Ensemble dei Talenti Musicali · GIUSEPPE VERDI NELLA STORIA ... Il motivo centrale della sequenza...

12
SILENZIO… C’È ARMONIA! Ensemble dei Talenti Musicali Soprano: Carolina Mattioda Tenore: Mattia Pelosi Basso: Gabriele Bolletta Illustrazioni: Fabio Vettori 19 - 28 febbraio 2018

Transcript of Ensemble dei Talenti Musicali · GIUSEPPE VERDI NELLA STORIA ... Il motivo centrale della sequenza...

SILENZIO… C’È ARMONIA!

Ensemble dei Talenti Musicali Soprano: Carolina Mattioda

Tenore: Mattia Pelosi Basso: Gabriele Bolletta

Illustrazioni: Fabio Vettori

19 - 28 febbraio 2018

2

Ensemble dei Talenti Musicali Violino I: Damiano Babbini

Violino II: Nicola Dho

Viola: Davide Mosca

Violoncello: Giulio Sanna

Cantanti Soprano: Carolina Mattioda

Tenore: Mattia Pelosi

Basso: Gabriele Bolletta

Arrangiamento musicale: M° Marco Alibrando

Illustratore: Fabio Vettori

Programma Messa da Requiem - parte iniziale

Va’ pensiero - Coro degli Schiavi Ebrei (Nabucco, Atto III)

Si ridesti il Leon di Castiglia - Inno (Ernani, Atto III)

La donna è mobile - Aria del tenore (Rigoletto, Atto III)

Sempre libera - Aria del soprano (La Traviata, Atto I)

O tu, Palermo - Saluto del patriota alla Sicilia (I Vespri Siciliani, Atto II)

Valzer brillante - trascrizione di Nino Rota per il film “Il Gattopardo”

Dies irae e Lacrymosa - (Messa di Requiem)

Libiamo, ne' lieti calici - duetto tenore/soprano (La traviata, Atto I)

3

GIUSEPPE VERDI NELLA STORIA

Napoleone, sebbene avesse assoggettato l’Italia alla Francia, aveva avuto il merito di aver

reso l’Italia un paese unico, riuscendo ad abbattere i confini dei tanti stati italiani. Il 1813,

anno della nascita di Giuseppe Verdi, rappresenta però, per Napoleone, la definitiva

sconfitta: la sua campagna di Russia risulta un vero fallimento e gli austriaci invadono

nuovamente la pianura padana. Cosa accade in Italia? La penisola ritorna ad avere tanti

dominatori, ritorna ad essere un Paese dove convivono molte identità nazionali e in cui

vengono parlate molte lingue e dialetti.

Il Risorgimento rappresenta il periodo della storia d’Italia durante il quale il popolo italiano

ottiene la propria unità nazionale in un unico Stato - il Regno d’Italia appunto - attraverso

l’unione di tutti gli Stati preunitari. Il termine indica anche il movimento culturale, sociale e

politico che incoraggiò l’unificazione richiamando l’ideale patriottico di una rinascita

dell’Italia attraverso il raggiungimento di un’identità nazionale.

Studiando il rapporto tra la letteratura risorgimentale e le composizioni di Verdi si denota

che il compositore si è trovato quasi per caso coinvolto nelle grandi pulsioni rivoluzionarie

che animavano la sua epoca. Egli era all'inizio del tutto disinteressato alla causa italiana,

anche perché aveva condotto fino a quel momento una vita di espedienti volta a

sopravvivere alle ristrettezze economiche e alla tragedia della perdita della prima moglie e

dei figli.

Quasi per caso mise le mani su un libretto, il Nabucco, che parlava di un popolo oppresso,

quasi per caso riuscì a farlo a rappresentare alla Scala e nel periodo immediatamente

antecedente alla Prima Guerra di Indipendenza... il resto è storia: da quel momento, travolto

da un successo popolare inatteso e insperato, Verdi è diventato un'icona nazionale e

gradualmente, presa coscienza del suo nuovo ruolo, ha condotto l'Italia verso una nuova

epoca.

4

GIUSEPPE VERDI

Il 10 ottobre 1813, in un piccolo cascinale a Roncole di Busseto in provincia di Parma, nasce

Giuseppe Verdi. Il piccolo Giuseppe è attirato dalla musica e fin da bambino incomincia a

praticarla esercitandosi sull'organo della chiesa del paese.

A 18 anni, dopo aver tentato inutilmente l’esame per entrare a studiare al conservatorio di

Milano, riceve lezioni private da Vincenzo Lavigna, che lavorava come direttore d’orchestra

al teatro alla Scala. Grazie a lui Verdi entra in contatto con il mondo operistico, allora

dominato da Donizetti e Mercadante, musicisti che diventano un riferimento nelle sue

opere giovanili.

La prima opera scritta da Verdi, Oberto conte di San Bonifacio, viene rappresentata proprio

alla Scala nel 1839 ed è un buon successo. Tutto sembra andare per il meglio, ma la morte

della giovane moglie Margherita e l’insuccesso della seconda opera Un giorno di regno, lo

trascinano in un periodo di grande sconforto.

Verdi riesce a riemergere dalla crisi profonda grazie all’insistenza di amici e sostenitori, che

lo inducono a riprendere l’attività compositiva. A 29 anni incomincia la sua fortunata

carriera, quando prendono forma l’opera Nabucco (1842) e I Lombardi alla prima crociata

(1843), che aprono definitivamente al musicista la strada della composizione operistica.

Da quel momento Verdi intraprende una frenetica attività musicale per poter soddisfare

tutte le richieste che gli vengono proposte dai teatri: in 15 anni, tra il 1842 e il 1857,

compone addirittura 20 opere.

Immagine di copertina del libro “Giuseppe Verdi e… le formiche di Fabio Vettori”

5

La musica di Giuseppe Verdi diventa, quasi a sua insaputa, la bandiera italiana contro

l’oppressione austriaca, aumentando il sentimento patriottico e di libertà degli italiani (il

motto “Viva V.E.R.D.I” verrà utilizzato per significare “Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia”).

Nei tre anni che vanno dal 1851 al 1853 nascono tre grandi capolavori operistici che sono:

Rigoletto, Il trovatore e La traviata. La trilogia è stata chiamata “popolare” perché viene

indirizzata non solo ad una parte di pubblico, ma alla folla, all’intero popolo che si

immedesima nei vari personaggi.

Il 1855, con l’Esposizione Universale di Parigi, rappresenta un momento significativo nella

vita artistica del compositore e segna il passaggio dalla trilogia popolare alle opere della

maturità. I soggetti del dramma “Les Vêpres Siciliennes” (I vespri siciliani), ispirati a grandi

fatti storici, permettono di allestire quadri a dir poco spettacolari. Le scene e i costumi

vengono realizzati con cura meticolosa e garantiscono un risultato colossale anche per le

successive opere Aida (rappresentata per la prima volta al Cairo in Egitto nel 1871, per

celebrare l’apertura del canale di Suez), Otello del 1887 e Falstaff, composta nel

1893 all'età di ottant'anni.

Verdi muore a Milano il 27 gennaio 1901 e il suo testamento viene rispettato: i funerali si

svolgono alle 7 di mattina e in assoluto silenzio. Non c’è sfarzo, non c’è musica, ma una folla

di oltre 100.000 persone lo segue fino al cimitero. Un mese dopo si svolgono i funerali

ufficiali. Sul piazzale del cimitero viene eseguito, dalle orchestre della Scala e del Lirico e da

tutti i cori di Milano, Va’ pensiero. Il coro è diretto da Arturo Toscanini, viene cantato da

novecento coristi e suonato da centoventi strumentisti.

Esso rappresenta l’ultimo saluto per il Maestro.

La banconota da mille lire (edizione 1969-81) con il ritratto di Verdi firmato da Giovanni Boldini nel 1886

6

Messa di Requiem Dopo il periodo di scrittura frenetica, tra Aida e Otello passano ben 16 anni, questa volta di

silenzio, un silenzio interrotto solo dal rifacimento di un’opera, il Simon Bocanegra e dalla

Messa di Requiem per onorare la memoria di Alessandro Manzoni, morto nel 1873 e

considerato un “santo” dal musicista. Fu Verdi a dirigere la prima esecuzione avvenuta nella

chiesa di San Marco a Milano ad un anno dalla scomparsa del grande scrittore.

Il Dies Irae è un passo corale in cui viene descritto il terrore della morte. Questo brano

infatti descrive Dio che giudica con toni minacciosi e solenni.

Nabucco Nabucodonosor (questo il titolo originale dell’opera) viene rappresentata alla Scala il 9

marzo 1942. Sono previste solo 8 recite perché l’impresario Merelli ha voluto inserire

l’opera alla fine della stagione in quanto teme un esito negativo. Il successo però è

clamoroso e Nabucco viene ripetuta per ben 57 volte a partire dall’agosto dello stesso

anno. Una cifra che rappresenta un vero primato per quei tempi e un record per la stessa

Scala. L’opera descrive la storia del popolo ebraico che si ribella all’oppressore assiro

Nabucodonosor e molti hanno letto tra le righe il desiderio del popolo italiano di

conquistare la libertà dagli austriaci.

Il Coro degli Ebrei rappresenta un momento toccante dell’opera, in cui i deportati ricordano

con nostalgia la patria lontana e ormai perduta. Gli schiavi si trovano sulle sponde

dell’Eufrate, sono incatenati e cantano: Va’ pensiero.

Ernani Con le opere Nabucco, I Lombardi alla prima crociata e Ernani del 1844, Verdi ha

accomunato ancora di più il popolo italiano sotto il vessillo patriottico e ha alimentato

maggiormente il loro sentimento della libertà. Il bandito Ernani canta Si ridesti il Leon di

Castiglia e nel 1848 a Milano è vietato, pena l’arresto, indossare un cappello “alla Ernani”,

perché significa lanciare una sfida agli austriaci.

Rigoletto La prima rappresentazione del Rigoletto avviene l’11 marzo 1851,

nel teatro La Fenice di Venezia. Il melodramma è suddiviso in tre

parti ed è ambientato nel XVI secolo, alla corte dei Gonzaga, una

ricca famiglia di Mantova. Rigoletto è il giullare di corte e il suo

nome ormai viene accostato a una sua caratteristica fisica: la gobba. Ha una figlia di nome

Gilda che cerca di proteggere perché rappresenta il suo bene più grande. La donna è mobile

è un’aria cantata all’inizio del terzo atto dal Duca, che sottolinea, secondo una sua

personale visione, la superficialità e la frivolezza dell’universo femminile.

7

La Traviata In quest’opera di Verdi, forse più che in altre sue composizioni, la perfetta unione tra

soggetto, musica e testo porta lo spettatore a rimanere incantato e commosso. Qualcuno

ha detto «Traviata è un’opera che va all’anima» e non gli si può dar torto. Verdi ha avuto

tanto coraggio nel mettere in scena un dramma contemporaneo, ambientato proprio nel

suo secolo, l’800 e con una storia che per quei tempi era molto delicata.

Nel I atto Alfredo (tenore) confessa il suo amore a Violetta (soprano): l’ama ormai da un

anno, dalla prima volta in cui l’ha vista. Incapace di provare vero amore, Violetta propone

una semplice amicizia, ma quando Alfredo sta per allontanarsi gli porge un fiore, invitando il

giovane a riportarglielo il giorno seguente. Alfredo si allontana felice. Violetta è rimasta sola

e nota con incredibile sorpresa che le parole di Alfredo l’hanno scossa. Ma cosa le succede?

Non può essere: lei deve continuare a vivere nella libertà, come ha sempre fatto, per questo

canta Sempre libera.

Il brano più famoso dell’opera descrive un brindisi in tempo di valzer che propone Alfredo

intorno alla metà del I Atto. A lui subito si unisce Violetta, seguita dagli altri invitati. Tutti

cantano gioiosamente le lodi del vino e dell’amore: Libiamo, ne' lieti calici.

I Vespri Siciliani Questo dramma storico, in cinque atti, fa perno su di una storia

d’amore, quella della duchessa Elena (sorella di Federico d’Austria,

giustiziato come traditore dai francesi) e del giovane siciliano Arrigo.

Nel II Atto il patriota Giovanni da Procida sbarca in Sicilia e saluta l’isola

(O tu, Palermo - Saluto del patriota alla Sicilia), quindi viene raggiunto

dai suoi fedeli soci, tra i quali Elena ed Arrigo, che discutono con Procida sul modo con cui

indurre i Siciliani alla rivolta contro i dominatori francesi. Alla fine Elena ed Arrigo si

sposano: il rintocco della campane nuziali segnerà l’avvio della rivolta, quella dei Vespri

Siciliani appunto, nella Palermo di fine Duecento.

Il Valzer Brillante “Il Gattopardo” è un film storico colossal del 1963 diretto da Luchino Visconti, tratto

dall'omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

Il motivo centrale della sequenza del ballo di “Il Gattopardo” è costituito dalla partitura

inedita di un Valzer brillante di Verdi. Si tratta di un valzer dedicato in origine alla contessa

Maffei, il cui manoscritto originale era stato acquistato dal montatore del film presso una

libreria antiquaria romana e regalato a Visconti.

La partitura per pianoforte è stata orchestrata successivamente per piccolo ensemble da

Nino Rota, che ha curato la colonna sonora del film.

8

L’OPERA LIRICA

L’opera è una forma d'arte totale che unisce musica, canto, teatro, arti plastiche, a volte

anche danza. In ogni opera tutti i componenti si combinano nella loro espressività e

bellezza. Questa alchimia complessa fa di ogni rappresentazione uno spettacolo

straordinario che monopolizza la vista, l'udito, l'immaginazione e la sensibilità del pubblico,

dove tutte le passioni umane sono in gioco.

lI libretto Il libretto è lo ‘script’ di un'opera. Si può trattare di una creazione originale, a volte scritta

da un celebre autore o poeta, ma spesso si tratta dell'adattamento di testi di prosa teatrale

(Shakespeare è stato una grande fonte d'ispirazione per i librettisti), di racconti o di

romanzi. I soggetti sviluppati nei libretti sono numerosi e molto vari: un amore proibito,

l'infedeltà, la vendetta, la sete di potere, la guerra, i miti antichi o anche gli eventi storici.

Con simili soggetti l'opera si àncora in un universo dove si scatenano le passioni umane.

L'amore, il tragico e la morte sono spesso al centro degli intrighi. I personaggi, spesso

combattuti tra i loro sentimenti e i loro doveri, si devono confrontare con delle situazioni

straordinarie e si lasciano trasportare da sentimenti esacerbati. L'eccesso finisce col

consumarli e li conduce ad atti di violenza o alla loro propria morte. Così, colpi di fulmine,

sacrifici, incantesimi, coraggio, suicidi e omicidi convivono nei libretti. Alcuni personaggi

trovano la redenzione, altri sono rosi dal rimorso o puniti per i loro crimini… e a volte le

opere hanno anche un lieto fine!

Il canto Contrariamente alla maggior parte dei testi di

prosa, il testo nell'opera lirica è cantato.

L'intensità e l'emozione del canto hanno un

impatto diretto sul peso e sul senso delle parole.

Esistono diversi tipi di voce, classificati in sei

categorie principali: dalla più acuta alla più grave,

si distinguono le voci di soprano, mezzosoprano e contralto per le donne; tenore, baritono

e basso per gli uomini. Le voci si caratterizzano anche per la loro potenza e agilità: possono

essere leggere, liriche o drammatiche. Una voce leggera ha meno potenza, ma può

facilmente salire negli acuti e vocalizzare, invece una voce drammatica è meno agile, ma più

potente.

Le voci sono generalmente associate a dei tipi di ruolo: esse mettono in luce alcuni aspetti

della personalità o del carattere dei personaggi.

9

La musica La musica esprime in un altro modo le emozioni e l'azione che hanno luogo sulla scena.

Nello spirito della camerata fiorentina, le cui ricerche e i cui studi sul teatro antico hanno

condotto alla creazione del genere lirico operistico, la musica era al servizio del

libretto: "Prima le parole, dopo la musica". Ma questa concezione è discutibile. Si tratta di

un dibattito antico: a seconda delle epoche è stata data prevalenza al libretto o alla musica.

In realtà la musica non è solo al servizio del canto e del libretto: essa li completa e li sublima

entrambi sottolineando l'intensità delle situazioni e le passioni ed emozioni dei personaggi.

I compositori, giocando con i ritmi, i toni, le melodie e le sfumature, usano lo straordinario

potere di suggestione della musica per creare delle atmosfere particolari che il libretto o la

regia non saprebbero produrre. Alcuni utilizzano persino dei motivi ricorrenti per

rappresentare un personaggio, un sentimento o un concetto.

La regia Prima del XX secolo, la dimensione teatrale dell'opera era marginale. Nel Seicento, le

rappresentazioni erano piuttosto statiche e sembravano dei concerti in costume. La regia è

diventata importante quando le programmazioni dei teatri d'opera si sono maggiormente

concentrate sul mantenimento di un repertorio esistente e meno sulla creazione. Solo nel

Novecento il canto e la regia hanno iniziato a essere considerati di pari importanza.

Tuttavia, le scene operistiche sono sempre stati dei luoghi magici grazie agli effetti visivi

spettacolari e al grande macchinario scenico. Le possibilità della regia sono aumentate con il

progresso tecnico e oggi gli effetti speciali, la tecnologia digitale e le proiezioni d'immagini

vengono utilizzate in molte produzioni.

Una regia è molto di più di una semplice illustrazione dell'opera: essa introduce dei

significati. Quando un regista lavora a un'opera, è una certa visione dell'opera che egli

propone al pubblico. La prospettiva che egli adotta può essere vicina al libretto e fedele alle

concezioni dell'autore, oppure può essere una interpretazione più personale. Alcuni registi

traspongono l'azione in altre epoche, in altre situazioni oppure in un contesto immateriale e

intemporale.

Queste trasposizioni mettono in valore alcune dimensioni delle opere e arricchiscono il loro

significato rivelando degli aspetti sconosciuti. Per esempio, in una produzione moderna, i

temi sviluppati in un'opera barocca possono rivelarsi molto attuali. Queste prospettive

cambiano il modo in cui gli spettatori percepiscono e comprendono le opere. In questo

modo l'opera si ricrea e si reinventa costantemente. Prima che si alzi il sipario nessuno sa

cosa succederà sulla scena. È questo che rende l'opera così avvincente.

__________________________________

Articolo tratto da www.opera-europa.org

10

FABIO VETTORI

La passione di Vettori per l'illustrazione risale ai tempi

dei suoi studi da geometra, quando inizia a essere

attratto dal soggetto delle formiche, che diventerà

presto la sua cifra stilistica. Le formiche, in effetti,

consentivano di coniugare il suo interesse per il

dettaglio con la possibilità di moltiplicare i personaggi

all'interno di una stessa scena, tanto che negli anni ‘80

inizia la commercializzazione di poster e biglietti

d'auguri raffiguranti le formiche. Nel 1995 fonda

a Trento un'impresa finalizzata proprio alla distribuzione

del merchandising correlato alla sua produzione artistica

e nel 2004 apre un primo negozio monomarca. Nel

frattempo il suo catalogo si arricchisce di nuovi soggetti

e articoli, tra cui il libro "GIUSEPPE VERDI e… Le formiche

di Fabio Vettori", da cui nasce l’idea della lezione-concerto e da cui sono tratte le illustrazioni

e alcuni testi di questa scheda didattica.

GABRIELE BOLLETTA

Inizia giovanissimo lo studio del canto sotto la guida

della signora Aida Claretto Prestia. Successivamente

perfeziona la tecnica canora con la signora Franca

Mattiucci. Debutta nel 2004 in Norma come Oroveso

sotto la direzione del m° Achille Lampo.

Collabora successivamente con l’As.Li.Co. in alcune

produzioni e in seguito con i più importanti teatri

italiani, esibendosi con grandi artisti e con importanti

direttori d’orchestra. All'estero si è esibito a Tokyo

(Giappone), Oman, Monaco di Baviera (Germania),

Grenoble (Francia), Lugano (Svizzera). Si è perfezionato

nel repertorio settecentesco e nell'opera buffa con il

maestro Enzo Dara e ha completato la sua formazione

tecnica nel 2012 presso l'Accademia del Maggio Musicale Fiorentino. Ha collaborato con la

RAI e con la televisione di Stato albanese e ha tenuto alcune masterclass di tecnica vocale e

di interpretazione in Giappone e in Oman.

11

TALENTI MUSICALI

Talenti Musicali è il progetto della

Fondazione CRT, realizzato in

partnership con il Conservatorio di

Musica “Giuseppe Verdi” di

Torino, finalizzato al finanziamento di

borse di studio per il perfezionamento

dei giovani talenti musicali in possesso di

diploma ‘tradizionale’ del vecchio

ordinamento o di diploma accademico di primo o secondo livello dei Conservatori

piemontesi o della Valle d’Aosta, che siano disposti ad effettuare un periodo di

perfezionamento (compreso tra gli 8 e i 12 mesi) presso Istituzioni, Accademie, Scuole di

perfezionamento italiane o straniere selezionate dagli stessi candidati.

L'Ensemble dei Talenti Musicali nasce dal progetto Talenti Musicali e si compone di alcuni

giovani musicisti vincitori del bando.

12

LA FONDAZIONE CRT La Fondazione CRT - Cassa di Risparmio di Torino è un ente privato non profit nato nel 1991. Da oltre 25 anni è uno dei “motori” dello sviluppo e della crescita del Piemonte e della Valle d’Aosta in tre macro-aree: Arte e Cultura, Ricerca e Istruzione, Welfare e Territorio. Interviene con progetti e risorse proprie per la valorizzazione dei beni artistici e delle attività culturali, la promozione della ricerca scientifica e della formazione dei giovani, il sostegno all’innovazione e all’imprenditoria sociale, l’assistenza alle persone in difficoltà, la salvaguardia dell’ambiente, il sistema di protezione civile e di primo intervento. La sua attività si caratterizza per un’attenzione particolare all'internazionalizzazione, con il duplice obiettivo di rendere più forti le organizzazioni non profit locali attraverso l'apertura all'Europa e al mondo e, nello stesso tempo, di attrarre sul territorio nuove risorse progettuali ed economiche. In un quarto di secolo di attività, la Fondazione CRT ha distribuito risorse per circa 1 miliardo e 500 milioni di euro e consentito la realizzazione di più di 37.000 interventi per il territorio, sostenendoli non solo dal punto di vista delle erogazioni, ma anche delle progettualità: il tutto, ascoltando le esigenze del territorio stesso e delle realtà aggregative, istituzionali e del non profit.

www.fondazionecrt.it

IL PROGETTO DIDEROT DELLA FONDAZIONE CRT La Fondazione CRT realizza il Progetto DIDEROT per offrire agli studenti di tutti gli Istituti di istruzione primaria e secondaria di I e II grado del Piemonte e della Valle d’Aosta una duplice opportunità: avvicinarsi in modo creativo e stimolante a discipline non sempre inserite nei programmi curricolari e, nello stesso tempo, approfondire le materie tradizionali con metodologie innovative.

Il Progetto si articola in workshop, laboratori, video-lezioni, visite, seminari, incontri-dibattiti con esperti e testimonial, e perfino concerti e rappresentazioni teatrali, in ambiti quali l’arte e la matematica, l’economia e il computing, la tutela della salute e dell’ambiente, la filosofia. La partecipazione è gratuita per tutte le scuole (escluso il costo di eventuali trasporti).

Il progetto Diderot della Fondazione CRT ha coinvolto finora circa 770.000 studenti tra i 6 e i 20 anni.

ENTE COFINANZIATORE La Fondazione CRC - Cassa di Risparmio di Cuneo - ha aderito al progetto Diderot 2017/2018 della Fondazione CRT contribuendo ad implementare la linea “Alla ricerca dell’Armonia”.

LA FABBRICA DEI SUONI - soc. coop. soc. ONLUS nasce dall’esperienza

dell’Associazione Culturale La Fabbrica dei Suoni, da anni impegnata in progetti di sperimentazione di pratiche didattiche innovative.

Ne è testimonianza la progettazione e realizzazione nel marzo 2007 a Venasca (CN), del primo avveniristico parco tematico interamente dedicato al suono e alla musica, unico nel suo genere in Europa, denominato "La Fabbrica dei Suoni". Nel mese di Giugno 2013 è stato inaugurato il nuovo percorso “L’Atlante dei Suoni” a Boves (CN) e “La Città di Cumabò”, percorso specifico per la scuola dell’infanzia.

Oltre alla gestione dei parco-museo, la cooperativa svolge anche un’intensa attività di organizzazione di eventi musicali, corsi di educazione alla musica, promuove masterclass volte all’approfondimento della conoscenza degli strumenti cardine della musica occitana e della world music, propone laboratori didattici per gruppi di ragazzi e bambini, organizza e gestisce corsi di aggiornamento per insegnanti, educatori, animatori.

Dal 2014 è partner della Fondazione CRT per il progetto Diderot.

www.lafabbricadeisuoni.it