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Scienza delle Costruzioni Esercizio 2 “Telaio ad aste inestensibili” Carpentieri Gerardo 23/12/2013 2.1 Descrizione preliminare della struttura 2.2 Studio della struttura S’’ 0 2.3 Studio della matrice di rigidezza 2.4 Calcolo degli spostamenti nodali

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SScciieennzzaa ddeellllee CCoossttrruuzziioonnii

Esercizio 2 “Telaio ad aste inestensibili”

Carpentieri Gerardo

23/12/2013

22..11 DDeessccrriizziioonnee pprreelliimmiinnaarree ddeellllaa ssttrruuttttuurraa

22..22 SSttuuddiioo ddeellllaa ssttrruuttttuurraa SS’’’’00

22..33 SSttuuddiioo ddeellllaa mmaattrriiccee ddii rriiggiiddeezzzzaa

22..44 CCaallccoolloo ddeeggllii ssppoossttaammeennttii nnooddaallii

Esercizio 2 Gerardo Carpentieri

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22..11 DDeessccrriizziioonnee pprreelliimmiinnaarree ddeellllaa ssttrruuttttuurraa

È dato il telaio ad aste inestensibili ed indeformabili a taglio.

Figura 1 Telaio S.

Calcolare il telaio con il metodo degli spostamenti e tracciare i diagrammi delle caratteristiche della

sollecitazione. Disegnare, a maniera, la deformata del telaio.

Si supponga: Q= 2810 El ; q=Q/l ; 1410 t

Essendo α il coefficiente di dilatazione lineare del materiale ed E il modulo di Young.

Si tenga presente che le inestensibilità delle aste è nei confronti dello sforzo assiale ma non nei

confronti della distorsione termica uniforme assegnata.

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In primo luogo si procede allo studio del grado di iperstaticità della struttura utilizzando la formula:

ilst 3 ,

dove:

- t è il numero di tronchi (6);

- s è la somma delle molteplicità dei vincoli esterni ed interni (23);

- l è il grado di labilità (0);

- i è il grado di iperstaticità (5).

In definitiva la struttura in Figura 1 risulta cinque volte iperstatica.

Dal sistema reticolare associato, ottenuto sostituendo ad ogni incastro interno una cerniera, si vede

che la struttura S è a due nodi spostabili.

Figura 2 Struttura reticolare associata.

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Per applicare il metodo degli spostamenti si assumono come incognite gli spostamenti nodali: le

quattro rotazioni dei nodi interni C, D, E, F e gli spostamenti orizzontali di piano. Per ricavare le

incognite si procede aggiungendo al sistema S sei vincoli ausiliari (fittizi) che bloccano gli

spostamenti incogniti e si ottiene la struttura a nodi bloccati S’’. Si procede quindi analizzando il

sistema a nodi bloccati S0’’, sul quale si applicano i carichi attivi e la distorsione termica. Lo scopo

è il calcolo delle reazioni vincolari dei morsetti e degli appoggi aggiunti, ovvero delle reazioni di

incastro perfetto. In seguito si considerano sei sistemi Si’’ in cui si assegnano dei cedimenti unitari

ai vincoli ausiliari e se ne calcolano le reazioni, che corrisponderanno ai termini della matrice di

rigidezza della struttura. Infine si applica il principio di sovrapposizione degli effetti e si sommano

le varie reazioni dei vincoli ausiliari nei diversi schemi, in funzione degli spostamenti incogniti, e si

pongono a zero. Il motivo, infatti, è che i vincoli ausiliari non esistono e perciò le corrispondenti

reazioni sono nulle.

Il problema consiste nel risolvere il seguente sistema in forma matriciale:

QuK

Dove:

- K è la matrice di rigidezza;

- u è il vettore degli spostamenti;

- Q è il vettore dei carichi.

F

D

F

E

D

C

u

6

5

Q

Q

Q

Q

Q

Q

QF

E

D

C

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22..22 SSttuuddiioo ddeellllaa ssttrruuttttuurraa SS00’’’’

Il sistema S0’’, per il quale si determinano le componenti del vettore dei termini noti è il seguente.

Figura 3 Struttura S0’’.

2 2

2 2

2

2 2

2 2

6 6Δ Δ

12 12 8 8

8

6 62 Δ 2 Δ

12 8 12 8

c c

D D

E E

ql ql Ql EI Ql EIQ M α tl α tl

l l

Ql EIQ M α tl

l

ql Ql EI ql Ql EIQ M α tl α tl

l l

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2

5

6

8

2

F F

D

F

Ql EIQ M α tl

l

Q H R ql

qlQ H R

Si tiene conto anche della distorsione termica Δt che comporta un allungamento dei ritti BD e DF.

Figura 4 Effetto della distorsione termica.

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22..33 SSttuuddiioo ddeellllaa mmaattrriiccee ddii rriiggiiddeezzzzaa

Si assegni un cedimento φC unitario.

Figura 5 Struttura S1’’.

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20

l

EIK

K

K

l

EIK

l

EIK

l

EI

l

EI

l

EIK

6

0

0

2

2

444

61

51

41

31

21

11

Si assegni un cedimento φD unitario.

Figura 6 Struttura S2’’.

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21

262

252

42

32

12

22

6

3

2

0

2

443

l

EIK

l

EIK

l

EIK

K

l

EIK

l

EI

l

EI

l

EIK

Si assegni un cedimento φE unitario.

Figura 7 Struttura S3’’.

Esercizio 2 Gerardo Carpentieri

22

263

253

23

43

13

33

6

6

0

2

2

44

l

EIK

l

EIK

K

l

EIK

l

EIK

l

EI

l

EIK

Si assegni un cedimento φF unitario.

Figura 8 Struttura S4’’.

Esercizio 2 Gerardo Carpentieri

23

264

254

34

24

14

44

6

6

2

2

0

44

l

EIK

l

EIK

l

EIK

l

EIK

K

l

EI

l

EIK

Si assegni un cedimento δD unitario.

Figura 9 Struttura S5’’.

Esercizio 2 Gerardo Carpentieri

24

365

3355

225

245

235

15

24

123

3

6

6

0

l

EIK

l

EI

l

EIK

l

EIK

l

EIK

l

EIK

K

Si assegni un cedimento δF unitario.

Figura 10 Struttura S6’’.

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25

366

356

246

226

236

216

24

24

6

6

6

6

l

EIK

l

EIK

l

EIK

l

EIK

l

EIK

l

EIK

Esplicitando il precedente sistema matriciale:

6

5

665646362616

655545352515

645444342414

635343332313

625242322212

615141312111

Q

Q

Q

Q

Q

Q

KKKKKK

KKKKKK

KKKKKK

KKKKKK

KKKKKK

KKKKKK

F

E

D

C

F

D

F

E

D

C

22..44 CCaallccoolloo ddeeggllii ssppoossttaammeennttii nnooddaallii

Invertendo il precedente sistema si ottiene la matrice delle deformabilità e quindi le incognite di

spostamento. Si possono calcolare i momenti agli estremi di ogni asta ed i rispettivi tagli. Dalle

equazioni di equilibrio nodali alla traslazione orizzontale e verticale si ottengono gli sforzi normali

nelle aste. Infine si possono ottenere i diagrammi delle caratteristiche interne della struttura.