Elementi Di Psicologia e Sociologia Cap.5

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Cap5: elementi di psicologia e sociologia . Area psicologica e sociologia nel'ambito della figura del'operatore socio sanitario

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Nulla è pill costante del djvenjre.

Vietar Fleming

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Capitolo

ELEMENTI DI PSICOLOGIAE SOCIOLOGIA

I concetti il BREVI CENNI DI STORIA DELLA PSICOLOGIA

Lapsicologia può essere considerata una scienza recente. Infatti solo in tempi relativamente re-centi ha identificato con chiarezza il proprio esclusivo ogg'::tto di studio.

I! termine psicologia trova la sua origine etimologica in una parola greca che significa "scienzadell'anima" (psyco-logos).!

Lastoriografia psicologica moderna riconosce al fisiologo tedesco Wilhelm Wundt il meritodi aver sistematizzato la psicologia costituendola come scienza indipendente Partendo dalla con-vinzione che la psicologia, in quanto scienza naturale, deve prendere a modello la fisiologia,Wundt vincolava il progresso della psicologia alla misurazione di fenomeni connessi nell'ambitodi un laboratorio e con l'uso del metodo sperjmentale. Egli non fu un innovatore, ma ebbe il grandemerito di aver saputo riunire e ordinare in un'unica opera i contributi di diversi autori esponentidi differenti discipline. Dopo aver accettato, nel 1875, la cattedra di filosofia a Lipsia, nel 1879fonda nella stessa città il primo laboratorio al mondo di psicologia sperimentale, dove si con-centrava in sperimentazioni di carattere prevalentemente fisiologico.

I! valore di queste sperimentazioni, che oggi gli viene pienamente riconosciuto, non è legatoalle scoperte realizzate ma al fatto che contribuirono in modo determinante a stabilire l'indi-pendenza della psicologia dalle altre discipline. Se volessimo sintetizzare il contributo di questoautore potremmo dire che:

l. definìl'oggetto d'indagine della psicologia, (:cioè l'esperienza umana immediata contrappo-sta a quella mediata, campo d'indagine delle scienze fisiche;

I Scienzache studia il comportamento e i processi mentali dell'uomo e dell'animale ~ Psicologiaanalilica,la dottrina psicoanalitica di c.G. Jung (1875-\96\) ~ Psicologia applicata, che adatta le teorie psi-cologichea diversi settori, quali i disturbi mentali, il lavoro, l'educazione e il crimine ~ Psicologia clinica,che individua tecniche di cura avvalendosi delle scoperte dei vari settori della psicologia ~ Psicologia filo-sofica, disciplina che tratta, come parte della filosofia, i problemi dell'essenza dell'anima ~ Psicologia dellaforma, gestaltismo ~ Psicologia evoluliva, quella che studia lo sviluppo psichico degli individui o dei gruppi~ Psicologia del profondo, parte della psicologia che studia i processi inconsci ~ Psicologiadel lavoro, psi-cotecnica ~ Psicologia soÒale, studio del comportamento degli individui e dei gruppi in un ambiente socia-le ~Psicologia sperimentale, che adotta il metodo sperimentale, per cui, conosciute le condizioni in cui simanifesta un fenomeno, diventa possibile riprodurlo. (Tratto da Lo Zingarelli 2005, Zanichelli, Bologna.)

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PARTE SECONDA · Area psicologìca e sodale J, !! I

2. codificòcon estremo rigoreilmetodosperimentale,nell'ambitodell'indaginepsicologica,in- ;

sistendo sull'importanza dell'identificazione e del controllo delle differenti variabili che en-.;

trano in gioco nella sperimentazione;3, infine introdusse il principio del parallelismo psicofisico, secondo cui i processi mentali e quelli

fisici nell'organismo umano sono paralleli. Né i primi sono causa dei secondi né viceversama a ciascun cambiamento dell'uno corrisponde un puntuale mutamento dell'altro.'

Nel laboratorio di Lipsia arrivarono studiosi da tutto il mondo, anche dall'America. Unodiquesti fu Edward B. Titchener che importò negli Stati Uniti gli insegnamenti di Wundt e sviluppòuna concezione strutturalista della coscienza, intesa come una struttura globale di cui si possonostudiare le varie fasi, da cui discendono comportamenti e percezioni umane. Tale concezione ècaratterizzata da questi principali elementi:

l. la psicologia ha per oggetto l'esperienza umana, così la scientificità intrinseca nella psicolo-gia ha la stessa natura di quella intrinseca nella fisica. La sola differenza è che la prima stu-dia l'esperienza in dipendenza dal soggetto, la seconda indipendentemente da questo;

2. scopo dell'indagine psicologica consiste nel descrivere i contenuti elementari della coscienzae nell'evidenziare le leggi che presiedono alloro combinarsi. Si parla di strutturalismo pro-prio perché scopo della psicologia è quello di scomporre e ricomporre questi elementi; .

3. l'esperienza cosciente si presenta sotto forma di percezioni, idee, sentimenti ed emozioni;4. fisica e psicologia hanno come strumento comune l'osservazione; nel caso della fisica que"

sta è un'ispezione del mondo a noi esterno, nella psicologia invece è un'introspezione versoi contenuti della nostra coscienza.

Fu lo stesso Titchener che diede impulso alla nascita, in contrapposizione al movimento strut-turalista, sempre negli Stati Uniti,del funzionalismo, i cui maggiori rappresentanti furono WilliamJames e il suo allievo John Dewey. Tale movimento è caratterizzato dai seguenti elementi:

l, fa esplicito riferimento alle condizioni evoluzionistiche di Darwin e considera l'essere umanocome l'ultimo stadio del processo evolutivo. I processi mentali sono quelli che sono inquanto funzionali all'adattamento. In questa ottica, l'interrogativo che lo scienziato deveporsi non è quello di scoprire che cosa essi sono quanto invece a cosa servono;

2. scompare il parallelismo psicofisico: oggetto d'indagine sono le attività mentali relative all'ac-quisizione, immagazzinamento, organizzazione delle esperienze e loro successiva utilizza-zione nella guida del comportamento. Ciò che appare fondamentale è il concetto di compor"tamento guidato verso una funzione adattiva;

3. viè un accanimento di questo movimentocontro la psicologiaelementaristica; . .

4. i funzionalisti detronizzarono l'introspezione come metodo fondamentale per la ricerca psi-f'

cologica;5. il funzionalismo è imperniato sul pragmatismo che deve guidare anche la ricerca.

Una volta fondatasi come scienza, la psicologia si sviluppò in una serie di scuole di pensiero,A seguire si presenta una panoramica, assolutamente non esaustiva, delle principali.

LA RIFLESSOLOGIA

Verso la fine del XIXsecolo era cresciuta in Russia l'opposizione al regime zarista. In questo climafu soprattutto la borghesia russa, raffinata e cosmopolita, a rivolgere la propria attenzione verSOil mondo occidentale. La traduzione delle opere di Darwin e Spencer favorì la nascita del pen-siero materialista e il diffondersi delle scienze sperimentali.

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!mbito dell'indagine psicologica, in-)110delle differenti variabili che

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non do, anche dall' America. Uno dili insegnamenti di Wundt e sviluppòla struttura globale di cui si possono:rcezioni umane. Tale concezione è

;cientificità intrinseca nella psicolo-I sola differenza è che la prima stu-ndipendentemente da questo;ontenuti elementari della coscienza:usi. Si parla di strutturalismo pro-e ricomporre questi elementi;mi, idee, sentimenti ed emozioni;:rvazione; nel caso della fisica que-gia invece è un'introspezione verso

mtrapposizione al movimento strut-sgiori rappresentanti furono Williamzzato dai seguenti elementi:

Darwin e considera l'essere umano,i mentali sono quelli che sono in

terrogativo che lo scienziato deve) invece a cosa servono;mo le attività mentali relative all'ac-perienze e loro successiva utilizza-damentale è il concetto di compor-

)logia elementaristica;do fondamentale per la ricerca psi-

guidare anche la ricerca.

Ò in una serie di scuole di pensiero.;austiva, delle principali.

n.e al regime zarista. In questo climavolgere la propria attenzione verso: Spencer favori la nascita del pen-

Elementi di psicologia e sociologia. CAPITOw5

Neglianni immediatame~te p'r~cedenti la Rivo!uzione del 1917 il regime zarista impose un~cente pressione sulle umverslta soppnmendo I finanzlamentl per la ncerca e favorendo COSI

~~~~rettamentela nascita di istituti privati, quali l'Istituto di Medicina sperimentale di San Pietro-

burgo, diretto dal 1890 da Ivan Pavlov.

p vlov, il condizionamento dei riflessi e la scuola riflessologicap:vlOVha elaborato la còncezione sistematica più importante delle basi fisiologiche del com-portamento. Nei suoi studi sulla secrezione gastrica, pavlov constata che il cane saliva non solouando mangia ma anche alla sola vista del cibo o della persona incaricata di nutrirlo: tale fe-

~omeno è definito secrezione psichica. Questa reazione dell'animale in assenza di stimolo (in-condizionato) venne denominata riflesso condizionato. Il comportamento, secondo questa im-postazione, non è altro che l'insieme dei processi riflessi che regolano l'interazione tra individuo

e ambiente. In un primo stadio ci sono solo riflessi incondizionati, ovvero risposte innate agli sti-moli. In un secondo momento, negli esseri superiori si instaurano processi più complessi, chepermettono di reagire in modo più elastico e adattivo all'ambiente attraverso la produzione di ri-flessidenominati condizionati. Se associamo allo stimolo incondizionato uno stimolo condizio-nato, dopo un certo numero di esposizioni a ciò l'animale produrrà un riflesso condizionato.L'esempio famoso è appunto quello del cane che, al contatto con una soluzione acida, istintiva-mente produce saliva. Se tale contatto è anticipato dal suono di una campana, dopo un certo nu-mero di volte il cane produrrà saliva al solo suono della campana.

Influenzata prima dagli studi di Wundt e poi dalle osservazioni di Pavlov, si sviluppò in Rus-sia, negli stessi anni della Rivoluzione d'Ottobre, una scuola di psicologia denominata pavIo-viana. Gli psicologi russi si imposero di rivedere le basi teoriche e metoclologiche della propriadisciplina anche alla luce delle teorie marxiste e leniniste. Il termine Riflessologia fu coniato daVladimirBechterev, che considerava il riflesso il concetto centrale di questa nuova psicologia og-gettiva.

LA PSICOLOGIA DELLA GESTALT

Gestaltè una parola tedesca che significa figura, forma o anche configurazione. Tale movimento,rappresentato soprattutto da WoIfgang KoehIer, nacque in risposta e in contrapposizione allapsicologiaelementarista degli strutturalisti. Ilconcetto tipico della Gestalt è che il tutto è più dellasomma delleparti e tale considerazione è dettata dal fatto che:

I. le parti sono insufficienti per spiegare il tutto;2. si sono isolate delle leggi secondo le quali gli elementi vanno a formare il tutto;3. si è osservato che una stessa parte ha caratteristiche diverse se presa singolarmente o se in-

serita nel tutto e quindi una stessa parte in due totalità differenti può assumere caratteristi-che differenti.

È soprattutto da questa ultima affermazione che si sviluppa la Gestalt, come necessità di par-tire nelle analisi dell'esperienza non dal particolare frammentato ma dall'entità complessiva-mente colta.

IL COMPORTAMENTISMO

Talemovimento, che prese avvio negli Stati Uniti, fu fortemente influenzato dagli studi russi sulcomportamento e sul suo condizionamento in laboratorio che contribuirono a far si che il suofondatore,]ohn B. Watson, fosse in grado di promuovere ilpassaggio della psicologia da scienzadella coscienzaa scienza del comportamento.

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Oggetto di studio di questo filone della psicologia è la psiche esplicitata nei suoi contenuti, equindi le emozioni, le abitudini, l'apprendimento ecc. .

Le parole chiave sono: frequenza (tanto più spesso e tanto più recentemente un'associazionesi manifesta tanto maggiore sarà la probabilità che questa si verifichi nuovamente in futuro). re-cenza, condizionamento. Il principio del condizionamento parte dalla rilevazione del fatto chenell'organismo ci sono risposte incondizionate a determinate situazioni: un cane affamato rice-vendo del cibò incomincerà a salivare, un fascio di luce sugli occhi provocherà una miosi. Par-tendo da ciò possiamo costatare che altri stimoli che siano stati associati a stimoli incondizio_nati provocheranno essi stessi la reazione incondizionata. Consideriamo ancora l'esempio delcane: questi produceva saliva al suono della campana perché questo era stato recentemente econ una certa frequenza associato alla presentazione del cibo. La ricerca sul condizionamentoha assunto per j comportamentismi una valenza fondamentale e doveva servire per spiegare ilcomportamento complesso della persona come una storia di condizionamenti. A questo propo-sito, particolarmente importante risulta essere lo studioso Frederic Skinner, che ha dimostratocome il comportamento umano e animale possa mutare grazie a un rinforzo e che, in conse-guenza di ciò, gli animali possono essere addestrati a particolari compiti per ottenere una ri-compensa o semplicemente per evitare una punizione.

LA PSICOANALISI

La psicoanalisi è inevitabilmente legata al nome del suo fondatore, Sigmund Freud, che inten-deva con essa definire:

l. un metodo di indagine dei processi psichici;2. una tecnica terapeutica;3. un'impostazione teorica.

Si può inoltre aggiungere che la psicoanalisi è anche diventata una sorta di organizzazioneche influenza la formazione degli operatori sociali e, più in generale, la nostra cultura.

Sigmund Freud, medico neurologo viennese, è universalmente riconosciuto come il fonda-tore della psicoanalisi. La sua opera monumentale, di cui si ricorda in particolare L'interpretazionedeisogni (1900),si indirizza in senso clinicoutilizzandol'analisi dei casi allo scopo di giungerea formulazioni teoriche. Freud attribuisce l'origine delle nevrosi a difese psicologiche, che pren-dono la forma di rimozioni, contro il manifestarsi di pulsioni sessuali: la cura psicanalitica miraa far riaffìorare a livello cosciente, mediate l'interpretazione dei sogni, le libere associazioni e gliatti mancati del paziente, ciò che è stato da lui rimosso.

Freud non si limitò a pubblicare opere, fondò anche una scuola di psicoanalisi che trovòmolti aderenti ma che venne SCOSSe;da profondi dissensi interni che portarono più volte a rot-ture (esemplari quelle con ]ung e Adler). Per queste ragioni, la teoria psicanalitica non è un cor.pus teorico determinato e definito fin dalla sua origine, ma si è andato sviluppando cambiandoanche alcune caratteristiche dell'impostazione originaria. Abbiamo un'impostazione topograficadell'apparato psichico che ne identifica tre sistemi:

· inconscio: costituito da pensieri, desideri, idee, il cui accesso alla coscienza è sbarrato daforze che si oppongono a ciò. Noipossiamo arrivarci attraverso differenti vie e comunque conl'impegno di grandi quantità di energia;

· preconscio: sono desideri, idee, pensieri che non sono coscienti ma che lo possono diventarecon uno sforzo dell'attenzione;conscio: l'esperienza vissuta in modo consapevole.

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1e esplicitata nei suoi contenuti, e

)iù recentemente un'associazione~rifichinuovamente in futuro). re-rte dalla rilevazione del fatto chesituazioni: un cane affamato rice-occhi provocherà una miosi. Par-ati associati a stimoli incondizio-msideriamo ancora l'esempio del.: questo era stato recentementee). La ricerca sul condizionamentoe e doveva servire per spiegare il:ondizionamenti. A questo propo-deric Skinner, che ha dimostrato~ie a un rinforzo e che, in conse-Jlari compiti per ottenere una ri-

1tore, Sigmund Freud, che inten-

1tata una sorta di organizzazionenerale, la nostra cultura.lente riconosciuto come il fonda-rda in particolare Unterpretazioneisi dei casi allo scopo di giungeresi a difese psicologiche, che pren-essuali: la cura psicanalitica mira:isogni, le libere associazioni e gli

scuola di psicoanalisi che trovòmi che portaronò più volte a rot-teoria psicanalitica non è un cor-è andato sviluppando cambiandoamo un'impostazione topografica

~sso alla coscienza è sbarrato da~rsodifferenti vie e comunque con

ienti ma che lo possono diventare

Elementi,di pskològit'iesociologia -CAPITOLO5

Accanto a questa impostazi~ne vi è una concezione strutturale, in cui abbiamo un raggrup-entO funzionale del processI mentali, funZionalmente collegati tra loropam

1'£$è la sede delle pulsioni. dal punto di vista topico è l'inconscio. Da un punto di vista eco-nomico è il serbatoio dell'energia psichica, mentre da un punto di vista dinamico può entrare

in conflitto con la realtà esterna, con l'Io e il Super lo;

l'Io dal punto di vista strutturale è quell'istanza psichica responsabile dei rapporti tra mondointerno e mondo esterno, fra soggetto e ambiente. Nell'adulto i motivi di interesse con l'am-biente possono essere molteplici, nel bambino, soprattutto nella prima infanzia, questi mo-tivi sono estremamente ridotti (il bambino ha nei confronti dell'ambiente un atteggiamentomolto semplice: dammi ciò che voglio, l'ambiente serve solo per soddisfare i propri bisogni).Da ciò ne deriva che la complessità dell'Io si struttura con il tempo, nei primi mesi di vita, at-traverso l'acquisizione:

del controllo motario;delle modalità sensoriali;di una biblioteca di ricordi;di processi psichici, che per gli adulti sono gli affetti;del pensiero.

Come si sviluppano queste funzioni dell'Io? Attraverso l'azione di due fattori:

sviluppo del sistema nervoso;esperienza.

Per quanto riguarda il secondo aspetto dei fattori di sviluppo dell'Io, un processo partico-larmente importante è quello dell'identificazione del bambino con persone del proprio am-biente (identificazione intesa come la tendenza a diventare simili a qualche cosa o a qual-cuno). L'Iopuò essere in parte conscio, in parte preconscio o inconscio. ]n quest'ultima partesi trovano i meccanismi di difesa il cui prototipo è la rimozione, mediante la quale ciò che di-sturba la coscienza viene trasferito nell'inconscio. L'Io rappresenta quindi il ponte tra l'Es eil Super lo. L'Io è la sede dell'esperienza. Nella relazione con l'ambiente è particolarmenteimportante lo sviluppo della funzione: motoria, sensoriale e di pensiero, ma questi deve im-plementare un'altra fondamentale funzione: l'esame della realtà, ovvero la capacità di fareuna distinzione tra la propria realtà interna (fantasia, pensieri, affetti) e la realtà esterna.L'esperienza e la maturazione del sistema nervoso sono i presupposti per la maturazione diquesta competenza fondamentale per l'inserimento nella società. Freud ha sottolineato a que-sto proposito l'importante ruolo della frustrazione (intesa come delusione) attraverso la qualeil bambino fa esperienza preziosa di ciò che è dentro di sé e ciò che è fuori e quindi non im-mediatamente utilizzabile per soddisfare i suoi bisogni. Anche per noi adulti il senso dellarealtà è condizionato dai desideri, dalle nostre emozioni: un esempio di inceppamento di que-sta capacità lo si ritrova negli allucinati o deliranti. Un'altra funzione dell'Io è quella di op-porsi alle scariche energetiche dell'Es, e da ciò deriva la capacità di un efficiente adattamentoall'ambiente;il Super lo comprende i nostri precetti morali e le nostre aspirazioni ideali. La sua disappro-vazione si esprime attraverso il senso di colpa. Esso trae origine dall'interiorizzazione (pro-cesso mediante il quale delle relazioni con oggetti esterni si trasformano in relazioni intra-psichiche) .

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I MECCANISMI DI DIFESA

Che cosa si deve intendere per difesa? È evidente che il darsela a gambe in caso di pericolo costi-tuisce un valido esempio di azione messa in atto a nostra difesa. [n generale, in termini psicolo-gici, ogni atteggiamento mentale, azione o forma di adattamento che tendono a farci evitare statidi disagio, possono essere validamente intesi in psicologia come esempi di meccanismi di difesa.

Nell'ambito di queste misure difensive generali rivestono un ruolo specifico i cosiddetti mecca-nismi di difesa: veri e propri processi mentali inconsci automatici e involontari messi in atto dall'Io.

Quali sono i principali mezzi di difesa?

l. rimozione: è un'attività dell'Io che sbarra la via della coscienza a qualsiasi idea, fantasia, im-pulso proveniente dall'Es. Da una parte avremo la carica pulsionale dell'Es, che tende al sod-disfacimento, dall'altra abbiamo la controcarica dell'Io che vi si oppone. L'equilibrio tra ca-rica e controcarica non è stabile, ma dinamico. La controcarica può essere indebolita nellasua opposizione per uno stato di malattia, nel sonno, oppure ci può essere un aumento dellaforza della carica in periodi particolari della vita come la pubertà, quando ci sono lunghi pe-riodi di mancate gratificazioni. È evidente che tale attività dell'Io è del tutto inconscia.

È rilevante sottolineare che quanto rimosso viene a staccarsi dall'Io, per far parte dell'Ese quindi riduce l'ampiezza dell'Io ovvero lo impoverisce;

2. formazione reattiva: è un meccanismo di difesa in cui gli impulsi inaccettabili di una posiczione ambiva lente (esistenza simultanea di sentimenti opposti verso persone o oggetti) ven-gono rimossi, ossia esclusi dalla coscienza, mentre quelli accettati vengono sopravvalutati eappaiono a livello del comportamento cosciente. In questo senso allora un eccesso di genti-lezza può nascondere nell'inconscio la presenza di una pulsione aggressiva, oppure uno smo-dato amore per la pulizia può rappresentare una formazione reattiva contro il piacere per losporco. Un altro tipico esempio di formazione reattiva è il comportamento esibito dal bam-bino che si atteggia con immenso amore per il fratellino per conquistarsi l'amore della mamma,ma che in realtà nasconde ben altri inconsci sentimenti;

3. isolamento: è un meccanismo di difesa mediante il quale il soggetto isola un pensiero, un af-fetto da tutto il resto della propria esperienza. Tipico esempio è il soggetto che ostenta as-soluta pacatezza e non lascia trasparire alcuna emozione;

4. annullamento: è un meccanismo di difesa a disposizione dell'Io che si traduce nel tentativodi rendere non avvenuti pensieri e comportamenti attraverso atti che inconsciamente o con-sciamente hanno un significato opposto: con questo meccanismo si degrada la realtà. Unesempio è quello costituito dal bambino che picchia il fratello ma che poi lo bacia per an-nullare quanto in precedenza fatto;

5. regressione: è un ritorno a comportamenti, modi di agire e di pensare tipici di fasi precedentidellò svilùppo rispetto a tappe evclutive già raggiunte. È un meccanismo sfruttato in campoassistenziale che nel momento acuto della malattia permette, anche agli adulti, di farsi ac-cudire come bambini. Questo meccanismo deve essere attentamente controllato per evitarepericolosi abusi tipici dei pazienti che, regrediti nel momento acuto della malattia, non re-cuperano quando lo stadio acuto è superato. È una difesa che una persona mette in attoquando è incapace di vivere il presente perché carico di problemi, per la malattia in corso;spera così di risolvere i propri conflitti tornando indietro assumendo una vasta gamma di at.teggiamenti tipici di fasi evolutive precedenti;

6. proiezione: un impulso, un'idea, un sentimento, una fantasia che il soggetto avverte comeinaccettabili per sé vengono attribuiti al mondo esterno. È evidente che questo meccanismoriduce il senso della realtà, è particolarmente presente nel bambino dove è normale. Nell'adultoè alla base del meccanismo paranoico.

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gambe in caso di pericolo costi-. In generale, in termini psicolo-

) che tendono a farci evitare statiesempi di meccanismi di difesa.1010 specifico i cosiddetti mecca-~ involontari messi in atto dall'Io.

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· CAPITOLo 5

I MECCANISMI DI DIFESA IN AZIONE: ALCUNI ESEMPI

Scissionerapporto operatore/p~ziente .. . .. .

Ilrapporto paziente/operatore puo essere fonte di ansia. Un meccamsmo orgamzzatlvo COStl-

t ito dalla ripartizione dei compiti da eseguire su ciascun paziente sicuramente facilita un con-t~nimentodi tale stato poiché preserva da un rapporto più intensivo con il paziente.

spersonalizzazione

Laprotezione dal~'~nsia offe~ta dalla ~~tod?log.ia d! lav~ro della lista in cui gli operatori si ri-artiscono i compiti da esegUire su tutti Ipazienti puo vemre rafforzata anche con un altro mec-

~anismocostituito dalla spersonalizzazione del rapporto operatore/paziente. Esempio tipico èquello di considerare e identificare il malato con un numero o con una malattia: quante voltenelle corsiesi sente ancora "ilnumero 15"o "l'appendicitedel numero 15",anziché il persona-lissimo"signor Mario Rossi".

DistaccoPerchiaspira a una professioneche implicaun continuo contatto con persone è necessario unadeguato distacco personale. Si deve imparare a controllare i propri sentimenti, a evitare un'ec-cessivaidentificazione, a mantenere un'indipendenza professionale che preserva da manipola-zionie aiuta a rapportarsi meglio con il paziente. È del tutto evidente che ciò Don significa indif-ferenza.L'organizzazione che tratta tutti gli operatori alla pari, che insegna loro a comportarsinello stessomodo, che liveste con glistessi camicifacilitaquesta idea di assoluta intercambia-biIitàe quindi di distacco tra operatore e paziente.

Negazione, scissione e proiezioneCipuò essere tra gli operatori più anziani di servizio la necessità, legata sempre al bisogno di pre-servarsi dall'ansia, di separare alcuni aspetti del sé dalla personalità conscia per proiettarli suglioperatori di solito più giovani. Può essere che ciò riguardi gli impulsi all'irresponsabilità, che si ri-fiutano oltre che temere. Analogo meccanismo può facilitare una sorta di riduzione della respon-sabilità personale, che viene scaricata attraverso la proiezione agli operatori di rango superiore.

Iconcetti LA COMUNICAZIONE

Lacomunicazione può essere definita come uno scambio di messaggi. Utilizzando concetti più dateçnki dellQ.comunicazione possiamo ricorrere a termini come emittente, ricevente, canale utiliz-zato per la trasmissione del messaggio, codice immesso nel canale, disturbi nella trasmissione,feedback. Lo schema classico attraverso il quale rappresentare questi significati è il seguente:

MESSAGGIO

FEEDBACK

Da questa rappresentazione è facile dedurre che per una "sana" comunicazione è neces-sario che l'emittente (E)scelga il mezzo più utile per poter trasmettere correttamente il mes-saggio, in funzione della situazione e della capacità recettiva del ricevente (R). Non solo, ma

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PARTE SECONDA

l'emittente, per assicurarsi che il messaggio venga correttamente inviato e compreso, dovràverificare attraverso un feedback. Da questa impostazione tecnica, che riproduce molto del na-stro vivere quotidiano, non dobbiamo però essere fuorviati a pensare che la funzione dell'emit.tente sia assolutamente più importante se non essenziale: nella realtà tutti abbiamo speri-mentato çhe la comunicazione è un processo che in un certo senso non ha un inizio e una finee soprattutto che la responsabilità della sorte di questo processo è di entrambi gli attori.

In altri termini, "comunicare" significa scambiare informazioni, dati ma anche comandi, in.giunzioni, riconoscimenti, punizioni, emozioni tra due fonti partecipanti a questo sistema di re.lazioni che è inserito a sua volta in un dato contesto socio culturale.

Alcuni importanti studiosF hanno approfondito e teorizzato il fenomeno "comunicazione" ehanno identificato regole con le quali comprenderlo più a fondo a vantaggio di quanti voglionomigliorare il livello delle loro relazioni. Tra questi vanno sicuramente annoverati gli operatori deiservizi socio-sanitari per i quali il rapporto tra utente e operatore, nonché la buona comunica.zione, rappresentano elementi dell'agire professionale. Le regole che sono state identificate edefinite come assiomi della comunicazione sono le seguenti.

I. È impossibile non comunicare. Se partiamo dal presupposto che ogni comportamento creacomunicazione,è evidentementeimpossibilenon avere comportamentie quindi e impossi. "bile non comunicare. Leparole ma anche i gesti, la mimica, le posture corporali, le azioni .~

sono comportamenti che trasmettono significati alle persone che osservano. Lo stesso muti. ~

smo determina una "comunicazione" verso chi osserva. È esperienza comune: quante volte,viaggiando in treno, apriamo il giornale per non parlare con il vicino.

2. Nella comunicazione vi sono contenuto e relazione. Ogni messaggio ha significato in rap.J

.

..

..

.porto al messaggio sotteso dal rapporto tra i parlanti: il contenuto di una trasmissione as. rsume significatidivesia seconda del tipo di relazione tra i dialoganti.Contenuto e relazione ~sono indispensabili per la decodifica del messaggio: è come per il PC, che per poter funzio. ìnare necessita dei dati su cui lavorare ma anche del programma su cui far girare questi dati. 1

In altre parole, ha bisogno delle informazioni sulle informazioni (metacomunicazione). Tra 41

esseri viventi questa condizione è l'equivalente dell"'ecco come io ti sto vedendo". La parte irelativa alla relazione che guida e dà informazioni per cogliere il contenuto può essere defi. ~nita in modo non verbale: l'espressione del viso, il tono della voce, l'atteggiamento corpo-

~reo, che mi indicano come tu mi stai vivendo. Molto spesso può accadere che persone siano Idi idee diverse, ma sul piano umano si stimino e si rispettino: i due livelli vengono distinti.Quando, invece, questi livelli si confondono e con il contenuto si cerca di risolvere problemidi relazione, assisteremo a estenuanti dibattiti che non porteranno a nulla se non a un'esa-sperazione dei comunicanti. È il tipico caso in cui due persone vogliono affermarsi ("Sonoilmigliore") e usano il contenuto - per esempio, questioni di lavoro - per affermare la loro per,sonalità.

3. Nella comunicazione vi è una sequenza che viene definita punteggiatura. Chi assistedall'esterno a un evento comunicativo, potrà avere l'impressione di una serie ininterrotta discambi; chi invece è attore in tale sequenza ha la sensazione di essere fonte di uno stimoloovvero fonte della risposta in una triade costituita da: stimolo, reazione, rinforzo.

2 Si tratta di un gruppo di ricercatori del Mental Research Institute di Palo Alto (California): Don ]ackson,Beavin e paul WatzIawick, i quali definirono i loro importanti studi sulla comunicazione nel testo diventa-to riferimento pragmaUca della comunicazione umana, del 1967.

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mente inviato e compreso, dovràcnica, che riproduce molto del no-pensare che la funzione dell'emit_nella realtà tutti abbiamo speri-

I senso non ha un inizio e una fineesso è di entrambi gli attori.zioni, dati ma anche comandi, in-mtecipanti a questo sistema di re-Itural/;.to il b10meno "comunicazione" eldo a vantaggio di quanti voglionoimente annoverati gli operatori deiitore, nonché la buona comunica-~gole che sono state identificate e

)sto che ogni comportamento creaomportamenti e quindi è impossi-ica, le posture corporali, le azionime che osservano. Lo stesso muti-esperienza comune: quante volte,

::m il vicino.ni messaggio ha significato in rap-:ontenuto di una trasmissione as-dialoganti. Contenuto e relazione

l1e per il PC, che per poter funzio-amma su cui far girare questi dati.nazioni (metacomunjcazjone). Tra) come io ti sto vedendo". La partesliere il contenuto può essere defi-jella voce, l'atteggiamento corpo-:0 può accadere che persone siano.tino: i due livelli vengono distinti.nuto si cerca di risolvere problemixteranno a nulla se non a un'esa-sone vogliono affermarsi ("Sono illavoro - per affermare la loroper-

~finita punteggiatura. Chi assisteessione di una serie ininterrotta dione di essere fonte di uno stimolo1010,reazione, rinforzo.

di Palo Alto (California): Don ]ackson,:ulla comunicazione nel testo diventa-

ÈIementidi p$icç>logia e sociologia · CAPITOLO5

MESSAGGIO

Tuttociò -lo dobbiamo sottolineare - è assolutamente riduttivo: il processo comunicativo vainteso come una sorta di spirale che in teoria potrebbe essere infinita. Soggettivamente po-trò invece avere la percezione che quello che per me è la mia risposta allo stimolo altrui, po-trà essere per l'altro lo stimolo in sé per sé. Si potrebbe avere così una sequenza infinita dicomportamenti in cui le persone alimentano risposte reciproche che possono far allontanarela possibilità di un'intesa.

4. Nella comunicazione vi sono un Jjnguaggio numerico e un Jjnguaggjo analogico. La co-municazione umana offre la possibilità di comunicare sia attraverso la diretta rappresenta-zione della "cosa" oggetto della comunicazione (ljnguaggjo analogjco), sia attraverso una pa-rola che convenzionalmente la rappresenti (ljnguaggjo numerico). Usando una parola per in-dicare un oggetto, si utilizza una modalità numerica; viceversa, rappresentando graficamentel'oggetto, si ha una una modalità analogica. La comunicazione analogica è legata a periodiarcaici dello sviluppo dell'uomo; la comunicazione numerica è molto più recente ed è con-traddistinta da un maggiore livello di elaborazione e astrazione. In altre parole, possiamo direche la comunicazione non verbale è analogica e che, al contrario, quella numerica è verbale.

MODALITÀ DI TRASMISSIONE

LlNGU~~~'~,\ANALO~V

Page 11: Elementi Di Psicologia e Sociologia Cap.5

È utile evidenziare che la parte di relazione contenuta nella comunicazione trova espressionecon la comunicazione analogica, mentre quella di contenuto trova espressione nella comu_nicazione numerica.

5. Nella ~omunicazione vi.può essere complementarietà o simmetria. Nella c~municazionegli

scam,bl possono essere slmmetnCl o complementan, owero basati sull'uguaglianza degli attOrio sulla loro disuguaglianza.Non necessariamente la relazione complementare è sinonimo di debolezza o inferiorità: vi

sonocircostanze, anche naturali, che esigono una comunicazione in tal modo connaturata, comeper esempio il bambino rispetto alla madre, o il paziente che funzionalmente è regredito.Vi può anche essere la situazione in cui chi è in una posizione complementare di inferiorità nonl'accetta: si possono scatenare allora estenuanti e improduttive situazioni relazionali (tipica-mente denominate "di braccio di ferro").

Delineati i cinque assiomi della comunicazione, ovvero i principi ispiratori dell'analisi del no.stro comportamento verbale secondo i già citati studiosi, vediamo ora alcune conseguenze pra-tiche.

Ogni messaggio o interazione potrebbe essere visto come un tentativo da parte di uno degliattori di definire l'altro attraverso le cose che dice di sé o di un argomento.

Le possibilità per gli interlocutori saranno di:

conferma: viene approvato il messaggio o quanto trasmesso relativamente a se stessi;

· negazione: contrariamente alla conferma, si considera falso quanto trasmesso;disconferma: del messaggio trasmesso non si prende in considerazione ciò che l'altro hadetto di sé o di un argomento.

MODALITÀ DI TRASMISSIONE

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Conferma e negazione connotano una sana comunicazione, in cui gli interlocutori si pos-sono scontra re sui contenuti ma si riconoscono come persone reciprocamente; in altre parole,si trasmettono:

· nella conferma il messaggio: "esisti così come ti sei definito";

· nella negazione il messaggio: "esisti ma sei diverso da come ti sei definito".

-- -

Page 12: Elementi Di Psicologia e Sociologia Cap.5

PARTE SECONDA"Area psicologica e sociale

l'emittente, per assicurarsi che il messaggio venga correttamcnte inviato e compreso, dovr'verificare attraverso un feedback. Da questa impostazione tecnica, che riproduce molto de1n~'stro vivere quotidiano, non dobbiamo però essere fuorviati a pensare che la funzione dell'emit_tente sia assolutamente più importante se non essenziale: nella realtà tutti abbiamo sPeri.mentato che la comunicazione è un processo che in un certo scnso non ha un inizio e una finee soprattutto che la responsabilità della sorte di questo processo è di entrambi gli attori.

In altri termini, "comunicare" significa scambiare informazioni, dati ma anche comandi, in.giunzioni, riconoscimenti, punizioni, emozioni tra due fonti partecipanti a questo sistema dire.lazioni che è inserito a sua volta in un dato contesto socio culturale.

Alcuni importanti studiosi2 hanno approfondito e teorizzato il fenom~)1o "comunicazione" ehanno identificato regole con le quali comprenderlo più a fondo a vanta3gio di quanti voglionomigliorare il livello delle loro relazioni. Tra questi vanno sicuramente annoverati gli operatori deiservizi socio-sanitari per i quali il rapporto tra utente e operatore, noncné la buona comunica.zione, rappresentano elementi dell'agire professionale.Leregole che s)no state identificatee .

definite come assiomi della comunicazione sono le seguenti.j

l. È impossibile non comunicare. Se partiamo dal presupposto che ogni comportamento crea]comunicazione, è evidentemente impossibile non avere comportamenti e quindi è impossi.000Ibile non comunicare. Le parole ma anche i gesti, la mimica, le posture corporali, le azionP!

~ :-~

sono comportamenti che trasmettono significati alle persone che osservano. Lo stesso muti. 1smo determinauna "comunicazione"verso chi osserva. Èesperienza comune: quante volte, ',viaggiando intreno, apriamo il giornale per non parlare con il vicino.!

2. Nellacomunicazione vi sono contenuto e relazione. Ognimessaggioha significatoin rapoporto al messaggio sotteso dal rapporto tra i parlanti: il contenuto di una trasmissione as-sume significati divesi a seconda del tipo di relazione tra i dialoganti. Contenuto e relazione'sono indispensabili per la decodifica del messaggio: è come per il PC, che per poter funzio-nare necessita dei dati su cui lavorare ma anche del programma su cui far girare questi dati.In altre parole, ha bisogno delle informazioni sulle informazioni (metacomunicazione). Traesseri viventi questa condizione è l'equivalente dell"'ecco come io ti sto vedendo". La parterelativa alla relazione che guida e dà informazioni per cogliere il contenuto può essere defi-nita in modo non verbale: l'espressione del viso, il tono della voce, l'atteggiamento corpo-reo, che mi indicano come tu mi stai vivendo. Molto spesso può accadere che persone sianodi idee diverse, ma sul piano umano si stimino e si rispettino: i due livelli vengono distinti.Quando, invece, questi livelli si confondono e con il contenuto si cerca di risolvere problemidi relazione, assisteremo a estenuanti dibattiti che non porteranno a nulla se non a un'esa-sperazione dei comunicanti. È il tipico caso in cui due persone vogliono affermarsi ("Sonoilmigliore")e usano ilcontenuto - per esempio,questionidi lavoro- per affermare la loroper-sonalità.

3. Nella comunicazione vi è una sequenza che viene definita punteggiatura. Chi assistedall'esterno a un evento comunicativo, potrà avere l'impressione di una serie ininterrotta discambi; chi invece è attore in tale sequenza ha la sensazione di essere fonte di uno stimoloovvero fonte della risposta in una triade costituita da: stimolo, reazione, rinforzo.

2 Si tratta di un gruppo di ricercatori del Menta! Research Institute di Palo Alto (California): Don Jackson,Beavin e Paul Watzlawick, i quali definirono i loro importanti studi sulla comunicazione nel testo diventa-to riferimento pragmatjca della comunjcazjone umana, del 1967.

Page 13: Elementi Di Psicologia e Sociologia Cap.5

Imente inviato e compreso, dovrà~cnica, che riproduce molto del no-pensare che la funzione dell'ernit_: nella realtà tutti abbiamo speri_) senso non ha un inizio e una fine:esso è di entrambi gli attori.J.zioni, dati ma anche comandi, in-Jartecipanti a questo sistema di re-llturale.ItO il fenomeno "comunicazione" eldo a vantaggio di quanti voglionoamente annoverati gli operatori deiatore, nonché la buona comunica_~gole che sono state identificate e

osto che ogni comportamento crea:omportamenti e quindi è impossi-lica, le posture corporali, le azioni)ne che osservano. Lo stesso muti-. esperienza comune: quante volte,on il vicino.:ni messaggio ha significato in rap-:::ontenuto di una trasmissione as-i dialoganti. Contenuto e relazioneme per il PC, che per poter funzio-'amma su cui far girare questi dati.mazioni (metacomunicazione). TraJ come io ti sto vedendo". La partegliere il contenuto può essere defi.jella voce, l'atteggiamento corpo-;0 può accadere che persone siano

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efinita punteggiatura. Chi assisteessione di una serie ininterrotta dione di essere fonte di uno stimolo1010,reazione, rinforzo.

di Palo Alto (California): Don ]ackson,,ulla comunicazione nel testo diventa-

Elementi di psicologia e $ociologia -CAPITOLO5

MESSAGGIO

Tuttociò -lo dobbiamo sottolineare - è assolutamente riduttivo: il processo comunicativo vainteso come una sorta di spirale che in teoria potrebbe essere infinita Soggettivamente po-trò invece avere la percezione che quello che per me è la mia risposta allo stimolo altrui, po-trà essere per l'altro lo stimolo in sé per sé. Si potrebbe avere cosi una sequenza infinita dicomportamenti in cui le persone alimentano risposte reciproche che possono far allontanarela possibilità di un'intesa.

4. Nella comunicazione vi sono un linguaggio numerico e un linguaggio analogico. La co-municazione umana offre la possibilità di comunicare sia attraverso la diretta rappresenta-zione della "cosa" oggetto della comunicazione (linguaggioanalogico), sia attraverso una pa-rola che convenzionalmente la rappresenti (linguaggionumerico). Usando una parola per in-dicare un oggetto, si utilizza una modalità numerica; viceversa, rappresentando graficamentel'oggetto, si ha una una modalità analogica. La comunicazione analogica è legata a periodiarcaici dello sviluppo dell'uomo; la comunicazione numerica è molto più recente ed è con-traddistinta da un maggiore livello di elaborazione e astrazione. In altre parole, possiamo direche la comunicazione non verbale è analogica e che, al contrario, quella numerica è verbale.

MODALITÀ DI TRASMISSIONE

CONTENUTO.~~AGGIO.

~ERICO

LlNGU:~ANALOV

RELAZIONE

Page 14: Elementi Di Psicologia e Sociologia Cap.5

È utile evidenziare che la parte di relazione contenuta nella comunicazione trova espressiooecon la comunicazione analogica, mentre quella di contenuto trova espressione nella corou_nicazione numerica.

5. Nella comunicazione vi può essere complementarietà o sÙnmetria. Nella comunicazione gliscambi possono essere simmetrici o complementari, ovvero basati sull'uguaglianza degli attOrio sulla loro disuguaglianza.Non necessariamente la relazione complementare è sinonimo di debolezza o inferiorità: vi sooocircostanze, anche naturali, che esigono una comunicazione in tal modo connaturata, cOroeper esempio il bambino rispetto alla madre, o il paziente che funzionalmente è regredito.Vi può anche essere la situazione in cui chi è in una posizione complementare di inferiorità nool'accetta: si possono scatenare allora estenuanti e improduttive situazioni relazionali (tipica-mente denominate "di braccio di ferro").

Delineati i cinque assiomi della comunicazione, ovvero i principi ispira tori dell'analisi del no-stro comportamento verbale secondo i già citati studiosi, vediamo ora alcune conseguenze pra.tiche.

Ogni messaggio o interazione potrebbe essere visto come un tentativo da parte di uno degliattori di definire l'altro attraverso le cose che dice di sé o di un argomento.

Le possibilità per gli interlocutori saranno di:

conferma: viene approvato il messaggio o quanto trasmesso relativamente a se stessi;

· negazione: contrariamente alla conferma, si considera falso quanto trasmesso;

· disconferma: del messaggio trasmesso non si prende in considerazione ciò che l'altro hadetto di sé o di un argomento.

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Page 15: Elementi Di Psicologia e Sociologia Cap.5

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e sociologia ·

Altra situazione si configura dove si riproduce una disconferma che esprime:

"tUnon esisti né come ti sei definito né in nessun altro modo".

Ladisconferma rappresenta una modalità patologica che crea le condizioni affinché in unntestosocii:lie,come il gruppo di lavoro, si possa realizzare un clima negativo che crea le con-co .1 d l

. .dizioni opposte a uno SVIuppo eg I operaton.

Elenchiamo alcune applicazioni pratiche degli assiomi della comunicazione.

Nan si può nan camunicare. È evidente che ogni nostro comportamento viene decodi-ficato con un preciso messaggio: non salutiamo la persona che incrociamo perché siamotimidi; per l'altro ciò potrà rappresentare la prova che abbiamo dei motivi di risentimentonei suoi confronti. È utile, senza esagerare, sforzarsi di essere piÙ consapevoli che i no-stri gesti e le nostre parole possono essere decifrati dagli altri come una disconferma cheminerà il futuro del rapporto.ogni messaggio parta can sé una cadifica (metamessaggia), avvero le istruzioni perinterpretarla. Se le nostre parole suscitano reazioni che non ci sembrano congruenti conquanto abbiamo detto, molto probabilmente abbiamo "parlato" molto di più con la rela-zione che abbiamo esibito.La relazione nel metamessaggio si trasmette can il linguaggio analogica: il tono dellavoce, il sorriso, la stretta di mano. Ascoltare una persona guardando altrove o entrare in unastanza di degenza e chiedere al paziente come sta non guardandolo in faccia trasmettonoun messaggio assolutamente chiaro: "Di te non mi interessa nulla". È del tutto evidente chela relazione di fiducia che si deve costruire tra operatore e paziente non si alimenta di que-ste idiosincrasie tra il contenuto del messaggio e la parte di relazione contenuta nello stesso.. Arrabbiarsi anche con un collega e cercare la colpa o chi ha cominciato per primonan serve ai fini del ristabilimenta di una relaziane produttiva. La mia lettura della si-tuazione si basa sulla punteggiatura che io applico, che è esattamente opposta a quellaapplicata dagli altri.

Iconcetti L'INTERAZIONE

f ~--~-----

f Duepersoneche parlano tra di loro non solo si scambiano messaggiverbalima con il loro modo

tdiporsi, di trasmettere, interagiscono nel senso che si influenzano reciprocamente. Il silenzio,

~ unadata postura, un certo atteggiamento suscitano reazioni complementari in chi li registra in

~ quantointerlocutore.

I

.'

.

.

.

. Allabase dell'interazione sociale vi è un continuo rapporto comunicativo tra le persone. Come

..

lacomunicazione, l'interazione presuppone:

I

l. una persona che trasmette un messaggio;2. un'altra persona che lo riceve;3. uno strumento di comunicazione.

Comunicando con una persona si instaura con essa un rapporto e, quindi, non solo si rea-lizza la trasmissione di un messaggio, ma tale rapporto qualifica il messaggio trasmesso.

Interagire con un paziente secondo i due seguenti messaggi porta a instaurare con lui un rap-portoassai diverso.

Page 16: Elementi Di Psicologia e Sociologia Cap.5

PARTE SECONDA · Area' I:.f

I : Non devi mangiare tutta questa pasta.Un'eccessiva quantità di pasta può far male alla sua salute.

Se a trasmettere i messaggi non è una persona ma uno strumento potente come i massme-

dia, il rapporto che si istaura tra chi trasmette e chi riceve non è assolutamente paritetico.Chi

trasmette gode di ~n'indi~cutibile.supremazi~: l'informazione può e:sere t.r~s~essa in modo taleda esaltare alCuni aspetti e depnmerne altn. Ovviamente, non c'e posslblhta d'mterazione: ilmezzo si rivolge a un numero elevato di persone.

Ciò vale per la carta stampata, ma è soprattutto vero per la TV che, oltre alla parola, fa ricorsoall'immagine, assai più immediata, suggestiva e credibile. L'unico sistema per difendersi da que-sti potenti mezzi è il ricorso allo spirito critico che potrebbe essere stato sviluppato a scuola o infamiglia, e attraverso il quale può essere messo in discussione anche il più credibile e ben Con.fezionato messaggio.

I concetti il IL CONTESTO SOCIALE

CONDIZIONAMENTO E LIBERTÀ

Il rapporto sociale, importante per lo sviluppo della personalità, implica un certo livello di confar-mismo ai valori del gruppo e alle sue regole, con sacrificio della originaria libertà. Deve essereben chiaro, tuttavia, che con i rapporti sociali si possono costruire grandi società in cui prevalel'interesse collettivo. In tale contesto è però importante che siano presenti due meccanismi fon.damentali:

I

l. coscienza critica, che stimola l'uomo a superare traguardi già raggiunti;2. i~en.ti~cazi~ne, che s~rve al b~mbin? affinch.épossa crescere, al ge.nitorep~rché P?ssa.ca.

plre Iblsogm del bambmo e agli adulti affinche possano fondare e sViluppareIgruppi SOClati.

La personalità, il comportamento e la stessa struttura psichica dell'uomo si sviluppano e si rea.lizzano in stretta correlazione con il contesto socio-culturale. La considerazione dei fattori pre-senti in tale contesto, propri di ogni generazione e in continuo cambiamento, in particolare nelnostro tempo, è di fondamentale importanza per lo studio del comportamento. La dimensionesociale ha un'influenza notevole nello sviluppo della personalità a questo proposito si parla dibisogni psico-sociali come, per esempio, il bisogno di appartenenza, cioè la necessità di sen-tirsi parte di un gruppo, presente sia nel bambino sia nell'adulto. Altri bisogni psico-sociali sonoquelli di successo e di potere.

Fin dalla nascita il bambino è inserito in un contesto sociale, la famiglia, dove impara a met-tersi alla prova attraverso un insieme di identificazioni e condizionamenti sempre più complessi.In questo contesto potranno vigere divieti non presenti in altre società e regole che valgono soloin certi gruppi e altre che, invece, sono universali. Esempio del primo tipo di regole è la poliga-mia, proibita in alcune culture e ammessa in altre; esempio di regole universali è rappresentatodal divieto di uccidere. '

Ogni società garantisce la propria sopravvivenza creando le condizioni perché i suoi mem-bri aderiscano alla cultura e all'ideologia sulle quali si basa il funzionamento della società stessa.

I mezzi ai quali la società può fare ricorso per realizzare questo obiettivo sono vari. Per esem-pio può conseguirli punendo la trasgressione, emarginando ecc

Page 17: Elementi Di Psicologia e Sociologia Cap.5

te.

rumento potente come i massme.

)n è assolutamente paritetico.Ch' ., . Ipuo essere trasmessa In modotal

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TV che, oltre alla parola, fa ricorso1ico sistema ~er difendersi da qUe-;sere stato sViluppato a scuola o ine anche il più credibile e ben con.

, implica un certo livello di confor-

~lla originaria libertà. Deve essereruire grandi soçietàin cui prevale,mo presenti due meccanismi fon.

rdi già raggiunti;:scere, al genitore perché possa ca-Jndare e sviluppare i gruppi sociali.

I dell'uomo si sviluppano e si rea-La considerazione dei fattori pre.) cambiamento, in particolare nelI comportamento. La dimensionelità: a questo proposito si parla ditenenza, cioè la necessità di sen-.0. Altri bisogni psico-sociali sono

e, la famiglia, dove impara a met-~ionamenti sempre più complessi.società e regole che valgono solo:1primo tipo di regole è la poliga-regole universali è rappresentato

le condizioni perché i suoi mem-nzionamento della società stessa.:sto obiettivo sono vari. Per esem-c.

ElemenUdiJ)$icologiae sociologia ,CAPITOLO5

LASTR1J1TURA DEI GRUPPI SOCIALI

ruppo è unjnsjeme djpers.one hunjte per l: pjù svarjate finaJjtà. Dal punto di vis~a psi~ologico

~Ig ppo è uh insieme di individUiche condividono uno scopo e rapporti di tipo Identlficatlvo.1I.~ruignifica.che,nei membri del gruppo, sussiste consciamente o inconsciamente una comu-00 Sa taleche fap'ensareogni membroin relazione al gruppocome un "noi",ovverouna unità~~~~i contri}.ppone. al "voi" di altri gruppi. .Il "gr.uppo psicologico" è ben diver.so da quello "f?r-

le" che sJstabiiIsce per eSigenze orgamzzatlve (scuola, lavoro ecc.), le CUIregole di funzlo-mame~to sorlo sancite dall'esterno. Sono stati svolti numerosi studi sulle capacità del gruppo dina

nerare conformismo tra i suoi membri: si è constatato che ciò è particoJannente vero dove esi-

~~nosia una consistent~ coesione del gruppo, s~a ~n capo grupp,o in?iscussoe forte, oppure una

contrapposizione ad altn grupPi, o ancora In casI di emergenza. E chJaro che IIgrado di adesIOne

al conformismo di gruppo dipende anche dalla personalità del soggetto, dal suo grado di sviluppo,

IL LEADER NEL GRUPPO

Il leader in un gruppo è il capo che esercita funzioni di guida e comando e rappresenta il gruppoall'esterno. La funzione di guida può essere esercitata con differenti stili:

. autorjtario:il capo controlla tutto e tutti, lasciando poco spazio aila maturazioneperso-nale'degli appartenenti al gruppo; questo stile è tipico di alcuni ambienti in cui deve es-sere assolutamente chiaro chi comanda e chi guida il gruppo (per esempio, nell'esercito);

. partecipativo/democratico: il capo controlla, stimola, ma lascia ampio spazio alla liberainizia,tiva.Questo stile stimola e favorisce la delega e, quindi, la responsabilizzazione deicomponenti del gruppo;

. né uno né l'altro dei due stili, ossia né accentratore né delegante: il capo perde una dellesue funzioni essenziali, quella di guida, creando insicurezza e demotivazione, favorendoil frazionamento del gruppo e lo smembramento in sottogruppi, ciascuno dei quali verràguidato verso propri fini, che possono anche essere diversi dalla finalità generale e prin-cipale del gruppo. In queste circostanze può verificarsi che un capo informale emerga so-praffacendo quello formale non riconosciuto. Il riconoscimento si basa sull'autorevolezza,capacità reale del capo di realizzare la funzione di guida di cui il gruppo ha bisogno.

I SISTEMI

L'uomo viene comunemente considerato come un "animale sociale", A tale definizione è possibiledare più significati. Infatti, possiamo pensare che l'uomo esiste in quanto esistono gli altri, consi-d~rando questi come individui e gruppi che si rapportano con il nostro essere. Attraverso la convi-venza sociale l'uomo riesce a raggiungere impmLanti livelli di equilibrio personale. Aristotele stessoconsiderava l'uomo come un "animale sociale" che, attraverso la società, riusciva ad attuare il suoperfezionamento morale. Pensiamo quindi sia importante e foriero di nuove conoscenze conside-rare l'uomo inserito in un sistema, ovvero un complesso dj elementi presenti in un dato contesto ca-ratterizzatidapecuJjahprophetà e, nellostesso tempo, jnterdipendenti.Un esempio di tale definizionesi può ravvisare in un apparato del nostro corpo, come quello cardiocircolatorio: ogni organo hauna sua funzione e struttura ma interagisce, per poter far sopravvivere l'individuo, con altri. Nonsolo; il tutto funziona con successo, quando il soggetto vive e si sviluppa, grazie a precise regole difunzionamento prede finite, È possibile quindi definire sistema ogni complesso di elementi collegatiin qùalche modo tra di loro o jnterdipendenti che formano un tutto organjco che, a sua volta, hsultasoggettoa regoledj/ì.mzionamento. In questo senso, correttamente, si parla, in economia, di sistemabancario, in anatomia, di sistema cardiovascolare e, in sociologia, di sistema sociale.

Page 18: Elementi Di Psicologia e Sociologia Cap.5

Cosa produce un sistema? E, soprattutto, qual è il motivo sotteso allo sviluppo di un sistema?Gliscopi di un sistema possono essere diversi:

.

una funzione di trasformazione delle risorse immesse nel sistema;

· una funzione di deposito utile per accantonare elementi e risorse;

· una funzione di controllo (attività di governo);

· una funzione di riproduzione per un neG~ssario rinnovamento del sistema.

Dobbiamo ricordare che le diverse parti gi cui è formato un sistema sono correlate fra di lorocon un vasto complesso di relazioni e legami che, nell'insieme, costituiscono le strutture di qUe-sti rapporti. Tali rapporti non sono stabili ma in continuo divenire e ciò attribuisce al sistema unmovimento che può essere di evoluzione e che caratterizza un processo di crescita e differen_ziazione dei componenti il sistema, o di involuzione, quando si hanno fenomeni opposti a quelliprima descritti.

È del tutto evidente che il sistema per poter realizzare i propri scopi deve disporre di materia(oggetti di cui si serve il sistema), energia (forza) ed elementi informativi (sono fondamentali perlo sviluppo e per la sicurezza). Il problema delle risorse è molto importante per lo sviluppo e lasopravvivenza del sistema; infatti, si ha piena consapevolezza della limitatezza delle risorse eciò favorisce due fenomeni distjnti:

]. la necessità di aumentare la competitività. Nei sistemi viventi, chi riesce a essere più

competitivo avrà maggiori possibilità di sviluppo. Anche fra gli uomini, quando le possi-bilità di sviluppo sono legate a risorse troppo limitate rispetto ai bisogni, la situazione chemaggiormente si verificherà sarà quella di un conflitto;

2. la necessità di ovviare, con lo sviluppo di appositi programmi, diminuendo l'incertezzaalla sopravvivenza.

L'ANALISI DI UN SISTEMA

Cercaredi capire come un sistema funziona (analisi del sistema), non è facile.Si pensi a un si-stema complesso come la società in cui viviamo, a sua volta composta da tanti sistemi. In sin-tesi, per poter codificare il suo funzionamento è necessario:

]. identificare quali sistemi principali lo compongono e quali compiti e mandati assolvonoall'interno del sistema stesso;

2. definire le norme che ne regolano il comportamento; tali regole possono essere diversenel medesimo insieme: per esempio, in una società cattolica possono coesistere leggi delloStato e quelle della gerarchia ecclesiastica;

3. . verificaredi quale sistema è parte.

Se dovessimo schematicamente rappresentare il sistema sociale potremo pensare a una pi-ramide dove ognuno di noi è collocato in una data posizione. Da tale posizione ci si aspetta l'as-solvimento di determinati compiti. In altre parole, ci si aspetta l'esibizione di un dato ruolo chepuò essere considerato l'insieme dei compiti da assolvere e che servono al funzionamento delsistema complessivo. Si tratta quindi del "dover essere", ovvero di una serie di obblighi, di do-veri, dai quali il soggetto non può esimersi, pena l'insorgenza di sanzioni di vario genere. A ogniruolo corrisponde uno status, che è quanto un soggetto si aspetta in virtù del ruolo ricoperto.Quindi lo status è ciò che aspettiamo dagli altri in quanto detentori di un particolare ruolo in senoa] sistema sociale. La famiglia, di cui parleremo nel prossimo paragrafo, può essere a pieno ti-tolo considerata ,unsistema nel sistema.

Page 19: Elementi Di Psicologia e Sociologia Cap.5

Jtteso allo sviluppo di un sistema?

;istema;risorse;

'nto del sistema.

sistema sono corre late fra di loro, costituiscono le strutture di qUe-lire e ciò attribuisce al sistema unn processo di crescita e differen_i hanno fenomeni opposti a quelli

pri scopi deve disporre di materiaformativi (sono fondamentali pero importante per lo sviluppo e laì della limitatezza delle risorse e

ni viventi, chi riesce a essere più~ fra gli uomini, quando le possi-petto ai bisogni, la situazione che

~rammi, diminuendo l'incertezza

a), non è facile. Si pensi a un si-omposta da tanti sistemi. In sin-

[ali compiti e mandati assolvono

di regole possono essere diverseica possono coesistere leggi dello

Jciale potremo pensare a una pi-a tale posizione ci si aspetta l'as-l'esibizione di un dato ruolo chele servono al funzionamento delo di una serie di obblighi, di da-isanzioni di vario genere. A ogni'etta in virtù del ruolo ricoperto.xi di un particolare ruolo in senoJaragrafo, può essere a pieno ti-

Elementi di psicologia e sociologia · CAPITOLO5

[.AfANIIGLIA

famigliaè sempre stata p.er.la ~ociolo~ia o?getto di grand~ inter~s~e. Gli studi recenti non laLansiderano più solo come Istituzione pnmana che assorbe I conflitti socIali esterm, ma anche

eome nucleoattivo che, a sua volta, è in grado di reagire e influenzare i fenomeni sociali. L'im-eostazione della moderna sociologia è quindi quella di considerare la famiglia come attore at-

~~odei mutàìnenti s?c~ali. Nelle v~rie rice~che sociologiche condotte su questo istituto ha sem-repesatoilpunto di vls~aIdeologl~od~1ncercator~. .,p

Fondamentalmente SIpossono Identificare due ImpostazlOm:

I

_ lafam,

' iglia come gruppo sociale primario insostituibile, sede privilegiata della libertà iI1'divi-duale dove il soggetto può esprimersi liberamente e imparare, in condizione protetta, arapportarsi con il mondo, sviluppando le proprie potenzialità;

_ la famiglia come espressione emblematica dell'individualismo, chiusura, egocentrismo, ri-spetto alle esigenze e possibilità di sviluppo della società.

Incontestabilmente, negli ultimi anni la famiglia si è trasformata casi come la sua funzione.

Èsufficientericordare la famiglia patriarcale che avocava a sé le seguenti funzioni:

-economica: la famiglia contadina si sviluppava in una struttura statale che tendeva,versol'autosufficienza economica, una sorte di autarchia, dove inoltre si assicurava occupa-zioneai membri, assistenza economica e non solo, alloggio ecc.; ,

_ educativa: attraverso il riferimentoa schemi,valorisaldi e difficilmentediscutibili; ,

_ politica: la famiglia aveva una struttura organizzativa in cui erano chiari i differenti ruolie veniva riconosciuta la funzione di guida del patriarca attraverso il quale il gruppo si con-frontava con il mondo esterno.

Ilconfronto tra il modello descritto e l'attuale ci porta a evidenziare una radicale trasfonnazione,conuna perdita di molte funzioni un tempo proprie, se non esclusive, della famiglia: da gruppo au-tosufficientesi è passati a una condizione di piccoligruppi strutturalmente legati alla società per po-tersoddisfaremolteplici bisogni che prima trovavano riscontro in seno alla famiglia stessa.

Da quanto illustrato possiamo così sintetizzare le funzioni che, nell'attuale contesto so-ciale, vengono esercitate ancora dalla famiglia:

l. riproduttiva, con trasmissione e conservazione dei caratteri ereditari;2. di sviluppo, nei confronti del nuovo nato a cui concorrono sia il padre sia la madre con

la creazione di un ambiente positivo e stimolativo;3. educativa: non è sufficiente assicurare il soddisfacimento dei bisogni fondamentali dell'in-

"dividuo; è necessario creare le condizicni per lo sviluppo della sua personalità, e fonda-mentale appare il meccanismo dell'identificazione.

I concetti L'ADATIAMENTO

Iltennine adattamento può essere fondamentalmente interpretato in due modi:

I

l. comeprocesso attraverso cui un essere umano assume come mode1h di comportamento e di

"

valo

,

re que1h che risultano predominanti nella società. È contraddistinto da una connota-zione negativa, in quanto si realizza con sacrificio delle convinzioni personali a vantag-

. gio di quelle predominanti;

Page 20: Elementi Di Psicologia e Sociologia Cap.5

2. con un'accezione più positiva, è invece la capaÒtà dj convivenza, dj comprensjone a espri.mere equjjjbrio da parte delle persone, jn contrapposjzjone a un djsadattamento che può espri_mersj con comportamenU squjjjbraU, jncapaÒtà dj jntegrazione, emargjnazjone. In questocaso l'adattamento si configura come un processo dinamico che accompagna il soggetton(;lla sua crescita e integrazioneflella società al pari della soddisfazione dei suoi mute.voli bisogni in relazione all'età e alle esigenze ambientai i

Ognuno di noi ha una sua vita interi0I.t con impulsi anche contrastanti che tendono a deter.minare il nostro comportamento, il quale'sarà il risultato di mediazioni interiori. Le spinte degliimpulsi istintivi non sempre si traducono in azioni perché esse sono sottoposte al controllo dell'Iocosciente, inteso come il risultato dell'interiorizzazione di norme di carattere morale e sociale diderivazione esterna.

.

Prodotto di questo conflitto può essere uno stato di ansia da cui il soggetto si protegge conicosiddetti meccanismi di difesa che trasformano gli impulsi adattandoli. Le contingenze dellavita fanno spesso rivivere ai soggetti precedenti e antichi conflitti interiori; l'esperienza può es-sere fonte di frustrazione, cioè di una impossibilità a realizzare ciò che il soggetto si aspetta. Inquesta evenienza, la capacità di far fronte allo stato di frustrazione dipende molto dallo stato dimaturità del soggetto: i bambini, peresempio,'tollerano poco le frustrazioni reagendovi inmodoirrazionale con pianto e azioni anche aggressive. Altri comportamenti che possono essere ri.scontrati sono:

I

· atteggiamenti passivi, di abulia;

· con impegno la persona cerca di applicarsi per superare l'ostacolo che ha determinatouna sua mancata gratificazione.Ciòpuò essere il fruttodi un'analisi della realtà e delleproprie capacità a far fronte a tutto ciò; questo modo di atteggiarsi è tipico delle personemature.

IL DISADATIAMENTO

In particolari situazioni, l'individuo si trova a doversi adattare a una nuova prospettiva di vita:l'adolescenza, la vecchiaia, ma anche la malattia, la perdita di persone o di parti del corpo sonotutti eventi che richiedono al soggetto una grande capacità di adattamento.

Tale capacità può anche non essere sufficiente rispetto alle necessità. In tali casi si possonomanifestare sintomi di disadattamento soggettivi (disagio, isolamento, dipendenza) e ogget.tivi (aggressività, isolamento, dipendenza). I

Spesso tali sintomi non sono altro che un tentativo del soggetto di ripristinare un nuovo equi- ilibrio. . ~

Il ricovero in ospedale è uno degli eventi che può scatenare una situazione di disadattamentoo rendere precaria una pregressa condizione di disadattamento. Infatti, il ricovero può significaredistacco dall'ambiente abituale, separazione dai familiari ecc. L'operatore ha il dovere di com-prendere queste reazioni per creare condizioni che favoriscano l'adattamento, adottando compor-tamenti e atteggiamenti di comprensione, ascolto, personalizzazione del rapporto con il paziente.

IL COMPORTAMENTO DEGLI OPERATORI

Per una serie di ragioni, l'esperienza della malattia è una delle più critiche per una persona: per";ché è una evenienza della quale non si riesce a controllare i fattori scatenanti, che riduce le no.stre libertà, la nostra autonomia, ci avvicina all'esperienza del dolore, della sofferenza e prefi-gura la possibilità della morte.

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~onvjvenza, dj comprensjone a esprf!e a un djsadatlan:ent~ che può esp~~razlOne, emargmazlOne. In questlamico che accompagna il soggeuOdella soddisfazione dei suoi

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~ contrastanti che tendono a deter. :nediazioni interiori. Le spinte degli'sono sottoposte al controllo dell'Io]

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da cui il soggetto si protegge con iadattandoli. Le contingenze della

Iflitti interiori; l'esperienza può es-re ciò che il soggetto si aspetta. Inzione dipende molto dallo stato dile frustrazioni reagendovi in modolortamenti che possono essere ri.

are l'ostacolo che ha determinatoto di un'analisi della realtà e delleli atteggiarsi è tipico delle persone

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;etto di ripristinare un nuovo equi-

: una situazione di disadattamento). Infatti, il ricovero può significare

. L'operatore ha il dovere di com-l'adattamento, adottando compor-zione del rapporto con il paziente.

più critiche per una persona: per-lttori scatenanti, che riduce le no-:1dolore, della sofferenza e prefi.

psicologia e sociologia

I queste situazioni il medico è una figura molto importante, anche se nel tempo la sua im-~e soçiale ha subito un profondo cambiamento da carismatica, con elevato prestigio le-magl~una sorta di potere magico, a professionista, le cui capacità derivano dalla preparazione

gatOonaleedal progresso scientifico e tecnologico. Il medico si è "tecnologizzato" e ha spessoper~itUito~lrappor,to diretto quello mediato dagli strumenti della diagnostica e terapeutica.

~~ quest~:~ffermazi.onesi vuole asserire che lo sviluppo scientifico h.aaumentato la .capacità. aratoriaJ:!ellamedICma ma non ha ugualmente trasformato e ampliato Il rapporto mtérper-

:nale tr(r~peratore e cliente c~e ne è rim~sto "schiacciato" e su.bordinato alle esigenze tec-IogìcheJn parte, questa consideraZione SIestende al personale mfermlenstlCo e dI supporto.

~;questo caso, però, il rapporto operatore/cliente si struttura con sostanziali differenze legatealle funzioniproprie dell'infermiere che è obbligato a uno stretto rapporto con il paziente, so-prattutto in partico.lari situazioni. patologiche. Anche l'operatore di ,supporto, per !'attività diassistenzadi base, IdentIficata chIaramente nel profilo lavoratIvo, puo assumere un Importanteruolonell'equipe assistenziale multiprofessionale. Il deficit relazionale degli operatori più tec-nologicizzatìlascia infatti spazio all'operatore di assistenza che può giocare in questo ambitoun suo ruolo.

LE RELAZIONI INTERPERSONALI E I COMPORTAMENTI DEL GRUPPO

""':A~a.tii~'aridòì fattori psicologici caratteristici dei gruppi nòn possiamo tralasciare di considerare

l'elemento i;lnsia..

Il gruppo è importante nella vita comunitaria perché attraverso di esso è più probabile ga-rantire alla collettività progresso e nuove idee per risolvere problemi. In particolare, nel gruppo,visto in un'òuica psicodinamica, è possibile riscontrare le seguenti componenti:

I

l. discrezionale: è quella della libera scelta, i

.

n cui si possono esercitare le proprie capacitàe conoscenze ed è la parte più correlata con una potenziale condizione ansiogena;

2. prescrittiva: è quella legata al compito affidato con i vincoli di precise regole; è la partemeno legata a una componente ansiogena perché libera da personali decisioni, in quantovincolata da precise istruzioni operative.

La discrezionalità connessa a un contesto di lavoro può generare ansia che deve essere ge-stita per permettere di liberare la creatività e l'invenzione tipiche del lavoro di gruppo. Lavorareinuna dimensione di gruppo non è facile ed è frutto di una conquista che si raggiunge attraversounprocesso di maturazione. I motivi dell'ansia che spesso rendono non operativo o poco fun-zionale il gruppo possono essere così riassunti:

l. perdita di sé. Noi esistiamo se abbiamo un chiaro sentimento di unità del corpo e dellapsiche. Operare in gruppo può far mettere in discussione questa unità personale, costruitae difesa nel tempo. In altre parole, consciamente o inconsciamente, entrare nel gruppocomporta il domandarsi: "Chi sarò all'interno del gruppo?", "Chi pensano gli altri che iosia?". Questi vissuti sono tipici di un gruppo appena costituito, ma possono manifestarsianche in caso di nuovi inserimenti che minacciano l'equilibrio del gruppo;

2. inadeguatezza. Altro motivo d'ansia è quello della capacità del soggetto inserito nelgruppo di fare fronte alle aspettative che vi si instaurano. Ciò significa chiedersi: "Ce lafarò?", "Sarò all'altezza?". È evidente che, nel lavoro di gruppo, l'ansia dovuta a un sensodi inadeguatezza si rafforza, poiché il gruppo solitamente si forma per produrre risultaticon compiti prevalentemente di tipo discrezionale e non prescrittivi;

3. ansia derivante dalla perdita di sé. Si supera quando tra i membri del gruppo è conso-lidata l'appartenenza che è stata interiorizzata con manifestazioni in cui si esprime chia-

Page 22: Elementi Di Psicologia e Sociologia Cap.5

I

ramente il "noi". Successivamente vi può essere una fase ansiogena del gruppo legata allapreoccupazione per la capacità produttiva del gruppo o alla sua destabilizzazione dovutaa possibili nuovi entraU.

I concettiLE PRINCIPALJ;SINDROMI OGGETTO DI STUDIO DELLAPSICOLOGIA E PSICHIATRIA

LE SINDROMI NEVROTICHE

Al concetto di nevrosi sono stati associati, con il tempo e con lo svilupparsi degli approfondi_menti scientifici, significati diversi. Tradizionalmente, la nevrosi €èsempre stata considerata comeun disturbo funzionale e quindi non conseguenza di una lesione anatomica, che realizza a livellosoggettivo uno stato di malessere rappresentato come disagio e sofferenza psichica che si riflettespesso nelle relazioni con l'ambiente. Una caratteristica assai comune nelle nevrosi risulta es-sere un deficit nella necessaria plasticità di risposta all'ambiente circostante, con conseguenzeche possono riguardare anche il rendimento sociale e lavorativo del soggetto colpito. Il nevro-tico è comunque ben consapevole di questa sua situazione, è anche in grado di riconoscere l'ah-normitàdelle sue risposte all'ambiente che lo circonda ma non riesce fare a meno di compor-tarsi in tale modo. È questo un tratto che differenziala situazione del nevrotico da quelladellopsicotico al quale non appartiene tale capacità. La sintomatologia nevrotica SIesprime con sin-tomi psichici quali ossessioni, fobie, ans-ia;vegetativi come sudorazione, tachicardia, disturbi ga.strointestinali; comportamentali come insicurezza, indecisione, incertezza.

Storicamente si distinguono quattro nevrosi classiche:. isterica: si esprime con una sintomatologia varia e mutevole, potendo imitare tutte le ma.

lattie. Si ritrova in tratti di personalità facili alla suggestione, all'egocentrismo, all'estremasensibilità;. ossessiva: l'aspetto essenziale di questa sindrome è dato dall'ossessione che implicatapresenza di pensieri, azioni in uno stato di assoluta incoercibilità e insistenza tanto danon poter essere controllati dal soggetto. Le ossessioni possono riguardare immagini 05-sessive ovvero ripensamento insistente di immagini che non si riescono a scacciare dallamente, oppure idee ossessive che obbligano il soggetto Clsottostare a comportamenti an-che inconsulti e illogici. Infine, altra categoria ossessi va può essere costituita dagli impulsicoatti, che costringono il soggetto ad azioni aggressive o sconvenienti;. fobica: si concretizza con un ingiustificato e irrazionale timore per situazioni che nor-malmente non destan()pr~occupazione; .. ansiosa: diventa nevrotica quando è particolarmente intensa e sproporzionata rispettoalla situazione. Si differenzia dalla fobia, nella quale, invece, l'ansia si lega a un oggettooppure a una situazione, ma si presenta in forma libera c diffusa.

LE SINDROMI PSICOTICHE

La psicosi è una malattia psichica grave in cui si verifica una frattura tra il soggetto e la realtà;Altro importante elemento è costituito dalla destrutturazione della propria unità interna che COIl1"porta difficoltà nel distinguere chiaramente tra il sé e la realtà esterna. Si possono identificarepsjcosj organjche, frutto di un'alterazione somatica, e psjcosjfun:àonaJj, nelle quali non esiste undanno organico. Alle psicosi funzionali appartengono:

Page 23: Elementi Di Psicologia e Sociologia Cap.5

di psièologia e sociologia · CAPITOLO5

. le sindromi schizofrenièhe, caratterizzate da una dissociazione delle differenti funzionipsichiche: le idee sono tra loro collegate in modo incongruo, bizzarro tanto che riduconolà persona in un mondo artistico scollegato dalla realtà;leisindromi deliranti paranoiche, caratterizzate da idee deliranti permanenti e allucina-zioni riferite a un unico tema;. I~psicosi m'aniaco-depressive, in cui preminente è l'alterazione dell'affettività, che sie~prime con squilibri del tono dell'umore: dall'euforia alla depressione;

.. la;depressione, ovvero grave abbassamento del tono dell'umore e un sentimento d\ penosatQstezza e sofferenza. Spesso il tutto è accompagnato anche da un'inibizione motQria;. là mania: è il contrario della depressione e si manifesta con uno stato di ipereccitazionedelle funzioni psichiche.

~ansiogena del gruppo legata allaalla sua destabilizzazione dovuta

ITO DI STUDIO DELLA

1 lo svilupparsi degli approfondì-è sempre stata considerata come

~anatomica, che realizza a livello: sofferenza psichica che si riflettecomune nelle nevrosi risulta es-

lte circostante, con conseguenzeva del soggetto colpito. Il nevro-nche in grado di riconoscere l'ah-lJ1riesce fare' a meno di compOr-one del nevrotico da quella dello)gia nevrotica si esprime con sin-)razione, tachicardia, disturbi ga-~,incertezza.

'vale, potendo imitare tutte le ma-me, all'egocentrismo, all'estrema

,to dall'ossessione che implica lacoercibilità e insistenza tanto dapossono riguardare immagini os-: non si riescono a scacciare dallaa sottostare a comportamenti an-può essere costituita dagli impulsio sconvenienti;le timore per situazioni che nor-

ntensa e sproporzionata rispettoIvece, l'ansia si lega a un oggettoe diffusa.

frattura tra il soggetto e la realtà.:llapropria unità interna che corn-i esterna. Si possono identificarenzjonali, nelle quali non esiste un