Energia output veDrò 2012

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La sintesi della discussione e le proposte del working group di veDrò 2012. In tempi recenti, il sistema energetico italiano è stato scosso da cambiamenti radicali. La riduzione dei consumi conseguente alla crisi economica, accanto all’aumento della generazione elettrica da fonti rinnovabili, ha prodotto forti limitazioni al fattore di carico e alla profittabilità di centrali elettriche convenzionali, gasdotti e rigassificatori realizzati all’indomani della liberalizzazione del mercato. La situazione si è ulteriormente aggravata, poi, con l’affermazione di un nuovo paradigma sui mercati globali, dove gli impetuosi progressi delle tecnologie di liquefazione del gas (LNG) e delle tecniche non convenzionali di estrazione hanno messo in crisi i consolidati legami tra mercati di gas e petrolio. Un fenomeno, questo, che distorcendo un mercato dominato da contratti di lungo periodo, ha generato ulteriore incertezza tra gli operatori del settore. In questo quadro tutt’altro che roseo, è necessario che il Paese elabori una chiara visione strategica, sia nel breve (2020) sia nel lungo periodo (dopo il 2020 sino al 2050). Da un lato, è fondamentale mantenere forniture energetiche stabili e sicure a prezzi competitivi per cittadini e imprese. Dall’altro, la minaccia del cambiamento climatico impone una decisa riduzione delle emissioni di gas serra, in linea con la roadmap strategica europea. Il costoso rispetto degli obiettivi vincolanti promossi dall’Unione per il 2020 sarebbe privo di senso se non fosse seguito da tappe successive via via più ambiziose. Alla definizione di questo percorso in termini di vincoli, di scenari e di mix tecnologici compatibili, è indispensabile che il Paese contribuisca sin da ora, attivando un utile dibattito interno e partecipando costruttivamente a quello comunitario. In considerazione della complessità descritte, il Wg di veDrò ha ritenuto opportuno elaborare una serie di proposte strategiche: innanzitutto per il breve termine, a seguire in chiave strutturale e di sistema. LE PROPOSTE Valorizzare la flessibilità delle nuove centrali a ciclo combinato. Sostenere le filiere tecnologiche di eccellenza. Investire sulle riserve domestiche di idrocarburi. Promuovere un moderno mercato dell’energia europeo Predisporre un piano di incentivi mirati alla ricerca Sviluppare consapevolezza tra popolazione e autorità locali Delineare una strategia per il futuro: banco di prova il 2014

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In tempi recenti, il sistema energetico italiano è stato scos-so da cambiamenti radicali. La riduzione dei consumi con-seguente alla crisi economica, accanto all’aumento della generazione elettrica da fonti rinnovabili, ha prodotto forti limitazioni al fattore di carico e alla profittabilità di centrali elettriche convenzionali, gasdotti e rigassificatori realizzati all’indomani della liberalizzazione del mercato. La situazio-ne si è ulteriormente aggravata, poi, con l’affermazione di un nuovo paradigma sui mercati globali, dove gli impetuosi progressi delle tecnologie di liquefazione del gas (LNG) e del-le tecniche non convenzionali di estrazione hanno messo in crisi i consolidati legami tra mercati di gas e petrolio. Un fe-nomeno, questo, che distorcendo un mercato dominato da contratti di lungo periodo, ha generato ulteriore incertezza tra gli operatori del settore. In questo quadro tutt’altro che roseo, è necessario che il Paese elabori una chiara visione strategica, sia nel breve (2020) sia nel lungo periodo (dopo il

2020 sino al 2050). Da un lato, è fondamentale mantenere forniture energetiche stabili e sicure a prezzi competitivi per cittadini e imprese. Dall’altro, la minaccia del cambiamento climatico impone una decisa riduzione delle emissioni di gas serra, in linea con la roadmap strategica europea. Il costoso rispetto degli obiettivi vincolanti promossi dall’Unione per il 2020 sarebbe privo di senso se non fosse seguito da tappe successive via via più ambiziose. Alla definizione di questo percorso in termini di vincoli, di scenari e di mix tecnologici compatibili, è indispensabile che il Paese contribuisca sin da ora, attivando un utile dibattito interno e partecipando co-struttivamente a quello comunitario. In considerazione della complessità descritte, il Wg di veDrò ha ritenuto opportuno elaborare una serie di proposte strategiche: innanzitutto per il breve termine, a seguire in chiave strutturale e di sistema.

Valorizzare la flessibilità delle nuove centrali a ciclo combi-nato. Un parco generazione tra i più moderni ed efficienti al mondo e la disponibilità di tutto il gas necessario a farlo fun-zionare aprono al nostro sistema energetico nuove opportu-nità concorrenziali. La grande flessibilità delle nuove centrali a ciclo combinato (CCGT) può essere valorizzata, ad esempio, fornendo elettricità ai mercati d’oltralpe nei momenti di peak consumption, quando cioè la crescente quota di generazione variabile e imprevedibile da solare ed eolico non riesce a prov-vedere al fabbisogno nazionale.

Sostenere le filiere tecnologiche di eccellenza. Fallite le politi-che di promozione dei tanto celebrati “green jobs” nel settore eolico e fotovoltaico - affossate da costi eccessivi, infiltrazio-ni della malavita organizzata e mancanza di una vera filiera nazionale da sviluppare - è necessario focalizzarsi su quelle soluzioni che offrono al Paese un vantaggio comparato. Tec-nologie e servizi per l’efficienza energetica, tecnologie per le smart grids, biocombustibili di seconda generazione, solare termodinamico a concentrazione e cattura e stoccaggio della CO2 (CCS) sono alcuni esempi di aree in cui punte di eccellenza italiane esistono e meritano supporto.

Investire sulle riserve domestiche di idrocarburi. In un Paese costretto a importare oltre il 90% del proprio fabbisogno di petrolio e gas naturale, lo sfruttamento delle riserve dome-stiche di idrocarburi non può che essere elemento centrale di una seria strategia energetica. L’obiettivo di raddoppiare la produzione nazionale nella bozza di Strategia Energetica Na-zionale (SEN) va dunque accolto positivamente: nonostante il rischio di veti incrociati e la poco chiara distribuzione di com-petenze in materia di politica energetica tra Stato e regioni.

Promuovere un moderno mercato dell’energia europeo. La ri-duzione dei costi energetici, attualmente ben al di sopra della media europea, non può che passare dall’interconnessione – per mezzo di infrastrutture e interventi di natura regolatoria – degli ancora troppo segmentati mercati nazionali di gas e elettricità. Oltre a una naturale convergenza dei prezzi italiani con quelli degli altri paesi, la creazione di un mercato unico eu-ropeo renderebbe possibile una più efficiente valutazione dei

servizi di flessibilità e bilanciamento, facilitando la sopracitata valorizzazione del nostro moderno parco generazione. Infine, risulterebbe semplificata la prospettiva di trasformare l’Italia in un hub europeo del gas, recentemente inclusa nella SEN.

Predisporre un piano di incentivi mirati alla ricerca. Il supporto di filiere nazionali nel settore delle nuove tecnologie energe-tiche richiede lo sviluppo di adeguati programmi di ricerca. Il tema è certamente sensibile in tempi di austerity e difficoltà di bilancio: e tuttavia, gli svariati miliardi di euro di sussidi diretti e indiretti concessi alle grandi aziende “energivore”, oltre che i più recenti incentvi al deployment di eolico e fotovoltaico, mostrano come sia possibile recuperare fondi da dedicare a queste attività, semplicemente rivedendo alcune precise scelte di politica energetica e industriale.

Sviluppare consapevolezza tra popolazione e autorità locali. In un paese democratico, lo sviluppo di una politica energetica coerente non può prescindere dal coinvolgimento della po-polazione nel processo decisionale. Recenti, ripetuti avveni-menti hanno dimostrato un grave deficit in questo senso. Il coinvolgimento delle autorità locali - in particolare dei sindaci - nella discussione sui grandi temi dell’energia gioverebbe si-curamente alla qualità del dibattito e all’efficacia del dialogo con i cittadini.

Delineare una strategia per il futuro: banco di prova il 2014. La realizzazione dei progetti sopra descritti è senza dubbio con-nessa alla capacità del Paese di fare sistema. E a quella di de-lineare una seria strategia per il futuro, che ipotizzi gli sviluppi tecnologici dei prossimi decenni, ne valuti le potenzialità e disegni con la flessibilità necessaria i probabili scenari. La Pre-sidenza italiana del Consiglio Europeo, prevista per il secon-do semestre del 2014, potrebbe rivelarsi cruciale per il futuro energetico del Continente: l’Italia dovrà presentarsi preparata e affrontare la sfida con una visione strategica efficace e di lungo periodo.

le proposte

lo scenario

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