Eidos news 248 x il web

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ANNO 10 N.248 prossima uscita 19 marzo Quindicinale iscritto al registro della Stampa presso il tribunale di Teramo n. 13/03 del 22/05/03

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Le squisitezze del territorio con piatti di stagione

Nasce a Piane Tordino la trattoria dei nostri tempi. La Campa-gnola Braceria di Orianna Cavirani e

famiglia ci permetterà di riassa-porare la qualità, la freschezza e la genuinità dei nostri prodotti di una volta.Quelle prelibatezze generate a due passi da casa nostra che troppo spesso vengono dimenti-cate in nome di produzioni più ‘metropolitane’.Il concetto alla base de La Cam-pagnola sarà sempre quello di garantire in ogni momento al pro-prio cliente squisitezze del terri-torio locale, a partire dalle prime ore del mattino fino alla tarda serata.La Campagnola è infatti bar, trattoria e braceria.Il bar, aperto dalle 5:30, permetterà di riassaporare il clima, l’odore e i sapori della vecchia colazione alla campagnola, dove il cornetto e il bombolone lasciavano spazio a dolci e marmellate fatte in casa. Questo non vuol dire però che gli amanti delle ‘mo-derne’ brioche non troveranno anche una vasta possibilità di scelta per soddisfare i propri gusti.Il menù de La Campagnola è composto esclusiva-mente da piatti di stagione, avendo la fortuna di po-ter reperire facilmente prodotti freschi dalle diverse aziende agricole presenti nella zona. Una cucina semplice, genuina e squisita. Sarà la terra, con le sue creature, a stabilire giornalmente i piatti che poi saranno serviti a tavola.Gli amanti degli arrosti potranno sbizzarrirsi nella scelta di una succulenta bistecca alla brace o degli arrosticini artigianali.La Campagnola ogni domenica rispolvererà la vec-

chia idea del ‘pranzo della do-menica’, con un pasto completo a prezzo fisso. Naturalmente ci sarà anche la possibilità di ser-virsi ugualmente del consueto menù.Un ottimo rapporto qualità-prez-zo sarà garantito anche ai lavo-ratori che durante la settimana vorranno fermarsi a pranzo. An-che in questo caso, ci sarà la possibilità di scegliere di gustare il menù del giorno.La Campagnola è a disposizione per festeggiare compleanni, bat-tesimi, comunioni e cresime.La trattoria dei nostri tempi sarà inaugurata sabato 5 marzo dalle 19 in poi. Orianna e lo staff vi

aspettano in via C.Romualdi 127 a Cologna Spiaggia (Piane Tordino)- Roseto.

Per informazioni o prenotazioni: 329.1840088

A Piane Tordino la trattoria d’altri tempi che propone anche la colazione con dolci e marmellate tutte fatte in casa. Ma anche prodotti per chi ama iniziare la giornata al

passo coi tempi. Cucina semplice e genuina con prodotti a chilometri zero

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Incontri segreti, riu-nioni nei bar dinanzi ad un buon caffè in cerca di un’intesa che potrebbe rap-

presentare un valore aggiunto per il succes-so elettorale. Accade a Roseto dove in questi giorni c’è un gran fermento per arrivare ad accordi sottobanco. In un noto bar cittadino l’ex sindaco Franco Di Bonaventura è stato visto dialogare con il parlamen-tare Giulio Cesare Sottanelli, assieme ad altre persone. In sostanza a Di Bo-naventura sarebbe stato chiesto di ap-

poggiare, con una propria lista, il can-didato sindaco Rosaria Ciancaione. Eppure non è che i rapporti tra Sot-tanelli e Di Bonaventura fossero così idilliaci. L’attuale deputato di Scelta Civica era stato vice sindaco nella Giunta Comunale guidata proprio da Franco Di Bonaventura. Per vincere le elezioni o comunque per ottenere voti in più per arrivare ad un eventuale ballottaggio con il sindaco uscente del centro destra Enio Pavone si farebbe di tutto. Anche turarsi il naso e ap-poggiare il nemico di un tempo. Con un obiettivo chiaro: ridurre sensibil-mente la forza elettorale di Tommaso Ginoble, parlamentare del Partito De-mocratico e sostenitore del candidato Pd Sabatino Di Girolamo. A proposi-to, Di Girolamo il prossimo 11 marzo, al Palazzo del Mare, alle 18 parlerà

della “Buona scuola promossa dal Pd”. Il candidato sindaco par-lerà alla platea assieme all’onorevole Simona Malpezzi, relatrice del decreto “Buona Scuo-la”. Per quanto riguarda

il centro destra non è che ci sia una situazione del tutto idilliaca. Anzi, ci sono evidenti difficoltà nell’organizza-re, ad esempio, una lista. Ed è quella di Forza Italia. Da accertare intanto la candidabilità di Antonio Norante. La questione verrà sciolta solo nelle pros-sime settimane, in attesa di conoscere

la data esatta delle elezioni, 5 o 12 giugno. L’altro aspetto di cui tener conto nello schiera-mento che appoggia Pavone è la lista Futuro In dell’asses-sore Alessandro Recchiuti. E’ una lista piuttosto forte e che dovrebbe arricchirsi anche di un nuovo possibile candi-dato: l’attuale assessore allo

sport Mirco Vannucci. I rapporti tra Vannucci e gli attuali rappresentan-ti di Forza Italia, o ex Pdl, non sono

affatto buoni. Vannucci, che aveva anche meditato di non ricandidar-si, in termini di voti rappresenta una risorsa. Inoltre ha lavorato bene in questi anni in un settore comunque non semplice. Recchiuti lo sta corteg-giando e lo avrebbe quasi convinto a scendere in campo con Futuro In. Se il “matrimonio” dovesse essere uffi-cializzato, si tratterebbe di una mossa non di poco conto che sposterebbe in maniera sensibile il peso specifico di

Roseto e le elezioni che si avvicinano

Riunioni segrete, incontri da moti carbonari per trovare intese un tempo impensabili. A 4 mesi dal voto si intensificano i momenti di caffè al bar

tra esponenti di vari schieramenti

ciascuna lista. Futuro In rischierebbe, insomma, di essere più forte della lista dei Liberalsocialisti, cioè quella dello stesso sindaco uscente Enio Pavone. In caso di vittoria del centro destra, quindi, Recchiuti acquisirebbe un po-tere contrattuale pesante in sede di composizione della Giunta. E questa volta la carica di vice sindaco potreb-be non togliergliela nessuno. Intanto, il Movimento 5 Stelle ha ufficializzato il proprio candidato sindaco. Si tratta di Milco Fasciocco, una doppia laurea in giurisprudenza ed economia.

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Non ci stanno i residenti di Montepagano. L’ufficio postale non si tocca, non deve chiudere. Anzi, bi-sogna garantire l’apertura

almeno 4 giorni la settimana. Attual-mente lo sportello funziona a singhioz-zo, il lunedì e il venerdì. Ma se questi due giorni sono festivi, non è previsto alcun recupero. Facile quindi imma-ginare i disagi. Capita infatti che per ritirare la pensione bisognerà aspetta-re un’altra settimana. Ed è già acca-duto in passato. I cittadini del borgo antico di Roseto da un po’ di tempo si stanno battendo contro la chiusura dello sportello di Poste Italiane che già così crea non pochi disservizi, visto che i residenti sono costretti ad an-dare nelle sedi di Roseto capoluogo. Alcuni giorni fa hanno inscenato una protesta pacifica proprio dinanzi all’in-gresso dell’ufficio postale. “E’ difficile pensare che una comunità importante come la nostra”, ha spiegato Giancar-lo Rapagnà, portavoce del comitato cittadino, “debba essere penalizzata in questo modo. Qui si rischia davvero a volte di ritardare di prendere la pen-sione di una settimana se quei due giorni di apertura coincidono con i fe-stivi”. Cartelli anche ironici per sottoli-neare il disagio di un’intera comunità che non ci sta e quindi lotta con ogni mezzo. La politica è scesa in campo e ha assicurato che farà di tutto per im-

pedire la chiusura. Amministrazione locale e forze di opposizione stanno perseguendo tutte le strade possibili per fare in modo che questo ufficio venga mantenuto. Accanto ai mani-festanti anche lo Spi-Cgil, il sindacato dei pensionati. Giancarlo Oleandro, segretario provinciale dell’organizza-zione sindacale di categoria, ha par-lato di protesta di civiltà, per la difesa della dignità di una comunità. E’ para-dossale che Poste Italiane abbia de-ciso di cancellare o limitare le presta-zioni di alcuni uffici postali, come ad esempio quello di Montepagano. Dal report emerge che è uno degli uffici con un maggior numero di prestazioni rapportato alla popolazione residente.

a difesa dell’ufficio postale!I cittadini di Montepagano in piazza nei giorni scorsi per protestare contro il piano presentato da Poste Italiane sul ridimensionamento di una serie di uffici periferici,

compreso quello del borgo antico di Roseto che rischia persino la chiusura definitiva. In campo anche il sindacato dei pensionati della Cgil che accusa i vertici dell’azienda

di mancanza di rispetto nei confronti della dignità di una intera comunità

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Roseto

stRade come gRovieRe causa di incidenti

Il problema riguarda soprattutto le zone interne. Ci sono situa-zioni al limite, con buche profonde oltre 20 centimetri, dei veri e propri crateri. A causa nel manto d’asfalto dissestato il numero degli incidenti è aumentato: pneumatici spaccati, sospensio-ni rotte, cerchioni storti. Il Comune ha varato un piano asfalti. Servono però soluzioni immediate nelle zone più critiche

Un territorio con strade al limite della prati-cabilità che sono state causa di 5 inciden-ti nel solo mese di febbraio. Per fortuna senza conseguenze per i conducenti, ma danni ai mezzi sì. Pneumatici spaccati,

cerchioni piegati, sospensioni rotte. Tutto questo per-ché ci sono strade a Roseto con buche che sembrano voragini. E l’automobilista distratto o che non conosce bene le insidie che riservano alcune strade, ne paga le conseguenze. Sono soprattutto strade periferiche. Una in modo particolare presenta un manto d’asfalto ridotto ai minimi termini e buche spaventose, profon-de più di 20 centimetri. Al Comune di Roseto arrivano richieste di risarcimento danni da parte dei malcapita-ti. L’ultima in ordine di tempo di un giovane che qual-che giorno fa è finito con la sua nuovissima fiat 500 in una di queste buche mentre stava percorrendo la strada che da via Romualdi, a Piane Tordino, porta al bivio di Grasciano con innesto sulla Teramo-Mare. La ruota anteriore sinistra è letteralmente esplosa, men-tre il cerchione si è quasi spezzato, ma comunque inutilizzabile. Con l’approssimarsi della bella stagione, peraltro, questa strada, che ha una carreggiata anche ridotta, tornerà ad essere anche trafficata perché per chi viene da Teramo è una sorta di scorciatoia per rag-giungere la zona litoranea. Servirebbero quindi urgenti lavori di manutenzione, una serie di rattoppi e in alcu-ni tratti il rifacimento completo dell’asfalto.

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eidosnews compie dieci anniIl 3 aprile alle ore 17,30 presso l’Hotel Liberty ci sarà la festa per ricordare l’evento. Lettori, simpatizzanti e tutti coloro che ci seguono sono invitati per

ripercorrere i due lustri passati insieme

Era il 2006 quando uscì, dal cilindro magico (è il caso di dire) dell’associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor, l’idea di fondare un nuovo giornale per la nostra zona. Il ter-ritorio a cui si rivolgeva era quello rosetano

e della Vallata del Vomano, zona est. Poi negli anni si è ampliata la portata della diffusione della rivista, con l’inclusione di Pineto, in parte di Giulianova e anche della parte alta della vallata del Vomano, diventando un appuntamento per molti lettori che ogni quindici giorni aspettano di sfogliare la nostra pubblicazione. Il

gruppo originale per gran parte è lo stesso e la strut-tura della testata ha subito dei ritocchi (sempre con la prospettiva di migliorarla), pur se il progetto iniziale è rimasto sostanzialmente il medesimo, cioè rendere il nostro interlocutore non solo interessato e partecipe alla produzione giornalistica, ma in un certo senso at-tivo alle vicende territoriali. Sono tante le cose da rac-contare, perciò non vogliamo anticiparvi la sorpresa. Vi aspettiamo il 3 aprile prossimo all’Hotel Liberty dalle ore 17,30 in poi. Sarà un tuffo nel passato, ma anche un modo per staccare il biglietto per il futuro.

10 Società

di William Di Marco

TRA PASSATO E LIBERTÀ - Che l’ar-gomento delle unioni civili sia com-plesso e pieno di sfaccettature non ci sono dubbi. Tuttavia alcune cose ferme vanno dette, per non cadere nel “nulla eterno” di ciò che la nostra politica e soprattutto il nostro attuale governo hanno prodotto. L’istituzione del matrimonio è certamente fonda-mentale per qualsiasi società e non solo per quelle di matrice cristiana. È il primo nucleo da cui si parte per rafforzare il convivere civile e comu-nitario. Fermo restando il concetto da cui tutto si muove - quell’Umanesimo che dal ‘400 in poi ha segnato la vita delle persone - esistono i gruppi di individui che fanno un patto socia-le, affinché le forze comuni possano creare i giusti presupposti per miglio-rare la condizione umana. Proprio il matrimonio è uno di questi e nei se-coli ha subito molte mutazioni. Non c’è bisogno di buttare nel passato re-moto le nostre conoscenze per vede-re le modifiche che nel tempo hanno preso corpo. Solo alla fine degli anni ‘50 del secolo scorso c’era ancora lo ius corrigendi, cioè la possibilità che

Quer pasticciaccio brutto delle

UnIonI cIvILI

il marito aveva di picchiare la moglie (per non dire i figli), al fine di sotto-metterla con il rituale barbaro di far-gli baciare i piedi. Ma c’era dell’altro. Negli anni ‘60 le donne non pote-vano accedere a molti lavori e gra-zie ai diritti di famiglia degli anni ‘70 le conquiste che oggi ci sembrano assiomatiche, ebbero un riconosci-mento giuridico. Per esempio prima se moriva il padre, la madre doveva nominare un curatore dei figli, come se lei non avesse la capacità di ac-cudirli. E vogliamo ricordare il delitto d’onore? Prevedeva la punizione del solo adulterio della moglie e non del marito e nemmeno del concubinato del marito stesso. Insomma, c’era sì il matrimonio, ma di tipo ancora medievale. Poi molti cambiamenti hanno portato a un rapporto molto più paritetico e avanzato, grazie alla legge sul divorzio e sull’aborto. Certo, sia il divorzio sia l’aborto non sono il massimo in una relazione e chiun-que sa che si ricorre a tali pratiche come extrema ratio, ciononostante è meglio che il diritto preveda queste possibilità piuttosto che ignorarle. Un

esempio per tutti: quanti aborti clan-destini c’erano un tempo? Oggi sono quasi del tutto scomparsi e quelli uf-ficiali sono in calo. Potremmo conti-nuare sulle figure di figli “illegittimi” e figli “naturali”, mentre oggi c’è solo il concetto di “figli” e basta. Tutto ciò per dire che questa importante isti-tuzione si è modificata nel tempo e se dovesse resuscitare una persona di sessant’anni fa disconoscerebbe i diritti di una attuale coppia, perché smembrati in quelle che allora erano posizioni di privilegio (segnatamente di sopraffazione dell’uomo sulla don-na) irrinunciabili.Oltretutto persone che si dichiara-no liberali non possono non tenere conto delle libertà altrui e delle mo-difiche del contesto socio-politico-economico che si sono verificate nel corso degli anni. Un vero liberale sa come tenere dritta la barra della tra-dizione per non perdere il senso del-la vita, ma al contempo deve capire le trasformazioni in essere di questo mondo avanzato.IL MATRIMONIO È UNO SOLO ED È PER TUTTI - Francamente il proble-

Si abbia il coraggio di fare come già avvenuto in altri Paesi (le cattolicissime Spagna e Irlanda). Si riconosca una sola

forma di matrimonio, senza palliativi e replicanti

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ma non esisterebbe minimamente se parlassimo di sole coppie eteroses-suali. Chi è contro questa istituzio-ne non si sposa e non pensa affat-to nella sua mente a un surrogato o tanto peggio a uno scimmiottamento di una cosa della quale non ne sente assolutamente la mancanza. Coloro che vogliono convivere lo fanno per-ché unendosi di fronte alla legge si sentirebbero legati in un modo arti-ficioso. C’è tutta una letteratura che evidenzia come le coppie che si sono dichiarate negli anni “libere e fuori dagli schemi” non abbiano mai avuto necessità di trovare un escamotage per ottenere ciò che non riconoscono o non approvano. Pertanto, se do-vessimo parlare della unione tra un uomo e una donna il problema per noi non esisterebbe, proprio perché sono i protagonisti a non volerne sa-pere. E poi, se proprio si vuole rego-lare con il diritto qualcosa all’interno di una coppia in termini di succes-sione o di assistenza o cose del genere, esistono degli accor-di giuridici elaborati proprio dal Collegio dei Notai, che rego-lamentano in modo chiaro un rapporto tra due individui che non vogliono spo-sarsi. D’altronde il matrimonio è una istituzione che na-sce da un presupposto diverso dalle convenzioni giuridiche. Chi si sposa lo fa perché sta bene con il partner e perché alla base c’è un sentimento forte come l’amore, che sarà anche un concetto inflazionato, ma è quello che regge ancora la gran parte delle vicende umane. Il problema nasce con le coppie omosessuali. Per re-golamentare le unioni ecco che si è pensato a un surrogato del matrimo-nio, che questo governo all’inizio ave-va in tutto e per tutto modellato come se fosse uno sposalizio di tipo laico (ricordiamo che i matrimoni civili e laici già esistono), per non creare su-scettibilità nei confronti del mondo e dei politici cattolici. Così è nato l’affi-damento del figliastro (la “Stepchild Adoption”) a due omosessuali che,

nell’unirsi, potevano portare nel nuovo nucleo un figlio già esistente di uno dei due partner. Questo per molti cattolici significava dar il via alla pratica chiamata dell’”utero in affit-to” (cioè commissionare a una donna un figlio, dal momento che due dello stesso sesso non potrebbero averlo). Da lì sono emerse poi tutte le discus-sioni veramente stucchevoli e fuori la logica di un’analisi veramente critica.UN GOVERNO BALLERINO - A questo punto il governo Renzi - che all’inizio voleva tenere a bada i pro-testatari, compresi quelli del “Family day”, puntando a una legge Cirinnà molto delineata nelle sue fasi - ha ce-duto su tutti i fronti, assecondando le opposizioni interne come quelle dei catto-dem, degli alfaniani (?) e dei verdiniani (??). roba da mandarli tutti a casa. Ne è uscita fuori una leg-ge che non serve a nessuno. Non ai cattolici, non agli omosessuali e non a coloro che del matrimonio non ne

vogliono sentir parlare. Oggi, quindi, ci ritroviamo con tre tipi di unioni: il matrimonio, le unioni civili, le convi-venze. Così le forme di coppia, come le unioni civili e le convivenze, non avranno la pensione di reversibilità, i benefici legati all’eredità e altro anco-ra, creando un ibrido giuridico sen-za senso e che probabilmente verrà fermato dalla Consulta per via del mancato rispetto dell’art. 3 della Co-stituzione, il quale vieta discrimina-zioni anche in base all’orientamento sessuale. In pratica ciò che era nato per tutelare gli omosessuali, finisce invece per punirli, soprattutto perché non riconosce un bel niente rispetto a quello che originariamente si era prefissato questa legge. Tale iter è un po’ la metafora della nostra Italia, in cui le riforme partono in pompa ma-

gna (dal lavoro alla legge elettorale, dalla scuola alla Costituzione) e fini-scono in una bolla di sapone.I DIRITTI DI TUTTI, ANCHE DEI GAY - Allora torniamo un po’ all’ori-gine. Esiste il matrimonio ed esiste la convivenza di due che di unirsi in modo istituzionale non ne vogliono sapere. E allora che si abbia il co-raggio di fare come già avvenuto in altri Paesi (le cattolicissime Spagna e Irlanda). Si riconosca una sola for-ma di matrimonio, senza palliativi e replicanti. Anche gli omosessuali hanno il diritto di unirsi in modo uf-ficiale, prendendo tutti gli onori e gli oneri che comporta la vita di cop-pia. La prima cosa che deve valere è il loro volersi bene, l’amore che sentono. Queste persone hanno il pieno diritto di avere anche dei fi-gli. Per noi, lo ripetiamo, è proprio l’amore tra un uomo e una donna che fa concepire il figlio, ma non nascondiamo la testa sotto terra per

non guardare in faccia la realtà. Qualcuno dice: “Che male hanno fatto quei figli che verranno affidati a due madri o a due padri? Come sarà il loro inse-rimento e come saranno accolti

a scuola, con i compagni che po-trebbero prenderli in giro?”. Certo, tutto ciò è vero oggi, ma fra qual-che anno certi pregiudizi cadranno. Così qualcun’altro risponde: “Che male hanno fatto e di quali colpe si sono macchiati quei figli che si ritrovano con dei genitori eteroses-suali separati? Spesso, oltretutto, devono assistere a delle vere e pro-prie guerre familiari intestine: forse questa situazione non è angoscian-te per un bambino?”. Infine un’ul-tima osservazione. In una società in cui vengono ormai (giustamente) riconosciuti i diritti degli animali e dove se uno maltratta un cane (an-cora più giustamente) viene punito e messo al pubblico ludibrio, stiamo ancora a fare dei distinguo sui diritti alle persone?

Il problema era stato segnalato già qualche tempo fa sia dai re-sidenti, sia dai turisti che frequentano le strutture ricettive della zona. Quei pali sistemati quasi in mezzo alla strada, in via del Mare, a Cologna, non piacciono proprio. Restringono la carreg-giata, creano disagi durante le manovre di parcheggio, rischiano di causare qualche incidente. Ed è già successo in passato, so-prattutto in estate quando la zona è frequentata da migliaia di turisti. Al Comune di Roseto era stato chiesto di spostare quei lampioni, di si-stemarli a ridosso del muro di cinta, sul lato est della strada. Servono però soldi per un’o-perazione del genere. E al momento le casse dell’Ente sono completamente asciutte.

Lampioni fastidiosi, quasi in mezzo aLLa strada

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Sono stati ultimati, grazie all’intervento degli operai comunali, i lavori di ripristi-no della griglia di raccolta delle acque piovane lungo via Tronto, in zona Roseto Sud. Nella stessa area sono cominciati anche una serie di lavori per il ripristino del verde pubblico e la potatura di diver-se piante. Si tratta di una situazione che era stata segnalata da alcuni residenti e che è stata finalmente risolta. Con que-sto intervento il Comune ha eliminato sia il problema della sicurezza (vi era un pe-

ricolo concreto), sia quello del forte ru-more, causato dalle non perfette condi-zioni della struttura. E’ stato soprattutto il consigliere comunale con delega alle manutenzioni, Romano Iannetti a se-guire personalmente l’intera operazione e fare in modo che il problema venisse eliminato in fretta. Intanto sono comin-ciati in questi giorni, sempre nella zona di Roseto sud, i lavori di potatura di di-verse piante ed alberi e la risistemazione di alcune aree verdi.

nuova grigLia per Le aCque bianChe in via tronto

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roseto

serbatoio in eternitDa ormai diversi anni questo serbatoio in Eternit sosta nella zona sud della pineta storica e quindi all’interno dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano. Probabilmente in pas-sato fu utilizzato per innaffiare alcuni pini reimpiantati, ma adesso giace lì inutilizzato senza che nessuno si preoccu-pi minimamente di rimuoverlo. La cosa che colpisce è che tutti sanno che il materiale utilizzato per la realizzazione di questo grande contenitore rappresenta un elemento di alta nocività per la nostra salute e per l’ambiente in generale. Ci chiediamo: “Quanto tempo dovrà ancora passare prima della rimozione?”.

La nazionaLe paraoLimpiCa

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pineto

Un grande benvenuto è stato organizzato dal comune di Pineto a favore della nazionale paraolimpica. Ben 600 ragazzi hanno ac-colto l’arrivo degli azzurri che si sono allenati per una settimana sulle strade pinetesi in vista delle olimpiadi di agosto in Brasile. Dopo il clamore scaturito dai racconti degli atleti, l’emozione e l’attenzione è salita alle stelle dei numerosissimi presenti quando Alex Zanardi - che nel 2001, in un drammatico incidente duran-te un gara automobilistica di Formula Uno, perse ambedue le gambe, ha detto: “Credete sempre in voi stessi e in ciò che state facendo, perché neanche io avrei mai creduto di potere arrivare dove sono arrivato prima del mio incidente”.

di TIZIANOABBONDANZA

[email protected]

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stico decisamente consono ai modi espres-sivi della contemporaneità ed in linea con il carattere di un luogo deputato allo svol-gimento di tematiche artistiche di ricerca”. La mostra di Loriana Valentini, che aprirà l’8 fino al 26 marzo 2016 e che è possibile visitare martedì-sabato ore 10-13/16-19, si terrà al Museo L’Arca, Laboratorio per le Arti Contemporanee, ubicato a Teramo, largo San Matteo, nella zona centrale del corso S. Giorgio.

questione. In pratica il monito è più che mai valido, vale a dire che certi comportamenti sono proprio inaccet-tabili e chi verrà scoperto pagherà sa-lato questa incivile abitudine. È ovvio che noi di Eidos invitiamo tutti, giova-ni e meno giovani, a segnalarci ogni pur minimo gesto in cui l’ambiente viene devastato, offeso e danneggia-to. Dobbiamo far sentire il fiato sul collo a coloro che credono di poter fare quello che vogliono, senza mai pagare dazio. Da parte nostra ci met-teremo il massimo impegno.

Via Bosco Martese è la quarta via che esaminiamo della lo-calità S. Petronilla. È una parallela rispetto alla strada princi-pale che congiunge le S. S. 16 con la 150. Ci si confluisce da via Martiri Pennesi e unisce il parco da un lato al campetto di calcio dall’altro.Martese è una frazione del Comune di Rocca Santa Maria in Provincia di Teramo. Il borgo è sito a quota 997 metri, a soli 1,2 km di distanza stradale dal capoluogo comunale. Si raggiunge percorrendo un breve tratto di strada in discesa, tortuosa ma percorribile con le automobili, che si distacca dalla strada provinciale SP. 48 di Bosco Martese, che da

Perché via Bosco Martesea s. Petronilla si chiaMa così?

Teramo conduce a Rocca Santa Maria spingendosi fino alla località montana del Ceppo. Al Ceppo si svolse uno dei pri-mi episodi della Resistenza Italiana che va sotto il nome di Battaglia di Bosco Martese, lo scontro tra le truppe austro-tedesche contro un gruppo di italiani qui rifugiati insieme con militari iugoslavi, inglesi, canadesi, neo zelandesi ed australia-ni, allontanatisi dai campi di concentramento dopo l’armisti-zio dell’8 settembre 1943. Proprio al Ceppo, per rappresaglia, fu successivamente fucilato Mario Capuani, giovane pediatra trentaseienne, prelevato con l’inganno nottetempo nella sua casa di Torricella Sicura. (InfoWeb)

a cura della redazioneCerchi Concentrici Promotor

CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

Ancora una mostra importante per l’artista di S. Giovanni di Roseto che ormai da anni rie-sce a colpire positivamente i molti estimatori con una pittura di tipo onirica e a tratti meta-fisica. Dice nella brochure di presentazione Francesca Lucantoni, assessore alla Cultura del Comune di Teramo, “Mi è parso giusto, quindi, per solennizzare la festa della donna dell’anno 2016, proporre di inaugurare l’otto marzo questa mostra come desiderio femmi-nile di riscatto, esposto in un linguaggio arti-

La nostra denuncia ha fatto centro. Vi ricordate ciò che abbiamo riporta-no sull’ultimo numero di Eidos nella rubrica “Curiosizie” dal titolo Sacco dell’immondizia lanciato da un’auto: abbiamo il numero di targa? Ebbe-ne, la Polizia Municipale di Roseto ci ha contattato ed ha voluto tutte le informazioni del caso. Noi siamo stati felici di segnalare la marca della vet-tura, il modello, la targa, il giorno e l’ora dell’episodio ed altri particolari, in modo che gli agenti adesso possa-no provvedere ad andare in fondo alla

la Pittrice loriana valentini esPone a teraMo dall’8 al 26 Marzo

la Polizia MuniciPale di roseto sulle tracce dichi ha lanciato il sacco d’iMMondizia dall’auto

16 CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

Altra grande occasione d’incontro sono i matrimoni. È un momento per stare insieme e raccontarsi un po’ la vita che inevitabilmente scorre addosso a ognuno di noi. Ri-vedere le immagini del passato mette sempre un po’ di nostalgia, soprattutto per il ricordo che si ha delle persone che non ci sono più. Nella foto, scattata nei locali della Sid (fabbrica collocata nei pressi del palazzetto dello sport

i ragazzi di una volta 42 - i MatriMoni, un Modo di grande convivialità Per ritrovarsi

in cui oggi insiste un emporio all’imbocco del sottovia), si festeggiava il matrimonio di Andrea Di Bonaventura. Siamo nel 1963, esattamente il 12 ottobre. Da sin. Mimì Fascioc-co, Ugo D’Egidio, Italo Bruscia (dietro), Enzo Moretti (con gli occhiali), Ines Marinelli, Domenico Crisante, Giuliano Verrigni, Nicola Di Bonaventura, Dorino Di Sante, Alfiero Natalini (dietro a Dorino) e Pio Di Giosia.

Ancora una ricorrenza in apertura. “Grazia Deledda, 90 anni fa il premio Nobel per la letteratura”, con il sottotitolo: È stata grande per come ha saputo cogliere il malessere della drammatica incapacità di comunicare, che nel corso delle decadi successive diventerà un ostacolo insor-montabile per molti uomini. A seguire Franco Sbrolla parla di “La mattanza del Parco Bixio, i filari di pini di via Colombo e il progetto della Giunta comunale”, continuando: L’Ammi-nistrazione ha lasciato in forte degrado il centro cittadino, la sede viaria e il marciapiede, che pur malridotto invita a passeggiare in quanto è riparato dal freddo invernale e dal caldo estivo. Ugo Centi, direttore del sito web Controaliseo ci parla di ospedali: “Anche nelle località di vacanza la ma-lattia avviene”: Ricorderò per sempre la notte di capodanno passata tra la corsia e l’ingresso deserto dell’ospedale, nel

il nuMero 58 di chorus è in edicolatentativo di tener compagnia ai propri cari, con una amica che di tanto in tanto scendeva giù a prendere una boccata d’aria. Infine lo stu-dente universitario Alberto Di Nicola fa una riflessione sul Belpaese: “Decadenza italiana,

siamo una Nazione o il popolo dell’inchino?”, in cui si chia-risce: Nella storia, troppe volte, abbiamo messo in secondo piano i nostri interessi primari al fine di ottenere un ruolo, anche se non primario, nello scacchiere delle scelte stra-tegiche di politica ed economia, ma, alla fine, ci abbiamo davvero guadagnato?Il giornale è disponibile: a) sul sito www.williamdimarco.it, cliccando “Riviste” nel menù in alto, poi Chorus e poi anco-ra n° 58; b) sul sito www.eidosnews.it, nella sezione “Leggi-mi”. Per riceverlo a casa basta segnalare il proprio indirizzo di posta elettronica a [email protected].

17CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

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Salvatore Angelozzi, giovane triplista teramano, portacolo-ri della società Atletica Vomano Gran Sasso, conquista al sesto e ultimo turno di salti, la medaglia di bronzo ai cam-pionati Italiani allievi indoor di Ancona, con la misura di mt 14.18, dimostrando tenacia agonistica in una gara di alto contenuto tecnico con il nuovo record nazionale di catego-ria di Andrea Dalla Valle (Atletica Piacenza), il quale rag-giunge mt 15.70. La medaglia di bronzo di Salvatore Ange-lozzi all’esordio tra gli allievi conferma i progressi agonistici e tecnici dell’atleta, già campione Italiano cadetti lo scorso mese di ottobre a Sulmona, sotto l’attenta guida del prof. Claudio Mazzaufo, tecnico specialista dei salti in estensione di fama internazionale. Angelozzi è uno dei candidati, tra le giovani promesse del progetto dell’Atletica Vomano Gran Sasso, destinati a seguire le orme dei tanti campioni che nel recente passato hanno indossato la maglia del Club di Morro D’Oro del presidente Ferruccio D’Ambrosio, prima di passare tra i “professionisti” con i gruppi sportivi militari e raggiungere risultati di livello internazionale. Di recente: a) il primato italiano di Gianmarco Tamberi (GS Fiamme Gialle) nel salto in alto 2.38; b) il campione europeo e quarto alle Olimpiadi di Londra 2012 nel salto triplo Daniele Greco (GS Fiamme Oro); c) il rilancio dell’ex campione del mondo di salto con l’asta Giuseppe Gibilisco (GS Fiamme Gialle); d) il primatista italiano under 23 di lancio del giavellotto Gian-luca Tamberi (GS Fiamme Gialle); e) l’ostacolista azzurro Leonardo Capotosti (GS Fiamme Gialle) e tanti altri atleti.

Podio e Prova di caratterePer angelozzi agli indoor allievi

Fare sport è sempre stato uno dei momenti più appa-ganti della vita dei giovani. Molti di loro svolgono attivi-tà fisica nelle varie società o palestre, dove le cose si fanno non solo bene, ma anche seguendo una certa regola e disciplina. Questo è un grande vantaggio per la formazione del loro carat-tere, ma alle volte quel gio-co “libero”, cioè fuori dagli schemi, viene a mancare. Ecco, quindi, che alla prima occasione di una partita “senza vinvo-li” (nel senso dove bisogna solo correre dietro il pallone, darsi una pacca sulle spalle e alla fine stringersi la mano, ridendo anche di qualche sfottò) gli interessati accorrono con gran-de entusiasmo. Così è successo per gli studenti del Moretti

che Belle le Partite “liBere” tra studenti al caMPo dei Preti!

che si sono ritrovati al mitico Centro Guerrieri-Piamarta (conosciuto dai più come il Campo dei Preti) per sfidar-si, con squadre improvvisate in quel momento. Insomma, un bel pomeriggio per tutti, compreso gli spettatori, cioè alunni e alunne che hanno promesso di scendere anche loro, la prossima volta, sul rettangolo verde. Nella foto

in piedi da sin. Massimo Panetta, Alessio Casimirri,Andrea Pavone, Francesco Grilli, Emanuele Covelli, Marco Falone, Giuseppe Pavone, Mounir Lahbi, Samuel Pavone, Ilis Cjapi; in basso da sin. Keda Ye, Antonio Fiorà, Marco Antonelli, Da-niele Spizzirri, Piero Sacchetti, Andrea Croce, Marco Barla-fante , Andrea Montese.

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alexzanaRdi

L’ex pilota di F1 che ha persoentrambe le gambe in unterribile incidente ed oggi campione di ciclismo paralimpicoè stato acclamato da tutti. Ha preso parte al ritiro dellaNazionale di Ciclismo Paralimpica che si è tenuto tra Pineto e Roseto, in vista di Rio 2016. In questi giorni ha incontrato centinaia di studenti. “La disabilità è solo nella mente delle persone”, ha detto. E poi un monito: “Luoghi stupendi ma le strade sono messe davvero male”

un esempioper tutti

Alex Zanardi, dalla For-mula 1 al ciclismo para-limpico dopo aver perso in un terribile incidente entrambi gli arti superio-

re. Ha preso parte nei giorni scorsi al ritiro della Nazionale di Ciclismo Paralimpica, tra Pineto e Rose-to, iniziativa organizzata dal Team Go Fast del presidente Andrea Di Giuseppe nell’ambito del Progetto Biciclettica. L’atleta ha incontrato centinaia di studenti delle scuole di Roseto, Pineto, Silvi ed Atri. “E’ stata una bellissima esperienza”, ha raccontato Zanardi, “vedere questi ragazzi entusiasti è stato stupendo. Si è campioni nello sport, ma so-prattutto bisogna essere campioni nella vita, con valori sani. La disa-bilità fisica può essere superata e la Nazionale Paralimpica ne è un esempio. Purtroppo lo scoglio mag-giore è la disabilità legata ai pregiu-dizi, è nella mente delle persone. Noi vogliamo trasmettere un mes-saggio chiaro: l’handicap fisico non è un impedimento”. Ed ha ragione Alex Zanardi che con i suoi compa-

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gni di squadra hanno dimostrato di essere dei veri campioni ben oltre lo sport. In occasione dell’evento, la squadra si è allenata lungo le no-stre strade. Sono stati visti pedalare a gran ritmo. “Abbiamo visto luo-ghi magnifici”, ha sottolineato l’ex pilota di F1, “però un appunto va fatto: le strade sono davvero ridotte male. Il manto d’asfalto in queste condizioni rappresenta un perico-lo. Davvero un peccato. Il nostro obiettivo? Continuare a lavorare e ad allenarci per Rio 2016. Voglia-mo stupire”. Ha firmato autografi, si è concesso ai selfie di decine e decine di fan, ha stretto mani. Alex

Zanardi ha lasciato un ricordo inde-lebile. L’iniziativa di portare ancora una volta la Nazionale di Ciclismo Paralimpica da queste parti c’è già. Il presidente del Team Go Fast ci sta già lavorando. “Abbiamo avuto un riscontro importante, sia di pubbli-co, sia mediatico”, ha puntualizzato Di Giuseppe, “faremo in modo che questo progetto possa quindi esse-re portato ancora avanti in futuro”. Dunque è calato il sipario con un bilancio estremamente positivo si questa avventura che sicuramente ha lasciato un segno nei confronti di chi purtroppo continua ad avere preconcetti sulla disabilità.

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La Corte di Cassazione dà ragione al Comune che nel 1998 aveva avviato una battaglia per fare in modo che il colosso energetico versasse nelle casse dell’Ente l’Imposta Comunale sugli Immobili. La somma che il

gruppo della Marcegaglia dovrà versare è di circa 33milioni di euro. Il calcolo imponibile deve far riferimento ai valori contabili dell’Eni

Una battaglia durata 18 anni che si è con-clusa con il pronunciamento della Cassa-zione che ha condannato l’Eni al paga-mento dell’Ici nei confronti del Comune di Pineto. Una battaglia iniziata dall’allora

sindaco Giorgio Parisse, nel 1998, portata avanti poi dalle altre amministrazioni, compreso l’attuale primo cittadino Robert Verrocchio che ha sottolineato tutti i meriti che hanno avuto i dirigenti del Comune e l’ex sindaco Parisse. “I miei predecessori hanno insistito su questo tema”, ha spiegato il sindaco Verrocchio, “hanno dimostrato che le piattaforme al largo essendo collegate alla rete a terra nel nostro territorio, avreb-bero dovuto pagare l’Ici. Per quanto riguarda ora le somme da incassare, la cassazione dice anche che il valore imponibile fa riferimento sui valori contabili dell’Eni”. Tutto era nato nel momento in cui l’Eni aveva

versato negli anni ’90 l’Iciap, poi sostituita dall’Ici. Se-condo i dirigenti del Comune se il colosso dell’energia aveva pagato l’Iciap, avrebbe dovuto quindi versare anche l’Ici. L’avvocato Ferdinando D’Amario è colui che ha seguito l’intera vicenda per conto dell’ammini-strazione pinetese. Ed ora sa che altri Comuni percor-reranno la strada tracciata con la sentenza della Cas-sazione. Anche se l’Eni si appella alla legge di stabilità 2016. “Mi sarei augurato che anche altri Comuni ini-ziassero prima questa battaglia, così come ha fatto Pi-neto”, ha sottolineato l’avvocato D’Amario, “accodarsi è positivo, ma non encomiabile. Ora l’Eni cita la legge di stabilità 2016. Ma non è retroattiva”. Il Comune do-vrebbe incassare 33milioni di euro. Ma è chiaro che l’Eni si opporrà con ogni forza. Tra l’altro sul quantum è probabile che venga avviato un accertamento con gli organi competenti. Di certo si conclude una batta-glia che apre ora la strada a nuovi contenziosi. Perché molti Comuni che convivono con piattaforme piazzate al largo ma che hanno il collegamento a terra per la la-vorazione degli idrocarburi chiederanno il versamento dell’imposta.

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pinetol’eni condannata a pagare l’ici

L’ex sindaco Giustino Parisse

L’avvocato Fernando D’Amario

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Il 6 marzo il Prof. Mariano Suppa, da tantissimi ri-cordato come il Preside Suppa, compie 80 anni. Ora è in pensione da tempo, dopo una vita ricca di soddisfazioni, di duro lavoro, di riconoscimenti e di affetti. Ha vissuto nella sua carriera profes-

sionale 32 anni da Preside, e di questi ben 25 anni sono stati spesi alla Scuola Media “ Fedele Romani” di Roseto. Un percorso di vita ben preciso che lo ha portato anche ad una partecipazione come Assesso-re alla Pubblica Istruzione nell’Amministrazione Co-munale di Roseto degli Abruzzi per 12 anni! a quel periodo si devono le edificazioni di alcune strutture scolastiche come il plesso di via Piemonte. La vita del Preside Suppa racconta di una grande passione per il suo lavoro, ma ora è impegnatissimo in un altro tipo di attività: nonno a tempo pieno di 7 nipoti, divide il

PRIMO POSTO SUL PODIO PER IL GRUPPO LS CREW DELL ASD ENERGY NEL PRESTI-GIOSO CONCORSO DI DANZA TENUTOSI A ROMA IL 6 E IL 7 FEBBRAIO PRESSO IL TEATRO NAZIONALE DELL’ACCADEMIA.I RAGAZZI NON SI ASPETTAVANO UN COSI BEL RISULTATO FRA INNUMEREVOLI GRUPPI DI DANZA INFATTI QUANDO,CHIAMATI A RITIRARE IL PREMIO SUL PALCO , NESSUNO DI LORO AVEVA CAPITO DI ESSERE PROPRIO AL PRIMO POSTO.CONTENTISSIMA ANCHE LA PROFF MAFALDA SUPPA FIERA DI QUESTO INATTESO RICONOSCIMENTO.ECCO I NOMI DEI RAGAZZI DEL GRUPPO LSCREW, ELDA BARTOLACCI,DAVIDE ANGELOZZI, LISA SOTTANELLI, GIORGIA SAVINI, BENEDETTA DI DOMENICO, PAOLA TADDEO, GAIA DI MASSIMO, FABIO CARUSI, ALICE ROTA, SARA D ANDREA, GIORGIA TADDEI .PURTROPPO QUESTULTIMA NON PRESENTE ALLA GARA POICHE INFORTUNATA

suo tempo tra la cucina ( altra bella passione per lui) e il calcio. E’ un tifoso storico del Napoli, e segue con attenzione tutte le fasi del campionato nazionale e non solo. Qui si apre, però, un’altra disputa, questa volta in casa. Il nipote Luca è un tifoso juventino convinto. Chi avrà la meglio? chi si prenderà le prossime soddi-sfazioni sportive? tra Juve e Napoli i giochi non sono ancora conclusi, in questa stagione calcistica. Ma di sicuro per nonno Mariano e Luca il tifo calcistico sarà ancora un modo per dimostrarsi l’affetto che li lega, nonostante le scaramucce nel corso delle partite. Al Preside Suppa vanno gli auguri di tutti, e in modo particolare un abbraccio pieno dell’affetto, dell’amore della sua famiglia, a partire dai figli Alfonso, Mafalda e Pietro.

Buon compleanno, Preside!

il Preside suppa coMPie 80 anni!!!

ls cReW della Palestra a.s.d. energY

PRiMi cLassiFicatial gran PreMio della danza:euRoPa in danza

Nato sotto il segno dei Pesci, avrebbe cantato Antonello Venditti

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BalneaRi contRo la diRettiva Bolkestein

Il consigliere regionale del Pd Luciano Monticelli Monticelli a Balnearia: “Doppio binario, urgentissimo un intervento del Governo”. L’intervento in rappresentanza

della Regione Abruzzo al Salone Balnearia di Marina di Carrara

Contro la direttiva Bolkestein, che prevede il rimpasto del-le concessioni demaniali con il rischio di molti operatori di vedersi vanificare gli in-

vestimenti operati nel settore turistico, l’Abruzzo chiede un impegno forte da parte del Governo centrale. L’appello è del consigliere regionale del Pd Luciano Monticelli che ha preso parte all’assem-blea convocata al Salone “Balnearia” di Marina di Car-rara dalle organizzazioni nazionali degli operatori del turismo balneare. L’intervento più atteso è stato quello del neoministro per gli Affari Regio-nali Enrico Costa, che, entrato in ca-rica solo poche settimane fa, ha da poco ereditato il dossier relativo allo spinoso tema del demanio marittimo, precedentemente seguito dal Sotto-segretario agli Affari Europei Sandro Gozi. In rappresentanza della Regio-ne Abruzzo è intervenuto invece Luciano Monticelli, delegato del Presidente Luciano D’Alfonso per l’appli-cazione della Direttiva Servizi al settore balneare. Il Mi-nistro Costa si è mostrato estremamente sensibile al tema delle concessioni bal-neari, che in Italia aspettano una riforma organica da molti anni, ossia da quando una Procedura d’Infrazione del 2008 ha stabilito che le norme nazionali sul rinnovo preferenziale a favore del con-cessionario urgente rappresentavano una violazione della Direttiva Europea sui Servizi che va sotto il nome del suo estensore, l’economista olandese Frits

Bolkestein. In particolare, ha sottoline-ato la necessità di restituire quanto pri-ma certezza normativa al settore, per permettere la concorrenza alla pari con gli operatori di altri Paesi. Il passaggio più apprezzato del suo intervento, tut-tavia, è stato l’impegno a convocare a brevissimo termine una nuova riunione del Tavolo della Conferenza Stato-Re-gioni, in modo da arrivare alla definizio-

ne di una posizione unitaria italiana da sostenere con gli organismi comunitari. “Come rappresentante della Regione Abruzzo”, ha sottolineato Monticelli, “accol-

go con grande favore l’intervento del Ministro Costa, ma al contempo sottolineo che ormai gli impegni non bastano più: il tempo stringe, e nella prossima riunione bisognerà asso-lutamente elaborare una posizione comune soddisfacente per tutti. A mio parere, ci sono ampi spazi

per trovarla sulla base del principio del doppio bina-rio”. Intanto la proroga sino al 2020 sulle concessioni già esistenti è stata bocciata di fatto dall’avvocatura

dell’Unione Europea. La Regione To-scana aveva dato il via libera a questa operazione e i balneatori abruzzesi ave-vano chiesto alla Regione di prendere esempio proprio dalla Toscana, solleci-tando in tal senso il governo abruzzese. Ma per l’Ue si tratta di una strada non percorribile. Resta quindi l’incognita di una direttiva, la Bolkestein, che rischia di mettere in ginocchio migliaia di ope-ratori italiani.

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Via Accolle 18 Roseto degli Abruzzi (TE)

Tel. 085-8930487 Fax 085-8931818

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Il Roseto continua la sua splen-dida e sorprendente stagione, nonostante l’ultimo passaggio a vuoto casalingo contro il Tre-viglio. La squadra, partita per

salvarsi all’ultima giornata, ha ormai archiviato la questione salvezza, vin-to entrambi i derby contro il Chieti e veleggia al quinto posto a quota 30, a 4 punti dalla vetta oggi occupata dal Treviso. Insomma: un pieno di sod-

disfazioni, apprezzate da un pubblico che è tornato ad essere quello degli anni ruggenti della Serie A, con quasi tremila appassionati a gremire il Pa-laMaggetti. La stagione rosetana, già gratificata con l’elezione di Bryon Al-len a giocatore del mese di dicembre, ha visto in questi giorni un altro pre-mio: Tony Trullo allenatore del mese di febbraio. Insomma: tutto procede per il meglio e il Roseto lavora in pa-

lestra in attesa di tornare in campo dopo la pausa per la Coppa Italia, il 13 marzo a Matera affrontando il fa-nalino di coda, per poi ospitare fra le mura amiche Jesi, squadra terzulti-ma in classifica. Due partite niente affatto facili, che gli Sharks devono vincere se vogliono continuare a spe-rare di arrivare entro i primi quattro posti e iniziare così i playoff avendo il fattore campo a favore. Intanto, il Roseto ha tesserato Francesco Fara-galli “a garanzia”, in modo da poterlo eventualmente avere per i playoff. Il giovane play di proprietà del Roseto, che gioca in Serie B alla Luiss Roma, finirà comunque la stagione nella sua attuale squadra. Arriva, quindi, il mo-mento della verità, in cui il Roseto dovrà dimostrare di avere la forza di trasformarsi da squadra sorpresa del campionato a squadra protagonista dello stesso, capitalizzando appieno l’enorme potenziale finora messo in campo per la gioia dei suoi tifosi.

Roseto Sharks

Se arriva il salto di qualità, playoff con il fattore campo a favore. Intanto, Tony Trullo miglior allenatore di febbraio

di Luca Maggitti IL MOMENTO DELLA VERITA’

Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere

PalaMaggetti gremito in Roseto-Bologna

Jacopo BorraTony TrulloCurva Nord

foto: Andrea Cusano

27Roseto Basket Story

L’oncologo, in gioventù coach del Roseto Basket, premiato per il progetto “Against the Pain”

di Luca MaggittiA GIAMPIERO PORZIOIL PREMIO REVERBERI

Tanto Abruzzo alla trente-sima edizione del Premio Reverberi, da molti definito l’oscar del basket. Infatti, nella cerimonia avvenuta lo

scorso 22 febbraio a Quattro Castel-la, in provincia di Reggio Emilia, sono stati premiati Paolo Moretti, ex Roseto, come miglior allenatore e Achille Po-lonara, ex Teramo, come miglior gio-catore. Ma il premio più commovente assegnato dalla manifestazione è stato quello intitolato “Basket e Solidarietà” e assegnato a Giampiero Porzio, onco-logo abruzzese e allenatore in giovane età del Roseto Basket. Il medico è stato premiato per il suo progetto “Against The Pain”, mediante il quale forma gli oncologi nella cura del dolore utiliz-zando gli schemi del basket e tenendo i suoi incontri all’interno di palasport. Al suo progetto hanno dato supporto stel-le del basket come l’attuale coach del-la Nazionale, Ettore Messina, l’arbitro più famoso d’Europa, Luigi Lamonica, e Charlie Yelverton. I numerosi incon-tri in giro per l’Italia di “Against The Pain” hanno sempre visto la partecipa-zione di due campioni del recente pas-sato come Roberto Brunamonti e Clau-dio Bonaccorsi, applaudito in Abruzzo anche a Roseto e Teramo e presente a

Quattro Castella. Giampiero Porzio ha fatto questa dedica, una volta ricevuto il premio: «Questi mesi sono stati i più difficili da quando - e ormai sono 32 anni - sono un medico. Tre cose mi han-no permesso di andare avanti: la mia fa-miglia, la voglia di inventare cose nuove e Roseto. Questo Premio ad “Against the Pain” è la mia rivincita. E lo voglio condividere con tutta Roseto. Perché senza Roseto non sarei - nel bene e nel male - quello che sono».

Giampiero Porzio riceve il Premio Reverberi

I premiati con il Reverberi

Davide Moretti, Giampiero Porzio, Paolo e Niccolò Moretti

Franco Montorro, Claudio Bonaccorsi, Gian Matteo Sidoli, Giampiero Porzio

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TAGLIANDI AUTO di tutte le marcheanche in garanzia

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ricordiUn’altra epoca? Un altro mondo? Non proprio, più semplicemente un modo diverso di porsi di fron-te alle cose. Nascere all’inizio del secolo scorso è qualcosa che ci riporta indietro negli anni, in un periodo in cui tutto girava intorno all’uomo

con un ritmo sicuramente più lento. Non c’erano i motori a scoppio che erano così invasivi, ma sappiamo che sono stati anche utili. O meglio, se c’erano non appartenevano af-fatto alle masse. I ritmi naturali avevano ancora un senso e lo scandire delle stagioni, oltre ad essere evidente, aveva il pregio di offrire una ciclicità che rimandava ai lunghi periodi delle bucoliche letterarie. Insomma, la natura era “benigna” e non “matrigna” come l’essere pensante l’ha fatta diventare. Eppure quel mondo in qualche modo è quasi stato preser-vato, come se per un attimo ci fossimo addentrati in un’altra dimensione, nonostante ci trovassimo più che mai radicati in questa realtà. Parlare con Lorentina Iezzi è stato quasi come immergersi in quel liquido amniotico che è anche il frutto di questo presente turbolento, le cui radici affonda-no nella nostra personale notte dei tempi. Già il luogo dove siamo andati a trovarla sembra qualcosa di ancestrale. Una casa apparentemente visibile dalla trafficata arteria che è la S. S. 150, ma che ha di “mondano” solo questa vicinanza. Per il resto, tutto rimanda al passato. L’accesso è costituito da un viale lungo giusto il tempo per farci lasciare alle spalle il caos quotidiano. Poi si entra in uno spiazzale con una casa colonica di quelle di una volta, rimessa a nuovo, però con le linee architettoniche dei vecchi casolari. L’interno è una favo-la continua: l’ingresso, il soffitto a crociera di mattoni a vista, il grande cammino con la fiamma perennemente accesa e la nostra protagonista seduta come una regina d’altri tempi, avvolta da uno scialle di quelli che sogni quando il freddo ti arriva nelle ossa e che porteresti come primo indumento nel viaggio dei viaggi al Polo Nord. E infine il sorriso e la serenità

impressa in un volto che avrà segnato anche i cento rintocchi nel contagiri della vita, ma che sembra invece risplendere evidentemente un’esistenza fatta di gioie e anche di sacrifici, ma quelli puri e veri, che aiutano a vivere meglio. L’attesa per dar vita a questa conversazione è finita, possiamo par-lare con una donna che può testimoniare in prima persona com’era il mondo contadino non solo del ‘900, ma addirittura dei secoli precedenti, tanto è stata influente l’onda lunga di un immobilismo dei lavoratori della terra, che per quasi delle ere intere sono stati legati alla loro zolla o gleba e guai a cam-biare quello che apparentemente sembrava l’immutabile. Poi l’evoluzione ha dato una svolta e anche tante persone hanno contribuito a far cadere la barriera di una forma di schiavitù alleggerita, come è successo per il marito di Lorentina, Al-fonso, che di suo ci ha messo tanto affinché le angherie e i soprusi venissero definitivamente a sparire. La vita ha tan-te sfaccettature, lo sappiamo, ma quando se ne presentano delle nuove che apparentemente sembravano celate dietro la voracità del progresso, si è contenti di aver avuto questa opportunità per conversare. Ora siamo tutto orecchi e cer-chiamo di mettere il nostro orologio indietro negli anni. Ecco, adesso è il tempo dell’ascolto.Tutto prese vita un secolo fa...Il mio territorio d’appartenenza è stato proprio Roseto o come si chiamava allora Rosburgo. Sono nata a Cologna Spiaggia, nella casa dove abitavano i miei vicino all’attuale ristorante Baia del Re. La data in cui ho aperto gli occhi non è proprio quella ufficiale. In verità venni al mondo il 19 dicembre del 1915, ma fui registrata dieci giorni dopo, cioè il 29. Sui docu-menti, quindi, quella è il giorno della mia nascita. Mio nonno tardò a registrarmi all’anagrafe, perché si andava di rado a Montepagano, dove c’era la sede municipale e quando vi si recò, lo fece per pagare le tasse. Così approfittò di passare negli uffici e lì l’incaricato disse che non poteva retrodatare

LoRentina iezzii suoi cento anni La PRoiettano in un’ePoca veRaMente Lontana

daLLa nostRa, Ma aLcuni caRatteRi PeRsonaLi Le sono RiMasti. QueLLa geneRosità, che ha iMPaRato ad aPPRezzaRe da baMbina,

L’ha tRasMessa anche ai suoi tRe FigLi

Ricordi 12 - III serie

SE SI PENSA A COME UN TEMPO SI VIVEVA IN CAMPAGNA, SEMBRA CHE IL NOSTRO SGUARDO

A RITROSO ABBIA DELL’INCREDIBILE. I CONTADINI DOVEVANO ASSECONDARE LE ESIGENZE DEL

PROPRIETARIO. POI LA PAURA DELLA GUERRA SI CONCRETIZZO QUANDO LORENTINA VIDE NEL

CIMITERO DI COLOGNA PAESE TRE AVIATORI POLACCHI STECCHITI DALLA CONTRAEREA

TEDESCA. OGGI SORRIDE ALLA VITA E GUAI SE NELL’ORTO CRESCONO LE ERBACCE. LA SUA PICCOLA ZAPPA È SEMPRE PRONTA ALL’USOLorentina Iezzi

di William Di Marco

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ricordila mia nascita. In quegli anni mio padre, Nicola, era al fronte per la I Guerra Mondiale e quindi fu informato del mio arrivo e mi poté abbracciare solo dopo. Scelse il nome di Lorentina perché rinnovò quello di una sua cugina alla quale era molto legata. La nostra era una famiglia contadina e il proprietario dove stavamo era Trifoni. Allora si era alle dipendenze quasi interamente dei proprietari terrieri e la vita di ogni famiglia era legata ai voleri di questi signori che spostavano le famiglie a seconda di dove c’era più o meno richiesta di mano d’o-pera. Mia madre, Adelina Pomante, era anche lei di Cologna Spiaggia e faceva la casalinga, anche se questo termine non è appropriato per il ruolo che svolgevano le donne allora. Vi-veva in campagna con mio padre, che era contadino e quindi anche lei si impegnava nei lavori dei campi, pur se doveva accudire una famiglia, che oggi diremmo numerosa, ma non tanto per gli standard di allora.Quanti eravate?Oltre ai miei genitori vi eravamo cinque figli, esattamente io che ero la prima, poi venivano Ernesto (11-12-1919), Maria (6-1-1921), Mario (8-5-1923) e Pierino (16-3-1928). Da pic-coli si faceva quello che un po’ tutti i bambini hanno sempre fatto tra di loro. Intanto qualche gioco me li ricordo, come la campana, il nascondino e c’era anche un’altalena in quella mia lontana infanzia. Ma in quei tempi tutto era diverso e la fanciullezza simile a quella di oggi non era affatto pensabile. Già da piccoli s’imparavano le cose essenziali, soprattutto per una bambina. Quindi bisognava saper cucire, mettere i punti e darsi da fare per le faccende domestiche. Si capiva subito quale sarebbe stato il futuro di ognuno di noi, cioè saper ac-cudire la casa, che poi era quello che intere generazioni del passato avevano fatto.E la scuola fino a quando la frequentò?Tutto diverso dalla contemporaneità. Sono stata alle Elemen-tari fino alla III ed era un po’ il livello che si raggiungeva per quasi tutti i bambini di quegli anni. La scuola era situata vi-cino alla stazioncina ferroviaria che c’era a Cologna Spiaggia e di quei giorni non mi ricordò granché. So che a undici anni lasciai con la mia famiglia la frazione: andammo ad abitare a S. Lucia, nella zona vicino a dove vivo oggi, ma posta più vicino al fiume. Le terre erano dei marchesi Mazzarosa e il Comune non era ancora a Rosburgo, che divenne capoluogo cambiando il nome in Roseto degli Abruzzi solo nel 1927. Io già ero una forza lavoro per la mia famiglia. Facevo a tutti gli effetti la contadina e in quel tempo significava sapersi arran-

giare un po’ in tutte le cose. Zappavo, tagliavo l’erba, aiutavo nella mietitura e poi c’erano i lavori di casa che mi venivano sollecitati sempre da mia madre. Allora dovevamo ogni gior-no procurarci l’erba fresca per le mucche che avevamo nella stalla. Bisognava tagliarla a mano e poi portarla agli animali, ma guai a stenderla noi. Erano solo gli uomini che potevano dare a mangiare, perché non solo ognuno aveva il suo com-pito, ma soprattutto alle donne era precluso qualsiasi attività che da sempre era appannaggio dei maschi.Poi venne il tempo del fidanzamento.In realtà il mio matrimonio era già scritto, nel senso che il mio futuro marito, Alfonso Di Bonaventura, abitava vicino casa mia e anche lui era un contadino. Lavorava per i Mazzarosa insieme a tutta la sua famiglia come mezzadri e così, come confinanti, ci conoscevamo sin da piccoli. In quei tempi si approfittava di ogni situazione per potersi incontrare, anche se queste erano rare. C’erano le feste patronali, soprattutto d’estate a Roseto e Notaresco e poi le occasioni legate al raccolto. Per esempio un grande momento d’incontro av-veniva quando si ripuliva il granoturco, sgranandolo con la zappa: davanti le case si ballava e si cantava. Altri tempi, come quando andavamo al ruscello vicino al fiume o nei ca-nali dove scorreva acqua limpidissima per lavare i panni e stenderli sui prati d’erba. Tornando al mio fidanzamento, a diciannove anni lo ufficializzammo e poi mi sposai il 31 di-cembre del 1944. Era il periodo della II Guerra Mondiale e per fortuna i tedeschi erano andati via da Roseto già a partire da giugno di quell’anno. Ricordo con terrore quei momenti, perché nel frattempo, tra il 1935 e i primi anni ‘40 ero andata a vivere a Cologna Paese. Lì, durante i bombardamenti, vidi un aereo precipitare con tre aviatori polacchi. Li portarono all’obitorio del cimitero e potetti osservarli da vicino. Erano così giovani e belli che vederli morti in quel modo ti stringeva il cuore.Com’è un matrimonio in periodo di guerra?Intanto va detto che mio marito era sotto le armi. Dalla To-scana ritornò con il congedo matrimoniale e ci unimmo nel-la chiesa di Montepagano. Lui era un tipo che da sempre aveva lottato contro le ingiustizie. Era il suo carattere e ap-pena vedeva dei soprusi, si ribellava. Una volta picchiò un soldato tedesco, perché lo aveva visto maltrattare un povero cristo. Gli strappò il fucile, ma fu costretto anche a scappare e nascondersi. Rimase per cinque giorni alla macchia e per fortuna i militari non si avventuravano nelle zone interne per

Ricordi 12 - III serie

S. Lucia, anni ‘30. Lorentina Iezzi, a sinistra, con due cugini

Montepagano di Roseto, 31-12-1944. Lorentina Iezzi e Alfonso Di Bonaventura

nel giorno del loro matrimonioS. Lucia, anni ‘30. Lorentina Iezzi in posa per una foto ufficiale

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paura delle imboscate. Alfonso era un tipo battagliero e lo vedevo anche quando rivendicava i diritti dei contadini con-tro la mezzadria. Pagò a caro prezzo questa sua posizione, poiché fu sempre ostacolato dalla proprietà.E dopo sposata?La mia vita è stata sempre a casa, tra le faccende domestiche e i lavori nei campi. Non sono mai uscita da Roseto e gli unici viaggi li ho fatti quando andavo a Pescara a trovare una mia zia. Arrivata in casa di mio marito, entrai a far parte di una famiglia di stampo non tanto patriarcale, come era in quel tempo, quanto matriarcale. Mia suocera aveva pieni poteri in casa e quello che diceva, era legge. Sono cresciuta in questo modo e il ruolo della donna nel mio caso non è stato affatto di sottomissione. Poi va detto anche che le terre da coltivare erano veramente tante: andavano dall’attuale casello dell’au-tostrada di S. Lucia fino a Pagliare e poi verso il fiume. Mio marito per spostarsi usava il cavallo. Era un bravo cavalle-rizzo e sotto le armi aveva continuato a cavalcare. Lo faceva anche “a pelo”, cioè senza sella e aveva dato lezioni anche ai figli dei ‘padroni’ di allora. Non le nascondo che amava divertirsi e da giovane le donne erano il suo hobby preferito.Per lei e suo marito la casa ha rappresentato molto?È stato per noi un vero rifugio, ma anche per i tanti viandan-ti. Durante la guerra ospitammo diverse persone, tra cui un sardo che divenne un pezzo grosso e che negli anni ci ha sempre scritto per ringraziarci. Ma in modo particolare mol-ti vennero a stare da noi durante i mesi dello sfollamento, dopo l’8 settembre del 1943. Passava gente che veniva da Pescara, Francavilla e molte zone costiere, la quale sfuggiva ai bombardamenti. Abbiamo avuto per tutti sempre un pasto da offrire o un giaciglio per la notte. Poi c’erano degli habi-tué come un prete e un frate che facevano tappa da noi e si fermavano a pranzo. La nostra dimora è stata sempre aper-ta a tutti, anche perché disponevamo delle cose che allora pochi tenevano in casa. Siamo stati tra i primi ad avere una radio e poi a fine anni ‘50 anche tra i primi della zona a pos-sedere un televisore. Sistemavamo le sedie e la sera qui era sempre pieno. D’altronde casa nostra è stata sempre un via vai di persone. Eravamo già di nostro diciotto persone, con oltre tre nuclei familiari. Si dormiva nei lettini e i bambini stavano anche in due, ma posso dire che non ci è mai man-cato nulla, almeno sotto il profilo alimentare. Poi anche po-liticamente, soprattutto con mio marito, siamo stati sempre di sinistra. Alfonso, a partire dagli anni ‘50, comprava L’E-

spresso, data anche un po’ la sua indole rivoluzionaria. Poi c’era anche l’Unità che girava in casa e quando finivamo di leggerla, passava alle altre famiglie, come quella dei Ciminà che stavano vicino a noi. Ci siamo sempre aggiornati, an-che per le piccole cose tecnologiche. Mi ricordo che quando comprammo la macchinetta per fare gli spaghetti fu quasi un avvenimento. La venivano a vedere anche le donne del paese e fu un po’ lo stesso per la macchina da cucire. Tutto questo lo devo a mio marito. Anzi, i suoi fratelli non sempre erano d’accordo per queste spese, al punto che, passando vicino al televisore, si giravano dall’altra parte, proprio per sottolineare l’inutilità di certi apparecchi.Arrivarono anche i suoi figli.Ne abbiamo avuti tre. La prima è stata Claudia, nata il 6 ottobre 1945, poi Alida del 21 aprile 1948 e infine Franco del 7 agosto 1953 (gli ultimi due presenti all’intervista, nda). Di quest’ultimo, per due volte sindaco di Roseto, posso dire che come maschio è stato sempre un po’ coccolato, ma la soddisfazione più grande che ha dato al padre fu quando venne eletto primo cittadino. Era la primavera del 2001, ma pochi mesi dopo, il 2 settembre, mio marito morì improvvi-samente. Tornando all’ammirazione che Alfonso aveva per le belle donne, soprattutto del cinema, va detto che scelse il nome delle nostre figlie facendo riferimento a delle attri-ci, come per Alida, riprendendo lo spunto dalla Valli, artista molto in voga negli anni dell’immediato dopoguerra.Che cosa avete trasmesso ai vostri figli?Senza dubbio mio marito è stato più uomo di mondo rispetto a me. Lui diceva che bisognava girare e tenersi aggiornati. Ha spinto affinché mio figlio facesse dei viaggi, soprattutto da ragazzo. Da parte mia ho cercato sempre di infondere il concetto di generosità. Quando è possibile, gli altri vanno sempre aiutati.Ieri era meglio di oggi?Assolutamente no. Si vive meglio adesso, nonostante molte cose non mi piacciono. L’agiatezza di oggi è una conquista che i giovani devono imparare ad apprezzare.Poche parole per un lapidario messaggio fatto di saggezza. Lorentina adesso può distrarsi un attimo, rimettere ordine ai tronchetti del cammino, rinvigorire la fiamma e spargere la cenere. Il fumo sale su per la canna fumaria e porta con sé le voci di questa intervista. Quante parole negli anni sono salite per poi fuoriuscire da quel comignolo?

S. Lucia, 1954. Da sin. Papà Alfonso, mamma Lorentina, con in bracco il piccolo

Franco, e un cuginetto

Anni ‘40. Il marito di Lorentina, Alfonso Di Bonaventura, durante il periodo del militare

in qualità di cavallerizzoS. Lucia, fine anni ‘50.

Da sin. Lorentina Iezzi con la madre Adelina Pomante

Pubblicati: 1 - Mario Giunco; 2 - Luigi Lamolinara; 3 - Anna Maria Rapagnà; 4 - Domenico Cappucci; 5 - Domenico Osmi;6 - Armando Di Giovanni; 7 - Enzo Corini; 8 - Antonio Palmieri; 9 - Cassiodoro Di Sante; 10 - Dino Di Giuseppe; 11 - Leone Marini.

Ricordi 12 - III serie

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spoRt e natuRametafora di un rapporto da recuperare

Sportmeet Abruzzo organizza un ciclo di incontri a Roseto. Tre appuntamenti che

coinvolgeranno gli studenti del “Moretti” e del “Saffo”

Sportmeet Abruzzo organizza, con il patro-cinio del Comune di Roseto ed il coinvol-gimento dell’Istituto “Moretti” e del Polo Liceale “Saffo”, il progetto “Sport e natura: metafora di un rapporto da recuperare”. Si

parte già da questo sabato 5 marzo, presso l’aula ma-gna del Moretti. Si tratta nel complesso di tre incontri specifici con importanti ospiti e relatori, per promuove-re tra i giovani, ma non solo, sport e attività motoria in natura, sperimentando occasioni di sport nel territorio per incoraggiare uno stile di vita corretto e in armonia con la natura. Gli appuntamenti organizzati negli ultimi anni sono diventati un momento fondamentale di cre-scita e di riflessione per i ragazzi che saranno chiamati ad affrontare tematiche che uniscono lo sport a temi sociali importanti, per aiutarli a comprendere il vero significato ed i veri valori dell’attività sportiva. Roseto è una realtà fortemente legata a questo mondo e, anche grazie alla presenza di una zona sportiva tra le più im-portanti e complete d’Abruzzo, nella quale è possibile praticare ogni genere di attività fisica, anche all’aria aperta, i giovani hanno già ben chiaro il concetto sim-biotico che c’è tra sport e natura. Sportmeet è la rete mondiale di sportivi e di operatori dello sport, uomini e donne di ogni età, cultura, etnia, lingua e religione, che vivono lo sport come realtà importante e positiva nel confronto con se stessi e con gli altri, animati dal desiderio di contribuire, attraverso di esso, alla costru-zione di un mondo più unito. Collaborare a Sportmeet significa quindi condividerne semplicemente il proget-to e non è richiesta altra forma di adesione, se non la condivisione di questo percorso comune. E’ da diversi anni che il gruppo di Sportmeet Abruzzo propone e realizza progetti sportivo-formativi nelle scuole, in sin-tonia con le linee guida della rete mondiale ed in colla-borazione con diverse società sportive di Roseto. “L’o-biettivo è divulgare una nuova cultura dello sport”, ha sottolineato il presidente della Commissione Sportmeet Abruzzo Massimo Rongai, “sport che vive alimentato prima di tutto dalla sua dimensione agonistica, dove la sua connaturale bellezza è proprio quella di saper far nascere sempre nuove e avvincenti sfide con se stessi, con gli altri e con l’ambiente naturale. Puntiamo a una nuova cultura sportiva da cui scaturisca un nuovo stile di competizione: il gareggiare, prima di tutto, nell’a-

marsi e stimarsi a vicenda e cogliere ogni conquista, ogni vittoria, come occasione per donare e donarsi di più. Lo sport sarà così luogo di dialogo e d’incontro atto a promuovere la fraternità universale”.

Questo il programma:Sabato 5 marzo 2016Ore 10:00: lezione convegno dal titolo “Sport e natu-ra: una scoperta, una risorsa, una sfida!”. L’intervento sarà curato dal Dott. Paolo Crepaz, medico dello sport e giornalista. Sabato 19 marzo 2016 Ore 9:00: attività di cineforum. Verrà proiettato il corto-metraggio “Spirito d’arrampicata”. Sarà presente l’au-tore e regista Donato Chiampi.Ore 11:30: l’astrofisico Prof. Andrea Conte terrà un lezione-conferenza dal titolo “Sport e natura: un rap-porto da recuperare”. A seguire dibattito coi ragazzi.Sabato 16 aprile 2016Giornata all’aperto, rivolta a tutti gli alunni coinvolti nel progetto, dal titolo “E per palestra la natura”. Verrà proposta un’attività di orienteering alla presenza di do-centi esperti di educazione fisica curata dal Prof. Ales-sandro Babini, insegnante di educazione fisica.

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monti confezioni

Un pranzo per ricordare un’azienda che a Roseto ha fatto la storia

Sabato 27 febbraio, all’Hercules, circa 90 ex dipendenti della Monti Confezioni si sono ritrovati dopo quasi mezzo secolo. L’azien-da, fino agli Anni ‘70 del secolo scorso, ha rappresentato il principale serbatoio occu-

pazionale di Roseto. Infatti, erano oltre duemila i di-pendenti che varcavano i cancelli dello stabilimento nella zona sud della città, poi riconvertito a zona resi-denziale e commerciale. I fasti di quella fabbrica, che produceva abiti e capi in spalla di qualità, sono stati

eX DipenDentisi ritroVAnoQuAsi meZZoseCoLo Dopo

ricordati dagli ex dipendenti, in gran parte operai, grazie all’iniziativa nata dalle ex operaie Lina Iachini e Liliana Di Tecco, che hanno attivato un circolo virtuo-so fatto di telefonate e passa parola, dopo aver saputo che nella vicina Alba Adriatica abitava Giuseppe Ma-rinelli, che oltre 40 anni fa aveva un ruolo dirigenziale nella produzione della fabbrica. Il pranzo è diventato un pomeriggio di ricordi di una Roseto che non c’è più e i partecipanti si sono ripromessi di rivedersi, allargando l’elenco degli invitati.

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Foto di ettore di giacinto

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Avevano partecipato in 80 e il successo della prima edizione ha spinto il Comune a ripro-porre a stretto giro l’iniziativa. Così l’asses-sore allo sport Mirco Vannucci, in collabora-zione con la Commissione Pari Opportunità

e l’Associazione Nonni Vigili, ha deciso di organizzare una seconda edizione del Corso base di Prima Dife-sa, completamente gratuito, riservato al gentil sesso. Le tantissime richieste giunte in Comune sono state la spinta necessaria per attivarsi subito. Nel corso dei vari appuntamenti sarà insegnato a tutte le partecipan-ti, attraverso un addestramento teorico e pratico, come gestire una situazione di violenza, sia verbale che fisi-ca, anche grazie ad un corretto atteggiamento men-tale, ma soprattutto come controllare “emotivamente” il momento dell’aggressione ed il conseguente, e nor-male, stato di paura. Durante il corso saranno illustrate poi le tecniche di autodifesa in piedi e a terra, quelle di divincolamento e, ovviamente, sarà offerta a tutte le partecipanti una buona preparazione legislativa per l’uso di mezzi dissuasivi come il cosiddetto “capsi-cum”, meglio noto come spray al peperoncino. A te-nere il corso, che si svolgerà dalla seconda metà del

tornA iL Corso DipRima difesa

riservato alle donne

mese di marzo nella palestra dell’Istituto Statale d’I-struzione Superiore “Vincenzo Moretti”, saranno due qualificati istruttori: il maestro Vladimiro Rulli, esperto in Tecniche di Base Antiaggressione, nonché Respon-sabile Ugl della Polizia di Stato, e la psicologa rosetana Simona Prosperi. Anche la 2° edizione del Corso base di Prima Difesa sarà completamente gratuita e ci si potrà iscrivere, entro e non oltre venerdì 11 marzo, ai seguenti contatti: Comune di Roseto degli Abruzzi, Uf-ficio Sport (085/89453662, mail [email protected]) o Assessore allo Sport, Mirco Vannucci (cellulare 328/7608229 e mail [email protected]). “E’ stata una splendida e positiva esperienza”, ha sotto-lineato l’assessore Vannucci, “che ha coinvolto tante donne, per oltre tre mesi. Ci sono state lezioni teoriche e pratiche di altissimo livello che hanno permesso loro, in un clima sereno e direi quasi familiare, di acquisi-re consapevolezza nei propri mezzi e di imparare a gestire situazioni “spiacevoli” che purtroppo, sempre più spesso, fanno parte del vivere quotidiano. Alla fine del corso tutte le partecipanti sono rimaste contente e soddisfatte, tanto da essere state le prime “sponsor” del nuovo corso tra amiche e parenti”.

Dopo la bella esperienza della precedente edizione, a cui hanno partecipato molte signore, l’amministrazione comunale di Roseto ha deciso di riproporre l’iniziativa. Soddisfatto l’assessore Mirco Vannucci che si è dato da fare per

fare in modo che ci fosse una nuova opportunità

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La Misericordia di Teramo si trova in:Via E.Fermi n°2 San Nicolò a Tordino64100 - TERAMO

Tel: 0861.588710 Fax: 0861 233456 www.misericordiaditeramo.it

CONTATTI

trasporti sanitariassistenza ai disabiliassistenza agli eventi di comunità

La nuova modalità di pagamento del canone RAI per i privati cittadini, introdotta dalla Legge di Stabilità 2016 e che prevede l’addebito nella bolletta della fornitura elettrica, è ormai cosa nota a tutti. L’importo è ridotto a 100 euro, pa-

gamento di 70 euro a partire da Luglio e ad Agosto le restanti 30 euro. Dal 2017, a regime, dovrebbe essere distribuito in 10 rate da 10 euro l’una.Come ogni novità fiscale che si rispetti, anche quella relativa al canone Rai, cade in piena estate a render in-candescenti le mediterranee acque, lasciando il contri-buente “mareggiare” pallido e assorto in un oceano di dubbi.Ad oggi, in mancanza dei decreti attuativi, bisogna di-stricarsi tra presunzioni di detenzione, dichiarazioni di esonero, immobili in locazio-ne, e chi più ne ha più ne metta. Ma procediamo con ordine.I punti fermi della normativa: il canone non è dovuto per le seconde case; per le case concesse in locazione, il canone dovrà essere pagato dal conduttore; chi possiede una radio, ma non un televisore, non deve pagare il canone; chi è abbonato alla pay-tv deve pagare il canone; chi usa il televisore come monitor e non vede i pro-grammi rai deve pagare il canone; si dà per scontato che il contribuente abbia un televisore (presunzione di detenzione). Chi non ha

un apparecchio deve presentare apposita richiesta di esonero mediante un modello non ancora disponibile. chi ha compiuto 75 anni di età ed ha un reddito inferiore a 6.713,98 euro non deve pagare il canone Rai; il pagamento dal 2016 non può essere utilizzato per azioni di controllo sui periodi precedenti.Districarsi nel ginepraio delle informazioni sulla tassa non é cosa semplice. Ancora non è chiaro cosa acca-

drà se l’utente decidesse di cambiare fornitore di energia elettrica in corso d’anno. An-cor meno chiara la situzione in caso di mancato paga-mento della bolletta: il gesto-re invierà solleciti anche per la quota di canone Rai?In attesa di chiarimenti, ci “godiamo” il curioso caso di convivenza tra studenti universitari che condividono un unico televisore. Ebbe-ne, tutti i soggetti dovranno pagare il canone (in bolletta l’intestatario dell’utenza, con bollettino gli altri).

Il rischio concreto,è che la scadenza di Luglio possa cogliere impreparati gli stessi gestori,i quali annuncia-no che il “servizio di riscossione” avrà un costo che potrebbe gravare sulle spalle dei contribuenti.Occorre sottolineare che, nonostante la riduzione dell’imposta, sono previsti incrementi degli introiti nel-le casse dello Stato. L’eventuale extragettito(circa 500 milioni di euro) rimarrà in Rai per il 50%, mentre la restante parte sarà destinato al fondo per la riduzione delle imposte.

Francamente...me ne infisco

AttENtI Al … CANONE!!!

di MAssIMO felIcIONI

Dottore CommercialistaBreve guida sul canone Rai in bolletta

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IMMAGINI“Celommi: il mare giocoso. Nel blu immenso i pesci sbocciano al levar del sole per spia-re i dolci canti dei marinai. Gioiosi per una fruttuosa pescata in riva ai ricordi di una vita passata in allegria. Francesca 2E Annunziata Giulianova”. Da quando ho ricevuto questo sms, ho iniziato gli incontri con gli studenti e gli adulti in visita alla mostra dei due pittori, leggendone il testo. La sensibilità, la fantasia, la capacità che ha la giovanissima Francesca di evocare immagini originali e nuove, ricor-rendo alle parole della tradizione poetica, fan-no pensare alla musica di Mozart. Superano a volo libroni di critica, discorsi altisonanti, interpretazioni misteriose. Colpiscono per la loro vaghezza e la loro leg-giadria, che ben rappresenta il mondo idilliaco e senza tempo di Pasquale e Raffaello Celommi.

PAROLE NUOVEIn pochi giorni ha spodestato l’antiquato “fico” (che pare non derivi dal dolce frutto, ma da “efficace”, passato nel romanesco “ficaccio”). “Petaloso” è diventato un termine di moda, è sulla bocca di tutti, in primis di governanti e politici, sempre pronti a recepire il nuovo e l’immaginifi-co. Chi non l’usa ripudiato sarà, direbbe Celentano. E’ diventato sinonimo di “bello”. E’ come dire “bello” con una parola più lunga. Contro l’economia dei mutamen-ti fonetici – l’economia ha le sue leggi anche in lingui-stica – che dovrebbero essere improntati a brevità, per non affaticare il parlante. L’inventore del neologismo è un bambino delle Elementari, che lo ha attribuito a un fiore dai molti petali. L’Accademia della Crusca, massima au-torità in fatto di parole, l’ha inserita nel suo vocabolario, con encomiabile sollecitudine. Come è accaduto, qualche anno fa, con un altro neologismo – durato, per fortuna, lo spazio di un mattino e ritirato dagli stessi inventori – “ri-riempibile”, a proposito di una bottiglia di Coca-Cola, che avrebbe dovuto così chiamarsi, secondo i Cruscan-ti, perché poteva riempirsi più volte, a volontà e fino al colmo. Che ne sarà di “petaloso”? Tutti gli aggettivi che finiscono in –oso non è che siano proprio simpatici. Non sono dispregiativi, è vero, ma quasi come. Hanno dalla loro, per esempio, “spiritoso”, “gaudioso”, “ingegnoso”, “poderoso”, “portentoso”, “suparcalifragilisticespiralido-so” di Mary Poppins, ma anche “uggioso”, “nuvoloso”, “tenebroso”, “oltraggioso”, “barboso”. Che è forse il ter-mine che più si addice alla situazione.

OCCHI DI MENDICANTETre avverbi in meno di tre righe sono un po’ troppi, avreb-be detto Umberto Eco: in una tesi di laurea, in un roman-zo o in un articolo di stampa. Poi, i suffissi in –mente appesantiscono il periodo. Danno per certo e scontato, con l’autorevolezza dello scrivente, quello che potrebbe essere argomento di discussione. Meglio ridurli al mini-mo, se proprio servono; spesso sono lunghissimi (una delle parole più estese dell’italiano è ‘precipitevolissime-volmente’). Gli avverbi, inoltre, possono essere conside-rati una “negazione freudiana”. Più ‘fortemente’ neghia-mo, più ‘fortemente’ affermiamo. E viceversa. Insomma, rivelano noi stessi oltre le parole. Ci tradiscono. Nello scorso supplemento domenicale de “Il Sole 24 Ore”, nella rubrica in prima pagina, che non a caso si intitola “Bre-viario”, il cardinale Gianfranco Ravasi ha scritto: “Quan-do mi reco dalla mia abitazione all’ufficio, percorrendo la via della Conciliazione che si apre davanti alla basilica di S. Pietro, m’imbatto sistematicamente in una decina di mendicanti, distribuiti razionalmente nei punti strategici. Che siano veramente poveri è talora da dimostrare: certo è che i loro occhi non si levano mai oltre le monete che metti loro in mano”.

i Pesci sbocciano… in Riva ai RicoRdiCHE PETALOSITà, PAROLA DELLA CRUSCA. MA ATTENTI AGLI AVVERBI TRADITORI

di MARIOGIUNcO

CULTURA

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(Riceviamo e pubblichia-mo). 10969 giorni, oppu-re 263.272 ore, oppure 15.796.344 minuti e, perché no, anche 947.780.990 se-condi. Alcolisti Anonimi na-sce negli U.S.A. dall’incontro

di due ubriaconi compulsivi, incapaci di smettere di bere, che parlando del loro problema, si accorgono di essere ri-masti alcune ore senza pensare al bicchiere. Cinquant’an-ni dopo a Roseto, due ubriaconi locali che frequentavano il gruppo di Pescara si incontrano in piazza della stazione, iniziano a parlare di alcolismo e di cosa fare per formare un gruppo qui a Roseto.Iniziano in due in una stanza della galleria Valentini, messa a disposizione dal Comune per tutti quelli che volevano usarla per riunirsi per i più svariati motivi. Era un locale con una ampia vetrata. Chiunque passava poteva vedere all’interno cosa e chi vi fosse riunito. Una stanza certamente non adatta a mantenere l’anonimato, requisito fondamentale per gli al-colisti. La voce della nascita d’un gruppo di Alcolisti Anonimi girò per Roseto e dintorni. Il terzo alcolista era di Giulianova. Nel frattempo la sede degli alcolisti si spostò in piazza Dante, sede di una Cooperativa di servizi sociali. Passavano i giorni

La macchina organizzativa di questa importante manife-stazione del nostro territorio è già partita. Il termine ultimo per spedire gli elaborati è l’11 giugno 2016 e bisognerà far-lo all’indirizzo: Associazione Culturale “Il faro” – Via Nazio-nale Adriatica, 79/B – 64026 Cologna Spiaggia (TE). I testi dovranno essere inviati in numero di 6 (sei) copie anonime e dattiloscritte in busta chiusa con allegati: a) la scheda di partecipazione scaricabile sul sito www.associazioneilfaro.org; b) il contributo di partecipazione in contanti (l’organiz-zazione non è responsabile per eventuali smarrimenti) o co-pia del giustificativo attestante l’avvenuto versamento della quota di partecipazione mezzo bonifico bancario intestato a: Associazione Culturale “IL FARO”, coordinate: Iban: IT41 M060 55769100 0000 0002 358, causale di versamento: “Concorso Letterario Città di Cologna Spiaggia. N° ... opere”; c) una busta sigillata con i dati dell’autore ed eventualmente un breve curriculum. I premi saranno: Sez. A - Poesia inedi-ta in lingua italiana a tema libero; Sez. B - Poesia inedita in vernacolo a tema libero; Sez. C - Racconto breve inedito a tema libero. Ai primi tre classificati di ogni sezione saranno corrisposti i seguenti premi: a) al 1° classificato: € 100,00 e

ed il gruppo si infoltiva. In poco tempo più di 20 persone iniziarono quel cammino dei dodici passi che li porterà ad essere uomini nuovi e liberi dall’alcol. Da piazza Dante a via Bologna fino a contrada Giardino, sede di una ex scuola. Gli anni passavano ed il numero di alcolisti salvati dalla morsa distruttrice dell’alcol cresceva.Derelitti scacciati dalle famiglie ed emarginati dalla società ri-prendevano con dignità il posto appartenuto loro prima della discesa nel pozzo della solitudine. Alcolisti Anonimi a Roseto, senza tanti clamori, anzi quasi in silenzio, nel corso di tutti questi anni ha riportato alla vita civile più di duemila persone e continua imperterrita nel tra-smettere quel messaggio di fiducia, dimostrando con l’esem-pio a chi vuole uscire da quel tunnel che è possibile farlo. Da anni Alcolisti Anonimi a Roseto ha sede in via Giolitti nel Centro Piamarta della chiesa del Sacro Cuore.Se vuoi smettere di bere e non ce la fai, chiamaci al tel. 3388958339. Alcolisti Anonimi è un’associazione senza fini di lucro; per esserne membri occorre solo il desiderio di smettere di bere. BASTA ENTRARE E DIRE: “SONO UN ALCOLISTA!”P.S. Sabato 7 maggio alle ore 9,30 ci sarà un incontro presso il Centro Piamarta aperto a tutti gli amici e a tutti quelli che vogliono conoscerci. (Gruppo A. A. Roseto)

pubblicazione con codice ISBN di 100 pagine - 80 COPIE; b) al 2° classificato: € 250,00; al 3° classificato: € 200,00. Premi Speciali: a) Premio speciale alla poesia in metrica: € 200,00 ad una poesia strutturata secondo le regole ed il for-mato della metrica classica italiana (sonetto, ode, canzone, madrigale, in endecasillabi o altro formato di nuova inven-zione); b) Premio speciale “Lucio Cancellieri”: € 200,00 al miglior poeta dialettale abruzzese; c) Premio speciale “vio-lenza di genere”: € 200,00 ad un racconto sul tema sociale di massimo cinque fogli.Tutte le opere dovranno rispettare i parametri di scrittura con interlinea 1.5 e carattere 12 Times New Roman. Per la sezio-ne A e B, gli elaborati dovranno essere preferibilmente non eccedenti 50 versi; per la sezione C gli elaborati non devono superare i 5 fogli. Le poesie in vernacolo devono essere ac-compagnate dalla traduzione in lingua italiana con l’indica-zione della regione di appartenenza.Per informazioni: visitare il sito web: www.associazioneilfa-ro.org, oppure contattare il responsabile del concorso, prof. Irene Gallieni, al numero 328 2576280, o inviare una mail all’indirizzo di posta elettronica: [email protected] .

a Roseto “aLcoListi anoniMi” coMPie trent’anni

è PossiBile già iscriversi al vii concoRso letteRaRio nazionale “città di cologna sPiaggia”

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Terzo AppuntamentoGiovedì 25 febbraio si è svolto il terzo ed ultimo con-vegno de “La Cultura in cammino” edizione invernale. È intervenuta Simona Ragnoli, cotitolare dell’agenzia Souvenir Viaggi. Dopo aver parlato della sua esperien-za, l’ospite ha spiegato il vero ruolo delle agenzie di viaggio e l’evoluzione della loro attività nel corso del tempo. Fino a una ventina d’anni fa, il lavoro del tour operator era basato sull’organizzazione di viaggi “im-portanti”, ma a partire dal nuovo millennio le richieste sono cambiate e molte puntano a brevi, ma più fre-quenti, weekend. È stata posta l’attenzione sui profon-di cambiamenti che stanno coinvolgendo le agenzie di viaggio con l’avvento delle nuove tecnologie. Il mas-siccio utilizzo del web e l’aumento delle possibilità di scelta per il consumatore hanno infatti mutato radical-mente la composizione e la dinamica della domanda/offerta turistica. L’eccesso di alternative presenti sulla rete è spesso accompagnato da una condizione di in-certezza sulla qualità del viaggio e sulle garanzie che esso offre. Da qui la richiesta di trovare, attraverso del personale specializzato, una più sicura organizzazione del viaggio. Per quanto riguarda il nostro turismo regio-nale, se da un lato le cose sono nettamente migliorate, dall’altro il territorio abruzzese è ancora incapace di soddisfare le esigenze dei viaggiatori “moderni”. L’o-spite ha messo in evidenza la scarsa presenza di at-trazioni e intrattenimenti in grado di suscitare interes-se, oltre la limitata presenza di mezzi pubblici. Allora come fare per diventare una delle mete turistiche più ambite dell’Adriatico? La svolta è molto impegnativa e i giovani possono e devono fare la propria parte.

iL seConDo e terZo AppuntAmento De“La cuLtuRa in caMMino” DeDiCAtoAL turismo hA Visto protAgonisti vincenzo casoLani e siMona RagnoLi

DINO Del BONO

NOeMI ROMANellI

di IleNIA secONe secONeTTI

Secondo appuntamentoGiovedì 18 febbraio si è tenuto il secondo attesissimo incontro, presso l’Istituto Superiore “V. Moretti”, de “Il turismo e le figure professionali”. Presente come rela-tore Vincenzo Casolani, esperto nel campo del turismo grazie alla sua esperienza lavorativa come presidente di vari enti turistici provinciali e regionali. Specializzato in Ingegneria elettronica ed informatica, decise, poco più che ventenne, di continuare l’attività familiare come albergatore. Da qui inizia la sua avventura nel settore del turismo. Il suo grande bagaglio culturale, nonché il racconto dell’esperienza lavorativa ha ammaliato gli studenti presenti, anche perché Casolani ha delineato perfettamente pregi e difetti del turismo abruzzese. Ha sottolineato il passaggio dal turismo d’elite degli anni Venti del secolo scorso, al boom economico degli anni Sessanta, in cui bastava che il villeggiante “respirasse aria buona” per farlo contento. Oggi le cose sono pro-fondamente cambiate e stanno venendo a galla molte problematiche legate in special modo all’inefficienza di un sistema ricettivo ormai obsoleto.Nella parte conclusiva dell’incontro, il relatore ha sug-gerito alcuni cambiamenti da adottare (in primis un nuovo modello di digitalizzazione) per migliorare e valorizzare il territorio, nonché per competere con il turismo nazionale e internazionale, trovando consenso tra i giovani che hanno riconosciuto nelle sue parole quella che è l’idea di una Roseto all’avanguardia an-che nel turismo.

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Il , glI ANtIChI lO CONSIdERAvANO UN COlORE,

dIvIdENdOlO IN “AlbUS” E “CANdIdUS”di GIORGIApAsqUINI A partire dalla guerra dei Cent’Anni, si è alzata bandiera bianca per

chiedere la fine delle ostilità, facendo sì che il bianco si opponesse come colore al rosso della guerra

se per tanti anni il colore della Madonna è stato l’azzur-ro e quello di Dio il bianco, con la creazione del dogma dell’immacolata concezione (1854) il bianco entra ine-vitabilmente nella sfera mariana a tutti gli effetti e viene scelto in molte istituzioni religiose per il vestiario.Non manca, anche in questo colore, l’aspetto duplice e contrario di significato: se si pensa al bianco come luce e trascendenza e, quindi, positività, si pensa però al bianco anche come materia incerta (esempio siano i fantasmi rappresentati in un fumetto) e quindi eco del mondo dei morti, che porta cattive notizie.È interessante riflettere anche sulla ciclicità della vita, in-tesa come percorso di colori che va dal bianco e finisce al bianco: il bianco della vecchiaia, della morte, del sudario che si ricongiunge al bianco dell’innocenza della culla.C’è un altro aspetto del bianco che portiamo incollati

alla pelle ed è, appunto, la considerazione del colore dell’incarnato. Per anni i signorotti hanno voluto di-stinguersi, con la loro bian-chezza, dalla pelle scura e abbronzata di chi lavorava nei campi (si dice “sangue blu” perché talmente bian-co e traslucido era il volto dei signori che vi si intrave-devano le vene).Con l’avvento dell’industria il bisogno si inverte: i ricchi vogliono distinguersi dal pallore dei visi di chi lavora in fabbrica e, quindi, parte la moda dell’abbronzatura. Oggi vi è più libera scelta in tal senso: la consapevolez-za del cancro alla pelle, la

volgarità dell’abbronzatura a portata di tutti hanno parto-rito una visione più mediana della questione.In realtà poi, ogni sguardo è culturale e i pregiudizi sociali si giocano nella percezione del nostro stesso colore.Per concludere, possiamo dire che il bianco, rispetto ad altri suoi colleghi, preserva i suoi ruoli anche a discapito del tempo e che le sue radici simboliche (innocenza, luce divina e purezza) continuano a scandire il nostro antico e nuovo immaginario.

er quanto oggi qual-cuno possa avere dubbi sul considerare il bianco un colore, gli antichi lo considera-vano come tale: anzi, distinguevano tra l’al-bus (bianco opaco) e il candidus (bianco brillante). In passato

le differenze tra opaco e brillante, liscio e ruvido, denso e poco saturo erano spesso più importanti rispetto a quelle che vi erano tra le colorazioni.Quasi tutto il mondo associa il colore bianco all’idea di innocenza, verginità e purezza. Questo probabilmente ac-cade perché è più facile ottenere un qualcosa di uniforme e omogeneo con la colora-zione bianca, piuttosto che con altri colori: nessun altro è così compatto in natura (basti pensare alla neve). Inoltre, a partire dalla guer-ra dei Cent’Anni, si è alzata bandiera bianca per chiede-re la fine delle ostilità, facen-do sì che il bianco si oppo-nesse come colore al rosso della guerra. Questo colore ha un forte legame, da se-coli, con l’idea di pulizia: i tessuti, infatti, si facevano bollire per essere lavati. In particolare parliamo della canapa, del lino, della lana che, se colorati, tendevano a perdere la tintura. L’idea di pulito rimane anco-ra oggi: la nostra vasca da bagno o il nostro frigorifero sono generalmente bianchi. Anzi, oggi invade le corsie dei nostri supermercati l’idea del super bianco, un bianco ancora più bianco che in passato era rappresentato dal dorato (la luce intensissima che assumeva riflessi d’oro), ma che oggi è rappresentata dall’azzurro (i freezer dei fri-goriferi, le caramelle alla menta super fredda o i ghiacciai disegnati).Altro ambito molto legato al bianco è quello spirituale:

AD OGNI COLORE LA SUA STORIA

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Nei giorni scorsi nella zona tra via Alfieri, via Da Vinci, via Colle Patito il Comune di Roseto ha proceduto con il rifacimento della segna-letica a terra, delimitando le zone pedonali.

Mbè, i cittadini hanno preso la cosa con un pizzico di ilarità, di ironia perché ridisegnare le strisce bianche su un manto d’asfalto che presenta buche e dissesto non può che far sorridere. In pratica, come avevano anche più volte chiesto in passato, avrebbero preferito che quanto meno si provvedesse a rattoppare, soprat-tutto in via Alfieri, la strada, visto che presenta delle buche pericolose soprattutto per i pedoni. E a propo-sito di pedoni, c’è chi ha ironizzato sul fatto che si sia creato un piccolo percorso, largo più o meno mezzo metro, in via Da Vinci, con tanto di simbolo. Non è certo questo il modo di delimitare uno spazio per chi si sposta a piedi, peraltro anche dissestato. Insomma, anziché spendere i soldi per la vernice bianca per rifa-re le strisce, il Comune avrebbe potuto acquistare del bitume a freddo per qualche toppa, rendendo magari queste strade meno pericolose.

Non ha tradito le attese l’at-tesissima cerimonia di pre-sentazione del catalogo della mostra “Pasquale e

Raffaello Celommi Pittori – voci so-gnanti nel canto luminoso di terra e di mare” che ha fatto registrare l’enne-simo strepitoso successo di pubblico e di critica nella splendida cornice di Villa Paris a Roseto degli Abruzzi. In una sala convegni piena in ogni suo posto, alla pre-senza di numerose autorità politiche, civili, militari e religiose, degli eredi della famiglia Celommi e di tanti collezionisti che hanno messo a disposizione le pro-prie opere, è stato illustrato questo prezioso volume. Una raccolta che rappresenta un po’ la “ciliegina sul-la torta” della mostra che, con oltre 5 mila presenze (destinate ad aumentare da qui al prossimo 13 marzo, data ufficiale di chiusura) è, numeri alla mano, l’e-vento artistico e culturale più importante nella storia della Città delle Rose. Solo nella serata di presenta-zione sono stati venduti ben 110 cataloghi stampati in loco dalla Tipografia Rosetana, un risultato che è

PResentato iL cataLogo deLLa MostRa dei ceLoMMi

andato oltre ogni più rosea aspetta-tiva, con diversi collezionisti che si sono accaparrati più di una copia di questo prezioso volume. Un grandis-simo successo lo ha fatto registrare anche l’eccezionale annullo filatelico commemorativo dedicato ai due pit-

tori e realizzato grazie alla preziosa collaborazione del Circolo Filatelico Numismatico Rosetano che, sin dal primo pomeriggio, ha visto tanti appassionati in fila per il prezioso cimelio. Nel corso della serata i nume-rosissimi visitatori, molti dei quali già venuti e tornati più volte a contemplare le opere, hanno potuto anche ammirare gli stupendi bozzetti di moda che sono stati realizzati dagli studenti dell’indirizzo “Moda” dell’Isti-tuto “Moretti” prendendo spunto dalle opere dei due maestri rosetani e posizionati proprio sotto i loro qua-dri. Assieme a questi è stato proiettato anche un fil-mato, preparato dai ragazzi dell’indirizzo di “Grafica e Comunicazione”, con le foto dei disegni e che resterà, assieme al catalogo, a disposizione della città tutta a ricordare questo eccezionale evento.

una segnaLeticache LasciaMoLti dubbi

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43ALIMENTI TIPICI REGIONALI

La ciPoLLa Rossa di tRoPea

DesiDerAtA e AppetibiLe

La cipolla in generale ha delle caratteristiche nutri-zionali molto interessanti, che la rendono un alimen-to assai sfruttato da sem-pre, soprattutto nella cuci-na povera. Le cipolle sono composte per circa il 90% di acqua, 1% di proteine, pochissimi grassi e alcuni elementi minerali di rilie-vo quali potassio, calcio e fosforo. La porzione gluci-dica è formata soprattutto da zuccheri semplici, che

conferiscono il sapore dolce, e da una piccola quota di fibra costituita soprattutto da fruttani, che, essen-do un polisaccaride indigeribile, rende la cipolla un substrato per la flora batterica intestinale. L’aglio e la cipolla in genere contengono allil-solfuri, che hanno proprietà antibiotiche ed antiossidanti e possono aiu-tare un enzima che rimuove gli agenti cancerogeni; e tioli, che abbassano invece i livelli del colesterolo e fanno diminuire la coagulazione. L’”oro rosso di Tro-pea” in particolar modo, contiene ferro, vitamina C, selenio e notevoli quantitativi di quercetina, polifenolo che protegge la funzionalità dei vasi e capillari.

di sIMONA RUGGIeRI Ha delle caratteristiche nutrizionali molto interessanti, che la rendono

un alimento assai sfruttato da sempre, soprattutto nella cucina povera

Dalla Basilica-ta alla Calabria, dalla Melanzana Rossa di Roton-da ad un altro dei

simboli italiani e del sud in particolare, la regina delle cipolle: la Cipolla Rossa di Tropea! Prodotto IGP ama-to e gustoso, si caratterizza per grande dolcezza, croc-cantezza e colore rosso vivo; tutte qualità che la rendono così desiderata e appetibile.Secondo alcune fonti la ci-polla fu introdotta nella nostra penisola dai Fenici e della dolce cipolla calabrese si hanno diverse trac-ce nei resoconti dei viaggiatori del Sette e Ottocento. La cipolla rossa di Tropea è il nome dato alla cipolla rossa (Alliumcepa) coltivata tra Nicotera e Campora San Giovanni, in provincia di Cosenza, e lungo la fa-scia tirrenica. Le peculiarità qualitative di questa va-rietà dipendono sicuramente dal suo corredo genetico ma soprattutto dalla sua interazione con l’ambiente e quindi dalle caratteristiche del terreno, dalla vicinanza al mare, dalla durata del giorno, dalla temperatura e dall’umidità.

La ricetta del giorno: Baccalà con Cipol la Rossa di TropeaIngredienti per 4 persone: baccalà, 2 cipolle rosse di Tropea, passata di pomodoro, prezze-molo, alloro, origano, sale, olio e peperoncino.Mondare e tritare finemente le cipolle, versare in una padella con l’olio e rosolare, aggiungere la passata di pomodoro, sale, alloro, origano ed il baccalà. Fare cuocere per 20 minuti a fuoco medio e aggiungere a piacere il peperoncino piccante. Aggiungere prezzemolo tritato e servire!

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Il Progetto si attuerà nel prossimo mese di Aprile con 4 appuntamenti:• Giorno 01: corso teorico-pratico (4^ e 5^ scuola pri-maria)• Giorno 13: corso teorico-pratico (1^, 2^ e 3^ scuola secondaria)• Giorno 29: corso di formazione per evacuazione in collaborazione con la Protezione Civile di Morro D’Oro• Giorno 30: manifestazione finale “PROGETTA PER LA VITA” con una simulazione di intervento della C.R.I. di Roseto degli Abruzzi (previa chiamata al 118) e con-segna alle scuole del territorio di nr. 2 defibrillatori.Tutto il Progetto è curato dell’Associazione “Due mani per la vita“ di Martinsicuro e dall’Associazione “Ste-fano Bizzarri” di Morro d’Oro.

Hai deciso di lasciarci così presto. Ma il tuo ricordo, caro Alberto, vivrà nei nostri cuori, conservato nello scrigno della memoria. Ci mancheranno quelle allegre serate, ci mancheranno le tue battute. Ci mancherai...Un giorno però ci rivedremo.I tuoi amici

Il PROGETTO PER LA VITA , nasce da un’idea dei ge-nitori facenti parte di Associazioni di volontariato del territorio che si sono uniti dando vita al Progetto ri-guardante la sicurezza degli alunni in collaborazione con l’istituto comprensivo di Notaresco. Il Dirigente scolastico, Dott. Antonietta Battelli, nel recepire il Progetto curato dall’ins. Emilia Passamonti, si è det-ta favorevole all’iniziativa in quanto mira a preparare alunni, docenti e personale ausiliario al primo soccorso al fine di adottare i comportamenti più idonei in caso di incidenti a scuola.

pRogetto peR la vitaArrivano defibrillatori e corsi di primo soccorsonelle scuole primarie e secondarie di Morro d’Oro e Pagliare

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È vietata la riproduzione anche parziale di testi e foto.

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COORDINAMENTO TECNICO: MASSIMO BIANCHINI (TEL. 329 9480823) FOTO: ELIO D’ASCENZO, Andrea Cusano, Erwin Benfatto EDITORE: EIDOS News S.r.l.

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Direttore Editoriale WILLIAM DI MARCO

Direttore ResponsabileLino Nazionale333 [email protected]

ERRATA CORRIGE, Eidos News 247 (scorso numero)Pag. 4, l’articolo sull’Arena 4 Palme non corrispondevaal titolo. Potete leggere l’articolo corretto suwww.eidosnews.it/archivio-eidos-news-online

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