Epifania: mostrare il Signore al Mondo · Cristian Di Cosimo Don Paolo Elena Malaraggia Gabriele...

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Oratorio è… Epifania: mostrare il Signore al Mondo di don Paolo Nella solennità dell’Epifania riviviamo un momento importante degli eventi scaturiti dalla nascita di Cristo: quello della visita- zione dei Magi al bambino in braccio a sua madre Maria. Questi “sapienti” provenien- ti da lontano, compiono un cammino per- sonale guidato dalla stella e dalla loro sa- pienza che li conduce all’incontro straor- dinario con Gesù bambino. Nel vedere la Sacra Famiglia trovano la realizzazione delle loro aspettative e la concretizzazio- ne delle loro previsioni nonché capiscono che la fiducia posta nelle indicazioni della stella non è stata vana. Probabilmente du- rante il loro cammino hanno dovuto af- frontare difficoltà, sicuramente così ci racconta il Vangelo hanno condiviso i lo- ro propositi e le loro conoscenze riguardo ai bambini con la corte di Erode il quale con l’inganno li vuole rendere complici dei suoi piani per annullare Gesù. L’incontro con Gesù e, in sogno, con il Si- gnore, cambiano il cammino dei Magi che fanno ritorno per altre strade ai loro pae- si. E dopo ? Non lo sappiamo. Il compito dei magi era quello di trovare il Signore partendo dalla loro sapienza nello scruta- re i segni di Dio nel mondo e seguire la strada che questi segni tracciano. I magi sono stati invitati da Dio che con la loro visita si mostra a tutto il mondo: dai pa- stori di Betlemme ai sapienti stranieri che vengono dai confini della terra. È questo il significato dell’Epifania che deriva dal greco “epi-faino” cioè portare al di sopra e quindi mostrare. Cosa vuole mostrarci il Signore ? Il suo amore fedele e salvifico. Come i magi anche noi siamo chiamati a Ne New o oratorio n news N. 5 anno 2 gennaio 2012 Ciclostilato in proprio

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Epifania: mostrare il Signore al Mondo di don Paolo

Nella solennità dell’Epifania riviviamo un

momento importante degli eventi scaturiti

dalla nascita di Cristo: quello della visita-

zione dei Magi al bambino in braccio a sua

madre Maria. Questi “sapienti” provenien-

ti da lontano, compiono un cammino per-

sonale guidato dalla stella e dalla loro sa-

pienza che li conduce all’incontro straor-

dinario con Gesù bambino. Nel vedere la

Sacra Famiglia trovano la realizzazione

delle loro aspettative e la concretizzazio-

ne delle loro previsioni nonché capiscono

che la fiducia posta nelle indicazioni della

stella non è stata vana. Probabilmente du-

rante il loro cammino hanno dovuto af-

frontare difficoltà, sicuramente –così ci

racconta il Vangelo – hanno condiviso i lo-

ro propositi e le loro conoscenze riguardo

ai bambini con la corte di Erode il quale

con l’inganno li vuole rendere complici dei

suoi piani per annullare Gesù.

L’incontro con Gesù e, in sogno, con il Si-

gnore, cambiano il cammino dei Magi che

fanno ritorno per altre strade ai loro pae-

si. E dopo ? Non lo sappiamo. Il compito

dei magi era quello di trovare il Signore

partendo dalla loro sapienza nello scruta-

re i segni di Dio nel mondo e seguire la

strada che questi segni tracciano. I magi

sono stati invitati da Dio che con la loro

visita si mostra a tutto il mondo: dai pa-

stori di Betlemme ai sapienti stranieri che

vengono dai confini della terra. È questo il

significato dell’Epifania che deriva dal

greco “epi-faino” cioè portare al di sopra

e quindi mostrare. Cosa vuole mostrarci il

Signore ? Il suo amore fedele e salvifico.

Come i magi anche noi siamo chiamati a

NeNew ooratorio nnews N. 5 anno 2 gennaio 2012

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12 La redazione

Alberto Galloni

Andrea Coldani

Andrea Cuppone

Cristian Di Cosimo

Don Paolo

Elena Malaraggia

Gabriele Tosi

Gaia Tavazzi

Giada Mainardi

Giovanni Pasquali

Jessica Marenghi

Laura Bosoni

Luca Fontana

Luca Piccoli

Marco Bianchi

Matteo Carenzi

Matteo Micheli

Mattia Maniezzo

Miriam Bassi

Paola Fulghieri

Sara Pasetti

Sonia Polvara

Stefano Poggi

In questo numero…

Pag 1 Editoriale

Pag 4 Il Natale è...

Pag 6 Il Natale secondo me...

Pag 9 Colletta alimentare

Pag 11 Libri: Canto di Natale

Pag 13 Film: Bastardi Senza Gloria

Pag 15 Il Natale nella musica

Pag 17 Videogiochi: Novità 2012

Pag 20 L’angolo del relax

Pag 21 Laura Zelig risponde...

Pag 24 Sappiamo ancora educare?

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!

C’È POSTO PER TUTTI…

...ANCHE PER TE ! Se leggendo il nostro giornale ti sono venute in men-te nuove idee o desideri far parte della redazione manda una mail all’indirizzo:

[email protected]

Ospitiamo volentieri anche manifesti e pubblicità di

iniziative proposte dalle associazioni di volontariato

della nostra comunità.

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scrutare i segni del Signore nella

nostra vita e fidarci della sua luce.

Ognuno di noi deve percorrere il

proprio cammino di fede verso

quell’incontro con Cristo capace di

cambiare la rotta della nostra vita.

L’epifania di Gesù è un evento che si

verifica in tutti i cuori dei cercatori

di Dio e quindi in tutti i cuori dei cri-

stiani la cui fede li deve portare a

compiere il cammino di ricerca del

volto amorevole del Signore. Incon-

trare Dio significa incontrare il suo

amore che è fedele, perché indipen-

dentemente dalle nostre scelte, giu-

ste o sbagliate che siano può far

cambiare idea al Signore che ci ama

in modo gratuito per sua grazia. L’a-

more di Dio è anche salvifico perché

ci rende suoi figli immortali donan-

doci la possibilità di vivere questa

nostra forza già qui e ora se, se-

guendo il Vangelo di Cristo, ci fidia-

mo di Lui. La vita di Gesù ci vuole

mostrare proprio questo: Dio è il Pa-

dre misericordioso che per stare

con noi ci dona suo figlio (il Natale)

e ci si può fidare di Lui, anche

quando tutto sembra dire il contra-

rio (la Pasqua) perché il nostro de-

stino è la felicità eterna

(Resurrezione). La vera e completa

epifania di Dio è Gesù Cristo e at-

traverso il nostro personale e comu-

nitario rapporto con Lui noi possiamo

vedere Dio nella nostra vita.

Il cammino dei Magi non è finito a

Betlemme ma hanno fatto ritorno

nei loro paesi con nel cuore una

grande gioia che ha donato loro for-

za a una conoscenza diversa del Si-

gnore e di sé stessi. Così deve esse-

re anche per noi: l’incontro con Cri-

sto ci deve cambiare la vita. Anche il

nostro amore deve essere

“epifanico” cioè capace di mostrare

l’amore di Dio per tutti gli uomini:

ciò ci porta a camminare stando at-

tenti alle voci che vorrebbero inqui-

nare il nostro cuore (come quelle di

Erode) per annullare l’effetto della

luce divina sostituendola con le te-

nebre dell’egoismo che rendo impos-

sibile riconoscere Dio e gli altri co-

me qualcuno da amare. A Betlemme

Dio ci invita per mostrarci il suo più

grande dono: chiediamoGli di aiutar-

ci a mettere a frutto questo dono

che ci condurrà alla scoperta della

nostra strada verso la felicità e ci

sosterrà nel difficile compito di

amare cristianamente il mondo lad-

dove ognuno di noi vive (famiglia, la-

voro, sport, scuola, politica, volonta-

riato, oratorio, ecc.). Così facendo,

la luce del Natale continuerà ad es-

sere per noi come la Cometa che illu-

mina il luogo dove incontrare Cristo;

sia questo il nostro cuore o il volto

di un fratello.

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“A very merry Christmas And a happy New Year.Let’s hope it’s a good one,without any fear.And so this is Christmas,for weak and for strong, for rich and the poor ones, the world is so wrong. And so happy Christmasfor black and for white,for yellow and red ones.Let’s stop all the fight.”

Traduzione: “Buon Natalee felice anno nuovo. Speriamo sia un buon annosenza timori né paure. E così è Natale,per i deboli ed i forti,per i ricchi ed i poveri,il mondo è così sbagliato. E così buon Natale,per i neri ed i bianchi,per i gialli ed i rossi,smettiamola di combat-tere.”

[John Lennon, Happy Christmas (War is over)]

Gioia e pace per tutti… questo è

l’augurio scritto in queste poche

righe da John Lennon ed è un po’

quello che tutti sperano per Nata-

le, la festa più bella e gioiosa

dell’anno, attesa con frenesia da

tutti, grandi e piccoli. Ma cos’è il

Natale? Quale significato ha nella

società di oggi?

Come tutti sanno, a Natale si cele-

bra la nascita di Gesù, venuto sulla

terra per gli uomini. Ci sono molte

tradizioni legate a questa festivi-

tà, che variano anche a seconda dei

vari paesi del mondo. Le principali

sono il Presepe, l’albero e la figura

di Babbo Natale.

Il Presepe è strettamente legato

al Cristianesimo, proprio perché

rappresenta Gesù, Maria e Giusep-

pe a Betlemme. Il presepe è una

rappresentazione ricca di simboli.

Alcuni di questi provengono diret-

tamente dal racconto evangelico.

Sono riconducibili al racconto di

Luca: la mangiatoia, l'adorazione

dei pastori e la presenza di angeli

nel cielo.

L’albero deriva da una tradizione

pagana, poi assimilata anche dal

Cristianesimo, secondo la quale es-

so rappresenterebbe la vita. Que-

Il Natale è... di Arianna Guzzon e Stefano Poggi

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12 sto uso è nato nel nord Europa e

successivamente si è diffuso nel

resto del mondo. Originariamente

l'abete veniva addobbato con frut-

ti, soprattutto mele, poi via, via,

sono stati aggiunti dolci, caramelle,

ghirlande e palle. Un tempo, la tra-

dizione voleva che si collocassero

dodici candele sull'albero. Esse

rappresentavano i dodici mesi

dell'anno. Inoltre si cospargeva

l'abete di farina per imitare la ne-

ve. In alcuni Paesi si decora l'abe-

te con bandierine, mentre in altri

si mettono fiocchi, nastri e palle

colorate.

Tutte le versioni del Babbo Natale

moderno derivano dallo stesso per-

sonaggio storico, il vescovo san Ni-

cola di Mira (antica città dell'o-

dierna Turchia). Si racconta che

egli esortò tutti gli altri parroci

della sua diocesi a diffondere il

cristianesimo dove i bambini non

avevano la possibilità o la volontà

di recarsi in chiesa, a causa del

freddo invernale. Disse loro di re-

carsi dai bambini portando un re-

galo e di cogliere l'occasione per

spiegare chi fosse Gesù Cristo e

che cosa avesse fatto per l'intera

umanità. I parroci, portando con

loro un sacco pieno di regali, rag-

giungevano i bambini mediante al-

cune slitte. Questo ha dato origine

al mito ed al nome di Santa Claus

nelle sue diverse varianti.

Spesso si discute sul valore che il

Natale sta assumendo negli ultimi

anni nella società. Molti pensano

che il consumismo possa deteriora-

re il vero spirito del Natale: si cor-

re a comprare l’abete, le luci, gli

addobbi, ci si crea problemi per la

cena di Natale, per i regali da fare

a parenti e amici ed altre mille co-

se simili. Insomma, il commercio

cerca sempre di fare bottino pieno

a Natale. Bisogna però sempre ri-

cordarsi qual è il vero spirito di

questa festa: Natale è un momento

di gioia e affetto, durante il quale

si festeggia insieme alle persone

amate.

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! Ma cosa pensiamo noi del Natale? Ecco qui alcune riflessioni direttamen-

te dalla nostra redazione:

Il bello del Natale per me è quando giunge la vigilia, perchè con mio pa-pà facciamo il presepe in giardino come vuole la tradizione di famiglia e aiutiamo la mamma a mettere giù i tavoli in soggiorno visto che il giorno dopo ci saranno più o meno quindici bocche da sfamare. Il bello del Na-tale è anche vedere la gioia dei bambini che si trovano il regalo sotto l’albero e lo sguardo colmo di gioia che hanno quando aprono il regalo e scoprono che è ciò che desideravano con ansia.

Per me il Natale è gioia, speranza, serenità.

E’ un giorno da vivere con la felicità nel cuo-

re: le famiglie si riuniscono e tutti ritrovano

un briciolo di quella speranza che magari nel

resto dell’anno avevano perso. Il Natale è

gioia, pace; quella pace che Gesù aveva por-

tato nel mondo per gli uomini i quali però al

giorno d’oggi sembrano essersene dimentica-

ti. Infatti, troppo preoccupati per i propri

futili interessi, non si rispettano e non si

amano, e così non vivono il Natale nel modo

magico in cui dovrebbe essere vissuto. Spe-

ro che si possa un giorno ritornare a vivere il Natale serenamente perché

“A Natale puoi, fare quello che non puoi fare mai. È Natale e a Natale si può fare di più, è Natale e a Natale si può amare di più…” Natale per me è Gesù che nasce per vivere una vita come la no-stra e credo che oggi, in un momento di crisi così difficile, questa

verità sia ancora più importante. Anche quest'anno nel periodo di Avvento ho fatto il Presepe e con grande piacere l'ho preparato con alcuni amici. Mi piace il Presepe perché, al di là dell'interesse artistico, racconta in un modo antico e sempre nuovo il significato del Natale. E' una tradizione che mi diverte e spesso, quando lo immagino con le persone che conosco e mi sono care, mi fa riflettere. Allora ecco che uno diventa il pa-store con le pecore, l'altro il for-

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naio, chi i magi coi doni, o la contadina con l'oca, il ragazzo che pascola i porci e il fabbro che picchia nella sua fucina... Ognuno con il suo posto, ognuno indaffarato a far bene il proprio mestiere, come in ogni giorno della vita vera. Ma la notte di Natale il Presepe coglie l'attimo eterno in cui tut-ti per un istante si fermano e come statuine immobili guardano il Bambino nella mangiatoia. E in Lui vedono riflessa la speranza di una vita migliore. Perché se Dio stesso ha scelto di viverla questa vita, ecco credo che allora sia davvero unica e preziosa. Così cerco sempre anch'io il mio piccolo posto nel Presepe, maga-ri là in fondo nella stalla... cocciuto come sono sarei di sicuro un buon asinello. Non chiederei di meglio, sarebbe un Natale bellissimo. Vicino a Gesù Bambino. Per me il Natale è gioia, felicità perché è un momento per stare tutti in-

sieme, con la propria famiglia, e in cui i nostri cuori dovrebbero riem-

pirsi di pace e serenità. Purtroppo ai nostri giorni il Natale è diventato

oggetto di speculazione, dimenticandone il significato ovvero la magia

che avvolge questa Notte Santa.

Per me Natale è la luce che risplende e da' calore alle nostre anime.

E' la nascita del nostro credo

Il Natale, oltre a essere meritata vacanza dagli impegni scolastici e lavorati-vi, è per eccellenza la festa della famiglia, il giorno in cui ci si riunisce per passare insieme una giornata o anche più. È una pausa in questa società che viaggia alla velocità della luce, per risco-prire il valore della condivisione e un po’ noi stessi. Il Natale non è “qualcosa” e nemmeno solo il 25 dicembre, ma è l’atmosfera che si crea intor-

no a questo momento: un’atmosfera di serenità e gioia, che si vuole condi-videre con chi ci sta intorno. Sicuramente è impossibile non tro-

varsi coinvolti ogni anno dalla venu-

ta del Natale, sia in senso spiri-

tuale (la Santa Messa) che mate-

riale (i regali, il cenone, ecc). Tut-

tavia nel passare del tempo questa

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12 ricorrenza è divenuta sempre più un motivo di aggregazione della fami-

glia, soltanto per lo scambio dei doni, assumendo un significato mera-

mente materiale. A costo di ripetere cose che sembrano scontate e rici-

clate, io credo che bisogni dare la giusta importanza al Natale inteso

come venuta di Gesù, nel VERO significato della ricorrenza. Certo, io

non sono nessuno per fare prediche agli altri e ognuno è libero di veder-

la come vuole, ma personalmente sono sicuro che per altre persone co-

me me la spiritualità sia una sorta di rifugio, un riparo dalle intemperie

della vita. Invito dunque ad apprezzare i regali fatti e ricevuti, ma so-

prattutto a non dimenticare di ringraziare un Qualcuno che è sempre, in

ogni situazione, al proprio fianco.

Il Natale è una festa che personalmente mi ha sempre portato tanta gioia

ed allegria. È un giorno molto importante perché rappresenta, con la nasci-

ta di Gesù, la venuta del signore tra noi. Ma la festa non si esaurisce il 25

Dicembre, è fondamentale tutta la pre-

parazione con gli addobbi, le luci, il pre-

sepe e l’albero di Natale. Uno dei mo-

menti più belli è appunto riunirmi con la

mia famiglia per sistemare, in casa, le

decorazioni natalizie. Il Natale è la fe-

sta della famiglia, l’ho sempre trascorso

andando a messa la notte del 24 dicem-

bre, mentre la giornata di Natale con le

persone care, quindi insieme ad amici e

parenti.

Il Natale porta con se felicità e tutte

le persone in questo giorno dovrebbero

aprire il loro cuore alla bontà e alla

gioia, aiutando il prossimo.

Secondo me il Natale è gioia… è l’atmosfera che si respira nel mese di di-

cembre camminando tra la folla in mezzo a mille sorrisi e colori sgargianti

di buste, nastri, luminarie e alberi… è ritrovarsi insieme alla Messa della

Vigilia per festeggiare insieme la nascita di Gesù e per augurarsi che il do-

mani sarà tutto migliore… regalando un semplice sorriso a quelle persone

che magari stanno attraversando un periodo difficile, dicendo che i proble-

mi si possono affrontare insieme… come una famiglia.

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L’idea di una colletta alimentare,

vale a dire un sistema di raccol-

ta del cibo e della sua redistri-

buzione ai bisognosi tramite i

centri di assistenza, è nata a

Milano nel 1989 dalla Fondazio-

ne Banco Alimentare, un’organiz-

zazione ONLUS creata da don

Luigi Giussani e da Danilo Fossa-

ti. A partire dal 1996 ogni anno,

l’ultimo sabato di novembre, si

svolge la giornata nazionale della

Colletta Alimentare e migliaia di

supermercati in tutta Italia

aprono le loro porte ai volontari

della colletta, riconoscibili per la

pettorina gialla con l’immagine di

una formica. Tutti sono invitati a

partecipare, acquistando prodotti

non deperibili (come pasta, riso,

olio, pelati, carne in scatola, fagio-

li, alimenti per l’infanzia…) e deci-

dendo di donare la propria spesa ai

volontari del banco alimentare, che

provvedono poi a smistare gli ali-

menti e a inviarli alle mense italia-

ne.

Sabato 26 novembre 2011 si è

svolta con successo la 15^ Giornata

Nazione della Colletta Alimentare.

Più di 8000 supermercati in tutta

Italia vi hanno aderito ed è stato

possibile raccogliere ben 9600

tonnellate di cibo, una cifra vera-

mente significativa in tempi di cri-

si, soprattutto se si pensa che si è

registrato anche un aumento del

cibo raccolto rispetto all’anno pre-

cedente (+2%)!

In questi casi colpisce veramente

la generosità delle persone che of-

fre un’immagine positiva del nostro

Paese. Partecipare alla Colletta è

molto semplice, non ci sono assolu-

tamente vincoli di quantità o di

prezzo, speriamo quindi che altre

persone venendo a conoscere la

Colletta Alimentare, vogliano ade-

rirvi quest’anno.

Nel frattempo vi lasciamo la testi-

monianza diretta di Paola, una vo-

lontaria della Giornata di sabato

26 novembre.

Paola, la divisa dei volontari ha

disegnata sopra una formica, ha

qualche significato particolare?

È un’immagine divertente e può si-

gnificare che anche i piccoli gesti

sono importanti, inoltre credo che

Colletta Alimentare: un vero gesto di solidarietà di Paola Fulghieri

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! ci inviti a collaborare e ad essere

solidali come lo sono le formiche,

per vivere in modo migliore.

Che cosa ti ha colpito di più del-

la 15^ Giornata Nazionale?

Beh, sono successe tante cose, ab-

biamo parlato con tante persone…

in particolare mi ha colpito un vec-

chietto che ha riempito l’intero

carrello per la colletta! O anche

una signora che ci ha portato un

barattolone di nutella da 1 kg! Poi

c’è da dire che anche moltissimi

immigrati hanno voluto contribuire

e anche gente che non conosceva

questa iniziativa si è fermata e ha

deciso di partecipare, io non so se

al loro posto avrei fatto lo stesso.

La frase che hai sentito più

spesso?

Ooh, ma voi della colletta siete

dappertutto, vi ho trovato anche

nell’altro supermercato!!!

E noi rispondevamo: - eh, ha vi-

sto??!è la giornata nazionale!!!

Come eravate organizzati?

All’entrata c’erano due volontari

che spiegavano ai clienti l’iniziati-

va, poi alle casse altri di noi che

raccoglievano le donazioni dei par-

tecipanti e per ringraziarli del loro

contributo gli regalavamo delle ca-

ramelle; infine c’era l’area di smi-

stamento del cibo che veniva depo-

sitato negli appositi scatoloni. Du-

rante il mio turno di volontaria è

passato due volte un furgone per

caricare gli scatoloni imballati.

L’appuntamento per tutti è alla

prossima Giornata Nazionale della

Colletta Alimentare. Non mancate!

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lib

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Canto di Natale di Giovanni Pasquali

Cari lettori di NEON,

le feste sono ormai concluse e co-

me ogni anno è tempo di tornare

alla normalità dopo il periodo nata-

lizio. Vorrei però invitarvi a non ab-

bandonare il clima del Natale e vi-

vere ancora per un po’ la magia di

questa festa grazie all’aiuto di

Charles Dickens e del suo Canto di Natale. Questo libro meraviglioso narra la

storia di Ebenezer Scrooge, un uo-

mo anziano e molto avaro, che dopo

la morte del suo socio in affari

Marley vive nell’egoismo. Un anno,

alla vigilia di Natale, Scrooge rice-

ve la visita dello spettro del suo

socio che è stato condannato a tra-

scinare pesanti catene, i vincoli

dell’avarizia, e ammonisce Scrooge

perché non faccia la sua stessa fi-

ne. Marley annuncia a Scrooge che

riceverà la visita di tre spiriti rap-

presentanti i Natali passati, il Na-

tale presente e i Natali futuri.

Lo spirito dei Natali passati mostra

a Scrooge come da giovane fosse

un ragazzo vivace e altruista e cer-

ca di risvegliare la sensibilità

dell’anziano mostrandogli scene di

allegria natalizia. Scrooge riper-

corre la sua adolescenza ma non

riesce a sopportare la vista del mo-

mento in cui si separa dalla consor-

te a causa della propria avarizia e

così chiude lo spirito nel cappello

che portava in testa facendolo sva-

nire.

E’ il turno dello spirito del Natale

presente che mostra a Scrooge co-

me i suoi conoscenti passano in al-

legria la festa. Inizia col mostrargli

la casa del suo impiegato che, seb-

bene non disponga di grandi ric-

chezze, tenta di assicurare una

bella festa alla sua famiglia, in par-

ticolar modo al figlioletto storpio

Tiny Tim. Scrooge è molto colpito

dal fatto che il suo impiegato pro-

ponga un brindisi in suo onore nono-

stante egli lo trattasse sempre ma-

le. Lo spirito mostra poi a Scrooge

come il Natale sia una festa comu-

ne facendogli vedere dei minatori, i

guardiani di un faro e infine dei

marinai tutti augurarsi un felice

Natale. La visita dello spirito fini-

sce a casa di Fred, il nipote di

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! Scrooge, che prende in giro lo zio

davanti ad amici e parenti per aver

rifiutato per l’ennesima volta un

invito a pranzo e per aver definito

il Natale una “baggianata”. Lo spiri-

to del Natale presente si dissolve

dopo aver mostrato a Scrooge due

bambini malconci rappresentanti la

Miseria e l’Ignoranza. Questa vi-

sione mette a dura prova la testar-

daggine dell’avaro.

L’ultimo spirito, quello dei Natali

futuri, si presenta come un’ombra

silenziosa che mostra a Scrooge

degli uomini che parlano di un mor-

to. Questi uomini sono colleghi di

Scrooge e dicono di non essere in-

teressati alla morte dell’individuo.

Una serie di indizi fa capire a

Scrooge che stanno parlando di lui

e lo spirito lo conduce allora da-

vanti alla sua tomba dove Scrooge

giura di voler cambiare vita e di

voler essere un uomo migliore.

L’anziano protagonista della storia

si sveglia la mattina di Natale e da

quel momento in poi cambia comple-

tamente stile di vita diventando un

uomo buono.

Questa storia è molto commovente

e la consiglio a tutti, da leggere da

soli o in compagnia, perché è un’ope-

ra meravigliosa, uno dei capolavori

di Dickens. Da questo magico libro è

stato tratto il film della Disney “A Christmas Carol”. “… E così, come auguro Tiny Tim, il

Signore ci benedica tutti quanti.”

Buona lettura!

È ATTIVO IL SITO

DELL’ORATORIO:

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Bastardi Senza Gloria di Matteo Micheli e Mattia Maniezzo

TRAMA

Nella Francia occupata dai Nazisti, una gio-

vane ragazza di nome Shosanna (Mélanie

Laurent) assiste all’uccisione di tutta la sua

famiglia per mano del colonnello nazista

Hans Landa (Christoph Waltz), conosciuto

anche con il soprannome “il cacciatore di

ebrei” , ed riesce a sfuggire miracolosa-

mente alla morte. Rifugiandosi a Parigi,

assume una nuova identità e diviene pro-

prietaria di un Cinema. Intanto in Europa, il

tenente Aldo Raine (Brad Pitt) mette as-

sieme una squadra speciale di ebrei chia-

mati “I Bastardi” che hanno il compito di

uccidere ogni soldato tedesco e prendergli

lo scalpo, si trovano a collaborare con l’at-

trice tedesca Bridget von Hammersmark

(Diane Kruger), spia degli Alleati, in una

missione che mira ad eliminare i leader del

Terzo Reich (compreso Hitler). La missione

li porta nei pressi del cinema parigino dove

Shosanna sta tramando una vendetta per-

sonale.

RECENSIONI

Presentato al Festival Di Cannes nel 2009

l’attore Christoph Waltz riceve il premio

come miglior interpretazione maschile.

La storia - o meglio la fantastoria - è quella

di un manipolo di sgangherati e violenti mili-

tari americani organizzati contro l'invasore

nazista, nella Francia occupata dai tede-

schi. Organizzati è un eufemismo: loro, il

nemico, lo massacrano. E se avanza qualcosa

lo distruggono. Oltre a Brad Pitt il film è

pieno di professionisti, almeno quanto di

carogne. Uno fra tutti, il semi-sconosciuto

(almeno al pubblico medio italia-

no) Christoph Walz, nei panni del maledetto

Colonnello delle SS Hans Landa. La sua in-

terpretazione ha qualcosa di geniale. Uso

strepitoso della mimica facciale e della po-

stura, battute da film di Mel Brooks e bic-

chieri di latte buttati giù di un fiato al po-

sto del whisky: il Cacciatore di Ebrei entra

di diritto nella storia del cinema in-off di

Hollywood, e la Palma d'oro vinta a Cannes è

solo una delle prove a suo favore. Nella lista

dei cattivi del cinema Hans Landa scalerà i

vertici, di questo ne siamo certi. Bastardi

senza gloria è diviso in 5 capitoli (Once

Upon a Time in Nazi Occupied France, In-

gloriuos Basterds, German Night in Paris,

Operation Kino e The Revenge of the Giant

Head) i primi due esilaranti e brevi, i due

centrali un po' troppo lenti e a tratti mac-

chinosi, più il gran il finale, vero omaggio di

Anno: 2009

Genere: guerra,azione

Regista: Quentin Tarantino

Attori: Brad Pitt, Christoph Waltz, Eli Roth, Micheal Fassbender, Diane Kruger,

Daniel Brühl, Til Schweiger, Mélanie Lau-

rent, Mike Myers, Maggie Choung, Clo-ris Leachman, Enzo G. Castellari, Martin

Wuttke, Samm Levine

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! Tarantino al Cinema, che salva la vita. La

visione in lingua originale (con sottotitoli) è

assolutamente l'unica consigliata, visto che,

a differenza di quanto ci si aspetti da quel

pazzo di Quentin (almeno quello degli ultimi

tempi), il film gioca molto più sulle parole e

sui dialoghi che non sull'azione. La violenza,

anche cruda, non manca e da il voltastoma-

co, ma non é esagerata come si poteva te-

mere per un film che parla di morti ammaz-

zati e vendette.

Tarantino ci regala eroine femminili più

complete delle icone di Kill Bill, bassezza

umana e coraggio nella stessa dose, crudeltà

e sarcasmo. Ci mostra un Hitler sciocco, ma

meno ridicolo di quanto ci si aspetti, e un

Goebbles spaventoso come te lo immagini in

un clima degno del miglior Dove osano le aquile al contrario. Insomma, questo Bastar-

di senza gloria, che a Tarantino piaccia o

no, offre sce-

nari, emozioni e

consensi da

western di se-

rie A. Solo che

stavolta, a vin-

cere sono gli

indiani. Da non

perdere la clip

esclusiva di

Bastardi senza

gloria su

Filmzone, la

scena in cui il

terribile colon-

nello Hans Lan-

da inizia il suo

interrogatorio.

IMPRESSIONI

Il film è davvero un’opera molto originale a

partire dalla rappresentazione dei perso-

naggi e dei luoghi. Pur sembrando stupido e

buffo ci innesca sempre delle riflessioni e

ci fornisce una descrizione del mondo e dell’

epoca nazista. Il regista vuole, attraverso la

satira di quel mondo, descriverlo e nello

stesso tempo colpirlo nei suoi punti deboli

tanto che i vincitori in questa vicenda sa-

ranno gli ebrei e non i nazisti, anche se la

storia ci conferma diversamente.

Tarantino stravolge la storia nel vero senso

della parola arricchendola di battute, pen-

sieri erotici e di dialoghi tra vari personag-

gi. Non mancano gli omicidi, le uccisioni e le

sparatorie tra nazisti e americani tanto che

la principale è quella nell’ osteria sotterra-

nea tra i compagni di Brad Pitt e i tedeschi.

E’ un film che consigliamo perché dista un

abisso dai classici film sull’epoca nazista e

sulla persecuzione degli Ebrei: è davvero

interessante e curioso perché si propone di

descrivere qualsiasi aspetto della seconda

guerra mondiale, come se fosse una

“favola”.

Tenendo come riferimento la voglia di ven-

detta da parte della comunità ebraica, il

regista costruisce la vicenda partendo dalla

miracolosa sopravvivenza di una bambina

francese ebrea che in età adulta riesce fi-

nalmente ad esaudire il suo desiderio: ucci-

dere il dittatore Hitler e abbattere il regi-

me per vendicare la morte dei suoi familiari.

E’ un film del tutto inverosimile sotto certi

punti di vista e ottimista perchè si propone

di rappresentare una realtà dei fatti con

una conclusione utopica.

VOTO: 85/100

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Il Natale nella musica di Luca Piccoli

Per questa edizione natalizia del

giornalino dell’oratorio non potevo

che dedicare la rubrica musicale

alla musica natalizia.

L’atmosfera del Natale sarebbe una

cosa spenta e inanimata senza quel

dolce sottofondo musicale che la

caratterizza. Nei negozi, nei super-

mercati e persino nelle singole case

tra una fetta di panettone ed una

di pandoro si scorda la musica tra-

dizionale per ascoltare qualunque

melodia natalizia si possa recupera-

re.

Parlando di CD musicali natalizi mi

viene da pensare al successo che ha

riscontrato il nuovo disco di Michael

Bublè, con 16 tracce dedicate inte-

ramente al Natale. Anche il titolo

non può che richiamare proprio il

Natale: “Christmas”. Composto pro-

prio quest’anno, racchiude le più fa-

mose melodie Natalizie e alcuni bra-

ni sono anche cantati in coppia con

altri artisti. L’album ha ottenuto un

grandissimo successo da parte di

tutti i suoi fan e non solo, tanto che

le edizioni sono ora introvabili

presso i negozi di musica.

D’altronde un’artista del suo

livello che compone un EP de-

dicato al Natale non può che

avere successo!

Anche la famosissima Lady

Gaga, soprattutto nel mondo

giovanile, si è lanciata nel can-

to di canzoni natalizie. Ha

composto il suo “A very Gaga

holiday” un EP di 4 classici della mu-

sica natalizia registrati in live.

E in Italia? L’augurio di Natale viene

da Enzo Iacchetti. L’8 Novembre è

uscito il suo nuovo disco “Acqua di

Natale” contenente 8 tracce natali-

zie. Il ricavato delle vendite sarà

destinato all'Amref per la realizza-

zione di una diga in Kenya, utile per

il sostentamento di oltre 2600 per-

sone. Il disco è stato realizzato con

la collaborazioni di voci italiane mol-

to famose come Mina, Lucio Dalla,

Enrico Ruggeri, Claudio Baglioni e

Roberto Vecchioni.

Anche i Coldplay, che quest’anno

stanno veramente spopolando grazie

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! all’uscita del loro ultimo disco, han-

no dichiarato che per loro sarebbe

molto simpatico e piacevole produr-

re un disco natalizio. Chissà se il

prossimo Natale incideranno anche

loro un EP natalizio.

Per chi fosse in cerca di qualche

traccia da ascoltare in questi ultimi

giorni di atmosfera natalizia, men-

tre smonta l’albero e i balocchi op-

pure per il Natale dell’anno prossi-

mo, ecco la classifica delle 20 can-

zoni natalizie migliori degli ultimi 10

anni:

1. All I Want For Christmas Is You - Mariah Carey

2. Last Christmas - Wham

3. Fairytale of New York - The Pogues

4. Merry Xmas Everybody - Slade

5. I Wish It Could Be Christmas Every Day - Wizzard

6. Do They Know It’s Christmas? - Band Aid

7. Driving Home For Christmas - Chris Rea

8. Stop The Cavalry - Jona Lewie

9. White Christmas - Bing Crosby

10. Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow! - Dean Martin

11. I Believe In Father Christmas Greg Lake

12. Wonderful Christmas Time - Paul McCartney

13. Merry Christmas Everyone - Shakin’ Stevens

14. Step into Christmas - Elton John

15. The Power of Love - Frankie Goes to Hollywood

16. Happy Christmas (War Is Over) - John &Yoko

17. Rockin’ around the Christmas Tree Brenda Lee

18. Winter Wonderland - Darlene Love

19. Stay Another Day - East 17

20. 2000 Miles - The Pretenders

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Novità 2012: Videogiochi di Matteo Carenzi

In questo numero di NEON ho deciso

di parlare delle uscite di videogiochi

in programma per il 2012.

Vorrei partire parlando della novità

di casa SONY: PSP VITA.

Questo tipo di PSP è dotato di nume-

rose innovazioni perché è dotata di

touchscreen, internet (wi-fi disponi-

bile in ogni modello, più la possibilità

di avere la connessione 3g), sensore

di movimento, doppia fotocamera,

GPS, questa PSP ci da anche la possi-

bilità di giocare in multiplayer con

una playstation 3. Dotata di schermo

OLED e doppio analogico. Ci sono di-

verse applicazioni come Facebook,

Twitter, Skype, Playstation Network,

Chat, Camera, Video Player e molte

altre.

Parlando di videogames in uscita in

questo 2012 che sta per arrivare, ci

sono molti nomi: Naruto, Gta, Fifa

street, Final Fantasy, Uncharted,

Metal Gear, Ninja Gaiden, Soul Cali-

bour.

Naruto Shippuden Ultimate Ninja

Generation:

Questa versione del gioco di Naruto,

compatibile con PS3 e XBOX 360,

vedrà la presenza di tutti i personag-

gi di Naruto, ossia la possibilità di

far scontrare Naruto bambino con

Naruto del manga Shippuden. In ag-

giunta ci saranno molti personaggi

nuovi come tutti e cinque i kage,

Naruto che è in grado di controllare

il potere della volpe a nove code,

Danzo, Obito (compagno di squadra

di kakashi quando era giovane, colui

che gli donò lo sharingan) e Kakashi

da bambino, Sasuke sarà in grado di

utilizzare il Susanoo e moltissimi al-

tri personaggi giocabili.

Gta V:

Per ora non si sa molto sulla trama

del gioco ma possiamo escludere

chiaramente che come citato da mol-

ti non è un remake di Gta San An-

dreas o di Vice City ma si può notare

chiaramente che sono presenti zone

di Miami Beach e Los Santos. La gra-

fica è letteralmente migliorata, I

movimenti saranno più fluidi e scor-

revoli, le auto sono sempre più elabo-

rate . Inoltre tutti i personaggi sa-

ranno fedelmente ricostruiti e elabo-

rati per renderli surreali .

Fifa Street 4:

Electronic Arts ha intenzione di fare

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dei regali piuttosto succulenti per

tutti gli appassionati di calcio che

hanno l’intenzione di preordinare il

gioco FIFA Street 4. Le aggiunte

consistono nell’Adidas all-star team,

con la presenza di Lionel Messi e 12

tra i più grandi calciatori del mondo

insieme a un nuovo campo ispirato

alla Plaça de Catalunya di Barcellona

dove i giocatori di street football si

riuniscono per giocare, nel pieno cen-

tro storico della città. Messi non sa-

rà presente solo come giocatore di-

sponibile ma, grazie al contratto fir-

mato con EA, sosterrà diverse cam-

pagne e attività sui social media in

tutto il mondo. Ha aiutato a rendere

in miglior modo il nuovo campo nel

gioco e sarà presente sulla coperti-

na. Tante belle cose per il campione

del Barcellona. Il gioco si preannun-

cia davvero ben realizzato soprat-

tutto per le nuove modalità di con-

trollo della palla che dovrebbero re-

galare realismo e la classica piacevo-

lezza arcade. FIFA Street 4 vedrà

la luce in tutto il mondo a partire da

marzo per Ps3 e Xbox 360.

Soul Calibur V:

Parlando di Soul Cali-

bur V, verrà introdotta

un'importante compo-

nente del gioco, ovvero

il Character Creation.

Questo potente tool

non è altro che una

versione rinnovata ed

ampliata dell'editor di

personaggi già visto nel

precedente capitolo,

pesantemente rivisto in

diversi aspetti che permette al gio-

catore di modificare un lottatore

presente nel roster o, più interes-

sante, crearne uno da zero. l Charac-

ter Creation si è dimostrato capace

di quanto promesso, sufficientemen-

te immediato da padroneggiare e

dalle potenzialità davvero vaste, in

grado di regalare un grande valore

aggiunto ad un titolo molto promet-

tente.

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Metal Gear Solid HD Collection:

Per chi non lo sapesse si tratta della

riproposizione in alta definizione di

praticamente tutti i capitoli di una

delle serie più amate e giocate di

tutti i tempi, quella di Metal Gear

appunto. Il prossimo febbraio trove-

remo lo strepitoso Snake Eater,

Sons of Liberty e Peace Walker,

tutti riproposti in grafica in alta de-

finizione e supporto ai 16/9. Coloro

che già hanno avuto la fortuna di

provare i suddetti titoli sanno oltre-

tutto che, all’interno di Snake Eater

sono contenuti Metal Gear 1 e 2,

usciti sul glorioso MSX2 rispettiva-

mente nel 1987 e nel 1990. In un

unico pacchetto troverete dunque i

principali capitoli della serie Koji-

miana perfetti nella riproduzione.

Essendo nati su Playstation 2, questi

due episodi non hanno richiesto un

grosso adattamento per essere più

che godibili anche al giorno d’oggi,

dato che lo stile, il character design

e la complessità poligonale risultano

ancora di altissimo livello ed è stato

sufficiente portare tutti in alta de-

finizione per ottenere un risultato di

assoluto livello. Coloro che si avvici-

neranno alla serie con questa collec-

tion, o tutti i possessori di Metal

Gear Solid 4, dovranno scontrarsi

forse con un sistema di controllo un

po’ legnoso e meccaniche di gioco

piuttosto complesse. Va comunque

sottolineato come, una volta superati

i primi frangenti di gioco, il rischio

di essere catturati dal carisma di

Snake e compagni, dalle musiche di

Gregson-Williams e dai folli copioni

di Kojima sarà elevatissimo. Quello

che infatti non viene minimamente

intaccato, anzi a ben vedere è valo-

rizzato dall’alta definizione e la di-

mensione media dei pannelli –

decisamente maggiore che i passato-

, è la spettacolarità delle scene di

intermezzo, uno degli elementi di-

stintivi di tutta l’opera. Discorso di-

verso per Peace Walker, capitolo na-

to su Playstation Portable. Per limiti

hardware della console, infatti, gli

sviluppatori dovettero ingegnarsi

per sopperire alla mancanza del se-

condo stick analogico e di due pul-

santi dorsali per garantire un game-

play sostanzialmente identico a quel-

lo dello Snake amato su console da

salotto. Dal punto di vista dell’adat-

tamento segnaliamo la presenza del-

le tracce inglesi (con il grandissimo

David Hayter nel ruolo di Snake)

sottotitolate discretamente in ita-

liano, con al momento qualche svario-

ne, che fa apparire frasi in francese

al posto di quelle nella nostra lingua.

Cosa che comunque nei prossimi mesi

potrebbe venire tranquillamente

corretta.

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i! L’angolo del Relax

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Laura Zelig Risponde di Laura Zeni

Buongiorno a tutti!

Visto che nessuno mi ha scritto que-

sto mese ho pensato, prima di consi-

gliarvi la lettura dell’articolo che se-

guirà, di esporre la traccia formativa

del cineforum 2011-2012. In accordo

con le catechiste e con D.Paolo si è

deciso di dare un’impronta un po’ di-

versa , rispetto all’anno precedente .

I film, infatti, sono stati selezionati

da me dopo aver consultato i miei

colleghi, autentici cinefili .

Si è previsto anche il momento della

discussione, il martedì sera, con la

possibilità di confronto e crescita.

I film non sono tutti semplici: riten-

go comunque di potermi avvalere del

buon livello culturale dei vostri figli

e della loro capacità di estrapolare e

rielaborare i contenuti complessi.

Traccia formativa

Argomenti :Relazione con gli adulti/

fra coetanei, Rapporto Genitori-figli.

L’altro mondo

Stanno tutti bene

Ovosodo

La custode di mia sorella

L’amico ritrovato

I ragazzi del coro

Dopo aver considerato, nel preceden-

te giornalino, l’importanza della fun-

zione svolta dalla famiglia, voglio tra-

smettervi questo decalogo sulla co-

municazione coi figli che ho trovato

particolarmente interessante.

10 regole per comunicare meglio

con i propri figli (a cura di Anna

Vairo)

Regola 1: Evitare contraddizioni

tra linguaggio verbale e linguaggio

non verbale

Il linguaggio verbale è solo uno degli

elementi che ci fa comunicare; ce ne

sono altri che comportano una rile-

vanza almeno equivalente . La concor-

danza tra tutti gli elementi che com-

pongono e connotano una comunica-

zione rende chiari, diretti ed inequi-

vocabili i significati del messaggio,

realizzando una comunicazione effi-

cace […].

Regola 2: Realizzare una corretta

gerarchia tra ciò che è importante

e ciò che non lo è

Sostenere tante argomentazioni nel-

la stessa conversazione, senza attri-

buire ad esse una priorità, confonde

l’interlocutore e svilisce la portata

dei contenuti.

Una comunicazione orientata a tra-

smettere un messaggio educativo de-

ve tenere conto della rilevanza degli

argomenti, delle priorità e della loro

importanza.[…]

Regola 3: Dare riconoscimento ai

comportamenti positivi

Il genitore che attribuisce riconosci-

menti positivi potenzia nel figlio la

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! disponibilità ad ascoltare e ad ap-

prendere, purché i riconoscimenti

siano fondati, riferiti, cioè, concre-

tamente ad un fatto reale.

Regola 4: Effettuare richieste

possibili e realistiche

Nella relazione educativa è rischioso

alimentare aspettative illusorie che

non trovano corrispondenza nei desi-

deri e nelle aspirazioni dei figli, così

come risulta dannoso effettuare ri-

chieste troppo impegnative rispetto

alle effettive possibilità di realiz-

zarle. Una richiesta sproporzionata

avvilisce, svaluta le proprie forze,

spinge a richiedere costantemente

aiuto esterno, coltiva insoddisfazio-

ne, spinge alla rinuncia. I figli hanno

bisogno di sostegno per scoprire

gradualmente le proprie reali possi-

bilità e competenze e, se possono

fondare su una relazione di fiducia e

rispetto, il compito risulta agevolato.

Regola 5: Evitare stereotipi e pre-

giudizi

Gli stereotipi sono la conoscenza che

l'individuo immagina già di possede-

re, Il pregiudizio è un giudizio for-

mulato non per conoscenza diretta di

un fatto, di una persona, quanto

piuttosto in base ad esperienze pas-

sate, proprie o viste vivere da altri.

Indica carenza di dati attualizzati,

concreti, verificati “qui ed ora”. Una

relazione educativa non può basarsi

su giudizi formulati prima, indipen-

denti dalla verifica nella situazione

concreta, affidati all’approssimazio-

ne e al sentito dire.

Regola 6: Osservare da più punti

di vista

L’educazione passa attraverso la co-

noscenza dei figli, profonda, delica-

ta, sensibile e attenta ai loro pen-

sieri, ai sogni, alle aspettative, alle

emozioni. Partendo dal proprio punto

di vista, il genitore dovrà mostrarsi

capace di modificare il proprio punto

di osservazione. Per essere presen-

te, efficace e di supporto alla cre-

scita in autonomia, il genitore deve

sapere in quale posizione sia il pro-

prio figlio, come vede il mondo, quali

sono i suoi gusti, cosa osserva, quali

valutazioni fa, cosa lo entusiasma.

Ciò non richiede uguaglianza nel pen-

sare e nel sentire, né comporta ne-

cessariamente modificare le proprie

convinzioni.

Regola 7: Usare formule corrette

Esistono occasioni nelle quali la co-

municazione con i figli è orientata ad

ottenere determinati risultati senza

che si realizzi una comprensione pro-

fonda ed un profondo coinvolgimen-

to. Un genitore, pur di convincere il

figlio, ricorre, in taluni casi, ad allet-

tanti promesse, prospetta realtà in

maniera alterata, auspica risultati

illusori. Sono i casi in cui il genitore

fonda il suo consenso sul ricatto o la

manipolazione[…]Il più delle volte, il

ricatto agisce per il forte bisogno di

sicurezza avvertito dal genitore che,

impaurito dai rischi che comporta

l’inesperienza del figlio, mira ad ot-

tenere comportamenti da sé consi-

derati opportuni, pur di fronteggiare

la proprie paure e le insicurezze per

un futuro incerto. La sicurezza otte-

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nuta con raggiri o sostituzioni non

aiuta a crescere in autonomia…. La

comunicazione manipolatoria si rea-

lizza quando si prospetta al figlio

una aspettativa allettante, del tutto

scollegata dall’impegno richiesto per

portarla a termine. Nella manipola-

zione, anche se a fin di bene, c'è

qualcosa di nascosto, di non detto,

che lascia i soggetti in relazione

fuori dal coinvolgimento profondo e

dalla interazione La comunicazione

manipolatoria, rischia di indebolire

nel figlio il rapporto di fiducia nei

confronti dei genitori, poiché, non

sentendosi al centro di una relazio-

ne paritetica, identifica se stesso

come uno strumento per il conse-

guimento di fini “esclusivi” del geni-

tore.

Regola 8: Potenziare l’approccio

empatico

La comprensione empatica è elemen-

to fortemente agevolante nella rela-

zione educativa. L’empatia consiste

nel comprendere in quale stato

emotivo si trova l’altro e nel comuni-

carglielo. Orientandosi alla emotivi-

tà, dimensione profondissima di cia-

scuno, ne coglie la unicità rivolgen-

dole attenzione e rispetto, agevo-

lando la formazione della propria

identità.

Regola 9: Saper stare in silenzio

L’approccio protettivo, la responsa-

bilità educativa, la maggiore espe-

rienza, il bisogno di proteggere, a

volte, rendono la comunicazione dei

genitori ansiosa, prolissa, indiscreta,

invadente.

Una comunicazione efficace richie-

de la capacità di suscitare attenzio-

ne e interesse, agevolando nell’in-

terlocutore il processo di ascolto e

apprendimento favorendo la concen-

trazione sulla centralità del messag-

gio.

Regola 10: Mostrare i propri dub-

bi e le mancate conoscenze

Essere genitori affidabili non signi-

fica offrire un’immagine di infallibi-

lità ai figli. Il ruolo, la differenza

anagrafica, la complessità delle pro-

blematiche adulte, a volte, ricom-

pongono un puzzle identificativo di

genitori perfetti. Velare le negativi-

tà e le difficoltà, mostrarsi sempre

vincitori, disporre della soluzione

giusta in ogni circostanza altera la

lettura della quotidianità e rischia

di fornire un modello di sé così ir-

raggiungibile da apparire distante

dai figli e, come tale, lontano dalla

comprensione dei loro bisogni.

Attendo le vs. considerazioni all’in-

dirizzo [email protected]

Per problemi di spazio ho dovuto ri-

durre l’articolo : potete trovarlo

completo sul sito www.Antos.info/

formazione/

formazioneadpersonam.html

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Sappiamo ancora educare? di Don Paolo

Educare, dal latino e-ducere, lette-

ralmente significa “tirare fuori” ed

è l’arte di far emergere la parte

buona di una persona. Un’ottima

educazione aiuta la persona a co-

struirsi e seguire una via buona e

ciò di conseguenza migliora tutta la

società.

Bisogna allora chiedersi cosa sia il

buono di una persona e della socie-

tà, chi abbia l’incarico di educare e

se questa sia una preoccupazione

del singolo o della collettività.

Non “fuggiamo” dal discorso ponen-

dolo su livelli generalissimi o filoso-

fici, perché queste domande nasco-

no osservando come anche nella no-

stra comunità banina si presentino

fenomeni che destano preoccupa-

zione. Tutti vediamo i segni della

maleducazione: sporcizia, vandali-

smi, mancanza di rispetto per le

persone, linguaggio scurrile e bla-

sfemo, sputi, piccola delinquenza

minorile, disadattamento sociale,

abbandono scolastico e altro. Que-

sti fenomeni sono il risultato della

mancanza di educazione, cioè

dell’assenza in questi ragazzi

(partiamo da 11 anni), adolescenti e

giovani di quei valori che conside-

riamo buoni: rispetto per le cose,

per l’ambiente, per gli altri, lin-

guaggio adeguato, solidarietà e cul-

tura.

Questi gruppi “girano” per il paese

e di volta in volta sostano in luoghi

diversi, dall’oratorio alla Madonna

del Latte, lasciando i segni del loro

passaggio. Ciò che preoccupa è che

in realtà è la loro vita a “girare”

senza una metà e senza dare la

possibilità di vedere per loro un

futuro “buono”.

Perché? Cosa fare? Sono solo pro-

blemi loro? Il problema è essen-

zialmente loro perché riguarda il

loro progetto di vita, ma inevitabil-

mente ha ripercussioni su tutta la

nostra comunità. La prima conside-

razione spontanea è sulla famiglia,

perché i primi educatori dei figli

sono i genitori. Il fatto di non aver

ricevuto tra le mura domestiche i

primi rudimenti per inserirsi nella

società e per vivere bene insieme

agli altri non può giustificare i loro

comportamenti, solo può far com-

prendere ciò di cui questi ragazzi

hanno bisogno. Appurato il loro

“abbandono educativo” ci si deve

chiedere chi può colmare questa

mancanza. Ci sono infatti

“strumenti” che possono essere

educativi, come l’oratorio e la co-

munità. Purtroppo però queste

realtà, senza l’appoggio della fami-

glia che non condivide gli stessi

principi fondamentali, perdono ef-

ficacia. Gli educatori dell’oratorio

se non hanno un dialogo e la stima

incondizionata dei genitori non han-

no forza educativa, così come la

comunità non può correggere l’edu-

cazione di un ragazzo perché vige il

principio che nessuno può dire ad

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un genitore che il proprio figlio si

comporta in modo maleducato. Un

discorso diverso può essere fatto

per le agenzie educative che hanno

contatti con questi gruppi, per

esempio la scuola, le associazioni

sportive, le istituzioni e le forze

dell’ordine, le quali godono di una

forza educativa propria. Anche

quest’ultime però spesso si trovano

nell’impossibilità di intervenire ef-

ficacemente sui ragazzi perché

vincolate da leggi e norme che ne

limitano molto l’azione educativa;

pensiamo a quanto devono soppor-

tare gli insegnanti che quotidiana-

mente devono affrontare questa

maleducazione a tratti dilagante. Il

quadro può essere sconsolante e

porta a chiedersi se la nostra so-

cietà sia ancora in grado di educare

le nuove generazioni e se abbia an-

cora a cuore il loro futuro. L’im-

pressione è che ci si concentri

troppo e solo sull’oggi, limitando lo

sguardo al proprio orticello e si sia

persa la capacità (ma spero non la

volontà) di prendersi cura dell’altro

e dell’interesse comune. Cosa fare?

A questa domanda dovremo rispon-

dere insieme in modo concreto ed

efficace.

Per non chiudere questo articolo in

modo è pessimistico e anche per

dovere di verità è giusto segnalare

che anche la nostra comunità ha

delle energie che fanno ben spera-

re in quei gruppi di adolescenti e

giovani che hanno intrapreso un

cammino buono. Ci sono, solo si no-

tano meno.

Sicuramente tutti noi un giorno be-

neficeremo delle loro scelte, per-

ché in loro vedo il futuro del volon-

tariato, vedo le basi solide per co-

struire delle belle famiglie, dei

cuori liberi dai condizionamenti

della coltura consumistica ed ego-

centrica, capaci di occuparsi degli

altri e di volare ad alta quota.

Don Paolo

Sappiamo ancora educare? di Don Paolo

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