Enrico Denifle Lutero e Luteranesimo

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Enrico Denifle. Lutero e luteranesimo nel loro primo sviluppo esposti secondo le fonti . Roma: Desclèe&C – Editori Pontifici. 1914 2 , LII - 461 págs. /VI/ (...) NOTA DEL TRADUTTORE Postscriptum. — Dieci giorni dopo che io avevo scritto le righe precedenti, e eterni l'anima bella di Enrico Denifle, che era in viaggio per Cambridg proclaMato dot-/VII/tore honoris causa di quella celebre Università! È degna di nota l contenuta nel discorso di presentazione dell'Orator: «non odie prolixius prosequemur neque Martinum Luther, ab eodem ad fidem documentorum nuper depictum» (Cambridge University Repórter, n. 1563, p. 1113). Sulla tomba dell'esemplare religioso, dell'eru profondo studioso, dello storico geniale e poderoso la religione e la s della ammirazione e della gratitudine, omaggio che non morra, né diminu monumento imperituro di fede e di scienza le innumerevoli opere e artic Per quanto riguarda la continuazione del Lutero, so da fonte sicura che il compimento della edizione del I volume é giá affidato ad altro valente scrittore. Speria appartenne l'illustre A., si fará poi anche il possibile per condurre a inteso senz'altro che io mi farò un dovere di presentarla pure intiera buono mi dá vita e se a questa prima parte del I volume arrideri il fav 31 luglio 1905. /VIII/ PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE DELLA PRIMA PARTE DEL VOLUME PRIMO ONTRO ogni aspettativa ho dovuto ben presto por mano ad elaborare una primo volume dell'opera mia, proprio in un tempo, in cui credevo g compimento del secondo volume. Appunto perchè - e lo sottolineo a bella prefazione per rompere la punta a delle false voci e quietare certi pa -non volli, fin dal principio, gettare nel popolo alcuno serillo incendiario, ma unicamente scrivere con semplice , genui no, ones tá un libro per i dotti, sup- ponevo, e lo dissi apertame che sarebbe passato un bel pezzo prima che l'edizione fosse esaurita. M Grazie all' interesse, che cattolici e protestanti si presero con egual dell'oggetto loro, nello spazio d'un mese il primo volume era giá smalt C Dato lo svolgimento della polémica impegnatasi pro e contro il mio libr prima edizione è divenuto cosa superflua. Basta che finalmente con tutta franchezza sia stato me in chiaro e che dal punto di vista scientifico sia stata elevata la pro protestante, riguardo a Lutero e alia sua figura storica, si è tenuta t Chiesa cattolica, anzj rispetto a Cristo e al Cristianesimo stesso . I protestanti non sono i primi a questo giuoco. Giá i Donatisti 1* hanno fatto proprio come loro, sicchè asserire : “ Donatum Donatistae pro Christo habent. Si audiant aliquem paganum forsitan patienter ferant, quam si audiant detrahentem Donato » (Sermo . Ai /IX/ professorí protestanti fu ed è lecito trattare Gesu Cristo a loro placimento, possono bandirlo impunemente per un puro nomo; ma Lutero non puó esser toccato: in quella stessa abassa Cristo, viene sempre più esaltato e glorificato Lutero. Tuttora non rimane che troppo vero come da parte protestante nell’inseg dottrina cattolica, le istituzioni cattoliche vengono sistemáticamente realtà a farmk porre nella penna quel tono pungente, che s’è tanto bias Ma nei nostri tempi schizzinosi conviene non irritare i deboli nervi di più quando, senz’altro, i fatti parlano abbastanza alto da sè . Intanto l’accoglienza del mio riconferma appunto in una maniera classica la partigioneria acritica de maggiore dei nostri avversari.

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Enrico Denifle. Lutero e luteranesimo nel loro primo sviluppo esposti secondo le fonti. Roma: Descle&C Editori Pontifici. 19142, LII - 461 pgs. /VI/ (...) NOTA DEL TRADUTTORE Postscriptum. Dieci giorni dopo che io avevo scritto le righe precedenti, era chiamata ai premi eterni l'anima bella di Enrico Denifle, che era in viaggio per Cambridge, ove doveva essere proclaMato dot-/VII/tore honoris causa di quella celebre Universit! degna di nota la frase contenuta nel discorso di presentazione dell'Orator: non odie prolixius prosequemur neque Martinum Luther, ab eodem ad fidem documentorum nuper depictum (Cambridge University Reprter, n. 1563, p. 1113). Sulla tomba dell'esemplare religioso, dell'eruditissimo indagatore, del profondo studioso, dello storico geniale e poderoso la religione e la scienza depongono l'omaggio della ammirazione e della gratitudine, omaggio che non morra, n diminuir, come rimarranno monumento imperituro di fede e di scienza le innumerevoli opere e articoli del lagrimato defunto. Per quanto riguarda la continuazione del Lutero, so da fonte sicura che il compimento della seconda edizione del I volume gi affidato ad altro valente scrittore. Speriamo che da parte dell'Ordine, a cui appartenne l'illustre A., si far poi anche il possibile per condurre a felice termine lopera intiera. E va inteso senz'altro che io mi far un dovere di presentarla pure intiera ai miei compatriotti, se Dio buono mi d vita e se a questa prima parte del I volume arrideri il favore del!' Italia colta. 31 luglio 1905. /VIII/ PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE DELLA PRIMA PARTE DEL VOLUME PRIMO ogni aspettativa ho dovuto ben presto por mano ad elaborare una nuova edizione del primo volume dell'opera mia, proprio in un tempo, in cui credevo gi dovermi occupare del compimento del secondo volume. Appunto perch - e lo sottolineo a bella posta qui sbito nella prefazione per rompere la punta a delle false voci e quietare certi paurosi politici - n o n v o l l i , fin dal principio, gettare n e l p o p o l o a l c u n o s e r i l l o i n c e n d i a r i o , m a u n i c a m e n t e scrivere con s e m p l i c e , g e n u i n o , o n e s t u n l i b r o p e r i d o t t i , sup- ponevo, e lo dissi apertamente, che sarebbe passato un bel pezzo prima che l'edizione fosse esaurita. Ma doveva andare altrimenti. Grazie all' interesse, che cattolici e protestanti si presero con eguale ardore delle mie ricerche e dell'oggetto loro, nello spazio d'un mese il primo volume era gi smaltito. Dato lo svolgimento della polmica impegnatasi pro e contro il mio libro, ripetere la prefazione della prima edizione divenuto cosa superflua. Basta che finalmente con tutta franchezza sia stato messo in chiaro e che dal punto di vista scientifico sia stata elevata la protesta che fin qui da parte protestante, riguardo a Lutero e alia sua figura storica, si tenuta tutt' altra condotta che rispetto alia Chiesa cattolica, anzj rispetto a Cristo e al Cristianesimo stesso. I protestanti non sono i primi a far questo giuoco. Gi i Donatisti 1* hanno fatto proprio come loro, sicch S. Agostino si sent indotto ad asserire: Donatum Donatistae pro Christo habent. Si audiant aliquem paganum detrahentem Christo, forsitan patienter ferant, quam si audiant detrahentem Donato (Sermo 1 9 7 , n . 4 ) . Ai /IX/ professor protestanti fu ed lecito trattare Gesu Cristo a loro placimento, possono fin bandirlo impunemente per un puro nomo; ma Lutero non pu esser toccato: in quella stessa misura che si abassa Cristo, viene sempre pi esaltato e glorificato Lutero. Tuttora non rimane che troppo vero come da parte protestante nellinsegnamento e altrove, la dottrina cattolica, le istituzioni cattoliche vengono sistemticamente travisate. E fu essa questa triste realt a farmk porre nella penna quel tono pungente, che s tanto biasimato nella mia prefazione. Ma nei nostri tempi schizzinosi conviene non irritare i deboli nervi di molti lettori, e ci tanto pi quando, senzaltro, i fatti parlano abbastanza alto da s. Intanto laccoglienza del mio libro riconferma appunto in una maniera classica la partigioneria acritica della parte di granlunga maggiore dei nostri avversari.ONTRO

C

L'enorme eccitazione, che li fece addirittura uscir dai ganghcri, gI insulti senza ritegno e le gratuite affermazioni, con cui i loro giornali e campioni, non riuscivano che a stento a coprire il loro imbarazzo e la loro angustia, i mezzi ai quali s' attaccarono, gli eccitamenti ai quali ricorsero presso dei loro lettori, rischiarano d' una luce abbastanza viva con quanta piena di pregiudizi 1 ponno occuparsi di tali questioni quei giornali e quei dotti che han si spesso in bocca la libert della scienza. Ma ci non reca loro danno. Essi possono bene, come gi Lutero e compagni, fare cos quanto vogliono; sanno infatti che agli occhi dei loro compagni di fede rimangono tanto pi in venerazione, quanto pi nella lor cieca ira sbraitano contro il mio libro. Anche sui loro pi grossi spropositi 2 si chiude senz' altro un occhio perch commessi /X/ contro di esso. II loro fine di glorificare Lutero, e quindi di bandire dal mondo con ogni mezzo lopera mia, li scusa a solo del loro indegno procedere, e li dispensa dall' obbligo di rispondere alie mie repliche o spiegazioni. Arditamente debbono sempre e poi sempre gittarmi addosso le medesime rampogne. In tutte le Universit luterane si sono innalzate grida di sdegno, da tutti i propugnacoli del protestantesimo echeggiato ed echeggia il grido d' allarme per la difesa del calunniato fondatore della loro confessione. Harnack, in Berlino, che apri il coro, il suo collega Seeberg, che lo segu sul campo di battaglia, poi il Haussleiter in Greifswald, Lsche in Vienna, Walther in Rostock, Kolde e Fester in Erlangen, Kohler in Giessen, Kawerau in Breslavia, Hausrath in Heidelberg, Baumanm in Goettingen, tutti fecero chi pi, chi meno, quanto poterono e si sbracciarono ad abbattere lopera mia: anzi anche i minori ingegni portarono il loro modesto obolo alia nobile impresa. Ne la lista sembra chiusa. II signor Althoff, direttore ministeriale, ha dichiarato nel Parlamento di Prussia, seduta po- meridiana del 14 aprile 1904 (Secondo la Post, n. 175): L'effetto del libro stato che un ottimo ministro evanglico sta preparando un lavoro su questo soggetto. Ma questo ottimo ministro evanglico non si pu ricercare fra i sopranominati, perch il signor Althoff aggiunge sbito: E cos la freccia rimbalza addosso al tiratore . Ci finora non per anche accaduto, poich ai sunnominati posso anzi rispondere col mio compatriotta Andrea Hofer: Oh, come trate male!3 Quegli il quale dovr scagliarmi addosso la freccia tirata contro Lutero deve ancora venire. Io lo aspetto. /XI/ Anche delle assemblee di protesta si sono sollevate con risoluzioni contro lopera mia. Non ero solo, trovandomi sempre in buona compagnia, cio coi gesuiti e col vescovo Benzler: che poi queste raccolte riescano a qualcosa pi delle confutazioni che la pretendono a scientifiche, ne dubito assai. Da una generazione almeno non s' eran visti tanti arrabbiati critici attaccarsi all' opera d' un autore, esplorarla con tali occhi d'Argo, nell'intento di scoprirvi lati deboli, errori e spropositi, anzi d'annientarla addirittura: ben raramente s' era a tale scopo gonfiato in si inaudita maniera un moscerino in un elefante che gettasse sbito Tintero libro a monte e lo stritolasse, come s' visto ora con Topera mia da parte degli scienziati protestanti e da inferiori scribacchini della stampa protestante. In ogni osservatore imparziale dovuta dopo ci insinuarsi la convinzione che lapparire dellopera mia segnasse un avvenimento pei protestanti. Vero che essi vogliono poi ad ogni costo diminuire questa impressione colla vergognosa scappatoia che il mio lavoro va giudicato col criterio: curarsene poco, darsene poco, Lutero e il protestantesimo non ne son toccati per nulla. Gli assalti impetuosi da parte dei protestanti me li aspettavo; e di questa previsione non feci segreto anche prima che uscisse lopera. Anche il silenzio - salvo pochisime eccezioni - dei pi competenti rappresentanti cattolici della storia ecclesiastica e della teologa in Germania non mi giunse inaspettato, ma tanto pi improvviso mi giunse il biasimo di alcuni signori del tutto incompetenti.Nell'originale sta appunto voraussetzungsvoll, parola che lA. indirizza qui ai protestanti i quali vogliono che la scienza sia assolutamente voraussetzungslos (scevra da pregiudizi), negando che tale sia la scienza cattolica. (Nota del traiuttore) 2 Tra questi debbo annoverare ad es. il biasimo che mi fa W. Kohler nel Cbristliche Welt 1904, n. 10, p. 227 citando le p. 293 ss. della mia opera, d'aver detto che Lutero ruppe ripetutamente il matrimonio con la sua Caterina! L'autore del resto, nel modo e nella maniera con cui fa certe simili accuse, manifesta quel basso livello che ho messo in luce nel mio opuscolo contro il Seeberg, p. 60 ss. 3 Parole che Andrea Hofer rivolse ai soldati francesi che per ordine di Napoleone I fucilarono in Mantova l'eroe tirolese il 20 febbraio 1810. (Nota del traduttore).1

Credo bene che ogni lettore cattolico, il quale conosca le Keuschheitsideen e la Renaissance (specialmente del 1904, p. 96 ss.) del sacerdote cattolico I. Mller, non bader se io non m'occupo oltre di lui. Anche le sue invettive contro S. Tommaso non mi possono indurre a difendermi contro un critico, il quale, anche pochi anni fa, nel suo scritto: Der Reformkatholizismus die Religion der Zukunft fr die Gebildeten aller Bekenntnisse /XII/ (1899), a pag. 77, cita con incredibile ignoranza e superficialit l'obbiezione che S. Tommaso (1 p. qu. 1, a. 2. obj.i) fa sopra la teologa come scienza, siccome dottrina di S. Tommaso, scambiando obbiezione e risposta! Si capisce con questo, come ai suoi occhi la Scolastica possa apparire il capitale baluardo dell'oscurantismo cattolico . Un certo punto ha bens di comune questo cos detto Reformmller (macina - riforme) 4 con parecchi cattolici formati nelle Universit tedesche, cio la mania delle concessioni. A quali eccessi questa possa condurre a lungo andare un ingegno immaturo, lo mostra con spaventosa evidenza un articolo del periodico Die Fackel (n. 145, Vienna 28 ottobre 1905) sopra la questione dell'Universit di Salisburgo. Esce questo da una penna che si dice pubblicamente cattolica e che, allapparire dell'opera mia, ha trovato necessario prendere altrove posizione contro di essa. L' autore dell'articolo della Fackel un figlio autentico del nostro moderno tempo eclettico, il quale si crede autorizzato, con sovrana elevatezza partendo dalla sua comprensiva visione storica delle cose, a sedere pro tribunali su tutto e su tutti, anche sui rapporti deluomo con la divinit, come se queste leggi positive avesse a stabilirle l'uomo, non Dio. Chi legge questo articolo dalle frasi schiumanti, ondeggiante in oscurissime idee, balzato fuori da una fantasa sconfinata, gettando severissime censure sui suoi compagni di fede, si chiede meravigliato, a che punto siamo davvero, dove sia il punto di confine, ove la scienza cessa d' esser cattolica. Di tutti gli storti giudizi di quellarticolo voglio soltanto citar qui il pi caratteristico. Secondo l'autore di esso (pag. 3) lelemento cattolico come il protestante della vita religiosa dell'Europa media germanica sono egualmente autorizzati . Cos che a pag. 8 egli chiama il protestantesimo e il cattolicismo le due religioni cristiane dunque due membri di egual valore egualmente autorizzati del cristianesimo uno /XIII/ In realt poi sarebbero due religiose convinzioni, le quai si completano nella loro intima essen^a, o al massimo rappre- sentano due lati diversi della vita cristiana ! O non questo spezzare tutte le barriere dommatiche ? Si pu dire che questo dotto stia ancora sul terreno cattolico? E nonostante il prof. Martino Spahn, autore di quell' articolo, in cui il punto di vista cattolico intieramente rinnegato, fu trattato da certi periodici cattolici assai pi benignamente di me. Anzi si perfino tenuto riguardo al citato articolo un silenzio sbalorditoio, invece di richiamar l attenzione sul peri- colo religioso, cui sono continuamente esposti gli uditori cattolici d' un tal professore, che ha dato gi anche prima prove lampantissime in questo stesso senso. E il pericolo tanto maggiore in quanto che il medesimo, anche dopo lo apparire di quell' articolo, stato celebrato come scienziato cattolico e accolto come collaboratore in giornali e periodici cattolici. Questo fatto prova una comunanza d' idee con quegli ambienti cattolici, nei quali il signor Spahn corteggiato o favorito: e difatti io stesso nel settembre dell'anno passato trovai in un periodico cattolico suo amico espresse all'incirca le medesime idee sul protestantesimo e cattolicismo come le or ora rfente. In forza dell' odierna formazione universitaria, o per conseguire reali vantaggi pratici, o per rassodare la pace civile tra cattolici e protestanti, o per altre ragioni, non pu una certa corrente resistere alia tentazione, se non ancora di sacrificare, certo di attenuare i principii cattolici, e di gettare un ponte sopra l'abisso si storico che dogmatico, il quale deve separare la Chiesa cattolica dal luterane- simo. Da questo punto di vista, ma specialmente da quello dello Spahn, naturalmente sbagliare su tutta la linea, importa deviare ed uscire dall' oggettivit d' uno storico, fare un affronto a Lutero e all'opera sua, il parlare di eresia luterana e bollare Lutero d' eresiarca, come fo io da scienziato cattolico. Se infatti protestantesimo e cattolicismo sono due convinzioni religiose egualmente autorzate, le quali si /XIV/completano nella loro intima essenza, e tuttal pi rappresentano due diversi lati della vita cristiana, certo se uno eretico, anche l'altro eretico, e viceversa. Dunque nessuno dei due tale. Certo che no: piuttosto noi abbiamo che fare con un4

L'A scherza sui nome del contraddittore (Mller = mugnaio).

matrimonio misto nella testa confusa di certi storici cattolici moderni, i quali lasciano agire su di s le due religioni cristiane (naturalmente pi il protestantesimo). II cattolicismo , il quale possiede un carattere spiccatamente femminino (Spahn p. 4) conclude l alleanza col protestantesimo che lo completa, il quale per conseguenza deve offrire un carattere spiccatamente mascolino! E questa concezione la sola degna dei moderni storici oggettivi! Da queste idee interamente erronee e confuse conseguentemente influenzato anche il giudizio che si porta su Lutero ed il protestantesimo, e quindi anche la critica del mio lavoro, nel quale, secondo tali criterii, si spinge il soggettivismo ad un bailo nient' affatto permesso dal lato del mtodo scientifico .5 Questo punto di vista vuole che si riconosca in Lutero il massimo tedesco del suo tempo, come lo Spahn l'aveva gi detto nel 1898, e in genere il grandissimo uomo, poich egli, anzi primo egli, come Padre della riforma evanglica , ha completato il cattolicismo e scoperto l'altro, egualmente autorizzato, lato dell' nico cristianesimo. Dominati da siffatte idee erronee, si prorompe poi in ammirazione sulla grandezza di Lutero, e per i solidi vantaggi de' quali noi siamo in debito verso il protestantesimo. Da storici unilaterali, senza profonda erudizione filosfica, - di teologa non voglio parlare, poich alcuni storici si vantano di non esser affatto teologi, - da tali storici non si osserva in quali sofismi s'impigliano. forse la Riforma buona e pregevole, perch /XV/ essa, p. es., fu occasione che si togliessero dalla Chiesa parecchi abusi dominanti ? Ma dov' qui la lgica ? Anche in ci vale quel che S. Agostino dice riguardo alio studio della Scrittura, al quale i cattolici sono spinti dagli eretici: La divina Provvidenza permette che nascano eretici e molteplicemente erranti, onde, se essi si faccian giuoco di noi, e ci chieggano ci che non sappiamo, noi almeno scuotiamo la nostra pigrizia, e cerchiamo di apprendere le sante Scritture. Molti sono troppo pigri a studiare, se per l'importunit e le derisioni degli eretici non fossero a un tempo scossi dal sonno, e costretti ad arrossire della loro ignoranza, e convinti del pericolo della loro inesperienza (De Gen. cont. Manichaeos, I, n. 2). Per mezzo delle eresie, come di spine, i figli della Chiesa cattolica, sono scossi dal sonno, onde facciano progressi nella conoscenza delle S. Scritture (Enarr. in ps. 7, n. 15). C' molto bene nel mondo , insegna S. Tommaso, che non esisterebbe se non ci fosse del male. Non ci sarebbe, p. es., la pazienza dei giusti, ove non ci fosse la malvagit dei persecutori (Cont. Geni. III c. 71 e 1 p. qu. 22, a. 2, ad 2.). Dobbiamo perci vantare il male, o lodare la Riforma , perch fu loccasione di molti beni nella Chiesa? Del resto si noverano spesso molti vantaggi della Riforma , dei quali o assai dubbio se siano vantaggi e non piutosto svantaggi, o dei quali assai contestabile se si debano alla Riforma come tale. Il post hoc, ergo propter hoc tiene una gran parte anche qui. Certo soltanto che Dio il quale di molte specie di mali si giova a vantaggio dei buoni (Augustin., Cont. Jul. IV, n. 38) non avrebbe'permesso il tremendo turbine del protestantesimo, come ogni altra eresia anteriore se egli non fosse capace e buono abbastanza per trarne qualche vantaggio pei suoi (cfr. Augustin., Enchiridion, c. II). Questa la risposta che d alla critica dell'opera mia, inserita dallo Spahn nel Tag di Berlino, n. 31, del 24 febb. di questo anno. Gi per questo che in un giornale protestante, dessa pi protestante che cattolica. C' in quella critica una /XVI/ sola sentenza vera: Gi Agostino not negli eretici il con- trassegno della grandezza. Questa sentenza, che egli riporta contro di me, l ha tratta tcitamente dall'opera mia a p. 836. - E tanto serva di risposta anche alia osservazione fatta dal sig. di- rettore ministeriale Althoff nel Parlamento prussiano, che cio contro il mio libro, dal mezzo dei dotti cattolici, s' levato soltanto con la sua disapprovazione un giovanissimo assai valente accademico, il prof. Spahn, in Strasburgo, non del tutto ignoto a voi.6 un segno dei tempi che lo scienziato cattolico M. Spahn nel Tag scriva forse con piu odiosit e ingiustizia, ma certo con pi parzialit, che non alcuni fra i gi nominad professori5

Ci scrive in un pomposo articolo del mensiie Hochland (I ann. p. 221) un giovane storico cattolico, per altro, almeno esterior- mente, non tanto progredito quanto lo Spahn, A. Meister. Tra indegne incensature al nientaffatto oggettivo Ranke, capo degli storici protestanti, e un' invettiva tirata pei capelli contro Iq storico E. Michael, il Meister parla del mio deviamento .6

Cio ai membri del Parlamento.

protestanti, cio il KOHLER in Giessen e KAWERAU in Breslavia. Notarlo per me un dovere di giustizia. II primo, quantunque non meno d'altri eccitato ed irritato contro me e Topera mia, scrive: Con sovrana superbia (?) il Denifle ci sfoggia dinanzi la sua conoscenza della scolastica e mistica del medio evo: egli ci inonda spesso con un diluvio di citazioni, anche se la cosa non ne ha bisogno gran fatto. Ci spiegabile: qui sta il forte del Denifle, ed il lato debole della luterologia fino al presente. Oni possiamo imparare dal Denifle... La questione: Lutero e il medio evo (finora) stata energicamente sollevata da persone del pi diverso pensare e discussa con buon esito in indagini di dettaglio; per il libro del Denifle mostra quanto c' ancora da fare su questo campo e confonde con una serie di sottili osservazioni (seguono in nota le indicazioni). Gli riesce (al Denifle), in grazia alia sua stupefacente conoscenza della letteratura medioevale, di rintracciare a Lutero in vari passi particolari l'originale medioevale e di dare con ci alia critica letteraria preziose indicazioni. Se egli insiste nel rivolgere sempre a noi protestanti l'apostrofe: "Voi non conoscete il medio evo!", noi siamo abbastanza leali, prescindendo dall'immoderatezza di questa polmica, di riconoscere in essa un nocciolo giusto. /XVII/ II Denifle ha qui infatti oferto del nuovo Die christliche Welt, 1904, 11. 9, p. 202). Khler ammette di pi una serie di tesi, e per lo pi di sommo valore, le quali sono d' un'importanza fondamentale o certo grave nella mia dimostrazione contro Lutero: ne tratter nella seconda parte di questo volume. La mia critica letteraria dell'edizione weimariana il Khler l'accetta in sostanza e nota in proposito: Anche la sua (del Denifle) acuta discussione sulle pretese lezioni del libro dei Giudici, a mio credere, trover, in sostanza, plauso. Qui egli ha avuto la fortuna di scoprire che interi tratti, creduti di paternit luterana, sono trascrizioni letterali da S. Agostino, assai pi che non si sapesse finora! Di veramente " genuino " non resta troppo in realt, e che questo poco appartenga proprio a Lutero, appare assai dubbio dinanzi agli argomenti apportati dal Denifle, sebbene non tutti egualmente persuasivi. Pos- sibilmente, come il Denifle stesso accenna, ci troviamo dinanzi al rifacimento di appunti di scuola (i. c. p. 203). Queste ultime osservazioni ebbero, per parte mia, il loro effetto nelallestimento della seconda edizione. Era mio proposito aumentare in dettaglio le annotazioni critiche all'edizione weimariana e aggiungerle come appendice alia fine del primo volume. Ma poich ho veduto che un si esperto luterologo qual il Khler, accettava in sostanza quelle poste nella prima edizione, e asseriva in proposito: E a sperare che il libro del Denifle sar uno sprone per i collaboratori delledizione weimariana, a rendersi conto delle altissime esigenze riguardo all'indicazione delle citazioni e simili, mi son sentito mancare ogni ragione di persstere nell'addurre quelle note critiche. Perch, e il Khler e gli altri lutero- logi possono ben credermelo, io non ho scritto ne scrivo mai nulla nellopera mia per farli arrabbiare a bella posta. E nel proposito or ora fermato di omettere del tutto quelle note nella seconda edizione, mi confermarono pi che mai le osservazioni, venute dopo, del prof. Kawerau, uno dei curatori dell'edizione weimariana, nella recensione del mio /XVIII/ libro (Theol. Studien und Kritiken, 1904, p. 450 ss.). II lettore della prima edizione sa bene che di spesso ho esercitato la crtica sul detto professore. Ognuno ha il diritto di difendersi meglio che pu dai miei appunti. E il Kawerau fa lealmente, pigliando insieme la parte del Knaake e del Buchwald, da me fortemente incalzati. Ciononostante egli ammette in blocco i miei risultati critici riguardo all'edizione weimariana, il che fa grande onore a lui, al suo carattere e alia sua scienza. Egli inoltre riconoscente e giusto. A pag. 452 scrive che si trova sparsa nell'opera una quantit di notizie meritevoli, dovute all' incomparabile cognizione che ha il Denifle della letteratura ecclesiastica antica e medievale, dove d indicazioni per altre citazioni di Lutero difficilissime a ritrovarsi o riconoscersi (ed in generale quasi ad ogni pagina ci si rivela il Denifle come erudito profondo), cos che per la nostra indagine su Lutero nei dettagli si trovano qui molte contribuzioni di pregio. Se io saluto con gioia qualcosa nel libro del Denifle, scrive a pag. 460, certo servizio ch'egli ha reso alla Luterologia, con l'indicazione d'una considerevole serie di citazioni da Agostino, Beda, Bernardo, dal breviario, dalla

liturgia, ecc. . Dinanzi a tale stato di cose io rinunzio a disputare col Kawerau intorno alle scuse da lui apportate pei suoi sbagli, alcune delle quali sono di vero valore, e ometto in questa seconda edizione le mie note critiche sull'edizione weimariana. A quest'altezza di relativa imparzialit verso Topera mia, non s' potuto innalzare col Khler e con Kawerau nessun altro critico protestante, e meno di tutti il Harnack, sul quale torner tosto, preso sotto la sua protezione e celebrato dal direttore ministeriale Althoff. Ma occupa un posto quasi nico il Kolde, professore di storia ecclesiastica in Erlangen, colle sue alte strida nell'opu- scolo cubblicato contro di me: P. Denifle, Unterarcbivar des Papstes, seine Beschimpfung Lutbers und der evangeschen Kirche, van Dr. Th. Kolde, 1904. Naturalmente non posso estendermi in molti particolari in una prefazione. Ma come prova dellignoranza e leggerezza, anzi della boriosa arroganza con /XIX/ cui alcuni fra i miei critici hanno concepito la loro missione, voglio solo esporre i numerosi spropositi, accumulati in meno di una pagina, in sei semplici periodi di questo scritto del professore dell' Universit di Erlangen. II Kolde si sforza a p. 65 s. di sostenere contro di me l'asserzione da me rifiutata del dispregio della donna nel medio evo, anzi di corroborarla continuando (p. 66), dopo la citazione di parecchi passi di S. Bernardo intesi da lui a rovescio, cos: Perch tace il Denifle la lunga digressione del medesimo S. Bernardo sopra la maledizione gravante su Eva e tutte le donne maritate, sopra le catene di schiavit e il giogo importabile dello stato matrimoniale con cui egli cerca di perorare a favore della vita monastica? Omesso pure, che quei passi letti spregiudicatamente e nel contesto, dnno un senso tutt'altro da quello che Kolde vi vede, avrebbe dovuto egli conoscere, come storico ecclesiastico, ci che gi sapevano il Bellarmino e il Mabillon (quest'ultimo proprio nell'edizione usata dal Kolde: Migne, Par. L, t. 184, p. 635^, che cio lo scritto Vitis mystica, in cui si trova quel passo, non ha affatto S. Bernardo per autore, bensi S. Bonaventura, come il Kolde avrebbe dovuto vedere nelle Opp. S. Bonaventurae (Qua- racchi) XIII, 159. Li pure questo storico presuntuoso avrebbe avuto sott'occhio che il detto scritto di S. Bonaventura inoltre fortemente interpolato e alterato, e che appunto il tratto in questione non affatto di S. Bonaventura, ma di un incognito posteriore (ibid., p. 209 s.). II protestante storico ecclesiastico seguita: Perch mai il lettore non trova per nulla (nell'opera del Denifle) che lo stesso Bernardo - e questo ovunque il rovescio della medaglia - non vede nella donna, se non chiusa nel chiostro come consacrata a Dio, che il veicolo dell'incontinenza, e dice persino: " Esser sempre con una donna, e non conoscer donna, lo credo pi difficile che risuscitare i morti"? Ognuno vede che Kolde vuole insinuare nel lettore l'opinione ch'egli sia ben a fondo con le opere di Bernardo. Dunque in quale opera del medesimo si trova il passo citato da lui? Lo storico ecclesiastico non lo sa. Bene, sig. Kolde, glielo dir io: si trova nel Sermo 65 in Cant., n. 4 (Migne, Par. L, t. 183, p. 1091). Ma da qual fonte il Kolde conobbe tal passo? Con una faccia addirittura superiore, me lo /XX/ dice in nota: lo piglio il passo dal Metbodus confessionis etc. Dil. 1586, p. zoi, del noto gmdta Petrus de Soto (-j- 1583), certamente ritenuto degno di fede dal Denifle stesso . Ma io non- do, signor storico ecclesiastico, affatto per degno di fede il noto gesuita Petrus de Soto! Perch? Forse perch gesuita? Tutt'altro, poiche non lo ! Ogni storico, che abbia anche una qualsiasi confidenza con l'epoca della Riforma, deve sapere qualcosa del noto domenicano Pietro de Soto, il quale anche l'autore dello scritto citato dal Kolde (v. Qotif-Echard, II, 183-184).7 Fosse il Kolde almeno pi fondato riguardo a Lutero! Infatti che valore ha il passo di Bernardo ? Esso contiene semplicemente un dato d'esperienza, ch' -antico quanto il mondo, e che sar vero sino alla fine del mondo: cio che secondo l'andamento naturale delle cose la compagnia delle donne, per un celibe, come unir paglia e fuoco e volere che non brucino. E chi s'esprime cos ? Senta bene, sig. Kolde, proprio il suo padre Lutero, il quale in un suo scritto del 1520 alla nobilt cristiana motiva la sua idea che il prroco, dovendo avere una donna di casa, debba condurre in moglie una donna dicendo lasciar donna e uomo luno accanto all'altra e comandare che non debbano cadere 7

Questo storico ecclesiastico d'Erlangen sfoggia in simili questioni storiche un' ignoranza favolosa. Cos chiama per es. a p. 57 Corrado di Marburgo mo famoso confratello dell'antichit , mentre stato solo prete secolare, come Kolde, se avesse voluto non contentarsi del Qutif- Echard, I, 487, avrebbe potuto sapere dalla Geschichte des deutschen Volkes di E. Michael, S.J., II, p. 210, nota 1, dove avrebbe trovato altre prove.

non altro che unire paglia e fuoco e comandare che non debban fumare n bruciare (Weim, VI, 442). Se dunque Bernardo, secondo l'interpretazione che da Kolde del luogo suddetto, vede nella donna solo il veicolo dell'incontinenza, ove essa non voglia esser difesa nel chiostro come consacrata a Dio, bisogna che il Kolde mi conceda che anche Lutero vede lo stesso nella donna per l'uomo se questi non la sposa. Che rapporto ci sia tra l'ipotesi di Lutero e quella attributa dal Kolde a S. Bernardo, ora non c'importa. Ma una cosa vera contro il Kolde, che cio nel luogo citato si accenna solo al pericolo che la coabitazione illegittima dell'uomo con la donna apporta di per s ad ambedue. Del medioevale dispregio della donna quale Kolde afferma, contro del quale egli si difende nel periodo seguente, in quel passo non v' la mnima traccia: se si /XXI/ dovesse trattar di disprezzo, questo toccherebbe, secondo Bernardo come Lutero, pi all'uomo che alla donna. di regola l'uomo che, pi debole della donna in quest'occasione, soccombe alla tentazione e trascina seco la donna nella caduta. Ed il Kolde prosegue (p. 67) enfticamente: Ma naturalmente bisogna bene che il lettore (del Denifle) non sappia come un contemporneo di Bernardo, Ildeberto di Tours (1125-1x34), canta la donna come compendio di tutte le mostruosit . E Kolde cita qui la poesa Carmen quam periculosa mulierum familiaritas dal Migne, t. 172, p. 1429. Si tacuisses! Io non voglio parlare del fatto che la stessa citazione falsa (dovrebbe essere t. 171, p. 1428), ma chi, sempre come storico ecclesiastico, usa oggi le poesie di Ildeberto de Lavardin nelle vecchie edizioni, deve sapere che per non sbagliare strada ha da confrontare Les Mlanges potiques di Hildebert de Lavardin par B. Haureau (Paris 1882), perch ivi sono trattate criticamente e divise le autentiche dalle spurie. Lo storico ecclesiastico erlanghese naturalmente non ne aveva alcun sentore. Ma avrebbe potuto trovare citato il titolo dell'opera nello stesso mio libro a p. 240, nota 2, e pi spesso ancora nell'Inventarium codicum manuscript. Capituli Dertusensis confecerunt H. Denifle et Aem. Chatelain (Parisiis 1896), dove noi a p. 53 ss. ci occupiamo di parecchie poesie e versi di Ildeberto, le correggiamo e rimandiamo spesso al lavoro dell'HAUREAU. In quest'ultimo, p. 104, n. 4., avrebbe allora trovato il Kolde, che il Carmen da lui arrecato non di Ildeberto, non spira menomamente il suo genio, e proviene da uno scrittore posteriore(nient'affatto contemporneo di Bernardo), certainement n sans esprit et sans dlicatesse . Eppure questa brutta sorpresa non la peggiore. II Kolde ha il coraggio, anzi la sfacciataggine di troncare il tratto del detto Carmen, proprio dove si vede bene che l'autore della poesa parla di una determnata mala femminal.8 Questo s che naturalmente /XXII/ deve essere taciuto al lettore! Perch solo da quanto taciuto si comprende chiaramente, che anche le parole portate dal Kolde, le quali debbono designare la donna in genere come il compendio d'ogni mostruosit, son dirette dall'autore a una certa mala femmina, a una pubblica meretrice, che lo ha anteriormente raggirato. Come andrebbe bollato un si indegno procedere, specie in un uomo dell'arroganza del Kolde? Anche meno scusabile che egli ripete questo modo d'agire un flato dopo. Immediatamente appresso a ci scrive: (naturalmente bisogna che il lettore non sappia neanche, come) gi prima Anselmo di Canterbury (+ 1109) qualifica la donna, questo dulce malum, di faex Satanae . Naturalmente (notiamolo solo di passaggio) lo scritto a cui s'appella lo storico ecclesiastico non ap8

II Kolde cita dalla detta fonte: Femina prfida, femina srdida digna catenis, Mens male conscia, mobilis, impia, plena venenis, Vipera pessima, fossa novissima, mota lacuna; Omnia suscipis, omnia decipis, mnibus una; Hrrida noctua, publica janua, semita trita. Igne rapacior, spide saevior est tua vita. Qui egli chiude con etc.; ma il Carmen prosegue: Credere qui tib vult, sibi sunt mala, multa peccata. O miserabilis, insatiabilis, insatiata ! Desine scribere, desine mittere carmina blanda. Cartniiia turpia, carmina mollia, vix memoranda. Nec tib mittere, nec tib scribere disposui me, Nec tua jam colo, nec tua jam voto, reddo tibi te. E cos procede oltre, come ognuno pu vedere. Ed ora si capiscono anche le parole sottolineate da me nella prima parte.

partiene esso pure a quell'autore cui l'attribuisce. Egli avrebbe potuto vedere nella Hist. lit. de la France, t. VIII, 421 ss., IX, 442, che il Carmen de contemptu mundi, in cui si parla dei doveri d'un benedettino e dei motivi che ve lo determinano, non stato composto da Anselmo, ma da Rggiero di Caen, monaco beccense. Ci indifferente, dir il Kolde arrossendo, la cosa sta lo stesso. Precisamente! Infatti di che donna parla dunque Rggiero nel luogo citato da lei, sig. Kolde? Dal tratto arrecato da lei in nota non si capisce: ci si scorgono diverse lineette sospensive. Debbono forse segnare ci che naturalmente al lettore deve essere taciuto, che il suo Anselmo parla d'una mala femmina seduttrice? Appunto!9 E anche naturalmente il Kolde non sa nulla del bello e nobile scambio di lettere del vero Anselmo con donne. /XXIII/ Eppure non basta ancora di questo inqualificabile procedere. Il Kolde prosegue: Dovette esser taciuto (dal Denifle) che il principale esegeta del basso medio evo, Niccol di Lyra (+ 1340), cui si appella per un'idea simile alla sua Giovanni di Paltz, ben noto al Denifle, commentando Sirac. 42, 13 s., - il passo fondamentale pel disprezzo romano della donna - nota: La relazione (conversatio) con uomini malvagi meno pericolosa che quella con buone donne . vero ci? Che cosa dice realmente Niccol Lirano ? Sopra Sirac. 42,14 (Melior est iniquitas viri, quarn mulier benefaciens) egli scrive quanto a: Melior est enim iniquitas viri i.e. minus mala; a mulier benefaciens se.. ad cohabitandum. Unde istud refertur ad id quod premittitur (v. 12): in medio mulierum noli commorari. Magis enim periculosum est homini cohabitare cum muliere extranea etiam bona, quam cum viro iniquo , e cos si trova non solo nel testo stampato, ma anche nei manoscritti, p. es. Cod. Vat. I. p, fol. 364: 164, fol. 44. II Lirano dice dunque: per un uomo la coabita\ione (non la sola relazione = conversatio) con una estranea, per quanto buona donna, pi pericolosa che con un uomo malvagio. Il Kolde ha dunque daccapo la sfacciataggine di citare contro il suo avversario la glossa del Lirano, sema averia nemmeno controllata; egli anzi inganna adducendo come fosse del testo originale una parola latina e porta il detto del Lirano con tutt'altro suono di parole e un senso del tutto cambiato! Io spero che il lettore si far da s il giusto, cio annientante giudizio, sul professore di storia ecclesiastica d' Erlangen, il Kolde. E tutto il suo lavoro scritto con tale stupefacente ignoranza. Eccone qui ancora qualche esempio. Come nel suo Martin Luther (I, 52) mostra non conoscere la differenza /XXIV/ che c' nello stato religioso tra chierici e fratelli laici, cosicch in conseguenza fa stare Lutero con gli altri fratelli laici separato dai Padri in coro e invece del breviario gli fa recitare quietamente da s i prescritti Pater noster ed Ave Mara,10 cos allo stesso modo nel suo scritto a pag. 39, confondendo il Sacramento del battesimo col patto battesimale, in conseguenza tira le pi meravigliose conclusioni e deve addirittura intendere a rovescio la dottrina sul secondo battesimo (frase questa, lo ripeto ancora una volta, che S. Tommaso non usa mai): egli si sciupa in sonori colpi nel vuoto.

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II Kolde cita dal Migne, t. 158, 696 (non 636 com'egli scrive): Femina, dulce malum, mentem robusque virile Frangit blanditiis insidiosa suis. Femine, fax (il Kolde faex) Satanae, Qui il Kolde pone _ _. Ma l'autore sguita: gemmis radiantibus auro Vestibus ut possit perdere, coopta venit, Quod natura sibi sapiens dedit, illa reformat, Quidquid et accepit dedecuisse putat. Pungit acu, et fuco liventes reddit ocellos; Sic oculorum, inquit, gratia maior erit. E Ruggiero prosegue la sua descrizione, come tal donna s' imbelletta, come si studi di abbellire il suo corpo, e dice: Mille modis nostras impugnat femina mente*, Et mullos illi perdure grande lucrum est. In complesso allude a una donna civettuola, che non n casta n vereconda {pdica), e cerca di sedurre dei monaci. 10 Questo assurdo glielo copiano A. Berger, Martin Luther,I (1895), 64, e ultimamente A. Hausrath, Martin Luther, I, 23, sebbene gi G.Oergel, Vom jungen Luther (1899) a p. 88, avesse fatto notare questo errore.

Qui si fa il Kolde a provare contro di me, fra altro, che al tempo di Lutero nel chiostro di Erfurt si conosceva il secondo battesimo , sebbene io provi esaurientemente da Lutero stesso che l'attenzione di questi vi fu richiamata sopra la prima volta in tutt'altro luogo per mezzo d'un francescano, su che io tengo fermo. L'unico argomento del Kolde contro Lutero ed Usingen il Suppl. Celifodinae del Paltz, vero cavallo di battaglia pel Kolde, dove si parla del secondo battesimo. Ma se tale dottrina era gi passata nella pratica del convento, o (su che soltanto si fa la questione) se era nota nel noviziato e chiericato, il Kolde naturalmente non ce lo dimostra. Insomma egli cita a p. 38, nota 2, un lungo tratto del F opera nominata, in cui il Paltz ci indica le note frasi di Bernardo e Tommaso,11 e le chiude con le parole: Idem patet ex autentica de monachis, ubi dicitur, quod ingressus monasterii omnem maculam abstergit. A proposito di che lo storico ecclesiastico di Erlangen fa questa osservazione degna di lui. Qui si allude bene a un tratto (a me ignoto) delle Vitae patrum, ma non quello cui accenna Tommaso al citato luogo . Dunque autentica de monachis deve accennare alle Vitae patrum? A qual punto pu arrivare l'ignoranza! Ma non avrebbe il Kolde dovuto accorgersi dalla parola Autentica col titolo De monachis che si poteva /XXV/ trattar solo di un libro di diritto? E se egli non era si savio come quel tale, cui vuol riveder le buccie, il quale, sebbene solo autodidatta in materia di diritto, pure capi sbito che qui si trattava delle Novellae, perch non ha chiesto consiglio a qualche suo dotto collega nell'Universit? Via, sig. Kolde, voglio avere la bont di insegnarglielo: il passo si trova nel Lber Novellarum sive Authenticarum D. Justiniani, Const. V, De monachis-, lo legga, e vedr bene, specie dal confronto col testo greco, che il suo cavallo di battaglia, il Paltz, non cita esattamente, e che il luogo non fa punto al suo scopo. N meno infelice questo incapace professore d'Universit nella sua difesa di Lutero riguardo alia santit del matrimonio e alia formola dell'assoluzione monastica (p. 46 ss.). A p. 320 ss. di questa nuova edizione potra apprendere altre cose su questo soggetto, e poi seguitare a spandere al solito la sua scienza. Intanto ho reso gi troppo onore al Kolde: chiudiamo dunque col suo argomento capitale (p. 46) che il monachismo 1' ideale cattolico della vita, come stato della perfezione . Egli scrive: Anche pi che non faccia Lutero, va notato bene, che monaci e preti sono in uno stato migliore che la comune dei cristiani, perch, secondo il catechismo romano, i vescovi romani vengono a buon diritto chiamati, non solo angeli, ma dei e c' da stupire soltanto che non si rendano loro onori divini . - Ma che roba scrive mai costui! Lu, che ha occupato tutta la vita nello studio di Lutero, si poco fondato e dotto in luteranesimo, che non sembra sapere come il suo padre e idolo chiama spesso l'autorit, i superiori e giudici secolari Dei dii. Qui solo qualche esempio: Erl. 41, 209, i superiori sarebbero detti dei in considerazione del loro ufficio, poich essi fanno le veci di Dio, e son servi di Dio. Cfr. Weim. XXVIII, 612; Erl. 64, 19: Dei sono detti i governanti perch essi reggono e governano invece di Dio, secondo la legge e la parola di Dio, e non secondo il proprio capriccio, come attesta Cristo in Ioh. 10 . Cos pure Erl. 39, 228, specialmente 229 s., 260 s., dove Lutero parla proprio delle autorit come /XXVI/ di dei. Cfr. anche Weim. XVI, io6; Erl. 35, 130 s. Ha forse per ci Lutero reclamato per essi gli onori divini? II Kolde si lagna fin sul titolo del suo scritto, e poi anche pag. 23 in nota, della mia diffamazione contro Lutero e la Chiesa evanglica. Ma non si cura per nulla questo signore che egli medesimo, parecchi anni addietro, ha posto la Chiesa cattolca allo stesso livello del

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A proposito di una citazione da S. Tommaso, p. 39, nota 2, il Kolde non sa convincersi che pu darsi un 'opinio rationabili!l Con ci afferma tcitamente questo storico ecclesiastico che tutte le opinioni sono irragionevoli!

paganesimo (Der Methodismus und seine Bekmpfung, 1886, p. 6),12 con che solo l' ha insultata assai peggio che io non ho fatto con Lutero e il luteranesimo? Il punto pi interessante e insieme il pi caratteristico del libello del Kolde la chiusa. Vi sono in Germania due sole facolt protestanti nelle quali s' insegni la divinit di G. C., quella d' Erlangen e quella di Rostock. Orbene come si regola il Kolde a proposito ? Alla mia verace affermazione che di fronte all' nica Chiesa cristiana non si pu parlare d'altra Chiesa cristiana, l'evanglica, n d'altra Chiesa sorella, il Kolde risponde che l'evangelica sola fondata su Cristo . Ora si senta bene: II nostro avversario (il Denifle) s' alzata da s la visiera, e ci s' fatto vedere nel suo volto bollente di passione; la necessit della lega evanglica e dell'unione delle Chiese evangeliche (quante dunque, signor Kolde? tuttte fondate su Cristo?) non si poteva meglio dimostrare di come stato fatto dal libro del Denifle!. Dunque il professore evanglico, il quale, come insegnante di teologa in Er- /XXVII/ angen, doveva uscire in campo a favore della confessione della divinit del Dio-Uomo G. Cristo, finisce con la lega evanglica ,13 in cui domina solo l'odio e la rabbia contro la vera Chiesa cristiana, la cattolica, e la detta confessione giudicata un'opinione che ha fatto il suo tempo! La confutazione del Walther Denifles Luther eine Ausgeburt rmischer Moral (1904) giudicata di gi dal suo titolo odioso e insulso e si caratterizza come un pamphlet o una pasquinata. Ne terr dunque conto quando verr a parlare dei pamphlets luterani al tempo della Riforma. N occorre che mi preoccupi della fragilit fondamentale dell'opuscolo di R. Fester Religionskrieg und Geschichtswissenschaft. Ein Mahnwort an das deutsche Wolh aus Anlass von Denifles " Luther " (1904) (Fester, Guerra religiosa e scienza storica - Una parola al popolo tedesco a proposito del " Lutero " del Denifle ). - La polmica del Haussleiter nell Allgemeine Zeitung (1904, n. 4 e 5, ora uscita in opuscolo separato col titolo Luther im romischen Urteil. Eine Studie 1904) stata affrontata, oltre che da me nel mi opuscolo, p. 70, anche dal Paulus (Wissenschaftl. Beilage alia Germania 1904, n. 10, p. 77 seg.; n. 12, p. 94 seg.). Anche riguardo all' accoglienza della mi a replica posso spicciarmene in breve, grazie al contegno degli avversarii dai quali mi difendevo. Avevo aspettato, a questo proposito, di dovere ridiscender qui sul terreno contro le risposte dei due professori di teologa Harnack e Seeberg. Non mi potevo infatti aspettare che essi non avrebbero avuto cuore di raccogliere il guanto di sfida che avevo gittato loro dinanzi a tutto il mondo in uno scritto speciale, in uno scritto nel quale erano esattamente dimostrati in molti luoghi delle loro difese i pi gravi errori, in uno scritto che forse non rivangava soltanto il gi detto, ma conteneva numerosi pensieri nuovi. La dichiarazione di bancarotta che lanciavo nella chiusa dell'opuscolo contro la luterologia protestante, /XXVIII/ e specialmente contro quella del Harnack e del Seeberg, ora vale quindi in misura maggiore. Una tal quale risposta l'hanno bens data tanto l'un che l'altro signore. Harnack scrive nella sua Theolog. Literaturztg, n. 7, la seguente dichiarazione: II Denifle ha pubblicato proprio ora una brochure dal titolo " Luther in rationalistischer und christlicher Beleuchtung. Prinzipielle Auseinandersetzung mit A. Harnack und R. Seeberg ". Dal momento ch'egli non solo non ritira, ma ribadisce in una frase infame (p. 46) l'accusa di menzogna che m'ha fatto, la finita tra me e quel signore. Una risposta alle questioni scientifiche, ch'egli mi rivolge, gliela dar quando avr ritirata espressamente quell'accusa . Molti giornali protestanti comunicavano tale dichiarazione accompagnandola coll'avvertenza: Una seria battaglia tra due dotti attira su di s l'attenzione del mondo scientifico. Ma pu darsi12 1

II giudizio di tutti gli imparziali conviene in ci, che l'utilit e 1' importanza del Metodismo per 1' Inghiherra e l'America non si pu ridire: infinita. A umano giudizio, senza di esso e il movimento che esso ha irradiato, l'organizzazione della Chiesa di Stato inglese sarebbe caduta gi da un pezzo nel perfetto paganesimo, o (secondo me non c' gran divario) nel romanesimo . Dunque pel Kolde non c' gran differenza se uno sia cattolico o pagano. E lo stesso Kolde lamenta (Luther in Worms: l'ortrag gehalten in Wrzburg am 6 Marz 1903, Mnchen 1903, p. 3): Che se noi (protestanti) facciamo ancora in santa pace il nostro cammino, la lotta verr poi rinnovata coll'antica malvagit e adduce a proposito lo Schiller (in G. Tell.): Non pu il pi santo godersela in pace se ci al maligno vicino non place.13

II Koide infatti un valoroso oratore nelle feste della lega evanglica!

realmente una seria battaglia, se si crede possibile sottrarsi dall'obbligo di scienziato con una voltata si comoda? Pero non mi sfuggir a si buon mercato, sig. professore. Quando ella poneva in iscritto queste cose, mio stimatissimo, ha proprio dimenticato del tutto ch'ella aveva gi dettato una replica contro quel mio libro che conterrebbe l'accusa di menzogna contro di lei, e che il mio opuscolo era solo una risposta a quella sua replica ? Ha ella dimenticato che in questa V. S. affatto senza condizione ci ha messo nell'aspettativa di una pi particolareggiata risposta scientifica ai miei attacchi? Io le domando, perch l non s' lasciato spaventare da quell'accusa di menzogna? Poich se allora la sua dichiarazione sarebbe stata suficiente, forse, a trarla dal suo impaccio e dispensarla dalla risposta, oggi, che gi disceso nell'arena, non pi di certo! Non dimentichi inoltre che, se anche ella per la mia presunta sgarbatezza si credesse sciolto da ogni relazione scientifica con me, ella debitore al pubblico, a lei stesso, alia sua riputazione di scienziato, di una risposta ai miei gravi appunti. Ma pi ancora ne in debito alla memoria di Lutero, di cui si vanta adoratore, dacch voluto scendere (se a suo pro o danno lascio decidere ad altri) sul terreno sdrucciolevole della difesa di questo grande uomo. E se ella vuole sbandire la mia persona, che c'entrano i fatti impersonali attestati nel mio opuscolo? /XXIX/ Del resto, stimatissimo sig. professore, ov' mai la .frase infame che lha tanto irritato? Vediamo a p. 46. Alla sua bolsa lgica, che introduce di contrabbando14la parola menzogna nella mia argomentazione, io rispondevo l stesso anzitutto in pura forma ipotetica, che una tale menzogna per uno che riguarda ancora Lutero quale riformatore non sarebbe propriamente alcun peccato. E ci verissimo: infatti che Lutero almeno non si pigliasse pena per una falsit, ella stesso non vorr negrmelo e che dopo la sua apostasia conceda la liceit delle bugie necessarie ella lo sa egualmente e ben presto ne sentir anche dei particolari pi specifici. E allora dacch mi si era ripresentata l'occasione di svelare la seriet d'una delle sue operazioni dialettiche, le domandavo nella mia replica se le avrei recato un si gran torto, nutrendo qualche dubbio sulla sua sincerit. Io almeno scorgo in ci piuttosto una mitigaiione che un inasprimento della supposta accusa fattale. E che era il caso di qualche dubbio lo dimostro sbito dopo da un falso giuoco della sua polmica. Per quanto io pure sia curioso di sapere ci che ella ha da produrre contro i miei appunti e la mia argomentazione e come ella tagli i nervi alla mia constatazione dell'opinione interamente storta ch'ella ha della Scolastica specie di S. Tommaso, purtroppo giusta il detto non mi trovo nel caso di poter ritirare cosa alcuna. Anche il Seeberg s' lasciato frattanto sentire. Ci accadde /XXX/ nel secondo supplemento della Kreuzseitung, n. 157, del 3 aprile, per introduzione a un articolo sopra le zampogne romane di pace14

Del resto, stimatissimo sig. professore, ov' mai la .frase infame che P ha tanto irritato? Vediamo a p. 46. Alia sua bolsa lgica, che introduce di contrabbando 1 la parola menzogna nella ma argomentazione, io rispondevo l stesso anzitutto in pura forma ipotetica, che una tale menzogna per uno che riguarda ancora Lutero quale riforraatore non sarebbe propriamente alcun peccato. E ci verissimo: infatti che Lutero almeno non si pigliasse pena per una falsit, ella stesso non vorr negrmelo e che dopo la sua apostasia conceda la liceit delle bugie necessarie ella lo sa egualmente e ben presto ne sentir anche dei particolari pi specifici. E allora dacch mi si era ripresentata l'occasione di svelare la seriet d'una delle sue operazioni dialet- tiche, le domandavo nella mia replica se le avrei recato un si gran torto, nutrendo qualche dubbio sulla sua sincerit. Io almeno scorgo in ci piuttosto una miiigaiione che un inasprimento della supposta accusa fattale. E che era il caso di qualche dubbio lo dimostro sbito dopo da un falso giuoco della sua polmica. Per quanto io pur sia curioso di sapere ci che ella ha da produrre contro i miei appunti e la mia argomentazione e come ella tagli i nervi alia mia constatazione dell'opinione meramente storta ch'ella ha della Scolastica specie di S. Tom- maso, purtroppo giusta il detto non mi trovo nel caso di poter ritirare cosa alcuna. Anche il Seeberg s' lasciato frattanto sentire. Ci accadde Infatti io non uso punto a p. xxx della 1 ediz. la parola menzogna ; io domandavo: Se egli sapeva che l'espressione splendida vitia non si trova in S. Agostino, perch l'us egli come agostiniana? Questa frase interrogativa importa due eguali possibilit: O non lo sapeva il Harnack, ed egli non era onesto; o lo sapeva, ed egli non era metodico. - Per qual caso stavo io? Per nessuno: io non decido, domando soltanto. Per primo il Harnack stesso d lo scioglimento e proprio per la prima possibilit nella sua forma pi crassa di menzogna . Dunque la freccia ch'egli mi scaglia, rimbalza addosso a lui. - Come poi il direttore ministeriale Althoff, nella famosa seduta pomeridiana, abbia potuto fondarsi tanto solo sulla dichiarazione Harnackiana, da dire: Se avessi conosciuto il Denifle, dacch apparsa lopera sua e dacch non ha avuto ritilo di accusar di menzogna un uomo di cui la scienza superba, non vorrei pi pregare per la sua ulteriore conoscenza (Jenaische Ztg. a. 92, del 20aprile), per me un vero enimma. La Triersche Landeszeitung, 3. 93. del 23 ap., ha del resto caratterizzato in modo perfettamente giusto questo sfogo del direttore ministeriale, come quello relativo allo Spahn.

. Nessuna parola sopra la ma confutazione a fatti delle sue obbiezioni. Parla solo del mio noto sudicio scritto contro Lutero e il Luteranesimo e dice che io non posso apportare sufficienti immondizie da insudiciare il volto e 1' abito del Riformatore : essere ci un ruggito del leone e io un maeslro di diffamazione . Ecco come si schiaffeggia da s nella sua cieca rabbia l'uomo adirato! Per ci stesso che egli si strugge in un tono si furioso, ei si toglie ogni diritto di lagnarsi per la diffamazione. Ch se volesse oppormi ch'io pure l'ho schernito nella mia replica, ci sarebbe sempre una gran differenza: perch mentre egli copre di insulti me e lopera mia senza aver prima arrecate le dovute prove di fatto, e quindi il suo insultare del tutto immotvato, al contrario nel mio opuscolo il giudizio sfavorevole che d sull'opera e capacit di lavorare del Seeberg segue necessariamente, come credo, dalla precedenle dimostrazione. Che se insultare si dice il pubblicare veri e innegabili lati deboli d'un avversario, allora ho ben insullato anch'io, anzi penso di seguitare a insultare!15 Per anche dei critici di miglior pensare che non il Harnack e il Seeberg m'hanno frainteso molteplicemente. La ragione comune di ci a ricercarsi nel disconoscimento dello scopo dell'opera mia. Cos la smoderatezza di Lutero nel bere la tratto, come si poteva vedere anche nella prima edizione, solo di passaggio e non le ho dato mai una importanza speciale: assai volentieri concedo ch'essa sia, sotto certi aspetti, e specialmente in Germania, una debolezza di quello e in parte anche dei tempi precedenti; sopra la quale per Lutero, come fondatore di una confessione supposto inviato da Dio e predestinato strumento nelle mani di Dio avrebbe dovuto elevarsi. Ma contro tali epiteti, ben altri fatti parlano anzich /XXXI/ quello che egli era nel bere un figlio del suo tempo. Non sapessimo altro di Lutero, senonch teneva, come ho dimostrato da p. 778 a p. 804, un parlare si inauditamente osceno, e che fu l'ispiratore delle nove per lo pi altrettanto oscene caricature, e l'autore dei versi che le accompagnavano (su che tutti i critici hanno osservato uno scrupoloso silenzio, et pour cause!) anche solo per questo Lutero da ogni uomo ragionevole sarebbe da rifiutarsi come Riformatore, uomo di Dio ecc. Per prevenire altri malintesi sar utile indicare chiaramente e lealmente il processo delle mie ricerche e la formazione del mio giudizio su Lutero. Poich fui giunto al punto di cui parlo nell' introduzione a p. 28, la massima mia attenzione era rivolta ad aferrare ed esporre con la maggiore oggettivit possibile la vera e sana dottrina della Chiesa prima di Lutero nei suoi rapporti con ci che di essa n'ha fatto Lutero. E cos fin da principio ebbi a fare con la mendacit di Lutero, la quale, come m'accorsi nell'andare innanzi, occupa tanta parte nella esposizione che egli fa della dottrina cattolica ed una delle chiavi per comprender bene Lutero.16 E fu proprio lo scritto sui voti, che io Iessi per primo, quello che mi condusse a un tal pensiero, e che mi vi conferm sempre pi continuandone la lettura. Era questo un buon passo sotto molti rispetti. Ap- /XXXII/ punto dalla polmica contro lopera mia mi convinsi, pi forse che dal resto, che finora i teologi protestanti si trovano sempre al punto di vista del Lutero posteriore tutto pieno d'odio. Non si fa caso che i detti di questi contraddicano a quelli del Lutero anteriore: A priori si ammette che i detti di Lutero sono giusti. Perci nessun' idea della perfezione e dello stato di perfezione, dei voti, dell' ideale cattolico della vita. Tutti quanti ignorano assolutamente il punto15

Solo durante la revisione mi giunta sott'occhio la replica del Seeberg (Die nmesten Offenbarungen des Pater Denifle) nella Kreuzzeitung, n. 203,205. Io veggo che il suo autore inconvincibile e incorreggibile, e che da essa non c' da imparare che il principio di Lutero (v. sotto p. 136): Io ben so cavarmi fuori, quando mi metto a scrivere . Ma con ci gli sforzi verso la verit e l'oggettivit vanno in fumo.16

Sopra si parla della prassi propria di Lutero. Procedendo io vidi che gi nel suo Commentario sulla lettera ai Romani (1515-1516) egli s' servito della bugia necessaria a favore del suo modo di vedere, poich falsific passi di S. Agostino, come ho esposto nella prima edizione e spiegher di pi nella seconda parte di questa. In teora Lutero riteneva tuttora nell'anno 1517 illecita la bugia utile e necessaria e per un peccato veniale, come ha dimostrato ltimamente N. Paulus nell'articolo Luther und die Lge (Wissenschaft. Beilage alla Germania, 1904, n. 18). Ma dopo l'apostasia Lutero sostenne anche in teoria la liceit della bugia necessaria almeno a partire del 1524, come mette in chiaro il Paulus con prove tolte dalle opere di Lutero. Sappiamo parimente abbastanza che di gi nel 1520 egli riteneva tutto lecito contro la malizia e malvagit del papato a salute delle anime, pel bene della chiesa ma anche una buona grossa bugia (V. sotto p. 461).

essenziale dal quale, secondo gli antichi dottori e sentenze, devono esser giudicati l'entrata nello stato religioso, la professione dei voti, e il cosiddetto secondo battesimo vale a dire l'intera donazione di se a Dio. E come avrebbe potuto essere altrimenti se tale era pure il caso del loro Riformatore ? Se questi avesse avuto un concetto di ci e di fatto avesse posseduto la completa dnazione di s a Dio, non ci sarebbe ni un Lutero nel senso moderno, ni un luteranesimo. Invece sempre ci si deve sentir dire che l'abito ha fatto il monaco, a che altrimenti tanta diversit di abiti religiosi? proprio come se luniforme militare facesse i soldati per la semplice ragione che ci son tante specie di queste divise! Il colmo lo raggiunge qui uno dei miei del resto pi ragionevoli avversarii, il Khler (l. c. p. 208) quando alia mia osservazione che il punto capitale nella professione questa interna donazione completa, risponde: Proprio questa solo ? Allora perch c bisogno in genere d'un abito monstico, perch la deposizione volontaria di questo considerara come un gravissimo delitto ? La cosa va ben altrimenti; grazie alla forza espiatrice del monachismo, se n' fatto quasi un carattere sacramentale, e questo inerisce, come avviene in tutti i sacramenti cattolici, all'istituzjone come tale, indipendentemente da ogni donazione personale ! Sicch ex opere operatol E tutto questo assurdo insulto alla Chiesa cattolica lo fonda assai ingenuamente il professore universitario sul fatto che anche i laici eran sotterrati in cappuccio monacale!17 E vedremo poi nella /XXXIII/ seconda parte di questo volume in qual guisa il Khler si sforzi di attenuare e d'alterare i detti di Lutero per salvarlo. Ci posto, il detto scritto sui voti forma la migliore introduzione all'opera mia. Ne esposi la ragione a p. 382 ss. dove anche ho messo in evidenza la connessione con la seguente sezione, il che non si vedeva tanto ben chiaro nella prima edizione. Il collegamento fino entro il secondo volume si fonda generalmente sulla rampogna lanciata da Lutero circa la giustificazione per le opere e la schiavit delle opere; perch in fondo tutto proviene in Lutero da questa calunnia o, se si vuole, da questa falsa concezione. Nel mio lavoro quindi non c' una Vita di Lutero: io non son punto un suo bigrafo. Ci vorrei finalmente sapere accentuato anche pi fortemente contro tante rinnovate affermazioni fatte sul conto mio. Non sarebbe nemmeno possibile scrivere una tal vita. Fino ad oggi gli storici di Lutero ante lapsum si sono fondati assai sulle sue posteriori attestazioni. Ma queste dovrebbero prima esser esaminate criticamente, e non si pu ancora ben determinare quanta borra inservibile vi sia. Io ho gi rammentato ripetutamente nella prima edizione che la vita religiosa di Lutero, quale pi tardi egli la descrisse, le confessioni da lui fatte circa il suo voto, le sue penitenze, il suo punto di mossa ecc., appartengono in gran parte al regno delle favole. Ma la prova non semplice, /XXXIV/ e richiede l'esame delle attestazioni di Lutero e il loro confronto col tempo precedente, richiede insomma ben lunghi studi. E qui, pens, sar da riconoscere il forte dell'opera mia. Le erronee esposizioni e i falsi giudizi dei teologi e luterologi protestanti esigono anche ben ampie digressioni che interromperanno il filo della esposizione. Forse esse sembreranno al profano fuori di posto e inutile, ma non se ne pu fare a meno in un'opera scientifica. Assai poco, pochissimo anzi recano in proposito per es. le due storie dei dogmi del Harnack e del Seeberg per quanto sia lor solito sedere pro tribunali in tono di conoscitori su tutto. Certo a nulla pensavo meno che al proposito presuntuoso di trattar tutto ci che abbia una qualunque relazione con lo sviluppo del protestantesimo, e anche di produrre tutti i testimoni cattolici anteriori, e tutte le prove che ricavansi dalle opere di Lutero. Quanti mai volumi non dovrei17

Questo solo caratterizza tutto l'uomo. Non ci meravigliamo pi se egli parla della inesorabilit dei voti monastici, della costrizione dei voti, se concepiva la prassi di individui quale effetto della teoria (come avveniva nel luteranesimo), se dal passo citato a p. 206 della Kirchenpostille del 1521, vuol far credere che Lutero anche dopo abbia di regola distinto fra perfezione e stato di perfezione, prescindendo dal fatto che gli sfuggi affatto 1'intelligenza della frase tendere alla perfezione. Ma basti qui. Gli articoli del Khler manifestano in proposito la stessa superficialit colla quale ha lavorato talora nell'opera sua, del resto pregevole: Luther und die Kirchengeschichte, I, come quando a p. 267 cerca vanamente nelle prediche di Taulero un passo citato da Lutero come tauleriano, trascurando invece di ricercare il libretto Theologia deutsch di 118 pagine, edito da Lutero come fosse di Taulero, nel quale il passo ricorre anzi due volte, nel testo (ed. Pfeiffer, 1855, p. 30) e nellindice (p- xxvm). la medesima superficialit colla quale egti a p. 247 parla del purgatorio e dellinferno, a p. 227 della parola tomista presso Lutero quasi voglia dire compilatore ecc.

allora scrivere ? Si detto ch' io sono soltanto uno scolastico, non uno storico. Rispondo a ci che a proposito del primo volumen debbo naturalmente pormi di fronte a Lutero come teologo e che lo storico deve qui entrare assai di meno. La prova che d della contraddizione di Lutero con la precedente dottrina ecclesiastica ha suscitato un vero stupore fra i teologi protestanti, ai quali si scopriva qui una vera terra incgnita.18 Quindi vengono a dire che il Denifle tratta solo una corrente anteriore, mentre ce n'erano anche delle altre. Ve ne erano certo altre, ed anzi per quanto entra in questione il contenuto di questa prima parte, tale era la prassi dei cattivi o scempii e ignoranti religiosi. Ma prescindendo da ci, il Lutero posteriore nella sua esposizione della dottrina eccle/XXXV/ siastica, non solo in contraddizione con questa, ma ben anche col suo proprio precedente concetto della medesima, la quale non s'era dovuta mutare nel volgere di soli pochi anni. anche di questo i luterologi non avevan fatto caso finora. S' anche detto che Lutero non esposto in quest'opera nel suo ambiente storico. Assolutamente lo nego. lo ho concepito Lutero come doveva essere concepito in questo volume nell'ambiente della teologia anteriore e contempornea, terreno delle istituzioni dell'ordine suo. Lo studio su altri e ulteriori problemi appartiene al secondo volume, dove si parler della formaxione del luteranesimo, ma non entra nel tema del primo volume, e tanto meno vi rientra per la stessa ragione il rilievo delle doti di Lutero, e di alcune sue buone qualit naturali che io pure ben conosco e so stimare. Quando per, come fa il professore Hausrath dell'unione protestante, nel suo bellicoso e infelice proemio alia biografa di Lutero a p. XIV, in un volume che ha per oggetto principale levoluzione psicolgica dell' animo di Lutero, s' esige che mi occupi delle persecuzioni fatte dall' Inquisizine contro gli eretici e mi si fa il biasimo di aver passato sotto silenzio la tendenza dei miei confratelli a metter gli uomini in ceppi, ad annegarli, arrostirli, strappar loro la lingua, bollarli a fuoco, farli inginocchiare sulle calde ceneri delle loro bibbie brucate si perde davvero ogni dirit'to di esser presi scientificamnte sul serio. Ma gi un' impresa che compensa tali pene animare cattolici e protestanti a lavorare ulteriormente nel senso che indico loro, e rivolgere la loro attenzione alle questioni aperte con zelo rinnovato e con occhi non offuscati da nebbia alcuna. Vi sarebbe ancora qui assai da fare. In quanto alla diversit di questa edizione dalla prima, sono ben rimaste ambedue sostanzialmente eguali: ma si trova qui a posto delle note critiche su 1' edizione Weimariana, delle quali ho parlato innanzi, un paragrafo sopra le idee di Lutero riguardo allo stato religioso, durante la sua vita mo- /XXXVI/ nastica; i brevi accenni della prima edizione sopra le precedenti penitenze di Lutero son qui cresciute in un pi lungo paragrafo. Inoltre ho in questa edizione unito meglio le cose affini, ho aumentato documenti e indicazioni, tolto cose superflue, ampliatene altre, migliorato alcuni punti, senza nessun danno del complesso: all' opposto Lutero appare in questa edizione ancor pi condannabile che nelle relative parti della prima. In fine ringrazio tutti i miei amici - e non son pochi - i quali m'hanno incoraggiato e aiutato con le loro preghiere, parole e contribuzioni. lo posso assicurarli che rester sempre al mi posto, finch Dio mi dar forza e salute. Roma, 30 aprile 1904. P. Enrico Denifle, O. P. Enrico Denifle. Lutero e luteranesimo nel loro primo sviluppo esposti secondo le fonti. Versione italiana del Sac. Dott. Prof. Angelo Mercati. Roma : Descle & C. Editori Pontifici. 19142

18

Lo si vede specialmente dalle repliche di Harnack, Seeberg, Khler e ltimamente dal Denifles Luther und Luthertum vom allgemein-wissenschaftlichen Standpunht aus del Baumann (Langensalza 1904). Come nella prima edizione, cos in questa del primo volume, chiuder con alcuni accenni alla cognizione tomistica del Harnack ed estender l'osserva- zione alle relative produzioni di Baumann, Seeberg e d'altri. Alla fine del volume sono riservate pure parecchie discussioni, che il lettore sperava forse di trovare in questa parte.

/XXXVII/INDICEIL TRADUTTORE............................................................... PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE....................................... SPPLEMENTI E CORREZIONI.................................................. Spiegazione DI ALCDNE ABBREVIAZIONI..................................

Pag.

III-VII VIII-XXXVI LI LII

IXTRODOZIONE..................................................................................

1-28

LIBRO PRIMO

LE BASI ED INSIEME ESAME CRITICO DEI LUTEROLGI E TEOLOGI PROTESTANTIEnrico Denifle, O. P.

SEZIONE PRIMA insegnamento contrad di torio di lotero intorno ai voti monastici Discussione preliminare (pag. 51-381) Capitale importanza dell' opera De votis monasticis judi- cium, 31 Difetto di critica nell'edizione curatane da Kawerau-Mller, 31-32. I- Breve sguardo sulle idee di Lutero intorno allo stato religioso, durante la sua vita monastica 32-43 Testimonianze contemporanee di Lutero che differiscono moho dalle posteriori, 32 - Egli non mai contrario alla sostanza dello stato religioso, 33 - sta a favore dell'ammissione d'un novizio vegnente da un altro ordine di cui presuppone l'intenzione salutare nell'ingresso, 34 - manda ad Erfurt un confratello studente in Wittenberga (G. Zwilling) perch impari a meglio conoscere in quel convento gli usi dell'ordine giacch a Wittenberga non c'era disciplina regolare, 34 - Lutero stesso occupato quasi totalmente in doveri d'ufficio e studi cos che raramente gli rimane tutto il tempo necessario per recitare le ore canoniche e celebrare, 35 - tuttavia egli allora non era uno spregiatore della vita monastica ed ammetteva come evidente la liceit dei voti, presupposto che il voto avvenga nella maniera giusta (per amore di Dio e con libera volont), 36 - e non che /XXXVIII/ s'entri in convento per disperazione, giudicando che solo cos possa trovarsi la propria salute, 38 - II disprezzo versato da molti latI sullo stato religioso non dovrebbe scoraggiare alcuno dall'entrare in religione: giammai essere stato meglio che allora diventare religioso, 39 - Lutero invece se la piglia colle singolarit e caparbiet di parecchi religiosi siccome contrarie all'obbedienza, ma dichiara gravissimo sacrilegio la lesione del voto di castit, 40 - dice i consigli evangelici certi mezzi per adempire pi fcilmente i precetti, 41 - perci da un ammiratore (Corrado Pellicano) vien invocato come lavvocato pi adatto della vita religiosa, 42 - fu 1' odio contro la Chiesa, di cui i religiosi erano le pi forti truppe ausiliari, che lo mosse alla lotta contro ordini e voti, 43. 2 - Asserzione di Lutero che S. Bernardo avrebbe riprovato i voti e la vita monastica 435 3 Per dimostrare che i voti monastici contraddicono alla dottrina di Cristo falsa due sentenze di S. Bernardo, 43 - il quale una volta essendo malato a morte non avrebbe avuto altra confessione da questa in fuori: ho perduto il tempo avendo vissuto malamente ; con queste parole egli avrebbe condannato tutta la sua vita monastica ed appiccato la cappa a un chiodo, 44 - verifica del passo; esso non fa che esprimere l'umile confessione dell'anima contrita al cospetto di Dio, 45 - e ci cosa cattolica genuina: autorit in proposito, 48 - ulteriore confermazione, 49 - anche dopo quelle sentenze S. Bernardo ha encomiato lo stato monstico e fondato monasteri, 51. 3 - Asserzione -di Lutero che il superiore dell'ordine possa, giusta S. Bernardo, dispensare da tutto, e che egli stesso, come tutti gli altri religiosi, abbia fatto voto di tutta la regola5 361 S. Bernardo insegna precisamente il contrario, 53 - anche l'altra asserzione che si faccia voto di (tutta) la regola si fonda esclusivamente su alterazione e svisamento; si fa voto invece di vivere secondo la regola, 55 - se ne di la prova colla prassi de singoli ordini, 56 - Come per la regola, cos stanno le cose pegli statuti dei varii ordini, 59 - per cui Lutero mediante questa asserzione appare in luce molto equivoca, 60. 4 - Scopo dell'anno di prova secondo Lutero . . . 61-66

Sarebbe quello di esperimentare su s stesso se si possa vivere casto, 61 - Vi si oppone la dichiarazione di Innocenzo III, 62 - e tutta la prassi degli ordini, 63. /XXXIX/ 5 - Asserzione di Lutero che pei voti si verrebbe di- stolti da Cristo e che nell'ordine si pigli una guida diversa da Cristo 66-76 A questa sua asserzione contraddicono le sue stesse afferrmazioni anteriori, 66 cos pure la prassi del suo ordine, 67 - perci senza fondamento affatto la sua posteriore asserzione, 69 - per cui lo Staupitz, gi suo superiore a lui tanto proclive, giustamente lo biasima, 70 - Lutero stesso altrove rileva che per abusi particolari non va rigettata la cosa in tutta la sua interezza, 71 - e quanto fuor di proposito il suo rimprovero col suo ordine, altrettanto poco colpisce gli altri ordini, 72 - in ispecie il francescano, 73. 6 - Sofismi ed enormit di Lutero relativamente ai voti dei monaci, specialmente a quello di castit Malizia di Lutero e suo eccitamento alla bugia 76 A) Lutero inganna i lettori intorno al fine dello stato religioso e dei voti 76-145 Come secondo lui certo che i religiosi cercano la loro eterna salute nelle loro opere e voti e non nella fede, 76 - cos ci falso in realt per quanto i luterologi cerchino di sostenere il loro eroe, 78 essi non rilevarono il suo falso giuoco, 79 - Quantunque Lutero a sua detta fosse incerto con quale sentimento avesse emesso i voti, pure pretendeva sapere come facesse voto comunemente il grosso della gente, 81 - nel senso cio che il voto dovesse sostituire la fede giustificante, alla quale non si penserebbe neanche, 82 - e sostiene che in ogni voto ed in ogni ordine esclusa, come la fede, cos pure la carit, 84 - Critica di questa affermazione, 84. B) Contraddizioni e sofismi di Lutero a proposito dei consigli evangelici 85 Riguardano specialmente la castit, 85 - esposizione dei medesimi, 85 - Lutero non osserva che se, seguendo un consiglio, si fa voto di qualche cosa, s' poi obbligato a soddisfarlo, 89 - eppure doveva saperlo e lo seppe di fatto fin dalla sua entrata nell'ordine e specialmente dalla pro- fessione in poi, 91 - Sentenze relative di Bartolomeo von Usingen e dei santi Agostino e Bernardo, 92. C) Lutero istiga all'ipocrisia ed alia menzogna . 94 Consiglio sul celibato a coloro che dovevano venir ordinati suddiaconi, 94 - L'incitamento da lui dato al matri- /XL/ monio dei preti appare troppo malvagio agli stessi fratelli boemi, 96 - Suoi tentativi per accalappiare colla sua dottrina i religiosi come i preti secolari, 97. D) Voto di castit e castit matrimoniale di fronte all impossibilit 98 Secondo Lutero il voto non lega pi tosto che ne reso impossibile l'adempimento, 98 - Egli non fa in proposito differenza alcuna se 1' impossibilit sia puramente estrinseca, violenta o interiore, imputabile al soggetto, 99 - cerca di porre in quest' ultima condizione i monaci e le suore, 101 - e con ci egli non seppellisce soltanto il voto di castit, ma anche la castit matrimoniale, 101 - causa di ci non fu se non la sua massima d'esperienza: la concupiscenza affatto invincibile , 104. E) Via verso 1' impossibilit : noncuranza, trasandamento del commercio con Dio, intemperanza 106 Noncuranza e trasandamento del commercio con Dio, cosa che si verifica specialmente in Lutero, 106 - Smoderatezza nel bere in Lutero e nella parte di gran lunga maggiore dei suoi seguaci giuniori, 109. F) Lutero schernisce la preghiera nella tentazione pi violenta 113 Sarebbe un balordo colui il quale volesse pregar Dio per uscire dalla concupiscenza carnale, 113 Lutero mette allo stesso livello l'accontentamento delle brame carnali e l'eroismo degli apostoli e dei martiri, 1 1 4 - egli e coloro che a lui si diedero assomigliano quanto alla lotta contro la carne a soldati vili, 116 - Detto di S. Agostino sulla diversit che v' nel matrimonio qualora si sia liberi oppure si sia legati da voto contrario, 116 - Travisamento fatto da Lutero della sentenza dell'apostolo: melius est nubere quam icri , 117 - All'esortazione papistica di supplicare Dio perch conceda l'aiuto della sua grazia nella tentazione, Lutero oppone il dilemma: E che dunque, se Iddio non volesse venir pregato? oppure, se lo si prega ed Egli poi non voglia udire? , 118.1 2 3

G) Maniera con cui Lutero cerca di persuadere le monache. Anche i cani e le troie potrebbero pregare e mortificarsi 121 Bisogna pensare a farle uscire dai loro conventi, ma prima persuaderle con scritti, 121 - bisogna ritenere che /XLI/ le monache siano caste e facciano senza dell'uomo solo contro volont, 122 - le donne andrebbero usate soltanto o pel matrimonio o per la fornicazione, 123 - le tentazioni quotidiane sarebbero un segno sicuro che Dio non ha dato n vuol dare il nobile dono della castit, 124 - la preghiera, il digiuno, la mortificazione, in cui i papisti riconoscevano la loro santit, sarebbero una santit che quasi tutta pu esercitare quotidianamente un cane ed una troia, 126. H) Contegno di Lutero in rapporto colla poligamia : consiglio di confessione, dispensa e menzogna: la concubina matrimoniale 127 Colla sua dottrina sull'impossibilit della continenza sia nello stato verginale sia nel coniugale egli prepara la strada alla concessione del duplice matrimonio, almeno pel langravio Filippo d'Assia, 127 Con Melantone e Bucero Lutero d un consiglio confessionale che mira l, 128 - pel rumore suscitato da questo doppio matrimonio si consiglia il langravio a negarlo, 129 - egli dovrebbe tenere presso di s segretamente la meretrice come concubina matrimoniale, 129 - in linea di principii Lutero ha espresso queste massime a partire dalla sua apostasia interna dalla Chiesa, 133 - con ci egli dimostra la sua inclinazione e capacit quanto alla menzogna, alla malizia, all'inganno, 134. I) Scurrilit di Lutero 138 biasimata da Melantone, 139 - ed dimostrata specialmente dall'alterazione e mala interpretazione di nomi e denominazioni, 140. 7 - Principii fondamentali della dottrina cattolica intorno alia perfezione cristiana ed all'ideale della vita 145-150 Contrariamente alia dottrina cattolica, Lutero dopo 1'apostasia regolarmente non distingue pi fra stato di perfezione e la perfezione stessa o spiega falsamente la differenza, 14; - Idee dei dottori cattolici fino a S. Tommaso d'Aquino. Il Crisostomo, il sinodo d'Aquisgrana, S. Pier Damiano, Cassiano, le regole di S. Agostino, di S. Benedetto, S. Bernardo, Brunone d'Asti, Riccardo da S. Vittore, Ruperto di Deutz sulla perfezione in generale, sull'ideale della vita in particolare, 146 - le sante Elisabetta ed Edvige, 150. /XLII/ 8 - Dottrina di S. Tommaso d'Aquino e di altri dottori fino a Lutero intorno all' ideale della vita ed ai consigli 150-19 A) Da S. Tommaso d'Aquino fino ai mistici tedeschi 150 Anche secondo S. Tommaso il nostro ideale della vita sta soltanto in ci che eziandio quaggi ci unisce a Dio, vale a dire nella carita, 151 - Il precetto dell'amor di Dio non circoscritto da alcun limite, si che una certa misura cada sotto il precetto, e quanto supera questa misura cada sotto il consiglo, 152 - i consigli aiutano ad adempire meglio e pi perfettamente il precetto, 153 - Essi pertanto sono semplici strumenti della perfezione e lo stato religioso stato di perfezione solo in quanto che obbliga a tendere alla medesima, 156 - Altrettanto insegnano Alberto Magno, S. Bonaventura, Davide d'Augusta, Goffredo di Fontaines, Enrico di Gand, Enrico di Friemar, 159. B) I mistici tedeschi chiamati a confronto con Lutero 164 Taulero, lo scrittore preferito di Lutero, non propone quanto alio stato religioso dottrina differente da S. Tommaso, 164 - condanna quei religiosi che hanno solo ap- parenza esteriore, 166 - ed esorta a non regolarsi secondo questo o quello, ma a conoscere anzitutto quale sia la propria vocazione, 170 la vita cristiana nel secolo si fonda su una chiamata di Dio tanto quanto la vita nel chiostro, 170parlano smilmente Enrico Susone, Ruus- Iprook ed il libro dellTmitazione di Cristo, 171. C) I dottori seguenti fino a Lutero 174 Gerardo Groote, Enrico di Coesfeld, Pietro d'Ailli, Giovanni Gersone, Matteo Grabow, Dionigi il Cartu- siano, S. Antonino, Pietro Du Mas, Guido Jouveneaux, Charles Fernand, Giovanni Raulin, Marco di Weida, Geiler Ton Kaisersberg, Gabriele Biel, Bartol. d'Usingen, Gaspare Schatzgeyer, Giovanni Dietenberger, Iodoco Clichtove, S. Ignazio di Loiola, tutti conoscono un solo ideale della vita, quello comune a tutti gli uomini, 174 - in particolare l'idea dell'ultimo espressa nei suoi eser-

cizi spirituali, 191 - egli non sapeva per nulla che mediante abito e chierica solo si diventasse beati, e perci non prescrisse ai suoi neppure un determinato abito religioso, 194 - risultato generale, 196. /XLIII/ 9 - Sofismi e travisamenti di Lutero relativamente alla perfezione cristiana ........ 198-213 Nell'affare pi importante della vita, quello della salute dell'anima, Lutero si comporta spesso come l'obiettante nelle dispute filosofiche e teologiche, 198 - cos particolarmente nelle seguenti proposizioni: A) I voti monastici sarebbero distribuiti in essenziali ed accidentali 198 B) Lo stato dei cristiani sarebbe diviso dai dottori in perfetto ed imperfetto 201 Nessun provato dottore della Chiesa cattolica l'ha fatto, 202 - Allo stato di perfezione (stato religioso) non pu opporsi come stato d'imperfezione il laicale, 203 - Si tratta . semplicemente di diversit di gradi, non di opposizioni. Ai rabbuffi di Lutero fa da fondamento 1'idea, che diventi senz'altro cattivo, mediante ci che riconosciuto ed ammesso come migliore, ci che gli viene contrapposto, 205 - Si d una sola perfezione della vita cristiana, alla quale tutti debbono tendere, 207. C) Nella Chiesa cattolica la somma perfezione si vedrebbe nella castit. Conseguenze. Il Lutero Della prima maniera contro il Lutero della seconda. . 208 Agostino fin dal suo tempo disse: meglio un umile matrimonio che una virginit superba , 208 cos pure si esprimono S. Tommaso e S. Bonaventura, 209 - a torto Lutero getta su lintero stato di vita il guasto di individui, 210 - egli stesso per l'addietro condann simile procedere, 2:1. 10 Melantone e l'Augustana intorno allo stato religioso. I teologi protestanti moderni 213-240 A) Melantone e l'Augustana 213 Quanto all'esposizione dei voti e dello stato religioso Melantone segue ciecamente il Lutero invasato d' odio, 213 - nei suoi loci communes va anzi pi avanti, 213 - ed ha insinuato fin nella famosa confessione del protestantesimo la sua ignoranza, 214 - Critica della confessione, specialmente del capitolo 27, 216. B) I teologi protestanti moderni 222 Concezione del monacato di Ritschl, 222 - L'ideale cristiano della vita secondo Seeberg, 223 - Idee in proposito di Harnack, 224 - e loro critica, 225. /XLIV/ C) Errori di Harnack circa l'ideale della vita nelle varie epoche monastiche 227 Ci specialmente in riguardo ai Cluniacensi ed al loro papa (Gregorio VII), 227 - poi relativamente a S. Francesco d'Assisi, 230 - alla mstica degli ordini mendicanti generante la certezza della salute, 235 - ai gesuiti, 236. 11 - Affermazioni di Lutero intorno al battesimo monstico : S. Tommaso d'Aquino preteso suo inventore 240-253 Secondo Lutero l'ingresso in convento sarebbe generalmente equiparato al battesimo, 240 - Critica di questa asserzione. Eftetto della completa dedizione a Dio, 241 - Lutero non ne parla: critica dell'appello che fa ad una dichiarazione epistolare d'una monaca scappata, 244 - e ad un passo in una predica d'un domenicano, 246 - Confutazione dell'affermazione che S. Tommaso abbia equiparato e pel primo l'ingresso in religione al battesimo,248. 12 - Il battesimo monstico cattolico secondo l'esposizione luterana sarebbe un'apostasia dal battesimo di Cristo. . 253-259 Lutero appioppa al battesimo monstico un senso pienamente erroneo per poi sollevare il rimprovero che per esso si sia apostatato dal battesimo di Cristo, 253 - Critica di questo rimprovero, 255 - e delle varie dichiarazioni di Lutero circa il sentimento col quale emise i suoi voti, 256. 13 - Menzogna di Lutero quando dice che lo stato coniugale sia condannato dal Papa come peccaminoso: sue massime deleterie circa il matrimonio . . . 259-326 A) Il matrimonio sarebbe proibito, ma non condannato dal Papa 260

B) Il matrimonio sarebbe condannato dal Papa come stato peccaminoso, impuro 262 Sofisma di Lutero che il religioso col voto di castit rinunzi al matrimonio come fosse la disonest, 262 - Critica di queste contraddizioni, 263 - riconoscere una cosa per superiore e migliore non vuol dire condannare le altre: contro Ziegler e Seeberg: rinvio a S. Agostino, S. Girolamo, S. Ambrogio, S. Tommaso, 265 - Fin dall'inizio, fondandosi sulle sentenze del Salvatore e dell'Apostolo, la verginit fu ritenuta pi nobile e pi atta /XLV/ al servizio di Dio, 266 - Sofisma di Lutero che la Chiesa cattolica abbia ritenuto impuro e peccato lo stato conjgale perch vieta ai preti le nozze, 268. C) Menzogne di Lutero intorno alie precedenti sue idee sul matrimonio 271 Egli si sarebbe altamente meravigliato dell' idea di S. Bonaventura non essere peccato se alcuno cerca mo- glie, 271 - da giovanetto aver lui creduto che non si possa pensare senza peccato alia vita dei coniugati, 272 - invece quand'era moaco e professore avanti la sua apostasia egli ha svolto sul matrimonio principii dottrinali veramente belli e buoni, 272 - allora egli colla Chiesa cattolica riconosceva il trplice bene del matrimonio, 276. D) La prassi e la tradizione ecclesiastica confutano le calunnie lanciate da Lutero sul matrimonio. . 277 II matrimonio istituito nel paradiso, 277 - Rito della messa nuziale, 277 - sentenze in proposito di predicatori, quali Bertoldo di Ratisbona, Pellegrino e molti altri, 281 - passi tolti da manuali pratici e da postille tedesche, 282 - Dichiarazioni di Po II e Niccol di Cusa, 285 - dei grandi monaci Bernardo e Basilio, 286. E) Precisamente secondo i principii di Lutero il matrimonio uno stato peccaminoso e illecito. . 287 Ci specialmente per le sue affermazioni intorno al debito coniugale, 287 - che sarebbe in s peccato tanto quanto la fornicazione, salvo che Iddio non lo imputi, 289. F) Concezione affatto materiale, sensuale, che Lutero ha del matrimonio: denigrazioni che Kolde fa della dottrina cattolica 293 Per necessit l'uomo deve attenersi alia donna, la donna all'uomo, 294 - Lutero spoglia il matrimonio del carattere sacramentale e lo degrada fino ad essere una cosa esteriore, corporale, 296 - Secondo Kolde ai riformatori mancano le prime cognizioni della vera natura morale del matrimonio e ci era un'eredit del cattolicismo , 298 - e sarebbe semplicemente un'eco del dispregio medioevale per la donna il fatto che i riformatori per togliere dall'angustia di coscienza la parte maschile, attribuiscono alla femminile la funzione di concubina. Confutazione, 301. /XLVI/ G) Dispregio della donna e depravazione della giovent femminile, conseguenze dei principii di Lutero 301 Esso comincia colla degradazione della Benedetta fra tutte le donne e colla parte attribuita alle femmine di istrumento per accontentare l'istinto sessuale irresistibile dell'uomo, 302 - cos andarono perduti il pudore femminile e gli onesti costumi, 304 - i riformatori stessi lamentano il dilagato guasto nei costumi, 304. H) La vita libidinosa ed adultera, il dispregio dello stato coniugale in quell'poca sono conseguenze del contegno e della dottrina di Lutero . 306 Vanamente egli allontana da s la colpa, 306 - Per aver egli calpestato il celibato, il giuramento fatto a Dio, ne deriv che anche i matrimonii divennero torture, e non fu rispettata per nulla la promessa di matrimonio, 307 - Si lumeggiano alcuni matrimoni di predicatori luterani di quel tempo: cambio delle mogli, 308 - leggerezza di Lutero, 309 - la vinolenza d'allora una delle cause delle molte fornicazioni ed adulterii, 312 - anche l'insegnamento di Lutero circa la fede contribu all'adulterio, 314 - parimenti l'odio suo contro la Chiesa lo spinse a fare precisamente il contrario di ci che le leggi ecclesiastiche prescrivevano relativamente al matrimonio ed al celibato, 317 - e cos doveva venire in dispregio non solo la continenza, ma anche la virt della castit, 319 - anzi ogni timor di Dio dovette uscire dal cuore degli sposi, 321 - Lutero rigetta gli impedimenti matrimoniali, 3 22. I) Come le cose si volsero in meglio. L'anima per natura cattolica, non luterana 323 Intervento delautorit secolare, 324 - avvicinamento incosciente dei teologi pi serii a principii e dottrine cattoliche circa il matrimonio, 325.

14 - Sguardo retrospettivo e risultato. Bassezza di Lutero nel giudicare e combatiere lo stato religioso ed i religiosi 326-381 Lutero svisa e rende spregevole la dottrina cattolica intorno ai consigli e voti, 326 - Popera sua sui voti monastici non che la verificazione della proposizione: ogni apostata un diffamatore del suo ordine, 328. /XLVII/ A) Licenza e volgarit di Lutero nel giudicare religiosi e preti Spiegazione che d delle parole monaco e suora , 329 - d'ora in avanti i preti vanno detti semplicemente portachieriche, 330 - solo per far arrabbiare il clero (superiore) essersi lui sposato ed avere in mente di irritarli ancor pi, 332. B) Contegno di Lutero per indurre all'apostasia i religiosi Vi riesce mediante falsificazioni e contraddizioni, malizie e sofismi, 334 - nel 1516 invece a sua stessa confessione lo stato religioso era tuttavia capace di dare vera soddisfazione e pace d'anima, 338. C) Tattica di Lutero per alienare il popolo dai religiosi Rappresenta i religiosi come mangioni, bevitori, disonesti e poltroni, 339 - in altre occasioni invece si scaglia contro la loro santit per le opere e la loro vita eccessivamente rgida, 343 - per cui essi non fanno che tirarsi addosso la condanna, 345. D) Calunnia di Lutero relativa alia formula dell'assoluzione monastica Perch si ritenesse che i monaci venissero assolti dai peccati soltanto sulla base delle loro opere, egli riporta una formla d' assoluzione che non tale mentre tace la vera: ne incolpa i zoccolanti, 350 Lutero stesso ha conservato la formla cattolica dell'assoluzione, 351. E) II furbo grande condanna il piccolo. Mezzi riprovevoli di Lutero Egli attacca la vita dei religiosi in quel punto, nel quale le cose peggio stavano presso di lui e del suo codazzo (specialmente di quello venuto dalla sua con- gregazone), 356 - la dottrina di Lutero circa l'impossibilit di resistere alia voglia carnale fu la principale forza d'attrazione, 362 - ma per distrarne l'attenzione del pubblico egli ne rivolge gli sguardi sugli errori del clero regolare e secolare, 365 Invettive sue e dei suoi usate al riguardo, 367 - libelli, 368 - figure (il papa-asino, il vitello-monaco), 372 /XLVIII/ F) Malizia di Lutero e suo odio mortale contro monasteri e religiosi Sua contraddizione perch mentre assale la loro vita malvagia ed amraette la loro retta dottrina, un'altra volta voleva chiudere un occhio sulla loro vita malvagia, solo che insegnassero rettamente, 373 - perch una volta incita contro il clero secolare e claustrale e poi esorta alla carit, 374 - dopo l'apostasia sua idea fondamentale che dovrebbero annientarsi tutti i monasteri e cattedrali, 375 tuttavia egli non avrebbe desiderato male alcuno ai papisti, 378 - il suo coraggio cresce pel contegno dei vescovi; trapasso dalla prima alla seconda sezione, 379.1 2 3 4 5

SEZIONE SECONDA IL PONTO DI PARTENZA NELLA EVOLUZIONE DI LUTERO ED IL SUO NUOVO EVANGELO (pag. 382-461) Coesione colla prima sezione: in conseguenza della sua dottrina sulla giustificazione e remissione dei peccati per la sola fede Lutero dovette rigettare non solo t