Emigrazione in america€¦ · ALCUNE TESTIMONIANZE «Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi...

16
L’EMIGRAZIONE ITALIANA IN AMERICA “Mamma mia dammi cento lire che in America voglio andare…” - LAVORO DI RICERCA - CLASSE 3^I SCUOLA SEC. DI 1° GRADO “G. PASCOLI” - ANNO SCOLASTICO 2018/2019

Transcript of Emigrazione in america€¦ · ALCUNE TESTIMONIANZE «Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi...

Page 1: Emigrazione in america€¦ · ALCUNE TESTIMONIANZE «Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi riempiva l’anima ,che non si può provare in nessun luogo, in nessuna condizione al

L’EMIGRAZIONE ITALIANA IN AMERICA

“Mamma mia dammi cento lire

che in America voglio andare…”

- LAVORO DI RICERCA -

CLASSE 3^I SCUOLA SEC. DI 1° GRADO “G. PASCOLI” - ANNO SCOLASTICO 2018/2019

Page 2: Emigrazione in america€¦ · ALCUNE TESTIMONIANZE «Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi riempiva l’anima ,che non si può provare in nessun luogo, in nessuna condizione al

PERCHÉ GLI ITALIANI LASCIARONO IL PROPRIO PAESE? La parola America era diventata in Italia, nel corso

dell’Ottocento e del primo Novecento, una parola quasi magica:

terra delle promesse, della modernità, del sogno metropolitano,

della democrazia…Un mito alimentato dalla certezza di trovare

lavoro e dalla speranza di avere una vita migliore.

In fuga da uno Stato che si ricorda dei suoi figli solo quando li

deve richiamare in guerra o imporre nuove tasse, gli emigranti

italiani decidono di fuggire dalla fame e dalla miseria, e molti

scelgono gli Stati Uniti come nuova patria in cui riacquistare la

dignità attraverso il lavoro.

Tra le cause principali dell’emigrazione italiana ci fu la povertà, nonché la mancanza di terra da

lavorare, specialmente nell’Italia meridionale. Altre motivazioni sono dovute ai problemi politici

interni, all’insicurezza causata dalla criminalità organizzata, alla sovrappopolazione (soprattutto

nell’Italia meridionale, che trasse origine dal miglioramento delle condizioni socio-economiche

del Paese, avvenuto nei primi decenni dopo l’unificazione nazionale).

Tra il 1861 e il 1985 gli italiani che sono emigrati sono stati circa 29 milioni: di questi, più di

10.000.000 sono successivamente tornati in Italia, mentre circa 18.000.000 si sono definitivamente

stabiliti all’ estero senza fare più ritorno.

Page 3: Emigrazione in america€¦ · ALCUNE TESTIMONIANZE «Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi riempiva l’anima ,che non si può provare in nessun luogo, in nessuna condizione al

LA PARTENZA FU ORGANIZZATA O IMPROVVISATA? Si può dire che le innumerevoli partenze verso l’America

di milioni di italiani furono principalmente organizzate.

Inizialmente partivano dall’Italia solo gli uomini e, dopo

aver trovato una casa e un buon lavoro, arrivava anche il resto

della famiglia composta da donne e bambini.

Ci potevano essere dei casi, però, in cui partivano tutti i

membri della famiglia insieme, con la speranza di trovare fin

da subito una buona sistemazione e migliori condizioni di vita.

Page 4: Emigrazione in america€¦ · ALCUNE TESTIMONIANZE «Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi riempiva l’anima ,che non si può provare in nessun luogo, in nessuna condizione al

«E IL VIAGGIO NON FINIVA MAI…» La traversata degli emigranti italiani, per arrivare sulle tanto desiderate

coste americane, durava molti giorni, vissuti in condizioni precarie.

All’interno delle navi spesso scoppiavano molte epidemie e si verificavano dei veri e propri naufragi

che portavano alla morte di migliaia di emigranti.

Questo accadde poiché gli emigranti si affidavano a chiunque, anche a coloro che si arricchivano

sfruttando la disperazione della gente.

Le condizioni igieniche all’interno delle navi erano disumane e talvolta molte persone morivano.

Molte navi trasportavano un numero di persone superiore a quello possibile, quindi anche la

sicurezza scarseggiava.

Il trasporto di emigranti fu un grosso affare per la marina mercantile italiana e consentì ai porti

italiani di inserirsi nel mercato internazionale dei trasporti marittimi in cui, fino ad allora, avevano

occupato una posizione marginale.

Le condizioni dell’emigrante alla partenza (relative ad età, cultura, motivazioni) influivano sulle

sensazioni suscitate dall’attraversamento dell’Oceano.

Il viaggio assumeva spesso i tratti di un’esperienza indimenticabile, una sorta di rigenerazione

prima di entrare in una realtà completamente nuova.

Page 5: Emigrazione in america€¦ · ALCUNE TESTIMONIANZE «Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi riempiva l’anima ,che non si può provare in nessun luogo, in nessuna condizione al

LE PRIME SENZAZIONI NEL PAESE STRANIERO E L’ARRIVO A ELLIS ISLAND

Page 6: Emigrazione in america€¦ · ALCUNE TESTIMONIANZE «Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi riempiva l’anima ,che non si può provare in nessun luogo, in nessuna condizione al

Lo sbarco racconta però un’altra

storia, un’altra America... Tutti gli

emigranti della terza classe venivano

portati a Ellis Island, un’isola di tre

ettari nella baia di New York, dotata

di strutture di accoglienza degli

aspiranti cittadini americani e fino al

1954 “porta d’ingresso per

l’America” (gli altri passeggeri,

quelli della prima e seconda classe,

erano visitati sommariamente sulla

nave). A Ellis Island i nuovi arrivati

erano sottoposti a ispezioni mediche

e legali perché negli USA non

dovevano entrare né malattie

contagiose, né delinquenza, né forme

di disabilità. Se i medici, in questa

prima fase di controllo dello stato di

salute dei migranti, riscontravano

qualche anomalia, segnavano con un

gesso delle sigle sui loro abiti.

Page 7: Emigrazione in america€¦ · ALCUNE TESTIMONIANZE «Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi riempiva l’anima ,che non si può provare in nessun luogo, in nessuna condizione al

Dalla nebbia emerge la Statua della Libertà.

Grida di gioia e cappelli sventolano al cielo.

Page 8: Emigrazione in america€¦ · ALCUNE TESTIMONIANZE «Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi riempiva l’anima ,che non si può provare in nessun luogo, in nessuna condizione al
Page 9: Emigrazione in america€¦ · ALCUNE TESTIMONIANZE «Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi riempiva l’anima ,che non si può provare in nessun luogo, in nessuna condizione al
Page 10: Emigrazione in america€¦ · ALCUNE TESTIMONIANZE «Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi riempiva l’anima ,che non si può provare in nessun luogo, in nessuna condizione al

UNA VOLTA ARRIVATI…LE ASPETTATIVE VENGONO TRADITE Se gli immigrati passavano i controlli dovuti, non iniziavano subito con un lavoro considerato ben

renumerato, ma venivano sfruttati nelle miniere o nei lavori più umili e faticosi che erano disprezzati

da gran parte della società.

A rendere ancor più difficili le loro esistenze, erano i forti pregiudizi degli abitanti dei Paesi che li

accoglievano: agli italiani venivano attribuiti aggettivi quali “sporchi, pigri, infidi, dei selvaggi

pronti a estrarre il coltello alla prima occasione…”

Sarebbero dovuti trascorrere ancora parecchi decenni prima di arrivare ad una loro buona

integrazione.

L’AMERICA LATINA È PIÙ OSPITALE…

Gli italiani che scelsero come destinazione i Paesi dell’America Latina - Perù, Uruguay, Brasile, ma

soprattutto l’Argentina - ebbero invece un’accoglienza migliore.

A differenza degli altri Stati, qui erano più benvoluti perché nel corso dell’‘800 avevano partecipato

attivamente alle rivoluzioni che avrebbero poi dato vita agli Stati sudamericani moderni.

L’Argentina divenne come una «seconda patria» e nel 1925 vivevano nel Paese oltre due milioni e

mezzo di italiani e anche i meno intraprendenti avevano la possibilità di fare fortuna.

Gli italiani trovarono sollievo nell’emigrazione perché in Argentina c’era grande disponibilità di

lavoro (ad esempio tante città ancora da costruire e campagne che avevano bisogno di essere

occupate e coltivate).

Page 11: Emigrazione in america€¦ · ALCUNE TESTIMONIANZE «Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi riempiva l’anima ,che non si può provare in nessun luogo, in nessuna condizione al

Little Italy (in italiano “Piccola Italia”) è un piccolo quartiere di New York

situato all’interno del distretto di Manhattan.

Un tempo era popolato da moltissimi italo-americani e italiani che decisero

di stabilirsi in questo quartiere. A partire dalla metà del 1900, però, iniziò a

perdere molti dei suoi abitanti, i quali si spostarono nelle zone più periferiche

di New York. Da allora la sua estensione si è ridotta notevolmente e soprattutto la zona più a nord

ha perso l’aspetto tipicamente italiano.

Little Italy oggi conta un numero di abitanti pari a solo 2000 persone. Il patrono di questo

quartiere è San Gennaro, lo stesso patrono di Napoli.

LITTLE ITALY

Page 12: Emigrazione in america€¦ · ALCUNE TESTIMONIANZE «Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi riempiva l’anima ,che non si può provare in nessun luogo, in nessuna condizione al

ALCUNE TESTIMONIANZE

«Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi riempiva l’anima ,che non si può provare in nessun luogo, in nessuna condizione al mondo, fuorché sopra un piroscafo che attraversi l’Oceano: il sentimento d’un’assoluta libertà dello spirito (…). Venti giorni di orizzonte senza limiti, di meditazione senza disturbo, di pace senza timore, di ozio senza rimorso. Un lungo volo senza fatica attraverso un deserto sterminato, davanti a uno spettacolo sublime, dentro un’aria purissima, verso un mondo sconosciuto, in mezzo a gente che non si conosce.» (di Edmondo De Amicis)

Page 13: Emigrazione in america€¦ · ALCUNE TESTIMONIANZE «Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi riempiva l’anima ,che non si può provare in nessun luogo, in nessuna condizione al

Nel 1894 Edmondo De Amicis viaggiò da Genova in

Argentina a bordo del piroscafo «Nord America» insieme a

1600 emigranti italiani.

Pubblicato nel 1889, il romanzo «Sull’oceano» racconta i

ventidue giorni di quel viaggio ed ottenne uno straordinario

successo, divenendo un modello obbligato per coloro che si

accingevano a scrivere della traversata transoceanica.

Nelle parole di De Amicis, la nave appare come un piccolo

Stato: l’aristocrazia viaggia in prima classe, la borghesia in

seconda, la gente comune alloggia in terza classe, il

comandante e gli ufficiali rappresentano il governo e la

magistratura.

« E gli emigranti affollati verso poppa guardavano le porte del salone e i passeggeri con un occhio

più torvo del consueto (…). Perché, insomma, eravamo noi che rubavamo loro tanta parte del

piroscafo, ingombrando noi soli, tra men di cento, quasi altrettanto spazio di quello che occupavan

essi, che erano un popolo (…). Essi erano stufi alla fine di quel lungo contatto con l’agiatezza

spensierata , di sentirsi come pigiati nella propria miseria, dentro a quella piccionaia piena di stracci

e di odori cattivi.»

Page 14: Emigrazione in america€¦ · ALCUNE TESTIMONIANZE «Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi riempiva l’anima ,che non si può provare in nessun luogo, in nessuna condizione al

IL VIAGGIO DEL GIOVANE DAMASO SENEGHINI,

EMIGRATO IN AMERICA NEL 1906

Lasciò l’Italia il 25 agosto 1906 e viaggiò in terza classe

come la maggior parte delle persone a bordo.

Appena arrivato ad Ellis Island, un fuzionario gli chiese

quanti soldi avesse con sè e lui rispose di avere dieci

dollari. Il funzionario lo portò poi da un medico che constatò che era sano e lo fecero passare.

In seguito, nella Sala Registri, scrissero la sua nazionalità: Italiana, e la razza, anch’ essa Italiana;

poi lo misero “sotto torchio” chiedendogli se fosse poligamo, anarchico, che lavoro facesse, se

fosse mai stato in carcere e da chi sarebbe andato ad abitare. Egli rispose che lo avrebbe

ospitato Antonio Morri, ma il funzionario capì male e scrisse “Marri”, però Damaso non lo

corresse poiché analfabeta come circa il 70% degli emigranti italiani.

Il giovane si sistemò a Mulberry Streat, nel cuore di Little Italy.

Page 15: Emigrazione in america€¦ · ALCUNE TESTIMONIANZE «Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi riempiva l’anima ,che non si può provare in nessun luogo, in nessuna condizione al

ESTRATTO DA PANE,VINO E ANGELI (di Anna Paletta Zurzolo)

[...] Quando al mattino mio padre e mia madre si svegliarono, rabbrividirono dal freddo e la maglia della bambina che mio padre aveva appeso ad asciugare la sera precedente, era ancora bagnata. Così mio padre dovette avvolgere mia sorella in una coperta. Che razza di America era questa, pensavo, quando sentivo quello che mia madre diceva nella lettera. Ma l’America era una realtà o era solo un sogno? Era forse un miraggio, un accecante trucco che la luce del sole giocava alla mia mente?

[...] Non conoscevo mio padre. Non ricordavo la sua faccia. C’era una fotografia di un uomo sopra il nostro armadio accanto al letto. Mia zia diceva che era mio padre ma io non le credevo. Nessun uomo vestito con un abito di lana così bello, migliore di quello del padre di Maria Pia, che stava in piedi su un pavimento di marmo lucente, avrebbe dovuto partire per l’America o per qualunque altro posto.

Page 16: Emigrazione in america€¦ · ALCUNE TESTIMONIANZE «Un sentimento nuovo e piacevolissimo mi riempiva l’anima ,che non si può provare in nessun luogo, in nessuna condizione al

I poeti popolari del meridione italiano chiamavano il momento della partenza dell’emigrante «spartenza» (separazione), per indicare un distacco violento e doloroso.

Un flusso di migranti italiani avevano già scelto di andare negli Stati Uniti tra la fine del 1700 e la prima metà del 1800: molti erano dissidenti politici, gli sconfitti dei moti del 1848, ai quali l'esilio negli Usa era dato come possibilità alternativa al carcere. Tra questi ci fu Giuseppe Garibaldi, che arrivò a New York nel 1850. Egli era già una celebrità per le sue imprese militari, ma questo non gli impedì di cercarsi un lavoro. Per un anno fece l'operaio in una fonderia; in compenso, durante l'esperienza americana, si fece molti amici che in seguito finanzieranno anche la spedizione dei Mille, quando rientrerà in Italia.

Il viaggio in nave verso le Americhe, che durava circa 12 giorni, costava meno del biglietto del treno per il nord dell'Europa.

Gli italiani in America vengono apostrofati in molti modi: durante la grande immigrazione il nomignolo più in voga era "wop", acronimo di "without official papers" (senza documenti ufficiali), che ad alcuni ricorda la parola “guappo”.

CURIOSITÀ!