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Al servizio di gente unica Esiti della consultazione pubblica sul riordino del sistema Regione – AA.LL. del Friuli Venezia Giulia

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Al servizio di gente unica

Esiti della consultazione pubblica

sul riordino del sistema Regione –

AA.LL. del Friuli Venezia Giulia

Titolo La consultazione pubblica

Nell’ambito del processo di riordino del sistema Regione-Autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia con cui si ridisegna il panorama degli enti locali della regione ridefinendo le funzioni e le competenze agli stessi assegnate, i cittadini, gli amministratori locali ed altri portatori di interesse del FVG sono stati chiamati ad esprimersi in merito alla costituzione e all’articolazione territoriale delle Unioni. La consultazione è stata finalizzata alla raccolta di elementi utili per la predisposizione del Piano di Riordino Territoriale che conterrà le dimensioni territoriali delle Unioni. Alla consultazione, avviata il 18 dicembre 2014 e conclusa il 12 gennaio 2015, hanno partecipato 384 rispondenti in qualità di cittadini, 150 rispondenti appartenenti ad amministrazioni pubbliche e 16 stakeholders per un totale di 550 rispondenti.

Titolo 1. I rispondenti

Rispondenti Frequenza Percentuale

Cittadini 384 69,8

Amministrazioni 150 27,3

Stakeholder 16 2,9

Totale 550 100

69,8%

27,3%

2,9%Cittadini

Amministrazioni

Stakeholder

I rispondenti. Sono stati compilati 553 questionari

di cui 3 ritenuti non utilizzabili stante le informazioni

contenute. Il totale dei questionari validi è pertanto

pari a 550 unità, sui quali vengono di seguito

riportate le tabelle di frequenza per le principali

variabili d’analisi.

Titolo 1. 1 I cittadini rispondenti

I cittadini rispondenti. In prevalenza maschi (74%), di età compresa tra i 40-64 anni (61,2%) e vivono in un nucleo famigliare costituito

da coppia+figli (50,8%). Il 30,7% di essi è un dipendente o collaboratore del settore pubblico, il 15% è un lavoratore autonomo o libero

professionista.

Caratteristiche Frequenza Percentuale

Maschio 284 74,0

Femmina 100 26,0

Totale 384 100,0

40-64 235 61,2

18-39 106 27,6

65 anni e più 43 11,2

Totale 384 100,0

coppia con figli 195 50,8

persona sola 90 23,4

coppia senza figli 69 18

monogenitore 13 3,4

figlio maggiorenne con genitori 9 2,3

altro 8 2,1

Totale 384 100

Sesso

Classe d'età

Composizione nucleo famigliare

Caratteristiche Frequenza Percentuale

dipendente o collaboratore settore pubblico 118 30,7

dipendente o collaboratore di azienda privata 72 18,8

pensionato 61 15,9

lavoratore autonomo o professionista 58 15,1

quadro/dirigente pubblico o privato 38 9,9

insegnante 11 2,9

studente 11 2,9

disoccupato 10 2,6

altro 5 1,3

Totale 384 100

Professione

Titolo

comune capoluogo

21,6%

comune non capoluogo

78,4%

1. 1 I cittadini rispondenti

I cittadini rispondenti. Sono residenti prevalentemente in provincia di Udine (51,3%). Oltre un quinto (21,6%) risiede in un comune

capoluogo, oltre il 40% in un comune con più di 10.000 abitanti.

Provincia e dimensione

demografica del comune di

residenza

fino a

1.000

1.001-

3.000

3.001-

5.000

5.001-

10.000

oltre

10.000Totale

% di

colonna

UD 6 56 27 52 56 197 51,3

TS 0 4 0 9 29 42 10,9

PN 3 6 1 34 56 100 26,0

GO 6 8 1 3 25 43 11,2

fuori regione 0 0 0 0 0 1 0,3

ND 0 0 0 0 0 1 0,3

Totale 15 74 29 98 166 384 100,0

% di riga 3,9 19,3 7,6 25,5 43,2 100,0

Titolo

Comune53,3%

Regione41,3%

Provincia2,0%

Altro3,3%

1. 2 I rispondenti delle amministrazioni

I rispondenti delle amministrazioni. In prevalenza appartenenti ad amministrazioni comunali (53,3%); numerosi coloro che si sono

dichiarati Consiglieri Regionali.

Posizione del rispondente

per tipologia di ente di

appartenenza

Consigliere Dipendente Assessore Sindaco Altro Totale% di

colonna

Comune 40 14 14 12 0 80 53,3

Regione 61 1 0 0 0 62 41,3

Provincia 2 1 0 0 0 3 2,0

Aziende sanitarie locali 0 0 0 1 0 1 0,7

Unioni di comuni 0 1 0 0 0 1 0,7

Enti a struttura associativa 1 0 0 0 0 1 0,7

Altro 1 0 0 0 1 2 1,3

Totale 105 17 14 13 1 150 100,0

% di riga 70,0 11,3 9,3 8,7 0,7 100,0

Titolo 1. 3 Gli stakeholders

Gli stakeholders. In prevalenza appartenenti a rappresentanze sindacali o all’imprenditoria.

Tipologia per

comune\provincia di

riferimento

Rappresentanze

sindacali

Imprese

private

Associazio

ni di

categoria

Altro Totale% di

colonna

Pordenone 3 0 0 0 3 18,8

Udine 0 0 2 1 3 18,8

Regione 0 0 1 1 2 12,5

Trieste 0 1 0 0 1 6,3

Spilimbergo 1 0 0 0 1 6,3

Osoppo 0 1 0 0 1 6,3

Gorizia 1 0 0 0 1 6,3

Forni di Sopra 0 1 0 0 1 6,3

Cordenons 0 0 0 1 1 6,3

Cassacco 0 1 0 0 1 6,3

Basiliano 0 1 0 0 1 6,3

Totale 5 5 3 3 16 100,0

% di riga 31,3 31,3 18,8 18,8 100,0

Rappresentanze sindacali31,3%

Imprese private31,3%

Associazioni di categori

a18,8%

Altro18,8%

Titolo 2. Le risposte ai quesiti

D1. Quali sono gli obiettivi socio-economici cui le UNIONI dovrebbero essere finalizzate (indicare al max 3 risposte)?

Obiettivi per tipologia di rispondente CittadiniAmminist

razioni

Stakehol

derTotale

Migliorare la qualità dei servizi presenti 264 77 9 350

Rendere uniformi i livelli essenziali delle

prestazioni 187 65 6 258

Consentire ai cittadini dei comuni più piccoli di

usufruire degli stessi servizi dei comuni più grandi133 45 3 181

Aumentare il numero di servizi presenti 113 38 2 153

Migliorare la qualità ambientale 73 24 3 100

Aumentare la competitività 57 33 5 95

Aumentare l'occupazione 58 23 2 83

Aumentare l’attrattività 49 24 3 76

Nessuno di questi obiettivi 34 12 4 50

0 100 200 300 400

qual_serv

uniformità

stessi_servizi

num_serv

qual_amb

compet

occupaz

attratt

nessuno

I primi tre obiettivi cui le Unioni dovrebbero essere finalizzate sono il miglioramento della qualità dei servizi presenti sul territorio,

rendere uniformi i livelli essenziali delle prestazioni sull’intero territorio regionale, in termini di accessibilità e sostenibilità della spesa

e consentire ai cittadini dei comuni più piccoli di usufruire degli stessi servizi dei comuni più grandi. Per gli stakeholder è prioritario

anche aumentare la competitività del territorio.

Titolo

0 100 200 300

amministraz

territorio

polizia

viabilità

sociale

turismo

sportello imprese

istruzione

sport

cultura

comunicaz

edilizia_scol

edilizia_res

nessuna_funz

2. Le risposte ai quesiti

D2. Quali sono le principali funzioni e servizi che, se svolti in forma associata, possono garantire un più elevato livello

di servizio e una migliore razionalizzazione della spesa? (indicare al max 3 risposte)

Secondo la maggior parte dei rispondenti le prime tre funzioni a trarre beneficio da una gestione associata sono: l’amministrazione,

gestione e controllo, la gestione del territorio e dell’ambiente e la polizia locale e pubblica sicurezza. Per i cittadini, vantaggi anche

nel campo della viabilità e trasporti, per le amministrazioni nella gestione del settore sociale e per gli stakeholder nella gestione dello

sportello unico per le imprese.

Funzioni per tipologia di rispondente CittadiniAmminist

razioni

Stakehol

derTotale

Amministrazione, di gestione e di controllo 200 57 4 261

Gestione del territorio e dell’ambiente 151 51 7 209

Polizia locale e pubblica sicurezza 124 46 2 172

Viabilità e trasporti 129 36 2 167

Settore sociale 113 38 3 154

Promozione turistica 74 33 3 110

Sportello unico per le imprese 61 25 4 90

Istruzione pubblica 48 18 0 66

Sport e tempo libero 7 11 0 18

Servizi culturali 21 10 2 33

Attività di comunicazione e informazione 13 17 3 33

Edilizia scolastica 17 11 0 28

Edilizia residenziale pubblica 11 14 0 25

Nessuna di queste funzioni 40 16 5 61

Titolo 2. Le risposte ai quesiti

D3. Di seguito può vedere una della possibili configurazioni delle Unioni. Ritiene che l’articolazione territoriale

proposta risponda agli obiettivi cui le UNIONI dovrebbero essere finalizzate?

L’articolazione territoriale proposta risponde agli obiettivi cui le

Unioni dovrebbero essere finalizzate per il 44,4% dei rispondenti.

Tra le diverse tipologie, i cittadini sono più favorevoli alla

proposta (45,8%) rispetto ai rispondenti appartenenti alle

amministrazioni (44,0%).

Gli stakeholders sono i più insoddisfatti (87,5% i contrari).

Le risposte dei contrari sono comprensive di tutte le alternative

possibili a quella proposta nel questionario: si può pertanto

affermare che una consistente quota di coloro che hanno

partecipato al sondaggio condivida la proposta di piano di

riordino.

Non è infatti dato conoscere quali e quante siano le alternative

immaginate da coloro che hanno risposto al quesito, soprattutto

in relazione agli stakeholders che rappresentano categorie

economiche e sociali che hanno a riferimento perimetri territoriali

condizionati dalla matrice socio-economica di rispettivo

interesse.

45,8

44,0

12,5

44,4

54,2

56

87,5

55,6

0% 50% 100%

Cittadini

Amministrazioni

Stakeholders

Totale

Favorevoli

Contrari

Titolo

44,7

49,0

42,5

45,1

58,1

33,3

44,6

48,3

46,9

45,8

45,8

43,2

47,4

36,2

45,5

62,3

38,5

45,8

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Maschi

Femmine

18-39

40-64

65 anni e più

fino a 1.000

1.001-3.000

3.001-5.000

5.001-10.000

oltre 10.000

dipendente o collaboratore privato

dipendente o collaboratore pubblico

quadro/dirigente pubblico o privato

lavoratore autonomo\professionista

insegnante

pensionato

altro

gene

recl

asse

d'e

tàdi

men

sion

ede

mog

rafic

apr

ofes

sion

eT

ot ale

Favorevoli Contrari

2. Le risposte ai quesiti

Caratteristiche dei cittadini per grado di

accordo rispetto l’articolazione territoriale

proposta. Valori assoluti e ripartizione %.

Caratteristiche dei

cittadiniFavorevole Contrario Totale

Maschio 127 157 284

Femmina 49 51 100

Totale 176 208 384

18-39 45 61 106

40-64 106 129 235

65 anni e più 25 18 43

Totale 176 208 384

fino a 1.000 5 10 15

1.001-3.000 33 41 74

3.001-5.000 14 15 29

5.001-10.000 46 52 98

oltre 10.000 76 90 166

ND 2 0 2

Totale 176 208 384

Sesso

Classe d'età

Classe demografica del comune di residenza

Titolo 2. Le risposte ai quesiti

D4. Quali vantaggi intravede nella configurazione proposta? (indicare al max 3 risposte)

Per le tre categorie di rispondenti, i vantaggi connessi alla configurazione

proposta attengono principalmente alla possibilità di realizzare economie di

scale nella gestione associata delle funzioni dei territori coinvolti.

0 100 200 300

eco_scala

risp_personale

omogen_serv

eff_econ

più_serv

miglioram_serv

perequaz_trib

tutela_interessi

Vantaggi della configurazione per tipologia di

rispondenteCittadini

Amminist

razioni

Stakehol

derTotale

Realizzazione di economie di scala 193 57 6 256

Risparmio sul personale 136 37 5 178

Maggior omogeneità nell’erogazione dei servizi 110 50 2 162

Maggior efficienza economica 99 24 2 125

Ampliamento dell’offerta dei servizi 71 27 2 100

Miglioramento della qualità\tempistica nei servizi 73 21 1 95

Maggiore perequazione tributaria 25 14 0 39

Maggior tutela di interessi specifici locali 21 11 2 34

Altro 8 15 1 24

Nessun vantaggio 82 17 8 107

Altro: miglioramento del servizio di controllo del territorio, miglioramento delle interazioni tra enti,

migliore capacità di fare sistema e creare sviluppo territoriale, programmazione sovracomunale per

opere pubbliche, riduzione pressione fiscale, vantaggi economici per le imprese, vantaggi

occupazionali.

Per i cittadini e gli stakeholder molto presente è il tema del risparmio sul personale addetto alla gestione di alcune funzioni mentre i

rispondenti delle amministrazioni riconoscono un vantaggio in termini di maggior omogeneità nell’erogazione dei servizi sul territorio.

Titolo 2. Le risposte ai quesiti

Tra coloro che hanno indicato esplicitamente che non vi sono vantaggi nella configurazione proposta, 39 ne hanno

indicato i motivi.

Motivazione dell'assenza di vantaggi nella configurazione proposta per tipologia di

rispondenteCittadini Amministrazioni Stakeholder Totale

Le UTI non sono omogenee al loro interno 8 2 1 11

La creazione delle UTI comporterà maggiori oneri 9 0 1 10

Le UTI sono troppo vaste 4 0 0 4

Non ci saranno vantaggi per i comuni piccoli 5 0 0 5

Le UTI sono troppe 3 0 0 3

La configurazione non tutela le minoranze 1 0 0 1

Mancanza di democrazia 0 1 0 1

Impoverimento dell'offerta sanitaria 0 0 1 1

I cittadini vedono allontanarsi gli intelocutori per i loro bisogni quotidiani 1 0 0 1

Alcune articolazioni non corrispondono agli ambiti socio assistenziali 0 0 1 1

Accollamento da parte dei comuni in attivo delle spese dei comuni in passivo 1 0 0 1

Totale 32 3 4 39

Titolo 2. Le risposte ai quesiti

D5. Quali criticità intravede nelle UNIONI? (indicare al max 3 risposte)

Le prime tre criticità connesse alla configurazione proposta attengono principalmente alla

difficoltà di relazione tra i vari interlocutori locali, al problema dell’accentramento dei servizi

verso il comune più grande e alla minor tutela di interessi specifici locali.

Tra coloro che hanno scelto la modalità «altro», le criticità maggiormente sentite sono la

disomogeneità territoriale (che si accompagna, spesso, alla dimensione troppo vasta dell’UTI)

e la tutela delle minoranze.

La creazione delle UTI è in alcuni casi percepita come creazione di un «livello di governo in

più» e «calata dall’alto»; in altri è auspicata in una diversa perimetrazione territoriale.

Di seguito il dettaglio della modalità «altro» per 92 rispondenti.

Criticità della configurazione per tipologia di rispondente CittadiniAmminist

razioni

Stakehol

derTotale

Difficoltà di relazione tra i vari interlocutori locali 255 64 9 328

Accentramento dei servizi verso il comune più “grande” 206 60 5 271

Minor tutela di interessi specifici locali 133 45 6 184

Peggioramento della qualità\tempistica nei servizi pubblici offerti 110 33 5 148

Le aggregazioni territoriali non saranno in grado di gestire tutte le

funzioni attribuite104 28 5 137

Contrazione dell’offerta dei servizi 29 16 5 50

Altro 57 36 3 96

0 100 200 300 400

diff_relaz

accentramento

no_tutela_specif

pegg_serv_pubb

diff_gest_funzioni

riduz_serv_pubb

altro

Titolo 2. Le risposte ai quesiti

D5. dettaglio modalità «Altro»

Altre criticità della configurazione proposta Totale Altre criticità della configurazione proposta Totale

Tutela delle minoranze 8 Criticità legate al personale 2

Disomogeneità territoriale 8 I criteri su cui si basano le aggregazioni sono vecchi 2

Un livello di governo in più 7

UTI solo per la gestione dei trasferimenti erariali della Regione, poi

servizi autonomi 1

UTI non rispondenti esigenze territoriali 6 Stesse criticità ambiti socio assistenziali 1

Diversa perimetrazione delle UTI 6 Riduzione dei servizi 1

Aumento costi 5 Perdita della conoscenza di specificità territoriali 1

UTI calata dall'alto 4 No visione economica e infrastrutturale d'insieme 1

No tutela comuni piccoli 4 Minor perequazione tributaria 1

Disomogeneità territoriale+UTI troppo grandi 4 Mancanza di controllo sulle decisioni di spesa 1

UTI troppo grandi 3 Interferenza delle compagini partitiche 1

Troppe UTI 3 Frammentazione dei servizi 1

No tutela comuni montani 3 Eccessivo ampliamento dell'offerta dei servizi 1

Localismi 3 Diversa rappresentanza politica 1

Incostituzionalità della norma proposta 3 Distanza dal cittadino 1

Criticità legate agli amministratori 3 Difficoltà gestionali 1

Da prediligere fusioni anziché unioni 2 Differenze con ambiti socioassistenziali e distretti 1

Minor rappresentanza democratica dei cittadini 2 Totale 92