Esportare negli Emirati Arabi Uniti

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In collaborazione con Relatrice: Dott.ssa Cristina Piangatello Seminario Esportare negli Emirati Arabi Uniti Legnano, 15 luglio 2015

Transcript of Esportare negli Emirati Arabi Uniti

In collaborazione conRelatrice: Dott.ssa Cristina Piangatello

Seminario

Esportare negli Emirati Arabi Uniti

Legnano, 15 luglio 2015

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Introduzione al mercato EAU

Quadro politico

Quadro economico

Import-export

Opportunità di business

Focus settoriali

Sistema fieristico

Accesso al mercato e normativa doganale

Documentazione per esportare

Imballaggi ed etichettatura

Info pratiche e Siti utili

Panoramica argomenti

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Gli Emirati Arabi Uniti sono composti dai seguenti sette Emirati (in ordine di estensione territoriale): Abu Dhabi, Dubai, Sharjah, Ras al-Khaima, Fujaira, Umm al-Qaywayn, Ajman. Superficie totale: 83.600 kmq

Lingua: Arabo (ufficiale) - Inglese (commerciale).

Negli Emirati è possibile sentir parlare urdu, hindi, bengali, pashto, malayalam, tamil, telugu, tagalog e cinese, oltre alle altre lin gue europee.

Religione: Il 76% della popolazione totale è musulmana (85% sunniti, 15% sciiti), l'8% è cristiana, mentre il 16% professa altre religioni, principalmente induismo e buddismo. Le religioni al di fuori dell'Islam sono seguite principalmente dagli stranieri residenti negli EAU o espatriati, sono tollerate ma non possono fare proselitismo.

Unità Monetaria: Dirham (Dh -AED) , diviso in 100 fils.

Cambio: fisso con dollaro; 1 USD=3.67 dh(1 Euro= 5.09 dh)

Informazioni Generali

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Gli Emirati Arabi Uniti

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Popolazione: su una popolazione totale circa 9 milioni di abitanti, gli arabi autoctoni rappresentano meno del 15% del totale.

Gli espatriati sono circa 7,3 milioni e provengono per circa il 50% dal subcontinente indiano; la comunità indiana conta più di 1,75 milioni di residenti, seguita da quella pakistana con circa 1,25 milioni e dai circa 500 mila bengalesi del Bangladesh. Oltre un milione di residenti è costituito da rappresentanti di altre comunità asiatiche in particolare Thailandia, Filippine e Afghanistan, mentre circa 500 mila residenti provengono da Europa, America, Australia e Sudafrica. Numerosa anche la presenza di iraniani, palestinesi, egiziani.

Circa l'88% della popolazione degli Emirati Arabi Uniti risiede in agglomerati urbani. Il restante 12% della popolazione vive in piccoli villaggi sparsi in tutto il Paese o presso i campi petroliferi nel deserto.

Densità: 99 ab/kmq

Tasso di crescita: 2,71%

Età media: 31 anni

L'aspettativa di vita media è di 77 anni, superiore a qualsiasi altro paese arabo.

Informazioni Generali

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Tabella distribuzione popolazione residente per sesso e fasce di età*

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Forma istituzionale: Federazione di sette EmiratiLa Federazione è stata istituita il 2 dicembre 1971 (dopo aver ottenuto l’indipendenza dalla Gran Bretagna) ed ha raggiunto la composizione attuale nel 1972.

Forma di governo: monarchia elettiva assoluta federale

Sede di governo: Abu Dhabi

Presidente: Sceicco Khalifa bin Zayed al Nahyan (sceicco di Abu Dhabi)‐

Primo ministro: Sceicco Mohammed Bin Rashid Al Maktoum (sceicco di Dubai)

Ciascuno dei sette Emirati, oltre a formare coi propri rappresentanti il governo federale possiede il proprio governo locale.

Capitale: Abu Dhabi. Dubai è il centro commerciale e finanziario.

Confini: Arabia Saudita a ovest e a sud, Oman a est

Membro di: CCG, Lega Araba, ONU, WTO e OPEC

Informazioni Generali

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Gli Emirati Arabi Uniti sono una realtà moderna, avanzata e dinamica.

Ottenuta l’indipendenza nel 1971, il Paese in 40 anni ha saputo trasformarsi in una delle economie più sviluppate del Medio Oriente, grazie a:

ingenti riserve di petrolio e gas naturale sfruttamento per fini commerciali e turistici della propria posizione geografica, strategicamente

posizionato fra Asia, Europa ed Africa

A contribuire alla crescita degli Emirati ha contribuito anche la stabilità politica interna: la famiglia regnante, al potere dalla nascita dello Stato, gode infatti dell’approvazione della popolazione locale grazie alla generosa distribuzione dei proventi petroliferi e a politiche sociali particolarmente attente al benessere dei cittadini di nazionalità emiratina (assistenza dalla ‘’culla alla tomba’’).

Alla luce di quanto accaduto nei Paesi interessati dalla cosiddetta “primavera araba”, negli EAU sono state adottate sapienti azioni preventive: da una parte si è reso ancora più capillare il monitoraggio del territorio, dall’altra sono stati varati interventi di sostegno per le regioni e i settori meno sviluppati, con finanziamenti straordinari destinati soprattutto agli Emirati del Nord.

Quadro politico

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Per rispondere poi direttamente alla crescente sensibilità verso i diritti politici e le libertà democratiche, si sta procedendo all’allargamento della base elettiva del Federal National Council (Parlamento con funzioni consultive) e all’ampliamento dei suoi compiti e delle sue funzioni.

Per quanto riguarda il contesto esterno, sicuramente la situazione in Siria e in Iraq destabilizza tutto il Medio Oriente e quindi anche gli Emirati Arabi; tuttavia il principale fattore di rischio per gli Emirati è rappresentato dalla vicinanza geografica dell’Iran: un eventuale aumento delle tensioni tra quel Paese e la comunità internazionale rischia infatti di avere pesanti ripercussioni sugli EAU, come accadrebbe ad esempio nel caso di una chiusura dello stretto di Hormuz e di una conseguente interruzione dei traffici marittimi.

La situazione è destinata a cambiare a breve per il recente accordo raggiunto con l’IRAN sul nucleare dalla comunità internazionale

In via cautelativa, gli Emirati hanno già realizzato un oleodotto che collega il Golfo Persico e l’Oceano Indiano e che consente di trasportare direttamente il greggio via terra, verso i terminali di esportazione oltre lo stretto di Hormuz.

Quadro politico

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Gli EAU rappresentano una fra le maggiori e dinamiche realtà della regione.

E’ il secondo produttore al mondo di petrolio (dopo Arabia Saudita) e il terzo per gas naturale (dopo Qatar e Arabia Saudita); occupa inoltre il quinto posto al mondo per riserve di petrolio (9,4% del totale mondiale), che ai ritmi di estrazione attuali assicureranno altri 100 anni di sfruttamento ( e di diffuso benessere).

La crescita economica degli EAU è stata particolarmente intensa nel periodo compreso fra il 2005 e il 2008, per poi rallentare a partire dalla fine del 2008, in coincidenza con la fase di recessione che ha investito i mercati internazionali, le difficoltà del comparto immobiliare di Dubai e la crisi debitoria della holding pubblica Dubai World.

Dopo la flessione degli anni 2008/2009 e la ripresa a partire dal 2010, ora il quadro si presenta stabile.

I principali indicatori economici sono positivi grazie anche alla politica di diversificazione economica di ciascun emirato che ha intrapreso percorsi alternativi in svariati settori, al fine di diminuire la dipendenza dal settore energetico, da cui comunque deriva la maggior parte degli introiti fiscali.

Il processo di diversificazione ha privilegiato i settori finanziario, immobiliare, servizi turistici e di hub per il commercio verso e dall’Asia.

Stante la turbolenza politica nell’area medio orientale, l’economia degli Emirati ha tratto vantaggio della relativa stabilità politica del Paese rispetto all’instabilità dei Paesi vicini e del buon livello di servizi offerti sia ai capitali finanziari in cerca di lidi più sicuri, sia in campo residenziale che turistico.

Quadro economico - contesto

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PIL : oltre 467 MLD Euro

PIL procapite : 50.100,00 Euro

Crescita reale del PIL : 4,7%

Composizione PIL: Industria (58,9%) servizi (40%), agricoltura (0,6%)

Avanzo pubblico: 5,9% del PIL

Debito pubblico: 30,7%

Inflazione : 2,8%

Disoccupazione: elevata tra gli autoctoni, soprattutto giovani, ma negli EAU c’è ottimo welfare.

Per il 2015 >> Crescita stimata del 3,8% per i consumi, del 6 % per gli investimenti e del 5,4% per gli investimenti in costruzione

Indicatori macroeconomici 2014

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Congiuntura economicaandamento principali indicatori ultimi 5 anni

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Situazione economica dei due principali emirati Abu Dhabi- Dubai

Abu Dhabi: l’Emirato con più alto peso economico (oltre il 50% del PIL complessivo), estrae il 95% degli idrocarburi della Federazione e possiede uno dei più grandi Fondi Sovrani al Mondo, ADIA.

Dubai: il secondo Emirato per superficie e d’importanza economica, con un peso pari a poco più del 30% del PIL totale, è l’Emirato economicamente più diversificato e integrato a livello internazionale. Priva di risorse energetiche, l’economia di Dubai primeggia nei servizi di trasporto, commercio, immobiliari e finanziari.

Punti di forza Punti di debolezza

Abu Dhabi

• maggiore Emirato produttore di petrolio• I proventi petroliferi continuano ad essere il fulcro delle entrate governative • è in testa al processo di coinvolgimento del settore privato nello sviluppo delle infrastrutture e dei servizi chiave, specie acqua ed energia

• Emirato più lento nel perseguire gli obiettivi di diversificazione economica • Emirato più resistente all’apertura agli investimenti esteri

Dubai • centro per il commercio e servizi nell’area del Golfo• posizione di preminenza nell’Asia meridionale nel suo complesso• ha concentrato i suoi sforzi sulla diversificazione dell'economia in settori industriali non petroliferi (ex. servizi)• obiettivo di diventare uno snodo commerciale regionale ed internazionale

• Ha dimostrato poco entusiasmo per la privatizzazione delle imprese

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Congiuntura economicaPrincipali indicatori di tutti gli emirati

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Partendo da queste basi, il Paese continua a scommettere sul futuro con progetti ambiziosi.

A novembre 2013 Dubai si è aggiudicata la realizzazione dell’Expo Universale 2020. Una parte importante degli investimenti nel settore delle costruzioni è rappresentato proprio dalla realizzazione del sito che ospiterà l’Expo.

Nel documento consegnato in occasione della presentazione della candidatura di Dubai, è stato stimato in 5.2 mld di Euro il costo per la costruzione della sede espositiva e delle infrastrutture che saranno direttamente destinate a servirla (incluse strade e metropolitana).

L’Expo verrà realizzato in un’area equidistante da Dubai ed Abu Dhabi: un complesso di 4.4 kmq a Dubai World Central (DWC), che includerà 700mila mq di padiglioni e spazi espositivi e 500mila mq di strutture permanenti.

Il sito avrà un carattere improntato alla sostenibilità ambientale anche nella progettazione dell’area espositiva, con strutture fotovoltaiche che genereranno il 50% dell’energia necessaria al suo funzionamento.

L’Expo sarà strategicamente posizionato vicino al Porto di Jebel Ali e soprattutto vicino al nuovo Al Maktoum International Airport, che sarà pienamente operativo prima del 2020.

Quadro economico - prospettive

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Gli Emirati Arabi Uniti

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Esportazioni totali degli EAU nel 2014 >>142,8 MLD di Euro-1,92% rispetto al 2013

Prodotti esportati>> Petrolio, gas, riesportazioni, pietre dure,

Export partners>> Japan 14.6%, India 11.4%, Iran 10.5%, South Korea 6.2%, Thailand 5.9%, Singapore 5.7%, China 4.4%

Importazioni totali degli EAU nel 2014>> 157.9 MLD di Euro +5,12% rispetto al 2013

Prodotti importati>> Macchinari e componenti, prodotti chimici, alimentari

Import partners>> China 14.7%, India 14%, US 10.8%, Germany 5.2%, UK 3,6%

Export opportunity index degli EAU>> 78/100

Import – Export – quadro generale

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Gli EAU rappresentano il 15° mercato di destinazione per l’Italia, ma il 1° mercato di sbocco per le nostre imprese nell’intero mondo arabo; l’Italia si posiziona al settimo posto in assoluto tra i fornitori del Paese e terzo tra i partners europei (dopo Germania e Regno Unito).

Quota di mercato per l’Italia: circa 3%

Dopo il periodo di recessione seguito alla crisi finanziaria di Dubai, che nel 2009- 2010 aveva visto l’interscambio commerciale bilaterale limitarsi a valori non superiori ai 4,1 mld di euro, il successivo biennio ha fatto registrare una notevole ripresa dei flussi commerciali.

A partire dal 2011 si è infatti assistito ad un netto miglioramento nell’interscambio commerciale, con il raggiungimento dei 4,7 mld di euro di esportazioni, con un aumento del 28,3% rispetto al 2010.

La progressione nelle relazioni commerciali bilaterali si è confermata nel 2012, quando le nostre esportazioni verso gli Emirati hanno raggiunto la cifra record di 5,5 miliardi di euro, con un incremento rispetto al 2011 del 16,5%.

Anche nel 2013 l’interscambio commerciale ha continuato a registrare un trend positivo, seppur contenuto, attestandosi su livelli di poco superiori rispetto al 2012.

Le voci merceologiche che nel 2013 hanno maggiormente contribuito all’incremento del nostro export verso gli Emirati sono state: articoli di gioielleria e preziosi, meccanica, beni di consumo e agroalimentare.

Opportunità di Business Interscambio commerciale Italia-EAU (2011-2014)

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Negli stessi anni, anche le importazioni dagli EAU, soprattutto dei prodotti Oil&Gas, ha avuto un considerevole aumento; tuttavia la bilancia commerciale rimane nettamente in favore dell’Italia, con un saldo positivo di oltre 4 mld di euro nel 2013.

I dati relativi al 2014 invece indicano un sostanziale arresto del trend registrato negli ultimi anni, pur mostrando alla fine una certa ripresa nei valori di export rispetto ai livelli registrati nella prima parte dell’anno. I valori dell’export nel 2014 si sono attestati sui 5,3 MLD di Euro, con una flessione del 3,6% rispetto al 2013.

In flessione, export di macchinari e di prodotti di gioielleria, componenti meccaniche

In crescita: prodotti alimentari e bevande, abbigliamento e pelletteria, prodotti farmaceutici, prodotti in gomma e materie plastiche, prodotti chimici, mobili, autoveicoli.

Più netta la flessione delle nostre importazioni dagli EAU, che ha registrato un -51,8%, dimezzando quindi il valore di oltre 1,3 miliardi di Euro registrato nel 2013.

Nonostante i dati non del tutto positivi del 2014, si ritiene che l’incremento potenziale, rispetto agli attuali 5,3 MLD di Euro, dell’export italiano verso gli EAU entro il 2018 possa superare i 2 MLD di Euro.

I dati del primo trimestre 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014 risultano incoraggianti, attestandosi su un + 16,8%.

Opportunità di Business Interscambio commerciale Italia-EAU (2011-2014)

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Interscambio commerciale Italia-EAU – dati statistici

Interscambio commerciale Italia EAU per settori - anno 2014>>

Interscambio commerciale Italia EAU per prodotti - anno 2014>>

Interscambio commerciale Italia EAU per settori - I trim. 2015>>

Interscambio commerciale Italia EAU per prodotti - I trim. 2015>>

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Secondo le previsioni SACE, gli EAU, come del resto tutti i Paesi del Golfo, rappresenteranno l’area più dinamica per l’export italiano nei prossimi quattro anni.

dal 2015 al 2018, le vendite italiane nei principali mercati della regione - Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Qatar – cresceranno a un tasso medio annuo del 9% circa.

La costante crescita demografica e i guadagni esentasse hanno determinato un forte aumento della domanda di aree destinate ai servizi al dettaglio.

il settore delle vendite (retail) è, dopo il settore petrolifero, al secondo posto nell’economia non solo emiratina ma di tutti gli stati del Golfo.

Gli Emirati Arabi ospitano alcuni dei centri commerciali più grandi al mondo e sono la principale destinazione per lo shopping e le riesportazioni per il Medio Oriente, l’Europa e l’Asia

gli EAU sono stati eletti come miglio Paese per lo shopping di marca e di alta qualità.

La domanda sarà sempre più orientata verso un maggiore livello di sofisticazione, innovazione e ricerca di qualità negli acquisti, creando opportunità per i beni di lusso, moda e wellness.

Opportunità di Business Cosa vendere negli EAU

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Le principali opportunità per l’imprenditoria italiana riguardano quindi le produzioni orafe e di gioielli, il settore dell’arredo, abbigliamento e accessori, cosmetici.

In crescita anche i tradizionali settori dei macchinari industriali e dei prodotti dell’industria meccanica

Buone prospettive di espansione in numerosi segmenti quali quelli delle attrezzature turistiche, l’energia, l’edilizia, la protezione ambientale, l’agroalimentare, i servizi e le attrezzature sanitarie.

puntare quindi sui prodotti belli e ben fatti: beni finali di fascia medio alta dei settori alimentare, arredamento, abbigliamento e tessile casa, calzature, occhialeria, oreficeria, gioielli, ma anche prodotti cosmetici e medicali.

Opportunità di Business per il Made in Italy

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Gli Emirati Arabi Uniti importano circa il 90% dei prodotti alimentari (autosufficienza solo per il pesce)

Il mercato locale riconosce e apprezza la qualità dei prodotti alimentari italiani

Nel Paese la domanda di importazioni è in continua crescita: secondo le stime dell’Economist Intelligence Unit, le importazioni degli EAU nel settore food saliranno a 5.5 mld di USD nel 2015, per poi raggiungere gli 8.4 mld di USD entro il 2020, soprattutto in vista dell’EXPO.

L’import è destinato a crescere per una serie di fattori, fra cui l’aumento della popolazione residente e la forte domanda di prodotti importati da parte degli stranieri che vivono nel Paese, la significativa espansione del settore turistico e l’alto numero di nuovi hotel e resort aperti negli Emirati Arabi negli ultimi anni.

Il mercato degli alimentari negli Emirati è controllato in gran parte da aziende d’importazione e distribuzione con sede a Dubai: circa l’80% delle importazioni di alimentari entri nel Paese attraverso il porto di Dubai.

Il governo nell’ultimo decennio ha favorito lo sviluppo di aziende di trasformazione alimentare (circa 150 impianti attivi)

Opportunità di Business Cosa vendere – prodotti alimentari e bevande

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Il settore della ristorazione del Paese è un mercato molto redditizio: sono presenti oltre 11.000 esercizi di ristorazione, di cui oltre 4.000 a Dubai e 3000 ad Abu Dhabi. Questi ristoranti servono cucina tradizionale ma anche cucina europea, americana, cinese, tailandese, indiana.

Il sistema di distribuzione e di vendita all’ingrosso degli alimentari negli Emirati Arabi Uniti è avanzato, ben attrezzato e diretto

Importatori e produttori di alimenti vendono direttamente ai negozi al dettaglio: circa il 65% delle vendite totali al dettaglio viene realizzata da supermercati e ipermercati

I più grossi punti vendita agiscono anche come importatori per certi prodotti che rivendono direttamente ad altri punti vendita in tutta la Federazione.

Il valore annuale del mercato alimentare della distribuzione al dettaglio è stimato intorno ai 2.7 miliardi di dollari.

La cifra media spesa dalle famiglie per gli alimenti è pari a 3.600 USD annui.

Opportunità di Business Cosa vendere – prodotti alimentari e bevande

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L’export italiano di alimentari, pur risentendo della crisi del 2008-2009, ha comunque registrato sempre un trend positivo negli ultimi 5 anni.

Il prodotto alimentare finito maggiormente importato negli Emirati Arabi Uniti è la pasta, mentre nel settore ortofrutticolo è particolarmente alta la fornitura italiana di kiwi. In termini di quote di importazione, la fornitura italiana di kiwi è molto alta, rappresentando quasi il 42% del valore totale della specifica categoria del settore frutticolo. Altri prodotti che soddisfano la domanda degli Emirati sono le pesche (32%) e le susine (6%).

La dipendenza dall’importazione di prodotti ortofrutticoli quali i pomodori, i cetrioli, le fragole e i datteri è ridotta grazie all’aumento della produzione domestica, anche se il valore delle importazioni rimane importante.

Per quanto riguarda i prodotti di derivazione animale, i prodotti italiani maggiormente importati negli EAU sono formaggi e latticini.

Non ci sono limitazioni all’importazione di prodotti alimentari, eccetto determinate restrizioni per la carne di maiale e per le sostanze alcoliche (che possono essere importate solo da distributori autorizzati).

Opportunità di Business Cosa vendere – prodotti alimentari e bevande

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Anche la vendita di bevande analcoliche negli ultimi anni ha registrato una forte crescita in termini di valore e di volume.

Il consumo pro capite di bevande analcoliche nella regione è pari a 31,8 litri (più basso rispetto ai 37.2 litri nei Paesi dell’area asiatica e pacifica), ma la popolazione della regione ha un’alta percentuale di giovani, un fattore che dovrebbe guidare la crescita dei consumi.

Principali competitor: Pepsi e Coca-Cola, Red Bull (molto popolare per l’attività di marketing e di promozione svolte nel Paese, es. gara di Formula Uno a Abu Dhabi).

Esistono tuttavia sul mercato anche altri attori importanti, a cominciare dalle società nazionali che portano sul mercato acqua in bottiglia e succhi di frutta e verdura.

Si segnala che la diffusione di una maggiore consapevolezza rispetto ai rischi per la salute, provocati di abitudini alimentari sbagliate, ed alcuni provvedimenti del governo (come il divieto di vendita di bibite gassate nelle scuole, adottato in alcune parti del Paese, o la tassa proposta sulle bevande analcoliche nei mercati del GCC o le campagne informative sui danni causati dall’alto contenuto di zuccheri di molte bevande ) ha iniziato ad influenzare le vendite di alcune categorie di bevande analcoliche: molti produttori di bibite hanno quindi sviluppato bevande a basso contenuto calorico (o pari a zero), che oggi sono i marchi leader all’interno delle loro categorie.

Opportunità di Business Cosa vendere – prodotti alimentari e bevande

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Il vino viene tassato fortemente (dazio al 50 % oltre a eventuale tassa municipale al 30% di cui la bottiglia può essere gravata nella vendita al dettaglio).

I canali di distribuzione per il vino sono decisamente concentrati e sono solo 5 le società autorizzate ad importarlo.

Nel rispetto della religione islamica, infatti, il vino è sottoposto ad alcuni vincoli per cui l’acquisto può aver luogo solo presso punti vendita autorizzati, dotati di una licenza specifica.

Il consumo può aver luogo in ristoranti ed alberghi, mentre in talune aree del Paese (come ad esempio l’Emirato di Sharjah) ne è completamente vietato l’acquisto, il trasporto e il consumo.

Negli Emirati, il settore della Ristorazione (HORECA) è relativamente più ampio di quello al Dettaglio, data l’importanza del business legato al turismo e ai viaggi d’affari.

Non esistendo stime precise delle percentuali relative, approssimativamente si può dire che il Dettaglio rappresenta circa il 40% del mercato totale, mentre la Ristorazione il 60%.

In generale, i prezzi sono diventati un fattore fondamentale nella scelta di distribuire un prodotto importato e, in questo senso, i produttori locali che offrono prodotti esenti da dazi e costi di trasporto si trovano in una posizione privilegiata.

Opportunità di Business Cosa vendere – prodotti alimentari e bevande

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Il mercato è in pieno sviluppo e I prodotti italiani, in modo particolare per la loro qualità, sono sempre la prima scelta per coloro in grado di acquistarli: il Made in Italy griffato costituisce ancora uno status symbol per chi lo indossa e, per i locali, un segno di distinzione.

Non è tuttavia facile affermare un prodotto italiano solo per la sua qualità: data l’elevata presenza di prodotti di provenienza asiatica a prezzi contenuti, gli importatori/grossisti mirano ai quantitativi, finendo per non essere interessati a sostenere i costi per affermare prodotti di nicchia

I consumatori pretendono comunque la possibilità di scelta tra il maggior numero di modelli possibile. Pertanto il design è la chiave per conquistare quote di mercato negli Emirati. Gli acquirenti richiedono nuovi prodotti e nuove idee, in breve, continue novità.

L’abbigliamento griffato ha un ottimo riscontro a Dubai, vero e proprio “tempio” dello shopping, rispetto agli altri Emirati. I prodotti delle più importanti firme vengono commercializzati dalle principali società presenti nei principali shopping mall di Dubai: Saks Fifth Avenue, Splash, Jashanmals, Bin Hendi, ecc.

Le firme italiane sono presenti in Dubai all’interno dei numerosi centri commerciali che si trovano in città. Tra le firme principali ricordiamo : Prada, Gucci, Cavalli, Dolce & Gabbana, Trussardi, Ferre’, Armani, Mariella Burani (aperto l’anno scorso presso lo shopping Mall Wafi City).

Opportunità di Business Cosa vendere – abbigliamento/accessori

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La continua costruzione di nuove abitazioni ed uffici, la crescita nel livello medio del salario, la disponibilità a titolo gratuito di abitazioni per i cittadini di nazionalità emiratina, hanno determinato una crescita progressiva della domanda di mobili.

Le prospettive settoriali sono ancora più promettenti per congiuntura economica generale grazie all’Expo 2020 aggiudicato da Dubai: milioni di turisti sono attesi nel paese e decine di migliaia di nuove stanze d’albergo da inaugurare entro quell’anno.

La domanda di mobili può essere divisa in nuova domanda per l’arredamento di nuovi uffici, alberghi o abitazioni e domanda di sostituzione di vecchi mobili (per edifici già esistenti e già arredati), che proviene dal desiderio di cambiare e dai diversi gusti ed esigenze dei consumatori sopravvenuti.

1. L’Italia è in prima fila per trarre beneficio da questo comparto: è il secondo Paese esportatore di prodotti di arredo destinati al settore turistico negli Emirati Arabi Uniti, dopo la Cina.

Circa un quinto della domanda riguarda la mobilia e il 7% apparecchi elettrici per l’illuminazione. Queste due categorie hanno rappresentato rispettivamente il 58,6% e 22,8% delle esportazioni di arredamento italiane nel Paese nel 2013.

Opportunità di Business Cosa vendere – mobili/arredo

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Gli Emirati Arabi sono diventati il maggiore centro commerciale della regione del Golfo grazie alla loro posizione strategica.

Dall’anno 2005, il mercato interno è cresciuto con importazioni che sono più che raddoppiate in 4 anni.

Le importazioni dalla Cina sono aumentate più che le importazioni totali, passando dal 31% al 47% del totale.

Le importazioni italiane sono cresciute di pari passo a quelle totali, continuando a rappresentarne circa il 13%.

I mobili italiani continuano ad avere un grande apprezzamento tra i consumatori e gli importatori locali: il prodotto italiano, infatti, gode di largo prestigio in tutto il Paese e gli esportatori italiani possono e devono guardare al mercato degli Emirati sempre più come un trampolino di lancio per la penetrazione commerciale in altri mercati del Golfo, del Medio Oriente e del Sub Continente indiano.

Nonostante la crescita, tuttavia quello degli Emirati rimane un mercato relativamente piccolo. Le esportazioni italiane di questi prodotti negli Emirati corrispondono al 20% delle esportazioni italiane degli stessi prodotti in Gran Bretagna.

Germania, USA, Inghilterra ed Egitto sono altri concorrenti importanti.

Opportunità di Business Cosa vendere – mobili/arredo

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Il mercato dei mobili e degli arredi degli Emirati, tanto per quanto riguarda il settore residenziale che commerciale, alberghiero e degli uffici, è sempre stato presentato e venduto come un mercato di lusso; tuttavia:

- queste aspettative di qualità sono spesso smentite dalla realtà, poiché di fatto solo un numero limitato di progetti utilizza materiali e rifiniture degni di essere definiti “di lusso”

- nella mentalità araba, lussuoso è tutto ciò che sia firmato, dorato, sfarzoso, apparentemente caro, ma non necessariamente di alta qualità e non necessariamente costoso

Nonostante la crisi e la concorrenza asiatica, il mercato dell’interior design e dell’arredamento negli EAU presenta ancora molte opportunità per aziende italiane che vogliano offrire i propri servizi.

La qualità, però, non rappresenta sempre la variabile di maggior peso nelle decisioni d’acquisto e di assegnazione di lavori di interni.

Per questa ragione la concorrenza locale, che lavora con un livello di qualità decisamente inferiore alla media italiana, ha comunque un vantaggio notevole in termini di prezzo, sia per la presenza sul mercato, sia per il basso costo della manodopera utilizzata.

• Le imprese italiane che offrono servizi chiavi in mano possono ottenere progetti interessanti solo se sono in grado di operare sul mercato direttamente o attraverso un partner locale.

Opportunità di Business Cosa vendere – mobili/arredo

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Catene di distribuzione e negozi Negli Emirati vi sono piu di 2000 aziende specializzate in mobili e articoli di decorazione.

Studi di architettura e designGli studi di architettura e di interni, 946 in tutti gli Emirati, sono concentrati a Dubai.Sono fondamentali per la selezione dei prodotti usati nei progetti.In alcuni casi importano direttamente il prodotto o lo fanno a nome del cliente.

ContractorI contrattisti di progetti residenziali, alberghieri e commerciali sono tra gli importatori più rilevanti di mobili, illuminazione, tappeti e tende.

>> Gli emiratini preferiscono uno stile anticheggiante, con decorazioni ricche di oro e di cristalli, ma si registra una domanda crescente per mobili di stile contemporaneo.

Opportunità di Business Cosa vendere – mobili/arredo

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Gli EAU rappresentano il mercato dove le vendite di prodotti cosmetici hanno registrato i maggiori volumi, pari a circa 331,3 milioni USD nel 2014 (più o meno il 24% in più rispetto al 2011). Tra le categorie merceologiche più diffuse rientrano sia i cosmetici di alta qualità che di massa, soprattutto i prodotti per il make-up, i prodotti per la cura della pelle, i prodotti per la cura dei capelli e delle unghie, i profumi e i prodotti per le SPA.

In quest’ultimo ambito, gli EAU guidano il mercato con un aumento del 15% negli ultimi due anni e un’ulteriore crescita stimata nel 2017 (+33,3% rispetto al 2012) a riprova del significativo potenziale esistente in questo comparto.

Anche i prodotti per unghie e capelli - con un previsto aumento del 27% da qui al 2017 - e i profumi - con una stimata spesa totale di circa 307 milioni USD nel 2017- rappresentano gli altri comparti con interessanti prospettive di crescita per i prossimi anni.

Accanto ai segmenti di nicchia e quelli “giovani”, si segnala, inoltre, una crescente importanza per i prodotti naturali ed organici.

La maggiore propensione agli acquisti di queste tipologie di prodotti è, peraltro, stimolata da una maggiore articolazione dei canali di vendita, da quelli specifici per la cosmesi (con l’ausilio di expert sales assistant) ai saloni di bellezza, nail bar, farmacie e studi di chirurghi plastici, oltre che i supermercati per i prodotti di base e di massa.

Molte multinazionali presenti in loco puntano, inoltre, sulla pubblicità dell’intero marchio – in termini di packaging, ingredienti e proprietà dermatologiche – e non solo sui singoli prodotti.

Opportunità di Business Cosa vendere – prodotti cosmetici

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Il mercato biomedicale emiratino è un mercato ricco e promettente: secondo i rapporti internazionali più recenti, il solo mercato mediorientale vale oggi circa 74 miliardi di dollari, con un tasso di crescita annua vicino al 16%.

La spesa sanitaria dei paesi GCC è destinata a raggiungere i 60 miliardi di dollari entro il 2025 e le vendite di prodotti farmaceutici, 1.3 trilioni di dollari entro il 2020.

La questione salute è particolarmente sentita dal governo emiratino: lo stesso Ministero della Salute si è reso direttamente protagonista di alcune iniziative e campagne di sensibilizzazione mirate a diffondere maggiore consapevolezza presso la popolazione locale e ad incoraggiare l’attività fisica e un’alimentazione più sana a fronte di una certa sedentarietà e di abitudini alimentari letteralmente stravolte nel giro di pochi anni con l’apertura del paese all’esterno.

L'Autorità Sanitaria di Dubai (Dubai Health Authority) sta trattando con le organizzazioni del settore privato per sviluppare un'iniziativa comune per promuovere il turismo medicale nell‘Emirato, che si aspetta di vedere un aumento del numero di pazienti provenienti soprattutto da Paesi del GCC, Medio Oriente e della regione del Nord Africa (MENA) e del Sud Asia.

La domanda interna è molto alta e non è soddisfatta internamente, bensì tramite l’uso di materiali e attrezzature di importazione.

Opportunità di Business Cosa vendere – prodotti medicali

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La richiesta è stata particolarmente forte negli Emirati Arabi, dove, in generale, la domanda di gioielli risulta molto solida, stimolata dall’elevato potere di acquisto della popolazione di nazionalità locale, e, in parte, ulteriormente condizionata dagli afflussi turistici e dai numerosi espatriati provenienti da Asia, Africa e Paesi arabi, oltre quelli occidentali.

La domanda è concentrata in misura maggiore a Dubai, che rappresenta il principale mercato di sbocco, anche grazie alla sua posizione strategica rispetto alle rotte mercantili e agli scambi via terra, seppure anche Abu Dhabi e Sharjah stiano assumendo una crescente rilevanza.

Per l'Italia, in particolare, gli EAU rappresentano il principale destinatario delle esportazioni di oreficeria, coprendo quasi il 21% del totale delle esportazioni italiane nel settore.

Per quanto concerne la struttura distributiva emiratina, il mercato della vendita all'ingrosso è ben strutturato mentre quello al dettaglio risulta alquanto frammentato.

Per questo motivo può essere più fruttuoso rivolgersi ad un grossista, che conosce meglio le tendenze del mercato e che può procedere con volumi di acquisto più consistenti.

le ultime tendenze hanno denotato una prevalenza dell’oro 21-22k, venduto attraverso gli operatori locali ubicati nei mercati tradizionali. In questo caso, il prezzo dipende generalmente viene dato dal peso dell'oro più che dalla lavorazione.

L'oro 18k è, invece, commercializzato prevalentemente presso i negozi di lusso e quelli situati all’interno dei grandi alberghi, con i prezzi che variano in funzione del brand e del design esclusivo.

Opportunità di Business Cosa vendere – oreficeria/gioielleria

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I progetti relativi alla realizzazione dell’EXPO 2020 (Connecting Minds, Creating the Future) si inseriscono in un’ampia programmazione di interventi nel settore infrastrutturale e dei trasporti, alcuni già realizzati, altri in corso di realizzazione e altri in progettazione:

- Aeroporti (ingrandimento aeroporto di Abu Dhabi, nuovo aeroporto di Jebel Ali, ampliamento terminal aeroporto di Dubai)

- Piano di sviluppo dei trasporti urbani a Dubai (costruzione metro leggero driverless, costruzione linea tram, realizzazione di un sistema di trasporto marittimo urbano, costruzione metropolitana ad Abu Dhabi, rete ferroviaria nazionale, in collaborazione con altri Paesi GCC, primo sistema di trasporto pubblico verde al mondo

- Riorganizzazione assetto urbano di Dubai (Dubai Urban Development Framework)

- Riorganizzazione assetto urbano di Abu Dhabi (The Abu Dhabi Economic Vision 2030 – progetto ispirato al concetto di Estidama, che cerca di coniugare un’architettura sostenibile con le tradizioni regionali)

Opportunità di Business Dove Investire – infrastrutture e trasporti

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I contratti e gli ordini più importanti sono quelli del governo, delle agenzie governative o delle aziende pubbliche, assegnati tramite gare di appalto.

Le gare più importanti sono aperte a livello internazionale

Le aziende straniere devono avere un agente locale ed essere in grado di pagare la garanzia di esecuzione >>Performance Bond (deposito cauzionale in contanti in caso di inadempienza)

Per poter firmare contratti, le società straniere devono aprire una filiale locale o una società locale.

In Arabia la maggior parte degli acquisti del governo sono fatti solo attraverso società locali.

Opportunità di Business Dove Investire – Partecipazione alle gare pubbliche

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Abu Dhabi ospita la sede di IRENA, l’Agenzia Internazionale per le energie rinnovabili e una manifestazione annuale (Abu Dhabi Future Energy Week) con eventi incentrati su progresso dell’energia rinnovabile e sullo sviluppo di soluzioni pratiche per mitigare il cambiamento climatico

Inoltre, la MASDAR, compagnia pubblica diretta emanazione del governo di Abu Dhabi, intende realizzare entro il 2016 la prima città al mondo ad emissioni zero di CO2 (MASDAR City).

Altri progetti verdi:

• rete di autobus di Sir Bani Yas• scuole eco-sostenibili• raccolta sotterranea dei rifiuti• costruzione di una rete per la cattura ed il deposito di emissioni di carbonio per quattro gruppi

di strutture industriali: Emirates Steel, Emirates Aluminium, un impianto per produzione di idrogeno e centrali elettriche che producono il 70% delle emissioni totali

Vi è certo un trend di nuovi investimenti nei sistemi di riscaldamento solare e di risparmio di energia in generale, ancora nella fase iniziale dello sviluppo del settore, che sarà completamente maturo solo tra qualche anno.

Opportunità di Business Dove Investire – Energie rinnovabili

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All’Expo 2020 sono attesi 25 mln di visitatori, il 71% dei quali – per la prima volta nella storia dell’evento - proverrà da Paesi diversi da quello ospitante: questo significa che gli Emirati Arabi Uniti dovranno essere pronti ad accogliere oltre 17 mln di turisti.

L’incremento di turisti previsto nel periodo 2011-2020 è pari all’8 %.

Dubai in particolare è la meta turistica n. 1 nella regione MENA (Medio Oriente e Nord Africa) per spesa turistica pro-capite e si trova al n. 10 tra le destinazioni più gettonate del mondo.

Dubai è anche la città con più alberghi in costruzione al mondo , seguita da Abu Dhabi.

Attualmente, il settore occupa il 14% della forza lavoro, con previsione di aumento del 5,5% all’anno fino al 2020.

Le ottime prospettive legate al turismo sono determinate da due circostanze:- La turbolenza dell’area sta spostando masse di turisti da Egitto o altre mete nordafricane o

mediorientali verso Dubai

- L’aumento di turisti cinesi e russi, con elevata capacità di spesa

Opportunità di Business Dove Investire – Turismo e Costruzioni

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I nuovi progetti alberghieri già in fase di realizzazione sono moltissimi

Attualmente a Dubai ci sono circa 580 hotel, per oltre 75.000 tra camere e mini appartamenti in residence; in previsione ci sono ulteriori 20.000 camere. Tra i progetti si segnalano:

Palazzo Versace Hotel & Resort, nell’area di Festival City

le Damac Towers by Paramount nel quartiere Downtown

le numerose strutture ricettive di alto livello che interessano l’area di Palm Jumeirah: Viceroy Dubai, Waldorf Astoria-the Crescent, completamento di Dubai Pearl (4 torri a 73 piani che comprendono residenze e hotel), Nakheel Mall, che ospiterà anche un centro commerciale a 5 piani, un hotel a 5 stelle, ristoranti di lusso e un Butterfly Park

Molto si sta facendo anche ad Abu Dhabi, che negli ultimi anni sta cercando di promuoversi come attrazione turistica alternativa a Dubai.

Nella capitale sono già aperti i cantieri per la realizzazioni di 15 nuovi alberghi, mentre almeno altri 12 seguiranno a breve; in particolare si segnalano i quattro i progetti alberghieri ultimati o pianificati a Saadiyat Island: St. Regis Resort, Shangri-La Hotel, Sadiyat Rotana Resort e Park Hyatt Hotel and Villas.

Opportunità di Business Dove Investire – Turismo e Costruzioni

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Il settore del Real Estate ha subito una battura d’arresto nel periodo della crisi finanziaria, che ha portato sospendere o a cancellare centinaia di progetti immobiliari e a ritardarne la realizzazione degli altri previsti (Palm Jebel Ali, Palm Deira, The World).

La bolla speculativa ha riguardato soprattutto Dubai, e ne ha causato il forte indebitamento, ma non ha risparmiato alcun emirato.

I cantieri comunque vanno avanti, soprattutto ad Abu Dhabi. Fra i tanti interventi previsti, va menzionato il grandioso progetto di sviluppo che riguarda l’intera area di Saadiyat Island, posta a 500 mt dalla costa di Abu Dhabi.

L’isola sarà il nuovo distretto culturale della capitale ed ospiterà un’estesa concentrazione di istituzioni culturali di altissimo livello, fra cui i musei del Louvre e del Guggenheim, oltre al Museo Marittimo, al National Zayed Museum e al Performing Arts Centre, dedicato alla musica, alla danza, all’opera e al teatro.

A Saadiyat Island è anche prevista la realizzazione di abitazioni private per famiglie, ville di lusso, aree commerciali con negozi, bar e ristoranti, Golf Club e il Montecarlo Beach Club.

Opportunità di Business Dove Investire – Turismo e Costruzioni

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La ripresa del mercato si è fatta sentire anche a Dubai.

Il governo di Dubai ha recentemente annunciato la realizzazione di un nuovo insediamento urbano, denominato Sheikh Mohammed bin Rashid City, frutto di una joint venture tra Dubai Holding e Emaar Properties.

Il progetto comprende la costruzione del più grande centro commerciale del mondo, di un parco tematico ispirato agli Universal Studios e di un parco più grande di Hyde Park a Londra

I temi del nuovo progetto saranno il turismo familiare, il commercio al dettaglio e gallerie d'arte

La nuova città includerà il progetto di giardini Mohammad bin Rashid. Altri progetti in corso: realizzazione di Dubailand Aviation City ad Al Ain ricostruzione di 12.500 unità abitative realizzate prima del 1990 ad Abu Dhabi

>> Ingenti, quindi, i fondi che saranno investiti nei prossimi anni nel comparto delle infrastrutture e dei trasporti, nel settore ospitalità e immobiliare e nel campo della produzione e distribuzione di energia, ambiti in cui si aprono grandi possibilità di business per le imprese italiane.

Opportunità di Business Dove Investire – Turismo e Costruzioni

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Gli Emirati Arabi sono una delle destinazioni più interessanti per chi intende avviare una propria attività. Non sussistono difficoltà di fondo per operare negli Emirati, sia in caso di presenza stabile in loco, sia in caso di collaborazioni temporanee.

Tuttavia è sempre bene tener presente che gli EAU, per quanto abbiano adottato modelli e stili di vita vicini a quelli occidentali, rimangono un Paese di cultura araba e di religione islamica. È dunque opportuno che i comportamenti siano sempre rispettosi dei valori locali: nella vita sociale così come nei rapporti d’affari.

Gli Emirati Arabi sono tra i Paesi con il fisco più leggero per le imprese: negli UAE si paga infatti mediamente il 14,9 sui profitti, mentre in Italia (al 131° posto) la quota sale al 68,3%.

A questo si aggiungono altri vantaggi oggettivi: il costo relativamente contenuto della manodopera (in maggior parte immigrata), i bassi costi energetici e una politica di attrazione dei capitali stranieri portata avanti dal Governo nel quadro di una costante crescita economica.

La struttura privilegiata dagli investitori stranieri per avviare un’attività imprenditoriale negli EAU solitamente è quella della LLC (Limited Liability Company), equivalente dell’italiana S.r.l. Questa società può essere costituita da un numero di soci che varia tra 2 e 50, la responsabilità è limitata al capitale apportato in società e non è richiesto un capitale sociale minimo.

Il Diritto Societario prevede che una LLC possa intraprendere qualunque tipo di attività legale ad esclusione di servizi assicurativi, di attività bancarie e d’investimenti di denaro di terzi.

Il vincolo più stretto per le LLC è quello della proprietà: in una società di questo tipo la quota straniera massima è del 49% mentre il restante 51% deve essere detenuto da un il partner locale (tranne che nelle free zone, si veda più avanti).

Accesso al mercato - Fare impresa negli EAU

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Tuttavia: - la distribuzione dei profitti può non essere proporzionale alle quote di capitale sociale, se un’apposita clausola viene inserita nello statuto. - si possono conferire ampi poteri all’amministratore nominato dal socio estero (che può essere anche unico) - si possono prevedere per le decisioni assembleari maggioranze qualificate in modo da non consentire al socio locale di deliberare autonomamente.

In caso di silent partner (ovvero di soci locali non attivi in seno alla società) occorre concordare con esso la corresponsione di contributi annui fissi (lump sum fees) eventualmente incrementabili in ragione dello sviluppo del business.

>> Ogni società deve avere un ufficio approvato dall’autorità competente, un conto bancario presso una banca locale e deve nominare i revisori dei conti.

E’ in avanzata fase di preparazione una nuova legge che consentirà a soggetti stranieri di detenere l'intero capitale sociale delle imprese registrate negli Emirati Arabi Uniti ed operanti in determinati settori produttivi ritenuti strategici.

Il provvedimento ha lo scopo di aumentare gli investimenti stranieri, poiché le restrizioni alla piena proprietà del capitale sociale sono sempre state considerate come una delle principali ragioni che limitavano gli investimenti di soggetti non emiratini.

Importanza del ruolo dell’agente locale per la distribuzione e la commercializzazione dei prodotti: incarico richiesto in esclusiva dal partner locale, ma che l’azienda dovrebbe contrattare per un tempo determinato

Accesso al mercato - Fare impresa negli EAU

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Gli EAU, fin dalla costituzione in Stato federale, hanno aperto l'economia agli investitori stranieri e ai trader mondiali. Ogni Emirato ha creato una o più zone franche nel rispettivo territorio per promuovere il commercio estero. Nel territorio emiratino sono presenti 36 zone franche.

La Free Zone offre agli investitori i seguenti vantaggi: Proprietà straniera al 100% Nessuna imposta sulle società per 15 anni; rinnovabile per ulteriori 15 anni Libertà di rimpatriare il capitale e il reddito Nessuna imposta sul reddito personale Completa esenzione dai dazi doganali per le merci in transito (purché non siano introdotte nel

territorio nazionale) Nessuna restrizione valutaria Snellimento delle procedure per la costituzione delle società «Sportello unico” per il rilascio di licenze, visti e di ogni altra certificazione la costituzione di

società nella Free Zone Facilitazioni per le assunzioni Comunicazione moderna ed efficiente Infrastrutture all'avanguardia Posizione privilegiata, in prossimità di porti marittimi, aeroporti e dogane con le relative

strutture logistiche Disponibilità di uffici e magazzini in locazione

Accesso al mercato - Free trade zone

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In genere, la maggior parte delle zone franche emettono i seguenti tipi di licenze (fatta eccezione per Dubai Internet City, Dubai Media City, Dubai HealthCare City e altre zone franche che fanno parte del gruppo Dubai Holding):1. Licenza commerciale2. Licenza industriale3. Licenza di servizi4. Licenza industriale nazionale

COSTITUZIONE DI SOCIETÀ NELLE FREE ZONE

Sono previste sostanzialmente tre tipologie di società all’interno delle Free Zone:Branch di società estera o emiratina, Free Zone Company e Free Zone Establishment.

Branch di società estera o emiratina: consiste in una filiale locale di una società estera o emiratina. La Branch non costituisce un’entità autonoma, in quanto è semplicemente un’emanazione della casa madre e può comportare qualche limitazione per la conduzione di alcune attività come quelle di trading.

Free Zone Company: è una società a responsabilità limitata completamente separata, formata da un minimo di 2 ad un massimo di 5 azionisti.

Free Zone Establishment: è una società posseduta interamente da un azionista sempre con responsabilità limitata.

Accesso al mercato - Free trade zone

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Nata nel 1985, Jafza è diventata in meno di 30 anni una delle free economic zone più dinamiche di Dubai: 27 anni fa Jebel Ali Free Zone accoglieva appena 19 aziende ed oggi ospita una business community composta da oltre 7.300 società, fra cui 120 compagnie che rientrano nella lista Fortune Global 500 (la lista compilata e pubblicata ogni anno dalla rivista Fortune, che classifica i primi 500 gruppi economici mondiali misurati sulla base del loro fatturato).

Situata nell’area di Jebel Ali, a 35 chilometri a sud-ovest di Dubai e vicina alla capitale Abu Dhabi, Jafza è strategicamente collegata via mare (Porto di Jebel Ali), terra (efficiente sistema viario e connessione alla metropolita attraverso la stazione di Jebel Ali) e aria (Dubai International Airport e Al Maktoum Airport).

Le oltre 7300 imprese ospitate nella free zone sono attive in diversi settori: nella produzione, nel commercio, nella logistica e in una vasta gamma di settori industriali e di servizi dedicati.Il 30% delle nuove aziende entrate a far parte di Jafza nel 2013 proviene dall’Asia, il 29% dall’Europa e dagli Stati Uniti e il restante dall’area GCC e dal Medio Oriente: il numero più ampio di investitori stranieri proviene dall’India, seguita da Cina, Regno Unito e USA.

Per aiutare le imprese a superare tutti i possibili ostacoli burocratici, facilitare le procedure (licenze, visti, etc) e rendere più veloci i processi produttivi, Jafza ha stabilito partnership con entità governative e service providers.

Accesso al mercato – Zona Franca di Jebel Ali (JAFZA)

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Rischio politico: la situazione politica è stabile, grazie anche al totale controllo detenuto dalle famiglie regnanti e al benessere economico diffuso nella popolazione.

>> ma occorre tener conto delle crescenti rivendicazioni salariali e contrattuali dei lavoratori immigrati

Rischio economico: recessione globale e crisi finanziaria hanno avuto un impatto significativo sull’economia.

>> ma gli EAU hanno sviluppato un ambiente economico stabile e creato opportunità di investimento tanto da collocarli al 16° posto nella classifica dei paesi più competitivi pubblicata dall' International Institute for Management Development (IMD).

Rischio finanziario ed operativo: settore bancario e sistema finanziario restano vulnerabili, essendo quest’ultimo molto esposto al settore delle costruzioni e del real estate (circa il 25% dei mutui).

>> ciò nonostante, gli investimenti esteri sono incoraggiati attraverso numerosi incentivi, soprattutto nelle free trade zones. Inoltre, il governo continua ad investire in massicci progetti di sviluppo.

Fare impresa negli EAU - Rischi operativi

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Presenza italiana negli EAU

La presenza imprenditoriale italiana negli Emirati Arabi Uniti è altamente qualificata ed è rappresentata da oltre 300 società, tra unità con propria filiale e molte altre che operano tramite agenti locali.

Il potenziale per le produzioni e i servizi italiani sul mercato potrà nel medio termine beneficiare della presenza nel Paese di un elevato reddito pro-capite e di una ricchezza petrolifera che durerà almeno per i prossimi 100 anni.

Il mantenimento di un’adeguata porzione di mercato richiede tuttavia azioni promozionali mirate contro una concorrenza sempre più competitiva, che identifica negli Emirati un mercato privilegiato, e un coordinamento delle imprese italiane (in particolare piccole e medie) anche “a valle”, oltre che “a monte”, ad esempio attraverso la formazione di consorzi.

Ciò al fine di presentare offerte mirate per sfruttare al meglio le opportunità offerte dai grandi progetti di sviluppo (in particolare nei settori infrastrutture e costruzioni) ma anche per il mercato di sbocco dei nostri prodotti di eccellenza (alimentari, sistema arredo, sistema moda, gioielleria) attraverso un approccio selettivo volto ad evidenziare l’unicità e la differenziazione del prodotto italiano.

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I principali centri fieristici negli Emirati Arabi Uniti sono tre: Dubai, Sharjah e Abu Dhabi. Il Dubai World Trade Centre è il centro fieristico più importante - per numero di visitatori ed espositori - di tutta l'area del Golfo, con manifestazioni di portata internazionale, come Arab Health (settore medicale) o Big 5 (settore edilizia e costruzioni).

I comparti maggiormente rappresentati sono quelli dei beni di consumo, durevoli e non: in particolare gioielleria, mobili e complementi di arredo, abbigliamento e comparto moda, sistema casa ed edilizia, informatica. L'Expo-Centre di Sharjah è il secondo per importanza nel Paese, avendo acquisito rilevanza in alcuni settori, come la gioielleria e le macchine per la lavorazione del metallo. Ultimo nato è il centro fieristico di Abu Dhabi, ADNEC, nel quale vengono organizzate - tra le altre - importanti manifestazioni come l'ADIPEC, in campo petrolifero, e il World Future Energy Summit. LINK Fiere di Dubai >> http://www.ice.gov.it/paesi/asia/emirati/upload/159/Exhibitions%20%20of%202015%20-%

20Dubai.pdf

Fiere 2015 Abu Dhabi>> http://www.ice.gov.it/paesi/asia/emirati/upload/159/Exhibitions%20%202015%20-%20Abu%20Dhabi.pdf

Fiere di Sharjah>> http://www.ice.gov.it/paesi/asia/emirati/upload/159/Exhibitions%20%202015%20Sharjah.pdf www.nfiere.com (ricerca per città e per settori)

Consultare anche i siti web degli enti fiera dei 3 emirati

Principali fiere di settore

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Gli Emirati Arabi Uniti si trovano al quinto posto assoluto nella classifica mondiale per quanto concerne la facilità in termini di procedure e velocità di attuazione delle operazioni di import e di export: per importare un container ci vogliono 7 giorni e circa 4 documenti (salvo merci particolari).

Negli Emirati Arabi Uniti non esistono particolari restrizioni alle importazioni o alle esportazioni, sia che siano direttamente destinati agli Emirati sia nel caso in cui il Paese sia solo di transito.

Esistono tuttavia vincoli specifici che riguardano tutti quegli oggetti (o servizi) contrari all’Islam o che possano essere lesivi della cultura, della morale e della società emiratina.

Proibita l’importazione di materiale che potrebbe essere considerato offensivo della morale islamica; materiale audio/video e software pirata; merci di origine israeliana. Un elenco dei prodotti proibiti è inoltre aggiornato periodicamente dalle autorità doganali emiratine >> vedi elenco

Restrizioni sono previste per l’alcol, il tabacco, le armi da fuoco ed i prodotti suini, medicine e prodotti farmaceutici, fertilizzanti e prodotti chimici, sementi (serve un permesso specifico)

Acceso al mercato - Normativa doganale

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Gli Emirati Arabi Uniti, dal 1°Gennaio 2003 fanno parte del Consiglio di Cooperazione del Golfo, un’unione doganale di cui sono membri insieme ad Arabia Saudita, Kuwait, Bahrain, Qatar ed Oman.

Tale unione prevede in generale una tariffa doganale esterna unica, pari al 5% del valore CIF delle merci, ad eccezione di:

- tabacco: 100% - vino e bevande alcoliche: 50% - free zones (zone di libero scambio): merce non soggetta a dazi doganali

Le importazioni dai Paesi membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo, sono esenti da dazio.

Gli EAU fanno parte della Greater Arab Free Trade Zone – GAFTA in vigore dal 1998 ed hanno accordi commerciali bilaterali con la Siria, con la Giordania, con il Marocco, con il Libano, con l’Iraq, con Singapore, con i Paesi EFTA.

Dal 1° Aprile 2011 gli Emirati Arabi Uniti hanno aderito alla Convenzione ATA (Admission Temporaire/ Temporary Admission). Il Carnet ATA è limitato alle merci destinate a mostre, fiere, meeting o ad eventi simili (solo per merci che transitano in alcuni Dubai e di Abu Dhabi).

Gli eventuali imballaggi in legno utilizzati per la spedizione delle merci devono essere sani, trattati e timbrati in conformità alla norma fitosanitaria internazionale ISPM15.

Accesso al mercato - Normativa doganale

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1. fattura commerciale, deve essere redatta in inglese o in lingua araba e va allegata in originale.

Deve avere il seguente contenuto minimo:

- nome e indirizzo del venditore- nome e indirizzo del destinatario- nome e indirizzo dell’acquirente, se diverso dal destinatario- numero, data e luogo emissione del documento- Codice HS delle merci- Paese di origine delle merci- quantità e descrizione della merce, con indicazione della voce doganale- marchi, numero e tipologia imballaggi- prezzi unitari, importi totali di ogni tipologia di prodotto e il valore complessivo della merce - modalità di spedizione, con indicazione della nave / aereo , porto o aeroporto di carico e di scarico, data di partenza- termini di resa (Incoterms)- modalità di pagamento - timbro e sottoscrizione dell'esportatore

Normativa doganale Documenti per esportare

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Se la fattura commerciale è composta da più di una pagina, le pagine devono essere ripiegate in un angolo e timbrate dall'esportatore al fine di dimostrare la loro coerenza .

Nella pratica commerciale, la fattura commerciale spesso contiene la seguente dichiarazione sull'origine delle merci:"We hereby declare that the mentioned merchandise is being exported for our own account. The goods are of pure ... origin."Tale dichiarazione deve essere firmata dall'esportatore.

Se del caso, è altresì ammissibile la seguente dichiarazione :

"The goods incorporate parts and components which originate in the following countries: ... ."

Se l'importatore richiede una dichiarazione aggiuntiva del costruttore nel fattura commerciale, la dichiarazione di cui sopra deve essere integrata dalla seguente dicitura:

"The goods are manufactured by ... (name and address of the manufacturer)."

Documenti per esportare

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2. packing list, deve essere redatta in inglese o in lingua araba, in originale. Deve riportare il numero e il dettaglio dei colli, la designazione delle merci, eventuali marchi. Per gli EAU è altresì obbligatorio indicare nel packing list il codice HS.

3. documento di spedizione

4. certificato di origine, rilasciato dalla CCIAA competente, da allegare in originale. Deve contenere le seguenti diciture:

"We hereby declare that the mentioned merchandise is being exported to the United Arab Emirates for our own account. The goods are of pure ... origin." "The goods are manufactured by ... (name and address of the manufacturer)".

5. certificato di analisi, rilasciato da laboratorio accreditato, completo del report dei test microbiologici e chimico-fisici e indicazione del Paese di origine del prodotto. Va allegato in originale, sottoscritto dal responsabile del laboratorio.

6. certificato veterinario per prodotti di origine animale, rilasciato dal competente servizio veterinario regionale (o provinciale, su delega di quest’ultimo)

Documenti per esportare

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7. certificato fitosanitario per i prodotti vegetali, rilasciato dal competente servizio fitosanitario regionale (o provinciale, su delega di quest’ultimo)

8. certificato sanitario, per pesci, crostacei e altri alimenti, rilasciato da ufficio sanitario competente

9. certificato halal, rilasciato da enti autorizzati nel Paese di esportazione 10. free sale certificate, per medicinali e per prodotti alimentari, rilasciato dalla Cciaa competente

11. certificato di contenuto di diossina, per carne di pollo e per latticini

12. certificato di conformità o dichiarazione di conformità (per i prodotti regolamentati)

N.B. si consiglia di verificare sempre con l’importatore i documenti da allegare alle merci da esportare (non sempre le fonti ufficiali, benché aggiornate, tengono conto delle prassi effettivamente applicate dalle dogane)

Documenti per esportare

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La fattura commerciale, il certificato di origine e altri certificati allegati alla merce esportata negli EAU devono essere legalizzati.

Per disposizione delle autorità emiratine, la legalizzazione dei documenti export dovrà essere effettuata presso gli Uffici Consolari dell'Ambasciata in Roma, in Via della Camilluccia 551 - Tel. 06/36306100 - Fax 06/36306155 - [email protected].

Per poter procedere con la legalizzazione presso l’ Ambasciata E.A.U. i documenti devono precedentemente essere:- vidimati dalla Camera di commercio Italiana territorialmente competente - vidimati dalla Camera di Commercio Italo Araba, sita in Via Monte Parioli 48 - Roma Via Goffredo Mameli 11 –Milano- sito web: http://www.cameraitaloaraba.org/vidimazioni.php.email: [email protected] – Tel. 06/3226751 – 02/71090907

La Camera di Commercio Italo-Araba ha istituito una nuova procedura di vidimazione dei documenti di accompagnamento all'export. Questa procedura è subordinata all'iscrizione dell'azienda italiana al Registro degli Esportatori istituito dalla Camera di Commercio Italo-Araba. Per l`iscrizione, valida un anno, è necessario presentare un questionario in duplice copia.

L'inosservanza dell’obbligo della legalizzazione comporterà l'invalidità dei documenti presso gli uffici doganali degli Emirati Arabi Uniti (E.A.U), e presso le banche nel caso in cui l’esportazione venga pagata con lettera di credito, con grave pregiudizio per gli operatori.

Legalizzazione dei documenti

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La Camera di commercio italo-araba percepisce per gli associati 25,00 euro e 35,00 Euro per i non soci a pagina da vistare.

Il consolato degli Emirati Arabi Uniti ha fissato delle tariffe, il cui costo è determinato come segue:

- fattura (importi in Euro) Costo DA 0,01 A 1.666,66 40 EURODA 1.666,67 A 5.000,00 80 EURODA 5.000,16 A 10.000,00 160 EURODA 10.000,16 A 15.000,00 240 EURODA 15.000,16 A 25.000,00 320 EURODA 25.000,16 A 41.666,66 400 EURODA 41.666,83 A 83.333,23 520 EURODA 83.333,50 A 166.666,66 600 EUROoltre 166.666,83 800 EURO

- certificato di origine 40 EURO- procura commerciale -contratti 400 EURO- attestazione, procura, simili 40 EURO- copie delle fatture legalizzate, certificati di origine, dichiarazioni societarie 40 EURO

Il costo di legalizzazione consolare dei contratti, delle procure per registrazione dei marchi, brevetti ed invenzioni, per la costituzione di società e dei certificati di iscrizione alla camera di commercio è di Euro 600.

Costi (indicativi) per la legalizzazione di documenti

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La certificazione Halal asseconda le necessità del consumatore musulmano: il termine Halal infatti si riferisce ad un prodotto “lecito”, secondo i criteri e i valori su cui si fonda la stessa Rivelazione Coranica.

Occorre considerare che per un musulmano osservante la religione è essenzialmente la legge divina, che comprende non soltanto principi morali universali, ma anche norme particolari su come l’uomo deve amministrare la propria esistenza: mangiare, generare, dormire.

La certificazione Halal aiuta quindi il consumatore islamico a condurre la propria vita osservando le proprie leggi religiose.

Applicabile ai più svariati settori - food, cosmesi, tessile e persino alla finanza - la sua adozione è generalmente un presupposto necessario per esportare prodotti verso paesi islamici. Riguardo agli Eau, la certificazione Halal è:

>> obbligatoria per la carne e per i prodotti contenenti carne

>> facoltativa per altri prodotti alimentari, per i cosmetici e altri prodotti che possono venire in contatto con il corpo, e può essere richiesta espressamente dall’importatore

Esportare prodotti con certificazione Halal, anche quando non obbligatoriamente richiesto dalle dogane emiratine, significa comunque godere un vantaggio commerciale rispetto ad altre aziende cosmetiche.

Certificazione Halal

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La certificazione Halal comporta che tutta la filiera di produzione debba essere Halal:

- deve essere evitato anche il solo contatto con prodotti impuri

- in caso di contaminazione l’intero ciclo di produzione deve essere sanificato

- le procedure di igienizzazione e sanificazione della filiera devono essere rigorose e documentate (il riferimento sono le normative HACCP)

- i prodotti igienizzanti e sanitizzanti, utilizzati sulle linee di produzione e confezionamento non devono avere alcool tra i loro componenti.

Per un’impresa si aprono quindi due possibilità:

- creare un’apposita linea per i prodotti Halal con linee di produzione dedicate - programmare la produzione Halal subito dopo la sanificazione degli impianti

Alcune società in Italia che rilasciano la certificazione Halal:

http://www.halalglobal.it/

http://www.halalitalia.org/

http://www.halalitaly.org/

http://www.tuv.it/

Valutare caso per caso a quale società affidarsi (tipologia di prodotto, Paese di destinazione, esperienza della società nel Paese di esportazione, partnership con associazioni di categoria)

Certificazione Halal

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Molti prodotti importati negli EAU (apparecchiature elettriche, giocattoli, alimentari, cosmetici, oli lubrificanti, prodotti chimici, etc.) sono assoggettati agli standard di conformità GCC (Consiglio di Cooperazione del Golfo) o all’Emirates Conformity Assessment Scheme (ECAS).

Tale conformità dovrà essere appurata in sede di ispezione in dogana al momento dell’arrivo delle merci, e a seguito di procedura di conformità condotta dalle autorità emiratine.

Tuttavia, per evitare che la procedura venga svolta negli EAU al momento dello sdoganamento delle merci, è possibile allegare alle merci un certificato di conformità rilasciato da un ente anche italiano accreditato presso le autorità emiratine (es. IMQ), che potrà ispezionare e certificare la conformità di tali prodotti agli standard richiesti, ed apporre il relativo marchio (G-mark).

Per alcuni prodotti, è sufficiente allegare una dichiarazione di conformità del produttore.

L’elenco di prodotti regolamentati e degli standard applicabili viene continuamente aggiornato dalla GSO (GCC Standardization Organization) >> http://www.gso.org.sa/gso-website/?lang=en

Prodotti regolamentati

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Prodotti da costruzione e gioielli sono regolamentati da norme tecniche richieste dai singoli emirati.

L’acqua in bottiglia dal 2014 deve avere Il Marchio di Qualità Emirates (EQM).

Anche veicoli e gomme sono disciplinati da standard specifici e devono essere omologati negli EAU.

L’omologazione è necessaria anche per terminali di apparecchiature radio e di telecomunicazioni.

I diamanti devono rispettare alcuni criteri (Kimberley Process Certificate e Paese di provenienza).

Se i prodotti esportati non sono regolamentati da standard specifici, per gli stessi viene generalmente accettata una dichiarazione del produttore che ne attesti la conformità a standard internazionali.

Prodotti regolamentati

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Gli imballaggi esterni devono recare obbligatoriamente il Paese di origine e devono riportare le eventuali istruzioni per lo stoccaggio e la manipolazione in lingua araba.

In considerazione del fatto che spesso le merci sono stoccate all’aperto durante lo sdoganamento, gli imballaggi devono essere a prova di pioggia, di escursioni termiche, di furto e di danneggiamento.

Il Made in va altresì apposto obbligatoriamente sui prodotti, in maniera fissa e inamovibile. Se il prodotto non lo consente, è ammesso indicare il Paese di origine sull’imballaggio primario o sull’etichetta del prodotto.

Le informazioni sull’origine della merce devono essere coerenti con quelle indicate nei documenti commerciali.

Un’etichettatura non conforme o con indicazione di origine diversa rispetto a quella risultante dai documenti comporta ritardi nello sdoganamento o addirittura obbligo di riesportazione e sanzioni pecuniarie.

Imballaggio ed etichettatura dei prodotti

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Sull’etichetta dei prodotti alimentari devono essere contenute le seguenti informazioni: lista ingredienti *, in ordine decrescente di contenuto, in inglese e anche in arabo (è anche ammessa

la traduzione in arabo da apporre con uno sticker, ma ciò non vale per la data di scadenza)

Contenuto netto

Additivi eventualmente contenuti, indicati con il nome o con la sigla (divieto di utilizzo degli additivi E104, E105, E107, E123, E131, E124, E142, E924, E952, E1510)

origine di tutti i grassi animali (devono essere di origine halal) **

date di produzione e scadenza (formato gg/mm/anno). Le date non possono essere scritte a mano, devono essere stampate sulla scatola, possibilmente punzonate

Paese di origine

nome e indirizzo dell’importatore o del distributore

Lotto di produzione

raccomandazioni speciali per la conservazione

eventuali istruzioni per l’uso

*non devono indicare alcun contenuto di alcool

** sono halal tutti i cibi tranne carne di animali già morti al momento della macellazione, sangue, carne di maiale, carne di animali macellati senza seguire il particolare rituale religioso.

Etichettatura dei prodotti alimentari

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L’etichetta dei prodotti alimentari deve essere approvata dalla Municipality dell’Emirato di destinazione.

E’ consigliabile che il packing list includa le date di produzione e scadenza dei prodotti

L'importazione e la vendita di carne di maiale è consentita, ma strettamente regolamentata; l’etichetta di tali prodotti deve avvertire chiaramente che il prodotto contiene carne di maiale, non basta indicarlo tar gli ingredienti.

Un prodotto deve avere almeno la metà del suo ciclo di vita di durata residua al momento dell’importazione; tuttavia, per alcuni prodotti le date di scadenza negli EAU sono stabilite per legge (elenco di questi prodotti disponibile presso il Food Control Department della Municipality in cui il prodotto viene importato)

Alcuni prodotti sono esenti dall’indicare date di scadenza (deve essere indicata solo la data di produzione), es. sale, zucchero bianco, legumi secchi, spezie e altri condimenti, tè e riso

Obbligatoria anche l’etichetta nutrizionale, tranne per alcuni prodotti (poveri di calorie e altri nutrienti, frutta e verdure fresche, acqua minerale, additivi, prodotti non venduti direttamente al consumatore, prodotti il cui packaging è inferiore ai 10 cm.)

Se il prodotto è biologico, occorre apporre marchio bio degli Eau (il prodotto è soggetto a registrazione) e l’etichetta deve indicare ulteriori informazioni

Etichettatura dei prodotti alimentari

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Gli Emirati Arabi Uniti rappresentano, a livello mondiale, la seconda piazza di beni contraffatti, tra i quali medicine, cosmetici, parti di ricambio di auto, CD, telefoni cellulari, abbigliamento e accessori

Tuttavia, nel Paese esiste una cultura che prevede una forte tutela della proprietà intellettuale, legata alla legge islamica.

Gli Emirati Arabi Uniti hanno adottato una legge a tutela dei trademarks solo nel 1992, allorché venne emanata la legge No. 37/92; nello stesso anno, é stata emanata anche la Legge No. 44/92, emendata dalla Legge 31/2006, concernente Patents, Industrial Drawings and Designs.

Il processo di registrazione dei marchi è di circa 8 mesi, ma si ritiene un’operazione necessaria proprio a causa della forte diffusione dei marchi e dei beni contraffatti nel Paese.

Nella registrazione di un trademark negli EAU la violazione anche non intenzionale di regole islamiche può essere un ostacolo alla registrazione.

Si raccomanda quindi di consultare le fonti locali prima della registrazione di un trademark per verificare se ragioni legali o di fatto possano vanificare tale registrazione.

Negli Emirati Arabi Uniti si richiede, all’atto della registrazione del trademark, la traduzione ufficiale delle parole scritte in qualsiasi altra lingua che non sia l’arabo.

Ciò al fine di evitare imbarazzanti errori ove il significato di una parola sia diverso da un Paese ad un altro.

Contraffazione

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Passaporti, visti e regolamentazioni sanitarie

Per i cittadini provenienti dalla maggior parte dei Paesi europei (Italia compresa) il visto è ottenibile direttamente alla frontiera di ingresso nel Paese.

La procedura per ottenere un permesso di soggiorno è diversa e più complessa, in quanto legata al possesso di un contratto di lavoro attraverso uno sponsor locale.

Esiste tuttavia la possibilità di ottenere un visto turistico (Visit Visa) con cui non si può esercitare attività lavorativa, nella speranza di trovare nel frattempo lavoro e sponsor.

Fino al 6 maggio 2015, il Visit Visa, apposto in aeroporto, permetteva ai cittadini italiani di soggiornare negli EAU per 30 giorni ed era eventualmente rinnovabile di altri 30 giorni con il pagamento di una tassa di AED 600 presso le Autorità locali di immigrazione.

A partire dal 7 maggio 2015, invece, è entrato in vigore l’esenzione dal visto EAU per soggiorni brevi (sino a 90 giorni ogni 180) a favore dei cittadini UE che intendano recarsi negli Emirati Arabi Uniti.

Si evidenzia che tale modifica potrebbe rendere più difficile la pratica, comunque sempre sconsigliata e di fatto elusiva delle norme di immigrazione emiratine, di prolungare i soggiorni senza visto attraverso viaggi lampo in Oman.

Prima dell' ingresso nel Paese non è necessario sottoporsi ad alcuna vaccinazione sanitaria.

Info pratiche

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Ora locale+3h rispetto all'Italia (GMT+4); +2h quando in Italia vige l'ora legale (GMT + 3).

Festività ufficiali e orariMolte delle festività locali si basano sul calendario islamico, che segue le fasi lunari. Questo comporta la presenza di variazioni significative nel calendario delle festività da un anno all'altro.

Nel mese sacro del Ramadan, i fedeli di religione islamica osservano un digiuno totale (cibo e acqua) dall'alba al tramonto. Anche i non musulmani sono tenuti ad astenersi dal consumare in pubblico cibo, bevande e tabacco.

Si suggerisce di verificare inizio e fine del Ramadan, mutevole ogni anno in base al calendario lunare. Gli orari di uffici, negozi e ristoranti cambiano sensibilmente.

Si sconsiglia agli operatori stranieri una visita per affari nel Paese durante questo periodo, soprattutto se si tratta del primo approccio con la realtà locale

Il fine settimana inizia il venerdì - giorno sacro per i musulmani - e si protrae per tutta la giornata del sabato.

Gli uffici pubblici sono aperti in genere dalle 7.30 alle 14.30 (nei mesi invernali) o dalle 7 alle 13 (nei mesi estivi); ultimamente il settore pubblico sta cambiando, garantendo l'apertura di alcuni uffici anche nel pomeriggio.

La maggior parte degli uffici e delle società private sono aperti dalle 8 alle 13 e dalle 16 alle 19. Le banche sono aperte anche di sabato.

I souk (i tradizionali mercati arabi) e i supermercati rimangono in genere aperti dalle 10 alle 23.

Info pratiche

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Info pratiche

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La morale islamica e i comportamenti da adottare

E' opportuno ricordare che la legge locale considera reati e punisce i rapporti al di fuori dal matrimonio e la convivenza more uxorio.

Si consiglia di mantenere in pubblico un comportamento composto, in particolare fra uomo e donna, e di evitare effusioni e atteggiamenti che potrebbero urtare la suscettibilità' e la morale locale.

Gli Emirati Arabi Uniti sono un Paese molto tollerante, soprattutto se comparato ad altri Paesi dell'area mediorientale: per le donne straniere non è quindi obbligatorio il velo, ma sono auspicabili un abbigliamento ed un atteggiamento sobri che non offendano i sentimenti di un Paese islamico.

Il consumo di alcool è consentito, con alcune limitazioni, solo ai non musulmani e solo all' interno di strutture dotate di apposita licenza, come ristoranti ed alberghi. Guidare dopo aver consumato anche una modesta quantità di alcool è un reato (tolleranza zero), per il quale è prevista anche la carcerazione.

Sobrietà nei comportamenti, decenza nell'abbigliamento e attenzione al consumo di alcool sono necessari soprattutto nelle aree e nelle città più tradizionaliste degli Emirati: a fronte di una realtà aperta e tollerante come Dubai, infatti, esistono emirati (come Sharjah o la stessa capitale, Abu Dhabi) dove il consumo di alcool è ulteriormente limitato o addirittura proibito (Sharjah) e dove è opportuna una maggiore attenzione nei confronti della morale islamica e delle abitudini locali.

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Info pratiche

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Farmaci e sostanze psicotrope

Negli Emirati il possesso, il consumo, l'importazione e la produzione di sostanze stupefacenti - anche se in quantità minime - sono vietati e severamente puniti.

Le Autorità locali hanno inasprito i controlli sui farmaci: si consiglia quindi di munirsi di apposita ricetta medica tradotta in lingua inglese.

Chi assume medicinali contenenti oppiacei deve possedere - anche nel caso di semplice transito nel Paese - un certificato medico che ne giustifichi l'importazione nel Paese a scopo terapeutico, attestando che le quantità sono proporzionate alla prescrizione medica.

La lista completa delle sostanze controllate può essere verificata direttamente all'Ambasciata degli Emirati Arabi Uniti a Roma.

Pesi e misureLa maggioranza delle imprese ha familiarità sia con il sistema di misura anglosassone (generalmente più usato) che con quello metrico. Solo occasionalmente vengono usate unità di misura locali, mai per il commercio internazionale.

Energia elettricaLa tensione dell'elettricità erogata a Dubai è di 380/220 volt. La tariffa ad uso domestico è di 7,5 Fils (circa 2,5 centesimi di euro) per KWH per i locali e 20 fils (circa 6,5 centesimi di euro) per i non locali; l'allaccio viene effettuato prontamente. Per gli usi industriali la tariffa è di 20 Fils per KWH.

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Informazioni generali sul Paese

Ambasciata italiana ad Abu Dabhi>> http://www.ambabudhabi.esteri.it/Consolato in Italia degli EAU>> http://www.consdubai.esteri.it/Consolato_Dubai

Informazioni utili per viaggiare

Farnesina>> http://www.viaggiaresicuri.it/index.php?emirati_arabi_uniti

Schede Paese

Farnesina>> http://www.infomercatiesteri.it/paese.php?id_paesi=102; ICE>> www.italtrade.comUnioncamere>> http://www.mercatiaconfronto.it/

Opportunità di affari e info commerciali

Associazione industriali negli EAU>> www.ibcdubai.aeCamera di commercio italiana negli EAU>> http://www.emiratiarabiuniti.org/Camera di commercio italo-araba >> http://www.cameraitaloaraba.org/

Siti utili per approfondimenti

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Rischi e opportunità di business, dati economici

SACE>> http://www.sace.it/

Economist Intelligence Unit>> http://www.eiu.com/

Fondo monetario internazionale (FMI)>> http://www.imf.org/external/index.htm

OCSE>> http://www.oecd.org/

CIA World Factbook>> https://www.cia.gov/

UAE Interact >> http://www.uaeinteract.com/italian/

Doing Business>> http://www.doingbusiness.org/

Sito ICE: link utili

E ancora: EU, Banca Mondiale, Transparency International, Heritage Foundation, Unimondo, ISPI, etc.

Siti utili per approfondimenti

Le città emiratine sono cosmopolite, ma la maggior parte della popolazione è composta da musulmani.

Ė quindi consigliabile evitare di mostrare immagini di maiali (nei cataloghi, sui prodotti, ecc…) o di donne in abiti discinti.

Durante i meeting è cortesia accettare le bevande che vengono offerte.

Ė proibito bere alcol in luoghi pubblici.

Ė importante rispettare la festività del Ramadan e tener presente che la settimana lavorativa va dalla domenica al giovedì.

Ė preferibile mantenere i rapporti tramite periodici contatti personali, piuttosto che con le sole telefonate o email.

Evitare manifestazioni d’affetto in pubblico.

Al cospetto di una donna locale, attendere che sia lei a porgere la mano

EAU Business Etiquette

Rischio mancato pagamento

Controparte sovrana MIN

X MAX

Controparte bancaria

MIN X MAX

Controparte corporate

MIN X MAX

Rischio politico normativo

Trasferimento MIN X MAX

Esproprio MIN X MAX

Violenza politica

MIN X MAX

SACE colloca gli EAU nella categoria OCSE 3 su 71. Non ci sono restrizioni per le Condizioni di Assicurabilità, con apertura a tutti i tipi di operazione. Il rischio è classificato come M1 (ovvero di grado medio-basso).

Opportunità

Burocrazia MIN X MAXTasse e dazi e dogane

MIN X MAX

Costo lavoro MIN X X MAXCorruzione MIN X MAXInstabilità politica

MIN X MAX

Indicatori Business Climate2015 2015 2014

DOING BUSINESS INDEX OF ECONOMIC FREEDOM

CORRUPTION PERCEPTIONS

22°SU 189

25°SU 144

25°SU 175

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Interscambio commerciale Italia-EAU- sintesi

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Una breve stima dei costi necessari per avviare un’impresa negli UAE (fonte: Farnesina).

– Redazione documenti legali per LLC in inglese/arabo e notarizzazione presso corte di Dubai: Fino a 15.000 AED (ca 3.150 €)

– Licenza e registrazione (dipende da attività, nome, soci): 10.000 AED (circa 2.100 €)

– Market fee (tassa municipale sugli affitti): 5% dell’affitto annuale

– Immigration & Labour Establishment Cards: 10.000 AED

– Compenso allo sponsor locale annuale (mediamente): 50.000 AED (circa 10.500 €)

– Altri costi (certificato degli auditori): 2.500 AED (ca 525 €)

– Affitto uffici: in base alla zona (50-400 AED / piede quadro “sq. ft.”) (10-84 €)

– Affitto capannoni: in base alla zona (15-50 AED / sq ft) (3-10 €)

– Costi di visto di residenza e permesso di lavoro: 10.000 AED a persona

– Audit annuale: in base al voluto e d’affari

Accesso al mercato - Fare impresa negli EAU

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Grazie per l’attenzione!

Dott.ssa Cristina Piangatello – SCS Venturini SRL

www.scsinternational.it - [email protected]