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ETF, tanta sete di conoscenza NUMERO 96 - 7 GIUGNO 2011

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ETF, tanta sete di conoscenza

numero 96 - 7 giugno 2011

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Gli ETF sono entrati con prepotenza nei portafogli degli investitori retail grazie alla loro semplicità di utilizzo, trasparenza e bassi costi. Negli ultimi anni l’innovazione ha portato alla diffusione di tipologie di replicanti più sofisticati e potenzialmente più rischiosi se usati da mani inesperte. Le autorità di vigilanza hanno così iniziato ad aumentare il monitoraggio di questi prodotti. Il Financial Stability Board ha posto l’accento sulla crescente complessità o relativa opacità di alcuni ETF. In particolare i fondi a replica sintetica, che ricorrono all’utilizzo di derivati (swap), presentano criticità in termini di rischio di controparte e di liquidità relativamente alle attività poste a garanzia. Sotto osservazione anche gli ETF strutturati (ETF a leva e short) che possono presentare profili di rischio e complessità di funzionamento che li rendono non consoni a tutti gli investitori. “In alcuni casi - recita un

passaggio dell’ultima relazione annuale di Bankitalia - la rischiosità e i costi complessivi gravanti sui sottoscrittori possono essere di difficile comprensione per gli investitori non professionali”. Via Nazionale rimarca come gli ETF che assumono posizioni a leva e/o corte sugli indici di riferimento possano presentare profili di rischio e rendimento molto diversi rispetto agli ETF che si limitano a replicare gli indici sottostanti. In tal senso sarebbe utile una maggiore educazione finanziaria. Da un sondaggio condotto da Morningstar in collaborazione con iShares emerge proprio come gli investitori italiani vorrebbero conoscere meglio gli ETF. Il motivo principale per cui il retail non investe in ETF è che vuole saperne di più di questi strumenti (40%) o ritiene di non conoscerli sufficientemente bene

(25%), mentre solo il 5% rimane lontano dagli ETF perché li ritiene rischiosi. Le società emittenti stanno cercando di diminuire la complessità degli ETF. “Le autorità di vigilanza e le società di investimento stanno lavorando fianco a fianco per raggiungere un obiettivo comune: maggiore trasparenza dei prodotti, dei modelli e delle metodologie adottate per soddisfare la richiesta da parte degli investitori”, ha rimarcato Emanuele Bellingeri, responsabile di iShares per l’Italia, in occasione del lancio in Italia della nuova piattaforma iShares di ETF swap-based che punta su una maggiore trasparenza abbinata a un minore rischio di controparte grazie alla presenza di più controparti swap.

ETF sotto esame, spaventa l’aumento della complessità

Anche Bankitalia ha posto l’accento sulla

complessità di alcune tipologie di ETF che

possono risultare di difficile comprensione per gli investitori non

professionaliGli italiani si mostrano abbastanza propensi a detenere ETF strutturati. Alla fine del 2010, secondo i dati Bankitalia, sul totale degli ETF in deposito presso le banche italiane la quota di proprietà delle famiglie era pari al 32 per cento per gli ETF tradizionali e al 28 per cento per quelli strutturati; le parti restanti erano detenute principalmente da banche e assicurazioni. Alla fine di aprile 2011 sul segmento ETFPlus di Borsa Italiana risultavano quotati 462 ETF tradizionali e 68 ETF strutturati con il patrimonio di tali fondi che ammontava rispettivamente a 19 e a 0,9 miliardi (15 e 0,8 ad aprile del 2010). L’incidenza sul patrimonio delle commissioni totali gravanti sui sottoscrittori di ETF è rimasta in media contenuta rispetto a quella degli altri fondi comuni (0,4 per cento per gli ETF tradizionali e 0,5 per cento per quelli strutturati); valori maggiori si sono registrati per gli ETC (0,8 per cento).

Italia: agli investitori retail il 28% degli ETF strutturati

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NEWS DAL MONDO ETF

Lyxor: indice sottostante di 10 ETF passa alla versione total return Lyxor ha attuato il cambio dell’indice di riferimento per alcuni dei propri ETF quotati sul mercato ETFPlus di Borsa Italiana. L’effetto è quello di modificare la politica di gestione dei dividendi prevista dalla metodologia dell’indice, con la nuova versione che è “total return”, ossia i dividendi staccati dalle azioni che compongono gli indici sono direttamente reinvestiti negli indici di riferimento stessi. Rimane, invece, invariato l’insieme dei titoli che compongono gli indici di riferimento. Nel dettaglio si tratta del Lyxor ETF Euro Stoxx 50, il Lyxor ETF South Africa, il Lyxor ETF Japan, il Lyxor ETF MSCI India, il Lyxor ETF MSCI Taiwan, Il Lyxor ETF MSCI AC Asia Pacific ex Japan, il Lyxor ETF MSCI Emerging Markets, il Lyxor ETF MSCI World, il Lyxor ETF Canada e il Lyxor ETF Australia. DB porta a Londra e Francoforte i primi ETC sul rodio Novità assoluta nel mondo degli ETC con i primi strumenti che permettono un’esposizione al rodio, metallo raro che si trova nei minerali del platino e che risulta uno dei più preziosi al mondo. Il db Physical Rhodium Etc, quotato in dollari, ha debuttato il 24 maggio scorso sul London Stock Exchange, mentre il db Physical Rhodium Etc (Eur) ha debuttato il 27 maggio sulla Deutsche Boerse, in euro. L’emissione sul mercato tedesco, a differenza di quella londinese, espone l’investitore al rischio cambio euro/dollaro. Le commissioni di gestione sono pari allo 0,95%. Essendo il rodio trattato solo over the counter, l’indice sottostante è rappresentato dal fixing rilevato giornalmente dal Comdaq Metals Switzerland Ag, pari al prezzo spot indicativo calcolato sulla media delle proposte di acquisto e vendita ricevute.

Gli ETF a leva long e short fanno parte della categoria dei prodotti strutturati e permettono di amplificare al rialzo o al ribasso la performance di un indice. L’effetto leva consente di impegnare una minor quantità di capitale (margine) per assumere una posizione rialzista sul mercato. I rendimenti di questi ETF sono resettati giornalmente, pertanto per lassi di tempo superiori ad un giorno, gli ETF a leva subiscono l’effetto compounding, ossia il rischio di scostamenti rispetto alla performance registrata dal sottostante soprattutto in contesti di elevata volatilità. L’effetto leva rende questi prodotti indicati principalmente per investitori che intendono mettere in atto strategie di trading di breve termine, oppure per copertura o per strategie long/short che alternano posizioni lunghe e corte. Sul mercato italiano sono approdati quest’anno anche ETF a leva con ribilanciamento mensile, anziché giornaliero. E’ previsto un giorno di ribilanciamento una volta al mese in modo che tutti i giorni successivi la base di calcolo rimarrà fissa fino al successivo reset mensile.

Educational

News

Investire nel mercato americano neutralizzando il rischio di cambio. Ildb x-trackers S&P 500 (Euro Hedged) ETF è il primo ETF quotato su Borsa Italiana che permette di investire nel principale indice azionario degli Stati Uniti minimizzando il rischio di cambio Euro/Dollaro1.Per coloro che invece desiderassero trarre benefi cio da un investimento in dollari, db X-trackers ha creato l’ETF sullo S&P 500 per puntare sul rialzo del principale indice americano senza copertura del rischio valuta.

Per maggiori informazioniInternet: www.dbxtrackers.itE-mail: [email protected] verde: 800 90 22 55Fax: +39 02 86 379 821Reuters: DBETFBloomberg: DBETF < GO >

Coperto dal rischio di cambiodb x-trackers S&P 500 (Euro Hedged) ETFIndici a portata di mano

1 La copertura del rischio cambio viene eff ettuata a livello di indice sottostante al termine di ciascun mese mediante contratti a termine di durata men- sile. Nel periodo compreso tra ciascun aggiustamento l’importo nominale della copertura potrebbe non corrispondere esattamente all’esposizione in valuta estera dell’ETF.Avvertenze – Prima dell’adesione leggere attentamente il prospetto, completo e semplifi cato, nonché il documento di quotazione relativo al comparto db X-trackers di riferimento e in particolare le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, ai costi e al trattamento fi scale.Potete ottenere gratuitamente tali documenti presso Deutsche Bank AG, Via Santa Margherita 4, 20121 Milano e sul sito www.dbxtrackers.com. Deutsche Bank AG e gli sponsor degli indici non rilasciano alcuna dichiarazione o garanzia circa i rendimenti che possono essere ottenuti dall’utilizzo del relativo indice. La pubblicazione del presente documento non costituisce una modalità di off erta al pubblico da parte di Deutsche Bank AG e non costituisce o intende fornire alcun giudizio, da parte della stessa, sull’opportunità dell’eventuale investimento ivi descritto. Il capitale investito non è protetto o garantito. Pertanto si possono subire delle perdite. Prima dell’adesione leggere il documento di quotazione, il prospetto ed il prospetto semplifi cato del comparto rilevante.

Deutsche Bankdb X-trackers

Nome ISIN TER Valuta Copertura delrischio di cambio

db x-trackers S&P 500 (Euro Hedged) ETF LU0490619193 0,30 % Euro Sì

db x-trackers S&P 500 ETF LU0490618542 0,20 % Dollari No

Deutsche Bank Exchange Traded Funds

db X-trackers_Anz_S&P_124x200_it.indd 1 01.04.11 14:55

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MERCATO ETF

Seattle, visuale notturna

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Giungono da Seattle alcune interessanti novità per l’industria globale degli ETF. Per festeggiare al meglio i suoi 75 anni di vita, Russell Investments ha deciso di entrare con decisione nel campo degli ETF attraverso una serie di replicanti dal contenuto innovativo. La società di gestione, che vanta asset under management per 161 miliardi di dollari ed è già conosciuta nel mondo degli ETF come uno dei principali index provider, ha lanciato lo scorso mese sul NYSE Arca la sua prima piattaforma di ETF. Gli strumenti permettono un’esposizione ad azioni a larga capitalizzazione degli Stati Uniti attraverso indici che si basano su sei discipline d’investimento comunemente applicate da gestori professionali. Presentata anche una serie di emissioni denominata “Russell Factor ETFs”, sempre sull’azionario statunitense, in questo caso con indici legati anche all’universo delle small cap, con esposizione a 5 differenti fattori di rischio. Russell Investments, facendo tesoro dell’esperienza maturata nel campo della ricerca multi-manager e della costruzione di indici, offre così degli ETF di nuova generazione che nelle intenzioni dell’emittente sono destinati principalmente agli investitori finanziariamente più evoluti. “Attraverso il lancio dei Russell ETF - ha detto Andrew Doman, presidente e ceo di Russell - puntiamo a fornire agli investitori una vasta gamma di prodotti innovativi e soluzioni su misura per raggiungere gli obiettivi di investimento di ogni singolo cliente”. La parola d’ordine è innovazione, sei differenti strategie sulle large cap UsaNel dettaglio la prima tornata di emissioni è stata progettata dalla società di gestione per offrire un’esposizione alle società statunitensi a larga capitalizzazione suddivise in sei discipline di investimento comunemente praticate dai gestori professionali. La famiglia dei Russell Investment Discipline ETFs comprende sei differenti tipologie: il Russell Aggressive Growth ETF (AGRG) replica un indice composto da società caratterizzate da attese di elevati profitti nel breve

Per gli ETF made in Usa è sempre tempo di innovazione

Con una doppia tornata

di emissioni sul NYSE

Arca, Russell Investments

ha fatto il suo ingresso

nell’arena degli ETF con

strumenti legati a diverse

strategie d’investimento

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MERCATO ETF

Small cap Usa in pole position nelle fasi di ripresa del ciclo Nelle fasi di ripresa del ciclo economico le small cap statunitensi mostrano la capacità di sovraperformare le large cap e mostrano anche una bassa correlazione con i principali benchmark azionari internazionali. Uno studio pubblicato recentemente da ETF Securities evidenzia come i titoli small cap Usa rappresentino quasi la metà del mercato globale dei titoli azionari small-cap sia in termini di controvalore che di liquidità. “Negli ultimi dieci anni – commenta Daniel Wills, Senior Analyst di ETF Securities - le small caps sono state le principali beneficiarie delle fasi di ripresa del ciclo economico degli Stati Uniti anticipando le ultime due fasi di crescita molto prima delle large-cap”. Negli ultimi 5 anni le società Usa a piccola capitalizzazione hanno avuto un grado di volatilità simile ai principali benchmark azionari internazionali ma con una crescita più vicina alle performance delle società relative al settore delle risorse di base che alle large cap Usa.

Small caps Usa: bassa correlazione con principali indici internazionali

Cumulative Returns (USD)Correlations with 1 Yr 3 Yrs 5 Yrs 10 Yrs FTSE 100 Eurostoxx S&P 500 VolatilityUS Small and Large Cap IndexesRussell 2000 US Small Cap 26% 28% 18% 113% 0.43 0.46 0.91 26%Russell 1000 US Large Cap 17% 9% 16% 46% 0.50 0.53 1 22%

US Equity IndexesS&P 500 16% 7% 14% 38% 0.49 0.52 - 22%DJ Industrial Average 17% 10% 27% 59% 0.48 0.51 0.98 20%MSCI USA 15% 6% 11% 31% 0.49 0.52 1 22%

Global IndexesMSCI AC World 14% 1% 16% 63% 0.78 0.81 0.86 18%FTSE 100 14% -6% 10% 68% - 0.95 0.49 24%Euro Stoxx 50 6% -15% 1% 39% 0.95 - 0.52 25%Shanghai SE Composite -2% -10% 175% 75% 0.12 0.11 0.04 27%

Fonte: ETF Securities, Russell

termine; il Russell Contrarian ETF (CNTR) replica un paniere composto da titoli che sono soliti “ritardare” rispetto al mercato e ai loro peers; il Russell Consistent Growth ETF (CONG) su un indice composto da società che riportano una crescita degli utili sopra la media nel lungo termine; il Russell Equity Income ETF (EQIN) su un indice composto da società che mostrano l’abilità di pagare un dividendo stabile nel tempo; il Russell Growth at a Reasonable Price ETF (GRPC) che replica un indice composto da società che presentano un prezzo relativamente basso in relazione alle prospettive di crescita del lungo termine; infine il Russell Low P/E ETF (LWPE) su un indice che comprende le società che presentano multipli bassi rispetto alla loro media storica. I titoli compresi in questi indici devono far parte del Russell 1000, l’indice sulle large cap statunitensi più diffuso tra gli investitori istituzionali. “Nello sviluppo di questa prima gamma di replicanti – ha sottolineato Andy Arenberg, managing director della distribuzione globale dei Russell ETF - abbiamo cercato le sei strategie più diffuse tra i gestori professionali per la selezione dei singoli titoli per costruire prodotti che danno accesso ad approcci di investimento reali, piuttosto che una semplice mercato, indici style o di settore”. “Si tratta di strumenti finanziari sofisticati che vanno al di là delle offerte tradizionali presenti sul mercato - rimarca James Polisson, managing director di Russell ETF - e crediamo che ci sia una straordinaria opportunità di crescita attraverso la creazione di ETF che offrono mirate esposizioni che in precedenza non erano accessibili agli investitori”.

Russell Factor ETF: esposizione a 5 differenti fattori di rischio A fine maggio è arrivata la seconda tornata di emissioni targate Russell. In tutto dieci ETF sotto l’insegna Russell Factor ETF che mirano ad offrire agli investitori più sofisticati delle soluzioni pratiche per gestire l’esposizione al rischio dei loro portafogli. I cinque fattori di rischio considerati sono: beta elevato, beta basso, elevata volatilità, bassa volatilità ed elevato momentum. Per ognuno di questi fattori è prevista la versione legata alle large cap statunitensi e quella riservata invece alle small cap. “Il trade-off tra rischio e rendimento è sempre stato il nucleo delle decisioni di investimento - sottolinea James Polisson, managing director di Russell ETF - tuttavia, i fattori di rischio, così come il modo appropriato per misurarli e gestirli, sono spesso una zona grigia non pienamente contabilizzata nel processo decisionale di investimento”. In tal senso i Russell Factor ETF provano a offrire una soluzione efficiente per ridurre le influenze indesiderate e gestire al meglio i fattori di rischio all’interno di un portafoglio.

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FOCUS BANCA IMI Collegati al sito www.bancaimi.it per leggere tutte le ricerche o ascoltare i risultati con il servizio PodcastL’APPROFONDIMENTO

DI BANCA IMI

A cura del Servizio studie Ricerche Intesa SanpaoloIl presente articolocostituisce l’estrattodi un documento di ricercaredatto da Intesa Sanpaoloe distribuito da BancaIMI.Per ogni dettaglio informativo relativo al documento,alle avvertenze e ai conflittidi interesse dell’analista,di BancaIMI e del GruppoBancario di appartenenza (Intesa-Sanpaolo) si invita a voler consultareil sito www.bancaimi.it.

Europa in vantaggio sugli Usa, ma resta l’incognita Grecia

L’Europa cresce più delle attese

nei primi 3 mesi del 2011 grazie

alla forza di Germania e

anche Francia. Crescita flebile

invece per Italia e Spagna

Il dato più rilevante pubblicato nell’ultimo mese per la zona euro riguarda il tasso di crescita del PIL nel primo trimestre 2011. Mentre negli Stati Uniti il dato è stato inferiore alle proiezioni, in Europa la crescita si è rivelata decisamente superiore alle attese. Nel dettaglio, contro il consenso di 2,2% su base annuale, il tasso di crescita del PIL per la zona euro ha raggiunto il 2,5% grazie alla crescita record di Germania e Francia. Sono state proprio queste due economie a sostenere l’espansione europea che è riuscita così a superare anche la crescita statunitense. Mentre la Germania non solo ha raggiunto ma addirittura superato i livelli pre-crisi, l’economia francese nel primo trimestre si è espansa al ritmo più elevato dal 2006. Decisamente distinta risulta la fase congiunturale che stanno affrontando Italia e Spagna, caratterizzate da tassi di crescita prossimi allo zero. Addirittura negativo risulta il contributo alla crescita dei paesi periferici che però, dato il loro scarso peso in percentuale rispetto all’economia europea, non riescono a rallentare in misura significativa il tasso di crescita del PIL per l’intera zona euro. L’elemento più positivo del quadro che emerge dalle statistiche di contabilità nazionale è il fatto che, soprattutto in Germania, la ripresa economica sia stata resa possibile non tanto da una buona performance delle esportazioni, quanto piuttosto dal risveglio dei consumi delle famiglie, degli investimenti delle imprese e delle spese per le costruzioni. Si tratta di una notizia in prospettiva favorevole anche per l’economia italiana, visto il forte legame economico esistente tra i due paesi.In generale gli indici congiunturali mostrano prospettive economiche di breve termine ancora positive nei prossimi mesi, nonostante il rincaro delle materie prime, il mercato del lavoro americano ancora debole e gli effetti locali del terremoto in Giappone. I prezzi strutturalmente elevati delle materie prime sono ancora imputabili alla domanda dei Paesi emergenti e alla crisi in Nord Africa e in Medio Oriente, che sta influenzando lo scenario in particolar modo attraverso i prezzi di gas naturale e petrolio. Altro elemento da tenere in considerazione è rappresentato dalla restrizione della politica fiscale, che sarà importante soprattutto in Europa ma non solo, come dimostra il recente avvertimento di Moody’s sul debito pubblico giapponese. Gli effetti negativi della politica fiscale restrittiva sulla crescita cominceranno a essere visibili nel corso del 2011, ma saranno più evidenti sulla crescita media annua del prossimo anno. La crescita negli Stati Uniti, attesa quest’anno al 2,6%, si è consolidata e appare al momento sostenibile. Consumi e investimenti non residenziali saranno il traino della ripresa, anche se come detto il mercato del lavoro è ancora in ampio

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FOCUS BANCA IMIL’APPROFONDIMENTO

DI BANCA IMI

disequilibrio. Si delinea cioè un quadro molto variegato, ma che non dovrebbe compromettere la crescita economica mondiale tuttora in corso, con effetti favorevoli per i mercati finanziari.In tale contesto, resta al centro dell’attenzione la crisi greca. Il timore principale legato all’ipotesi di ristrutturazione del debito in mano ai privati è l’impatto che avrebbe non solo sul sistema bancario greco, ma anche su quello europeo. Il sistema bancario locale detiene circa 60 miliardi di euro di debito greco e dipende dai titoli di stato greci che ha in portafoglio e che utilizza come garanzia per le operazioni di rifinanziamento in BCE. Il sistema bancario europeo (Grecia esclusa) detiene circa 40 miliardi di euro di debito greco; il paese di gran lunga più esposto risulta essere la Germania, seguito da Francia e Belgio. Se una ristrutturazione, seppur su base volontaria, fosse classificata dalle agenzie come default (in quanto peggiorativa rispetto alla situazione di partenza per gli obbligazionisti) si innescherebbe una serie di effetti sfavorevoli tra istituti finanziari decisamente importanti e potenzialmente destabilizzanti per il sistema finanziario in generale (secondo le stime CreditSight i CDS relativi alla Grecia in circolazione ammontano a oltre 80 miliardi di euro). Ne deriva che il pacchetto di nuovi aiuti alla Grecia, anche se coinvolgerà in qualche modo il settore privato, dovrà tener conto degli effetti sistemici di un’eventuale ristrutturazione del debito che abbia come conseguenza un default, quale definito dalle agenzie di rating. Dopo che il presidente dell’Eurogruppo Junker ha annunciato il raggiungimento di un accordo per un nuovo prestito alla Grecia (si parla di 60-70 miliardi di euro circa provenienti da EFSF e FMI), i funzionari del FMI hanno garantito, sotto condizionalità, l’erogazione della quinta tranche dell’attuale piano di aiuti. Tuttavia non sono ancora chiari il grado e le modalità di partecipazione del settore privato al rifinanziamento del debito greco. Il mese di giugno dunque risulterà cruciale sia per il raggiungimento di un accordo tra le Autorità politiche europee, che dovranno discutere il nuovo pacchetto di aiuti, sia per l’esecutivo di Atene, impegnato a cercare l’approvazione dell’opposizione a un nuovo piano di austerità, necessario per assicurarsi il pagamento della quinta tranche del prestito da parte del Fondo Monetario Internazionale. La prossima data cruciale, in cui dovrebbe essere ufficializzate le misure e le decisioni di cui si sta discutendo in queste settimane, sarà il prossimo 20 giugno, quando si terrà una riunione Ecofin specifica sulla Grecia.

La congiuntura statunitense si mostra più debole, rimangono ampi i disequilibri nel mercato del lavoro

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OSSERVATORIO ETF

Far East - Indice Nikkey

CHIUSURA VARIAZIONE% 3 MESI 6 MESI 12 MESIGiappone 9492 -12,28 -7,74 -5,26Cina 738 -8,52 -9,79 34,40Russia 1858 -7,85 8,36 36,29Brasile 64218 -5,40 -7,49 4,32

Usa - Indice Dow jones

CHIUSURA VARIAZIONE% 3 MESI 6 MESI 12 MESIDow Jones 12249 -0,15 6,94 22,34S&P 500 1313 -1,59 6,30 22,09Nasdaq 2327 -2,87 4,68 25,12Russell 2000 821 -2,04 6,21 27,47

Commodity - Indice CRB

CHIUSURA VARIAZIONE% 3 MESI 6 MESI 12 MESICrb 348 -3,93 9,87 40,04Brent 100 -4,23 11,88 39,84Oro 1542 8,31 9,33 27,22Cacao 2904 -23,74 -0,93 -5,58

La pagina dei numeri di ETF News

Fonte: Bloomberg - dati aggiornati al 6/06/2011

PREZZO € VOLUMI PER % 1 MESE PER % 6 MESI TREND BT TREND MTI MIGLIORI A 1 MESE DLyxor Etf Daily Shortdax X2 30,46 14.123 10,78 -5,65 s tEtfx Dj Euro Stoxx 50 Double Short 2X 49,47 413 10,25 -8,45 s sLyxor Etf Euro Stoxx 50 Dd S 29,76 42.779 10,22 -6,81 s sEtfx Dax 2X Short Fund 39,91 8.327 10,22 -6,53 s tLyxor Etf Xbear Ftse Mib 30,73 1.096.085 9,81 -12,41 s sI MIGLIORI A 6 MESI Lyxor Etf Msci Europoe Real Estate 30,56 1.000 1,11 10,97 s sIshares Ftse Epra/Nar Uk Property 4,96 5.392 2,06 10,73 s sAmundi Etf Real Estate Reit Ieif 203,10 10 1,47 10,33 s sDb X-Trackers Dblci-Oy Balan 35,16 12.318 2,42 10,29 s tDb X-Trackers Commodty-Light Energy 19,21 417 1,32 10,06 s sI PEGGIORI A 1 MESE Etfx Dj Euro Stoxx 50 Lev 2X 109,31 310 -11,21 -1,11 t tEtfx Dax 2X Long Fund 151,83 303 -10,95 -0,77 t =Amundi Etf Leverage E50 166,23 486 -10,86 0,32 t tLyxor Etf Euro Stoxx 50 Leverage 15,485 139.882 -10,72 0,42 t tIshares S&P Global Tim&Forest 11,455 7.486 -10,72 -14,26 t tI PEGGIORI A 6 MESI Db X-Trackers Ftse Vietnam 19,95 31.152 -10,48 -24,25 t tIshares Msci Turkey 25,89 29.352 -9,05 -22,99 t tDb X-Trackers S&P 500 2X Inv 12,845 5.575 7,44 -21,63 = =Lyxor Etf Turkey 46,395 34.156 -8,78 -21,47 t tRbs Market Access Dow Jones 147,73 888 -8,78 -21,39 t tI PIù SCAMBIATI / QUANTITà Lyxor Etf Leveraged Ftse Mib 13,245 1.592.676 -10,05 5,45 t tLyxor Etf Xbear Ftse Mib 30,73 1.096.085 9,81 -12,41 s sIshares S&P 500 Index Fund 8,835 586.178 -4,97 -3,97 t sLyxor Etf Ftse Mib 21,04 236.190 -4,96 3,89 t tLyxor Etf Levdax 50,89 233.456 -10,67 0,57 t =I PIù SCAMBIATI / VALORE Lyxor Etf Xbear Ftse Mib 30,73 31.113.590 9,81 -12,41 s sLyxor Etf Leveraged Ftse Mib 13,245 15.965.970 -10,05 5,45 t tLyxor Etf Levdax 50,89 10.542.760 -10,67 0,57 t =Lyxor Etf Dax 69,46 9.960.536 -5,08 1,18 t =Ishares S&P 500 Index Fund 8,835 6.127.368 -4,97 -3,97 t s PIù ATTIVI / VALORE Dbx-Trackers-Dj Stoxx 600 Insurance Short 38,52 300% 6,23 -10,93 s sIshares S&P Global Tim&Forest 11,455 269% -10,72 -14,26 t tDb X-Trackers Stoxx 600 Tecnology 21,09 255% 5,79 -7,24 s tDb X-Trackers Stoxx 600 Industrial Good 51,61 250% -1,96 2,87 = sIshares Stoxx Large 200 De 29,13 248% -2,92 0,50 t =

Nelle tabelle sono riportati solamente gli Etf quotati sul segmento ETFplus di Borsa Italiana Spa. I dati sono elaborati su base quindicinale. Il trend indicato nelle ultime due colonne è dato dall’incrocio di due medie mobili. Per quella di breve periodo, l’indicazione è positiva tutte le volte che la media mobile esponenziale a 5 giorni perfora verso l’alto quella a 20 giorni mentre è negativa ogni volta che la media a 5 giorni perfora verso il basso quella a 20 giorni. Per quello di medio termine l’indicazione è positiva tutte le volte che la media mobile esponenziale a 20 giorni perfora verso l’alto quella a 50 giorni mentre è negativa ogni volta che la media a 20 giorni perfora verso il basso quella a 50 giorni.

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OSSERVATORIO ETF

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La debolezza dei mercati ha favorito nelle ultime settimane gli ETF che permettono di prendere una posizione ribassista a leva 2

2 ETF su Obbligazioni ad Alto RendimentoLyxor* quota su Borsa Italiana due ETF che permettono di prendere posizione, in maniera immediata ed economica, su panieri diversificati di obbligazioni ad alto rendimento.

• ETF su obbligazioni societarie ad alto rendimento in EUR: Lyxor ETF iBoxx € Liquid High Yield 30 (HY IM)• ETF su Titoli di Stato di Paesi Emergenti in USD: Lyxor ETF iBoxx $ Liquid Emerging Markets Sovereigns1 (EMKTB IM)

Gli indici benchmark degli ETF hanno un elevato rendimento2 (yield) di 6,14% e 6,01% all’anno ed, inoltre, i due ETF hanno il più basso Costo Totale (TER) della propria categoria3: appena 0,45% e 0,30% all’anno. ETF ad elevato rischio.

I 2 Lyxor ETF consentono di superare le problematiche di un investimento diretto in obbligazioni ad alto rendimento che possono essere caratterizzate da accesso difficoltoso ai titoli, liquidità limitata, negoziazione costosa, lotti minimi elevati, ecc...

Investimento minimo: 1 ETF (~100 €) - Liquidità da Société Générale e UniCredit e da 40 operatori tra cui Knight C.E. Lyxor è il 1° Gestore di ETF in Italia per Contratti (68%), Controvalore (58%) e Patrimonio (43%) (Borsa Italiana, 2010).

ETF su Emerging Markets Bond

ETF su High Yield Bond

I Meno Costosi della categoria3

NOME ETF BLOOMBERG REUTERS ISIN

Lyxor ETF iBoxx € Liquid High Yield 30 HY IM HY.MI FR0010975771

Lyxor ETF iBoxx $ Liquid Emerging Markets Sovereigns EMKTB IM EMKTB.MI FR0010967323

Il Commento agli ETFL’incertezza che sta caratterizzando mercati finanziari ha favorito nelle ultime quattro settimane di contrattazione gli ETF che consentono di prendere una posizione ribassista sui listini azionari. Sul mercato ETFPlus di Borsa Italiana si sono messi in evidenza il Lyxor Etf Daily Shortdax X2 (+10,78%), l’Etfx Euro Stoxx 50 Double Short 2X (+10,25%) e il Lyxor Etf Euro Stoxx 50 Double Short (+10,22%). A sei mesi in evidenza i fondi passivi legato all’andamento del settore immobiliare: il Lyxor Etf Msci Europe Real Estate (+10,97%), l’Ishares Ftse Epra/

Nareit Uk Property (+10,73%) e l’Amundi Etf Real Estate Reit Ieif (+10,33%). Penalizzati invece nell’ultimo mese di contrattazione i fondi a gestione passiva che consentono di prendere una posizione rialzista a leva sui listini come l’Etfx Dj Euro Stoxx 50 Lev 2X (-11,21%), l’Etfx Dax 2X Long Fund (-10,95%) e l’Amundi Etf Leverage Euro Stoxx 50 (-10,86%). A sei mesi male il Db X-Trackers Ftse Vietnam (-24,25%), l’Ishares Msci Turkey (-22,99%) e il Db X-Trackers S&P 500 2X Inv (-21,63%). Tra gli Etf più scambiati per numero di pezzi spicca il Lyxor Etf Leveraged Ftse Mib con una media giornaliera di 1,59 milioni di pezzi. Seguono il Lyxor Etf Xbear Ftse Mib con negoziazioni per 1,09 milioni di unità e poi l’Ishares S&P 500 Index Fund

con 586mila pezzi. Il maggiore controvalore di negoziazione è stato realizzato dal Lyxor Etf Xbear Ftse Mib con transazioni giornaliere per 31,13 milioni di euro. Seguono il Lyxor Etf Leveraged Ftse Mib con scambi per 15,96 milioni di euro e poi il Lyxor Etf Levdax con transazioni per 10,54 milioni di euro. Tra gli Etf che hanno registrato i maggiori incrementi negli scambi spiccano il Db x-Trackers Stoxx 600 Insurance Short (+300%), l’Ishares S&P Global Tim&Forest (+269%) e il Db X-Trackers Stoxx 600 Tecnology (+255%).