r · come l'abbiamo conosciuto in Tano da morire del '97, Sud side storidel 2000 fino aI baci mai...

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RASSEGNA STAMPA aggiornata al 26 FEBBRAIO 2014

QUOTIDIANI 11 febbraio LA REPUBBLICA Aida cambia sesso di Anna Bandettini 19 febbraio IL MANIFESTO Nello specchio di Verdi l’immagine dell’Italia di Cristina Piccino 19 febbraio LA REPUBBLICA - PALERMO Aida queer. Macché Verdi, l’opera diventa una fiaba da circo di Eleonora Lombardo 19 febbraio CORRIERE DELLA SERA Roberta Torre: un’Aida punk tutta al maschile 20 febbraio CORRIERE DELLA SERA 7 giorni sul palco di Claudia Provvedini

PASSAGGI TELEVISIVI

22 febbraio RAI TG3 servizio e interviste di Moreno Cerquetelli http://www.tg3.rai.it/dl/tg3/rubriche/PublishingBlock-39a1186e-71f6-496f-bb38-b6065ede5b7d.html# 23 febbraio RAI TG1 servizio di Moreno Cerquetelli

PASSAGGI RADIO

9 febbraio RAI RADIO3 ZAZÀ intervista a Roberta Torre di Piero Sorrentino http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/PublishingBlock-ee4857a4-0a70-49a6-8207-8e9bbea18f05-podcast.html 19 febbraio RAI RADIO3 SUITE intervista a Ernesto Tomasini di Nicola Campogrande http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/PublishingBlock-75f01c8d-9c4a-4ef4-ba21-a99e56c9c3c7-podcast.html?refresh_ce

ONLINE

11 febbraio LA REPUBBLICA.IT - SPETTACOLI http://www.repubblica.it/spettacoli/teatro-danza/2014/02/11/news/roberta_torre_basta_eroine_ora_radames_seduce_due_uomini-78286552/

11 febbraio DAGOSPIA http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/aida-en-travesti-roberta-torre-rilegge-lopera-verdiana-scombinando-i-generi-basta-eroine-ora-71748.htm http://www.dagospia.com/mediagallery/dago_fotogallery-105529/528261.htm 19 febbraio L’ESPRESSO.IT http://espresso.repubblica.it/foto/2014/02/19/galleria/l-aida-en-travesti-di-roberta-torre-1.153841#1 19 febbraio CORRIERE DEL MEZZOGIORNO.IT http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/fotogallery/sicilia/2014/02/aida_conferenza/aida-nuovo-spettacolo-roberta-torre-2224096197452.shtml#4 19 febbraio IL SOLE 24 ORE.COM http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2014-02-19/un-uomo-panni-aida-come-simbolo-decadenza-italia-odierna-121416.shtml?uuid=ABPv3ax 19 febbraio ANSA http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/spettacolo/2014/02/18/Teatro-Aida-punk-riscritta-Torre_10098011.html 19 febbraio IL SOLE 24 http://www.televideo.rai.it/televideo/pub/view.jsp?p=160&id=954637&idmenumain=7

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La regista debutta il 19 al Biondo di Palermo con uno spettacolo in cui rilegge l'opera verdiana scombinando i generi. Protagonista nel ruolo della schiava etiope Ernesto Tomasini: star in Inghilterra per l'estensione vocale

ROMA - Violento e surreale, scombinato e energico: questo è il cinema di Roberta Torre come l'abbiamo conosciuto in Tano da morire del '97, Sud side storidel 2000 fino aI baci mai dati del 2010. "Quella stagione però appartiene al passato - avverte - A quando, per motivi personali, mi ero trasferita a Palermo dove ho vissuto 28 anni. Oggi sono tornata a Milano, la mia città e amo ancora il sud, ma mi sento più attratta da atmosfere nebbiose, meno esasperate". Sarà vero? Visto che proprio a Palermo Roberta Torre sta per debuttare, il 19 febbraio, a teatro, prodotta dal Biondo e col cantante Ernesto Tomasini in un'Aida scritta e diretta da lei, surreale e favolistica, riscrittura dell'opera verdiana tutta al maschile, con Amneris e Aida uomini innamo-rati, in lotta per l'amore del guerriero Radames. "Mi piaceva l'idea di ribaltare i generi - dice la Torre - Da un lato i generi musicali: il mio non è un musical, né lirica, ma semmai teatro musicale. E dall'altro le identità di genere per lavorare, lontano dagli stereotipi maschile o femminile, sugli archetipi, amore, morte, tradimento, ma anche Patria, Stato... Infatti è uno spettacolo che parla dell'Italia di oggi". Che vuol dire? "Che uno dei temi è lo scontro tra ragioni del cuore e ragion di Stato, quella "ragione" che in Italia abbiamo completamente perso.

Sei in: Repubblica > Spettacoli > Teatro/Danza > Roberta Torre: "Basta eroine, ora Radames seduce due uomini"

ON STAGE Sanremo 2014 Music Corner Webnotte Crepe Suzette XL Trovacinema TvZap

Roberta Torre: "Basta eroine,ora Radames seduce due uomini"

di ANNA BANDETTINI

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Parole come Stato, patria, collettività non hanno riferimenti da noi. Specie per me. Io sono del '62, non ho vissuto il '68 ma il '78 sì, e mi sento orfana, senza appartenenza, senza quel senso di coesione a valori collettivi. Tutta colpa della nostra politica miserabile... ". Ma Aida e Verdi che c'entrano? "È la tragedia di un uomo che si accorge di aver dato il suo sangue e la sua energia a una patria che non esiste. È un inno alla dissoluzione della sua terra. Ecco perché parlavo dell'Italia di oggi... Un tema che ci porta al discorso sull'identità. Anche di genere". Perché confondere maschile e femminile in scena? "Perché è un tema di questi anni: il mutamento del femminile edel maschile oggi. Far interpretare Aida o Amneris a due uomini mi assicura un gioco di specchi all'infinito in cui maschile e femminile s'interrogano. Quando Aida e Radames si abbracciano non sono due omosessuali, due en travesti ma i loro corpi parlano comunque e ci fanno vedere in modo chiaro l'amore, il sentimento amoroso. E poi era da tanto che volevo lavorare con Tomasini, una vera star in Inghilterra, un artista che ha una voce con un'estensione di 4 ottave. Aida sarà lui". E delle donne di oggi cosa pensa? "Non hanno quello che chiedevano: parità, emancipazione... E ne pagano malamente le conseguenze, non solo nel modo violento, orribile dei femminicidi, ma anche nel modo opposto, perdendo la propria femminilità e bellezza, travisata deturpata da cose come le veline o i concorsi di bellezza... È dura". Anche nel mondo dello spettacolo? "Sì. Il cinema è molto maschilista. C'è un'avversione atavica alladonna. Puoi solo occupare quella fettina riconosciuta e rassicurante dove o sei una bellona o parli di donne come panda da difendere. Se vuoi dire la verità, se parli della cattiveria femminile, per esempio, o del potere profondo della donna che è rivoluzionario, violento, nessuno te lo fa fare". Perché è tornata a Milano? "Sentivo il bisogno di tornare alle mie radici, culturali e personali. Non a caso a Milano, con il Crt, a maggio farò un altro spettacolo, sulla figura di mio nonno ingegnere, Pierluigi Torre, inventore della Lambretta. A impersonarlo spero sia Paolo Rossi, uno un po'Beautiful mind, tra astrazione matematica e poesia. Da lì nascerà anche un film intitolato come lo spettacolo Il colore è una variabile dell'infinito, una frase di mio nonno. Da appassionato di botanica si era dedicato all'invenzione della rosa blu. Tutti gli dicevano che era impossibile ma lui rispondeva: "Il colore è una variabile dell'infinito", che per lui era un infinito matematico ma anche un sogno".

Va in scena fino al 2 marzo al teatro Biondo di Palermo l'allestimento dell'opera verdiana firmato dalla regista. La storia di Radamès e della schiava Aida è raccontata dall'autrice di 'Tano da morire' scartando dalla tradizione. Come scrive lei stessa nelle note di regia: "Volevo mettere in scena qualcosa che potesse far riflettere sulla contemporaneità, sull'Italia e sui suoi contorti, decadenti meccanismi di potere. Riattualizzare un'opera faraonica, rendere piccole le piramidi, insignificanti gli eserciti, sordida la Guerra" (...) "Aida, opera da grandi palchi, opera da giganteschi volumi, opera d'elefanti, piramidi, di grandi eserciti in battaglia e d'assordanti fragori, è ora un circo, un cerchio claustrofobico e traboccante d'ansia" (...). E infine, Il triangolo amoroso Amneris, Radamès, Aida è ora un triangolo d'amore fra uomini: per Amneris e Radamès sono infatti previsti ruoli en travesti. Come scrive ancora Torre: "Non cambia nulla sul piano del tema d'amore, è forse diverso il modo in cui i sentimenti sono professati". Foto di Paolo Galletta

AIDA EN TRAVESTI - ROBERTA TORRE RILEGGE L’OPERA VERDIANA SCOMBINANDO I GENERI: ‘BASTA EROINE, ORA AMNERIS E AIDA SONO DUE UOMINI INNAMORATI IN LOTTA PER AMORE DEL GUERRIERO RADAMES’

Anna Bandettini per ‘La Repubblica'

Nel ruolo della schiava etiope Ernesto Tomasini, star in Inghilterra con estensione vocale di 4 ottave - La regista: ‘Il cinema e lo spettacolo troppo maschilisti, mi piace rompere gli stereotipi: far interpretare Aida o Amneris a due uomini mi assicura un gioco di specchi all’infinito in cui maschile e femminile s’interrogano’… Violento e surreale, scombinato e energico: questo è il cinema di Roberta Torre come l'abbiamo conosciuto in Tano da morire del '97, Sud side stori del 2000 fino a I baci mai dati del 2010. «Quella stagione però appartiene al passato - avverte - A quando, per motivi personali, mi ero trasferita a Palermo dove ho vissuto 28 anni. Oggi sono tornata a Milano, la mia città e amo ancora il sud, ma mi sento più

attratta da atmosfere nebbiose, meno esasperate».

Sarà vero? Visto che proprio a Palermo Roberta Torre sta per debuttare, il 19 febbraio, a teatro, prodotta dal Biondo e col cantante Ernesto Tomasini in un'Aida scritta e diretta da lei, surreale e favolistica, riscrittura dell'opera verdiana tutta al maschile, con Amneris e Aida uomini innamorati, in lotta per l'amore del guerriero Radames.

«Mi piaceva l'idea di ribaltare i generi - dice la Torre - Da un lato i generi musicali: il mio non è un musical, né lirica, ma semmai teatro musicale. E dall'altro le identità di genere per lavorare, lontano dagli stereotipi maschile o femminile, sugli archetipi, amore, morte, tradimento, ma anche Patria, Stato... Infatti è uno spettacolo che parla dell'Italia di oggi».

Che vuol dire?«Che uno dei temi è lo scontro tra ragioni del cuore e ragion di Stato, quella "ragione" che in Italia abbiamo completamente perso. Parole come Stato, patria, collettività non hanno riferimenti da noi. Specie per me. Io sono del '62, non ho vissuto il '68 ma il '78 sì, e mi sento orfana, senza appartenenza, senza quel senso di coesionea valori collettivi. Tutta colpa della nostra politica

miserabile... ».

Ma Aida e Verdi che c'entrano?«È la tragedia di un uomo che si accorge di aver dato il suo sangue e la sua energia a una patria che non esiste. È un inno alla dissoluzione della sua terra. Ecco perché parlavo dell'Italia di oggi... Un tema che ci porta al discorso sull'identità. Anche di genere».

Perché confondere maschile e femminile in scena? «Perché è un tema di questi anni: il mutamento del femminile e del maschile oggi. Far interpretare Aida o Amneris a due uomini mi assicura un gioco di specchi all'infinito in cui maschile e femminile s'interrogano.

Quando Aida e Radames si abbracciano non sono due omosessuali, due en travesti ma i loro corpi parlano comunque e ci fanno vedere in modo chiaro l'amore, il sentimento amoroso. E poi era da tanto che volevo lavorare con Tomasini, una vera star in Inghilterra, un artista che ha una voce con un'estensione di 4 ottave. Aida sarà lui».

E delle donne di oggi cosa pensa?«Non hanno quello che chiedevano: parità, emancipazione... E ne pagano malamente le conseguenze, non solo nel modo violento, orribile dei femminicidi, ma anche nel modo opposto, perdendo la propria femminilità e bellezza, travisata deturpata da cose come le veline o i concorsi di bellezza... È dura ».

Anche nel mondo dello spettacolo? «Sì. Il cinema è molto maschilista. C'è un'avversione atavica alla donna. Puoi solo occupare quella fettina riconosciuta e rassicurante dove o sei una bellona o parli di donne come panda da difendere. Se vuoi dire la verità, se parli della cattiveria femminile, per esempio, o del potere profondo della donna che è rivoluzionario, violento, nessuno te lo fa fare».

Perché è tornata a Milano?«Sentivo il bisogno di tornare alle mie radici, culturali e personali. Non a caso a Milano, con il Crt, a maggio farò un altro spettacolo, sulla figura di mio nonno ingegnere, Pierluigi Torre, inventore della Lambretta.

A impersonarlo spero sia Paolo Rossi, uno un po' Beautiful mind, tra astrazione matematica e poesia. Da lì nascerà anche un film intitolato come lo

spettacolo Il colore è una variabile dell'infinito, una frase di mio nonno.

Da appassionato di botanica si era dedicato all'invenzione della rosa blu. Tutti gli dicevano che era impossibile ma lui rispondeva: "Il colore è una variabile dell'infinito", che per lui era un infinito matematico ma anche un sogno».