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IL RESTAURO DI SAN GIORGIOa cura di: Antonio Menegon e Carlo Piccin

Progetto editoriale: Associazione Festeggiamenti Collalto - www.collalto.info

Foto di: Olimpio Fantuz, Alessandro Menegon, Antonio Menegon, Carlo Piccin

Si ringraziano:Regione del VenetoProvincia di TrevisoAmministrazione Comunale di SuseganaDiocesi di Vittorio VenetoParrocchia di S. Giorgio Martire - CollaltoSoprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici del VenetoStudio di Architettura Arch. Carlo Piccin - Vittorio Veneto Impresa Edile Maset Srl - Vittorio Veneto Fenix Italia - Camalò di Povegliano Impianti Elettrici Zanco Claudio & C. snc - Pieve di Soligo Luce Viva s.r.l. - PortogruaroScuola Veneta Organaria “La Bachiana” - Padova

Stampa: Cooperativa Servizi Culturali - S. Lucia di Piave - Ottobre 2010

La facciata della Parrocchiale di Collalto, dopo il restauro, l’originaria iscrizione

L’interno della Chiesa con, in primo piano, l’acquasantiera realizzata dallo scultore Pietro Stefan

Immagine della retrocopertina: La Trasfigurazione, affresco del pittore Bepi Modolo

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RESTAURO DELLA CHIESA DI SAN GIORGIOIL PERCHÉ DI UN IMPEGNO COSÌ GRANDE

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Non è facile dare motivazione delperché di un intervento così grande;non è facile condividere con il Paesedi Collalto scelte, metodi, l’entitàstessa del restauro.Le nostre decisioni si possono riassumere in una sola parola,RISPETTO; rispetto per la nostraFede, rispetto per quelle personefotografate sulle macerie della chiesadopo gli eventi bellici della PrimaGuerra Mondiale, rispetto per chiverrà dopo di noi, perché abbia acontinuare quella strada tracciatada chi è venuto prima ed abbia arispettare ciò che gli è stato offerto e tramandato.Con don Ugo prima e don Raffaelepoi, abbiamo lavorato assistiti da unprofessionista meritevole di lode,l’architetto Carlo Piccin, che ci haguidati lungo un percorso a noi sconosciuto, con professionalità e soprattutto senza mai influenzarele nostre scelte su qualsivoglia argomento.Scelta difficile quella del restauro,senza dubbio. In un paesino di poco più di quat-trocento anime un intervento cosìgrande era quasi impensabile; ma a

darci forza sono state tutte quellepersone che, senza polemica alcuna,hanno sempre avuto una parola dicoraggio per far sì che la chiesa diSan Giorgio, logorata dal tempo,non avesse a divenire solo un ricordo per le generazioni future.Il grazie di noi tutti va a quanti cihanno sostenuto e anche a quanti ci hanno mosso delle critiche; il nostro unico rammarico, per ilquale ci scusiamo, è di non esseresempre stati in grado di comunicarein maniera tempestiva le scelte fatte, magari motivandoleadeguatamente.L’“espressione” del paese,l’Associazione FesteggiamentiCollalto, che ci è stata accanto con il suo presidente fin dal primogiorno, è quella realtà che ci ha datola forza di iniziare e procedere in quest’avventura con la consape-volezza di non essere mai soli.Un grosso grazie va alla Regione Veneto per il contributo che ci ha elargito, al Sindaco e all’Amministrazione Comunaletutta, agli Enti, alle Autorità, alleAziende, a tutti quei privati che cihanno sostenuto anche economica-mente e che continuano a farlo.Già, perché noi inauguriamo l’avve-nuto restauro della Parrocchiale diSan Giorgio in Collalto, ma la stra-da da percorrere è ancora lunga.

Ora dobbiamo provvedere a pagare questo granderestauro, ma abbiamo la consapevolezza di nonessere soli, ma di avere alle spalle, anzi davanti, un paese laborioso e unito.Grazie a tutti.

Collalto, 10 ottobre 2010

Consiglio Affari Economicidella Parrocchia di San Giorgio Martire

Una delle due statue lignee che ornano l’altare e, in secondo piano,l’organo e la pala del pittore Guido Pini che rappresenta San Giorgionell’atto di uccidere il drago

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La prima traccia di una chiesain quel di Collalto si rinvienenel testamento del conte Albertodi Collalto, in partenza per unacrociata in Terra Santa. Il nobiledona venti masserizie ad eccle-sia de Collalto: “per il timore

D.O.M. IN HONOREM S. GEORGII MARTYRIS

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all’interno della rocca fortificata. È comunque ipotizzabile chel’edificazione della prima chiesadi Collalto sia stata concomitan-te a quella del castello e chefosse dedicata ad uno di queisanti guerrieri di venerazionelongobarda quali San Salvatore,San Prosdocimo e San Giorgio.A partire dalla metà delDuecento, la chiesa di Collaltoviene posta sotto il patrociniodell’ordine militare degliOspedalieri di San Giovanni diGerusalemme (fondato nel1120), ma in un documentotestamentale del 1348, riportan-te i voleri della contessa Chiarada Camino, la chiesa di Collaltoviene messa sotto la protezionedi San Giorgio.È certo che le chiese di Collalto,in epoca altomedievale, fosserocomunque più d’una e da docu-mentazione datata 1356, si puòcogliere la presenza certa aCollalto di due oratori: uno inti-tolato a San Giorgio ed un altroa San Prosdocimo.Nei secoli successivi la chiesa diSan Prosdocimo viene citata infonti documentali come cappel-la di San Giorgio e vi si trovatraccia anche nei resoconti sette-centeschi delle visite pastorali,compiute dai vescovi della

Diocesi a Collalto, per l’attesta-zione e la venerazione della reli-quia delle Sacre Spine. Nel 1753 Papa Benedetto XIestese ai feudi del casatoCollalto il culto della BeataGiuliana (1186 - 1262) fino alloralimitato a Venezia, e nella chiesadi San Giorgio vennero portatealcune reliquie della nobilebadessa, venerata, in particola-re, come taumaturga dei mal ditesta.Demolita verso la metà del XIXSecolo perché poteva conteneresolamente 300 fedeli a fronte diuna popolazione di 700 abitanti,la chiesa di San Giorgio venneriedificata a partire dal 1851 e laconsacrazione del nuovo edifi-cio di culto avvenne nel 1857 acura del vescovo ManfredoBellati.La chiesa parrocchiale diCollalto, come l’antico castelloed il borgo, cadde sotto il fuocodelle artiglierie italiane apposta-te sul Montello, durante laGrande Guerra.Dopo il conflitto, tra il 1926 e il1927, su disegno dell’architettoDomenico Rupolo, venne erettal’attuale chiesa parrocchiale.La popolazione di Collalto è dasempre molto legata alla suachiesa ed ha sostenuto con con-

che si deve a Dio e in onore delSanto Sepolcro, per la salvezzadella mia anima e in remissionedei miei peccati…”. Il testamen-to del nobile collaltino pervienein copia tardosettecentesca ed èdatato 1138. Il castello di Collalto, la cui datapresunta di erezione è ascrivibi-le al 1110, ospiterà numerosechiese, la prima certamentenella parte sommitale del colle,

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vinzione le numerose opere con-servative e di arricchimento dell’edificio promosse nel corsodegli anni, sorretta dalla fede edalla consapevolezza del ruolosociale della Parrocchia.Nell’estate del 2002 è stato col-

locato un prezioso organo mec-canico dietro l’altar maggiore,ma numerose sono le opered’arte che abbelliscono la chiesa.Due statue lignee, del Seicento,ornano l’altare maggiore; unagrande pala d’altare raffiguranteSan Giorgio nell’atto di uccidereil drago, opera del pittore cone-glianese Guido Pini, troneggiaal centro del presbiterio. Di grande pregio e impatto visi-vo è anche la “Trasfigurazione”,realizzata dal pittore Giuseppe(Bepi) Modolo sulla retrofaccia-ta della chiesa, sopra il portaled’ingresso. Altre due opere delModolo si trovano sugli altaridelle navate laterali.Nel presbiterio è collocato un

altare in legno di ulivo, che rappresenta la SS.Trinità, realizzato dallo scultore Pietro Stefan ealtre statue impreziosiscono la chiesa. Nel 2008 la decisione della CommissioneParrocchiale per gli Affari Economici di darcorso al progetto di restauro della chiesa diSan Giorgio, bisognosa di interventi conserva-tivi e migliorativi non più derogabili.

Anno 1918: i capifamiglia di Collalto riuniti tra le macerie della Chiesa di San Giorgio decidono la ricostruzione dell’edificio sacro

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Obiettivi del restauro architetto-nico della Chiesa di San Giorgiosono stati conservare il manufat-to mediante un insieme di opereche garantissero la stabilità e lasicurezza delle strutture portantie di finitura, nel rispetto deglielementi tipologici, formali,strutturali e materici dell'organi-smo edilizio; recuperare l’aspet-to storico-architettonico delleparti originarie compromesse e

IL RESTAURO DI SAN GIORGIO

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sono state messe in luce le con-dizioni precarie delle strutture,dei paramenti murari e degliimpianti.

La struttura della coperturaLa struttura portante dellacopertura della chiesa, costituitada capriate lignee, dal punto divista statico, si presentava incondizioni di grave precarietà,di conseguenza era compromes-sa anche la stabilità e la sicurez-za dei controsoffitti delle navatee dell’abside.La catena e i puntoni delle

capriate (nodo catena-puntone),in corrispondenza degli appog-gi, avevano subito un fortedegrado dovuto alle infiltrazionid'acqua, alle escursioni termi-che, all'umidità ed alla presenzadi insetti xilofagi (termiti, tarli),che avevano degradato le strut-ture e, nei punti interessati datali fenomeni, dato origine aduna struttura alveolare, priva di consistenza e ridotta allo statopolverulento.La riduzione della sezione resi-stente della catena e l’inefficaciadel nodo puntone-catena creava-

dotare l’edificio degli impiantitecnologici necessari per le esi-genze funzionali.In base ad un’attenta indagineconoscitiva (rilievi grafici e foto-grafici, fonti d’archivio, restitu-zione grafica) dello stato di fatto,

Una capriata della navata centrale, particolaredel degrado di una catena

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no grave pregiudizio alla stabili-tà della copertura e del contro-soffitto a lacunare (o a cassetto-ni), appeso alle catene dellecapriate. Anche la struttura dellavolta dell'abside, costituita dacentine in legno ancorate allecatene delle capriate, avevasubito un notevole degradodovuto all’umidità e all'azionedegli insetti xilofagi.Gli interventi hanno interessatol’edificio nella sua globalità edin particolare le seguenti struttu-re e finiture: copertura, contro-

soffitti, fregi, facciate esterne,impianti (elettrico-forza motricee climatizzazione).L'intervento di restauro piùimportante della copertura hariguardato le capriate dellenavate, il controsoffitto a lacuna-re ancorato sulle catene dellecapriate, l'intera struttura ligneadell'abside, la stabilizzazione deitimpani della navata centrale, larealizzazione di cordoli di coro-namento sulla sommità dellemurature perimetrali.L’intervento di restauro dellestrutture si è configurato comeun miglioramento statico e nonun adeguamento alla normativasismica vigente. In fase esecuti-va, i lavori inerenti al consolida-mento della struttura ligneadella copertura si sono rivelatipiù complessi rispetto alle previ-sioni.

L’impiantisticaL’impianto di riscaldamento della Chiesa diSan Giorgio, costituito da lampade a gasinstallate nel soffitto a lacunare, non era anorma di legge e risultava molto pericoloso inquanto poteva innescare facilmente un incen-dio con conseguenze disastrose. Anche l’im-pianto elettrico era obsoleto e non a norma dilegge.L’intervento di restauro della chiesa ha com-portato quindi l’installazione di un impiantodi climatizzazione invernale tramite pedaneelettriche, la realizzazione di un nuovoimpianto elettrico di illuminazione ordinaria edi FeM, il potenziamento della forza motriceper alimentare i diversi impianti.

La gradinataPer il restauro della gradinata esterna dellachiesa si è provveduto, dapprima, a smontarecompletamente la struttura in arenaria locale epoi, dopo aver realizzato un’opportuna plateadi fondazione ed effettuati tutti gli interventidi restauro e consolidamento, a rimontarla con tutte le precauzioni necessarie per ristabi-lirne l'unitarietà.Le operazioni eseguite sono state le seguenti:- preconsolidamento dei conci in arenaria conresine acriliche per consentire le operazioni dismontaggio della scala senza causare danni;- smontaggio, numerazione e catalogazionedei singoli conci e della pavimentazione del pianerottolo, accatastamento e deposito in can-tiere per le successive lavorazioni;- rimozione di depositi con l’ausilio di prodottibiocidi e mezzi meccanici (raschietti, spazzole,

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Una capriata della navata centrale, particolarenodo puntone-catena all’appoggio, prima delrestauro

Capriata della navata centrale, particolare dopo ilrestauro

Particolare dei controventamenti della copertura edei tiranti delle catene per miglioramento statico

I rinforzi lignei delle saette e le staffe in acciaio permigliorare il collegamento dei nodi

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resina o acciaio inox di adeguatodiametro e saturazione con resi-ne epossidiche od acriliche;- montaggio completo dellascala (gradini e pianerottolo),accurata stuccatura dei giunti diconnessione con impasti a basedi grassello di calce e l’aggiuntadi polvere di arenaria e terrecoloranti;

- intervento di consolidamentocorticale a base di silicato d’etileapplicato a pennello, con rimo-zione dei residui;- trattamento preventivo controla microflora;- trattamento finale protettivoidrorepellente delle superfici abase di resine silossaniche consolvente, aventi caratteristiche diforte traspirabilità, resistenzaagli agenti atmosferici ed airaggi U.V.

Le facciate esterneLe facciate esterne nel corsodegli anni non erano mai statesottoposte a lavori di manuten-zione ordinaria e straordinaria. Lo stato di conservazione deiparamenti murari era pessimo.

pennelli, bisturi), pulitura dipatine e croste nere con impac-chi a base di carbonato e/obicarbonato d’ammonio, argillespeciali o polpa di cellulosa, suc-cessivo lavaggio con acquadistillata;- ricostruzione delle parti man-canti, incollaggio o cuciture delleparti staccate con barre in vetro-

I prospetti di progetto realizzati dall’Arch. Piccin ed un particolare dei cornicioni dopo l’intervento di recupero

Particolari del degrado strutturale ed estetico delle facciateMonofora 3 Rosone 4 Paraste 7

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Ecco le forme di degrado piùsignificative riscontrate:- fessurazioni e fratture degliintonaci, decoesione, rigonfia-menti e stacco del rivestimentocon messa a nudo del paramen-to murario;- polverizzazione, disgregazioneed alterazione cromatica degliintonaci;- formazione di croste e depositidovuti all'azione di muschi elicheni;- formazione di pellicola dovutaall'azione di alghe verdi;- deposito superficiale di mate-riale estraneo;- incrostazioni alla base dellemurature, efflorescenze salinedovute ad infiltrazione ed afenomeni di risalita capillare;- cedimento del basamento d'ap-

Particolari delle facciate: le immagini evidenziano il profondo cambiamento degliesterni della Chiesa di San Giorgio e gli effetti del restauro

poggio della scala d'accessoprincipale.Nel restauro degli intonaci ester-ni o elementi lapidei delle faccia-te, è stata rivolta particolareattenzione alle seguenti opera-zioni:- idrolavaggio a pressione con-trollata, spazzolatura manualecon pennellesse a setola morbi-da;

- rimozione di intonaci a base cementizia,decoesi, degradati e non recuperabili, interes-sati da fenomeni di umidità di risalita;- pulitura e scarnitura dei giunti in malta

incoerente;- trattamento battericida, biocida, disinfestantea largo spettro per l’eliminazione di forme didegrado biologico (funghi e muffe);- consolidamento dell’intonaco che presentava

fenomeni di disgregazione e polverizzazionecon l’ausilio di resine;- interventi di fissaggio dell’intonaco al sup-porto murario mediante iniezioni di miscelaliquida di grassello di calce stagionata addizio-nata con cariche di inerte di adeguata granulo-metria;- ripresa degli intonaci di sottofondo nelleparti mancanti o rimosse con grassello di calceed inerti selezionati; - finitura su intonaci grezzi con grassello dicalce e sabbie selezionate per granulometria ecolore;- restauro delle crepe o fessure; - velature a più mani con latte di calce e terrecoloranti;- trattamento finale protettivo idrorepellentedelle superfici a base di resine silossaniche consolvente, aventi caratteristiche di forte traspi-rabilità, resistenza agli agenti atmosferici ed airaggi U.V.Le operazioni eseguite per il recupero di con-torni di fori (porte e finestre), modanature,marcapiani, cornicioni di gronda, sono state lestesse previste per gli intonaci.

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La coperturaLa struttura della copertura,costituita da capriate e da ordi-ture secondarie lignee, avevasubito nel tempo un fortedegrado.

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Le capriate e tutte le strutturesecondarie sono state sottopostead ulteriore ed attenta indagineconoscitiva, per valutare lasezione resistente effettiva dellesingole membrature, al fine di individuare le tecniche di restauro e di risanamento conservativo più appropriate.

Vista la precarietà delle struttureè stata subito informata laSoprintendenza per i BeniArchitettonici del VenetoOrientale ed in seguito è statocompiuto un sopralluogo con-giunto con la Soprintendenzastessa, con il direttore dei lavorie l’impresa esecutrice. Infine èstato concordato l’intervento direstauro più confacente e sonostati redatti gli elaborati graficiesecutivi per proseguire i lavori.Con opere di controventamentoè stato migliorato l’assetto stati-co del tetto, consentendo anchela stabilizzazione dei timpani inmuratura della navata centraleche risultavano labili.In sintesi gli interventi effettuatisulle capriate sono:- pulitura dell’intera superficiedelle capriate, rimozione o scarnitura delle parti di legnodegradate e compromesse;- sostituzione di catene e punto-ni irrecuperabili con materialeligneo avente le stesse caratteri-stiche fisiche e meccaniche (larice);- rinforzo strutturale di tutte lecapriate con stampelle metalli-

Particolare delle capriate e delle centine dell’abside durante le fasi direstauro

Particolare delle centine dell’abside nelle fasi diconsolidamento

Particolare delle strutture della volta dell’absideprima del restauro

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che e tiranti in acciaio,- miglioramento del collegamen-to dei nodi;- ancoraggio delle capriate allemurature perimetrali per impe-dire la traslazione orizzontaledelle stesse;- realizzazione di cordoli dicoronamento (dormiente) sullasommità delle murature perime-trali;- trattamento battericida antipa-rassitario con azione insetticidae fungicida.L'intera struttura lignea dellavolta dell'abside è stata consoli-data con specifiche resine acrili-che; le sostituzioni ed integrazio-ni di parti irrecuperabili conl’ausilio di stampelle metallichee lignee.

Particolare del miglioramento dei nodi con staffein acciaio

Particolare: aggancio dei tiranti in acciaio della catena dell’abside (nodo, puntone-catena, appoggio)

Particolare: vista d’insieme della struttura dell’abside dopo il restauro

Particolare delle capriate dell’abside con staffe etiranti, per miglioramento statico dopo il restauro

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distacco del multistrato delleformelle con varie spanciature,numerose crepe e, superficial-mente, fenomeni di decoesionedella pellicola pittorica, con laconseguente presenza di lacune. Inoltre, il deposito di polvere enero-fumo delle candele, a causadel continuo apporto d’umidità,si era fissato alla superficie, creando una patina scura, checopriva con vaste macchie laluminosità pittorica, di conse-guenza una larga percentualedei pannelli presentava sia unattacco microbatteriologico(muffe) che parassitario (tarli). In molti punti i vari attacchi bio-logici avevano causato la perditadi alcune parti del supporto pit-

torico (tarli, crepe e lacune).Con l’intervento di restauro ilcontrosoffitto a lacunare è statosmontato, restaurato e successi-vamente messo in opera contutte le cautele del caso, atte asalvaguardare l'integrità dellesingole parti.Le formelle, smontate e traspor-tate in laboratorio, viste le lorodeformazioni dovute alle infil-trazioni d’acqua ed allo spessoreesiguo delle stesse, sono statespolverate, pulite e poi fissatetramite incollaggio ad un sup-porto ligneo rigido, al fine digarantirne l’indeformabilità e ladurata nel tempo. Nella fase successiva sono statesottoposte ad una attenta pulitu-ra con blandi detergenti chehanno permesso la rimozionedella patina e non della pellicolapittorica, particolarmente fragilespecialmente nelle tonalità forti(rosso, marrone, nero, ecc.). È stato eseguito un primo inter-

Il restauro del soffitto a lacunare Le infiltrazioni d'acqua dallacopertura, l'umidità e gli insettixilofagi avevano danneggiato ipannelli e le strutture che costi-tuiscono il controsoffitto a lacu-nare della navata centrale e diquelle laterali. Il controsoffitto della navata cen-trale, realizzato alla fine deglianni ’40 con formelle in compen-sato dipinte a tempera e formateda pannelli in multistrato dipioppo, aveva subito un fortedegrado.Le infiltrazioni d’acqua dallacopertura e l’umidità creata dal-l’impianto di riscaldamento ave-vano causato il sollevamento e il

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vento con soluzione di acqua-acetone-alcool, un secondo diacqua-alcool in diverse percen-tuali dove l’accumulo era persi-stente ed infine un terzo controle muffe con biocida (in percen-tuale 8%) sui pannelli interessatidall’attacco. Dopo la pulitura si è procedutoalle stuccature dei fori e dellecrepe per ridare ai pannelli unasuperficie regolare ed omoge-nea. Una volta ripristinata l’originalesuperficie pittorica, si è passatial ritocco delle stuccature, ese-guito con lo stesso tipo di coloreusato originariamente (tempera),mescolando i pigmenti naturalicon legante acrilico (Primal 60) etempere già pronte (Winston &Newton). Un’altra operazione ha riguar-dato il trattamento antiparassita-rio con antitarlo di tutti i pannel-li e la loro chiusura ermetica incellophane, in modo che l’azionefosse definitiva e risolutiva.

Al termine del ritocco a tutte leformelle è stato dato un protetti-vo, per fissarne i colori fragilioriginari (una diluizione di resi-na acrilica, tipo Primal, al 5%).

La decorazione pittorica La decorazione pittorica, costi-tuita da un fregio a fascia, postasulla sommità delle muraturedella navata centrale all’intra-dosso del soffitto, era compro-messa soprattutto sulla partesuperiore ed attorno ai modi-glioni. Oltre a mancare parte della pel-licola pittorica, anche il supportocostituito da intonachino dicalce era decorso, staccato dalmuro ed in certe parti mancante.Qui l’apporto d’umidità avevacompromesso parte dei fregi intermini di cromatismo e lumino-sità; infatti, la pellicola pittoricain molti punti era ridotta ad unostato pulverulento (spolverava).Sui modiglioni un deposito dipolvere e nero-fumo di candele

aveva ingrigito e fatto sparire in alcune zone ladecorazione originaria. Viste le condizioni di degrado dei fregi è stataeseguita una prima pulitura con molta cautelaed attenzione. Il restauro è iniziato con larimozione dei depositi incoerenti mediantepennelli morbidi e previo consolidamentodella pellicola pittorica nelle zone maggior-mente decoese o staccate. È stato necessario procedere al fissaggio dellapellicola pittorica (resina acrilica al 7-8%)prima delle altre fasi, vista l’estrema fragilitàche essa dimostrava. La stessa operazione èstata ripetuta più volte. Dopo aver ricostruito il supporto (intonachinoa base di calce ed inerti selezionati), nei puntiin cui persisteva la presenza di lacune, si èproceduto al restauro delle decorazioni esi-stenti e all’integrazione delle parti mancanti. Il colore originario era a tempera e anche ilritocco è stato eseguito con pigmenti naturali elegante simile alla tempera originaria. Ilrestauro ha interessato anche i modiglioni chepresentavano molte lacune nello strato pittori-co e nel supporto. Per questo le decorazionimancanti sono state integrate, riproponendo letonalità e la grafica originaria.

Particolare: vista d’insieme del soffitto a cassetto-ni della navata centrale prima del restauro

Particolari di due formelle della navata centrale che, prima del restauro, presentavano evidenti segni di degrado

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La decisione di collocare unorgano che accompagnassesolennemente le liturgie nellachiesa di San Giorgio venneassunta, nel 1999, dallaCommissione per gli AffariEconomici della parrocchia diCollalto, allora presieduta dadon Celestino Mattiuz. Verificata

L’ORGANO DELLA CHIESA DI SAN GIORGIO

la fattibilità dell’opera, l’incaricodi costruire un organo meccani-co venne assegnato alla ScuolaVeneta Organaria “La Bachiana”di Cavino di San Giorgio dellePertiche in provincia di Padova,con contratto sottoscritto nelgennaio del 2000.La comunità, le associazioni,gruppi e singoli cittadini si uni-rono ad Istituzioni ed Enti perfar fronte al non trascurabileimpegno economico ed intorno

alla realizzazione dell’organoper la chiesa parrocchiale siscrissero pagine di generosità esincero amore per il paese. Intanto, a guidare la parrocchiadi Collalto era arrivato don UgoCettolin ed è in quel periodoche si fa strada l’idea di dar vitaad un festival organistico, o comunque di promuovere dei concerti d’organo con ilnuovo strumento. Realizzato nel laboratorio della Scuola Veneta Organaria di Silvano Roverato, l’organo è stato collocato nella chiesa di San Giorgio, su un’appositapedana in legno, nell’estate del2002. Domenica 27 ottobre 2002

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lo strumento è stato benedettoda S.E. il Vescovo della Diocesidi Vittorio Veneto Mons. AlfredoMagarotto ed inaugurato da unconcerto del M° Donato Cuzzatodi Treviso. Nella seconda parte del concerto

al M° Donato Cuzzato.Si susseguono cinque anni digrande musica nella chiesa diCollalto, con una formula cultu-rale che unisce la presenza di unmusicista di levatura internazio-nale all’esibizione di una corale

Berhnard Marx - Germania,Gail Archer - USA,Adelma Gomez - Argentina,Josè Luis De Aquino - Brasile,Ignace Michiels - Belgio,Roland Muhr - Germania,Lindy Rosborg - Danimarca,Hans Ole Thers - Danimarca,Jordi Vergés Riart - Spagna.Il 12 dicembre del 2007 il M° Donato Cuzzatoe il tenore M° Francesco Grollo si sono esibitiin un memorabile Concerto di Natale che ha chiuso la quinta stagione del FestivalOrganistico Internazionale di Collalto. Un anniversario, quello dei primi cinque annidi Festival, che è stato celebrato anche conl’uscita di un cd del M° Cuzzato “L’Organodell’Antico Castello”, registrato a Collalto. Il posizionamento del cantiere edile ed il suc-cessivo restauro della chiesa di San Giorgiohanno costretto il Festival ad una pausa forza-ta di tre anni. Conclusi i lavori ed eseguita lanecessaria manutenzione all’organo, c’è ora ilproposito di riproporre, con gradualità, ilFestival Organistico Internazionale di Collalto,un evento di cultura che ha portato il nome diCollalto in tutto il mondo, richiamando sem-pre un pubblico numeroso ed affezionato ecollocando la manifestazione tra le più impor-tati e qualificate del Veneto.

si è esibita la Corale San Salvatore,diretta dal M° Gianni Bortoli,accompagnata all’organo dal M° Gian Luigi Borsoi. Lo strumento, interamente inlegno di noce, ha una consolle adue tastiere lavorate in legno dibosso ed ebano, una pedaliera aforma di raggiera concava contasti in rovere di Slavonia e diesisin ebano, un ventilatore silenzia-to. In tutto, le canne dell’organodi Collalto sono 1.324.Nel 2003 l’iniziale idea di pro-muovere dei concerti d’organonella chiesa di San Giorgio pren-de forma nel Festival OrganisticoInternazionale di Collalto, la cuidirezione artistica viene affidata

espressione del territorio. Oltre al M° Donato Cuzzato,hanno tenuto concerti d’organo a Collalto i Maestri Knud Vad - Danimarca,Vicente Ros Perez - Spagna,Sergio De Pieri - Italia,Manfred Brandstetter - Germania,Johannes Skudlik - Germania,Robert Burns King - USA,Bernhard Marx - Germania,Olivier Eisenmann - Svizzera,Rob Waltmans - Olanda,Frédéric Lédroit - Francia,Daniel Zaretsky - Russia,Jean-Christophe Geiger - Svizzera,José Enrique Ayarra - Spagna,Matti Hannula - Finlandia,Jean-Paul Imbert - Francia,

Il M° Donato Cuzzato e il tenore M° Francesco Grollo protagonisti nel2007 di un memorabile Concerto di Natale

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