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ANNO 10 N.255 prossima uscita 9 luglio Quindicinale iscritto al registro della Stampa presso il tribunale di Teramo n. 13/03 del 22/05/03

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Il 51enne avvocato stravince al ballottaggio contro il suo avversario, il sindaco uscente Enio Pavone. Conquista oltre il 60 per cento delle preferenze. Assicura che manterrà fede

ai suoi impegni presi con gli elettori: manutenzione, sistemazione delle strade, rilancio dell’autoporto, potenziamento della polizia locale

Cinque anni per governa-re al meglio Roseto. Ar-riva forse con un lustro di ritardo visto che il suo nome era stato fatto già

per le amministrative del 2011. Ma poi non se ne fece nulla. Ora Saba-tino Di Girolamo si riprende Roseto. L’esperienza amministrativa di cer-to non gli manca avendo ricoperto l’incarico di assessore alla cultura nell’allora Giunta Di Bonaventu-ra. Questa volta però avrà le chia-vi della sua città. Nel ballottaggio dello scorso 19 giugno ha ottenu-to una larga vittoria. Un successo che non fa una piega per il nuovo sindaco di Roseto che ha raccolto 7377 preferenze, pari al 60,32 per cento dei voti, contro i 4853 voti di Enio Pavone (39,68 per cento). Pa-vone che ha ottenuto circa 200 voti in meno rispetto al primo turno a conferma che neppure il suo elet-torato si è presentato nei seggi per sostenerlo al ballottaggio. Un dato che deve far riflettere il centro de-stra. A Di Girolamo, invece, il com-pito di guidare la Città delle Rose per i prossimi cinque anni, forte anche di una maggioranza ampia. “E’ tempo di ridare a questa città il ruolo che merita”, ha commentato il nuovo primo cittadino rosetano, “abbiamo preso un impegno con i cittadini e sarà nostro compito e onere mantenere fede alle promes-se. Ho detto che punteremo sulla manutenzione. E sarà preciso mio dovere dare seguito a quanto detto in questi giorni”. Dopo la sua ele-zione, festeggiata nel quartier ge-nerale da tutto il suo entourage, Di Girolamo, che è stato impegnato in una campagna elettorale lunga

ed estenuante e che ha riconosciu-to la lealtà al sindaco uscente Enio Pavone, ha scelto di rifugiarsi in montagna, ai Prati di Tivo per un meritato riposo. Appena un paio di giorni per poi tuffarsi immedia-tamente nei primi impegni. Dei tre contendenti alla poltrona di sinda-co, il candidato del Partito Demo-cratico è quello che ha speso meno in campagna elettorale, meno di 30mila euro. Alla gente è piaciuto anche il fatto che sia andato quartiere per quartiere ad incontrare i cittadini, spo-standosi solo ed esclusiva-mente con la sua macchi-na. Non ha fatto promes-se eclatanti, non ha parlato mai di libro dei sogni ma ha sot-tolineato sempre lo stesso concetto: tor-nare a far risplende-re la città. Siste-mazione delle strade,

la manutenzione ordinaria del ter-ritorio sono gli aspetti su cui si bat-terà. Il rilancio anche dell’autopor-to, fondamentale per creare anche posti di lavoro. E poi farà in modo che il corpo di polizia locale possa avere più agenti, chiedendo inoltre agli organi competenti di potenzia-re anche la locale stazione dei ca-rabinieri per riavere quanto meno una pattuglia notturna. Il 51enne stimato avvocato è pronto a mette-

re in campo tutto il suo impegno per dare risposte concrete ai

rosetani. Non sarà facile per una serie di ragioni, a cominciare dal fatto che le casse comu-nali comunque sono

quasi all’asciutto. Di Girolamo però ha più volte detto che importante sa-rebbe stato creare

la filiera con la Re-gione, stesso governo

di centrosinistra.

DI GIROLAMO E LA FASCIA TRICOLORE

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Al ballottaggio ottiene 200 voti in meno rispetto al primo turno, a conferma che non tutti sono tornati alle urne per sostenerlo. A novembre, quando ormai era certo che il Pd non avrebbe sostenuto le primarie e che il centrosinistra si sarebbe presentato spaccato, sembrava certa la sua riconferma. Ma un mese e mezzo prima del turno elettorale del 5 giugno la grande rimonta di Di Girolamo

Si è tolto forse un peso, quella pressione di do-ver arrivare a tutti costi alla riconferma. Enio Pavone non riesce a bis-

sare il successo di 5 anni fa. La sconfitta al ballottaggio è stata net-ta e che apre ad una serie di ri-flessioni interne. Poco più di 4800 voti ottenuti al secondo turno, 200 preferenze in meno rispetto alla prima tornata. Chi lo aveva scel-to per governare alle elezioni del 5 giugno non si è poi ripresentato nei seggi 15 giorni dopo. “Proba-bilmente una sorta di scoramento da parte di quei candidati consi-glieri”, analizza Pavone, “che non hanno ottenuto un riscontro per-sonale. Questo potrebbe spiegare i 200 voti in meno che comunque rientrano in un quadro fisiologico. Sabatino Di Girolamo, a cui augu-ro ovviamente di governare la città nel migliore dei modi, ha ottenuto 2000 voti in più che sono poi il 50

per cento delle preferenze espres-se da coloro i quali avevano soste-nuto Rosaria Ciancaione. Non c’è stato l’accordo alla luce del sole, ma si sono rifugiati in un sotterfu-gio”. Pavone comunque paga an-che alcuni atteggiamenti di suoi consiglieri comunali. L’attacco di Antonio Norante nei confronti di Teresa Ginoble in uno degli ultimi Consigli, esortandola a fare la fac-cende di casa, non è stato certo un punto a favore del sindaco Pavone. Anzi, la Ginoble che non era molto propensa a ricandidarsi, alla fine, proprio dopo quell’episodio, venne esortata a scendere di nuovo in campo. E l’elettorato l’ha premia-ta con 699 voti. Pavone però non pensa che sia questa la chiave di lettura della sua sconfitta. Ribadi-sce che l’alleanza nata tra il Pd e il gruppo di Rosaria Ciancaione alla fine è stata fondamentale. “Rose-to torna ora in mano delle solite famiglie”, ha aggiunto l’ex primo

cittadino, “spero che il nuovo sin-daco sappia mantenere la barra al centro senza farsi schiacciare da quelle 2-3 famiglie che hanno in mano le sorti della nostra città. Noi ci abbiamo provato ad invertire la rotta. Non avevamo alle spalle i parlamentari che hanno loro. Oggi si torna indietro nel tempo, con una maggioranza bulgara”. Quan-do parla di solite famiglie che han-no in mano la città, Pavone non fa nomi ma lascia intendere che si tratta dei vari Ginoble, Sottanelli, Frattari. “Potevamo essere in 6 a fare una opposizione costruttiva”, conclude, “saremo in 3 visto che i consiglieri eletti dello schieramen-to della Ciancaione a questo punto sosterranno in Consiglio il sindaco Di Girolamo e la sua maggioranza. E’ davvero curioso tutto questo. In campagna elettorale se ne sono dette di tutti i colori. Alla fine tutti assieme appassionatamente a go-vernare Roseto”.

PAVONE TRADITOANCHE DAI SUOI

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Con la vittoria di Sabati-no Di Girolamo definito il Consiglio Comunale che si insedierà a breve. Que-sto il quadro dell’assise

civica che vede il Partito Democra-tico con 7 consiglieri eletti: Teresa Ginoble, Antonio Frattari, Simone Tacchetti, Nicola Petrini, Massimo Felicioni, Salvatore Celestino, Simo-ne Aloisi; Lista Di Girolamo Sindaco 2 eletti: Saverio Marini e Adriano De Luca; Lista Roseto Protagonista 1 eletto: Marco Angelini. Ci sono poi i consiglieri di #amoroseto che ve-rosimilmente daranno il sostegno al resto della maggioranza: Rosaria Ciancaione, Mario Nugnes, Angelo Marcone. L’opposizione vede Enio Pavone e Nicola Di Marco dei Libe-ralsocialisti, Alessandro Recchiuti di Futuro In. Praticamente in Consiglio non ci sarebbe partita tra maggio-ranza e opposizione. Al nuovo sinda-co ora il compito di varare la squa-dra di governo. Non dovrebbe essere difficile intuire già alcuni incarichi in Giunta. Simone Tacchetti, segretario dell’Unione Comunale, dovrebbe ri-coprire la carica di vice sindaco. Del resto è il segretario che ha riportato il Partito Democratico a governare la città. Nonostante la giovane età ha già una solida esperienza politica alle spalle. Il Pd dovrà anche indica-re una donna per la parità di genere. E il nome più gettonato è quello di Luciana Di Bartolomeo. Un asses-sorato andrà anche alla lista Roseto Protagonista. Era stato fatto il nome di Massimo Bianchini ma con ogni probabilità sarà Marco Angelini, co-

nosciuto col nomignolo di Cigno, ad avere l’incarico di assessore (allo sport?). Bianchini, a questo punto, essendo il primo dei non eletti, en-trerebbe in Consiglio Comunale. E’ probabile che ad #amoroseto possa essere concesso un assessorato. E si fa il nome di Gabriella Recchiuti in modo tale da avere due donne nell’esecutivo. Da capire poi se Ro-saria Ciancaione resterà in Consiglio o deciderà di dimettersi. Comun-que va detto che all’interno del Pd c’è chi per adesso preferirebbe non dare immediatamente una delega al gruppo che ha sostenuto la Cianca-ione. Per quanto riguarda invece il presidente del Consiglio Comunale, non sembrano esserci dubbi sul fat-to che l’incarico venga affidato a Te-resa Ginoble. 699 voti dicono tanto sulla stima che molti rosetani hanno nei suoi confronti. Un ultimo pensie-ro per i tre consiglieri di opposizio-ne. Ricostruire ora il centro destra e garantire una spina nel fianco della nuova amministrazione o comunque essere da pungolo non è cosa faci-le con un numero così esiguo. Della vecchia Giunta che ha governato la città per 5 anni, a parte il sindaco Pavone, solo Alessandro Recchiuti è tornato sui banchi dell’assise civi-ca. Gli altri, Maristella Urbini, Mirco Vannucci, Fabrizio Fornaciari, resta-no fuori. Solo se avesse vinto Pavone Fornaciari e Vannucci avrebbero fat-to parte del Consiglio. Chiaro che la sconfitta apre ora a delle discussioni interne al centro destra. E il segnale che è arrivato è chiaro: fuori i vecchi tromboni della politica rosetana.

Tacchetti sarà il vice sindaco, Angelini avrà una delega (sport?). Teresa Ginoble sarà il primo presidente del Consiglio donna nella storia del Comune di Roseto.

In Giunta anche Gabriella Recchiuti di #amoroseto? Entro fine mese il primo cittadino dovrebbe presentare l’esecutivo

Teresa Ginoble

Massimo Felicioni

Enio Pavone

Antonio Frattari

Simone Aloisi

Nicola Di Marco

Adriano De Luca

Alessandro Recchiuti

Simone Tacchetti

Salvatore Celestino

Rosaria Ciancaione

Nicola Petrini

Saverio Marini

Mario Nugnes

Marco Angelini

Angelo Marcone

DI GIROLAMO E LA SUA SQUADRA DI GOVERNO

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VARIANTE ALLA STATALE 150

E’ stato elaborato dalla Provincia e interessa soprattutto la zona produttiva di Roseto, con risvolti positivi anche per Pineto e Atri, territori a confine con quello rosetano. Il Ministero per le Infrastrutture ha dato garanzie sulla possibilità di

concedere il finanziamento. Ma bisogna ora passare alla progettazione esecutiva

La variante alla Statale 150, la strada che si innesta tra la Statale 16 all’altezza di Roseto sud per proseguire poi sino alla zona di Pon-

tevomano, inizia a muovere i suoi primi passi. Considerata strategi-ca per lo sviluppo di alcune aree industriali a ridosso del fiume Vo-mano, lungo un tragitto di circa 30 chilometri, la Provincia di Teramo ha deciso di imprimere un’acce-lerazione presentando un progetto preliminare che dovrà ora seguire tutto il suo iter. L’investimento da sostenere non è di poco conto in quanto servono 18 milioni di euro per la sua realizzazione. Il tragitto interessato va dallo svincolo della A14, a Santa Lucia, sino ad arriva-re proprio all’innesto con l’Adriati-ca, bypassando tutti i centri abitati. Il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino punta molto su questa opera, considerata importante an-che per la rete nazionale. A rea-lizzarla, però, dovrà essere l’Anas, su richiesta della Regione che la inserisce nel Piano triennale delle

opere viarie. E per quanto riguarda il finanziamento, sarà il Ministero per le Infrastrutture a mettere sul piatto della bilancia i 18 milioni di euro. All’Aquila c’è stato l’incontro tra lo stesso presidente Di Sabati-no, il consigliere delegato Mauro Scarpantonio e il capo dipartimen-to Antonio Marasco per iniziare un primo confronto sul tracciato tra le parti interessate, dopo che a Roma nei mesi scorsi c’erano state alcu-ne riunioni per verificare la possi-bilità di finanziamento. La variante collegherebbe le aree produttive di Atri, Pineto e Roseto (fungendo da raccordo con l’autoporto), riducen-do il traffico pesante sulla statale 16 e il conseguente impatto am-bientale sui cittadini. Altro obiettivo dell’opera è quello della riduzione dell’incidentalità che in quell’area è piuttosto elevata. L’opera preve-de la realizzazione di una strada extraurbana e di un ponte sul Vo-mano: Il tratto di strada che corre parallelo alla A/14 congiunge i se-guenti poli attrattori: svincolo A/14 - Roseto degli Abruzzi, autoporto di

Roseto, il ponte, S.P. n. 27/A Arco, attraverserebbe il Vomano fra le aree produttive di Scerne di Pineto e della Stracca del Comune di Atri. “Ci lavoriamo da qualche mese”, ha spiegato il presidente Di Sabati-no, “sulla base di un ‘ipotesi preli-minare elaborata dagli uffici tecnici dell’ente, ovvero quella che abbia-mo portato al Ministero per una pri-ma valutazione di fattibilità trattan-dosi di un’opera strategica per la viabilità interprovinciale sarà pro-gettata dall’Anas. Abbiamo avviato l’iter per ottenere il finanziamento dell’opera e che, considerate le premesse, ci sono tutte le condizio-ni affinché venga concesso”. Il pro-getto risolverebbe problemi annosi e certamente rappresenterebbe un punto di forza per le economie lo-cali, a fronte di un sistema di tra-sporti prevalentemente su gomma. Quello di una migliore accessibilità agli snodi verso le vie di collega-mento nazionali è uno degli obiet-tivi delle imprese ed è un elemento che rappresenta un valore aggiunto nella scelta di nuovi insediamenti”.

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A Cologna Spiaggia nuove proteste dei residenti per le opere di ampliamento del cimitero. Loculi invenduti e lavori per adesso fermi. Contestata la disposizione delle

nuove cappelle che rendono difficili le operazioni di tumulazione

Continuano le polemiche attorno ai lavori di realiz-zazione dei nuovi loculi al cimitero di Cologna Spiaggia. Le opere at-

tualmente sono ferme, non vanno avanti perché i loculi non vengono acquistati. Gli interventi di amplia-mento programmati dall’ammini-strazione comunale di Roseto non piacciono ai cittadini. La disposizio-ne delle nuove cappelle, i cui lavori sono iniziati nello scorso inverno, è un vero e proprio pugno nello sto-maco. Circa 200 nuovi loculi, di cui la metà rimasta invenduta. 200mila euro il costo di un intervento conte-stato dai residenti, considerato sen-za senso per via dell’assenza totale

di una linearità delle strutture. Sono state costruite senza alcun criterio, in alcuni punti tra la vecchia cap-pella e quelle nuove c’è uno spazio inferiore ai tre metri che rende dif-ficile le operazioni di tumulazione. Le proteste più recenti in occasione delle ultime tumulazioni. Gli operai hanno dovuto lavorare in condizio-ni non facili e i familiari del defunto hanno sottolineato il pessimo in-tervento che è stato avviato alcuni mesi fa. Anche la sistemazione dei nuovi loculi, secondo la gente del posto, non seguirebbe una linea logica. Cappelle con file da tre, poi altre con file da 4, mancano le co-perture, i piccoli loculi per sistema-re i resti riesumati sono stati realiz-

zati a ridosso dell’ingresso, mentre la proposta originaria prevedeva che l’ossario venisse costruito sul lato opposto. Così come era sta-to suggerito, prima che il progetto successivamente venisse approvato dal Comune di Roseto, di realizzare le nuove cappelle ad una distanza di almeno 4 metri da quelle già esi-stenti, creando anche delle struttu-re diverse da quelle costruite recen-temente. Oggi i lavori sono fermi, i loculi non vengono venduti e il cimi-tero resta un cantiere aperto tra le proteste di chi ogni giorno fa visita al caro estinto. C’è poi il problema delle infiltrazioni di acqua piovana nelle vecchie cappelle, soprattutto sul lato di nord ovest.

IL CIMITERO DELLA DISCORDIA

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11Editoria

di William Di Marco

PREMESSA - Polemiche su polemi-che sono sorte per l’allegato di Mein Kampf di Adolf Hitler che il quotidiano Il Giornale ha fatto trovare in edicola ai propri lettori. In realtà il libro del ditta-tore tedesco era in aggiunta al primo volume (a pagamento) di una serie dal titolo Hitler e il Terzo Reich 1 - Ascesa e trionfo di William L. Shirer. L’iniziati-va ha subito attratto gli opinionisti che si sono espressi in vario modo, con condanne feroci per coloro che riten-gono un oltraggio rispolverare un testo che rappresenta il male assoluto, e con un’approvazione verso l’operazio-ne editoriale del quotidiano milanese, perché è meglio sapere cosa c’era dietro le farneticazioni del totalitari-smo hitleriano. Nel primo gruppo (ol-tre le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha definito squallida la trovata) si sono schierati i giornalisti di Repubblica, mentre il Corriere della Sera si è diviso con una condanna (Donatella Di Cesare, filo-sofa) e una assoluzione (Carlo Rovelli, fisico). Anche altri uomini del mondo della cultura sono intervenuti, tra cui l’acuto Massimo Fini che ha senten-ziato: “Va pubblicato. Sono i dittatori a bruciare i libri”. L’idea di portare il volume in edicola è nata in virtù della scadenza dei diritti d’autore di tutte le edizioni di Mein Kampf (tranne le inglesi e olandesi), in mano fino al 31 dicembre 2015, cioè allo scadere dei 70 anni della morte di Hitler, alla Ba-viera. Per questo motivo è stato pub-blicato anche in Germania a partire dal gennaio 2016 con una prefazione critica, in occasione de “La giornata della memoria”.UN LIBRO CHE VA LETTO - Questo in sintesi ciò che è accaduto nelle scorse settimane nel nostro Paese. Va detto che il libro in questione è stato cura-to nella parte introduttiva dallo storico

MEIN KAMPF IN EDICOLA UN’OCCASIONE PER CAPIRE LA BARBARIE NAZISTA

Francesco Perfetti, che non solo ha ri-percorso le fasi inizia-li della gestazione del lavoro, ma ha sottoli-neato tutte le assur-dità, le incongruenze e soprattutto anche la superficialità di al-cuni passaggi, fuori dal tempo e deliranti per moltissimi aspet-ti. È da questa nota esplicativa che biso-gna prendere spunto per un’analisi delle farneticazioni del dittatore tedesco. Molti storici asse-riscono con sempre più convinzione che se soprattutto negli anni Trenta (ricordiamo che Hitler salì al potere nel gennaio del 1933 con elezioni de-mocratiche) il testo fosse stato letto, molte delle derive naziste, compreso le atrocità della Shoah, si sarebbero potute evitare o almeno limitare. Hit-ler, dopo il suo arresto dovuto al falli-mento del colpo di Stato dell’8 e 9 no-vembre 1923 (il “Putsch di Monaco”), diede sfogo, nel periodo di detenzione dei due anni successivi, a una serie di congetture squilibrate e deliranti che porteranno alla pubblicazione del suo pensiero politico. La realtà è che di-verse Nazioni in quel periodo avevano praticato un antisemitismo strisciante e comunque tolleravano le feroci ac-cuse contro le minoranze ebree, da sempre prese come capro espiatorio di tutti i mali del mondo. Il dittatore germanico non fece altro che racco-gliere un humus sotterraneo ed ele-varlo a ideologia, per ottenere una pu-rificazione di quella razza ariana che solo il popolo erede di Sigfrido poteva meglio rappresentare.ERA TUTTO SCRITTO - Nel Mein Kampf (pubblicato per la prima volta

nel 1925, mentre in Italia la Bompiani lo diede alle stampe nel 1934) era già tutto chiaro ed esposto in modo evidentissimo (con sintassi arran-cante e contorsione espositiva che rendo-no il libro non sem-pre digeribile sotto il profilo linguistico): bastava non farla pas-sare come una folle trovata di un pazzo

visionario. Andava letta per bene quell’opera. Quando fu pubblicata la prima volta, venne presa sottogamba. I politici non le diedero importanza (c’era scritto tutto: dall’antisemitismo alla conquista degli spazi vitali a est della Germania, dalla soppressione dei disabili all’esaltazione della razza pura) e le conseguenze drammatiche sono poi state consegnate alla storia. Quelle considerazioni fuori dal mon-do, quelle elucubrazioni sragionate e vaneggianti vanno lette e rilette, por-tate a conoscenza del più alto numero di persone, affinché venga metabo-lizzata l’assoluta vacuità di idee, non solo profondamente ingiuste, ma fuori qualsiasi parametro democratico e di rispetto della dignità umana. Solo stu-diando a fondo i motivi che indussero il nazismo a spingersi oltre l’umano e il tollerabile è possibile prendere co-scienza delle sconfinate atrocità che portarono un popolo intero a praticare ciò che sembrava impossibile. La co-noscenza profonda delle cose che ci circondano e la conseguente cultura alta che scaturisce dallo studio sono i veri anticorpi per rafforzare i concetti democratici, gli unici in grado di far convivere in modo pacifico le persone, i popoli e le idee.

La conoscenza profonda delle cose che ci circondano e la conseguente cultura alta che scaturisce dallo studio sono i veri anticorpi per rafforzare i concetti democratici,

gli unici in grado di far convivere in modo pacifico le persone, i popoli e le idee

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Strada a tratti al buio, con lampioni che funziona-no in alcuni tratti ad intermittenza. A segnalare il problema sono stati in questi giorni gli abitanti di Cologna Spiaggia e i turisti che stanno affollan-do le strutture ricettive della zona. Via degli Ac-quaviva, la strada che corre parallelamente alla ferrovia, nel tratto compreso tra via Bozzino e via del Sottopassaggio presenta alcuni tratti senza il-luminazione. Un pericolo la sera per chi si sposta a piedi o in bici. Il problema era già stato segna-lato lo scorso inverno, ma non è stato mai risolto. L’intermittenza di alcuni lampioni potrebbe essere legata, inoltre, ad un difetto dell’impianto.

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UN PONTE SFORTUNATOIl ponte nella foto è l’unico collegamento tra il quartiere dei fiori e la frazione di borgo Santa Maria. Ebbene, dopo essere stato chiuso per ben sei mesi per permettere l’allargamento del letto del torrente Calvano, il manto stradale appena rifatto risulta già compromesso. Grandi buche si sono formate a causa del di-stacco dello strato superiore dell’asfalto che, oltre a procurare danno alle auto, causa forte disagio ai pedoni. Questi, con il sopraggiungere delle auto, vengono schizzati abbondantemen-te dall’acqua piovana che riempie le buche stesse. Ci si chiede sia se il lavoro sia stato almeno contestato alla ditta che lo ha eseguito, sia di sollecitare un veloce intervento di riparazione.

STADIO PAVONE-MARIANI

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PINETO

Oltre che per vedere un bella partita, allo stadio di Pineto si va an-che per godere dei bei murales appena fatti realizzare dal presi-dente della società, dott. Silvio Brocco. Dopo appena un anno dai lavori di rifacimento del campo erboso e degli spalti, ancora altre opere sono state realizzate, finalizzate all’abbellimento dell’am-biente circostante, tramite delle raffigurazioni che testimoniano le bellezze del paese, oltre a dei vissuti dello stadio stesso. Solo chi è guidato da forte e vera passione riesce a fornire un valore aggiunto di queste dimensioni. Ci piace ricordare che lo stadio è intitolato in memoria di due giovani promesse del calcio locale e che anche la gigantografia della scuola calcio, appena installata presso l’ingresso degli spogliatoi, è dedicata a Marco Calabretta, scomparso nel 2015, giovanissimo del calcio pinetese.

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TAGLIANDI AUTO di tutte le marcheanche in garanzia

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Nel 1953, quando uscì il film di Federico Fellini “I vitelloni”, gran parte dell’Italia si identificò in quei cinque giovani amici perdigiorno che avevano il pregio di impegnarsi quotidianamente nel... non far niente. Anzi, lo scopo era quello di impe-dire che gli altri lavoras-sero e se c’era qualcuno con un attrezzo da fatica in mano, lo sbeffeggiava-no (come nella famosa scena in cui Alberto Sor-di, su una macchina di passaggio, invocò un irri-verente “Lavoratori!”, con pernacchia incorporata e l’aggiunta del gesto dell’ombrello; poco dopo l’auto si fermò per un guasto e avvenne l’irreparabile). Anche Montepaga-no aveva i suoi vitelloni, almeno uno dei protagonisti (Ora-zio Barnabei) così ha richiesto che venissero “etichettati” i giovani di allora del borgo. Ed eccolo accontentato. Nella foto del 1955, siamo in piazza del Municipio. Da sin. seduti in prima fila: Anna Maria Lulli, Erminio Lulli, Orazio Lulli (camicia bianca), Orazio Barnabei, Luigi Esposito girato), (?

I RAGAZZI DI UNA VOLTA 46 - QUANDO I “VITELLONI” VIVEVANO ANCHE A MONTEPAGANO

signore con le bretelle), Giulio Battistoni (in primo piano). Da sin. in piedi: Carlo Belisari (di spalle con la camicia bianca), Carmine Piscella (camicia bianca). Da sin. seduti in seconda fila: (?), Guido Lulli, (? in piedi con la camicia bianca), (?), Antonio Di Giuseppe, Giulio Terramani, Giovanni Braccili e Nicola Di Giuseppe (in piedi con la camicia bianca). Ultima annotazione: erano veramente eleganti e raffinati quei giova-ni paganesi!

a cura della redazioneCerchi Concentrici Promotor

CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

Più che una curiosità, come riporta il nome della nostra ru-brica, è una spiacevole constatazione ricorrente. Avviene in qualsiasi periodo dell’anno, ma d’estate il “fenomeno a scomparsa” si nota di più. Sul lungomare da alcune settima-ne hanno rifatto la cosiddetta segnaletica orizzontale. Benis-simo. Solo che ogni volta è la stessa storia. La vernice comin-cia a scolorirsi appena dopo che è stata messa sull’asfalto. Bastano i passaggi di alcuni veicoli che lasciano i segni degli pneumatici e l’azione del degrado dello smalto superficiale inizia il suo effetto. Occorrerebbe passare una vernice meno diluita e già la situazione si risolverebbe. Sarebbe meglio se si utilizzasse un prodotto “spartitraffico” (così si chiama tecnicamente) del capitolato Anas, cioè con certe caratte-ristiche, cosicché il lavoro sarebbe a regola d’arte. Certo, costerebbe di più, ma non verrebbe rifatto ogni anno, con il grave difetto che spesso le strisce sono già deteriorate dopo pochissimi giorni. C’è una controprova? Ebbene sì. In au-tostrada avete mai visto delle strisce scolorite? E poi basta andare nelle nazioni confinanti e vedere come funziona da quelle parti. Addirittura lì le strisce sono resinate!

ANCORA LE STRISCE PEDONALI SCOLORITE!

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Nel primo spazio dedicato all’importante sto-rico rosetano, abbiamo parlato di una lapide affissa davanti a quella che fu la sua casa in via Felicioni. Oggi trattiamo di un piccolissimo libro (uno dei quattro in nostro possesso, grazie all’interessamento di suo nipote, il generale in pensione Luciano Di Giandomenico) che vera-mente nelle dimensioni stupisce. Alto 8 e largo appena 5,5 centimetri, è una rarità, anche perché numerato. Ne furono stampate mille copie e quello da noi visionato è il numero 640. Pubblicato il 20 gennaio 1970 dall’Edilgra-fital di Teramo per Marcello Martelli Editore, sempre del capoluogo aprutino, ha per titolo “Il carosello di Venere”,

RAFFAELE D’ILARIO 2IL CAROSELLO DI VENERE, UN “MICRO” LIBRO TASCABILE

Fa un po’ tenerezza avere tra le mani que-sto libretto che parla di oltre un secolo fa. La Rosburgo di allora già si faceva valere sotto il profilo turistico e la sua vocazione era parti-ta sul finire dell’800. Molte erano le famiglie patrizie provenienti dai grandi centri, in modo particolare dalla capitale, e portavano al se-guito inservienti, bambinaie e camerieri. È in-teressante ripercorrere quello che c’era scritto e i consigli che le autorità si sentivano di dare ai cittadini del luogo, affinché i turisti fossero accolti al meglio. Gli spunti sono tanti, pertan-to dedicheremo alcuni numeri della nostra rivista per do-cumentarveli. Iniziamo con la parte introduttiva che recita: “Cittadini di Rosburgo, da un computo eseguito dall’Am-ministrazione comunale nello scorso anno si seppe che la

colonia bagnante fu ricca di ben 350 famiglie e se fosse stato possibile anche un accerta-mento di quanto spesero nel nostro paese per affitto di case, per vitto ed altro si sarebbe vi-sto che esse lasciano una discreta ricchezza. Certo che la naturale bellezza della nostra Ro-sburgo che civettuola sorride all’Adriatico, la sicurezza della spiaggia, il mare incantevole che confonde i suoi riflessi col verde intenso della flora delle nostre colline, non furono le ultime cause dello sviluppo di questo paese e dell’accorrere sempre più numeroso dei ba-

gnanti. Ma se la bellezza naturale può essere sufficiente per appagare l’occhio e lo spirito di chi se ne inebria così di passaggio, non basta per soddisfare a pieno chi deve qui rimanere per una intera stagione balneare”. (Continua).

in cui in copertina domina un disegno di Giuseppe Di Prinzio. Strutturato come una sorta di filastrocca, può essere paragonato a un sintetico prosimetrum, scritto in ver-si, ma con una discorsività da prosa. Nel-le poche battute, ci sono riferimenti ai vari tipi di approccio amoroso, secondo come la donna si presenta. Infine l’autore chiude

con un ammonimento: “Il carosello di Venere è la giostra del cuore in pena; e la giostra gira e gira con lena anco-ra nell’attesa dell’amore. Roma, aprile 1932”. Ultimissima nota. Dice D’Ilario nel fondo dello scritto in nuce: “Il fare un libro è men che niente se il libro fatto non rifà le spese”. Saggezza... economica.

LIBRETTO SUL TURISMO DI ROSBURGO, STAGIONE BALNEARE 1914 - 1

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MA QUANTO ÈBELLO! 10 - GLI ALBERI FIORITI DELLA PRIMAVERA

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Domenica 12 giugno, in una mat-tinata quasi autunnale, ragazzi e genitori si sono dati appuntamen-to al Vitaria Country Residence, situato nel mezzo delle colline tra Morro D’Oro e Notaresco, per aderire alla II edizione del proget-to “Lo sport ti porta in vacanza”, organizzato e gestito dal Centro Sportivo & Aggregativo dell’asso-ciazione di Promozione Sociale Atletica Vomano.L’iniziativa, che lo scorso anno ha riscosso notevole successo tra i partecipanti, si prefigge come obiettivo generale quello di offrire un servizio alle fa-miglie dell’intero territorio della vallata del Vomano, nelle ore pomeridiane dalle 14.30 alle 18.30, dal lunedì al venerdì a partire dal 20 giugno fino al 22 luglio, con cadenza setti-manale, capace di garantire ai partecipanti un’esperienza educativa, attraverso attività ludiche sportive qualificate, in un clima di allegria e divertimento.Il programma delle attività prevede l’alternanza di labora-tori, giochi, in un clima di assoluta sicurezza e attenzione per i ragazzi, garantito dallo staff dell’Atletica Vomano e dal personale delle strutture scelte, che mira a consolidare un percorso formativo attraverso lo sport, avviato da anni sul territorio dalla stessa associazione sportiva. A garantire la buona riuscita dell’iniziativa, sono scese in campo le Am-

ministrazioni Comunali di Nota-resco e Castellalto, che hanno condiviso e apprezzato la possibi-lità di offrire un ulteriore servizio alle famiglie del territorio, anche in orari pomeridiani nel periodo estivo, mettendo a disposizione il servizio trasporto gratuito per tut-ti i partecipanti. Altro importante scopo del progetto, rimane quello di fare apprezzare e far conosce-re alle nuove generazioni, luoghi e miti che fanno parte della tra-

dizione locale: non a caso sono state individuate e scelte delle strutture recettiva di qualità situate sulle colline della vallata del Vomano, che nel periodo compreso dal 20 giu-gno al 22 luglio si trasformeranno in villaggi sportivi in cui poter sperimentare appieno l’atmosfera di una vacanza al-legra e divertente. Il progetto prevede i seguenti laboratori “Ricicliamoci”: laboratorio/spazio in cui i ragazzi saranno protagonisti di laboratori creativi in cui potranno riciclare materiali inutilizzati; “Giocolandia”: spazio dedicato a giochi di ruolo, dove i ragazzi potranno socializzare divertendosi e imparando; “Piccoli artisti crescono”: laboratori artistici, manipolativi, informatici; laboratori di pittura; “Che campio-ni!”: spazio dedicato ad attività motorie, utilizzando tutte le strutture a disposizione; “Music hall”: spazio dedicato all’e-spressione di sé e al divertimento al ritmo di musica.

IL MALTEMPO NON FERMA LA II EDIZIONE DEL PROGETTO “LO SPORT TI PORTA IN VACANZA”

Abbiamo appena lasciato alle spalle la stagione dei fiori e dei mille colori. Fra tutte è quella che ha un fascino particolare, perché la stragrande maggioranza della gente è coinvolta dal risveglio della natura. La nostra indole ancestrale ne risente, alle volte negativamente, dato l’affaticamento e la stanchezza che sono sempre dietro l’angolo, ma la maggior parte delle volte domina il forte senso di “rinascita” dal le-targo invernale del nostro fisico. E a segnalarci che tutto sta riprendendo vita è proprio la natura. Nella foto scattata da un nostro lettore, l’albero in sé non dice molto: ce ne sono a migliaia in fiore. Ma ci è sembrata bella l’immagine ripresa tra i rami di un pruno, la pianta in primo piano, e poi quel fiorire rosato che è in contrapposizione con lo sfondo del ci-mitero, luogo da sempre deputato a commemorare chi non c’è più. È un bel contrasto dove vince la vita che sboccia nuovamente, come ogni anno, per ricordarci che il nostro è un viaggio, certo limitato negli anni, ma dentro un contesto che non ha tempo, eterno come solo l’universo sa essere.

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AVVOCATO LAURA AVOLIO

Via Nazionale n. 161 - presso Galleria Valentini64026 - Roseto degli Abruzzi (Te)

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Lo studio legale dell’Avv. Laura Avolio, avvalendosi della consulenza del Dott. Pasquale Avolio, presta assistenza legale in diritto scolastico, materia caratterizzata da una stratificazione norma-tiva che spesso disorienta anche il personale della scuola.In particolare, lo studio offre assistenza legale a:

dirigenti scolastici per responsabilità civile, penale, amministrativa, contabile e disciplinare;docenti per questioni riguardanti i contratti collettivi di lavoro, la mobilità, le graduatorie, i pro-cedimenti disciplinari e la culpa in vigilando;studenti nella garanzia del diritto allo studio, soprattutto laddove vi siano situazioni di difficoltà e bisogni educativi speciali.

Foto: Virginia Sulpizii20

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La rampa d’accesso sul versante sud, nel territorio comunale di Roseto, è invasa da erbacce e canneto. Servono lavori di manutenzione urgenti visto che in questo perio-

do è attraversato ogni giorno da centinaia di turisti e residenti

Canne, erbacce, paratie divorate dai tarli, im-brattamenti dei soliti vandali. Non è certo un bel biglietto da visita il ponte ciclopedo-nale sul fiume Tordino, a confine tra Giulianova e Roseto. A denun-

ciare lo stato di quasi totale abbandono della struttura sono i residenti dei due Comuni e soprattutto i turisti che in questi giorni stanno iniziando ad affollare i camping e le strutture ricettive. Il canneto presente a ridosso della rampa di accesso sud, sul territorio rosetano, sta piano piano invadendo il percorso ciclo-pedonale. Già un mese fa era stato chiesto al Comune rosetano di garantire, dopo un primo sfalcio delle erbacce, un intervento di manutenzione costante. Ma dopo i primi lavo-ri, non è stato fatto più nulla ed ora la situa-zione che si presenta è quella di un degrado quasi totale. Le ultime piogge, inoltre, hanno favorito la crescita esponenziale della vegetazione che sta invadendo il percorso ciclopedonale. D’accordo la tutela dell’ambiente, ma in certi casi la manutenzione è d’obbligo per evitare il degrado più totale. Diverso il discorso per quanto riguarda la rampa di accesso sul lato nord, territorio comunale di Giulianova. Qui lo sfalcio dell’erba a ridosso della struttura è stato più re-cente. Ma il problema è che manca la manutenzione alle paratie. I tarli hanno continuato a divorare il legno, mancano alcune parti e la vegetazione se ne sta impos-sessando. Da condannare poi l’azione dei vandali che

hanno imbrattato il ponte con scritte fat-te con bombolette spray di vernice, dan-neggiando anche le insegne che davano indicazioni sull’oasi naturalistica che sta nascendo alla foce del fiume e meta di appassionati della fotografia. Un’area che potrebbe dare un valore aggiunto per lo sviluppo del turismo ecosostenibile ma che al momento viene lasciata all’ab-bandono tra le proteste di chi vive questi luoghi. La foce del Tordino negli ultimi tre anni soprattutto è stata trasformata in una vera e propria oasi naturalistica, dove è possibile ammirare germani reali,

garzette e aironi appostati ai bordi del corso d’acqua per cacciare piccoli pesci. Basterebbe a volte davvero poco per valorizzare questo angolo di paradiso.

PONTE CICLOPEDONALE SUL TORDINO, SUBITO I

LAVORI DI MANUTENZIONE

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Seconda edizione del premio letterario istituito nel ricordo dell’insegnante e dirigente sportiva, fondatrice e organizzatrice di “Sport per la Vita”.

Coinvolti tanti piccoli studenti delle scuole primarie e secondarie di Roseto

Appuntamento per questo sabato, 25 giugno, al Pa-lazzo del Mare di Roseto, per la premiazione del-la seconda edizione del

Concorso letterario nazionale “Me-morial Licia Giunco” istituito dalla famiglia Giunco – Marini, con il pa-trocinio del Comune di Roseto, per ricordare e omaggiare la memoria dell’insegnante e dirigente sportiva che ha speso la sua vita per l’educa-zione dei giovani e per lo sport. Una sua creatura la manifestazione spor-tiva di pattinaggio artistico “Sport per la Vita” che nel febbraio 2017 arrive-rà al traguardo della 32° edizione: un grande spettacolo, che oltre ad offrire l’esibizione sportiva dei campioni del mondo della specialità, per 31 anni ha devoluto in beneficienza conside-revoli somme di denaro in iniziative di solidarietà in favore di associazioni come Unitalsi e Lega fibrosi cistica. Il concorso letterario dedicato a Li-cia Giunco ha coinvolto alunni delle scuole primarie e secondarie di 1° grado impegnati nella realizzazioni di racconti e poesie su tematiche che riguardavano lo sport e la solidarie-tà. Le produzioni vincitrici sono state selezionati da una prestigiosa com-missione giudicante, presieduta dallo scrittore bolognese Riccardo Medici. In occasione della premiazione, con-dotta da Maria Rita Piersanti, verrà presentata l’Antologia che raccoglie le produzioni degli studenti curata dalla “Di Felice Edizioni”. L’organiz-zazione e la Segreteria del Concorso sono state affidate alla dottoressa Emma Furia, con il contributo della Fondazione PescarAbruzzo per le pregevoli pubblicazioni che saranno donate agli autori in concorso e ai giurati.

PICCOLI SCRITTORI NEL RICORDO DI LICIA GIUNCO

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Una Riserva che attende la defini-tiva consacrazio-ne con un piano di intervento per

la valorizzazione dell’intera area del Borsacchio. Ed è con questo spirito che il gruppo di “Ambiente e/è Vita” sta por-tando avanti il programma, dopo la convenzione stipulata un paio di mesi fa con il Comune di Roseto. Un primo importante risultato si è concretizzato attraverso una sana competitività socia-le identificabile nella capacità di soggetti Istituzionali e non (Giunta, Consiglio, Associazione, Uffici Comunali di riferimento) di interagire efficacemente sulla base di un progetto condiviso e di garantire una simbiotica interconnessione fra i differenti livelli di responsabili-tà. Obiettivo promuovere un management multilivello e multigovernance quanto più aperto possibile al coin-volgimento delle Associazioni e stakeholders locali. Ad affermare tutto questo sono il Presidente Nazionale di “Ambiente e/è Vita” Onlus Benigno D’Orazio ed il Segretario Regionale di “Ambiente e/è Vita”Abruzzo Onlus Patrizio Schiazza. “In tal senso, nei giorni scor-si”, si legge in una nota, “si è svolta una riunione fra “Ambiente e/è Vita” Abruzzo Onlus, Eko club e Guardie Ambientali di Roseto che ha gettato le basi per una pro-grammazione con interventi strutturali volti a rendere fruibile ed attrattiva la Riserva del Borsacchio ed alla firma di un Protocollo di Collaborazione”. L’accordo tra le parti prevede: 1. Azioni di controllo territoriale per ovviare all’abban-dono incontrollato dei rifiuti e/o azioni di detrazione ambientalevegetale e/o faunistica;2. Censimento delle microdiscariche abusive ;3. Realizzazione di una cartellonistica informativa e di-dattica tipicizzata sulla identità di ogni percorso;4. Azione di marcatura e manutenzione delle rete sentieristica;5. Predisposizione di alcuni eventi del calendario estivo;6. Azioni di promozione della conoscenza della Riserva nei diversi comparti di cui è composta al fine di avvici-nare l’areaprotetta alla popolazione ;7. Azioni di recupero di siti di interesse culturale e le-gati alla tradizione locale.

Una pianificazione a 360 che vedrà il coinvolgimento interat-tivo anche di altre organizzazio-ni locali che verranno chiamate a sviluppare sinergie per argo-menti tematici al fine di arric-chire la potenzialità dell’area protetta e promuovere un’im-magine quanto più integrata possibile, e quindi fruibile, del-

la Riserva del Borsacchio. D’Orazio e Schiazza ricor-dano inoltre che in questi mesi è stato anche redatto un piano di educazione ambientale per le scuole da far inserire nel Piano di Offerta Formativa del prossimo anno scolastico che prevede una serie di punti:1. “Quanto peso sul mondo”;2. “Ciclo integrato dei Rifiuti”;3. “Le aree protette”;4. “Quale aria respiriamo”;5. Incontri “Vivi con chi Vivi” incontro informativo sulle specie floro-faunistiche dell’area della Riserva del Bor-sacchio;6. “Usa Bene i Rifiuti- Usa Bene la Riserva” Ambiente e/è Vita Abruzzo Onlus7. “La via della sostenibilità”;8. “La sostenibilità ambientale delle risorse idriche”;9. “Le aree protette”;10. “A spasso nella flora”;11. “Rifiuto-riciclo-rigioco”;12. “Casa ecologica e sicura”;13. “Alla scoperta del bosco e dei suoi abitanti- attra-verso i 5 sensi ” ;14. “smart city”;15. “Lavoriamo insieme per un aria pulita”;16. L’Ambiente marino costiero;17. La Riserva del Borsacchio e le sue peculiarità;Accanto all’ individuazione delle azioni di salvaguardia e tutela è stato predisposto una Calendario degli Eventi Estivi denominato “E… state in Riserva”.

RISERVA NATURALE DEL BORSACCHIO, PARTE IL

PIANO DI RILANCIO

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Il Roseto giocherà ancora in Serie A2, nella stagio-ne 2016/2017. Parola del Presi-

dente degli Sharks, Da-niele Cimorosi, dopo il suo colloquio, avvenu-to nella tarda serata di martedì 21 giugno, con Sabatino Di Girolamo, da poche ore nuovo Sindaco di Rose-to degli Abruzzi. Tramontano così le voci di una possibile vendita del titolo sportivo di Serie A2, richiesto da Ber-gamo, Cagliari e forse pure Monte-granaro (pare abbia fatto un sondaggio anche l’Amatori Pescara). La base di trattativa per cedere il titolo, stando a voci non confermate, sarebbe stata di circa 350.000 euro, oltre a dotare Roseto di un titolo di Serie B. Nelle scorse due estati invece, per il titolo di Serie A2 Silver, Udine era arrivata a offrire 250.000 euro e il proprio titolo di Serie B. Dunque si va avanti, come afferma Daniele Cimo-rosi: «Ho parlato con il nuovo Sindaco Di Girolamo, il quale mi ha rassicurato dicendo che l’Amministrazione comunale farà il pro-prio dovere nel soste-nere la squadra, come ha sempre fatto negli anni, perché il basket

è un patrimonio cit-tadino e Roseto non può stare senza la sua squadra di pal-lacanestro». Il Pre-sidente Cimorosi, dunque, vuole conti-nuare all’insegna del “squadra che vince non si tocca” e cioè con Peppe Di Sante

ed Ettore Cianchetti. I tre soci som-mano il 90% delle quote degli Sharks e hanno quindi deciso di tenere duro un’altra stagione, pur ammettendo di vo-ler passare la mano e auspicando nuovi in-gressi in società, per frazionare il rischio e fare del Roseto un so-dalizio cestistico sem-pre più forte e in gra-do di andare avanti, in un futuro prossimo, anche a prescindere dall’impegno di

singoli soci che mol-to finora hanno dato, da quando la società è stata rifondata nel 2009. È quindi tem-po che alcuni volen-terosi rosetani diano vita a un progetto che possa supportare la squadra, acquisendo-ne una fetta di pro-

prietà e incidendo nelle scelte societa-rie, come auspicato dagli stessi attuali proprietari. Si chiama azionariato po-polare e nel calcio è una pratica già spe-rimentata con successo. Praticamente, la proprietà azionaria della società che controlla la squadra viene venduta in quota parte ai tifosi, che così diventa-no azionisti e possono anche proporsi per la dirigenza. Nel Barcellona calcio, che ha oltre 220.000 soci, il modello di governo ha raggiunto l’eccellenza. A Roseto, trattandosi di pratica nuova, magari si potrebbe partire con il trova-

re 1.000 soci che an-nualmente contribui-scano con 500 euro, avendo in cambio un abbonamento e alcuni benefit. Sarebbe un costo sopportabile e garantirebbe alla so-cietà 500.000 euro annui di gettito che, con i costi del basket

di oggi in A2, sarebbero una risolutiva base di partenza per costruire un futu-ro più sereno. Il brigantino rosetano, dopo un campionato esaltante culmi-nato con i playoff, riprende dunque la navigazione, uscendo dal porto delle nebbie e facendo attenzione a non incagliarsi. Ma per non farlo navigare soltanto un altro anno, ci sarà bisogno del soffio della passione di tanti rose-tani nelle vele della pallacanestro del Lido delle Rose.

Roseto Sharks

Nonostante le offerte di altre società per il titolo di A2, si riparte. Parola del Presidente Cimorosi, dopo aver parlato col nuovo Sindaco Di Girolamo. Nel futuro l’azionariato popolare?

di Luca Maggitti AVANTI ADAGIO

Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere

foto: Andrea Cusano

Daniele Cimorosi ed Emanuele Di Paolantonio

Sabatino Di Girolamo

Ettore Cianchetti

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AVANTI ADAGIO

Tifosi

di Luca Maggitti CIAO, BIAGIO DEL CANE

Nella notte fra il 20 e il 21 giugno 2016 è scomparso Biagio Del Cane, rosetano 39enne portato via da un infarto. Tifoso del Roseto, conosciuto anche per il suo lavoro in locali del circondario, Biagio era benvoluto

per la sua bontà e gentilezza. La sera della sua scomparsa, i tifosi della Fossa dei Leoni della Fortitudo Bologna – ge-mellati con quelli del Roseto Sharks – lo hanno ricordato in modo commovente, dedicandogli uno striscione du-rante Gara 4 di Finale Playoff per la promozione in Serie A, vinta al PalaDozza contro Brescia. I tifosi della Curva Nord del PalaMaggetti, dove Biagio era sempre presente per sostenere la sua squadra del cuore, lo hanno accompa-gnato nell’ultimo viaggio rendendogli omaggio durante le esequie tenutesi mercoledì 22 giugno. Nel fare le condo-glianze alla famiglia e alle persone care a Biagio Del Cane, pubblichiamo alcuni messaggi di cordoglio. E poi vieni a sapere che le persone buone vengono a man-care. E solo allora ti accorgi di quanto fossero veramente brave persone.Di solito, anche se non le frequenti chissà quanto assidua-mente, il grado di tristezza che si innalza nel tuo cuore de-termina quanto vuoto esse lasciano, quando apprendi la notizia che una persona che conoscevi della quale sei sta-to ospite, con cui hai condiviso momenti di aggregazione quotidiana famigliare intorno al tavolo, non c’è più.“Vu tirì, Biagio?” (Vuoi tirare?).Ti voglio ricordare con questa battuta, che ci facevamo al telefono quando riuscivamo a sentirci.Che la terra ti sia lieve, buon Biagio. R.I.P.

Claudio Bonaccorsi

Da quando sono arrivato a Roseto all’ultimo giorno di questa stagione, hai avuto solo parole al miele per me!Da quando ti ho visto la prima volta in Curva all’ultima volta nella quale ti dissi che ero in partenza mi sei sempre stato amico, sempre pronto a farmi complimenti, ma an-che a spingermi quando le cose non andavano.Era bello incontrarti sulla nazionale e tutte le volte fer-marsi a fare due chiacchiere come due vecchi amici .Te che non hai mai tolto il sorriso dal tuo volto e non hai mai fatto mancare il sostegno per tutti noi ragazzi lontani da casa.Sono molto triste, ma so che ti riserveranno il posto che meriti lassù, ti porterò sempre con me!

Jacopo Borra Mai una parola fuori luogo, sempre educato e gentile con tutti. Mancherai tanto, BOMBER.

Yankiel Moreno Con una profonda tristezza nel cuore oggi salutiamo il no-stro amico Biagio.Tutti i militanti, dirigenti e sostenitori di Fratelli d’Italia - AN Roseto degli Abruzzi si stringono attorno alla tua fa-miglia e ai tuoi amici.Verrai sempre ricordato per la tua bontà e lealtà.«La morte è la curva della strada,morire è solo non essere visto.Se ascolto,sento i tuoi passi esistere come io esisto.La terra è fatta di cielo.Mai nessuno s’è smarrito.Tutto è verità e passaggio.»A Dio.

Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale di Roseto degli Abruzzi

La Curva Nord si unisce al dolore di amici e parenti, per la perdita del caro Biagione. Per sempre innamoroso, per sempre con noi. Riposa in pace.

Curva Nord Roseto 1927

Scomparso a 39 anni un grande tifoso del Roseto. Tanti i messaggi di cordoglio. Ne proponiamo alcuni

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ricordiLe Americhe sono vastissime e ricoprono una buona parte delle terre emerse. Sono tante le differenze geo-grafiche, economiche e sociali tra il Nord, il Centro e il Sud, che occorrerebbe molto tempo per elencarle, quasi come attraversare tutti quegli affascinanti luoghi a piedi.

Eppure le somiglianze sono dietro l’angolo e basta coglierle per capire gli elementi in comune. Prendete, per esempio, lo spirito libero che ha sempre alimentato l’immaginario europeo. E an-che la fantasia di guardare a piena vista un mondo sconfinato, fatto di foreste, praterie e giungle. Ora, zoomiamo e andiamo un po’ più nello specifico, in quelle distese di sabbia finissima delle coste brasiliane, dove i bambini sanno solo correre a perdifiato dietro una palla, alle volte racimolata nel raggomitolare qualche pezza di stoffa alla meno peggio. Lo spirito libero dei nativi del luogo riemerge e se a questo ci si aggiunge la musica dell’ani-ma, dal ritmo cadenzato e ancestrale, l’immagine si materializza, quasi proiettata davanti ai nostri occhi. La stessa cosa avviene nel Nord dello sconfinato continente. Questa volta sono le mani che prendono il posto dei piedi e quella palla, più compatta e fatta di cuoio, il bimbo la prende con l’unico scopo di centra-re un anello di ferro, posto un bel po’ (almeno con i parametri dei piccini) sopra la testa. E su quella libertà e sullo slancio di cogliere la gioia pura del gioco che si è formato Philip Thomas Melillo, per tutti più brevemente Phil. Lo spirito delle praterie dei Navasink e dei Tappan si è fuso con l’estro di quell’antica parte del Mediterraneo che ha illuminato per secoli la penisola italiana. Due anime che si sono compenetrate per far emergere le qualità del ragazzo di allora e dell’uomo di oggi. Un’infanzia felice a Newark e la possibilità di prendere una parallela a quella che sarebbe potuta essere la sua strada principale. Era bravo, il bimbo Phil, con la mazza da baseball e i fuoricampo lo attende-vano quasi ogni volta che tirava. La palla la sapeva colpire, ma non era quella vera che aveva in mente. Poi arrivò il cambio di città, la scuola diventò “alta”, come si usa dire da quelle parti, e

lo scopo della vita non è più un campo di terra battuta immerso in un bel prato verde, ma un rettangolo di cemento o parquet dove far rimbalzare la palla, per poi metterla dentro in quel dia-metro di appena 45 centimetri, un po’ più grande di una sfera regolamentare. È un’abilità, certo, ma l’istinto conta parecchio, tant’è che il nostro protagonista alla prova di tiro vinse la sua prima gara. Eppure quasi non sapeva cosa fosse il basket, ma quella vittoria a scuola lo segnerà per sempre. Così iniziò la sua scalata sociale, fatta di sport, di scuola, di studio, di università e di ritorno alle origini, lui che aveva i parenti e i vicini di casa che si commuovevano nell’ascoltare le melodia italiane. A quel punto l’occasione dell’attraversamento dell’oceano andava colta al volo, perché in Italia si poteva fare una bella esperienza e in-contrare persone importanti per il basket... e per la vita. Appena messo piede sul suolo degli avi, incrociò lo sguardo con la donna che l’attendeva, Solo per lei valeva la pena rimanere nella terra delle origini e formare una famiglia, a cui rimanere legato per sempre. Qualcuno le chiama coincidenze, altri occasioni par-ticolari, ma se chiedete a Phil il perché delle sue scelte, lui ha solo una parola, antica come il mondo e bella come poche: “Per amore”. Ora ascoltiamolo, ne vale la pena.New Jersey, sport e felicità. Possiamo iniziare così?È un bel concentrato della mia infanzia. Sono nato a Newark, nel New Jersey, il 26 ottobre 1952. Mio padre, insieme a mio fratello più grande, aveva un albergo a Point Pleasant Beach, cittadina di mare a sud di New York. Da maggio a settembre era lì con mia madre, Louise Nardiello, e d’inverno gestiva un grande magazzino all’ingrosso di abbigliamento, elettrodomestici ed altro ancora. I miei genitori erano nati entrambi negli Sta-tes, ma provenivano da famiglie italiane. Quella di papà, da cui ho ripreso l’identico nome con l’aggiunta di “Junior”, veniva da Avellino, esattamente da Teora, mentre quella di mia madre era della provincia di Potenza. Eravamo tre figli. Il primo, molto più grande di me, era William “Billy” nato nel 1940 e poi c’erava-

PHIL MELILLOMAZZA DA BASEBALL O PALLA DA BASKET? QUAND’ERA IN AMERICA

L’ATLETICO PHIL NON EBBE DUBBI E DOPO AVER VINTO UNA GARA DI TIRO, A UNDICI ANNI DECISE QUALE SAREBBE STATO IL SUO SPORT.

DA LÌ INIZIARONO LE MILLE SODDISFAZIONI CHE LA VITA GLI HA DATO

Ricordi 19 - III serie

L’UNIVERSITÀ, LO SPORT, L’ALBERGO DEL PADRE, I TANTI BEI RICORDI. COSÌ IL NOSTRO

PROTAGONISTA TRASCORSE L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA. MA DOPO LA LAUREA DOVEVA

DECIDERE COSA FARE. E SE I NONNI DALL’ITALIA AVEVANO ATTRAVERSATO L’ATLANTICO, LUI FARÀ LO STESSO VIAGGIO AL CONTRARIO. GIUNSE NEL

BEL PAESE PER GIOCARE AI MASSIMI LIVELLI. I PIÙ GRANDI RISULTATI, PERÒ, LI RAGGIUNGERÀ

SULLA PANCHINA, SOPRATTUTTO QUELLA BIANCAZZURRA, GRAZIE ANCHE ALL’AMORE

DELLA SUA FAMIGLIAPhil Melillo

di William Di Marco

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ricordimo noi gemelli, mio fratello Robert ed io. Devo riconoscere che ho vissuto una piacevole infanzia e di quel periodo mi ricordo il freddo pungente invernale e le umidi estati, nonché il quar-tiere dove abitavamo, formato da Italiani. Mia nonna, che stava nell’appartamento sotto di noi, mi insegnava a contare nella sua originale lingua e mio fratello era un bravo giocatore di football. Lì a Newark ho frequentato i primi quattro anni della “Elementary School”, cioè fino a quando ci trasferimmo a Bloomfield, sempre nel New Jersey, poco più a nord rispetto a prima. Lì finii i due anni delle Elementari e iniziai le Medie, la “Junior Hight School”. Dopo, mi scrissi alle Superiori, la “Hight School”, per finire dopo un triennio il percorso scolastico.E il basket dov’era nascosto?Ha proprio ragione. In effetti non ci avevo mai pensato a questa disciplina. Quando ero a Newark, a scuola giocavo a baseball. Tutti mi dicevano che ero bravo e questo non lo so se era vero, però da bambino, durante una partita, feci undici fuoricampo, ovviamente oltre la rete di protezione. Mi invogliavano a giocare, ma di colpo mi venne una specie di illuminazione e cambiai strada. Ero già a Bloomfield e a scuola facemmo una gara di tiro da sotto canestro. Va detto che non giocavo a pallacanestro, ma in quella circostanza risultai bravo a realizzare più punti in un minuto. Mi piacque l’idea di cimentarmi a fare canestro e così iniziai. Giocavo già bene, ero nella squadra della scuola Media e ad aprile finimmo il campionato. A quindici anni, al primo anno delle Superiori, avvenne l’episodio che più di tutti, sotto il profilo caratteriale e poi professionale, incise nella mia vita. Credo che senza quella esperienza oggi non sarei quello che sono. Andai a provare con la squadra dell’Istituto, che in America rappresenta veramente il massimo. È la cosa a cui si tiene di più, anche perché se uno è bravo ottiene anche delle borse di studio per continuare il percorso universitario. Eravamo una trentina: fui scartato o come si dice in gergo “tagliato”. Ci rimasi così male che quello stato d’animo si trasformò in rabbia. Dovevo reagire e così passai tutta l’estate ad allenarmi, mattina e pomeriggio, senza soste. Anzi, prendevo dei bambini per strada, a cui davo un dollaro, e mi facevo raccogliere i palloni per poi tirare. Arrivai a fare fino a cinquecento tiri, per poi ricominciare. L’offesa che ricevetti fu proporzionale alla reazione e così a settembre mi ri-presentai. Non solo fui preso, ma a sedici anni divenni un punto di riferimento. L’estate dopo intensificai il lavoro e andai a fare un campus di una settimana. Conobbi l’allenatore Dan Peterson, che ritroverò nella mia carriera. Quando ritornai in squadra, di-venni capitano e migliore realizzatore con una media di 22 punti a partita. Per me fu una soddisfazione doppia, data la tradizione

della scuola e il giudizio degli allenatori, che mi consideravano il più bravo tiratore. Quegli allenamenti intensivi, quello spirito libe-ro che avevamo noi giocatori di strada, mi aiutarono molto. È un po’ ciò che avviene in Brasile dove i bambini si divertono a calcio senza schemi. In Italia questo l’ho trovato un po’ meno, perché i ragazzini sono subito dentro strutture tecniche che poco aiutano a liberare il loro istinto di gioco.È tempo di università.Nel 1970, finita la “Hight School”, mi trasferisco al Goldey-Bea-com College nel Delaware, dove rimarrò per due anni. Avevo vinto la borsa di studio e, come dicevo, negli Usa lo sport è così importante che si aprono molte opportunità formative. La prima stagione realizzai una media partita di 25 punti, nella seconda addirittura 30,9 in un campionato che poteva essere paragonato alla serie A italiana di allora. Non ero alto (1,78) per la disciplina, ma giocavo di potenza e avevo un tiro preciso. Il mio indirizzo universitario era Economia e Commercio e dovevo anche seguire con impegno gli studi, altrimenti, senza la sufficienza negli esami che sostenevo, mi avrebbero tolto dalla squadra. Devo dire che i professori si interessavano molto a quello che facevo. Dopo il pri-mo, nell’altro biennio frequentai il Wilmington College: la media partita era di 23 punti e risultai il migliore giocatore della squa-dra. Nel 1975 mi laureai e per un breve periodo andai a lavorare. Volevo fare il salto nella Nba e così nell’agosto di quell’anno so-stenni un provino con il Philadelphia 76ers. Su 130, rimanemmo solo in tre e a settembre, nell’ultimo esame, fui tagliato.Non si perse d’animo, anche perché all’orizzonte c’era l’Italia.Esatto. Continuai a giocare e ad allenarmi con intensità. Fino a quando l’anno dopo mi chiamò Richard Kaner, un agente che stava allestendo una squadra per portare giocatori americani in Italia. Avevo avuto contatti anche con Dan Peterson. Era l’an-no che la federazione aprì agli oriundi e io ero avvantaggiato. Così giunsi a Varese e vi rimasi per due settimane. Ci trasferim-mo dopo a Palermo, Cefalù e Messina. Nell’occasione mi vide Giancarlo Asteo della Gbc Lazio di Roma. Potevo andare anche alla Sinudyne Virtus Bologna, vincitrice dello scudetto, perché il coach, il mio amico Peterson, mi voleva. Solo che mi avrebbe utilizzato a metà con Carlo Caglieris, mentre a Roma avrei gioca-to 40 minuti e nel mio ruolo di guardia. Decisi di rimanere nella capitale. Feci un ottimo campionato, con una media di 27 punti e mi piazzai terzo tra i capocannonieri. Andò tutto benissimo e già avevo molte richieste, ma successe un imprevisto.È vero dell’imprevisto, ma al contempo le accadrà una cosa molto bella.Partiamo dall’aspetto positivo. In quei mesi avevo conosciuto la

Ricordi 19 - III serie

Cagliari, 1982. L’esperienza positiva di Melillo nella squadra isolanaSassari, 10 giugno 1978. Phil e Maria

Vittoria Fara nel giorno del matrimonio

Bloomfield, inizi anni ‘70. Phil Melillo durante il periodo universitario

Newark (Usa), 1952. Phil Melillo (a destra) e il gemello Robert

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mia futura moglie, Maria Vittoria “Mavi” Fara che giocava in serie A con l’Algida Roma. Si allenava nello stesso palazzetto dove anch’io mi recavo. Ci incontrammo in una cena organizzata da un mio amico che era fidanzato con una sua compagna di squa-dra. È stato l’incontro più bello della mia vita e che poi mi ha fatto rimanere in Italia. Sono stato accettato come un figlio dalla sua famiglia e ogni volta che mi recavo in Sardegna, la sua terra d’origine, era una festa. La stessa cosa valeva per i miei genitori, contenti che io avessi messo le radici qui. Mi sposai il 10 giugno 1978 a Sassari e il 27 gennaio 1990 a Cagliari è nata Martina, laureatasi di recente in Marketing e Comunicazione con lode, per me una gioia immensa. Ma veniamo all’aspetto negativo. La Gbc Lazio l’anno dopo prese due lunghi americani e a me si chiusero le porte della serie A. Per un cavillo regolamentare non potevo più giocare come oriundo, anche se io avevo anche il passaporto italiano e quindi avrei potuto superare il problema. Invece in Federazione tutto si complicò. Dan Peterson mi voleva con la Billy Milano e intanto che la questione si sistemasse, rima-si con lui, allenandomi, ma non giocando per un anno. Anche Dan sapeva che avevo ragione e quindi mi spinse a fare causa ai vertici federali, fino a quando il presidente della Fip Petrucci, per non avere grane, mi rilasciò il cartellino e trovammo un accordo. Ricominciai dalla serie C con ingaggi molto favorevoli. Così stetti in quella categoria per tre anni: Rieti, Viterbo e Cagliari. Nell’82-83, a trent’anni, tornai in A2 con la Benetton Treviso, dopo di nuovo a Rieti in A2 e infine in A 1 con il BancoRoma. A trenta-quattro anni mi feci male al ginocchio e scesi in B con il Cagliari. Altre due stagioni e smisi: volevo fare l’allenatore. Così iniziai con il settore giovanile del capoluogo sardo. La società mi assegnò l’anno dopo la prima squadra in B2. Nel 1992-93 salì in A 1 col Bancoroma come assistente prima di Paolo Di Fonzo e, dopo il suo esonero, di Franco Casalini. Nel 1994-95 andai a Forlì in A 2 come vice di Stefano Michelini, che nel gennaio del ‘95 ven-ne esonerato. Il presidente Angelo Rovati mi assegnò l’incarico di primo allenatore e vincemmo 16 partite su 19: andammo in serie A1. Il palazzetto era stracolmo con cinquemila persone e vincemmo le finali (3 a 0) contro il Rimini di Myers, Ferroni, Ruggeri. Esperienza veramente meravigliosa. Rimasi due anni lì, poi andai a Verona in A1, dove vincemmo la Supercoppa contro Milano. Dopo approdai a Siena in A1, esperienza non esaltante.Ed ecco giungere Roseto sulla sua strada.Era l’estate del 1998, mi chiamò il presidente Michele Marti-nelli, che conoscevo in quanto a capo dell’Algida Roma, dove giocava mia moglie. Mi voleva qui, con la squadra neopromossa

in A2 e così ci incontrammo a S. Benedetto, un po’ defilati, per firmare il contratto. Avevo richieste in A 1, ma Martinelli, tipo molto carismatico, mi convinse e mi parlò di un ambiente stra-ordinario, con tifosi calorosi e unici. Ottenemmo la salvezza, con Adrian Griffin e Sandro Dell’Agnello che ci lasciarono anzitempo, il primo per approdare nell’Nba. L’anno dopo addirittura arrivò la serie A1, per la prima volta in Abruzzo, in un tripudio mai visto di tutta la città. Il terzo anno raggiungemmo i play-off di Coppa Italia, con un entusiasmo che era sempre al massimo. Molte di quelle pagine i tifosi se le ricordano bene, perciò non mi soffermo più di tanto. Dopo Roseto, andai a Udine, un ambiente freddo, non solo climaticamente. Nel 2002 tornai a Roseto con il presidente Amadio, che l’anno dopo mi portò a Pesaro, la sua neosquadra. Dopo aver girato ancora ed essermi fermato per stare vicino a mia moglie, che aveva avuto problemi di salute, ritornai a Roseto nel 2012 per due stagioni. A quel punto smisi: ormai avevo messo qui le radici.Quante cose da dire ancora! Roseto, la famiglia i giovani...Roseto è una cittadina straordinaria. L’abbiamo scelta per viverci e questo già spiega tutto. Ci piace il mare, la gente, i rapporti umani, il fatto di fermarsi per strada e parlare con tutti. Quando allenavo, ogni mattina, anche se erano le sei, c’era qualcuno al bar che ti parlava della squadra, della formazione, di come avremmo giocato la domenica. Un calore che non ho mai visto da nessuna parte. E questo ci ha fatto capire che qui dovevamo vivere. Perciò nel 2011 abbiamo deciso di acquistare un’edicola e la portiamo avanti Mavi ed io. Vado la mattina presto, poi viene lei e nel pomeriggio tocca di nuovo a me. Sulla famiglia pos-so dire solo di essere stato privilegiato a incontrare una donna che amo veramente, mamma e moglie eccezionale. Mi è stata sempre vicina e mi ha dato una figlia che adoro. L’ultima con-siderazione è sui giovani. Sono in gamba, ma a molti manca la voglia di arrivare, la rabbia di emergere, che in me venne fuori a quindici anni, quando fui fatto fuori dalla squadra della scuola. Da allenatore ho sempre prediletto gli atleti di carattere, anche se forse meno tecnici.Phil è sempre stato rilassato nella narrazione della sua vita. Forse ha stretto un paio di volte i pugni per dimostrare inten-sità e determinazione. Lo ha fatto quando ha parlato di sé, dei suoi giocatori, del suo modo di essere, quello che gli ha per-messo di regalare alla sua Roseto le pagine di basket più belle di sempre. Ma in lui non vanno mai dimenticati la pacatezza e il sorriso. Ed è la sua sintesi: carattere americano, affabilità italica. Di certo un bel mix.

Roseto, 2000, Palasport. Phil e Michele Martinelli,

due grandi protagonisti del basket rosetano

Point Pleasant (New Jersey), 1993. Phil e la madre Louise Nardiello

Cagliari, 1991. Phil e la piccola Martina

Pubblicati: 1 - Mario Giunco; 2 - Luigi Lamolinara; 3 - Anna Maria Rapagnà; 4 - Domenico Cappucci; 5 - Domenico Osmi; 6 - Armando Di Giovanni; 7 - Enzo Corini; 8 - Antonio Palmieri; 9 - Cassiodoro Di Sante; 10 - Dino Di Giuseppe; 11 - Leone Marini; 12 - Lorentina Iezzi;

13 - Vittorio Centola; 14 - Pietro D’Elpidio; 15 - Luciano Lamolinara; 16 - Orazio Barnabei; 17 Dario Felicioni; 18 - Pasquale Bruno Avolio.

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É nel suo totale abban-dono, ettari ed ettari di terreni, strade e locali che avrebbe-ro dovuto garantire

un’attività importante. E inve-ce l’autoporto di Roseto oggi è una landa desolata. Una delle vicende più scottanti che ha in-teressato la città, una struttura mai decollata, miliardi di vec-chie lire spesi inutilmente dopo un esproprio che oggi viene pagato a caro prezzo dal Comune, soprattutto dopo una serie di sentenze che peraltro hanno aumen-tato il valore delle aree espropriate, passate da circa 25 euro a metro quadro a oltre 80. Gli eredi ex proprietari dei terreni hanno battuto cassa. L’autoporto, che sorge a ridosso dello svincolo autostradale, avrebbe dovuto rappresentare un volano per l’economia del territorio. In realtà oggi è una landa deserta, inutilizzabile che in qualche modo penalizza anche gli artigiani che opera-no in questa zona. Di chi le responsabilità? Per il centro destra non sembrano esserci dubbi, in quanto quell’o-pera era stata fortemente voluta dall’allora governo di centro sinistra a Roseto. 12 miliardi di vecchie lire per

realizzare, cementificando una delle più belle zone a voca-zione agricola di Roseto, una struttura che rischia di entrare nel ‘guinness’ dei primati per essere una delle tante catte-drali nel deserto italiane. Ac-cuse al Pd anche per il fatto di aver voluto la zona artigianale e industriale annessa all’auto-porto causando tutti i problemi

legati agli espropri in cui si trovano oggi le aziende che sono state localizzate nelle aree interessate. Oggi, a ri-dosso di attività artigianali, l’autoporto è uno spazio con erbacce alte un metro, locali che di notte diventano rifugio per balordi. Non si può certo parlare di investi-mento perché non vi è alcun ritorno economico, ma di come siano stati buttati i soldi dei contribuenti. Ad ogni modo, l’autoporto sarà uno dei temi che il nuovo sindaco Sabatino Di Girolamo intende portare avanti. E’ chiaro che la struttura in qualche modo debba essere recuperata e rilanciata. Ne beneficerebbero anche tut-te quelle attività che si sono insediate in questa zona che avrebbe dovuto rappresentare una spinta impor-tante per l’economia e l’occupazione.

QUALE FUTURO PER L’AUTOPORTO DI ROSETO?

L’area versa in uno stato di totale abbandono. I vandali hanno danneggiato le strutture e gli impianti di accesso. Divelta anche la recinzione,

mentre il terreno è completamente invaso dalle erbacce

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Un evento raro, che accade ogni mezzo se-colo. Una “Luna di fragola” ha segnato ufficialmente l’inizio della stagione estiva. Non accadeva dal 1967 che il giorno più lungo dell’anno, il solstizio d’estate, coin-

cidesse con la cosiddetta “Strawberry moon”. Una rara sovrapposizione di eventi astronomici: la succes-siva si ripresenterà solo il 21 giugno 2062. Niente a che vedere, però, con il colore vermiglio che il nostro satellite indossa durante le eclissi di Luna, quando il cono d’ombra della Terra ne oscura la superficie tin-gendola di rosso. Il curioso nome, introdotto dai nativi americani, fa invece riferimento alla luna piena di giu-gno, il mese della raccolta delle fragole. Alle 22:34 del 20 giugno, ora di Greenwich, (quando in Italia erano le 00:34 del 21 giugno), il Sole ha raggiunto la sua mas-sima declinazione, la distanza angolare dall’equatore celeste, nell’emisfero settentrionale. In questa porzio-ne del globo, la nostra stella è rimasta per il massimo numero di ore al di sopra dell’orizzonte. Di contro, per gli abitanti dell’emisfero sud è stato il solstizio d’inverno. Come si legge sul sito dell’Unione astrofili italiani (Uai), nel giorno più lungo dell’anno il Sole è sorto, infatti, alle 5:36, ed è tramontato alle 20:51. Il giorno è durato, quindi, 15 ore e 15 minuti. Chi si è trovato a trascorrere questa giornata in corrisponden-za del Tropico del Cancro, ha avuto il Sole esattamen-te a perpendicolo sulla testa, nel momento in cui ha raggiunto il punto più alto nel cielo. Un osservatore che fosse stato, invece, al Circolo polare artico, non

lo avrebbe visto mai tramontare per tutta la giornata, mentre al Circolo polare antartico si sarebbe andati incontro a 24 ore di buio. Da quel momento in poi le giornate, che si erano finora progressivamente allun-gate, torneranno ad accorciarsi. È il periodo dell’anno che gli scienziati chiamano estate astronomica, che si concluderà a dicembre con il solstizio d’inverno. Ma non c’è solo la Luna di fragola a illuminare il cielo in questo primo scorcio d’estate. Nelle notti di fine giu-gno un protagonista incontrastato del cielo brilla, di luce riflessa, sulle nostre teste: Saturno. Il 25 giugno torna, infatti, “Occhi su Saturno”, una serata osser-vativa, giunta alla sua quinta edizione, in cui in tutta Italia astrofili ed appassionati rivolgono i propri tele-scopi verso il gigante gassoso del Sistema solare per spiarne l’affascinante sistema di anelli. Chi non avrà la fortuna di godere di questa vista all’aria aperta, po-trà comunque seguire lo spettacolo, a partire dalle 23 della sera, in streaming attraverso il Virtual Telescope. E non è tutto. Ancora qualche giorno di attesa e un al-tro gigante gassoso del nostro sistema planetario farà parlare di sé. Si avvicina, infatti, l’appuntamento con Giove. Nel giorno in cui gli Usa celebrano la loro festa dell’Indipendenza, il 4 luglio, il pianeta sarà raggiunto dalla sonda Nasa “Juno”, dopo un lungo viaggio di cinque anni e quasi tre miliardi di km. La missione della Nasa, di cui l’Italia, con l’Agenzia spaziale italia-na (Asi), è partner principale, consentirà nei prossimi venti mesi di studiare approfonditamente il pianeta, come mai si era fatto prima d’ora.

LA LUNA DI FRAGOLA SULLE NOSTRE TESTE

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CORSO GINNASTICA DOLCE A MONTEPAGANO

CELEBRAZIONE DEL CORPUS DOMINI

Quasi per scherzo un gruppo di signore un pomeriggio, mentre si parlava all’interno del Museo, hanno posto una domanda: “E se facessimo un corso di ginnastica dolce ?”Visto che nel paese ci sono poche possibilità di muover-si, oltre alla solita passeggiata, dopo varie ricerche su chi poteva aiutarci a realizzare questo nostro desiderio abbiamo trovato la Sig.ra Rita Di Marco di Roseto che opera in varie palestre come insegnante di ginnastica.Il Presidente dell’Ass. Vecchio Borgo, entusiasta di que-sta bella iniziativa, ha dato tutta la sua disponibilità per richiedere i vari permessi per l’utilizzo della Sala Poliva-lente del Museo di Montepagano.Il corso, con frequenza di due volte a settimana con circa 15 partecipanti, è iniziato a Marzo e si è concluso a metà Giugno. Nella Sig.ra di Marco abbiamo trovato una insegnante esperta, disponibile e molto affabile. Il gruppo , omogeneo, ha beneficiato fisicamente e mo-ralmente di questo bellissimo corso con il proposito di riprendere l’attività a Settembre con corsi trisettimanali. Si ringrazia l’Amm.ne Comunale per la disponibilità ac-cordataci. Ci auspichiamo che da Settembre ci siano ancor più iscritti, compresi gli uomini. L’Ass. Cult. “Vec-chio Borgo” intende realizzare altri corsi tipo: Pittura su stoffa e Laboratorio Teatrale.Grazie a tutti. Ad Maiora. Una partecipante.

Domenica 29 Maggio, in occasione della festa del “Corpus Domini”, la confraternita S.S. Sacramen-to ha organizzato, come ogni anno, la processione per le vie dei Montepagano addobbate per l’occa-sione da tanti fiori sparsi e alcuni quadri floreali ri-guardanti simboli religiosi dell’ Eucarestia al suono delle campane elettriche, in attesa che risuonino quelle antiche.Il parroco con il tabernacolo, con all’interno Gesù Eucarestia, coperto da un baldacchino sorretto dai vari confratelli e consorelle cha hanno animato con preghiere, canti e riflessioni alcuni riguardanti il Giubileo della Misericordia in corso in questo anno speciale.Prima della processione si è svolta la Santa Messa nella chiesa S.S. Annunziata e celebrata dal parro-co Don Roberto Borghese.La Confraternita ringrazia la comunità per questo momento di grazia che il Signore ci ha concesso e invita a partecipare alle altre funzioni religiose.

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Come immaginiamo il fu-turo dell’umanità? Senza quei nemici che rendono insopportabile il presen-te: guerre, povertà, igno-

ranza, violenza, malattie e la pallida ombra sempre in agguato. Massimo DI Forti, giornalista impegnato nella divulgazione scientifica e nella rifles-sione su grandi temi morali, ha affidato le sue conside-razioni a un libro, “Un futuro senza nemici” ( Arman-do Editore, Roma 2016, vincitore nel recente Premio di saggistica “Città delle rose”, che anche quest’anno ha presentato volumi di notevole qualità), tanto piccolo da potersi mettere in tasca o in borsa, quanto prezioso per la ricchezza di riferimenti culturali e storici, così da diventare un amico discreto e utile. Un amico che non alza mai la voce, non usa paroloni incomprensibili o cortine fumogene. Che si interroga sulla insensatezza degli uomini e, quando non riesce a trovare risposte, lo ammette con sincerità. Ma senza mai arrendersi. La storia dell’uomo – scrive Di Forti – è scandita da esaltanti sconfitte e da tragici fallimenti. Quando è riuscito a su-perare i limiti della sussistenza, l’abbondanza di beni lo ha esasperato, generando in lui la volontà di difenderli e di accrescerli, per avere maggiore ricchezza e sicurezza. Nel corso di millenni la violenza, singola o collettiva, è diventata il mezzo per raggiungere questi obiettivi, con il proposito, nemmeno tanto inconscio, di allontanare o di sconfiggere la morte. Nel 1932, per avere chiarimenti sull’”enigma” della guerra, Einstein si rivolse, in una let-tera famosa, a Freud, ritenendo che solo un esperto nella conoscenza degli istinti umani avesse potuto “di-rigere l’evoluzione psichica degli uomini in modo che diventassero capaci di resistere alle psicosi dell’odio e della distruzione”. Oggi non sembra tramontare il “mito” della violenza “rivoluzionaria”, “levatrice della storia”. Di Forti è convinto che la “levatrice” di un mondo nuo-vo sia invece la non violenza, unico strumento idoneo alla costruzione di una società più giusta e libera. Da qui l’importanza di Gandhi, la cui lezione non riguarda solo l’indipendenza indiana, ma, più universalmente, il nemico, i nostri fantasmi distruttivi-autodistruttivi e l’illu-sione che la violenza possa risolverli. L’analisi difortiana spazia dall’antropologia alla psicoanalisi, dalla biologia alla filosofia, dall’economia all’arte della guerra, fino alle prospettive aperte dalle nuove tecnologie di comunica-zione. Ha compagni di viaggio illustri: oltre a Einstein e Freud, Elias Canetti, Lao-tsu, Albert Schweitzer, Claude Lévi-Strauss, Sofocle (“Molte sono le meraviglie, ma nes-

suna più meravigliosa dell’uomo”), Rousseau (“Perché soltanto l’uomo è destinato a diventare imbecille?”), Marshall McLuhan, Konrad Lorenz, Melanie Klein, Ludwig Wittgenstein, Martin Luther King , Nelson Man-dela. La figura di Gandhi si staglia come quella di un gigante. Queste le sue regole della grammatica non

violenta. 1: ”Tra i mezzi e il fine vi è lo stesso inviolabile rapporto che esiste tra il seme e l’albero. Raccogliamo quello che seminiamo”. 2: “Tre quarti delle miserie e delle incomprensioni del mondo scompariranno se riu-sciremo a metterci nei panni dei nostri avversari”. 3: “L’uomo e le sue azioni sono due cose distinte. Avversare e combattere un sistema è giusto, ma avversare e com-battere l’autore equivale ad avversare e combattere se stessi, dal momento che abbiamo tutti le stesse deficien-ze”. 4: “Il cuore più duro e l’ignoranza più rozza devono scomparire di fronte al sole nascente di una sofferenza senza ira e senza malizia. Quando l’opinione pubblica ha preso coscienza di un’ingiustizia sociale, anche i più potenti non possono arrischiarsi a praticarla o ad appog-giarla apertamente”. 5: “La pratica della non violenza ri-chiede molto più coraggio della pratica delle armi. E’ una tragica illusione esorcizzare la propria morte provocando quella altrui”. 6: “La non violenza è un sistema di lotta e di liberazione dall’ingiustizia che chiunque può mettere in pratica. La sua incomparabile bellezza sta nel fatto che, pur essendo l’arma dei più forti, essa può essere maneggiata da coloro che sono fisicamente deboli, dai vecchi e perfino dai fanciulli, se hanno un cuore risoluto”. Le regole di Gandhi non trovano sempre applicazione, lo sappiamo bene. Sarebbe assurdo ipotizzare un mondo del tutto immune dalla violenza. Ma non c’è nessun de-stino – conclude Di Forti – che inchiodi la nostra specie a una folle pratica di distruttività e autodistruttività. Eros può vincere la partita su Thanatos: l’amore sulla morte.

IL FUTURO? MEGLIO SENZA NEMICI IN UN SAGGIO AVVINCENTE MASSIMO DI FORTI SOSTIENE CHE LA COSTRUZIONEDI UNA SOCIETÀ PIÙ GIUSTA E LIBERA PASSA PER LA GANDHIANA NON VIOLENZA

di MARIOGIUNCO

CULTURA

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WWF e Italia Nostra contro il nuovo pia-no demaniale del Comune di Pineto. Le due associazioni ambientaliste hanno presentato le loro osservazioni contestando lo strumento che andrà a

pianificare per i prossimi anni la gestione dell’arenile pinetese. Sotto accusa il fatto che non si sia tenuto conto che il piano si sviluppi nell’area marina protetta e che riguardi anche un sito di interesse comunitario, aspetti che secondo le due associazioni imporrebbero forme di tutela più accentuate. Tre i punti considerati critici: nuove concessioni nel perimetro dell’area ma-rina protetta, 4 delle quali nell’area di maggior pregio naturalistico. Nella zona alaggi, in prossimità della foce del torrente Calvano, è stata ridotta la spiaggia libera, eliminando una concessione per colonia ma-rina in posizione strategica. Contestualmente sono state individuate una nuova zona alaggi, la terza della zona, e una nuova concessione balneare. Prevista la

A presentare le osservazioni sono state le associazioni ambientaliste WWF e Italia Nostra che fanno notare come lo strumento non terrebbe conto della presenza dell’Area Marina Protetta. Sotto accusa anche il fatto che possa essere data la

possibilità ai balneatori di creare aree pic nic sotto la pineta

costruzione di pontili in mare (4 ricadenti nell’area marina protetta) dal Torrente Calvano a Torre Cerra-no. Prevista la creazione di una quarta fascia per ser-vizi da dare in “sub-concessione” ai balneatori nella pineta litoranea. Per WWF e Italia nostra si tratta di una scelta che, oltre a provocare un degrado esteti-co e funzionale dell’area, avrà effetti negativi per la pineta. Inoltre, per quanto attiene agli aspetti sociali e turistici, tale scelta non rispetta quella che è da sempre la vocazione della pineta: un luogo di sva-go, sport e relax naturale, uno spazio per passeggiare all’ombra con i bambini più piccoli nelle ore calde. Se venisse attuata la possibilità per ogni concessione di realizzare un’area picnic di 600 metri quadrati, nulla rimarrebbe per passeggiare o correre liberamente e la pineta storica si trasformerebbe in un ristorante da 6.000 posti! Contestato anche il fatto che per la stesura del piano demaniale non ci sia stata una par-tecipazione pubblica.

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La Misericordia di Teramo si trova in:Via E.Fermi n°2 San Nicolò a Tordino64100 - TERAMO

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CONTATTI

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di MARTINAFRANCHI

Checché se ne dica, questo è l’anno dello sport pinetese. Nello scorso numero di

Eidos abbiamo omaggiato la Pineto Volley per la serie B, in questo non potevamo ri-sparmiarci nel fare lo stesso con l’ASD Pineto Calcio che lo scorso 12 giugno ha festeggiato la pro-mozione in serie D. Nella finale di ritorno dei play off contro gli umbri della Subasio, i locali partivano av-vantaggiati dalla vittoria dell’anda-ta. Davanti ai circa 700 spettatori che avevano invaso lo stadio “M. Pavone e A. Mariani” di Pineto, la squadra di mister Ammazzalor-so non poteva non essere carica e compatta in campo e questo ha dato dinamicità all’avvio del match. Numerose le azioni che potevano portare la squadra pine-tese sin da subito al vantaggio ma, prima del sedicesimo minuto del secondo tempo, sono state solo buone ma fallite combinazioni. Porricelli della Subasio apre la se-conda parte del match con il van-taggio per gli ospiti, dopo 10 minu-ti però arriva il penalty del Subasio che viene respinto da un super Federico Mazzocchetti. Scampato il pericolo arriva il turno di Ndia-ye che si invola e viene atterrato in area di rigore: espulsione del difensore ospite e realizzazione dello stesso Ibrahima Ndiaye. Gli umbri si sgonfiano ed i nostri cre-scono. Ancora una volta è Ndiaye che si erge a protagonista e dopo un bello scambio con Cacciatore realizza all’angolino il 2-1 finale che decreta la promozione in quarta serie. Lo stadio scoppia dei colori del Pineto con le bandiere, i pallon-cini e gli striscioni biancazzurri; i tifosi si portano in campo ad abbracciare la squadra che ringrazia a braccia aperte e che festeggia con loro lo scudetto. Dopo quasi venti anni, la squadra calcistica pinetese si riprende, con entusiasmo

Dopo ben 18 anni, battendo per 2 a 1 la Subasio, i biancazzurri ritrovano la quarta serie

e merito, la serie D. “Bella e sofferta, è la vittoria di una grande società e di una gran-de squadra. Probabilmente non esistono attività umane che pur nella loro semplicità sono capaci di emozionare a tal punto i cuori di chi si

trova a vivere tali esperienze. Tra mille difficoltà la truppa di mister Ammazzalorso ha sempre credu-to nel risultato dimostrandolo in ogni spareggio disputato, sempre decisivo e sempre determinante”, si legge sul sito dell’ASD Pineto Calcio che aggiornava i risultati in simultanea alla partita. Inconteni-bile la gioia del patron biancazzur-ro Silvio Brocco che, emozionato per la risposta della cittadinanza riunitasi a flotte sugli spalti dello stadio pinetese, ha ricordato la te-nacia della squadra in una stagio-ne lunghissima e molto lottata. Il tecnico Ammazzalorso ha invece, immediatamente dopo la partita, sottolineato che il merito non è solo il suo ma di tutta la squadra e della società che ha tanto investito per raggiungere questo obiettivo.Il giorno dopo, lunedì 13 giugno, la sala del Palazzo Polifunziona-le era gremita di sostenitori per festeggiare le Stelle dello Sport pinetese durante la cerimonia or-ganizzata dal Comune. Premiato Bruno Martella, calciatore origi-nario di Pineto e che quest’anno ha conquistato la serie A con il Crotone, il Pineto Calcio fresco di

promozione in serie D, il Pineto Volley, Tommaso Assogna, che nella stagione sportiva 2015/2016 si è laureato capo-cannoniere della categoria Promozione con il Mosciano e Simone Catucci, che quest’anno ha vinto il campionato re-gionale under 15 di bocce. “È stata una bellissima serata di festa, che ha premiato le eccellenze sportive della città e che abbiamo intenzione di ripetere nei prossimi anni”, ha commentato l’assessore allo Sport Gabriele Martella.

ANNO DI VITTORIE SPORTIVEPINETO CALCIO IN SERIE D

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38 Brontolo

RIPARTIAMO CON PICCOLE COSE

Buon lavoro alla nuova Giunta ... che prenderà il tempo necessario per programmare e realizzare i grandi pro-getti, iniziando da una sistemata alle piccole cose, la cui messa in cantiere non costa grandi cifre. Rappresenta un buon inizio rendere usufruibile via Colombo, come è attualmente, togliendo quelle immonde recinzioni in attesa della sistemazione definitiva; sfruttare le vacanze per sistemare le palestre scolastiche, in modo da ren-derle adeguate; ripulire i canali e la rete di raccolta delle acque piovane ed i parchi comunali per renderli fruibili ed accoglienti; ricreare un piccolo vivaio dove mettere a dimora le piante più idonee ai nostri parchi, coinvol-gendo anche i ragazzi delle scuole elementari, visto di spazi idonei ce ne sono tanti. Poi si cominci a pensare di dotare il Palamaggetti e tutte le scuole di pannelli fotovoltaici per abbassare i costi di gestione. Si deliberi che ogni sport abbia il suo spazio negli impianti per loro costruiti: è inammissibile che il pattinodromo è usato per il beach tennis, che la palestra in parquet è usata per il pattinaggio, che negli spazzi del circolo tennis si giochi a calcetto e così di seguito.

SPADA DI DAMOCLE

Uno degli argomenti della campagna elettorale è stata l’entrata a gamba tesa del patron del Roseto Sharks che ha accusato la precedente Amministrazione di non aver erogato un contributo al settore giovanile della squadra. Premesso che non è erogabile un contributo economi-co alle Società Sportive, come stabilito dalle “Spending review” e ribadito anche dalla Corte dei Conti di varie regioni (Trofeo Matteotti docet), un eventuale contribu-to, nelle eguali proporzioni, sarebbe dovuto essere de-voluto anche a tutte le altre organizzazioni sportive. Chi si è lamentato, ha dimenticato gli sportivi rosetani che hanno dato, con orgoglio e sacrificio, il loro contributo alla squadra con circa € 200.000 al botteghino, quin-di meritano rispetto e non devono sentirsi ogni anno sul capo la ipotetica minaccia di smobilitazione della squadra!

TERZO MONDOMi reco a fare delle analisi al distretto sanitario ed alla 07,30 c’è già una fila di 60 persone che aspetta l’aper-tura della porta, stanziando sul parcheggio riservato ai dirigenti. Ne arriva uno, apre la sbarra con il telecoman-do e suona un po’ scocciato per chiedere il passaggio. Dopo qualche minuto si aprono le porte tutti si riversano sul dispositivo per prendere il numero e trovare posto nelle uniche 13 sedie disponibili nell’angusto spazio e molti restano fuori ad aspettare. Si blocca il terminale, proteste dei cittadini e proteste degli addetti e di quelli che non possono conoscere quale numero viene chia-mato per prenotare il servizio. Ma veramente questo meritiamo? Le auto dei dirigenti non possono sostare nel parcheggio adiacente l’altro ingresso? Dobbiamo aspet-tare l’apertura alle intemperie? Non si può utilizzare uno spazio adeguato come sala di attesa? Ci aspettiamo che chi sarà il responsabile nella nuova Giunta Comunale dei rapporti con la ASL immediatamente intervenga, af-finché ai Rosetani venga riservato un civile trattamento!

BASKET INTERNAZIONALECome ogni anno la nazionale maschile giovanile di pal-lacanestro under 20, allenata da Stefano Sacripanti, è nella nostra cittadina dal 12 giugno scorso per pre-pararsi alle varie competizioni internazionali previste. Questa rappresentativa a fine mese prenderà parte al Palamaggetti ad un torneo internazionale con la par-tecipazione delle nazionali della Russia, dell’Ucraina e di Israele. Dal 23 giugno si è anche stabilita a Roseto la Nazionale giovanile maschile under 18, agli ordini di Andrea Capobianco, per un periodo di allenamento e, data poco felice per il progetto sport e turismo, dal 7 al 9 luglio, sempre al Palamaggetti per un torneo interna-zionale con le nazionali di pari età di Slovenia, Turchia e Grecia.

di ITALO DI ANTONIO

Due persone in questi gior-ni ci hanno lasciato troppo presto. Biagio Del Cane (a sinistra) e Giancarlo Bosi-ca (a destra) erano molto conosciuti a Roseto, ed il loro ricordo rimmarrà nei cuori di tutti. La redazione di Eidos si unisce al dolore delle loro famiglie.

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PROGRAMMAZIONE ESTIVA DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE CERCHI CONCENTRICI PROMOTOR:

STORIA, LETTERATURA, LIBRI E TANTA MUSICA

Siamo già entrati nella bella stagione, quella che vede tantissime persone riversarsi sul lungomare di Roseto, provenienti dalle zone limitrofe, dalle varie regioni italiane e dall’e-stero. Aspettando le informazioni dettagliate

sulle tante iniziative dell’”Estate rosetana”, l’associazio-ne culturale Cerchi Concentrici Promotor ha messo in cantiere alcune serate improntate su approfondimenti di spessore, in cui risalti un unico intento: cercare di veicolare i vari temi trattati nel modo più semplice e discorsivo, tenendo sempre in mente la divulgazione del sapere aperta a tutti.Si inizierà il 18 e 19 luglio presso il Lido La Vela per una nuova iniziativa, la I edizione della Narrazione della Storia, con un sottotitolo che spiega molto: “L’affasci-nante racconto dei fatti storici”. Nella prima sera (lune-dì 18 luglio, ore 21,00) sarà presente il noto studioso, scrittore e professore emerito presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane della Scuola Normale Superiore di Pisa, Franco Cardini, vincitore dell’ultimo Premio di Saggistica “Città di Roseto”, il quale presenterà il libro “Il califfa-to e l’Europa - Dalle crociate all’Isis: mille anni di paci e guerre, scambi, alleanze e massacri” (Torino, Utet, 2016). Il giorno dopo (martedì 19 luglio, ore 21) ci sarà l’intervento di William Di Marco, docente di Storia Con-temporanea, che parlerà di “Totalitarismi e comunica-zione - I caratteri comuni dei regimi che hanno oscurato il XX secolo”.La seconda rassegna è dedicata a Libri d’estate, sem-pre al Lido La Vela. Il 25 luglio, ore 21, verrà ri-presenta-to il lavoro di Camillo Cerasi “Storia del calcio a Roseto (1920-2015)”, con un’appendice molto interessante: la proiezione di un filmato sulla storia del calcio locale.Il terzo appuntamento (Lido La Vela) sarà imperniato su Incontri Letterari. L’evento, giunto alla III edizione, è molto atteso dagli appassionati di letteratura. Anche quest’anno gli occhi saranno puntati su una professo-ressa amatissima da queste parti, Manuela Racci, do-cente di Lettere e Biblioterapia. Nella prima serata (mer-coledì 27 luglio, ore 21) la studiosa di Forlì presenterà l’ultimo suo volume “Caro amore ti scrivo...” (Bologna, Minerva Edizioni, 2016), mentre il giorno dopo (giovedì 28 luglio, ore 21) la Racci si soffermerà su un grande nostro corregionale: “L’ombra della Bellezza: D’Annun-zio e l’inaspettata malinconia notturna”.L’ultima rassegna è per venerdì 5 agosto, ore 21 (davan-ti al Lido La Lucciola). Spazio alla IV edizione del “Di-marcolor Color People Festival - Colori e musica degli anni ‘60 e oltre”. A suonare quest’anno saranno Radio Vintage, con l’ospite speciale Antonio Di Gabriele. Per informazioni: [email protected].

Eventi

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40Francamente...me ne infisco

LA FISCALITÀ DELL’HOBBYdi MASSIMO

FELICIONIDottore

Commercialista

e SIMONEDI FEBODottore

Esperto Contabile Come regolarizzare un passatempo

Che sia solo un diversivo o una propensio-ne alla creatività occorre comunque fare i passi giusti nei confronti del fisco.L’hobbista ed il creativo non verranno di certo imbrigliati dalle “trame” fiscali se la

loro passione ha natura meramente occasionale. Ma cos’è una prestazione occasionale?E’ considerata tale l’attività di chi si impegna a svolge-re un’opera o un lavoro in proprio dietro corrispettivo, senza che vi sia nessuna forma di coordinazione o di subordinazione col committente.Questo tipo di prestazioni, dette occasionali, rappre-sentano un sistema di lavoro particolarmente apprez-zato dai giovani o da coloro che, pur avendo già un lavoro, riescono a procurarsi dei guadagni extra con dei piccoli lavori e non hanno intenzione di aprire una partita IVA.Questa tipologia di lavoro non ha una lunga tradizione nel nostro ordinamento ma è stata introdotta recente-mente con la riforma del lavoro del 2003, attraverso la cosiddetta Legge Biagi e, affinché possa essere ri-conosciuta come tale, deve appunto rispettare alcuni paletti dettati per legge:

• non dev’essere un’attività abituale;• dev’essere un’attività non professionale;• non deve svolgersi con continuità;• non dev’esserci una coordinazione.

Dal momento che questo genere di collaborazione occasionale sottostà a un particolare regime fiscale è necessario che:

• la collaborazione con uno stesso committente non può essere più lunga di trenta giorni in uno stesso anno solare, altrimenti diventa abituale e continua-tiva;• la somma di tutti i compensi percepiti non può es-sere superiore ai 5000 euro in uno stesso anno so-lare.

L’aspetto più particolare e vantaggioso di questo ge-nere di prestazione lavorativa è senza dubbio quello contributivo che, nel rispetto dei limiti su esposti, eso-nera il prestatore dagli obblighi previdenziali.L’onere amministrativo che incombe sul prode creati-vo è quello di emettere una ricevuta per la prestazione resa nella quale descrivere l’attività svolta e le somme percepite con le eventuali ritenute d’acconto.Ovviamente tali redditi, in linea generica, dovranno es-sere ricompresi nelle usuali dichiarazioni dei redditi.Just do it!

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Il giorno del matrimonio la bella Elena (che aveva studiato a Pietroburgo, parla-va 5 lingue e sapeva, eccome, conversar di politica e poesia) conquistò tutti, av-volta com’era da quello splendido velo in pizzo di Burano innervato di fili d’argento che formavano centinaia di margherite. Un gentile dono della suocera, Sua Maestà la Regina Margherita di Savoia.E pazienza se un’altra Elena (d’Orléans,

cugina acquisita dello sposo) la bollava con aristocrati-co sussiego “la pastora”! La bella, formosa, altissima (m. 1,80) montenegrina sarà moglie devota e innamorata del pur bassino (m. 1,54) futuro Re d’Italia.Curtatone (lui) e Montanara (lei), come malignamen-te furono ribattezzati (i cui nomi facevano riferimento sì alle due celebri battaglie della I Guerra d’Indipen-denza, ma alludevano alla bassa statura dello sposo e all’origine montenegrina della sposa) vissero felici e contenti.A dispetto di tutti. Scarfoglio e fichi secchi compresi.

Nasce dalla collaborazione di due società sportive rosetane,la BVR e la pallavolo Roseto, il progetto ambizioso di girare l’Italia alla conquista del tito-

lo di campione italiano di Beachvolley 2016!Il Team é formato da: Dalila Varrassi classe ‘98 e la sua socia Maristella Bonomo classe ‘99 ,capitanate dal maestro federale Marco Monticelli che le guiderà lun-go tutto il faticoso cammino che le divide dall’ambita meta.La prima tappa si é svolta a Soverato (cz) il 20/21 giugno,il primo giorno di gare é iniziato con una dop-pietta di vittorie ma nel pomeriggio arriva la prima sconfitta ad un passo dalla semifinale . Il secondo gior-no partita ad eliminazione diretta contro la coppia ro-magnola testa di serie numero 3 del torneo. La gara vede sconfitte le nostre ragazze per 2 a 0 e il cammino del team BVR si conclude al quinto posto di questa prima tappa!Il prossimo weekend saranno in campo a Silvi per una tappa nazionale open serie B2!Potete seguirli in tempo reale sulla pagina Facebook Beach Volley Roseto e comentare con l’hashtag ufficia-le #BVRteampro

Se questa espressione è diven-tata d’uso comune, ad indicare un modo di realizzare qualcosa in eccessiva economia o senza averne i mezzi, lo dobbiamo a

quella malalingua di Edoardo Scarfoglio, giornalista abruzzese sapido e corrosivo, impenitente donnaiolo e amico fraterno di Gabriele d’Annunzio.Il 27 Settembre 1896 sulle pagine de Il Mattino di Napoli (il glorioso giornale da lui fondato in-sieme alla moglie Matilde Serao) apparve un articolo a firma di Tartarin (pseudonimo di Scarfoglio stesso) intitolato, appunto, “Le nozze coi fichi secchi” e riferito al matrimonio che si sarebbe celebrato il mese succes-sivo tra l’erede al trono Vittorio Emanuele di Savoia e la principessa Elena del Montenegro.Fichi secchi con allusione al piccolo regno di prove-nienza della sposa, famoso proprio per la coltivazione ed essiccazione dei polposi frutti, ma anche alle non certo opulente finanze e al non eccelso pedigree (se paragonato ad altre dinastie) del regno montenegrino.

CORIANDOLICuriosità, aneddoti e mirabilia

LE NOZZE COI FICHI SECCHI

ALLA CONQUISTA DEL TRICOLORE DI

BEACHVOLLEY UNDER19

di DANIELA MUSINI

È riferito al matrimonio tra l’erede al trono Vittorio Emanuele di Savoia e la principessa Elena del Montenegro, con allusione al piccolo regno di provenienza della sposa

Road To Amantea!

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COME SI CONFERISCONO GLI SCARTI DEL GIARDINAGGIO? A COLOGNA SPIAGGIA LA PROCEDURA È LACUNOSA

Alcuni cittadini ci se-gnalano delle grosse disfunzioni esistenti

per quanto riguarda il ser-vizio della nettezza urbana. La contestazione è per la raccolta differenziata porta

a porta nella frazione di Cologna Spiaggia, in quanto si è verificato un disservizio sul conferimento del materiale prodotto dalla potatura degli alberi e delle siepi o dal-la falciatura del prato. Per poter consegnare tale rifiuti, affinché possano essere portati nella discarica, non c’è un contenitore o un sacco specifico e tanto meno è in-dicato un giorno prestabilito in modo che ogni cittadino possa organizzarsi in anticipo.In merito i nostri lettori della zona ci dicono che la ditta Diodoro ha fatto tre proposte:1. Mettere questi rifiuti nell’organico con buste dedica-te. Va bene, ma come? Quelle in dotazione dalla ditta sono piccole; le grandi non le danno e, anche volendo-le comprare, non si trovano in commercio. In più, c’è

da dire che le buste grandi normali per spazzatura non sono accettate;2. Si può portare con il mezzo proprio all’autoporto a Santa Lucia in giorni stabiliti. Ma qui i cittadini - che ci segnalano la problematica - dicono di non essere d’ac-cordo, perché già pagano il sevizio porta a porta, impo-sto oltretutto dall’Amministrazione Comunale;3. Si può prenotare per il servizio di raccolta e a quel punto la ditta informa del passaggio solo il giorno prima con una telefonata. Come è possibile organizzarsi, ci fanno sempre sapere i nostri interlocutori, in così poco tempo? Non si possono fare i lavori di giardinaggio un giorno per l’altro. Sarebbe meglio stabilire delle date fis-se, almeno per il periodo primaverile ed estivo.Dopo un anno dall’inizio del servizio porta a porta a Co-logna Spiaggia - sentenziano gli amici che si rivolgono a Eidos per risolvere questa disfunzione - non si può accettare come risposta: “Ci stiamo ancora organizzan-do” oppure la dicitura “Ulteriori non conformità saranno segnalate alle autorità competenti” trovato sull’adesivo attaccato alle buste non ritirate!

La denuncia

Sette mila euro di premio per un logo che ha entu-siasmato la commissione giudicante, ma di sicu-ro non i tantissimi cittadini che hanno già avuto modo di vederlo. Il Distretto Turistico Gran Sasso

aveva organizzato un concorso di idee per la creazione del logo che lo avrebbe dovuto rappresentare. A questo concorso, tra le 200 proposte inviate da tutta Italia e oltre, aveva preso parte anche il nostro grafico creativo Andrea Marzii, con la collaborazione di Rebecca Bucci, Graziano Di Crescenzo e Gianluca Locicero, e il loro progetto si è piazzato proprio alle spalle del vincitore. Tra i primi due loghi in classifica non sembra esserci paragone: quello di Andrea appare molto più accattivante con un senso logico in tutta la sua realizzazione. Vi proponiamo dunque en-trambi gli elaborati per darvi un’idea, insomma, di come sono poi andate le cose. Il secondo classificato solitamen-te è il primo degli sconfitti: niente premio per Andrea e la sua squadra. Di sicuro il lavoro che hanno fatto è stato molto apprezzato. Resta almeno questa soddisfazione. E l’idea anche di presentare ricorso contro la commissione giudicatrice. Sul web si è scatenato comunque un susse-guirsi di giudizi ed opinioni, alcuni anche contrastanti. Noi di Eidos, comunque, Andrea ce lo teniamo stretto.

POLEMICHE SUL NUOVO LOGO DEL DISTRETTO TURISTICO DEL GRAN SASSO

Il logo vincente Il secondo classificato

I membri del progetto secondo classificato. Da sin. Gianluca Locicero, Graziano Di Crescenzo, Rebecca Bucci e Andrea Marzii

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43ALIMENTI TIPICI REGIONALI

IL BASILICO GENOVESESIMBOLO DI UN’AGRICOLTURA

SOSPESA SUL MARE

la costa della regione grazie alla favorevoli condizio-ni climatiche e alla trasmissione delle tradizioni agri-cole. Il basilico è una specie che risente fortemente

dell’ambiente di coltiva-zione: per questo motivo quello coltivato in Liguria è omogeneo nella qualità in funzione degli ambiente di coltivazione (serra e pieno campo), delle tecniche di coltivazione e della lavora-zione. Una volta seminato il ter-reno, è importante che le condizioni di temperatu-ra e umidità siano idonee ed è fondamentale che le piantine siano protette da eventuale contaminazione

fungina. La raccolta è esclusivamente manuale e av-viene quando le piantine possiedono da due a quattro coppie di foglie, estirpandole dal terreno una per una; a questo punto le radici vengono coperte per evitare una precoce disidratazione.

di SIMONA RUGGIERI È un prodotto che gode di molta popolarità,

grazie alla tipicità della terra e di una cucina dai sapori antichi

Questa settimana si torna in una regione del nord Italia, una regione di mare tipica e famosa per moltissimi prodotti alimentari e territori me-ravigliosi; oggi

andiamo in Liguria e par-leremo del fantastico basi-lico genovese DOP!Il basilico è una delle coltu-re più tipiche della Liguria, il simbolo di un’agricoltura sospesa sul mare e di una cucina dai sapori antichi; la sua coltivazione gode di una popolarità senza precedenti, sia perché il consumatore apprezza sempre più gli aromi che arricchiscono di sapori la cucina, sia perché rappresenta la qualità, la semplicità e la tipicità di una terra e della propria cultura.Le eccellenti caratteristiche del prodotto hanno orien-tato la coltivazione in maniera specializzata per l’uso culinario e la coltivazione si è presto diffusa in tutta

La ricetta del giorno: PESTO ALLA GENOVESEIngredienti per 6 persone: circa 70 foglie di basilico, 50 g grana, 2 cucchiai di pinoli, 3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva, aglio e sale grosso.Porre l’aglio già mondato nel mortaio, pestarlo col pestello fino a ridurlo in poltiglia e fare altrettanto con i pinoli; unire il basilico e il sale, schiacciare (senza più pestare) a lungo,roteando sino ad ottenere un composto omogeneo; si aggiunge il grana grattugiato e a scelta il

pecorino e, sempre rimestando, l’olio versato a filo.

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COORDINAMENTO TECNICO: MASSIMO BIANCHINI (tel. 329.9480823) FOTO: ELIO D’ASCENZO (tel. 333.8064088) EDITORE: EIDOS News S.r.l.

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