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mese arma Anno 26 n. 7 Settembre 2017 Focus Il farmacista nel team diabetologico “Ci prepariamo al cambiamento” RICERCHE “Salvate il nostro Ssn” PROFESSIONE Il colloquio di selezione AGGIORNAMENTO Farmaci biologici e malattie autoimmuni Davide Petrosillo INTERVISTA

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mesearma Anno 26 n. 7 Settembre 2017

FocusIl farmacista nel team diabetologico

“Ci prepariamoal cambiamento”

RICERCHE“Salvate il nostro Ssn”

PROFESSIONEIl colloquio di selezione

AGGIORNAMENTOFarmaci biologici e malattie autoimmuni

Davide Petrosillo

INTERVISTA

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mesemmmmmmmmmmmmarma 3n. 7 - 2017

L’editoriale

Un nuovo modello di farmacia I processi storici sono lenti, ma inevitabili. Per tanti secoli la farmacia ha avuto

un ruolo essenziale e insostituibile nella preparazione del farmaco e poi, nel seco-

lo scorso, diluita questa funzione, ha assolto quella, altrettanto importante, della

distribuzione del farmaco, svolta in modo corretto ed esclusivo. Ma l’orologio del

tempo ora corre più veloce e anche questo ruolo sta evaporando in fretta (diretta,

Dpc, farmaci on line, continui attacchi alla classe C) e allora viene da chiedersi se

esso, da solo, giustifichi la presenza e i costi del farmacista, di un sanitario laurea-

to. Non basta, quindi, preoccuparsi per l’ingresso del capitale, ma bisogna saper guardare oltre.

Forse ci vuole un cambio di passo, e l’offerta del farmaco, che abbisogna e abbiso-

gnerà sempre più di una distribuzione vigilata, dovrà necessariamente arricchirsi

di altre funzioni. Tentativi all’estero li stanno già facendo, con la presa in carico

del paziente cronico, con un coinvolgimento nei processi di aderenza terapeutica,

con l’offerta di servizi che facciano della farmacia non solo e non tanto un centro

di distribuzione del medicinale, ma un vero presidio sanitario sul territorio.

E questo è un terreno su cui necessariamente bisognerà cimentarsi (diversamente

-scusate- che cosa significa “Farmacia dei servizi”?).

Ma ancora non basta. L’evoluzione nella durata della vita e quella socio-econo-

mica fanno capire che la farmacia non dovrà limitarsi ad assistere il malato,

ma sempre più dovrà impegnarsi ad aiutare le persone sane a prevenire le ma-

lattie, a monitorare e ad allungare il loro stato di benessere, a ispirare corretti sti-

li di vita, a intraprendere azioni educative e preventive. D’altra parte, se guar-

dassimo con maggiore attenzione i dati del nostro gestionale (attività purtroppo

spesso sottousata) ci accorgeremmo che il nostro fatturato in questi ultimi anni si

va, lentamente ma progressivamente, spostando dall’etico verso nuove direzioni.

Rendercene conto significa imporci un cambio culturale, per non restare ai mar-

gini di una evoluzione inarrestabile. Soprattutto significa individuare un nuovo

modello di farmacia, che non cancelli il passato, ma integri la distribuzione con

nuovi servizi (la cultura della Pharmaceutical care) e nel contempo indirizzi la

presenza del farmacista verso le nuove attese della società. Pensiamo ai nuovi spazi

che la telemedicina può offrire alla farmacia, ai nuovi servizi che una struttura così

capillare può ospitare, sempre aperta, sempre a disposizione, altamente interattiva.

Il farmacista per primo deve imparare a “guardare oltre” (diversamente lo faranno

altri), aprendosi a nuove competenze, aggiornandosi e studiando nuove culture

(l’Università finalmente si adegui), sperimentando nuovi ruoli e nuove funzioni,

interagendo con i pazienti e con i medici, adottando nuove tecnologie.

È una rivoluzione, è un impegno da far tremare i polsi. Ma possiamo farcela, basta

stare al passo con l’evoluzione e non sempre al traino. In fin dei conti, da sempre

esiste la farmacia, perché da sempre si è adeguata ai bisogni della società. Inoltre

-lo ripetiamo- non è cosa di domani, ma sarà bene incominciare a pensarci, e a

muoversi.

Lorenzo Verlato

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Sommario mesemmmmmmmmmmmmarma 7

mesemmmmmmmmmmmmarma

3 EDITORIALE

Un nuovo modello di farmacia

6 LETTERE

8 INTERVISTA A DAVIDE PETROSILLO

“Ci prepariamo al cambiamento”

12 FOCUS

Il farmacista nel team diabetologico 18 GESTIONE

A domanda risposta!

22 RICERCHE

“Salvate il nostro Ssn”

28 MERCATO

Un settore da digerire

35 PROFESSIONE

Il colloquio di selezione

39 ECONOMIA

Pharmacy Scanner: che senso ha?

42 LOGISTICA

Dove mettere le radici

47 COMPRAVENDITA

L’acronimo di SOS

50 AGGIORNAMENTO

Farmaci biologici e malattie autoimmuni

55 RUBRICHE L’Avvocato, Sanità e Legge, Vetrine dei prodotti, Sanità e mercato

Direttore responsabile: Lorenzo Verlato

Impaginazione: Silvia Fazzini

Collaboratori: Paola Castelli, Damiano Degrassi, Claudio Distefano, Claudio Duchi, Sergio Garanzini, Laura Gatti, Barnaba Grigis, Alfonso Marra, Matteo Oberti, Nicola Posa, Anna Scotti, Ilaria Sicchirollo, Anna Trento, Chiara Verlato, Matteo Verlato, Stefano Visintin

Direzione, redazione e amministrazione:Editoriale Giornalidea s.r.l.Piazza della Repubblica, 1920124 MilanoTel. 02/6888775 (ric. aut.)Telefax 02/6888780E-mail: [email protected]

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ISSN 2531-6109 (Online)ISSN 2531-6346 (Print)

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Lettere

mesemmmmmmmmmmmmarma 6 n. 7 - 2017

A cura della Redazione

[email protected]

Il dottor Pier Luigi Maria Pagnoni ci scrive una lunga lettera in cui commenta l’editoriale “Liberalizzazioni, lo scatto che serve per battere le lobby”, apparso sul Corriere della Sera dell’11 luglio a firma di Alesina-Giavazzi. E lo fa partendo dalla chiusura dell’articolo: “Quando il tuo bambino ha la febbre, è domenica sera e sei in autostrada, capisci quanto è importante poter acquistare l’aspirina all’autogrill, anzi-ché vagare per la città alla ricerca della farmacia di turno”. «In verità finora ero convinto che l’incolumità degli utenti delle nostre autostrade dovesse essere meglio garantita dalla manutenzione vigile e scrupolosa dei cavalcavia più che dalla presenza dell’aspirina negli scaffali, tra cioccolate e popcorn, degli Autogrill della famiglia Benetton, nel cui Consiglio di Amministrazione entra dal 2008 il dottor Giavazzi». E il dottor Pagnoni prende poi spunto da un’altra frase dell’e-ditoriale (“per vendere una aspirina ci vuole una laurea in far-macia”) per approfondire il suo pensiero. «Proviamo a vedere che cosa sarebbe successo se quel genitore, descritto premuro-so e in paranoia dai nostri due opinionisti, sprovveduto a mio avviso, fosse uscito dall’autostrada alla ricerca della farmacia di turno in piena notte e di domenica per giunta. Idealmente ci sentiamo di consigliare lo sventurato genitore di attivare il suo navigatore oppure, in mancanza di tale supporto, di avviare la ricerca di farmacie di turno più vicine con una delle innumerevoli applicazioni gratuite presenti a iosa nel circuito internautico dei telefonini. Chi non è digiuno di Ssn sa che la distribuzione delle farmacie è capillare e tale da soddisfare le esigenze terapeutiche di popolazioni anche le più disagiate».

«Nei territori devastati dal terremoto» continua il collega «dove è ancora sofferta e centellinata la consegna delle casette ai terremotati, è già e comunque presente una farmacia

con il suo farmacista. Ora dopo questa digressione supponia-mo che il nostro eroico geni-

tore sia arrivato finalmente sull’uscio di una farmacia,

abbia suonato il campa-nello e al farmacista di

turno abbia chiesto la famigerata aspiri-na. E qui, il più delle volte, può succedere

l’imprevisto. Il farmacista -professionista sanitario specialista del farmaco che si occupa della preparazione, fabbricazione e del controllo dei medicinali, nonché della corretta dispen-sazione, della giusta posologia, aderenza alla terapia ed effetti

collaterali dei farmaci, nonché autorizzato a consigliare in ma-teria di farmaci e a svolgere funzioni epidemiologiche, preven-tive e di educazione sanitaria presso la popolazione- potrebbe interagire con il malcapitato genitore cercando di rassicurarlo e spiegandogli che la febbre è di per sé una reazione di difesa biologica attiva dell’organismo. La maggior parte dei germi patogeni, infatti, sono termolabili e vengono resi innocui pro-porzionalmente all’aumento della temperatura corporea. Una volta rassicurato il premuroso genitore il farmacista potrebbe passare, poi, a domande più attinenti la migliore soluzione del problema, chiedendo, per esempio, se il bambino stressato dalla febbre e dal viaggio avesse anche sintomi di nausea e vo-mito, perché allora l’aspirina per via orale e a digiuno sarebbe la meno indicata, per controindicazioni ed effetti collaterali spiacevoli, mentre la tachipirina in supposte ne costituirebbe valida alternativa».Quindi, si chiede il dottor Pagnoni «più che un’aspirina sugli scaffali degli Autogrill, sarebbe stato sensato pretendere la pre-senza di un farmacista? Non vorrei, però, che la dissertazione sull’aspirina potesse avere l’effetto di fuorviare il lettore dal va-lutare positivamente tutto il resto delle dissertazioni del duo Alesina-Giavazzi sulla necessità mutuata e stigmatizzata dall’e-conomista Mancur Olson citato dai due: “Ci vuole un leader che scardini questo equilibrio, rivolgendosi con coraggio ai cittadini e così scavalcando le lobby”. E così il collega ricorda come l’ingegner Giavazzi abbia avuto molteplici opportunità di incidere nella politica italiana più che con gli editoriali, ri-vestendo incarichi prestigiosi dal 1998 al 2000 come consiglie-re economico della Presidenza del Consiglio dei ministri du-rante il Governo D’Alema e perfino nel 2012, come esperto di Spending Review e di spesa pubblica sotto la presidenza di Mario Monti, pasticciona come poche nella sezione liberaliz-zazioni. Basti ricordare la norma sull’età dei responsabili nel-le farmacie, statuita per Legge obbligatoriamente a 65 anni! Sono inoltre tuttora vigenti e pienamente applicate» ricorda il dottor Pagnoni «le liberalizzazioni emerse dalle lenzuolate di bersaniana memoria. E prima di invocarne altre, come si evince dall’editoriale del Corriere della Sera, consiglierei ai due autori di analizzare a fondo la loro applicazione, per accer-tarne debolezze, difetti e distorsioni. Le trasmissioni televisive come Report e MiManda Rai 3 sono affollate di utenti che la-mentano frodi da parte di Enti erogatori di servizi, di aziende che operano in e-commerce e di tutte le innumerevoli altre, nate come funghi della serie “piatto ricco mi ci ficco”». La lettera di Pier Luigi Maria Pagnoni conclude con un invito: «Liberalizzazioni sì, deregulation no! Grazie».

“Liberalizzazioni sì, deregulation no”

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mesemmmmmmmmmmmmarma 8 n. 7 - 2017

INTERVISTA

Senza dubbio, un bel regalo di compleanno. Il giorno stesso in

cui compiva 35 anni, Davide Petro-sillo, presidente di Agifar Bergamo e fondatore di Agifar Academy, veniva eletto presidente di Fena-gifar, l’Associazione nazionale che raggruppa le Agifar locali (oltre 50, per un totale di circa 4.500 asso-ciati). Un’elezione peraltro annun-ciata, perché il suo impegno per la crescita professionale dei giovani farmacisti era da tempo nota. E proprio da qui parte la nostra in-tervista.

La nomina a presidente di Fenagifar è il punto d’arrivo di un cammino cominciato anni fa, con “Agifar Academy”. Ce lo vuole ripercorrere?È vero! È stato un percorso impe-gnativo, incominciato 4 anni fa e basato sulla convinzione di poter costruire con le nostre forze ciò di cui sentivamo la necessità. Agi-far Academy, infatti, è nata per sopperire alle carenze del giovane farmacista nell’accesso alla real-tà lavorativa e per rispondere in maniera efficace alla poliedricità

delle competenze richieste e delle funzioni che lo attendono. La sfida era quella di integrare la preziosa formazione del percorso universita-rio con un bagaglio di informazioni “pratiche”, che altrimenti posso-no essere acquisite solamente sul campo, con tempo e fatica. Il pro-getto, partito a Bergamo nel 2013, è stato successivamente condiviso con le Agifar della Lombardia e dal 2015 è uscito dai confini lombar-di, raggiungendo Liguria e Veneto. Nel 2016, vista la continua espan-sione del progetto, abbiamo sen-

IL NEOPRESIDENTE

DI FENAGIFAR

SI FA PORTAVOCE

SIA DELLA VOGLIA

D’INNOVAZIONE

CHE ANIMA I GIOVANI

FARMACISTI,

SIA DEL LORO DESIDERIO

DI ESSERE COINVOLTI

NEI PROCESSI EVOLUTIVI.

TECNICA, CULTURA

E CAPACITÀ SONO

LE FONDAMENTA

DA CUI PARTIRE, INSIEME

ALL’ORGOGLIO

E ALLA PASSIONE

PER QUESTA PROFESSIONE

di Lorenzo Verlato

A colloquio con Davide Petrosillo, dopo

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mesemmmmmmmmmmmmarma 9n. 7 - 2017

“Ci prepariamoal cambiamento”

la sua elezione a presidente di Fenagifar

tito l’esigenza di creare una regia nazionale, che ci consentisse un coordinamento in maniera efficace e così è nata la Fondazione Agifar Academy, fondazione no profit nata per costruire e sviluppare il fu-turo dei giovani farmacisti. Attual-mente, le province raggiunte dalla fondazione sono ben 35: siamo presenti su tutto il territorio nazio-nale, con il supporto di 33 Agifar provinciali. A partire dal maggio del 2016, di-sponiamo anche di un laboratorio galenico didattico situato in provin-cia di Verona. Il programma delle attività del 2017 prevede la realiz-zazione di 80 corsi accreditati Ecm, che raggiungeranno complessiva-mente 5.000 giovani farmacisti su tutto il territorio nazionale. La co-operazione tra diversi colleghi e i presidenti delle Agifar locali, deter-minante per lo sviluppo di questo progetto, ha creato il fermento per generare sinergie attorno a un’idea e a una visione della professione; possiamo, quindi, affermare che l’assunzione della direzione di Fe-nagifar è la conseguenza naturale del progetto “Agifar Academy”.

E ora che fine farà “Agifar Academy”? Verrà accorpata in Fenagifar? In questi giorni qualcuno mi ha chiesto se “Agifar Academy” cam-

bierà nome in “Fenagifar Aca-demy”. La risposta è: assolutamen-te no! Come spiegavo prima, la fondazione fornisce un supporto ai giovani farmacisti nella forma-zione teorica e pratica; quindi, ha funzioni e finalità completamente diverse da quelle di Fenagifar. La fondazione continuerà, come dice il suo stesso nome, a fornire gratui-tamente “strumenti formativi” alle Agifar, che restano le protagoniste delle diverse attività e progetti sul territorio, sotto la guida dei giovani farmacisti e il coordinamento cen-trale di Fenagifar. È chiaro, però, che in questo triennio si potranno creare forti interazioni tra Fenagifar e Agifar Academy, rafforzandole entram-be. Per esempio, uno dei punti del programma che abbiamo condiviso per la gestione di Fenagifar è favo-rire la nascita di nuove Agifar sul territorio, laddove mancano. Gra-zie alla fondazione potremmo così fornire alle neonate Agifar stru-menti formativi che potranno esse-re determinanti per favorire nuove iscrizioni.

Giusto definire la nuova pre-sidenza “punto di arrivo” o è meglio “punto di partenza”? Quali i nuovi programmi di svi-luppo per Fenagifar?Questo sicuramente non è un pun-

to di arrivo. A noi piace definirla una sfidante nuova partenza. Arri-viamo alla direzione di Fenagifar in un momento di particolare criticità e tutto il percorso importante fatto fino a ora ci ha consentito di crea-re un gruppo che ha creduto nelle potenzialità della coesione e nella forza delle nostre idee. Questo “ro-daggio” ci ha permesso di creare le fondamenta di questa nuova par-tenza. Il programma con il quale ci siamo presentati tocca vari punti: miriamo a una comunicazione ef-ficace, sia interna tra le Agifar e la Federazione sia verso il cittadino; favoriremo la condivisione dei pro-getti, coinvolgendo anche la base associativa, in modo da poter co-noscere le reali istanze dei giovani farmacisti, come abbiamo fatto con il progetto AgifarLab; sviluppe-remo e rafforzeremo i rapporti con le altre istituzioni di categoria e con gli stakeholder del sistema, per co-struire insieme il futuro della pro-fessione in un momento critico e di forte evoluzione di sistema; infine promuoveremo un rinnovamento strutturale, anche mediante la for-nitura alle Agifar di strumenti inno-vativi tecnologici, che consentano di raggiungere più efficacemente gli obiettivi prefissati.

Ogni anno registriamo più laureati in farmacia rispetto

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mesemmmmmmmmmmmmarma 10 n. 7 - 2017

“Ci prepariamo al CAMBIAMENTO”

ai reali posti di lavoro. Ritiene veramente urgente il proble-ma dell’occupazione giovanile? E che cosa pensate di fare a riguardo?È un problema complesso e urgen-te, che preoccupa molto le nuove generazioni e che deri-va da diversi fattori, tra cui sicuramente è da includere l’incertezza che incombe sul siste-ma. Anche l’avvento del capitale nel nostro set-tore non porterà certa-mente a miglioramen-ti, poiché non genererà nuovi punti erogativi, ma ne svilupperà alcu-ni tramite strategie di mercato che assorbiranno e con-centreranno le attività dell’attuale rete. Per quel che possiamo fare, siamo convinti che, particolarmen-te nei momenti di difficoltà, il tito-lare che cerca un nuovo collabora-tore sceglierà colui che dispone di un ampio bagaglio di competenze e capacità professionali. La nostra idea è quella di aiuta-re i giovani colleghi a consolidarsi come risorse professionali fonda-mentali, affinando e integrando il più possibile la loro preparazione, anche per l’assunzione di nuovi ruoli, come nella pharmaceutical care. Cercheremo comunque di continuare ad alimentare nei gio-vani la passione per questa profes-sione, unico valore di cui nessuno ci potrà mai privare.

Quali altre problematiche preoccupano oggi i giovani far-macisti? E come pensate di af-frontarle?I giovani farmacisti vedono che la professione necessita di un cam-biamento, ma hanno la percezione di non essere coinvolti nei progetti

evolutivi. Per questo motivo abbiamo rea-lizzato lo studio “AgifarLab”, di cui ho parlato in precedenza, che rappresenta un laboratorio di idee dei giovani farmacisti, avviatosi nel contesto di FarmacistaPiù. In quel

contesto, abbiamo preparato 3 tavoli te-matici dove i giovani farmacisti hanno po-tuto esprimere il loro contributo di idee, ri-flessioni, paure e pro-getti sul futuro della professione. Partendo da questi tavoli, noi ci impegniamo nella re-alizzazione di quanto richiesto dalla base. Ovviamente ripetere-

mo questo progetto nel tempo, in modo da mantenerlo agganciato al quadro evolutivo della sanità e, con essa, della nostra professione.

La farmacia del futuro sarà necessariamente tecnologi-ca. I giovani dovrebbero esse-re più preparati al riguardo, ma siete veramente pronti al grande salto dell’innovazione?Sicuramente le nuove generazioni sono più avvantaggiate nell’utilizzo della nuova tecnologia, che vedo-no certamente con grande favore. Inutile ricordare i grandi vantaggi che derivano dai processi della de-materializzazione, della telemedici-na e dallo stesso web, che ha im-plementato in modo esponenziale le occasioni di comunicazione e i mezzi d’informazione. Tuttavia, questo è un settore carat-terizzato da un’evoluzione talmen-te rapida da richiedere certamente una continua preparazione tecnica, senza escludere gli aspetti cultura-li nel dover proteggere il cittadino dalla mole di informazioni non sempre corrette e disinteressate.

Quali sono i nuovi program-mi di Agifar Academy?Sappiamo che il complesso delle prestazioni associate alla gestione delle cronicità rappresenta media-mente il 70% della spesa sanitaria. È per questo motivo che il sistema si sta ormai orientando verso una razionalizzazione della gestione del paziente cronico, cercando di svi-luppare una rete di assistenza che ne garantisca la continuità di cura, l’aderenza ai predisposti piani di assistenza e, quando possibile, l’e-rogazione di prestazioni in ambito territoriale e non ospedaliero.In questo il contesto, il farmacista potrà convenzionare con il Servizio sanitario nazionale nuovi ruoli in-tegrati nelle reti di assistenza, nel monitoraggio, nella prevenzione, insomma, in tutte le prestazioni previste dai decreti attuativi della “Farmacia dei Servizi”. Pertanto, come fondazione, credia-mo sia utile favorire la formazione in questa direzione, preparandoci ad accogliere il cambiamento. A tal proposito, abbiamo incominciato realizzando un corso dal titolo “Il paziente anziano in politerapia: il ruolo del farmacista tra paziente e medico”. Si tratta di un corso tenuto da un medico e da un farmacista, con la finalità di stimolare i partecipanti a intensificare la collaborazione con gli altri operatori sanitari, al fine di identificare quali possano essere gli aspetti critici che causano l’allonta-namento del paziente dal proprio percorso terapeutico. Maggiore è la comunicazione tra i professionisti della salute e migliore sarà la presa in carico e, con essa, l’efficienza dei trattamenti. Viste le numeriche delle prime sedi dove è stato attivato questo mo-dulo, possiamo dire che i colleghi hanno ben accolto la nostra propo-sta.

L’incertezza

lavorativa

si affronta

migliorando

il bagaglio di

competenze

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1

1. Aragona P., Spinella R., Rania L., Postorino E., Sommario S., Angelo G. Use of homeopathic eye drops for the treatment of ocular surface irritation. Department of Surgical Specialties, Section of Ophthalmology, Unit for the Diagnosis and Treatment of Ocular Surface Diseases, University of Messina. Euvision. Rivista scientifica di oftalmologia. IX Anno 2/2011. 2. E.M. Vingolo, P. Del Beato, M. Barcaroli, L. Rapagnetta. Il trattamento del discomfort da occhio secco con collirio monodose bottelpack® a base di Euphrasia-Chamomilla Boiron in dosi omeopatiche vs placebo. Università degli studi di Roma “La Sapienza” Cattedra di Clinica Oculistica. Bollettino di Oculistica Anno 76 - N. 4 - 1997. 3. Kent J.T.: Repertorio della Materia Medica Omeopatica. Tomo II. IPSA editore; 1992. p. 945-1034. 4. Chelab: Epiocular eye irritation test for the prediction of acute eye irritation 2009. 5. Berrebi H.: Le système Bottelpack répond aux besoins de la pharmacie. Emballage Magazine; 1985. p. 4-9. 6. Bourny E., Dumolard L., Peronnet A.: Remplissage intégré aseptique: la technologie blow-fill-seal (BFS) dans l’industrie pharmaceutique. S.T.P. Pharma Pratiques 1995;5:203-214. 7. Boulet J.: Homéopathie – L’enfant. Marabout; 2003. p. 14-17. 8. Jouanny J., Crapanne J.B., Dancer H., Masson J.L. Terapia omeopatica: possibilità in patologia acuta. I volume. Ariete Salute; 1993. p. 81. 9. Agenzia Italiana del Farmaco. Guida all’uso dei farmaci: 12. Oculistica. Anno 2008/5. p. 251. D

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5 D. Lgs. 219/2006 art. 85: “Medicinale omeopatico senza indicazioni terapeutiche approvate”.

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Euphrasia-Chamomilla Boiron (ndr: Euphralia®) in dosi omeopatiche vs placebo.

Università degli studi di Roma “La Sapienza” Cattedra di Clinica Oculistica.

Bollettino di Oculistica Anno 76 - N. 4 - 1997)

“Le conclusioni del nostro studio indicano che i colliri omeopatici, basati sugli estratti di Euphrasia officinalis e Matricaria chamomilla, possono essere utilizzati con effetti benefici nel trattamento dei disturbi relativi alla superficie oculare, in cui l’infiammazione gioca un ruolo patogenetico importante. Possono essere quindi potenzialmente utili in una serie di condizioni cliniche che comprendono, oltre all’occhio secco, le congiuntiviti allergiche stagionali, e quelle forme di irritazione oculare legate a condizioni ambientali non favorevoli,

all’uso di videoterminali o conseguenti a terapie irritanti sia topiche che sistemiche”.

“Anche per quanto riguarda la sicurezza del prodotto i risultati sono positivi in quanto non si sono riscontrati fenomeni di intolleranza nei pazienti trattati”.(Aragona P., Spinella R., Rania L., Postorino E., Sommario S., Angelo G. Use of

homeopathic eye drops for the treatment of ocular surface irritation. Department

of Surgical Specialties, Section of Ophthalmology, Unit for the Diagnosis and

Treatment of Ocular Surface Diseases, University of Messina. Euvision. Rivista scientifica di oftalmologia. IX Anno 2/2011)

Il collirio Euphralia® è composto da due diluizioni omeopatiche e dagli eccipienti sodio cloruro 0,9% e acqua depurata. È una soluzione isotonica che non ha azione irritante sull’occhio4. L’assenza di vasocostrittori, conservanti ed EDTA permette, laddove necessario e consigliato dal medico, un utilizzo quotidiano e continuativo in tutti i soggetti, anche nei portatori di lenti a contatto.

È prodotto con tecnologia Bottelpack®, riempimento antisettico integrato, che garantisce la sterilità senza l’uso di conservanti5,6.

Euphralia®, in quanto medicinale omeopatico, è adatto ad adulti, bambini7, anziani e pazienti politrattati8. Può essere utilizzato anche dai portatori di lenti a contatto9.

1-2 gocce in ciascun occhio, 2-6 volte al giorno.

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mesemmmmmmmmmmmmarma 12 n. 7 - 2017

IL PIANO NAZIONALE SULLA MALATTIA DIABETICA, RIPRESO E APPROFONDITO ANCHE A LIVELLO DELLE REGIONI, HA L’O-BIETTIVO DI OFFRIRE AL PAZIENTE CON DIABETE UN’ASSISTEN-ZA MULTIDISCIPLINARE E INTEGRATA, attraverso la realizzazione di una rete assistenziale regionale articolata in team diabetologici del territorio. La necessità di dar vita a tale struttura, al fine di assicurare una gestione co-ordinata della patologia ed evitare complicanze con crescenti costi sanitari, è unanimemente riconosciuta come strumento per far fronte sia al dilagare della malattia, sia alla sua incidenza economica sulle spese dei sistemi sani-tari internazionali e nazionali (vedi figura 1).

Nella realizzazione della rete assi-stenziale sul territorio e dei team diabetologici, i farmacisti che ope-rano nelle farmacie di comunità possono avere un ruolo rilevante. Le farmacie infatti, in virtù della loro diffusione capillare e delle ca-ratteristiche di “servizio sanitario di vicinato” con una “porta sempre aperta”, presentano caratteristiche di utilità per il sistema sanitario pro-prio quali punti di riferimento logi-stico, luoghi di facile accesso, con ampio orario di servizio e con alto indice di gradimento da parte dei cittadini.L’utenza che si rivolge alla farmacia è costituita da cittadini sia sani, sia malati. L’opportunità d’incontro,

quindi, tra i farmacisti e i cittadini può dar luogo a varie occasioni, capaci di mettere in atto azioni vol-te alla prevenzione della patologia diabetica, tramite consigli su com-portamenti e stili di vita, nonché individuando i fattori di rischio. Per altro verso, le occasioni di dialogo tra farmacisti e pazienti in terapia offrono l’opportunità di favorire una migliore compliance alle tera-pie prescritte dal medico, tramite un’azione di consiglio condivisa e di rinforzo rispetto alle indicazioni del medico, di verifica dei compor-tamenti d’adesione alla terapia e della persistenza nella cura.La prevenzione del diabete assume un valore cruciale, in quanto le va-

LA CAPILLARITÀ

DELLA FARMACIA

E LA CAPACITÀ DI DIALOGO

DEL FARMACISTA

FAVORISCONO UN SUO

RUOLO PRIVILEGIATO

NELLA PREVENZIONE,

NELL’AUTOCONTROLLO

DELLA GLICEMIA

E NELLA PRESA IN CARICO

DEL DIABETICO. DIVENTA

ALLORA IMPORTANTE

DAR VITA A UNA

ALLEANZA TERAPEUTICA

CHE COINVOLGA TUTTI

I SANITARI E CHE SFOCI

NELLA GESTIONE COMUNE

DEL FASCICOLO SANITARIO

ELETTRONICO

di Damiano Degrassi,professore a contratto presso

il Dipartimento di Scienze chimiche e farmaceutiche, corso di laurea

in Farmacia dell’Università di Trieste

L’aderenza terapeutica richiede il contributo

Figura 1

FOCUS

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mesemmmmmmmmmmmmarma 13n. 7 - 2017

Il farmacistanel teamdiabetologico

di tutti i sanitari coinvolti

rie complicanze della malattia -pa-tologie cardiovascolari, del piede, del rene e della retina- esordiscono spesso durante la fase silente, mol-ti anni prima cioè della diagnosi di diabete. È evidente che sottoporre ad accertamenti la totalità della po-polazione è impensabile, per i tem-pi richiesti e per i costi che un simile screening comporterebbe. È invece più appropriato e più fattibile con-centrare l’attenzione sui sogget-ti a rischio, per fare accertamen-ti soltanto su queste persone.

4 azioni fondamentaliIn quest’ottica la farmacia può svolgere un ruolo molto rilevan-te per intervenire in tempo, sia per anticipare la diagnosi, sia per consentire di tenerne sotto con-trollo l’evoluzione. Si stima che su tre soggetti diabetici almeno uno non sia stato diagnosticato e, quindi, sia inconsapevole del-la malattia, con contemporanea evoluzione delle complicanze. Vanno, quindi, prontamente in-dividuati proprio quei diabetici che ne sono inconsapevoli e che

si comportano come se non lo fos-sero.Per individuare i fattori di rischio della fase di “prediabete”, si posso-no proporre quattro azioni: Chiede-re - Osservare - Misurare - Verificare (vedi figura 2).Il farmacista ha l’opportunità di in-formarsi in merito a storia familiare, fattori ereditari, età, abitudini e stili di vita (sedentarietà, alimentazione

e fumo), effettuare un’osservazio-ne empirica su altri parametri (peso corporeo, indice di obesità, misu-razione della pressione, del Bmi e della “glicemia occasionale”, intesa come “curiosità glicemica” propo-sta in occasione di manifestazioni sanitarie e ricorrenze periodiche (Giornata del diabete, per esempio).La compliance alla terapia da parte del paziente diabetico rappresenta

Figura 2

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mesemmmmmmmmmmmmarma 14 n. 7 - 2017

Il farmacista nel TEAM DIABETOLOGICO

poi una sfida fondamentale per i sistemi sanitari, in particolare per le implicazioni economiche e socio-as-sistenziali nel medio-lungo termine. Rimane, quindi, un obiettivo da per-seguire, con la consapevolezza però che una adesione corretta e costan-te al piano terapeutico incontra tutta una serie di elementi ostativi, collegati a molteplici fattori:• soggettivo, individuale: deficit di motivazione, di comprensione, peso delle abitudini, assenza di sintomi, difficoltà oggettive, impegno per-cepito, sollecitazioni di segno con-trario;• derivanti dal Piano terapeutico: oggettiva complessità di gestione del “vassoio terapeutico”, proposta di cronicità, prescrizione poco gra-dita o troppo restrittiva, sollecitazio-ne sullo stile di vita;• legati al farmaco: eventi di rea-zioni avverse o frequenza di errori nell’utilizzo/modalità di sommini-strazione, che richiedono quindi attività di farmacovigilanza e di farmacosorveglianza sulle modalità d’uso.Il team diabetologico territoriale ha, di conseguenza, il compito d’inter-venire per sostenere il paziente e per trovare soluzioni alle difficoltà di raggiungere una compliance ot-timale, tale da conseguire obiettivi di efficacia e sicurezza terapeutica. Ecco allora che anche il farmacista può svolgere un ruolo molto utile per raggiungere questo obiettivo, all’interno di una strategia, condi-visa da tutte le professionalità del team, di presa in carico del diabe-tico con le sue caratteristiche, i suoi punti di forza e di debolezza. In particolare, quando le difficoltà alla compliance sono legate alle carat-teristiche soggettive del diabetico, il farmacista può mettere in atto interventi e procedure di sostegno, che possono rivelarsi la chiave del

successo e dell’efficacia della tera-pia impostata dal medico.Ricerche internazionali hanno, in-fatti, evidenziato che le indicazioni fornite dal medico nel corso della visita difficilmente vengono me-morizzate e assimilate immediata-mente dal paziente. Anzi, è stato dimostrato che dopo 15 minuti il diabetico ricorda soltanto il 50% di quanto indicatogli dal medico. Vista la complessità e pluralità di proce-dure terapeutiche, è necessario che il messaggio del medico venga ripe-tuto e riconfermato da una figura di riferimento, sulla quale il paziente possa sempre fare affidamento nel-la vita quotidiana, e alla quale possa facilmente accedere per confidarsi, confidare dubbi, acquisire consigli, ottenere spiegazioni semplici, in un clima che non incuta soggezione, bensì confidenza.

Un ruoloconsulenzialeQuesta figura è storicamente pre-sente sul territorio e può essere identificata proprio nel farmacista, adeguatamente formato e inserito nel team diabetologico territoria-le. È determinante, quindi, che nel percorso formativo universitario si-ano previste tematiche attinenti al ruolo consulenziale del farmacista, per consentirgli di condividere per-corsi con altri professionisti sanitari. Le frequenti occasioni di dialogo tra paziente/caregiver e la farmacia del territorio, che, come abbiamo visto, è di facile e abituale accessibilità, favoriscono il rapporto farmacista/paziente nell’ambito dell’aderenza terapeutica e, conseguentemente, della verifica periodica di una cor-retta e costante assunzione della terapia farmacologica (gestione appropriata del “vassoio terapeu-tico”).Dal punto di vista poi della sicu-

rezza terapeutica, il farmacista ha l’opportunità di applicare procedu-re di erogazione che tengano conto delle modalità prescrittive previste per ogni specifico farmaco. Le pro-cedure di erogazione attuate dal farmacista, infatti, tengono conto sia dell’aspetto normativo colle-gato alla sicurezza del paziente in relazione allo specifico medicinale (tipologia di prescrizione medica: ripetibile, non ripetibile, riservata allo specialista), sia dell’aspetto le-gato alla dispensazione, al counsel-ling, alla trasmissione dei contenuti tecnici, scientifici, psicologici con-nessi alla corretta comprensione e gestione della terapia. Parte fonda-mentale della sicurezza terapeutica è anche l’attività di farmacovigilan-za sui possibili effetti collaterali o inattesi del farmaco, come pure la farmacosorveglianza sulla corretta modalità d’assunzione del farma-co, specialmente nel caso di terapie multiple.Anche l’autocontrollo glicemico è parte fondamentale nella gestione del diabete, in particolare nel tipo 1, per consentire la corretta som-ministrazione della insulinoterapia, ma anche nel diabete tipo 2, quale procedura di compliance. L’auto-controllo, infatti, consente di verifi-care il livello di adesione al piano te-rapeutico: è, quindi, uno strumento fondamentale per l’empowerment del paziente, motiva l’adesione al programma di compliance, tra-smette al paziente consapevolezza e responsabilità nella gestione del-la terapia e della sua condizione di benessere.Da un punto di vista tecnico, l’auto-controllo è un sussidio diagnostico non refertato, cioè una misurazione tramite uno strumento automatico, senza l’intervento e la valutazio-ne soggettiva del medico. Così, i valori rilevati con l’autocontrollo

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17n. 7 - 2017mesemmmmmmmmmmmmarma

collegano il dato misurato ai com-portamenti quotidiani e alla corret-ta assunzione della terapia farma-cologica, rendendo il paziente più consapevole e più responsabile. Pertanto, la pratica dell’autocon-trollo diventa strumento di autoge-stione nel periodo intercorrente tra le visite periodiche di controllo e di valutazione dei parametri tramite la diagnostica di laboratorio.L’autocontrollo può essere gestito in modo “autonomo”, cioè diretta-mente dal paziente al proprio domi-cilio, oppure “assistito”, cioè effet-tuato con la strumentazione messa a disposizione in farmacia, con la presenza e l’assistenza del farmaci-sta. In entrambi i casi è un’attività che deve essere supervisionata dal medico curante, il quale può con-fermare e consolidare i comporta-menti del paziente, responsabiliz-zandolo anche nella modulazione della terapia.In particolare, l’autocontrollo glice-mico -autonomo o assistito dal far-

macista- produce:• vantaggi nella terapia, quale rinforzo motivazionale della com-pliance per il paziente che assume consapevolezza dell’importanza del controllo della malattia, collega i dati rilevati ai suoi comportamenti quotidiani, aderisce maggiormente al piano terapeutico e a quello di controllo;• vantaggi nella prevenzione secon-daria delle complicanze, in quanto permette di evitare i picchi iper-glicemici post-prandiali, che sono riconosciuti come fattori di rischio cardiovascolare, oltre a consentire di riconoscere e prevenire le ipogli-cemie.

ConsiderazioniIl contributo dei farmacisti di comu-nità all’attività dei team diabetolo-gici del territorio, che partecipano alle iniziative programmate, alla formazione condivisa, alla messa in comune delle esperienze e delle verifiche degli obiettivi, consente

Figura 3

di completare il processo di presa in carico del paziente da parte del medico. Diventa allora fondamenta-le dar vita a un’alleanza terapeutica tra i professionisti sanitari, definire e condividere ruoli, limiti e attività, organizzare i percorsi e le relazioni tra gli attori: applicativi informatici per il monitoraggio, messaggistica per i pazienti, cartacea o sms, e così via. Si tratta, insomma, di lavorare “insieme”, con obiettivi e percorsi chiari e condivisi.L’attività e i risultati del lavoro del team, infine, non devono limitarsi a essere contenuti all’interno della squadra, ma debbono essere in-tegrati nel dossier della persona, cioè nel suo patrimonio sanitario personale, che viene contenuto nel Fascicolo sanitario elettronico (Fse). Questo documento sarà messo a disposizione per la consultazione da parte del personale sanitario chia-mato a intervenire in qualsiasi even-to che richieda la conoscenza della storia sanitaria del paziente e del suo stato di salute.Il Fse diventa così il documento nel quale “riconciliare” le informazioni degli interventi dei diversi operato-ri del territorio -coordinati tra loro- che hanno in carico il paziente o che hanno fornito prestazioni sanitarie, anche occasionali. La condivisione delle attività e la loro registrazione sul Fascicolo sani-tario elettronico può diventare, nel caso dei dati registrati dal team dia-betologico, un prototipo di integra-zione e costruzione di un modello di Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta), che favorisca l’efficacia e l’efficienza dell’azione socio-assistenziale, anche in un’ot-tica di sostenibilità economica (vedi figura 3).

Fonte dei grafici: nostra elaborazione da “Gestione integrata del paziente

diabetico” di Damiano Degrassi

FOCUS

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Prestazioni sanitarie della farmacia GESTIONE

Le farmacie possono erogare di-rettamente servizi sanitari il cui

trattamento fiscale ai fini Iva, fino a pochi mesi fa, era un po’ fumoso nonostante sul punto si fosse già creata, anche se in maniera non risolutiva, prassi pregressa e giuri-sprudenza della Corte di Giustizia della Comunità Europea. Con la nostra esperta, dottoressa Paola Castelli, analizziamo l’orien-tamento recentemente manifesta-to dall’Agenzia delle Entrate, a se-guito di istanza di interpello di un contribuente, con la Risoluzione n. 60/E del 12.05.2017.

Dottoressa Castelli, la far-macia è cambiata molto negli ultimi anni per effetto dello sviluppo di nuove attività: qual è il trattamento fiscale, e in particolare ai fini iva, delle prestazioni sanitarie rese in farmacia?Nel corso degli anni si è assistito a una metamorfosi della farmacia, azienda che si è progressivamente trasformata in farmacia dei servizi, non limitandosi più, infatti, alla sola dispensazione di farmaci, ma of-frendo alla clientela nuove presta-zioni sanitarie.L’ampliamento delle attività della farmacia ha portato con sé la ne-cessità di individuarne il corretto trattamento fiscale ai fini Iva. A seguito di un’istanza di interpel-lo di un contribuente in merito alle prestazioni sanitarie rese in farma-cia, al relativo regime Iva e agli ob-blighi di certificazione applicabili, è, quindi, intervenuta l’Agenzia delle Entrate a fare chiarezza, anche al fine di consentire ai destinatari di tali prestazioni la deduzione o, a se-conda dei casi, la detrazione fiscale delle relative spese.In particolare l’Amministrazione fi-nanziaria si è espressa su:- prestazioni rese attraverso la

messa a disposizione di operatori socio-sanitari come infermieri e fi-sioterapisti;- prestazioni analitiche di pri-ma istanza rientranti nell’ambito dell’autocontrollo effettuabili di-rettamente dal soggetto tramite apparecchiature automatiche (mi-surazione della pressione arteriosa, analisi delle urine, test della glice-mia, del colesterolo e trigliceridi eccetera);- prestazioni di supporto all’utilizzo di dispositivi strumentali per i ser-vizi di secondo livello in base alle prescrizioni dei medici di medicina generale e ai pediatri ed eroga-ti avvalendosi anche di personale infermieristico (misurazione della pressione arteriosa, della capacità polmonare-spirometria, della satu-razione percentuale dell’ossigeno eccetera.);- servizi di prenotazione delle pre-stazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, riscossione delle re-lative quote di partecipazione alla spesa a carico del cittadino e ritiro dei referti.

Partiamo dalle prestazioni rese dalle farmacie tramite messa a disposizione di opera-tori socio-sanitari: cos’è stato previsto al riguardo?Occorre premettere che, secondo l’Amministrazione finanziaria, la di-scriminante nello stabilire il regime fiscale ai fini Iva delle prestazioni in precedenza elencate è costituita dalla presenza contemporanea di due requisiti: - natura della prestazione (diagno-si, cura e riabilitazione; il cosiddetto requisito oggettivo) - soggetto che effettua la presta-zione (soggetto abilitato all’eserci-zio della professione; il cosiddetto requisito soggettivo).Nella fattispecie, l’Agenzia delle En-trate ha chiarito che, se tali presta-

L’AMPLIAMENTO

DELLE ATTIVITÀ

DELLA FARMACIA

HA PORTATO

ALLA NECESSITÀ

DI INDIVIDUARNE

IL CORRETTO TRATTAMENTO

FISCALE AI FINI IVA.

L’AGENZIA DELLE ENTRATE

HA CHIARITO LE MODALITÀ

DI DETRAZIONE

O DI DEDUZIONE FISCALE

PER LE PRESTAZIONI

SANITARIE DELLA

“FARMACIA DEI SERVIZI”

Paola Castelli

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mesemmmmmmmmmmmmarma 19n. 7 - 2017

A domandaRISPOSTA!

dei servizi: come gestirle a livello fiscale?

zioni vengono richieste dal medico di famiglia o dal pediatra di libera scelta e sono rese da operatori so-cio-sanitari, da infermieri e da fisio-terapisti, sono esenti da Iva, essen-do entrambi i requisiti, sia quello oggettivo, sia quello soggettivo, verificati.

Anche le prestazioni analiti-

che di prima istanza rientranti nell’ambito dell’autocontrollo sono esenti da Iva?Se le prestazioni di autocontrollo vengono effettuate direttamente dal paziente tramite apparecchiatu-re automatiche disponibili presso la farmacia, senza l’ausilio di un pro-fessionista sanitario, viene meno uno dei requisiti in precedenza ci-

tati (il requisito soggettivo), con la conseguenza che tali prestazioni non sono esenti da Iva e i corrispet-tivi sono soggetti a Iva con aliquota ordinaria.

Esenzione o non esenzione da Iva per le prestazioni di supporto all’utilizzo di disposi-tivi strumentali per i servizi di

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mesemmmmmmmmmmmmarma 20 n. 7 - 2017

A domanda RISPOSTA!

secondo livello?Esenzione da Iva se tali prestazioni sono prescritte da medici o pedia-tri ed erogate anche avvalendosi di personale infermieristico.

Dulcis in fundo: qual è il trattamento fiscale dei servizi di prenotazione, riscossione e ritiro dei referti?Viene confermato l’assoggetta-mento a Iva con aliquota ordinaria e viene anche chiarito come assol-vere l’obbligo di certificazione dei corrispettivi. L’Agenzia delle Entrate in primis ricorda che, per le presta-zioni di servizi rese nell’esercizio di imprese in locali aperti al pubblico in forma ambulante o nell’abita-zione dei clienti, l’emissione della fattura non è obbligatoria se non viene richiesta dal cliente non oltre il momento di effettuazione dell’o-perazione; successivamente essa

chiarisce cosa debba intendersi per “locale aperto al pubblico”, che definisce come quel locale al qua-le si “possa liberamente accedere nelle ore di apertura stabilite dalle competenti autorità, indipenden-temente dalla natura dei beni ceduti e dalla qualità del soggetto cedente, e nel quale abitualmente vengano eseguite le operazioni, in idonee strutture che realizzano il concetto di locale, nel diretto e immediato rapporto tra venditore detta-gliante e acquirente consumatore”. L’Amministrazione finanziaria ri-tiene tale definizione applicabile anche alle farmacie nonostante le operazioni in esame non rappre-sentino una cessione di beni, bensì

una prestazione di servizi sanitari. Alla luce delle considerazioni di cui sopra e del fatto che i soggetti abi-litati all’esercizio della professione sanitaria -i quali rendono le presta-zioni per conto della farmacia nei

suoi locali- emettono comunque una fattu-ra nei confronti di tale azienda, l’Agenzia delle Entrate ritiene, quindi, che tali ope-razioni possano essere certificate mediante scontrino fiscale par-lante, attestante la natura, la qualità e la quantità dei servizi resi nonché il codice fisca-

le del destinatario; i dati potranno così essere inviati al Sistema Tessera sanitaria. In conclusione, fiat lux: tutto è bene quel che finisce bene.

I servizi erogati

da personale

sanitario

possono godere

di esenzione Iva

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mesemmmmmmmmmmmmarma 22 n. 7 - 2017

“Salvateil nostro Ssn”

“SALVATE IL NOSTRO SSN”. È IL MESSAGGIO CHE RISUONA NEI NUMEROSI DIBATTITI E INTERVENTI CHE DENUNCIANO LA DIFFICILE SOPRAVVIVENZA DEL NOSTRO SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE CON IL MODELLO UNIVERSALISTICO E SOLIDALE, così come concepito e realizzato fino a pochi anni or sono. Anche nell’ultimo ponderoso “Rapporto Gimbe sulla sostenibilità del Ssn”, di recente presenta-to al Senato, viene elaborata la tesi secondo cui, per salvaguardare il nostro Servizio sanitario, non possa essere attuata unicamente una politica finanzia-ria di corto respiro, con l’obiettivo di un minor definanziamento pubblico pos-sibile, ma vadano messe in atto politiche innovative, tali da tener conto delle nuove necessità della popolazione e delle nuove possibilità di cura.

Il Rapporto evidenzia, in particolare, come le principali criticità che oggi minano la sostenibilità del Ssn siano rappresentate dalla riduzione delle risorse economiche disponibili, dal-le modalità di scelta dei nuovi Lea, da sprechi e inefficienze del sistema e dalla ridotta percentuale di spesa privata intermediata. Più in dettaglio, viene evidenziato come, anche a fronte di ipotetiche maggiori risorse economiche dispo-nibili, vi siano ulteriori criticità che permangono, tra cui:• l’estrema variabilità nell’utilizzo di servizi e prestazioni, ovvero la man-canza di standard operativi adegua-ti;• gli effetti avversi dell’eccesso di medicalizzazione, in particolare per

iperdiagnosi e iperprescrizioni, ovve-ro una non adeguata appropriatez-za prescrittiva;• le diseguaglianze conseguenti al sottoutilizzo di servizi e prestazioni sanitarie di alto livello, ovvero la dif-ficoltà di accesso alle migliori cure e terapie, soprattutto per alcune Re-gioni, con diversi livelli, quindi, di tutela della salute nelle diverse aree della Penisola;• l’incapacità di attuare efficaci stra-tegie di prevenzione, in particolar modo non medicalizzata, ovvero la miope assenza di coinvolgimento delle figure sanitarie che se ne po-trebbero occupare a fronte di mini-mi investimenti, rispetto al ritorno possibile in termini di qualità della vita e risparmio di risorse.

FINO A QUANDO

POTREMO AVERE

UN SERVIZIO SANITARIO

UNIVERSALISTICO

E SOLIDALE? ECCO

L’ATTENTA ANALISI GIMBE

SIA DELLE CRITICITÀ

CHE MINACCIANO

LA SUA SOSTENIBILITÀ,

SIA DELLE POSSIBILI

SOLUZIONI, GRAZIE ANCHE

AGLI STUDI PRESENTATI

DA SENIOR ITALIA

FEDERANZIANI.

IL RUOLO GARANTITO DALLA

PRESENZA CAPILLARE

COSTITUITA DALLA RETE DEI

FARMACISTI IN FARMACIA

di Claudio Distefano

Le riflessioni del “Rapporto Gimbe RICERCHE

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mesemmmmmmmmmmmmarma 23n. 7 - 2017

sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale”

Il pesodegli sprechiIn merito agli sprechi, il Rapporto Gimbe (Gruppo italiano per la me-dicina basata sulle evidenze) sotto-linea come si possano valutare in circa il 20% della spesa sanitaria globale (dunque circa 22 miliardi), evidenziando alcuni capitoli princi-pali e più consistenti: • il sovrautilizzo di servizi e pre-stazioni sanitarie inefficaci e inap-propriate (per la farmaceutica, per esempio, prescrizioni di antibiotici o di inibitori di pompa protonica),• le frodi e gli abusi (nel settore dei farmaci, per esempio, con l’eccesso di marketing e promozione di nuo-ve molecole),• gli acquisti a costi eccessivi (per l’assenza di costi standardizzati e

per le differenze regionali),• il sottoutilizzo delle risorse (per esempio, per insufficiente aderenza terapeutica),• l’inadeguato coordinamento dell’assistenza per mancanza di standardizzazione dei percorsi di cura e per l’assenza di reti integra-te. Una parte rilevante degli sprechi potrebbe essere, quindi, ridotta semplicemente restituendo valore alle attività specifiche dei professio-nisti sanitari (in primo luogo medici di medicina generale e farmacisti) che, soprattutto se integrati in per-corsi comuni di cura sul territorio -dalla prescrizione al controllo del-la terapia- potrebbero svolgere un ruolo di sentinella sugli sprechi, ol-tre a rendere più efficace l’utilizzo delle risorse disponibili.

In una recente indagine giornalisti-ca è stato quantificato in 1,5 miliar-di per anno il valore dello spreco di farmaci, solo per interruzioni di te-rapia o per il confezionamento non ottimale delle scatole. Una proposta per ovviare a tale sperpero è venuta dal Comitato nazionale di Bioetica (presieduto dal professor Silvio Ga-rattini), che ha rilevato come la so-luzione migliore risieda nel modello anglosassone, dove “è il farmacista (in farmacia, nota dell’autore) che prepara confezioni personalizzate con il numero di compresse o flaco-ni monodose indicati sulla ricetta”.Le soluzioni proposte nel Rapporto Gimbe per rilanciare l’eccellenza del Servizio sanitario nazionale, so-stengono, quindi:• la necessità di una ragionevole certezza delle risorse disponibili;

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mesemmmmmmmmmmmmarma 24 n. 7 - 2017

“SALVATE il nostro Ssn”

• la rimodulazione dei Lea verso il riconoscimento dell’alto valore te-rapeutico dei trattamenti e terapie proposti;• una modernizzazione delle moda-lità di compartecipazione della spe-sa privata;• una maggiore percentuale di ri-sorse destinate a investimenti sulla prevenzione e la riduzione degli sprechi.

Il Rapporto Senior ItaliaLe criticità del Ssn e le soluzioni pos-sibili sono state al centro anche del Rapporto presentato da Senior Italia Federanziani, che analizza l’intero sistema della Sanità passando al se-taccio ogni singola specializzazione medica e raccogliendo la voce dei pazienti. È stato evidenziato come

sia sempre più complicato reperire nuove risorse e stabilizzare l’esisten-te, ma un miglioramento dell’effi-cienza del sistema sarebbe possibi-le sia riaccentrando le competenze specifiche allo Stato e riducendole alle Regioni, sia garantendo mag-giori risorse al capitolo della preven-zione. Secondo il Rapporto, quest’ultima soluzione potrà avere maggiore effi-cacia se scaturirà da una consapevo-le alleanza tra il cittadino (che deve attuare la prevenzione), il sanitario (che deve proporla e monitorarla) e lo Stato (che deve incentivarla). In tale contesto la farmacia potrà as-sumere un ruolo primario, sia per la presenza di un professionista quali-ficato quale educatore sanitario sia per la propria struttura, che garan-tisce accessibilità e prossimità, tali

da poter svolgere le attività richieste (per esempio, screening, compila-zioni di questionari, rilascio di mate-riale informativo e via dicendo).Da parte dello Stato vi è la neces-sità di allocare le risorse in maniera produttiva e finanziare ciò che è ef-ficace, ovvero la reale innovazione. Pertanto è, ancora, fondamentale poter disporre di una figura profes-sionale, quale è il farmacista, che garantisca, per esempio, l’aderenza terapeutica verso l’utilizzo dei far-maci innovativi, quindi costosi, che rappresentano il vero salto di qua-lità per il Sistema sanitario e per la salute dei pazienti. Nel rapporto si evidenzia come da parte dei medici specialisti e degli infermieri si tenda a marginalizzare la figura del far-macista; si specifica, infatti, che al medico spetta la diagnosi e la va-lutazione dello stato di salute del paziente, mentre all’infermiere si af-fida l’assistenza nell’assunzione del farmaco e la verifica del controllo della terapia, soprattutto in ambito di assistenza domiciliare, presso le abitazioni o le strutture di degenza per anziani. Da parte di tutti gli specialisti ven-gono sottolineate comuni necessità:- maggiore prevenzione con partico-lare riguardo al miglioramento degli stili di vita;- maggiore accesso e utilizzo dei far-maci, anche di ultima generazione, in fasi precoci della malattia, perché più efficaci;- migliore coordinamento tra ospe-dale e territorio, ovvero tra speciali-sti e medici di famiglia.

Puntaresulla farmaciaOgnuna di queste criticità potrebbe essere superata, o ridimensiona-ta, facendo rientrare la figura del farmacista e la rete delle farmacie in questo circuito. La sensazione è

In arrivo Assicurazioni e Fondi

Un aspetto molto particolare, che potrà fare la differenza nei livelli futuri

di sostenibilità ed efficienza del Servizio sanitario nazionale, è il nodo della

spesa privata in termini qualitativi e quantitativi. A tutt’oggi, infatti, la spesa

privata in Italia vale circa il 24% della spesa complessiva, in linea con le per-

centuali dei Paesi occidentali a noi equiparabili. La particolarità dell’Italia

sta nel fatto che circa l’87% della spesa privata è “out of pocket”, cioè pagata

direttamente dai cittadini, senza intermediazione di polizze assicurative o

di fondi sanitari integrativi. In particolare, oltre il 50% della spesa privata è

destinata a farmaci e prodotti parafarmaceutici.

È evidente che una quota così rilevante del reddito familiare potrà essere sog-

getta all’interesse di società assicurative che formuleranno proposte indirizza-

te a spostare parte di questa spesa verso polizze assicurative o fondi. Quindi,

non è ameno ipotizzare che questa azione potrebbe essere una delle prime

attività a essere attuata dalle catene di farmacie di proprietà del capitale che,

per esperienze estere già in essere o per massa critica di farmacie in porta-

foglio, oppure per società a esse collegate, possano introdurre pesantemente

nel mercato tali novità. Questa politica potrebbe davvero mettere in difficoltà

le farmacie tradizionali e rappresenterebbe, dunque, il primo momento di

verifica della reale forza della rete delle farmacie indipendenti in contrappo-

sizione al capitale.

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* Regime di fornitura: medicinale soggetto a prescrizione medica (RR) ** Sono fatte salve eventuali riduzioni e/o modifiche imposte autoritariamente dall’Autorità Sanitaria competente. BIBLIOGRAFIA: 1. Augmentin RCP. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sito web dell’Agenzia Italiana del Farmaco:http://www.aifa.gov.it/content/segnalazionireazioni-avverse. Codice ZINC: ITA/CAM/0010/17. Depositato presso AIFA – Ufficio Informazione medico scientifica ai sensi degli artt. 119-120 del D.Lvo n. 219/06 in data 18/07/2017

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27n. 7 - 2017mesemmmmmmmmmmmmarma

che la politica consideri ancora la farmacia come un centro di costo, mentre la classe medica continua a vivere con rivalità, e non con spirito costruttivo, ogni possibile collabo-razione. Un esempio si può rileva-re dalla recente polemica sollevata dalla Fnomceo (Federazione Ordini dei medici e odontoiatri) a seguito dell’emendamento a firma D’Am-brosio Lettieri-Mandelli, dapprima approvato e poi non inserito nel Ddl Vaccini, che avrebbe previsto la pos-sibilità per i medici di praticare, con precise regolamentazioni, le vacci-nazioni obbligatorie all’interno delle farmacie. L’organo dei medici, anzi-ché ricercare un punto d’incontro, ha con diverse comunicazioni imme-diatamente protestato, adducendo motivazioni che vanno dall’incom-patibilità della presenza del medico in farmacia per conflitto di interessi, fino ad altri argomenti quali, persi-no, la non tracciabilità della respon-sabilità o l’assenza di coperture as-sicurative per la responsabilità delle

struttura, fino a paventare rischi di precariato, sotto-occupazione, se non addirittura di prestanomismo; quando, invece, si sarebbe trattato di un servizio già ampiamente pre-sente all’estero, di una proposta

eccellente e innovativa, che va nel-la giusta direzione di potenziare e integrare la rete delle farmacie con quella dei medici, per migliorare l’a-zione del Ssn e valorizzare le figure professionali sanitarie.

La stima degli sprechisulla spesa sanitaria pubblica

Si calcola che gli sprechi relativi alla spesa sanitaria in Italia ammontino a

22,51 miliardi di euro. Il dato -elaborato sul consuntivo 2016 pari a 112,5

miliardi di euro- è stato riportato nel corso dell’audizione sul Def 2017 della

Corte dei Conti presso le Commissioni Bilancio riunite del Senato e della Ca-

mera.

Categoria C % Mld Euro (±20%)1) Sovra-utilizzo 30 6,75 (5,40 - 8,10)2) Frodi e abusi 22 4,95 (3,96 - 5,94)3) Acquisti a costi eccessivi 10 2,25 (1,80 - 2,70)4) Sotto-utilizzo 15 3,38 (2,70 - 4,05)5) Complessità amministrative 11 2,48 (1,98 - 2,97)6) Inadeguato coordinamento 12 2,70 (2,16 - 3,24)

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mesemmmmmmmmmmmmarma 28 n. 7 - 2017

LO STOMACO CHE GORGOGLIA, CHE SI STRINGE, CHE BRUCIA. E POI QUEL SENSO DI PESANTEZZA. E, IMPROVVISE, ECCO CHE ARRIVANO LE FARFALLE NELLO STOMACO. Il nostro apparato dige-rente, malgrado la funzione importantissima, ma un po’ prosaica, di trasfor-mare il cibo in sostanze nutritive, è citato in decine di frasi fatte e di metafore. Vale per tutte un’autorevole citazione (lasciando, quindi, perdere quelle più “pesanti”): «Noi siamo gli infelici schiavi del nostro stomaco» (J. K. Jerome).

Certamente l’aforisma di Jerome è più che mai vero, soprattutto quan-do lo stomaco è in sofferenza. Ma, per fortuna, nella maggior parte dei casi la soluzione ai disturbi che la provocano è a portata di mano: se non basta una camomilla, può alme-no essere sufficiente un rimedio di autocura. I prodotti per lo stomaco, inclusi gli antiacidi acquistabili senza ricetta in farmacia, parafarmacia o corner della Gdo, sono stati venduti in 36,5 milioni di pezzi negli ultimi 12 mesi, per un fatturato totale di quasi 292 milioni di euro. La farma-cia rappresenta il 66% dei volumi e l’83% dei fatturati, che risultano in crescita su tutti i canali, in particola-re quelli assistiti (Figura n. 1).Soffermiamoci ora sul canale farma-cia: con l’83% del fatturato globale del comparto si prende una fetta pari a 242 milioni di euro. Analiz-zando l’andamento delle vendite in base alla tipologia dei prodotti, no-tiamo che i notificati rappresentano il 57% dei 242 milioni totali e, come ormai frequentemente succede nel comparto di libera vendita, crescono a doppia cifra sia nei consumi, sia in

valori, a scapito di automedicazione e Sop. Quindi, la torta viene così ri-partita: 138 milioni per i notificati, 78 per i farmaci di automedicazione, 14,5 per i Sop e 9,7 milioni per er-boristici e omeopatici (Figura n. 2). Il prezzo medio di questi prodotti è di circa 10 euro a confezione e risulta trainato proprio dai preparati nutra-ceutici notificati, commercializzati nell’ultimo periodo a quasi 13 euro al pezzo, mentre i prodotti di auto-cura risultano più economici (8-9 euro a confezione). Va, comunque sia, segnalato che tutte le categorie hanno subito ultimamente un incre-mento dei prezzi, a eccezione, però, dei preparati omeopatici, che tutta-via abbiamo visto rappresentare una quota molto modesta a valori.È interessante esaminare i principali segmenti del comparto. Tra i pro-dotti per lo stomaco gestiti dalla farmacia, quello dei preparati antia-cidi risulta sicuramente il segmento principale, con un fatturato di 119 milioni di euro, il 49% del totale. Seguono gli anti-flatulenza, i pro-dotti specifici come i nuovi test per helicobacter reperibili anche in far-

RISULTANO IN CRESCITA

I PRODOTTI SPECIFICI

PER LO STOMACO,

CHE REGISTRANO

BEN 36,5 MILIONI DI PEZZI

VENDUTI, PER UN TOTALE

DI 292 MILIONI DI EURO

DI FATTURATO.

LA PARTE DEL LEONE

LA FA LA FARMACIA

E QUI TROVIAMO,

IN PRIMO PIANO,

I PRODOTTI NOTIFICATI,

SEGUITI DAI FARMACI

DI AUTOMEDICAZIONE

E DAI SOP

di Laura Gatti - QuintilesIMS

Un settore da digerire

L’analisi di QuintilesIms questo mese MERCATO

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mesemmmmmmmmmmmmarma 29n. 7 - 2017

si sofferma sui prodotti per lo stomaco

3%6%

8%

83%

FarmacieSuper/Iper No CornerParafCorner GDO

Figura 1

Prodotti per lo stomaco:canali distributivi% di fatturato su un totale

di 292 milioni di €

4%46%

33% 57%

NotificatiFarmaci automedicazioneFarmaci S.P.

pProd. uso erboristico/omeopatici

Figura 2

Farmacia: quali prodottisi suddividono il mercato

% di fatturato per tipologia di registrazione(totale 242 milioni di €)

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mesemmmmmmmmmmmmarma 30 n. 7 - 2017

macia e gli antispastici. Queste due classi hanno valori ancora modesti (18 milioni ciascuna), ma registrano crescite molto significative a valori e volumi (Figura n. 3).Le formulazioni più vendute sono quelle a pronta disponibilità, come le compresse masticabili o le polveri da disperdere in acqua. Vista, poi, la vivacità del mercato, sono molte le aziende attive: circa 470. Ma at-tenzione: la numerosità è generata soprattutto dalle case operanti nel settore dei prodotti notificati. Sola-mente 41 aziende, tuttavia, hanno un fatturato superiore a un milione di euro annui e le prime dieci som-mano il 42% dei valori totali. È interessante notare che i primi tre player sono presenti con una gam-ma di prodotti che include auto-medicazione, Sop e notificati e che quasi tutte le principali case (top 10) includono più di una categoria di re-gistrazione nella loro offerta in que-sta classe di prodotti. A testimonian-za di una diversificazione produttiva abbastanza ampia.Arriviamo, infine, ad analizzare il contributo che garantisce in que-sto comparto l’effetto trainante dell’innovazione. Ebbene, anche nei

prodotti per lo stomaco le novità proposte recentemente dall’indu-stria hanno assicurato una indub-bia crescita (Figura n. 4). I prodotti lanciati negli ultimi 2 anni, infatti, hanno generato 23 milioni di nuovo fatturato che, controbilanciando il segno negativo dei brand più anzia-ni (-2,5 milioni), hanno portato a un

incremento totale di circa 20 milioni (+9,2%).La domanda da parte del paziente, infine, ha, peraltro, una evoluzione più fisiologica, registrando poco più del +1%, ma, comunque sia, è suf-ficiente a dimostrare che, quando lo stomaco chiama (specialmente se brucia), è difficile poter resistere.

Milioni di euro

0 30 60 90 120

Antiacidi

Antiflatulenza

Altri prodotti specifici

Antispastici

Digestivi / Enzimi digestivi

Altro

Un settore da DIGERIRE

Fonte dei grafici: QuintilesIMS Multichannel View - Anno Mobile Maggio 2017

Figura 3

Stomaco: i principali segmentiin farmacia

Figura 4

Il contributo dell’innovazioneCrescita in valori assoluti per anzianità dei prodotti (in milioni di €)

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mesemmmmmmmmmmmmarma 35n. 7 - 2017

Scegliere al meglio i collaboratori

Il colloquio di selezione

IN PIÙ OCCASIONI HO SOTTOLINEATO IL VALORE STRATEGICO DELLA COMUNICAZIONE, IN TUTTI I SUOI ASPETTI, NEL CAMPO DELL’ATTIVITÀ DELLA FARMACIA. Comunicare i propri valori ai clien-ti-pazienti, comunicare la missione al team di lavoro, comunicare tramite scaffale e vetrina, attraverso le promozioni e la scontistica, con la propria im-magine coordinata, sul web e sui canali social. Ma c’è un atto comunicativo, di cui poco si parla, che merita tutta la vostra attenzione e che, se trascurato, potrebbe essere l’anello debole della vostra attività.

Per farvi capire di cosa sto parlan-do, vi cito le risposte di alcuni ma-nager a una precisa domanda.

• “Lo puoi capire dal modo in cui ti stringe la mano”

• “Una persona con le scarpe in disordine è probabilmente una persona poco organizzata”

• “Se qualcuno non ti guarda negli occhi, stai pur certo che ti nasconde qualcosa”

• “Indossare una cravatta rossa è indizio di fiducia in se stessi”

• “Avendo lavorato così a lungo nel mondo delle imprese, riconosco un buon candidato appena lo vedo.”

La domanda in questione -“Come fate a distinguere un candidato va-lido da uno che non lo è?”- è stata posta dal business psychologist Rob Yeung durante diversi seminari con manager di svariati settori profes-

sionali e riportata nel libro “Come intervistare e selezionare i candidati migliori”. Ma c’è un altro interrogativo che stupisce l’autore e anche il sotto-

PENSATE DI POTER

RICONOSCERE DA SUBITO

IL CANDIDATO GIUSTO?

FORSE È MEGLIO FERMARSI

UN ATTIMO E VALUTARE

COSTI E RISULTATI.

IL CAMBIAMENTO

DEL MERCATO

DEL LAVORO PASSA

ANCHE DAI COLLOQUI

DI SELEZIONE

di Nicola Posa, amministratoredelegato di Shackleton Group

PROFESSIONE

Molti manager

applicano processi

molto accurati a

settori come finanza,

vendita

e assistenza tecnica,

ma trascurano il

processo di selezione

del personale

utilizzando metodi

ormai superati

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mesemmmmmmmmmmmmarma 36 n. 7 - 2017

Il colloquio di SELEZIONE

scritto, ovvero: com’è possibile che molti dirigenti applichino processi accuratissimi a settori come finan-za, vendita e assistenza tecnica, scivolando poi nel banale quando si tratta di selezionare il personale? Com’è mai possibile che ancora re-gni, in questo campo, il mito dell’i-stinto e delle passate esperienze personali di selezione?Ebbene, se siete molto d’accordo con le risposte sopra citate, che al-tro non sono che FALSE CREDENZE, significa, secondo l’autore, che sta-te giocando a testa o croce. Proprio così; affidarsi al proprio istinto e all’aspetto fisico, sopravva-lutando, per esempio, la cosiddet-ta prima impressione, l’esprimersi educatamente, l’abbigliamento e così via, non vi farà selezionare il

candidato migliore. Se questo è il vostro obiettivo, è ar-rivato il momento di cambiare rotta e iniziare a selezionare il personale in una maniera più efficace e strut-turata. Anche perché il costo di una sele-zione errata potrebbe essere altis-simo per la vostra attività. Alcune stime condotte da “cacciatori di teste” e società di consulenza lo quantificano in circa 80 mila euro, comprensivi dei costi di ricerca e se-lezione, formazione, retribuzione e perdita del fatturato. Una situazione ancora peggiore poi, si verifica quando si trova un talento, ma si finisce con il perderlo perché non si è investito nella sua crescita e nella sua valorizzazione all’interno dell’impresa stessa.

Selezioni via Skype e assessmentAnche in farmacia stiamo vivendo un momento di cambiamento in cui l’esperienza sul farmaco e il titolo di studio non sono sufficienti per sce-gliere un buon candidato, ma serve qualcosa in più. Anche qui, inoltre, la perdita di per-sonale già addestrato e poco valo-rizzato sin dall’inizio può tradursi in un costo aggiuntivo che grava sui risultati. In farmacia non si trovano soltanto prodotti farmaceutici ma una va-rietà di altre categorie del parafar-maco che richiedono competenze professionali aggiuntive e specia-lizzazioni per soddisfare le nuove esigenze dei pazienti-clienti.

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37n. 7 - 2017mesemmmmmmmmmmmmarma

Il modo in cui, oggi, selezionate il personale risponde a queste esi-genze? Se la risposta è NO, sarebbe oppor-tuno prendere spunto dai colloqui di selezione strutturati delle grandi aziende del canale retail e non solo, in cui il colloquio non si limita a

un’intervista tradizionale con il tito-lare, ma si organizza in diversi step e con diverse figure aziendali. In alcune realtà il processo di sele-zione si basa su tre fasi che spazia-no da una prima intervista di sele-zione, a un secondo incontro più tecnico fino a un terzo e conclusivo finalizzato all’assunzione. Se il candidato si trova in un’area geograficamente lontana, la prima intervista potrebbe inoltre avvenire via skype, mentre, nelle fasi succes-sive, al posto di un semplice collo-quio “one to one”, molte imprese preferiscono colloqui di gruppo e simulazioni di case history. Impiego dei canali on line, intervi-ste individuali e assessment sono strumenti che, proprio come in un’orchestra, devono suonare all’u-nisono, per ottenere un risultato armonioso. La caccia alle competenze in far-macia non dovrebbe mai trascura-re, oltre alle classiche competenze specifiche della professione, anche quelle gestionali e tecnico-informa-tiche, che oggi pervadono ogni at-tività commerciale.

Last but not least, la valorizzazione della risorsa, selezionata in un pro-cesso di formazione e sviluppo della carriera all’interno della vostra real-tà, stimolerà quel grado di motiva-zione nel personale che, insieme a tutto il resto di cui abbiamo parlato, potrebbe evitarvi il costo di un’erra-ta selezione oppure di una perdita di talenti.

Un consiglio praticoRispondete ad alcuni quesiti per verificare l’efficacia del vostro col-loquio:

• È adatto alla mansione?• È probabile che resti?• Come reagirà con i colleghi?• È troppo impegnato per

valutare lavoro “straordinario”?• È affidabile?• Come reagirà ai picchi di

lavoro?• Desidera il posto solo per il

compenso?(Elaborazione da Davey D. Macken-zie)

PROFESSIONE

Secondo diversi

studi il costo

di una selezione

errata e della perdita

di un talento

in azienda si

aggira circa sugli

80 mila euro,

comprensivi di costi

di ricerca e selezione,

formazione,

retribuzione e

perdita di fatturato

Sei un farmacista manager?Vuoi diventarlo?

Ti conviene leggere

pharmacyscanner.it

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il nostro futuro.Futuro presente.

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Diventa uno dei Farmacisti che in novembre, durante un viaggio “reportage” negli USA, potranno cogliere la presenza internazionale Corman e le tendenze più avanzate.

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di intendere il futuro per Corman: 70 anni fa come oggi, lungo il percorso

di un’Azienda familiare italiana, fatto di scelte di valore, guardando e al be-

nessere delle persone e anticipandone i bisogni. Oggi gli operatori della salute

sanno che Corman vuol dire poter di--

mente avanzati e apprezzati nel mondo intero: veri e propri traguardi nel mon-

do della prevenzione, della misurazio-ne, del trattamento dei piccoli e grandi

problemi delle persone.

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mesemmmmmmmmmmmmarma 39n. 7 - 2017

Che senso ha?HA SENSO PROPORRE UN NUOVO WEB MAGAZINE DEDICATO ALL’ECONOMIA DEL MONDO DEL FARMACO E ALLA GESTIONE MANAGERIALE DELLA FARMACIA? A noi sembra di sì, che un senso ce l’abbia, non soltanto perché di notizie utili c’è sempre bisogno, e non sol-tanto perché questa idea non può che piacerci, visto che l’abbiamo pensata e realizzata insieme con gli amici di Cosmofarma Exhibition e di Quintiles Ims. Ma un senso ce l’ha di suo, soprattutto perché siamo alle porte di una grande rivoluzione che agiterà il “Pianeta Farmacia” e renderà necessarie una sempre maggior comunicazione e informazione.

“Pharmacy Scanner” -un progetto coordinato che si declina attraver-so una newsletter settimanale e un portale dove confluiscono tutte le notizie di taglio economico sul far-maco e sulla farmacia- ha un senso proprio perché l’innovazione alle porte imporrà un aggiornamento costante, competenze specifiche e spiccate attitudini imprenditoriali. L’arrivo del capitale, infatti, richiede un puntuale Osservatorio sul retail “farmacia”, per seguirne passo per passo l’evoluzione (che ancora ci sfugge nei suoi dettagli e nelle possibili implicazioni) e, soprattut-to, perché sarà necessario “scanne-rizzare” le tendenze del mercato, il comportamento dei consumatori, le evoluzioni in atto, le strategie competitive e i suggerimenti degli

esperti.Ecco perché il nuovo web magazine non parlerà soltanto al farmacista, ma a tutti quanti operano in que-sto fantastico mondo del farmaco, della salute, del benessere. Quindi un’informazione trasversale, che raggiungerà tutti gli operatori -dal titolare al professionista al banco, dal manager dell’industria a quello della distribuzione- a quanti insom-ma vogliono stare al passo con le dinamiche evolutive del comparto e, soprattutto, desiderano essere informati sui dati e sulle tendenze.E questo sarà proprio il nostro pun-to forte. Perché Pharmacy Scanner può contare sulla partecipazione attiva di QuintilesIms, leader mon-diale nella fornitura di informazio-ni, analisi e consulenze all’industria

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di Matteo Verlato

Un web magazine dedicato all’economiaECONOMIA

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mesemmmmmmmmmmmmarma 40 n. 7 - 2017

PHARMACY SCANNER: che senso ha?

farmaceutica, che come main sponsor si è impe-gnato a fornirci dati di prima mano, puntigliosi e di grande interesse per capire che cosa bolle in pentola. E, soprattutto, ci sarà vicino nel capire e fronteggiare questa competizione, che l’in-gresso del capitale nella proprietà della farmacia rende ormai improcra-stinabile. Non si può competere, infatti, se non si dispone di dati sicuri e tempestivi, pro-prio quelli che, grazie al nostro sponsor, potremo garantire.Inoltre, editori dell’i-niziativa sono due so-cietà che da molti anni collaborano e interagiscono con il mondo della farmacia: “Cosmofar-ma Exhibition”, da 21 anni la più importante esposizione e il più af-follato appuntamento congressuale dei farmacisti italiani e stranieri, ed “Editoriale Giornalidea”, editore tra l’altro di “Farma 7”, “Farma Mese” e “Panorama Cosmetico”, riviste leader presenti tutti i mesi sul banco di tutte le farmacie italiane. Referenti che operano nel campo da sempre, e da sempre sono al fianco della professione, così come il direttore responsabile, Alessandro Santoro, anche lui con una lunga esperienza nel campo dell’infor-mazione medico-farmaceutica, come pure la sua squadra di validi collaboratori di Pharmacy Scanner, oltre a tanti altri esperti del settore. A questi vanno poi aggiunti molti giornalisti e consulenti specializzati nel comparto. Ma chi, in realtà, è più specializzato rispetto a quanti ogni giorno stan-no dietro la scrivania di un’industria o di un distributore, o dietro il ban-

Ecco come iscriversi

“Pharmacy Scanner” è un progetto che si declina in un portale di consul-

tazione quotidiana e in una newsletter, che verrà inviata gratuitamente ogni

settimana e che contribuirà a raccogliere le notizie e i fatti più rilevanti degli

ultimi 7 giorni. Quest’ultima arriva già su tablet, smartphone e desktop di cir-

ca 2.000 manager dell’industria e della distribuzione farmaceutica e di oltre

20.000 farmacisti, tra titolari e collaboratori.

Chi non l’avesse ancora ricevuta non deve far altro che indicre la propria mail

all’interno dell’apposito box presente sul sito: www.pharmacyscanner.it. Poi potrà contare su un’informazione puntuale, alla quale ovviamente potrà

anche collaborare, se avrà qualcosa d’interessante da raccontare nell’ambito

delle sue peculiari competenze.

co di una farmacia, e vivono sulla propria pelle le problematiche di un settore in ebollizione? Contiamo, quindi, sulla collaborazione di tut-ti, soprattutto di chi ha specifiche competenze, che ritiene utile poter condividere. Avete qualche idea, qualche informazione di prima

mano? Allora inviatecela ([email protected]). Affrontia-mo così tutti insieme questa impre-sa, con un preciso spirito: mettere le nostre conoscenze a disposizio-ne, per andare incontro a un futuro tanto incerto, quanto però stimo-lante.

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Dove metterele RADICI

IN OGNI ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE (MA IL CONCETTO È ESTENSIBILE AI SETTORI PIÙ SVARIATI, DALLA POLITICA ALLO SPORT, DAL LAVORO ALLA VITA PRIVATA) LA PROGRAMMA-ZIONE RAPPRESENTA UN FATTORE GESTIONALE DI RILEVANTE IMPORTANZA. Esso precede tutti gli altri e si articola in tre fasi essenziali:• analisi della situazione: dove siamo• determinazione degli obiettivi: dove vogliamo arrivare• definizione di una strategia: come vogliamo arrivare.

Anche la farmacia, nella sua qualità di impresa, è tenuta a operare per obiettivi, alcuni di routine, altri non predeterminabili, nel senso che sono vincolati a fattori esterni e prescin-dono dalla nostra volontà. Il possi-bile cambiamento dell’ubicazione di una farmacia è, per esempio, un obiettivo che rientra in questa se-conda categoria e, pur creando tre-pidazione, dovrebbe rappresentare una opportunità. Ipotizziamo che un farmacista abbia sviluppato una farmacia “ideale”, perfettamente riuscita in tutti gli aspetti, da quelli concettuali e progettuali fino ai det-tagli tecnici più specifici.Questo titolare considererebbe questa realizzazione con legittima ammirazione e un’elevata dose di soddisfazione. Saremmo allora così spietati da fargli notare che il tutto è servito a poco, perché questo punto vendita è stato realizzato in una po-sizione sbagliata? Eppure la viabilità

automobilistica e i percorsi pedonali rischiano, in caso di errore nella scel-ta della location, di compromettere il futuro della farmacia.

I concetti di base Un’analisi preliminare del bacino d’utenza, pur con tutti i limiti im-posti dalle norme che regolano la “Pianta organica”, rappresenta uno strumento indispensabile per valuta-re il buon risultato. Cercare di svilup-pare una farmacia in una posizione sbagliata (che non vuol dire necessa-riamente in un’area sbagliata) signi-fica predestinarla a un insuccesso, a causa della totale asimmetria tra il bacino d’utenza e la funzione che la farmacia è chiamata a svolgere. In altri termini, il punto di vendita più innovativo e meglio realizzato è de-stinato a produrre scarsi risultati, se posizionato in un contesto sociale, economico e competitivo inadatto a consentire la piena implementazio-

NON SERVE REALIZZARE

LA “FARMACIA IDEALE”

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DECISIONE UNA VERA

OPPORTUNITÀ

di Sergio Garanzini

L’importanza di saper scegliere la migliore

mesemmmmmmmmmmmmarma 42 n. 7 - 2017

LOGISTICA

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location: ecco come fare

ne del progetto originario. Volendo applicare correttamente una serie di criteri nella ricerca del punto di aper-tura (o di trasferimento), la farma-cia si troverà a incontrare, rispetto a ogni altra attività commerciale al dettaglio, una serie di limiti e diffi-coltà dovuti alle regole di confini e distanze cui deve sottostare.Molto è cambiato nei sistemi, oggi più sofisticati, per la ricerca della po-sizione ideale, ma la crescente com-petizione ha reso necessarie metodi-che più complesse nell’analisi delle zone, dei mercati e dei dati che ne derivano. Fino a tempi recenti per-sino grandi imprese della distribu-zione sceglievano le posizioni su cui sviluppare le loro iniziative in base a criteri semplicistici: c’è già qualcuno in quell’area? No. Va bene, allora apriamo. Pur in possesso di scarsi elementi di giudizio, venivano cal-colati con disinvolta elasticità quote di mercato, fattori di attrazione e possibili livelli di fatturato, elementi

sufficienti per dare il via ai lavori.Oggi, invece, siamo di fronte ad am-bienti distributivi caratterizzati da un livello ben più elevato in termi-ni di affollamento e competizione. Quando si apre un punto vendita ci si trova, nel raggio di pochi minuti d’auto, a confrontarsi con una serie di esercizi che presentano offerte simili. Si viene a creare in questo modo una situazione cosiddetta di overlapping (effetto sovrapposizio-ne), che diventa un rischio di forte rilievo. A prescindere da come si voglia affrontare il problema, resta il fatto innegabile che oggi sbaglia-re la location può rivelarsi un errore fatale, anche nel caso di iniziative apparentemente sensate sul piano economico, tecnico e ambientale.

Il bacino d’utenzaNel momento in cui l’apertura di una nuova sede (tema peraltro di forte attualità) o lo spostamento di

una farmacia esistente dovessero presentare più opportunità si rende necessario effettuare una serie di verifiche, assumendo una serie di in-formazioni idonee a pervenire a una decisione finale. Il metodo condot-to da specialisti, meglio conosciuto come geomarketing, prevede studi di fattibilità, previsioni, stime, simu-lazioni, analisi delle aree e dei punti d’attrazione, verifica della presenza di fattori di concorrenza nonché dei target di consumatori. A questo punto, a titolo di cono-scenza, diventa opportuno chiarire il concetto di “bacino d’utenza”. Esso viene normalmente identifica-to topograficamente in quell’area raggiungibile a partire da un punto predeterminato su una cartina (de-finito baricentro) e operando con un raggio di azione espresso in km seguendo gli assi stradali. Il bacino d’utenza, come evidenziato dall’im-magine, può essere suddiviso secon-do fasce o gradi di raggiungibilità

mesemmmmmmmmmmmmarma 43n. 7 - 2017

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Dove mettere le RADICI

delle variabili “distanza” (tragitto più corto) o “tempo di percorrenza” (tragitto più breve). Tecnicamente esso è abitualmente raffigurato secondo linee isocrone (parità di tempo impiegato per rag-giungere un determinato punto), iso-distanze (parità di distanza percorsa) o isopopolazione (parità di numero-sità di popolazione). Aprire o spo-stare una farmacia già esistente non significa solamente scegliere l’area geografica priva di punti di vendita concorrenti, ma anche individuare la miglior posizione in cui la sede potrà registrare il giro d’affari più interes-sante, evitando così che l’attività si collochi in un punto poco accessibi-le, poco visibile, o poco trafficato. Vi sono infine alcuni presupposti teorici

di cui bisogna tener conto:l’ampiezza dell’area d’attrazione ha sempre un limite massimo, oltre il quale la frequentazione deve considerarsi casuale e con un peso del tutto marginalei livelli di frequentazione diminui-scono per le aree/zone del bacino di utenza più lontanela frequentazione è influenzata dalla presenza di concorrenti di tipologia similare, qualunque sia la loro dimensione.

Stabilendo una sorta di “modello gravitazionale”, esiste la possibili-tà di stimare il flusso di visitatori di un punto vendita in funzione delle sue caratteristiche, ma questa è una funzione che è meglio lasciare ad attività ben più complesse. Si dovrà,

comunque sia, considerare l’assunto secondo il quale il comportamento dei consumatore tende a massimiz-zare i benefici, minimizzando i costi, con la conseguenza che i residenti nell’area analizzata adotteranno i seguenti comportamenti:

ci si rivolgerà a un punto vendita vicino per gli acquisti banali, so-prattutto per limitare al minimo i costi e la fatica dello spostamen-toci si rivolgerà a un punto vendita più lontano solo laddove sia pos-sibile fruire di servizi non riscon-trabili in un punto vendita più vicino. In questa circostanza la maggior fatica o il maggior costo risulteranno accettabili, per otte-nere un corrispondente maggior beneficio.

Per quanto attiene nello specifico alla farmacia, i residenti all’inter-no del bacino d’utenza venivano considerati, fino a pochi anni fa, frequentatori complessivamente abituali. Oggi vengono ritenuti tali per quanto riguarda il farmaco da prescrizione e i prodotti trattati in forma esclusiva, mentre possono essere considerati fluttuanti per le altre categorie merceologiche. Mol-to dipende dal livello di servizio e di assortimento della farmacia. In pas-sato valeva questo concetto:

MERCATO POTENZIALE = BACINO D’UTENZA

Questa equivalenza, avvalorata da un’adeguata redditività, non poneva alla farmacia forti stimoli ad ampliare un bacino protetto dal legame:

MEDICO PRESCRITTORE – FARMACIA – COSTO ZERO PER IL CLIENTE

Oggi, a causa di svariati fattori, primi fra tutti il cresciuto livello di autonomia del consumatore e la mutata normativa sulle prescrizioni a carico del Ssn, questa corrispondenza non risponde più alla realtà.

In tale nuova dimensione hanno perso valore i principi che portavano il cliente in farmacia, trasformandolo in un consumatore mobile, proiettato, cioè, alla ricerca continua del miglior rapporto costo/beneficio.

Egli tenderà pertanto a non rimanere legato alla farmacia del bacino solo per un fatto urbanistico, ma privilegerà quella in grado di offrirgli il livello di soddisfazione più elevato.

Diventa quindi necessario modificare la propria ottica di mercato, non accontentandosi più del suo attuale bacino d’utenza, ma cercando di ampliarlo. E lo può fare inserendo servizi innovativi

e aggiornando il livello di assortimento nel mercato di libera vendita.

mesemmmmmmmmmmmmarma 44 n. 7 - 2017

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mesemmmmmmmmmmmmarma 47n. 7 - 2017

L’acronimo di SOS

VIVENDO IN RIVIERA, APPENA ARRIVA L’ESTATE, MIA MOGLIE E IO TRASCORRIAMO I WEEKEND AL MARE CON I NOSTRI FIGLI IN UNO STABILIMENTO BALNEARE VICINO A CASA. Da un po’ di anni ho preso l’abitudine di archiviare tutte le riviste che non riesco a leggere durante l’inverno, per poi portarle in cabina ai primi di giugno e lentamente, di weekend in weekend, leggerle con calma sotto l’ombrellone.

Lo scorso fine settimana mi capita di leggere un vecchio articolo di Beppe Severgnini che così finiva: «Per avere successo nel lavoro occorrono tre O: onestà, ordine e organizzazione. E quattro S: strategia, saggezza, sere-nità e sorriso». Urca, esclamo a voce alta, perché mi ricorda la conclusio-ne della trattativa per la compraven-dita tra Luciano e Achille.Achille -nome di fantasia che prende spunto da Achille Bonzini, mio refe-rente per la Lombardia- è un brillan-te farmacista titolare, in società con un collega, in una grande e supe-refficiente farmacia turistica di una nota località alpina. Cerca di uscire dalla società, vendendo la sua quota al socio, peraltro già interessato, per comprare una piccola realtà tutta per sé e per la sua nuova fidanzata. Lo conosco perché anni fa l’ho por-tato a visitare una farmacia identica alla sua, seppur in formato ridotto, vicinissima a casa, troppo vicina. In-fatti, così mi argomentò al riguardo: «Non devo cambiare casa, neppure la strada che faccio tutte le mattine, neppure le solite abitudini. È trop-po perfetta!». Quindi, la ragione lo consiglia per un certo tipo d’ac-quisto, ma la “pancia” lo indirizza a

una scelta carica di altri stimoli: a un nuovo acquisto dovrebbe corrispon-dere una nuova avventura.Passa del tempo e un pomeriggio mi decido a chiamarlo: «Tutto bene?». «Sì, grazie, fortunatamente benissi-mo, ho una nuova fidanzata e con lei ci siamo decisi ad abbandonare la montagna per andare al mare. Hai qualcosa, sempre di piccolo, il più vicino possibile al mare?». «Certo» rispondo prontamente. «Ma che cambiamento improvviso. Sei sicu-ro?». «Sicuro? Mai nella vita» ridac-chia allegro «ma se ora non provo e non mi butto, qui divento vecchio!». «Pensa che ti avevo chiamato per proporti una nuova opportunità con le linee guida che mi avevi dato l’ul-tima volta che ci siamo sentiti, quin-di rurale, in montagna, che non ne-cessiti di cambiamento di residenza. Siamo fortunati, perché ho un’altra farmacia da proporti, proprio come la desideri tu».E così organizzammo subito l’incon-tro alla farmacia di Luciano. Luciano -nome di fantasia che prende spun-to da Luciano Nocerino, mio refe-rente per la Campania- è il titolare che alcune settimane prima ci firmò l’incarico di vendita della sua grazio-

LA TRATTATIVA PROCEDE

SERENAMENTE E TUTTO

FILA LISCIO COME L’OLIO

(IN QUESTO CASO

EXTRAVERGINE BIOLOGICO).

TUTTI FELICI E CONTENTI,

AL PUNTO CHE IL NOTAIO,

ALLA STESURA DEL ROGITO,

ESCE CON UNA DOMANDA

IMPERTINENTE,

MA NON TROPPO

di Matteo Oberti

Ancore di salvezza per l’impresaCOMPRAVENDITA

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mesemmmmmmmmmmmmarma 48 n. 7 - 2017

L’acronimo di SOS

sa farmacia rurale a pochi minuti dal mare. Luciano, ormai prossimo alla pensione, non aveva più voglia di combattere tutti i giorni con la buro-crazia, le normative, i prezzi e il pc: «La farmacia è un hobby; appena posso mi dedico al mio vero lavoro, prendermi cura dei miei ulivi e della produzione di olio extravergine bio-logico».Arriviamo sul piazzale della farmacia in auto con Achille e la sua bellis-sima nuova fidanzata. Luciano ci viene incontro e, sensibile al fasci-no femminile, prima offre il braccio alla signora, poi ci saluta con garbo «Preferisco le bionde a quelli con la barba». Appena entrati in farmacia ci corre incontro il gatto, ma precisa: «Anche se fa parte dei beni della far-macia, lui non è in vendita». Il resto della visita prosegue in grande ar-monia. Poi ci dirigiamo verso l’auto e, quando ormai stiamo per partire, ci corre incontro Luciano portando tre pacchettini, in ognuno un vaset-to di olive sott’olio, buonissime.Ripartiamo felici e sorridenti verso l’autovettura di Achille, che aveva

parcheggiato a pochi km di distanza. Questo è il nostro modo di lavorare: neanche il giorno della visita antici-piamo qual è la farmacia in vendita, per rispetto della privacy del vendi-tore, ma anche per esperienza, per evitare che qualche furbetto strom-bazzi per il paese alla “ricerca della farmacia in vendita”. Così diamo appuntamento ai clienti potenziali in un luogo facile da raggiungere e comodo per il parcheggio e poi li ac-compagniamo in farmacia.Arrivati all’auto, Achille mi chiede, in maniera seria, quasi accigliata, se voglia prendere un caffè con loro. «Certo» rispondo, anche se in real-tà il suo modo di fare, così diverso dall’Achille simpatico e scherzoso, un po’ mi preoccupa. E invece, ap-pena seduti, si spiega tutto: «Scusa Matteo, non faccio che pensare a come dirlo ai miei genitori. Il prossi-mo fine settimana li invito a pranzo e parlo loro del nostro trasferimen-to. Speriamo siano d’accordo».E così arriva il weekend successivo: di solito a casa lascio il cellulare in modalità silenziosa/vibrazione. A

un certo punto uno dei miei figli mi apostrofa: «Papà, è mezz’ora che il tavolo vibra, vuoi deciderti a rispondere?» (i figli non perdono occasione per farti sentire vecchio e inadeguato alle tecnologie). «Achil-le, ciao, com’è andato il pranzo?» rispondo subito, avendo registrato il numero in rubrica (vecchio sì, ma non rimbambito, figli miei). «Be-nissimo, Matteo, c’era anche mio fratello che si è detto disposto a prestarmi dei quattrini in cambio di un’amaca in giardino sotto gli ulivi», finisce la frase ridendo. «Quando ci vediamo per fare l’offerta?».I lettori più attenti sicuramente ri-corderanno che preliminare e atto di vendita sono l’ultimo passo da com-piere. Bene, parte la proposta d’ac-quisto, poi il contratto preliminare e, infine, eccoci al rogito notarile. Il giorno dell’atto dal notaio, giovane e brillante, la lettura scorre veloce, senza intoppi. Il clima è favorevole e i due farmacisti, accompagnati dalle compagne, si scambiano com-plimenti e consigli. Il metodo di pa-gamento è assolutamente regolare, con assegni circolari dell’acquirente e senza banche coinvolte, né mutui o finanziamenti. A un certo pun-to il notaio si interrompe e chiede: «Qualcuno di voi conosce l’acroni-mo SOS?» e tutti, in coro: «Certo: Save Our Soul». E Luciano specifica: «Signor notaio, ho la patente nauti-ca da 40 anni, vuole che non sappia cosa significa?» Ma il notaio subito ribatte «Scusate, avete ragione, mi sono espresso male. Intendevo l’a-cronimo che mi hanno detto essere il riferimento degli imprenditori?». Cala il silenzio. «Strategia, Onestà, Sorriso: le tre ancore di salvezza per chi avvia un’impresa».Silenzio di nuovo. Tutti a confrontar-si e a riflettere sulla filosofia zen del notaio e io a chiedermi: ma non è che io e il notaio leggiamo le stesse riviste?

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di Anna Trento

ARTRITE REUMATOIDE, SPONDILITE ANCHILOSANTE, ARTRITE PSORIASICA, PSORIASI A PLACCHE, COLITE ULCEROSA E MOR-BO DI CROHN SONO MALATTIE AUTOIMMUNI PARTICOLAR-MENTE DEBILITANTI PER CHI NE È COLPITO. In seguito poi ai pro-gressi della diagnostica, negli ultimi anni il numero di persone che ne soffre registra continui aumenti. I pazienti affetti da una di queste patologie sono normalmente trattati con un farmaco biologico che viene erogato, sulla base di un piano terapeutico Aifa specialistico, da parte degli ospedali, in Distribu-zione diretta.

Recentemente, grazie anche alla diffusione progressiva dei registri di appropriatezza online, che permet-tono la prescrizione e condivisione dei dati dei piani terapeutici degli specialisti, diventa sempre più prati-cabile la possibilità di distribuire, at-traverso le farmacie convenzionate, tali farmaci in formulazione orale o sottocute, com’è già per il Denosu-mab (Xgeva) o l’Omalizumab (Xo-lair). Lo specialista compila il piano terapeutico Aifa e poi la prescrizio-ne può continuare da parte del me-dico di medicina generale.Per consentire questo processo che agevola l’assistenza al paziente è però necessario che questi farmaci siano classificati in A-PHT, in modo che ogni Regione possa poi sceglie-re la Distribuzione diretta o la Dpc. Per esempio, la Regione Piemonte

ha recentemente introdotto nel canale di distribuzione Dpc l’Apre-milast (Otezla), indicato per l’artrite psoriasica. Certamente sono farma-ci di rilievo clinico ed elevato rischio di tossicità, che prevedono un’ap-profondita conoscenza da parte del farmacista al pubblico che li distri-buisce. Ecco, quindi, la necessità di un costante aggiornamento.Le patologie autoimmuni sono ca-ratterizzate da una reazione ano-mala del sistema immunitario, che agisce contro se stesso. A oggi non se ne conoscono le cause scatenan-ti, ma si sa che la genetica gioca un ruolo fondamentale. L’introduzione dei farmaci biologici è una grande chance per i malati; ha rivoluzio-nato la prognosi e il trattamento di queste patologie. I “biologici” sono anticorpi monoclonali, recettori o

Farmaci biologicie malattieautoimmuni

Necessario allargare le conoscenze AGGIORNAMENTO

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mesemmmmmmmmmmmmarma 51n. 7 - 2017

sulle nuove frontiere della farmacologia

altre tipologie di proteine, sintetiz-zati in laboratorio ma simili a quel-le che naturalmente troviamo nel nostro organismo. Agiscono come immunosoppressori, in grado di im-pedire la cascata di segnale tipica del processo d’infiammazione che si riscontra nelle patologie autoim-muni, bloccandola a diversi livelli: Anti-TNFalfa, inibitori dei linfociti T o delle diverse interleuchine.Non hanno tutti le stesse indicazio-ni e la loro prescrizione rimane di esclusivo uso specialistico, da parte del reumatologo, del gastroente-rologo e del dermatologo. Anche l’erogazione ai pazienti, al momen-

to, avviene esclusivamente per via diretta, da parte delle Asl, perché sono farmaci in classe di rimborsa-bilità H. In più Regioni d’Italia esiste un sistema di monitoraggio online delle loro prescrizione e distribuzio-ne per le tre indicazioni terapeuti-che: dermatologica, reumatologica e gastroenterologica. Nella tabella sono elencati i farmaci biologici at-tualmente in commercio e le indica-zioni che il Servizio sanitario nazio-nale riconosce ai pazienti.Se ci focalizziamo, come esempio, sull’artrite reumatoide (AR) data la sua diffusione, sappiamo che è ca-ratterizzata da un’infiammazione

cronica sistemica e sinoviale, me-diata dall’attivazione dei linfociti T e dal successivo rilascio di citochine pro-infiammatorie, che giocano un ruolo determinante nello sviluppo delle sinoviti e nella distruzione della cartilagine articolare e dell’osso. Ne-gli studi clinici, l’attività della malat-tia è stata valutata usando i criteri di risposta dell’American College of Rheumatology (Acr), che si basano sull’attenuazione del dolore e della tumefazione delle articolazioni e sul miglioramento di almeno 3 para-metri su 5 complessivi. Un migliora-mento del 20% secondo i criteri Acr (Acr 20) definisce una risposta mini-

Indicazioni a carico del Ssn dei farmaci biologici

Principio attivo

Artrite reumatoide

(AR)

Spondilite Anchilosante

(SA)

Spondilo - artrite assiale senza evid. radiografica

di SA

Artrite Psoriasica

(AP)

Artrite idiopatica giovanile

Psoriasi a placche

Malattiadi Crohn

Colite ulcerosa

Adalimumab SC (HUMIRA)

X (con MTX o in monoterapia)

X X X X (con MTX o in

monoterapia) X X X

Anakinra SC(KINERET)***

X (con MTX) NO NO NO NO NO NO NO

Abatacept EV e SC(ORENCIA)

X (con MTX) NO NO NO X (con MTX) NO NO NO

Canakinumab SC (ILARIS)

NO NO NO NO X NO NO NO

Certolizumab Pegol SC(CIMZIA)

X (con MTX o in monoterapia)

X X X (con MTX o in

monoterapia) NO NO NO NO

Etanercept SC(ENBREL)

X (con MTX o in monoterapia)

X NO X Adulti e Bambini

X X Adulti

e Bambini NO NO

Golimumab SC (SIMPONI)

X (con MTX) X X X (con MTX o in

monoterapia) X (con MTX) NO NO X

Infliximab Infusione EV (REMICADE)

X (con MTX) X NO X (con MTX o in

monoterapia) NO X

X Adultie Bambini

X Adultie Bambini

Rituximab EV (MABTHERA)

X (con MTX) NO NO NO NO NO NO NO

Secukinumab(COSENTYX)

X X (con MTX o in

monoterapia)X

Tocilizumab EV (ROACTEMBRA)

X (con MTX o in monoterapia)

NO NO NO X (con MTX o in

monoterapia) NO NO NO

Tocilizumab SC (ROACTEMBRA)

X (con MTX o in monoterapia)

NO NO NO NO NO NO NO

Ustekinumab SC (STELARA)

NO NO NO X (con MTX o in

monoterapia) NO X

IN VIA DI APPROVAZIONE

NO

***Kineret è a carico del Ssn (Legge 648/96) anche per le sindromi autoinfiammatorie in età pediatricae per le sindromi periodiche associate alla cropirina (Caps)

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mesemmmmmmmmmmmmarma 52 n. 7 - 2017

Farmaci BIOLOGICI e malattie AUTOIMMUNI

ma al trattamento.Le linee guida non impongono allo specialista di sce-gliere di iniziare una terapia biologica piuttosto che un’al-tra. Il trattamento dell’artrite reuma-toide si basa essen-zialmente sull’uso precoce di antireu-matici come il Me-totrexato e la Sul-fasalazina, al fine di controllare i sintomi e rallentare la pro-gressione della ma-lattia. Le linee guida raccomandano poi l’inizio della terapia con Anti-TNF alfa associato a Meto-tressato, soltanto in caso di persistente attività di Malat-tia in seguito all’utilizzo di Metotres-sato 20 mg alla settimana o Leflu-nomide 2g/die o un cortisonico per almeno 3-5mesi. Qualora si fosse di fronte a una mancata risposta tera-peutica, si consiglia allora di shiftare da un biologico all’altro, ma prima di rivalutare la terapia deve esserci comunque una continuità di almeno 3 mesi. Fortunatamente, succede di frequente che si riscontri una man-cata risposta alla terapia dopo un periodo di trattamento con il biolo-gico di circa 4/5 anni. Le linee guida raccomandano poi di non associare i farmaci biologici tra loro. È stato dimostrato, infatti, che in questo caso aumenterebbero le re-azioni avverse al farmaco in assenza di un’efficacia clinica maggioreNella classe degli Anti-TNF alfa (Ada-limumab, Certolizumab, Etanercept, Infliximab, Golimumab) non ci sono sufficienti studi comparativi che consentano di definire la superiori-tà e la tollerabilità relativa dell’uno

rispetto all’altro. Dato che interferiscono su vari mec-canismi in cui la citochina è coinvol-ta, come la difesa dalle infezioni e l’immuno-sorveglianza antitumora-le, gli effetti indesiderati più gravi sono stati infezioni anche molto se-rie, come sepsi, tubercolosi, infezio-ni opportunistiche e tumori cutanei. In presenza di infezioni attive, questi farmaci sono controindicati, come nel caso di scompenso cardiaco di classe III o IV e vanno usati con parti-colare cautela per la cura di pazienti con precedenti neoplasie. In assenza poi di criteri forti per de-cidere con quale farmaco incomin-ciare il primo trattamento, elementi clinici di cui tener conto nella scel-ta nel singolo paziente sono le sue comorbidità: se è controindicato il Metotressato, e quindi il biologi-co va usato in monoterapia, vanno impiegati Etanercept, Certolizumab e Adalimumab; in caso di rischio di riattivazione di tubercolosi il più si-curo è Etanercept; nelle artriti reu-matoidi sieropositive, invece, si uti-

lizza generalmente Abatacept; se è presente una malattia infiammato-ria intestinale o con manifestazioni sistemiche e/o oculari, Infliximab e Adalimumab hanno la doppia indi-cazione e prove di efficacia proprio in presenza di tali complicanze. Im-portante è anche l’aderenza al trat-tamento e, quindi, la preferenza del paziente: Infliximab è l’unico che richiede l’infusione endovenosa in regime di day hospital, mentre gli altri sono somministrabili sottocute. Nel caso di un primo fallimento te-rapeutico, fortunatamente per i pa-zienti si può passare a un secondo farmaco della stessa classe e poi ri-correre ad altri medicinali biologici, con diverse sedi d’azione all’interno della cascata infiammatoria, come Anakinra, Tocilizumab, Abatacept o Rituximab, tutti in associazione a Metotressato. Insomma, ampio è l’armamentario a disposizione dello specialista e, tra non molto, probabilmente anche del medico di medicina generale e del farmacista di comunità.

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deglutire con acqua

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al mattino

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10,0 mgEstratto secco di radice di Scutellaria

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A cura di Claudio Duchi

Avvocato, Milano

mesemmmmmmmmmmmmarma 55n. 7 - 2017

L’avvocato

L’inserimento nei concorsi straordinari ha costi-tuito spesso un argomento dirimente per ne-gare la soppressione delle sedi farmaceutiche legittimamente istituite nel 2012, ma successi-vamente divenute in soprannumero per il calo della popolazione nei Comuni alla cui Pianta or-ganica appartenevano: alcuni Tar, per esempio

quello del Piemonte, hanno, infatti, negato la legittimità della soppressione delle sedi in so-prannumero proprio per la circostanza che esse erano state inserite nel concorso straordinario, ponendo l’accento su questa natura del con-corso regionale seguito al Dl n. 1/2012 e sulla tutela delle aspettative dei concorrenti.Si tratta di un’impostazione non condivisibile e, comunque sia, non condivisa dal Consiglio di Stato, che ha mostrato di avere l’opinione opposta, ma non è questo ora il problema che si vuole affrontare, bensì quello di quando deve essere operata la soppressione della farmacia soprannumeraria, aspetto che, come si vedrà, incide anche sul se deve essere operata tale soppressione o meno. L’occasione per trattare il tema è fornita dall’ordinanza n. 301/2017 del Tar Lombardia - Brescia del 28 giugno 2017, che ha riguardato il caso di una farmacia isti-tuita con la revisione della Pianta organica del 2014 e poi prelazionata dal Comune.Quest’ultimo in tempi recenti aveva indetto un bando di gara per la concessione della gestione

Il negativo andamento demografico che caratterizza il nostro Paese rende di attualità un aspetto del diritto farmaceutico che anni or sono era limitato a pochi casi da considerarsi quasi di scuola: la soppressione delle sedi farmaceutiche non attivate risultanti in soprannumero rispetto alla proporzione tra il numero di esercizi e popolazione residente secondo la legge tempo per tempo vigente. La fattispecie è stata trattata dopo l’entrata in vigore del Dl n. 1/2012, con riferimento a sedi farmaceutiche inserite nei concorsi regionali straordinari che, come è noto, anziché concludersi entro un anno, come troppo ottimisticamente previsto dallo stesso Dl n. 1/2012, hanno avuto un andamento assai più lento, dando luogo a una serie infinita di problemi dipendenti proprio dal loro protrarsi secondo tempi spesso incompatibili con le aspettative e le esigenze professionali dei concorrenti.

Le farmacie in soprannumero non ancora aperte vanno soppressealla cadenza biennale della Pianta organica

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L’avvocato

mesemmmmmmmmmmmmarma 56 n. 7 - 2017

della farmacia, suscitando la reazione di alcuni titolari delle farmacie situate nel territorio co-munale, che hanno lamentato la mancata sop-pressione della sede farmaceutica nonostante il calo della popolazione residente sotto il quo-rum, soppressione di fatto evitata dal Comune con l’accorgimento di soprassedere alla revisio-ne nel 2016 sulla scorta della popolazione al 31 dicembre 2015, risultante insufficiente per il mantenimento della farmacia. Il Comune si è giustificato sostenendo la tendenza positiva della popolazione che avrebbe portato, come poi di fatto ha portato, al raggiungimento della popolazione sufficiente al mantenimento della farmacia al 31 dicembre 2016, perciò non già nell’anno dispari di riferimento per la revisio-ne con cadenza biennale in ciascun anno pari, bensì nello stesso anno pari entro il quale la revisione della Pianta organica avrebbe dovuto essere operata.

Il Tar di Brescia, pur non concedendo la sospen-siva richiesta dai farmacisti per l’assenza di un danno attuale dovuta al fatto che il bando per la concessione della gestione della farmacia co-munale era andato deserto, ha ravvisato la fon-datezza della loro posizione, sostenendo che il Comune non poteva scegliere in quale anno operare la revisione della Pianta organica in funzione di rintracciare nell’anno precedente la popolazione sufficiente al mantenimento della sede farmaceutica, essendo al contrario tenuto per legge a operare la revisione nell’anno pari con riferimento all’anno dispari precedente.Si badi: la questione può sembrare quasi di lana caprina, ma, in realtà, non lo è affatto, perché quella posta in essere dal Comune lombardo di cui si tratta è stato una sorta di shopping di date. È accaduto, così come accade frequen-temente in altri Comuni, che fossero in gioco numeri di popolazione residente così vicini al quorum stabilito dalla legge per l’istituzione e il mantenimento di una nuova sede farmaceu-tica da venire in essere, piuttosto che mancare, mese per mese a seconda della prevalenza di qualche nascita piuttosto che di qualche deces-so. Ciò cui il Tar bresciano ha negato legitti-mità è proprio il calcolo del Comune fondato su questa altalena di numeri, che pretendeva di utilizzare per evitare la soppressione della sede quando determinavano il venir meno del quorum, e per confermarne il mantenimento quando lo superavano.Il principio affermato dal Giudice lombardo è assai chiaro: la Pianta organica delle far-macie deve avere cadenza biennale riferita a ciascun anno pari e deve prendere in considerazione la popolazione residente al 31 dicembre dell’anno dispari prece-dente; in base a queste risultanze, se il quorum viene a mancare, la farmacia che non sia ancora stata aperta deve essere soppressa. Si tratta di un pre-cedente importante per altri casi

che certamente si presenteranno, dato che in Italia, per le ragioni che tutti sappiamo, nascono troppi pochi bambini.

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mesemmmmmmmmmmmmarma 58 n. 7 - 2017

Sanità e legge A cura di Alfonso Marra

Magistrato

Per la Corte queste disposizioni violavano i principi inderogabili al riguardo sanciti dall’arti-colo 117 della Carta Costituzionale in tema di competenze dello Stato e delle Regioni, nonché dall’articolo 14 della Legge numero 161/2014, che rimette alla sola contrattazione collettiva la possibilità di individuare specifiche e motivate eccezioni. Violavano infine anche le direttive co-munitarie recepite dalla legge citata.Nella specie, le norme della legge regionale, pur fissando un limite massimo di 48 ore settimanali, prevedevano la possibilità di riposi giornalieri di undici ore in presenza di eventi eccezionali e non prevedibili o di assenze improvvise che non con-sentissero di garantire la continuità di assistenza e l’assunzione di personale a tempo determinato anche nella forma di lavoro in somministrazione. In tal modo, le norme regionali avevano invaso un settore di esclusiva competenza della legisla-zione in relazione alla fissazione del periodo nel quale calcolare le 48 ore settimanali come tempo massimo di lavoro, spalmato su un arco tempo-rale di dodici mesi e non di quattro mesi come previsto dalla normativa nazionale. Tali deroghe andavano contrattate con i sindacati. La legge nazionale, infatti, rimette alla contrattazione l’in-dividuazione di specifiche e motivate eccezioni.Questa importante decisione della Corte trova la sua ragione giuridica nel Decreto legislativo numero 66 del 2013, che definisce il concetto di “orario di lavoro” secondo quanto dispone la Direttiva comunitaria numero 93/104/Ce. Viene considerato tale qualsiasi periodo in cui il lavo-ratore sia al lavoro a disposizione del datore di

lavoro e nell’esercizio della sua attività e delle sue funzioni, anche quando la messa a disposizione delle energie lavorative non coincida con il lavoro effettivo.La sentenza della Corte dà piena applicazione ai principi di cui alla Direttiva Ce numero 2000/34, che modifica la precedente direttiva numero 93/104/Ce, che riconosce ai lavoratori dei Paesi dell’Unione europea, per motivi attinenti al di-ritto alla tutela della salute e alla sicurezza sul lavoro, i seguenti diritti: lavorare in media un massimo di 48 ore settimanali, compresi gli stra-ordinari; fruire di un minimo di undici ore ininter-rotte di riposo al giorno, godere di un ulteriore riposo settimanale ininterrotto di 24 ore. La suddetta direttiva, inoltre, consente di pospor-re i periodi minimi di riposo per motivi giustificati soltanto nel caso in cui il lavoratore possa recu-perare subito dopo le ore di riposo di cui non ha usufruito.

Convenzionee compensiLa Cassazione, Sezione Lavoro, nella sentenza del 20/3/2017, n. 7131, ha affermato che è vie-tato il cumulo di compensi per il sanitario con-venzionato. Nel caso di doppio incarico, il com-penso aggiuntivo non deve superare l’importo spettante con la Convenzione, così come vige la non cumulabilità tra l’indennità integrativa spe-ciale corrisposta sulla pensione nei casi in cui il sanitario convenzionato sia anche pensionato.

Secondo la Corte Costituzionale, l’orario di lavoro del personale del Servizio sanitario nazionale non è prerogativa delle Regioni. La Corte, con una sentenza del 12 aprile 2017, la numero 72, ha infatti dichiarato la illegittimità costituzionale delle disposizioni di una legge regionale (della Basilicata) in materia di personale sanitario, che disciplinavano la durata media e massima dell’orario di lavoro in deroga a quanto disposto dalle vigenti leggi nazionali.

Orari di lavoro nella SanitàUna sentenza della Corte Costituzionale

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mesemmmmmmmmmmmmarma 60 n. 7 - 2017

Aziende & prodotti A cura di Matteo Verlato

L’efficacia del carbone attivo di FORHANSForse non tutti sanno che, grazie alla sua capa-cità di contrastare batteri, tossine e sostanze inqui-nanti, il carbone attivo ri-sulta essere un detergente straordinario, capace di at-trarre le impurità in maniera del tutto naturale. Forhans di Uragme lo ha studiato appro-fonditamente e lancia oggi in farmacia una linea di prodotti proprio a base di carbone attivo. È Forhans Black4White e compren-de: il Dentifricio Gel -caratterizzato dal colore nero, ma che non macchia i vestiti, sbiancante antimacchia e protettivo del cavo orale-, lo Spazzolino Antiplacca con setole nere alle particelle di carbone attivo, non abrasive ma efficaci contro le macchie, sbiancanti e purificanti, e il Filo Interdentale Cera-to Black, che rimuove la placca ed è al gradevole aroma di menta.

Per informazioni: Uragme - via della Bufalotta, 374/376 - 00139 Roma - [email protected] - www.uragme.it

On line il nuovo sito di BOIRON ITALIARinnovato nei contenuti e nella grafica, è on line il nuovo sito di Boiron Italia, filiale dell’azien-da farmaceutica nata in Francia nel 1932 e leader mondiale nella produ-zione e distribuzione di medicinali omeopatici. La principale novità del nuovo portale è un’area riservata alla comunità medico-scientifica, nella quale medici e farmacisti potranno consultare con praticità informazioni sempre aggiornate sui medicinali Boiron, il calendario degli eventi, gli in-contri di formazione e gli studi scientifici. Per accedere all’area riservata sarà necessario cliccare sulla propria categoria di appartenenza, nell’home page del sito www.boiron.it, e registrarsi.

È un medical detective il protagonista del nuovo libro di ABOCA Da Aboca arriva un’originale “detective story” a sfondo medico con 15 indagini in cui i colpevoli da smascherare sono ignoti agenti patogeni. Storie di casi clinici com-plessi, con sintomi non riconducibili a nien-te di conosciuto e con radiografie e analisi che non rilevano nulla di anomalo. E quan-do anche il medico più esperto non riesce a formulare una diagnosi -o quella ipotizzata viene presto smentita dall’inefficacia della cura- ecco che il male diventa più elusivo di un criminale e il medico è costretto a trasformarsi in detective. L’autore di “Me-dical Detective - 15 indagini mediche” (Aboca Edizioni 2017, euro 17) è Jonathan A. Edlow, viceprimario di medicina al Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston e professore associato di medicina alla Har-vard Medical School. Attraverso questi 15 racconti dal ritmo incalzante e ricchi di det-tagli, Edlow vuole far riscoprire il fascino del rapporto di causalità, poiché le condizioni patologiche non comuni richiedono abilità cliniche combinate ad acume e supportate da una forte empatia, ascolto e umanità nei confronti del paziente.

Per informazioni: Aboca, Frazione Abo-ca, 20 - 52037 Sansepolcro (AR) - tel. 0575 7461 - www.aboca.com

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mesemmmmmmmmmmmmarma 61n. 7 - 2017

Aziende & prodotti

APOTECA NATURA CHECKAPP: la salute a portata di mano

È nata una nuova app che include in un unico strumento tutti gli aspetti relativi alla salute: referti diagnostici, terapie, pre-venzione, stili di vita e acquisto di prodot-ti in farmacia. Si chiama Apoteca Natura CheckApp, è intuitiva e semplice da usare e permette di tracciare e gestire veloce-mente i dati sanitari, facendosi aiutare dal farmacista di fiducia per avere il consiglio più adatto alle proprie esigenze. È un’ini-ziativa del network Apoteca Natura, che comprende 600 farmacie in Italia e 300 in Spagna. A che ora devo prendere la pillo-la? Come si chiamava il ricostituente che prendevo in primavera?, Dov’è finito l’e-sito dell’elettrocardiogramma? L’app aiuta a ricordare le terapie, a salvare gli esami effettuati e le misurazioni e a visualizzarli con pratici grafici che ne mostrano l’anda-mento nel tempo, permette di archiviare i referti, mantiene persino memoria degli ultimi acquisti in farmacia. Per saperne di più: www.apotecanatura.it.

SWISSE punta alla bellezza della pelleArriva in farmacia da settembre e promette di ridurre l’aspetto delle rughe del 20% in sole otto settimane il nuovo integratore Bellezza della Pelle di Swisse. Formulato con acido ialuronico e collagene e arricchito con vitamine C ed E, è clinicamente testato per supportare la salute e l’elasticità della pelle dall’inter-no, promuovere la formazione del collagene e proteggere dallo stress ossidati-vo. Il rame presente nella formulazio-ne, inoltre, contribuisce a preservare la normale pigmentazione della cute. La dose giornaliera va da una a tre compresse al giorno, a seconda dei benefici desiderati, da assumere durante o subito dopo i pasti. Della linea Beauty di Swisse fanno parte anche Swisse Capelli Pelle Unghie e Swisse Perdita di Peso.

Per informazioni: Procter&Gamble - viale G. Ribotta, 11 - 00144 Roma - www.swisse.it

FARMALABOR e il Corso sulla cannabis a uso medicoÈ nato per rispondere alle specifiche esigenze del farmacista il Corso di can-nabis terapeutica che Farmalabor organizzerà ad Assago (MI) il prossimo 14 ottobre. Oggi, infatti, il paziente può già acquistare in farmacia prepara-ti a base di cannabis -dietro prescrizione medica- ma il farmacista ha ancora bisogno di informazioni autorevoli sulle metodiche di allestimento in laborato-rio e sulle problematiche legate alla ge-stione di questa materia prima. Il corso ha proprio l’obiettivo di chiarire ogni dubbio: si parlerà dell’utilizzo della cannabis nel trattamento di specifiche patologie e del potenziale terapeutico di questa sostanza, ma anche della nor-mativa e delle pratiche necessarie per trattarla, con approfondimenti legati al laboratorio del farmacista. Il corso trat-terà, poi, della gestione della preparazione, ma anche di prescrizione, di approvvigionamento e di farmacovigilanza e ampio spazio sarà dedicato anche ad approfondire gli aspetti farmacologici legati al suo utilizzo.

Per informazioni: www.farmalabor.it/corsi/cannabis-terapeutica-assago.html oppure scrivere a [email protected]

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mesemmmmmmmmmmmmarma 62 n. 7 - 2017

A cura di Barnaba GrigisSanità e mercato

Nell’ultimo decennio i consumi dei beni non ali-mentari rilevati dall’Osservatorio Non Food sono passati da 114 miliardi di euro del 2007 ai 102,5 miliardi del 2016, con un decremento di 11,5 miliardi di euro pari a circa 10 punti percentuali. La prima voce di spesa con 26 miliardi di euro -abbigliamento, calzature e tessile casa- nello stesso periodo si è contratta di circa un quarto del valore 2007.Ma c’è un settore più vicino al nostro che dà risultati positivi e promettenti: è il mondo del “bellessere”, l’aggregato di tutte le categorie che puntano al benessere fisico ed estetico del consumatore (prodotti per lo sport, prodotti di automedicazione, prodotti di profumeria e otti-ca), che raggiunge nel 2016 un valore pari a 20

miliardi e i cui consumi sono cresciuti, in questi ultimi 10 anni, del 20,5%. Se poi limitiamo l’a-nalisi agli ultimi cinque anni, trainante è stata l’a-scesa dei prodotti di automedicazione (valore 6,2 miliardi di euro): dal 2012 al 2017 l’incremento è stato del 17,0%, contro un decremento del non food nello stesso periodo del 3%. Abbastanza stabili gli “articoli per lo sport” e i prodotti di ot-tica, mentre i prodotti di profumeria crescono di un 4,4%. Gli ultimi due anni, infine, evidenziano per ognuna delle 4 categorie tassi di crescita che confermano le scelte degli italiani verso uno stile di vita più attento alla salute, all’efficienza fisica e mentale, al presentarsi in forma anche da un punto di vista estetico: meno spese per l’abbi-gliamento, più investimenti nel “bellessere”.

Dal seminario “Non Food 2017” di GS1 Italy, l’associazione che gestisce 35 mila imprese di beni di consumo, è emerso che negli ultimi dieci anni il consumatore ha cambiato sostanzialmente il suo modo di gestire gli acquisti e i bilanci familiari, sia per la crisi economica, sia per la digitalizzazione.

Il mondo del “bellessere” va forte

Bellessere: sviluppo delle 4 categoriein miliardi di euro

Fonte: nostra elaborazione da “Elaborazioni TradeLab per Osservatorio Non Food 2017 di GS1 Italy”

Prodotti diautomedicazione

Articoliper lo sport

Prodotti diprofumeria

Prodotti diottica

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