EL OGIO DEL DISCERNIMENT O - quattroparole.com · C risto, M aria si trovata avviluppata da eventi...

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EDITORIALE ELOGIO DEL DISCERNIMENTO ANNO QUATTRO - Nº 3 - DICEMBRE 2013 - OFFERTA LIBERA Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra N on so se vi capita mai di soffermarvi ad ascol- tare la gente che parla. A me piace molto, non per fare incetta di pettegolezzi - cosa che non è cer- tamente raccomandabile - ma, semplicemente, per capire cosa frulla nella testa delle persone. Provate a fare questo esercizio al bar, dalla parrucchiera, su un treno, e scoprirete strani mondi. Sì, perché, in un numero elevatissimo di casi, si scopre quanto sia vero il vecchio proverbio che dice: “prendere luccio- le per lanterne”, “espressione idiomatica della lingua italiana che si utilizza per indicare un vistoso errore o la confusione di una cosa con un’altra”, così lo spie- ga Wikipedia. Ascoltando la gente, ho la netta impressione che il pensiero, la logica, la razionalità, stiano sempre più ritraendosi dai ragionamenti dif- fusi, per lasciare campo a impressioni, umori, slo- gans, frasi fatte, luoghi comuni, in una insalata mista di banalità e di superficialità che non fa certo onore all’intelligenza. Il processo, per la verità, era già iniziato tempo fa, se Søren Kierkegaard (Copenaghen, 5-5-1813 - 11-11-1855), nel suo Diario, descriveva la condizione del- l’uomo moderno con questo paragone: “La nave è in mano al cuoco di bordo e ciò che trasmette il megafo- no del comandante non è più la rotta, ma ciò che mangeremo domani”. Davvero se la mente ed il cuore di ciascuno non sono abitati da qualcosa di grande e di nobile, la vita si riduce ad un chiacchie- riccio sterile e privo di discernimento. Basta già la televisione a trasformare il nostro mondo in discarica, non mettiamoci del nostro! Non so chi l’ha detto, ma so che ha perfet- tamente ragione, chi ha affermato che “Le grandi menti discutono delle idee, le persone medie discutono dei fatti, le piccole menti (s)parlano delle persone”. E visto che ci incamminia- mo e ci prepariamo al Natale, devastato da messag- gi pubblicitari che dissacrano quanto per noi cre- denti vi è di più sacro, ovvero l’incarnazione del Figlio di Dio, mi piace ricordare un monito che ho letto, alcuni anni fa, su uno dei banchi del Christkindlmarkt (mercatino di Natale) di Bressanone: “Stai attento ai tuoi pensieri, perché diventano parole. Stai attento alle tue parole, perché diventano fatti. Stai attento ai tuoi fatti, perché diven- tano abitudini. Stai attento alle tue abitudini, perché diventeranno il tuo carattere. Stai attento al tuo carat- tere, perché diventerà il tuo destino”. Mi sembra, que- sto, un bellissimo elogio di un’arte dimenticata e sicuramente da riscoprire: il DISCERNIMENTO, ovvero la facoltà della mente di giudicare, valutare, distinguere rettamente, separando ciò che è buono da ciò che è cattivo, ciò che è vero da ciò che è falso, ciò che è apparenza da ciò che è sostanza. Il discernimento è certamente una dote umana, ma è, soprattutto, una virtù cristiana, perché esso per- mette innanzitutto di cogliere dentro di noi se, in una certa idea, o ispira- zione, o comportamento, vi è la presenza di Dio oppure no. Avere questa sensibilità è molto importante per la vita del cristiano, perché spesso si tende a percepire come segno della volontà di Dio ciò che invece non lo è. Il discernimento ci fa percepire una parola o un fatto come azione di Dio in noi e per noi, e ci aiuta ad assecondarla. Questo dono permette anche di ricono- scere l’azione vera della Grazia di Dio, distinguen- do gli impulsi che proven- gono dagli inganni del demonio, il quale, talvolta, può presentarsi sotto le apparenze del bene. Lo ricorda saggiamente l’apo- stolo, quando scrive: “Ca-

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EDITORIALE

ELOGIO DEL DISCERNIMENTO

ANNO QUATTRO - Nº 3 - DICEMBRE 2013 - OFFERTA LIBERA

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Non so se vi capita mai di soffermarvi ad ascol-tare la gente che parla. A me piace molto, non

per fare incetta di pettegolezzi - cosa che non è cer-tamente raccomandabile - ma, semplicemente, percapire cosa frulla nella testa delle persone. Provate afare questo esercizio al bar, dalla parrucchiera, su untreno, e scoprirete strani mondi. Sì, perché, in unnumero elevatissimo di casi, si scopre quanto siavero il vecchio proverbio che dice: “prendere luccio-le per lanterne”, “espressione idiomatica della linguaitaliana che si utilizza per indicare un vistoso erroreo la confusione di una cosa con un’altra”, così lo spie-ga Wikipedia. Ascoltando la gente, ho la nettaimpressione che il pensiero, la logica, la razionalità,stiano sempre più ritraendosi dai ragionamenti dif-fusi, per lasciare campo a impressioni, umori, slo-gans, frasi fatte, luoghi comuni, in una insalatamista di banalità e di superficialità che non fa certoonore all’intelligenza. Il processo, per la verità, eragià iniziato tempo fa, se Søren Kierkegaard(Copenaghen, 5-5-1813 - 11-11-1855), nel suoDiario, descriveva la condizione del-l’uomo moderno con questoparagone: “La nave è inmano al cuoco di bordo eciò che trasmette il megafo-no del comandante non èpiù la rotta, ma ciò chemangeremo domani”.Davvero se la mente ed ilcuore di ciascuno nonsono abitati da qualcosa digrande e di nobile, la vitasi riduce ad un chiacchie-riccio sterile e privo didiscernimento. Basta già latelevisione a trasformare ilnostro mondo in discarica,non mettiamoci delnostro! Non so chi l’hadetto, ma so che ha perfet-tamente ragione, chi haaffermato che “Le grandimenti discutono delle idee,le persone medie discutonodei fatti, le piccole menti

(s)parlano delle persone”. E visto che ci incamminia-mo e ci prepariamo al Natale, devastato da messag-gi pubblicitari che dissacrano quanto per noi cre-denti vi è di più sacro, ovvero l’incarnazione delFiglio di Dio, mi piace ricordare un monito che holetto, alcuni anni fa, su uno dei banchi delChristkindlmarkt (mercatino di Natale) diBressanone: “Stai attento ai tuoi pensieri, perchédiventano parole. Stai attento alle tue parole, perchédiventano fatti. Stai attento ai tuoi fatti, perché diven-tano abitudini. Stai attento alle tue abitudini, perchédiventeranno il tuo carattere. Stai attento al tuo carat-tere, perché diventerà il tuo destino”. Mi sembra, que-sto, un bellissimo elogio di un’arte dimenticata esicuramente da riscoprire: il DISCERNIMENTO,ovvero la facoltà della mente di giudicare, valutare,distinguere rettamente, separando ciò che è buonoda ciò che è cattivo, ciò che è vero da ciò che è falso,ciò che è apparenza da ciò che è sostanza.Il discernimento è certamente una dote umana, maè, soprattutto, una virtù cristiana, perché esso per-

mette innanzitutto di cogliere dentro dinoi se, in una certa idea, o ispira-

zione, o comportamento, vi èla presenza di Dio oppureno. Avere questa sensibilitàè molto importante per lavita del cristiano, perchéspesso si tende a percepirecome segno della volontàdi Dio ciò che invece nonlo è. Il discernimento ci fapercepire una parola o unfatto come azione di Dio innoi e per noi, e ci aiuta adassecondarla. Questo donopermette anche di ricono-scere l’azione vera dellaGrazia di Dio, distinguen-do gli impulsi che proven-gono dagli inganni deldemonio, il quale, talvolta,può presentarsi sotto leapparenze del bene. Loricorda saggiamente l’apo-stolo, quando scrive: “Ca-

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rissimi, non credete ad ogni spirito, ma discernete gli spiriti che sono daDio, poiché molti falsi profeti sono passati al mondo” (cfr. 1 Gv 4, 1). Inquesto caso Giovanni tratta del discernimento degli spiriti, che loSpirito ci dona per farci affrontare vittoriosamente la lotta tra la “carnee lo Spirito” (a questo proposito, per approfondire, si vedano i nn.2846-2849 del Catechismo della Chiesa Cattolica). Senza il discerni-mento non si può vivere nella conoscenza e nella pratica della volontàdi Dio. È perciò una necessità che si impone ai cristiani maturi. Ildiscernimento non è solo una capacità naturale, ma un dono delloSpirito che educa il cuore, infondendo quella particolare sensibilità,che la carne non possiede, di captare la presenza di Dio e l’azione dellaGrazia.Credo sia quanto mai necessario ed urgente attrezzarci di questodiscernimento spirituale su qualsiasi aspetto della vita: dalla politicaall’economia, dalla educazione alla salute, dalla gestione del tempolibero ai diritti-doveri che ci competono. Ma questo discernimentoè quanto mai necessario anche all’interno della Chiesa, perché di cri-stiani che ragionano per impressioni, umori, slogans, frasi fatte, luo-ghi comuni, in una insalata mista di banalità e di superficialità, chenon fa certo onore all’intelligenza, ce ne sono troppi. Il discerni-mento spirituale riguarda qualsiasi aspetto della vita cristiana: dallacelebrazione dei Sacramenti alla figura del Papa; dalle aspettativesugli Oratori alle attività delle Parrocchie; dalla morale evangelicaalla presenza dei credenti nella società; dalla missione dei preti alproblema delle vocazioni; dalla gestione dei beni economici allepriorità educative. La Chiesa deve essere una scuola di discernimen-to, e lo può diventare se guarda a dei modelli credibili: l’Evangelo, isanti.Nei Vangeli dell’infanzia si legge che, nel momento della nascita diCristo, Maria si è trovata avviluppata da eventi tanto semplici etanto grandiosi da rischiare la confusione, e si è districata, in questasorta di labirinto, meditando nel suo cuore, per poter capire, perpoter discernere, per poter trattenere, ciò che era vero, buono, giu-sto, e santo. San Lorenzo Giustiniani, nei suoi sermoni, così com-menta questo atteggiamento della Vergine: “Maria meditava nel suocuore tutto ciò che assimilava con la lettura, la vista, l’udito, e che cre-scita grande realizzava nella fede, che acquisto faceva in meriti, diquanta saggezza veniva illuminata e di quale incendio di carità anda-va sempre più avvampando! Schiudeva verso di sé la porta dei misteri

celesti e si colmava di gioia, si arricchiva copiosamente del dono delloSpirito, orientandosi verso Dio, e nel medesimo tempo si conservavanella sua profonda umiltà. L’opera del dono divino ha questo di carat-teristico, che eleva dagli abissi al vertice e porta di gloria in gloria. ...Ricordati che Dio ricerca piuttosto l’intenzione, con la quale compiamole nostre azioni, che l’opera medesima che noi facciamo. Perciò sia checi rivolgiamo con l’anima a Dio mediante la contemplazione e ci dedi-chiamo a lui, sia che attendiamo al progresso delle virtù e ci occupiamoassiduamente in opere buone a servizio del prossimo, tutto facciamo inmodo da sentirci sempre spinti dalla carità. Ripetiamo, infatti, che l’of-ferta spirituale che purifica noi e sale gradita a Dio, non é tanto l’ope-ra delle nostre mani in se stessa, quanto il sacrificio spirituale che siimmola nel tempio del cuore, ravvivato dalla presenza e dal compiaci-mento di Cristo Signor nostro”.Nel tempo caotico in cui siamo chiamati a rendere ragione della spe-ranza che è in noi, una delle più efficaci testimonianze che possiamorendere alla società è quella di gente che sa vedere - giudicare - agire,con una sapienza che non è nostra, ma è frutto di una frequentazio-ne di Dio e della sua Parola. Il Natale che celebriamo ci assicura cheanche quest’anno, ancora e sempre, il Verbo si fa carne e pone la suatenda in mezzo a noi. Dio ci frequenta e ci invita a frequentarlo, cieduca a vedere con i suoi occhi, a giudicare con la sua mente, ad agirecon il suo cuore. Non è necessario diventare dei Salomone, bastaessere, anzi, basta vivere da figli di Dio, ed il discernimento del vive-re sarà per noi pane quotidiano. Invito tutti e ciascuno, a fare pro-pria, in questi giorni, quella splendida preghiera che la Liturgia cipone sulle labbra il primo giorno della Novena del Natale, con laprima delle antifone “O”: “O Sapienza, che esci dalla boccadell’Altissimo, ti estendi ai confini del mondo, e tutto disponi con soavi-tà e con forza: vieni, insegnaci la via della saggezza”. È questo il conte-nuto del mio augurio natalizio per tutti e per ciascuno. Invoco que-sta sapienza su di me, perché ne ho davvero bisogno, su Don Davide,su Don Ennio e Don Pietro, sulle Suore e sulle catechiste, sui mem-bri dei Consigli e su tutti coloro che lavorano per il bene dellaComunità Pastorale, sui bambini, sui ragazzi e sui giovani, sugli adul-ti e sugli anziani, sulle famiglie e sugli ammalati, su chi cerca lavoro,casa, un cuore accogliente, su chi ha smarrito la fede, la speranza e lacarità, sui vicini e sui lontani, su tutti gli uomini e le donne di buonavolontà. Questo sia il nostro buon Natale. Don Samuele

Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra 3

Su queste pagine, tempo fa, si ragionava sul fatto che l’ora-torio dovrebbe essere 1) un luogo stabile; 2) di relazionicristiane; 3) focalizzato sui giovani. Avendo già parlato delprimo punto, ci concentriamo ora sul secondo.Possiamo dire che i nostri oratori (parliamo di Sabbionetae Breda Cisoni, che oltre alle attività strettamente catechi-stiche contano anche su di un notevole andirivieni di ragazzi) sianoluoghi di relazioni cristiane?Credo si possa senz’altro dire che, per lo meno, lo sforzo c’è. Aggiun-gerei anche che tutti noi siamo moralmente obbligati a fare del nostromeglio perché ciò avvenga. Ogni aspetto della vita di un oratorio deveessere decisamente immerso in un’atmosfera cristiana.Chi si preoccupa solo del gioco, o della progettazione di occasioni perritrovarsi, non sta andando al cuore, all’essenza di un oratorio.Chiedere una maggiore offerta di momenti di aggregazione senza, perlo meno, avere un minimo di vita di fede, con tutto ciò che essa com-porta anche in termini di appuntamenti formativi, vuol dire non esse-re coerenti. L’oratorio è sì per tutti, ma deve anche migliorare la fededi tutti, e non semplicemente livellarsi al piano terra per trovare unostandard basso che non comporti uno sforzo cristiano per nessuno.L’oratorio infatti nasce come luogo dedicato al compito di metterein condizione di vivere la fede in un ambiente favorevole ed acco-gliente e non potrà mai staccarsi da questa sua anima.Il catechismo, per bambini, adolescenti e giovani è l’anima nobile diquesto ambiente educativo. L’Azione Cattolica Ragazzi viene subitodopo, al secondo posto. Tutto il resto, anche le attività di caratterepiù ludico o ricreativo, non può comunque staccarsi dall’obiettivodella crescita cristiana. A volte, per questioni pastorali, è opportunoche nell’oratorio si inseriscano momenti che hanno poco a che farecon la missione educativa principale e si è spinti a farlo per supplire

a funzioni che altri entinon hanno la forza di svolgere. Ma tali iniziative non devono maifar smarrire lo scopo primario: l’educazione alla vita nel Vangelo.L’oratorio ha un suo DNA specifico, che ha strettamente a che farecon la fede, e che ogni richiesta rivolta a questa agenzia educativa vacalibrata tenendone conto.Qualcuno potrebbe dire: sì, ma noi, in questo periodo di generaleindividualismo e disaffezione alla vita comunitaria, gli oratori dob-biamo cercare di popolarli in ogni modo. Popolarli, sì. Ma non adogni costo. Una damigiana si può riempire di tanti liquidi, volendo,anche di acqua sporca, anziché aspettare pazientemente il tempodella vendemmia. Con l’unico risultato, però, che ci si ritrova poicomunque senza vino e con, in più, un recipiente da ripulire.Noi, invece, vogliamo ambienti cristianamente curati, educativa-mente qualificati, moralmente buoni. Per questo, il primo frequen-tatore e l’ospite più desiderato di questi ambienti deve sempre esse-re Gesù Cristo, con lo stile che Lui ci insegna. Siamo ancora ingrado di offrirgli cittadinanza tra queste quattro mura? Ci sembraun modello ispiratore o uno scomodo vincolo? È un pensiero ricor-rente o, magari, una noia da scacciare?L’anima cristiana dell’oratorio è direttamente proporzionale alle fededi chi lo frequenta. Impegniamoci tutti perché gli unici a garantirviun presidio di fede non siano soltanto il prete e le catechiste.

Don Davide

COMPITI? INSIEME È PIÙ BELLO...Nei nostri due oratori, di Sabbioneta e Breda Cisoni, per i ragazzi delle scuole medie e superiori è possibile, una volta a settimana, svol-gere i compiti con la supervisione di don Davide, l’aiuto reciproco (e qualche supporto esperto, se i numeri lo renderanno necessario):A Breda Cisoni per le medie e le superiori: venerdì dalle 16 alle 17,30A Sabbioneta per le medie: lunedì dalle 16 alle 17,30; per le superiori: mercoledì dalle 16 alle 17,30.

IL NOSTRO SITO PARROCCHIALE, UNA FINESTRA SULLA REALTÀ SABBIONETANA E LE SUE QUATTRO PARROCCHIE...

Su www.quattroparole.com trovate tutte le notizie sulla vita delle nostre quattro comunità parrocchiali, aggiornatissime ogni settimana.Un appuntamento imperdibile per chi ha dimestichezza con Internet.

GITA A ROMAGli oratori di Sabbioneta e Breda Cisoni, dal 2 al 5 gennaio, organizzano una gita a Roma per i ragazzi delle medie e delle superiori edeventuali genitori. La quota è di euro 300, per iscriversi si può contattare don Davide, a cui si possono domandare anche i moduli.Programma di massima:1° giorno: Partenza h 7, sosta ad Orvieto (Pozzo di S. Patrizio, Duomo) pranzo al sacco. arrivo nel tardo pomeriggio a Roma, sistema-zione e cena. Visita al presepe di piazza San Pietro2° giorno - Roma, centro storico: piazza del Popolo, parco di Villa Borghese, Trinità dei Monti, scalinata di piazza di Spagna, viaCondotti, via del Babuino, via del Corso, Fontana di Trevi, Palazzo Chigi e Montecitorio, visita al Pantheon, Palazzo Madama e piazzaNavona. Rientro e cena. Giro per le vie di Trastevere.3° giorno - Roma antica: Circo Massimo, Bocca della Verità, Arco di Costantino, il Colosseo, i Fori Romani, S. Pietro in Vincoli (Mosèdi Michelangelo), piazza del Campidoglio, Fori Imperiali e Altare della Patria. S. Maria Maggiore. Rientro e cena. Giro per il Gianicolo.4° giorno - Domenica: in S. Pietro la messa con il Papa. Visita della Basilica. Pranzo al sacco. Sosta a S. Paolo fuori le mura. Partenzanel primo pomeriggio e rientro in serata.

FESTE DI COMPLEANNOGli Oratori sono disponibili e ben felici di ospitare feste di compleanno per i ragazzi di qualsiasi età, meglio se raggruppate, per incre-mentare il senso comunitario. Basta parlarne con Don Davide.

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Non è facile dire di SÌ alla famiglia. Non è facile dire di SÌ al pro-prio marito o alla propria moglie o ai propri figli. Certo il giorno delmatrimonio è stato un giorno di festa, dove si è coronato un sogno,dove col sorriso o con l’emozione il SÌ era carico di energia e volon-tà. Ma dire di Si tutti i giorni è ben altra cosa! E non è facile! Al con-trario dire di NO è più semplice, perché col No ci si difende, si tute-lano il nostro essere, le nostre teorie, il nostro carattere. Quando sidice di SÌ invece, magari non sempre consapevolmente, si sa che sista giocando una parte di sé, che in qualche modo deve avvenire innoi un cambiamento, non fine a sé stesso, ma per l’Altro. Per la rea-lizzazione dell’Altro. Molti ragionano dicendo “È giusto dare se siriceve qualcosa indietro”. Ma se la “porta” è chiusa nel dare, difficil-mente si riuscirà a vedere tutto ciò che si riceve. Il dare, dicendoamorevolmente SÌ, inizia in perdita! Inizia con sacrifici per tenere abada un po’ di orgoglio e di amor proprio.Si perché i cambiamenti arrivano, anche se non li vuoi, e la prima acambiare è la coppia che è chiamata a dire SÌ al passaggio dall’amo-re/innamoramento che coinvolge le emozioni, propone tenerezza edattrazione, ad un amore/maturità che promuove la scoperta di unsenso interiore, l’accoglienza reale dell’altro così come è, nella volon-tà di un progetto comune in divenire.Passaggi naturali, che se accolti con un SÌ, diventano scoperta che lavita non è monotona ma desiderosa di manifestarsi nella pienezzadell’umanità, creata per arrivare ad essere bella, buona e beata.Da qui l’importanza di alimentare, come fosse un figlio, la propriacoppia e la propria famiglia, di arricchirla e anche di scoprirla gior-no dopo giorno, nelle piccole cose, nei semplici gesti, ricercandonon il mero piacere dell’altro ma ciò che fa bene alla coppia, alla suaunità, pur nella differenza di due individualità e soprattutto di duegeneri. Che peccato soffocare la coppia con le bollette da pagare o latelevisione sempre accesa o con dialoghi da alfabeto morse!Non dimentichiamo poi che la famiglia è tale non solo dentro lequattro mura casalinghe ma è parte di una Parrocchia che alle fami-glie ci tiene. Ecco le prossime occasioni d’incontro dove la famigliaè al centro:• DOMENICA 29 DICEMBRE, Festa della Sacra Famiglia con

ANNIVERSARI DI MATRIMONIO a Sabbioneta.• SABATO 11 GENNAIO 2014, alle ore 20 in Oratorio a Sabbione-

ta INCONTRO GIOVANI COPPIE di sposi. Un momento diriflessione e convivialità.

• DOMENICA 2 FEBBRAIO, alle 15.30 a Breda Cisoni INCON-TRO PER GENITORI sul tema “educazione all’affettività dai 7 ai14 anni”.

Concludendo: “Non ci sono parole per esprimere l’abisso che corre fral’esser soli e l’avere un alleato. Si può concedere ai matematici che quat-tro è due volte due; ma due non è due volte uno: due è duemila volteuno.” (G. K. Chesterton).

Lorenzo e Anna Margini sposi

FAMIGLIA: UNA PRIORITÀ

FAMIGLIE IN VIAGGIO...La nostra Comunità Pastorale «Maria Madre della Chiesa» organiz-za per tutti, ma soprattutto per famiglie e giovani adulti, un“Viaggio in Normandia e Bretagna”.Questo il programma:1 giorno - sabato 16 agostoSabbioneta, Vezelay (basilica di Santa Maria Maddalena)2 giorno - domenica 17 agostoVezelay, Cattedrale di Bourges, Chambord, il maggiore dei castellidella Loira, Cattedrale di Le Mans, Mont Saint Michel.3 giorno - lunedì 18 agostoIntera giornata è dedicata a Mont St. Michel ed eventualmente a St. Malo.4 giorno - martedì 19 agostoLisieux, patria di S. Teresa, Abbazia di Jumièges, Rouen, dove fu arsaGiovanna D’Arco.5 giorno - mercoledì 20 agostoMont St Michel - Caen - Falesie di Etretat - Bayeux6 giorno - giovedì 21 agostoCosta di granito Rosa - Ploumanach’ - Perros - Guirec - Tregastel -Calvario di Guimiliau - Locronan.7 giorno - venerdì 22 agostoDol-de-Bretagne - Dinan - Quimper - Concarneau - sito megaliticodi Carnac - Vannes.8 giorno - sabato 23 agostoChartres con la stupefacente cattedrale - Orleans - Abbazia di Saint-Benoît-sur-Loire Fleury - Cluny.9 giorno - domenica 24 agostoAbbazia di Cluny - Visita alla comunità di Taizé e partecipazioneall’Eucarestia - Sabbioneta.Nel corso del viaggio si trascorreranno 1 notte a Vezelay, 6 notti neipressi di Mont St. Michel, 1 notte a Cluny. • Quota di partecipazione pro capite: 1120,00 con numero minimo

20 partecipanti paganti 970,00 con numero minimo 30 parteci-panti paganti 900,00 con n° minimo 40 partecipanti paganti.

• Il prezzo è comprensivo di servizio pullman gran turismo, tratta-mento di mezza pensione in hotel, sistemazione in hotel 3 e 4 stel-le, assicurazione personale medico - bagaglio - iva e tasse, organiz-zazione tecnica agenzia Vous Allez Viaggi snc - Ghedi -.

• Iscrizioni al più presto, versando una caparra di 300, per poterstabilire la fattibilità del viaggio.

FAMIGLIE GIOVANI, FATEVI AVANTIContinuano gli incontri delle giovani famiglie di tutta la Comunitàpastorale a mesi alterni. Sabato 11 gennaio, alle ore 20,00, in orato-rio a Sabbioneta sono invitate le famiglie giovani (coppie sposate dameno di dieci anni, con o senza bambini) per un incontro su comevivere la fede in famiglia, seguito da una cena. È garantito il servizio di babysitter per i figli. Tutte le coppie giova-ni, di tutte le parrocchie della nostra Comunità Pastorale, sono viva-mente invitate a partecipare. Ogni coppia partecipante è pregata diavvisare, almeno entro sabato 4 gennaio, Lorenzo Margini a [email protected].

VISITA E BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIEL’anno della fede appena concluso haavuto come momento rilevante equalificante la visita e la benedizionea tutte le famiglie della Co-munitàpastorale. I sacerdoti hanno suonato1.700 campanelli, ed anche se non èstato possibile incontrare propriotutte le famiglie, per motivi di lavoro,sostanzialmente, almeno il desiderioe lo sforzo di un incontro, di un dialogo, di una preghiera e dellabenedizione si è esteso a tutti. L’impegno è stato notevole, ma anchela soddisfazione, pertanto si vorrebbe che la visita e la benedizionedelle famiglie diventasse una realtà permanente, che si estende atutto l’anno, così da poter passare, almeno una volta l’anno, in tuttele case. Dove i sacerdoti non hanno trovato nessuno hanno lasciatonella cassetta della posta l’immagine della benedizione. Chi propriodesiderasse incontrare in casa i sacerdoti prenda contatto con loro.

Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra 5

Gianna Beretta Molla nacque aMagenta (Milano), da genitoriprofondamente cristiani, il 4ottobre 1922, e l’11 ottobre rice-vette il S. Battesimo. Decima ditredici figli, di cui tre si consacra-rono a Dio: Enrico - padreAlberto, medico missionario cap-puccino in Brasile; Giuseppe,sacerdote ingegnere nella diocesidi Bergamo; Virginia, medico ereligiosa canossiana missionaria inIndia. La famiglia Beretta abitòprima a Milano, quindi aBergamo. Il papà Alberto feceenormi sacrifici perché tutti i figlipotessero studiare sino alla laurea,riducendo tutte le spese inutili.Uomo dalla fede profonda e gioio-sa, fu di grande esempio: ognigiorno si alzava alle 5 per recarsi

alla S. Messa. Anche la mamma, Maria De Micheli, aveva una fedeprofonda, spirito di carità, carattere umile e forte. Si recava anch’el-la ogni giorno alla S. Messa, insieme ai suoi figlioli. Mamma Mariasi occupò di ciascun figlio come se ne avesse uno solo; li correggevaaiutandoli a capire gli sbagli.

LA GIOVINEZZAGianna crebbe con grande fede, grazie all’educazione cristiana, econsiderò la vita come un dono meraviglioso di Dio-Provvidenza, fondando ogni gesto nella preghiera. Dal giorno dellaPrima Comunione, a soli cinque anni e mezzo, andò con la mammatutte le mattine alla Messa: la S. Comunione divenne “il suo ciboindispensabile di ogni giorno”. Crebbe serena, prodigandosi per i fra-telli e le sorelle, senza mai stare in ozio: amava tutte le cose belle, lamusica, la pittura, le gite in montagna. Nel gennaio 1937 la fami-glia si trasferì a Genova Quinto al Mare, qui Gianna si iscrisse alla5ª ginnasio presso l’Istituto delle Suore Dorotee. In questi anni

Gianna maturò profonda-mente la sua vita spiritua-le. Durante un corso di S.Esercizi Spirituali, Gian-na, a quindici anni emezzo, fece l’esperienzafondamentale e decisivadella sua vita. Di questiEsercizi è rimasto un qua-derno, di trenta pagine, diRicordi e Preghiere, tra icui propositi si legge:“Voglio temere il peccatomortale come se fosse unserpente; e ripeto di nuovo:mille volte morire piuttostoche offendere il Signore”. Etra le sue preghiere: “OGesù ti prometto di sotto-

UNA FAMIGLIA INUSUALE:S. GIANNA BERETTA MOLLAE LA SUA RELIQUIA A VIGORETO

mettermi a tutto ciòche permetterai miaccada, fammi soloconoscere la tua Vo-lontà...”. Contribuìin modo determi-nante a far maturareil cammino spiritua-le di Gianna l’azionepastorale del suoParroco, il noto li-turgista Mons. Ma-rio Righetti, suo di-rettore spirituale,che l’ebbe attiva col-laboratrice nell’Azione Cattolica, e le inculcò l’amore alla liturgia,per lei una fonte di vita spirituale. Nell’ottobre 1941, ritornò a Bergamo, dove, nell’anno della matu-rità classica, perse entrambi i genitori, a poco più di quattro mesi didistanza l’una dall’altro, la mamma, il 29 aprile 1942, a 55 anni, eil papà, il 10 settembre, a 60 anni.

LA MATURITÀDopo la morte dei genitori, Gianna ritornò a Magenta e si iscrissee alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, a Milano e a Pavia, dove silaureò il 30 novembre 1949. Sempre dolce, volitiva e riservata,andò affinando la sua spiritualità: quotidianamente ella partecipavaalla S. Messa e alla S. Comunione, faceva la Visita al SS. Sacramentoe la meditazione, recitava il S. Rosario, si impegnava tra le giovaninell’Azione Cattolica e nelle Conferenze delle Dame di SanVincenzo. Una sua compagna di liceo testimonia: “Gianna donava il suo sorri-so aperto, pieno di dolcezza e di calma, riflesso della gioia serena e pro-fonda dell’anima in pace”. Dopo la laurea in Medicina, nel 1950,Gianna aprì un ambulatorio medico a Mesero. Si specializzò inPediatria a Milano, e predilesse, tra i suoi assistiti, poveri, mamme,bambini e vecchi. Medico stimato, praticava il lavoro come unamissione, accrebbe il suo impegno nell’Azione Cattolica, e continuòa sfogare con la musica, la pittu-ra, lo sci e l’alpinismo, la suagrande gioia di vivere. Si interro-gava, pregando, sulla sua voca-zione, che considerava un donodi Dio, perché: “Dal seguire benela nostra vocazione dipende lanostra felicità terrena ed eterna.”Le lettere del fratello padreAlberto maturarono in lei ladecisione di raggiungerlo peraiutarlo. Ma la sua costituzione fisica nonera robusta, e il suo direttore spi-rituale riuscì a convincerla chenon era quella la sua strada. L’8dicembre 1954 Gianna incontròl’uomo della sua vita, l’ingegnerPietro Molla, dirigente della

Nel giorno della Prima Comunione,Chiesa di S. Grata, Bergamo Alta

4 aprile 1928

Gianna sulle nevi del Sestriere, aprile 1955Il giorno delle nozze nella casa dei nonni

paterni, Magenta, 24 settembre 1955

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decisioni, si sentì in obbligo di doverle rispettare, anche se le conse-guenze erano dolorose per lui e per i loro figli. La scelta di Giannafu dettata dalla sua coscienza di madre e di medico, dalla sua fede,dalla sua convinzione del diritto sacro alla vita, dall’eroismo del-l’amore materno e dalla fiducia nella Provvidenza.

IL SACRIFICIO E IL DONO DELLA VITANel pomeriggio del 20 aprile 1962, Venerdì Santo, Gianna fu nuo-vamente ricoverata nell’Ospedale S. Gerardo di Monza, dove le fu pro-vocato il parto, ritenuta la via meno rischiosa, senza esito favorevole.Il mattino del 21 aprile, Sabato Santo, diede alla luce GiannaEmanuela, per via cesarea, e per Gianna iniziò il calvario della suapassione. Dopo qualche ora le sue condizioni si aggravarono: febbre,sempre più elevata, e sofferenze addominali atroci per il subentrare diuna peritonite settica. “Gianna”, ricorda la sorella Madre Virginia,“solo raramente svelava le sue sofferenze. Ha rifiutato ogni calmante peressere sempre consapevole di quanto avveniva e presente a se stessa. Nonsolo, ma per essere lucida nelsuo rapporto con il suo Gesù,che costantemente invoca-va”. “Sapessi quale confor-to ho ricevuto baciando iltuo Crocifisso!”, le disseGianna. Nonostante tuttele cure praticate, le suecondizioni peggiorarono digiorno in giorno. All’albadel 28 aprile, Sabato inAlbis, venne riportata,nella sua casa di PonteNuovo, dove morì alle ore8 del mattino. Aveva solo39 anni. I suoi funerali,celebrati nella Chiesetta diPonte Nuovo, furono una grande, unanime, manifestazione di pro-fonda commozione, di fede e di preghiera. Fu sepolta nel Cimiterodi Mesero, paese natale del marito Pietro, dove Gianna riposa tutto-ra nella Cappella della Famiglia Molla, mentre rapidamente si diffu-se la fama di santità per la sua vita e per il gesto di amore grande,incommensurabile, che l’aveva coronata.Dal sito www.giannaberettamolla.org

LA RELIQUIA DI S. GIANNA A VIGORETODopo avere ascoltato la toccante testimonianza di Gianna EmanuelaMolla su sua madre, nel corso del Quaresimale 2013, abbiamo chie-sto alla Curia di Milano una reliquia di questa straordinaria donnae santa del nostro tempo e la Curia Ambrosiana, con atto di squisi-ta gentilezza, ci ha inviato questa reliquia accompagnata dall’auten-tica, firmata dal Cardinale Dionigi Tettamanzi. La reliquia verrà esposta stabilmente nel santuario di Vigoreto, affin-ché sia sempre di più un riferimento naturale e significativo per tuttele famiglie. Nella domenica della Sacra Famiglia, il 29 dicembre,porteremo solennemente la reliquia in santuario, accompagnandolacon una fiaccolata, che partirà alle ore 15.00 dalla chiesa dell’As-sunta per Vigoreto. Là giunti collocheremo la reliquia e faremo una preghiera specialeper tutte le nostre famiglie. Questo cammino si svolgerà sulla nuovapista ciclo-pedonale, che verrà inaugurata e benedetta in questa cir-costanza singolare. Si tratta di un servizio benemerito che l’Ammini-strazione comunale presenta ufficialmente alla nostra comunità, poi-ché consente a tutti di raggiungere in sicurezza la casa di riposo, lapalestra, ed il santuario di Vigoreto. L’invito a partecipare è esteso atutti, soprattutto alle famiglie, genitori e figli insieme.

In viaggio di nozze nel parco della Villa di Tivoli (Castelli Romani), settembre 1955

S.A.F.F.A., fabbrica di fiammiferi di Magenta, appartenente eglipure all’Azione Cattolica, impegnato nella sua parrocchia.

IL FIDANZAMENTO E IL MATRIMONIOIl fidanzamento ufficiale si tenne l’11 aprile 1955, con la S. Messacelebrata da Don Giuseppe, fratello di Gianna. Gianna e Pietro vis-sero il loro amore alla luce della fede. “Carissimo Pietro...”, gli scris-se Gianna nella sua prima lettera, il 21 febbraio 1955, “ora ci sei tu,a cui già voglio bene ed intendo donarmi per formare una famigliaveramente cristiana”. “Ti amo tanto tanto, Pietro, - gli scrisse il 10giugno 1955 - e mi sei sempre presente, cominciando dal mattinoquando, durante la S. Messa, all’Offertorio, offro, con il mio, il tuolavoro, le tue gioie, le tue sofferenze, e poi durante tutta la giornatafino alla sera”. Si preparò spiritualmente a ricevere il “Sacramentodell’Amore” con un triduo, S. Messa e S. Comunione, che propo-se anche al futuro marito: Pietro ringraziò Gianna del santo pensie-ro del Triduo, e lo accolse con entusiasmo. Gianna e Pietro si uniro-no in matrimonio il 24 settembre 1955, nella Basilica di SanMartino a Magenta. Si stabilirono a Ponte Nuovo, dove Giannasvolse con dedizione il compito di responsabile del Consultoriodelle mamme e dell’Asilo nido, e prestò assistenza medica volontarianelle Scuole Materna ed Elementare. Fu moglie felice, e il Signorepresto esaudì il suo desiderio di diventare mamma di tanti bambini:nel 1956 nacque Pierluigi, nel 1957 Mariolina e nel 1959 Laura.Gianna seppe armonizzare i suoi doveri di madre, di moglie, dimedico, la sua grande gioia di vivere e la sua fede.

IL MISTERO DEL DOLOREE LA FIDUCIA NELLA PROVVIDENZANel settembre 1961, al secondo mese di una nuova gravidanza, aGianna fu scoperto un voluminoso fibroma, tumore benigno,all’utero. Prima dell’intervento, ben sapendo il rischio che avrebbecomportato il continuare la gravidanza, supplicò il chirurgo di sal-vare la vita che portava in grembo e si affidò alla preghiera e allaProvvidenza. La vita fu salva. “Mi disse esplicitamente” - ricorda ilmarito Pietro - “con tono fermo e al tempo stesso sereno, con uno sguar-do profondo che non dimenticherò mai: Se dovete decidere fra me e ilbimbo, nessuna esitazione: scegliete - e lo esigo - il bimbo. Salvate lui”.Pietro, che conosceva benissimo la generosità di Gianna, il suo spi-rito di sacrificio, la ponderatezza e la forza delle sue scelte e delle sue

Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra 7

Il difficile momento economico ed il conseguente aumento di fami-glie in difficoltà, ha spinto la nostra Comunità Pastorale ad aprireuno sportello Caritas a Sabbioneta, rendendo così più attiva la giàpresente sezione Caritas. L’apertura effettiva è avvenuta a Sabbionetanel dicembre 2011, dopo un anno di riunioni, organizzazioni prati-che e dubbi, per esempio quello comune era: come mi pongo neiconfronti di chi si affaccerà al bancone? Sarò all’altezza? Dubbi risol-ti subito alla prima apertura.Il numero dei volontari è stato da subito notevole, una ventina circa,fino a superare i trenta in pochi mesi. Questo dà l’idea di quantosiano sensibili le persone nei confrontidelle difficoltà altrui. Dall’estate 2012la sede ha trovato la sua collocazionedefinitiva nella ex casa parrocchiale diPonteterra. Ad oggi la Caritas, aiutauna cinquantina di famiglie, espressa-mente residenti nel nostro comune,dando loro un aiuto alimentare e lapossibilità di scegliere qualche capo diabbigliamento, gentilmente offerto dainostri compaesani più fortunati. Certo nessuno pretende di risolvere intoto i problemi di una famiglia, masiamo convinti che anche una busta di alimenti, soprattutto seaccompagnata da un sorriso, una parola di conforto, un consigliopratico, possano aiutare a superare un momento difficile. Vi chiede-rete come è possibile sostenere economicamente questa attività. Larisposta è che tutto questo è possibile grazie all’aiuto di tutti coloroche durante le nostre raccolte alimentari, vedendo i nostri volontariall’ingresso di un supermercato, acquistano anche un solo prodottoe lo depongono sul nostro banchetto. Spesso durante gli orari diapertura Caritas, vi sono persone che arrivano in sede portandoqualche prodotto o offerta in denaro per sostenere la nostra attività.A tal proposito non possiamo non citare l’associazione Sapori ArteCultura ed il “Gruppo Aiuto ai missionari di Villa Pasquali”, che,

appena possono, organizzano attività per raccogliere fondi da devol-vere alla Caritas.La nostra struttura è anche accreditata presso il Banco Alimentare diParma, che tutti i mesi ci dà un sostanzioso aiuto con prodotti ali-mentari, ma, purtroppo, ci è già stato comunicato che dalla prossi-ma primavera gli aiuti diminuiranno drasticamente e come si suoldire... dovremo fare con i nostri ferri, confidando nella Provvidenza.Come quella volta, quando lo scorso inverno un benefattore ci hafatto avere un mezzo migliaio di giacche a vento, che rivendute, cihanno permesso di ricavare una notevole cifra, con la quale abbiamo

potuto acquistare i prodotti che ci ser-vivano, durante tutta la stagione. Aproposito, per chi ne volesse, ne abbia-mo ancora qualche centinaio ... fateviavanti. Ora abbiamo pensato che ègiunto il momento di crescere ulterior-mente, ed aumentare la nostra offerta.Caritas non è, e non può essere, solodistribuzione di pacchi alimentari edabbigliamento, e così abbiamo pensatodi andare incontro ad una richiestasempre più pressante, che ci viene dalledonne straniere che frequentano la

nostra sede, e che molto spesso sono costrette a farsi accompagnaredai loro figlioletti per “usarli” come traduttori. In un futuro, speria-mo il più vicino possibile, verrà istituito un corso di base di alfabe-tizzazione, per dare appunto uno strumento di emancipazione a que-ste donne che, normalmente, per cultura e tradizione, hanno qual-che problema di integrazione in più rispetto ai loro mariti.In chiusura mi piacerebbe riuscire a trasmettere la gratificazione chesi prova dopo ogni turno di servizio Caritas, non data dall’averdistribuito dei generi alimentari, ma dal rapporto quasi intimo checon il tempo si viene a creare con persone che qualche tempo fa nonsi conoscevano neanche.

Cesare Mortini

CARITAS, FIORE ALL’OCCHIELLODELLA COMUNITÀ PASTORALE

~ IL CENTENARIO DI DON GIACINTO BIANCHI ~Per Villa Pasquali il prossimo sarà un anno singolare, poiché l’11 febbraio 2014 ricorre il primo cen-tenario della morte del nostro concittadino, il Venerabile Don Giacinto Bianchi. In quella datasarebbe veramente problematico ipotizzare una qualche iniziativa, sia perché la stagione è inclemen-te, sia perché la chiesa del Bibiena non ha impianto di riscaldamento. Pertanto in questo giornonon si è programmata alcuna iniziativa specifica. Verranno, invece, sottolineate, in accordo con laCongregazione delle Suore Figlie di Maria missionarie, due Solennità nel corso dell’anno centena-rio: la Pentecoste ed il Corpus Domini. Nella Pentecoste celebreremo il Sacramento della Confermazione nella chiesa di Villa Pasquali pertutti i cresimandi della Comunità Pastorale, con una sottolineatura vocazionale speciale, poiché lacomunità di Villa Pasquali ha dato alla Chiesa cremonese numerosi sacerdoti, tra cui un possibilebeato. Questa sottolineatura vuole esprimere anche la preoccupazione e la preghiera per il nostroSeminario Diocesano, che soffre una esiguità numerica mai registrata. Per la Solennità del CorpusDomini celebreremo le S. Quarantore a Villa Pasquali, con l’adorazione Eucaristica per alcuni gior-ni, pregando e meditando su Eucaristia, Sacerdozio, Missione (questi cardini della vita cristiana sisegnalano nella vita e nella figura del Venerabile Don Giacinto Bianchi), concludendo queste gior-nate Eucaristiche con la processione del Corpus Domini, unica per l’intera Comunità Pastorale. Persottolineare e per solennizzare queste celebrazioni avremo con noi Sua Eminenza il CardinaleGiovanni Battista Re, Prefetto Emerito della Congregazione dei Vescovi”. Altre iniziative potrebbe-ro essere in seguito concordate con la congregazione delle Suore Figlie di Maria missionarie.

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Nella solennità patronale di S. Girolamo è stata presentata alla comunità diPonteterra la pala da poco restaurata, che raffigura san Gerolamo e CristoRedentore in adorazione della Trinità. L’opera fu realizzata probabilmenteper volontà della locale Confraternita del Santissimo Sacramento, la qualerivestiva nella chiesa di Ponteterra compiti fabriceriali, come accadeva spes-so dalla seconda metà del Cinquecento nelle chiese delle piccole comunità.Il dipinto non è datato e firmato, tuttavia dalla maniera è possibile attri-buirlo a un artista di cultura cremonese della fine del XVI secolo per ilcarattere chiaveghinesco (lo stile ricorda infatti le opere di Andrea Mainardidetto Chiaveghino) e collocarlo ai primi anni del Seicento. Il maggiore arti-sta in quel periodo attivo nel territorio sabbionetano fu Giovanni Bresciani,pittore di corte del duca Vespasiano Gonzaga tanto da essere ricordato dalSignore di Sabbioneta nel suo testamento con un lascito di 50 scudi.Bresciani fu un abile ritrattista (forse è da ricondurre a lui il ritratto delladuchessa Margherita Gonzaga, terza moglie di Vespasiano, che si conservanel Museo di Palazzo Ducale a Mantova) e soprattutto l’esecutore di paleper gli altari di confraternite e cappelle private nelle chiese della città duca-le e del territorio (magnifiche sono la “Santa Lucia” dell’omonima cappelladella chiesa di Santa Maria Assunta (1599), rielaborazione di un’incisionedi Cornelis Cort raffigurante santa Caterina, oppure “L’ultima comunionedi san Francesco” (1604), già pala dell’altare maggiore della chiesa cappuc-cina della Beata Vergine delle Grazie di Vigoreto, che ripropone un model-lo di Camillo Procaccini). Sposato in terze nozze con Giulia figlia diBassano Tusardi, facoltoso costruttore della città ducale, Giovanni Brescianiriuscì attraverso la pittura a conquistate una rispettabile posizione sociale inSabbioneta e ad accumulare una discreta fortuna che gli permisero di vive-re nell’agio. Quando nel 1606 don Cristoforo Cortellazzi ottenne l’investi-tura di parroco di Ponteterra, fatto che emancipava la chiesa di SanGirolamo dalla giurisdizione della parrocchia di Santa Maria Assunta inSabbioneta, lo stesso prete e la locale Confraternita del SantissimoSacramento decisero, con tutta probabilità, di commissionare a Bresciani larealizzazione di una nuova pala per l’altare maggiore. L’opera commemore-rebbe dunque un evento significativo per la storia della comunità parroc-chiale di Ponteterra. Essendo morto Bresciani nel 1607, credo sia correttodatare l’opera all’anno precedente, ascrivendola alla sua ultima produzione.Il quadro raffigura in basso a destra san Girolamo vestito di un drapporosso accompagnato dai suoi consueti attributi: il volume della Vulgata (latraduzione in latino della Bibbia) su cui poggia una pietra usata per per-cuotersi in segno di penitenza, il cappello cardinalizio per sottolineare lasua dignità di dottore della Chiesa e il leone che fu un fedele compagnodurante la sua permanenza nel deserto (si narra che il santo soccorse labestia sfilandole una spina da una zampa). A sinistra invece si trova ilRedentore inginocchiato e abbigliato con una veste violetta e con unmanto blu foderato in ocra (la cromia del quadro rimanda ai contrasti tratonalità fredde e calde tipiche della pittura di Giovan Battista Trotti dettoMalosso, allora uno dei massimi esponenti della pittura cremonese). È ano-malo trovare Cristo in adorazione della Trinità, essendo di fatto raffiguratoin una delle tre Persone divine sul nimbo nella parte superiore della tela. Lararità iconografica può essere giustificata dalla volontà dei confratelli dellaCompagnia del Santissimo, che vollero incarnare l’Eucaristia nella figura diCristo collocandola allo stesso livello del santo titolare della chiesa ponter-rese. San Girolamo e Cristo dunque rivestono pari dignità per i commit-tenti aldilà della gerarchia imposta dalla tradizione dato che loro espressodesiderio è di esprimere nel quadro l’emancipazione della comunità parroc-chiale di Ponteterra da Sabbioneta sotto la guida del nuovo prete e l’impor-tanza della confraternita legata alla cura dell’Eucarestia e al decoro dell’edi-ficio religioso, attuando in tal modo i decreti del concilio tridentino.La correttezza anatomica dei volti e delle mani e la leziosità dei due coret-ti di angeli posti simmetricamente sulle nubi concorrono a rafforzare l’at-tribuzione della pala a Bresciani. Gli infelici angioletti che reggono inimbi e l’ostensorio ambrosiano sono invece palesi ridipinture ascrivibilia un restauro settecentesco, elementi che storicizzano la tela e che nonsono stati dunque rimossi durante il recente restauro. Giovanni Sartori

Il paese, la parrocchia di Villa Pasquali, la sua comunità, la sua chiesa,unica chiesa di valore monumentale interamente progettata e costruitadal Bibiena (gli altri suoi interventi su chiese sono stati di ristruttura-zione), stanno vivendo in questi anni un momento di decadenza appa-rentemente inarrestabile: le attività artigianali, commerciali, le stesseattività agricole, i servizi pubblici registrano una forte e preoccupanteridimensionamento.Gli abitanti sembrano subire questa situazione, al punto che stentano apartecipare alle numerose iniziative promosse dalla Parrocchia, dalleassociazioni presenti e alla vita stessa di paese la cui piazza deserta acco-glie spesso il turista occasionale.Reagire a quel senso di solitudine che sembra prevalere è il solo antido-to. Una rinnovata e fattiva volontà di partecipazione alla vita dellanostra comunità è il primo passo.Le attività formative proposte dai sacerdoti nel salone sovrastante il cir-colo ACLI sono un’occasione per ritrovare il gusto di incontrarsi comecomunità e riscoprire i valori spirituali fondanti il vivere la nostracomunità. Il restauro della chiesa deve essere letto parimenti come sti-molo per una rinascita. Grazie alla sollecitudine dell’Ufficio Beni cultu-rali della Curia e all’impegno della parrocchia sono state restaurate lanavata centrale, parte della facciata, il tetto della torre incompleta disinistra e sono state applicate reti di protezione dai piccioni.Dopo la chiusura del bar a giugno e il precedente commissariamentodel circolo ACLI nel 2012 dovuto ad una insostenibile esposizionedebitoria verso i fornitori, l’impegno significativo del presidente pro-vinciale delle ACLI, dei sacerdoti, e di alcuni parrocchiani ha consenti-to la rinascita del direttivo del circolo che si è dato come primo obiet-tivo la riapertura del bar ACLI. Anche la riapertura del bar del circoloACLI è stata perseguita con il preciso obiettivo di riattivare una comu-nità che dall’esterno appare spenta.È evidente però che sforzi di singoli se non accompagnati da una fatti-va volontà di partecipazione dell’intera comunità sono destinati adesaurirsi con una conseguente brusca e forse definitiva interruzione delcammino che si sta tentando di riprendere.Rispetto al circolo ACLI, ogni famiglia dovrebbe iscrivere almeno unmembro per sottolineare come sia la comunità tutta a desiderare che unpunto di ritrovo e accoglienza sia necessario per ravvivare la comunitàstessa. Una frequentazione assidua dello stesso da parte di tutti sia guar-data come momento per ritrovare la propria comunità. In parrocchianon abbiamo un oratorio abbiamo il circolo ACLI che potrà essere fre-quentato dai soci e dai loro familiari. Certo nessuno vorrà chiuderà laporta al turista di passaggio tuttavia a chi vive in parrocchia, come alfrequentatore abituale, l’adesione al circolo non dovrebbe essere neppu-re chiesta ma ottenuta spontaneamente. La bestemmia, che riempie la bocca dei più anziani oramai, sia evitatavuoi perché offende quel Dio che loroprobabilmente presto incontreranno.Cosa gli diranno: “ho bestemmiato albar parrocchiale per una vita perchéperdevo a briscola?”La vita pastorale sia momento perriscoprire l’incontro comunitario conquel Dio di cui ci si ricorda probabil-mente più spesso solo nel momentodel bisogno. Alcune persone frequenta-no la messa domenicale, altre si dedica-no a ristrutturare ed adornare le mae-stà o le immagini mariana con fiori,ceri votivi. Altre dovrebbero chiedersise una preghiera... recitata possibil-mente assieme agli altri in comunità,costi così tanto. Penso di no.

Giuseppe Beccari

La pala ritrovatadi PONTETERRA

VILLA PASQUALI,una cattedrale nel deserto?

Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra 9

Eccoci qui...anche quest’anno, come ormai da tradizione, è partitala proposta di un incontro settimanale dedicato agli adolescenti diBreda Cisoni. Ogni domenica sera il gruppo (i ragazzi che parteci-pano sono sempre più di venti..) si ritrova verso le 19.30 per condi-videre la cena insieme, ma già dal tardo pomeriggio cominciano adarrivare in oratorio i primi aspiranti cuochi che sono “di turno” incucina a preparare per tutti. Mangiare insieme è una piacevole abi-tudine, che unisce alla dimensione del servizio la bellezza del dialo-go tra amici, sempre più indispensabile per la riuscita del successivomomento di riflessione. Arriviamo così all’incontro vero e proprio,uno spazio utile per confrontarsi sui temi più diversi, presentati divolta in volta da don Davide, coadiuvato da me e dal magnificoDaniele, due baldi giovani che cercano di fare da ponte tra due etàe due mondi un po’ diversi.Il momento è sempre coinvolgente e i ragazzi, più o meno silenzio-samente, partecipano e si mettono volentieri in gioco anche sulletematiche un po’ più “scomode”. Si tratta di un viaggio fra le varieproblematiche che li riguardano in prima persona, dalle difficoltàche si trovano a vivere ogni giorno alle relazioni nelle quali sono abi-tuati a riconoscersi, passando ogni volta per la relazione più impor-tante, quella con Dio. È sempre interessante cogliere tra gli interven-ti dei ragazzi il loro punto di vista, la loro opinione e il loro mododi vivere, spesso così diverso ma complementare rispetto a noi e allanostra visione più adulta, vissuta e (forse) matura. L’opportunità piùbella, almeno per me, consiste nel rivedere in loro ciò che sono statosolo pochi anni fa, nello scoprire come e quanto siamo sempre tuttiin cammino nelle nostre strade spesse volte molto diverse tra loro,accomunate però dal desiderio di cercare la Verità.La Verità interessa e coinvolge sempre con una forza impressionan-te, a patto che da entrambe le parti si possa incontrare un parere sin-cero. Agli incontri della domenica sera, secondo me, questo succe-de. I ragazzi hanno sempre la possibilità di dire la loro, di confron-tarsi senza la paura di sentirsi giudicati o di essere visti come quelliche “non sanno ancora niente”. Credo sia una tentazione molto faci-le, e che il confine sia molto sottile. Grazie a questi incontri sto cer-tamente imparando l’arte dell’ascoltare, e quella ancora più difficiledel voler ascoltare, che siamo spesso bravi a mettere in secondopiano e a far passare come “minore”. In conclusione credo di poterdire che si tratta di un’opportunità bella e significativa, per i ragaz-zi, per me e, senza timore di smentita, anche per Daniele e donDavide.

Giovanni Manfredi

È FINITO L’ANNO DELLA FEDE E POI?È finito l’Anno della Fede e poi? E poi l’esperienza di grazia vissuta in quest’anno continua ma con più entusiasmo.È stata un’iniziativa provvidenziale del papa emerito Benedetto XVI quella di indire un anno in cui ogni credentepotesse riscoprire la bellezza del cammino della propria fede, un anno in cui potessimo rinvigorire la nostra fede equindi la nostra fiducia in Cristo. Anche la nostra comunità pastorale si è messa in cammino, ha fatto propria que-sta richiesta di impegno con un’esperienza importante: la catechesi degli adulti coordinata da don Samuele con donDavide. Occasione questa straordinaria per «riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata».L’anno della fede si è avviato un anno fa, nel 50° del Concilio Vaticano II e nel 20° del Catechismo e noi comu-nità siamo riusciti a festeggiare questi anniversari con una catechesi settimanale (ogni martedì sera nelle nostre parrocchie;a rotazioneBreda Cisoni, Villa pasquali, Sabbioneta, Vigoreto e Ponteterra) che è iniziata proprio col riflettere sui documenti del Concilio. Atti stra-ordinari che ci hanno dato la possibilità di riscoprire una Chiesa basata sull’amore e sul servizio, una Chiesa aperta, in dialogo, capace dileggere i segni del tempo, insomma una Chiesa madre. E non a caso anche il tema che è stato scelto per questi due anni dalle nostre comu-nità è: “Non può avere Dio per padre chi non ha la Chiesa come madre”.Una buona madre credo sia quella in grado di dare consigli di vita e di speranza ai propri figli vivendoli, cioè testimoniandoli nel proprio

IO INSEGNANTEho imparato dai giovani di Breda...

La mostra “Porta fidei”rimandata di qualche mese

Nel calendario della Comunità era prevista per ottobre una mostradi quadri custoditi nei depositi dell’Assunta e sconosciuti a molti.Attraverso queste opere possiamo ancora oggi cogliere e gustare lafede profonda dei nostri padri.Purtroppo gli incagli burocratici posti dalla Soprintendenza hannoimpedito di rispettare la data di apertura che coincideva con la con-clusione dell’Anno della Fede. La mostra, tuttavia non è sospesa, masolo rinviata alla prossima primavera, a cavallo tra il mese di marzoe di aprile, in concomitanza con la Pasqua.

Un grande sforzo e tanto amorea Mezzana S. Antonio

Nell’anno della Fede gli abitanti di Mezzana S. Antonio hanno volu-to esprimere la loro fede insistendo tenacemente per il restauro dellapiccola chiesa di S. Antonio che costituisce un importante fattore diidentità per la gente di questa frazione. Essendo già stati ottenuti idebiti permessi dall’Ufficio Beni Culturali della Curia e dellaSoprintendenza di Brescia, i lavori sono partiti quest’autunno edhanno consentito di rimuovere gli orpelli che, nel tempo, avevanosnaturato il piccolo edificio sacro, che ha ritrovato una vera elegan-za, pur nella sua semplicità. L’inaugurazione della chiesa e la pienarestituzione al culto avverrà con la celebrazione dell’Eucarestia nellafesta di S. Antonio Abate il 17 gennaio prossimo. Un grazie sinceroa tutti quelli che hanno operato con amore in favore della chiesa; achi vi ha lavorato con competenza, passione, e gratuitamente; a tuttiquelli che hanno organizzato manifestazioni per raccogliere fondi; achi ha partecipato e sostenuto l’opera di sensibilizzazione; e all’Arch.Guido Boroni Grazioli che ha coordinato dal punto di vista proget-tistico e tecnico l’intera operazione.

Un pizzico di sano umorismo ecclesialePensieri dall’organo

Mi capita spesso, quando siedo all’organo “Lingiardi”, dare unosguardo all’assemblea che occupa i banchi della navata. Dall’alto èpossibile notare molte teste (compresa la mia) avvolte dalla canizie(stile J. Ratzinger o G. Clooney, scegliete voi). I capelli bianchi sonoun indicatore del tempo che passa. “La vita fugge, et non s’arresta unahora / et la morte vien dietro a gran giornate”, come scriveva il poetaFrancesco Petrarca (1304-1374) in un sonetto (Canzoniere -CCLXXII). Quindi un segno di incipiente vecchiaia e come affer-mava il poeta tragico greco Euripide (485 a.C. - 406 a.C.) “O vec-chiaia, ognuno vuole a te arrivare, ma quando ti ha provato, si pente”.

Enrico Rossi

10 Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra

Orari dellecelebrazioni natalizie:

• Messe “In Vigilia”: martedì 24 dicembre, a Sabbioneta alle ore17.30, a Villa Pasquali alle ore 16.30, a Breda Cisoni alle ore 18.00.

• Messe “In Nocte”: martedì 24 dicembre, a Ponteterra alle ore 22.00;a Sabbioneta, a Villa Pasquali, a Breda Cisoni, alle ore 24.00. Lecelebrazioni della mezzanotte saranno precedute, alle 23.30, dallapreghiera dell’Ufficio di Letture. Si invitano tutte le famiglie aporre sul davanzale di una finestra di casa un cero acceso, segno deldesiderio di accogliere il Signore che viene. I ceri si possono acqui-stare in parrocchia nei giorni precedenti.

• Messe “In Aurora”: mercoledì 25 dicembre, a Vigoreto alle ore 8.00.Viene sospesa le S. Messa delle ore 9.00 a Breda Cisoni.

• Messe “In Die”: mercoledì 25 dicembre, a Sabbioneta e a Ponteterraalle ore 10.00; a Villa Pasquali e a Breda Cisoni alle ore 11.15; aSabbioneta alle ore 17.30.

• Il giorno di S. Stefano si tiene l’orario festivo. Viene sospesa la S.Messa delle ore 9.00 a Breda Cisoni perché alle 15.15 si celebral’Eucaristia alla casa di riposo.

• Nella festa della Santa Famiglia di Nazareth, il 29 dicembre, aSabbioneta si celebra la giornata degli Anniversari di Matrimonio.La celebrazione dell’Eucaristia sarà all’Assunta alle ore 10.00, quin-di il pranzo in oratorio. Le coppie che aderiscono alla propostasono vivamente pregate di segnalare la loro partecipazione, sia allaS. Messa e/o al pranzo, presso l’Ufficio Parrocchiale.

• Alle Messe prefestive di martedì 31 dicembre la Chiesa innalza la sualode a Dio, per i benefici concessi durante l’anno che tramonta, con ilcanto del Te Deum. È questa anche l’occasione per ricordare nella pre-ghiera chi ha vissuto celebrazioni sacramentali significative e per affida-re a Dio tutti i defunti ritornati alla casa del Padre nel corso del 2013.

• Mercoledì 1 gennaio, ottava di Natale e solennità di Maria SS. Madredi Dio. È festa di precetto. L’orario delle celebrazioni è quello festi-vo. Vengono sospese le S. Messe del mattino a Breda Cisoni per con-centrare tutta l’attenzione sulle celebrazioni del pomeriggio legatealla giornata mondiale della pace: alle ore 15.30 si celebrano i vesprisolenni e viene esposto il SS. Sacramento. Dalle ore 16.00 alle ore17.00 l’adorazione è personale e l’intenzione è proprio la pace, donodi Dio e impegno per gli uomini di buona volontà. Alle ore 17.00,per tutte le Parrocchie, si celebra l’Eucaristia solenne per la pace.

• Lunedì 6 gennaio, Solennità dell’Epifania, orario festivo delleCelebrazioni. La S. Messa vespertina di Domenica 5 è prefestivadell’Epifania.

vissuto quotidiano; e chi è madre sa quanto sia a volte difficile! Anche la Chiesa agisce nello stesso modo: annuncia la Parola, aiuta i suoifigli a sopportare il dolore dandoci la speranza di un Cristo morto crocifisso e risorto. Come può allora la nostra comunità essere corpodi questa Chiesa-madre che ha Cristo come capo? Forse collaborando in uno spirito di unità, unità raggiungibile se non dimentichiamodi mettere Cristo al centro dei nostri pensieri, delle nostre parole, del nostro impegno, col coraggio di superare le nostre individualità checi fanno unici davanti a Dio ma che a volte ci fanno parlare lingue diverse (una Babele). Dobbiamo imparare a parlare un’unica lingua(Pentecoste) per essere UNA comunità.Dove possiamo trovare nutrimento e forza per questo obiettivo? Partecipando all’eucarestia e pregando di più, forse! Lo dico soprattuttoa me stessa che spesso sono sopraffatta da mille impegni e che mi sembra di non trovare mai il tempo per fermarmi, per stare con Cristo.Eppure Lui è sempre lì, a braccia aperte, pronto ad accogliere le gioie, le tristezze e le angosce di cui la nostra vita è intessuta.E allora con maggiore entusiasmo dobbiamo continuare “il cammino che il Signore ci ha affidato”, impegnandoci anche personalmenteperché la nostra testimonianza può fare crescere la nostra fede ma anche quella degli altri, soprattutto dei nostri figli e di tutti i giovani.I nostri figli sono i primi a chiederci coerenza tra ciò che diciamo loro di fare e ciò che noi viviamo; ad esempio, credo sia difficile con-vincere i figli, soprattutto grandi, ad andare a Messa quando noi non andiamo. A casa nostra succede che, quando arriva il martedì sera,i figli ci ricordano il catechismo e ci dicono che dobbiamo andare, perché anche loro vanno settimanalmente a questi incontri per cono-scere meglio Gesù. Concludo riportando le parole di Papa Francesco: “Andiamo tutti insieme su questa strada!” e perché no, proviamoci,insieme possiamo anche riuscirci!

Margherita Rossi

Calendariodelle celebrazioni natalizie

NOVENA DEL S. NATALE. La preparazione spirituale al S. Nataletrova nei giorni che lo precedono il suo momento forte. Da martedì17, ogni sera, alle 18.30, al Santuario di Vigoreto, preceduta da mez-z’ora di adorazione Eucaristica, si celebra la Novena del Natale pertutte le nostre comunità parrocchiali. Chi desidera un momentosignificativo di preparazione a celebrare il Mistero dell’Incarnazione èinvitato a partecipare.

CELEBRAZIONI PENITENZIALI. In preparazione al S. Natalesono in calendario per educare la coscienza, per domandare insiemeil perdono, e ricevere comunitariamente la Riconciliazione. Venerdì20 dicembre a Breda Cisoni, sabato 21 a Ponteterra e Villa Pasquali,lunedì 23 a Sabbioneta, sempre alle ore 21.00, la CelebrazionePenitenziale con la presenza di più sacerdoti per le Confessioni. Neigiorni della novena, prima o dopo la S. Messa nelle varie chiese, isacerdoti, compatibilmente con gli impegni parrocchiali, si rendonodisponibili per le Confessioni. La vigilia di Natale i sacerdoti sono adisposizione per le Confessioni a Sabbioneta e a Breda Cisoni dalleore 9.00 alle ore 11.30 e dalle ore 15.00 alle ore 18.00.

RAGAZZI E FAMIGLIE VERSO IL NATALE. Sabato 21 dicem-bre, alle ore 15.00, nella chiesa dell’Assunta, i ragazzi del catechismo,con i loro genitori, sono invitati ad un momento di preghiera comu-ne, che esprima il cammino educativo che si va facendo e che intro-duca, anche visivamente, al Mistero del S. Natale.

CONCERTI NATALIZI. Il Natale è tradizionalmente accompagna-to dalla musica, ed anche quest’anno, in collaborazione conl’Amministrazione Comunale, le Parrocchie mettono a disposizionele nostre magnifiche chiese per alcuni Concerti Natalizi. Giovedì 26dicembre, giorno di S. Stefano, nella chiesa dell’Assunta aSabbioneta, subito dopo la Messa vespertina, la Corale Parrocchiale“Pane di vita”, diretta da Fabio Serini, presenterà un’antologia di cantinatalizi. Domenica 29 dicembre, alle ore 18.00, nella chiesadell’Assunta a Sabbioneta, Intrecci di corde: Arpa e quartetto d’archi.Davide Burani, arpa; Gian Andrea Guerra, Paolo Costanzo violini;Valentina Soncini viola - Andrea Anzalone violoncello. La musicainnalza sempre l’animo a Dio ed esprime ai massimi livelli l’intelli-genza che è stata donata all’uomo. Approfittiamo di queste occasionidi arricchimento spirituale e culturale, e la nostra partecipazione siasegno di gratitudine a chi ha scelto la chiesa dell’Assunta come spazioprivilegiato per queste elevazioni.

Comunità di Sabbioneta - Breda Cisoni - Villa Pasquali - Ponteterra 11

Sono rinati in Cristo con il BattesimoA SABBIONETASula Enest Emanuele, Sula Bukurije Maria,Zarotti Emma, Ghisini Edoardo, Marku Ariela,Sassi Lucia nella Veglia Pasquale, il 30 marzo;Solci Irene e Buttarelli Maristella il 17 novembre.A BREDA CISONIPaolucci Samuel e Cimardi Oscar Filippo l’1 settembre.A PONTETERRACortellazzi Ludovica, Sarzi Amadè Luca, Tufano Andrea, FranchiEnea, Panizzi Emma Irene Ida, Zanin Edoardo, Zanoni Beatrice,Verdi Samuel, il 26 maggio.A VILLA PASQUALICaropreso Noemi, Rolli Giulia, il 20 gennaio

Si sono sposati nel Signorecon il Matrimonio cristianoA SABBIONETAPezzali Lorenzo - Maffezzoli Alessandra l’8giugno, Pezzali Omar - Lodi Rizzini Laura il31 agosto, Dall’Acqua Matteo - FranchiAlessandra il 21 settembreA BREDA CISONIMartelli Gianluca - Avanzi Elisa il 7 settembreA Ponteterra e Villa Pasquali nessun Matrimonio

Si sono incontrati per la prima voltacon il Signore nell’EucarestiaA SABBIONETAAgosta Luca, Anversa Natan, BacchiLeonardo, Benazzi Enrica, Bonconti Stefania,Caleffi Cristian, Gorini Jasmine, CordaDaniel, Freddi Alice, Ghizzi Alice, LanfrediSofia Lorenzo, Lanzi Antonio, Maglia Marica, Meglio Emilio,Meneghetti Martina, Perini Francesca, Piccinini Francesco, PratiNoemi, Rosa Giulia, Rubiloni Davide, Sartori Lorenzo, SerposiFederico, Sula Enest, Tizzi Nicolò, Viscardi LucaA BREDA CISONICavalli Eros, Marchini Matteo, Pagani Gianluca, Pagani Nicolò,Sarzi Madidini Alessandro, Tosi Samuel.

Sono stati confermatinello Spirito il giorno di PentecosteAgosta Lorenzo, Benvenuti Alessandra,Boroni Grazioli Laura, Boscaglia Silvia,Buoli Lucrezia, Cavalca Cristian, CavalliMaichol, De Costanzo Carolina, FreddiMichael, Gemma Alberto, Graglia Alessan-dro, Jaquinta Giada, Lanfredini Serena,Marconi Alan, Marinoni Veronica, PaganiVincenzo, Paternieri Alessia, Piccinini Giovanni, Righini Marco,Romani Diego, Rosa Andrea, Samela Riccardo, Sarzi BragaLibero, Tizzi Daniele, Tizzi Francesco, Vaccari Lisa, Valenti Diego,Vicenzi Andrea, Zardi Matteo, Zardi Michelle.

Sono tornati alla casa del PadreA SABBIONETAGoi Guerrino, Pagliari Enrico, MantovaniPrimina, Bonconti Adolfo, Fuochi Alessan-drina, Sarzi Amadè Guelfo, Storini Bruno,Cortellazzi Gino, Sanfelici Ida, Sarzi AmadèLavinia, Marazzi Maria, Rosa Antonio, LodiRizzini Antenore, Gardini Floriano, BoBrunetta, Anselmi Lucia, Barigazzi Clementi-na, Bosi Eleonora, Bosi Barbarina, Franceschini Giuseppe.A BREDA CISONIMarchini Romano, Sarzi Amadè Rosolino, Favagrossa Giovanna,Vaccari Eva, Aporti Rosolina, Gardinazzi Francesca, QuarantaAnna, Fuochi Giuseppe, Gardini Abele, Vicenzi Vito, GiuffrediFederica, Sarzi Bola Alberto, Giacometti Leonzio, Raboni Dionisia,Zardi Pierino, Travagliati Angiolino, Tenca Angelo, Sarzi BolaSergio, Tassinari Carla.A PONTETERRAValletti Paolo, Cortellazzi Abele, Ghizzardi Angelica, Poli Giuseppe,Vismara Rosa, Menozzi Alessandro, Razzini Giacomo, MartelliAntonietta, Galafassi Maria.A VILLA PASQUALIPedrazzini Anita, Vicenzi Renato, Casara Silvana, Sarzi AmadèDon Emilio, Mambrini Enrica, Cavalli Maria, Pedrazzini Luigi,Guberti Gianfrancesco, Zaffanella Carmen (Suor Fabrizia), LaniniAdele.

ANAGRAFE PARROCCHIALE

LA BUSTA NATALIZIA. La crisi economica non demorde e induce alla prudenza: non chiedere nulla, soprattutto a chi si trova in una situa-zione di massima precarietà. Tuttavia i costi di gestione delle chiese e degli oratori, nonché le continue opere di manutenzione ordinaria e stra-ordinaria, i cui costi si fanno sempre più proibitivi, mettono nella condizione di dovere comunque allungare la mano. Le nostre comunitàhanno l’onore, che è pure un onere gravoso, di possedere chiese meravigliose, e noi non possiamo disprezzare, con l’incuria, l’amore ed i sacri-fici che i nostri antenati hanno profuso per rendere gloria a Dio e per dare alla loro esistenza un senso di dignità e di nobiltà. Pertanto, nelgiornale di Natale trovate la busta per l’offerta natalizia, con la quale potremo far fronte agli impegni più pressanti. Quali? C’è solo l’imbaraz-zo della scelta nell’individuare le urgenze. Grazie a chiunque manifesterà anche il più piccolo gesto di generosità. A tutti l’assicurazione che“Dio ama chi dona con gioia” (2 Cor 9,7), e che la parrocchia prega sempre per chi la sostiene con amore.BREDA CISONI, UNITI NELLA GENEROSITÀ PER LA NOSTRA CHIESA. La chiesa di Breda Cisoni ha subito ultimamente alcuniinterventi per renderla più sicura, anche in considerazione degli ultimi tentativi di furto. Per sovvenire a queste necessità, pur consapevoli dellacongiuntura economica non facile, in concomitanza con la distribuzione delle buste di Natale facciamo affidamento sulla generosità dei par-rocchiani, che ringraziamo in anticipo.GRAZIE ALLA PROVINCIA DI MANTOVA. Sulla Gazzetta di Mantova del 23 novembre abbiamo letto quasi increduli una buona noti-zia per la chiesa di Villa Pasquali: 50.000 stanziati dalla Provincia per il capolavoro del Bibiena. A distanza di qualche giorno è giunta lacomunicazione ufficiale. Si tratta di una cifra raccolta all’indomani del terremoto del 2012, sostenuta in gran parte dalla Fondazione Cariploe dalle Provincie di Udine e di Sondrio. Vogliamo ringraziare pubblicamente da queste pagine il Presidente della Provincia di Mantova, che,unitamente alla commissione preposta, ha deciso di incoraggiare, con tale elargizione, gli sforzi che stiamo facendo per restituire alla chiesa diVilla il suo splendore originario, e Mons. Achille Bonazzi, direttore dell’Ufficio Beni Culturali, ed al suo staff, per avere sostenuto a spada trat-ta una causa tanto nobile. Chissà che ora qualche “santo” provveda anche alla chiesa del Carmine di Sabbioneta, ancora inagibile, a causa delterremoto, e della mancanza di fondi!!!

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Non fiori ma opere di bene... Talvolta, silegge sugli annunci funebri questa dicitura,

che, saggiamente, ricorda come, davanti alla morte, non èl’apparenza che conta, ma la sostanza. Proprio in nome della “sostan-za” è opportuno ricordare alcune cose importanti.1 - Facciamo in modo che il tempo della malattia dei nostri cari siarischiarato e rasserenato dal conforto della fede. I sacerdoti, le suore, echi si dedica alla cura dei malati, non possono immaginare se una per-sona si trova in una situazione difficile. Avvisare è un gesto di carità. Ainostri anziani e ammalati risulta di grande conforto il Sacramentodell’Unzione degli infermi, che deve essere dato solo quando la personaè lucida e cosciente, poiché è un aiuto a vivere l’ora difficile del dolore.2 - Quando una persona muore, non solo gli addetti delle pompefunebri, ma anche i familiari è bene che prendano contatto con isacerdoti, perché la morte non è una questione burocratica, maun’esperienza profondamente umana e religiosa.3 - Entra sempre più nelle abitudini in Italia l’uso di stravaganze,anche nella celebrazione dei funerali, con richieste talvolta lontanedal buon senso. È bene, dunque, ricordare, che la celebrazione delleEsequie coincide con la celebrazione dell’Eucarestia, che è ilSacramento Pasquale della morte e risurrezione del Signore, alla qualesi associano e partecipano i credenti in Lui. La Liturgia cristiana ha lacapacità di dire già tutto il necessario, senza aggiunta di eccentricità,e non è il luogo per discorsi o gesti che esulano dal suo scopo.Discorsi di circostanza, lettere al defunto, gesti particolari, e qualsia-si altra cosa si possono eventualmente fare al cimitero, non in chiesa,prima della sepoltura.4 - Talvolta viene dai familiari la richiesta di portare la salma in chie-sa tempo prima del funerale. Qualche volta, dato il caso particolare, siè cercato di acconsentire. L’elasticità è d’obbligo, tuttavia questa abitu-dine non può diventare la norma. Innanzitutto perché la chiesa non èuna camera ardente: il luogo più naturale per custodire il defunto è lacasa, là dove ha abitato e dove sono custoditi i suoi affetti e la sua espe-rienza; in secondo luogo perché trovandoci in una comunità pastora-le di 4 parrocchie più il santuario di Vigoreto, se diventasse prassi,avremmo in continuazione le chiese occupate (non dimentichiamoche da gennaio a oggi siamo già a 60 funerali, e non sono stati rari icasi di due funerali in un giorno). Al massimo, dunque, e per veranecessità, si può giungere una mezz’ora o un’ora prima del funerale.Normalmente la salma, quando proviene dall’ospedale o da una casadi riposo, giunge in chiesa e si celebra immediatamente il funerale.5 - Con l’anno nuovo chi desidera la presenza dell’organista alfunerale è pregato di richiederla esplicitamente. Quando il deces-so avviene in Domenica si sappia che l’annuncio funebre con le cam-pane viene dato il lunedì mattina, poiché la Domenica, giorno difesta per la Resurrezione del Signore, non si suona a morto.6 - Si vede, soprattutto in televisione, che nei funerali più solenni labara viene posta su un tappeto ma appoggiata direttamente al pavi-mento. Si tratta di un gesto molto nobile, che ricorda la nostra con-dizione: proveniamo dalla terra e alla terra ritorniamo. È una colloca-zione sicuramente più elegante e più rispettosa che porre la bara sudei carrelli, che possono essere utili agli spostamenti, ma i nostridefunti non sono merce. In accordo con le famiglie e con gli addetti,si cercherà di adottare questo sistema.7 - Le opere di carità sono certamente una forma meravigliosa diricordare, di suffragare, i defunti, ed insieme, la celebrazionedell’Eucarestia. Il modo più cristiano per vivere la morte di un fami-liare è quello di confessarsi e di ricevere la comunione: è questo illegame più vero e più forte con i nostri defunti. Chi desiderasse lacelebrazione delle Messe Gregoriane sappia di dover provvedere concongruo anticipo. Si sappia che durante le celebrazioni non si fannoi cognomi dei defunti, ma solo i nomi, perché Dio ci conosce pernome, non per cognome. Chi vuole ricordare tutti i defunti di unafamiglia segnala uno o più nomi con l’aggiunta “e familiari”. Per evi-

tare disguidi già verificatisi ed avere un quadro globale delle cele-brazioni di suffragio per i defunti, dal 1 gennaio 2014, tutte lerichieste di celebrazione di SS. Messe per i defunti, in qualsiasichiesa e in qualsiasi giorno avvengano, vanno inoltrate all’ufficioparrocchiale, dove vi è l’agenda che raccoglie tutti gli impegni ele celebrazioni della comunità pastorale. Si può passare personal-mente in via dell’Assunta 5 a Sabbioneta, o, se è più comodo, sipuò telefonare al n. 0375 - 52604. La segretaria Manuela è pre-sente tutte le mattine, da lunedì a venerdì, dalle ore 8.30 alle ore12.00. Un grazie sincero e colmo di preghiera a chi, in occasione diun lutto, ha chiesto o chiederà a familiari ed amici “non fiori, maopere di bene”, ed ha invitato a devolvere quanto raccolto con libereofferte alle nostre parrocchie. Le comunità cristiane pregano sempreper i loro benefattori.In conclusione, a conforto di chi sta vivendo un periodo di lutto,ricordiamo lo splendido dialogo tra S. Agostino e sua madre, S.Monica, raccontato nel libro delle “Confessioni”: “vedendoci sconvoltiper il dolore, disse: «Seppellire qui vostra madre». Io tacevo con un nodoalla gola e cercavo di trattenere le lacrime. Mio fratello, invece, disse qual-che parola per esprimere che desiderava vederla chiudere gli occhi in patriae non in terra straniera. Al sentirlo fece un cenno di disapprovazione perciò che aveva detto. Quindi rivolgendosi a me disse: «Senti che cosa dice?».E poco dopo a tutti e due: «Seppellirete questo corpo, disse, dove meglio vipiacerà; non voglio che ve ne diate pena. Soltanto di questo vi prego, chedovunque vi troverete, vi ricordiate di me all'altare del Signore»”.

I vostri sacerdoti

Numeri di telefono dei sacerdoti, delle suore, dell’ufficio parroc-chiale. Don Samuele: cell. 320-4615084, casa 0375-52189,[email protected]; Don Davide: cell. 333- 9234456, casa0375-52110, [email protected]; Don Ennio: 0375-52035;Don Pierino: 0375-52062; Suore di Vigoreto: 0375-528147;Suore di Villa Pasquali: 0375-52393; Ufficio Parrocchiale: 0375-52604, [email protected].

Auguri a tutti. Un caloroso augurio di un Buon Natale cristiano atutti, soprattutto a chi ha maggiore bisogno della vicinanzadell’Emmanuele Dio con noi. Quindi il nostro augurio si estende alVescovo, Mons. Dante Lafranconi; ai sacerdoti e alle suore che si dedi-cano alle nostre comunità; al Sindaco e all’Amministrazione comuna-le; all’Arma dei Carabinieri e ai Vigili urbani; ai sacerdoti ed allesuore nativi delle nostre comunità; ai sacerdoti ed alle religiose chehanno dedicato tempo e cuore nel servizio alle nostre comunità; aimembri del Consiglio Pastorale, degli Affari Economici, ed alle cate-chiste; a tutti i vari organismi di partecipazione; agli educatori ed airagazzi che frequentano gli Oratori, e a quelli che potrebbero arricchi-re l’ambiente con la loro presenza; a chi si prende cura delle chiese,assicurando pulizia e decoro; alla corale “Pane di vita” di Sabbionetaed al coro di Breda Cisoni e Vigoreto; agli organisti, ai musicisti e aidirettori di coro; ai ministranti, ai sacristi, ai lettori, agli animatoriliturgici; a tutti coloro che con amore e gratuità prestano servizio alleParrocchie ed agli Oratori; ai membri dell’Azione Cattolica; ai mem-bri del Centro Culturale “A passo d’uomo” e a tutti i volontari che ren-dono fruibili i nostri tesori d’arte; ai soci dei circoli ACLI di CredaCisoni e di Villa Pasquali; ai gruppi dell’Apostolato della Preghiera; aivolontari della Caritas; all’Associazione Pro Loco, a tutti i gruppi e leassociazioni che, con sigle diverse, operano sul nostro territorio, perrendere sempre più accoglienti e vivibili le nostre comunità e per offri-re aiuto ai missionari; a chi dedica, in qualsiasi modo, un po’ di tempoe di amore a qualcuno; agli anziani e ai malati che non possono esse-re partecipi della vita delle comunità; agli ospiti e a tutto il personaledella casa di riposo “Serini”; al gruppo UNITALSI, a tutte le fami-glie; a chi si sente solo, a chi ha bisogno di una parola di affetto o diun cuore che batte; ...a tutti, ma veramente a tutti, l’augurio cheCristo sia luce, conforto e pace.

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