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PROPOSTE FORMATIVE 20142015

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PROPOSTE FORMATIVE 2014‐2015 

 

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Indice 

L’ordinamento professionale e il codice deontologico (4 ore)  4

L’evoluzione dei modelli organizzativi degli studi professionali (4 ore)  5

I nuovi principi contabili nazionali dell’OIC: effetti sul bilancio (4 ore)  6

Il rendiconto finanziario (4 ore) 7

Rendicontazione economico‐contabile e sociale degli Enti non profit 

(ENP) (4 ore)8

Rendicontazione non economica obbligatoria e volontaria delle imprese: bilanci sociali e di sostenibilità (4 ore) 

9

Valutazione d’azienda: i metodi assoluti e i metodi relativi (4 ore)  10 Valutazione d’azienda: metodi e analisi delle bozze dei nuovi 

principi italiani di valutazione (8 ore) 11

Il business plan: pianificazione e valutazione degli investimenti (4 ore)  12 Project  finance  e  partenariato  pubblico‐privato:  nuove 

opportunità e ruolo del commercialista (4 ore)  13

Project  finance  e  partenariato  pubblico‐privato:  nuove opportunità e ruolo del commercialista (8 ore) 

14

I  finanziamenti  agevolati  per  lo  sviluppo  di  imprese  e professionisti (8 ore) 

15

La procedura di liquidazione: aspetti controversi e spunti per la semplificazione (4 ore) 

16

Le società tra professionisti (4 ore)  17 Doveri e poteri di vigilanza dei sindaci nelle norme di 

comportamento del collegio sindacale (4‐8 ore) 18

Il ruolo dei sindaci revisori nella crisi d’impresa (4 ore)  19

Revisione legale e collegio sindacale (8 ore)  20

I piani di risanamento e le attestazioni del professionista (4 ore)  21

La responsabilità amministrativa degli Enti ex D. Lgs. 8 giugno 

2001, n. 231 (4 ore) 22

Indagini finanziarie, redditometro e studi di settore (4 ore)  23

Il reclamo e la mediazione tributaria (4 ore)  24 Reclamo, mediazione, autotutela, accertamento con adesione 

e conciliazione giudiziale (8 ore) 25

3

Misure incidentali e procedimenti cautelari e conciliativi nel contenzioso tributario (4 ore) 

26

Strumenti deflattivi del contenzioso (4 ore)  27

La difesa del contribuente dagli atti della riscossione (4 ore)  28

Le sanzioni amministrative tributarie (8 ore)  29

I nuovi tributi locali (4 ore)  30

Profili fiscali del trust e del fondo patrimoniale (4 ore)  31 Il diritto al contraddittorio nella recente evoluzione normativa e 

giurisprudenziale (4 ore)  32

Antiriciclaggio: normativa e adempimenti per i 

professionisti (4 ore) 33

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Programma Parte I – L’ordinamento della professione di dottore commercialista e di esperto contabile

La riforma degli ordinamenti professionali (DPR 137/2012)

Il d.lgs. 139/2005: L’oggetto della professione La tutela dei titoli professionali Le incompatibilità Gli Ordini territoriali e il Consiglio

Nazionale Il sistema elettorale L’albo: tenuta, iscrizione e cancellazione L’accesso alla professione: il tirocinio e

l’esame di Stato L’obbligo di formazione professionale

continua Il procedimento disciplinare e i Consigli di

disciplina

Parte II - Il codice deontologico del dottore commercialista e dell’esperto contabile

I principi generali: indipendenza, obiettività, integrità, riservatezza, aggiornamento e rapporti con altri professionisti

I rapporti di colleganza I rapporti con la clientela I rapporti con gli enti istituzionali di categoria I rapporti interni: rapporti con collaboratori e

dipendenti Incompatibilità, divieto di esercizio abusivo

della professione I rapporti esterni: rapporti con stampa,

pubblici ufficiali e altri professionisti La pubblicità

L’ORDINAMENTO PROFESSIONALE E IL CODICE DEONTOLOGICO

DEL DOTTORE COMMERCIALISTI E DELL’ESPERTO CONTABILI

Obiettivi

L’appartenenza all’Ordine professionale determina un vincolo tra professionista iscritto e categoria professionale tale che lo stesso professionista è tenuto ad assumere comportamenti rispettosi non solo delle disposizioni di diritto sostanziale e processuale, ma anche delle regole etiche contenute nelle norme deontologiche. Ciò non solo a tutela della professione, ma anche dell’interesse pubblico, nel rispetto del quale il professionista ha il dovere e la responsabilità di agire. Obiettivo del presente corso è pertanto quello di analizzare le disposizioni dell’ordinamento professionale (d.lgs. 28 giugno 2005, n. 139), anche alla luce della recente riforma degli ordinamenti professionali recata dal DPR 7 agosto 2012, n. 137 e della relativa regolamentazione attuativa. La seconda parte del corso è dedicata all’analisi delle norme deontologiche contenute nel codice approvato dal CNDCEC in data 9 aprile 2008 e aggiornato nel 2010. Durata – 4 ore

5

Programma Parte Prima – Il modello di specializzazione La professione e il mercato: scenario e

posizionamento La consulenza continuativa Le funzioni sussidiarie Le funzioni di interesse pubblico La consulenza specialistica Parte Seconda – I modelli organizzativi Il modello classico di studio professionale Studio individuale vs. Studio associato Lo studio condiviso Le società di servizi e i network professionali Parte Terza – La sfida organizzativa L’evoluzione del mercato dei servizi

professionali La sfida delle nuove società tra professionisti

L’EVOLUZIONE DEI MODELLI ORGANIZZATIVI DELLO STUDIO PROFESSIONALE

Obiettivi

Il corso ha l’obiettivo di fornire un inquadramento generale dei modelli organizzativi attualmente utilizzati per l’esercizio della professione, con particolare riguardo ai risultati emersi dalle indagini statistiche condotte sul tema dalla Fondazione. La prima parte si sofferma sull’analisi dell’evoluzione dello scenario di riferimento della professione e, soprattutto, del modello di specializzazione dell’attività del Commercialista. In particolare, viene delineata l’articolazione dell’attività professionale in quattro macroaree: consulenza continuativa a clienti stabili, esercizio di funzioni sussidiarie e di interesse pubblico e consulenza specialistica. Un particolare focus è dedicato all’emergere di forti aspettative verso lo sviluppo della consulenza aziendale. Nella seconda parte vengono passati in rassegna i singoli modelli organizzativi studiati a partire dal modello classico di studio professionale individuale per poi passare allo studio associato e al c.d. studio condiviso, forma quest’ultima su cui si è soffermata in particolare l’ultima indagine statistica Irdcec. L’analisi dei tre modelli organizzativi appena richiamati è, infine, completata da un riferimento all’utilizzo di forme complementari e/o evolutive quali le società di servizi e i network professionali. L’ultima parte tenta di delineare gli elementi più significativi dell’evoluzione del mercato dei servizi professionali alla luce delle rilevanti trasformazioni economiche in atto in seguito tanto alla globalizzazione dei mercati quanto alla crisi economico-finanziaria in corso dal 2008.

Durata – 4 ore

6

Programma

Il framework normativo

Funzione e scopo dei principi contabili

I nuovi principi contabili nazionali: struttura, organizzazione e finalità del progetto

Le novità tecniche

Schemi di bilancio e rendiconto (OIC 12 e OIC 10)

Immobilizzazioni materiali (OIC 16)

Svalutazione delle immobilizzazioni tecniche (OIC 9)

Crediti (OIC 15)

Valutazione delle immobilizzazioni finanziarie: le partecipazioni (OIC 21)

Lavori in corso (OIC 23)

I NUOVI PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI DELL’OIC: EFFETTI SUL BILANCIO

Obiettivi

I principi contabili rappresentano un indispensabile strumento di lavoro per i professionisti. Nel corso del 2014, l’Organismo Italiano della Contabilità (OIC) ha emanato 19 Principi contabili nazionali rivisti nella forma e nella sostanza. I nuovi Principi contabili si applicano ai bilanci chiusi a partire dal 31 dicembre 2014. La conoscenza delle modifiche apportate ai principi contabili è fondamentale per lo svolgimento degli incarichi di consulenza e di revisione contabile. L’applicazione dei principi dell’OIC fornisce, infatti, soluzioni generalmente accettate in materia contabile. La loro adozione consente al redattore di bilancio di predisporre bilanci capaci di dare una corretta rappresentazione dello stato di salute delle società, interpretando e integrando, laddove opportuno, le norme giuscontabili. Il corso è finalizzato a indicare alcune delle principali modifiche apportate ai documenti dell’OIC, evidenziando i principali riflessi attesi sui prossimi bilanci.

Durata – 4 ore

7

Programma Parte Prima – Nozioni introduttive Capacità informativa del rendiconto finanziario Le possibili grandezze di riferimento Il rendiconto finanziario nel bilancio di esercizio Il rendiconto finanziario e analisi dei flussi

Parte Seconda – La tecnica di costruzione del rendiconto finanziario Riclassificazione dello stato patrimoniale Individuazione delle variazioni grezze Rettifiche per variazioni non monetarie Determinazione dei flussi e classificazione nello

schema di rendiconto finanziario adottato Parte Terza – Le forme del rendiconto finanziario secondo la prassi nazionale e internazionale Le indicazioni contenute nell’OIC 12 Le disposizioni dello IAS 7

IL RENDICONTO FINANZIARIO

Obiettivi Il rendiconto finanziario è un documento di matrice contabile utile ai fini della valutazione della capacità dell’impresa di generare (o assorbire) risorse finanziarie. A livello internazionale il cash flow statement rientra tra i documenti obbligatori del bilancio. Per le società che redigono il bilancio in conformità alle norme del codice civile, il Principio contabile nazionale OIC 11 “Bilancio d’esercizio. Finalità e postulati” raccomanda la redazione del prospetto in parola. Il corso si propone di fornire ai partecipanti gli strumenti concettuali ed operativi per la redazione del rendiconto finanziario. In particolare, sono trattate le seguenti tematiche: - capacità informativa del prospetto; - tecnica di costruzione; - forme del rendiconto finanziario secondo la prassi nazionale e internazionale; Il frequentante sarà in grado di applicare le tecniche di redazione del rendiconto finanziario e di interpretare i dati in questo contenuti per valutare correttamente la situazione finanziaria dell’impresa. Durata – 4 ore

8

Programma

Parte prima –Quadro di riferimento normativo della rendicontazione degli ENP

Riferimenti normativi Sistema informativo-contabile degli ENP

Parte seconda – Rendicontazione economico-contabile degli ENP Linee guida e principi contabili nazionali di

rendicontazione economico-contabile Raccomandazioni della professione contabile Principi contabili OIC (Pc 1, “Quadro sistematico

per la preparazione e la presentazione del bilancio degli enti non profit”)

Gli schemi di “bilancio”

Parte terza – Rendicontazione non economica e sociale degli ENP Linee guida internazionali e nazionali di

rendicontazione sociale degli ENP Raccomandazioni del CNDCEC Linee guida per il bilancio di missione del

CSV.net) Parte quarta – controllo Come impostare la strategia degli ENP Il controllo di gestione: indicatori di efficienza

organizzativa e gestionale Sistemi di controllo

RENDICONTAZIONE ECONOMICO-CONTABILE E SOCIALE

DEGLI ENTI NON PROFIT (ENP)

Obiettivi

Negli ultimi anni, il variegato mondo degli enti non profit (associazioni, fondazioni, cooperative, organizzazioni di volontariato, ecc.) ha subito un profondo cambiamento di contesto, che ha reso manifesta, a quanti operano al suo interno, la necessità di disporre di una serie di nuove competenze scientifiche e tecniche nell’ambito della gestione e dell’amministrazione delle organizzazioni che ne fanno parte. In particolare, appare fondamentale passare a una logica di gestione innovativa, secondo modalità e criteri anche aziendalistici, ma poco efficaci se mutuati in maniera acritica dall’ambito profit; questo cambio di approccio riguarda anche il tema della rendicontazione, attualmente in fase di rapido sviluppo e sofisticazione per effetto sia di raccomandazioni e di prassi proposte da vari organi di settore, sia delle nuove richieste degli enti finanziatori, sia delle pressioni della società civile. Per queste ragioni, il corso intende approfondire le possibili applicazioni di principi della contabilità e della rendicontazione sociale degli enti non profit nell’ottica di un continuo miglioramento dell’impostazione gestionale di breve e medio periodo. Il corso, improntato alla sinteticità teorica e alla semplicità concettuale, si rivolge a chi, operando nel Terzo settore, senta la necessità di dotarsi di un’essenziale base conoscitiva e strumentale per comprendere o sviluppare iniziative di rendicontazione economica e non economico-finanziaria tese ad accrescere trasparenza e legittimazione degli enti non lucrativi. Durata – 4 ore

9

Programma Parte prima – Introduzione e cornice di riferimento socio-economica e normativa Responsabilità sociale d’impresa, rendicontazione

di sostenibilità e loro diffusione Benefici e oneri della rendicontazione ESG e dei

report non economico-finanziari di sostenibilità Criticità: stakeholder e rilevanza informativa

Parte seconda – Rendicontazione ESG obbligatoria

Relazione sulla gestione ex d.lgs. 32/2007 Direttiva 2014 relativa alla comunicazione di

informazioni di carattere non finanziario e sulla diversità degli organi aziendali

Quote di emissione (certificati ambientali grigi e verdi) e relativi Principi contabili OIC

Parte terza –Principi di rendicontazione ESG e di sostenibilità obbligatoria e volontaria Standard e linee guida internazionali e nazionali di

rendicontazione di sostenibilità: contenuti dei bilanci sociali e di sostenibilità e processo di rendicontazione

KPI’s: quali e perché Scenario normativo prospettico e nuovi approcci

tecnici: l’integrated reporting Parte quarta – controllo Sistemi di controllo, certificazioni e asseverazioni

RENDICONTAZIONE NON ECONOMICA OBBLIGATORIA E

VOLONTARIA DELLE IMPRESE: BILANCI SOCIALI E DI

SOSTENIBILITÀ

Obiettivi

Nel corso degli ultimi anni sono state realizzate numerose iniziative nel campo dell’economia della sostenibilità e della rendicontazione sociale e ambientale; tali iniziative, condotte in parallelo sui piani politico-istituzionale, normativo e tecnico scientifico, si sono spesso sovrapposte in modo disarmonico, circostanza per la quale non solo i destinatari ultimi ma anche gli operatori di settore faticano non poco a seguirne l’evoluzione e a collocarne i risultati in un quadro di riferimento organico. Considerando i recenti sviluppi tecnici (alcuni dei quali anche molto innovativi) della rendicontazione environmental, social, governance (ESG) e di sostenibilità e la graduale ma continua introduzione di previsioni normative di rendicontazione ESG vincolanti per determinate categorie di aziende, lo sviluppo europeo del corporate reporting sembra muoversi proprio nella direzione di diffondere l’adozione di strumenti di rendicontazione ESG in modo sempre più permeante e obbligatorio. Obiettivo del corso è fornire elementi conoscitivi e strumentali attraverso i quali individuare opportunità e oneri, criticità e limiti del sustainability reporting (e del ruolo dell’informativa ESG), tanto nell’ottica del perseguimento dell’interesse “generale” quanto in una prospettiva di miglioramento dei processi di gestione aziendale e di risk management di lungo periodo, aspetti che, per propria natura, possono non trovare rappresentazione nei documenti di rendicontazione economico-finanziari. Occorre individuare le attuali priorità sulle tematiche inerenti alla rendicontazione di sostenibilità, al fine di discernere i possibili scenari nel futuro più immediato: perché è adesso che, per molteplici ragioni, i nostri governanti sono chiamati ad adottare scelte e soluzioni determinanti per l’evoluzione del settore e quindi per l’interesse collettivo. Durata – 4 ore

10

Programma Parte Prima – Nozioni introduttive Le finalità della valutazione Le diverse configurazioni di valore del capitale

(capitale economico, capitale di funzionamento e capitale di liquidazione)

Prezzi e valore: le differenze Parte Seconda – I metodi assoluti I metodi basati sui flussi (finanziari e reddituali) I metodi patrimoniali (semplice e complesso) I metodi misti patrimoniale-reddituali Parte Terza – I metodi relativi Presupposti per l’applicazione I multipli da società comparabili I multipli da transazioni comparabili

VALUTAZIONE D’AZIENDA: I METODI ASSOLUTI E I METODI RELATIVI

Obiettivi

Il corso si propone di fornire ai partecipanti gli strumenti concettuali ed operativi per la valutazione del capitale economico delle aziende. Il corso intende fornire un inquadramento sistematico ma operativo sulle modalità e le circostanze di valutazione dell’azienda, illustrando le diverse proposte metodologiche definite dalla dottrina e la loro completa applicazione alle fattispecie reali. In particolare, sono trattate le seguenti tematiche: - le configurazioni di capitale aziendale; - le ipotesi di valutazione utilizzando i metodi di valutazione economici, finanziari, patrimoniali, misti e dei multipli; - la stima delle variabili necessarie per applicare i metodi di valutazione; - le best practice di valutazione impiegate in ambito nazionale e internazionale. Il frequentante sarà in grado di ricorrere ai principali approcci di valutazione attraverso lo svolgimento di casi in aula che consentiranno di comprendere le difficoltà insite nella valutazione d’azienda. Durata – 4 ore

11

Programma Parte Prima – Nozioni introduttive Le finalità della valutazione Le diverse configurazioni di valore del capitale

(capitale economico, capitale di funzionamento e capitale di liquidazione)

Prezzi e valore: le differenze Parte Seconda – I metodi assoluti I metodi basati sui flussi (finanziari e reddituali) I metodi patrimoniali (semplice e complesso) I metodi misti patrimoniale-reddituali Parte Terza – I metodi relativi Presupposti per l’applicazione I multipli da società comparabili I multipli da transazioni comparabili Parte Quarta – La bozza dei Principi italiani di valutazione Finalità e destinatari del documento Contenuto (requisiti dell’esperto, configurazioni

di valore, approcci e metodiche di valutazione, i documenti di valutazione)

Prime osservazioni

VALUTAZIONE D’AZIENDA: METODI E ANALISI DELLE BOZZE DEI NUOVI PRINCIPI ITALIANI DI VALUTAZIONE

Obiettivi

Il corso si propone di fornire ai partecipanti gli strumenti concettuali ed operativi per la valutazione del capitale economico delle aziende. In particolare, nella prima parte sono trattate le seguenti tematiche: - le configurazioni di capitale aziendale; - le ipotesi di valutazione utilizzando i metodi di valutazione economici, finanziari, patrimoniali, misti e dei multipli; - la stima delle variabili necessarie per applicare i metodi di valutazione; - le best practice di valutazione impiegate in ambito nazionale e internazionale. Nella seconda parte del corso, oggetto di approfondimento sarà l’esame della bozza della prima parte dei nuovi Principi italiani di valutazione (Piv) titolata “La rete concettuale di base (Conceptual Framework)” emanata nel marzo 2013 dall’OIV (Organismo Italiano di Valutazione). I Piv, rivolti agli esperti di valutazione, perseguono l’obiettivo di definire e diffondere Standard di valutazione generalmente accettati ai fini dell’assunzione ed espletamento dell’incarico di valutazione.

Durata – 8 ore

12

Programma Parte Prima – La necessità di un business plan Le funzioni e le prospettive di analisi Caratteristiche e requisiti: le linee guida CNDCEC Strumenti strategici di supporto Parte Seconda – Il piano di marketing; le previsioni di vendita; il piano operativo Il piano di marketing La stima della domanda e l’analisi dei competitor Il budget delle vendite Il piano degli investimenti; la leva operativa Le scelte di lease or buy Parte Terza – La struttura del capitale La scelta delle fonti finanziarie; la leva finanziaria;

il trade off EBIT/EPS Il costo del capitale; la determinazione del beta Il budget di cassa Parte quarta – La valutazione dell’investimento

Gli indicatori di redditività; La sostenibilità finanziaria; la creazione di valore La gestione dei rischi: analisi di sensitività e di

scenario

Parte quinta – La comunicazione del business plan; Executive summary e presentazione

IL BUSINESS PLAN: PIANIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEGLI INVESTIMENTI

Obiettivi

In un contesto dinamico, in rapida evoluzione ed ormai sviluppato su scala globale come quello attuale, è necessario dotarsi di opportuni strumenti di pianificazione, per entrare sul mercato con una nuova azienda tout court o semplicemente per affrontare un nuovo progetto di investimento. La redazione di un business plan consente di verificare al meglio la effettiva fattibilità e convenienza di un progetto imprenditoriale, attraverso un’analisi strategica del mercato e dei competitor, abbinata alla valutazione dei principali aspetti operativi e finanziari. Inoltre, soprattutto in un contesto generale di scarsa liquidità e di credit crunch, l’attività di pianificazione costituisce un presupposto fondamentale per ottenere ed allocare al meglio le risorse finanziarie, soprattutto nel caso di investimenti tra loro mutuamente esclusivi. Scopo del presente corso è quello di fornire strumenti avanzati di pianificazione e valutazione degli investimenti, che vadano oltre una logica meramente contabile, verso un approccio di tipo prevalentemente finanziario, considerando altresì aspetti tradizional-mente percepiti come di non stretto appannaggio dei dottori commercialisti, quali l’elaborazione di un piano di marketing e di previsioni di vendita. Al termine del corso, il professionista sarà in possesso di elementi fondamentali per elaborare un business plan credibile e solido, che consenta di valutare al meglio la fattibilità di un investimento, garantendo in tal modo la possibilità di reperire le risorse finanziarie necessarie per realizzarlo, sia da parte di banche,che di venture capital, business angels o altri soci di capitale. Durata – 4 ore

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Programma Parte Prima – Il partenariato pubblico-privato

Definizione; le ragioni del ricorso al PPP Il PPP in Italia: tipologie di strumenti Parte Seconda – Le nuove regole del Project Finance

Definizione e caratteristiche Normativa, struttura e procedimenti; pianificazione

pubblica e iniziativa privata Parte Terza – Lo studio di fattibilità e il piano economico-finanziario

Interesse pubblico, natura e allocazione dei rischi; alternative di procurement: il “PPP test”

Analisi della fattibilità economico-sociale; verifica della sostenibilità e forme di sostegno pubblico

Aspetti contabili e fiscali; La struttura del capitale e il WACC Proiezioni economiche e flussi di cassa; indicatori di

redditività e sostenibilità finanziaria;

PROJECT FINANCE E PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO: NUOVE OPPORTUNITÀ E RUOLO DEL COMMERCIALISTA

Obiettivi

L’attuale situazione economico-finanziaria degli enti locali impone un completo ripensamento degli investimenti pubblici e delle loro modalità di realizzazione. A causa della drastica riduzione dei trasferimenti dello Stato, nonché dei vincoli imposti dal Patto di Stabilità e dai limiti all’indebitamento, è necessario abbandonare la logica esclusiva dell’appalto tradizionale, al fine di valutare l’utilizzo di strumenti di partenariato pubblico-privato (PPP) per la realizzazione di opere pubbliche. Il ricorso a procedure di PPP, tuttavia, presenta certamente una elevata complessità e richiede una profonda attività di pianificazione e valutazione degli interventi da porre in essere, per garantirne la fattibilità e l’effettiva concretizzazione. Scopo del presente corso è quello di fare luce sulle opzioni e sulle possibilità offerte dal partenariato pubblico-privato, ponendo particolare enfasi sul Project Finance, nel cui ambito il ruolo dell’analista economico-finanziario è certamente preponderante. In relazione a tale strumento, oltre ad aspetti procedurali, saranno analizzati i contenuti dello studio di fattibilità e del piano economico-finanziario: dalla verifica della pubblica utilità all’impiego del “public sector comparator”; dall’analisi dei rischi alla definizione delle eventuali forme di contributo pubblico; dagli aspetti contabili e fiscali alla valutazione della redditività e “bancabilità” del progetto.

Durata – 4 ore

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Programma Parte Prima – Il partenariato pubblico-privato e le nuove regole del Project Finance

Definizione; le ragioni del ricorso al PPP Il PPP in Italia: evoluzione normativa e tipologia di

strumenti Caratteristiche e peculiarità del Project Finance Normativa, struttura e procedimenti; pianificazione

pubblica e iniziativa privata Parte Seconda – Lo studio di fattibilità

Interesse pubblico, natura e allocazione dei rischi; alternative di procurement: il “PPP test”

Analisi della fattibilità economico-sociale; verifica della sostenibilità e forme di sostegno pubblico

Parte Terza – Il piano economico-finanziario; la società di progetto

Aspetti contabili e fiscali; strumenti e agevolazioni Struttura del capitale e WACC Proiezioni economiche e flussi di cassa; indicatori di

redditività e sostenibilità finanziaria;

Parte Quarta – I riflessi sul bilancio dell’ente locale delle operazioni in partenariato pubblico-privato

Allocazione dei rischi e contabilizzazione delle opere in PPP

Strumenti di PPP, patto di stabilità e indebitamento Parte Quinta – Casi pratici

PROJECT FINANCE E PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO: NUOVE OPPORTUNITÀ E RUOLO DEL COMMERCIALISTA

Obiettivi

L’attuale situazione economico-finanziaria degli enti locali impone un completo ripensamento degli investimenti pubblici e delle loro modalità di realizzazione. A causa della drastica riduzione dei trasferimenti dello Stato, nonché dei vincoli imposti dal Patto di Stabilità e dai limiti all’indebitamento, è necessario abbandonare la logica esclusiva dell’appalto tradizionale, al fine di valutare l’utilizzo di strumenti di partenariato pubblico-privato (PPP) per la realizzazione di opere pubbliche. Il ricorso a procedure di PPP, tuttavia, presenta certamente una elevata complessità e richiede una profonda attività di pianificazione e valutazione degli interventi da porre in essere, per garantirne la fattibilità e l’effettiva concretizzazione. Scopo del presente corso è quello di fare luce sulle opzioni e sulle possibilità offerte dal partenariato pubblico-privato, ponendo particolare enfasi sul Project Finance, nel cui ambito il ruolo dell’analista economico-finanziario è certamente preponderante. In relazione a tale strumento saranno analizzati i principali aspetti procedurali, nonché i contenuti dello studio di fattibilità e del piano economico-finanziario: dall’analisi dei rischi alla definizione delle eventuali forme di contributo pubblico; dagli aspetti contabili e fiscali alla valutazione della redditività e “bancabilità” del progetto. Per esigenze di completezza ed organicità, sono approfondite anche tematiche relative all’impatto sui bilanci degli enti locali degli investimenti realizzati mediante il ricorso al PPP. Il corso si conclude con l'analisi di alcuni casi pratici relativi a diverse tipologie di interventi attuati attraverso lo strumento del Project Finance.

Durata – 8 ore

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Obiettivi

Questo corso ha lo scopo di fornire una guida operativa ai professionisti ed ai loro clienti che intendono richiedere un contributo o usufruire di un incentivo. Trasmettere la conoscenza degli strumenti operativi indispensabili per utilizzare gli incentivi esistenti in ambito europeo, nazionale e regionale. Si approfondiranno con un taglio pratico e operativo il quadro delle opportunità di finanziamento e le linee guida per la progettazione e stesura di un progetto comunitario. Durata – 8 ore

Programma Parte Prima – cos'è la Finanza Agevolata? Strategia Europa 2020 Politiche di coesione Accordo di Partenariato Parte Seconda – I programmi a gestione diretta

Quali sono? Come si scrivono e gestiscono i progetti europei Logical Framework Approch Parte Terza – I programmi a gestione indiretta – fondi strutturali

FESR FSE Fondo Coesione Piano Operativo Regionale Parte Quarta – Caso pratico

I FINANZIAMENTI AGEVOLATI PER LO SVILUPPO DI IMPRESE E PROFESSIONISTI

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Programma

La nomina e la revoca dei liquidatori di una s.r.l. e il ruolo del notaio. Disamina della normativa civilistica di riferimento

L’accertamento delle cause di scioglimento ex art. 2484 c.c. e gli adempimenti conseguenti

o Il ruolo degli amministratori

La convocazione assembleare per le deliberazioni di cui all’art. 2487 c.c.

La riduzione del capitale al disotto del minimo in conseguenza di perdite: particolarità degli adempimenti alla luce delle massime espresse dai Notai del Triveneto

La “situazione patrimoniale” infra-annuale da sottoporre ai soci nel caso della riduzione del capitale al disotto del minimo legale: finalità e caratteristiche alla luce del Principio Contabile OIC 5

Il Bilancio finale di liquidazione: aspetti sostanziali e funzionali

o La cancellazione della società e gli effetti sui creditori: l’orientamento giurisprudenziale

Le pretese del Fisco sulle società estinte: azione erariale e tutela dei soggetti coinvolti

L’“inizio della liquidazione” ai fini delle imposte sui redditi

Le problematiche fiscali connesse al “Fondo per costi ed oneri di liquidazione”.

LA PROCEDURA DI LIQUIDAZIONE: ASPETTI CONTROVERSI E SPUNTI PER LA SEMPLIFICAZIONE

Obiettivi

La liquidazione delle società costituisce indubbiamente un procedimento di elevata complessità, sia per quanto concerne i numerosi e delicati adempimenti posti a carico dei liquidatori, sia per i rapporti giuridici che, per effetto della stessa, vengono ad instaurarsi tra i medesimi liquidatori, gli amministratori, i soci e i creditori. Sono innumerevoli i casi di contenziosi di difficoltosa risoluzione che coinvolgono i liquidatori di società, trascinandoli in annose “querelle” anche laddove questi abbiano operato scrupolosamente ed in piena buona fede. L’evento formativo offre un’analisi delle problematiche che caratterizzano la procedura della liquidazione. Particolare attenzione verrà attribuita, alla liquidazione di società a responsabilità limitata, tipo sociale particolarmente diffuso nel nostro Paese, in quanto aderente al caratteristico tessuto imprenditoriale italiano composto, come è noto, da una gran quantità di imprese di ridottissime dimensioni. Il corso si propone di far luce sulle “tipicità” della liquidazione delle società a responsabilità limitata, soffermandosi altresì sulla procedura nei suoi aspetti più generali, cercando di coglierne le problematiche più sentite tra gli operatori e suggerendo, ove possibile, qualche “strategia” concretamente perseguibile. Durata – 4 ore

17

Programma

La riforma delle professioni e la legge n.

183/2011: i tipi societari

Le previsioni dell’atto costitutivo e le

condizioni da soddisfare

I soci e le incompatibilità

Le società multidisciplinari

Il procedimento di iscrizione: iscrizione nel

registro delle imprese e iscrizione nella

sezione speciale dell’albo professionale

Il regime disciplinare

La crisi della STP: cenni

Le associazioni professionali

LE SOCIETÀ TRA PROFESSIONISTI

Obiettivi

La legge n. 183/2011 consentendo la costituzione di società tra professionisti secondo i tipi delle società di persone e i tipi delle società di capitali, rappresenta il primo generale atto normativo volto a disciplinare il funzionamento di strutture societarie destinate all’esercizio della professione. La disciplina, solo tratteggiata nelle sue linee generali nella legge n. 183/2011, è stata completata con la pubblicazione del Decreto del Ministero della Giustizia n. 34/2013 relativo, nello specifico, al conferimento dell’incarico professionale, alle incompatibilità, al procedimento di iscrizione e al regime disciplinare. La disciplina che ne è derivata se, per un verso, fornisce indicazioni di insieme su adempimenti pratici e condizioni necessarie per dar vita ad una STP, per altro verso, non risolve alcuni aspetti controversi che renderanno opportuna un’attenta valutazione, sin dalla costituzione, della questione e del caso concreto.

Durata – 4 ore

18

Programma Le norme di comportamento: quadro

istituzione di riferimento, natura e finalità

I nuovi sistemi di controllo nelle s.p.a. e nelle s.r.l.

Incompatibilità, cumulo degli incarichi e indipendenza

Formalità in occasione della nomina

Collegialità, compensi, funzionamento, sostituzione e cessazione

La rinunzia del sindaco e la sua efficacia

Responsabilità (cenni)

Doveri del collegio sindacale ai sensi dell’art. 2403 del Codice Civile

I poteri del collegio sindacale

Il riscontro e la denuncia dei fatti censurabili

L’attività del collegio sindacale nelle operazioni straordinarie e nelle crisi di impresa (cenni)

La vigilanza del collegio sindacale in ordine al bilancio dell’esercizio

I principi di riferimento per l’attività di revisione legale dei conti (cenni)

La revisione legale nel corso dell’esercizio

La relazione sul bilancio e la relazione finale (cenni)

DOVERI E POTERI DI VIGILANZA DEI SINDACI NELLE NORME DI COMPORTAMENTO DEL COLLEGIO SINDACALE

Obiettivi In un contesto normativo profondamente innovato ai sindaci sono affidati significativi ruoli e crescenti responsabilità. Al fine di orientare i sindaci nello svolgimento delle funzioni di controlli il Consiglio Nazionale ha predisposto le “Norme di comportamento del collegio sindacale” che assumono valenza di norme deontologiche. Il corso si prefigge di illustrare le linee guida per un comportamento diligente degli organi di controllo con una particolare attenzione alle novità normative intervenute in materia di sistemi di controllo. Durata – 4 ore / 8 ore

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Programma

I doveri del collegio sindacale previsti dall’art. 2403 c.c.

Il risk approach quale driver dei controlli

La prevenzione e l’emersione della crisi

La segnalazione all’assemblea e la denunzia al tribunale nel caso di gravi irregolarità

La vigilanza nel caso di piano attestato di risanamento ex art. 67 l.f.

La vigilanza nel caso di accordo di ristrutturazione ex art. 182-bis l.f.

La vigilanza nel caso di concordato preventivo ex art. 160 l.f.

Il concordato con riserva ex art. 161 l.f.

Il concordato in bianco ex art. 186-bis l.f.

La continuità aziendale

Le verifiche del revisore in materia di dubbi sulla continuità aziendale

Il giudizio sul bilancio e la relazione del collegio sindacale nei casi di dubbi sulla continuità aziendale

IL RUOLO DEI SINDACI REVISORI NELLA CRISI DI IMPRESA

Obiettivi Il corso affronta, con taglio pratico, gli adempimenti e gli accorgimenti che i professionisti incaricati della funzione di vigilanza quali sindaci e della revisione legale dei conti devono porre in essere al fine di accompagnare la società nel percorso di risanamento, in modo da prevenire le ingenti responsabilità configurabili a loro carico. La trattazione terrà in debita considerazione i Principi di Comportamento del Collegio Sindacale elaborati dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili che costituiscono una "bussola" per orientarsi tra le diverse incombenze facenti capo ai sindaci. Durata – 4 ore

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Programma

Il testo unico della revisione. Il D.Lgs. 39/2010 e i regolamenti attuativi I principi di revisione e le imprese di dimensione minore. Attività preliminari al conferimento

dell’incarico:

o Indipendenza del revisore; o Lettera di incarico; o Proposta motivata del collegio sindacale.

Identificazione e valutazione dei rischi di errori significativi.

Acquisizione di elementi probativi e carte di lavoro.

Formazione ed espressione di un giudizio sul bilancio.

Controllo qualità.

L’organizzazione del collegio sindacale incaricato della revisione legale. --------------------------- Nel corso dell’evento verranno mostrati facsimile di carte lavoro e verranno forniti suggerimenti in merito alla predisposizione del piano di lavoro per la revisione delle principali voci di bilancio.

REVISIONE LEGALE E COLLEGIO SINDACALE

Presentazione Dopo un breve focus sull’operatività delle disposizioni contenute nel testo unico della revisione alla luce dell’emanazione di alcuni dei regolamenti attuativi ivi previsti, ci si soffermerà sulle attività da svolgere per effettuare la revisione legale nelle imprese di dimensione minore. Si concluderanno i lavori analizzando come le attività previste dai principi di revisione possono essere svolte nell’ambito del funzionamento del collegio sindacale incaricato della revisione legale. Durata – 8 ore

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Programma 1. Le soluzioni negoziali della crisi di impresa: piani

ex art. 67, comma terzo, lett. d); i concordati e gli accordi di ristrutturazione. Evoluzione normativa degli istituti

2. Le attestazioni dei piani: i principi di attestazione recentemente emananti da IRDCEC, AIDEA e CNDCEC

3. Il professionista attestatore

3.1 I requisiti di professionalità e indipendenza 3.2 La nomina, l’accettazione dell’incarico, il compenso 3.3 Le verifiche della documentazione 3.4 Ambito dell’incarico professionale: le attività

successive all’attestazione; modifiche del piano e nuova attestazione

4. I giudizi sulla veridicità dei dati e sulla fattibilità del piano o sull’attuabilità dell’accordo

4.1 La diagnosi dello stato di crisi 4.2 Il giudizio sulla veridicità 4.3 Il giudizio sulla fattibilità

5. La struttura della relazione

5.1 La parte introduttiva 5.2 La parte riepilogativa 5.3 La parte conclusiva: le attestazioni

6.Le c.d. attestazioni speciali ex art. 182 – quinquies l.f., ex art.186 - bis l.f.

7.La responsabilità dell’attestatore

7.1. La responsabilità civile 7.2 La responsabilità penale

8. Riflessi sulla governance societaria

8.1.Il nuovo art. 182- sexies l.f. 8.2 Il ruolo degli organi di gestione 8.3 I principi di comportamento del collegio sindacale

I PIANI DI RISANAMENTO E LE ATTESTAZIONI DEL PROFESSIONISTA

Obiettivi

Il corso si propone di esaminare gli istituti di composizione negoziale della crisi e il concordato preventivo alla luce della normativa esistente e dei principi di attestazione dei piani recentemente formulati da AIDEA, IRDCEC e CNDCEC. Si tratta, più precisamente, di illustrare la delicata attività del professionista attestatore, doppiamente qualificato sotto il profilo professionale e in possesso di specifici requisiti di indipendenza, incaricato di rilasciare le attestazioni relative alla veridicità dei dati, alla fattibilità del piano ovvero all’attuabilità dell’accordo di ristrutturazione, non trascurando che il legislatore ha coniato il delitto di falso in attestazioni e relazioni di cui all’art. 236 – bis l.f. anche come reato omissivo. Alcuni cenni, infine, saranno riservati alla governance delle società in crisi. Durata – 4 ore

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Programma

L’impianto normativo

Ambito applicativo della norma (soggetti inclusi, soggetti esclusi, “zona grigia”)

Reati presupposto Condizioni oggettive e soggettive di

attribuzione della responsabilità Sanzioni applicabili e criteri di

commisurazione. Responsabilità amministrativa e vicende

modificative dell’ente

La costruzione dei modelli per l’esenzione dalla responsabilità

Natura, caratteristiche e funzione esimente dei modelli organizzativi e di gestione

Modalità di adozione e attuazione dei modelli organizzativi

Organismo di vigilanza: individuazione, funzioni e responsabilità

Attribuzione delle funzioni di OdV al Collegio Sindacale: linee guida

LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI EX D.LGS. 8 GIUGNO 2001, N. 231

Obiettivi

L’introduzione della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche di cui al d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231 ha rappresentato una delle riforme più significative del nostro ordinamento giuridico. La relativa disciplina ha imposto, da un lato, la creazione di un incisivo sistema sanzionatorio dei comportamenti illeciti dell’ente e, dall’altro, l’assunzione di mezzi di prevenzione idonei ad evitare l’insorgere stesso dei reati. Obiettivo del corso organizzato dalla Fondazione è quello di fornire una panoramica completa della normativa, muovendo dai principi generali e arrivando ai temi di maggiore attualità: dalla costruzione del modello “esimente” al funzionamento dell’organo di vigilanza. Il tutto evidenziando la centralità del ruolo del professionista economico-giuridico, le cui competenze risultano indispensabili ai fini della corretta implementazione di un idoneo sistema di compliance aziendale.

Durata – 4 ore

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Obiettivi

Obiettivo dell’evento formativo è quello di offrire una panoramica sulle più utilizzate metodologie di accertamento cui fanno ricorso gli uffici finanziari per ricostruire il reddito dei contribuenti. La prima tipologia esaminata è quella delle indagini finanziarie che, iniziando dall’analisi dell’Anagrafe dei rapporti esistenti tra contribuenti ed enti creditizi come disciplinati da ultimo dal D.L. n. 201/2011, arriva ad approfondire in particolare la previsione, definita «presunzione di ricavi e di prelevamenti», che consente agli uffici di desumere in modo automatico l’esistenza di ricavi o compensi non dichiarati se il contribuente non dimostra che ne ha tenuto conto ai fini della determinazione del reddito o che non hanno rilevanza allo stesso fine. La seconda tipologia esaminata è quella degli studi di settore, relativamente ai quali vengono approfonditi i nuovi correttivi anticrisi, la modulistica e le novità dichiarative previste in UNICO 2013. Quanto, poi, agli accertamenti da studi di settore, sarà analizzata la più recente giurisprudenza di legittimità in tema di contraddittorio endoprocedimentale e di prova contraria. Il corso è, infine, completato dall’esposizione della disciplina e del funzionamento del nuovo redditometro, strumento messo a punto a fine 2012 dall’Agenzia al fine di rideterminare il reddito complessivo delle persone fisiche senza passare per la previa identificazione delle singole fonti produttive. Anche per il redditometro si tratterà delle possibili strategie difensive a disposizione del contribuente, strategie che, a seguito delle modifiche apportate dal D.L. n. 78/2010, consentono al contribuente di far ricorso ad ogni mezzo atto a dimostrare che le spese sono state sostenute grazie a somme legalmente escluse dalla formazione della base imponibile, a redditi conseguiti in altri periodi di imposta, ovvero che sono state finanziate da economie terze o tramite il ricorso all’indebitamento. Durata – 4 ore

Programma 1. La rilevanza delle indagini finanziarie a

supporto degli altri accertamenti o La presunzione di ricavi e di prelevamenti:

l’inversione dell’onere della prova; o L’applicazione retroattiva delle presunzioni bancarie

a carico dei professionisti: la sent. n. 228/2014 della Corte costituzionale;

o L’utilizzo dei dati dei conti di terzi e familiari; o La comunicazione integrativa annuale ex art. 11 D.L.

n. 201/2011

2. Gli studi di settore 2013 o I nuovi correttivi anticrisi e gli effetti su Ge.Ri.Co

2013;

o La modulistica e gli adempimenti dichiarativi

o 2.1. Gli accertamenti da studi di settore o La norma premiale per i congrui e coerenti:

contenuto e limiti; o Il ruolo del contraddittorio e la prova contraria: il

punto della giurisprudenza di legittimità 3. Il nuovo redditometro o Le banche dati e gli altri strumenti per la raccolta

delle informazioni; o Lo spesometro e i dati forniti dagli operatori

finanziari; o La nozione di nucleo familiare e la territorialità; o Il parere del Garante della Privacy del 21 novembre

2013; o La Circolare n.6/E del’11 marzo 2014

1.1 gli accertamenti da redditometro o La tutela del contribuente raggiunto da un

accertamento da redditometro: obbligo del contraddittorio e le conseguenze della sua mancata attivazione;

o L’ampliamento della prova contraria; o La retroattività del nuovo strumento: le recenti

pronunzie della giurisprudenza di merito e la posizione dell’Agenzia delle Entrate

INDAGINI FINANZIARIE, REDDITOMETRO E STUDI DI SETTORE

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Programma

La finalità e la natura dell’istituto del reclamo

Profili di costituzionalità del nuovo istituto: la presunta violazione degli artt. 2, 24 e 25 cost. e le ordinanze di rinvio delle commissioni di merito

L’ambito di applicazione: gli atti reclamabili

Il reclamo: modalità e termini di presentazione

Il contenuto e gli effetti della presentazione dell’istanza

La sospensione della riscossione

La trattazione e l’esito del reclamo

La fase di mediazione: la proposta ad iniziativa del contribuente e ad iniziativa dell’ufficio

Il perfezionamento della mediazione

Il fallimento della mediazione e l'instaurazione del giudizio

La disciplina delle spese di giudizio

IL RECLAMO E LA MEDIAZIONE TRIBUTARIA

Obiettivi L’obiettivo dell’evento formativo è quello di esporre il contenuto dell’art. 39, 9° co., d.l. n. 98/2011 che ha inserito nel D.lgs. n. 546/1992, l’art. 17 bis rubricato “Il reclamo e la mediazione tributaria” che ha introdotto, per le controversie di valore non superiore a ventimila euro, relative ad atti emessi dell’Agenzia delle entrate e notificati a decorrere dal 1° aprile 2012, un rimedio amministrativo da esperire in via preventiva ogniqualvolta si intenda presentare ricorso dinanzi al giudice tributario, pena l’inammissibilità dello stesso. La finalità della nuova procedura è quella di decongestionare il carico di lavoro delle Commissioni, riconoscendo al contribuente la possibilità di definire in via amministrativa le contestazioni di ammontare più modesto, mediante la presentazione obbligatoria di un’istanza di riesame che anticipa il contenuto del ricorso e con la quale si chiede l’annullamento totale o parziale dell’atto contro il quale si intende proporre ricorso, ma nella stessa istanza è facoltà del contribuente inserire anche una motivata proposta di mediazione, completa della rideterminazione dell’ammontare della pretesa. Il corso, oltre ad approfondire le tematiche relative agli atti reclamabili, alle modalità, ai termini, al contenuto e agli effetti conseguenti alla presentazione dell’istanza di reclamo, sarà completato dall’analisi della fase di mediazione che può avere ad oggetto sia la proposta presentata dal contribuente o quella diversa che l’ufficio può formulare, anche solo per consentire al contribuente di fruire della riduzione delle sanzioni con conferma integrale della pretesa azionata dall’ufficio. Durata – 4 ore

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Programma

1. L’autotutela tributaria La disciplina del potere di autotutela: l’art. 2 quater L. n.

656/94 e il D.M. n. 37/97; Profili sostanziali del potere di riesame: gli atti riesaminabili

e i vizi che giustificano l’annullamento dell’atto (formali e sostanziali);

Profili procedimentali: annullamento d’ufficio, ad istanza di parte ed ad opera del Garante;

Profili processuali: l’impugnativa del provvedimento di diniego espresso e/o tacito dinanzi le commissioni tributarie;

I recenti orientamenti della giurisprudenza di legittimità in tema di impugnazione del diniego di agire in autotutela;

Il risarcimento del danno da mancato esercizio del potere di autotutela

2. La mediazione e il reclamo La finalità e la natura dell’istituto del reclamo; L’ambito di applicazione: gli atti reclamabili; L’atto di reclamo: contenuto, termini e modalità di

presentazione dell’istanza; La trattazione e l’esito del reclamo; La fase di mediazione: la proposta ad iniziativa del

contribuente e ad iniziativa dell’ufficio; Il perfezionamento della mediazione; Il fallimento della mediazione e l’instaurazione del giudizio; La disciplina delle spese di giudizio 3. L’accertamento con adesione Evoluzione storica della disciplina normativa Disciplina attuale Ambito soggettivo ed oggettivo di applicazione Gli effetti dell’adesione Le modalità di avvio del procedimento L’iter procedimentale dell’adesione Il perfezionamento dell’adesione La definizione dell’invito al contraddittorio 4. La conciliazione giudiziale Profili generali Ambito di applicazione Profili procedimentali L’estinzione del giudizio Dubbi interpretativi La conciliazione stragiudiziale: profili generali I poteri del giudice Profili procedimentali L’estinzione del giudizio L’applicazione delle sanzioni

AUTOTUTELA, MEDIAZIONE E RECLAMO, ACCERTAMENTO CON ADESIONE E CONCILIAZIONE GIUDIZIALE

Obiettivi L’obiettivo dell’evento formativo è quello di offrire una panoramica della disciplina, dei profili procedimentali e dei recenti orientamenti della giurisprudenza di legittimità in materia di strumenti deflativi del contenzioso tributario. Tra questi istituti deve esser ricompresa anche l’autotutela tributaria che consiste nel potere dell’amministrazione finanziaria di annullare o revocare gli atti dalla stessa emessi se risultati all’esito del riesame illegittimi o infondati. In particolare il corso esaminerà le più recenti pronunce della giurisprudednza di legittimità in ordine sia al sindacato in sede di processo tributario avverso il mancato esercizio del potere di autotutela, sia al riconoscimento al contribuente del diritto al risarcimento del danno da mancato esercizio del potere di autotutela (Cass., n. 698/10 e n. 5120/11). Quanto agli altri strumenti deflativi, il corso esaminerà quelli, disciplinati nel D.Lgs. n. 218/97, a disposizione del contribuente che, nel corso di una verifica o essendo già destinatario di un avviso di accertamento, intenda evitare l’avvio immediato di un contenzioso con l’ufficio. Il corso è, infine, completato dall’esame dell’istituto del reclamo e della mediazione tributaria, disciplinato dall’art. 17-bis D.Lgs. n. 546/92, che ha introdotto, per le controversie di valore non superiore ai ventimila euro, relative ad atti emessi dall’Agenzia delle entrate e notificati a decorrere dal 1° aprile 2012, un rimedio amministrativo da esperire in via preventiva ogniqualvolta si intenda presentare ricorso dinanzi al giudice tributario, pena l’inammissibilità dello stesso. Durata – 8 ore

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Programma

1. Le vicende incidentali del processo La sospensione del processo: profili generali La sospensione necessaria La pregiudizialità penale L’interruzione del processo: profili generali Il momento di efficacia dell’interruzione Gli eventi interruttivi I provvedimenti e gli effetti delle vicende incidentali La ripresa del processo L’estinzione del processo: profili generali La rinuncia al ricorso L’inattività delle parti La cessata materia del contendere

2. Le misure cautelari La sospensione giudiziale: profili generali La sospensione giudiziale: ambito d’applicazione e

presupposti Profili procedimentali della sospensione giudiziale Dubbi interpretativi e recenti pronunce di legittimità La sospensione di atti volti al recupero di aiuti di Stato:

profili generali L’ambito di applicazione ed i presupposti Profili procedimentali della sospensione di atti volti al

recupero di aiuti di Stato L’ipoteca e il sequestro conservativo: profili generali L’ambito di applicazione e presupposti Profili procedimentali La perdita di efficacia delle misure cautelari

3. Il procedimento conciliativo La conciliazione giudiziale: profili generali Ambito di applicazione Profili procedimentali L’estinzione del giudizio Dubbi interpretativi La conciliazione stragiudiziale: profili generali I poteri del giudice Profili procedimentali L’estinzione del giudizio L’applicazione delle sanzioni

MISURE INCIDENTALI E PROCEDIMENTI CAUTELARI E CONCILIATIVI NEL CONTENZIOSO TRIBUTARIO

Obiettivi Il corso che vuole offrire un’occasione di riflessione su quella parte del contenzioso tributario spesso trascurata dalle principali offerte formative. In particolare, vengono affrontate le vicende incidentali del processo (vale a dire interruzione, sospensione ed estinzione del giudizio dinanzi le Commissioni tributarie), gli strumenti di tutela cautelare offerti al contribuente (la sospensione giudiziale, la sospensione amministrativa, la sospensione degli atti di recupero degli aiuti di Stato dichiarati illegittimi) e quelli finalizzati alla conservazione del credito erariale (ipoteca e sequestro conservativo), nonché il procedimento conciliativo (conciliazione giudiziale e stragiudiziale). Nell’affrontare tali argomenti, soprattutto da un punto di vista procedimentale, si è cercato di risolvere alcuni degli annosi dubbi interpretativi, facendo riferimento soprattutto ai più recenti orientamenti della Corte di Cassazione. In sostanza, si è voluto offrire al dottore commercialista un’agile strumento per poter rivedere alcune procedure del contenzioso tributario, aggiornandosi, al contempo, in ordine sia alle ultime novità normative che ai più recenti orientamenti manifestati dai giudici di legittimità in detta materia. Durata – 4 ore

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Programma 1. L’accertamento con adesione

Evoluzione storica della disciplina normativa

Disciplina attuale Ambito soggettivo ed oggettivo di

applicazione Gli effetti dell’adesione Le modalità di avvio del procedimento L’iter procedimentale dell’adesione Il perfezionamento dell’adesione La natura dell’atto di accertamento con

adesione 2. La definizione dell’invito al contraddittorio

Premessa Profili procedimentali Ambito applicativo

3. L’adesione al processo verbale di constatazione

Premessa Profili procedimentali L’oggetto dell’adesione La comunicazione dell’adesione L’atto di definizione Il perfezionamento dell’adesione La natura della comunicazione di adesione Gli effetti dell’adesione

4. L’adesione al processo verbale di constatazione

Premessa Gli effetti dell’acquiescenza

STRUMENTI DEFLATTIVI DEL CONTENZIOSO TRIBUTARIO

Obiettivi Il corso è finalizzato ad offrire una panoramica completa degli strumenti, disciplinati all’interno della legge n. 218 del 1997, a disposizione del contribuente che, trovandosi in corso di verifica, o avendo subito un accertamento, intende evitare l’avvio immediato di un contenzioso con il Fisco. Nell’affrontare tali argomenti, soprattutto da un punto di vista procedimentale, si è cercato di risolvere alcuni degli annosi dubbi interpretativi, facendo riferimento soprattutto ai più recenti orientamenti delle Corti di legittimità e merito, nonché della prassi amministrativa.L’utilità del corso è suggerita dalla convinzione che un’approfondita conoscenza dei diversi effetti, nonché dei presupposti e dei singoli procedimenti che regolano l’accertamento con adesione, la definizione dell’invito al contraddittorio, l’adesione al PVC e l’acquiescenza consente al dottore commercialista di meglio “personalizzare” il tipo di “difesa” che, di volta in volta, si ritiene più utile suggerire al proprio cliente interessato da una verifica o da un accertamento fiscale. Durata – 4 ore

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Programma

1. Gli atti della riscossione Avvisi bonari, ruoli e cartelle; Gli accertamenti esecutivi; Gli atti reclamabili;

2. I poteri degli uffici in materia di riscossione I poteri degli uffici finanziari e di Equitalia in

materia di riscossione; La riscossione frazionata; La rateazione e la sospensione;

3. La tutela del contribuente avverso gli atti della riscossione La difesa dagli accertamenti esecutivi e dagli atti

reclamabili; I vizi dei ruoli e delle cartelle di pagamento:

- i termini e le modalità di notifica; - il contenuto degli atti;

La difesa dagli atti cautelari: - il sequestro per equivalente in materia tributaria; - l’ipoteca giudiziale; - il sequestro conservativo

La difesa dalle azioni di Equitalia: - il fermo amministrativo e l’ipoteca; - il pignoramento presso terzi

LA DIFESA DEL CONTRIBUENTE DAGLI ATTI DELLA RISCOSSIONE

Obiettivi L’obiettivo dell’evento formativo è quello di offrire una panoramica della disciplina e dei profili procedimentali dell’attuale modello organizzativo della riscossione, esito della soppressione del sistema (degli esattori prima) e dei concessionari (dopo), attività oggi affidata all’Agenzia delle Entrate che la esercita tramite Equitalia s.p.a., società dalla stessa partecipata. L’attualità dell’argomento è confermata dalle recenti modifiche apportate dal legislatore alla disciplina dell’avviso di accertamento, atto che alla funzione impositiva ha aggiunto quella esattiva, realizzando in tal modo in capo all’atto “impoesattivo” la concentrazione delle funzioni di titolo esecutivo e di precetto, affidate sino al d.l. n. 78/2010 rispettivamente al ruolo ed alla cartella di pagamento. Il corso è, poi, completato dall’esposizione della possibile tutela esperibile dal contribuente avverso gli atti della riscossione e le azioni cautelari e conservative poste in essere dagli uffici e dall’agente della riscossione a tutela del credito erariale. Durata – 4 ore

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Programma

1. Premessa: La funzione del sistema sanzionatorio I principi generali delle sanzioni

amministrative tributarie

2. Il principio di legalità Legislazione previgente L’analogia La sopraggiunta sanzionabilità

3. Il principio del favor rei Definitività del provvedimento di irrogazione

sanzioni Efficacia temporale Modifica delle misure edittali della sanzione Modifica della tipologia di sanzione La rivendicazione in giudizio del favor rei

4. Il principio di personalità della sanzione Personalità e proporzionalità L’elemento psicologico Le attenuazioni del principio di personalità Le persone giuridiche La delega di funzioni Il concorso di persone L’assicurabilità del rischio La responsabilità del consulente

5. Le cause di non punibilità La presunzione di colpa Le rilevazioni contabili e le valutazioni

estimative L’obiettiva incertezza Il trasferimento delle sanzioni dal delegante al

delegato La causa di forza maggiore Le violazioni formali

6. Modalità di irrogazione Concorso formale e materiale Continuazione Cumulo materiale e cumulo giuridico Ravvedimento operoso

LE SANZIONI AMMINISTRATIVE TRIBUTARIE

Obiettivi Il corso vuole offrire una dettagliata analisi dei principi generali nonché delle modalità di irrogazione delle sanzioni amministrative tributarie. A tal fine, dopo aver svolto alcune brevi premesse in ordine alla funzione assegnata dal nostro ordinamento alle sanzioni amministrative tributarie, si passerà ad approfondire l’esatta portata e le modalità di applicazione dei principi di legalità, del cd. “favor rei” e di personalità della sanzione. La seconda parte della giornata sarà, viceversa, dedicata ad un approfondimento in ordine alle cause di non punibilità previste dal nostro ordinamento, nonché alle modalità di irrogazione delle sanzioni con specifico riferimento alle ipotesi di concorso (formale e materiale) e/o continuazione. Infine, si svolgeranno alcune considerazioni in ordine all’istituto del ravvedimento operoso. Durata – 8 ore

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I NUOVI TRIBUTI LOCALI

Obiettivi Il corso vuole offrire una prima analisi delle principali novità intervenute in materia di tributi locali nell’ultimo biennio. Novità che, come noto, hanno profondamente trasformato la fiscalità locale, ridisegnandola pressoché integralmente. A tal fine, si analizzeranno i diversi modelli impositivi, entrati in vigore nel 2014 (la IUC), applicabili alla tassazione degli immobili (l’IMU, e la TASI), alla tassazione dei rifiuti (la TARI). Il corso offre altresì una panoramica dei diversi adempimenti cui sono stati chiamati i contribuenti negli ultimi mesi e quelli che si dovranno affrontare nei prossimi mesi, ancora non senza incertezze sul piano normativo e della prassi ministeriale. L’obiettivo è quello di offrire un valido strumento al professionista che sempre più negli ultimi tempi è chiamato a supportare la propria clientela anche sul fronte della fiscalità locale. Durata – 4 ore

Programma 1. La IUC Premessa I soggetti passivi Disposizioni attuative La dichiarazione Le sanzioni IUC

2. L’IMU Premessa I soggetti passivi Il presupposto impositivo La base imponibile e le diverse tipologie di immobili Le aliquote L’abitazione principale Ulteriori agevolazioni ed esenzioni Le disposizioni procedimentali La dichiarazione Le modalità di versamento La deducibilità dell’IMU L’IMU secondaria

3. La TARI e la TASI La TARI: il presupposto Segue: la base imponibile Segue: le agevolazioni Segue: i versamenti Segue: l’accertamento e la riscossione La TASI: il presupposto e i soggetti passivi Segue: la base imponibile Segue: l’aliquota Segue: le agevolazioni e le esenzioni Segue: la dichiarazione e i versamenti

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Programma

1. Il Trust Sez. I Profili normativi La disciplina di riferimento Le diverse tipologie di trust Le finalità perseguibili con il trust La dotazione patrimoniale del trust (cenni)

Sez. II Profili fiscali Profili di imposizione diretta: il trust

soggetto passivo IRES La tassazione per trasparenza in capo ai

beneficiari individuati La residenza del trust Le imposte indirette: l’atto costitutivo del

trust La dotazione patrimoniale del trust

2. Il Fondo patrimoniale Sez. I Profili normativi La disciplina di riferimento La titolarità dei beni in fondo L’amministrazione del fondo L’estinzione del fondo I limiti all’azione esecutiva Pubblicità e trascrizione

Sez. II Profili fiscali I criteri di imputazione dei redditi dei beni

in fondo Le plusvalenze La tassazione dell’atto costitutivo del fondo

patrimoniale

PROFILI FISCALI DEL TRUST E DEL FONDO PATRIMONIALE

Obiettivi Il ricorso agli strumenti di segregazione patrimoniale sta conoscendo un’epoca di rinnovato splendore dovuta sia al mutamento del contesto socio – economico, sia al rinnovato interesse mostrato in tal senso. Nell’ambito di tali strumenti di segregazione patrimoniale il Trust si caratterizza per la labilità dei propri confini definitori e operativi che lo rende uno strumento adattabile a molteplici esigenza di tutela patrimoniale; mentre il fondo patrimoniale è da tempo utilizzato a tutela del soddisfacimento dei bisogni familiari. Il corso si propone di offrire un’attenta disamina dei profili fiscali di entrambi gli istituti ripercorrendone l’evoluzione normativa e la prassi ministeriale. . Durata – 4 ore

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Programma

Il diritto al contraddittorio

La centralità del contraddittorio negli accertamenti basati su redditometro e studi di settore

L’illegittimità derivata degli avvisi di accertamento per violazione delle regole procedimentali

Limiti di validità dell’avviso di accertamento "ante tempus"

Le preclusioni probatorie per i documenti non esibiti in sede di verifica

IL DIRITTO AL CONTRADDITTORIO NELLA RECENTE EVOLUZIONE

NORMATIVA E GIURISPRUDENZIALE

Obiettivi

Il corso intende approfondire i temi dei diritti e degli obblighi del contribuente nella fase c.d. endoprocedimentale, ossia antecedente all'eventuale instaurazione del contenzioso dinanzi agli organi di giustizia tributaria. In tale fase, il diritto al contraddittorio preventivo rispetto all'emissione dell'avviso di accertamento costituisce, senza dubbio, una delle principali tutele riconosciute al contribuente dall'ordinamento. Si approfondiranno dunque i contorni di tale diritto e la sua centralità rispetto alle metodologie di accertamento oggi più largamente in uso da parte dell'Agenzia delle Entrate, vale a dire redditometro e studi di settore. Saranno esaminate le cause di invalidità/illegittimità degli atti impositivi emanati in violazione delle regole procedimentali nonché le conseguenze che derivano dalla notifica dell'avviso di accertamento prima del decorso del termine di sessanta giorni previsto dall'art. 12, comma 7, della L. 212/2000 (Statuto dei diritti del contribuente). In chiusura, si analizzeranno le disposizioni che sanciscono l'inutilizzabilità da parte del contribuente dei documenti, dati e notizie non esibiti in sede di verifica, verificando in dettaglio le condizioni e i presupposti necessari per l'operatività di dette preclusioni probatorie. Il tutto, con ampi riferimenti alla prassi e alla giurisprudenza in materia.

Durata – 4 ore

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Programma Parte Prima – Le fonti normative; gli obblighi dei professionisti

La nozione di riciclaggio

(segue) Riciclaggio e reati tributari

Gli obblighi dei professionisti: - l’adeguata verifica della clientela - la registrazione e la conservazione dei dati - la segnalazione delle operazioni sospette - la formazione - le limitazioni all’uso del contante e dei

titoli al portatore Parte Seconda – Il sistema sanzionatorio e le attività di verifica della GdF

Le principali sanzioni amministrative e penali

Le attività di verifica della GdF presso gli studi professionali

L’iter di applicazione delle sanzioni

ANTIRICICLAGGIO: NORMATIVA E ADEMPIMENTI PER I PROFESSIONISTI

Obiettivi

Il percorso evolutivo della disciplina antiriciclaggio prosegue senza sosta: numerose, infatti, sono le novità che di continuo incidono sull’applicazione di questa complessa normativa. Si tratta di aggiornamenti importanti, atteso che i loro effetti si riverberano in modo diretto sui professionisti soggetti al d.lgs. 231/2007, ponendo nuovamente l’attenzione sull’importanza della predisposizione di appositi presidi all’interno degli studi professionali in ottemperanza agli adempimenti previsti dalla legge. Invero, sotto il profilo applicativo gli obblighi posti a carico dei professionisti e degli Ordini Professionali risultano tutt’altro che semplificati dagli ultimi interventi legislativi e interpretativi (MEF, UIF, GdF). Dunque, a fronte degli ineludibili obblighi imposti dal D.Lgs. n. 231/2007 e confermati dai successivi interventi legislativi, è ormai indispensabile che i professionisti coinvolti predispongano le misure previste nell’ambito della necessaria collaborazione con le autorità di vigilanza del settore. Scopo del presente corso è quello di far luce sugli adempimenti posti a carico del dottore commercialista e dell’esperto contabile: dalla adeguata verifica della clientela alla registrazione e alla conservazione dei dati, dalla segnalazione delle operazioni sospette alla predisposizione di idonee misure di controllo interno. L’attenzione è posta, infine, sulle sanzioni amministrative e penali correlate ai nuovi obblighi e sul loro iter di applicazione. Durata – 4 ore

FONDAZIONE NAZIONALE DEI COMMERCIALISTI

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