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ENERGIE RINNOVABILI Con il termine energie rinnovabili, s’intendono le forme di energia in grado di rigenerarsi e che non sono soggette a esaurimento nella scala dei tempi umani. La normativa italiana (Dlgs 387/03) considera fonti di energia rinnovabili il sole il vento le risorse idriche le risorse geotermiche le maree il moto ondoso la trasformazione in energia elettrica dei prodotti vegetali o dei rifiuti organici e inorganici. Questa ultima categoria elencata è meglio conosciuta con il termine di biomassa. fonte : articolo di Elisa Valentini sulla rivista ECOSCIENZA Numero 2 • Anno 2011 pagine 24 e 25

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ENERGIE RINNOVABILI Con il termine energie rinnovabili, s’intendono le forme di energia in grado di rigenerarsi e che non sono soggette a esaurimento nella scala dei tempi umani.

La normativa italiana (Dlgs 387/03) considera fonti di energia rinnovabili il sole

il vento

le risorse idriche

le risorse geotermiche

le maree

il moto ondoso

la trasformazione in energia elettrica dei prodotti vegetali o dei rifiuti organici e inorganici. Questa ultima categoria elencata è meglio conosciuta con il termine di biomassa.

fonte : articolo di Elisa Valentini sulla rivista ECOSCIENZA Numero 2 • Anno 2011 pagine 24 e 25

LE BIOMASSE - tipologie

Biomassa è un termine che riunisce una gran quantità di materiali, di natura estremamente eterogenea. In forma generale, si può dire che è biomassa tutto ciò che ha matrice organica.

Le più importanti tipologie di biomassa sono

residui forestali residui industriali della lavorazione della cellulosa e del legno (trucioli, segatura

ecc.), residui di piantagioni e di lavorazioni agricole

essenze impiegate come scopi energetici (pioppo, salice, eucalipto e legna da ardere in genere)

scarti dei prodotti agro-alimentari prodotti organici derivanti dall’attività biologica umana e dalla zootecnica

rifiuti urbani di origine vegetale.

fonte : articolo di Elisa Valentini sulla rivista ECOSCIENZA Numero 2 • Anno 2011 pagine 24 e 25

LE BIOMASSE - categorie

Le biomasse si suddividono in tre categorie:

biomasse solide

biomasse liquide

biomasse gassose

fonte : articolo di Elisa Valentini sulla rivista ECOSCIENZA Numero 2 • Anno 2011 pagine 24 e 25

Le biomasse solide Le biomasse solide derivano principalmente dai residui agricoli, dai processi di lavorazione del legno, da residui boschivi e forestali, dalla produzione di carta ecc. Si tratta quindi di tutti quei materiali legnosi e/o derivati contenenti cellulosa, a basso grado di umidità (inferiore al 30%). A seconda del tipo di biomassa solida utilizzata (materia prima) saranno prodotte diverse tipologie di combustibili: dal legno e pasta di carta si produrranno legna a pezzi, cippato, pellet, segatura e

bricchetti dalla lolla di riso, gusci e paglia si produrranno residui colturali dalla torba di estraggono bricchetti di torba.

fonte : articolo di Elisa Valentini sulla rivista ECOSCIENZA Numero 2 • Anno 2011 pagine 24 e 25

segue: le biomasse solide

Le tecnologie di trasformazione energetica possono essere: combustione diretta (su griglie fisse o mobili, caldaie a letto fluido) gassificazione.

L’energia prodotta sarà destinata per il riscaldamento, l’elettricità, il vapore e il moto meccanico. L’utilizzo della biomassa a scopo energetico è uno degli strumenti indicati come favorevoli alla riduzione dell’incremento dell’effetto serra: il bilancio della CO2 relativo a tale filiera è considerato neutro. Tutto ciò è vero, ma bisogna anche tener conto delle emissioni di CO2 equivalenti derivanti dal trasporto e dalle altre attività correlate alla produzione e combustione della biomassa. Pur essendo, infatti, considerata una fonte d’energia rinnovabile, presenta lo stesso degli svantaggi non trascurabili.

fonte : articolo di Elisa Valentini sulla rivista ECOSCIENZA Numero 2 • Anno 2011 pagine 24 e 25

segue: le biomasse solide

Uno dei maggiori inconvenienti della combustione delle biomasse solide è l’alto tenore d’emissioni, soprattutto di CO, NOx, polveri, tipico della combustione di sostanze solide. Si riscontra poi che molte delle aree con le maggiori potenzialità di produzione di biomasse sono ecosistemi di elevato valore ambientale, biologico e paesaggistico; le tecnologie e i sistemi richiesti per la raccolta, la movimentazione e il trasporto di biomasse sono molto complessi e costosi; infine i rendimenti di produzione di elettricità, calore o combustibili sono molto inferiori rispetto a quelli ottenibili con i combustibili fossili.

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Le biomasse liquide Le biomasse liquide sono combustibili liquidi derivati dalla biomassa. A seconda del tipo di materia prima utilizzata saranno prodotte diverse tipologie di combustibile. Dalla canna da zucchero, dal sorgo zuccherino, dalla manioca, dalla barbabietola da

zucchero, dalle patate, dal frumento e dal mais si ricava alcol, etanolo o metanolo. Dagli oli vegetali (girasole, arachidi, soia, colza), oli di frutta con guscio (olio di

palma, noce di cocco) e oli di cottura riciclati si ricava biodiesel. Dall’etanolo e cellulosa si estrae gel carburante e dal legno, olio di pirolisi.

fonte : articolo di Elisa Valentini sulla rivista ECOSCIENZA Numero 2 • Anno 2011 pagine 24 e 25

segue: le biomasse liquide

Le tecnologie di trasformazione energetica possono essere: Estrazione-esterificazione

Pirolisi idrolisi-fermentazione.

L’energia prodotta sarà utilizzata soprattutto per il trasporto (autotrazione), ma anche per il riscaldamento e l’elettricità. Analizzando complessivamente la filiera bioliquidi-energia, fra i vantaggi riscontrati si trovano limitati investimenti per l’acquisizione della tecnologia di produzione dell’energia (circa 1-1,5 k€/kW), buone rese energetiche, immediatezza dell’applicazione e idoneità per il suo inserimento a livello diffuso sul territorio. Fra gli svantaggi, però, vi è la necessità di enormi estensioni territoriali di biomassa per produrre quantità rilevanti del combustibile stesso.

fonte : articolo di Elisa Valentini sulla rivista ECOSCIENZA Numero 2 • Anno 2011 pagine 24 e 25

Le biomasse gassose Il biogas (biomasse gassose) è il gas generato dalla fermentazione delle biomasse. È una miscela che può contenere metano, ossido e biossido di carbonio, azoto, idrogeno, idrogeno solforato e tracce di altri gas in percentuali minori, la cui composizione varia in base alle condizioni nelle quali esso è ottenuto. Il biogas si genera da processi di fermentazione in presenza o in assenza di ossigeno, attraverso i quali la sostanza organica viene decomposta grazie all’azione di specifici batteri.

fonte : articolo di Elisa Valentini sulla rivista ECOSCIENZA Numero 2 • Anno 2011 pagine 24 e 25

segue: le biomasse gassose

La principale fonte di produzione di biogas è storicamente la discarica, grazie alla naturale degradazione della frazione organica dei rifiuti. Negli anni sono state però sviluppate anche altre tecnologie basate sul processo di fermentazione tramite l’utilizzo di appositi impianti di digestione anaerobica, in grado di produrre grandi quantità di biogas a partire da differenti matrici organiche (reflui zootecnici, scarti agricoli e agroindustriali, coltivazioni dedicate ecc.).

Il biogas è utilizzato per il trasporto, il riscaldamento, l’elettricità e la cottura. Fra i maggiori vantaggi riscontrati nell’utilizzo del biogas si trova la riduzione dell’inquinamento dei reflui zootecnici e degli odori e recupero dell’acqua, l’utilizzo dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata (Forsu), la valorizzazione dei rifiuti provenienti dalle attività agro-industriali. Inoltre anche il biogas concorre alla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra

fonte : articolo di Elisa Valentini sulla rivista ECOSCIENZA Numero 2 • Anno 2011 pagine 24 e 25

Come funzionano le centrali a biogas?

Le Centrali a biogas funzionano attraverso un processo di fermentazione-digestione-metanizzazione: trasformano la materia attraverso la “digestione anaerobica” che produce gas e digestato. Il gas captato dalle vasche di fermentazione viene immesso nei cogeneratori dove subisce un processo di combustione. Sono impianti con turbina a gas alimentata dal syngas da biomasse in ciclo semplice o combinato con turbina a vapore. Questo “biogas” alimenta innanzitutto la centrale stessa, sia a livello termico che elettrico. Il restante viene immesso nella rete come energia elettrica o calore.

fonte : vademecum Biomasse e biogas – sunto interventi G. Tamino, A. Litta, M. Mocci, M. Greco, M. Corti

La digestione anaerobica e la digestione del bovino

fonte : vademecum Biomasse e biogas – sunto interventi G. Tamino, A. Litta, M. Mocci, M. Greco, M. Corti

Criticità ambientali legate alle centrali a biogas

Un approfondimento sui problemi ambientali del biogas

fonte : ISDE , position paper febbraio 2015 -

IL TRATTAMENTO DELLA FRAZIONE ORGANICA DEI RIFIUTI URBANI (FORSU)

Criticità ambientali – ISDE ITALIA -Associazione medici per l'ambiente / 1

La frazione organica dei rifiuti urbani (FORSU) rappresenta il 35% circa delle produzione complessiva di rifiuti urbani Attualmente il 60% circa della FORSU in Italia è destinato alla discarica. La FORSU deve essere gestita secondo la gerarchia di priorità individuata dalla UE (Direttiva 2008/98/CE), privilegiando : la prevenzione (autocompostaggio) e il riciclaggio/recupero di materia (identificabile unicamente con il compostaggio

aerobico tradizionale). La digestione anaerobica (DA), che è finalizzata al recupero di energia, è da considerare scelta di secondo livello rispetto al compostaggio tradizionale, da preferire in via prioritaria.

fonte : ISDE , position paper febbraio 2015 -

IL TRATTAMENTO DELLA FRAZIONE ORGANICA DEI RIFIUTI URBANI (FORSU)

Criticità ambientali – ISDE ITALIA -Associazione medici per l'ambiente / 2

Tutte le modalità di trattamento biologico della FORSU sono comunque da preferire allo smaltimento in discarica e/o all'incenerimento. Il compost di qualità, (ammendante organico unicamente prodotto dal compostaggio tradizionale), è capace di migliorare le proprietà e le caratteristiche chimico-fisiche e biologiche del terreno, con numerosi vantaggi dal punto di vista ambientale ed agronomico. Il digestato, prodotto dalla DA, classificabile come rifiuto speciale, è utilizzabile come ammendante solo dopo un'ulteriore fase rappresentata da un processo aerobico (compostaggio), con opportuni controlli microbiologici.

fonte : ISDE , position paper febbraio 2015 -

IL TRATTAMENTO DELLA FRAZIONE ORGANICA DEI RIFIUTI URBANI (FORSU)

Criticità ambientali – ISDE ITALIA -Associazione medici per l'ambiente / 3

La combustione del biogas prodotto dalla DA presenta notevoli criticità e rischi ambientali e sanitari. Il biogas andrebbe sempre ulteriormente raffinato per ridurre drasticamente i componenti indesiderati (CO2, H2S, H2O) ed ottenere metano ad alto grado di purezza (biometano), compatibile con l'immissione nella rete di distribuzione del gas naturale e con l'uso per autotrazione. La combustione in loco del biogas/biometano andrebbe comunque sempre fortemente scoraggiata.

fonte : ISDE , position paper febbraio 2015 -

IL TRATTAMENTO DELLA FRAZIONE ORGANICA DEI RIFIUTI URBANI (FORSU)

Criticità ambientali – ISDE ITALIA -Associazione medici per l'ambiente / 4

Il trattamento biologico che genera il maggiore recupero di materia organica è indubbiamente il compostaggio. Sia il compostaggio che la DA possono presentare criticità ambientali e sanitarie legate alla qualità del materiale in ingresso che, qualora non adeguata (in particolare per la presenza di batteri patogeni, elevate concentrazioni di metalli pesanti e composti organici tossici), può produrre contaminazione del suolo e della catena alimentare ed emissioni inquinanti in atmosfera. Questo si riduce drasticamente con la raccolta differenziata (in particolare porta a porta). È rilevante segnalare che i contaminanti organici (es. diossine, PCB, furani, pesticidi) possono essere biodegradati durante il trattamento biologico della FORSU, in particolare durante i processi in presenza di ossigeno.

fonte : ISDE , position paper febbraio 2015 -

IL TRATTAMENTO DELLA FRAZIONE ORGANICA DEI RIFIUTI URBANI (FORSU)

Criticità ambientali – ISDE ITALIA -Associazione medici per l'ambiente / 5

Nella FORSU possono essere presenti parassiti e microrganismi patogeni (anche sotto forma di spore, es. clostridium botulinum), a causa principalmente di modalità di raccolta non adeguate. Di conseguenza la presenza di batteri patogeni per l'uomo è possibile sia nel caso del compost che del digestato. Per l'ISS "desta preoccupazione la capacità di alcune specie microbiche - in particolare il Clostridium botulinum - di sopravvivere in condizioni di anaerobiosi e alle temperature utilizzate nel processo di digestione". Per tale motivo le problematiche microbiologiche legate segnatamente alla DA suggeriscono l'adozione del principio di precauzione.

fonte : ISDE , position paper febbraio 2015 -

IL TRATTAMENTO DELLA FRAZIONE ORGANICA DEI RIFIUTI URBANI (FORSU)

Criticità ambientali – ISDE ITALIA -Associazione medici per l'ambiente / 6

Le emissioni gassose degli impianti di trattamento della FORSU sono costituite da composti azotati e solforati e da composti volatili organici, prodotti sia durante il compostaggio che durante il processo di DA, sebbene con diversa composizione e con diversi fattori di emissione. La combustione in loco del gas prodotto dalla DA causa l'emissione in atmosfera di numerosi composti chimici, tra i quali sostanze nocive alla salute umana, alcune delle quali cancerogeni certi per l'uomo. Per tale motivo tale pratica, da scoraggiare, costituisce un rischio non trascurabile per la salute dei territori limitrofi.

fonte : ISDE , position paper febbraio 2015 -

IL TRATTAMENTO DELLA FRAZIONE ORGANICA DEI RIFIUTI URBANI (FORSU)

Criticità ambientali – ISDE ITALIA -Associazione medici per l'ambiente / 7

Conclusione

L'attuale politica degli incentivi (da eliminare) sta determinando una distorsione delle priorità di trattamento della FORSU, favorendo impropriamente il recupero di energia (incenerimento e produzione di energia elettrica attraverso la combustione di biomasse e biogas) a danno del recupero di materia, con incremento del rischio ambientale e sanitario per i territori limitrofi.

fonte : ISDE , position paper febbraio 2015 -

IL TRATTAMENTO DELLA FRAZIONE ORGANICA DEI RIFIUTI URBANI (FORSU)