Estetica Oncologica. Nuove frontiere in oncologia

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Comunicare la diagnosi di tumore e la conseguente terapia sia essa chirurgica, chemioterapica o radioterapica, conduce sempre alla stessa domanda: “Perderò i capelli?... Non potrò più uscire di casa… chissà cosa dirà la gente… non sarò più io…” Da quando abbiamo iniziato a svolgere il nostro lavoro, tanto è cambiato. Agli inizi degli anni ’80, durante i primi giri in reparto, i nostri “Maestri” non pronunciavano mai le parole tumore o chemioterapia; esisteva un tacito accordo fra curanti e parenti per lasciare nell’oblio la malattia e le cure e nascondere la diagnosi alle nostre donne, che solo dagli effetti collaterali potevano capire che il nome della loro malattia era “cancro”.Nel corso degli anni è nata l’esigenza di affiancare alle tradizionali terapie mediche o chirurgiche dei trattamenti complementari – di estetica e psico-oncologia – per affrontare, e se possibile risolvere, le problematiche di questo tipo.L’obiettivo di questo libro è prima di tutto quello di informare su tanti temi spesso ignorati eppure così importanti per mantenere un buon livello di benessere e qualità di vita prima, durante e dopo le terapie.

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    Estetica Oncologica

    Nuove frontiere in oncologia

    SHORT&SWEET

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    Boston Group

    www.bostongroup.it

    Realizzazione grafica per Boston Publishing:

    Laura Marazzi

    ISBN 978-88-98142-12-5

    Tutti i diritti sono riservati, vietata la riproduzione parziale o totale.

    Copyright 2014 Boston Group

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    SOMMARIO

    Introduzione ...................................................................................................... 5

    Prefazione ........................................................................................................... 8

    Prologo ................................................................................................................. 11

    Limpatto del tumore sulla salute ........................................................... 13

    Le reazioni psicologiche durante il percorso di malattia............

    15Come la nostra mente si difende dalla malattia:stili di copinge meccanismi di difesa ...................................................... 22

    La famiglia nel percorso di cura .............................................................. 31

    Patologia oncologica e immagine corporea ...................................... 34

    Estetica oncologica ......................................................................................... 41

    Chirurgia ............................................................................................................. 44

    Chemioterapia .................................................................................................. 47

    Radioterapia ....................................................................................................... 54

    Terapie biologiche .......................................................................................... 60

    Trattamenti nella SPA ................................................................................... 62

    Conclusioni ........................................................................................................ 66

    Ringraziamenti ................................................................................................. 68Bibliografia ......................................................................................................... 70

    Sostieni salute allo specchio ....................................................................... 74

    Vieni a visitarci .................................................................................................. 75

    Gli autori .............................................................................................................. 76

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    CINTRODUZIONE

    Comunicare la diagnosi di tumore e la conseguente terapia (siaessa chirurgica, chemioterapica o radioterapica) conduce semprealla stessa domanda: Perder i capelli?

    Non potr pi uscire di casa chiss cosa dir la gente... non sar pi io...Da quando abbiamo iniziato a svolgere il nostro lavoro di medi-

    ci, tanto cambiato. Agli inizi degli anni 80, durante i primi giri inreparto, i nostri Maestri non pronunciavano mai le parole tumoreo chemioterapia; esisteva un tacito accordo fra curanti e parenti perlasciare nelloblio la malattia e le cure e nascondere la diagnosi allenostre donne, che solo dagli effetti collaterali potevano capire che ilnome della loro malattia era cancro.

    La comunicazione ora cambiata: parliamo della malattia, spie-ghiamo gli effetti collaterali dei trattamenti, abbiamo molti farmacidi sostegno per ridurli, ma la domanda resta sempre la stessa: Perderi capelli? Mi riconoscer? .

    Non cambiato molto da quel pomeriggio in cui nel nostro re-parto entrata una donna bellissima con lunghi capelli ramati e noi,che stavamo discutendo della terapia da proporle, ci siamo guardate

    e abbiamo detto contemporaneamente: Chi le comunicher chedovr perdere i capelli?

    Ma non una questione di bellezza e di et; ripensando al passatocome dimenticarci di quella deliziosa anziana signora che metteva intesta una retina e usava tanta lacca per incollare i capelli ormai caduti.La priorit curare la paziente, certo, ma spesso noi medici oncologinon siamo abituati ad affrontare il corollario di preoccupazioni e itimori legati al tumore e alla sua terapia.

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    Consegniamo un pacchetto: la diagnosi, le terapie, le conse-guenze delle terapie, ma nel pacchetto non incluso il kit di soprav-

    vivenza: Cosa dir ai bambini? E al lavoro? E mio marito? E lamore? Miriconoscer? Ce la far?

    Facciamo fatica a comprendere che la cura della malattia ancheprendersi cura della persona.

    Lo abbiamo intuito tanti anni fa: lidea del trucco e dellattenzio-ne allaspetto estetico ha radici lontane, ma solo da qualche anno

    si sono incontrate e sposate le giuste forze ed nato un progettomultidisciplinare: Salute Allo Specchioche vede fianco a fianco lavo-rare in ospedale in un progetto comune medici oncologi, psicologi,estetisti, truccatori, esperti dellimmagine, volontari.

    Lobiettivo non solo arredare il tunnel per renderne pi con-fortevole la permanenza, non solo raccontarci la favola che siamoancora belle anche senza capelli: lobiettivo inserire linterventoestetico allinterno del progetto terapeutico oncologico per quellapaziente.

    Lospedale non pi solo un luogo dove mi viene somministrata laterapia, ma un posto dove vi sono persone che mi curano e mi permettono

    di continuare a vivere.Lesperienza giovane: Salute Allo Specchioha appena compiuto

    un anno e i primi risultati appaiono molto promettenti. Le pazientiche vi hanno partecipato hanno voluto condividere con noi emo-zioni e sensazioni, ci hanno raccontato come cambiato il lororapporto con lospedale, come si sentono coccolate, come hannoripreso ad uscire, come hanno nuovamente indossato vestiti checonsideravano ormai inadeguati al loro stato di malate di tumore.

    I mariti ci hanno raccontato come, al termine degli incontri, leloro mogli sono tornate a ridere come prima della malattia.

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    Introduzione

    Ascoltando le pazienti nata lidea di scrivere un libro: alcunedi loro durante gli incontri prendevano appunti per non scordarei consigli una volta tornate a casa. Mancava qualcosa di pratico daconsultare e quindi che cosa meglio di un e-book?

    Si pu leggere in rete, si pu stampare e, nel tempo, si pu ar-ricchire e migliorare.

    Grazie a Valentina Di Mattei ed ad Angela Noviello che hannotrascorso parte del loro tempo libero per scriverlo.

    Uno splendido grazie a tutti coloro che lavorano con impegno ededizione al progetto e alle fantastiche donne che si fanno coccolarecon fiducia e speranza!

    Giorgia Mangili eEmanuela Rabaiotti

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    IPREFAZIONE

    Il progetto Salute allo Specchiorappresenta un passaggio importantenella storia del Servizio di Psicologia Clinica e della Salute e dellO-spedale San Raffaele. Il compito affidato in origine al Servizio chedirigo nasceva in primo luogo, ma non soltanto, dallesigenza diuna umanizzazione delle cure dedicate ai nostri pazienti al fine di

    dare realizzazione ad un ideale proprio della nostra Istituzione:dare centralit e valore alla persona sofferente ,e non alla malattia,anche se a partire dallo stato di malattia. Infatti lo stato di malattiaaltera profondamente gli equilibri personali; mina aspetti signifi-cativi della identit, sia sul piano fisico che psichico, sia del mondointerno alla persona che del mondo relazionale. Anche la famigliadel malato e la equipe curante sono coinvolte emotivamente inmodo significativo dal contatto quotidiano con la sofferenza nellacura del paziente e dei suoi familiari.

    Tutto ci lascia immediatamente intravedere lestensione e lacomplessit delloperare del nostro Servizio che deve al contemporiuscire a valutare lentit e lestensione del disagio psicologico chepu accompagnarsi allinsorgere di una malattia grave, quale il

    cancro, e le conseguenze che possono prodursi nel percorso tera-peutico a partire dalla nostra capacit di diagnosi e di interventopsicologico. Tali competenze riguardano la capacit del paziente ditollerare (versus accettare) il proprio stato (temporaneo, si spera)di malattia ed il trattamento necessario: la capacit dello stesso diaffrontare al meglio le cure necessarie e di mettere a disposizionedellequipe curante le proprie risorse, senza farsi travolgere dallan-sia, dallangoscia, dalla disperazione e dalla depressione conseguen-

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    Prefazione

    te. La cura psicologica del paziente concorre ugualmente ad ali-mentare un circolo virtuoso che interessa tutte le figure (familiarie professionali) impegnate a vario titolo nellassistenza e nellagestione del paziente alimentando in esse coraggio, fiducia e pos-sibilit di successo terapeutico. Molte delle nostre ricerche e di altripsicologi che nel mondo operano nel campo della psicologia clinicaospedaliera dimostrano oggi che a cure mediche e psicologicheintegrate ed adeguate corrispondono una migliore compliance del

    paziente alle cure, migliori risultati medici delle stesse, riduzionedelle recidive e migliore qualit della vita sia nel decorso terapeuti-co sia alla ripresa della propria vita : personale, familiare, affettiva,sessuale, lavorativa, sociale...

    Nel caso delle malattie tumorali, risulta ancora pi evidente comei timori relativi alle conseguenze della malattia e delle relative curepossono interessare aree estese del proprio vivere intaccando, pri-mariamente o secondariamente, aspetti significativi della propriaintegrit fisica (funzionale ed estetica), della propria vita affettiva erelazionale: insomma della propria identit personale e della qualitdella vita conseguente.

    Per quel che riguarda in modo specifico la donna malata dicancro, le conseguenze delle cure chirurgiche e di quelle chemio

    e radio terapiche, a partire dalla caduta dei capelli, rappresentanonon solo unalterazione sgradevole della propria facies, ma la te-stimonianza quotidiana di una diversit, auto ed etero percepitache pu avere conseguenze significative sulla qualit della vita dellenostre pazienti in quanto pu generare vergogna, ansia, timori diinaccettabilit... qui che si colloca il progetto Salute allo specchioche a partire della volont convergente del Servizio di PsicologiaClinica e della Salute, e dellUnit Operativa di Ostetricia e Gine-

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    cologia ha preso vita grazie allimpegno generoso, professionale,competente e creativo delle Dottoresse Valentina Di Mattei, GiorgiaMangili ed Emanuela Rabaiotti, ma che ha visto coinvolti moltiprofessionisti di area estetica tra cui in primis impegnata in questotesto Angela Noviello, volontari e giovani risorse come le Dotto-resse Letizia Carnelli, Elena Pagani Bagliacca e Paola Zucchi. Purnella giovinezza del suo esordio ha gi determinato cambiamentisignificativi nellapproccio terapeutico e nella vita delle pazienti...

    gli ulteriori sviluppi risultano al momento imprevedibili!

    Professore Lucio Sarno

    Primario del Reparto di Psicologia e della Salute

    dellOspedale San Raffaele di Milano

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    PROLOGO

    Dottoressa, perder i capelli? questa una delle domande pi frequenti alla comunicazione di unadiagnosi di tumore. Simili interrogativi, nel corso degli anni, hannoportato lattenzione di medici e psicologi verso aspetti che, fino a

    qualche tempo prima, erano considerati marginali e di poca impor-tanza, come limpatto della malattia e dei suoi trattamenti sullaspettofisico. La perdita di capelli compromette il proprio vedersi donna,la perdita del desiderio sessuale, il proprio vedersi compagna, lastanchezza e la fatica il proprio vedersi mamma: il risultato chesi smette di essere se stesse, diventando capaci unicamente di viversicome pazienti. Sarebbe ingenuo pensare che altri sono i problemi,

    vista la centralit dei temi collegati allidentit, al ruolo, agli affetti nellasituazione che le donne malate devono fronteggiare. Come noto, larealt della malattia nella popolazione italiana, secondo le statistiche(AIOM-AIRTUM, 2013), riguarda circa 1.250.000 donne (56%); iltumore della mammella il pi rappresentato (42%), seguito dal tu-more del colon-retto (12%), del corpo dellutero (7%), della tiroide

    (5%) e della cervice uterina (4%).Oggi, grazie al progredire delle conoscenze mediche, possibile

    curare il cancro, ma non solo: gli attuali interventi psicosociali, re-alizzati in concomitanza alle terapie, consentono di prendersi curainteramente dei malati. Tali interventi rispondono alla necessit diuna presa in carico globale del paziente e della sua persona, avendoper obiettivo non soltanto il ripristino, dove possibile, di una con-dizione di assenza di malattia, ma anche la tutela di uno stato di

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    benessere psico-fisico alla cui definizione concorrono i moltepliciaspetti in cui si articola la ricchezza di un essere umano.

    Tra questi programmi, negli ultimi anni, sta maturando semprepi la necessit di aiutare le pazienti a sentirsi di nuovo donne. Trale sfide pi grandi occupa un posto prioritario, naturalmente, laloro tutela e sicurezza: giusto e doveroso sostenerle nel vedersidi nuovo belle ed attraenti, purch venga rispettata la necessit dinon arrecare danni e di non interferire con le terapie in corso.

    Fino a qualche anno fa questo scoglio sembrava insormontabile emolte clienti di centri estetici, a causa della malattia, erano costrettea rinunciare repentinamente ad abituali rituali di cura personale,alimentando cos il loro senso di diversit e solitudine (gi dramma-ticamente imposto dalla malattia). Oggi, invece, possibile aiutarele pazienti a sentirsi ancora oggetto di trattamenti ed attenzioni dinatura estetica, creando benefici che oltrepassano di gran lunga lasemplice cura estetica.

    Prima di scoprire come, opportuno, per, fare un passo indie-tro, e capire da vicino i vissuti e gli stati danimo di una persona acui viene diagnosticato un tumore.

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    LIMPATTO DEL TUMORESULLA SALUTE

    Il cancro , al giorno doggi, una delle malattie pi temute per lasalute umana. Il concetto disalute stato, negli anni, molto dibat-tuto: il modello biomedico, in vigore in passato, definiva la malat-tia come un allontanamento dalla norma di variabili biologiche

    misurabili. Le caratteristiche essenziali di questo modello erano:la semplicit (lapproccio biologico consentiva la riduzione di unfenomeno complesso, quale la malattia, a un rapporto semplificatodi causa-effetto), la predittivit (la costanza dei rapporti di causa-ef-fetto permetteva al medico non solo di diagnosticare malattie madi indicarne la prognosi), la chiarezza del metodo (con obiettiviesplicitati dettagliatamente), la verificabilit ed, infine, linsegna-bilit. Questo modello, per non solo ritiene che la malattia debbaessere trattata come unentit indipendente dal comportamento sociale, ma

    rivendica anche che le aberrazioni comportamentali siano spiegate sulla base

    di processi somatici alterati (biochimici o neuropsicologici). In questo modo,

    esso abbraccia sia il riduzionismo, la visione filosofica secondo cui i fenomeni

    complessi derivano in ultima analisi da un singolo principio primario, sia il

    dualismo mente-corpo, ossia la dottrina che separa il mentale dal somatico(Engel, 1977).

    Nel corso degli anni, stato quindi adottato un modello diver-so, biopsicosociale, in cui la salute e la malattia non vengono pipercepiti come il risultato di un solo tipo di fattore, biologico, macome un insieme di processi biologici, psicologici e sociali interdi-pendenti. Il concetto di salute stato, perci, riformulato, fino adarrivare alla concettualizzazione di stato di completo benessere fisico,

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    mentale e sociale, che non consiste soltanto in unassenza di malattia o di

    infermit (O.M.S., 1948).A partire da questa definizione, semplice comprendere come

    il cancro rappresenti una minaccia alla salute umana, poich inter-ferisce con tutte le sue dimensioni: fisica, psicologica, relazionale espirituale (Grassi, et al.2003).

    A livello fisico, il cancro rappresenta un attacco alla vita stessadella persona e, in alcuni casi, pu manifestarsi attraverso sintoma-

    tologie dolorose. Inoltre, gli effetti delle terapie farmacologiche echirurgiche debilitano il corpo del paziente e possono rappresentareuna limitazione alla propria autonomia e gestione.

    A livello mentale ed emotivo, il cancro rappresenta una perditadi sicurezze ed un fulmine a ciel sereno che ha bisogno di tempo erisorse per poter essere elaborato. I pazienti possono mettere in attostrategie difensive e reazioni psicologiche differenti per fronteggiareil forte impatto emotivo di questa malattia.

    Viene, inoltre, messo in discussione il proprio credo, il valore ditempo e di fede, cadono le certezze e, da un istante allaltro, ci siritrova immersi in temi estranei fino a quel momento come quellidella malattia, del senso della vita e della morte.

    Infine, a livello relazionale, la malattia oncologica rompe gli

    equilibri del contesto in cui il paziente solito vivere: la famigliadel malato viene messa alla prova e chiamata a ridefinire un nuovoequilibrio intorno al proprio caro, gestendo la paura e contenendola sofferenza.

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    LE REAZIONI PSICOLOGICHEDURANTE IL PERCORSO

    DI MALATTIA

    La complessit del concetto di salute, si accompagna alla com-plessit ed unicit di ciascuna persona. Ognuno vive la malattiain maniera diversa e sarebbe impossibile definire e prevedere

    il vissuto psicologico di ciascun paziente.In particolare, il significato personale che si attribuisce ad

    un tale evento traumatico pu variare in funzione del tipo edella gravit di tumore, della personalit del paziente, dellet edel momento evolutivo che si sta attraversando, oltre che dellecondizioni socio-culturali in cui la persona vive.

    Ciononostante, lesperienza clinica negli anni ha permessodi capire quali sono i vissuti e le reazioni che caratterizzano ipazienti nelle diverse fasidel percorso di malattia (Grassi, etal.2003).

    Il cancro , nella maggior parte dei casi, una patologia asin-tomatica e spesso alcuni segnali vengono scoperti per caso.Una volta appurata la necessit di doversi sottoporre ad esami

    specialistici, ci si addentra nella prima fase di questo percorso,quella pre-diagnostica. Questo periodo, che intercorre dagliaccertamenti clinici al momento della diagnosi , di solito,connotato da uno stato di shock e di paralisi emotiva, seguitoin genere da reazioni di allarme e di preoccupazione.

    Alcune persone possono minimizzare o negare la possibili-t di un esito maligno mentre altre, allopposto, mostrare unatteggiamento pessimistico ed ansioso.

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    stato come essere alla guida verso la strada di casa ed,improvvisamente, ti ritrovi circondato da una fitta nebbia,

    che ti nasconde la visuale e, in alcuni momenti,non ti permette pi di riconoscere quella strada che fino

    ad un attimo prima era nota e conosciutaArriva, poi, il momento in cui il medico comunica la diagnosi. La

    malattia viene riconosciuta e termini tumore o chemioterapia,

    che fino ad allora appartenevano solo ai giornali o alle televisioni, di-ventano una realt da affrontare. Al momento della comunicazionedella diagnosi, di solito, il paziente vive una fase di trauma emotivoe di confusione. La presenza di familiari e persone vicine in questomomento per lui importante in quanto lo aiuta a recepire tuttele comunicazioni che, in quel momento, invadono la sua mente e

    vengono filtrate ed offuscate dal suo stato danimo. Nonostante,per, la vicinanza e la presenza dei propri cari, frequentemente

    vengono avvertiti sentimenti di solitudine ed isolamento che nonsono, per, dovuti ad una carenza del supporto sociale ed affettivo,bens allassunzione, in quel momento, di ruolo di paziente, chetende ad elicitare la percezione di essere incompreso, lontano, solo:si innalza un muro invisibile tra chi sano e chi malato.

    Quando il Dottore ha nominato quella parola, cancro, statauna doccia gelata... non ci potevo credere, non poteva essere veroIl periodo successivo caratterizzato dalla presa di coscienza del

    percorso di terapiee dello stato di salute attuale in cui ci si trova.Solitamente, alla prima diagnosi di tumore, nella fase di avvio deitrattamenti, il paziente inizia a reagire.

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    Le reazioni psicologiche durante il percorso di malattia

    Ora giunto il momento di scendere in campo e combattere

    Lattaccamento alla vita, alla propria famiglia ed alla propria quo-tidianit rappresentano le motivazioni pi forti che incoraggianoil paziente ad iniziare i percorsi di cura che possono essere moltodiversificati da persona a persona.

    In questa fase di reazione, sono frequenti risposte di ansia, paura,e rabbia, evocate dal senso di vulnerabilit e di perdita di controllo

    sulla propria vita.

    Perch capitato proprio a me?Come sono complesse le possibili terapie, cos differenti possono

    essere le reazioni psicologiche conseguenti. Generalizzando rispet-to alle terapie pi note e comuni dei tumori, possibile provare atracciare alcuni quadri emotivi.

    La chirurgia1viene, di solito, vissuta in maniera ambivalente: seda un lato, infatti, essa rappresenta una speranza ed una metodicaradicale e risolutiva agli occhi dei pazienti, dallaltro pu esser vissutacon paure e timori per via delle conseguenze che potrebbe compor-tare, come mutilazioni o modificazioni nella propria immagine (ad

    esempio nei casi di colostomia apertura chirurgica di un orifizioal fine di deviare temporaneamente o definitivamente il flusso delle

    1 La metodica chirurgica e alcune sue caratteristiche fondamentali ver-

    ranno descritte in maniera pi approfondita nel capitolo Chirurgia.

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    feci creando unapertura tra lintestino e lesterno , mastectomiaradicale asportazione dellintera mammella o laringectomia asportazione dellintera laringe o di parte di essa ); a secondadellinvasivit dellintervento e delle sue conseguenze (ad esempionella sfera sessuale) saranno, quindi, visibili reazioni differenti.

    Dove c chirurgia c speranzaLa terapia in genere pi temuta, invece, rappresentata dalla

    chemioterapia2(termine generico utilizzato per indicare le pi co-muni cure farmacologiche contro il cancro) per via dei suoi notieffetti collaterali. Stanchezza, febbre, nausea, vomito, alterazionedel gusto, assenza di desiderio sessuale e, soprattutto, perdita deipeli e dei capelli, vengono vissuti dai pazienti con ansia e demoraliz-zazione. Gli effetti collaterali estetici di questo trattamento, inoltre,sono un costante rimando per il paziente, per la famiglia e per lasociet alla condizione di malato di cancro.

    Non riesco pi a riconoscermiquando mi guardo allo specchioPer quanto concerne, in ultimo, la radioterapia2(una specifica

    terapia antitumorale che utilizza radiazioni, in genere raggi X), si as-siste, di solito, a reazioni pi contenute; , infatti, una terapia meno

    2 La metodica chirurgica e alcune sue caratteristiche fondamentali ver-

    rannodescritte in maniera pi approfondita nel capitolo Chirurgia.

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    Le reazioni psicologiche durante il percorso di malattia

    conosciuta e meno nota e, come tale, desta minori preoccupazioni.Ci che, generalmente, i pazienti possono provare sono: sentimenticlaustrofobici nel momento in cui si ritrovano immobilizzati allin-terno del macchinario; rabbia e tensione per doversi recare ognigiorno, per circa un mese, in ospedale; timori legati alla macchina,quali paura che esploda, che cada addosso o che irradi organi sani.In alcuni casi questo trattamento comporta uno sforzo notevole perla famiglia del malato che deve organizzarsi per accompagnare ogni

    giorno il proprio caro in ospedale. Infine, anche a seguito di questotrattamento, possono subentrare effetti collaterali a breve o a lungotermine, che a seconda della parte del corpo e della reversibilit,possono suscitare ansia, rabbia o un calo del tono dellumore.

    Mi sono sentita imprigionatadentro una maschera trasparenteGrazie alle straordinarie capacit di adattamento dellessere uma-

    no a nuove e avverse situazioni, anche durante le terapie, il pazienteimpara a convivere con la malattia.

    A conclusione della fase di trattamento, il paziente viene sot-toposto ad una serie di esami, che da quel momento in avanti, si

    ripeteranno regolarmente. Gli esiti di tali accertamenti vengonoattesi con paura e speranza; ovviamente, le reazioni conseguentidipenderanno dalla notizia ricevuta.

    Qualora la malattia fosse in remissione, la prima reazione tenden-zialmente potrebbe essere di grande gioia e felicit: la fatica fatta stata ripagata, la sensazione di aver sconfitto il male prevale su tuttoil duro percorso passato. Per alcuni pazienti la storia di malattia pufavorire una crescita personale, un cambiamento di prospettiva e di

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    importanza rispetto a futilit quotidiane in favore di un maggiorrilievo ed attenzione a se stessi ed ai propri cari.

    Ho capito quanto contano la salute e la famiglia;ho capito che il tempo prezioso e che non ha sensosprecarlo per stupidate; ho capito il senso della vita

    Ciononostante, il paziente chiamato a comprendere quanto

    accaduto, ad elaborare ed integrare levento malattia nella propriastoria personale. Poco per volta dovr abituarsi nuovamente a ri-prendere in mano la sua vita, il suo lavoro, il suo ruolo in famiglia,senza pi lattenzione costante di medici e familiari. Per alcuni, laremissione pu generare un momento di crisi, ad esempio, rispettoalla paura della comparsa di una recidiva oppure semplicementeperch il momento in cui la mente, libera da necessit di curacontingenti, prende atto di ci che ha vissuto. Comportamenti am-bivalenti possono esser riscontrati anche rispetto ai controlli: alcu-ni evitano di sottoporsi a visite, altri ripetono in maniera ossessivaesami divenendo ansiosi e controllanti verso qualsiasi segnale delproprio corpo.

    Non sono pi lo stesso di prima

    Il momento pi difficile, invece, rappresentato dalla comuni-cazione della ripresa di malattia. Prevalgono sentimenti di scon-fitta, sconforto, rabbia, e devastazione. Lo spirito combattente, chespesso emerge in seguito alla prima diagnosi, oscilla tra la volontdi sottoporsi immediatamente ai trattamenti ed il dubbio relativoallutilit di tali sforzi e sofferenze.

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    Le reazioni psicologiche durante il percorso di malattia

    Non mi sveglier mai pi da questo incubo

    Nel caso in cui la malattia avanzi, si assiste normalmente ad unlento cambiamento di atteggiamento e stato danimo del paziente:negazione(ovvero un rifiuto di quanto sta succedendo), rabbia(verso i propri cari o, di solito, verso il personale curante),patteg-giamento(una fase di valutazione e di contrattazione personalein cui il paziente verifica e cerca obiettivi verso cui rivolgere la pro-

    pria speranza e la propria motivazione), depressione(che subentraquando il paziente inizia a prendere consapevolezza della realt edellimpossibilit di guarigione), ed infine, accettazione(della pro-pria situazione e di quanto sta per accadere). Sono queste, spesso,le fasi che, in alternanza, un paziente potrebbe vivere, come gidescritto da Elizabeth Kubler-Ross, pioniere degli studi in questoambito (Kubler-Ross, 1965).

    Durante le fasi terminali, possono nascere nei malati paure legatealla sfera somatica (dolore, riduzione della mobilit, incontinenza,nausea, confusione mentale ecc.), alla sfera relazionale (timore dilasciare i propri cari o di essere un peso per loro) ed, infine, allasfera spirituale (angosce legate alla morte ed allignoto). A frontedi queste paure, si assiste, di frequente, ad una maturazione che

    accompagna il malato fino allultimo giorno: il tempo della malattia,delle cure e della lotta ha consentito al paziente di capire, elaboraree dare un senso alla propria esistenza, lasciandolo appagato rispettoa quanto portato a termine sino a quel momento.

    Ho vissuto una bella vita; nonostante tutto, sono fortunato

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    COME LA NOSTRA MENTESI DIFENDE DALLA MALATTIA:

    STILI DI COPINGE MECCANISMI DI DIFESA

    La patologia oncologica certamente uno degli eventi di vita pidifficili e stressanti in cui una persona possa imbattersi, questo non

    solo per le implicazioni connesse pi direttamente alla malattia eai suoi trattamenti, ma anche per le conseguenze psicologiche cheinevitabilmente si riflettono sul paziente e sulla sua famiglia.

    Bench ciascuno entri in contatto con i diversi aspetti della ma-lattia in modo del tutto personale e con un differente grado diconsapevolezza, possibile identificare, a livello pi generale, lecosiddettestrategie di coping(dallingleseto cope far fronte), ossia,le diverse modalit con cui gli individui si approcciano alle difficoltdella propria esistenza. Le persone tendono a prediligere, ancheallinterno di contesti differenti, alcuni specifici comportamenti peraffrontare gli eventi di vita stressanti, motivo per cui si pu parlaredi un vero e proprio stile di coping individuale.

    Le modalit di copingpossono essere di fatto riconducibili alle

    risorse di cui una persona dispone; le principali sono quelle fisiche,sociali, spirituali e psicologiche.

    Allinterno del contesto oncologico risultano innanzitutto ri-levanti i fattori medici che includono i caratteri della malattia: lasede, il decorso, le tipologie di trattamento e le loro conseguenze,tutti aspetti che possono intaccare il benessere psico-fisico dellepersone affette da un tumore. Un paziente che riesce a mantenereuna buona funzionalit corporea, certamente potr contare su un

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    Come la nostra mente si difende dalla malattia

    maggior numero di risorse con cui affrontare le difficolt implicitenella patologia. Proprio per questo motivo negli ultimi anni la me-dicina oncologica ha dedicato sempre pi spazio e attenzione allaqualit di vita dei malati, attraverso il controllo dei sintomi e deglieffetti collaterali delle terapie.

    Altrettanto rilevanti sono i fattori sociali che comprendono lin-sieme delle relazioni che la persona mantiene con le figure delproprio contesto interpersonale, in senso sia intimo che allargato.

    Molte ricerche hanno sottolineato come limpatto di eventi par-ticolarmente stressanti o traumatici possa essere modulato dallapresenza di relazioni interpersonali significative e supportive (Cobb,1976; Caplan, 1981; Montazeri, 2008).

    I fattori spiritualirappresentano un ulteriore insieme di risor-se potenzialmente importanti per chi si appresta ad affrontare unpercorso di malattia difficile come quello oncologico. Vengono adessere qui inclusi i significati che ciascuno d alla propria vita e allapropria realt e che derivano dal contesto culturale e valoriale diappartenenza.

    Le risorse trascendenti non includono solo la religione, ma an-che le pratiche di meditazione e di consapevolezza, le quali consen-tono di accedere ad una conoscenza pi profonda di se stessi, rafforzando

    la salute, il benessere e, forse,perfino il proprio equilibrio psichico(KabatZinn, 1993).

    Tra i fattoripi rilevanti troviamo infine quelli di natura psico-logica. In particolare questi comprendono la storia personale delsoggetto, la sua organizzazione di personalit, il temperamento e imeccanismi di difesadellindividuo.

    Questi ultimi sono meccanismi di funzionamento psichico fi-nalizzati a conservare il proprio equilibrio psichico e ladattamento

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    alla realt a fronte dellangoscia causata dalla malattia. I processidifensivi possono essere adattivi, quando consentono alla personadi affrontare al meglio la propria condizione, oppure disadattivi, sequesti vengono invece utilizzati in maniera rigida e disfunzionale. Iprincipali processi difensivi possono variare e alternarsi tra di loronel corso del tempo e delle fasi di malattia e secondo la consapevo-lezza del paziente rispetto alla sua situazione (Lingiardi e Madeddu,2002). Tra i principali meccanismi di difesa riconducibili al paziente

    con malattia tumorale possiamo trovare: la negazione: definibile come un ingenuo tentativo di annullare

    uno o pi aspetti della realt che generano angoscia. La negazio-ne pu essere considerata adattiva se utilizzata per un periodo ditempo limitato, per esempio nei momenti particolarmente criticidella malattia il paziente pu dimenticare di essere malatoper poi affrontare in un secondo momento la realt dei fatti. Alcontrario, la negazione pu essere disadattiva quando si confi-gura come totale e persistente, fino a unalterazione completadella realt. Questo pu accadere quando il paziente sottovalutala patologia e i suoi sintomi, posticipando la diagnosi medica;

    la proiezione: consiste nellattribuire ad altri i propri pensieri e ipropri sentimenti negativi. La paura della malattia avvertita da

    una paziente, diviene quella del marito accusato di essere troppoansioso e pedante; la rabbia per la propria condizione di salutesi traduce in ostilit verso il personale dellospedale;

    la regressione: riporta il paziente a una fase di dipendenza e richie-ste di rassicurazione quasi infantili. Limitatamente a particolaricondizioni e per un periodo di tempo ragionevole rappresentaun processo utile per lo sviluppo di una relazione di cura e diun atteggiamento di compliance(collaborazione) terapeutica;

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    Come la nostra mente si difende dalla malattia

    lintellettualizzazione: consente al paziente di distanziarsi dalproprio disagio emotivo focalizzandosi su di un piano logicoe razionale, per esempio continuando a ricercare in internetinformazioni riguardanti la malattia e parlandone come se lacosa non lo riguardasse in prima persona;

    latteggiamento fatalistico: porta il malato ad accettare la malattiasenza opporvisi e a considerarla come un evento appartenenteal proprio destino. Generalmente i livelli di ansia e depressione

    vengono contenuti, ma possono realizzarsi delle resistenze aiprocessi terapeutici.

    QUANDO LA MENTE SOFFRE:MANIFESTAZIONI DI PSICOPATOLOGIA

    Il tumore, pi di ogni altra patologia, richiede a chi ne affetto unosforzo costante di adattamento alle difficili circostanze di malattia;proprio per questo motivo facile immaginare che, nel paziente, oltreal disagio fisico, subentri un importante stato di sofferenza psichica.

    La tendenza a considerare il disagio psicologico del paziente comecomprensibile e normale data la situazione comporta per spesso

    una sottovalutazione dei sintomi ed un loro mancato trattamento(SIPO, 1998).

    Molti studi nel settore psiconcologico, hanno dimostrato che circa il40% dei pazienti presenta nel corso della malattia almeno un disturbopsichiatrico clinicamente rilevante (Grassi, et al.2003). Il 15-20% diessi non raggiunge per la soglia necessaria per classificare la sinto-matologia come psichiatrica, ma non per questo le ripercussioni alivello psicologico e sociale sul paziente sono di minor entit (ibidem).

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    Le persone che risultano pi vulnerabili da un punto di vista psi-cologico sono quelle che in passato hanno gi manifestato episodidi sofferenza psicologica, in particolare i disturbi dello spettro ansio-so-depressivo sono quelli pi frequentemente riscontrati tra i pazientioncologici.

    Come si visto a proposito dei fattori di coping, bene considerarecome pi vulnerabili allo stress psicologico i pazienti che hanno adisposizione un minor numero di risorse personali ed interpersonali.

    Di seguito i disturbi pi frequentemente riscontrabili in oncologia.

    Disturbi dansiaLansia rappresenta in oncologia uno dei sintomi, o addirittura il sinto-mo principale, di una serie di disturbi che hanno per caratteristichecliniche, prognostiche e terapeutiche diverse tra loro (SIPO, 1998).

    Da un punto di vista sintomatologico lansia pu esprimersi siaattraverso una modalit somatica (tachicardia, mancanza di fiato, su-dorazione, brividi di freddo e cos via), che attraverso una modalitprettamente psicologica (paura, stato di allarme e tensione).

    Lo spettro dei disturbi dansia senza dubbio molto ampio, ingenerale i disturbi si possono manifestare sia in forma acuta che informa cronica, a seconda che essi abbiano una durata limitata ovvero

    prolungata nel tempo.Non di rado, nei pazienti oncologici, possono emergere attacchi

    di panico, ossia episodi di paura o disagio intenso e improvviso chesi manifestano in assenza di un reale pericolo. La sintomatologia cheaccompagna lattacco di panico pu essere somatica, cognitiva o pifrequentemente una combinazione di queste. Si pu configurare undisturbo di panicoqualora il soggetto continui a presentare attacchiinaspettati e ricorrenti e in aggiunta a questi sviluppi preoccupazione

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    Come la nostra mente si difende dalla malattia

    persistente di avere altri attacchi, oppure preoccupazione per le loroeventuali implicazioni (Grassi, et al.2003).

    Spesso, infine, si riscontrano delle fobie specifichecon le quali ipazienti sono costretti a confrontarsi durante il loro percorso tera-peutico: la paura degli aghi e delle iniezioni, la paura del sangue e laclaustrofobia; questultima in particolare risulta estremamente invali-dante se il paziente deve sottoporsi ad esami diagnostici come la TACe la PET o la radioterapia, che richiedono di trascorrere molto tempo

    in uno spazio limitato restando completamente immobile.

    Disturbi depressiviI disturbi depressivi sono molto frequenti tra i pazienti oncologici.Cos come per lansia, lumore deflesso pu assumere variabili di in-tensit, durata, qualit e associazione con altri sintomi affettivi, tali daconfigurare differenti tipologie di disturbo.

    La valutazione della depressione in un paziente oncologico punon essere semplice per il sovrapporsi di fenomeni diversi, come i far-maci e gli effetti della patologia. Uno degli aspetti pi critici del puntodi vista diagnostico quello relativo allinquadramento dei sintomisomatici del disturbo, spesso, infatti, difficile comprendere se linap-petenza, la perdita di peso e linsonnia siano riconducibili alla malattia

    oncologica o si inseriscano allinterno di uno spettro depressivo. necessario per questo basarsi soprattutto sui criteri affettivo-co-

    gnitivi quali sentimenti di anedonia (mancanza di piacere), demo-ralizzazione, impotenza, inutilit, disperazione, colpa e pensieridi morte. La presenza di un disturbo depressivo innalza il rischiosuicidario nei pazienti, ne compromette sensibilmente la qualit di

    vita e le relazioni interpersonali, non da ultime quelle con lequipecurante.

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    Trauma e Disturbi Legati allo StressLa diagnosi oncologica e liter terapeutico ad essa connesso sonodi fatto considerati come eventi di vita estremamente stressanti, senon addirittura traumatici.

    Le reazioni con i quali i pazienti rispondono alla malattia pos-sono essere estremamente variabili, tali da configurare una serie dicomportamenti adattivi ovvero patologici; questi ultimi, in partico-lare, possono differire per intensit e durata. La sintomatologia pi

    frequente caratterizzata da stato danimo negativo, rievocazioneimprovvisa e incontrollata di immagini legate al trauma, evitamentodi oggetti, luoghi o persone connesse alla malattia e unattivazionefisiologica vicina a quella che si potrebbe definire uno stato diallarme.

    Disturbi del sonnoI disturbi del sonno sono trasversali a molte manifestazioni di ansiae depressione. Linsonnia pu presentarsi in diverse forme: precoce, se sussistono delle difficolt alladdormentamento; centrale, caratterizzata da risvegli nel cuore della notte con dif-

    ficolt a riprendere sonno; tardiva, con un risveglio precoce collocato nelle prime ore del

    giorno.

    I risvegli nel corso della notte possono essere riconducibili, ol-tre che a ragioni psicologiche, anche al disagio fisico relativo allamalattia. Ne sono esempi il dolore, che pu derivare dalle feritechirurgiche, dalla sede della malattia o dalle metastasi, la presenzadi eventuali cateteri o drenaggi, la necessit di urinare frequente-mente o le difficolt respiratorie.

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    Come la nostra mente si difende dalla malattia

    In ogni caso, linsonnia compromette la qualit di vita del pazien-te in modo significativo, innescando un circolo vizioso di stanchezza,affaticamento, irritabilit e depressione.

    Disturbi della sessualitNegli ultimi anni, a fianco dei progressi nelle cure oncologiche edella guarigione o cronicizzazione delle patologie neoplastiche, si iniziato a considerare limpatto che il tumore determina sulla vita

    sessuale dei pazienti oncologici e dei loro partner.In generale, il trauma della malattia e delle terapie ad essa con-

    nesse, possono causare un calo del desiderio e dellinteresse sessualedei pazienti che, provati da un evento di vita di tale entit, possonotrovare difficolt a vivere e dare spazio alla propria intimit.

    Un altro aspetto rilevante rappresentato dalle conseguenzepsico-fisiche che la patologia e le terapie portano con s: interventichirurgici demolitivi, terapie ormonali, conseguenze della chemio-terapia e della radioterapia. Questi divengono ancora pi rilevantise la sede del tumore interessa organi legati pi o meno indiretta-mente alla sessualit: prostata, testicoli, ovaie, utero e mammelle.

    Se non trattati i disturbi della sessualit tendono a cronicizzare,interferendo in misura notevole sulla qualit della vita del paziente

    e della coppia. Per tali ragioni interventi preventivi precoci sonoassolutamente importanti (SIPO, 1998).

    Disturbi dellimmagine corporeaAllinterno del quadro, gi di per s complesso e difficile, che la ma-lattia rappresenta nella vita della persona che ne soffre, un aspettorilevante occupano le inevitabili trasformazioni fisiche conseguentiai trattamenti antitumorali. Gli effetti delle terapie e gli esiti degli

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    ESTETICA ONCOLOGICA/NUOVE FRONTIERE IN ONCOLOGIA

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    interventi chirurgici sul corpo verranno pi diffusamente trattati nelcapitolo Chirurgia. Lalterazione della propria immagine corporeapu portare le persone a vivere un intenso disagio emotivo, capacedi compromettere lautostima oltre che la propria vita socio-rela-zionale. Gli aspetti psicologici legati a tali trasformazioni verrannoapprofonditi nel prossimo paragrafo.

    In generale si visto che la condizione di patologia oncologica

    sottopone i pazienti ad uno stato di stress intenso e prolungato. frequente rilevare la presenza di sintomi ansiosi, depressivi diver-samente declinati in unalterazione del ritmo sonno-veglia, nellamodificazione delle abitudini alimentari e nella gestione della pro-pria quotidianit. Non necessariamente queste forme di disagiopsicologico vengono ad assumere una connotazione patologica,ma bene monitorare lequilibrio psico-fisico dei pazienti al finedi salvaguardare la loro qualit di vita.

    Nel caso si evidenzino delle condizioni di reale disagio psicolo-gico bene riferirsi ai professionisti psicologi e psichiatri presentinellequipe curante che individueranno la miglior terapia possibileal fine di garantire un supporto al paziente e ai suoi familiari.

    Tra le possibilit possono essere proposti interventi di tipo far-

    macologico, di supporto psicologico (colloqui individuali, colloquidi gruppo con altri pazienti) e interventi psico-educazionali adattia fornire ai pazienti risorse per affrontare le difficolt che pi fre-quentemente si incontrano nel percorso di malattia.

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    LA FAMIGLIANEL PERCORSO DI CURA

    Risulta facile intuire che la malattia oncologica sia da considerarecome un avvenimento estremamente stressante, capace di minarela stabilit dellequilibrio familiare.

    Le ripercussioni che la malattia determina sulla famiglia dipen-

    dono da molti fattori: la sua composizione, let dei membri, lerelazioni intercorrenti tra i familiari, le modalit di comunicazionee non da ultimo la presenza di altre problematiche (malattia oinvalidit di altre persone, difficolt economiche, lutti eccetera).

    Lo stress derivante dalla malattia e le difficolt connesse allacomplessa routine ospedaliera fatta di visite mediche e di seduteterapeutiche costringono spesso le famiglie a rivedere la loroorganizzazione. necessario infatti sostituire il paziente nelleattivit che non pu pi assolvere e stabilire chi sar responsabiledelle nuove incombenze: accompagnare il malato agli appunta-menti, provvedere alla complessa burocrazia ospedaliera, ritirarele impegnative dal medico, acquistare i farmaci e prenotare le

    visite di controllo.

    Pu capitare che in questo scenario possano emergere (o rie-mergere) dei conflitti familiari, generarsi delle difficolt nel rap-porto con lequipe curante o addirittura con il malato stesso.

    Nella maggior parte dei casi la famiglia una risorsa fondamen-tale per i pazienti, ma evidente come il tumore possa incidereprofondamente sulla vita delle persone che vivono a fianco delmalato. Per questo motivo indispensabile assicurare ai pazientie alle loro famiglie un adeguato supporto psicologico.

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    LE FAMIGLIE CON BAMBINI

    Un discorso a parte pu essere fatto quando ad ammalarsi ilgenitore di una famiglia con figli in et evolutiva. Siano essi bambini oadolescenti, la comunicazione della propria diagnosi oncologica unadelle questioni pi complesse con cui un genitore possa confrontarsi.

    In relazione alla loro et i bambini possono esperire leventodella malattia in modo differente, ma in linea di massima bene

    considerare che la patologia e le implicazioni ad essa connesseavranno inevitabilmente un impatto sulla vita dei ragazzi. Proprioper questo motivo consigliabile rendere partecipi i figli di quantosta accadendo al genitore sin dallinizio, privilegiando la sincerit elautenticit della relazione e rinunciando alla fragile illusione cheil silenzio possa in qualche modo proteggerli dalla verit dei fatti.Ovviamente le informazioni devono essere ben ponderate rispettoalle capacit del bambino di comprendere la realt, alle sue risorseemotive oltre che alla sua sensibilit personale.

    In ogni fase dellet di sviluppo i ragazzi presentano dei punti didebolezza e dei punti di forza. I bambini molto piccoli, per esempio,possono non comprendere appieno il significato della malattia, maquesto contemporaneamente consente loro di continuare a vivere

    serenamente la loro vita senza preoccuparsi troppo della diagnosi edelle terapie; viceversa, gli adolescenti, possono vivere con maggiorpreoccupazione la notizia della patologia, ma al contempo, sonomolto pi autonomi dei bambini piccoli e pertanto sollevano i ge-nitori da alcune incombenze relative al loro accudimento.

    Spesso pu capitare che il paziente avverta un grande senso dicolpa rispetto alla sua malattia, ritenendo che essa causer inevita-bilmente un trauma esistenziale nei propri ragazzi.

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    La famiglia nel percorso di cura

    Come si visto precedentemente, non si pu negare che un tu-more abbia un impatto gravoso sulla vita dei familiari dei pazienti,soprattutto se questi si trovano nella delicata fase dello sviluppoevolutivo, tuttavia, anche una situazione complessa e difficile comequella di malattia, pu essere affrontata in modo favorevole e edu-cativo.

    I bambini possono imparare ad essere pi autonomi, i ragazzi adessere pi responsabili, i giovani ad offrire la loro disponibilit in

    caso di bisogno. Tutti infine, possono apprendere che le difficolte gli ostacoli che la vita inevitabilmente riserva, possono essere af-frontati con dignit, costanza e responsabilit.

    Con questo non si vuole in alcun modo chiedere ai genitori didiventare dei supereroisenza macchia e senza paura, ma al contrario dimostrare la propria umanit, i propri limiti e le proprie debolezze,perch lunica certezza che si pu dare ai propri figli quella di unaffetto autentico e indissolubile.

    In un percorso lungo e difficile possono ad ogni modo confi-gurarsi momenti di sconforto e scoraggiamento, motivo per cui opportuno appellarsi alle proprie risorse personali ed interperso-nali, chiedendo aiuto e supporto alle figure familiari e professionalipresenti nella propria vita.

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    PATOLOGIA ONCOLOGICAE IMMAGINE CORPOREA

    Come gi detto nei paragrafi precedenti, la malattia oncologicarappresenta per il paziente che la vive (e per le persone che glisono accanto) unesperienza globale, capace di incidere su tuttele dimensioni importanti della sua vita. Tuttavia, tra i tanti aspet-

    ti coinvolti dallesperienza di malattia, il corpo a ricoprire unruolo da protagonista. Fin dal momento della diagnosi infatti, eper tutta la durata del percorso di cura, esso portato in primopiano in tutta la sua fragilit. In prima istanza il corpo che siammala e si indebolisce, ed sul corpo che si ripercuotono glieffetti dei trattamenti ad essa associata: alopecia, cambiamenti dipeso, mutilazioni, edemi, pallore, nausea, vomito, alterazioni delgusto, perdita di energie, compromissione delle capacit fisicheportano alla ribalta limmagine di un corpo cambiato, sofferenteche spesso non viene pi riconosciuto e sentito come proprio(Rosemberg, et al.2013).

    Non di rado, tra le varie espressioni di sofferenza psichica cheil paziente vive come reazione alla malattia compaiono disturbi

    (quali il disturbo da dismorfismo corporeo) che coinvolgono inmaniera specifica la percezione del proprio aspetto (in termini dipreoccupazione esasperata per eventuali difetti o menomazioni),causando un disagio significativo che pu incidere negativamenteanche su altre sfere (quali ad esempio i contatti sociali).

    Ci ha fatto si che il tema dellimmagine corporea, prima stu-diato quasi esclusivamente in altri settori, negli ultimi anni abbiaacquistato rilevanza anche in ambito oncologico, complice lat-

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    Patologia oncologica e immagine corporea

    tenzione sempre maggiore rivolta alla qualit di vita del pazientee al suo adattamento alla malattia (sempre pi spesso associataad un decorso cronico) e ai trattamenti.

    Linteresse per limmagine corporea ha origine antiche e ap-partiene a diverse discipline, a partire dalla filosofia: nellanticaGrecia, gi Platone sottolineava come lesperienza soggettiva fosseintimamente legata al corpo, che rappresenta per lindividuo lostrumento attraverso cui il mondo assume un significato (Lalli,

    1997). La complessit di questo concetto ha fatto si che nel corsodel tempo ne siano state date varie definizioni, a volte facendoriferimento al concetto di schema corporeo (e concentrandosisul ruolo delle percezioni e delle sensazioni) a volte basandosisullimportanza della funzione visiva (Lalli, 1997).

    Attualmente gli studiosi concordano nel definire limmagine cor-porea come la rappresentazione mentale relativa ai pensieri e ai sentimenti

    rispetto al proprio corpo (White, 2000; Cash, 2004; Erol, et al. 2012).A partire da queste definizioni, possibile comprendere che

    lesperienza soggettiva del proprio aspetto ad essere fondamentalee potente, piuttosto che la sua realt oggettiva: ci che conta ilmodo in cui ciascuno vive e percepisce se stesso, e i sentimenti cheaccompagnano tali vissuti. Se questo vero, facile capire come,

    nel corso di una malattia come quella oncologica, limmaginecorporea risulti particolarmente coinvolta, soprattutto in forzadei profondi cambiamenti che un corpo ammalato di cancro costretto a subire.

    Gli studi sullimmagine corporea nei pazienti oncologici sisono concentrati in ambiti di diversi. In generale, le ricerche sullarelazione tra immagine corporea e cancro hanno messo in evi-denza come compromissioni della prima si ripercuotono negativa-

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    ESTETICA ONCOLOGICA/NUOVE FRONTIERE IN ONCOLOGIA

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    mente sulla qualit della vita, sulladattamento psicosociale, sullasessualit e sullautostima dei pazienti (Erol, et al.2012; Arora, etal. 2001; Anagnostopoulos et Myrgianni, 2009). Tali effetti negativisono tanto maggiori quanto pi per il soggetto risulta importantela propria immagine corporea, gi prima della malattia (Carver,et al.1998). Inoltre proprio i problemi relativi allimmagine cor-porea sono uno dei fattori maggiormente coinvolti nella nascitadi problematiche quali depressione o ansia. Alcuni casi di fobia

    sociale (paura legata a situazioni sociali) insorgono ad esempiocome conseguenza dei trattamenti, specialmente se questi han-no carattere mutilante o se modificano laspetto esteriore dellapersona. La paura di essere sottoposti a giudizio e la sensazionedi essere osservati e compatiti pu portare quindi allisolamento(Grassi, et al. 2003), facendo emergere sentimenti di abbandonoe solitudine.

    EFFETTI COLLATERALI DELLE TERAPIE,CAMBIAMENTI CORPOREI, VISSUTI EMOTIVI

    Nonostante i notevoli progressi fatti in anni recenti nei trattamenti con-

    tro il cancro, la maggior parte delle cure oggi disponibili si associa anco-ra ad effetti collaterali che impattano in modo importante sul corpo esulla sua funzionalit. Anche i farmaci pi recenti infatti (capaci di agiresulla cellula tumorale attraverso il riconoscimento di specifici bersagli)si caratterizzano per effetti collaterali rilevanti, pur differenti da quellipi tradizionali quali nausea, alopecia, neutropenia (numero anormal-mente basso di neutrofili, il tipo pi importante di globuli bianchi nelsangue).

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    Patologia oncologica e immagine corporea

    Cicatrici e conseguenze chirugichePer molte tipologie di tumore, la chirurgia3rappresenta ancora oggila terapia di elezione. Nonostante i numerosi miglioramenti volti acontenere quanto pi possibile linvasivit dellintervento chirurgicoe il danno ad esso correlato, le conseguenze di tale intervento (intermini di cicatrici e/o eventuali mutilazioni) rimangono inevitabil-mente visibili, e spesso rappresentano per il paziente la prova piconcreta della sua malattia, oltre che un elemento di stigma a livello

    sociale. Nellambito del tumore alla mammella ad esempio una seriedi studi ha dimostrato che le donne trattate con mastectomia (quindisottoposte ad un intervento radicale) presentano un vissuto della pro-pria immagine corporea pi negativo, soprattutto nel breve periodo,rispetto alle donne trattate con chirurgia conservativa (Anagnosto-poulos et Myrgianni, 2009; Rosenberg, et al.2012); in particolare talidonne si descrivono come pi insoddisfatte rispetto al proprio corpoe al proprio aspetto (Hartl, et al.2003) e ottengono punteggi pibassi sulle scale che misurano il benessere fisico e funzionale (Arora,et al.2001). Risultati simili sono stati raccolti anche per i tumori acarico del cavo orale (Rogers, 2004) o nei pazienti stomizzati (Ang,2013): tanto pi lintervento chirurgico invasivo e mutilante, conconseguenze visibili ed evidenti, tanto peggiore risulta il successivo

    adattamento del paziente alla nuova condizione, che si traduce inuna compromissione della qualit di vita, un impoverimento dellerelazioni sociali, livelli pi alti di depressione e irritabilit.

    3 La metodica chirurgica e alcune sue caratteristiche fondamentali ver-

    ranno descritte in maniera pi approfondita nel capitolo Chirurgia.

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    ESTETICA ONCOLOGICA/NUOVE FRONTIERE IN ONCOLOGIA

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    AlopeciaLalopecia, cio la perdita totale o parziale dei capelli (a cui spessosi associa quella di ciglia e sopracciglia), uno degli effetti collate-rali pi frequenti della chemioterapia, ma si presenta anche comeconseguenza della radioterapia se ad essere irradiata la zona delcapo (in questo caso la perdita dei capelli pu risultare definitivaper il danneggiamento dei bulbi piliferi). Molti sono i farmaci chepossono comportare la perdita dei capelli, anche se lentit di tale

    effetto dipende non solo dalle caratteristiche del chemioterapico,ma anche dalle dosi e dai protocolli di somministrazione. Tra idiversi effetti collaterali delle cure, lalopecia spesso classificatatra i primi tre pi traumatici (Carelle, et al.2002), a volte anchepi dellasportazione stessa del seno (Freedman, 1994). Ad essa siassociano di frequente limpoverimento delle attivit e delle rela-zioni sociali, nella misura in cui, essendo un segno molto visibile, laperdita dei capelli diventa una prova evidente del proprio stato dimalattia, oltre che un rimando costante, per se stessi e per gli altri,alla propria condizione stigmatizzata e facilmente riconoscibile dipersona con il cancro (Erol, et al.2012).

    Spesso questo effetto collaterale rappresenta uno degli elementipi temuti allalba del proprio percorso terapeutico; non di rado la

    domanda carica di preoccupazione Perder i capelli?da cui eravamopartiti allinizio della trattazione, anticipa molti altri quesiti rivolti alproprio medico al momento della diagnosi e della proposta terapeu-tica, a riprova del fatto che lalopecia rappresenta uno dei passag-gi pi traumatici del percorso di cura. Ci risulta particolarmente

    vero per i pazienti pi giovani e nella popolazione femminile. Perle pazienti donne infatti, perdita dei capelli significa spesso perdi-ta della propria identit, della propria femminilit, della propria

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    Patologia oncologica e immagine corporea

    bellezza, del proprio senso di s. Una serie di studi ha dimostratoche lalopecia si associa ad una compromissione significativa dellaqualit della vita percepita e del proprio benessere, ad una diminu-zione dei livelli di autostima e di self confidence, ad un aumento deldistress psicologico, livelli pi alti di ansia e depressione (Rosman,2004). Molte pazienti inoltre, descrivendo la propria esperienza,riportano di essersi sentite non protette, nude, esposte al mondo esterno,

    private della propria intimit, di aver vissuto con disagio ed imbarazzo

    le situazioni sociali (in cui si sono sentite osservate e giudicate peril loro aspetto) finendo per evitarle, e di essere andate incontroad un peggioramento nella sfera affettiva e sessuale, nonostante leeventuali rassicurazioni ricevute dal partner (Hansen H.P., 2007).

    Il fatto che, nella maggior parte dei casi, lalopecia rappresen-ta una condizione transitoria, non sembra diminuire limpatto ditale evento: avere una differenza visibile, anche se temporanea, descritto come una disabilit sociale e le esperienze di questedonne sono parallele a quelle di altre persone con un difetto visibilepermanente, che si sentono marchiate come diverse e vivono, diconseguenza, sensazioni di incertezza, disagio nelle interazioni eevitamento del contatto sociale (Rumsey & Harcourt, 2004).

    Altri effetti collateraliAlterazioni della cute, pallore, aumento o perdita di peso sonoalcuni degli ulteriori effetti collaterali che influenzano negativa-mente la percezione che la persona malata ha di s. In particolare,le nuove terapie biologiche, o terapie target, manifestano i loroeffetti collaterali pi intensi proprio a livello cutaneo: eruzioni ditipo acneiforme, soprattutto a carico della testa e del tronco, sono

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    particolarmente frequenti (per altro, i rush cutanei sono espressionestessa dellefficacia della terapia). Per lessere umano, la pelle non solo un organo tra gli altri, ma possiede anche un valore psichico.Secondo Didier Anzieu, le funzioni biologiche della pelle (quelladi contenere e di separare) portano con s delle funzioni psicolo-giche: dal punto di vista psicologico, la pelle consente di trattenereci che di buono il soggetto sente di possedere dentro di s, svolgeuna funzione di barriera dalle aggressioni esterne e rappresenta il

    luogo e il mezzo primario per comunicare con lesterno, per stabi-lire relazioni, per creare contatti. Essa assicura quindi il senso di scome individui, e insieme strumento di scambio con lesterno. Allaluce di questo, diventa pi facile capire come un danneggiamen-to (anche momentaneo) del contenitore pelle possa tradursi insentimenti di profondo disagio, coinvolgendo dimensioni emotiveanche profonde dellindividuo. Tutto ci pu determinare un de-terioramento della qualit di vita, con rischi sulla stessa complianceai trattamenti (Unger, 2013).

    Tutto questo ha fatto s che, negli ultimi anni sia andata semprepi diffondendosi tra coloro che si occupano di patologie oncolo-giche lesigenza di affiancare alle tradizionali cure mediche degliinterventi diversi, volti a fornire un luogo, uno spazio e unoccasione

    per esprimere, affrontare e se possibile risolvere, le problematichedi natura non strettamente medica che i pazienti si trovano a viverenel proprio percorso di cura (problematiche di ordine psicologico,sociale, pratico...). Tra questi, rivestono un ruolo importante tuttigli interventi di estetica oncologica.

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    ESTETICA ONCOLOGICA

    Tra le molte sfide e difficolt che un paziente oncologico si trovaad affrontare, occupano un posto rilevante i cambiamenti che si

    verificano a livello del proprio aspetto fisico, inevitabile conse-guenza degli effetti collaterali generati dalla terapia chirurgica,dalla chemioterapia e dalla radioterapia. La perdita dei capelli,

    delle ciglia, delle sopracciglia, il pallore, le occhiaie, laumento ela perdita di peso, le ulcere rappresentano alcuni dei principalicambiamenti a cui i pazienti vanno incontro dal punto di vistadel proprio aspetto. Nel corso degli anni andata sempre pidiffondendosi lesigenza di affiancare alle tradizionali terapiemediche o chirurgiche dei trattamenti volti a fornire unoccasio-ne per affrontare e se possibile risolvere problematiche di tipoestetico e di rilassamento.

    Il nostro obiettivo quello di informare e assistere i pazientioncologici anche dal punto di vista estetico promuovendo il benes-sere e la qualit della loro vita prima, durante e dopo i trattamenti,alleggerendo gli effetti collaterali delle terapie e rilassando la mentee il corpo alla vigilia della terapia. La finalit dei trattamenti com-

    plementari non quella di guarire il paziente ma di prendersenecura sotto il profilo estetico e psicologico. Il metodo il risultato diuna lunga e attenta ricerca avvalorata dalla letteratura scientificainternazionale.

    I pazienti hanno diritto di prendersi cura di se stessi, seguen-do qualche piccolo accorgimento nel quotidiano, scegliendo conconsapevolezza i propri cosmetici in base alle proprie specifichecaratteristiche e ai diversi cambiamenti a cui inevitabilmente va

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    incontro la cute a seguito degli effetti collaterali delle terapie e itrattamenti estetici complementari a cui sottoporsi.

    Molti pazienti non ne conoscono neppure lesistenza, le indica-zioni e, daltro canto, i possibili effetti collaterali. Si ritiene quindicorretto informarli, affidandoli a mani esperte e con il consensodel proprio medico oncologo curante.

    I PRODOTTI COSMETICI

    La maggior parte dei cosmetici, cosmeceutici e prodotti per la curadella pelle presenti sul mercato non sono adatti per i pazientioncologici, soprattutto quando sottoposti a terapie, e per alcunipazienti anche durante il periodo di recupero. Quando la pelle sana rappresenta unottima barriera alla maggior parte delle sostan-ze presenti nei prodotti di autocura e nei cosmetici. Se, tuttavia, lapelle lesa, o le sue funzioni sono compromesse da un singolo o dauna combinazione di effetti collaterali dovuti a terapie oncologiche,la barriera cutanea risulta essere pi fragile e pertanto la sua fun-zione di protezione meno efficace diventando molto pi sensibile ereattiva. Ogni paziente pu avere reazioni cutanee diverse. Inoltre

    il corpo si carica inevitabilmente di sostanze tossiche. Sintomi e se-gni quali bruciore, prurito, arrossamento possono indicare che unprodotto possa essere particolarmente irritante in quel particolareperiodo. Pertanto durante e subito dopo le terapie oncologicheconsigliamo luso di prodotti PRIVI di: profumi; parabeni; diazolidinyl urea;

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    Estetica oncologica

    dea; tea; oxybenzone; siliconi; glicoli; alcol; alluminio; borotalco;

    sulfati; triclosan; vitamina C (durante le terapie).

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    CHIRURGIA

    Nella diagnosi e nel trattamento delle neoplasie la chirurgia ri-sulta ancora oggi il primo approccio. Gli obiettivi della chirurgiaincludono: diagnosi, terapia, controllo, ricostruzione, profilas-si, palliazione, posizionamento di dispositivi medico-chirurgiciin supporto ad altri trattamenti. La chirurgia la prima tecnica

    usata per effettuare una diagnosi: di solito si preleva una piccolaporzione di tumore che viene inviata ad un anatomopatologo peruna valutazione. La chirurgia esplorativa e la biopsia del linfono-do sentinella forniscono inoltre utili informazioni diagnostiche.Esistono diversi approcci chirurgici tanti quante sono le diverseforme tumorali. Numerosi progressi chirurgici hanno trasforma-to la chirurgia come la conosciamo al giorno doggi; tra questi,ricordiamo principalmente, la chirurgia mininvasiva, la chirurgiaconservativa, la chirurgia immagine-guidata e la chirurgia RO-BOT-assistita.

    La chirurgia spesso il trattamento delezione nel trattamentodelle neoplasie. Essa comporta numerosi benefici ma anche qual-che svantaggio che non bisogna sottovalutare.

    In primo luogo, il trattamento chirurgico pu rappresentareuna minaccia per la vita, con il rischio di possibili trombosi, infarti,polmoniti, infezioni ed emorragie. Inoltre pu comportare com-plicanze quali aderenze cicatriziali, dolore, deformit, linfedema,perdita di funzionalit, cicatrici, problematiche di tipo estetico etraumi psicologici. In ultimo la chirurgia da sola non pu guariretumori in fase avanzata, e pu lasciare talvolta alcune cellule ma-ligne anche in forme tumorali ai primi stadi evolutivi.

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    Chirurgia

    La cicatrice resta il segno e il ricordo pi evidente della malattia,il suo esito inoltre legato a diversi fattori: la mano del chirurgo,larea, la profondit e lestensione dellarea trattata ma anche fattorisoggettivi dipendenti dalla propria reattivit cutanea individualee dalla funzione immunitaria. Esistono anche fattori esterni cheinfluenzano le possibili reazioni cutanee come let, un apportonutrizionale non adeguato, lesposizione solare, il fumo.

    PRENDERSI CURA DELLA CICATRICE

    Le cicatrici necessitano di cure e attenzioni quotidiane. Nellimme-diato post operatorio si consiglia di NON svolgere lavori pesanti, faresport o sollevare carichi. Dopo circa una settimana dallinterventoil chirurgo rimuove i punti e la cicatrice appare dolente, arrossatae gonfia, lesito definitivo della cicatrizzazione del tessuto (almeno6 mesi) necessita di particolare attenzione creme e cerotti specificipossono contribuire ad un migliore esito della stessa (chiedere con-siglio al proprio chirurgo). Si consiglia di detergere delicatamentelarea trattata tutti i giorni con prodotti particolarmente emollienti eidratanti; la parola dordine dovr essere detergere, lenire eproteg-

    geremassaggiando delicatamente la cicatrice anche due, tre volte algiorno (chiedere al proprio medico quando poter cominciare disolito 4 settimane circa dallintervento e quale prodotto utilizza-re onde evitare interazione con patologia o terapia). Solitamentecreme o oli a base di vitamina E o olio di germe di grano possonoessere un ottimo supporto in questa delicata fase, in cui il fastidiodovuto a dolore, prurito o alla tensione cutanea pu generare nonsolo un disagio estetico ma anche psicologico.

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    consigliabile evitare bagni prolungati; una volta detersa lareaandr solo tamponata con un morbido telo di cotone e mai frizio-nata, per evitare uneventuale irritazione.

    importante anche evitare lesposizione della cicatrice al soleper almeno i successivi 6 mesi dallintervento chirurgico e proteg-gerla successivamente con fattori di protezione fisica ai raggi UVA eUVB elevati, applicati con frequenza ad intervalli di due ore nel casodi esposizioni prolungate e ricordandosi di ripetere lapplicazione

    del prodotto solare dopo ogni doccia.Bisogna fare particolare attenzione alle superfici riflettenti come

    neve, ghiaccio acqua di mare, lago o fiume, in quanto potenziano la-zione delle radiazioni solari. Inoltre necessario prestare attenzionealla temperatura: la cicatrice infatti rimane per lungo tempo unareainsensibile, pertanto il troppo caldo o il troppo freddo posizionatidirettamente sullarea potrebbero generare effetti indesiderati.

    Un ulteriore consiglio quello di indossare sempre abiti con-fortevoli e prediligere i tessuti morbidi come il cotone, evitandocostrizioni che potrebbero irritare la cicatrice a causa del continuosfregamento.

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    CHEMIOTERAPIA

    I farmaci antitumorali, noti anche come farmaci antineopla-stici, costituiscono un approccio sistemico al trattamento deitumori maligni. Diversamente dalla chirurgia oncologica odalla radioterapia che cura il tumore localmente, la terapiaantitumorale farmacologica colpisce le cellule tumorali in tutto

    il corpo. I farmaci vennero usati per la prima volta alliniziodel ventesimo secolo.

    Cos come la chirurgia oncologica e la radioterapia, anche laterapia antitumorale farmacologica pu essere usate per scopidiversi, quali la cura, il controllo, la profilassi, e la palliazione. Lachemioterapia pu alterare in modo significativo le funzioni diprotezione della pelle, pertanto si consiglia unattenzione quoti-diana. Diversi sono inoltre i fattori esterni che interferiscono conle reazioni cutanee durante le terapie quali: let, un apportonutrizionale compromesso, lesposizione solare, il fumo e la sen-sibilit individuale del paziente.

    Tra i principali effetti collaterali troviamo: anemia: basso numero di globuli rossi, pu causare pallore

    e/o stanchezza; trombocitopenia: basso numero di piastrine nel sangue, pu

    causare ecchimosi e sanguinamento; neutropenia: basso numero di globuli bianchi, pu causare

    abbassamento delle difese immunitarie; alopecia: perdita di capelli o peli; eruzioni cutanee: tipo acneiforme da non confondere con lac-

    ne vera e propria;

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    petecchie: piccole lesioni puntiformi; prurito: acuto o cronico; iperpigmentazione: macchie dovute a farmaci foto sensibiliz-

    zanti; sindrome mano piede: desquamazione dolorosa e arrossamen-

    to del palmo della mano e del piede; neuropatia periferica: formicolio dolente che pu colpire so-

    prattutto le dita delle mani e dei piedi.

    PRENDERSI CURA DELLA PELLE DURANTELA CHEMIOTERAPIA

    Coccolare la propria pelle ogni giorno fondamentale, i danniderivanti dalla chemioterapia non possono essere evitati, ma unintervento prima, durante e dopo pu certamente contenere glieffetti. Il consiglio quello di non aspettare che i sintomi si ma-nifestino perch a questo punto, se il danno si materializzato,diventer pi difficile arrestarlo o recuperarlo.

    Ricopre un ruolo di fondamentale importanza una correttadetersione e idratazione quotidiana, ricordando le tre parole dor-

    dine in questa fase detergere,lenireeproteggere. importante inoltre prediligere prodotti cosmetici specifici

    per il proprio biotipo cutaneo (pelle disidrata, alipica, seborroi-ca, oleosa, ecc.) privi di sostanze potenzialmente aggressive (vedicapitolo I prodotti cosmetici).

    Il rituale prevede detersione mattina e sera; la mattina per ri-muovere i residui delle secrezioni cutanee notturne e la sera perla rimozione di tutte quelle sostanze che si sono depositate sulla

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    Chemioterapia

    pelle nel corso della giornata come il make-up, lo smog ecc. necessario utilizzare le mani ben deterse, distribuire il prodottoadatto sul viso, collo e decollet effettuare un delicato massaggio erisciacquare con acqua tiepida rimuovendo ogni residuo. Bisognainoltre trattare la pelle sempre con estrema attenzione e delicatez-za, tamponando il viso con un piccolo panno di cotone morbido.Secondo indicazione del medico si potr a questo punto utilizzareun siero lenitivo e subito di seguito una crema idratante/protet-

    tiva. Per le labbra esistono prodotti specifici idratanti e allo stessotempo protettivi che possono essere applicati pi volte durantela giornata. Queste semplici azioni quotidiane faranno davvero ladifferenza apportando un enorme beneficio alla propria pelle intermini di luminosit e morbidezza. Lapplicazione della cremapu essere effettuata anche pi volte nel corso della giornata se-condo necessit, la disidratazione infatti un sintomo ricorrentenei pazienti in terapia.

    Per il corpo si consiglia una doccia quotidiana o un bagno, se sipreferisce, ma di breve durata; vale la stessa regola nella selezionedel prodotto da utilizzare come per il viso. Anche in questo caso siconsiglia di asciugare il corpo con un telo morbido evitando sfre-gamenti inutili e aggressivi. Oli, creme e unguenti selezionati pos-

    sono essere distribuiti su tutto il corpo per garantire un effetto diconfort e una maggiore idratazione. Come deodorante si consigliaun prodotto possibilmente privo di alcol, talco o alluminio. Le manidovrebbero essere lavate spesso con lausilio di un sapone delicato.Per labbigliamento consigliabile prediligere tessuti morbidi comeil cotone ed evitare invece le fibre sintetiche che a contatto con lapelle potrebbero essere irritanti. Anche nel lavaggio della biancheriastessa bisogna cercare di selezionare detergenti delicati.

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    Iperpigmentazioni/MacchieAlcuni farmaci antitumorali possono interferire con il coloritodella pelle che pu essere diffuso o limitato ad alcune zone sol-lecitate da traumi. Ecco perch in questa particolare fase scon-sigliato strofinarsi, grattarsi o usare un abbigliamento costrittivo.

    ALOPECIA

    La perdita parziale o totale dei capelli e dei peli leffetto colla-terale pi temuto della chemioterapia. una reazione legata allasomministrazione di alcuni farmaci specifici (non tutti i farmacichemioterapici, infatti, causano la perdita di capelli) ed semprereversibile. Cadono i capelli, ma possono cadere anche le ciglia,le sopracciglia e i peli nel resto del corpo. I capelli ricrescono allaconclusione del trattamento e, talvolta, anche prima. La perditadei capelli generata dallattivit del chemioterapico utilizzatoche agisce sulle cellule in via di proliferazione, quali il bulbopilifero, le unghie, le cellule del sangue, e della mucosa dellabocca, dello stomaco e dellintestino che, in quanto in conti-nuo ricambio, vengono danneggiate. I capelli cadono di solito

    nel giro di poche settimane dallinizio della terapia, diventanofragili e si assottigliano. Si consiglia pertanto luso di shampoodelicati e spazzole morbide per ridurre al minimo liniziale ca-duta; continua manipolazione e tensione sono controindicati.

    Appena possibile si consiglia di tagliarli corti e, se lo si desidera,di acquistare una parrucca: quelle di tipo sintetico sono leggere,resistenti, di ottimo effetto e molto facili da gestire nel quotidia-no. Se si opta per un taglio corto sar poi pi facile gestire la

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    Chemioterapia

    propria ricrescita eliminando la parrucca stessa pi velocementeuna volta ultimate le terapie.

    Diversamente esistono in commercio foulard e turbanti chepotranno contribuire a mascherare il disagio temporaneo; lusoprolungato di questi supporti inoltre non impedir o rallenter lafutura ricrescita.

    Nel giro di tre/sei mesi la capigliatura torna come prima anche seinizialmente con qualche piccola diversit nella forma e nel colore;

    in questa fase si potranno utilizzare delle tinte vegetali.Per le ciglia e le sopracciglia si dovr ricorrere al trucco, o per

    chi lo desidera, possibile optare per il tatuaggio che andr esegui-to solo ed esclusivamente da personale qualificato e possibilmenteprima di cominciare il trattamento chemioterapico.

    PRENDERSI CURA DI UNGHIE E MANI

    Numerosi sono gli effetti indesiderati a carico delle unghie. Si pos-sono presentare pigmentate, fragili, spesse, distrofiche (alterate,deformi), discromiche (con un colore diverso dal normale), constrie (linee sottili sulla superficie), depressioni, irregolarit ed essere

    oggetto di infezioni batteriche o fungine che possono determinareil completo distacco delle stesse. Esistono in commercio prodottiche possono rallentare il processo degenerativo migliorando lo statodelle unghie che in questa situazione dovr essere gestito dal propriomedico che somministrer laddove necessario una terapia antibioti-ca o antimicotica. Si consiglia di tenere le unghie corte, senza taglia-re le cuticole (possono essere ammorbidite con specifici unguentied eventualmente spinte con estrema delicatezza); bisogna evitare

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    inoltre di creare possibili attacchi batterici. opportuno inoltresmettere di mangiarsi le unghie: lonicofagia un comportamen-to difficile da arrestare ma in questo caso indispensabile. Si pueffettuare una manicure estetica evitando lausilio di tronchesini eutilizzando smalti privi di Formaldeide, Toluene e Canfora; per larimozione dello smalto consigliabile luso di un solvente privo diacetone. sconsigliata la ricostruzione artificiale di qualsiasi natura.

    Anche per le mani vale stessa regola: detergere,lenireeprotegge-

    re. importante lavarle frequentemente con un detergente delicatoe proteggerle anche pi volte al giorno, se necessario, effettuandoun leggero massaggio. Per i lavori di casa si consiglia di indossaresempre i guanti.

    SINDROME MANO-PIEDE

    Nota anche come eritrodisestesia palmo-plantare (EPP) una formadi tossicit cutanea causata dallassunzione di alcuni chemioterapici(Fluorouracile, Capecitabina, Doxorubicina liposomiale, Sorafe-nib). Si presenta con gonfiore alle dita, eritema, desquamazione epossibile conseguente formazione di vescicole e fissurazioni sia alle

    mani che ai piedi, associati a intorpidimento dellarea e alterazionedella sensibilit accompagnato da dolore e formicolio. Di solitocompare dopo alcuni mesi di trattamento e scompare una voltaterminato il ciclo di terapia, dopo circa un paio di settimane dallasospensione. Sono da evitare in questo caso le temperature elevate,lo sfregamento, le costrizioni, il contatto con i detersivi; consi-gliabile luso di guanti monouso. La detersione andr eseguita conprodotti a base preferibilmente oleosa, si consiglia luso di creme

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    Chemioterapia

    grasse da applicare quotidianamente con estrema delicatezza ed uneventuale supporto di vitamina B6 sotto supervisione del medicooncologo. Di estremo sollievo pu essere luso di compresse frescheper alleviare il dolore.

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    RADIOTERAPIA

    La radioterapia utilizza radiazioni ionizzate per colpire il tumore edistruggere le cellule attraverso il danneggiamento del loro DNA. Laradioterapia ha fatto enormi progressi in questi ultimi decenni, mi-gliorando la precisione con cui viene selezionato e colpito il bersaglio,riducendo gli effetti collaterali e i danni provocati ai tessuti adiacenti.

    Il vantaggio della radioterapia comprende la capacit di curare neo-plasie circoscritte sia da sola che in combinazione ad altri trattamenti;pu inoltre concentrare la sua azione in aree molto limitate del corpo,differentemente dalla chemioterapia, creando meno deformit o per-dita di funzionalit (come pu accadere con la chirurgia). In ultimo,anche se gli effetti collaterali della radioterapia possono non esserepiacevoli, il trattamento in s veloce e indolore.

    La radioterapia, come tutti gli altri trattamenti non per priva disvantaggi. Per prima cosa bisogna tener presente gli effetti collaterali chesi sviluppano sui tessuti sani esposti alle radiazioni. In secondo luogo, iltrattamento, essendo localizzato, garantisce i suoi effetti solo nellareatrattata. Da ultimo, anche se le sedute di radioterapia sono relativamentebrevi, impongono al paziente di recarsi presso la struttura ospedaliera

    ogni giorno per periodi variabili che possono anche durare 45 giorni.

    EFFETTI COLLATERALI

    Gli effetti collaterali della radioterapia dipendono dal danneggia-mento delle cellule sane. Diversamente dalla chemioterapia, glieffetti collaterali della radioterapia sono limitati esclusivamente alla

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    Radioterapia

    zona trattata. Gli effetti collaterali possono essere acuti o tardivi, illivello degli effetti dipende dalla quantit di dose somministrata,dallo stato di salute del paziente, dalla combinazione con altre even-tuali terapie, e dalla delicatezza dellarea trattata. Gli effetti acutisono quelli che si presentano nel corso delle sedute e si risolvononormalmente una volta ultimato il ciclo di trattamenti. Questi in-cludono: cambiamenti della pelle e lesioni, cambiamenti a livellodel midollo osseo e dellapparato gastrointestinale. Effetti tardivi,

    si possono sviluppare mesi o addirittura anni dopo la fine dei trat-tamenti e possono persistere per tutta la vita. Questi includono: lefibrosi, il linfedema, danni intestinali, recall delle radiazioni.

    Radioterapia e cuteLa radioterapia provoca cambiamenti a livello cutaneo nel 90%dei casi, e questo dovuto allelevata aggressione delle radiazioninei confronti di un tessuto che non riesce a rinnovarsi con la stessa

    velocit ed energia a seguito del trattamento stesso. Gli effetti picomuni sono: la xerosi (estrema disidratazione), radiodermatite,cambiamenti nella pigmentazione e alopecia. Le reazioni si presen-tano nellarco del primo mese di trattamento e si risolvono durante

    larco di un mese dopo la sospensione delle sedute e spesso necessi-tano di tre mesi per raggiungere una completa risoluzione. Lentitdelle lesioni pu variare da un leggero eritema (rossore), leggeradesquamazione (esfoliazione della cute), a una necrosi del tessutopermanente o ad unulcerazione del tessuto trattato. Le ghiandolesebacee e sudoripare, nellarea trattata, possono essere danneggiate,le loro funzioni di secrezione possono essere compromesse e la zonadi conseguenza diventare disidratata. La radiodermatite acuta com-

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    porta eritema, dolore e sensibilit, disidratazione e desquamazione,nei casi pi gravi anche ulcerazioni. La desquamazione accompa-gnata da prurito, xerosi, desquamazione in associazione a edema,dolore e disidratazione pu presentarsi come effetto collateraledopo dosi di radioterapia cumulative; fortunatamente, i progressinellevoluzione della radioterapia, hanno portato ad un conteni-mento degli effetti collaterali a forme di eritema e disidratazione.La desquamazione essudativa (esfoliazione della cute dovuta a secre-

    zione delle ghiandole sebacee e sudoripare) un effetto abbastanzacomune nel trattamento dei tumori superficiali, quando vengonoimpiegate alte dosi di radioterapia alla pelle, come nel caso di alcunitumori alla testa e al collo e alcune forme di tumore al seno e aipolmoni. Se questo effetto collaterale si presenta, a lungo terminepotrebbe trasformarsi in una lesione permanente, una telangectasia(dilatazione di piccoli vasi sanguigni), una iperpigmentazione, ouna ipopigmentazione (nella zona trattata). Con dosi di radiazionimolto elevate, pu verificarsi la perdita di peli o capelli nellareatrattata. I peli o i capelli impiegano da due a tre mesi di tempo perricrescere, dalla fine del trattamento.

    Fibrosi e linfedemaQuando compaiono una grave radiodermatite associata a desqua-mazione essudativa, la cute che si rigenera composta da tessutofibrotico, privo di elasticit, di gradevole aspetto, di morbidezza. Lafibrosi presente sia nel tessuto connettivo che nel tessuto vascolarecompare a seguito di radiazioni elevatissime. Oltre alla cute anchegli altri organi possono sviluppare una fibrosi, come i polmoni, ilcuore e i sistemi gastrointestinali e genito-urinari. Se i linfonodi

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    Radioterapia

    sono infiammati, possono diventare fibrotici ed essere causa di unlinfedema. Gli esiti di fibrosi comportano problematiche di tipoestetico e funzionale. Le complicazioni includono: dolore, neuro-patie, linfedema, ispessimento cutaneo, scarsa elasticit del tessuto,stenosi e difficolt di mobilizzazione. La f