ESTETICA DELLA MUSICA 1 · Uno degli sviluppi della teoria pitagorica nel senso etico-moralistico...

12
1 ESTETICA DELLA MUSICA 1 Il concetto di estetica musicale come inteso il bello dell'arte della musica si puo annoverare dal 17° secolo in poi. Dall'antica Grecia fino al suddetto periodo la musica ha subito parecchie speculazioni ed è sempre stata associata ad altri concetti filosofici come moralità, religione, metafisica, medicina, pedagogia. Musica come piacere e bellezza fine a se stessa non venivano accostate, anzi più queste collimavano, dando quel senso di ebrezza e felicità, più venivano condannate. La musica doveva servire a calmare gli animi, inneggiare agli dei, curare le malattie, a far suonare gli astri, a educare i giovani, ma non era certamente da ascoltare. Nella storia della cultura occidentale a partire da quella greca la musica ha subito influssi esterni dall'oriente e dal bacino del mediterraneo, ma poi si è evoluta in modo isolato solo nel vecchio continente in un esperienza che fino a poco tempo fa si riteneva fosse l'unica possibile. Ora tutti i massimi esperti del campo ritengono che questo non è vero e la consapevolezza di questo isolamento non deve far privilegiare la nostra tradizione musicale, ma aprire lo studio anche ad altre realtà. Il significato della musica e la sua importanza nel pensiero filosofico nell'antichità greca non è facile da determinare e ci si può riferire solo a miti e leggende. Prime testimonianze della sua fruizione le troviamo già nei poemi oemerici, che si riferiscono a prima della sua stesura del IX-VIII sec a.c. Questi diedero spunto ad autori più recenti (III sec. a.c.) come lo Pseudo Plutarco a considerazioni che la musica serviva a molte situazioni come calmare la collera, per la danza, la ginnastica, gli incantesimi, la medicina, ma anche per lo stato di inattività prucurandosi piacere. Già qui Omero da un senso endonistico tralasciando i riti regligiosi e intravedendo la figura del musicista divenuto professionista con un suo ruolo nel dilettare musica per il piacere degli ascoltatori, accompagnado canti, danze, banchetti e cerimonie mondane. Nell'Illiade c'è già il cantore che accompagna la storia e mette in evidenza e suscita i sentimenti del testo. Questo diede impulso all'importanza della musica come sostegno alla poesia per l'accentuazione del significato testuale e espressione dell'Ethos(carattere) spingendo l'idea dell'importanza di una dottrina ed educazione musicale. Un primo indottrinamento si vede dai Voujoj, attestati dallo Pseudo Plutarco a Terprando, dove il loro significato si mescola tra canti, melodie o leggi. Forse la più veritiera delle interpretazioni è che fossero delle leggi "teoriche" sugli intervalli e intonazione delle corde della lira e del aulos dopo, con la determinazione esatta delle composizioni corrispondenti a precisi stati d'animo. Non era permesso cambiare intonazione, melodia e ritmo e questo fa presuppore la formazione di scuole per l'educazione musicale a Sparta e Atene. Platone in merito all'argomento specifica che i primi voujoj siano stati scritti per la cetra o lira strumento razionale adatto all'uopo, di origine greca, a differenza dell'aulos, di origine asiatica, additato come strumento irrazionale usato per le scomposte danze dionisiache. La lira, o tetracordo, era formato da 4 corde dove le estreme erano fisse e le centrali potevano essere variate dando accordature diverse : cormatico, diatonico e enarmonico. Terpandro (Antissa , 712 a.C. 645 a.C. ) è stato un poeta greco antico . Nacque ad Antissa , nell'isola di Lesbo , tra l'VIII secolo a.C. e la fine del VII. Si spostò successivamente a Sparta per ordine dell'oracolo di Delfi allo scopo di risolvere alcune liti interne alla città. Là vinse alcune gare musicali; in particolare, durante la XXVI olimpiade (676 a.C. - 673 a.C. ), riportò la vittoria nel primo agone musicale in occasione delle feste per Apollo Carneo , da lui stesso riorganizzate. Terpandro ebbe grandi meriti nell'innovazione della lirica corale. Riformò infatti la musica citaredica, sostituendo al tetracordo l'eptacordo (rendendo così l'armonia più complessa) e fondò a Sparta una scuola che rese i Dori del Peloponneso i più rinomati autori di tale genere. Platone ( Atene , 428 a.C. /427 a.C. Atene , 348 a.C. /347 a.C. ) è stato un filosofo ateniese . Assieme al suo maestro Socrate e al suo allievo Aristotele ha posto le basi del pensiero filosofico occidentale.

Transcript of ESTETICA DELLA MUSICA 1 · Uno degli sviluppi della teoria pitagorica nel senso etico-moralistico...

Page 1: ESTETICA DELLA MUSICA 1 · Uno degli sviluppi della teoria pitagorica nel senso etico-moralistico l'abbiamo con Damone, sempre tutto riportato da filosofi posteriori come Platone

1

ESTETICA DELLA MUSICA 1 Il concetto di estetica musicale come inteso il bello dell'arte della musica si puo annoverare dal 17° secolo in poi. Dall'antica Grecia fino al suddetto periodo la musica ha subito parecchie speculazioni ed è sempre stata associata ad altri concetti filosofici come moralità, religione, metafisica, medicina, pedagogia. Musica come piacere e bellezza fine a se stessa non venivano accostate, anzi più queste collimavano, dando quel senso di ebrezza e felicità, più venivano condannate. La musica doveva servire a calmare gli animi, inneggiare agli dei, curare le malattie, a far suonare gli astri, a educare i giovani, ma non era certamente da ascoltare. Nella storia della cultura occidentale a partire da quella greca la musica ha subito influssi esterni dall'oriente e dal bacino del mediterraneo, ma poi si è evoluta in modo isolato solo nel vecchio continente in un esperienza che fino a poco tempo fa si riteneva fosse l'unica possibile. Ora tutti i massimi esperti del campo ritengono che questo non è vero e la consapevolezza di questo isolamento non deve far privilegiare la nostra tradizione musicale, ma aprire lo studio anche ad altre realtà.

Il significato della musica e la sua importanza nel pensiero filosofico nell'antichità greca non è facile da determinare e ci si può riferire solo a miti e leggende. Prime testimonianze della sua fruizione le troviamo già nei poemi oemerici, che si riferiscono a prima della sua stesura del IX-VIII sec a.c. Questi diedero spunto ad autori più recenti (III sec. a.c.) come lo Pseudo Plutarco a considerazioni che la musica serviva a molte situazioni come calmare la collera, per la danza, la ginnastica, gli incantesimi, la medicina, ma anche per lo stato di inattività prucurandosi piacere. Già qui Omero da un senso endonistico tralasciando i riti regligiosi e intravedendo la figura del musicista divenuto professionista con un suo ruolo nel dilettare musica per il piacere degli ascoltatori, accompagnado canti, danze, banchetti e cerimonie mondane. Nell'Illiade c'è già il cantore che accompagna la storia e mette in evidenza e suscita i sentimenti del testo. Questo diede impulso all'importanza della musica come sostegno alla poesia per l'accentuazione del significato testuale e espressione dell'Ethos(carattere) spingendo l'idea dell'importanza di una dottrina ed educazione musicale.

Un primo indottrinamento si vede dai Voujoj, attestati dallo Pseudo Plutarco a Terprando, dove il loro significato si mescola tra canti, melodie o leggi. Forse la più veritiera delle interpretazioni è che fossero delle leggi "teoriche" sugli intervalli e intonazione delle corde della lira e del aulos dopo, con la determinazione esatta delle composizioni corrispondenti a precisi stati d'animo. Non era permesso cambiare intonazione, melodia e ritmo e questo fa presuppore la formazione di scuole per l'educazione musicale a Sparta e Atene. Platone in merito all'argomento specifica che i primi voujoj siano stati scritti per la cetra o lira strumento razionale adatto all'uopo, di origine greca, a differenza dell'aulos, di origine asiatica, additato come strumento irrazionale usato per le scomposte danze dionisiache.

La lira, o tetracordo, era formato da 4 corde dove le estreme erano fisse e le centrali potevano essere variate dando accordature diverse : cormatico, diatonico e enarmonico.

Terpandro (Antissa, 712 a.C. – 645 a.C.) è stato un poeta greco antico. Nacque ad Antissa, nell'isola di

Lesbo, tra l'VIII secolo a.C. e la fine del VII. Si spostò successivamente a Sparta per ordine dell'oracolo di Delfi allo scopo di risolvere alcune liti interne alla città. Là vinse alcune gare musicali; in particolare, durante

la XXVI olimpiade (676 a.C. - 673 a.C.), riportò la vittoria nel primo agone musicale in occasione delle feste per Apollo Carneo, da lui stesso riorganizzate. Terpandro ebbe grandi meriti nell'innovazione della lirica

corale. Riformò infatti la musica citaredica, sostituendo al tetracordo l'eptacordo (rendendo così l'armonia

più complessa) e fondò a Sparta una scuola che rese i Dori del Peloponneso i più rinomati autori di tale genere.

Platone ( Atene, 428 a.C./427 a.C. – Atene, 348 a.C./347 a.C.) è stato un filosofo ateniese. Assieme al suo maestro Socrate e al suo allievo Aristotele ha posto le basi del pensiero filosofico occidentale.

Page 2: ESTETICA DELLA MUSICA 1 · Uno degli sviluppi della teoria pitagorica nel senso etico-moralistico l'abbiamo con Damone, sempre tutto riportato da filosofi posteriori come Platone

2

Se da una parte però viene dato alla musica un valore di civiltà, cultura, ed educazione parallelamente viene vista anche come una forza oscura che può far male: questo disvalore viene rappresentato da uno dei primi miti della storia antica Orfeo da sempre affiancato da canto e musica accompagnato con la lira; la usava per incantare e mutare i sentimenti quasi in modo magico. Esso stesso, in uno dei finali possibili nell'Euridice, viene sconfitto dalla musica di Dionisio che guidava le baccanti e che lo fanno a pezzi. Questa rappresentazione mitologica indica la rivalità tra la lira e l'aulos, tra poesia e musica. A rafforzare tale concetto Platone indica la lira come strumento civile e utile alla città e l'aulos adatto alla campagna tra i pastori e il gregge.

Ad Apollo si attribuisce l'invenzione della lira strumento razionale greco adatto per la lirica dove lo strumento accompagna la parola. A Marsia l' invenzione dell'aulos di origine asiatica non adatto al lirica, ma alla danza, irrazionale e tentatore. Infatti la lira veniva usata per l'educazione musicale a volte per l'intrattenimento mentre l'aulos per le tragedie e i riti religiosi

Orfeo fondatore dell'Orfismo e personaggio della mitologia greca. Si tratta dell'artista per eccellenza, che dell'arte incarna i valori eterni, ma anche di uno «sciamano, capace di incantare animali e di compiere il

viaggio dell'anima lungo gli oscuri sentieri della morte". Il nome di Orfeo è attestato a partire dal VI secolo

a.C., ma, secondo Mircea Eliade, «non è difficile immaginare che sia vissuto 'prima di Omero'». I molteplici temi chiamati in causa dal suo mito - l'amore, l'arte, l'elemento misterico - sono alla base di una fortuna

senza pari nella tradizione letteraria, filosofica, musicale, pittorica e scultorea dei secoli successivi.

Apollo è una divinità dell'antica religione greca, dio di tutte le arti, della medicina, della musica e della profezia il suo simbolo principale era il Sole; in seguito fu venerato anche nella religione romana.

Marsia è una figura della mitologia greca, figlio di Eagro. Secondo altre versioni sarebbe invece figlio di Olimpo. Era un sileno, dio del fiume Marsia, affluente del Meandro in Anatolia. Pindaro narra di come la dea Atena una volta inventato l'aulos lo gettò via, infastidita del fatto che le deformasse le gote quando lo

suonava. Marsia lo raccolse, causando il disappunto di Atena, che lo percosse. Non appena Atena si fu

allontanata Marsia riprese lo strumento ed iniziò a suonarlo con una tale grazia che tutto il popolo ne fu ammaliato, affermando che avesse più talento anche di Apollo.

Athena nella mitologia greca, è figlia di Zeus e della sua prima moglie Metide, era la dea della sapienza,

della saggezza, della tessitura ed in generale dell'artigianato e degli aspetti più nobili della guerra

Per affermare le leggi musicali che via via si stavano imponendo come i modi lidio, frigio, mesolidio, si fece ritenere che l'invenzione di queste e della musica era di origine divina, utilizzabili in ben definite occasioni. Fautore di queste regole secondo i loro seguaci, visto che di suo non esiste niente di scritto, fu Piatagora che intendeva l'armonia come un insieme di suoni esprimibili in rapporti di numeri riferiti alle distanze delle sfere nel cosmo e il movimento di queste producevano musica, non udibile. Armonia voleva anche dire unificazione di contrari come avviene nell'animo umano. Da qui si ricava che l'anima è armonia e nell'anima c'è armonia e la musica può ristabilire l'armonia in un animo umano turbato ovvero la catarsi, uno dei concetti più importanti dell'estetica musicale: buona musica come la medicina per l'anima che eticamente ne riequilibra l'armonia.

L'armonia greca veniva comunque intonata dall'unione di due tetracordi opportunamente accordati che formavano le "armoniadi" detti modi in senso melodico orrizontale: lidio, frigio, dorico ecc..

Pitagora (575 a.C. – 490 a.C.), matematico, legislatore e filosofo greco antico.

Uno degli sviluppi della teoria pitagorica nel senso etico-moralistico l'abbiamo con Damone, sempre tutto riportato da filosofi posteriori come Platone e Aristotele. Questo insisteva sul fatto che una buona musica e conservata tradizione musicale aveva una profonda e benevola influenza sugli animi e quindi

Page 3: ESTETICA DELLA MUSICA 1 · Uno degli sviluppi della teoria pitagorica nel senso etico-moralistico l'abbiamo con Damone, sempre tutto riportato da filosofi posteriori come Platone

3

sulla società. Ogni innovazione deviazione dai canoni prestabiliti può portare diseqilibrio e danno. La musica non è ornamento dello spirito e tanto meno riducibile a piacere dei sensi. La musica è una disciplina da insegnare ai giovani come educazione e virtù dell'anima. Ogni armonia, intervallo, modo ben determinato specchia i vari stati d'animo. Anche il ritmo doveva essere ben ordinato per portare a una vita ordinata e virile. Qui poi ritorna il legame con il catarsi dove la musica viene usata per correggere i vizi dell'individuo. Le possibilità era duplice o "allopatica" per cui una buona e giusta musica imitativa alla virtù da inculcare all'animo viziato o "omeopatica" per cui tramite una musica imitante lo stesso vizio lo scalzava portando a liberarsene.

Damone (... – ...) è stato un teorico della musica greco antico, vissuto nel V secolo a.C..Maestro, amico e consigliere di Pericle, diede un contributo importantissimo alla storia della teoria musicale della Grecia

classica e influenzò profondamente gli studi di Platone. Credeva nel potere della musica di influenzare gli

stati d'animo, e sosteneva che questo potesse venire provato solo sperimentalmente.Damone (Δάμων) pose in rilievo gli effetti positivi della musica che influivano sull’ethos e sull’agire dell’uomo. Secondo la sua

opinione, la musica esercitava la sua influenza non solo nel singolo individuo, ma anche nell’intera collettività: la musica poteva, quindi, assumere una funzione fondamentale nell’organizzazione della

società tanto che, secondo Damone, a un mutamento in campo musicale sarebbe corrisposta un’analoga rivoluzione nelle strutture politico-sociali. Di lui sappiamo che fu amico di Pericle e che, a causa di ciò, si

attirò contro odi e rivalità tanto da essere esiliato per ostracismo. Le sue teorie musicali erano contenute in

una sua opera sotto forma di orazione, l’Areopagitico, da cui Platone trasse ampi riferimenti nella “Repubblica”.

Platone rifererendosi a quest'ultimo pensiero fa della musica una virtù quasi esclusivamente etico-educativa. Egli afferma che la musica è una tecnica che non porta a niente di utile e produce solo piacere: e non va bene. Il puro piacere non si addice all'uomo virtuoso che fa e opera con calcolo e utilità. Il passatempo di solo ascolto della musica non e utile e contrario all'educazione. L'unico aspetto buono della musica e il riportare la serenità all'anima: quindi la selezione di queste musiche è molto importante in modo da scartare quelle cattive che possono portare piaceri di ogni sorta. Questo deve essere fatto dall'uomo ben educato virtuoso e superiore. Ecco che il giovane deve essere educato tra le arti anche nella musica in modo da diventare più euritmico e armonioso, sia nel parlare che nell'agire, visto che la vita ha bisogno di armonia e ritmo. Questa scissione tra musica teorizzata, pensata, idealizzata e quella suonata dai musici operata, prima da Pitagora e poi da Platone, pone comunque la musica in secondo piano come accompagnamento e servizio: solo il testo era importante. Aristotele assembla i pensieri platonico-pitagorici aggiungendo i propri endonistici. Fra tutte le discipline educative la musica serve ad occupare un ozio decoroso, occupazione comunque, di qualunque uomo libero da differenziare dal tempo lavorativo; inoltre serve per il riposo, per l'educazione, per il sollevamento dell'anima e il catarsi. L'ascolto della musica era da ritenersi dilettevole, ma la differenziazione evocata da Aristotele sta nella divisione tra chi la suona, operando un'attività manuale intesa come bassa e non rientrante nell'educazione liberale e chi l'ascolta e la giudica: per far questo è bene si che i giovani aristocratici dovessero impararla e praticarla per poi da adulti astenersi per il solo ascolto da conoscitori esperti. Quindi, come Pitagora, si selezionano delle buone musiche, ma con più apertura visto che le varie armonie che si adattavano agli stati d'animo dovevano effettivamente rispecchiare tutta questa varietà senza esclusione di sorta assegnando alla musica un maggiore senso estetico slegato da legami matematico, metafisico. Non ci sono armonie dannose essendo legate agli stati d'animo umano che ogni uomo vive è il modo di presentarle che deve essere coerente senza eccedere: queste imitano le passioni, le emozioni umane.

Aristotele Stagira, 384 a.C. o – Calcide, 322 a.C.) è stato un filosofo e scienziato greco antico, noto come

Page 4: ESTETICA DELLA MUSICA 1 · Uno degli sviluppi della teoria pitagorica nel senso etico-moralistico l'abbiamo con Damone, sempre tutto riportato da filosofi posteriori come Platone

4

il "filosofo dell'immanenza". È considerato una delle menti filosofiche più innovative, prolifiche e influenti

del mondo antico occidentale, dove per secoli venne stimato, per la vastità dei suoi campi di conoscenza,

come l'emblema dell'uomo sapiente e come precursore di scoperte.

In aggiunta all'estetica che si stava delineando un ulteriore concetto che si stava formando a in grecia ad opera di Aristosseno era la percezione uditiva: un'esperienza data dalla formazione di ogni individuo e dalla interpretazione che ognuno di essi può dare in riferimento ai modi prestabiliti. La scuola peripatetica tenta di distinguersi dalla pitagorica-paltonica aumentando il significato aristotelico del catarsi aumentado le connessioni tra modi ed ethos e ancor di più staccando la teoria musicale da collegamenti fisici esterni. Tutto questo porta ad una rivalutazione da parte di alcune correnti consevatrici neoplatoniche guidate da Plotino, che vogliono riaffermare i concetti metafisici secondo cui la musica ha origini da un mondo superiore: la musica viene intesa come via d'acceso ad un regno ideale contrapposta alla musica edonistica oggetto dei sensi. Questo neoplatonismo sarà il ponte il gancio utilizzato dalla cultura musicale cristiana in arrivo.

Aristosseno (Taranto, ... – ...) è stato un compositore e filosofo greco antico, peripatetico e illustre scrittore di teoria musicale vissuto alla fine del IV secolo a.C.. Figlio di Spintaro (allievo di Socrate), fu da

questi e dal padre avviato alla musica e alla filosofia. S'interessò alla dottrina pitagorica, per poi diventare discepolo di Lampo Eritreo, di Senofilo e infine uno dei principali allievi di Aristotele. Infatti ebbe l'incarico

di tenere nella sua scuola lezioni di musicologia. Aspirò alla successione del maestro e la nomina di

Teofrasto alla direzione della scuola peripatetica, dopo la morte di Aristotele, fu la profonda delusione della sua vita. Infatti si trasferì a Mantina, una città del Peloponneso famosa per la diffusione della musica, dove

visse per molti anni, ebbe molti discepoli detti Aristosseni e fu consigliere del re Neleo.

La scuola peripatetica risale al 335 a.C. circa, quando Aristotele intraprese l'insegnamento nel Liceo. Si trattava di un'istituzione informale, i cui membri conducevano indagini filosofiche e scientifiche. La scuola

peripatetica diede inoltre grande impulso all'indagine storica come strumento di indiscussa validità per la conoscenza e la comprensione delle manifestazioni religiose, artistiche, poetiche e letterarie.

Plotino (Licopoli, 203/205 – Minturno, 270) è stato un filosofo greco antico. Fu uno dei più importanti filosofi dell'antichità, erede di Platone e padre del neoplatonismo. Le informazioni biografiche che abbiamo

su di lui provengono per la maggior parte dalla Vita di Plotino, composta da Porfirio come prefazione alle Enneadi. Queste furono gli unici scritti di Plotino, che hanno ispirato per secoli teologi, mistici e metafisici

"pagani",cristiani, ebrei, musulmani e gnostici.

Catarsi (dal greco katharsis κἁθαρσις, "purificazione") è un termine utilizzato per indicare la cerimonia di purificazione che si ritrova in diverse concezioni religiose ed in rituali magici che prescrivevano di solito il

sacrificio di un capro espiatorio.La purificazione da una contaminazione (miasma) poteva riguardare sia un avvenimento spirituale che materiale. Si definiva infatti anche catarsi nel V secolo a.C., nella medicina

d'Ippocrate, anche l'evacuazione di escrementi o di elementi ritenuti dannosi per la salute. Questa

purificazione poteva essere ottenuta o con metodi naturali o con farmaci come emetici o purganti. Si usava il termine catarsi anche a proposito della mestruazione.

I padri della chiesa innestarono la musica nella religione prendendo spunto dai greci. Gli ellenici indicavano la buona musica per la formazione dell'individuo e quindi della collettività mentre per la cristianità lo doveva essere per lodare Dio. Prendendo e fondendo dalla musica greco-romanica e quella ebraica del canto sinagogale si forma il nuovo canto liturgico cristiano da cantare all'unisono per recitare le leggi di Dio che accompagnate e intonate diventavano più leggere e facilmente imprimibili

Page 5: ESTETICA DELLA MUSICA 1 · Uno degli sviluppi della teoria pitagorica nel senso etico-moralistico l'abbiamo con Damone, sempre tutto riportato da filosofi posteriori come Platone

5

nell'animo del fedele: nuovo canto sacro edificante e strumento ausiliare alla preghiera più accettabile dalla lusinga della musica. Lo stesso concetto viene anche esteso alla musica del lavoro dove gli operai cantano per alleviare la fatica detta anche "utile-dulci". Inoltre rifacendosi alla musica dei cieli non udibile si affianca a questo suono non udubile una musica ritenuta ancora più alta, interiore che l'individuo intona in modo non udibile dal cuore dentro di se e che si indentifica con la percezione dell'armonia cosmica dell'armonia del mondo e con tutte le sue creature.

Il maggior esponente della filosofia musicale nel primo medioevo e del primo cristianesimo è S. Agostino che attribuisce alla musica un senso scentifico e razionale. La musica è un operazione scentifica dell'anima, del movimento ben regolato dove i suoni e ritmi devono avere rapporti semplici: il solo possibile piacere è il loro fluire corretto.

Costui trasferisce il concetto dell'etica platonica che indicava la musica buona per gli animi e quindi per la società, alla musica buona per la lode a Dio e la musica cattiva da censurare che portava squilibrio e per i cristiani creava sensi di colpa rientrando nella sfera del peccato quindi da condannare.

Egli sente a volte però la tentazione di essere trascinato dal piacere della melodia più che dal testo e non sa scegliere tra seduzione del suono dimenticandosi della teoria dei numeri delle regole che la codificano o rinunciarvi in favore della pura preghiera, parola spogliata dall'ornamento musicale. Questo dilemma s'intreccerà per tutto il medioevo: estetica pitagorica dei numeri o estetica dell'imitazione delle passioni e emozioni.

Aurelio Agostino d'Ippona (Tagaste, 13 novembre 354 – Ippona, 28 agosto 430) è stato un filosofo, vescovo e teologo latino.Padre, dottore e santo della Chiesa cattolica, dove è conosciuto semplicemente

come sant'Agostino, è detto anche Doctor Gratiae ("Dottore della Grazia"). Secondo Antonio Livi, filosofo, editore e saggista italiano di orientamento cattolico, è stato «il massimo pensatore cristiano del primo

millennio e certamente anche uno dei più grandi geni dell'umanità in assoluto». Le Confessioni sono la sua opera più celebre.

Altro teorico, di un secolo più tardo, Boezio non fa altro che riprendere i pensieri dei greci pitagorici e platonici: la musica è scienza e l'uomo in quanto ricettivo può comprendere la musica solo se ne conosce le regole. E partendo dal presupposto platonico che una buona musica può ingentilire la natura umana una melodia barbarica la può imbruttire, sta a dimostrare il potere educativo e medico di quest'arte. Questo non lo applica però alla religione e suddivide la musica in tre generi: mundana, umana e strumentali, quindi aggiunge alla musica delle sfere "mundana" quella terrena "umana e strumentale" , ma suddivide in tre "caste" i suonatori, poeti(compositori), e ascoltatori: i primi in basso in quanto dediti al lavoro manuale del suonare, i compositori in mezzo, e in alto chi ascolta e giudica con competenza filosofica ricordando a quest'ultimi di avere sempre i mente i riferimenti scentifici della ragione che li domina senza farsi ingannare dall'udito adulatore.

Probabilmente per errore trasferisce ai posteri le scale dei modi greci invece che dall'alto al basso dal basso all'alto come verrà usato da dal quel momento in poi per sempre.

Anicio Manlio Torquato Severino Boezio (Roma, 475 – Pavia, 25 ottobre 525) è stato un filosofo romano.

Noto come Severino Boezio, o ancor più semplicemente come Boezio, le sue opere influenzarono notevolmente la filosofia cristiana del Medioevo, tanto che alcuni lo collocano tra i fondatori della. La Chiesa cattolica lo venera

come santo e martire, festeggiandone la ricorrenza il 23 ottobre.

Dall'VIII secolo fino al rinascimento vi è una lenta e profonda trasformazione musicale con continui riferimenti al periodo antico greco che si rifacevano al concetto di musica come specchio delle leggi del cosmo. I primi teorici carolingi continuano a utilizzare la tripartizione boeziana integrando nella musica

Page 6: ESTETICA DELLA MUSICA 1 · Uno degli sviluppi della teoria pitagorica nel senso etico-moralistico l'abbiamo con Damone, sempre tutto riportato da filosofi posteriori come Platone

6

mundana ordini di angeli in canto spesso raffigurati nei dipinti dell'epoca. Si continuava a rapportare i movimenti cosmici perfetti, non udibili alle armonie musicali. Il ritmo auspicato era il ternario in riferimento alla trinità. Il trattato enchiriads puntava sulla pedagogia musicale e all'insegnamento dell'armonia, agli esecutori visto che la loro attività al servizio di Dio doveva essere ben incanalata con modi e melodie ben codificate che non devono corrompere l'ascoltatore. Il significato della musica si era inteso come la scienza della buona modulazione, musica soave, ma solo per Dio non per cose vane, e la soavità è una certa unione di voci data da rapporti giusti. Armonia, mescolanza concorde di suoni ineguali, è discliplina e matematica. Ancora forte era la la dictomia tra teoria e esecuzione della musica, tra musica mundana e musica umana, anche se unico legame tra uomo e cosmo. Tale separazione è ancora retaggio della tradizione greca dove l'esecutore (manovalanza) era ritenuto una bestia sciocca che perde molto tempo nella sua bassa funzione e che non sa cantare se non guidato da un maestro.

Il canto gregoriano, senza alcun autore, era monodico senza strumenti con modalità di cantilazione ebrea e canto planus romano intonato a recitazione di salmi o inni con influssi anche gallicani(Francia) e Mozarabici(Arabi Spagnoli) e venne codificato e ufficializzato come religione di stato dopo Avignone.

La diffusione del cristianesimo nello sconfinato territorio dell’Impero Romano dette origine alla formazione di vari stili liturgico-musicali: Romano; Ambrosiano; Aquileiese; Gallicano; Mozarabico; Bizantino. Lo stile bizantino, tra le multiformi liturgie orientali, sussiste tuttora. Del pari dicasi per la liturgia ambrosiana che si è perpetuata nei secoli successivi. Le liturgie gallicana e mozarabica invece scomparvero molto presto, sotto la spinta del forte richiamo esercitato da Roma e per il diretto intervento dell’opera unificatrice di Carlo Magno nella formazione del Sacro Romano Impero che, tra le conseguenze dirette nel campo musicale, determinò la completa distruzione dei libri corali del canto gallicano, ordinata proprio dagli imperatori Carolingi. Su tutte prevalse la liturgia romana che si estese a tutto il mondo cristiano e che universalmente oggi chiamiamo Canto Gregoriano in onore a Papa Gregorio Magno che fu l’arteficie di un riordino dell’intera ufficiature dell’anno ecclesiastico e della musica d’accompagnamento. Il risultato di quest’operazione fu il cosiddetto Antiphonarius cento un esemplare del quale, per ordine dello stesso pontefice, fu fissato con catena d’oro all’altare sulla tomba di San Pietro.

Musica enchiriadis è un trattato di musica anonimo del IX secolo. Esso è il primo tentativo noto di stabilire una serie di regole per la composizione in polifonia. Per un certo tempo fu attribuito a Hucbald, ma ciò non è più accettato dagli studiosi. Alcuni storici lo attribuiscono ad Oddone da Cluny (879-942).

Hucbald (840 o 850 – 20 giugno 930) è stato un compositore francese, monaco benedettino che fu anche teorico musicale, docente, scrittore e agiografo. Profondamente influenzato dalla De Institutione Musica di Boezio, scrisse la prima opera sistematica sulla teoria musicale occidentale, attraverso interventi volti a

conciliare i numerosi esempi di notazione della teoria della musica greca antica e la pratica a lui contemporanea

del più recente canto gregoriano.

Da contraltare c'era chi invece contro le teorie numeriche pitagoriche proponeva nuove realtà sonore dettate da modi nuovi di suonare nuovi strumenti e modi di cantare a più di una voce.

Per stanchezza ed evoluzione del gusto estetico si passa spontaneamente dal canto monodico gregoriano a due o più voci e non per via teorica. Si è partiti da mettendo il tema gregoriano in alto prima, e in basso dopo accostando parallelamente sopra le altre voci con intervalli fissi prima, diversi dopo. In più dall'introduzione dell'organo nelle chiese si deduce chiararamante che il canto e il suono dell'organo avevano linee diverse(scuola di Notre-Dame con Leonino e Perotino).

Intorno all'anno mille si cominciano ad abbozzare le prime polifonie e con queste la necessità di teorizzare e divulgare un sistema di notazione che potesse servire agli esecutori la sincronia d'esecuzione. Guido d'Arezzo, quello che dava da bestie ai cantori anche perchè semplici esecutori di musica d'altri, tende a cambiare questa opinione in quanto dovendo istruire questa categoria essa comincia a guadagnare prestigio visto poi il servizio esplicato verso Dio. Queste nuove teorie in

Page 7: ESTETICA DELLA MUSICA 1 · Uno degli sviluppi della teoria pitagorica nel senso etico-moralistico l'abbiamo con Damone, sempre tutto riportato da filosofi posteriori come Platone

7

controtendenza a quelle cosmologiche e metafisiche dei filosofi, fatte di note brevi o lunghe e di pause, e di consonanze di melodie unite insieme erano rivolte ai compositori ed esecutori. La nuova scienza era di suoni veri prodotti e percepiti, non quella degli astri. Si comincia anche a parlare di musica fine a se stessa, della sua bellezza, slegata da qualsiasi altro fine. Si nega anche l'origine divina e si afferma che sia nata con l'uomo che l'ha sempre esercitata in stretta connessione con la sua natura, e che in ogni tempo ha sempre vivificato con gioia l'animo di qualunque umano, bimbo, giovane, vecchio, uomo e donna che sia, primo inizio di concetto di estetica musicale.

Resta sempre il fatto che il concetto del bello estetico è ancora lungo da venire ed è legato al buono cioè buona per qualcosa, per l'anima, per l'essere, per Dio, e non deve portare disequilibro.

In musica il Trecento è il secolo dell’Ars Nova. Per Ars Nova si intende letteralmente una tecnica (ars)

nuova (nova) che si contrappone a quella antica (antiqua) dei secoli precedenti. Grande importanza ebbero a questo riguardo i trattati “Ars novae musicae” dei parigini Johannes de Muris (1290), matematico e astronomo

oltre che teorico musicale, e Philippe de Vitry (1291-1361), che tra l’altro fu poeta, matematico, vescovo e amico di Francesco Petrarca. La novità della musica riguardava soprattutto la notazione e il netto prevalere

delle composizioni profane rispetto a quelle sacre, fatto che riflette la crisi politico-religiosa che provocò il

trasferimento del papa da Roma ad Avignone. La forma più importante fu il mottetto, spesso con funzioni celebrative di personaggi autorevoli. Il più importante compositore fu Guillaume de Machaut che lasciò

numerosi mottetti di argomento amoroso-cortese ed encomiastico-politico e fu autore della prima messa firmata

Guido Monaco, conosciuto anche come Guido d'Arezzo o Guido Pomposiano (992 circa – 1050), è stato un monaco e teorico della musica italiano. È stato un importantissimo teorico musicale ed è considerato l'ideatore della moderna notazione musicale, con la sistematica adozione del tetragramma, che sostituì la

precedente notazione adiastematica. Il suo trattato musicale, il Micrologus, fu il testo di musica più distribuito

del Medioevo, dopo i trattati di Severino Boezio. Nacque intorno al 991. Il luogo della sua nascita è incerto: Arezzo, Ferrara, Pomposa, Talla sono alcuni tra i centri che se ne contendono i natali. Tra il 1026 e il 1032, Papa

Giovanni XIX lo invitò a Roma affinché gli spiegasse la sua opera. Morì intorno al 1050. Fu monaco benedettino e curò l'insegnamento della musica nell'Abbazia di Pomposa, sulla costa Adriatica vicino a Ferrara, dove notò la

difficoltà che i monaci avevano ad apprendere e ricordare i canti della tradizione Gregoriana. Per risolvere questo problema, ideò e adottò un metodo d'insegnamento completamente nuovo, che lo rese presto famoso

in tutta l'Italia settentrionale. L'ostilità e l'invidia degli altri monaci dell'abbazia gli suggerirono di trasferirsi ad

Arezzo, città che, benché priva di un'abbazia, aveva una fiorente scuola di canto. Qui giunto, si pose sotto la protezione del vescovo Tedaldo, a cui dedicò il suo famoso trattato: il Micrologus. Dal 1025, Guido fu

insegnante di musica e canto nella Cattedrale, dove ebbe modo di proseguire gli studi intrapresi a Pomposa arrivando a codificare la moderna notazione musicale, che avrebbe rivoluzionato il modo di insegnare,

comporre e tramandare la musica.

Questo cammino certo non fu facile e la bolla papale del XII sec. di Papa Giovanni XXII e forse l'esempio più netto dell' opposizione di un certo conservatorismo. La critica verso dell'ars nova, imperniava non solo su argomenti interpretativi, come la sovrapposizione di piu voci, nella loro velocità che ne delibitava l'ascolto e del testo dimostrando disprezzo per l'antifonaro e il graduale. La nuova musica inebriava le orecchie e distoglieva l'animo dall'unico suo dovere: quello di accompagnare la parola sacra,

Page 8: ESTETICA DELLA MUSICA 1 · Uno degli sviluppi della teoria pitagorica nel senso etico-moralistico l'abbiamo con Damone, sempre tutto riportato da filosofi posteriori come Platone

8

procurando solo piacere. Un po' alla volta ci stava staccando dal servizio unico a cui la musica è stata assoggettata per secoli quello religioso. Il de Muris e Jacobs la accusano di essere troppo elaborata e raffinata, quindi poco comprensibile. Ma i musicisti questo cercano, nuove sonorità, nuovi accordi, ritmi complessi, una ragion d'esser della musica in quanto musica staccandosi da riferimenti che poco avevano con essa. Qui il Tinctoris per primo scredita le teorie Boeziane definendo i suoni come produzione esclusiva degli strumenti terreni, e la musica del cosmo inesistente. Inoltre stila una prima lista degli effetti della musica, (Aristotele).

Johannes de Muris (Normandia, 1300 ca – 1350) è stato un teorico della musica, matematico, astronomo e riformatore del calendario francese.

Jacobus di Liegi, anche Jacobus Leodiensis o Jacques de Liège (c. 1260 – dopo il 1330), è stato un compositore fiammingo, vissuto fra la fine del XIII e il XIV secolo.

Johannes Tinctoris, forma latinizzata di Jehan le Taintenier (c.1435 – prima del 12 ottobre 1511), è stato un compositore e teorico della musica fiammingo del Rinascimento.

Personaggio interessante fu Hildegarda von Bingen badessa di un convento del XIII sec. che non aveva nessuna cultura musicale e che si fingeva ingnorante su tutto. Affronta la tematica della pietà dei suicidi. Compone musica corale per voci femminile in stile gregoriano avviando un percorso autonomo affermando di innalzare le lodi a Dio applicando strumenti e il coro.

Carmina burana: composizioni provocatorie con l'autorità politiche e religiose; racconti in canto allegorico dei vizi della chiesa.

Glareanus nel 1500 rivaluta la monodia attribuendo maggior peso alla phonasi, cioè quelli che scrivono la melodia in confronto ai symphoneate cioè coloro che sopra la melodia ne scrivono della altre. I primi sono più vicini al cristianesimo e più veri autentici musici: concetti questi ripresi anche poi dalla Camerata dei Bardi.

Glareano, Enrico Umanista e teorico della musica (Mollis, Glarona, 1488 - Friburgo 1563). Studiò a Berna e a Colonia. Nel 1512 fu poeta laureato; visse poi a Parigi, Basilea, Friburgo, insegnando e scrivendo musica

e lavori musicologici. Rimane celebre soprattutto per questi ultimi: Isagoge in musicen (1516) e Dodekachordon (1547), opera in cui sono trattate, con audacia pari alla dottrina, questioni relative ai modi

e alle proporzioni.

Zarlino per primo fonda la teoria su regole reali e pratiche tratte dagli strumenti polifonici, come il liuto, e strumentisti esperti, sopratutto della musica profana

Ttrovatori e trovieri(vedi una pubblicazione stampata del 1508 di canzoni e frottole a più voci

Page 9: ESTETICA DELLA MUSICA 1 · Uno degli sviluppi della teoria pitagorica nel senso etico-moralistico l'abbiamo con Damone, sempre tutto riportato da filosofi posteriori come Platone

9

accompagnate da strumenti). Gia prima del 500 con la frottola si dava inizio a questa pratica del mettere la voce in alto e sotto le corde del liuto che accompagnano.

La generazione delle armoniche prodotte dalla singolo suono-nota su cui costruisce l’ accordo in modo verticale e le tonalità maggiori e minori. Non si tratta di sue invenzioni, ma le fissa e le teorizza, visto che già i greci avevano intravisto queste regole, poi alterate nel medioevo: il suo obiettivo era far ordine e chiarezza. Questo processo di laicizzazione porta nuova linfa alla musica, dove lo scopo non è più accompagnare i testi sacri, ma con la teoria degli affetti e le nuove armonie si comincia a delineare il nuovo schema logico dove sviluppare il discorso musicale per commuovere e divertire il pubblico(nuovo soggetto nascente). Il nuovo modo è accompagnare un testo monodico con un tessuto armonico prodotto da un strumento politonale come il liuto. In questo nuovo contesto, i nuovi modi armonici zarliniani e l'umanesimo alla porte vi è un ritorno alla semplicità e chiarezza della monodia tanto cara ai greci che nella Camerata dei Bardi trova terreno fertile.

Camerata dei Bardi: Firenze fine 500 Conte de Bardi, Girolamo de Mei, grecista, che da le indicazioni a Galilei sulla tragedia greca, Jacopo Corsi, Rinuccini, Monteverdi

Doni e i tre livelli dell'opera:

o Dramma>narrazione,

o Recitativo>sostenuto da strumenti il "recitat cantando"

o Melodia>canto(madrigale, ma non quello medioevale)

Giovanni Battista Doni (Firenze, battezzato il 13 marzo 1595 – Firenze, 1 dicembre 1647) è stato un teorico della musica italiano, noto tra l'altro per aver cambiato nome alla nota Ut ribattezzandola Do

prendendola dalla parte del suo cognome Doni.Oltre alla musica, Doni studiò anche greco, retorica, poesia e filosofia presso le università di Roma e Bologna. Conseguì il titolo di dottore presso l'università di Pisa e

fu quindi scelto per accompagnare il cardinale Neri Corsini nel 1621 a Parigi, dove entrò in amicizia con

Marin Mersenne e altre personalità letterarie.Di ritorno a Firenze nel 1622, prese servizio presso il cardinale Francesco Barberini, Sr. e lo seguì a Roma dove divenne segretario del Collegio dei Cardinali. Doni sfruttò

i numerosi viaggi a cui il lavoro lo costrinse per acquisire conoscenze esaustive nel campo della musica antica. Fra le altre cose inventò - o ricostruì - una doppia lira che chiamò, in onore del suo patrono, Lyra Barberina o Anficorde.Dopo la morte del fratello, ritornò a Firenze intorno al 1640, dove si sposò e si stabilì come docente della locale università.

Madrigale Medievale con struttura A B A C A D dove non c'era corrispondenza tra testo e musica

Il madrigale è un componimento lirico, una composizione musicale, in maggior parte per gruppi di 3-6 voci, originata in Italia, e diffusa in particolare tra Rinascimento e Barocco.L'origine della parola è a tutt'oggi discussa: se ne ipotizza l'etimologia dal latino volgare mandria-mandrialis in riferimento al contenuto rustico e pastorale; da matrix-matricalis, "di lingua materna, dialettale" o, nell'accezione proposta da Bruno Migliorini, "alla buona"; dal Provenzale mandra gal, "canto pastorale" o ancora dallo spagnolo mandrugada, "canto dell’alba"; dal latino "materialis" opposto a "spiritualis" ovvero "cose materiali o grosse". Tutte queste saranno caratteristiche del madrigale musicale del '300. La forma originale del madrigale, assai praticata nel secolo XIV, era costituita da una successione di endecasillabi, di numero variabile da sei a quattordici, ripartiti in brevi strofette con vari incontri di rime e comunque sempre

Madrigale Rinascimentale più libero da strutture, ma consono al testo con la nota che lo segue e in particolare quelli monteverdiani sono piccole rappresentazioni d'opera che hanno narrazione, poesia e canto.

Page 10: ESTETICA DELLA MUSICA 1 · Uno degli sviluppi della teoria pitagorica nel senso etico-moralistico l'abbiamo con Damone, sempre tutto riportato da filosofi posteriori come Platone

10

Il madrigale del '500/'600

Inizia a prevalere in questo periodo la prevalenza al testo poetico,staccandosi dalla struttura del testo stesso: di qui nasce anche il termine madrigalismo che evidenzia questo rapporto con il testo poetico (vedi Retorica musicale). La varietà metrica del testo inoltre stimola il musicista a nuove soluzioni musicali, verificando le capacità espressive; ha quindi capacità illustrativa. È presente quindi un netto distacco con il madrigale del '300. È una durchkomponiert (composizione a forma aperta), con un'invenzione continua; si usano: contrappunto ad imitazioneLa forma più diffusa nel '500 è a 5 voci, tutte con valenza polifonica, cioè senza una voce principale e altre d'accompagnamento. È un gioco della società colta che si diverte ad analizzare una poesia importante. Segue caratteristiche molto diverse secondo l'epoca. Dura circa 5 minuti; presenta sezioni diverse a struttura concertante. Non è fondamentale la comprensione del testo poetico cantato, ma solo la tragicità suggeritaci dalla musica

Cantata barocca: rappresentazione in musica di vita dei santi da un testo letterario senza rappresentazione scenica, come i madrigali.

I nuovi strumenti sempre più precisi, complicati ed espressivi, necessitano di esecutori sempre più esperti non sono manualmente, ma anche teoricamente per la composizione. Quindi compositore ed esecutore sempre di più era lo stesso cosicchè da aumentarne il suo valore, anche del solo inteprete. Inoltre in Italia ci sono due scuole musicali la Romana e la Venziana, la prima più conservatrice anche per la sua ubicazione vicino alla capitale del cristinaesimo mentre la seconda più libera e più avanti anche per la reale vicinanza al nord e ai fiammingi. Anche se non ci sono documenti delle parti sulla partitura ci sono testimonianze (Guicciardini) in cui si dice che nelle messe delle chiese lagunari vi siano strumenti; questo avvalorato anche da alcune note estreme che potevano essere solo intonate da strumenti.

Gioseffo Zarlino (Chioggia, 31 gennaio 1517 – Venezia, 4 febbraio 1590) è stato un compositore e teorico musicale italiano. Fu probabilmente, dopo Guido Monaco d'Arezzo il maggior teorico musicale fra Aristosseno e

Jean Philippe Rameau, e diede un notevole contributo alla teoria del contrappunto.

Nel 500, in pieno umanesimo, si sente l'esigenza di un ritorno della parola sulla musica o meglio della intelligibilità del testo musicato e anzi la musica con, l'armonia, la melodia, e ritmo doveva sottolineare le parole del testo, nonchè tutto il senso della frase. Qui Zarlino mise le basi per un vocabolario degli affetti per assegnare ad ogni stato d'animo il giusto effetto musicale. Modello questo che sottomette la musica alla parola ben ripreso dalla Camerata dei Bardi e sviluppato fino alla fine del 700 chiamata anche teoria degli effetti che potrebbe essere anche definita come teoria semantica della musica, su cui gli autori dei melodrammi prima se ne servono e poi la arricchiscono e la perfezionano. A metà del secolo il rapporto tra linguaggio musicale e verbale con la polifonia stava entrando in crisi e auspicabile era il ritorno agli antichi contro la degenrazione dei moderni. Due furono i fautori in questo periodo più in vista. Nicola Vicentino e Vincenzo Galilei: quest'ultimo descriveva il periodo medivale come oscuro e barbarico dove ogni lume della scienza s'era spento. Con il rinascimento, Glareanus, Gaffurio si ricominciò a riprendere il filone greco classico. Dopo il periodo barbarico-gotico-polifonico, si doveva ritornare alla monodia greca: il fine della nuova musica era "muovere gli affetti" e questo esigeva un sistema razionale e diretto diverso dal fiammingo polifonico, aspro e astruso. Cosi verso la fine del 500 rivalutando concetti ellenici ci si rifà alla tragedia greca e nasce la favola in musica fatta di parti recitate inframmezzate da musica danze e canti monodici. Criticando la polifonia e i sui eccessi ne valorizzava però il contrappunto ritenendolo buono e necessario per l'udito e il piacere, ma pestifero per l'espressione dei concetti: ma attenzione il troppo toglie affezzione ai sentimenti da descrivere in musica perchè "provocano solo piacere non dando tempo d'intendere non che di considerare le mal profferite parole".

La musica deve stare a un livello sotto la parola a servizio del testo, già nelle prime opere come l'Orfeo di Monteverdi ne è la dimostrazione visto che il mito greco canta accompagnandosi alla lira. Questa necessità la sente anche la chiesa che sempre di più si vuole allontanare dalla polifonia per un canto monodico piu chiaro. La prima opera è l'Euridice di Caccini-Corsi su testi di Rinuccini precedeuto prima però da un dramma liturigio "La rappresentazione di anima e

Page 11: ESTETICA DELLA MUSICA 1 · Uno degli sviluppi della teoria pitagorica nel senso etico-moralistico l'abbiamo con Damone, sempre tutto riportato da filosofi posteriori come Platone

11

corpo" del De Cavalieri del 1599 in solo forma concerto non scenica, quasi a dimostrare la analoga necessità del sacro e del profano. Gli strumenti delle orchestre erano in privilegio della voce dovevano stare in sottofondo per accompagnare. Il luogo di rappresentazione erano le sale dei palazzi e fino alle opere a pagamento venivano usate le trombe, sinonimo di aristrocrazia. I nobili commitenti delle opere decidevano anche le trame e i finali, il flusso della musica era continuo con poco stacco tra il recitar cantando e il canto. I virtuosi non erano intesi come capaci di velocità o arabeschi, ma capaci nell'emozionare con la voce.

Franchino Gaffurio (o Gafori) (Lodi, 14 gennaio 1451 – Milano, 24 giugno 1522) è stato un teorico musicale e compositore italiano.

Una delle poche voci di dissenso a questo nuovo pensiero rinascimentale l'abbiamo dall'Artusi che definisce queste ultime innovazioni degli affetti musicali arbritarie e offensive per l'orecchio affidate a sensibilità singole a differenza della polifonia dove tutto era regolato e codificato. Polemizza anche con il musicista che antepone l'espressione alla bellezza per l'uso di intervalli aspri e dissonanti che non sono belli. La diaspora più interessante la ebbe con Monteverdi accusato di melodie che accompagnavano i madrigali non in regola teoria affermata del tempo. Ma Monteverdi gli risponde che la sua osservazione rigurdava il sistema usato nella "prima pratica" mentre lui era già nella "seconda pratica" dove è la parola che gli designa la nota da mettere, quindi consonanze e dissonanze accentuano e/o amplificano il testo, filosofia base in tempi moderni del teatro melodrammatico. Da questo concetto affermato e auspicato dalla Camerata scaturisce quel filone di origine antica della musica fine a se stessa senza la parola, ma fondata su elementi eterni universali e naturali del nuovo linguaggio armonico tonale.

Giovanni Maria Artusi (Bologna, 1540 circa – 18 agosto 1613) è stato un compositore e teorico musicale

italiano. Uno dei maggiori reazionari nella storia della musica, condannando in maniera feroce il nuovo stile che si andava delineando all'inizio del XVII secolo e che poi diverrà il barocco. Egli fu anche studente e

seminarista nella Congregazione San Salvatore di Bologna e rimase devoto per tutta la vita al suo insegnante Gioseffo Zarlino (il principale teorico musicale del XVI secolo). Quando Vincenzo Galilei attaccò

Zarlino nel Dialogo del 1581, lo fece provocando Artusi a difendere il suo insegnante e lo stile da lui

seguito.Il più importante episodio della carriera di Artusi, ed uno dei più famosi episodi nella storia della critica musicale, accaddero nel 1600 e nel 1603, quando egli attaccò le "crudezze" e le "licenze" contenute

nei lavori di un musicista che inizialmente rifiutò di nominare (si trattava di Claudio Monteverdi). Monteverdi replicò nell'introduzione al suo quinto libro di madrigali del 1605, con la sua discussione sulla divisione della

pratica musicale in due correnti, che egli definì prima pratica e seconda pratica. La prima pratica era il precedente ideale polifonico del XVI secolo, fatto di fluenti contrappunti, dissonanze e parità di voci, mentre

la seconda pratica era il nuovo stile di monodia e recitativi accompagnati che enfatizzavano le voci di

soprano e di basso. Il maggior contributo di Artusi alla letteratura della teoria musicale fu il suo libro sulle dissonanze nel contrappunto. Egli riconobbe che vi erano più dissonanze che consonanze in un pezzo

scritto secondo la tecnica del contrappunto, e tentò di enumerare le ragioni dell'uso di tali dissonanze che venivano messe per sottolineare concetti come dolore, dispiacere, desiderio e terrore. Ironicamente, l'uso

di Monteverdi nella "seconda pratica", era formalmente aderente a quanto teorizzato nel libro; la differenza

fra le musiche di Monteverdi e le teorie di Artusi era nell'importanza delle diverse voci e sugli esatti intervalli da usare nella formazione della linea melodica. Le composizioni di Artusi furono poche e tutte in stile

conservatore: un libro di canzonette a quattro voci, pubblicato a Venezia nel 1598 ed un Cantate Domino ad otto voci del 1599.

Nel mondo protestante di Lutero la musica non ha aspetti moralistici e razionali: essa è un dono di Dio e fa sempre bene, ed e bene saperla e praticarla. Ecco perchè vuole distaccarsi dalle dense messe polifoniche per avere canti all'unisono semplici, facili e comprensibili tratti dai testi biblici tradotti per il popolo da usarsi nelle liturgie assieme alle assemblee dei fedeli: questo educa e eleva lo spirito.

Page 12: ESTETICA DELLA MUSICA 1 · Uno degli sviluppi della teoria pitagorica nel senso etico-moralistico l'abbiamo con Damone, sempre tutto riportato da filosofi posteriori come Platone

12

Viene utilizzato anche il contrafacta prendendo melodie già note a cui si applica nuovi testi. Bach è il maggior esponente musicale in tal senso con la variazione su corale puntando sulla semplificazione del linea vocale per far capire il testo.

L'unico a non tralasciare completamente il moralismo nell'area protestante fu Calvino che restringe un po' questa piena libertà.

Nella metà del 600 si stava riconciliando lentamente la rivalità sensi-ragione. Sopratutto in Germania si stava abbandonando il concetto della musica delle sfere e associarla invece al piacere uditivo. Il toerico Libeinz conferma il legame tra musica e matematica, ma rivolgente ai sensi. L'animo, i sensi, senza fare calcoli sente e percepisce le consonaze e le dissonanze e lo fa inconsciamente senza essere ne filosofi ne toerici. Due sono i massimi esponenti di questa nuova filosofia fondamentale naturale dell'armonia, soprattutto strumentale: Bach e Rameau. Qui si fonde il vero progetto organico di musica come fede e testimonianza divina per muovere gli affetti e commuovere gli uditori toccati nell'animo e nelle emozioni. Questo conferma che il linguaggio musicale non può essere subordinato ad altri linguaggi.

Gottfried Wilhelm von Leibniz (Lipsia, 1º luglio 1646 – Hannover, 14 novembre 1716) è stato un matematico, filosofo, scienziato, logico, glottoteta, diplomatico, giurista, storico, magistrato e bibliotecario

tedesco di origine serbo-lusaziana.

Jean-Jacques Rousseau (Ginevra, 28 giugno 1712 – Ermenonville, 2 luglio 1778) è stato un filosofo, scrittore e musicista svizzero di lingua francese.

Riassumendo con la Camerata dei Bardi viene riesumato l'antico concetto greco dove la è parola che guida la musica, mentre gli oppositori puntano più sulla polifonia e supremazia dei valori musicali sulla poesia. Con la nascita del melodramma questo antagonismo ritorna alla ribalta dopo i secoli del medioevo e sarà disputa per almeno due secoli. Qui sta anche la differenza tra estetica musicale del nord europa, e il l'italia, tra mondo luterano della fastosità barocca e colorismo veneziano dove la musicalità è incurante del tempo e il mondo latino-cattolico che punta al melodramma spoglio di linee sobrio nella musica come la tragedia greca: moralismo cattolico tendente alla semplicità semantica a confronto di arti che sembrano solo rivolgersi ai sensi. Questa disputa si sposta sopratutto tra Italia e Francia sul terreno del melodrama ove prima era la polifonia. Tutto questo interessa musicisti, filosofi e letterati(i nuovo librettisti) delineando due una provvisorie conclusioni: Rameau, da una parte dalla musica artificiosa dell'armonia dei francesi, con la rivalutazione pitagorica dell'armonia del cosmo e Rousseu, enciclopedista francese, dall'altra, che assegna alla musica un linguaggio intersoggettivo legato all'interiorità e spontaneità dell'individuo, libero da codifiche e soggetto alla libera invenzione melodica naturale(di concezione aristotelica laica, debole, ma mai scomparsa), che solo nell'illuminismo viene rivalutata.