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    CAP.3

    SIMBOLISMODELTEMPIO

    Fino al 700, secolo della Ragione e dei Lumi, la cultura ha proceduto su due livelli di senso:

    a un livello a tutti comprensibile ne corrispondeva sempre un altro pi nascosto, destinato achi era in grado di intenderlo. Anche nella realizzazione dei manufatti, e in particolare delleChiese, si rispecchiava tale duplicit di significati, sicch il progetto architettonico costituivauno scrigno di comunicati teologici da trasferire nelledificio.

    Non corretto pensare al mondo classico o a quello orientale come a mondi ingenui. Essirimandavano a una realt complessa che solo la presunzione della nostra civilt tecnologica erazionalista ci impedisce di scorgere. Quella dimensione che oggi in modo dispregiativodefiniamo magica, era invece legata a una visione ancestrale e ricca di significati se presa nellasua unitariet; ma oggi essa viene riproposta per frammenti e slegata dal contesto culturale incui nacque, in tal modo viene recepita dalluomo moderno come creduloneria e superstizione.

    proprio il superamento di questi criteri di lettura che devono guidarci nella comprensione

    dei segni che si riscontrano negli edifici sacri dei tempi passati. Certo, per quanto riguardalEucarestia, non importante dove si svolge la celebrazione, ma sono importanti i significatiche la tradizione ha affidato alla simbologia che ritroviamo nelle chiese. Cerchiamo allora dianalizzare proprio quegli elementi che ritroviamo nel luogo di culto per eccellenza.

    1. la struttura del luogo

    Quando i vecchi templi romani non furono pi utilizzati per la celebrazione eucaristica,nello strutturare il luogo di culto si volle esprimere, simbolicamente, il mistero della liturgiache in esso si celebrava. Il tempio era cos articolato come un discorso fatto di pietre e di

    manufatti leggibili da tutti quelli che cercavano il suo mistero.Questo collegamento funzionale fra fedeeformadel tempio si venuto perdendo nei secoli,sicch alla mistica della costruzione si sostituita la sensibilit artistica degli architetti, con laconseguenza che anche liconologia ne rimasta svilita.

    Nella chiesa ortodossa la fede popolare si rivolge soprattutto alle icone, e lartista che lecostruisce sa di realizzare unopera religiosa che va pensata in un contesto mistico. Nellarealatina, invece, limmagine scaduta di tono in maniera scandalosa. Statue di Ges o di Mariamoltiplicate a dismisura e spesso abbandonate nelle sacrestie, senza parlare delluso mediaticodelle immagini sacre sui rotocalchi e sulle riviste, anche ecclesiali. Tutto ci diventato a dirpoco blasfemo, e chi conserva ancora il senso del sacro, ha difficolt a strappare e gettare nelcestino quella montagna di stampa pseudo religiosa che entra di prepotenza nelle nostre case.

    Per questo, e altro ancora, bisogna ribadire la radicale connessione tra fisicit del tempio emistero del Cristo: completamente assente nelle nostre chiese. Trovi una nutrita corte di Santie Madonne, ma il Cristo neppure riesci a recuperarlo nei troppi Crocifissi (ne basterebbe uno)o in qualche statua o immagine correlata a una teologia particolare (Cuore di Ges, VoltoSanto, Bambinello natalizio etc). Per prassi consolidata, unaltra grande assente e poi liconadel Risorto che fa una fugace apparizione solo nella Settimana in Albis.

    Senza parlare poi di come la Messa viene ormai collegata come una ciliegina sulla torta adogni festivit religiosa e finanche mondana. naturale allora che, in tale diffusabanalizzazione, si perda sia la grandezza del mistero che si va celebrando, sia la capacit dicapire il significato dei segniai quali si rif larchitettura delle chiese.

    La pianta architettonica del tempio

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    Ancora oggi, a parte le eccentricit di moda, la maggior parte delle chiese costruita a formadi croce (greca, latina o commissa),1 oppure a pianta circolare, tuttavia la forma sceltadifficilmente viene dettata da un contenuto teologico, quanto piuttosto dalla tradizione.

    Chi - mi chiedo - entrando in questi templi, coglie la Rivelazione contenuta in quella croceche rinvia al segno di Dio sul creato(Platone e Giustino)? O coglie nella geometria del cerchio

    il segno del serpente che si morde la coda (Orouboros) quale allusione al Cristo creatore ericapitolatore? Chi riesce a vedere il Giardino Terrestre nelle pietre, nelle luci, nelle candele, neifiori che addobbano le chiese? Chi intravede nel pulpito di una volta il roveto ardente dalquale parla il Cristo-Verbo? Chi riscopre nei solenni trofei marmorei che custodiscono lostiaconsacrata la Presenza di Dio tra gli uomini?

    Proprio lostia consacrata ha subito gli effetti pi negativi di questa laicizzazione del tempio.Allinizio essa era conservata segretamente in una spoglia cripta, a somiglianza del sepolcro diGes, oggi invece ufficialmente esaltata come oggetto, ma, di fatto, si guadagna sololocchiata distratta o la genuflessione dobbligo del fedele diretto alla cappella di qualchesanto accreditato dalla fama di fare miracoli.

    Gi nella geometria della pianta a forma di croce, ledificio sacro intende ripetere il misterodi morte e resurrezione che vi si celebra. Allintersezione dei bracci, collocato laltaresovrastato dalla cupola che, con la sua forma arcuata, richiama larcobaleno con cui Dio sancil patto di alleanza con gli uomini (Gn 9,13). quello il punto corrispondente al caputChristi, l che Cristo realizza il mistero della sua incarnazione.

    Anche la forma della croce non qualcosa che resta affidata alla scelta estetica delluomo, marappresenta una ben precisa teologia. Infatti, mentre le croci greca e latina (il patibolo, cherappresenta la nostra orizzontalit esistenziale, si trova in posizione intermedia rispetto allasommit del palo) rappresentano il cammino ascensionale delluomo; la croce commissa segno della perfezione raggiunta quando il patibolo (lorizzontalit) si sar collocato sullasommit del palo (T = Tau) che ci ricongiunge a Dio.

    Disegnare il tempio nelluna o nellaltra forma quindi un discorso teologicamentesignificativo che si incentra essenzialmente sulla posizione della trave orizzontale della crocerispetto al paloverticale.

    I fedeli che entrano nel tempio rappresentano il popolo ancora con le braccia apertenellorizzontalit dellesistenza (transetto), ma che avanza (navata) verso lalto per ritrovare ilCristo altare.

    La luceNelle chiese antiche anche la luce racchiude una profonda teologia. Essa non entra mai in

    modo diretto, ma deve diffondersi sulla comunit e avvolgerla come in una nube luminosa.Gli antichi costruttori risolvevano il problema orientando le chiese in direzione est-ovest.

    Due grandi rosoni, uno sulla facciata e laltro sullabside, permettevano lingresso della luce almattino e al tramonto, segno della gloria di Dio, Sole che non tramonta mai sulla comunitcristiana.

    Il battisteroUna posizione particolare assegnata al battistero, un tempo collocato allesterno del tempio.

    Il battistero extra moenia, ma comunque in prossimit della chiesa, sottolineava che ilcatecumeno apparteneva gi allarea della Chiesa ma che solo dopo il Battesimo poteva essereammesso quale membro vivo del suo corpo.

    1La croce grecapresenta sia il patibolo che il palo (rispettivamente il braccio orizzontale e quello verticale) della

    stessa dimensione e che si intersecano al centro (+); la croce latina ha il patibolo pi corto del palo, essi siintersecano pi in alto rispetto al punto mediano ( la croce che abitualmente vediamo nelle nostre chiese); lacroce commissa, ha il patibolo alla sommit del palo (T), rappresenta il Tau.

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    Il rito battesimale ancora oggi conserva e ribadisce con forza questa idea fondamentale.Infatti, bench il fonte sia stato posto allinterno delle mura, mantiene comunque unacollocazione in prossimit dellingresso.

    Ma come mai il battistero si trovava allesterno? Cercher di dare una risposta prendendo adesempio la Cattedrale di Burgos.

    Cattedrale di Burgos2

    Osservando questa cattedrale,mi divenne pi chiara levoluzione subita nel corso dei secolidal luogo sacro; e che trasform ci che una volta nasceva come campo santo, nellecostruzioniche conosciamo come chiese.

    Al centro di questa cattedrale, in posizione rialzata e preceduto da una lunga ed ampianavata, si trova un maestoso coro il quale impedisce a chi entra di vedere labside. La navatacentrale delimitata sui fianchi da due ampie navate sulle quali si affacciano le cappellelaterali.

    Immaginiamo ora di togliere il tetto di copertura della costruzione: si evidenzier una

    superficie che una volta era quella che costituiva il campo santo. Si trattava di una piazzaaperta al pubblico e adibita a luogo di sepoltura; in questarea si riunivano i santidi Dio: mortie vivi; e si celebravano gli atti liturgici del popolo.

    Tale piazza si era venuta formando nel tempo via via che i singoli o i gruppi avevanocominciato a costruire tuttintorno le loro cappelline. Al centro dellarea, in seguito, fuedificata la cappella del vescovo e della nobilt. Attualmente, in questa cappella centrale sitrova la cattedra episcopale circondata dai grandi stalli che formano il coro. A una delleestremit del campo santofu collocato il battistero che in seguito, grazie alla costruzione diun tetto unico per tutta larea, veniva inglobato nellunico corpo di fabbrica.

    In pratica le cappelle laterali e quella centrale fungevano da luogo per le attivit liturgiche,mentre la zona libera costituiva una piazza dove il popolo sostava, passeggiava, dialogava

    liberamente, e dove era anche possibile fumare (in seguito fu proibito a causa del rumore chefacevano gli acciarini).Lo scenario che ho prospettato potrebbe apparire singolare, eppure ancora oggi osservabile

    nei nostri cimiteri dove si cammina e si parla lungo i viali, mentre nelle cappelle si svolgono leattivit liturgiche.

    Quando piazza, cappelline e battistero furono coperti da un solo tetto, si form la cattedralecome oggi la conosciamo, e cominci a prendere forma quella mentalit esclusivistica per cuiil clero si sente padrone delle chiese e a esse cerca di rapportare tutta la fenomenologiareligiosa.

    Il pulpito e la cattedra del vescovo

    Altro elemento del tempio che ha perso la giusta dignit il pulpito. Come laltare, esso eropercepito dai fedeli come luogo in cui si manifestava Dio. Dallalto del pulpito si annunciava eproclamava la Parola, e il diacono che saliva i gradini era accompagnato dal canto dei salmigraduali, dalla luce delle candele e dal fumo dellincenso; tutti segni della presenza del divino.

    Oggi, fra architetti che non sanno neppure cosa una chiesa e sacerdoti che cercano lacomodit e la praticit, il pulpito scomparso, e al suo posto sono comparsi i leggii sui quali,indifferentemente, si annuncia il Vangelo e si leggono foglietti di notizie parrocchiali.

    2Si tratta di una cattedralegoticafamosa per la sua architettura unica e per le sue dimensioni; situata a Burgos

    (Spagna), dedicata alla Vergine Maria. La costruzione della cattedrale venne ordinata da Ferdinando III di

    Castiglia e da Maurizio, vescovo di Burgos, inglese per nascita. I lavori iniziarono il 20 luglio 1221 e L'altaremaggiore venne consacrato la prima volta nel 1260, dopodich ci fu un vuoto di almeno due secoli prima che lacostruzione riprendesse. La cattedrale venne completata nel 1567.

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    Di fronte al pulpito si trovava la cattedra del vescovo - custode della Verit annunciata - eprocedendo verso il centro si giungeva allaltare del presbitero.

    Come si vede, una volta diacono, presbitero e vescovo, i tre ministri dell'Eucarestia,occupavano ciascuno un luogo funzionale al proprio ruolo specifico.

    LaltareLaltare il cuore del tempio, il luogo del divino;3per consacrarlo, su di esso si accende ilfuoco, segno della presenza di Dio.

    Laltare bruciato e ogni cosa che su di esso viene riposta, appartiene a Dio: Togliti i calzari: sacra la terra che tu calpesti!. Con queste parole Dio si rivolge a Mos, mostrandosi a lui comeroveto ardente che non si consuma.

    I primi cristiani usavano per altare le tombe dei martiri. Questa tradizione si mantennefinch fu possibile, poi, col diffondersi del cristianesimo nel mondo, per ovvi motivi questusodovette essere abbandonato. Si pass cos a costruire gli altari ex novo, avendo perlaccortezza di deporre una pi modesta reliquia del martire allinterno di un pozzetto scavatoal centro dellaltare.

    Forse proprio per questusanza la Sacra Pietra dellaltare fu associata al martirio; e cos,quando andiamo allaltare, invece di celebrare il Dio della Vita, celebriamo la morte di NostroSignore.

    Le balaustreOriginariamente si parlava di tre altari: laltare della Parola(pulpito), quello del Sacrificioin

    senso stretto e quello della Cena. Col tempo questultimo si trasform nelle cosiddettebalaustre.A esse, durante la celebrazione eucaristica, si avvicinavano i fedeli per parteciparealla Cena del Signore (su di esse si stendevano anche le tovaglie).

    Attualmente, luso delle balaustre definitivamente scomparso, mentre laltare del sacrificioha subito un graduale allungamento, assumendo laspetto di tavola che oggi conosciamo

    (mensa eucaristica).4

    2. La porta

    Il cristiano stato chiamato dalla voce squillante del sacro bronzo, hanno lasciato per stradai legami terreni e sono pronte alla celebrazione nellassemblea.

    Ecco, c un portale, una scala solenne. La facciata di una chiesa non solo il tributo che si

    3Nellantichit laltare era il luogo sul quale bruciare i sacrifici, il cui soave odore saliva a Dio. A Lui si offriva

    lodore, la parte immateriale e incorruttibile; agli uomini, invece, era destinata la carne della vittima sacrificata, laparte materiale e corruttibile. Ancora oggi si usa non odorare i fiori con cui si adornano gli altari.4 Per completezza indico di seguito la simbologia racchiusa in alcuni segni. - Le candele: una sola il ceropasquale; due unite al crocefisso ricordano la crocifissione dei due ladroni vicini al Cristo; sei pi il crocefisso o lacandela episcopale, indicano la Menor: il candelabro dalle sette braccia, segno dei sei giorni della Creazione checulmina nel settimo giorno del Cristo; le candele sopra laltare, in generale, lo trasformano in roveto ardente; lemolte candele accese in chiesa indicano le anime nel giardino di Edem. - La veste sacerdotale: lammitto (riquadrodi stoffa bianca che il sacerdote mette sulle spalle sotto il camice) indica il sudario di Cristo; lalba (veste di linobianco stretta in vita da una cintura) indica che il sacerdote Cristo anima. Il lino dovrebbe essere leggerissimo etrasparente, come il bisso antico, in modo da far vedere in trasparenza il corpo che racchiude: segno dellanimache recupera nellimmortalit tutta la mondanit dellesistenza; il cingolo attesta che il sacerdote il Cristo servo,incarnato nel peccato delluomo; la stola simboleggia il patibulumdella croce; la casula, come mantello, indica laregalit sul cosmo e il desiderio di ricoprire col lembo del mantello tutto il creato; la mitra (copricapo a doppiapunta, simboleggia la testa di un pesce) quale testa dellictus-Cristo, afferma la primazialit del sacerdote rispettoalla comunit. Come cappello aperto verso lalto indica che stata riaperta la strada che dal corpo porta allanima. - Labito bianco: l'abitobianco labito proprio del cristiano perch simbolo di morte e resurrezione. Se durante la

    celebrazione dell'Eucarestia non solo i ministri ma anche i fedeli prendessero l'abitudine di vestirsi di bianco,apparirebbe chiara l'importanza del ruolo di ogni singolo partecipante al rito. Lincenso: annuncia la capacit ditrasformare la mediocrit delle cose umane in soave profumo che sale verso Dio.

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    paga al senso estetico e allo spirito di grandiosit delluomo: essa, nel suo insieme, la GrandePorta che annuncia le meraviglie che potr incontrare chi la sapr varcare senza lasciarsispaventare dai mostri che, come il drago di Sigfrido, difendono il tesoro della Presenza di Dio.

    Quanti draghi e quanti mostri nel cuore delluomo che, attratto dallincontro col divino, fermato dalla paura di dover cedere qualcosa di s, di venire giudicato, di apparire debole. La

    facciata di una chiesa come un monito per chi sale la gradinata. Essa ci interroga: hai lamente e il cuore puro? Tu sai che scaler il Monte del Signore solo chi non deve temere la suacoscienza. Ora giunto il giudizio, perch bisogna entrare o tornare indietro.

    Il pronaoIl pronao collocato allingresso della chiesa. Una volta era lo spazio riservato aipenitentie il

    luogo dove si celebravano i riti introduttivi per predisporre lo spirito allincontro con Dio.Oggi che tale spazio ridotto a semplice paravento, esso indica solo unarea che introduce allaparte pi sacra del tempio.

    Appena entrati, viene naturale fermarsi nelpronao, qualcosa ti trattiene. Forse sar il timoredi iniziare un cammino su uno spazio aperto come lampia navata. Ma una volta entrati, il

    tempio infonde nei cuori la morbida sicurezza dellutero materno. Se si contempla lo spaziodella grande volta, non sentiremo forse il respiro di un grande polmone? La fede dolorosa elieta dei nostri padri? Leco dellinvocazione alla Vita come un sospiro a volte esausto che sileva verso lalto e a volte soffio potente dello Spirito che viene a dilatare il petto? Il vuotocompreso fra le mura e la volta un reliquiario di voci silenziose che aspettano di ricomporsicon le labbra che le pronunciarono.

    La pila con lacqua benedettaUna vecchia tradizione pone allingresso delle chiese la pila con lacqua benedetta. Lacqua

    lustrale ricorda la vasca delle purificazioni del Tempio di Gerusalemme, segno di penitenzaper luomo che deve entrare nella sacra assemblea.

    Il fratello fermo in fondo alla chiesa, la sua mano entra nellacqua e si allarga nel segnodella croce. Nella penitenza individuale si esprime il desiderio di offrire a Dio quanto c dimeglio nella propria realt esistenziale. In questofferta, il cristiano sa di poter essere unricapitolatore, un salvatore dei suoi fratelli. Nella singola umanit del penitente rifluisce lafolla immensa degli uomini che in ogni parte della terra hanno cercato Dio. Entrando neltempio, a somiglianza del Maestro, egli conduce con s lumanit intera affinch alla Cena diDio non manchi nessuno, e tutti: ciechi, storpi, sordi e muti, possano mangiare e beregratuitamente.

    Il gesto di immergere la mano nellacqua lustrale ripete il gesto della morte battesimale. Ungesto di totale affidamento a Dio. Questo il tempo di Giovanni Battista, il tempo in cui annunciata la prossima venuta del Signore.

    Il tempo dellattesa di Dio un tempo che la sbadataggine e la superficialit hanno svuotatodi senso, eppure proprio in questattesa che si prepara la rottura degli umani vincoli dellafamiglia, sicch ognuno, nel bene e nel male, restituito alla sua solitudine di uomo.

    Cos la pila dellacqua benedetta fa lappello dei figli di Dio, e la mano immersa nellacquabattesimale purifica il capo di chi entra nel tempio.

    3. I ruoli e i gesti

    Se ogni cristiano vivente incarnazione di Cristo, chi entra nel tempio per celebrarelEucarestia sa di concorrere veramente alla salvezza del mondo.

    Ma tutto ci non si potr mai comprendere se vaste aree della liturgia restano insignificanti,e i ruoli dei partecipanti al rito non si mostrano chiari nella loro interconnessione funzionale.Se si continua a ripetere che la parte di primattore quella del prete, naturale che per molti

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    la Messa diventa qualcosa a cui assistere passivamente. Ma quando il credente prendecoscienza del suo ruolo di protagonistadel dramma divino, comprende che non potr pi viveregesti insignificanti e privi di effetti.

    Lavere svuotato i passaggi di quel grande cammino che lEucarestia, una delle cause percui questo sacramento non viene pi sentito come il centro dellazione dei cristiani. Cos, in

    modo teologicamente errato, ma correttamente sul piano della coscienza comune, si sentedire: celebrate meno messe e fate pi elemosine!Eppure la liturgia la forma pi perfetta di predicazione, per questo necessario che tutto

    ci che costituisce lEucarestia, dai luoghi ai gesti, dalle vesti alle suppellettili ma soprattutto isoggetti che la esprimono, siano rigorosamente ognuno al suo posto e consapevoli del proprioruolo.

    Purtroppo un rigore che non dato trovare come prassi nella Chiesa, schiacciata com trail formalismo esasperato ed esasperante dei rubricisti - Dio ce ne scansi! - e la fragilit dellatrama del nostro essere cristiani. Spesso i rubricisti sono solo tutori delle regole apprese perimitazione, ma ignoranti dello stesso ordo missae; difensori a oltranza della rubrica vecchiarispetto a quella nuova, e approssimativi nelle loro celebrazioni.

    Ma, come diceva un mio amico: Non si pu vivere continuamente un tempo forte, non ci sipu convertire solennemente ogni minuto. A volte il nostro vivere la fede fatto pi distanchezza che di slancio, e allora vediamo che da un lato c il celebrante che continua ausare la campanella allelevazione del calice (cos si faceva nei bei tempi antichi!) e aconcedere al popolo le poche e striminzite battute che la rubrica gli ha lasciato (Agnello diDio..., Tuo il regno...); e dallaltro vediamo un fedele annoiato, disinteressato a unazione allaquale non partecipa attivamente, e cerca solo di andare al sodo: mangiare nostro Signore eparlare con Lui in privato.

    una grande cattiveria privare luomo della beatificante esperienza di una Eucarestia fattadi gesti vivi e di parole umane!

    4. Variabilit della liturgia

    Periodicamente sono proposte novit liturgiche o pseudo tali. Di fronte a queste novit, coloroche confondono il vecchio con la tradizione oppongono un rifiuto acritico, non riconoscendoche sempre possibile, in ogni tempo, creare simboli significativi; altri vorrebbero capire ilnuovo che viene proposto, ma si scontrano con un clero che spesso impone il cambiamentosenza spiegare il contenuto teologico che vuole predicare. La liturgia allora diventasceneggiata, cerimonia, azione teatrale. Chi ha spirito di preghiera pu anche sopportare, maprima o poi si chiude in se stesso.

    Anche le parole del rito eucaristico non riescono pi a trasmettere i contenuti della fede. Pi

    in generale, tutto il linguaggio ufficiale che si serve di parole ormai desuete, retoriche,letterarie. Consentitemi di riferirne alcune che sarebbe tempo di mettere in soffitta e chepurtroppo continuano a svilire il linguaggio curiale e quello imitativo dei liturgisti.Avvertirete certo anche voi la forza evocativa (!) di parole come: fruttuoso, arcano, sublime,largire, oblazione, propizio, ineffabile, brama, gaudio, aspergere, purgare, salvifico, per nondire di quel terribilefiatche sta solo in testa ai latinisti, o di espressioni come: i celesti favori, ibeni eterni etc. Cosa riuscir mai a esprimere un popolo catechizzato con un siffattolinguaggio e che costretto a ripetere: rendiamo grazie a Dio, in luogo del pi spontaneo esentito: grazie, Signore, per la Vita che ci hai donato?

    Non parliamo poi dei gesti. Una volta era vietato assolutamente alzare le mani alla recita delPater Noster, poi divenne obbligatorio farlo, poi si disse che bisognava tenersi per mano, ora

    non si capisce pi cosa fare.E che dire del canto? Nato come strumento per liberare i sensi nascosti nei passi scritturistici

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    - e quindi ancorato al testo greco5 - esso diventato un momento di divisione allinternodellassemblea liturgica: come pu cantare chi non sa cantare? Perch un gruppetto divolonterosi quanto improbabili cantori deve dominare unintera assemblea e asservirla aqualcosa che non parte integrante della Sacra Liturgia?

    Allinizio della celebrazione il sacerdote si preoccupa di concertare i canti: nulla da eccepire.

    Ma perch - mi chiedo - questo stesso zelo non si pone nello spiegare al popolo il significatodella liturgia, e in particolare a chiarire il senso delle pagine scritturistiche che vengonoproclamate? Anche la catechesi, se non vado errato, compito del sacerdote.

    Ecco allora che il fedele entrato nel tempio per celebrare lEucarestia simbatte in cose che loemarginano: un rosario imposto da pochi, un complessino con coro che suona e prova cantisempre nuovi A questo punto non gli resta che prendere la via della solitudine eapprestarsi a essere spettatorepassivo del pi grande mistero che lumanit possiede: quellodella Vita.

    5 Il testo scritturistico greco, attraverso il canto, compone diversamente la sequenza di lettere, rivelando dei

    significati nascosti che non emergono ad una semplice lettura. Provate a comporre diversamente Funicolare diNapoli, pu diventare: Fu Nicola re di Napoli: la sequenza fonematica rimane la stessa ma il contenuto cambia(in questo senso si dice che chi canta prega due volte).