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Edizioni Suvini Zerboni - Notiziario quadrimestrale Materia narrante Ivan Fedele Le Lezioni americane di Calvino ispirano il coronamento d’un ciclo sinfonico incentrato su termini musicali e non 72 febbraio 2017 E SZ news P tefano Gervasoni partecipa al progetto del Divertimento Ensemble attorno alle Variazioni Diabelli di Beethoven con Veränderung XXXI-bis, rielaborazione per quattordici strumenti proposta in prima esecuzione assoluta dall’ensemble committente diretto da Sandro Gorli il 18 gennaio al Teatro Litta di Milano per la rassegna “Rondò”. Spiega l’Autore: «In questo ciclo di “variazioni di variazioni” ideato da Sandro Gorli per il quarantesimo anniversario del Divertimento Ensemble, mi è stata assegnata la trentunesima, cioè la variazione più estesa insieme alle due ultime che la seguono e concludono questo capolavoro beethoveniano, ma anche la più espressiva (Largo, molto espressivo), e con una finalità di segno opposto a quella ironico-costruttiva e decostruttiva che caratterizza le variazioni precedenti. In questa, il tema di Diabelli viene nobilitato e trasfigurato emotivamente, diventando un intenso, intimo e umanissimo canto; a volte quasi recitativo, per marcare ancora di più l’afflato profondamente comunicativo del compositore-trascrittore. Per la mia versione, mi è sembrato fuori luogo procedere a un’ulteriore trasfigurazione decostruttiva, e al limite del ridicolo immaginare di dovere inficiare la bellezza dell’espressione beethoveniana con artifici e manierismi tecnici, compresi quelli offerti dalle extended techniques della musica contemporanea. Ho incentrato invece il mio lavoro su una strumentazione che mettesse in valore i musicisti dell’ensemble, affidando a tutti loro dei passi solistici, a sottolineare – a volte esaltando la tensione di certi snodi del fraseggio con alcune minime aggiunte al testo beethoveniano – la dimensione collettiva e dunque universale (e popolare: vedi l’impiego della fisarmonica!) di un’opera capace di fare di un motivo banale l’espressione della ricchezza di pensiero della moltitudine umana». La primavera si apre per Stefano Gervasoni con una serie di ben tre prime inaugurata in grande stile con il concerto dell’Ensemble Intercontemporain diretto il 30 marzo alla Salle des Concerts della Philharmonie de Paris, alla Cité de la Musique, da Matthias Pintscher. Viene tenuto a battesimo in quell’occasione Eufaunique per ensemble, commissione dell’Ensemble Intercontemporain per il progetto “Eic 40 - Genesis” che celebra il quarantennale dell’istituzione. In questi termini il compositore illumina il significato del nuovo lavoro: «In tutta la Genesi si assiste a un doppio processo di separazione. Il creatore distingue all’interno d’una materia caotica delle entità che nomina e che a loro volta nominano altre entità. Nel mio pezzo vorrei sviluppare questa idea di separazione, creando all’interno del tutti due gruppi strumentali, due organismi distinti che a loro volta creeranno altri raggruppamenti. Ma questo gesto di separazione conserva una sorta di “nostalgia” della fusione originale, mai dimenticata. La mia giornata è quella degli uomini e degli animali, due entità al contempo separate e unite: vi è nell’uomo una parte di bestialità, negli animali una componente umana. Se si traspone tutto ciò nella musica, la componente bestiale sarebbe ciò che appartiene alla natura, l’acustica, mentre la parte umana corrisponderebbe ai dati linguistici (armonia, contrappunto, ritmo) attraverso i quali si cerca di dominare questa materia: l’“uomo che dà il nome” decifra le leggi dell’universo sonoro, controlla e fissa i parametri dei suoi termini per potersene servire continua a pag. 2 Dall’Ensemble Intercontemporain al Divertimento, da Ginevra a Kiev quattro prime per ensemble Dimensioni espressive Stefano Gervasoni S rima che termini l’inverno, si chiude con Lexikon III un ciclo di composizioni sinfoniche che prendono come spunto altrettanti argomenti musicali (Lexikon I le tecniche del contrappunto fiammingo contestualizzate all’interno di una visione allargata e aumentata, Lexikon II i concetti più recenti di armonico, inarmonico, saturo) ed extramusicali come, nel caso di questo pannello conclusivo, quelli proposti dalle Lezioni americane che Italo Calvino preparò nel 1985 per un ciclo di conferenze all’Università di Harvard che non gli fu possibile tenere perché la morte lo colse prima: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità e coerenza (quest’ultima non fece nemmeno in tempo a redigerla). In questi termini Ivan Fedele si rapporta a quell’estremo lavoro calviniano: «Questi concetti sono per Calvino le qualità che avrebbero assicurato la sopravvivenza della letteratura nel terzo millennio, a fronte di una profetica intuizione di come e quanto la diffusione dell’informatica nella vita quotidiana potesse rappresentare, accanto alle conquiste importanti nel campo dell’informazione e della comunicazione, una seria minaccia al romanzo e alla letteratura. Non a caso, in alcuni suoi romanzi, aveva immaginato dei calcolatori che, debitamente istruiti, creassero testi dotati di senso narrativo, di fatto sostituendosi all’autore. In un certo senso, la composizione assistita al computer (uno dei campi di ricerca musicale più avanzati del nostro tempo) questo rischio non solo lo evoca, ma in molti casi lo concretizza, laddove il compositore deleghi un numero eccessivo di opzioni alla macchina, facendosi comporre da essa piuttosto che essere lui a creare con l’ausilio delle nuove tecnologie. Ecco quindi che la finalità di questo lavoro è quella di sottolineare, ancora una volta, il primato dell’immaginazione attraverso una mia personale declinazione di quei concetti che sono stati sempre alla base della mia esperienza di compositore. Di ognuno di questi temi (perché di temi si tratta) avrei potuto scrivere molte variazioni. Mi sono limitato a proporre le interpretazioni che, a mio avviso, testimoniano meglio l’estetica degli ultimi anni: un’estetica che propone un concetto di narrazione diverso da quello d’ispirazione letteraria, ma più vicino alla nozione di un tempo che rivela gradualmente le qualità intrinseche di un pensiero musicale già costituito in sé, in cui non esistono personaggi (micro e macro figure musicali) che appaiono sulla scena raccontando una trama che si evolve nel tempo. Esiste esclusivamente una materia sonora che viene svelata, nella sua poetica intrinseca, attraverso una continua a pag. 3

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Le Lezioni americane di Calvino ispirano ilcoronamento d’un ciclosinfonico incentrato sutermini musicali e non

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tefano Gervasoni partecipa al progetto delDivertimento Ensemble attorno alle Variazioni Diabelli diBeethoven con Veränderung XXXI-bis, rielaborazioneper quattordici strumenti proposta in prima esecuzioneassoluta dall’ensemble committente diretto da SandroGorli il 18 gennaio al Teatro Litta di Milano per larassegna “Rondò”. Spiega l’Autore: «In questo ciclo di“variazioni di variazioni” ideato da Sandro Gorli per ilquarantesimo anniversario del Divertimento Ensemble,mi è stata assegnata la trentunesima, cioè la variazionepiù estesa insieme alle due ultime che la seguono econcludono questo capolavoro beethoveniano, maanche la più espressiva (Largo, molto espressivo), e conuna finalità di segno opposto a quella ironico-costruttivae decostruttiva che caratterizza le variazioni precedenti.In questa, il tema di Diabelli viene nobilitato etrasfigurato emotivamente, diventando un intenso, intimoe umanissimo canto; a volte quasi recitativo, permarcare ancora di più l’afflato profondamentecomunicativo del compositore-trascrittore. Per la miaversione, mi è sembrato fuori luogo procedere aun’ulteriore trasfigurazione decostruttiva, e al limite delridicolo immaginare di dovere inficiare la bellezzadell’espressione beethoveniana con artifici e manierismitecnici, compresi quelli offerti dalle extended techniquesdella musica contemporanea. Ho incentrato invece il miolavoro su una strumentazione che mettesse in valore imusicisti dell’ensemble, affidando a tutti loro dei passisolistici, a sottolineare – a volte esaltando la tensione dicerti snodi del fraseggio con alcune minime aggiunte altesto beethoveniano – la dimensione collettiva e dunqueuniversale (e popolare: vedi l’impiego della fisarmonica!)

di un’opera capace di fare di un motivo banalel’espressione della ricchezza di pensiero dellamoltitudine umana». La primavera si apre per StefanoGervasoni con una serie di ben tre prime inaugurata in grande stile con il concerto dell’EnsembleIntercontemporain diretto il 30 marzo alla Salle desConcerts della Philharmonie de Paris, alla Cité de laMusique, da Matthias Pintscher. Viene tenuto abattesimo in quell’occasione Eufaunique per ensemble,commissione dell’Ensemble Intercontemporain per ilprogetto “Eic 40 - Genesis” che celebra il quarantennaledell’istituzione. In questi termini il compositore illumina ilsignificato del nuovo lavoro: «In tutta la Genesi si assistea un doppio processo di separazione. Il creatoredistingue all’interno d’una materia caotica delle entitàche nomina e che a loro volta nominano altre entità. Nel mio pezzo vorrei sviluppare questa idea diseparazione, creando all’interno del tutti due gruppistrumentali, due organismi distinti che a loro voltacreeranno altri raggruppamenti. Ma questo gesto diseparazione conserva una sorta di “nostalgia” dellafusione originale, mai dimenticata. La mia giornata èquella degli uomini e degli animali, due entità alcontempo separate e unite: vi è nell’uomo una parte dibestialità, negli animali una componente umana. Se sitraspone tutto ciò nella musica, la componente bestialesarebbe ciò che appartiene alla natura, l’acustica,mentre la parte umana corrisponderebbe ai datilinguistici (armonia, contrappunto, ritmo) attraverso iquali si cerca di dominare questa materia: l’“uomo chedà il nome” decifra le leggi dell’universo sonoro, controllae fissa i parametri dei suoi termini per potersene servire

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Dall’EnsembleIntercontemporain alDivertimento, da Ginevra a Kiev quattro prime perensemble

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rima che termini l’inverno, si chiude con Lexikon III unciclo di composizioni sinfoniche che prendono comespunto altrettanti argomenti musicali (Lexikon I letecniche del contrappunto fiammingo contestualizzateall’interno di una visione allargata e aumentata, LexikonII i concetti più recenti di armonico, inarmonico, saturo)ed extramusicali come, nel caso di questo pannelloconclusivo, quelli proposti dalle Lezioni americane cheItalo Calvino preparò nel 1985 per un ciclo di conferenzeall’Università di Harvard che non gli fu possibile tenereperché la morte lo colse prima: leggerezza, rapidità,esattezza, visibilità, molteplicità e coerenza (quest’ultimanon fece nemmeno in tempo a redigerla). In questitermini Ivan Fedele si rapporta a quell’estremo lavorocalviniano: «Questi concetti sono per Calvino le qualitàche avrebbero assicurato la sopravvivenza dellaletteratura nel terzo millennio, a fronte di una profeticaintuizione di come e quanto la diffusione dell’informaticanella vita quotidiana potesse rappresentare, accanto alleconquiste importanti nel campo dell’informazione e dellacomunicazione, una seria minaccia al romanzo e allaletteratura. Non a caso, in alcuni suoi romanzi, avevaimmaginato dei calcolatori che, debitamente istruiti,creassero testi dotati di senso narrativo, di fatto

sostituendosi all’autore. In un certo senso, lacomposizione assistita al computer (uno dei campi diricerca musicale più avanzati del nostro tempo) questorischio non solo lo evoca, ma in molti casi lo concretizza,laddove il compositore deleghi un numero eccessivo diopzioni alla macchina, facendosi comporre da essapiuttosto che essere lui a creare con l’ausilio delle nuovetecnologie. Ecco quindi che la finalità di questo lavoro èquella di sottolineare, ancora una volta, il primatodell’immaginazione attraverso una mia personaledeclinazione di quei concetti che sono stati sempre allabase della mia esperienza di compositore. Di ognuno diquesti temi (perché di temi si tratta) avrei potuto scriveremolte variazioni. Mi sono limitato a proporre leinterpretazioni che, a mio avviso, testimoniano megliol’estetica degli ultimi anni: un’estetica che propone unconcetto di narrazione diverso da quello d’ispirazioneletteraria, ma più vicino alla nozione di un tempo cherivela gradualmente le qualità intrinseche di un pensieromusicale già costituito in sé, in cui non esistonopersonaggi (micro e macro figure musicali) che appaionosulla scena raccontando una trama che si evolve neltempo. Esiste esclusivamente una materia sonora cheviene svelata, nella sua poetica intrinseca, attraverso una

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in funzione espressiva. L’aspetto della componentebestiale è particolarmente vivo nella musica d’oggi, questa“musica del suono” che è succeduta alla musica modale e tonale. Il punto, in questa evoluzione, è giungere aguardare ciò che ci si lascia alle spalle. L’obiettivo èintegrare altre modalità espressive senza dimenticare operdere le precedenti. Si tratta anche di fondare unpercorso che abbia una valenza storica, cioè che nonsoltanto non dimentichi il passato, ma riattualizzi la portataespressiva delle sue modalità considerandole come degliarchetipi. Si potrebbe dire, per schematizzare, che ci sonodei compositori che hanno la tendenza a pensare la storiadella musica come un fenomeno rettilineo, puramenteevolutivo, e altri che si sono sempre chiesti come tornareindietro, rielaborare una materia già ricevuta, e altri ancorache potrebbero percorrere la storia e il presente nei duesensi, in un andirivieni permanente, un cortocircuito cheattiverebbe e riattiverebbe la creazione incessantemente.Immaginare di poter scrivere qualcosa di nuovo èfondamentale: senza questo non si scriverebbe proprio.Ma per me è importante intrattenere un rapporto vigile conla storia, aver coscienza che ciò che si produce potrebbebenissimo esser già stato fatto. Per comporre io ho puntidi partenza multipli: un pezzo preso da una composizionedel passato, un frammento di soundscape registratoovunque, un gesto strumentale, un ritmo, piuttosto cheuna parola. L’importante è che abbia la sensazioneprofonda di avanzare, di rinnovarmi con ogni nuovo lavoro,a rischio di sconcertare il mio uditorio. Prendere unastrada già stabilita e dire al pubblico: “ecco la strada,seguitemi”, è un modo di procedere che non mi rispecchia.Preferisco che l’uditorio faccia lo sforzo di trovare le lineedi forza sotterranee che possono collegare situazioniespressive opposte». Il 1° aprile sarà la volta di Capriccioostico per ensemble, in programma in prima esecuzioneassoluta all’Alhambra di Ginevra per il Festival Archipel,interpretato da William Blank alla testa del LemanicModern Ensemble, compagine committente del nuovopezzo, che Gervasoni così presenta: «In questacomposizione lavoro sul concetto di non-fluidità e diresistenza. Quale che sia il materiale musicalestrutturante, la materia sonora esplorata, i gestistrumentali adottati o i modi di gioco impiegati, in questopezzo c’è sempre un elemento che cerca di opporsi alconforto d’una musica che scorre agevolmente nelle ditadei musicisti. “Ostico” significa arduo, problematico, sottile,laborioso, grave, impegnativo, esigente. Non si tratta dicreare situazioni al limite dell’impossibilità (di gioco o didiscriminazione percettiva), ma di far salire il livello diesigenza e d’attenzione in modo da creare una situazioned’ascolto generale, sia da parte del pubblico che degliinterpreti, adatta a stimolare una particolare dimensioneespressiva. Tutto dev’essere “piacere dello sforzo”, inopposizione al “piacere del confort”, che diventa in artesignificato neutro, o sterilizzazione dell’espressione. Maquesto disagio deve valere come incitazione al viaggio,benché a un viaggio periglioso. Le dita dei musicistiscivolano su note sornione, frutto di una scrittura musicaleche si direbbe perfida. Le textures sonore si distendono inmodo inaudito e le orecchie si aguzzano mettendole inatto, cercandone il giusto equilibrio interno e rivelandoleagli ascoltatori. Esse stesse vogliono essere prese inquesto sforzo collettivo che rende l’esperienza d’ascoltofresca, avventurosa, sognante, densa di segreti dascoprire negli ascolti che seguiranno e che questarivelazione deve sempre rilanciare. L’insignificante diventasignificativo e a poco a poco importante, cruciale,indispensabile. Tutto ciò che canalizza il pensieromusicale del compositore nel suo tentativo di renderloconcreto e vibrante agisce come filtro modificatore e fontedi tensione significante in virtù del fattore di resistenzavoluto e creato dal compositore stesso». Infine l’8 aprileLuigi Gaggero proporrà alla Plivka di Kiev, col baritonoFrank Wörner e alla testa dello Ukho Ensemble Kyiv, iDodici Sonetti di Camões per baritono e venti strumenti.Così l’Autore introduce questa prima: «La partitura deiDodici Sonetti di Camões è uno dei due cicli che si

intrecciano in Com que voz, un lavoro di grandi dimensioniispirato a due fondatori della cultura lusofona: l’antico e diestrazione colta, cioè Luís de Camões, e il recente e diestrazione popolare, ovvero Amália Rodrigues. I due cicli,per voce solista, grande ensemble e elettronica, sicompenetrano nella composizione originaria, essendo staticoncepiti sulla base di un sistema di rimandi, simmetrie,sovrapposizioni, echi e contrasti strutturali capaci di creareun flusso musicale continuo. E tuttavia sono perfettamenteseparabili ed eseguibili in maniera autonoma, come dueraccolte di brani liederistici in forma ciclica. Esiste dunqueFado errático, dodici fado ispirati al repertorio di Amália,per cantante fado, grande ensemble e elettronica, e DodiciSonetti di Camões per baritono e grande ensemble senzaelettronica. L’eliminazione dell’elettronica ha comportatouna serie di modifiche nella parte strumentale, inparticolare nel numero 3 (“Correm turvas as águas desterio”), ma l’ordine dei brani è mantenuto uguale,costituendo già di per sé un percorso drammaticodall’espressione del turbamento amoroso all’astrazionefilosofica e al distacco dell’approssimarsi della morte.Attorno a questo itinerario si attorcigliava un percorsoanalogo, quello costituito dalla serie di fado (procedentedal realismo del primo alla sublimazione dell’ultimo).Anche l’organico strumentale è rimasto comune ai duecicli, comprendendo dunque il riferimento folklorico dellachitarra portoghese, dell’Europa estremo occidentale, edel suo alter ego est-europeo, il cimbalom, oltre ad altristrumenti di estrazione popolare come la fisarmonica, ealtri strumenti della percussione, in aggiunta ovviamenteagli strumenti classici dell’orchestra». Proprio percimbalom solo è Pas perdu, il primo dei lavori di Gervasoniad essere ripreso nel 2017, il 21 gennaio al ThéâtreGaronne di Tolosa, per la rassegna “Musique 360°”,nell’interpretazione di Maxime Echardour, che lo riproporràil 26 febbraio alla Marbrerie di Montreuil. Un leggeroritorno di cielo per ventidue archi è in cartellone il 26gennaio al Prinzregententheater di Monaco di Baviera e il 5 febbraio alla Philharmonie di Colonia, interprete ilMünchener Kammerorchester diretto da Clemens Schuldt.Il 2 febbraio il New Made Ensemble, ospite del Museo delNovecento di Milano, dedica al compositore l’incontro-concerto “La musica di Stefano Gervasoni”, durante ilquale solisti del gruppo proporranno Adagio ghiacciato pertoy-piano (o celesta) e violino ammutolito da Mozart, KV356, Masques et Berg, tre duetti per violino e viola,Phanes per flauto e Folia (Omaggio a Aldo Clementi) perviolino solo. Quest’ultimo lavoro viene ripreso dalmedesimo interprete, Raphael Negri, il 7 febbraio allaSalle Ockeghem di Tours e il 15 marzo al Teatro SanLeonardo di Bologna, per il Centro di Ricerca Musicale.Strepito e garbuglio per contrabbasso è in programma il 3febbraio al Tonhalle di Düsseldorf, solista Florentin Ginot.Una ripresa di Gramigna per cimbalom e ensemble èprevista il 9 febbraio alla Reaktorhalle della Hochschulefür Musik und Theater München, con Luigi Gaggero,coadiuvato dall’Ensemble Oktopus diretto da KonstantiaGourzi. La prima esecuzione in Francia di Ansioso quasicon gioia per clarinetto basso avrà luogo il 15 febbraio aParigi, nel contesto del Festival Présences di RadioFrance, solista Armand Angster. Yoru No Hibiki, Yama NoNaka Yori, “musica notturna dal silenzio della montagna”su versi di Saigyo per voce e quartetto d’archi, è incartellone il 12 marzo allo Yokohama Arts Action Projectper il 18° ciclo “Just Composed in YokohamaContemporary Composer Series”, nell’interpretazione diRyoko Aoki e del quartetto formato da Tamaki Narita e KeiYuri, violini, Makoto Adachi, viola, e Fumino Uemura,violoncello. Di dolci aspre catene, tre madrigali a cinquevoci su testi di Torquato Tasso, viene portato dagliEnsembles SoloVoices e Thélème il 30 marzo alla Garedu Nord di Basilea, l’8 maggio al Kulturhaus Helferei diZurigo e in altra data da definire a San Gallo, per larassegna “Contrapunkt“. Infine, il Cd Stradivarius Schrift(STR 37047) interpretato dalla fisarmonicista FannyVicens, include l’incisione di Album di figurine doppie perfisarmonica e live electronics ad libitum.

segue da pag. 1 (Gervasoni: Dimensioni espressive)

Christophe Bertrand

Il Norrbotten NEO Ensemble ha eseguito Satka per flauto,clarinetto, violino, violoncello,pianoforte e percussione il 26gennaio al Kulturens Hus diLuleå (Svezia), con replica il27 gennaio allo StudioAcusticum di Piteå (Svezia).Vertigo per due pianoforti eorchestra è in programma il1° aprile al Lotte Concert Halldi Seoul per la rassegna “ArsNova”, nell’interpretazione deipianisti Dimitri Vassilakis eHideki Nagano e della SeoulPhilharmonic Orchestradiretta da Pascal Rophé.

Aureliano Cattaneo

L’Impuls Festival di Grazpropone il 20 febbraio alProberaum del KUG MumuthTrazos per soprano eensemble su testi di poetispagnoli del Siglo de Oro,nell’interpretazione distrumentisti e ensembledell’Impuls Academy 2017.

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progressiva e talvolta reiterata messa a fuoco delle suequalità precipue. Lexikon III è stato concepito per essereeseguito a gruppi di due temi per volta (circa 10’) o ancheintegralmente, per una durata complessiva di trentaminuti». I primi quattro temi di Lexikon III per orchestrasaranno proposti in prima esecuzione assoluta in duetempi: Lightness e Quickness il 21 febbraio all’Auditoriumdi Bolzano, nell’interpretazione dell’Orchestra Haydndiretta da Benjamin Bayl, con riprese il 22 febbraioall’Auditorium di Trento, e il 24 e 26 febbraioall’Auditorium di Milano. Terzo e quarto tema, Exactitudee Visibility, saranno invece tenuti a battesimo il 16 marzoall’Auditorium Pollini di Padova da Marco Angius alla testadell’Orchestra di Padova e del Veneto, che ne è ilcommittente. Per quest’ultima istituzione Ivan Fedelerappresenterà il compositore di riferimento perun’importante manifestazione in programma questaprimavera: un ciclo di tre lezioni concerto che si terrannonella Sala dei Giganti al Liviano di Padova, introdotte dalcompositore e dirette da Marco Angius, che proporrannol’esecuzione integrale del ciclo Syntax per orchestraabbinato a tre sinfonie dei classici viennesi corrispondentia ciascuna anta del trittico. In particolare il 29 marzo è inprogramma Syntax 0.1 ([email protected]) con la Sinfonia n. 99 diHaydn, il 21 aprile Syntax 0.2 ([email protected]) con la Sinfonian. 38 di Mozart, il 12 maggio Syntax 0.3 ([email protected])con la Quarta di Beethoven. In questi mesi è stato e saràpossibile ascoltare musica di Fedele nelle seguentioccasioni: il 18 gennaio al Teatro Litta di Milano, per larassegna Rondò del Divertimento Ensemble, che proponein prima esecuzione assoluta, sotto la direzione di SandroGorli, Variazione 4.2 per ensemble dalle beethovenianeDiabelli-Variationen op. 120; il 6 gennaio Erinni perpianoforte, marimba e vibrafono all’Auditorium delConservatoire à Rayonnement Régional di Rueil-Malmaison, nell’interpretazione dell’Ensemble Court-circuit; il 20 gennaio Hommagesquisse per violoncellonell’Aula Magna dell’Università Roma 3, solista MicheleMarco Rossi; il 7 febbraio Aiscrim per flauto, clarinetto epianoforte alla Salle Ockeghem di Tours, affidato al NewMade Ensemble, che riproporrà il lavoro il 15 marzo alTeatro San Leonardo di Bologna per il Centro di RicercaMusicale e il 20 marzo al MAMU Magazzino Musica diMilano, in quest’ultima occasione abbinato al Giardino digiada II ; il 10 febbraio Threnos in memoriam HenriDutilleux per violoncello alla Sala Affreschi dell’AccademiaFilarmonica Romana, sempre nell’interpretazione di

Michele Marco Rossi, che riprenderà in quell’occasioneanche Hommagesquisse; il 4 marzo Suite francese II perviolino alla Salle de Concert Musicatreize di Marsiglia, conFrancesco D’Orazio; l’11 marzo le Fünfzehn Bagatellenper violino, violoncello e pianoforte al Ran Baron Halldell’Israel Conservatory of Music di Tel Aviv, affidato alMeitar Ensemble. Il 17 marzo Ivan Fedele rientra tra gliautori eseguiti nel concerto À livres ouverts diretto daMatthias Pintscher alla Salle des Concerts della Cité de laMusique - Philharmonie di Parigi e dedicato agli autori diriferimento dell’Ensemble Intercontemporain nel quadrodei festeggiamenti per i quarant’anni della compagine. La Sinfonieorchester Münster diretta da Charles Olivieri-Munroe, proporrà Scena per orchestra il 25 aprile, conrepliche il 26 e il 30 aprile al Großes Haus del TheaterMünster. Il 13 maggio Aforisma per flauto saràinterpretato da Chiara Picchi, solista del Ned Ensemblenel contesto del X Festival dell’istituzione all’AuditoriumCelesti di Desenzano del Garda. Il Festival L’AquilaContemporanea Plurale propone all’Auditorium del Parcoil 18 maggio Dioscuri per due violoncelli e orchestra: laprima esecuzione italiana sarà affidata ai solisti MicheleMarco Rossi e Fernando Caida Greco, e all’OrchestraSinfonica Abruzzese diretta da Fabio Maestri; e il 19maggio Threnos in memoriam Henri Dutilleux eHommagesquisse, ancora una volta nell’interpretazione diMichele Marco Rossi. Chiude il mese di maggio la ripresadelle Fünfzehn Bagatellen, affidate a Bogdan Bozovic,violino, Francesco Dillon, violoncello, ed EmanueleTorquati, pianoforte, il 30 maggio al Conservatorio “G.Verdi” di Torino per l’Associazione De Sono. Ivan Fedele èprotagonista di due Cd pubblicati di recente dall’etichettaStradivarius. Interamente monografico, e dedicato allaproduzione più recente del compositore, è Phasing (STR37050): interpretato dai pianisti Maria Grazia Bellocchio eAldo Orvieto, da Simone Beneventi e Dario Savron allepercussioni, da Alvise Vidolin in veste di sound director eda Luca Richelli al live electronics, il Cd, prodotto dalConservatorio “Cesare Pollini” di Padova - Sound andMusic Processing Lab (SaMPL), propone in primaregistrazione assoluta Phasing per due pianoforti epercussioni, Pulse and Light per due pianoforti e liveelectronics, Wood-Skin Tracks per due percussionisti elive electronics, e Two Moons Two per due pianoforti eelettronica. Duals per percussioni e pianoforte dà infine iltitolo al Cd omonimo (STR 37059), interpretato da SimoneBeneventi e Andrea Rebaudengo.

segue da pag. 1 (Fedele: Materia narrante)

Orchestra del Teatro La Fenice diretta da MarcoAngius con Aldo Orvieto al pianoforte propone il 4 marzoal Teatro Malibran di Venezia, con replica il 5 marzo, laprima esecuzione delle Variazioni op. 27 per pianoforte eorchestra nell’edizione critica pubblicata dalle ESZ per lecure di Angela Ida De Benedictis e Giovanni Cestino,dopo la storica esecuzione che Bruno Maderna diressenel 1946 al Teatro La Fenice di Venezia. È stato lo stessoOrvieto a individuare, con l’assistenza di MassimilianoNegri, il manoscritto autografo (l’opera era infatti presentesolo come particella nel Fondo Camillo Tognidella Fondazione Cini) nell’archivio dellapianista Lya De Barberiis, per molti anniamica e prima interprete dei lavori di Togni.Sulla composizione (1946) – ora incisa daOrvieto con Angius alla testa dell’Orchestradi Padova e del Veneto in un Cd Stradivarius(STR 37041) – si esprime in questi terminiGian Paolo Minardi nelle note nel bookletdello stesso Cd: «La partitura delleVariazioni lascia scorgere, nella stessa qualità dellascrittura pianistica – che non era sfuggita a unosservatore eccezionale quale Alfred Cortot – quellanitidezza di visione che illumina tutta l’opera del musicistabresciano, nelle virtualità espressive racchiuse dentro la

“lentezza” sottesa alla pagina – “un secondo della miamusica costa almeno novanta minuti di lavoro artigianale”era solito rimarcare – subito riconoscibile nell’impianto: un tema di dodici note dal carattere elegiaco che vieneripetuto tra le prime tre variazioni e le altre tre seguenti,come a regolare il gioco alterno di sensazioni e di umoriofferto dalla sequenza delle sei variazioni dove al passoscorrevole della prima segue lo spunto scherzoso dellaseconda, con quella figurazione di quartine di semicromache potrebbe addirittura far pensare a un omaggio a

Casella se il tessuto non fosse irrorato da ben altrelinfe; diverso carattere, più rilevato nella stessascrittura pianistica, quello della terza variazione, chesi colora di toni tragici nella quarta per spegnersi poinel tono pacificante della quinta fino al climararefatto dell’ultima». È possibile ascoltare musicadi Togni il 10 e 11 febbraio al Politeama Garibaldi diPalermo, dove l’Orchestra Sinfonica Siciliana direttada Gianna Fratta esegue Some Other Where perorchestra, e il 18 febbraio al Teatro Sancarlino di

Brescia, dove il Dèdalo Ensemble propone, con gli allievidella seconda edizione del Corso di direzione d’orchestrasul repertorio da camera moderno e contemporaneo, perla rassegna “Sulle Ali del Novecento”, Du bleicher Geselleper complesso da camera.

Suoni ritrovatiCamillo Togni

Aldo Orvieto riporta in vita unimportante lavoro concertante,ora eseguito al Malibran

L’

Ivan Vandor

Fabio Maestri eseguirà con l’Orchestra SinfonicaAbruzzese, il 18 maggioall’Auditorium del Parcodell’Aquila, per il FestivalL’Aquila ContemporaneaPlurale, Silences HorizonsEspaces per orchestra dacamera, prima esecuzionedella versione riveduta.

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ono sei le prime esecuzioni assolute per Alessandro Solbiati nell’arco di duemesi. Ha inaugurato la serie il 18 gennaio al Teatro Litta di Milano Zero etrentatré, dal tema di Diabelli all’ultima variazione per quattordici strumenti,commissione del Divertimento Ensemble che l’ha eseguito sotto la direzione diSandro Gorli. Il 7 febbraio Le corde di Nicolò per violino con pianoforte è incartellone alla Salle Ockeghem di Tours, affidato ai solisti del New MadeEnsemble Raphael Negri e Rossella Spinosa. Spiega l’Autore: «Il titolo indicaperfettamente il nucleo base di questo brano, commissionatomi nel 2007 daFabrizio von Arx per un suo progetto paganiniano poi non andato in porto. Ma prima di tutto bisogna forse spiegare l’indicazione “violino con pianoforte”,anziché il tradizionale “violino e pianoforte”. In effetti il pianoforte in questobrano ha un ruolo del tutto subordinato, simile a quello che, guarda caso,aveva nell’accompagnamento dei Capricci di Paganini composti da RobertSchumann (che coniò proprio l’indicazione “con pianoforte”). Al centro delbrano vi è un’immagine, quella di un cammino piuttosto virtuosistico tra lecorde, dalla quarta alla prima, durante il quale di volta in volta, su ciascunacorda, prende forma la citazione di un Capriccio di Paganini basato inparticolare su quella stessa corda e su quel registro: il Capriccio all’inizio nonc’è, poi a poco a poco si rivela, viene citato, quindi trasfigurato e abbandonato,partendo alla ricerca del successivo: un po’ come se il violino stesso, messo invibrazione e percorso dal grave all’acuto dalle dita del solista, non potesse nonfar risuonare l’eco delle note del suo interprete e compositore-simbolo». Il 18febbraio Luigi Gaggero propone, alla testa dello Ukho Ensemble Kyiv, Neve,in versione per 16 strumenti, alla Plivka di Kiev. Racconta Solbiati: «LuigiGaggero ha iniziato da qualche tempo una stretta collaborazione con unEnsemble di una terra piuttosto insolita nel campo della musica d’oggi,l’Ucraina: lo Ukho Ensemble di Kiev, che appare essere un gruppo di notevolelevatura. Si richiedeva un brano anche assai breve che suggellasse per mecome per altri compositori che hanno percorso alcuni tratti di strada musicaleinsieme a Luigi (e io ne ho compiuti davvero parecchi e molto belli, nei suoimolteplici ruoli di cimbalonista, percussionista e direttore di ensemble vocale)un inizio di relazione con lo Ukho Ensemble. Ho così pensato di dedicargli latrascrizione per sedici strumenti di uno degli otto brevi brani che compongonola suite Crescendo, per orchestra da camera, composta per i giovanissimi deiPiccoli Pomeriggi Musicali. Ho scelto, degli otto, il brano forse più efficace sulpiano musicale, quello in cui le incerte linee discendenti di ogni strumentohanno un riferimento all’elemento naturale cui allude il titolo, fino a far balenarela velata citazione di un corale bachiano. Ho arricchito la strumentazioneinfittendo il gioco timbrico e introducendo a tratti l’ombra di un registro graveassente nella versione originale». Il 22 marzo gli Amici della Musica di Modenaospitano al Teatro San Carlo Tommaso Rossi, flauto dolce contralto, e CiroLongobardi, pianoforte, in Crossfade per flauto dolce contralto e pianofortepreparato. Spiega il compositore: «Crossfade è stato composto all’inizio del2016 ed è dedicato a Tommaso Rossi e al suo duo con Ciro Longobardi. Ilnucleo immaginativo base del brano è nato indiscutibilmente da un bellissimopomeriggio passato con Tommaso, chiedendogli di conoscere il suo strumento,facendogli ogni sorta di domande e di richieste, da quelle più banali ad altreche hanno sorpreso persino lui, fino a scoprire insieme una bella possibilitàtimbrica in più... Rivedendo gli appunti presi in quel pomeriggio mi sono resoconto che potevo facilmente dividere il repertorio di elementi su cui avevamolavorato in due famiglie, l’una (F) fatta di vivacità ed agilità e l’altra (E) costituitadagli aspetti più morbidi, sfumati, “timbrici”, che richiedono una certa lentezza.Le due lettere F ed E si riferiscono ai personaggi schumanniani di Florestano eEusebio; ho immaginato che l’intero brano fosse costituito da una dissolvenzaincrociata progressiva (un crossfade, appunto) tra la prima e la seconda. Si tratta quindi di otto episodi in alternanza di climi (FEFEFEFE) in cui le Fdivengono sempre più brevi e fugaci, mentre le E si estendono e prendonopiede. Il pianoforte è usato un po’ “in punta di piedi”, con preparazioni e uso dicordiera, per non sovrastare l’affascinante ma delicato legno». Gli ensembleAccroche Note e FontanaMIX interpreteranno Insieme per dieci strumenti il 13marzo, prima esecuzione assoluta, all’Auditorium de la Cité de la Musique diStrasburgo e il 24 marzo, in prima italiana, a Bologna. In questi termini neparla l’Autore: «Insieme è frutto della commissione congiunta degli ensembleAccroche Note di Strasbourg e FontanaMIX di Bologna, due città e dueensemble cui mi lega un grande affetto. La situazione per la quale è statochiesto il brano accentua in me l’emozione e il significato: si tratterà di unomaggio a Franco Donatoni aperto da Spiri, per dieci strumenti, suo branocardine del 1977, intercalato da alcuni pezzi sempre suoi e di organico piùpiccolo all’interno di quello di Spiri, e concluso dal mio nuovo brano,espressamente sullo stesso organico di Spiri, quasi alludendo a un passaggiodi testimone che mi onora e emoziona. Devo davvero molto, personalmente ecompositivamente, a Franco: il mio pensiero musicale proviene da lui, pur inuna profonda differenza di visione musicale. E proprio per questa differenzanon ho voluto in nessun modo fare un riferimento diretto a Spiri o alla musicadi Donatoni in genere. In comune vi è solo l’organico, mentre la curva formalee l’intenzione espressiva sono molto lontane da quelle di Donatoni. Quattroampie zone, le due laterali più ampie e di ugual durata, le due centrali più brevie sempre della medesima durata tra loro. A unirle, un tragitto quasidrammaturgico ben identificato dalle agogiche quasi “berghiane”: “Adagio nontroppo, declinando” / “Largo spento” / “Scorrevole luminoso” / “Presto vivo”.

Filo conduttore del brano è il rintocco, un rintocco che muta fisionomia e spiritoa ogni zona: esso innesca come una calamita la lenta discesa di una fasciamelodica collettiva dalla regione più acuta a quella più grave nella prima zonae scandisce invece come una pulsazione oscura la disgregazione totale dellaseconda, pressoché enarmonica. Nella terza zona diviene uno scampanio dalquale scaturisce un melodizzare aereo e a tutto registro, mentre nella quarta è il puro “segnale divisorio” tra dodici episodi vivi e spumeggianti, ciascunobasato su una coppia di strumenti principali, utilizzando ogni possibilità diabbinamento tra un fiato e un arco. Quest’ultima idea è il mio unico veroomaggio diretto a Spiri, in cui oboe e violino sono strumenti solisti». Il 20marzo Andrea Monarda interpreta all’Auditorium Gaber di Milano, per gliIncontri Musicali della Società dei Concerti, la Sonata per chitarra, che l’Autorecosì presenta: «In trent’anni, dal 1987 ad oggi, mi sono molto dedicato allachitarra, strumento di cui intuisco potenzialità tecniche, timbriche e espressivesuperiori a buona parte della letteratura a lei fin qui dedicata, pur connotissime, grandi eccezioni. Ho scritto Tre pezzi nel 1987, Quattro studi tra il1997 e il 2004, Le sei corde di Nicolò tra il 2011 e il 2013, e un Concerto perchitarra e orchestra (o ensemble) in triplice versione tra il 1989 e il 2016.Andrea Monarda, giovane, bravissimo chitarrista che sta per incidere perLimen un Cd-Dvd comprendente tutto ciò che ho scritto per questo strumento,mi ha chiesto nel 2015 un “brano importante” per chitarra: questa “importanza”era forse un po’ ingenuamente suggellata dalla richiesta di comporre una“Sonata”. Con un pizzico di autoironia, e senza alcun timore di equivocineoclassici, ho preso Andrea in parola e ho scritto una Sonata in quattromovimenti che si pone decisamente come il brano in cui ho chiesto di più allostrumento, da ogni punto di vista, tecnico, timbrico, articolativo e espressivo,forzando le mie stesse conoscenze alla ricerca di territori ulteriori. Il gioco èstato quello di alludere davvero ai caratteri dei quattro movimenti di unaSonata. La chitarra inizia con quattro corde scordate e riacquista la naturaleaccordatura a poco a poco, raggiungendola solo negli ultimi secondi. Il primomovimento contrappone e poi sviluppa due figure: ampia e accordale la prima(che ritorna poi trasfigurata interamente in armonici), la seconda basata suldialogo tra due elementi melodici in registri opposti, giocando però su unvirtuosistico “accompagnamento” centrale interamente di sinistra sola. Il secondo movimento corrisponde a uno “Scherzo” e ha al centro un giocopetulante, ritmico e serrato di accordi acutissimi, tra i quali occhieggianovelocemente varie triadi maggiori e minori contrapponendo alcuni episodidifferenti, in uno dei quali, ad esempio, le due mani si incrociano e la destrapizzica al di là della sinistra, con una sorta di “effetto ukulele”. Il terzo,l’“Adagio”, è il più ricco sul piano timbrico. Alcune corde vengono preparatecon patafix, la sesta discende in regione gravissima e da un suono del tuttoinarmonico (battuti e tambura su corde stoppate etc.) risale e si rivela via viaun canto isolato. Il quarto movimento è una serie di brevissime, incalzantivariazioni su un’unica cellula, a siglare la mia intenzione di “inventare molto”per questo strumento». In questi mesi è stato ed è possibile ascoltare musicadi Alessandro Solbiati il 25 novembre al Teatro Kismet di Bari, dove AndreaMonarda ha eseguito, nel contesto del Festival URTIcanti, gli Studi I-IV perchitarra; quello stesso 25 novembre al MACRO di Roma, dove il sopranoLjuba Bergamelli ha interpretato, per il Festival di Nuova Consonanza, ToWhom? per voce femminile, con replica il 1° dicembre all’Université FrançoisRabelais di Tours; il 9 dicembre alla Chiesa dei SS. Marcellino e Festo diNapoli, dove Tommaso Rossi ha proposto in prima esecuzione italiana, per larassegna Autunno Musicale 2016 della Nuova Orchestra Scarlatti, Ánthos.Parte terza per flauto dolce contralto; il 15 e 16 dicembre al Roudaki Hall diTeheran, che ha ospitato il Nivak Ensemble nella prima esecuzione assolutadella nuova versione per violino e violoncello di Con l’antico canto. Il 4febbraio Andrea Monarda interpreterà all’Aula Cavazzoni del Conservatorio di Musica “Lucio Campiani” di Mantova Le sei corde di Nicolò per chitarra.Albatros per flauto, violino e pianoforte è portato in tournée dal New MadeEnsemble il 25 gennaio al Teatro Lirico di Cagliari, il 7 febbraio alla SalleOckeghem di Tours e il 15 marzo al Teatro San Leonardo di Bologna, nelmedesimo concerto in cui i solisti del New Made Ensemble Raphael Negri eRossella Spinosa presenteranno la prima esecuzione italiana delle Sei cordedi Nicolò per violino con pianoforte. La prima esecuzione della nuova versioneper violino solo di Quelle pause di luce è prevista l’8 marzo al Printemps desArts di Monte-Carlo, interprete Malika Yessetova. Il Coro Canto Sospesodiretto da Martinho Lutero eseguirà Sphynx per otto voci miste il 19 marzo allaBasilica di San Giovanni di Busto Arsizio. Il 20 marzo il Museo del Novecentoproporrà nel quadro del Festival 5 Giornate il Secondo Trio d’archi per violino,viola e violoncello nell’interpretazione dell’Ensemble ATMusica Atelier Musicalde Touraine. Il 5 aprile, nel contesto d’un concerto-conferenza di AlessandroSolbiati al Conservatorio di Mantova, verranno eseguiti la Sonata seconda perpianoforte, da Emanuela Piemonti, A tEma per flauto, violino, violoncello epianoforte e Con l’antico canto per flauto (ottavino) e clarinetto bassodall’Ensemble del Conservatorio di Musica “Lucio Campiani”. Il 23 maggioCécile Bruned proporrà a Versailles La rosa profunda per flauto e violino,mentre Il 27 maggio Degl’incanti per violoncello sarà interpretato da AfraMannucci, solista del Ned Ensemble nel contesto del X Festival dell’istituzioneall’Auditorium Celesti di Desenzano del Garda.

Tragitti e virtuosismiAlessandro Solbiati

Sei novità in due mesi, perensemble e per strumentiparticolarmente cari

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Filtro fantasticoMichele dall’Ongaro

L’inverno 2017 si chiude per Michele dall’Ongaro con tre prime, una sinfonico-corale e due cameristiche. Il 2febbraio l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, entecommittente del lavoro, diretta da Juraj Valčuha, presentaall’Opera di Firenze Manuale d’esorcismo per coro eorchestra, basato sul testo latino del rito romano per gliesorcismi. Racconta il compositore: «Proprio non sapreiritrovare la piccola libreria, vicino a Piazza Statuto aTorino, dove mi imbattei per caso in uno strano libretto. Iltitolo era, almeno per me, quanto mai invitante: Manualedi esorcismo - De exorcizandis obsessis a Dæmonio. Eral’inverno del 2013 e da un po’ stavo cercando il testogiusto per una nuova partitura da scrivere per il MaggioMusicale Fiorentino. Quello, immediatamente, mi parve iltesto giusto. In realtà non l’avevo ancora letto e più che iltesto mi sembrò perfetto l’argomento. Due cose mi portodietro da tempo. Una dall’infanzia, alimentata dainumerosi racconti di mio padre – scrittore e giornalista –che mi hanno insegnato a fantasticare. Questaeducazione all’immaginazione era impartita ancheattraverso strani esercizi come, ad esempio, entrare alcinema a metà del film e cercare di capire l’antefatto.Questa semplice disciplina ha molto sviluppato, mi piacecredere, intuizione e capacità di contestualizzarerapidamente le situazioni. Tra i titoli della letteratura letti,riassunti, raccontati non mancavano i migliori delrepertorio fantastico: da E.T.A. Hoffmann a Poe, daStevenson a Buzzati. Da adolescente ero diventato ancheun discreto apprendista mago, limitandomi a praticarecose innocue. A questa passione si affiancò presto quelladell’impegno politico e di una visione etica e sociale delfare musica. Per motivi che ignoro nel tempo queste duestrade si sono incrociate contaminandosi un po’ l’una conl’altra. L’esito di questa formula ha avuto un effettoimprevisto sulle cose musicali. Ogni volta che, cresciutocon A Survivor from Warsaw e Il canto sospeso nelleorecchie e nel cuore, tentavo di prendere di petto i temisociali e politici nelle mie partiture ero destinato arinunciare. Ho sempre avuto bisogno di un potente filtro,magico, fantastico, che allontanasse le cose dalla loroevidenza documentale, dalla cronaca e perfino dalla storiae che aiutasse il mio senso del pudore a non sentirmitroppo inadeguato rispetto alla drammatica crudezza di certe situazioni. Dunque, care ascoltatrici e cariascoltatori, prendete le cose che vi fanno più paura, chenon vi fanno dormire la notte, che vi preoccupano per lasorte di chi vi è caro e per la vostra. E quelle che vi

spaventano per il vostro Paese, per il pianeta, per ilfuturo. Mettetele tutte insieme e cercate, se volete, diesorcizzarle in questa mezz’oretta di musica dove nontroverete effettacci infernali, urla strazianti, demoni eangeli che si combattono. Non troverete nulla dispaventoso né colpi bassi da film horror. Solo unapartitura scritta tra il primo e il secondo tempo di un filmimmaginario nel tentativo di evocare qualcosa che ciliberi, almeno per un po’, da questa insopportabile folliache sembra aver preso possesso del mondo e dei suoiabitanti». Il 15 febbraio Marco Fiorentini e LauraPietrocini presentano all’Auditorium “Ennio Morricone”dell’Università Tor Vergata una novità per violino epianoforte, elaborazione originale di un canto tradizionalesiciliano. Analoga ispirazione presiede alle Due canzonisiciliane per violoncello e pianoforte che il violoncellistaLuigi Piovano e Antonio Pappano al pianoforteinterpreteranno il 3 marzo per le Serate Musicali al TeatroDal Verme di Milano, con replica il 4 marzo al TeatroPonchielli di Cremona. Così dall’Ongaro introduce ilnuovo lavoro: «Da parte materna la mia famiglia è diorigine palermitana e l’infanzia è intrisa di ricordi dellemelodie raccolte da Favara cantate da mia nonnaaccompagnata al pianoforte dal marito, il compositoreGiuseppe Savagnone, davanti ai musicisti siciliani chefrequentavano la famiglia: da Franco Ferrara a BarbaraGiuranna, da Ottavio Ziino a Franco Mannino. Questiantichi ricordi si sono fusi con i più recenti relativi ad amicicari e strepitosi compositori come Francesco Pennisi eAldo Clementi, con il quale ho avuto anche il privilegio distudiare. Da qui la tentazione di rileggere alcune di questemelodie grazie all’occasione offertami, con la solitagenerosità ed entusiasmo, da musicisti eccezionali comeLuigi Piovano e Antonio Pappano che hanno pensato diinserire nel loro repertorio alcune pagine di autori italianivicini al loro percorso musicale e ai quali, ovviamente, lapartitura è dedicata. Sullo sfondo, fatalmente, un’altraesperienza, quella dei Folk Songs di Berio che hannoquasi inaugurato un “genere” al quale molti poi si sonoavvicinati. E qui mi fermo, troppe parole per due paginettein fondo molto private con le quali si tenta di condividere ilpiacere inevitabilmente agrodolce della memoria e dellanostalgia». Il 4 maggio il Museo del Novecento di Milanoospita la ripresa di Gilda, mia Gilda (Per non dire IlRigoletto), melologo per voce recitante e quintetto d’archisu testo di Vittorio Sermonti, affidata al New MadeEnsemble diretto da Alessandro Calcagnile.

Novità sinfonico-corale alMaggio Musicale e riletturecameristiche del folkloresiciliano

uscito per l’etichetta Stradivarius il Cd monografico Le cose, interpretato dall’ensemble L’instant Donné ededicato interamente alla produzione cameristica di EricMaestri. Del compositore sono stati registrati Autoritratto IIper pianoforte, Autoritratto I per pianoforte, violino, viola evioloncello, Le cose per violino, Ancora ancora la notteper violino, viola e violoncello, Tre case per clarinetto eclarinetto basso, pianoforte, violino e violoncello, e Naturadegli affetti per pianoforte solo. La musica di Maestrimuove da una consapevolezza filosofica e richiedenell’ascoltare innanzitutto un’acuta consapevolezza deltempo. Nutrita delle istanze del decostruzionismo e dellasemiologia, si realizza come ricerca degli elementifondamentali del suono, guidata da un’estetica che sifonda sull’efficacia di segni e simboli nel guidare.Formatosi alla scuola di Gilberto Bosco e Ivan Fedele, ha acquisito dal primo l’attenzione per il dettaglio, dalsecondo la consapevolezza critica della propria vocazionedi compositore. Il programma registrato nel Cd Le cose,aperto e chiuso da composizioni per pianoforte solo,sfrutta ampiamente i procedimenti di ripetizione evariazione, la rielaborazione di materiali e di gestianticipati in precedenza. Spazia dall’aforistico (due pagine

appena), essenziale Autoritratto II, ad Autoritratto I,concepito per il classico quartetto col pianoforte (comel’ultimo lavoro compiuto di Morton Feldman), alrecentissimo Ancora ancora la notte per trio d’archi,prosecuzione del più breve Ancora la notte, che esprimeal meglio le attuali ricerche del compositore, dando vita auna forma in continua espansione, così come la notte sitrasforma nel mattino. Nel mese di marzo sarà possibileascoltare, di Eric Maestri, Due espressioni (musicamusicans) per flauto, saxofono e percussioni il 12 marzoa Edmonton, Alberta (Canada), nell’interpretazione delContempo Ensemble; Natura degli affetti per pianoforte il17 marzo a Guarda (Portogallo), per il Festival Síntese,con replica a Castelo Branco (Portogallo) il 18 marzo,affidato a Maxime Springer, solista dell’ensembleL’Imaginaire; Sto cadendo, ricado in me, scompaio...,madrigale a cinque voci su testo di Patrizia Valduga, il 30marzo alla Gare du Nord di Basilea, con repliche a SanGallo in data da destinarsi per la rassegna “Contrapunkt”e l’8 maggio al Kulturhaus Helferei di Zurigo,nell’interpretazione degli Ensembles SoloVoices eThélème.

Consapevolezza filosoficaEric Maestri

Cd monograficointeramente dedicato allaproduzione cameristica

È

Gilberto Bosco

Andrea Monarda esegueFantasia (alla passacaglia)per chitarra il 4 febbraionell’Aula Cavazzoni delConservatorio di Musica “L. Campiani” di Mantova.Con impeto trattenuto perflauto, chitarra e pianofortesarà proposto in primaesecuzione assoluta aDesenzano del Garda il 20 maggio, all’AuditoriumCelesti, per il X Festival del NED Ensemble,nell’interpretazionedell’Auroraensemble (IlariaCavalca, pianoforte, SaraRozzi, chitarra, e JessicaGabriele, flauto).

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Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta daMarco Angius presenta in prima esecuzione assoluta il 31 maggio all’Opera di Firenze l’Ottavo Concerto perpianoforte e orchestra di Luca Mosca, solista Anna D’Errico.Spiega il compositore: «L’Ottavo Concerto per pianoforte eorchestra è in un unico movimento, come il Primo, il Quarto,il Quinto e il Settimo, ma è evidente all’ascolto che sisuddivide in due ampie parti per una durata complessiva dicirca diciotto minuti. Il pianoforte comincia da solo con unossessivo, velocissimo arpeggio dissonante cui segue undialogo serrato e prolungato tra solista e orchestra chesfocia in una seconda, più lunga e frastagliata cadenzasolistica, di notevole impegno virtuosistico. Una zona diattonito e immobile stupore timbrico-figurale conduce senzasoluzione di continuità alla seconda parte del concerto, incui il solista dialoga brillantemente con gruppi cameristicisempre diversi (con i flauti e i clarinetti, con i fagotti, con tuttii legni, con tutti i legni e gli ottoni e poi, via via, con timpani,vibrafono e arpa e con gli archi. Dopo un’altra piccola

cadenza si giunge alla parte finale, diretta verso uncrescendo che s’interrompe improvvisamente con unbrutale, inaspettato silenzio. Questo concerto è dedicato almio caro amico Pierangelo Conte». Luca Mosca hapartecipato al progetto del Divertimento Ensemble attornoalle Variazioni Diabelli di Beethoven con Variazione Diabellin. 15 per nove strumenti, proposta in prima esecuzioneassoluta dall’ensemble committente diretto da Sandro Gorliil 18 gennaio al Teatro Litta di Milano per la rassegna“Rondò”. Il 29 gennaio la pianista Anna D’Errico ha ripresoal Teatro San Carlo di Modena, per gli Amici della Musica, I giorni e le notti per pianoforte. Infine, accoglienza assaifavorevole hanno riscosso gli American Songs, ventitrécanzoni per voce e quattordici strumenti, eseguiti in “primaassoluta” il 29 settembre all’Oratorio San Filippo Neri diBologna, per il Bologna Festival, e Aura, opera comica in unatto per 15 cantanti e 12 strumenti, andata in scena il 18novembre al Teatro Comunale di Treviso (vedi di seguito larassegna stampa).

L’Dialogo serratoLuca Mosca

Novità concertante al MaggioMusicale e ottima accoglienzadelle novità dello scorsoautunno

Rassegna stampaRassegna stampaSu American Songs, all’Oratorio San Filippo Neri di Bologna, per il BolognaFestival, il 29 settembre 2016

Giuseppina La Face Bianconi, «Amadeus », n. 324, Novembre 2016In autunno, nel ciclo “Il nuovo, l’antico”, il Bologna Festival dispensa primizieper palati esigenti. Fra le sei serate sul tema “America Novecento” spiccavauna prima assoluta di Luca Mosca, American Songs, dedicata a Mario e PaolaMessinis. Alla maniera del ciclo di Lieder beethoveniani An die ferne Geliebte, i 23 brani formano una ghirlanda continua, tessuta con caleidoscopicocangiantismo sonoro da quattordici strumenti che assecondano la voce solista.Undici canzonette americane degli anni Quaranta e Cinquanta, selezionate etrascritte da Mosca, si alternano a dodici brani originali tratti dalla raccolta FlySongs (canzoni della mosca? per Mosca?) di Gianluigi Melega, il giornalistadell’Europeo e della Repubblica scomparso due anni fa, che per l’amicomusicista aveva già scritto, in inglese, più d’un libretto d’opera. Se i versi diMelega, arguti o nostalgici, sono discreti e sommessi, i testi dei Songsamericani inscenano il teatrino di una seduzione piccante. Sotto la voltabarocca dell’Oratorio dei Filippini, che reca evidenti gli squarci delle bombe del1944, l’accostamento sonoro del vero “nuovo” (Melega-Mosca) e del finto“antico” (le canzonette riverniciate) ha sprigionato tutto il suo fascino: essopromana dalla copiosa passerella di stili novecenteschi – Stravinskij, Weill,Bartók, Berio, Sciarrino – allestita dal compositore veneziano. Da parte sua,Pierpaolo Maurizzi, alla testa di un ensemble da camera parmense, hasaldamente governato l’allegra girandola, valorizzando le risorse delle duecantanti che si sono spartite i 23 brani: l’istrionica Cristina Zavalloni dalle centovoci, la forbitissima Gaia Mattiuzzi dalla limpidezza insinuante.

Su Aura, al Teatro Comunale di Treviso, il 18 novembre 2016

Mario Messinis, «Il Gazzettino», 1 dicembre 2016Luca Mosca e Pilar García, compositore e librettista, tornano al teatro conAura, rappresentata in prima assoluta al Comunale di Treviso. È unaproduzione allestita in collaborazione con il Conservatorio Benedetto Marcelloche dispone di gruppi vocali e strumentali molto agguerriti. Aura indirizza iconsueti lessici comico-satirici, cari agli autori, verso una acredine di condannasociale. Aura è la fanciulla che difende, con la voce delicata di FernandaGirardini, i valori della vita in un mondo corrotto e perverso. Non riesce asalvare dall’abiezione persino l’amato Paolo ma si sottrae ai ricatti sessuali diun malvivente, Kapu, esprimendo la sua volontà morale. Mosca è con Sciarrinotra i rari compositori di oggi in grado di creare una vocalità di forte emergenzateatrale senza ricadute naturalistiche. Una scrittura puntuta e abilmenteframmentata convive con uno stile recitativo sbalzato drammaticamente.Bagliori di canto toccano l’astrazione, soprattutto nelle polifonie mentali deiconcertati. La strumentazione è sorprendente, di una accidentata luminosità:non ci sono archi ma tastiere, arpe, chitarre elettriche e legni trafittivi. Laversatilità teatrale di Mosca, i suoi umori taglienti, corrispondono alla brillantedrammaturgia di Pilar García. Esecuzione musicale inappuntabile sotto laguida genialmente eccitata di Giovanni Mancuso.

Paolo Petazzi, «Classic Voice», dicembre 2016Il Teatro Comunale di Treviso aveva ripreso Il Gioco del vento e della luna diLuca Mosca nell’agile allestimento del Conservatorio di Venezia, e ora, conintelligente apertura, ha proposto la più recente esperienza teatrale dellostesso compositore, la “opera comica” Aura (Benjamin non c’entra, è solo il

nome della protagonista). Il comico, in Mosca, è quasi sempre volto alsarcasmo e al grottesco: è così anche in Aura, in un modo tanto radicale dacreare disagio (credo intenzionalmente). Nel libretto di Pilar García solo laprotagonista Aura ha intelligenza, sensibilità, umanità, che si contrappongonoin modo anche troppo drastico e rigido al vuoto degli altri personaggi: nelleintenzioni questo gruppo di giovani rappresenta “una coralità di figure sperduteche sopravvivono con comica incertezza in un mondo privo di opportunità”, manel testo, e soprattutto nella musica, viene ritratto con sarcasmo e impietosaferocia come un insieme di amebe di vacuità assoluta. Non meno vacuo ilmalavitoso fanfarone Kapu (spacciatore di metanfetamine) con i suoi maldestrischerani. Kapu minaccia la vita di Paolo, perché questi si è fatto rubare lapartita di droga che avrebbe dovuto smerciare. L’affascinante Aura si promettea Kapu per salvare l’amato Paolo, finge una morte per overdose al momentodell’amplesso, e così mette in fuga lo spaventato criminale; poi risorge dallafinta morte come Giulietta, in tempo per liberarsi dall’affetto che nutriva per lostolido Paolo. Ancora una volta è decisiva la scrittura strumentale di Mosca,che si vale di un piccolo ensemble un poco più ampio di quello del precedenteGioco del vento e della luna, e fa sempre a meno degli archi. Il carattere delsuono complessivo è diverso, per la presenza di un maggior numero distrumenti elettronici, e per la grande distanza tra i due lavori: in comune c’èsolo un carattere essenziale della poetica di Mosca, la vorticosa rapidità e lanervosa mobilità con cui le idee si succedono. La vocalità si integra allascrittura strumentale con atteggiamenti mutevoli, quasi sempre di carattereestraniante, sarcastico, quando non ripiega all’improvviso sul semplice parlato.Nella voluta rigidezza si intravedono modelli stravinskiani (ad esempio in certescansioni ritmiche stranianti). Aura ovviamente sta a sé; ma il compositore nonle concede molto e alla fine gioca con una ben preparata citazione di “Semprelibera”. Le eccellenti prove di tutti i giovani cantanti (da ricordare almeno labravissima protagonista, la brasiliana Fernanda Girardini, e il Kapu di DarioGiorgelè) e dei valenti strumentisti, e la nitida direzione di Giovanni Mancusoassicuravano un’ottima realizzazione musicale.

Massimo Contiero, «La tribuna», 21 novembre 2016Il soggetto, che alterna un frasario anche violento a volute banalità, differisceovviamente dalla maggior parte delle ultime creazioni di Mosca, giocate sulcomico e il grottesco, da “Mr. Me” a “Signor Goldoni”, a “Freud, Freud, I loveyou”. Tuttavia l’ambivalenza della musica del compositore veneziano si adattacon perfetta continuità di stile anche a questo diverso clima. Ritroviamo i ritmispiazzanti e i timbri sorprendenti, la scrittura vocale che, tra sincopi espezzettamenti, mantiene una sostanziale comprensibilità, con diversi momentilasciati al mero parlato, che assume spesso un tono drammatico. Lostrumentale è più o meno quello del “Gioco del vento e della luna”, senza archi,con prevalere di clangori di tastiere e percussioni fuse fra loro, sibili e sberleffidei fiati. C’è comunque spazio per un’emotività molto espressiva. In particolarenella parte di Aura sono toccanti i momenti in cui la ragazza è di fronte alla suadrammatica scelta e canta dapprima “Dover tenere in ghiaccio tutti i pensieri” epoi “Cos’è morire? Cessar di essere”. Ne è interprete con grande maturitàFernanda Girardini. Il gruppo di esecutori del Conservatorio di Venezia è nellemani di Luca Mosca da anni. Li ha portati a un grado di eccellenza formidabile,così da potersi avvalere di un cast nutrito e di scrivere dei concertatiintricatissimi e complessi. Sono dunque tutti da encomiare. Ma Mosca saanche di poter contare sulla guida straordinaria di un direttore come GiovanniMancuso, che da compositore sa come pochi stare sul podio per una partiturad’oggi.

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L’opera dedicata aFalcone ripresa a Berlinoin una nuova versione Interrogarsi sulla storia

Nicola Sani

Falcone - Il tempo sospeso del volo, teatro musicaledella nostra storia, opera in un prologo, 26 scene e unfinale per tre voci di basso, due voci recitanti, corofemminile, 13 strumenti e supporto digitale a 8 canali, sulibretto di Franco Ripa di Meana, viene proposto il 28aprile allo Staatsoper im Schiller Theater di Berlino nellaprima esecuzione della nuova versione con ensembleridotto. Lo spettacolo, con la regia di Benjamin Korn e ladirezione musicale di David Robert Coleman alla testadella Staatskapelle Berlin, sarà replicato il 30 aprile e il4, 6, 7, 12 e 13 maggio. In questi termini l’Autore siesprime su questo fortunato lavoro scenico: «Falcone - Iltempo sospeso del volo è il risultato di una reale sintoniae sinergia fra composizione musicale e dimensioneteatrale, orientata verso il progetto di un nuovo teatromusicale che rifletta sulle questioni del nostro tempo edella nostra storia. Fin dall’inizio, per quest’opera hopensato a un mondo di oscurità, carico di tensioni e digrigi. Un mondo che ci circonda e ci avvolge. Dal puntodi vista della scrittura musicale, l’opera prevede l’impiegodi tre voci di basso e due voci recitanti, tutte maschilicom’è fondamentalmente popolato da figure maschili ilmondo della mafia. Mi ha affascinato l’idea di unascrittura dedicata al registro grave, pieno di tonalitàscure. Un’opera all’interno di un’area sonora ristretta, incui tutto scende come se si fosse dentro a un imbuto,una specie di lato oscuro della voce. Quella di Falcone èl’unica con una personalità identificata e corrispondentea un solo interprete. Gli altri – politici, mafiosi,faccendieri, colleghi, nemici e perfino quella gente“normale” che risultava infastidita dal movimento attornoa Giovanni Falcone e che, alla fine, lo isolò –corrispondono a due voci di basso, che danno quindi vita

ad una pluralità di soggetti. Poi i due attori, voci cheinseriscono nella drammaturgia della vicenda la tonalitàdella cronaca, dei documenti, del contesto giornalistico epolitico del tempo. Il registro grave viene rischiarato daun coro femminile; la cupa ramificazione delle voci gravi,fatta di singole figure, trova il suo pendant nellaluminosità corale, che vuole parafrasare la figura dellamoglie di Falcone, Francesca Morvillo. Una presenzainvisibile, che condivide il destino del marito, in profondacoerenza con la cultura siciliana fatta di immanenza, didestini immobili, inamovibili e immodificabili. Il coro disoprani e contralti è elaborato in tempo reale attraverso il live electronics, creando un’altra tela avvolgente piùampia, aperta e fitta di quella delle voci gravi. Una tramamicrotonale, che avvolge lo spazio come la polvere cheresta sospesa nell’aria dopo la tremenda esplosionedell’attentato, di cui si coglie istantaneamente lacompresenza del prima e del dopo». Di Nicola Sani èstato possibile ascoltare il 25 gennaio A Time for theEvening per clarinetto, violino, violoncello e pianoforte, al Teatro Lirico di Cagliari, nell’interpretazione del NewMade Ensemble diretto da Alessandro Calcagnile. Saràinvece ripreso il 13 maggio all’Auditorium Celesti diDesenzano del Garda AchaB per clarinetto in Sib, nelcontesto del X Festival del Ned Ensemble, solistaGabriele Galvani. Nel quadro del Festival di MusicaContemporanea “Estonian Music Days”, l’eventoaudiovisivo dell’11 aprile, “It Inevitably Leads to theLight”, ospiterà presso il Cinema Sõprus di Tallinn laripresa di I binari del tempo per flauto e nastromagnetico, nell’interpretazione del flautista GianniTrovalusci. Un video verrà realizzato per l’occasione da Sander Tuvikene.

Studio basilare sui rapporticon le arti del Novecento e nuovo allestimentoall’opera di Graz

Arti, cinema e teatroLuigi Dallapiccola

Luigi Dallapiccola e le Arti figurative è il titolo delvolume di Mario Ruffini uscito di recente presso l’editoreMarsilio. Articolato in tre parti, una serie di apparati e un Dvd allegato, approfondisce il tema prescelto inaltrettanti capitoli dedicati rispettivamente all’uomo, alteatro musicale e ai rapporti col cinema. Il volumerappresenta un’occasione preziosa per confrontarsi colcarattere intimamente interdisciplinare della cultura delpieno Novecento, attraverso un intreccio tra vicendestoriche e storia personale del compositore, a disegnare,nelle parole dell’Autore, allievo di Carlo Prosperi,assiduo frequentatore di Casa Dallapiccola e specialistadel compositore, «il suo percorso musicale come un veromagistero teologico nel quale la musica si fa motorepropulsivo della ricerca suprema che caratterizza l’interavita dallapiccoliana». L’indagine scandaglia lagenealogia del compositore, la sua intera parabolaesistenziale (Webern, il percorso dalla “Firenzefascistissima” di Ojetti all’antifascismo, il ruolo delladodecafonia), i rapporti privilegiati con Matisse e con lamoglie Laura Coen Luzzatto, l’iconografia dallapiccolianaconsegnata a non meno di ottanta opere figurative(come il memorabile ritratto di Mippia Fucini del 1952).Spazio cospicuo è riservato alle sei opere sceniche,interpretate come teatro della lotta dell’uomo controforze più grandi di lui, col censimento completo degliallestimenti dal 1940 al 2004 (il solo Volo di notte,dramma della lotta fra felicità individuale e interessecollettivo di fronte al progresso scientifico, è seguito pertutto l’arco cronologico considerato lungo ventidueallestimenti, di cui sette tedeschi, quattro francesi, due aBuenos Aires; Il prigioniero per 37 allestimenti tra il 1949e il 2004, che lo portano già entro la fine degli anniCinquanta a Torino, con le scene di Felice Casorati,Firenze, con quelle di Enzo Rossi, New York, Essen,

Buenos Aires, Brema, Berlino, Augusta, Wuppertal;Ulisse è presente invece negli allestimenti di FernandoFarulli per Berlino 1968, Heinrich Wendel per Düsseldorf1970 e Sylvano Bussotti per Torino 1986). Attorno altema del rapporto col cinema sarà possibile incontrare ilDallapiccola autore dei Due studi / Due pezzi perorchestra per Piero della Francesca, ma anche dellamusica per i documentari degli anni Cinquanta dedicatialle Accademie straniere a Roma, al Cubismo, alCenacolo di Leonardo. La presentazione ufficiale delvolume, sostenuto dal Kunsthistorisches Institut inFlorenz - Max-Planck-Institut e dalla Fondazione Cassadi Risparmio di Firenze, avrà luogo, nell’ambito dell’80°Maggio Musicale Fiorentino, il 28 aprile nel Salone deiCinquecento di Palazzo Vecchio. Saranno relatoriQuirino Principe e Carlo Sisi. Venendo alle esecuzioniattuali, il 2 febbraio il Konzerthaus di Vienna propone,nel contesto dei “Festliche Tage Alter Musik 2017”, in un concerto intitolato “Spuren nach Darmstadt”,un’interpretazione delle Due liriche di Anacreonte persoprano e strumenti nella traduzione di SalvatoreQuasimodo affidata al soprano Giulia Peri e alKlangforum Wien diretto da Catherine Larsen Maguire. Il Prigioniero, un prologo e un atto da “La torture parl’espérance” di Villiers de l’Isle Adam e “La légended’Ulenspiegel et Lamme Goedzak” di Charles de Coster,è in cartellone all’Opernhaus Graz nei giorni 25, 29marzo, 2, 21, 27 aprile, 7, 12, 24 maggio e 10 giugno.Ne sono interpreti Aile Asszonyi (La Madre), MarkusButter (Il Prigioniero), Manuel von Senden (Il Carceriere /Il Grande Inquisitore), Roman Pichler e David McShane(Due Sacerdoti), il Chor der Oper Graz, Das GrazerPhilharmonische Orchester, direttore Dirk Kaftan,direttore del coro Bernhard Schneider, con la regia diPaul Esterhazy, le scene e i costumi di Mathis Neidhardt.

Giovanni Verrando

Animismus per sax alto oclarinetto basso, flauto,violino e violoncello è inprogramma il 20 maggio alTeatro del Lavoro di Pinerolo,interprete l’EnsembleSoundinitiative.

Page 8: ESZ 72 News 72_it.pdf · 2017. 3. 15. · chitarra portoghese, dell’Europa estremo occidentale, e del suo alter ego est-europeo, il cimbalom, oltre ad altri strumenti di estrazione

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IProcesso evolutivo

l 15 maggio verrà ripreso al Teatro Elfo Puccini diMilano il pezzo con cui Pasquale Corrado ha vinto ilConcorso internazionale di composizione “Expo 2015 -Nutrire la musica”, Insequenza per sette strumenti,nell’interpretazione di Carlo Boccadoro alla testa diSentieri Selvaggi. Così lo presenta l’Autore:«Il brano è una riflessione sulla ciclicitàdell’esistenza degli esseri viventi. Un ritualeanalogo per tutti: un cammino naturalearticolato in fasi ed eventi che dalla nascita,passando per crescita e invecchiamento,giungono inesorabili al congedo definitivo diogni essere. In questa spirale terrena,trovano spazio e danno senso gli equilibri e leinterconnessioni che la vita del singolointreccia con le altre creature. La costruzionedel brano è stata dunque immaginata comeun’unica lunga, potenzialmente infinitainterconnessione di sequenze melodiche,ritmiche e armoniche. Ogni gesto diventa unsegmento di sequenza legato alla precedente e allasuccessiva. Un processo perpetuo che potenzialmentepotrebbe non avere fine. Come una cellula che si dividee si moltiplica, il brano dà vita a nuove e sempre diversefigure. Queste possono avere una somiglianza tra loroo, al contrario, divergere ed essere lontanissime. Lacostante in ogni sequenza è il processo evolutivo delpatrimonio genetico, come un DNA musicale chestabilisce una relazione tra le diverse sezioni del brano,frutto dell’apparentamento di ogni segmento con gli altri,in una tensione evolutiva che porta a un gradualerafforzamento armonico». Il 17 febbraio verràpresentato in prima esecuzione assoluta nel foyer delTheater Basel, in occasione dellla serata finale del BaselComposition Competition, After Last October perorchestra, affidato alla Basel Symphony Orchestradiretta da Francesc Prat. Il pezzo sarà proposto in primaesecuzione italiana il 17 maggio dall’OrchestraSinfonica Abruzzese sotto la guida di Fabio Maestriall’Auditorium del Parco dell’Aquila nel contesto delFestival “L’Aquila Contemporanea Plurale”. Spiega ilcompositore: «Questo brano è occasione per avviareuna personale riflessione sull’idea di nascita, ovvero sulmomento in cui inizia l’esistenza di ogni cosa. La nascitaè l’istante a partire dal quale l’individuo diviene tale eacquisisce quella totalità di diritti, primo fra tutti il dirittoalla vita, che lo accompagnerà per il resto della propriaesistenza. È il momento di massima potenzialità, in cuiessere e divenire conservano ancora i tratti di un’unioneappena deflagrata. La nascita che descrivo da un puntodi vista musicale acquisisce le caratteristiche delpercorso gonfio di luce e meraviglia che ogni suono puòsviluppare partendo da quel momento: una maturitàstupenda, la trepidazione per ogni attesa, la definizionedei mutamenti che potrà subire, i contorni insoliti del suodivenire, il solco di una storia, la propria caratterizzatada interconnessioni con altri suoni (differenti o affini) emoltiplicazioni fino a una naturale scomparsa.Osservare l’origine, in questo caso di fenomeni acustici,è tra i più affascinanti dei mestieri, che a stento le paroleriescono a descrivere. Meglio allora lasciare che sia lamusica stessa a manipolare quell’iniziale vibrazionesprigionata dall’avventura disperata e coraggiosa di unsentimento che racchiude le radici di un’identità».Un’ulteriore, prestigiosa prima esecuzione assoluta,commissione dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia,sarà proposta il 19, 20 e 21 maggio all’AuditoriumParco della Musica nella stagione dell’istituzione daAntonio Pappano alla testa dell’Orchestra e del Corodell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia: Solo il tempo per coro e orchestra. In questi termini Corradooffre le coordinate del nuovo lavoro: «La data dirappresentazione del mio pezzo (19 maggio 2017)precede di pochi giorni il 25° anniversario della strage diCapaci (23 maggio 1992) e di quella di Via D’Amelio,

una tragedia italiana che ha rappresentato il primo verochoc socioculturale vissuto dalla mia generazione. Unarco di tempo importante, durante il quale, come è ovvioche sia, la vita non ha mai smesso di scorrere né diessere rappresentata in tutti i suoi intrecci di luce e

nostalgie, speranze e delusioni. Il mio branoè un intimo omaggio al testamento morale diuomini liberi come Giovanni Falcone e PaoloBorsellino ma anche alla Sicilia che,sebbene culla di criminalità organizzata, èanche la terra che ha dato i natali a chiquella criminalità la combatte con coraggio edeterminazione. Intrecciando parole eimmagini sonore con trovate sceniche, il miobrano ripercorre parole, piccole frasi esuggestioni che più hanno caratterizzato lanatura di alcuni protagonisti delle piùimportanti opere dei tragediografi greci,anteponendo la forza e il profondo senso digiustizia alla colpa e alla atrocità. Tra tutti, il

titano Prometeo, grandioso e sofferente, archetipo dellalibertà di pensiero; l’Edipo di Sofocle, segnato fin dallanascita da un destino di colpa e atrocità; il leggendarioEracle, figura esemplare dei limiti invalicabili imposti algenere umano; l’eroina spietatissima e umanissima,Medea, emblema della volontà dell’uomo di costruirsi, insolitaria grandezza, il proprio futuro. Diversamente dallatradizione greca, nella “mia tragedia” mancheràl’elemento divino che salva l’uomo dall’ineluttabilità delproprio destino, quel deus ex machina, come lochiamavano i Romani, che avrebbe potuto evitarel’innesco di quegli ordigni esplosivi che hanno postofine, una volta per tutte, alle vite dei due magistrati.Nella tragedia della realtà, grande assente è propriol’umanità, nel senso profondo del termine e la pietas,figlia di compassione e rispetto. Ma nessun tritolo potràmai sgretolare il coraggio dei giusti». Infine, va in scenail 31 maggio al Teatro Franco Parenti di Milano la nuovaversione per una voce, due attori, gruppo di attori eelettronica di Babbelish, opera in un atto su libretto diJulio García Clavijo, Ugo Giacomazzi, Luigi Di Gangi, in una produzione Teatro Franco Parenti, FondazioneTeatro Massimo, Compagnia dei ragazzi del CircoloPorta Romana. Ne saranno interpreti Maurizio Leoni,baritono, Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi, attori e laCompagnia dei ragazzi del Circolo di Porta Romana;regia e drammaturgia sono di OperAlchemica. Spiegal’Autore: «Babbelish parla di una società addormentata,il cui unico interesse è ottenere dosi di tranquillitàgiornaliera. A risvegliare la società dal torpore e dalladipendenza è un gruppo di ominidi di una foresta,apparentemente semplici, apparentemente non evoluti,interpretati da ragazzi affetti da sindrome di Down. Mr.Babbel scopre qualcosa cui attribuisce subito un grandepotere: masticando un copertone di un’automobile sirende conto che questo gesto meccanico lo pone in unostato di sazietà non solo fisica ma soprattutto mentale. Il salto dalla propria personale esperienza al pensieroche tutti nel mondo potrebbero non voler altro cheprovare la stessa sensazione è breve. Ecco allorafabbricata la gomma “Happy Babbel”, “super plasticosa”,“super morbidosa” e “super fucsia”, che toglie l’appetito,che ci fa sentire calmi, tranquilli e senza pretese. Tuttimasticanti compulsivi di una gomma che crediamo ci dia la felicità ma che in realtà ci ammansisce. Questasoddisfazione fittizia ci viene offerta attraverso laschiavitù di un popolo denaturalizzato per manodell’uomo e sottomesso, i Babbelish appunto: il sacrificiodel debole per soddisfare finte necessità di chi si credepiù forte ma non per questo è meno schiavo. È così cheuna società masticante sazia non solo lo stomaco mamette a tacere anche i suoi impulsi intellettuali: la vogliadi scoprire cose nuove, di porsi domande, di contestare,di crescere, di creare, di essere visionari».

Prestigiosa prima a Santa Cecilia,altra novità sinfonica a Basilea,riprese del pezzo per Expo e di un atto unico

Pasquale Corrado

Valerio Sannicandro

Valerio Sannicandro hapartecipato al progetto delDivertimento Ensembleattorno alle Variazioni Diabellidi Beethoven con Studiumperspectivae: Variazione XXper ensemble, proposta inprima esecuzione assolutadall’ensemble committentediretto da Sandro Gorli il 18gennaio al Teatro Litta diMilano al concerto inauguraledella rassegna “Rondò”.

Henri Pousseur

L’ensemble KlangforumWien diretto da CatherineLarsen Maguire interpretail 2 febbraio al Konzerthausdi Vienna, nell’ambito deiFestliche Tage Alter Musik2017 Spuren nachDarmstadt, il Quintette a lamemoire d’Anton Webernper violino, violoncello,clarinetto, clarinetto basso e pianoforte

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Quattro prime per ensemble,strumenti solisti e elettronicacostellano la ricerca dell’Autore

uattro le prime esecuzioni assolute in questi mesi perJavier Torres Maldonado. Lo scorso 20 dicembre ilconcerto conclusivo del Gamo International Festival hapresentato nella Sala Vanni, in piazza del Carmine aFirenze, Lacrymosa I-a per fisarmonica e elettronica,affidato a Francesco Gesualdi e agli ingegneri del suonodello Experimentalstudio des SWR. Spiega il compositore:«Lacrymosa I-a, per strumento aerofono a tastiera edispositivo elettroacustico, brano dedicato al fisarmonicistaFrancesco Gesualdi, è stato composto a partire dallaversione originale del 2001 (senza elettronica). Esso nasce da una struttura melodica in cui alcune figuremadrigalistiche monteverdiane sono state rese più astratte,condensate o espanse nella loro natura espressiva nonchénella loro durata; la composizione intera nasce infatti daun’attenzione verso una radicale semplicità ed economia dielementi». Javier Torres Maldonado ha partecipato alprogetto del Divertimento Ensemble attorno alle VariazioniDiabelli di Beethoven con Natura interiore per flauto, cornoinglese, percussione, violino, viola e violoncello, proposta inprima esecuzione assoluta al Teatro Litta di Milano per larassegna “Rondò” dall’ensemble committente diretto daSandro Gorli il 18 gennaio. Commissionata dalDivertimento Ensemble per la commemorazione dei loro 40 anni di attività, questa brevissima variazione sullavariazione “Diabelli” numero 27 di Beethoven rivela comeJavier Torres Maldonado compia una condensazione eframmentazione estrema dei materiali tematici originaliavvalendosi di una tecnica puntillistica; tramite essa i motivioriginali sono distribuiti nell’insieme strumentale a momentinota per nota, con cambiamenti di registro spesso estremi.Il tutto avviene a grande velocità e si risolve in unasovrapposizione che conserva soltanto le loro linee figuraliessenziali. È sempre il Divertimento Ensemble sotto laguida di Sandro Gorli ad aver commissionato e a tenere abattesimo, sempre al Teatro Litta di Milano nell’ambito dellastagione “Rondò”, il 1° febbraio, Oltre per 10 strumenti. In questi termini l’Autore introduce questa novità:«Commissionata da Sandro Gorli per il DivertimentoEnsemble, Oltre per 10 strumentisti è dedicata a MariaIsabella De Carli. Il brano nasce da un’idea di estensione etrasformazione della risonanza dell’ultimo accordo di Spiridi Franco Donatoni. Oltre è stato concepito per lo stessoorganico di Spiri: violino, oboe (quest’ultimo suona anche ilcorno inglese) come solisti, trio di fiati (flauto, clarinetto eclarinetto basso), trio d’archi (violino, viola e violoncello),celesta e vibrafono. Non vi è separazione temporale fral’inizio di Oltre e la fine di Spiri, dato che l’inizio prolunga di fatto la risonanza dell’accordo sopra citato. Dallasuccessione di “stati” e trasformazioni iniziali diquell’accordo, a cui si oppone subito dopo una sequenzamicrotonale esposta all’interno di un intervallo massimo di seconda maggiore aumentata di un quarto di tono,proposto inizialmente dal violino solo, si scopre unastruttura concepita a moduli le cui durate sono regolate darapporti “aurei”; la loro successione determina una strutturairregolare, non casuale. Le trasformazioni degli oggetti

sonori di base rispondono a complementarietà, negazionee rottura e gli stadi del materiale che è stato da quellegenerato sono strettamente legati all’idea di considerarlecome costellazioni possibili da cui potrebbe nascere ancorauna volta, in coincidenza con l’ultima battuta, nuovamusica». Infine, il 30 marzo il pianista Vincent Letermeinterpreterà presso il Centro Culturale “Passarelle”, diBrest, nel contesto del Festival Internazionale“Electr()cution”, Inoltre per pianoforte ed elettronica.Spiega Torres Maldonado: «Inoltre per pianoforte eelettronica a 4 canali è stato composto in parte nel 2010 esuccessivamente completato nel 2017. Concepito comeuno studio di condensazione degli oggetti sonori derivati dadiverse orchestrazioni automatiche, il materiale di partenzaè costituito da un frammento di un campione di tam tamsfregato con una super-ball; si tratta dello stesso oggettosonoro che si trova all’origine di due mie composizioniprecedenti: il radiodramma Un posible día (2011) persoprano, voce recitante, 10 strumenti e elettronica, eSidereus Nuncius (2009), per tre percussionisti, danzatori esistema elettroacustico interattivo. L’individuazione di taleoggetto sonoro (che ha una durata di appena 0,144secondi) è stata un’operazione lunga ma fruttuosa: a partireda esso ho potuto derivare una serie di soluzioni diorchestrazione automatica tramite Orchidée (programma diorchestrazione assistita da computer sviluppato all’Ircam)che da subito mi hanno rivelato le possibilità, ma anche ilimiti, di questo strumento. Sebbene questi materialifossero di per sé affascinanti perché derivati da un vero eproprio microcosmo, non potevano essere utilizzati allostato grezzo in un’opera per pianoforte e elettronica o perpianoforte solo; è così che grazie a una considerazionemultidimensionale degli stessi ho cercato delle soluzionicompositive che mi permettessero di condensarli, contrarlio espanderli in modo che potessero confluire o integrarsitanto nel pianoforte quanto nella parte elettronicaconservando la loro affinità con l’oggetto sonoro dipartenza». Lo scorso 11 ottobre Francesco Gesualdi eNicola Tommasini hanno ripreso Hacia el umbral del aireper fisarmonica e sistema acustico interattivo alConservatorio “L. Refice” di Frosinone; il 15 ottobreAlborada per saxofono soprano è stata eseguita all’AuditoriRafelbunyol di Valencia da S3 Spectral Sax Style (JesusNuñez e Juan D. Garcia) per il Projecte Rafel Festival; il 30ottobre l’Ensemble Taller Sonoro ha interpretato Interstiziper violino e violoncello alla Sala Verde del Teatros delCanal di Madrid; il 24 novembre la prima esecuzione inGermania di Desde el instante per clarinetto è stataproposta da Antonio Rosales allo Hilmar-Hoffmann-Saal delGoethe-Institut di Monaco di Baviera; il 14 febbraio allaFundación BBVA di Bilbao l’Ensemble Kuraia diretto daAndrea Cazzaniga eseguirà Hemisferios artificiales per due gruppi strumentali. Infine, Torres Maldonado terrà unseminario di composizione sulla propria opera il 6 e 7febbraio al Real Conservatorio Superior di Zaragoza, conla partecipazione della flautista Alessandra Rombolà.

QContinuità, condensazioneJavier Torres Maldonado

L’onore dell’apertura dellenuove “Diabelli” per i 40 annidel Divertimento Ensemble

nche Luis de Pablo partecipa al progetto delDivertimento Ensemble attorno alle Variazioni Diabelli diBeethoven con Variazione I per ensemble, proposta inprima esecuzione assoluta il 18 gennaio al Teatro Litta di Milano per la rassegna “Rondò” dalla compaginecommittente diretta da Sandro Gorli. Spiega l’Autore:«Questa versione della Variazione I delle DiabelliVeränderungen è nata dalla mia vecchia amicizia con ilDivertimento e il suo direttore, Sandro Gorli: oltre trent’annidi felice collaborazione! Confesso che, se non fosse statoper la richiesta di Sandro, non mi sarebbe capitato dimetter le mie “mani peccatrici” (dice un proverbiospagnolo) su un tale monumento. Tuttavia, una volta

deciso di farlo, l’esperienza si è rivelata arricchente,almeno per me, e mi piacerebbe credere che lo sia ancheper i miei amici del Divertimento... e, se non è chiederetroppo, persino per l’ascoltatore! Presento il lavoro conquesta speranza e soltanto mi rammarico della miaassenza». Sarà ripreso il 27 maggio all’Auditorium Celestidi Desenzano del Garda Bok per clarinetto basso, nelcontesto del X Festival del Ned Ensemble, solista GabrieleGalvani. È infine uscito il Cd Naxos 21st Century SpanishGuitar (8.573409), interpretato dal chitarrista Adam Levin,che include l’incisione di Turris eburnea, di cui Levin èstato il dedicatario, in occasione del Festival de Guitarrade Sevilla 2014.

Luis de PabloMani peccatriciA

Mehdi Khayami

Sandro Gorli interpreta il 10marzo all’Auditorium SanFedele di Milano, alla testadel Divertimento Ensemble enell’ambito della rassegna“Rondò”, Kamanche concertoper kamanche e ensemble,solista Saman Samimi.

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Vittorio MontaltiL’Opera come vocazioneAccoglienza favorevole per

le novità di teatro musicale a Spoleto e Reggio Emilia

Rassegna stampaRassegna stampaSu Ehi Gio’. Vivere e sentire del grande Rossini, Teatro del ComplessoMonumentale di San Nicolò di Spoleto, per la Stagione del Teatro LiricoSperimentale “A. Belli”, il 9, 10 e 11 settembre 2016

Francesco Saponaro, «Amadeus»Convincente novità nella stagione del Teatro Sperimentale di Spoleto,con Ehi Gio’, lavoro commissionato per quest’anno al giovanecompositore Vittorio Montalti, su libretto di Giuliano Compagno.Quest’ultimo ha congegnato un testo visionario sulle nevrosi del Rossinimaturo: solo, prigioniero di sogni fantasticherie incubi, indotti dallo statodepressivo degli ultimi anni. Il che è stato incisivamente tradotto dallamessa in scena di Alessio Pizzech, regista, su scene e costumi di DavideAmadei. La musica di Vittorio Montalti – al quale la Biennale Musica del2010 conferì il Leone d’Argento, che segnala giovani promesse – harivelato una fisionomia drammaturgica che con bell’intuito teatrale rendela prismatica, mutevole vicenda del protagonista che riflette su se stesso,e del mondo che lo avvolge e attorno a lui si agita. Ne è sorta unapartitura a macchia di leopardo, che sciorina una vocalità multiforme: oraframmentata, tipo rap e con reminiscenze espressioniste, ora pennellatadi echi melodici, ora frenetica di scansioni vertiginose a mo’ di concertati.Ma anche la scrittura strumentale di Montalti – affidata all’ensemble distrumentisti dell’OTLIS, attentamente diretti da Enrico Marocchini conmano sicura – è apparsa intessuta di soluzioni varie, che palpitanoefficacemente tra suoni di ricerca, momenti di sapore tradizionale, einterazioni con la parte elettronica. Se ne respira una suggestivadimensione di libertà ed energia creativa.

Guido Barbieri, «La Repubblica»Come si fa a cantare dopo Puccini, dopo Strauss, dopo Britten? Comenutrire le voci di cibo nuovo, senza naufragare nella sconfortanterestaurazione del passato? La croce più dolorosa che l’opera del nostrotempo si porta, da decenni, sulle spalle è questa. Esclusi, in Italia, i casi di Sciarrino, Guarnieri e Ambrosini, che hanno elaborato unpersonalissimo idioma vocale, il paesaggio dell’opera “contemporanea” èricco di illustri, gloriosi fallimenti. Vittorio Montalti, compositore poco piùche trentenne, libero, grazie al pensiero e alla carta d’identità, daqualsiasi “obbligo scolastico”, ha innanzitutto il merito di non lasciare lacroce dietro le quinte, di non prendere comode scorciatoie, ma diaffrontare il canto in casa sua, cioè nel palazzo “incantato” dell’opera.Esemplare la sfida di Ehi Gio’, opera “nuovissima” commissionata dalTeatro Lirico Sperimentale di Spoleto. Con la complicità di GiulianoCompagno, l’autore del libretto, Montalti punta diritto al cuore del canto evisita la stanza più sontuosa del palazzo: la vita e le opere del “beato”Gioachino Rossini. Il plot immagina un Rossini anziano, solo, chiusonegli agi scontrosi della sua villa di Passy, perso nel ripercorrere il propriomito, smarrito dall’apparizione dei fantasmi della propria esistenza:amanti, impresari, cantanti. A Gioachino (interpretato con grandesapienza da Emanuele Salce) il canto è negato, ma gli altri personaggi, ilCritico, la Madre, Olympie, Isabella, Barbaja, intonano un melos sempreteso, arioso, imprevedibile che approda a tratti a un lirismo vitreo eirreale. Alessio Pizzech e Davide Amadei costruiscono una prodigiosascena “verticale” in cui gli oggetti della memoria del vecchio Gio’ (bauli,busti, affiches, divani, ritratti) prima si accumulano in un vertiginoso bric-a-brac e poi delicatamente scompaiono. Enrico Marocchini regola conmisura e precisione gli equilibri tra l’ensemble strumentale, i suoni digitalie le voci dei giovanissimi interpreti.

Franco Cordelli, «Il corriere della sera»Due artisti a me cari, il regista Alessio Pizzech e Emanuele Selce, e unlibrettista amico, Giuliano Compagno, mi hanno portato a Spoleto perun’opera che esula dalle mie consuetudini di spettatore e recensore.Parlo di Ehi Gio’, su musica di Vittorio Montalti. [...] Un’opera che dalpunto di vista musicale non oso valutare. Posso solo dire che il tono dellamusica e di un ensemble composto da otto elementi e tre cantanti (SaraIntagliata, Marco Rencinai e Salvatore Grigoli) m’è parso nella suadisgregazione, quasi una frana, un diluvio di lapislazzuli, di schegge, diframmenti lievi come in un sogno. Era forse la musica giusta, elusiva, peril Rossini che Montalti e Compagno hanno voluto raccontare. Montalti nesottolinea il carattere di anima da gaudente («capacità di godere dellecircostanze e dei piaceri della vita») e nello stesso tempo d’insicuro [...].

Montalti e Compagno sottolineano l’umanità di un artista nascosto a sestesso: ma anche «l’unicità di un dandy popolare, la cui vita emotiva,tanto profonda, divenne condizione dell’esperienza e giammai irriducibilea un immenso aneddoto».

Su L’arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli unaumento, al Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia, per il Festival Aperto, il 23 e 25 settembre 2016

G.B., «Gazzetta di Reggio», 27 settembre 2016Quando musica e regia rispondono ad un unico obiettivo, lo spettacolofunziona, conquista, e il teatro appare vivo. Come è successo per L’artee la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento – inprima assoluta alla Cavallerizza per il Festival Aperto – in cui ilcompositore Vittorio Montalti e la regista Claudia Sorace sono riusciti avivificare un testo, quello di Georges Perec, in modo assolutamentesorprendente. Gli esecutori, l’Icarus Ensemble diretto da YoichiSugiyama e i tre interpreti Jo Bulitt, Nicholas Isherwood, LjubaBergamelli, hanno fatto il resto. Ai bravissimi musicisti, sullo sfondocoperti da un velo, il compito di eseguire una partitura in cui i suoni“tradizionali” ben si mescolavano con quelli elettronici per una partituraleggera, quale tappeto sonoro mobilissimo, adatta a sostenere il parlatodell’impiegato sia il canto impostato del capoufficio. La musica e iprotagonisti, trattati da autentiche figure kafkiane, erano in movimentocontinuo anche se si avvinghiavano su se stessi. La regista, con il soloausilio di un gioco-luci raffinato, ha creato spazi immaginari con volumi eprofondità; il tutto trattato con colori freddi tra il grigio e il nero. Mezziessenziali per cogliere anche le dinamiche tra le tre figure delle qualisoltanto l’impiegato appariva vero; la segretaria e il capo, invece, irreali efantomatici. Chi guardava lo spettacolo – la cui realizzazione così benfatta potrebbe servire da modello – provava sentimenti contrastanti. Dallebocche uscivano sorrisi ma a denti stretti, di più non si poteva. Per ilresto era tanta malinconia di fronte a una storia che pur nella suaassurdità è apparsa tremendamente vera.

Alessandro Rigolli, «Il Giornale della Musica», Recensioni onlineQuando chiedere l’aumento? In che modo? Il capo sarà in ufficio? Miriceverà? Sarà di buon umore? Da questi interrogativi parte idealmente lastruttura drammaturgica dell’opera da camera per un performer, due voci,ensemble e elettronica titolata L’arte e la maniera di affrontare il propriocapo per chiedergli un aumento di Vittorio Montalti, andata in scenavenerdì scorso al teatro Cavallerizza di Reggio Emilia nell’ambito delcartellone 2016 del Festival Aperto. Una pièce ispirata al lavoro diGeorges Perec, presentata nella città emiliana in un nuovo allestimentodella Fondazione I Teatri/Festival Aperto in prima assoluta nella formadefinitiva, dopo una prima versione di studio commissionata dallaBiennale di Venezia 2013. Il filo narrativo sul quale è stato impiantatoquesto lavoro è semplicissimo: un impiegato che chiede un aumento alproprio capo, una situazione comunissima da cui scaturiscono milleinterrogativi che tormentano il protagonista, immerso in uno spazioastratto, freddo e ostile, introdotto all’inizio da una sorta di ouverturevisiva in cui la proiezione frammentata di immagini di scorci di palazzirestituivano la sensazione tipica di impersonali quartieri popolati da ufficie centri direzionali. Un’atmosfera straniante, assecondata dalla tessituramusicale ideata da Montalti attraverso una materia sonora che miscelavainserti armonico-timbrici ora compatti ora frammentati con interventi dilive electronics che amplificavano i balbettii racchiusi nel libretto diGiuliano Compagno. A dar voce con buon impegno ai due personaggi del Capo X e Madamoiselle Y sono stati Nicholas Isherwood e LjubaBergamelli, mentre Yoichi Sugiyama ha guidato un Icarus Ensemblesempre reattivo e ben amalgamato. Efficaci le scene curate – come laregia e le luci – da Claudia Sorace, dove su uno sfondo scuro e grigio, sistagliavano lame di luce che divenivano ora pareti, ora corridoi, oraascensori. [...] Alla fine il pubblico presente ha salutato con applausiconvinti questo atto unico, capace di condensare in poco meno di un’orauna situazione banale e scontata, facendola diventare metafora plasticae straniante dei malesseri che possono condizionare la vita dell’uomocontemporaneo.

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Maurilio CacciatoreMusica esiliataN el mese di marzo Maurilio Cacciatore propone dueprime esecuzioni assolute. Il 16 marzo il Quartetto Amôninterpreta The Ways You Cry per quartetto d’archi eelettronica al Klara Festival di Bruxelles, con replica il 19maggio a Rotterdam, per la rassegna “Classical Next”.Ulteriori esecuzioni sono previste, con daterispettivamente da confermare, in maggio a Breslavia, inPolonia, nel contesto del Festival of National Forum ofMusic, tra giugno e luglio al Sax Å KammarmusikFestival di Filipstadt, in Svezia, in luglio al Mittelfest diCividale del Friuli e in settembre al Sonic Art Center diMons, in Belgio, per il Festival de Wallonie. Così l’Autorepresenta il nuovo lavoro: «Questo pezzo è frutto di unacommissione del Mittelfest in collaborazione con il circuitoeuropeo MUSMA. Una serie di festival in Italia, Belgio,Svezia e Polonia organizzeranno altrettanti concerti aventicome tema quello dell’esilio. La transculturalità che lemigrazioni comportano da un lato testimoniano la tragediadegli spostamenti di etnie intere, dall’altro creano dellecollisioni culturali a volte fruttuose, a volte micidiali. Unpasso da un poema del palestinese Mahmoud Darwish èstato suggerito come motore d’ispirazione per la scritturadei lavori chiesti. È il mio primo quartetto d’archi, arrivatoda giovane compositore non più proprio giovane, epertanto ho sentito una certa responsabilità verso mestesso nella scrittura di questo lavoro. Ho cercato diinterpretare il tema dell’esilio al di là degli aspetti piùdescrittivi o evocativi delle tragedie che la parolaracchiude in sé. Nel brano l’esilio che il quartetto vive èquello dal mondo delle altezze temperate e definite, perandare errando con meno sicurezza rispetto l’inizio dellacomposizione verso il mondo delle altezze indefinite, dellascrittura non più pedissequa ma proporzionale, in cuiall’analisi si preferisce l’interpretazione. È un pezzo che vive nel mondo del forte, ma man mano perde diconsistenza, perde di dinamica, perde il peso dell’arco,usato dapprima in maniera massiccia, perde la sicurezzadella scrittura su pentagramma e la corrispondenza tranota scritta e altezza riprodotta. In combinazione conl’elettronica, anche la forte pulsazione metrica che denotala prima parte del lavoro scompare. Nella parte centraledel lavoro mi sono ispirato al sound vivo e ritmico dellamusica yiddish. È un pezzo che da una scrittura d’oggirecupera una strategia di scrittura degli anni ’70; un soundche tende alla saturazione perde le frequenze gravi apoco a poco, passando per le influenze etniche dellamusica ebraica. Una transculturalità musicale s’incrociacosì con una transculturalità musicologica. L’elettronica èprogrammata in Max con la mia nuova collezione diwidget per la musica mista che ho chiamato MMixte e chesarà presto in release pubblica. Come in altri pezzirecenti, recupero un’idea minimale di setup di diffusionecon due altoparlanti sul palco tra i musicisti, così da unireil più possibile le risorse acustiche con quelle digitali». Il 4 marzo sarà stato intanto presentato allo ZKM Kubus

di Karlsruhe So Loud per saxofono basso, pianoforte elive electronics (sistema di diffusione ambisonics). SpiegaCacciatore: «So loud è un pezzo massimalista. Tutto è ingrande: gli strumenti, il setup (si tratta di un sistema di43.4 altoparlanti), il volume della musica. Si tratta di unamusica che vive nel “mondo del forte” anche nei momentiin cui gli esecutori suonano piano. Un’amplificazionedinamica, cioè non presente tutto il tempo ma che seguealcune regole di risposta al gioco degli esecutori,contribuisce a stravolgere in modo massiccio le sonoritàacustiche della parte strumentale. Queste senzaelettronica non potrebbero avere senso: è una musicapensata per essere amplificata e per riempire uno spaziogrande come quello del Kubus, la sala principale delloZKM in cui sarà eseguito il brano. In questo pezzo siritrovano alcuni tratti dei miei pezzi degli ultimi anni e deimiei interessi: i rasoi a vibrazione, l’ebow nel pianoforte,gli strumenti a fiato usati per amplificare e distorcere lavoce umana. È un pezzo summa di esperienza varie cheracchiude e forse chiude un ciclo di esperienze. Dopoavere vissuto in Francia per tanti anni, tre anni inGermania sono stati per me molto formativi e hannocontribuito a fabbricarmi delle orecchie “nuove”. Dopol’esperienza dell’Ircam, una residenza d’artista allo ZKMavente come scopo la produzione dell’elettronica diquesto pezzo nonché la mia ricerca sulla spazializzazionee sui dispositivi di diffusione multicanale è servita perapprendere a rapportarmi con lo spazio in modo diverso.Un sistema di altoparlanti così complesso permettel’approccio di differenti tecniche di diffusione del suono. Io ho scelto per alcuni suoni la diffusione direttaaltoparlante per altoparlante, per altri l’ambisonics, che dàuna sensazione di calotta semisferica con gli ascoltatoridentro, e poi una spazializzazione in cui parametri noncongruenti di una WFS sono dati al sistema, così dasfalsare le proporzioni metriche del setup diffusione: sicreano false lontananze, vicinanze iperreali che rendonoalcuni suoni quasi tattili, tanto si sentono vicini. A questosistema gigantesco si oppone una sorgente piccola nelpianoforte, così da fare coincidere lo spazio di produzionesonora con lo spazio di diffusione. La dicotomia tra grandee piccolo, tra esadiffuso e intradiffuso muove il brano einfluenza radicalmente la forma». In questi mesi è statoed è possibile ascoltare musica di Maurilio Cacciatore il 7 gennaio al Transparent Sound New Music Festival diBudapest, dove l’ARTéfacts Ensemble ha eseguito RadioJail per saxofono contralto, percussioni, pianoforte eelettronica; il 15 febbraio al Music Department del TrinityCollege di Dublino, dove Emanuele Torquati interpretaStudio n. 3 - Suoni saturi per pianoforte; infine il 1° aprilealla Médiathèque André Malraux di Strasburgo, dove sonoin cartellone il Concertino per clarinetto e elettronica inotto micromovimenti, e Corpo d’aria per flauto basso e liveelectronics, affidati a solisti dell’Ensemble Hanatsu Miroir.

Commissioni di Mittelfest, MUSMAe ZKM confermano la staturaeuropea del compositore

Prestigiosa prima per grande ensemble si ispira a un colore ricco di storia

ommissione WDR 3 e Ensemble OrchestralContemporain, Ochres II per grande ensembleè in cartellone in prima esecuzione assoluta il 5 maggio ai Wittener Tage für neueKammermusik nell’interpretazione di DanielKawka alla testa dell’Ensemble committente.Spiega l’Autrice: «Rosso, arancione, oro,talvolta persino viola. Gli strati dell’ocraproducono un paesaggio magico. Il genereumano è stato sempre attratto dal pigmentoocra, che è stato impiegato nella preistoria enell’antichità da molte civiltà diverse in diversi continenti.Ochres II è una sorta di triplo concerto per flauto, oboe eclarinetto. Ho cercato di rappresentare gli ocra e la loro

iridescenza impiegando tre legni con i loro timbrispecifici, effetti di bisbigliando e multifonici, così daformare un unico strumento composito. Il materialesonoro e i gesti musicali prodotti da questo strumentocomposito vengono sviluppati e diffusi dall’ensemblecome se un dipinto si creasse spontaneamentegocciolando e schizzando sulla sua tela. Ho volutocreare un organismo sonoro energetico e fluido conuna moltitudine di timbri». Les Percussions deStrasbourg interpretano Sange “in memory ofYoshihisa Taïra” per sei percussionisti in prima

esecuzione in Francia l’8 marzo, con replica il 9 marzo, al Théâtre de Hautepierre di Strasburgo, e il 27 aprile aZagabria per la Music Biennale Zagreb.

Malika KishinoPaesaggio magicoC

Martino Traversa

Dopo il respiro per flauto èin programma il 13 maggioall’Auditorium Celesti diDesenzano del Garda,nell’ambito del X Festivaldel Ned Ensemble, solistaChiara Picchi.

Roland Kayn

Cybernetics III per nastromagnetico è in programma,nella versione a 4 piste, il16 aprile all’Ina GRM diParigi, per la rassegna“Présences Électronique”.

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nche Daniela Terranova ha partecipato al progetto delDivertimento Ensemble attorno alle Variazioni Diabelli diBeethoven con Variazione n. XXVI per ensemble, propostain prima esecuzione assoluta il 18 gennaio al Teatro Littadi Milano per la rassegna “Rondò”dall’ensemble committente diretto da SandroGorli. Lo scorso 30 ottobre è stato invecepresentato ai Teatros del Canal di Madrid,sempre in prima esecuzione assoluta, Still LifeWith Roses per ensemble, la cui ripresa èprogrammata il 17 maggio prossimo al TeatroCentral di Siviglia, ancora una voltanell’interpretazione di Taller Sonoro. Spiegal’Autrice: «Sul piano concettuale, attribuireall’ensemble una “vita silenziosa” significaconferire alla materia inanimata di cui sonocomposti gli strumenti musicali un significato e un valoreestetico autonomo, che tende a umanizzare ciò che è soloin apparenza inerte. La materia si carica di significatisimbolici, diventando sintesi di eternità e caducità, allegoriadella transitorietà e della corruttibilità, richiamo allusivoall’inarrestabile scorrere del tempo. I gesti musicali,amplificati e variamente declinati, seguono un ritmoirregolare che disegna uno spazio dinamico e libero,all’interno del quale la moltiplicazione delle figure esplora le possibilità poetiche svelando l’enigmaticità del reale. Il senso non si esaurisce nell’enunciazione, trovando alcontrario nuova linfa nella fragilità dei rapporti che tessonolo spazio della rappresentazione. La costruzione formale,lontana da una combinatoria di tipo narrativo, vuole essere“impressiva”, consentendo un disordine interoggettivo degli elementi utilizzati che allude a un senso nascosto. Le proprietà della materia si esprimono attraverso il“linguaggio delle cose” capace di suscitare sorpresa oturbamento, malinconia e meditazione. Il segno musicaleappartiene quindi a un alfabeto oscuro che permette dipenetrare la psicologia metafisica degli oggetti. Le zoneliminari del suono sono indagate come inediti spazi diosservazione, che si aprono a nuove e feconde correlazionisemiotiche. Il respiro, ossessivamente simulato attraversouna gestualità musicale condivisa dall’intero ensemble,ricrea l’impressione dell’aria che anima le nature mortepittoriche, definendo e precisando la sostanza del suono. E attraverso questo respiro, costante e inquieto,

indoviniamo il lato invisibile delle cose che attraverso l’ariaacquistano plasticità, volume e forma». Una nuovacommissione del Divertimento Ensemble sarà tenuta abattesimo il 21 maggio al Teatro Leonardo da Vinci di

Milano nella stagione “Migrazioni - Rondò 2017” inun concerto realizzato in collaborazione conUlysses Network e con il contributo di SIAE“Classici d’oggi”: si tratta di Solo andata per coro di bambini e ensemble (pianoforte, percussioni,corno, tromba, trombone, viola, violoncello econtrabbasso), destinata ai Piccoli musicisti diDivertimento Ensemble diretti da Sandro Gorli.Così Daniela Terranova presenta il lavoro: «Soloandata nasce come commissione del DivertimentoEnsemble per la quinta edizione del progetto“Giocare la musica”, edizione che ha scelto come

tema quello delle migrazioni per spingere l’atto creativo aconfrontarsi con problematiche sociali di grande attualità. Si tratta di un lavoro per ensemble e coro di bambini, cheutilizza un testo scritto da alcune classi di una scuolaelementare di Reggio Emilia sotto la guida di GiuseppeCaliceti, maestro elementare e scrittore. I bambini coinvoltisono stati invitati a esprimere il proprio stato d’animorispetto alla tragedia dei popoli migranti e le loro rispostesono state poi trascritte dando forma a un testo toccante,autentico, talvolta anche molto crudo. Del lungo testooriginale ho voluto utilizzare solo poche frasi, quelle per mepiù forti, enfatizzandone il valore poetico. L’emozione delleparole si esprime attraverso la voce dei bambini, esploratanelle varietà timbriche del sussurrato e del parlato, che sifondono con una scrittura strumentale scabra e materica,astratta e sognante. Sullo sfondo il suono del mare,metaforicamente evocato attraverso onde di suoni e digesti che passano dagli strumenti alle voci». Un’ulterioreprima esecuzione assoluta è in programma il 21 maggio a Milano, per la rassegna “Piano City”: in quell’occasioneAnna D’Errico interpreterà A Landscape in My Hands perpianoforte, brano, scrive Terranova, in cui «la gestualitàdell’interprete utilizza la materia del pianoforte per dareforma e vita a un “paesaggio tattile” immerso in unaconcezione temporale dilatata. Il linguaggio gestuale ecromatico sollecita lo scarto dal peso del mondo concreto e restituisce all’esperienza dell’ascolto la sua capacitàsognante, consentendo le elaborazioni dell’immaginario».

Daniela TerranovaGestualità di materia silenteA

Quattro novità indagano le implicazioni semantiche del suono

l 18 febbraio Luigi Gaggero presenterà alla Plivka di Kiev,alla testa dello Ukho Ensemble Kyiv, Cosa arcana(Invenzione I) per orchestra da camera. Così l’Autoreintroduce questa prima: «Le Invenzioni per orchestra dacamera sono un progetto in fieri che nasce dallacollaborazione artistica con Luigi Gaggero, direttoredell’Ukho Ensemble di Kiev. Il primo pezzo del ciclo,appena ultimato, nasce da una cellula ritmica derivata da un antico canto popolare bulgaro. È questa cellula amettere in movimento l’intero tessuto orchestrale, secondouna logica di sviluppo “a raggiera” incentrato su tale nucleoespressivo primordiale. Per servire il dinamismocostantemente propulsivo che caratterizza questa primainvenzione, ho provato a delineare un’intricata “polifoniafigurale”, forse rischiosa su un piano percettivo, ma a mioavviso la soluzione formale più idonea all’attuazionedell’idea espressiva di fondo». Ancora un debutto perAntignani, il 31 marzo alla Salle de Concert Musicatreize di Marsiglia, con Il canto della tenebra per sei voci eensemble di musica antica, affidato a Musicatreize &Concerto Soave, sotto la direzione di Roland Hayrabedian.Spiega il compositore: «Il canto della tenebra è stato scrittosu commissione di due ensemble francesi, l’uno vocale(Musicatreize) e l’altro di musica antica (Concerto Soave),entrambi con base a Marsiglia. Ultimamente ho scrittomolto per le voci, ma la combinazione di un organico

madrigalistico con cinque viole da gamba e clavicembalomi è parsa sin da subito un terreno inesplorato, pieno distimoli ma anche di forti incognite. Il testo è tratto dai Cantiorfici di Dino Campana, ciclo poetico e narrativo cherisponde brillantemente alle mie esigenze d’interrelazionelinguistico-musicale. Gli scritti di Campana, infatti, fannospesso appello all’artificio retorico del fonosimbolismo che,generando un cortocircuito tra suono e significato, producela feconda ambiguità semantica che mi è di forte stimolocreativo. Da un punto di vista concettuale, il poema (eparallelamente la mia composizione) mette in scena unprogressivo ritorno alle origini, tramite richiami al mondoperduto dell’infanzia (“intendi chi ancora ti culla: intendi la dolce fanciulla”) ma anche attraverso immagini chedipingono movimenti naturali elementari (“Il vento: eccotorna dal mare […], il fiume va via taciturno”) in un lento,dolce e struggente ripiegamento». In questi mesi èpossibile ascoltare musica di Luca Antignani il 6 marzo allaHaute École de Musique de Lausanne, dove l’arpistaEstelle Costanzo esegue, per la SMC Société de MusiqueContemporaine, Azulejos per arpa, e il 30 marzo alla Garedu Nord di Basilea, dove gli Ensembles SoloVoices eThélème propongono Barche amorrate, madrigale a cinquevoci miste, con replica in data da destinarsi a San Gallo,per la rassegna “Contrapunkt”, e l’8 maggio al KulturhausHelferei di Zurigo.

Luca AntignaniNuclei primordiali I

Un canto popolare bulgaroe la poesia di Campanaispirano due novità

Ennio Morricone

Totem 3 (segnali) perfagotto e pianoforte è in cartellone,nell’interpretazione diPaolo Carlini e FabrizioDatteri, il 5 febbraio alloSpazio Schiaparelli diMilano per la IX Edizione di “Rebus”. Come un’ondaper violoncello è inprogramma il 13 maggioall’Auditorium Celesti diDesenzano del Garda,nell’ambito del X Festivaldel Ned Ensemble, solistaAfra Mannucci.

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Un unico gesto

ue prime assolute e numerose riprese per ColomboTaccani in questi mesi. Il 13 novembre, nelle sale diPalazzo Annibaldeschi a Monte Compatri (Roma), MarcoColonna ha presentato Blank After Blank per saxofonobaritono. Così il compositore presenta il nuovo lavoro:«La richiesta da parte di Marco Colonna (ultima diun’ormai lunga e per me piacevolissima serie) di unnuovo brano per saxofono baritono da inserire nel suoultimo progetto “Bushido” è giunta mentre stendevo laparte solistica di un lavoro decisamente insolito, ovveroBlank per tárogató e elettronica. Solitamente vedo consospetto i travasi immediati di materiale da unadestinazione strumentale a un’altra quando le distanzesiano notevoli e non si tratti di una riorchestrazione-rielaborazione meditata (cosa che invece mi capitatalvolta di fare con grande interesse, creando nuoveversioni di lavori esistenti, spesso ricche di consistentideviazioni e novità rispetto al brano originale). In questaoccasione, quasi mio malgrado, mi sono reso conto chela linea affidata precedentemente a quell’inconsuetostrumento di matrice folklorica, una volta sprofondata nelregistro grave, trovava una sua nuova potenzialità. Hoquindi assecondato questa nuova angolazione dallaquale osservare quanto scritto in precedenza, lasciandoche nel titolo Blank After Blank si sottolineasse questaderivazione immediata. Naturalmente sono statinecessari alcuni limitati interventi locali per assecondarele caratteristiche tecniche del sax e valorizzare i materialiin questo nuovo ambiente. La perdita della componenteelettronica (che in Blank era realizzata quasiintegralmente a partire da campionamenti dello strumentoacustico) è qui compensata innanzitutto dallacompressione strutturale, a partire dall’inevitabilemancanza di episodi affidati originariamente alla solaelettronica, per proseguire con qualche piccolo tagliocircoscritto. Contribuisce tuttavia a ciò anche la maggioreforza d’urto del saxofono baritono e l’imponenza acustica,che con il suo peso specifico maggiore contribuisce adefinire con autonomia ben più che sufficiente il percorsonarrativo ed emozionale della pagina». Il 29 aprile,nell’ambito della rassegna “ChitArsnova” in programma aNova Milanese, è invece prevista la prima esecuzione diRosso fuoco per chitarra a dieci corde, ad opera deldedicatario Leonardo De Marchi. Spiega ColomboTaccani: «Nel corso degli anni, pur non seguendo undisegno preciso, mi sono trovato a dedicare alla chitarraun numero considerevole di composizioni, delle qualivado abbastanza soddisfatto, e che spaziano da lavorisolistici (compresi due brani per chitarra elettrica) aorganici cameristici di varia natura. Inevitabile quindi che

mi interessasse la proposta giuntami da Leonardo DeMarchi, ovvero di fornire un mio contributo al lavoro diampliamento del repertorio per chitarra a dieci corde cheda qualche tempo questo ottimo solista sta perseguendo.Naturalmente l’interesse è stato reso ancora più decisoper via del mio tradizionale interesse verso gli strumentiinconsueti o comunque di non comune utilizzo, qual èsicuramente il decacordo. Ne è quindi nato Rosso fuoco,dove ho cercato di valorizzare le caratteristiche particolaridi questa chitarra, ovvero il registro più grave, lapossibilità di accordalità particolarmente ricche, sonore earmonicamente inconsuete, nonché un arricchitocampionario di armonici naturali e di possibili risonanze. Il tutto è calato in una narrazione complessiva a me cara,suggerita dal titolo e caratterizzata da una gestualitàfrequentemente aggressiva e violenta, incisa da repentinicambi di scenario e raramente ripiegata su brevi episodidi carattere più raccolto. Un accordo di dieci suoni, nellesue molteplici trasformazioni, svolge il ruolo di pietramiliare a disegnare un cammino frantumato, a tratti quasi improvvisativo e pronto a seguire nelle lorodigressioni gesti spesso antitetici. Pur se non cercatodeliberatamente, un notevole virtuosismo è quindiconnotato inevitabile di Rosso fuoco, ma nelle dita deldedicatario si ha piena fiducia». Per quanto riguarda leriprese segnaliamo che Erma per chitarra è statanuovamente eseguita da Andrea Monarda il 18settembre presso il Magazzino Musica di Milano esuccessivamente il 25 novembre al Teatro Kismet diBari, con una nuova esecuzione prevista per il 4 febbraioal Conservatorio di Mantova. Golem per clarinettocontrabbasso è stato ripreso da Scott Lygate il 2 ottobrenell’ambito del “Cumnock Tryst Festival” a Cumnock(Scozia), mentre Marco Colonna ha ripresentato Folia perclarinetto contralto in mi bemolle il 14 ottobre per“Philosofarte”, a Montegranaro (Fermo). Il 18 novembre ilNyky Trio ha riproposto Il racconto dell’assalto per flauto,saxofono contralto e pianoforte nell’ambito degli “Incontrimusicali” presso il Palazzo Ricci di Montepulciano,avendone in previsione una nuova esecuzione, all’internodel più ampio Ensemble Suono Giallo il 20 aprile aWeimar (Germania) per i “Weimarerer Frühjahrstage fürZeitgenössische Musik”. Il 26 novembre FrancescoProde ha presentato nuovamente Océan per pianofortepresso Area Sismica a Forlì. Due esecuzioni sono infinepreviste il 21 gennaio a Melbourne (Australia) nell’ambitodel “Tilde New Music Festival” ad opera di Laura ChislettJones: si tratta di Soleil levant per flauto in sol e di Luzper flauto e violino, quest’ultimo eseguito con ThomasJones.

DPer strumento soloGiorgio Colombo Taccani

Due lavori solistici esploranonuove angolazioni compositive e caratteristiche di saxofono echitarra

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aterina Di Cecca partecipa al progetto del DivertimentoEnsemble attorno alle Variazioni Diabelli di Beethoven conRilettura Variazione 23 per ensemble, proposta in primaesecuzione assoluta dall’ensemble committente diretto daSandro Gorli il 18 gennaio al Teatro Litta di Milano per larassegna “Rondò”. Un’ulteriore prima avrà luogo,mantenendo sede, stagione concertistica, interpreti ecommittente (ma questa volta col sostegno della Ernst vonSiemens Foundation) il 3 maggio, quando i NeueVocalsolisten e il Divertimento Ensemble presenteranno,sempre sotto la direzione di Gorli, Another Part of theHeath. Storm Still per voci e ensemble. Spiega l’Autrice:«Another Part of the Heath. Storm Still, è l’indicazione discena che precede il monologo contenuto nel III atto, scenaII di King Lear di William Shakespeare. Re Lear si trova inuna landa nei pressi del Castello di Gloucester durante unafuriosa tempesta, simbolo esteriore dello sconvolgimentodella sua mente e del suo cuore. In questo stato d’animocolmo di disperazione e di amarezza a causa dellacattiveria e dell’ingratitudine delle proprie figlie, invoca le

forze della natura perché infieriscano anche loro su di lui.L’arcata formale del pezzo segue idealmente il percorso deltesto, il quale però non è proposto in modo lineare eintegrale ma viene destrutturato a livello di sintagmi, parole,sillabe e fonemi ritenuti significativi dal punto di vistaespressivo e timbrico. Voci e strumenti si scambiano i ruoli,s’inseguono e si amalgamano all’interno di unico gesto cheparte da un’atmosfera iniziale indistinta e lontana,s’intensifica progressivamente con un crescendo gradualee sfocia nella densa e satura situazione d’arrivo,culminante nel climax finale». Sul finire di questo inverno è possibile ascoltare musica di Caterina Di Cecca il 20febbraio alla Sala Affreschi dell’Accademia FilarmonicaRomana, dove il fisarmonicista Samuele Telari esegueMistral per fisarmonica da concerto, e il 18 marzo inLussemburgo, al Festival Osmose nel contestodell’International Composition Competition for Children“Artistes en herbe”, che ospiterà la ripresa di La hora de lossentidos per violoncello e pianoforte, nell’interpretazione diBruno Ispiola e Fabio Schinazi.

Caterina Di Cecca

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Duplice commissione del Divertimento Ensemble culminante in una pagina shakespeariana

Giorgio Gaslini

Dieci minuti all’alba perchitarra è in programmasulle corde di AndreaMonarda il 4 febbraionell’Aula Cavazzoni delConservatorio di Musica“L. Campiani” di Mantova.Koralfandango perfagotto e pianoforte èinvece in cartellone,nell’interpretazione diPaolo Carlini e FabrizioDatteri, il 5 febbraio alloSpazio Schiaparelli diMilano per la IX Edizionedi “Rebus”.

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Federico GardellaOrizzonti, vertigini, voci

ederico Gardella partecipa al progetto del DivertimentoEnsemble attorno alle Variazioni Diabelli di Beethoven conVIII - an elaboration of the Variation VIII from the DiabelliVariations by Ludwig van Beethoven per otto strumenti,proposta in prima esecuzione assoluta dall’ensemblecommittente diretto da Sandro Gorli il 18 gennaio al Teatro Litta di Milano per la rassegna “Rondò”. Spiega ilcompositore: «Ciò che chiamiamo “pezzo” è, in effetti, unpezzo di tempo. Ma cosa si nasconde dietro a questenote? Esiste un’altra musica dietro a quei suoni (così comeesiste il bianco della tela, al di là del colore, in un dipinto)?Queste sono le riflessioni che mi hanno accompagnatodurante la composizione. Ho quindi immaginato unorizzonte immobile, quasi un supporto “invisibile” su cuireinventare una possibile interpretazione di una variazionebeethoveniana. Un’elaborazione che è, quindi, innanzituttoun’interpretazione, un punto di vista su di un’opera delpassato su cui ancora oggi ci interroghiamo». Due ulterioriprime vedranno impegnato Gardella, a cominciare daquella del 25 marzo alla Yodobashi Church di Tokyo, cheospiterà il flautista Tosiya Suzuki in Altopiani/Altri spazi perflauto a becco tenore. Così l’Autore introduce questanovità: «Ogni musica delimita uno spazio, definisce unluogo (reale o immaginario) in cui, declinandosi nel tempo,prende forma. E così, in Altopiani/Altri spazi ho cercato dimettere a fuoco una molteplicità di spazi attraverso larealizzazione di un contrappunto di gesti, ognunocaratterizzato da una diversa modalità di produzione delsuono: luoghi della ripetizione e luoghi dello sviluppo siconfrontano, dunque, in uno spazio “diagonale” in cui, al di là delle trasformazioni, qualcosa sembra rimanereindifferente al mutamento (ma, in ultimo, ne resteràsegnato). Ne risulta un’immagine del tempo abitata dadiverse velocità, sospesa tra la tensione del divenire e la

contemplazione del restare: forse, allora, è proprionell’impossibile equilibrio di questi antipodi che possiamotornare a immaginare il tempo come una vertigine dellaforma». Infine, avrà luogo il 6 maggio al Tel Aviv Museumla prima esecuzione assoluta di Labyrinth of Voices pertrombone e ensemble, affidata al solista Benny Sluchin eagli Israel Contemporary Players diretti da Zsolt Nagy. Il concerto sarà replicato a Gerusalemme, al JerusalemMusic Centre, il giorno dopo, 7 maggio. Spiega Gardella:«Molte voci abitano questa musica: sono le voci deglistrumenti (commenti o dialoghi o risonanze della voce delsolista), è la voce del trombone (che si scopre multiforme,capace di declinarsi in un canto o di svanire in un respiro).Ma, come in un labirinto, queste voci non definiscono unadirezione, non articolano una forma pensata comecronologia; sono, al contrario, segno di un multiversointeriore, in cui la logica della destinazione lascia il postoalla contemplazione del percorso. È nel labirinto, dunque, il destino di queste voci: è nel perdersi senza sapere diritrovarsi che prende forma l’architettura di questo spaziosonoro, metafora del rapporto con l’altro. Labyrinth ofvoices si articola, allora, non tanto a partire dalla dialetticatra il solista e gli altri strumenti, quanto piuttosto in analogiacon l’apparente solitudine del labirinto e col suo fragilerapporto con il tempo che, come ci ricorda Borges, è un“altro labirinto”». In questi mesi è possibile ascoltare, diFederico Gardella, Voice of Wind per voce femminile (utai)e flauto basso il 4 febbraio all’Oita Heiwa Shimin Park NohTheatre di Oita (Giappone), nell’esecuzione di Ryoko Aokie Kazushi Saito; Cinque cori notturni sotto la costa perflauto contralto il 20 marzo a Basilea, solista Mario Caroli;infine i Tre studi sulla notte - Tre studi per riscoprire l’albaper pianoforte il 12 aprile all’Associazione Filarmonica diRovereto, nell’interpretazione di Alfonso Alberti.

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Tre novità per altrettantistrumenti solisti tra Italia,Giappone e Israele

L’Orchestra del Teatro La Fenice diretta da Marco Angiuspropone il 4 marzo al Teatro Malibran di Venezia, conreplica il 5 marzo, la prima esecuzione di Random Forestsper orchestra, commissione “Nuova Musica alla Fenice”con il sostegno della Fondazione Amici della Fenice. Inquesti termini l’introduce l’Autore: «Il lavoro prende lemosse da uno strano fenomeno che accade nellageometria ad alta dimensione. Nel quotidiano siamo portatia pensare che il concetto di vicino e lontano siano bendistinti. Da un punto di vista matematico, tuttavia, ciò si èdimostrato falso quando gli spazi geometrici considerati

hanno molte dimensioni. In effetti, l’unico modo perdeterminare se due luoghi dello spazio sono vicini ècreando un enorme numero di percorsi casuali e verificarela probabilità che ognuno di essi congiunga i due puntiinteressati. In altri termini, l’unico modo per distinguere illontano dal vicino è immergere lo spazio in una foresta dipercorsi casuali: random forests. Il lavoro parla dunque diun luogo immaginario, dove nulla è vicino o lontano matutto è ovunque ed è illuminato da una soffusa luce chefiltra dai rami degli alberi».

Carmine Emanuele CellaGeometria a molte dimensioniNovità sinfonica commissione

del Teatro La Fenice

Il 5 maggio Francesco Hoch sarà protagonista delconcerto in cartellone al Music Hall Theatre diSan Pietroburgo. In quell’occasione verrannoeseguiti il Doppio concerto per violoncello,pianoforte e orchestra, commissionatooriginariamente nel 2003 per il 300°anniversario della fondazione della città di San Pietroburgo e un nuovo lavoro in primaesecuzione assoluta: Triàdia per orchestra. La Music Hall Theatre Orchestra sarà diretta da Fabio Mastrangelo e coadiuvata dai solistiChristina Harnisch, pianoforte, e SebastianBraun, violoncello. Così il compositore presentaquesta novità: «Triàdia è una composizione per orchestrascritta appositamente per l’Orchestra Music Hall di SanPietroburgo e per il suo direttore stabile Fabio Mastrangelo,

conosciuti e apprezzati in occasione delle commemorazionidella scomparsa della grande cantante ElenaObraszova, avvenute nella città sulla Neva. Lacomposizione è in tre tempi, non scritti nell’ordinedell’esecuzione: quello centrale, intitolato Nelmezzo, ha generato gli altri due, il primo, intitolatoDapprima, e il terzo, Alla fine. Il tempo generatore,Nel mezzo, il più ampio e maggiormente articolatodei tre, ha offerto agli altri due tempi una serie diidee provenienti in particolare da scelte di note che si riferiscono a lettere di nomi di persone. Un equilibrio formale si stabilisce attraverso lamaggiore omogeneità dei tempi esterni che

toccano punte sviluppate di articolazioni ripetitive,insistendo così sulla loro provenienza, dal motore centrale,Nel mezzo, appunto».

Francesco HochConcerto sulla NevaRipresa di una commissione

giubilare e novità a SanPietroburgo

Niccolò Castiglioni

Tropi per complesso dacamera è in cartellone il 25 febbraio alla Sala Alfredo Piatti di Bergamo, affidatoall’Achrome Ensemble diretto da Marcello Parolini.

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iccardo Panfili propone in questo mese due primeesecuzioni assolute apparentemente molto distanti traloro: apre questa piccola serie L’ospite insonne pervioloncello e pianoforte che il violoncellista Luigi Piovanoe Antonio Pappano al pianoforte interpreteranno il 3marzo per le Serate Musicali al Teatro Dal Verme diMilano, con replica il 4 marzo al Teatro Ponchielli diCremona. Così l’Autore introduce il nuovo lavoro: «Perchi ha un ottimo rapporto con il sonno – questa petit mortnelle cui braccia ristoratrici ci abbandoniamoquotidianamente – l’improvviso irrompere di una nottatainsonne rappresenta un evento indisponente se nontraumatico: come se un ospite insolente piombasseberciando dentro l’intimo silenzio della propria casa.Come se un ordine, una sacra tradizione,improvvisamente andasse in frantumi: non siamo piùpadroni in casa nostra, come direbbe Doktor Freud; comese qualcosa o qualcuno (l’inconscio? un demone?)emergesse dalle profondità della mente e, scacciandoMorfeo, imponesse la veglia: gli occhi aperti nel cuor dellanotte, il ticchettio della sveglia, e il “mondo che dormeancora”. È “L’ora del lupo”, come recita il titolo di un filmdi un grande insonne del ’900, Ingmar Bergman: ed è conL’ora del lupo che si apre il pezzo, dedicato ad AntonioPappano e Luigi Piovano. Un primo movimento(un’elegia) che risuona nel silenzio di una notte stellatacome un canto di solitudine e stupore. Nel secondomovimento (La fuga) la minaccia viene dall’esterno:siamo noi stessi gli “ospiti”, ma stavolta nel senso latino di“straniero”, “viandante”, peregrinus. La corsa affannata,violenta, incessante di un essere braccato che scappadalla radura, dalla tana, dall’intimo silenzio della propria

casa: “perdere paesi, essere altro costantemente”». L’8maggio sarà la volta, al KKL Lucerne, di Per ognuno dinoi... per orchestra, affidato alla Human Rights Orchestra,ente committente del lavoro, sotto la direzione di AlessioAllegrini. Spiega il compositore: «Tornare a casa: unacasa senza luogo, una casa nomade. Andare per deserti,fuori dalle mura delle città, fuori dai centri (non fare maicentro): nei margini, nel limen; fare musica con AlessioAllegrini, con il suo corno, con la sua Orchestra dei DirittiUmani, ideata da chi, come lui, sente che non si può faremusica con la musica, pittura con la pittura, letteraturacon la letteratura. Farsi fuori, fuori dalle tavole dei diecicomandamenti del supermarket musicale, addobbato afesta da una colonia di piccoli Mosè sculettanti inpasserella, e da fuori, come un sussurro, sentireCampana di Marradi canticchiare all’addiaccio: “Voi che levecchie troie notturne / cazzottaste in fondo al viale…”.Concerti come espropri minoritari: quest’anno a intonarele danze dell’esproprio saranno gli indigeni boliviani e ledonne congolesi. Qualche anno fa furono i bambini delRuanda: tutto un catalogo di generazioni senza nome,sottratte ai privilegi della Storia. Musica per AlessioAllegrini, per la Human Rights Orchestra, da una poesiadi Franco Fortini: “Per ognuno di noi che dimentica / c’èun operaio della Ruhr che cancella / lentamente sestesso e le cifre / che gli incisero sul braccio / i suoisignori e nostri. / Per ognuno di noi che rinuncia / unminatore delle Asturie dovrà credere / a una seta di violae d’argento / e una donna d’Algeri sognerà / d’essere vilee felice. / Per ognuno di noi che acconsente / vive unragazzo triste che ancora non sa / quanto odierà diesistere».

REssere altro, fuori dai centriRiccardo Panfili

Novità cameristica ecommissione sinfonica dellaHuman Rights Orchestra

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Due novità ispirate a FrancoOppo e a una lirica di Ungaretti

ue prime esecuzioni assolute per Gabriele Cosmi neiprossimi mesi. L’8 marzo Musica per 9 strumenti perensemble è in programma alla Villa Tesoriera di Torinonell’interpretazione dell’Ensemble De Sono Futura direttoda Willy Merz. Spiega il compositore: «In Musica per 9strumenti, come già il titolo forse troppo asetticosuggerisce, ho desiderato immergermi nella materiamusicale cercando di cogliere relazioni, vissuti,appartenenze, sviluppi ed interpretazioni difigure lessicali, musicali, elementari. È unbrano fatto di scale, arpeggi, accordi,tematismo, elaborazioni motiviche, polifonia,senza utilizzo di citazioni. Ho cercato di partiredal grado zero musicale. Da quei materialielementari che qualificano il significato dellaparola musica, spogliandoli di tutto ciò che vaal di là della loro semplice esistenza. A guidarequesta scelta è stata una frase che FrancoOppo, purtroppo scomparso il 14 gennaio2016, mi disse per farmi comprendere lanatura del mestiere di compositore: “Un compositore deveelaborare la materia nel modo più rigoroso possibile, ma alcontempo, con la più grande passione che gli appartiene;tutto il resto è superfluo”. Questa frase mi venne dettacirca dieci anni fa e ancora mi accompagna, intatta, comela sua figura umana e artistica. Con profonda gratitudinededico a lui e alla sua memoria questo lavoro,consapevole che non sarà in grado di rendere giustizia allanobiltà della sua persona». Sarà invece l’AccademiaFilarmonica Romana a ospitare il 28 maggio, nella SalaCasella, la prima di So ancora che visse per soprano eensemble, nell’interpretazione di Imago Sonora. CosìCosmi introduce il lavoro: «“E forse io solo so ancora chevisse” è l’ultimo verso della lirica Memoria di GiuseppeUngaretti. La poesia è dedicata all’amico arabo MoammedSceab, con cui Ungaretti condivideva una stanza nel

Quartiere Latino di Parigi, morto suicida perché incapacedi sopportare lo sradicamento dalla patria. Sceab non puòintegrarsi nell’ambiente parigino e nemmeno rimanerelegato ai costumi del suo Paese d’origine. Il poeta è forsel’unico testimone della vita di Sceab. Attraverso la poesiaUngaretti salva dall’oblio il nome e la memoria dell’amico,offrendogli una sorta di riscatto “postumo”. La ricerca di un

passato da salvare dall’indifferenza del nostrotempo ha ispirato la mia composizione». Inquesti mesi è stato e sarà possibile ascoltare Glialtri non muoiono mai e I Begin to Hear Voicesper voce sola il 19 novembre alla CattedraleMadonna del Ponte di Lancianonell’interpretazione di Lisa La Pietra; Geghard IIper flauto e ensemble il 18 dicembre al TeatroCave di Matera, interpreti Matteo Cesari el’Ensemble Lams di Matera diretto da PasqualeCorrado; il Concerto per pianoforte e strumenti,in prima esecuzione assoluta, il 17 gennaionella Sala Verdi del Conservatorio di Milano, per

la Società del Quartetto, interpreti Andrea Rebaudengo el’ensemble Sentieri Selvaggi diretto da Carlo Boccadoro,con replica il 19 gennaio al Teatro Palladium per lastagione dell’Accademia Filarmonica Romana; Fünf TurmeII per violoncello il 10 febbraio, sempre all’AccademiaFilarmonica Romana, solista Michele Marco Rossi; infineLied, in prima esecuzione assoluta, il 5 giugno al Museodel Novecento di Milano, commissione Musica/Realtà,nell’interpretazione del duo Cho-Nahon. Gabriele Cosmisarà insignito nel mese di marzo del Premio Petrassi dalPresidente della Repubblica Italiana, è finalista del PremioLili Boulanger di Boston (la finale si terrà nel mese digiugno), e del Concorso Internazionale Valentino Bucchi(con finale a maggio), mentre ha ottenuto il primo premioe il premio del pubblico al Concorso InternazionaleGesualdo Reloaded di Matera.

Gabriele CosmiMemoria sonoraD

Roberto Fabbriciani

Improvviso per chitarra è in programma il 20maggio all’AuditoriumCelesti di Desenzano del Garda, nell’ambito del X Festival del NedEnsemble, interprete la solista dell’AuroraEnsemble Sara Rozzi.

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ue prime esecuzioni assolute di musica di AndreaMannucci sono state proposte lo scorso 28 gennaio nellaChiesa di S. Angela Merici di Desenzano del Garda: Lenevi d’Antan per orchestra d’archi e Il principio dellamalinconia per violino e orchestra d’archi,nell’interpretazione del solista Paolo Ghidoni edell’Orchestra d’archi Ned Ensemble direttadall’Autore stesso. In questi termini Mannucci siesprime su tali novità: «Queste due miecomposizioni, insieme a Costellazioni delCrepuscolo, fanno parte di una trilogia su testidi Francesco Permunian, un lungo viaggio,avventuroso e accidentato, che parte dallaparola per diventare cristallo sonoro. NelleCostellazioni un testo recitato è al centrodell’attenzione, nel Principio le note del violinosi trasfigurano in voce dell’anima, nelle Nevi la parola si sfarina in suono puro. Del mioconcittadino Permunian mi ha colpito la capacità disublimare il dolore, le parole forti, liriche visionarie chepoco alla volta mutano in un canto sommesso, dove lacoscienza del nulla accompagna la marcia trionfale deltempo che calpesta e umilia ogni cosa, perfino il ricordo ela pietà dell’amore. Il mio violino solista è un sismografoespressivo che ne tenta una chiarificazione». Si svolgeràsempre a Desenzano del Garda il 13, 20 e 27 maggio,nella sede dell’Auditorium Celesti, il X Festival del Ned

Ensemble con la direzione artistica di Andrea Mannucci:tre appuntamenti cameristici legati alla musicacontemporanea con prime esecuzioni assolute e ripreseimportanti, realizzato in collaborazione con le ESZ.

Il concerto del 13 maggio, affidato ai solistidel Ned Ensemble (Chiara Picchi, flauto,Gabriele Galvani, clarinetto, MirandaMannucci, violino, Afra Mannucci, violoncello,e Alexandra Stradella, pianoforte), proponeCome un’onda per violoncello di EnnioMorricone, AchaB per clarinetto di NicolaSani, Dopo il respiro per flauto di MartinoTraversa, Due pezzi per pianoforte di AndreaMannucci e Aforisma per flauto di IvanFedele. Il 20 maggio l’Aurora Ensemble (IlariaCavalca, pianoforte, Sara Rozzi, chitarra, eJessica Gabriele, flauto) proporrà all’internodel proprio programma Improvviso per chitarra

di Roberto Fabbriciani, Quattro aforismi per flauto epianoforte di Andrea Mannucci e, in prima esecuzioneassoluta, Con impeto trattenuto per flauto, chitarra epianoforte di Gilberto Bosco. Infine, saranno nuovamentei Solisti del Ned Ensemble a eseguire, il 27 maggio, Airy,studi da concerto per clarinetto di Davide Anzaghi,Degl’incanti per violoncello di Alessandro Solbiati, Bok perclarinetto di Luis de Pablo e B.A.C.H. per pianoforte diAldo Clementi.

DViaggio avventurosoAndrea Mannucci

Trilogia ispirata alle liriche visionarie di Francesco Permunian e X Festival NedEnsemble

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re per sette, tre esecutori per sette strumenti a fiato èstato proposto il 17 gennaio alla Sala Verdi delConservatorio di Milano, nella stagione della Società delQuartetto, e il 19 gennaio al Teatro Palladium di Romaper l’Accademia Filarmonica Romana, interpretel’ensemble Sentieri Selvaggi. Flou per arpa è in cartelloneil 6 marzo alla Sala Affreschi dell’Accademia FilarmonicaRomana, interprete Augusta Giraldi. I Mottetti per laPassione sono in programma il 14 aprile per la rassegna“Micat in Vertice” dell’Accademia Musicale Chigiana a

Palazzo Chigi Saracini in Siena, interprete il Coro dellaCattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini” diretto daLorenzo Donati. Elogio per un’ombra per violino è incartellone il 21 aprile alla Sala Affreschi dell’AccademiaFilarmonica Romana, interprete Rebecca Raimondi.L’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da MarcoAngius eseguirà il 5 maggio Récréation concertante(Terzo Concerto) per orchestra all’Auditorium Pollini diPadova.

T

rima esecuzione assoluta di Rush per ensemble il 15gennaio al Museo Ettore Fico di Torino, nel contesto di “In Scena! Rassegna di musica contemporanea” enell’interpretazione del Fiarì Ensemble diretto da MarilenaSolavagione. Il 4 febbraio Robert Bennesh tiene abattesimo alla Domkyrkan di Lund (Svezia), per “LundContemporary 2017”, Cretto I per organo; nel medesimocontesto, sempre il 4 febbraio ma allo SkissernasMuseum della città svedese, viene presentato Cretto II pervoce maschile e corno, interpreti Anders Edström eMartino Torquati. Il 24 marzo il Conservatorio “G. Verdi” di

Torino ospita la “prima” di Malbork per percussioni sole,arpa, pianoforte e archi, commissione De Sono, con ilpercussionista Simone Rubino e gli Archi De Sono direttida Helena Winkelmann. Un’ulteriore prima esecuzioneassoluta avrà luogo il 4 maggio al Konserthus diHelsingborg (Svezia), dove Kollapsen per orchestra dacamera sarà interpretato dall’HelsingborgsSymfoniorkester sotto la direzione di Mikael Bartosch.Infine, la nuova versione di Gagudju II per ensemble saràpresentata il 15 maggio da Carlo Boccadoro alla testa deiSentieri Selvaggi al Teatro Elfo Puccini di Milano.

Adriano Gaglianello

P

Goffredo Petrassi

Jean-Luc Hervé

Aldo Clementi

Ensemble Court-circuit ha eseguito En dehors perclarinetto, violino, violoncello e pianoforte il 6 gennaioall’Auditorium del Conservatoire à Rayonnement Régionaldi Rueil-Malmaison. Germinations per ensemble eelettronica in tempo reale è in cartellone il 3 febbraioall’Opéra de Lille con l’Ictus Ensemble. En découverte perdue violini, elettronica e video sarà proposto il 19

febbraio dal Quatuor Meta4 a Parigi per il FestivalPrésences di Radio France. Infine, il 22 luglio DanielKawka alla testa dell’Ensemble Orchestral Contemporainpresenterà in prima esecuzione assoluta À l’air libre perensemble a La Grave, per il Festival Messiaen au Paysde la Meije.

L’

Tre ricercari per tre esecutori sono stati proposti il 13gennaio al Kunstraum Walcheturm di Zurigo dal TrioAccanto. Alla Hochschule di Berna è invece in programmail 17 marzo L’orologio di Arcevia per 13 esecutori, affidato agli allievi della Berner Fachhochschule e al Sinfonieorchester Bern. Cantilena per voce e

contrabbasso è in cartellone a Berlino per la rassegna“Unerhörte Musik” al BKA Theater, col duo formato da Anna Clementi e Matthias Bauer. B.A.C.H.per pianoforte è in programma il 27 maggio all’AuditoriumCelesti di Desenzano del Garda, nell’ambito del X Festivaldel Ned Ensemble, solista Alexandra Stradella.

I

Sándor Veress

L’ensemble Musica Vitaediretto da Malin Bromaneseguirà le Quattro danzetransilvane per orchestrad’archi in tournée svedeseil 2 febbraio al DunkersKulturhus di Helsingborg, il4 febbraio all’UtvandrarnasHus di Växjö e allaSöderportkyrkan diTingsryd, il 5 febbraio alloSkissernas Museum diLund, il 6 aprile alKonserthuset di Växjö, il 7aprile al Berwaldhallen diStoccolma, l’8 aprileall’Ytterjärna Konserthus diJärna, infine il 9 aprile aVarberg. La composizioneverrà portata in tournée, in Francia, anchedall’Orchestre Régional deNormandie, che sotto ladirezione di XavierGagnepain, l’interpreteràalla Renaissance diMondeville il 12 maggio2017, all’École de Musiquedi Les Pieux il 13 maggio eall’Abbaye di Juaye-Mondaye il 14 maggio.

Luciano Berio

Sequenza I per flauto è in cartellone l’11 aprile alla Sala Affreschidell’Accademia FilarmonicaRomana, interpreteAlessandra Amorino.

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