Epifania: mostrare il Signore al Mondo · Cristian Di Cosimo Don Paolo Elena Malaraggia Gabriele...
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Epifania: mostrare il Signore al Mondo di don Paolo
Nella solennità dell’Epifania riviviamo un
momento importante degli eventi scaturiti
dalla nascita di Cristo: quello della visita-
zione dei Magi al bambino in braccio a sua
madre Maria. Questi “sapienti” provenien-
ti da lontano, compiono un cammino per-
sonale guidato dalla stella e dalla loro sa-
pienza che li conduce all’incontro straor-
dinario con Gesù bambino. Nel vedere la
Sacra Famiglia trovano la realizzazione
delle loro aspettative e la concretizzazio-
ne delle loro previsioni nonché capiscono
che la fiducia posta nelle indicazioni della
stella non è stata vana. Probabilmente du-
rante il loro cammino hanno dovuto af-
frontare difficoltà, sicuramente –così ci
racconta il Vangelo – hanno condiviso i lo-
ro propositi e le loro conoscenze riguardo
ai bambini con la corte di Erode il quale
con l’inganno li vuole rendere complici dei
suoi piani per annullare Gesù.
L’incontro con Gesù e, in sogno, con il Si-
gnore, cambiano il cammino dei Magi che
fanno ritorno per altre strade ai loro pae-
si. E dopo ? Non lo sappiamo. Il compito
dei magi era quello di trovare il Signore
partendo dalla loro sapienza nello scruta-
re i segni di Dio nel mondo e seguire la
strada che questi segni tracciano. I magi
sono stati invitati da Dio che con la loro
visita si mostra a tutto il mondo: dai pa-
stori di Betlemme ai sapienti stranieri che
vengono dai confini della terra. È questo il
significato dell’Epifania che deriva dal
greco “epi-faino” cioè portare al di sopra
e quindi mostrare. Cosa vuole mostrarci il
Signore ? Il suo amore fedele e salvifico.
Come i magi anche noi siamo chiamati a
NeNew ooratorio nnews N. 5 anno 2 gennaio 2012
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12 La redazione
Alberto Galloni
Andrea Coldani
Andrea Cuppone
Cristian Di Cosimo
Don Paolo
Elena Malaraggia
Gabriele Tosi
Gaia Tavazzi
Giada Mainardi
Giovanni Pasquali
Jessica Marenghi
Laura Bosoni
Luca Fontana
Luca Piccoli
Marco Bianchi
Matteo Carenzi
Matteo Micheli
Mattia Maniezzo
Miriam Bassi
Paola Fulghieri
Sara Pasetti
Sonia Polvara
Stefano Poggi
In questo numero…
Pag 1 Editoriale
Pag 4 Il Natale è...
Pag 6 Il Natale secondo me...
Pag 9 Colletta alimentare
Pag 11 Libri: Canto di Natale
Pag 13 Film: Bastardi Senza Gloria
Pag 15 Il Natale nella musica
Pag 17 Videogiochi: Novità 2012
Pag 20 L’angolo del relax
Pag 21 Laura Zelig risponde...
Pag 24 Sappiamo ancora educare?
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C’È POSTO PER TUTTI…
...ANCHE PER TE ! Se leggendo il nostro giornale ti sono venute in men-te nuove idee o desideri far parte della redazione manda una mail all’indirizzo:
Ospitiamo volentieri anche manifesti e pubblicità di
iniziative proposte dalle associazioni di volontariato
della nostra comunità.
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scrutare i segni del Signore nella
nostra vita e fidarci della sua luce.
Ognuno di noi deve percorrere il
proprio cammino di fede verso
quell’incontro con Cristo capace di
cambiare la rotta della nostra vita.
L’epifania di Gesù è un evento che si
verifica in tutti i cuori dei cercatori
di Dio e quindi in tutti i cuori dei cri-
stiani la cui fede li deve portare a
compiere il cammino di ricerca del
volto amorevole del Signore. Incon-
trare Dio significa incontrare il suo
amore che è fedele, perché indipen-
dentemente dalle nostre scelte, giu-
ste o sbagliate che siano può far
cambiare idea al Signore che ci ama
in modo gratuito per sua grazia. L’a-
more di Dio è anche salvifico perché
ci rende suoi figli immortali donan-
doci la possibilità di vivere questa
nostra forza già qui e ora se, se-
guendo il Vangelo di Cristo, ci fidia-
mo di Lui. La vita di Gesù ci vuole
mostrare proprio questo: Dio è il Pa-
dre misericordioso che per stare
con noi ci dona suo figlio (il Natale)
e ci si può fidare di Lui, anche
quando tutto sembra dire il contra-
rio (la Pasqua) perché il nostro de-
stino è la felicità eterna
(Resurrezione). La vera e completa
epifania di Dio è Gesù Cristo e at-
traverso il nostro personale e comu-
nitario rapporto con Lui noi possiamo
vedere Dio nella nostra vita.
Il cammino dei Magi non è finito a
Betlemme ma hanno fatto ritorno
nei loro paesi con nel cuore una
grande gioia che ha donato loro for-
za a una conoscenza diversa del Si-
gnore e di sé stessi. Così deve esse-
re anche per noi: l’incontro con Cri-
sto ci deve cambiare la vita. Anche il
nostro amore deve essere
“epifanico” cioè capace di mostrare
l’amore di Dio per tutti gli uomini:
ciò ci porta a camminare stando at-
tenti alle voci che vorrebbero inqui-
nare il nostro cuore (come quelle di
Erode) per annullare l’effetto della
luce divina sostituendola con le te-
nebre dell’egoismo che rendo impos-
sibile riconoscere Dio e gli altri co-
me qualcuno da amare. A Betlemme
Dio ci invita per mostrarci il suo più
grande dono: chiediamoGli di aiutar-
ci a mettere a frutto questo dono
che ci condurrà alla scoperta della
nostra strada verso la felicità e ci
sosterrà nel difficile compito di
amare cristianamente il mondo lad-
dove ognuno di noi vive (famiglia, la-
voro, sport, scuola, politica, volonta-
riato, oratorio, ecc.). Così facendo,
la luce del Natale continuerà ad es-
sere per noi come la Cometa che illu-
mina il luogo dove incontrare Cristo;
sia questo il nostro cuore o il volto
di un fratello.
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“A very merry Christmas And a happy New Year.Let’s hope it’s a good one,without any fear.And so this is Christmas,for weak and for strong, for rich and the poor ones, the world is so wrong. And so happy Christmasfor black and for white,for yellow and red ones.Let’s stop all the fight.”
Traduzione: “Buon Natalee felice anno nuovo. Speriamo sia un buon annosenza timori né paure. E così è Natale,per i deboli ed i forti,per i ricchi ed i poveri,il mondo è così sbagliato. E così buon Natale,per i neri ed i bianchi,per i gialli ed i rossi,smettiamola di combat-tere.”
[John Lennon, Happy Christmas (War is over)]
Gioia e pace per tutti… questo è
l’augurio scritto in queste poche
righe da John Lennon ed è un po’
quello che tutti sperano per Nata-
le, la festa più bella e gioiosa
dell’anno, attesa con frenesia da
tutti, grandi e piccoli. Ma cos’è il
Natale? Quale significato ha nella
società di oggi?
Come tutti sanno, a Natale si cele-
bra la nascita di Gesù, venuto sulla
terra per gli uomini. Ci sono molte
tradizioni legate a questa festivi-
tà, che variano anche a seconda dei
vari paesi del mondo. Le principali
sono il Presepe, l’albero e la figura
di Babbo Natale.
Il Presepe è strettamente legato
al Cristianesimo, proprio perché
rappresenta Gesù, Maria e Giusep-
pe a Betlemme. Il presepe è una
rappresentazione ricca di simboli.
Alcuni di questi provengono diret-
tamente dal racconto evangelico.
Sono riconducibili al racconto di
Luca: la mangiatoia, l'adorazione
dei pastori e la presenza di angeli
nel cielo.
L’albero deriva da una tradizione
pagana, poi assimilata anche dal
Cristianesimo, secondo la quale es-
so rappresenterebbe la vita. Que-
Il Natale è... di Arianna Guzzon e Stefano Poggi
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12 sto uso è nato nel nord Europa e
successivamente si è diffuso nel
resto del mondo. Originariamente
l'abete veniva addobbato con frut-
ti, soprattutto mele, poi via, via,
sono stati aggiunti dolci, caramelle,
ghirlande e palle. Un tempo, la tra-
dizione voleva che si collocassero
dodici candele sull'albero. Esse
rappresentavano i dodici mesi
dell'anno. Inoltre si cospargeva
l'abete di farina per imitare la ne-
ve. In alcuni Paesi si decora l'abe-
te con bandierine, mentre in altri
si mettono fiocchi, nastri e palle
colorate.
Tutte le versioni del Babbo Natale
moderno derivano dallo stesso per-
sonaggio storico, il vescovo san Ni-
cola di Mira (antica città dell'o-
dierna Turchia). Si racconta che
egli esortò tutti gli altri parroci
della sua diocesi a diffondere il
cristianesimo dove i bambini non
avevano la possibilità o la volontà
di recarsi in chiesa, a causa del
freddo invernale. Disse loro di re-
carsi dai bambini portando un re-
galo e di cogliere l'occasione per
spiegare chi fosse Gesù Cristo e
che cosa avesse fatto per l'intera
umanità. I parroci, portando con
loro un sacco pieno di regali, rag-
giungevano i bambini mediante al-
cune slitte. Questo ha dato origine
al mito ed al nome di Santa Claus
nelle sue diverse varianti.
Spesso si discute sul valore che il
Natale sta assumendo negli ultimi
anni nella società. Molti pensano
che il consumismo possa deteriora-
re il vero spirito del Natale: si cor-
re a comprare l’abete, le luci, gli
addobbi, ci si crea problemi per la
cena di Natale, per i regali da fare
a parenti e amici ed altre mille co-
se simili. Insomma, il commercio
cerca sempre di fare bottino pieno
a Natale. Bisogna però sempre ri-
cordarsi qual è il vero spirito di
questa festa: Natale è un momento
di gioia e affetto, durante il quale
si festeggia insieme alle persone
amate.
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! Ma cosa pensiamo noi del Natale? Ecco qui alcune riflessioni direttamen-
te dalla nostra redazione:
Il bello del Natale per me è quando giunge la vigilia, perchè con mio pa-pà facciamo il presepe in giardino come vuole la tradizione di famiglia e aiutiamo la mamma a mettere giù i tavoli in soggiorno visto che il giorno dopo ci saranno più o meno quindici bocche da sfamare. Il bello del Na-tale è anche vedere la gioia dei bambini che si trovano il regalo sotto l’albero e lo sguardo colmo di gioia che hanno quando aprono il regalo e scoprono che è ciò che desideravano con ansia.
Per me il Natale è gioia, speranza, serenità.
E’ un giorno da vivere con la felicità nel cuo-
re: le famiglie si riuniscono e tutti ritrovano
un briciolo di quella speranza che magari nel
resto dell’anno avevano perso. Il Natale è
gioia, pace; quella pace che Gesù aveva por-
tato nel mondo per gli uomini i quali però al
giorno d’oggi sembrano essersene dimentica-
ti. Infatti, troppo preoccupati per i propri
futili interessi, non si rispettano e non si
amano, e così non vivono il Natale nel modo
magico in cui dovrebbe essere vissuto. Spe-
ro che si possa un giorno ritornare a vivere il Natale serenamente perché
“A Natale puoi, fare quello che non puoi fare mai. È Natale e a Natale si può fare di più, è Natale e a Natale si può amare di più…” Natale per me è Gesù che nasce per vivere una vita come la no-stra e credo che oggi, in un momento di crisi così difficile, questa
verità sia ancora più importante. Anche quest'anno nel periodo di Avvento ho fatto il Presepe e con grande piacere l'ho preparato con alcuni amici. Mi piace il Presepe perché, al di là dell'interesse artistico, racconta in un modo antico e sempre nuovo il significato del Natale. E' una tradizione che mi diverte e spesso, quando lo immagino con le persone che conosco e mi sono care, mi fa riflettere. Allora ecco che uno diventa il pa-store con le pecore, l'altro il for-
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naio, chi i magi coi doni, o la contadina con l'oca, il ragazzo che pascola i porci e il fabbro che picchia nella sua fucina... Ognuno con il suo posto, ognuno indaffarato a far bene il proprio mestiere, come in ogni giorno della vita vera. Ma la notte di Natale il Presepe coglie l'attimo eterno in cui tut-ti per un istante si fermano e come statuine immobili guardano il Bambino nella mangiatoia. E in Lui vedono riflessa la speranza di una vita migliore. Perché se Dio stesso ha scelto di viverla questa vita, ecco credo che allora sia davvero unica e preziosa. Così cerco sempre anch'io il mio piccolo posto nel Presepe, maga-ri là in fondo nella stalla... cocciuto come sono sarei di sicuro un buon asinello. Non chiederei di meglio, sarebbe un Natale bellissimo. Vicino a Gesù Bambino. Per me il Natale è gioia, felicità perché è un momento per stare tutti in-
sieme, con la propria famiglia, e in cui i nostri cuori dovrebbero riem-
pirsi di pace e serenità. Purtroppo ai nostri giorni il Natale è diventato
oggetto di speculazione, dimenticandone il significato ovvero la magia
che avvolge questa Notte Santa.
Per me Natale è la luce che risplende e da' calore alle nostre anime.
E' la nascita del nostro credo
Il Natale, oltre a essere meritata vacanza dagli impegni scolastici e lavorati-vi, è per eccellenza la festa della famiglia, il giorno in cui ci si riunisce per passare insieme una giornata o anche più. È una pausa in questa società che viaggia alla velocità della luce, per risco-prire il valore della condivisione e un po’ noi stessi. Il Natale non è “qualcosa” e nemmeno solo il 25 dicembre, ma è l’atmosfera che si crea intor-
no a questo momento: un’atmosfera di serenità e gioia, che si vuole condi-videre con chi ci sta intorno. Sicuramente è impossibile non tro-
varsi coinvolti ogni anno dalla venu-
ta del Natale, sia in senso spiri-
tuale (la Santa Messa) che mate-
riale (i regali, il cenone, ecc). Tut-
tavia nel passare del tempo questa
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12 ricorrenza è divenuta sempre più un motivo di aggregazione della fami-
glia, soltanto per lo scambio dei doni, assumendo un significato mera-
mente materiale. A costo di ripetere cose che sembrano scontate e rici-
clate, io credo che bisogni dare la giusta importanza al Natale inteso
come venuta di Gesù, nel VERO significato della ricorrenza. Certo, io
non sono nessuno per fare prediche agli altri e ognuno è libero di veder-
la come vuole, ma personalmente sono sicuro che per altre persone co-
me me la spiritualità sia una sorta di rifugio, un riparo dalle intemperie
della vita. Invito dunque ad apprezzare i regali fatti e ricevuti, ma so-
prattutto a non dimenticare di ringraziare un Qualcuno che è sempre, in
ogni situazione, al proprio fianco.
Il Natale è una festa che personalmente mi ha sempre portato tanta gioia
ed allegria. È un giorno molto importante perché rappresenta, con la nasci-
ta di Gesù, la venuta del signore tra noi. Ma la festa non si esaurisce il 25
Dicembre, è fondamentale tutta la pre-
parazione con gli addobbi, le luci, il pre-
sepe e l’albero di Natale. Uno dei mo-
menti più belli è appunto riunirmi con la
mia famiglia per sistemare, in casa, le
decorazioni natalizie. Il Natale è la fe-
sta della famiglia, l’ho sempre trascorso
andando a messa la notte del 24 dicem-
bre, mentre la giornata di Natale con le
persone care, quindi insieme ad amici e
parenti.
Il Natale porta con se felicità e tutte
le persone in questo giorno dovrebbero
aprire il loro cuore alla bontà e alla
gioia, aiutando il prossimo.
Secondo me il Natale è gioia… è l’atmosfera che si respira nel mese di di-
cembre camminando tra la folla in mezzo a mille sorrisi e colori sgargianti
di buste, nastri, luminarie e alberi… è ritrovarsi insieme alla Messa della
Vigilia per festeggiare insieme la nascita di Gesù e per augurarsi che il do-
mani sarà tutto migliore… regalando un semplice sorriso a quelle persone
che magari stanno attraversando un periodo difficile, dicendo che i proble-
mi si possono affrontare insieme… come una famiglia.
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L’idea di una colletta alimentare,
vale a dire un sistema di raccol-
ta del cibo e della sua redistri-
buzione ai bisognosi tramite i
centri di assistenza, è nata a
Milano nel 1989 dalla Fondazio-
ne Banco Alimentare, un’organiz-
zazione ONLUS creata da don
Luigi Giussani e da Danilo Fossa-
ti. A partire dal 1996 ogni anno,
l’ultimo sabato di novembre, si
svolge la giornata nazionale della
Colletta Alimentare e migliaia di
supermercati in tutta Italia
aprono le loro porte ai volontari
della colletta, riconoscibili per la
pettorina gialla con l’immagine di
una formica. Tutti sono invitati a
partecipare, acquistando prodotti
non deperibili (come pasta, riso,
olio, pelati, carne in scatola, fagio-
li, alimenti per l’infanzia…) e deci-
dendo di donare la propria spesa ai
volontari del banco alimentare, che
provvedono poi a smistare gli ali-
menti e a inviarli alle mense italia-
ne.
Sabato 26 novembre 2011 si è
svolta con successo la 15^ Giornata
Nazione della Colletta Alimentare.
Più di 8000 supermercati in tutta
Italia vi hanno aderito ed è stato
possibile raccogliere ben 9600
tonnellate di cibo, una cifra vera-
mente significativa in tempi di cri-
si, soprattutto se si pensa che si è
registrato anche un aumento del
cibo raccolto rispetto all’anno pre-
cedente (+2%)!
In questi casi colpisce veramente
la generosità delle persone che of-
fre un’immagine positiva del nostro
Paese. Partecipare alla Colletta è
molto semplice, non ci sono assolu-
tamente vincoli di quantità o di
prezzo, speriamo quindi che altre
persone venendo a conoscere la
Colletta Alimentare, vogliano ade-
rirvi quest’anno.
Nel frattempo vi lasciamo la testi-
monianza diretta di Paola, una vo-
lontaria della Giornata di sabato
26 novembre.
Paola, la divisa dei volontari ha
disegnata sopra una formica, ha
qualche significato particolare?
È un’immagine divertente e può si-
gnificare che anche i piccoli gesti
sono importanti, inoltre credo che
Colletta Alimentare: un vero gesto di solidarietà di Paola Fulghieri
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! ci inviti a collaborare e ad essere
solidali come lo sono le formiche,
per vivere in modo migliore.
Che cosa ti ha colpito di più del-
la 15^ Giornata Nazionale?
Beh, sono successe tante cose, ab-
biamo parlato con tante persone…
in particolare mi ha colpito un vec-
chietto che ha riempito l’intero
carrello per la colletta! O anche
una signora che ci ha portato un
barattolone di nutella da 1 kg! Poi
c’è da dire che anche moltissimi
immigrati hanno voluto contribuire
e anche gente che non conosceva
questa iniziativa si è fermata e ha
deciso di partecipare, io non so se
al loro posto avrei fatto lo stesso.
La frase che hai sentito più
spesso?
Ooh, ma voi della colletta siete
dappertutto, vi ho trovato anche
nell’altro supermercato!!!
E noi rispondevamo: - eh, ha vi-
sto??!è la giornata nazionale!!!
Come eravate organizzati?
All’entrata c’erano due volontari
che spiegavano ai clienti l’iniziati-
va, poi alle casse altri di noi che
raccoglievano le donazioni dei par-
tecipanti e per ringraziarli del loro
contributo gli regalavamo delle ca-
ramelle; infine c’era l’area di smi-
stamento del cibo che veniva depo-
sitato negli appositi scatoloni. Du-
rante il mio turno di volontaria è
passato due volte un furgone per
caricare gli scatoloni imballati.
L’appuntamento per tutti è alla
prossima Giornata Nazionale della
Colletta Alimentare. Non mancate!
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ri!
Canto di Natale di Giovanni Pasquali
Cari lettori di NEON,
le feste sono ormai concluse e co-
me ogni anno è tempo di tornare
alla normalità dopo il periodo nata-
lizio. Vorrei però invitarvi a non ab-
bandonare il clima del Natale e vi-
vere ancora per un po’ la magia di
questa festa grazie all’aiuto di
Charles Dickens e del suo Canto di Natale. Questo libro meraviglioso narra la
storia di Ebenezer Scrooge, un uo-
mo anziano e molto avaro, che dopo
la morte del suo socio in affari
Marley vive nell’egoismo. Un anno,
alla vigilia di Natale, Scrooge rice-
ve la visita dello spettro del suo
socio che è stato condannato a tra-
scinare pesanti catene, i vincoli
dell’avarizia, e ammonisce Scrooge
perché non faccia la sua stessa fi-
ne. Marley annuncia a Scrooge che
riceverà la visita di tre spiriti rap-
presentanti i Natali passati, il Na-
tale presente e i Natali futuri.
Lo spirito dei Natali passati mostra
a Scrooge come da giovane fosse
un ragazzo vivace e altruista e cer-
ca di risvegliare la sensibilità
dell’anziano mostrandogli scene di
allegria natalizia. Scrooge riper-
corre la sua adolescenza ma non
riesce a sopportare la vista del mo-
mento in cui si separa dalla consor-
te a causa della propria avarizia e
così chiude lo spirito nel cappello
che portava in testa facendolo sva-
nire.
E’ il turno dello spirito del Natale
presente che mostra a Scrooge co-
me i suoi conoscenti passano in al-
legria la festa. Inizia col mostrargli
la casa del suo impiegato che, seb-
bene non disponga di grandi ric-
chezze, tenta di assicurare una
bella festa alla sua famiglia, in par-
ticolar modo al figlioletto storpio
Tiny Tim. Scrooge è molto colpito
dal fatto che il suo impiegato pro-
ponga un brindisi in suo onore nono-
stante egli lo trattasse sempre ma-
le. Lo spirito mostra poi a Scrooge
come il Natale sia una festa comu-
ne facendogli vedere dei minatori, i
guardiani di un faro e infine dei
marinai tutti augurarsi un felice
Natale. La visita dello spirito fini-
sce a casa di Fred, il nipote di
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! Scrooge, che prende in giro lo zio
davanti ad amici e parenti per aver
rifiutato per l’ennesima volta un
invito a pranzo e per aver definito
il Natale una “baggianata”. Lo spiri-
to del Natale presente si dissolve
dopo aver mostrato a Scrooge due
bambini malconci rappresentanti la
Miseria e l’Ignoranza. Questa vi-
sione mette a dura prova la testar-
daggine dell’avaro.
L’ultimo spirito, quello dei Natali
futuri, si presenta come un’ombra
silenziosa che mostra a Scrooge
degli uomini che parlano di un mor-
to. Questi uomini sono colleghi di
Scrooge e dicono di non essere in-
teressati alla morte dell’individuo.
Una serie di indizi fa capire a
Scrooge che stanno parlando di lui
e lo spirito lo conduce allora da-
vanti alla sua tomba dove Scrooge
giura di voler cambiare vita e di
voler essere un uomo migliore.
L’anziano protagonista della storia
si sveglia la mattina di Natale e da
quel momento in poi cambia comple-
tamente stile di vita diventando un
uomo buono.
Questa storia è molto commovente
e la consiglio a tutti, da leggere da
soli o in compagnia, perché è un’ope-
ra meravigliosa, uno dei capolavori
di Dickens. Da questo magico libro è
stato tratto il film della Disney “A Christmas Carol”. “… E così, come auguro Tiny Tim, il
Signore ci benedica tutti quanti.”
Buona lettura!
È ATTIVO IL SITO
DELL’ORATORIO:
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Bastardi Senza Gloria di Matteo Micheli e Mattia Maniezzo
TRAMA
Nella Francia occupata dai Nazisti, una gio-
vane ragazza di nome Shosanna (Mélanie
Laurent) assiste all’uccisione di tutta la sua
famiglia per mano del colonnello nazista
Hans Landa (Christoph Waltz), conosciuto
anche con il soprannome “il cacciatore di
ebrei” , ed riesce a sfuggire miracolosa-
mente alla morte. Rifugiandosi a Parigi,
assume una nuova identità e diviene pro-
prietaria di un Cinema. Intanto in Europa, il
tenente Aldo Raine (Brad Pitt) mette as-
sieme una squadra speciale di ebrei chia-
mati “I Bastardi” che hanno il compito di
uccidere ogni soldato tedesco e prendergli
lo scalpo, si trovano a collaborare con l’at-
trice tedesca Bridget von Hammersmark
(Diane Kruger), spia degli Alleati, in una
missione che mira ad eliminare i leader del
Terzo Reich (compreso Hitler). La missione
li porta nei pressi del cinema parigino dove
Shosanna sta tramando una vendetta per-
sonale.
RECENSIONI
Presentato al Festival Di Cannes nel 2009
l’attore Christoph Waltz riceve il premio
come miglior interpretazione maschile.
La storia - o meglio la fantastoria - è quella
di un manipolo di sgangherati e violenti mili-
tari americani organizzati contro l'invasore
nazista, nella Francia occupata dai tede-
schi. Organizzati è un eufemismo: loro, il
nemico, lo massacrano. E se avanza qualcosa
lo distruggono. Oltre a Brad Pitt il film è
pieno di professionisti, almeno quanto di
carogne. Uno fra tutti, il semi-sconosciuto
(almeno al pubblico medio italia-
no) Christoph Walz, nei panni del maledetto
Colonnello delle SS Hans Landa. La sua in-
terpretazione ha qualcosa di geniale. Uso
strepitoso della mimica facciale e della po-
stura, battute da film di Mel Brooks e bic-
chieri di latte buttati giù di un fiato al po-
sto del whisky: il Cacciatore di Ebrei entra
di diritto nella storia del cinema in-off di
Hollywood, e la Palma d'oro vinta a Cannes è
solo una delle prove a suo favore. Nella lista
dei cattivi del cinema Hans Landa scalerà i
vertici, di questo ne siamo certi. Bastardi
senza gloria è diviso in 5 capitoli (Once
Upon a Time in Nazi Occupied France, In-
gloriuos Basterds, German Night in Paris,
Operation Kino e The Revenge of the Giant
Head) i primi due esilaranti e brevi, i due
centrali un po' troppo lenti e a tratti mac-
chinosi, più il gran il finale, vero omaggio di
Anno: 2009
Genere: guerra,azione
Regista: Quentin Tarantino
Attori: Brad Pitt, Christoph Waltz, Eli Roth, Micheal Fassbender, Diane Kruger,
Daniel Brühl, Til Schweiger, Mélanie Lau-
rent, Mike Myers, Maggie Choung, Clo-ris Leachman, Enzo G. Castellari, Martin
Wuttke, Samm Levine
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! Tarantino al Cinema, che salva la vita. La
visione in lingua originale (con sottotitoli) è
assolutamente l'unica consigliata, visto che,
a differenza di quanto ci si aspetti da quel
pazzo di Quentin (almeno quello degli ultimi
tempi), il film gioca molto più sulle parole e
sui dialoghi che non sull'azione. La violenza,
anche cruda, non manca e da il voltastoma-
co, ma non é esagerata come si poteva te-
mere per un film che parla di morti ammaz-
zati e vendette.
Tarantino ci regala eroine femminili più
complete delle icone di Kill Bill, bassezza
umana e coraggio nella stessa dose, crudeltà
e sarcasmo. Ci mostra un Hitler sciocco, ma
meno ridicolo di quanto ci si aspetti, e un
Goebbles spaventoso come te lo immagini in
un clima degno del miglior Dove osano le aquile al contrario. Insomma, questo Bastar-
di senza gloria, che a Tarantino piaccia o
no, offre sce-
nari, emozioni e
consensi da
western di se-
rie A. Solo che
stavolta, a vin-
cere sono gli
indiani. Da non
perdere la clip
esclusiva di
Bastardi senza
gloria su
Filmzone, la
scena in cui il
terribile colon-
nello Hans Lan-
da inizia il suo
interrogatorio.
IMPRESSIONI
Il film è davvero un’opera molto originale a
partire dalla rappresentazione dei perso-
naggi e dei luoghi. Pur sembrando stupido e
buffo ci innesca sempre delle riflessioni e
ci fornisce una descrizione del mondo e dell’
epoca nazista. Il regista vuole, attraverso la
satira di quel mondo, descriverlo e nello
stesso tempo colpirlo nei suoi punti deboli
tanto che i vincitori in questa vicenda sa-
ranno gli ebrei e non i nazisti, anche se la
storia ci conferma diversamente.
Tarantino stravolge la storia nel vero senso
della parola arricchendola di battute, pen-
sieri erotici e di dialoghi tra vari personag-
gi. Non mancano gli omicidi, le uccisioni e le
sparatorie tra nazisti e americani tanto che
la principale è quella nell’ osteria sotterra-
nea tra i compagni di Brad Pitt e i tedeschi.
E’ un film che consigliamo perché dista un
abisso dai classici film sull’epoca nazista e
sulla persecuzione degli Ebrei: è davvero
interessante e curioso perché si propone di
descrivere qualsiasi aspetto della seconda
guerra mondiale, come se fosse una
“favola”.
Tenendo come riferimento la voglia di ven-
detta da parte della comunità ebraica, il
regista costruisce la vicenda partendo dalla
miracolosa sopravvivenza di una bambina
francese ebrea che in età adulta riesce fi-
nalmente ad esaudire il suo desiderio: ucci-
dere il dittatore Hitler e abbattere il regi-
me per vendicare la morte dei suoi familiari.
E’ un film del tutto inverosimile sotto certi
punti di vista e ottimista perchè si propone
di rappresentare una realtà dei fatti con
una conclusione utopica.
VOTO: 85/100
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Il Natale nella musica di Luca Piccoli
Per questa edizione natalizia del
giornalino dell’oratorio non potevo
che dedicare la rubrica musicale
alla musica natalizia.
L’atmosfera del Natale sarebbe una
cosa spenta e inanimata senza quel
dolce sottofondo musicale che la
caratterizza. Nei negozi, nei super-
mercati e persino nelle singole case
tra una fetta di panettone ed una
di pandoro si scorda la musica tra-
dizionale per ascoltare qualunque
melodia natalizia si possa recupera-
re.
Parlando di CD musicali natalizi mi
viene da pensare al successo che ha
riscontrato il nuovo disco di Michael
Bublè, con 16 tracce dedicate inte-
ramente al Natale. Anche il titolo
non può che richiamare proprio il
Natale: “Christmas”. Composto pro-
prio quest’anno, racchiude le più fa-
mose melodie Natalizie e alcuni bra-
ni sono anche cantati in coppia con
altri artisti. L’album ha ottenuto un
grandissimo successo da parte di
tutti i suoi fan e non solo, tanto che
le edizioni sono ora introvabili
presso i negozi di musica.
D’altronde un’artista del suo
livello che compone un EP de-
dicato al Natale non può che
avere successo!
Anche la famosissima Lady
Gaga, soprattutto nel mondo
giovanile, si è lanciata nel can-
to di canzoni natalizie. Ha
composto il suo “A very Gaga
holiday” un EP di 4 classici della mu-
sica natalizia registrati in live.
E in Italia? L’augurio di Natale viene
da Enzo Iacchetti. L’8 Novembre è
uscito il suo nuovo disco “Acqua di
Natale” contenente 8 tracce natali-
zie. Il ricavato delle vendite sarà
destinato all'Amref per la realizza-
zione di una diga in Kenya, utile per
il sostentamento di oltre 2600 per-
sone. Il disco è stato realizzato con
la collaborazioni di voci italiane mol-
to famose come Mina, Lucio Dalla,
Enrico Ruggeri, Claudio Baglioni e
Roberto Vecchioni.
Anche i Coldplay, che quest’anno
stanno veramente spopolando grazie
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Ne
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! all’uscita del loro ultimo disco, han-
no dichiarato che per loro sarebbe
molto simpatico e piacevole produr-
re un disco natalizio. Chissà se il
prossimo Natale incideranno anche
loro un EP natalizio.
Per chi fosse in cerca di qualche
traccia da ascoltare in questi ultimi
giorni di atmosfera natalizia, men-
tre smonta l’albero e i balocchi op-
pure per il Natale dell’anno prossi-
mo, ecco la classifica delle 20 can-
zoni natalizie migliori degli ultimi 10
anni:
1. All I Want For Christmas Is You - Mariah Carey
2. Last Christmas - Wham
3. Fairytale of New York - The Pogues
4. Merry Xmas Everybody - Slade
5. I Wish It Could Be Christmas Every Day - Wizzard
6. Do They Know It’s Christmas? - Band Aid
7. Driving Home For Christmas - Chris Rea
8. Stop The Cavalry - Jona Lewie
9. White Christmas - Bing Crosby
10. Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow! - Dean Martin
11. I Believe In Father Christmas Greg Lake
12. Wonderful Christmas Time - Paul McCartney
13. Merry Christmas Everyone - Shakin’ Stevens
14. Step into Christmas - Elton John
15. The Power of Love - Frankie Goes to Hollywood
16. Happy Christmas (War Is Over) - John &Yoko
17. Rockin’ around the Christmas Tree Brenda Lee
18. Winter Wonderland - Darlene Love
19. Stay Another Day - East 17
20. 2000 Miles - The Pretenders
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Novità 2012: Videogiochi di Matteo Carenzi
In questo numero di NEON ho deciso
di parlare delle uscite di videogiochi
in programma per il 2012.
Vorrei partire parlando della novità
di casa SONY: PSP VITA.
Questo tipo di PSP è dotato di nume-
rose innovazioni perché è dotata di
touchscreen, internet (wi-fi disponi-
bile in ogni modello, più la possibilità
di avere la connessione 3g), sensore
di movimento, doppia fotocamera,
GPS, questa PSP ci da anche la possi-
bilità di giocare in multiplayer con
una playstation 3. Dotata di schermo
OLED e doppio analogico. Ci sono di-
verse applicazioni come Facebook,
Twitter, Skype, Playstation Network,
Chat, Camera, Video Player e molte
altre.
Parlando di videogames in uscita in
questo 2012 che sta per arrivare, ci
sono molti nomi: Naruto, Gta, Fifa
street, Final Fantasy, Uncharted,
Metal Gear, Ninja Gaiden, Soul Cali-
bour.
Naruto Shippuden Ultimate Ninja
Generation:
Questa versione del gioco di Naruto,
compatibile con PS3 e XBOX 360,
vedrà la presenza di tutti i personag-
gi di Naruto, ossia la possibilità di
far scontrare Naruto bambino con
Naruto del manga Shippuden. In ag-
giunta ci saranno molti personaggi
nuovi come tutti e cinque i kage,
Naruto che è in grado di controllare
il potere della volpe a nove code,
Danzo, Obito (compagno di squadra
di kakashi quando era giovane, colui
che gli donò lo sharingan) e Kakashi
da bambino, Sasuke sarà in grado di
utilizzare il Susanoo e moltissimi al-
tri personaggi giocabili.
Gta V:
Per ora non si sa molto sulla trama
del gioco ma possiamo escludere
chiaramente che come citato da mol-
ti non è un remake di Gta San An-
dreas o di Vice City ma si può notare
chiaramente che sono presenti zone
di Miami Beach e Los Santos. La gra-
fica è letteralmente migliorata, I
movimenti saranno più fluidi e scor-
revoli, le auto sono sempre più elabo-
rate . Inoltre tutti i personaggi sa-
ranno fedelmente ricostruiti e elabo-
rati per renderli surreali .
Fifa Street 4:
Electronic Arts ha intenzione di fare
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dei regali piuttosto succulenti per
tutti gli appassionati di calcio che
hanno l’intenzione di preordinare il
gioco FIFA Street 4. Le aggiunte
consistono nell’Adidas all-star team,
con la presenza di Lionel Messi e 12
tra i più grandi calciatori del mondo
insieme a un nuovo campo ispirato
alla Plaça de Catalunya di Barcellona
dove i giocatori di street football si
riuniscono per giocare, nel pieno cen-
tro storico della città. Messi non sa-
rà presente solo come giocatore di-
sponibile ma, grazie al contratto fir-
mato con EA, sosterrà diverse cam-
pagne e attività sui social media in
tutto il mondo. Ha aiutato a rendere
in miglior modo il nuovo campo nel
gioco e sarà presente sulla coperti-
na. Tante belle cose per il campione
del Barcellona. Il gioco si preannun-
cia davvero ben realizzato soprat-
tutto per le nuove modalità di con-
trollo della palla che dovrebbero re-
galare realismo e la classica piacevo-
lezza arcade. FIFA Street 4 vedrà
la luce in tutto il mondo a partire da
marzo per Ps3 e Xbox 360.
Soul Calibur V:
Parlando di Soul Cali-
bur V, verrà introdotta
un'importante compo-
nente del gioco, ovvero
il Character Creation.
Questo potente tool
non è altro che una
versione rinnovata ed
ampliata dell'editor di
personaggi già visto nel
precedente capitolo,
pesantemente rivisto in
diversi aspetti che permette al gio-
catore di modificare un lottatore
presente nel roster o, più interes-
sante, crearne uno da zero. l Charac-
ter Creation si è dimostrato capace
di quanto promesso, sufficientemen-
te immediato da padroneggiare e
dalle potenzialità davvero vaste, in
grado di regalare un grande valore
aggiunto ad un titolo molto promet-
tente.
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Metal Gear Solid HD Collection:
Per chi non lo sapesse si tratta della
riproposizione in alta definizione di
praticamente tutti i capitoli di una
delle serie più amate e giocate di
tutti i tempi, quella di Metal Gear
appunto. Il prossimo febbraio trove-
remo lo strepitoso Snake Eater,
Sons of Liberty e Peace Walker,
tutti riproposti in grafica in alta de-
finizione e supporto ai 16/9. Coloro
che già hanno avuto la fortuna di
provare i suddetti titoli sanno oltre-
tutto che, all’interno di Snake Eater
sono contenuti Metal Gear 1 e 2,
usciti sul glorioso MSX2 rispettiva-
mente nel 1987 e nel 1990. In un
unico pacchetto troverete dunque i
principali capitoli della serie Koji-
miana perfetti nella riproduzione.
Essendo nati su Playstation 2, questi
due episodi non hanno richiesto un
grosso adattamento per essere più
che godibili anche al giorno d’oggi,
dato che lo stile, il character design
e la complessità poligonale risultano
ancora di altissimo livello ed è stato
sufficiente portare tutti in alta de-
finizione per ottenere un risultato di
assoluto livello. Coloro che si avvici-
neranno alla serie con questa collec-
tion, o tutti i possessori di Metal
Gear Solid 4, dovranno scontrarsi
forse con un sistema di controllo un
po’ legnoso e meccaniche di gioco
piuttosto complesse. Va comunque
sottolineato come, una volta superati
i primi frangenti di gioco, il rischio
di essere catturati dal carisma di
Snake e compagni, dalle musiche di
Gregson-Williams e dai folli copioni
di Kojima sarà elevatissimo. Quello
che infatti non viene minimamente
intaccato, anzi a ben vedere è valo-
rizzato dall’alta definizione e la di-
mensione media dei pannelli –
decisamente maggiore che i passato-
, è la spettacolarità delle scene di
intermezzo, uno degli elementi di-
stintivi di tutta l’opera. Discorso di-
verso per Peace Walker, capitolo na-
to su Playstation Portable. Per limiti
hardware della console, infatti, gli
sviluppatori dovettero ingegnarsi
per sopperire alla mancanza del se-
condo stick analogico e di due pul-
santi dorsali per garantire un game-
play sostanzialmente identico a quel-
lo dello Snake amato su console da
salotto. Dal punto di vista dell’adat-
tamento segnaliamo la presenza del-
le tracce inglesi (con il grandissimo
David Hayter nel ruolo di Snake)
sottotitolate discretamente in ita-
liano, con al momento qualche svario-
ne, che fa apparire frasi in francese
al posto di quelle nella nostra lingua.
Cosa che comunque nei prossimi mesi
potrebbe venire tranquillamente
corretta.
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Laura Zelig Risponde di Laura Zeni
Buongiorno a tutti!
Visto che nessuno mi ha scritto que-
sto mese ho pensato, prima di consi-
gliarvi la lettura dell’articolo che se-
guirà, di esporre la traccia formativa
del cineforum 2011-2012. In accordo
con le catechiste e con D.Paolo si è
deciso di dare un’impronta un po’ di-
versa , rispetto all’anno precedente .
I film, infatti, sono stati selezionati
da me dopo aver consultato i miei
colleghi, autentici cinefili .
Si è previsto anche il momento della
discussione, il martedì sera, con la
possibilità di confronto e crescita.
I film non sono tutti semplici: riten-
go comunque di potermi avvalere del
buon livello culturale dei vostri figli
e della loro capacità di estrapolare e
rielaborare i contenuti complessi.
Traccia formativa
Argomenti :Relazione con gli adulti/
fra coetanei, Rapporto Genitori-figli.
L’altro mondo
Stanno tutti bene
Ovosodo
La custode di mia sorella
L’amico ritrovato
I ragazzi del coro
Dopo aver considerato, nel preceden-
te giornalino, l’importanza della fun-
zione svolta dalla famiglia, voglio tra-
smettervi questo decalogo sulla co-
municazione coi figli che ho trovato
particolarmente interessante.
10 regole per comunicare meglio
con i propri figli (a cura di Anna
Vairo)
Regola 1: Evitare contraddizioni
tra linguaggio verbale e linguaggio
non verbale
Il linguaggio verbale è solo uno degli
elementi che ci fa comunicare; ce ne
sono altri che comportano una rile-
vanza almeno equivalente . La concor-
danza tra tutti gli elementi che com-
pongono e connotano una comunica-
zione rende chiari, diretti ed inequi-
vocabili i significati del messaggio,
realizzando una comunicazione effi-
cace […].
Regola 2: Realizzare una corretta
gerarchia tra ciò che è importante
e ciò che non lo è
Sostenere tante argomentazioni nel-
la stessa conversazione, senza attri-
buire ad esse una priorità, confonde
l’interlocutore e svilisce la portata
dei contenuti.
Una comunicazione orientata a tra-
smettere un messaggio educativo de-
ve tenere conto della rilevanza degli
argomenti, delle priorità e della loro
importanza.[…]
Regola 3: Dare riconoscimento ai
comportamenti positivi
Il genitore che attribuisce riconosci-
menti positivi potenzia nel figlio la
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! disponibilità ad ascoltare e ad ap-
prendere, purché i riconoscimenti
siano fondati, riferiti, cioè, concre-
tamente ad un fatto reale.
Regola 4: Effettuare richieste
possibili e realistiche
Nella relazione educativa è rischioso
alimentare aspettative illusorie che
non trovano corrispondenza nei desi-
deri e nelle aspirazioni dei figli, così
come risulta dannoso effettuare ri-
chieste troppo impegnative rispetto
alle effettive possibilità di realiz-
zarle. Una richiesta sproporzionata
avvilisce, svaluta le proprie forze,
spinge a richiedere costantemente
aiuto esterno, coltiva insoddisfazio-
ne, spinge alla rinuncia. I figli hanno
bisogno di sostegno per scoprire
gradualmente le proprie reali possi-
bilità e competenze e, se possono
fondare su una relazione di fiducia e
rispetto, il compito risulta agevolato.
Regola 5: Evitare stereotipi e pre-
giudizi
Gli stereotipi sono la conoscenza che
l'individuo immagina già di possede-
re, Il pregiudizio è un giudizio for-
mulato non per conoscenza diretta di
un fatto, di una persona, quanto
piuttosto in base ad esperienze pas-
sate, proprie o viste vivere da altri.
Indica carenza di dati attualizzati,
concreti, verificati “qui ed ora”. Una
relazione educativa non può basarsi
su giudizi formulati prima, indipen-
denti dalla verifica nella situazione
concreta, affidati all’approssimazio-
ne e al sentito dire.
Regola 6: Osservare da più punti
di vista
L’educazione passa attraverso la co-
noscenza dei figli, profonda, delica-
ta, sensibile e attenta ai loro pen-
sieri, ai sogni, alle aspettative, alle
emozioni. Partendo dal proprio punto
di vista, il genitore dovrà mostrarsi
capace di modificare il proprio punto
di osservazione. Per essere presen-
te, efficace e di supporto alla cre-
scita in autonomia, il genitore deve
sapere in quale posizione sia il pro-
prio figlio, come vede il mondo, quali
sono i suoi gusti, cosa osserva, quali
valutazioni fa, cosa lo entusiasma.
Ciò non richiede uguaglianza nel pen-
sare e nel sentire, né comporta ne-
cessariamente modificare le proprie
convinzioni.
Regola 7: Usare formule corrette
Esistono occasioni nelle quali la co-
municazione con i figli è orientata ad
ottenere determinati risultati senza
che si realizzi una comprensione pro-
fonda ed un profondo coinvolgimen-
to. Un genitore, pur di convincere il
figlio, ricorre, in taluni casi, ad allet-
tanti promesse, prospetta realtà in
maniera alterata, auspica risultati
illusori. Sono i casi in cui il genitore
fonda il suo consenso sul ricatto o la
manipolazione[…]Il più delle volte, il
ricatto agisce per il forte bisogno di
sicurezza avvertito dal genitore che,
impaurito dai rischi che comporta
l’inesperienza del figlio, mira ad ot-
tenere comportamenti da sé consi-
derati opportuni, pur di fronteggiare
la proprie paure e le insicurezze per
un futuro incerto. La sicurezza otte-
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nuta con raggiri o sostituzioni non
aiuta a crescere in autonomia…. La
comunicazione manipolatoria si rea-
lizza quando si prospetta al figlio
una aspettativa allettante, del tutto
scollegata dall’impegno richiesto per
portarla a termine. Nella manipola-
zione, anche se a fin di bene, c'è
qualcosa di nascosto, di non detto,
che lascia i soggetti in relazione
fuori dal coinvolgimento profondo e
dalla interazione La comunicazione
manipolatoria, rischia di indebolire
nel figlio il rapporto di fiducia nei
confronti dei genitori, poiché, non
sentendosi al centro di una relazio-
ne paritetica, identifica se stesso
come uno strumento per il conse-
guimento di fini “esclusivi” del geni-
tore.
Regola 8: Potenziare l’approccio
empatico
La comprensione empatica è elemen-
to fortemente agevolante nella rela-
zione educativa. L’empatia consiste
nel comprendere in quale stato
emotivo si trova l’altro e nel comuni-
carglielo. Orientandosi alla emotivi-
tà, dimensione profondissima di cia-
scuno, ne coglie la unicità rivolgen-
dole attenzione e rispetto, agevo-
lando la formazione della propria
identità.
Regola 9: Saper stare in silenzio
L’approccio protettivo, la responsa-
bilità educativa, la maggiore espe-
rienza, il bisogno di proteggere, a
volte, rendono la comunicazione dei
genitori ansiosa, prolissa, indiscreta,
invadente.
Una comunicazione efficace richie-
de la capacità di suscitare attenzio-
ne e interesse, agevolando nell’in-
terlocutore il processo di ascolto e
apprendimento favorendo la concen-
trazione sulla centralità del messag-
gio.
Regola 10: Mostrare i propri dub-
bi e le mancate conoscenze
Essere genitori affidabili non signi-
fica offrire un’immagine di infallibi-
lità ai figli. Il ruolo, la differenza
anagrafica, la complessità delle pro-
blematiche adulte, a volte, ricom-
pongono un puzzle identificativo di
genitori perfetti. Velare le negativi-
tà e le difficoltà, mostrarsi sempre
vincitori, disporre della soluzione
giusta in ogni circostanza altera la
lettura della quotidianità e rischia
di fornire un modello di sé così ir-
raggiungibile da apparire distante
dai figli e, come tale, lontano dalla
comprensione dei loro bisogni.
Attendo le vs. considerazioni all’in-
dirizzo [email protected]
Per problemi di spazio ho dovuto ri-
durre l’articolo : potete trovarlo
completo sul sito www.Antos.info/
formazione/
formazioneadpersonam.html
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Sappiamo ancora educare? di Don Paolo
Educare, dal latino e-ducere, lette-
ralmente significa “tirare fuori” ed
è l’arte di far emergere la parte
buona di una persona. Un’ottima
educazione aiuta la persona a co-
struirsi e seguire una via buona e
ciò di conseguenza migliora tutta la
società.
Bisogna allora chiedersi cosa sia il
buono di una persona e della socie-
tà, chi abbia l’incarico di educare e
se questa sia una preoccupazione
del singolo o della collettività.
Non “fuggiamo” dal discorso ponen-
dolo su livelli generalissimi o filoso-
fici, perché queste domande nasco-
no osservando come anche nella no-
stra comunità banina si presentino
fenomeni che destano preoccupa-
zione. Tutti vediamo i segni della
maleducazione: sporcizia, vandali-
smi, mancanza di rispetto per le
persone, linguaggio scurrile e bla-
sfemo, sputi, piccola delinquenza
minorile, disadattamento sociale,
abbandono scolastico e altro. Que-
sti fenomeni sono il risultato della
mancanza di educazione, cioè
dell’assenza in questi ragazzi
(partiamo da 11 anni), adolescenti e
giovani di quei valori che conside-
riamo buoni: rispetto per le cose,
per l’ambiente, per gli altri, lin-
guaggio adeguato, solidarietà e cul-
tura.
Questi gruppi “girano” per il paese
e di volta in volta sostano in luoghi
diversi, dall’oratorio alla Madonna
del Latte, lasciando i segni del loro
passaggio. Ciò che preoccupa è che
in realtà è la loro vita a “girare”
senza una metà e senza dare la
possibilità di vedere per loro un
futuro “buono”.
Perché? Cosa fare? Sono solo pro-
blemi loro? Il problema è essen-
zialmente loro perché riguarda il
loro progetto di vita, ma inevitabil-
mente ha ripercussioni su tutta la
nostra comunità. La prima conside-
razione spontanea è sulla famiglia,
perché i primi educatori dei figli
sono i genitori. Il fatto di non aver
ricevuto tra le mura domestiche i
primi rudimenti per inserirsi nella
società e per vivere bene insieme
agli altri non può giustificare i loro
comportamenti, solo può far com-
prendere ciò di cui questi ragazzi
hanno bisogno. Appurato il loro
“abbandono educativo” ci si deve
chiedere chi può colmare questa
mancanza. Ci sono infatti
“strumenti” che possono essere
educativi, come l’oratorio e la co-
munità. Purtroppo però queste
realtà, senza l’appoggio della fami-
glia che non condivide gli stessi
principi fondamentali, perdono ef-
ficacia. Gli educatori dell’oratorio
se non hanno un dialogo e la stima
incondizionata dei genitori non han-
no forza educativa, così come la
comunità non può correggere l’edu-
cazione di un ragazzo perché vige il
principio che nessuno può dire ad
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un genitore che il proprio figlio si
comporta in modo maleducato. Un
discorso diverso può essere fatto
per le agenzie educative che hanno
contatti con questi gruppi, per
esempio la scuola, le associazioni
sportive, le istituzioni e le forze
dell’ordine, le quali godono di una
forza educativa propria. Anche
quest’ultime però spesso si trovano
nell’impossibilità di intervenire ef-
ficacemente sui ragazzi perché
vincolate da leggi e norme che ne
limitano molto l’azione educativa;
pensiamo a quanto devono soppor-
tare gli insegnanti che quotidiana-
mente devono affrontare questa
maleducazione a tratti dilagante. Il
quadro può essere sconsolante e
porta a chiedersi se la nostra so-
cietà sia ancora in grado di educare
le nuove generazioni e se abbia an-
cora a cuore il loro futuro. L’im-
pressione è che ci si concentri
troppo e solo sull’oggi, limitando lo
sguardo al proprio orticello e si sia
persa la capacità (ma spero non la
volontà) di prendersi cura dell’altro
e dell’interesse comune. Cosa fare?
A questa domanda dovremo rispon-
dere insieme in modo concreto ed
efficace.
Per non chiudere questo articolo in
modo è pessimistico e anche per
dovere di verità è giusto segnalare
che anche la nostra comunità ha
delle energie che fanno ben spera-
re in quei gruppi di adolescenti e
giovani che hanno intrapreso un
cammino buono. Ci sono, solo si no-
tano meno.
Sicuramente tutti noi un giorno be-
neficeremo delle loro scelte, per-
ché in loro vedo il futuro del volon-
tariato, vedo le basi solide per co-
struire delle belle famiglie, dei
cuori liberi dai condizionamenti
della coltura consumistica ed ego-
centrica, capaci di occuparsi degli
altri e di volare ad alta quota.
Don Paolo
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