Esercitaz Antincendio
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Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari1
Dimensionamento di sistemi di protezione antincendio per edifici industriali
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari2
Regole Generali(Norma UNI 10779 (Norma UNI 10779 –– Reti di idranti Reti di idranti ––
Progettazione, Installazione ed Esercizio)Progettazione, Installazione ed Esercizio)
� La norma specifica
� requisiti costruttivi
� prestazioni minime
da soddisfare in progettaz., installaz. ed esercizio degli impianti idrici AI permanentemente in pressione per alimentazione idranti e naspi in attività civili e industriali.
� Non si può applicare nei casi in cui:
� altezza AI dell’edificio > 45 m
� rete di idranti a secco
� derivazione degli apparecchi dalla rete idrico-sanitaria(senza separazione dopo alimentazione delle due reti)
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
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Richiami, definizioni
Simbologia secondo D.M. 30/11/1983
solo DN 70 (nella UNI 10779)
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Richiami, definizioni
Simbologia secondo D.M. 30/11/1983
solo DN 45 (nella UNI 10779) solo DN 25Lancia AIIdrante
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Richiami, definizioni
Elementi:- una o più bocche di immissione con diametro non inferiore a DN 70 (attacco a vite a girello UNI 808-75)
- valvola di sicurezza tarata a 12 bar- valvola di non ritorno- valvola generale di intercettazione normalmente aperta
- nel caso di possibilità di gelo, disp. di drenaggio
- cartello di segnalazione
Simbologia secondoD.M. 30/11/1983
(attacco singolo e doppio)
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Richiami, definizioni
Tipologie di protezione:
- protezione interna ⇒ idranti a muro e/o naspiconsente un primo intervento sull’incendio da distanza ravvicinata ed èutilizzabile dalle persone che operano all’interno dell’attività. Essa èriferita al singolo compartimento AI all’interno dell’edificio.
- protezione esterna ⇒ idranti a colonna soprasuolo e/o sottosuoloha un’azione essenzialmente di contenimento ed è destinata ad essere utilizzata da personale addestrato. Essa è da riferire all’edificio nel suo complesso.
Le due protezioni sono da considerare tra loro indipendenti sebbene collegate alla medesima rete di alimentazione.
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Protezione interna/esterna
Area Protetta:raggiungibile con il getto d’acqua di almeno un idrante o naspo
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Installazione tubazioni
� Fuori terra:� solo tubaz. metalliche, a vista o in spazi nascosti purchè
accessibili
� si deve evitare l’attraversamento di locali/aree ad alto rischio di incendio, non protette
� in caso contrario ⇒ protezione rete
� Interrate: profondità ≥ 0,8 m
� in ogni caso:
� protezione da gelo (t tubaz. > 4°C)
� protezione da sovra-sollecitazioni (sisma, vibrazioni, urti)
� rete preferibilmente chiusa ad anello
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Installazione idranti
� idranti a muro e naspi
� ogni zona raggiungibile da getto d’acqua (Lgetto = 5m)
� ogni apparecchio ⇒ Aprotetta ≤ 1000 m2 (R ≈ 18 m)
� punto di Aprotetta da ogni apparecchio D ≤ 20 m
� posizionamento soprattutto in pross. di uscite di emerg.
� in prossimità di Porte Tagliafuoco, due apparecchi su facce opposte della parete in comune
� nel caso di filtri a prova di fumo, due apparecchi nei due compartimenti collegati
� idranti sopra/sotto-suolo
� tra loro D ≤ 60 m
� dalle mura perimetrali D = 5 ÷ 10 m(proporzionalmente all’altezza dell’edificio)
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Requisiti prestazionali
in termini di:
�� portata e pressione minimeportata e pressione minime
per un numero minimo di apparecchi idraulicamente più sfavoriti
(la somma delle portate fornisce la portata complessiva richiesta)
�� duratadurata dell’alimentazione
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Alimentazione idrica� Fonte:
� da acquedotto
� da riserva virtualmente inesauribile (corsi d’acqua, laghi)
� da acqua marina (con accorgimenti opportuni)
� da serbatoio (capacità minima)
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Continuità dell’Alimentazione
Allacciamento ad acquedotto.
� solo per le Aree di Livello di Rischio Basso e Medio
� è considerata accettabile al massimo:
Indisponibilità = 60 ore / anno
per manutenzione dell’acquedotto, dimostrabile da dati statistici di anni precedenti, relativamente all’area interessata
AltrimentiAltrimenti
Serbatoio ai fini di Riserva Antincendio
� di capacità minima prescritta
� in caso di insufficiente pressione fornita dall’acquedotto
� installazione di gruppo di pompaggio e serbatoio sopraelevato
� oppure vasca e gruppo di pompaggio
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Alimentazione dedicata o promiscua
LL’’alimentazione può essere realizzata come derivazione dal alimentazione può essere realizzata come derivazione dal sistema di alimentazione idrico generale dellsistema di alimentazione idrico generale dell’’edificioedificio
quando l’impianto
� prevede la sola Protezione Interna oppure
� è solo a servizio di essa,
purchè:
� siano assicurati i requisiti prestazionali richiesti, in contemporanea alla domanda nominale del sistema idrico
� ci sia indipendenza completa dei due impianti (idrico e antincendio) a partire dal punto di alimentazione (acquedotto, vasca, gruppo di pompaggio, ecc.)
In tutti gli altri casi, i due impianti devono essere totalmenteindipendenti ed è necessaria una alimentazione dedicata per il sistema antincendio
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Livelli di Rischio delle Aree da proteggere
� Livello 1 ⇔ Rischio di incendio BassoAree in cui la quantità e la combustibilità dei materiali presenti sono basse e che presentano basso rischio d'incendio in termini di probabilità d'innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell'incendio da parte delle squadre di emergenza; tali aree, corrispondono generalmente ai reparti di classe A della UNI 9489 (imp. sprinkler):
� attività di lavorazione e deposito di materiali prevalentemente incombustibili;
� attività a basso carico d'incendio;
� edifici destinati a civile abitazione;
� scuole, collegi, accademie e simili;
� servizi aziendali.
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Livelli di Rischio delle Aree da proteggere
� Livello 2 ⇔ Rischio MedioAree in cui la quantità dei materiali combustibili presenti non è trascurabile e che presentano un moderato rischio d'incendio in termini di probabilità d'innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell'incendio da parte delle squadre di emergenza; tali aree, corrispondono generalmente ai reparti di classe B e D0 della UNI 9489:
� attività di lavorazione e deposito di materiali che non presentano accumuli particolari di materiali combustibili e dove è trascurabile la presenza di sostanze infiammabili;
� attività a medio carico d'incendio
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Livelli di Rischio delle Aree da proteggere
� Livello 3 ⇔ Rischio AltoAree in cui la quantità dei materiali combustibili presenti è notevole e che presentano un alto rischio d'incendio in termini di probabilità d'innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell'incendio da parte delle squadre di emergenza; tali aree, corrispondono generalmente ai reparti e depositi di classe C e D (escluso D0) della UNI 9489:
� magazzinaggio intensivo;
� aree con presenza di materie plastiche espanse; liquidi infiammabili;
� aree con presenza di lavorazione e deposito di merci ad alto rischio quali cascami, prodotti vernicianti, prodotti elastomerici e simili.
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Criteri di dimensionamento (App. informativa)
Note: 1) Numero minimo in posizione idraulicamente più sfavorita oppure tutti gli apparecchi se in numero inferiore a quello indicato. Inoltre, le protezioni interna ed esterna devono essere considerate
operative una alla volta (non contemporaneamente).2) Numeri da raddoppiare nel caso di: assenza di protezione esterna e presenza di un compartimento di
area complessiva > 4000 m2
Poiché per ogni idrante vale Q = K √Presidua, ove K è la caratteristica dell’idrante fornita dal costruttore, ènecessario verificare, prima del calcolo della rete, il rispetto delle prestazioni minime richieste (fissando Presidua
e verificando la portata Q). Presidua è la pressione, in condizioni di erogazione, misurata prima della manichetta.
≥ 120 min(scorta idrica)
6 idranti DN70 con 300 l/minciascuno e pressione residua ≥0,3 MPa (3 bar)
4 idranti con 120 l/min ciascuno e pressione residua ≥ 0,2 MPa (2 bar)oppure6 naspi con 60 l/min ciascuno e pressione residua ≥ 0,3 MPa (3 bar)
3
≥ 60 min(scorta idrica)
4 idranti DN70 con 300 l/minciascuno e pressione residua ≥0,3 MPa (3 bar)
3 idranti con 120 l/min ciascuno e pressione residua ≥ 0,2 MPa (2 bar)oppure4 naspi con 60 l/min ciascuno e pressione residua ≥ 0,3 MPa (3 bar)
2
≥ 30 min(scorta idrica)Generalmente non prevista
2 idranti con 120 l/min ciascuno e pressione residua ≥ 0,2 MPa (2 bar)oppure4 naspi con 35 I/min ciascuno e
pressione residua ≥ 0,2 MPa (2 bar)
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DurataProtezione esternaProtezione interna2)Livello di Rischio
Numero di apparecchi da considerare contemporaneamente operativi(1)
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Criteri di dimensionamento(App. normativa)
Calcolo idraulico:1. Perdite di carico distribuite ⇒ Formula di Hazen-Williams:
� Q [l/min]� D [mm]� C costante = 100 tubi di ghisa
120 tubi di acciaio140 tubi di acciaio inox, rame o ghisa rivestita150 tubi di plastica, fibra di vetro e simili
87,485,1
985,1 1005,6
DC
Qp
⋅⋅⋅= [mmH2O/m]
4
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Criteri di dimensionamento(App. normativa)
2. Perdite di carico localizzate ⇒ lunghezza di tubazione equiv.
I valori devono essere moltiplicati� Per tubi di rame e acciaio inossidabile per 1,32� per plastica per 1,51� per ghisa per 0,713.
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Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari20
Criteri di dimensionamento
� Diametro minimo delle diramazioni
� Pressione nominale componentiPN ≥ max [12 bar, p max raggiungibile ]
� Velocità massima nelle tubazioniV ≤ 10 m/s (salvo in tronchi brevi)
DN 802 o più attacchi UNI 70
DN 502 o più attacchi UNI 45
DN 32 2 o più attacchi UNI 25
Diametro minimoDiametro minimoNumero di attacchiNumero di attacchi
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
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Criteri di dimensionamentoRiserva idrica
Nota: possono esistere disposizioni di legge per attività specifiche (Decreti del Ministero degli Interni) contrastanti; in questi casi, le disposizioni particolari prevalgono su quelle generali contenute nella UNI 10779.
216120 min1083
7260 min722
7,230 min14,41
Riserva (m3)
DurataPortata (m3/h)Livello di Rischio
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Caso applicativo
10 [m]
40 [m] 40 [m]120 [m]
65 [m]A CB
D1 D3D2
CT
12 [m]
A : Magazzino prodotti finitiB : Reparti di lavorazioneC : Magazzino materie primeD1 : Uffici magazzino prodotti finitiD2 : Uffici reparti di lavorazioneD3 : Uffici magazzino materie primeCT : Centrale termica
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari23
Determinazione del carico d'incendio specifico di progetto
A - Magazzino prodotti finiti (2480 [m2])
� Stoccaggio prodotti: 100.000 [kg] potere calorifico 46 [MJ/kg]
� Materiale da imballaggio: 5.000 [kg] potere calorifico 18 [MJ/kg]
� Carico di incendio specifico
� Carico di incendio specifico di progetto
][MJ/m 21
A
mHgq
n
iiiii
f
∑=
⋅⋅⋅=
ψ
=⋅⋅⋅⋅⋅⋅=2m
MJ 1884
2.480
18,018 5.000 + 1146 100.000fq
][MJ/m 221, fnqqdf qq ⋅⋅⋅= δδδ
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari24
I fattori di correzione
2,00A > 10.0001,401.000 < A < 2.500
1,805.000 < A < 10.0001,20500 < A < 1.000
1,602.500 < A < 5.0001,00A < 500
δδδδq1Superficie in pianta lorda delcompartimento (m
2)
δδδδq1Superficie in pianta lorda delcompartimento (m
2)
� δq1 è il fattore che tiene conto del rischio di incendio in relazione
alla dimensione del compartimento
� δq2 è il fattore che tiene conto del rischio di incendio in relazione
al tipo di attività svolta nel compartimento
1,20Aree che presentano un alto rischio di incendio in termini di probabilità d'innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell'incendio da parte delle squadre di emergenza
III
1,00Aree che presentano un moderato rischio di incendio in termini di probabilitàd'innesco, velocità di propagazione di un incendio e possibilità di controllo dell'incendio stesso da parte delle squadre di emergenza
II
0,80Aree che presentano un basso rischio di incendio in termini di probabilità di innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell'incendio da parte delle squadre di emergenza
I
δδδδq2DescrizioneClassi di rischio
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Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
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� δn = ΠΠΠΠiδni = 0.85 � 0.80 � 0.90 � 0.90 = 0.5508
è il fattore che tiene conto delle differenti misure di protezione
I fattori di correzione
=⋅⋅⋅=2, m
MJ 7,14525508,014,11884dfq
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
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Richieste di prestazione
Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell'incendio, il mantenimento della totale funzionalità della costruzione stessa
Livello V
Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell'incendio, un limitato danneggiamento della costruzione
Livello IV
Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo congruo con la gestione dell'emergenza
Livello III
Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo sufficiente all'evacuazione degli occupanti in luogo sicuro all'esterno della costruzione
Livello II
Nessun requisito specifico di resistenza al fuoco dove le conseguenze della perdita dei requisiti stessi siano accettabili o dove il rischio di incendio sia trascurabile
Livello I
Le prestazioni da richiedere ad una costruzione, in funzione degli obiettivi di sicurezza, sono individuate nei seguenti Livelli
IMPORTANTE: I livelli di prestazione comportano l'adozione di differenti classi di resistenza al fuoco
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari27
Livello III di prestazione
� Le classi di resistenza al fuoco necessarie per garantire il livello III sono indicate nella tabella, in funzione del carico d'incendio specifico di progetto (qf,d)
� A- Magazzino prodotti finiti
� Classe di resistenza 120
240Superiore a 2400 MJ/m2
180Non superiore a 2400 MJ/m2
120Non superiore a 1800 MJ/m2
90Non superiore a 1200 MJ/m2
60Non superiore a 900 MJ/m2
45Non superiore a 600 MJ/m2
30Non superiore a 450 MJ/m2
20Non superiore a 300 MJ/m2
15Non superiore a 200 MJ/m2
0Non superiore a 100 MJ/m2
ClasseCarichi d'incendio specifici di progetto (qf,d)
=⋅⋅⋅=2,
m
MJ 7,14525508,014,11884dfq
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari28
Scelta progettuale di elementi costruttivi
di opportuna classe di resistenza(D.M. 16 febbraio 2007 – “Classificazioni di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi
costruttivi di opere da costruzione”)
Tab D.7.1 dell’allegato D
del D.M. 16 febbraio 2007
• Valori minimi (mm) dello spessore s di murature di blocchi di laterizio (escluso l’intonaco) sufficienti a garantire i requisiti EI per le classi indicate esposte su un lato che rispettano le seguenti limitazioni:
• altezza della parete fra i due solai o distanza fra due elementi di irrigidimento con equivalente funzione di vincolo dei solai non superiore a 4 m
• presenza di 10 mm di intonaco su ambedue le facce ovvero 20 mm sulla sola faccia esposta al fuoco
A – Magazzino prodotti finiti
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari29
Scelta progettuale di elementi costruttivi di opportuna classe di resistenza
� Per i pilastri situati nei locali A e C caratterizzati da un fattore di sezione S/V < 150 [m-1] e per i quali è richiesta una classe di resistenza 120, dalla tab. D.7.1 dell’allegato D del D.M. 16 febbraio 2007 si può adottare uno strato di intonaco protettivo antincendio leggero dello spessore di 30 [mm]; per le travature reticolari e per gli arcarecci dei locali A e C, si rileva che lo strato di protezione deve avere uno spessore pari a 25 [mm].
� Per i solai della centrale termica e degli uffici D1 –D3, dovendo essi avere una resistenza al fuoco di 120 minuti, si adotta (vedi tab. D.5.1 dell’allegato D del D.M. 16 febbraio 2007) una soletta in c.a. di spessore totale H = 1640 [mm] con intonaco protettivo antincendio dello spessore di 10 [mm].
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari30
Rete idrica antincendio
Attacco autopompa V.V.F.
AB
KL
C
D
M
P
I
20
6
32.5
6 20 20 20 2030 30 30 30
Attacco autopompa V.V.F.
AB
KL
C
D
M
P
I
AB
KL
C
D
M
P
I
20
6
32.5
6 20 20 20 2030 30 30 30 20
6
32.5
6 20 20 20 2030 30 30 306 20 20 20 2030 30 30 30
6
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari31
Verifica Area protetta
R di circa 20 m (copertura UNI 45)
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari32
Verifica Distanze UNI 70
D di circa 60 m
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari33
AB
KL
C
D
M
P
I
AB
KL
C
D
M
P
I
AB
KL
C
D
M
P
I
Condizione di calcolo
Nel punto di diramazione K, la pressione deve essere la stessa, provenendo sia da A, sia da B
� Rete interrotta in I� Livello 2:
�4 UNI 70 (300 [l/min], 3 [bar] residui)
� in posizione più sfavorita contemporaneamente attivi ⇒ A, B, C, D
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari34
Perdite di carico distribuite TRATTO K-A
� PA = 3 [bar]
� QKA = 300 [l/min]
� D = 3 [inch] = 76,2 [mm]
� V = 1,10 [m/s]
� LKA = 78 [m]
� ∆PKA = 1.76 [mH20]=0,17 [bar]
� PK = 3,17 [bar]
L * D * C
10 * Q * 6,05 p 4,871,85
91,85
=∆
87,485,1
985,1 1005,6
DC
Qp
⋅⋅⋅=
Hazen-Williams
[mmH20 /m di condotta]
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari35
AB
KL
C
D
M
P
I
AB
KL
C
D
M
P
I
AB
KL
C
D
M
P
I
Calcolo delle perdite di carico distribuite
Trattii,j Q [l/min] li,j [m] D [inch] D [mm] v [m/s] [mH2O] [bar]
K - A 300 78,0 3,0 76,2 1,10 1,76 0,17 3,00 3,17
K - B 300 18,0 3,0 76,2 1,10 0,41 0,04 3,00 3,04
L - K 600 60,0 3,0 76,2 2,19 4,87 0,48 3,17 3,65
L - C 300 18,0 3,0 76,2 1,10 0,41 0,04 3,00 3,04
M - L 900 53,0 3,0 76,2 3,29 9,12 0,89 3,65 4,54
M - D 300 78,5 3,0 76,2 1,10 1,77 0,17 3,00 3,17
P - M 1200 180,0 3,0 76,2 4,39 52,71 5,17 4,54 9,72
68,46 6,72
Perdite di carico Pressione nel
punto j [bar]
Pressione nel
punto i [bar]
87,485,1
985,1 1005,6
DC
Qp
⋅⋅⋅=
Hazen-Williams
[mmH20 /m di condotta]
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari36
Potenza del gruppo di pompaggio
η⋅⋅∆
=102
QHP Pompa
� ∆Hpompa [mH20]
� Q [l/s]
� η rendimento pompa (assunto pari a 0,75)
[KW]
[mH2O] [bar]
p utile (3 [bar]) 30,58 3,00
∆H condotta 68,46 6,72
∆H aspirazione pompa 4,00 0,39
Σ p. concentrate (1 [bar]) 10,19 1,00
∆H Pompa 113,23 11,11
P P = 113.23 * 20 / (102 * 0.75) = 29,60 [= 113.23 * 20 / (102 * 0.75) = 29,60 [kWkW] = 40,22 [CV]] = 40,22 [CV]
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Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari37
1. Due pompe ad azionamento elettrico a funzionamento in parallelo ed alimentazione elettrica separata o separabile l’una dal’altra
2. Una motopompa di riserva (motore diesel)di piena potenzialità (in stand-by)
Gruppo di pompaggio(Alimentaz. di tipo superiore)
Capacità minima Riserva A.I.
Considerando l’intero capannone come Area di Livello di Rischio 2(materie plastiche non espanse)
CminCmin = 72 [m3/h] x 1 [h] = 72 [m3]= 72 [m3/h] x 1 [h] = 72 [m3]
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari38
Livelli di Rischio delle Aree da proteggere(D.M. 10/3/98 – “Criteri generali di sicurezza antincendio per la gestione
dell'emergenza nei luoghi di lavoro” – All. I e IX)
� Rischio di incendio Basso“luoghi di lavoro, o parte di essi, in cui sono presenti sostanze a basso tasso di infiammabilità e le condizioni locali e di esercizio offrono scarse possibilità di sviluppo di principi di incendio ed in cui, in caso di incendio, la probabilità di propagazione dello stesso è da ritenersi limitata”. Esempi:
� Luoghi a carico d'incendio limitato (indicativamente non superiore a 10-20 Kg/m2), in cui le quantità e/o le caratteristiche di combustibilitàdei materiali presenti (in lavorazione e/o deposito) non comportano apprezzabile rischio di incendio (materiali difficilmente combustibili, o non combustibili).
� Luoghi in cui le lavorazioni svolte non sono pericolose, ovvero i prodotti pericolosi sono utilizzati e/o immagazzinati in appositi locali compartimentati.
� Luoghi in cui le condizioni di esercizio offrono scarse possibilità di sviluppo di principi di incendio, e/o ottime possibilità di controllo di principi di incendio da parte della squadra di emergenza aziendale.
� Luoghi in cui il numero delle persone è limitato (max 10 - 15), e le mansioni vengono svolte secondo modalità non pericolose (posizione, utilizzo di macchinari ecc.).
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari39
Livelli di Rischio delle Aree da proteggere� Rischio Medio
“luoghi di lavoro, o parte di essi, in cui sono presenti sostanze infiammabili e/o condizioni locali e/o di esercizio che possono favorire lo sviluppo di incendi, ma nei quali, in caso di incendio, la probabilità di propagazione dello stesso è da ritenersi limitata”. Esempi:
� Luoghi a carico d'incendio moderato (indicativ. non superiore a 50-60 Kg/m2), in cui sono presenti sostanze infiammabili e/o condizioni locali e/o di esercizio che possono favorire lo sviluppo di incendi, ma nei quali, in caso di incendio, la probabilità di propagazione dello stesso è da ritenersi limitata.
� Luoghi in cui c’è una presenza non trascurabile di materiali combustibili, ma sussistono le seguenti misure di sicurezza:
- i luoghi presentano un moderato rischio di incendio come probabilità di innesco e velocità di propagazione di un incendio;
- le mansioni vengono svolte secondo modalità non pericolose (posizione di lavoro, utilizzo di macchinari ecc.);
- le lavorazioni eseguite comportano un livello di pericolosità controllata e con limitata o nulla emissione in atmosfera di materiali combustibili e/o infiammabili;
- sussiste buona possibilità di controllo dell’incendio stesso da parte della squadra di emergenza aziendale.
� Luoghi classificabili a rischio di incendio basso, ma in cui si configurino lavorazioni a rischio aumentato (es.: una zona verniciatura e/o saldatura con gas infiammabili in una attività di lavorazione a freddo di metalli); i prodotti pericolosi sono comunque opportunamente immagazzinati in appositi locali compartimentati.
� Generalmente, i cantieri temporanei e mobili ove si detengono ed impiegano sostanze infiammabili e si fa uso di fiamme libere, esclusi quelli interamente all’aperto.
Rischio Incendio – Esercitazione Dimensionamento Protezione Antincendio
Lezioni di Sicurezza degli Impianti Industriali – DIMeG - Politecnico di Bari40
Livelli di Rischio delle Aree da proteggere(D.M. 10/3/98 – “Criteri generali di sicurezza antincendio per la gestione
dell'emergenza nei luoghi di lavoro” – All. I e IX)
� Rischio Alto“luoghi di lavoro, o parte di essi, in cui per presenza di sostanze altamente infiammabili e/o per le condizioni locali e/o di esercizio sussistono notevoli probabilità di sviluppo di incendi e nella fase iniziale sussistono forti probabilità di propagazione delle fiamme, ovvero non è possibile la classificazione come luogo a rischio di incendio basso o medio”. Tali luoghi comprendono:
� Aree dove i processi lavorativi comportano l'utilizzo di sostanze altamente infiammabili (es.: impianti di verniciatura), o di fiamme libere, o la produzione di notevole calore in presenza di materiali combustibili.
� Aree dove i prodotti utilizzati, per caratteristiche chimico fisiche e quantità, comportano un effettivo rischio di innesco e di veloce propagazione.
� Aree dove c'è deposito o manipolazione di sostanze chimiche che possono, in determinate circostanze, pro-durre reazioni esotermiche, emanare gas o vapori infiammabili, o reagire con altre sostanze combustibili.
� Aree dove c'è una notevole quantità di materiali, combu-stibili e/o infiammabili, che sono facilmente incendiabili (in deposito e/o lavorazione).
� Industrie e depositi di cui agli articoli 4 e 6 del DPR n. 175/1988, e successive modifiche ed integrazioni (attività a rischio di incidenti rilevanti).
� Edifici interamente realizzati con strutture in legno.