapevolezza della situazione miporta a dire che questa definizione nonvale per tutto il ventaglio di opere pro-

grammate e da realizzare. So però chetutti i nostri sforzi convergono versol’obiettivo di rendere plausibile almenol’espressione “di prossimo avvio”.L’Anas è una risorsa o una palla alpiede per la Sardegna?L’operato dell’Anas in Sardegna èoggetto di forte dialettica politica.L’Anas che per missione operativa edistituto dovrebbe essere una risorsanon mette tuttavia in campo organiz-zazione, risorse umane e diligenzaall’altezza delle necessità della Sarde-gna e dell’imponente portafoglio operedi cui dispone. Non posso non consta-tare che l’importanza strategica dimolte delle opere e le attese ricaduteoccupazionali nell’attuale contesto disofferenza esigono dinamicità e capa-cità di presidio che,nell’organizzazione complessiva del-l’azienda, non si riscontrano.Manca un anno alla fine della legisla-tura regionale. Per quale operavorrebbe fosse ricordata la sua pre-senza alla guida dell’Assessorato deiLL. PP.?Ritengo che non sia più tempo di cele-brare le opere o le inaugurazioni dicantieri, è piuttosto il tempo di favoriree accelerare quei processi legislativi eorganizzativi che consentano alla pub-blica amministrazione di dare risposteche i cittadini e imprese si aspettanonel campo delle opere e delleinfrastrutture pubbliche e per i quali gliassessori che si sono avvicendati nellaguida dell’Assessorato dei Lavori Pub-blici si sono adoperati, comel’approvazione della nuova legge sugliappalti, quella sul servizio idrico inte-grato e sull’autorità idraulica.

Mario Girau

Intervista all’Assessore Edoardo Balzarini.Con il Piano straordinario di opere pubbliche, previstiinterventi di manutenzione nei comuni di Villacidro, Guspini, Serramanna, Gonnosfanadiga e Arbus

LL.PP. c’è posto anche per la Marmilla

I n Giunta dal 21 giugno 2017, è l’assessoretecnico scelto dal Presidente FrancescoPigliaru per continuare il lavoro di Paolo

Maninchedda, dimissionario, responsabiledall’inizio della legislatura dell’Assessoratodei Lavori Pubblici, di cui Edoardo Balzariniera direttore generale. Nato nel 1953, laurea in ingegneria civileall’Università di Cagliari, Funzionario primadel Genio Civile, quindi dell’AssessoratoLL.PP. dove ha svolto gran parte della suacarriera dirigenziale fino alla direzione generale, Balzarini è stato ancheAmministratore Unico di Esaf dal 2003 al 2004 e per tre anni (2006-2009) hapresieduto il Consiglio di Amministrazione del Gestore unico del Servizio idrico

Il tecnico

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10 | Domenica, 29 Aprile 2018 OSSERVATORIO REGIONALE

I sardi “vogliono bene” alle loro case ealle loro tasche. E quanto sia importan-te per loro avere abitazioni moderne,sane, meno dispendiose e ben arredate

lo dimostrano i dati degli interventi relativialle ristrutturazioni edilizie, al risparmioenergetico e all’acquisto di arredi, dichiara-ti al fisco nel 2016, le cui detrazioni sarannorestituite nell’arco dei prossimi 10 anni.Secondo il dossier “Agevolazioni fiscali che interessa-no la filiera della casa in Sardegna”, realizzato dal-l’Osservatorio per le Micro e Piccole Imprese diConfartigianato Imprese Sardegna, che ha analizza-to i dati del 2016 del MEF-Dipartimento delle Finan-ze, nell’Isola la fruizione dei due sgravi è cresciuta inmodo considerevole dai 42 milioni di euro del 2011,passando per 78 del 2015, fino ad arrivare agli attuali93, ultimo dato disponibile relativo alle dichiara-zioni dei redditi 2017. “In Sardegna crediamo semprepiù nella casa come bene fondamentale, da curare,tutelare e far crescere – afferma Giacomo Meloni,Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna –ciò ha consentito, in questi anni di crisi, sia di riquali-ficare una parte considerevole di patrimonio abitati-vo, sia di dare una boccata d’ossigeno a costruttori,impiantisti, produttori e installatori d’infissi, inge-gneri, geometri e a tutto l’indotto”. Tra le agevolazionifiscali concesse alle persone fisiche hanno una gran-

de rilevanza – dopo quelle relative alle spese sanita-rie – le detrazioni relative alla “filiera della casa”.Nelle dichiarazioni fiscali dei sardi relative al 2016 sicontano 175 mila detrazioni sulla casa, pari al 16,7%del totale delle detrazioni, per un ammontare di 93milioni di euro, pari al 5,5% dell’ammontare totale.Le detrazioni più richieste sono quelle connesse agliinterventi di recupero del patrimonio edilizio (ri-strutturazioni)che ammontano a 74 milioni di euro,pari al 79,9% dell’ammontare delle detrazioni che in-teressano la filiera della casa e al 4,4% dell’ammonta-re del totale delle detrazioni. Le detrazioni connessea interventi per l’efficientamento energetico am-montano a 15 milioni di euro, pari al 16,5% delle de-trazioni che interessano la filiera della casa e allo0,9% dell’ammontare del totale delle detrazioni. Ledetrazioni per l’arredo di immobili ristrutturati,che interessano esclusivamente il comparto dell’ar-redamento, ammontano nell’anno a 3 milioni dieuro, pari al 3,7% dell’ammontare delle detrazioni

che interessano la filiera della casa ed allo 0,2% del-l’ammontare del totale delle detrazioni. Dall’analisidi lungo periodo (2012-2017) dei dati relativi alle de-trazioni relative al recupero del patrimonio edilizio eal risparmio energetico che interessano la filiera del-la casa, si osserva che in Sardegna nell’ultimo annoper il recupero patrimonio edilizio, sia per il numerodi contribuenti che per l’ammontare dell’importo indetrazione, vengono raggiunti valori più elevati ri-spetto a quelli registrati nei 5 anni precedenti. Per ledetrazioni connesse a interventi per l’efficientamen-to energetico, nel 2017, viene raggiunto il numeropiù elevato di contribuenti ma non il valore più altodell’ammontare delle detrazioni, il cui picco massi-mo nei sei anni esaminati è stato raggiunto nel 2016(26 milioni). Dalle dichiarazioni 2017, emerge quindiche sull’Isola è aumentato il numero di detrazioniper il recupero del patrimonio edilizio e per il rispar-mio energetico dell’11,1% ma è diminuita la spesadetratta da questi sostenuta del 2,1%.

Sardi, innamorati della propria casa

EDILIZIA

Nelle dichiarazioni fiscali relative al 2016 si contano175 mila detrazioni sulla casa, pari al 16,7% del totale

I rappresentanti degli Enti Localihanno espresso forte apprezzamentoper LavoRas, sottolineando la corret-

tezza dell’impostazione e la condivisionedel percorso, che dà fiducia e rispondealle aspettative dei Comuni. PIGLIARU - “LavoRas è la nostra rispostaa una ripresa che è ancora troppo lenta,e questo vale non solo per la Sardegnama per tutto il Paese, soprattutto al Sud.Quando il mercato non sostiene con suf-

ficiente vigore la creazione di lavoro, la ricetta è quella che ci ha insegnatoKeynes: il lavoro va creato anche con l’intervento pubblico”, ha dichiarato ilpresidente Francesco Pigliaru. “I cantieri di lavoro previsti e finanziati daLavoRas sono esattamente questo: la creazione di nuova occupazione subitosu progetti mirati, che dunque avranno effetti permanenti con larealizzazione di servizi di cui le comunità avevano bisogno e che saranno unvantaggio per tutti. Grazie all’impegno di molti e con l’essenziale protagoni-smo dei Comuni - prosegue il Presidente - il percorso sta andando avanti infretta ed efficacemente: la firma di oggi, che definisce i dettagli, dimostra cheinsieme si è lavorato bene, ed è un ottimo esempio di collaborazione tra Isti-tuzioni che hanno come unico obiettivo aiutare chi ha sofferto e stasoffrendo di più la crisi”. PACI - “Il percorso di LavoRas è stato fortemente condiviso con le partisociali, economiche e istituzionali oltre che con il Consiglio regionale”, haricordato Paci. “Abbiamo fatto decine di incontri per raggiungere il migliorrisultato possibile, accogliendo suggerimenti e integrazioni, perché ognunadelle parti ha portato il suo importante contributo. Abbiamo corso molto,lavorato su questo Piano ogni singolo giorno e ora bisogna continuare a cor-rere per capitalizzare al massimo tutti gli sforzi che sono stati fatti: puntiamosu procedure snelle e rapide, e siamo sicuri che anche i Comuni sarannopronti, perché c’è grande voglia di ripartire e far ripartire la nostra regione.LavoRas è una risposta seria e concreta all’emergenza lavoro in Sardegna”,conclude Paci. “E, insieme ai 45milioni del Reis e alle politiche di program-mazione territoriale, è una occasione straordinaria per uscire

definitivamente dalla crisi”. FINANZIAMENTO E TIPOLOGIE DICANTIERI - I 45 milioni destinati ai can-tieri di LavoRas sono di provenienza Fsce Fse. Un primo anticipo, pari al 30%dell’importo complessivo, sarà erogatodalla Regione al momento della firmadella convenzione di approvazione delprogetto fra Comune interessato, Aspal eInsar. Una seconda quota, il 50%, verràstanziata all’apertura di cantieri (dunqueal momento dell’assunzione dei disoccu-pati), il restante 20% a saldo dopo larendicontazione finale. Sei le tipologie dicantieri previste: ambiente, compresi ilitorali e le aree umide, e dissesto idro-geologico; beni culturali e archeologici;edilizia; reti idriche; valorizzazioneattrattori culturali; patrimonio pubblicoed efficientamento delle procedurecomunali. ERRIU - “Questo programma straordina-rio – sottolinea l’assessore degli Entilocali Cristiano Erriu – riattiva i cantiericomunali per l’occupazione. I Comunisardi sono abituati da tempo a darerisposte ai tanti fabbisogni e alle richiestedi lavoro dei cittadini. Da oggi sarà possi-

bile farlo anche attraverso i cantieri inno-vativi inseriti nel Catalogo, cherispondono a una domanda di occupa-zione e consentono ai Comuni stessi dirisolvere alcune criticità amministrative:digitalizzazione di documenti, gestionedegli archivi, attività legate all’archeolo-gia e alla sistemazione del territorio. Saràpossibile sviluppare la micro-imprendi-torialità locale e, in una certa misura,contenere lo spopolamento delle zoneinterne. I progetti potranno essere pre-sentati anche in forma partecipata,all’interno di una o più Unioni di Comunioppure in una porzione di un singolo ter-ritorio”. UN PROGRAMMA STRAORDINARIO -Con LavoRas, che oltre ai cantieri con-tiene la parte dei bonus occupazionali, laGiunta conta di ridurre il tasso di disoc-cupazione di circa un punto percentuale,a condizioni stabili, e di dare lavoro com-plessivamente a oltre diecimila persone.Oltre ai 128 milioni per il 2018, il Pianostanzia 70 milioni ciascuno per il 2019 e il2020, soldi e politiche che farannoaumentare ulteriormente il numero deglioccupati.

Lavoras si partecon i cantierida 45 milioniPigliaru: “Nuova occupazione subito su progetti mirati,che avranno effetti permanenti con la realizzazione di servizi di cui le comunità avevano bisogno”

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Domenica, 29 Aprile 2018 | 11OSSERVATORIO REGIONALE

B asteranno 10 mesi aisardi per disamorar-si del M5S, che sem-bra il vincitore an-

nunciato delle prossime ele-zioni regionali?Argomento non semplice daaffrontare in due parole. Alleultime elezioni politiche ita-liane si è assistito a una ribel-lione pianificata nel Nord Ita-lia dal mondo finanziario mi-lanese e realizzata al Sud. Piùo meno lo stesso schemadell’Unità d’Italia; c’è da pen-sarci, non crede? Noi Sardi ab-biamo una grande vocazioneper le ribellioni, meno per lerivoluzioni. La differenza stain questo. Il ribelle ha chiarez-za della sua infelicità e del suodisagio, ma non dei suoi inte-ressi, per cui non individuabene i suoi veri avversari epunisce chiunque tenti di fer-marlo. In genere ogni ribellio-ne si conclude dopo un po’con una nuova sottomissione.Pensi che gli stessi sardi cheguidarono la cacciata dei Pie-montesi nel 1794, accolsero ilre in fuga da Napoleone, stac-carono i cavalli dalla carrozzareale e portarono il sovrano aforza di gambe e braccia finoal palazzo di Castello. Dopoun po’ alcuni finirono in gale-ra, altri fecero carriera all’om-bra del re, secondo il mottoclassico del conformismostrategico: viva chi vince. Se invece i Sardi alle prossimeelezioni regionali ragioneran-no sui loro interessi, sulla lororicchezza e sui loro diritti, allo-ra si assumeranno in primapersona le loro responsabilitàe non affideranno se stessi aun partito italiano, ma pro-muoveranno una grande, paci-fica, legale rivoluzione civileche dia loro i poteri e la re-sponsabilità necessari per di-fendere i loro interessi, chesono diversi da quelli italiani –si pensi ai trasporti, al latte, allavoro, all’istruzione -, i lorodiritti e i loro legittimi desideri.Tra un Pd in crisi – irreversi-bile? - e un M5S troppo Grillodipendente e il PSD’Az cheha sposato Salvini, potrebbeessere l’ora del Partito deiSardi?I Partiti sono strumenti, nonobiettivi. Il problema è se èl’ora dei Sardi, l’ora della co-scienza che i Sardi hanno disé. Abbiamo consapevolezza

Intervista.Paolo Maninchedda: “Il Partito dei Sardi è un detonatore legale, pacifico di una grande rivoluzione civile e culturale, fondata sulla responsabilità”

in Sardegna un nuovo G.M.Angioy ovviamente inerme,armato solamente di pro-grammi e progetti, ma anchedi consenso?Perché dovrebbe nascere unnuovo G.M. Angioy candidatoad essere tradito dai sardi?Abbiamo sempre bisogno dimartiri? Noi stiamo costruen-do una coscienza di popolo.Se riusciremo a far muovere lasocietà sarda, faremo unavera rivoluzione gandhianaperché non chiederemo aiSardi di affidarsi a un eroe, madi fidarsi di se stessi. Bisognacostruire coscienza e coesio-ne. Mai più divisi.La principale battaglia deiSardi è il riconoscimento delprincipio d’insularità? Oppu-re ce ne sono altre priorita-rie. Quali?Il riconoscimento dell’insula-rità è solo uno dei contenutidi una nuova politica, ma haavuto il merito di scardinare iconfini tra centrodestra e cen-trosinistra in Sardegna. Queiconfini sono stati superati etravolti, perché estranei allaSardegna. Ma la principalebattaglia è quella sugli inte-ressi dei sardi. Noi siamo imaggiori produttori di latteovino d’Europa. L’Italia è pre-valentemente un produttoredi latte vaccino. Noi siamo

produttori di oli d’oliva e divini di alta qualità; l’Italia tu-tela nell’interscambio conl’estero (Canada e Cina) l’olioe il vino veneti. Noi abbiamoil più importante porto pas-seggeri d’Italia (Olbia), mal’Italia privilegia Genova, Li-vorno, Napoli ecc. Noi abbia-mo due aeroporti, Olbia e Ca-gliari, che hanno tutte le ca-ratteristiche per essere aero-porti di rango europeo e inve-ce sono costretti a gravitare suMilano e Roma. Noi siamouna regione rurale con piùdella metà dei paesi con unapopolazione che sta intornoai mille abitanti e l’Italia ciimpone di fare scuole da 400alunni, per cui la Sardegna ru-rale sta perdendo il sistemascolastico. Il sistema sanitarioitaliano è pensato per le areeurbane, non per una popola-zione di un milione e seicen-tomila abitanti sparsa su24000 chilometri quadrati.Potrei continuare, ma credosia sufficiente per dire chequesto è essenziale per la Sar-degna: avere coscienza che isuoi interessi nazionali sonoin competizione con quelliitaliani.Lei è ottimista e dice: “Anchenoi Sardi ce la faremo. L’im-portante è non cadere nellatrappola di chi ci indica ogni

giorno in un altro sardo ilnostro nemico”.È una questione antica. A par-tire dalla dominazione arago-nese e fino ai Savoia, la Sarde-gna è stata privata dei suoifattori di coesione, cioè dellaconsapevolezza dell’unità deipropri interessi che è data aicittadini dall’appartenere auno stato proprio. Il re co-stantemente estraneo ha resoestraneo un senso profondodi comune appartenenza, so-stituito da un frainteso senti-mento di fedeltà alla corona.Il re, dunque, come fattore diunità dei sardi, e i sardi traloro impegnati in eterne lotteintestine e gli interessi nazio-nali dei sardi abbandonati ase stessi. Noi dobbiamo averechiaro in testa che il confinedi difesa dei nostri diritti e deinostri interessi non è dentrola Sardegna, ma tra la Sarde-gna e i poteri che la subordi-nano.

Anticipi il programma concui il suo partito dei Sardi sipresenterà agli elettori perle regionali?Più diritti, più libertà, piùpoteri, più ricchezzaprodotta per la Sardegna.È tentato di andare da soloalle prossime regionali?Non mi passa neanche per latesta. Noi lavoriamo a uniretutti i sardi, superando stec-cati veramente usurati e dan-nosi per gli interessi dei sardi.Tracci un profilo del pros-simo Presidente dellaRegione. Quali caratteristi-che ritiene debba avere?Deve saper risolvereproblemi, deve saper rappre-sentare diritti e prospettive,deve avere in testa unagrande visione della Sarde-gna, non deve odiarenessuno, deve essere un soli-darista convinto: ci si salvatutti insieme

Mario Girau

che apparteniamo a un siste-ma di interessi, di bisogni, didiritti, di beni, di memorie edi prospettive coeso, tenutoinsieme da un discorso unita-rio che attraversa i secoli? Sesarà l’ora di questa coscienza,allora apparirà anche la re-sponsabilità politica capacedi interpretarla, cioè non ac-cadrà che chiederemo ad altridi fare ciò che dobbiamo farenoi. Il Partito dei Sardi è que-sto: è un detonatore legale,pacifico di una grande rivolu-zione civile e culturale fonda-ta sulla responsabilità.In questi giorni Lei sta alzan-do i toni della polemica poli-tica e annuncia la rivolta deiPaesi della Sardegna a parti-re da Ottana e con chi ci sta.È pronto anche a togliere labandiera del suo partito daquesta che lei chiama “possi-bile rivoluzione civile”. Qualepotrebbe essere la bandierache unisce. Insomma c’è oggi

La coscienza di essere un popolo

Consapevolezza diappartenere a unsistema di interessi, di diritti, di memoriee di prospettive?

Il programma:Più diritti, più libertà,più poteri, piùricchezza prodottaper la Sardegna

P aolo Maninchedda, 57 anni, professore ordinariodi Filologia romanza nell’università di Cagliari. Lasua ricerca – sintetizzabile in 34 pubblicazioni -

si è svolta prevalentemente nell’ambito della letteratu-ra francese e provenzale medievale; degli studi dante-schi, di linguistica sarda; letteratura catalana; teoria estoria della critica letteraria; critica del testo. Manin-chedda all’insegnamento, prima nelle scuole superiori e successiva-mente universitario, ha accompagnato un forte impegno sociale epolitico, che lo ha portato ad assumere rilevanti responsabilità siadentro i partiti sia nelle istituzioni: consigliere regionale nella XIII eXIV legislatura, presidente delle Commissioni Permanenti Autonomiae Bilancio. Ultimo incarico, lasciato poco meno di un anno fa, alla

guida dell’Assessorato regionale dei Lavori Pubblici ca-ratterizzato da un forte rivendicazionismo nei confrontidel Governo italiano e dell’ANAS.Leader del PDS, in queste settimane si è reso promotoree anche protagonista della direzione del partito dei sar-di a Ottana aperta a tutti, e dedicata alla crisi dell’areaindustriale. Maninchedda propone uno scatto di reni daparte del popolo sardo – ma devono cominciare sindaci,consiglieri regionali, uomini di cultura – per rimettere

in discussione e costruire su nuove basi il rapporto tra Stato e Sarde-gna. Dal 1948 a oggi Roma ha tirato e lasciato andare, a suo esclusi-vo arbitrio e piacimento, le redini sul collo dei sardi. Le redini devo-no scomparire. Per farlo la prima iniziativa è “convocare – ha dettoPaolo Maninchedda - la Costituente sociale della Sardegna, per chie-dere i poteri per combattere la nostra infelicità”.

Filologo e politico

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12 | Domenica, 29 Aprile 2018 OSSERVATORIO REGIONALE

T arcisio Agus, ex-consigliereregionale, è il nuovopresidente del ParcoGeominerario Storico

Ambientale della Sardegna. Il Ministero dell’Ambiente, col decretodel 14 aprile 2018, ha pure nominato ilrelativo Consiglio direttivo, compostoda 8 membri, in rappresentanza deivari Enti partecipanti al Parco e diprovata capacità professionale. IlParco assume, così, la pienezza del suoruolo, dopo 20 anni dalla firma dellaCarta di Cagliari, che istituival’organismo Parco consortile.In un comunicato stampa ilpresidente Agus scrive, tra l’altro:“L’approvazione del Piano di Gestionedei siti minerari pone le basi per leinfrastrutturazioni territoriali eregionali della rete del ParcoGeominerario Storico ed Ambientale

della Sardegna. Con uninvestimento di oltre unmilione di euro si avvial’apertura sistematica e

l’armonizzazione di tutti i siti insotterraneo quali: Miniera di Serbariu- Carbonia (già operativo); Miniera diRosas, Galleria Santa Barbara - Narcao(già operativo); Porto Flavia - Iglesias(già operativo); Galleria Henry -Buggerru (già operativo); Miniera diMonteponi, Galleria Villamarina -Iglesias (imminente apertura);Miniera di Montevecchio, GalleriaAnglo Sarda - Guspini (imminenteapertura); Miniera di FuntanaRaminosa - Gadoni (imminenteapertura); Miniera di Sos Enattos -Lula (imminente apertura).Ciascuno custodisce significativetestimonianze dell’evoluzionegeologica della Sardegna, svelandonela formazione e la storia in strettaconnessione con quella più estesa earticolata dei geositi diffusi sull’interaisola. L’interazione tra il sottosuolo ed

il suolo isolano consente di conosceremeglio la storia geologica della nostraisola considerata, in virtù degli studipiù recenti, il primo lembo emersodell’Europa continentale”. Ilcomunicato esamina la situazione eprospettive dei diversi siti.“La riapertura di “Sos Enattos” a Lula,afferma, consentirà di mettere in retee promuovere una parte dalla reteregionale, tanto richiamata nelleraccomandazioni formulate dalla ReteGeoparks Unesco. L’isola è un’unicaarea parco e la miniera di Sos Enattos,come il resto delle miniere, fungerà dacatalizzatore nell’area del nord estdella Sardegna...Altrettanto potrebbe dirsi, stando alNord Sardegna, della Miniera diOlmedo, attualmente in attesa di unrilancio ma con la presenza deiminatori che la tengono in vita e chepotrebbero predisporre nei suoi trattipiù antichi un interessante percorsosotterraneo.La promozione dei sottosuoli e delle

Parco Geominerario. Nominati il nuovo Presidente, Tarcisio Agus,e il Consiglio Direttivo

Memoriageologicadell’Isola

miniere che questi primi interventifavorisce, concorrerà a rievocare evalorizzare la storia e le vicende degliuomini, delle donne e dei bambini cheun tempo vi lavorarono. La loro opera edil loro sacrificio, a partire dalla metà delXIX secolo, hanno contribuitoall’evoluzione economica e sociale dellecomunità coinvolte le quali, per quantosolidamente legate alla cultura agro-pastorale, avviarono un interessanteprocesso antropologico di cui ancora siconservano evidenti ed importantitracce.Dal Nord al Sud dell’isola questi nostriluoghi, con il loro straordinariopatrimonio naturalistico, storico,minerario e geologico, devono essereriscoperti, tutelati e valorizzati. È dunquenecessaria un’azione costante diconoscenza, informazione ecoinvolgimento delle comunità localiaffinché la storia e le tradizioni dei luoghisi conservino nel tempo.In una società sempre più globalizzata lastoria politica, economica e sociale dellanostra Isola, la sua geologia, la suanatura, nella loro originalità, possonocostituire un forte motivo di interesse ecuriosità che ci permetterà diinterloquire con il resto del mondo. IlParco Geominerario è decisamenteorientato in tale direzione, in strettorapporto e sinergia con la RegioneAutonoma della Sardegna ed i Comuni.Sarà infine necessario perseguire ilcoinvolgimento del mondodell’imprenditoria privata, la quale potràessere invitata ad investire sulpatrimonio minerario dismesso, creandole condizioni di uno sviluppo endogenopienamente in sintonia con le lineeguida della “Carta di Cagliari”, di cuiquest’anno celebriamo il ventennale”.“Nuovo Cammino” augura al PresidenteAgus e alla grande famiglia del Parco unrinnovato slancio di programmazione edi realizzazioni puntuali per il bene ditutto il territorio del Parco geominerario.

P.F.

Non ancora riconosciuta l’area di crisi

I l Medio Campidano, nono-stante le precarie condizionieconomiche e sociali, non è

stata ancora riconosciuta areadi crisi complessa, nonostantel’emendamento apportato al-l’articolo n. 5 della legge nazio-nale di stabilità del 2016. A taleriguardo, con un ‘interrogazionerivolta al Presidente della GiuntaRegionale, proposta dal Consi-gliere regionale Rossella Pinna,depositata il 19 aprile 2018 esottoscritta dal Gruppo del Par-tito Democratico, è stata ripro-posta all’attenzione della politicaregionale la grave situazione so-cio-economica del Medio Cam-pidano. Al Presidente è statochiesto di conoscere quali svi-luppi hanno fatto seguito alledisposizioni di legge approvateall’unanimità dal Consiglio Re-gionale e frutto di un emenda-

mento di sintesi tra due propostedel Partito Democratico e diForza Italia. Come disposto, in-fatti, dall’articolo 5 della leggedi stabilità del 2016, “è istituital’area di crisi coincidente con ilterritorio dell’ex-Provincia delMedio Campidano e della Pro-vincia di Oristano, nell’ambitodella programmazione territo-riale di cui alla strategia 5.8 delProgramma regionale di svilup-po 2014-2019. Al fine di crearecondizioni di maggior equilibrioterritoriale e favorire processidi crescita economica, produt-tiva e occupazionale, sono av-viati progetti di sviluppo locale,anche attraverso l’attuazione el’impiego di risorse aggiuntive”.La norma prevede inoltre, entronovanta giorni dall’entrata invigore della legge, che la GiuntaRegionale “verifica la sussistenza

dei requisiti per il riconosci-mento delle aree di crisi indu-striale e crisi industriale com-plessa di aree industriali com-prese nell’ambito territoriale delMedio Campidano e di Orista-no”. “Ad oggi, si legge nel docu-mento, a distanza di due annidall’approvazione della legge,non risultano pervenute comu-nicazioni in merito all’adozionedei provvedimenti previsti dallanorma. La situazione fotografatada vari istituti di ricerca demo-scopica e di statistica, nonchédalla Caritas, prosegue l’onore-vole Rossella Pinna, continua aconfermare il Medio Campidanocome un territorio particolar-mente colpito dalla crisi eco-nomica, con il tasso del 71,7 percento l’incidenza dei Neet, ra-gazzi che non studiano, non la-vorano e non seguono corsi diformazione, la più elevata inSardegna rispetto al resto del-l’Italia”. “Il Medio Campidano,precisa in una nota stampal’onorevole Pinna, vuole rifiutarela maglia nera della Provinciapiù povera d’Italia ed è per que-sto che, rilevando l’urgente ne-cessità di una sollecita presa diposizione, chiamiamo a raccoltai Sindaci, le Organizzazioni Sin-dacali, le forze politiche, le im-prese e le Associazioni per aprireuna vertenza forte per il MedioCampidano, che riparta dallerisposte attese dalla Giunta Re-gionale sull’istituzione dell’areadi crisi. Un’urgenza imposta dal-la crisi, ha concluso l’onorevoleRossella Pinna, che rende ne-cessaria un’accelerazione deitempi di attuazione, secondo ledisposizioni di legge, per con-sentire così, prima possibile,l’avvio della transizione versonuovi modelli di sviluppo delterritorio”. Sergio Concas

Medio Campidano sempre la solita storia

I l vicepresidente della Regione Raffaele Paci ha incontrato una dele-gazione di lavoratori ex-Keller in una sala del Comune di San Gavi-no Monreale, a margine di un incontro di programmazione territo-

riale. Insieme a Paci, i consiglieri regionali Rossella Pinna (nella foto),Alessandro Collu e Gianni Lampis, rappresentanti sindacali, sindaci eassessori locali. L’incontro è stato chiesto dagli stessi lavoratori che, inquesto momento, non ricevono più gli ammortizzatori sociali. “È un dovere essere qui, ascoltarvi e fare un ragionamento sul futurocon voi e i rappresentanti delterritorio”, ha detto Paci.“Questa della Keller è unapartita che stanno seguendodirettamente gli assessoridell’Industria e del Lavoroche hanno le competenzespecifiche, ma anche la Presi-denza segue quotidianamen-te la vertenza. Ci sono duestrade di intervento: una èquella di dare una rispostanell’immediato alle famigliesenza reddito visto che nonci sono più gli ammortizzato-ri, l’altra è quella di monito-rare le proposte degli acqui-renti. E in questo la Regione èpresente e segue da vi-cino l’evolversi dellasituazione. Sempreall’interno delle rego-le, però: voglio ricor-dare che non possia-mo dare soldi senza ri-spettare le legittimeprocedure, perché poidopo due mesi l’Euro-pa ce li richiede. Ades-so aspettiamo di vede-re come va il bandoche scade il prossimo29 aprile: se entroquella data non ci sa-ranno manifestazionid’interesse, cerchere-mo di individuare esuperare insieme al

Consorzio industriale eventuali diffi-coltà di quel bando. Se invece le ma-nifestazioni d’interesse ci saranno,allora immediatamente la Giunta siimpegnerà a trovare incentivi all’in-terno di una procedura negoziale incui sarà coinvolto anche il Ministerodello Sviluppo Economico, per ac-compagnare l’investitore in un pro-cesso di rilancio. Riferirò subito diquesto incontro al Presidente e agliassessori competenti - ha concluso ilvicepresidente Paci - in modo chepossano continuare a seguire questavicenda e provare a risolverla al piùpresto”.

Manifestazione d’interesseentro il prossimo 29 aprile

I lavoratori della Keller incontrano il vice Presidente della RAS

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Domenica, 29 Aprile 2018 | 13ATTUALITÀ

Sardegna Vinitaly 2018.40 i premi conquistati dalle 97 cantine isolane.Assessore Caria: “Ora al lavoro per rafforzare la rete tra imprese”

L a 52esima edizione del Vinitaly si è chiusa con unbilancio molto positivo per le cantine sarde presentialla prestigiosa esposizione internazionale del Vero-nafiere: 40 premi conquistati sui 601 assegnati alle

eccellenze vitivinicole mondiali, in concorso per il catalogo5StarWines dove si è espressa una giuria di esperti di altissimolivello. Un ulteriore riconoscimento è andato a un’etichettaselezionata in una categoria speciale. La rassegna si eraaperta domenica con un ottimo risultato per la Sardegna: laconquista del premio di miglior vino in assoluto portato acasa dalla Vernaccia del 2004 di Silvio Carta, storico pro-duttore della cantina di Baratili San Pietro, in provincia diOristano, rinomata anche per i distillati. Nello stesso giornoanche la consegna, da parte dell’assessore dell’AgricolturaPier Luigi Caria, del “Premio Angelo Betti”, con la MedagliaCangrande 2018, all’enologo Piero Cella titolare della CantinaQuartomoro di Sardegna, con sede ad Arborea. La premia-zione dei Benemeriti della Viticoltura italiana è un ricono-scimento, nato nel 1973, che ogni assessore regionale del-l’Agricoltura consegna tutti gli anni alla figura che si è parti-

colarmente distinta per aver valorizzato e pro-mosso la cultura vitivinicola della sua regione.L’assessore all’Agricoltura Pierluigi Caria in unasua dichiarazione: “Le 97 cantine sarde, di cui72 ospitate nel Padiglione della Collettiva re-gionale, hanno rappresentato uno spaccato delcomparto produttivo isolano di cui andare fieri.Imprese dinamiche che si affacciano sui mercatinazionali ed esteri con vini di elevata qualità che raccontanotradizioni e specificità dei diversi territori della Sardegna”.Così l’assessore Caria che ha aggiunto: “Il prossimo meseconvocheremo in assessorato i rappresentanti dei Consigli diamministrazione delle cantine e con loro cercheremo di co-struire un progetto di promozione che metta in rete le nostreaziende. Dobbiamo fare massa critica sulle nostre produzioni.La concorrenza mondiale è fortissima e possiamo sfidarlasolo facendo sistema”. Lo stesso Caria il terzo giorno dellaVinitaly in occasione del prestigioso concorso Grenachesdu Monde 2018 tenutosi a Gandesa, in Spagna dal 12 al 14aprile e dedicato ai Canonau di tutto il mondo ha consegnato

ben 21 medaglie d’oro e 4 d’argento ad altrettanti produttorisardi. La quarta e ultima giornata del Vinitaly 2018 si èchiusa con l’appuntamento: “La Sardegna dei Territori: IlBovale di Mogoro, del Mandrolisai, della Marmilla e di Dor-gali”, a cui è seguita una tavola rotonda con Dario Cappelloni,Doctorwine, Giuseppe Carrus, del Gambero Rosso, e PierPaolo Fiori, dell’Agenzia Agris Sardegna. L’incontro è quindiproseguito con una degustazione guidata di 4 vini accom-pagnati da prodotti tipici della tradizione agroalimentaresarda. Le produzioni di eccellenza. In Sardegna sono presenti15 Indicazioni Geografiche Tipiche e 18 Denominazionid’Origine tra cui una DOCG: il Vermentino di Gallura.

I 4 Mori brindano in coppa

S i è tenuto al teatro Electra diIglesias, dal 26 al 28 aprile, il 4°Congresso internazionale delCentro Studi SEA. Il simposio

di studi storici e sociali, organizzato inoccasione del ventennale della fonda-zione del Centro (1998-2018), ha il ti-tolo “Legami socio-economici,culturali e religiosi tra Europa medi-terranea e America Latina in età mo-derna e contemporanea” e ha vistoriuniti nella città mineraria una tren-tina di studiosi e ricercatori prove-

nienti da università e centridi ricerca della Sardegna edel resto d’Italia, oltre che diSpagna, Francia, Colombia,Cile e Uruguay.

Il programma del Congresso si articolain due sessioni e un seminario. La prima sessione di giovedì 26 aprile,è stata dedicata a “Chiesa e societànelle aree europee dell’Impero di Spa-gna e Portogallo e nell’America spa-gnola e portoghese in età moderna econtemporanea”, con coordinatoriGiampaolo Atzei (Centro Studi SEA),Carolina Cabezas Cáceres (Rivista«Ciencias de la Documentación» -Cile) e Manuela Garau (Centro StudiSEA). La seconda sessione si è tenuta

venerdì 27 aprile sul tema “Nuovistudi e ricerche d’archivio sull’emigra-zione dal bacino del Mediterraneo al-l’America Latina nei secoli XIX e XX”,coordinatori Annamaria Baldussi(Università di Cagliari), Martino Contu(Centro Studi SEA) e Maria CristinaSecci (Università di Cagliari). Com-pleta il programma il seminario di sa-bato 28 aprile, “Miniere dismesse eriqualificazione ambientale. Un con-fronto tra Sardegna e Cile”, coordinatoda Tarcisio Agus (Parco GeominerarioStorico ed Ambientale della Sarde-gna), Maria Grazia Cugusi (CentroStudi SEA) e Giuseppe Doneddu (Uni-versità di Sassari).I temi oggetto del Congresso ripercor-

Iglesias. Congresso internazionale tra Mediterraneo e America Latina

Legamiculturalitra i popoli

rono gli obiettivi di ricerca perseguiti dalCentro Studi SEA nei suoi vent’anni divita. Il Centro Studi sulla Sardegna e suirapporti storici, culturali, sociali ed eco-nomici con l’Europa e l’America Latinafu costituito il 15 dicembre 1998 a Villaci-dro da un gruppo di giovani ricercatoriattivi tra l’Iglesiente e il Campidano. Dal2015 è associato a CLACSO (Consejo La-tinoamericano de Ciencias Sociales),membro dell’UNESCO, diventando laprima istituzione italiana, con codiceClacso IT001, a far parte della prestigiosaistituzione internazionale operante nelcampo delle scienze sociali. Dal 2002 al 2018, il Centro di ricerche diVillacidro ha pubblicato oltre 60 lavoriscientifici in volume, dei quali 52 sonocontributi dati alle stampe con la propriaCasa Editrice denominata “Centro StudiSEA”. Dal 2011, pubblica la rivista scienti-fica digitale, peer review, open access“Ammentu”, nata in memoria del socioDon Giovannino Pinna, prematura-mente scomparso nel gennaio di quellostesso anno. Riconosciuta dal MIUR, dal2014 è pubblicata in collaborazione conle Edizioni Aipsa di Cagliari. È consulta-bile su www.centrostudisea/ammentu.Il Congresso si è tenuto con il patrociniodel Consorzio del Parco GeominerarioStorico e Ambientale della Sardegna, delComune di Iglesias e dell’Ufficio per leComunicazioni Sociali della Diocesi diIglesias. Hanno offerto il loro patrocinioanche l’Università degli Studi di Cagliari,l’assessorato del lavoro, formazione pro-fessionale, cooperazione e sicurezza so-ciale della Regione Sardegna,l’ambasciata dell’Uruguay in Italia, l’As-sociazione Mineraria Sarda, più altri entidi ricerca e organismi internazionali, eu-ropei e latino-americani.

I l mese di aprile rappresenta, per tuttele Associazioni con esercizio fiscalecoincidente con l’anno solare (01

gennaio/31 dicembre), il mese entro ilquale occorre convocare l’assembleaordinaria dei soci per l’approvazione delbilancio (o rendiconto economicofinanziario).Ricordiamo quali sono gli adempimentida rispettare per questa importantescadenza.Innanzitutto, occorre verificare nelproprio statuto il termine entro il quale ilPresidente deve convocar l’assemblea e lemodalità di convocazione.In merito alle modalità di convocazionedegli aventi diritto, oltre alle diffuse“affissione in bacheca, lettera ecc”., èopportuno adempiere alla convocazionein modo che questa risulta “tracciata”(email) e poterla conservare agli atti.Un altro aspetto certamente importante è

quello di convocare i soli associati.In presenza di minori, occorrerà inoltreverificare nello statuto se il genitoreesercente la patria potestà abbia o menoil diritto di intervento e di voto inassemblea: dovremo pertanto convocaresolo coloro che abbiano tali diritti.Occorrerà verificare se lo statuto prevedasia la prima convocazione che laseconda: in tale caso, nell’avviso diconvocazione andranno indicateentrambe le convocazioni, prestandoaltresì attenzione ad eventuali obblighi didate oppure orariL’ordine del giorno dovrà contenere,oltre al punto sull’approvazione delrendiconto, anche eventuali ulteriorimaterie poste all’attenzionedell’assemblea.Durante l’assemblea è consigliabileistituire il foglio presenze (lista dei socicon nome e cognome), al fine di

raccogliere le firme deipresenti.La verbalizzazione dovràavvenire il più possibile inmodo conforme al realeandamento della riunione,verbalizzando eventualiinterventi significativi elasciando tracciadell’eventuale dibattito. È assolutamentesconsigliabile redigere iverbali identici a quelli deglianni precedentiSi ricorda che il rendicontoed il relativo verbale di approvazionedevono essere portati a conoscenza ditutti gli associati (art. 148, co. 8, lett. e)T.U.I.R.: può pertanto essere pubblicatonel sito dell’a.s.d., oppure inviato viamail, oppure essere tenuto a disposizionedegli associati presso la sede.

Infine, ricordiamo che il rendiconto deveessere predisposto prima dal ConsiglioDirettivo, che ne approverà il contenutocon redazione del verbale e chenell’occasione stabilisca la data in cuiconvocare l’assemblea.

Mario Farci

Entro aprile assembleadei soci per gliadempimentifiscali delle Società sportive

Il CSI: l’obbligo societario di approvare il bilancio

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“L a disoccupazione è trop-pa. Allora che si cerchi inSardegna si essere piùcreativi, di non aspettarsi

nulla dall’alto. Oramai il tempo degli in-terventi dall’esterno è finito. Però – diceBecciu - chi ha la responsabilità dellacosa pubblica deve sentire questo im-pegno a cercare di cambiare una situa-zione difficile per il popolo sardo”. Aquasi un migliaio di preti che in ogniparte dell’isola sono impegnati nelleparrocchie, Becciu – nella sua lezione

condotta sul filo rosso di do-cumenti conciliari, esortazioniapostoliche, insegnamenti diFrancesco - indica lo stile pa-storale: “Avere l’odore dellepecore”. Un formula di succes-so sacerdotale annunciata da

Papa Francesco in una delle primeomelie in San Pietro. “È una frase – diceil Sostituto della Segreteria di Stato - cheha fatto successo. Significa preti chestanno con le gente, si preoccupano deiloro problemi e delle loro fedeltà allaChiesa al Vangelo. Seminario regionale 90 anni di storianon solo della chiesa, ma anche dellasocietà sarda.Tutti noi dobbiamo tutto al seminariosardo. Se si pensa a quante generazionidi preti sono passate in 90 anni: prima a

Cuglieri poi a Cagliari. Sacerdoti forma-ti, che si sono dedicati al loro popolo efedeli ministero e sono stati trasmettito-ri di valori, anche per la società sarda.Il Papa parla di carrierismo, mondanitàspirituale. Si rivolge alla Chiesa univer-sale, ma anche nella chiesa sarda qual-cuno potrebbe sentirsi attratto da que-sta tentazione.I preti sardi li conosco, ma non cosìbene da poterli giudicare. Ma il richia-mo del Papa è rivolto a tutti, anche ame, per essere più evangelici, a prende-re sul serio l’invito di Cristo. Prima di es-sere prete devo essere suo seguace nelmettere in pratica i valori del Vangelo. E tra questi c’è il taglio con quello chepuò essere o apparire mondanità, peressere disponibili solo all’esigenza dellaChiesa.

Segue da pagina 1 Intervista al Sostituto dellaSegreteria di Statodella Santa Sede

Alla scuoladi PapaFrancesco

La Sardità nel lavoro di Sostituto della Se-greteria di Stato, vicino al Papa“Non posso tradire le mie origine, i valoridella Sardegna ricevuti in famiglia, in par-rocchia, in paese. L’amore alla chiesa, lafranchezza, l’onestà. La testardaggine nelportare avanti le cose belle”Un anno da pioniere nel lontano 1971/72Eravamo giovani, entusiasti, abbiamo af-frontato con allegria, forse oggi si direbbecon incoscienza, quel trasferimento im-provvisato da Cuglieri a Cagliari andando avivere da accampati in un’ala del semina-rio diocesano. Un trasferimento accolto eaccettato con gioia perché vedevamo utileil passaggio da un paesino bellissimo, Cu-glieri, a una città dove le opportunità dicrescita spirituali e culturali erano sicura-mente maggiori.Ricordi ?“Certamente qui a Cagliari la memoria dimons. Alberti, gli animatori, giovani pretiquasi improvvisati per questo sevizio. Altrobel ricordo di Cuglieri la riconoscenza per iGesuiti, per la loro cultura, la loro forma-zione. È stata grande e la si valorizza anco-ra di più a distanza di tempo, con loro hoamato la Chiesa”. N.C.

14 | Domenica, 29 Aprile 2018 CHIESA SARDA

M olto incisivo e pertinente l’intervento di mons. Becciu,che ha colto alcuni punti nodali, che appaiono moltopertinenti e interessanti. Intanto l’invito a saper vivere

i tempi attuali con spirito positivo. Lo stile lamentoso di chivede che i tempi attuali non sono più quelli di una volta, non èproduttivo e non risponde all’urgenza della missione dellaevangelizzazione. Forte il suo richiamo: questo è il mondo in cuisono stato posto come testimone del Vangelo. E questo mondoDio lo ama. Così deve amarlo il prete, offrendo il suo servizio mi-nisteriale di evangelizzatore, senza chiudersi in nostalgici sche-mi di un mondo che non esiste più. Senza cedere alla tentazione

di chiudersi in recinti determinati dallapaura di ciò che sta fuori. Alla paura del“fuori”, dice mons. Becciu, il Papa con-trappone la Chiesa in uscita, libera dallapaura e animata dalla speranza e dal-l’amore di Dio. In questo quadro mons.Becciu mette in guardia nei confronti delrischio del clericalismo, che tenta non po-chi preti. Altre indicazioni ha offertomons. Becciu, che qui possiamo solo rias-sumere schematicamente. Ha sottolineatoil carattere comunionale e sinodale delministero sacerdotale. Appartiene al-l’identità stessa del presbiterio la sua ap-

partenenza al presbiterio intorno e in co-munione con il Vescovo. Il vivere e il lavo-rare dentro una dinamica comunionalenon risponde solo ad un criterio di funzio-nalità. Egli stesso ammette che talvolta silavora meglio da soli. Ma ne va del voltostesso di Chiesa, che è essenzialmente co-munione. Vari possono essere i modi divita che esprimono comunione tra preti.Essi non sono religiosi, ma questo non liesime dal cercare modi e tempi di condivi-sione di vita, nell’attività pastorale e nel-le relazioni personali.

Don Nico Massa

La Chiesa sardaSegue da pagina 1

U na giornata per celebrare lacomune appartenenza all’istitutoformativo del clero sardo. Si ècelebrata giovedì scorso la seconda

Giornata degli ex-allievi del Seminarioregionale, con ospite il Sostituto dellaSegreteria di Stato, l’arcivescovo sardomons. Angelo Becciu. Ad aprire i lavori unincontro nell’Aula Magna del Seminario, allapresenza della quasi totalità dell’episcopato isolano,di una nutrita delegazione del clero sardo e deiseminaristi, che stanno portando avanti il percorsoverso l’ordinazione presbiterale. Nell’introduzione ilrettore, don Antonio Mura, ha ricordato come lagiornata sia stata concepita come un momento nelquale i membri di una stessa famiglia, la Chiesasarda, si ritrovano, in nome della comuneappartenenza, in quello spirito di comunionepresbiterale che Papa Francesco ha indicatonell’udienza privata dello scorso 17 febbraio,concessa ai seminaristi e all’equipe educativa,guidata dal rettore Mura e alla presenza dei Vescovisardi. Nel suo saluto, in qualità di presidente dellaConferenza episcopale sarda, mons. Arrigo Miglio haricordato come già dagli anni ‘90 la stessa strutturadel Seminario fosse stata pensata e realizzata in unospirito di condivisione tra l’episcopato isolano, pervenire meglio incontro alle necessità di chi si prepara

al presbiterato. Centrale la relazione di mons. Becciuche, nel tracciare il profilo del presbitero alla luce delmagistero di Francesco, ha richiamato alcuniconcetti fondamentali: la misericordia, la comunionepresbiterale e l’esercizio del ministero sacerdotale alservizio del popolo affidato. «Non si può – ha affermato Becciu – pensare ad unprete che non viva in comunione con il propriovescovo e con i confratelli. Dopo l’ordinazionesacerdotale ciascuno di noi è chiamato a vivere indialogo con i sacerdoti della diocesi e con il Pastoreche la guida. Non esistono, ha detto più volte il Papa, preti chevivono in solitudine, senza alcun rapporto o conscambi sporadici con i confratelli. Allo stesso modo siamo chiamati ad andar incontroalla gente, a farci prossimi con i più deboli, quellisenza lavoro, senza dignità, che vivono ai margini».L’ invito di Francesco è a stare tra la gente perascoltare e condividere insieme a loro le fatiche

quotidiane». Un accenno poi alle difficoltà che ilclero vive oggi. «La nostra – ha detto ancora il presule– è una società nella quale le dinamiche sonocambiate, dove i valori e le modalità che semprel’hanno caratterizzata non ci sono più». Da qui la necessità di orientare l’azione pastoraletenendo conto delle mutate condizioni sociali, in unaprospettiva di accoglienza, con la quale scongiurarel’atteggiamento di lontananza verso la stessa società.Nella Messa, presieduta nella Cappella del Seminario,mons. Becciu durante l’omelia ha ricordato come laliturgia della Parola richiamasse il diaconato e quindiil servizio che ciascuno dei consacrati è chiamato amettere in pratica nel suo ministero.«Il servizio – ha detto il Sostituto di Segreteria – è ciòche siamo stati chiamati a realizzare. Francesco ci ha detto di andare incontro alle personeperché è questo che i fedeli si aspettano: preti capacidi ascoltare».

Roberto Comparetti

Becciu: “Preti di servizioe capaci di ascoltare”

Pontificio Seminario Regionale

Orientare l’azionepastorale tenendo contodelle mutate condizionisociali, in una prospettivadi accoglienza

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Domenica, 29 Aprile 2018 | 15CHIESA

L a Conferenza Episcopale Sarda, tramite l’uffi-cio per l’Educazione, la Scuola e l’Università,la cui delega è affidata a mons. Antonello

Mura, vescovo di Lanusei, e il coordinamento alprof. Attilio Mastino, organizza per il 7 maggioprossimo, con inizio alle ore 10.00 un incontro re-gionale sul tema: “Scuola paritaria cattolica: daproblema a risorsa per la Sardegna”. Al Convegno,al quale sono state invitati tutti i gestori delle no-stre scuole, parteciperà l’assessore regionale on.Giuseppe Dessena, delegato per la Pubblica Istru-zione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo eSport. Sarà presente anche mons. Arrigo Miglio,

presidente della Conferenza Episcopale Sarda, emons. Ignazio Sanna. L’incontro offrirà l’occasioneper un’analisi delle problematiche presenti nellenostre scuole paritarie, nella ricerca di soluzioniche traggano ispirazione da un rinnovato impegnoeducativo che ci contraddistingue. Ricordandoquanto in questi anni la vita stessa delle nostrescuole è stata influenzata dalle decisioni politichee sociali. E sarà importante ribadirlo e farci ascol-tare, in un clima costruttivo e fruttuoso.L’incontro si svolgerà presso il Centro di spirituali-tà delle suore Giuseppine a Donigala Fenughedu(Oristano).

zz  Organizzato dalla CES il 7 maggio a Donigala

Le scuole paritarie cattoliche incontrano l’assessore Dessena

Oristano.Presentata la manifestazione promossa, dall’1 al 13 maggio 2018,dalla Società San Paolo, dalle Figlie di San Paolo e dalla Chiesa arborense

L’ Arcidiocesi di Oristano ospi-terà, dal 1 al 13 maggio2018, la tredicesima edizio-ne del Festival della Comu-

nicazione, promosso dalla SocietàSan Paolo e dalle Figlie di San Paolo.Il Festival della Comunicazione, natonel 2006, è un evento di carattere na-zionale che viene organizzato ognianno in una diocesi diversa per coin-volgere tutta la Chiesa italiana edesaltare le risorse che ogni territoriopuò offrire, attraverso l’intervento dioperatori dell’informazione di ambi-to cattolico e laico, di pastori e teolo-gi, studiosi di mass media e animato-ri, con la duplice chiave della rifles-sione e della concretezza per mostra-

re a cosa può dar luogo l’impegno deicredenti nell’ambito comunicativoIl tema dell’edizione 2018 è lo stessodella Giornata Mondiale delle Comu-nicazioni Sociali, proposto da PapaFrancesco: Fake news e giornalismodi pace.Il Festival della Comunicazione, riccodi eventi, si aprirà il 1° maggio con ilpellegrinaggio dal santuario marianodel Rimedio a quello di Bonarcadoorganizzato dai giovani, e si conclu-derà il 13 maggio con la solenne con-celebrazione presieduta da Mons.Giovanni D’Ercole, Presidente dellaCommissione Episcopale della CEIper la Cultura e le Comunicazioni So-ciali.

Nel corso del programma sono previ-sti un dialogo di Mons. Sanna con ilteologo Vito Mancuso sul tema “veri-tà e libertà”, la testimonianza di donMaurizio Patriciello sulla Terra deiFuochi e l’informazione di pace, ilmonologo di Giacomo Poretti dal ti-tolo “Le notizie nascono sotto i cavo-li, diverse tavole rotonde sulle nuovefrontiere del giornalismo, le relazionifamiliari nell’era delle reti digitali, ilgiornalismo e le bufale, una serata disostegno alla ricerca sulla SLA con latestimonianza di chi è capace di co-municare oltre ogni barriera, unagiornata sportiva per i più piccoli,mostre, concerti, spettacoli teatrali eincontri nelle scuole.

Festival della Comunicazione

M essa in “limba” al via, quasiper intero. L’occasione tra lepiù solenni, pubbliche,istituzionali: “Sa Die de Sa

Sardigna” in occasione del 70.modell’approvazione dello Statutospeciale. Nella cattedrale di Cagliari, lacelebrazione presieduta da monsignorAngelo Becciu, con canti d’ingresso,Atu de penitentzia, oremus, gloria,liturgia de sa paraula, Evangeliu,professioni de fidi, Ritus de sacomunioni, Angioni donau de Deus,Ritus a sa essida, tutti in linguacampidanese o logudorese. Solamentela preghiera eucaristica in italiano.“Questa celebrazione – dice mons.Arrigo Miglio, presidente dei Vescovisardi – è un unicum che avviene con lacondivisione di tutti gli interessati.Tutto deve avvenire nella reciprocaserenità”.Questa modalità celebrativa è statadecisa dalla Conferenza EpiscopaleSarda lo scorso 17 aprile.“I Vescovi sono fortemente convinti –scrive monsignor Sebastiano

Sanguinetti, segretario della CES - checultura, identità e lingua sonofortemente collegati e interdipendentifra di loro. Anche la trasmissione dellafede, la preghiera e la liturgia, perciò,possono trovare nuova linfa e vigoredall’essere espressi e tramandati nellapropria lingua madre” A tal fine la Conferenza episcopalesarda ha ultimamente accelerato l’iternecessario per arrivare alla stesura ealla richiesta di approvazione “adexperimentum” da parte della SantaSede di una decina di formulari, comeprevisto dalle leggi canoniche. “Questomateriale, al quale sta lavorando ilgruppo di lavoro “Prego in Sardu”, nonè ancora pronto. Appena lo sarà –dicono i vescovi - e dopo un’attentalettura dell’apposita Commissione

della CES, dell’assemblea dellaConferenza Episcopale Sarda, e daquesta sarà inoltrato alla Santa Sedeper la dovuta approvazione.Se gli uomini della “FondatzioneSardinia” e di “Preghinsardu”,coordinati da Salvatore Cubeddu, da30 anni sostenitori di “sa missa inlimba “, se avranno la pazienza diadeguarsi al percorso indicato daivescovi isolani, è possibile che l’annoventuro la messa di “Sa Die” siacelebrata totalmente nelle varianticampidanese e logudorese.Don Antonio Pinna è il motore dellatraduzione in lingua sarda della messafatta direttamente dal testo latino. “Ilsardo – dice il sacerdote docente di

Sacra Scrittura nella Pontificia FacoltàTeologica della Sardegna - non serve anoi per far apostolato, ma perchè Diofinchè non parla anche in “limba” nonha rivelato tutto il suo messaggio al suopopolo che vive in Sardegna”.Franco Siddi, consigliered’amministrazione Rai, si è battutoperché la televisione di statodocumentasse una tappa importantedel recupero, da parte dell’isola, dellapropria identità linguistica e culturale,“Ma il successo di questa importanteiniziativa, forse una vera e proprialotta, dipende – dice l’ex segretarionazionale FNSI - dalla volontà dei sardie dei responsabili delle istituzioniregionali”. M.G.

La Messa in limbamuove i primi passi

Per Sa Die de Sa Sardignaa Cagliari

Tutta la celebrazione in campidanese/logudorese,fatta eccezione per la Preghiera Eucaristica

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16 | Domenica, 29 Aprile 2018 CHIESA

Q uesto il tema tratto dal capitolo 9 del van-gelo di Matteo che ha guidato il 62° Conve-gno Nazionale Missionario dei seminaristi,svoltosi a Padova dal 12 al 15 aprile scorsi.

Anche le Chiese Sarde, rappresentate da 12 seminari-sti appartenenti al gruppo di animazione missionariae dall’assistente don Carlo Rotondo, ha dato il suocontributo e la sua testimonianza di fede condivisainsieme ad altri 170 giovani provenienti dai SeminariMaggiori d’Italia, dal Collegio Urbano di Roma e dalSeminario di Scutari (Albania). Sotto lo sguardo be-nevolo di Sant’Antonio, accolti dall’equipe formativae dai seminaristi di Padova, siamo stati invitati a ri-flettere sul dono e la responsabilità della “missione”,cercando di fare nostro lo sguardo di Gesù sull’uomoe sulla sua storia: sguardo di compassione per unamesse abbondante di 7,5 miliardi di persone. Diversitestimoni, laici e consacrati, sono intervenuti percondividere le gioie e le speranze, i dolori e le ango-sce di una Chiesa che vuole essere missionaria. Essici hanno fatto riflettere sulle sfide che il mondo at-tuale presenta e sulla risposta che la Chiesa è chia-mata a dare. Dalle condivisioni nei gruppi di lavoro èemerso che non può esistere azione esterna efficacesenza contemplazione interiore (cfr. Von Balthasar).Questa contemplazione è la relazione con il Signoreche ci ha chiamati, al quale chiediamo di darci il suosguardo, per poter guardare tutte le strade con i suoi

occhi, poiché non c’è strada del mondo dove non siapossibile incontrarlo. È necessario tornare alla com-passione di Gesù: essa prima che virtù morale è atti-tudine esistenziale, un vivere con–passione,condividendo tutto con il Maestro. Compassione èavere lo sguardo proteso all’altro, alle bellezze ed alleprofessionalità del mondo. In questo la formazioneseminaristica deve mirare a farci appassionare almondo ad extra, a farci incarnare sempre più in unamesse che grida forte. La missione non ha comeobiettivo principale particolari terre o contesti so-ciali: essenzialmente è appello alle coscienze doveDio aspetta l’uomo per parlare con lui. Per questo motivo, come seminaristi che si prepa-rano al sacerdozio, non possiamo dimenticare che laprima forma di compassione è nella preghiera di in-tercessione per il popolo, dolce e grave responsabi-lità nei confronti della messe: ilseminarista/sacerdote è uomo della messe, scelto trala messe, per la messe. Queste e altre riflessioni ci

hanno accompagnato durante il convegno, permet-tendoci, nel confronto con altri giovani in cammino,di apprezzare la formazione che riceviamo e di por-tare nel nostro seminario la freschezza e la novità diuna Chiesa che respira a pieni polmoni, anche oltre inostri confini geografici.Ringraziamo i Centri Missionari Diocesani e l’equipeformativa del Seminario per aver sostenuto e inco-raggiato l’iniziativa, permettendoci di partecipare alConvegno per formarci e formare i nostri compagni,stringere relazioni, rincontrare amici. Soprattutto ci èstata data la possibilità di costruire ponti di preghierache ci collegano spiritualmente a tutti i seminaristi. A noi e a tutti l’augurio di essere preti con–passione,che suscitino negli altri la domanda stupita: “ma chiglielo fa fare?”, e così, poterci rincontrare un giornonel Regno dei Cieli e raccontarci le meraviglied’Amore che Dio ha compiuto attraverso il nostroMinistero.

Andrea Martis

I seminaristi dinanzi alla “messe”con occhi di com-passione

Padova.Al Convegno Nazionale Missionario

Portare la freschezza e la novità di una Chiesa che respira a pieni polmoni,oltre i confini geografici

O gni anno, nella IV domenica diPasqua caratterizzata dall’im-magine evangelica di CristoBuon Pastore, la Chiesa cele-

bra la Giornata Mondiale di preghieraper le vocazioni. Questa è stata istituita55 anni fa, per stimolare il popolo cri-stiano a rispondere con generosità al-l’invito di Gesù di pregare il Padronedella messe affinché mandi operainell’abbondante messe del mondo. Talerichiesta è sempre valida, ma la Chiesaci invita a farlo comunitariamente inquesta domenica di Pasqua, special-mente nella celebrazione festiva. Infat-ti, è attorno all’Eucaristia che si fa espe-rienza vera e vitale del Risorto. Il BuonPastore è Colui che ama fino a dare lasua vita: Egli è il Crocifisso-Risorto daimorti, ed è il Vivente che accompagnala Chiesa lungo il cammino e gli eventidella storia. Questa sua presenza si rea-lizza in tante modalità e si esprime an-che nel continuo appello a seguirlo neidiversi stati di vita.Ciascun credente si sente chiamato dalSignore a scoprire il proprio posto nellasocietà e nella Chiesa. La Giornata cheabbiamo appena celebrato, lo scorso 22aprile, assume una notevole importan-za perché inserita in vista del prossimoSinodo del Vescovi che ha come tema “Igiovani, la fede e il discernimento voca-zionale”. In tale prospettiva la Chiesaitaliana ha scelto, come richiamo bibli-co, “Dammi un cuore che ascolta” (1Re3,9), seguendo la stessa richiesta che Sa-lomone ha rivolto a Dio. Al centro del-l’intera riflessione c’è l’ascolto. Non èpossibile rispondere alla Vocazione(=chiamata) se non ci si dispone in unserio e profondo atteggiamento diascolto. A tal proposito Papa Francesco

ha scritto nel suo Messaggio per questa55ma Giornata. “La chiamata del Signo-re non ha l’evidenza di una delle tantecose che possiamo sentire, vedere o toc-care nella nostra esperienza quotidiana.Dio viene in modo silenzioso e discreto,senza imporsi alla nostra libertà”.Il Papa richiama la necessità dell’ascol-to perché si possa percepire il “sussur-ro” di Dio che oggi, come sempre, conti-nua a chiamare e inviare. Da ricercareanzitutto nel cuore, cioè nel proprio in-timo. Il Santo Padre aggiunge che “nonsiamo immersi nel caso, né trascinati dauna serie di eventi disordinati, ma, alcontrario, la nostra vita e la nostra pre-senza nel mondo sono frutto di una vo-cazione divina! Anche in questi nostritempi inquieti, il Mistero dell’Incarna-zione ci ricorda che Dio sempre ci vieneincontro ed è il Dio-con-noi, che passalungo le strade talvolta polverose della

nostra vita e, cogliendo la nostra strug-gente nostalgia di amore e di felicità, cichiama alla gioia. Nella diversità e nellaspecificità di ogni vocazione, personaleed ecclesiale, si tratta di ascoltare, di-scernere e vivere questa Parola che cichiama dall’alto e che, mentre ci per-mette di far fruttare i nostri talenti, cirende anche strumenti di salvezza nelmondo e ci orienta alla pienezza dellafelicità”. Il Pontefice incentra la sua ri-flessione attorno all’ascolto, al discerni-mento e al vivere la chiamata di Dio. Suciascuno di questi aspetti si soffermaportando avanti la sua considerazione eprendendo in esame l’esperienza diGesù alla sinagoga di Nazareth all’iniziodel suo ministero pubblico. Ascoltare –Discernere – Vivere sono i tre verbi chemettono in evidenza, nel messaggio pa-pale, la relazione tra chiamata e rispo-sta. Altro motivo di riflessione e pre-

ghiera è dato dall’evidente scarsità nu-merica del clero, anche nella nostradiocesi, che desta un’umana e naturalepreoccupazione, ma allo stesso tempointerpella Pastori e fedeli, nei singoli enelle comunità. Se, come si è detto, ilSignore continua a scegliere e chiama-re, allora bisogna domandarsi comemai sono così scarse, rispetto a nonmolto tempo fa, le adesioni al suo ap-pello. La coscienza di questa realtà nondeve provocare un inutile scoraggia-mento, ma deve alimentare l’azionepastorale, a favore delle vocazioni, so-stenuta dalla preghiera. Allo stessotempo appare necessario rafforzare latestimonianza fedele e gioiosa da partedei Ministri Sacri. Di fronte alla pubblicizzazione, spessonegativa, della vita del prete o dei con-sacrati, va contrapposto il valore dellavita ministeriale spesa quotidianamen-te. È necessario rivolgere l’attenzione albene seminato silenziosamente nel mi-nistero dei consacrati. Esso è spesso na-scosto, non attira l’applauso del mondoe non fa clamore. È più salutare perchérisponde alla logica del Regno di Dioche non viene in modo da attirare l’at-tenzione. I nostri limiti ci ricordano chela messe non è nostra ma è di Dio e cifanno ritenere “servi inutili”. Siamo in-coraggiati anche dalle parole conclusivedel messaggio del Santo Padre: “Il Si-gnore chiama ancora a vivere con Lui eandare dietro a Lui in una relazione dispeciale vicinanza, al suo diretto servi-zio. E se ci fa capire che ci chiama a con-sacrarci totalmente al suo Regno, nondobbiamo avere paura! È bello – ed èuna grande grazia – essere interamente eper sempre consacrati a Dio e al serviziodei fratelli. Il Signore continua oggi achiamare a seguirlo. Non dobbiamoaspettare di essere perfetti per rispondereil nostro generoso “eccomi”, né spaven-tarci dei nostri limiti e dei nostri peccati,ma accogliere con cuore aperto la vocedel Signore. Ascoltarla, discernere la no-stra missione personale nella Chiesa enel mondo, e infine viverla nell’oggi cheDio ci dona”. Don Roberto Lai

Ascoltare, discernere, viverela chiamata del Signore

Celebrata, domenica 22 aprile, la 55aGiornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni

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Domenica, 29 Aprile 2018 | 17CHIESA

L e immagini che ritraggono Papa Francescopresso la tomba di don Tonino sono moltoevocative ed eloquenti. Non ci sarebbe biso-gno di aggiungere altro, tanto grande è il loro

valore simbolico. Tuttavia, non si può fare a meno diproporre una sintesi del discorso attraverso quattroparole usate dal Pontefice: la finestra, il grembiule,la fragranza, il tabernacolo. La prima parola, la fine-stra, indica la prospettiva fondamentale della missio-ne della Chiesa. Per Papa Francesco e per don Toninobisogna ripartire dagli ultimi; non dal centro, ma dal-la periferia, dalla “fine del mondo”. In questo senso, ilSud, da cui entrambi provengono, da territorio geo-grafico e ambiente di vita, diventa una categoria sim-bolica, un “luogo paradigmatico dove si manifestanogli stessi meccanismi perversi che, certamente inmodo più articolato, attanagliano tutti i Sud della ter-ra” (A.Bello, Il pentalogo della speranza, in Id., Scrittivari, interviste aggiunte, vol. VI, Mezzina Molfetta,2007, p. 252). In quanto terra di periferia, il Sud rap-presenta la particolare angolazione da cui guardare lastoria, non come luogo della subalternanza, macome luogo di liberazione e di riscatto. Si avverte “ilbisogno di uscire dalle vecchie aree dell’individuali-smo per aprirsi a orizzonti di comunione. C’èun’istintiva disponibilità all’accoglienza del diverso.Non per nulla il Mezzogiorno è divenuto crocevia pri-vilegiato delle culture mediterranee, vede moltipli-carsi al suo interno le esperienze di educazione alla

pace, si riscopre come spazio di fer-mentazione per le logiche dellanonviolenza attiva, avverte comecontrastanti con la sua vocazionenaturale i tentativi di militarizza-zione del territorio e vi si opponecon forte determinazione” (A.Bello,La profezia oltre la mafia, in Id.,Scritti di pace, vol. IV, Mezzina, Molfetta 1997, p. 280).La seconda parola, il grembiule, indica lo stile pasto-rale che deve animare la Chiesa nel suo andare incon-tro al mondo.Nel grandioso avvio della costituzionepastorale, Gaudium et spes, don Tonino scorge la vo-lontà della Chiesa di condividere le sorti del mondo(Cfr. A. Bello, Cirenei della gioia, in Id. Scritti mariani,lettere ai catechisti, visite pastorali, preghiere, vol. III,Mezzina, Molfetta 2014, pp. 228-230) senza creare“aneliti paralleli, ansie simmetriche, tensioni bilate-rali, attese diverse: da una parte quelle del mondo,dall’altra quelle della Chiesa. No! Le speranze univer-sali degli uomini sono le stesse coltivate dai credenti,anche se queste, giunte ai confini del tempo, sfonda-no il muro e si prolungano verso l’ulteriorità” (A. Bel-lo, Squilli di trombe e rintocchi di campane, in Id.,Scritti mariani, cit., p. 233). La terza parola, la fra-granza, richiama l’identità ecclesiale. Come vieneesplicitato in Gaudete et exsultate, pur rimanendo uncammino personale, l’identità cristiana ha sempreuna “dinamica popolare” (n. 6). Occorre cioè “profu-

mare di popolo”. Don Tonino ha sintetizzato il suoministero episcopale con queste parole: «Ho speri-mentato una grande passione per il popolo. Mi èsempre piaciuto stare in mezzo alla gente. Introdurrenel grande episcopio di Molfetta la gente che era di-seredata, senza casa, povera, non per smania di esibi-zionismo [….] mi sentivo a mio agio, mi sentivo piùin sintonia col mio ministero» (A. Bello, Chiesa diparte, Chiesa dei poveri, in Id., Scritti vari, interviste,aggiunte, cit., p. 508). La quarta parola, il tabernaco-lo, indica la via della santità. Per questo, a conclusio-ne del suo discorso, Papa Francesco ha insistito nelnon separare la preghiera dall’azione, ma ha messoin guardia dall’immergersi nel vortice delle faccendesenza piantarsi davanti al tabernacolo. Esattamentecome diceva don Tonino secondo il quale non si puòservire il “Signore del tabernacolo” senza servire il“tabernacolo del Signore” (A. Bello, Il tabernacolo delSignore. Ai piedi della croce, Ed Insieme, Terlizzi,(BA).2002, p. 20).

+Vito Angiuli, vescovo di Ugento-S. Maria di Leuca

Profumare di popoloPapa Francesco nei luoghi di don Tonino Bello

Il Vescovo di Molfetta ha sintetizzato il suo ministero conqueste parole: Mi è sempre piaciuto stare in mezzo alla gente

I l terzo capitolo dell’Enciclica “Lau-dato Sì” contiene i paragrafi 32-42e l’argomento che vi troviamo èquello estremamente attuale sulla

perdita di biodiversità e vi viene eviden-ziata con forza l’importanza per l’uomodi ogni specie in sé. La perdita di ognisingola specie taglia via la possibilità,per il futuro, di un possibile contributoper la crescita dell’Uomo, “non solo perl’alimentazione ma anche per la cura dimalattie e per molteplici servizi”. (32) Inqueste parole non è difficile vedervi unretto e luminoso concetto del mondoposto a servizio della crescita umana.“Le diverse specie contengono geni chepossono essere risorse chiave per rispon-dere in futuro a qualche necessitàumana o per risolvere qualcheproblema ambientale” (32) Pone in evi-denza il ruolo dell’ambiente con questeparole: “Per causa nostra migliaia dispecie non daranno gloria a Dio con laloro esistenza né potranno comunicarciil loro messaggio” (33) Al paragrafo 34 ilPapa osserva l’insufficienza dellacoscienza ecologica attuale e l’insuffi-cienza dell’intervento umano sullanatura che col fine di evitare dei danni,“…l’attività umana diventa onnipre-sente con tutti i rischi che questocomporta. Si viene a creare un circolo

vizioso in cui l’intervento dell’essereumano per risolvere una difficoltàmolte volte aggrava ulteriormente lasituazione… osservando il mondonotiamo che questo livello di interventoumano spesso a servizio della finanza edel consumismo in realtà fa sì che laterra in cui viviamo diventi meno riccae bella…e -infine- mentre lo sviluppodella tecnologia e delle offerte diconsumo continua ad avanzare senzalimiti”. Termina il paragrafo con leparole che sembrano emanare una lucenuova sulla precarietà estrema di unaparte della natura: È “L’Uomo che allafine sembra illudersi di poter sostituireuna bellezza irripetibile e non recupera-bile con un’altra creata da noi” (34).Come si fa a non comprenderel’enorme peso umano nella situazioneecologica contemporanea e nello stessotempo la grandezza, altrettantosublime, della dignità della PERSONAchiamata a svolgere la parte di custodedel Creato! Questi richiami sono sparsiqua e là nell’Enciclica. “La cura degliecosistemi richiede uno sguardo chevada al di là dell’immediato, perchéquando si cerca solo un profitto econo-mico rapido e facile, a nessuno interessaveramente la loro preservazione” (dellespecie) (36) Penso sia questo il terzo

punto più importante dell’Enciclica. Ilprimo già trattato nella parte introdut-tiva. Il secondo: l’Uomo è parte dellanatura anche se posto al suo vertice dalCreatore. Non posso trascurare il fattodella biodiversità che vista dal Papapone in massima evidenza ogni specie,anche quelle più insignificanti, inquanto potenzialmente finalizzate albene e alla salute dell’uomo attraversolo studio e la ricerca. Se è vero chel’uomo viene posto al vertice dellaNatura, è altrettanto vero che solo alcentro di essa può scoprire con stuporedi essere anche oggetto di attenzione epremura provvidenziale da parte dellanatura intera. Tutti i progressi fatti nellapreservazione dell’ambiente e delle suediversità, per quanto degni diattenzione e di plauso, vengono spessoa trovarsi in forte contrasto con precisepolitiche economiche mascherate daun ambientalismo infetto, “come il pro-getto di internazionalizzazione

dell’Amazzonia che servono solo agliinteressi economici dellemultinazionali” (Documento di Apare-cida, 86. 20.06.2007). Dopo aver parlatodiffusamente delle acque marine e deirischi reali che corrono le specie viventiin essi contenute, il Papa fa suo l’inter-rogativo contenuto nel documentodell’Episcopato Filippino pieno di unsinistro stupore: “Chi ha trasformato ilmeraviglioso mondo marino nei cimi-teri subacquei spogliati di vita e dicolore?” (Lettera pastorale Waht is Hap-pening to our Beautifull Land?28.01.1988) È necessario porre in evi-denza il paragrafo 42 per l’invito a“investire molto di più nella ricerca…Ogni territorio ha una responsabilitànella cura di questa famiglia per cuidovrebbe fare un accurato inventariodelle specie che ospita, in vista di svilup-pare programmi e strategie diprotezione…”.

Don Mario Ecca

Laudato Si’ (8)

Il mondo a serviziodella crescita umanaI progressi fatti nella preservazione dell’ambiente e delle suediversità per quanto degni di attenzione e di plauso vengonospesso a trovarsi in forte contrasto, con precise politicheeconomiche mascherate da un ambientalismo infetto

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18 | Domenica, 29 Aprile 2018 CHIESA

I l Papa Francesco, giovedì 1904.2018, ha nominato nuovo Ve-scovo di Sumbawanga (Tanza-

nia) il P. Beatus Christian Urassa,ALCP/OSS, già Superiore Provincialedel suo Istituto in Tanzania, dopola rinuncia al governo pastorale

della Diocesi, presen-tata da Mons. DamianKyaruzi.Il P. Beatus ChristianUrassa appartiene al-l’Istituto Apostolic LifeCommunity of Priests/Opus Sancti Spiritus(ALCP/OSS). Sacerdotidel medesimo Istituto,in questo momento,sono presenti anchenella nostra Diocesicon Padre Ernest Hen-ry Chiligwalwa (dal

2009, Amministratore delle Parroc-chie, intitolate a San Sebastiano, diGonnoscodina, Pompu e Siris) e conPadre Fidelis Assenga (Amministra-tore della Parrocchia di San Nicolòdi Simala, ma aveva già operato,come Vice-Parroco nella Parrocchia

di San Nicolò, a Guspini). Allo stessoIstituto missionario appartenevanoanche il Padre Emiliano Urassa (de-ceduto in seguito ad incidente stra-dale, appena rientrato in Tanzania),il Padre Pietro Makalla (scomparsorecentemente, per malattia) e il PadrePietro Ndekelia, che svolge il suoservizio pastorale in Germania. Nel periodo in cui era Superiore Pro-vinciale, il Padre Beatus ha visitatoalcune volte i Padri in missione inSardegna, dimostrando sempre di-sponibilità all’ascolto e qualità umanenon comuni, insieme con una efficacepreparazione culturale e spirituale.I lettori di Nuovo CamminopreganoDio, affinchè conceda al nuovo Ve-scovo copiosi frutti spirituali e possasvolgere la sua missione episcopalecon generosità e sollecitudine pa-storale. Italo Cuccu

Un Vescovo missionarioper la terra africana

C’ era una anche unarappresentanza diDecimoputzugiovedì scorso alla

«Prima sessione dell’inchiestadiocesana sull’eroicità dellevirtù del Servo di Dio, donAntonio Loi» in Seminarioregionale. Tutti ad ascoltarecome la Chiesa si accinga apresentare la figura di questogiovane sacerdote morto inodore di santità.Nato a Decimoputzu il 6dicembre del 1936, da genitoricontadini, Antonio Loi haavuto una immediata passioneper la Chiesa e per quantoaccadeva nella parrocchia,dove divenne subitoministrante di don Mameli.«Trascorreva il pomeriggio alavorare nei terreni di famiglia- scrive nella biografia ilpostulatore diocesano, donFabrizio Deidda - ma faceva ilpossibile per terminare intempo e poter assistere allafunzione mariana. Da ministrante aveva ilcarisma di attrarre anche altriragazzi un po’ refrattari allaChiesa».Il desiderio però era quello di

diventare sacerdote tanto chelo espresse in un tema a scuolacon il risultato di essere derisoda compagni e anchedall’insegnante. La cosa non loscoraggiò e piano piano si fecesempre più insistente lachiamata, tanto che alla finecon la famiglia e il parroco sipresentarono al Seminario diCagliari, dove però Antonionon fu accettato, vista lamancanza di un requisitofondamentale: avercompletato gli studi conl’esame di ammissione allascuola media. Un rifiuto chemise in crisi il giovanissimoaspirante sacerdote, fino aquando, grazie ad un amico difamiglia, si spalancarono leporte del Seminario di Iglesias:si preparò per l’esame diammissione che sostenne aCagliari nella sessioneautunnale. Dopo l’ammissioneal Seminario di Iglesias,Antonio visse nella massimaserenità la propria vita,conscio di aver realizzatol’aspirazione che coltivava finda bambino. Lungo ilcammino incontrò padreNicola Abbo, futuro apostolo

della Carità nel quartiere di IsMirrionis a Cagliari, grazie alquale consolidò la suadevozione mariana.Nel 1954 il giovane Antonioarrivò nel maestoso Seminariodi Cuglieri, dove eccelse oltreche per il profitto negli studi,nello sport e anche nel canto.Tre anni dopo la sorella Annalasciò la casa di famiglia perconsacrarsi come suora delSacro Cuore nel convento diVische, nei pressi di Torino.Sarà il carisma speciale dellapreghiera per la santificazionesacerdotale ad affascinare donAntonio, tanto che più voltefarà visita alle suoreintessendo profondi rapportidi amicizia con le religiose. Ilfascino della consacrazionetotale attirerà anche donAntonio e la manifesterà l’8dicembre del 1957. «Da quelmomento - scrive ancora ilpostulatore diocesano - la vitadi Antonio non fu più la stessa.Iniziarono i malesseri, i mal ditesta improvvisi, unastanchezza che prima di alloranon si era avvertita... Unanuova esperienza spiritualeentrò nella vita di don

Antonio: “il sacrificio” di uncorpo che andava piano pianodisfacendosi».Tuttavia il percorso verso ilsacerdozio proseguiva fino adarrivare nel dicembre del 1960all’accolitato. Qualche mesedopo però le condizioni siaggravarono: iniziò così unlungo peregrinare per ospedalie cliniche, con alcuniinterventi che però nonriuscirono a lenire la suasofferenza, fino alla diagnosidefinitiva: linfogranulomamaligno, che gli provocòl’impossibilità a rimanere inpiedi e l’utilizzo di un busto.Un viaggio a Lourdes consentìad Antonio di chiedere allaMadonna il dono delsacerdozio, che arriverà il 22settembre del 1963, con tantisacerdoti presenti alla primaMessa. Il male però faceva il suoinderogabile e terribile corso,per cui venne deciso untrasferimento a Roma per curepiù specifiche in un ospedalepiù attrezzato. Nel corso dellasua degenza don Antoniomostrò di avere qualcosa dispeciale «Anche il personale

medico e paramedico - scrivedon Fabrizio - considerava lastanza un luogo speciale, dovevedere non solo un semplicemalato ma qualcuno chedonava a tutti una parola diconforto».Il 4 maggio 1964 vennericevuto da papa Paolo VI, chelo sollecitò a continuare avivere quanto Dio avevaprevisto per lui. Pochi mesi dopo un nuovoviaggio a Lourdes, percelebrare una Messa nellaGrotta nella quale avevachiesto di diventare sacerdote. La malattia però non davatregua. Il 15 maggio del 1965celebrò la sua ultima Messa,mentre due settimane doporicevette l’unzione e nelpomeriggio del 29 maggio1965 arrivò il momento deltrapasso. «Erano le sedici etrenta - conclude don FabrizioDeidda nel suo scritto - quantodon Antonio Loi siaddormentò nel Signore».La figura di questo giovanesacerdote è evidenziata dallaChiesa di Cagliari comeesempio di sacrificio per lasantificazione dei sacerdoti.

Don Antonio Loi, sacerdote sardo verso l’onore degli altari

Cagliari. Iniziata l’inchiesta diocesana di beatificazione e canonizzazione

A LCP/OSS è nato il 2 agosto1965 a Keni Mashati Rom-

bo, Diocesi di Moshi, ha studia-to Filosofia nel Seminario Mag-giore della Congregazione Apo-stles of Jesus a Nairobi in Ke-nia, e Teologia nel SeminarioMaggiore Interdiocesano St.Charles Lwanga a Segrea, Dar EsSalaam, ha conseguito il Dot-torato in Teologia Spiritualepresso il Pontificio Istituto Te-resianum a Roma. È stato ordi-nato sacerdote il 12 luglio1997 per l’Istituto ApostolicLife Community of Priests/OpusSancti Spiritus (ALCP/OSS).Dopo l’ordinazione sacerdotaleha ricoperto i seguenti incari-chi: Segretario del ConsiglioGenerale della Congregazionereligiosa ALCP/OSS a Moshi,Tanzania (1997-1998); Vice-

parroco di Mwananyamala, DarEs Salaam (1998-1999); For-matore nella casa di formazio-ne ALCP/OSS a Morogoro(1999-2000); Studi a Romapresso il Pontificio Istituto Te-resianum (2000-2003); Supe-riore Provinciale ALCP/OSS(2003-2015).Al momento del-la conclusione del mandato daProvinciale è stato destinato,come Vice-Parroco, alla Parroc-chia di Es Lam, nella Diocesi diRegensburg, in Germania.Diocesi di Sumbawanga (Tan-zania): È una Diocesi suffraga-nea dell’Arcidiocesi di Tabora. Il territorio della Diocesi ab-braccia 28.654 Kmq, quindi hauna superficie più grande dellaSardegna.La popolazione complessiva èdi 1.244.330 (nel 2014) abi-tanti e i Cattolici sono 757.451(60,9 %). Le Parrocchie sono24 ed i Sacerdoti 48, di cui 42secolari e 6 regolari; i Religiosisono 61 uomini e 320 donne.

Padre BeatusChristian Urassa

Don Antonio Loi (al centro) nel giorno della sua prima Messa

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Domenica, 29 Aprile 2018 | 19CULTURA

M artedì 24 aprile ad Alespresso la Casa Gramsci inCorso Cattedrale, vigilia del73° anniversario della Libe-

razione dal nazi-fascismo, l’associa-zione Gramsci in collaborazione conl’Issasco, Il centro Servizi culturali exUnla Oristano, la Biblioteca Gramscia-na e col patrocinio della Regione Sar-degna e del Comune di Ales ha orga-nizzato un convegno dal titolo La Sar-degna e la guerra di Liberazione.Relatori: Claudio Vercelli (UniversitàCattolica - Milano): Un’ostinata Resi-stenza. Riflessioni sul contributo sardoalla lotta di Liberazione. GiuseppeManias (Biblioteca Gramsciana): Ilcaso dei Martiri di Sutri. Emilio Conisoldato sbandato nel Lazio dopo l’8settembre 1943.Anche ad Oristano il 25 Aprile 2018presso la Sala Consiliare Comune diOristano In occasione del 73° anniver-sario della Liberazione. Il Comune diOristano, l’ANPI Comitato ProvincialeOristano, il Centro Servizi CulturaliUNLA di Oristano, la Biblioteca Gram-sciana Onlus, la Nur s.n.c, l’Issascohanno organizzato: Antifascismo De-mocrazia Futuro 1945-2018: 73° Anni-versario Festa della Liberazione con lapresentazione del volume La Sarde-gna e la Guerra di Liberazione (FrancoAngeli) a cura di Daniele Sanna.Hanno introdotto Marcello Marras(Direttore Centro Servizi CulturaliU.N.L.A. di Oristano), sono intervenu-ti Claudio Vercelli (Storico – Università

Cattolica di Milano);Daniele Sanna (Cura-tore volume), WalterFalgio (ISSASCO), conla partecipazione delcomandante partigia-no Nino Garau.Ha coordinato la pre-sentazione del libroGiuseppe Manias, Bi-blioteca Gramsciana.“La Sardegna e laguerra di Liberazio-ne. Studi di storia mi-litare” è il titolo delprimo volume dell’Is-sasco, Istituto sardoper la storia l’Antifa-scismo, a cura di Da-niele Sanna, edito daFrancoAngeli.È uno studio sulla sorte dei militarisardi tra l’8 settembre 1943 e il 25 apri-le 1945 e sull’apporto da loro dato allacausa della Resistenza. I saggi di Fran-cesco Ledda, Giuseppe Manias, Da-niele Sanna, Giuseppe Sassu e di Wal-ter Falgio, ricostruiscono gli scenarirelativi alla riorganizzazione delletruppe nell’isola dopo l’armistizio, in-viate a combattere al fianco degli Al-leati verso la Linea Gustav e la LineaGotica, e alle implicazioni sociali cau-sate da queste dinamiche a livello lo-cale. Si indaga sulla vicenda dei martiri diSutri, vittime della barbarie nazista,sull’importante ruolo ricoperto dal co-

mandante “Geppe”, il cagliaritanoNino Garau, che guidò la brigata “Ca-salgrandi” nel Modenese, o sul colon-nello iglesiente Luigi Cano, che com-batté nella Capitale. Il libro descrivegli scenari della complessa evacuazio-ne tedesca dall’isola, riportando allaluce un fatto di sangue mai descritto, ela diffusione delle brigate partigianededicate a Gramsci, a dimostrarequanto fosse stretto il legame fra il lea-der comunista di Ales e il Movimentodi Liberazione. Con questo lavoro sisegna anche l’avvio della Collana edi-toriale Issasco “Sardegna Contempo-ranea”.

Giuseppe Manias

Ales-Oristano. Convegno per il 73° anniversario della Liberazione

Si indaga sulla vicenda dei martiri di Sutri, vittime dellabarbarie nazista, e sull’importante ruolo ricoperto dalcagliaritano Nino Garau, che guidò la brigata Casalgrandi

Il comandante GeppeMuseo DiocesanoPresentato il libroIllusioni e Verità - RisvegliSabato 21 aprile 2018, nei locali del museodiocesano di Ales, è stato presentato il libro diDaniele Ruggiero Russo “Illusioni e verità:Risvegli”. Edito dalla casa editrice “Albatros”.L’autore del libro, di origine pugliese, haconseguito la laurea in psicologia e attualmente,svolge la professione di psicoterapeuta a Roma.Dopo i consueti saluti, ha preso la parola dottorMirando Aru che ha presentato il libro in modopreciso e chiaro, interpretando perfettamente ilpensiero introspettivo dell’autore. Il libro dinatura fantastica, unico nel suo genere, apre

uno scenario nuovo nell’ambito della narrativa,descrive presenze demoniache che fanno la loroapparizione in varie parti del mondo e cercano diimpossessarsi del pianeta, in pochi attimiriescono a mietere numerose vittime e adistruggere intere città. Il libro, esprime in modofantastico lo stato d’animo dell’autore che riescea proiettarsi, nell’attuale scenario economico,sociale e culturale, destando anche smarrimentoe scetticismo. Questi stati d’animo compaiono inalcuni passi del libro, con descrizioni spessocrude e inquietanti. Il libro esprime sentimentied emozioni personali, è il frutto del lavoro chel’autore svolge da anni nell’ambito sociale comepsicoterapeuta.A completare la serata sono stati due bravissimibambini Elisabetta Atzori e Salvatore Casu, chehanno letto e interpretato in modo eccellentedue personaggi protagonisti del libro.La serata si è conclusa con un rinfresco offertodai parenti dell’autore. Anna Orrù

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DIOCESI DI ALES-TERRALBA CATTEDRALE SANTI PIETRO E PAOLO

SIETE INVITATI A CELEBRARE CON LA CHIESA DIOCESANA LA SOLENNE MEMORIA DELLA CONSACRAZIONE DELLA CHIESA CATTEDRALE,

avvenuta per mano del vescovo Mons. Diego Cugia, il 9 Maggio 1688.

9 MAGGIO 2018 ORE 18 SOLENNE CELEBRAZIONE EUCARISTICA  NELLA CATTEDRALE DI ALES,  PRESIEDUTA DAL VESCOVO MONS. ROBERTO CARBONI. La liturgia sarà animata dal Coro Polifonico “Lauda Sion” di Uras.

ORE 19 CONCERTO di musica sacra del Coro Polifonico.

Un brindisi nel piazzale della Cattedrale concluderà la serata in fraternità.

CATTEDRALE SANTI PIETRO E PAOLO - 09091 - ALES - PIAZZA CATTEDRALE

330° ANNIVERSARIO DELLA CONSACRAZIONE DELLA CATTEDRALE

DEDICATA AI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO - ALES