Elisabetta Gariboldi Proprietà delle leghe...

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Elisabetta Gariboldi MATERIALI L’articolo riprende una delle relazioni tenute nel corso della giornata dedicata alle leghe zama svol- tasi presso il Dipartimento di Meccanica del Poli- tecnico di Milano. Essa si è focalizzata sugli aspetti metallurgici e sulle correlazioni composizione-pro- cesso-microstruttura-proprietà, premesse fonda- mentali per l’individuazione delle ottimali com- binazioni materiale-tecnologia-geometria per spe- cifici componenti. Cosa sono le leghe zama? Le leghe comunemente chiamate zama sono leghe Zn-Al-Ch-Mg (la designazione commerciale clas- sica zamak, tradotta in italiano con zama, è so- stanzialmente un acronimo in tedesco di questi e- lementi) utilizzate per la realizzazione di getti. Es- se rientrano dunque tra le leghe di zinco da fon- deria. Queste ultime sono presenti sul mercato con una selva di designazioni, sia commerciali che stan- dardizzate (si vedano per esempio le normative eu- ropee e americane al riguardo, Uni EN 1774-99 e Astm B86). I tipi principali di leghe di zinco da fonderia, che non differiscono sostanzialmente tra una normativa e l’altra, sono presentati in tabella 1. Gli elementi di lega che sostanzialmente diffe- renziano una lega dall’altra sono Al e Cu. Il ma- gnesio, pur presente in modesta quantità, è con- siderato a tutti gli effetti elemento di lega in quan- to fondamentale per ottimizzare la resistenza a cor- rosione. Particolare attenzione va posta alla pre- senza degli elementi considerati impurezze, che provocherebbero decadimenti inaccettabili della resistenza a corrosione o della tenacità se ecce- dessero i limiti indicati. Tra le citate leghe da fon- deria quelle note comunemente come zama (evi- denziate in azzurro nella tabella) sono caratteriz- zate da un tenore di Al tipico di 4%. Sono tutta- via considerate leghe zama anche quelle con Al fi- no all’8%. Le leghe zama sono caratterizzate da temperature di inizio solidificazione inferiori a quella dello stesso Zn e da intervalli di solidifica- zione molto contenuti (ad esempio T m e ΔT di 387 °C e 6 °C per la lega ZL3), il che consente di a- dottare tipicamente la pressocolata a camera cal- Le leghe zama trovano applicazione in molti settori, sia industriali sia civili e consumer. Ma quali sono le caratteristiche e le proprietà di questo materiale utilizzato per la realizzazione di getti? Ecco qui di seguito alcuni aspetti metallurgici che determinano le qualità della lega per specifiche applicazioni Proprietà delle leghe zama progettare 345 GIUGNO 2010 35

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Elisabetta Gariboldi

MATERIALI

L’articolo riprende una delle relazioni tenute nelcorso della giornata dedicata alle leghe zama svol-tasi presso il Dipartimento di Meccanica del Poli-tecnico di Milano. Essa si è focalizzata sugli aspettimetallurgici e sulle correlazioni composizione-pro-cesso-microstruttura-proprietà, premesse fonda-mentali per l’individuazione delle ottimali com-binazioni materiale-tecnologia-geometria per spe-cifici componenti.

Cosa sono le leghe zama?Le leghe comunemente chiamate zama sono legheZn-Al-Ch-Mg (la designazione commerciale clas-sica zamak, tradotta in italiano con zama, è so-stanzialmente un acronimo in tedesco di questi e-lementi) utilizzate per la realizzazione di getti. Es-se rientrano dunque tra le leghe di zinco da fon-deria. Queste ultime sono presenti sul mercato conuna selva di designazioni, sia commerciali che stan-dardizzate (si vedano per esempio le normative eu-ropee e americane al riguardo, Uni EN 1774-99e Astm B86). I tipi principali di leghe di zinco dafonderia, che non differiscono sostanzialmente trauna normativa e l’altra, sono presentati in tabella1. Gli elementi di lega che sostanzialmente diffe-renziano una lega dall’altra sono Al e Cu. Il ma-gnesio, pur presente in modesta quantità, è con-siderato a tutti gli effetti elemento di lega in quan-to fondamentale per ottimizzare la resistenza a cor-rosione. Particolare attenzione va posta alla pre-senza degli elementi considerati impurezze, cheprovocherebbero decadimenti inaccettabili della

resistenza a corrosione o della tenacità se ecce-dessero i limiti indicati. Tra le citate leghe da fon-deria quelle note comunemente come zama (evi-denziate in azzurro nella tabella) sono caratteriz-zate da un tenore di Al tipico di 4%. Sono tutta-via considerate leghe zama anche quelle con Al fi-no all’8%. Le leghe zama sono caratterizzate datemperature di inizio solidificazione inferiori aquella dello stesso Zn e da intervalli di solidifica-zione molto contenuti (ad esempio Tm e ΔT di 387°C e 6 °C per la lega ZL3), il che consente di a-dottare tipicamente la pressocolata a camera cal-

Le leghe zama trovano

applicazione in molti settori,

sia industriali sia civili

e consumer. Ma quali sono

le caratteristiche

e le proprietà di questo

materiale utilizzato

per la realizzazione di getti?

Ecco qui di seguito alcuni

aspetti metallurgici

che determinano le qualità

della lega per specifiche

applicazioni

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zama

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da per la realizzazione dei getti in zama, a diffe-renza delle leghe di zinco che contengono mag-giori quantità di alluminio. Le aggiunte di ramemodificano un poco queste temperature di ini-zio solidificazione e gli intervalli di solidifica-zione (per esempio per la lega ZL2 ΔT si ampliaa 11 °C).

Come sono fatte ‘dentro’le leghe zama?La microstruttura tipica delle leghe zama (visi-bile in una micrografia scattata al microscopioottico nell’immagine introduttiva, e in figura 1al microscopio elettronico a scansione) è legataal meccanismo di solidificazione, che procedecon la formazione di una struttura dendritica o-mogenea di sola fase ricca di zinco, e che si com-pleta con la formazione della circostante strut-tura lamellare detta eutettica (bianca nell’im-magine introduttiva, grigia in quella di figura 1).Terminata la solidificazione il materiale ‘non ha

il tempo’ di far avvenire le modifichemicrostrutturali che lo farebbero per-venire alle condizioni di equilibrio eper semplicità si può pensare che la mi-crostruttura si ‘congeli’ a questo pun-to. Le modifiche rispetto alla struttu-ra di riferimento, quella di equilibrio,aumentano con la velocità di solidifi-cazione/raffreddamento locale. Conl’aumento di questa la struttura si af-fina, si riscontra una maggior quantitàdi eutettico e sono possibili variazio-ni delle composizioni chimiche delle

fasi presenti. Considerando che strutture più fi-ni migliorano le proprietà tensili (Rm Rp02) e ladurezza della lega, incrementandone contem-poraneamente tenacità e duttilità, si compren-dono i vantaggi apportati dai processi che con-sentono di raggiungerli (la pressocolata anzichéla colata in conchiglia o in sabbia). Altre strate-gie che consentono di ottenere e sfruttare la pre-senza di strutture fini sono la realizzazione di pa-reti a spessore sottile (possibile nei getti in zamagrazie all’elevata fluidità delle lega) e la realiz-zazione di geometrie che non richiedano l’a-sportazione dello strato superficiale dei getti, ca-ratterizzato da una ‘pelle’ molto fine (visibile nel-l’immagine introduttiva). Si comprende inoltreun aspetto importante per i getti: la scelta di unmateriale in vista di specifiche richieste in ter-mini di caratteristiche meccanico/fisiche nonpuò prescindere dalla geometria del particolaree dal processo adottato per la sua realizzazione.Ma che cosa cambia tra una lega e l’altra? Nelcampo delle leghe zama cambiano le quantità dieutettico, che aumenta con il tenore di rame edi alluminio.Trattando leghe da fonderia, è doveroso ricor-dare che i getti potranno contenere dei difetti,aventi diverse cause e corrispondenti morfolo-gie e grado di criticità. È intuitivo collegare laloro presenza a una riduzione di caratteristichemeccaniche. La presenza di difetti infatti facili-ta drasticamente la propagazione di cricche e ri-duce la duttilità della lega. La qualità finale diun getto destinato ad applicazioni strutturali di-pende quindi dalla quantità e dalla distribuzio-ne di difetti. Con moderni metodi di fusione, lapossibilità di simulare i processi di fonderia e lealtre strategie di processo messe in atto è possi-bile ovviare nel miglior modo a questi proble-mi, riducendoli ed orrimizzandone la distribu-zione, in particolare nelle zone maggiormentecritiche.

Proprietà delle leghe zama Dato il contenuto relativamente modesto di e-lementi di lega, si potrebbe pensare che le ca-ratteristiche delle leghe zama siano poco diffe-renti da quelle dello zinco. Ciò è vero solo peralcune proprietà fisiche, quali ad esempio la den-

Tabella 1. Composizione chimicadelle leghe di zinco da fonderia[figura adattata da Uni EN 1774-99]. Le leghe comunemente note come zamacorrispondono a quelle evidenziate. I loroprincipali elementi di lega sono riquadrati inblu, le impurezze in verde. Le frecce blu efucsia si riferiscono rispettivamente al tenoreAl e Cu e saranno utilizzate anche nellefigure seguenti per visualizzare gli effettidella composizione chimica.

1. Microstruttura tipica di getti in leghe zama osservata in microscopia elettronica a scansione (lega ZL5, getto di spessore 6 mm).

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sità (7.14*103 kg/m3) o il coefficiente di di-latazione termica lineare (circa 30*10-6 K-1). Le caratteristiche meccaniche e altre proprietàfisiche delle leghe zama dipendono invecefortemente da come è fatto ‘dentro’ un get-to. Facendo riferimento a quanto sopra di-scusso sull’effetto di parametri di processo,geometria e difetti è chiaro che le caratteri-stiche meccaniche non hanno valori diretta-mente associabili ad una lega ma piuttosto aun dato getto e altresì, in ogni parte di que-sto, esse possono essere soggette a variazio-ni. In letteratura tuttavia sono presentate lecaratteristiche ‘tipiche’ delle leghe da fonde-ria. Quelle meccaniche tipiche a 20 °C indi-cate dalla normativa americana sulle leghe dizinco da fonderia sono presentate in tabella2. Scorrendole si osserva che caratteristichequali Rm, Rp02, durezza e resistenza a faticamigliorano per le leghe con maggiori % di Ale Cu e con l’adozione di processi di fonderiache comportano elevate velocità di raffred-damento. D’altro canto altre caratteristichecome la duttilità, l’allungamento percentua-le a rottura, la resistenza all’impatto dimi-nuiscono all’aumentare del contenuto di al-luminio, ma sono influenzate positivamentedalla velocità di raffreddamento, concorde-mente a quanto discusso in precedenza. Una particolarità delle leghe zama rispetto ad

altre leghe per getti, quali leghe di alluminio omagnesio, che pur presentano aspetti micro-strutturali simili, è il fenomeno dell’invecchia-mento, che consiste nella lenta evoluzione del-la microstruttura inizialmente ‘congelata’ versole condizioni di equilibrio. L’evoluzione microstrutturale si ripercuote sulle caratteristiche mec-caniche: Rm si riduce progressivamente, rapida-mente nelle prime ore e poi sempre più lenta-mente, fino a raggiungere, nel giro di qualche set-timana, valori che si manterranno in seguito so-stanzialmente costanti. Sono questi ultimi valo-ri quelli generalmente reperibili in letteratura.Conseguenza dell’invecchiamento è anche unleggero assestamento dimensionale che, come glialtri fenomeni legati alle modificazioni a caricodella microstruttura, può essere accelerato me-diante il trattamento termico di stabilizzazioneche porta il materiale nelle condizioni finali distabilità. Un altro aspetto da non trascurare pen-sando alle caratteristiche meccaniche delle leghezama in vista della loro applicazione ai compo-nenti ingegneristici è la loro sensibilità alle va-riazioni di temperatura rispetto a quella am-biente. Uno dei maggiori problemi a bassa tem-peratura di molte leghe metalliche è la loro fra-gilità, che corrisponde ad un basso assorbimen-to di energia durante gli urti che causano la rot-tura dei provini nelle classiche prove di resi-lienza. Un confronto tra i valori di energia as-sorbita al variare della temperatura (curve ditransizione duttile - fragile) per le leghe di zin-co da fonderia ne indica la transizione verso com-portamento fragile in un intervallo di circa 20°C prossimo alla temperatura ambiente (figura2). Sebbene il campo di temperature in cui si col-loca la transizione sia influenzato dalla geome-tria dei provini utilizzati (minori criticità si at-tendono ad esempio per spessori sottili e strut-ture maggiormente affinate), è chiaro che il fe-nomeno non può essere trascurato nei getti. Èevidente altresì che tra le leghe di zinco da fon-deria quelle zama, con tenore di Al e Cu conte-nuti, riducono i rischi di rotture fragili. Nel valutare il comportamento delle leghe a tem-perature superiori a quella ambiente si devonoinvece considerare la progressiva riduzione del-le caratteristiche tensili (figura 3) e l’insorgeredi fenomeni di scorrimento viscoso (creep).

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Tabella 2. Quadro riassuntivo delletipiche caratteristiche meccaniche a

temperatura ambienteper le leghe di zinco da fonderia che mette inevidenza l’effetto della composizione chimica

e del processo di fonderia. [Adattato da Astm B86]

2. Effetto della temperatura di provasull’energia assorbita in prove di resilienza realizzate su campioni asezione quadrata di lato 6,35 mm nonintagliati. [Fonte dati: Asm Handbook]

Nelle leghe metalliche le temperature per lequali si manifestano questi fenomeni sonosostanzialmente ricollegabili alla temperatu-ra di fusione, che sappiamo essere partico-larmente bassa (inferiore ai 400 °C) nelle le-ghe zama. Una stima preventiva della tem-peratura effettivamente raggiungibile neicomponenti strutturali è opportuna anchequando questa non è molto superiore a quel-la ambiente. Ciò non solamente per il già ci-tato decadimento delle caratteristiche tensi-li, ma soprattutto per la possibilità che si ma-nifesti il creep. Esso può essere facilmente vi-sualizzato come la possibilità di un pezzo dideformarsi plasticamente nel tempo anchesotto una sollecitazione mantenuta costantee a livelli di sforzo modesti. L’accumulo dideformazione plastica e il raggiungimentodella rottura finale dei getti avvengono tan-to più rapidamente quanto maggiori sono ilivelli di sforzo e la temperatura. Mentre lozinco manifesta creep a sollecitazioni mode-ste già a temperatura ambiente, le leghe dizinco si comportano meglio, in particolare sele percentuali di alluminio e di rame au-mentano: le leghe possono dunque essere ap-plicate, con livelli di sforzo e/o tempi conte-nuti, a temperature dell’ordine dei 100 °C.Correlazioni tra tempo, sforzo e deforma-

zione plastica accumulata sonodisponibili in letteratura per al-cune classiche leghe e rappre-sentano un valido aiuto nel di-mensionamento dei getti sullabase delle durate attese o dellecondizioni operative previste.Presentando le caratteristichedelle leghe zama è doveroso ri-cordare due caratteristiche pe-culiari quali la buona capacità dismorzamento (damping) e leproprietà anti-sparkling, che lerendono idonee ad applicazioniparticolari (settore elettrico, mi-nerario…). Una delle preoccu-pazioni nei confronti dell’utiliz-zo di leghe di zinco è la mode-sta resistenza a corrosione di que-sto metallo, fenomeno che ma-croscopicamente si presenta conformazioni superficiali bianca-stre. La resistenza aumenta pas-

sando alle leghe di zinco, ponendo partico-lare attenzione a limitarne il tenore di im-purezze. È tuttavia possibile migliorare de-cisamente la resistenza a corrosione dei get-ti mediante rivestimenti superficiali che crea-no una barriera tra il materiale e l’ambienteche può risultare aggressivo. Tali rivesti-menti possono essere utilizzati anche per so-li fini estetici o per migliorare la resistenzaad usura del materiale. Data la specificità del-l’argomento, ad esso è stata dedicata una re-lazione nella giornata di studio e l’argomen-to non è stato approfondito nel presente ar-ticolo.

ConclusioniSono stati presentati alcuni aspetti metallur-gici che consentono di comprendere i fatto-ri microstrutturali, legati a leghe, geometriee processi, che determinano le proprietà deigetti in leghe zama. Ciò consentirà di far ri-ferimento anche a queste leghe nei processidi identficazione dei materiali idonei per u-na specifica applicazione.

E. Gariboldi - Politecnico di Milano,

Dipartimento di meccanica.

[email protected] n.54

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3. Effetto della temperatura di prova sullaresistenza a trazione di getti in leghe di Zn da fonderia (diametro tratto utile6,35mm). [Fonte dati: Asm Handbook]

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