MARIA NEL COMMENTO DI LUTERO AL MAGNIFICAT · Lutero, nonostante i vari pregiudizi confessionali...

6
ECUMENISMO Eco dei Barnabiti 3/2017 12 P are impossibile, eppure pro- prio nel momento difficile e sofferto degli inizi della Riforma, l’agostiniano Martin Lutero ha cantato a Dio con Maria, quasi per invocarla con S. Agostino come Madre dell’unità. Il periodo storico nel quale si col- loca il commento di Lutero al Magni- ficat è complesso e burrascoso a mo- tivo dell’ormai imminente divisione della Chiesa d’Occidente. Il 15 giu- gno 1520 Papa Leone X, con la bolla Exurge Domine condanna gli scritti di Martin Lutero al quale è richiesta la ritrattazione entro due mesi. In vari paesi le sue opere vengono gettate nel rogo. Il 3 dicembre dello stesso anno Lutero getta nel fuoco la bolla ponti- ficia assieme a decretali e altri scritti. La situazione precipita verso l’irrepa- rabile. Con la bolla Decet Romanum Pontificem del 3 gennaio 1521, Lute- ro è scomunicato. Il 17 aprile è con- vocato alla Dieta di Worms davanti all’imperatore Carlo V per ritrattare le sue convinzioni e i suoi scritti, ma Lutero rifiuta affermando: «A meno che io non sia convinto sulla base della Scrittura o con ragioni evidenti, non posso ritrattare… Sono stato vin- to dagli argomenti biblici che ho ri- portato e la mia coscienza è vincolata alla parola di Dio. Non posso e non voglio ritrattare nulla, perché è peri- coloso e ingiusto andare contro la pro- pria coscienza». I tre motivi: la Sacra Scrittura, la ragione, la coscienza, se- gneranno la storia e la teologia prote- stante fino ai nostri giorni. In seguito alla Dieta di Worms, Lu- tero viene messo al bando ed è ri- chiesta la sua condanna al rogo, ma ne è sottratto grazie all’intervento tempestivo del principe Giovanni Fe- derico di Sassonia che lo nasconde nel suo castello della Wartburg, in Turingia, isolato sul monte presso Ei- senach, dal maggio 1521 al marzo 1522, ma sempre molto attivo. Risal- gono infatti a quel periodo alcune opere e trattati, ma soprattutto la tra- duzione in tedesco del Nuovo Testa- mento. Alla Wartburg inoltre Lutero, che prima di recarsi a Worms da qualche tempo stava già lavorando al commento del Magnificat peraltro già dato alle stampe a Wittenberg il 10 marzo 1521 con la traduzione te- desca del cantico, lo rivede e lo por- ta a termine. Questo basta per accennare al tem- po e al contesto rovente della stesura dell’opera di Lutero dedicata al can- tico di Maria che mi appresto a rileg- gere limitandomi a mettere in risalto solo alcuni punti fondamentali per invogliare alla lettura e alla medita- zione dell’intero testo. Maria nella vita di Lutero Lutero, nonostante i vari pregiudizi confessionali cattolici e riformati, si è riferito molto spesso a Maria con ele- vata statura morale e spirituale dai primi lavori accademici, nella predi- cazione e in altre opere, parlando di MARIA NEL COMMENTO DI LUTERO AL MAGNIFICAT “Ciò che Dio opera e vede, avviene nella bassezza e nell’umiltà” “Maria non vuole essere un idolo” Lutero, nonostante i vari pregiudizi confessionali cattolici e riformati, si è riferito molto spesso a Maria con elevata statura morale e spirituale. In quest’articolo, il p. Enrico Sironi presenta una rilettura del cantico di Maria mettendone in risalto solo alcuni punti fondamentali per invogliare alla lettura e alla meditazione dell’intero testo. Wartburg: il castello-rifugio di Lutero

Transcript of MARIA NEL COMMENTO DI LUTERO AL MAGNIFICAT · Lutero, nonostante i vari pregiudizi confessionali...

Page 1: MARIA NEL COMMENTO DI LUTERO AL MAGNIFICAT · Lutero, nonostante i vari pregiudizi confessionali cattolici e riformati, si è riferito molto spesso a Maria con elevata statura morale

ECUMENISMO

Eco dei Barnabiti 3/201712

Pare impossibile, eppure pro-prio nel momento difficilee sofferto degli inizi della

Riforma, l’agostiniano Martin Luteroha cantato a Dio con Maria, quasiper invocarla con S. Agostino comeMadre dell’unità.Il periodo storico nel quale si col-

loca il commento di Lutero al Magni-ficat è complesso e burrascoso a mo-tivo dell’ormai imminente divisionedella Chiesa d’Occidente. Il 15 giu-gno 1520 Papa Leone X, con la bollaExurge Domine condanna gli scrittidi Martin Lutero al quale è richiestala ritrattazione entro due mesi. In varipaesi le sue opere vengono gettate nelrogo. Il 3 dicembre dello stesso annoLutero getta nel fuoco la bolla ponti-

ficia assieme a decretali e altri scritti.La situazione precipita verso l’irrepa-rabile. Con la bolla Decet RomanumPontificem del 3 gennaio 1521, Lute-ro è scomunicato. Il 17 aprile è con-vocato alla Dieta di Worms davantiall’imperatore Carlo V per ritrattare lesue convinzioni e i suoi scritti, maLutero rifiuta affermando: «A menoche io non sia convinto sulla basedella Scrittura o con ragioni evidenti,non posso ritrattare… Sono stato vin-to dagli argomenti biblici che ho ri-portato e la mia coscienza è vincolataalla parola di Dio. Non posso e nonvoglio ritrattare nulla, perché è peri-coloso e ingiusto andare contro la pro-pria coscienza». I tre motivi: la SacraScrittura, la ragione, la coscienza, se-

gneranno la storia e la teologia prote-stante fino ai nostri giorni.In seguito alla Dieta di Worms, Lu-

tero viene messo al bando ed è ri-chiesta la sua condanna al rogo, mane è sottratto grazie all’interventotempestivo del principe Giovanni Fe-derico di Sassonia che lo nascondenel suo castello della Wartburg, inTuringia, isolato sul monte presso Ei-senach, dal maggio 1521 al marzo1522, ma sempre molto attivo. Risal-gono infatti a quel periodo alcuneopere e trattati, ma soprattutto la tra-duzione in tedesco del Nuovo Testa-mento. Alla Wartburg inoltre Lutero,che prima di recarsi a Worms daqualche tempo stava già lavorando alcommento del Magnificat peraltrogià dato alle stampe a Wittenberg il10 marzo 1521 con la traduzione te-desca del cantico, lo rivede e lo por-ta a termine.Questo basta per accennare al tem-

po e al contesto rovente della stesuradell’opera di Lutero dedicata al can-tico di Maria che mi appresto a rileg-gere limitandomi a mettere in risaltosolo alcuni punti fondamentali perinvogliare alla lettura e alla medita-zione dell’intero testo.

Maria nella vita di Lutero

Lutero, nonostante i vari pregiudiziconfessionali cattolici e riformati, si èriferito molto spesso a Maria con ele-vata statura morale e spirituale daiprimi lavori accademici, nella predi-cazione e in altre opere, parlando di

MARIA NEL COMMENTODI LUTERO AL MAGNIFICAT

“Ciò che Dio opera e vede,avviene nella bassezza e nell’umiltà”“Maria non vuole essere un idolo”

Lutero, nonostante i vari pregiudizi confessionali cattolici e riformati, si è riferito moltospesso a Maria con elevata statura morale e spirituale. In quest’articolo, il p. Enrico Sironipresenta una rilettura del cantico di Maria mettendone in risalto solo alcuni punti fondamentaliper invogliare alla lettura e alla meditazione dell’intero testo.

Wartburg: il castello-rifugio di Lutero

Page 2: MARIA NEL COMMENTO DI LUTERO AL MAGNIFICAT · Lutero, nonostante i vari pregiudizi confessionali cattolici e riformati, si è riferito molto spesso a Maria con elevata statura morale

lei sempre con un sincero amore fi-liale che denota il rapporto specialeche aveva con lei viva, considerata«esemplare e archetipo della santità»,ma senza la pretesa di arrivare aesporre una mariologia sistematica. IlCommento al Magnificat è comun-que la sua opera più ampia e organi-ca che riguarda Maria, letta alla lucedella giustificazione per fede, dellapriorità della grazia e del primato as-soluto di Dio.Nei secoli successivi alla Riforma,

tra protestanti e cattolici non è certomigliorata la reciproca comprensionesia di Lutero, sia del suo Commentoal Magnificat. In linea generale dallato protestante è calato il silenzio suMaria e dal lato cattolico si sonomoltiplicate le devozioni tradiziona-li. Così Maria per molto tempo è di-venuta la cenerentola dell’ecumeni-smo. Dopo il Concilio Vaticano II,sarà anche il Magnificat di Lutero astimolare l’area cattolica e pure quel-la protestante, a rivedere e ripensareil modo di rapportarsi a Maria, sem-pre ponendo Cristo al centro, in vistadi una convergenza ecumenica peruna reale comunione nella diversitàriconciliata.

Maria canta per tutti

Il commento di Lutero al Magnifi-cat è dedicato a Giovanni Federico diSassonia, «amante della Scrittura divi-na», con una precisa intenzione,quella di aiutare i governanti a «go-vernare bene e a favore della salvez-za del popolo», perché «i principinon sono neppure in grado di pensa-re, se Dio non li ispira in modo spe-ciale». Il richiamo alle sei opere diDio indicate nel Magnificat è destina-to a tutti i credenti: «Maria ha canta-to per tutti perché imitassimo il suocanto» e il suo modo di cantare, maè destinato in particolare a chi ha ilcompito di governare: «Se noi non in-segniamo queste opere divine e nonvi acconsentiamo, non ci sarà serviziodivino», perché Dio usa misericordiaverso coloro che lo temono, disperdei superbi, «tira giù i potenti dai troni einnalza gli umili», ricolma di beni gliaffamati, rimanda i ricchi a mani vuo-te, soccorre i suoi servi. Col Magnifi-cat Maria educa a «lodare le grandiopere di Dio per rafforzare la nostrafede, consolare gli umili e incutere ti-more a tutti i potenti della terra» che

spesso si gonfiano di or-goglio e dimenticano diessere uomini: «Quandola bolla è gonfia e tuttipensano che sono in altoe hanno vinto e sono si-curi di avere ultimata laloro conquista, Dio fa unbuco nella bolla e tutto èfinito». È quanto accade,prima o poi, a tutti colo-ro che si gonfiano di pre-sunzione, di vana ambi-zione e illusoria rivalità,dappertutto, anche nellaChiesa.La ragione però del

cantico di Maria che Lu-tero si appresta ad analiz-zare «parola per parola»,è una sola e vi ritorneràspesso per sottolinearnel’importanza: «Ciò cheDio opera e vede, avviene nella bas-sezza e nell’umiltà, ciò che gli uomi-ni operano e vedono, avviene soltan-to nella superbia». Infatti «Dio è unSignore che null’altro fa se non eleva-re ciò che è basso e abbassare ciòche è alto. I suoi occhi guardano so-lo in basso e non in alto. Quanto piùbasso uno si trova sotto di lui, tantomeglio lo scorge», perché «gli occhidi Dio vedono solo nelle profondità».Ecco perché soltanto «chi è veramen-te umile sa cantare a Dio con slanciointeriore».Anche Antonio M. Zaccaria nei Ser-

moni tenuti agli adulti in S. Vitale aCremona da giovane sacerdote, quin-di dopo il 1529, ha confermato tale

pensiero affermando che «Dio proce-de in modo contrario all’uomo…In-comincia dall’alto e viene al basso»(S 2), «suole abitare nei luoghi bassi»(S 4), con alcuni avvertimenti e con-sigli di conseguenza: «non ti presu-mere delle tue orazioni, non dei tuoidigiuni, non delle tue confessioni esumptioni della sacratissima Eucari-stia, ma va basso come peccatore eribaldo e perciò più spesso degli altri,come maggior peccatore degli altri»(S 1). Nelle Costituzioni arriverà aparlare della «bassa nihilità dell’umil-tà» (C 12), che pare scorgere esem-plarmente attuata nella «Madre Vergi-ne intatta, la nostra Madonna, la Ver-gine Maria» (S 4).

ECUMENISMO

Eco dei Barnabiti 3/2017 13

Sandro Botticelli: Maria scrive il Magnificat - dettaglio

Sandro Botticelli: Maria scrive il Magnificat

Page 3: MARIA NEL COMMENTO DI LUTERO AL MAGNIFICAT · Lutero, nonostante i vari pregiudizi confessionali cattolici e riformati, si è riferito molto spesso a Maria con elevata statura morale

ECUMENISMO

Eco dei Barnabiti 3/201714

Gli occhi del mondo e degli uomi-ni invece, al dire di Lutero, agisconodiversamente: «guardano soltanto aldi sopra di sé e vogliono a tutti i costipuntarsi verso l’alto, a onori, potere,ricchezza, vita agiata, a tutto ciò cheè grande e alto». Al contrario «nessu-no vuol guardare in basso, dove c’è

povertà, ignominia, indigenza, mise-ria e paura. Da ciò ognuno distoglielo sguardo. Resta dunque una carat-teristica divina, quella di guardare inbasso, all’indigenza e alla miseria:egli è vicino a tutti coloro che sonoin basso». E Maria, «l’amabile Madredi Cristo fa altrettanto e con l’esem-pio della sua propria esperienza econ le parole ci insegna a conoscere,amare e lodare Dio che le ha rivoltoil suo sguardo sebbene fosse umile eda nulla».

la lode di Maria è solo per Dio

L’inizio del cantico ci presentaMaria immersa nell’amore di Diocon tutta la sua vita, come osservaLutero: «La parola (magnificat) sca-turisce da un grande amore e da unavivissima gioia, per cui l’anima e lavita di lei si elevano nello spirito. Perquesto non dice: ‘Io magnifico il Si-gnore’, ma ‘l’anima mia’, come sevolesse dire: la mia vita con tutti imiei pensieri sono sospesi nell’amoredi Dio, nella lode di lui e nella gioia

che è in lui, cosicché io non sonopiù padrona di me stessa, vengo in-nalzata più che io mi innalzi a lodareDio. Lo stesso accade a tutti coloroche vengono inondati dalla dolcezzae dallo spirito divino, cosicché essisentono più di quello che possanoesprimere» La lode di Maria è solo

per Dio: «Maria non dice: ‘l’animamia magnifica se stessa’, ma essamagnifica soltanto Dio». Così, nelsuo essere piccola e insignificante,diventa dimora di Dio e della suagrazia: «Non si è inorgoglita per nul-la di tutto ciò, ma non è stata altroche un lieto alloggio e una docile al-bergatrice dell’Ospite divino». Mariaè grande perché ha adeguato la pro-pria volontà alla volontà di Dio, hadeciso di vivere in Dio e per Dio.Questo suo atteggiamento ha incan-tato Lutero che non esita a proporloa tutti come modello da imitare:«Non pensi che sia un cuore meravi-glioso? Questo cuore di Maria rima-ne sempre uguale, in ogni tempo, la-scia che Dio operi in lei secondo lasua volontà…Così dovremmo fareanche noi: allora sì che canteremmobene il Magnificat!».Leggendo il Commento al Magnifi-

cat di Lutero, il pensiero corre spon-taneo anche alle produzioni e inter-pretazioni musicali di numerosicompositori, ma qui intendo riferirmiin particolare al Magnificat in Re

maggiore di J.S. Bach, luterano. Lasua Cantata, geniale e grandiosa,esultante dalle prime note melodichecorali che non si stancano di ripete-re, «magnificat, magnificat…», conl’alternanza successiva delle voci so-liste sostenute da quelle dell’organoe dell’orchestra, non fa che metterein risalto il canto di Maria che esultafestante e si eleva nella perenne lodeal suo Signore, ripetendo: «et exulta-vit spiritus meus...», con voce solistache attrae, guida e coinvolge l’inte-ro coro polifonico, suscitando unagrande consolazione anche in chiascolta e in un certo senso riesce avedere la Vergine Madre che scriveil suo Magnificat, protetta e confer-mata dalla mano del Bambino, cosìbene raffigurata dal Botticelli. «SoliDeo Gloria», così Bach amava dedi-care e firmare le sue composizioni«per la gloria del supremo Dio e perl’insegnamento del prossimo», comeMaria ha dedicato a Lui l’intera suaesistenza.

lo sguardo di Dio su Maria

Quando parla dell’umiltà di Ma-ria, Lutero la interpreta non comecondizione morale, ma come condi-zione di vita e la focalizza sullosguardo di Dio che «ha guardato labassezza della sua serva». Maria«non si è vantata della sua verginitàe neppure della sua umiltà, ma sol-tanto dello sguardo divino pieno digrazia. Perciò l’accento non vieneposto sulla parola humilitatem, masul verbo respexit. Infatti non va lo-data la sua bassezza, ma lo sguardodi Dio». Lutero tiene molto a distin-guere tra la falsa umiltà che «si com-piace di sé» e la vera umiltà che«non sa di essere umile». Maria nonsi è mai accorta neppure di essereumile, tanto era presa dallo sguardodi Dio su di lei, con stupore, e inse-gna innanzitutto a sapere cogliere isegni della presenza di Dio nellapropria vita. Maria serviva il Signore«senza rendersi conto che la suaumile condizione era tenuta in tantaconsiderazione da Dio». Ha scrittobene Max Thurian, facendo proprioun pensiero di Karl Barth: «Nulla èaccaduto tranne un semplice sguar-do rivolto alla bassezza di Maria. Semai nella storia universale qualcosadi capitale è accaduto, è precisa-mente questo sguardo».

31 ott.1517 - Lutero espone le tesi a Wittenberg

Page 4: MARIA NEL COMMENTO DI LUTERO AL MAGNIFICAT · Lutero, nonostante i vari pregiudizi confessionali cattolici e riformati, si è riferito molto spesso a Maria con elevata statura morale

ECUMENISMO

Eco dei Barnabiti 3/2017 15

A ciascuno inoltre Maria in-segna a «volere lodare Dio e amettere in evidenza le opereche Egli ha compiuto in lui epoi a lodare Dio anche nelleopere che ha compiuto in altripiù poveri di noi». L’accentodi Lutero è sempre posto sullosguardo di Dio, sulla sua gra-zia che agisce liberamente. ÈMaria stessa a confessare che«la prima opera di Dio in lei èlo sguardo divino che si è po-sato su di lei, ed è anchel’opera maggiore, dalla qualetutte le altre dipendono e dal-la quale tutte scaturiscono». IlRiformatore avverte che «essanon dice che si parlerà moltobene di lei, che si celebrerà lasua virtù, ma si dirà soltantoche Dio ha guardato a lei, percui essa è beata. Questo signi-fica onorare Dio con una talepurezza che non sarebbe pos-sibile di più». Dobbiamo direche Maria è chiamata beataproprio per lo sguardo di Dioche sempre «opera in modo si-lenzioso e misterioso». Quindi«non lei viene lodata, ma la pura gra-zia di Dio che è scesa su di lei».

Maria non vuole essere un idolo

Come ognuno può vedere, Luteroinsiste molto sullo sguardo divino, siaper mettere in risalto l’assoluta priori-tà della grazia e la libera elezione, siaper reagire con forza nei confronti dichi vorrebbe attribuire a Maria unculto esagerato, che non le compete:«Maria non vuole essere un idolo».Papa Francesco ha confermato il pen-siero di Lutero, affermando senzamezze misure che «la Madonna veraè quella che genera Gesù nel nostrocuore, che è Madre. Questa modadella Madonna superstar come unaprotagonista che mette se stessa alcentro, non è cattolica» (25.11.2017).Il tono di Lutero si fa polemico

quando si attribuisce a Maria il meri-to, perché «tanto si detrae alla graziadivina e si diminuisce la verità del Ma-gnificat». Ma non va taciuto anche unaltro tono soffuso del dire di Luterosecondo il quale pare che il contegnodi Maria sia soltanto di pura passivitàdavanti a Dio. Francamente su questopunto non è possibile concordare conlui, perché Maria, come risulta dal

Vangelo (Lc 1,34-38), ha chiesto ini-zialmente un chiarimento e poi haaderito liberamente e fattivamente al-la volontà divina.La Chiesa cattolica nel cap. VIII del-

la Lumen gentium (1964), e con PaoloVI nella Marialis cultus (1974), ha te-nuto a precisare e a sottolineare qualeè il vero culto da attribuire a Maria,senza fronzoli e pietismi inutili che si

prestano ad abusi e offuscano ilcristocentrismo della vera de-vozione mariana. In lei, insisteLutero, va lodato Dio e per leiognuno può giungere a confi-dare nella grazia di Dio: «Essanon vuole che tu venga a lei,ma per mezzo di lei tu vada aDio». Maria è uno strumentoprivilegiato che conduce a Dioe aiuta a incontrarlo. Con tuttoil suo essere Maria rende tangi-bile la grazia di Dio.

la beatitudine di Maria

«Tutte le generazioni mi di-ranno beata». Lutero interpretal’espressione di Maria afferman-do: «dal momento in cui Dio haguardato alla mia bassezza, ver-rò chiamata beata. Con ciò nonessa viene lodata, ma la graziadi Dio scesa su di lei». Non sitratta quindi soltanto di «dipin-gere immagini, fare inchini, rive-renze e costruire chiese», ma digiungere per mezzo di lei agioire in Dio e pensare di tuttocuore a lei come «beata Vergi-

ne». Per Max Thurian «l’esclamazione‘beata’ sale verso Dio senza mai arre-starsi a lei». Lutero afferma che Mariaci fa vedere e toccare le opere dellagrazia, e con il suo essere e la sua vitarende visibile e tangibile la grazia «af-finché tutti i cuori per mezzo di leipossano giungere a tale pensiero diDio da poter dire con piena fiducia:

il coro della Thomaskirche di Lipsia interpreta il Magnificat di J.S. Bach

J.S. Bach: Magnificat - manoscritto

Page 5: MARIA NEL COMMENTO DI LUTERO AL MAGNIFICAT · Lutero, nonostante i vari pregiudizi confessionali cattolici e riformati, si è riferito molto spesso a Maria con elevata statura morale

‘Vergine beata e madre di Dio’, chegrande consolazione Dio ci ha mostra-to in te, perché con tanta grazia egli haguardato alla tua bassezza, ricordan-doci in tale modo che d’ora innanzinon disprezzerà, ma guarderà beni-gnamente noi uomini poveri e meschi-ni, secondo il tuo esempio». Così Ma-ria è prototipo dell’umanità redentadalla grazia, perché solo la grazia agi-sce in lei, divenuta luogo ed esempiodi tale modo di operare e modello pertutti. Lutero ribadisce che Maria è bea-ta per tutte le generazioni proprio per-ché Dio ha guardato alla sua bassezzae «il cuore, considerando la sua bas-sezza e la grazia di Dio, giunge permezzo di lei a gioire in Dio» rimanen-do rivolto solo a lui, con amore.L’espressione «per mezzo di lei»,

ripetuta da Lutero nel commento,

presenta Maria come mediatrice equesta dichiarazione può sorprende-re proprio in lui che con forza hasempre proclamato l’unicità dellamediazione di Cristo per la salvezza,ma il senso è precisato bene: l’esem-pio di Maria spinge tutti alla fiducianella grazia di Dio, all’amore e allalode, indica Dio, porta a Dio.Maria infatti non si esalta, ma cer-

ca soltanto Dio e la sua volontà, loama anche nelle azioni più semplicie quotidiane: «non ricerca onori piùdi quanto facesse prima, non si inor-goglisce, non si innalza, non procla-ma ad alta voce che è divenuta ma-dre di Dio, non pretende onore alcu-no. Quanto è semplice e puro il suocuore! Che creatura meravigliosa!Cose grandi sono nascoste sottosembianze così povere!».

Maria è la Madre di Dio

Maria è la Theotokos, la Madre diDio, come la Tradizione della Chiesadal Concilio di Efeso in particolare l’hadefinita e proclamata (431). Per Luteroè il titolo e l’onore più grande che sipuò attribuire a Maria, nella quale si ri-conoscono le cose grandi operate daDio: «Le cose grandi non sono altroche questo, che essa è diventata laMadre di Dio. In tale opera le sono da-ti tanti e così grandi beni che nessuno lipuò comprendere. Da ciò le viene ognionore, ogni beatitudine e in ogni gene-razione umana la sua singolare posizio-ne è sopra tutti, poiché nessuno comelei ha avuto dal Padre celeste un bam-bino e un simile bambino». Anche perLutero il posto e il ruolo di Maria, Ma-dre di Dio, è unico perché essa è testi-mone dell’intervento della grazia diDio: «Chiamandola Madre di Dio si ècompreso tutto il suo onore: nessunopuò di lei o a lei dire cosa più grande.Anche il cuore deve riflettere su cosasignifichi essere Madre di Dio». Luteroinsiste nel dire che solo la grazia hapotuto fare questo, servendosi certa-mente di uno strumento buono. È Ma-ria stessa che «parla di una libera gra-zia di Dio, non secondo il suo propriomerito. Maria non era degna di questamaternità se non perché resa adatta epreordinata da Dio a tale scopo».

l’intercessione di Maria

Toccando il tema mariologico a Lu-tero preme sempre dare a Dio il suogiusto posto, polemizzando con colo-ro che esagerano nel culto reso a Ma-ria e contro ogni abuso, dimentican-do che è Dio ad operare in lei. Pureaffermando che «Maria non vuole es-sere un idolo», arriva a dire che co-munque «la si deve invocare perchéper mezzo di lei Dio conceda e fac-cia ciò che chiediamo». Le intenzionidi Lutero sono limpide, a differenzadelle interpretazioni posteriori che nehanno mortificato il pensiero.È un fatto che, al di là delle contro-

versie a proposito dell’intercessionedi Maria, il commento di Lutero alMagnificat inizia e termina ricorrendoproprio all’intercessione di Maria:«La dolce Madre di Dio mi concedalo spirito necessario a commentarequesto suo canto nel modo più utile eprofondo e noi tutti ne possiamo trar-re un’intelligenza che ci conduca alla

ECUMENISMO

Eco dei Barnabiti 3/201716

Lubecca - chiesa evangelica luterana di Santa Maria

Page 6: MARIA NEL COMMENTO DI LUTERO AL MAGNIFICAT · Lutero, nonostante i vari pregiudizi confessionali cattolici e riformati, si è riferito molto spesso a Maria con elevata statura morale

salvezza e a una vita degna di lode ecosì cantare e lodare poi nella vitaeterna questo eterno Magnificat» e loconclude così: «Cristo ce lo concedaper l’intercessione e la volontà dellasua diletta madre Maria. Amen».Sembrano affermazioni contraddi-

torie che lasciano perplessi a proposi-to di certi condizionamenti storici eteologici, ma le esatte espressioni diLutero continuano a interrogare e ascuotere tuttora, a favore di una lettu-ra più attenta e intelligente del suoCommento, al fine di evitare sterilipolemiche. Oltretutto questi sono itemi che tornano anche nei dialoghiteologici ecumenici. Giovanni PaoloII nella Ut unum sint (1995) ha scrittoche possono essere individuati «gli ar-gomenti da approfondire per raggiun-gere un vero consenso di fede», tra iquali spicca «la Vergine Maria, Madredi Dio e icona della Chiesa, Madrespirituale che intercede per i discepolidi Cristo e tutta l’umanità» (79). Allo-ra Maria non è soltanto ortodossa ecattolica, ma è anche evangelica!A tale proposito, avviandomi a

concludere, amo ricordare quanto

l’amico biblista e Pastoredella Chiesa riformata diZurigo, Martin Cunz, giàospite a Sanzeno per lapreghiera ecumenica delvenerdì sera col gruppoSamuele, ebbe a dire inuna ispirata meditazionetenuta alla Mendola nel1987 commentando Lc1,48, la beatitudine diMaria: «Noi protestantinon abbiamo paura diMaria. E voi cattolicinon idealizzatela! Voicattolici dovrete fare an-cora molti sforzi per farcapire a noi protestantiche Maria non sia laquarta persona della Tri-nità e dovrete farci capi-re bene la differenza traadorazione e venerazio-ne, anche nella prassi delculto mariano». Rivol-gendosi in particolare aisuoi fratelli protestantiaveva aggiunto: «Ma noiprotestanti, perché noncerchiamo il dialogo conMaria? Perché non cer-chiamo di pregare conMaria, di meditare i mi-

steri del Cristo, che sono anche i nostripropri misteri, con Maria, non per ulti-mo per diventare anche noi Maria? La-sciamola ritornare nelle nostre chiesee nelle nostre preghiere. Lasciamoagire l’Onnipotente, le grandi cose cheEgli ha fatto in Maria, anche in mezzoa noi. Penso che Maria sia ancora da-vanti a noi perché è la garante che ilCristo sia davvero la nostra vita e nonsemplicemente la nostra ideologia».Penso, senza ombra di dubbio, cheLutero stesso approverebbe le afferma-zioni e le proposte del Pastore riforma-to, di felice e grata memoria.Lutero conclude il suo Commento

richiamandone l’inizio, dove Mariacanta e magnifica «l’opera più gran-de di tutte le opere divine: l’incarna-zione del Figlio di Dio», e con un in-vito alla preghiera: «Preghiamo Dioche ci conceda una retta compren-sione del Magnificat, che non soltan-to risplenda e parli, ma arda e vivanel corpo e nell’anima». Per ottenerequesto, Lutero si affida all’interces-sione della «diletta madre Maria».

Enrico Sironi

ECUMENISMO

Eco dei Barnabiti 3/2017 17

ANNIVERSARI 2017

ORDINAZIONI

60°

P. Luigi SOLCIA 8 dicembre 1957P. Camillo CORBETTA 31 dicembre 1957

50°

P. Giuseppe CILIBERTI 23 dicembre 1967P. Andrea GUARINI 23 dicembre 1967P. Angelo MASCARETTI 23 dicembre 1967P. Giuseppe TRAPASSO 23 dicembre 1967

25°

P. Raimundo Silvio JAQUES 22 febbraio1992

P. Osmar SOUSA DE JESUS 22 febbraio1992

P. Fabien MUVUNYI BIZIMANA 16 ago-sto 1992

P. Stefano GORLA 19 settembre 1992P. Miguel Angel PANES VILLALOBOS 21 no-vembre 1992

PROFESSIONI

70°

P. Angelo BERETTA 8 settembre 1947

60°

P. Enrico SIRONI 7 ottobre 1957P. Ferdinando CAPRA 7 ottobre 1957P. Alessandro COVI 7 ottobre 1957P. Emiddio SANSONE 7 ottobre 1957

50°

Fr. Gianfranco VICINI 29 settembre 1967P. Antonio GENTILE 3 ottobre 1967P. Paolo RIPPA 3 ottobre 1967P. Giuseppe DELL’ORTO 3 ottobre 1967P. Pietro SAMMARTINO 3 ottobre 1967P. Giovanni RIZZI 3 ottobre 1967P. Giuliano BERETTA 17 ottobre 1967

25°

P. Richard DEL ZINGARO 27 giugno 1992P. Césaire MANYAHU BIRINGINGWA6 agosto 1992

P. Vicente VAYA CASTILLEJOS 13 settem-bre 1992

P. Filippo LOVISON 13 settembre 1992P. Jacek SAMBAK 13 settembre 1992P. Boguslaw HORODENSKI 13 settembre1992

Lubecca - chiesa evangelica luterana di SantaMaria