Eidos news 222 x il web

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ANNO 9 N.222 prossima uscita 24 Gennaio Quindicinale iscritto al registro della Stampa presso il tribunale di Teramo n. 13/03 del 22/05/03

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Il primo numero del 2015!

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ANNO 9 N.222 prossima uscita 24 Gennaio Q

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Secondo studi nazionali l’IstItuto MorettI è il secondo in regione in ambito economico-turiStico e

il primo in provincia in ambito informatico-tecnologico

Per molte famiglie che si apprestano a iscrivere i propri figli alle Superiori è importante sapere cosa pensano delle nostre scuole degli studi oggettivi come quelli effettuati dalla “Fondazione Agnelli”. L’Istituto di Roseto,

con i suoi sette indirizzi, risulta tra i migliori a livello abruzzese, grazie alle sue impostazioni articolate

Che l’Istituto Statale d’Istru-zione Superiore “Vincenzo Moretti” sia importante a livello provinciale è cosa ri-saputa, dato il fatto che è tra

i più antichi della costa e tra quelli che ha il più alto numero di iscritti. Tuttavia le indicazioni riportate riguardano certa-mente dati oggettivi, ma che hanno un approccio molto generico e senza uno specifico studio che ne attesti la validità. In altre parole, a una famiglia che deve iscrivere il proprio figlio alle Superiori importa fino a un certo punto che la futura scuola sia nata prima o dopo di un’altra e che abbia un numero più o meno elevato di studenti. I rilevatori più

importanti dovrebbero essere altri e qui occorrerebbe qualcuno che desse i voti ai vari istituti presenti sul territorio.A svolgere questo compito è stata la Fondazione Giovanni Agnelli. Lo studio elaborato si basa su uno strumento ma-tematico in grado di misurare la com-petitività di oltre 4.000 Scuole Superiori italiane, pubbliche e private, valutando quelle che preparano meglio all’univer-sità. L’obiettivo di Eduscopio.it (che è il portale della Fondazione) è offrire la possibilità di confrontare le scuole di aree specifiche, a partire dalla capacità di preparare i diplomati agli studi uni-versitari. Ebbene in tutto questo mare di numeri e indici valutativi l’Istituto Moret-

ti di Roseto è risultato il secondo a livello regionale per quanto riguarda l’indirizzo economico-turistico, mentre per i corsi informatico-tecnologico la scuola rose-tana è stata la prima a livello provinciale.Sono indicazioni che danno un segnale forte di come il Moretti abbia lavorato bene in questi anni, al punto da dare realmente ai propri studenti una possi-bilità di sbocco universitario e lavorativo di una certa qualità. È il caso di dire ai tanti alunni delle medie: “Il mondo del futuro costruiscilo ora”, il tut-to inserito nello slogan consolidato che identifica la scuola, vale a dire “Il tuo domani da professionista”. (Foto di Silvia Scarpone)

INdIrIzzO rAGIONIerI AmmINIstrAtIvI (AFM = Amministrazione, Finanza e Marketing)

INdIrIzzO rAGIONIerI PrOGrAmmAtOrI (SIA = Sistemi Informativi Aziendali)

INdIrIzzO turIstIcO (Manager del turismo, conoscitore di tre lingue straniere)

INdIrIzzO GeOmetrI (CAT = Costruzione Ambiente e Territorio)

INdIrIzzO GrAfIcA e cOmuNIcAzIONe (Tecnico grafico ed esperto in comunicazione)

INdIrIzzO elettrIcO-elettrONIcO (MAT = Manutenzione e Assistenza Tecnica)

INdIrIzzO mOdA (PIA = Produzioni Industriali e Artigianali)

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Pavone: “Penalizzati dai tagli del governo centrale”Conferenza stampa di fine anno del sindaco e della sua Giunta. Il 2014 è sta to un anno difficile su molti fronti. Preoccupa il dato sulla disoccupazione

che continua a crescere. L’amministrazione pronta a prestare attenzione su qua lsiasi proposta che potrà essere presentata per creare attività sul territorio che garantiscano posti di lavoro. Il 2015 sarà l’anno di alcune importanti opere pubbliche: novità lungo la ss 150 e ponte ciclopedonale sul Vomano

E’ stato un anno con molte ombre e poche luci. Il 2014 è passato agli archivi come l’anno della grande vertenza sindacale a Roseto che ha

interessato le Industrie Rolli. Da giu-gno sino ai primi di novembre si sono susseguite diverse giornate di sciope-ro per difendere contratto aziendale e posti di lavoro, con le maestranze che hanno lanciato un grido d’allar-me. L’argomento è stato al centro del-la conferenza stampa di fine anno del sindaco Enio Pavone e della sua Giun-ta. Il bilancio tracciato ha confermato tutte le difficoltà di amministrare un territorio così importante come quello di Roseto con sempre meno risorse, anche se il primo cittadino tutto som-mato ritiene che ci siano stati aspetti comunque molto positivi. “Fare il Sin-daco di Roseto è molto impegnativo”, ha detto Pavone, “Le gioie, intese come rapporto con la gente, la possi-bilità di fare il bene dei propri concit-tadini e la responsabilità di governo di una città importante e conosciuta, su-perano infatti di gran lunga gli aspetti negativi. Certo, i problemi e le difficoltà sono tanti, in particolare dispiace non

riuscire sempre a dare risposte soddi-sfacenti”. Roseto, come il resto dell’I-talia, deve fare purtroppo i conti con il grave problema dell’occupazione che colpisce tante famiglie. “Su queste tematiche, come noto, i Comuni non hanno competenze specifiche”, ha aggiunto, “ma noi ci siamo sempre impegnati a dare risposte concrete e proseguiremo a farlo. Personalmen-te continuerò a seguire i casi, sfor-tunatamente in crescita, di richieste di cassa integrazione e riduzione del numero di occupati non facendo mai mancare il mio sostegno. C’è chi, fin troppo ottimisticamente, dice che ne stiamo uscendo, personalmente ci spero, ma per il momento vedo tante persone che faticano a tirare avanti, che non riescono a pagare l’affitto o la rata del mutuo”. Numerose famiglie che sono molto preoccupate per l’av-venire dei loro figli. Il sindaco tuttavia vede anche imprenditori capaci e di-namici, che cercano di dare solidità al sistema economico locale. Malgrado le oggettive difficoltà generali, Pavo-ne ha comunque voluto rassicurare la città che saranno diverse ed im-portanti le iniziative intraprese per il

2015. “L’impegno di tutti sarà quello di continuare ad attuare quanto previ-sto nel nostro programma elettorale”, puntualizza, “Vogliamo promuovere un’amministrazione pulita e vicina ai cittadini; sostenere le famiglie anche con buone politiche abitative; lavorare per la manutenzione di canali e fossa-ti, piazze, aree verdi, edifici scolastici ed impianti sportivi, con particolare attenzione alle frazioni ed ai quartie-ri periferici; completare l’importante progetto di riqualificazione della piaz-za e della palestra di Cologna Spiag-gia che abbiamo deciso di rivisitare e migliorare recependo le istanze della cittadinanza e del Consiglio di Quar-tiere”. Saranno inoltre portate avanti le tre opere pubbliche messe in can-tiere nei primi mesi del 2014 e desti-nate a migliorare la viabilità sul-la Ss 150. Tra gli impegni anche la sistemazione del porticciolo turi-stico e la realizza-zione della pista ciclabile che col-legherà Roseto con Giulianova e, gra-zie al nuovo ponte

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Pavone: “Penalizzati dai tagli del governo centrale”Conferenza stampa di fine anno del sindaco e della sua Giunta. Il 2014 è sta to un anno difficile su molti fronti. Preoccupa il dato sulla disoccupazione

che continua a crescere. L’amministrazione pronta a prestare attenzione su qua lsiasi proposta che potrà essere presentata per creare attività sul territorio che garantiscano posti di lavoro. Il 2015 sarà l’anno di alcune importanti opere pubbliche: novità lungo la ss 150 e ponte ciclopedonale sul Vomano

sul Vomano, Roseto con Pineto. C’è poi il discorso che riguarda il Piano Regolatore. “Negli ultimi Consigli Co-munali”, prosegue ancora Pavone, “abbiamo gettato basi importanti per il futuro di Roseto, approvando un’im-portante delibera urbanistica sulla proposta metodologica di variante alla componente strutturale del Prg, uno strumento di urbanistica partecipata che, ne sono certo, sarà fondamenta-le per il futuro della nostra città. Ora si punta a definire la nuova manovra urbanistica e nei primi mesi dell’anno sarà possibile portarla all’esame della Commissione consiliare competente, che sarà presto nominata”. L’obiet-tivo, confermato dal primo cittadino, è quello di ripetere quanto fatto nel 2014 con la storica approvazione del nuovo Piano Spiaggia, atteso in città da anni e che dovrebbe consentire di ripensare lo sviluppo turistico della città garantendo, tra le altre cose, ai

balneatori di esercitare l’attività in maniera più completa e funziona-le estendendola anche ad alcuni servizi quali la ristorazione e le serate a tema musicale. “Quella del turismo è una carta che dob-

biamo giocarci tutti insieme”, tiene a precisare il sindaco, “forti anche di importanti riconoscimenti, non scon-tati, come la conferma della Bandiera Blu e della Bandiera Verde. Nell’ul-timo anno c’è stata la definitiva con-sacrazione, a livello nazionale, della Mostra dei Vini di Montepagano. La nostra città è finita sulle cronache nazionali di settore grazie alla 19° edizione del Premio Cinematografico “Roseto Opera Prima” ed alla 12° edi-zione del Premio di Saggistica “Città delle Rose”. Nonostante le grandi dif-ficoltà economiche che attanagliano il territorio si continuano ad organizzare eventi importanti e prestigiosi come la Rievocazione storica della Pesca con la sciabica”. Durante la confe-renza stampa il Sindaco ha voluto poi ricordare il grande successo fatto registrare questa estate, da agosto a metà settembre, dalla manifestazione “Rinascimento Paganese”, realizzata dall’Associazione “Frate Sole” presie-duta dal professor Dino Di Giuseppe, presente in conferenza. “Iniziative come questa, che ha per un mese e mezzo ridato vita all’antico borgo di Montepagano, non solo portano tanta

gente, ma aiutano anche a far cono-scere ed apprezzare il nostro territo-rio”. Nel 2015 proseguirà poi la bat-taglia dell’Amministrazione comunale contro coloro che sporcano e detur-pano la città e si punterà, come da programma elettorale, ad estendere già dai primi mesi del nuovo anno la raccolta “Porta a Porta” su tutto il ter-ritorio, frazioni comprese. Il sindaco ha poi ricordato il ruolo dei Consigli di Quartiere, strumento fondamenta-le per la città. Per quanto riguarda le questioni politiche e le presunte be-ghe interne, Pavone ha cercato di get-tare acqua sul fuoco sostenendo che la coalizione è compatta, soprattutto all’indomani del conclave di Montepa-gano. Il rimpasto di Giunta, le nuove deleghe ad alcuni consiglieri comunali dovrebbero aver messo a tacere even-tuali fronde. Ma resta aperto sempre il discorso legato a Gianfranco Marini, l’esponente dei liberalsocialisti che si è sempre sentito fuori posto all’interno del centro destra, sin dal giorno della vittoria delle elezioni quasi 4 anni fa. Entro in municipio con il pugno sini-stro alzato, a conferma che la sua ani-ma socialista non è mai morta.

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Pio raPagnà tuona contro il sindaco Pavone e la sua giunta

Il leader di “Città per vivere” rimprovera al primo cittadino di aver dimenticato qualcosa di importante

nel corso della conferenza stampa di fine anno. Il riferimento è alla variante alla statale Adriatica di

cui tanto si parla ma che al momento non fa parte del programma delle opere da realizzare nell’immediato

el fare, davanti alla stampa ed ai Cittadini, il con-sueto bilancio di fine anno della

sua Amministrazione, non ha fatto al-cun riferimento a problemi “strategi-ci” che bisognava, invece, affrontare di petto. Nonostante ripetute solleci-tazioni da parte della Lista Civica Città per Vivere, il sindaco ha clamorosa-mente smentito perfino lo “spirito” di fratellanza, di unione e di collabora-zione con il quale, attraverso un “bel manifesto pubblico” fatto affiggere sui muri di Roseto e di tutte le frazioni, ha inteso rivolgere i propri auguri per le festività natalizie e per il nuovo anno 2015 a tutti i Cittadini, alle forze poli-tiche ed alle liste civiche, auspicando partecipazione e contributi per il bene della nostra città”. Così Pio Rapagnà in una nota polemica e alquanto pepa-ta nei confronti dell’attuale esecutivo cittadino. Tema dimenticato è quello della variante alla statale Adriatica, ar-gomento sempre scottante da queste parti. Ne ha ben donde il responsabi-le di Città per Vivere che da oltre 30 anni porta avanti la sua battaglia per liberare la città dalla morsa del traffi-co e delle polveri sottili. Ma sul tavolo delle cose dimenticate non c’è solo la variante. “Pensiamo ad esempio alla delocalizzazione delle tantissime “antenne selvagge” installate all’inter-no del centro abitato di Roseto ed a ridosso delle abitazioni, delle scuole e degli Uffici pubblici”, prosegue an-

cora l’ex parlamentare rosetano, “allo smontaggio della “Torre Tralicciata” di 35 metri ancora sovrastante sul Colle San Rocco nel Centro Storico e antico borgo “rinascimentale” di Montepaga-no, alla restituzione della Tarsu versa-ta in più dalle famiglie e dalle attività produttive per la “cattiva e deficitaria” gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani da parte dei 6 Comuni del Cirsyu negli anni dal 2007 al 2014, per una somma complessiva da rimborsare di 3 milio-ni di euro. Ma il silenzio più che preoccupante c’è stato in particolare sulla realizzazione della circonvallazione al centro abitato di Roseto, qua-le variante alla statale 16 Adriatica attesa dagli anni ’50”. Se-condo Pio Rapagnà il sindaco e l’intera amministrazione co-munale “hanno igno-rato consapevolmen-te che la realizzazione della variante è una op-portunità irripetibile di rilancio economico, di creazione di nuovi posti di lavoro, di liberazione definitiva della città dal traffico di attraversamento e dagli altissimi livelli di inquinamento atmosferico ed acustico attualmen-te esistenti. L’opera consentirebbe”, conclude il leader di Città per Vive-re, “di realizzare finalmente, con lo

stesso finanziamento, strutture capaci di tutelare la salute dei residenti e di garantire una maggiore sicurezza stra-dale a salvaguardia dell’incolumità di ciclisti e pedoni, costretti a convivere con un insostenibile e caotico livello di traffico all’interno del centro cittadino e delle frazioni”.

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roseto, varato il nuovoecocalendarIo

La novità principale riguarda il ritiro della frazione organica entro 24 ore successive ad un giorno di festa. L’iniziativa consente ai cittadini di

non trattenere per troppo tempo in casa i rifiuti che si decompongono emanando cattivi odori, come ad esempio scarti di cucina

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Un nuovo ecocalendario per i cittadini di Roseto che sono soggetti al ser-vizio di raccolta dei rifiuti col sistema porta a porta.

Le novità principali riguardano la rac-colta dell’organico il giorno successivo le festività. La riorganizzazione è en-trata in vigore con il 2015 e la ditta che si occupa del servizio ha schierato immediatamente le squadre di operai ritirando la frazione organica a distan-za di 24 ore dai festeggiamenti del Capodanno, evitando quindi che in casa restassero residui di cibo e scarti di lavorazioni in cucina che avrebbero potuto causare cattivo odore. Intanto a Roseto la percentuale di raccolta differenziata, come ha sottolineato l’assessore all’ambiente Fabrizio For-naciari, è superiore al 30 per cento su tutto il territorio. Ma la percentuale cambia laddove è in vigore il porta a porta. “Qui, ovvero a Roseto capoluo-go dove il servizio è attivo ormai da circa due anni”, ha spiegato l’ammini-stratore rosetano, “abbiamo superato abbondantemente il 64 per cento. E

molti hanno avuto difficoltà a trovar-ne alcune disponibili. Da qui, quindi l’ipotesi di prolungare i termini di sca-denza. Nei prossimi giorni il Comune si pronuncerà in tal senso. Intanto, aumenteranno i controlli su tutto il territorio per scoraggiare chi ha la cat-tiva abitudine di abbandonare i rifiuti lungo le strade di periferia o a ridosso di isole ecologiche. Fornaciari ha assi-curato che le sanzioni amministrative saranno inasprite ulteriormente. Tra le altre cose, chi sarà identificato verrà immediatamente segnalato alla Pro-cura della Repubblica con denuncia penale per il reato di inquinamento.

la percentuale è destinata a crescere ulteriormente. Siamo in attesa di sot-toscrivere l’accordo con la ditta che si è aggiudicata l’appalto per la gestione dei rifiuti, dopo di che il porta a por-ta interesserà tutto il territorio”. L’ac-cordo con la Diodoro Ecologia, che comunque già si occupa del servizio rifiuti a Roseto, non è stato ancora sottoscritto in quanto c’è un’inchiesta della magistratura sull’appalto. In città inoltre è stata data alle famiglie l’op-portunità di dotarsi delle compostie-re domestiche. L’acquisto del kit era previsto entro il 31 dicembre scorso. Ma è probabile che il Comune deci-da per una proroga. Chi accetterà di produrre compost domestico avrà uno sconto del 20 per cento sulla Tari, la nuova tassa sui rifiuti. La produzione domestica del compost consentirebbe all’Ente di abbattere sensibilmente i costi di gestione sui rifiuti. Con la col-laborazione dei cittadini si ridurrebbe ulteriormente la frazione di organico da ritirare. Va detto però che in cit-tà non sono mancate le polemiche sull’acquisto delle compostiere. In

Modello di compostiera domestica

Rifiuti a ridosso del fiume Vomano

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11Politica

Ma renzi è il figlio di Berlusconi?Al di là della parodia di Fiorello, in Italia occorrerebbe un’azione fuori dai partiti

e attuata da giovani, che cambierebbe molte cose e farebbe tornare la fiducia a lunga scadenza. E di fiducia e prospettiva vive un Paese che vuole guardare al futuro

di William Di Marco

UN PANORAMA POLITICO CONFUSO - In un momento storico come quello che l’Italia sta vivendo, bisognerebbe vera-mente avere un approccio il più pos-sibile distaccato e “storico” del nostro panorama politico, affinché gli aspetti più oscuri e meno comprensibili trovi-no una spiegazione che spesso appa-re del tutto fuorviante, almeno stando a un’analisi di superficie. La frase del titolo è un po’ forzata, ma nemmeno tanto, perché l’immagine è stata presa in prestito dalla satira che vede l’agire amministrativo dell’ex sindaco di Fi-renze come se fosse una prosecuzione di ciò che aveva fatto in precedenza il magnate delle televisioni e alcuni tratti caratteriali sembrano veramente mol-to vicini, se non affini. Il quadretto più completo lo disegna Fiorello nel suo “Fuori programma” su Radiouno Rai, quando imita i due protagonisti proprio in un dialogo tra padre e figlio, con i consigli del primo al suo epigono, il quale a sua volta chiede numi al più esperto.dAll’ArtIcOlO 18 IN POI - Uno degli aspetti più eclatanti è stato sicuramen-te l’Articolo 18 dei lavoratori, cavallo di battaglia nel 1994 del primo periodo di governo del Cavaliere, quando, appro-vata la sua abolizione (senza modifiche, che in un modo o nell’altro l’avrebbero depotenziata), si vide tutti i sindacati contro, con un Sergio Cofferati capace di portare al Circo Massimo di Roma ben tre milioni di lavoratori che manife-starono contro tale decisione. Pochi in realtà sapevano che proprio i sindacati (come d’altronde i partiti) usufruivano di questo articolo, poiché a detta di Savino Pezzotta (allora segretario del-la Cisl) un sindacato, come un partito, deve sentirsi libero di licenziare chi ideologicamente la pensa in un modo diverso. Il successo mediatico e della piazza spinse Bossi a togliere la fiducia al primo governo Berlusconi, che dopo sette mesi fu mandato a casa. Oggi il

“figlio” Renzi ha riproposto quella abo-lizione e ha dovuto trovare un compro-messo con l’ala massimalista del suo partito, che in un certo modo ha diluito le intenzioni iniziali, anche se la riforma ha creato ugualmente dei malumori in molti, sia in coloro che la volevano più incisiva sia in quelli che non vorrebbero nessun cambiamento, con il ripristino dello status quo ante.

le mOdIfIcHe cOstItuzIONAlI - Stesso discorso potrebbe essere fatto per le riforme costituzionali. L’attuale Presidente del Consiglio ha capito che la nostra Costituzione fa acqua un po’ da tutte le parti, soprattutto dove si delinea la forma di governo e l’asset-to delle due Camere. Per tale motivo ha messo in primo piano, da quando si è insediato circa undici mesi fa, la revisione della nostra Carta, unitamen-te alla legge elettorale. In pratica ha ricalcato, in modi diversi e anche con contenuti non uniformi, quella che il centro destra propose come riforma costituzionale approvata a maggioran-za nei due rami del Parlamento, ma poi bocciata dal referendum del 2006. Non entriamo nel merito di chi tra le due fosse (o sia) la più giusta (lacune ne hanno entrambe), ma quel tentativo fu messo al bando proprio dal partito di Renzi, il quale oggi ne propone un’al-tra, differente in alcuni aspetti, ma con lo scopo di rendere più governabile e

gestibile questo nostro Paese.duNQue sONO PAdre e fIGlIO? - I due, quindi, si assomigliano molto, al punto che Matteo Renzi ha più volte sottolineato - particolare sfuggito alle riflessioni politiche- che l’Italia, a fu-ria di contrapposizioni ideologiche, ha perso venti anni, buttati letteralmente al vento. I problemi - come già sotto-lineato su queste colonne - non sono dovuti tanto alle proposte, quanto a chi le enuncia, con la famosa formula dell’ipse dixit (“l’ha detto lui”, frase ide-ata dai seguaci di Pitagora, per dire che se parlava il maestro, tutto era lecito e vero, a prescindere del contenuto). E questo scontro che continua imperter-rito, fa sprofondare le nostre istituzioni e ci allontana dalla modernità del resto del mondo.NessuNA sOluzIONe, se NON... - Non c’è nessuna bacchetta magica per rimettere in moto il nostro Paese e realmente iniettare una dose di vero ottimismo e fiducia nel futuro. Con que-sti politici - prendete alla lettera ciò che leggete, senza nessun velo retorico - non si andrà mai da nessuna parte. Vi-vono in un contesto partitico di stampo Otto-Novecentesco, che si identifica in un sistema di aziende statali che ha bi-sogno di accentrare tutto il potere nelle loro (dei politic) mani per dettare le con-dizioni e i tempi, sia nel pubblico sia nel privato. Molti giovani si rendono conto sempre di più che questo meccanismo ci sta portando alla deriva. Alcuni pre-feriscono l’estero evoluto per disintossi-carsi, altri vorrebbero fare qualcosa. E noi da tempo diamo un consiglio, certo non semplice da realizzare, ma pieno di speranze per un vero cambiamento: riscrivere da capo tutte le regole, come accadde nel 1946. Con un’Assemblea Costituente, fuori dai partiti e formata da giovani, cambierebbero molte cose e tornerebbe la fiducia a lunga scaden-za. Di fiducia e di prospettiva vive un Paese che vuole guardare al futuro.

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L’emozione di un giorno... per tutta la vita.L’L’L eL eL mememom zm zmozomom zmom iziz d

AL FOCOLARE DI BACCO - C.da Solagna, 18 - Roseto degli Abruzzi (TE)Tel. e Fax 085 8941004 - Mob. 393 9461096 - [email protected]

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a cura della redazioneCerchi Concentrici Promotor

CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

La strada in questione è la seconda che s’incontra dalla S. S. 150, andando verso Nord, imboccando via Galvani. Congiun-ge con l’altra arteria che sbocca sulla Salara, cioè via Mar-coni, formando, con via Gioia, un reticolato che attraversa il popoloso quartiere.Alessandro volta (Como, 18 febbraio 1745 - Como, 5 marzo 1827) è stato un fisico italiano, conosciuto soprattutto per l’invenzione del primo generatore elettrico mai realizzato, la pila, e per la scoperta del metano. È grazie a lui che termini come “pila”, “tensione” e “capacità elettrica” sono entrati nell’uso quotidiano. Il suo principale merito è di aver mostra-to all’umanità una nuova fonte d’energia. Partendo dalle sue tesi sullo “stato elettrico” di un corpo, giunse alla sua prima importante invenzione: l’elettroforo perpetuo, un generatore di energia elettrica costruito nel 1775.

L’arte del pugilato, soprattutto tra i dilettanti, è fatta di grande tecnica e di capacità di saper “scherma-re”. Lo dimostra il bravo marco Balducci (dell’Ac-cademia Pugilistica Giulianova, guidata dal Maestro Luciano Caioni), studente modello al “Moretti” di Ro-seto, che in ottobre si è aggiudicato a Chieti la vittoria alle finali regionali giovanili serie “Youth”, categoria 64 Kg, per poi ripetersi il 16 e 17 ottobre a Spoleto, dove ha vinto gli ottavi di finale, qualificandosi per l’ultimo raggruppamento nazionale, tenutosi a Tre-vi. Nella città umbra dal 21 al 23 novembre si sono svolte le fasi nazionali e ai quarti il nostro è stato battuto da un pugile, che lui stesso aveva già supe-rato a giugno, quando Balducci si era aggiudicato il titolo italiano. Attualmente l’atleta giuliese è il terzo in Italia, nella sua categoria, per numero di match vinti. Una promessa dal futuro incoraggiante.

perché via volta a campo a mare Si chiama coSì?

Dopo la nomina a docente di fisica all’Università di Pavia nel 1778 e gli esperimenti sul metano, da cui arrivò a costruire la cosiddetta “lampada di Volta”, si concentrò sullo studio dei conduttori elettrici, mettendo a punto nel 1780 il condensatore d’elettricità. Fu un passo cruciale per la successiva invenzione della pila, annunciata per la prima volta alla Royal Society, il 20 marzo del 1800. Con Volta la corrente elettrica smise di essere un fenomeno statico, manifestandosi quale elemento fluido in grado di svilupparsi da una sorgente e raggiungere un altro corpo. Un merito che gli fu riconosciuto chiamando volt l’unità di mi-sura del potenziale elettrico e della differenza di potenziale. Fu nominato da Napoleone “Cavaliere della Legion d’onore”.

(da InfoWeb)

continua l’aSceSa nel mondo della boxe

dell’atleta-Studente marco Balducci

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15CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

Il periodico di approfondimenti culturali inizia il suo quinto anno di vita. Il primo numero del 2015 apre con una riflessio-ne politica che vuole analizzare l’attuale situazione da un’altra angolazione. Il ti-tolo dell’editoriale è: “In Italia negli ultimi venti anni c’è stata una guerra ideologi-ca, partitica o politica? Più semplicemen-te uno scontro editoriale tra De Benedet-ti e Berlusconi”, in cui poi si sottolinea Se parliamo del nostro sistema politico ci sembra di rimanere imprigionati in un labirinto. Da noi hanno dominato, fino a un certo punto, delle ideologie legate ai totalitarismi. Poi queste si sono trasferi-te altrove e a impugnare il timone sono stati due gruppi editoriali. Distorcendo, ognuno per proprio tornaconto, la realtà. La prima pagina continua con un’altra introduzione alle tesi di laurea, questa volta in diritto amministrativo. A presentar-la è il neodottore marco di Giuseppe con “Cosa succede in Europa nell’ambito del pubblico impiego?”. Di seguito altri

È in edicola e Sul web chorus di gennaio 2015

due articoli. Il primo è dell’insegnate do-retta celommi con “Possono i Pink Floyd entrare nelle scuole? Il gruppo inglese, at-traverso musica raffinata e testi semplicis-simi nei contenuti, è diventato portavoce di un’umanità nascosta e silenziosa che vive in uno stato, più o meno riconosciuto, di sofferenza”. L’altro è di ugo centi, diret-tore di Controaliseo che ci parla di “Villa Paris (ormai ex). Quella struttura di inizio ‘900 ricordava un’epoca precisa della no-stra storia. Ma noi, noi d’oggi, forse non vogliamo sapere come era fatta ‘quella’ cit-tà, non vogliamo testimoni: ci condanne-rebbero per i guasti che siamo stati capaci di produrre”.Il giornale è disponibile: a) sul sito www.williamdimarco.it, cliccando “Riviste” nel

menù in alto, poi Chorus e poi ancora n° 44; b) sul sito www.eidosnews.it, nella sezione “Leggimi”. Per riceverlo a casa basta segnalare il proprio indirizzo di posta elettronica a [email protected].

L’abilità di fare il presepe è diventata sempre più sopraffina e sono diverse ormai le ambientazioni natalizie che assumo-no forme sempre più complesse, tanto da diventare dei veri capolavori. Così alla fedeltà dei paesaggi fa da contraltare l’ingegnosità dei meccanismi, come alle statuine sempre più articolate si contrappongono case e edifici certosini. Il presepe di sandro fossemò è un po’ diverso dagli altri. Intanto egli è partito da un tema e lo specifica sul suo blog www.blogmetropo.blogspot.it, in cui sottolinea che il suo lavoro è «ispirato all’Albe-ro di Iesse dove il profeta Isaia ci annuncia la nascita di Gesù attraverso il sogno di Iesse, vale a dire il padre di Re Davide. “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un ramoscello germoglierà dalle sue radici. Su di lui si pose-rà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di

conoscenza e di timore del Signore.” (Is. 11,1-2)». Insomma, un presepe in cui il tema delle scritture è fondamentale e tutto ruota intorno a un simbolismo molto pronunciato. In tal modo Fossemò non fa altro che ispirarsi alla Bibbia, in modo da arricchire ogni anno di più il suo lavoro, grazie a studi specifici sul tema.

a roSeto Sono Stati realizzati tanti preSepi, ma quello di sandro Fossemò È Stato particolare

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17CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

Il periodo della Scuola Elementare è tra quelli che rimango-no impressi per tutta la vita, perché intanto sotto il profilo pedagogico è tra i più formativi in assoluto, ma anche per il fatto che certe amicizie restano per sempre. In questo caso abbiamo anche il fascino “letterario” della maestra unica, capace di infondere, oltre che il sapere, lezioni di vita che rimarranno indelebili. Nella foto si riconoscono: in piedi da sinistra Marco Di Fino, Gilda Collevecchio, Patrizia Bonadu-

ce, Giuliana De Ascentiis, Maria Argentiero, Adriana Addazi, Marina Candelori, Doretta Addari, Gianfranco D’Eugenio, Tito D’Eustachio; seduti da sinistra Fabio Coccione, Dome-nico Brandimarte (defunto), Giorgio Di Giandomenico, Fran-cesco Di Giovanni, Domenico Cerritelli, Adriano Di Croce, Giovanni Chiappini (defunto), Claudio Cirillo. Anno scolasti-co 1968-69, maestra Maria Giunco in Sorgentone, Scuola Elementare “D’Annunzio”, assente Giovanna Croce.

Le storie delle persone che hanno vissuto più da vicino tempi ormai lontani dalla nostra contemporaneità, affa-scinano sempre. Così, parlando con i fratelli Erardo e Da-rio Triozzi, è stato tirato fuori dal cassetto dei ricordi l’im-magine dei bambini e dei ragazzi degli anni ‘50 che andavano sen-za scarpe. Dario, il più giovane dei due, si ricorda perfettamente come erano le usanze di allora. Appena finita la scuola, iniziava ufficialmente l’estate. La prima cosa che si faceva, era quella di mettersi scalzi, lasciando a casa le scarpe. In pratica si andava a piedi nudi per tutta la giornata ed

i ragazzi di una volta 20 - una claSSe delle elementari, anno ScolaStico 1968-69

quando d’eState i ragazzi andavano a piedi nudi

era abituale per tutti i ragazzi avere questo atteggiamento che oggi chiameremo “salutista”, ma che allora era dettato da tanti motivi, uno dei quali, forse il principale, dovuto al ridotto bud-get familiare. «Quando qualcuno ancora non si levava le calza-

ture - specifica ancora Dario - noi tut-ti lo rimproveravamo con il classico: “Ma che fa, purt ancora l’ scarp” e questi subito si metteva a piedi nudi». Tale contatto naturale con il terreno durava fino ad agosto poi, con l’aper-tura della scuola, iniziava la normali-tà. È una storiella che andrebbe letta da noi tutti e soprattutto dai giovani, utile ad alcuni per farli tornare... con i piedi per terra.

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L’Italia non è la sola a soffrire i primi giorni di vero inver-no perché anche nella biblioteca comunale di Roseto se ne può sentire un assaggio. Non solo passeggiando sul lungomare o lungo le strade cittadine, approfittando delle vetrine addobbate a festa per i saldi di questa sta-gione. Anche nella biblioteca comunale, nelle vicinanze della Villa, si avverte un freddo pungente. Nel periodo di grande freddo, a cavallo tra le festività natalizie e il Ca-podanno, i termosifoni sono rimasti spenti, sollevando le lamentale dei tanti giovani che frequentano la struttura per leggere un libro o per fare delle ricerche. Ma a pro-testare non sono stati solo gli utenti. Perché la denuncia è arrivata anche dai dipendenti che hanno sottolineato come in certe condizioni non sia possibile lavorare.

BIBLIOTeCA AL FReddO, LA PROTeSTA degLI UTeNTI e deI dIPeNdeNTI

CI P

IACe

Buone notizie per molte famiglie di Roseto. Il Comune fa sapere che possono essere presentate da parte dei cittadini residen-ti ed aventi diritto, in base all’indicatore ISEE relativo ai redditi 2013, fissato dalla normativa (massimo euro 10.632,94), le richieste relative al beneficio del rimborso totale o parziale dei libri di testo, per l’an-no scolastico 2014/2015. Le domande, redatte su moduli predisposti dall’Ufficio (scaricabili dal sito del Comune), relative all’anno scolastico 2014/2015, si devono presentare entro il termine massimo del 30 gennaio prossimo all’Ufficio Relazio-

ne con il Pubblico (U.R.P.), in Piazza della Repubblica, piano terra del Municipio. Ul-teriori informazioni possono essere richieste all’Ufficio Scuola (tel. 085/89453647-648, Responsabili del procedimento la signora Margherita Rocini). Gli uffici sono aperti al pubblico dalle ore 9 alle ore 13 tutti i giorni feriali e il martedì ed il giovedì dalle ore 16 alle ore 18. “Invitiamo tutti gli interessati a fare richiesta di rimborso parziale o totale dei libri di testo”, ha dichiarato l’assessore alla Pubblica Istruzione, Alessandro Recchiuti, “per qualsiasi chiarimento o delucidazioni i nostri uffici sono a disposizione”.

ARRIvANO I RIMBORSI PeR I LIBRI dI TeSTON

ON C

I PIA

CeROSeTO

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Questo grande pino minaccia di cadere da un momento all’altro e sic-come non si trova in campagna ma, in via Mazzini, nei pressi dell’in-gresso posteriore della Scuola Media, è un serio pericolo per le tante auto parcheggiate al di sotto di esso e per i tanti passanti in macchina o a piedi. Molte persone che abitano in questa zona, dichiarano che l’albero si è ulteriormente incrinato durante la copiosa nevicata del feb-braio 2012. Perché aspettare che accada il peggio, quando basterebbe provvedere al taglio della pianta e alla successiva sostituzione con un altro arbusto?

UN PINO PeRICOLANTe

Finalmente a Pineto sono tornate le iniziative che hanno dato il clima giusto alle feste natalizie. Associazioni, qua-li Summer Smile, Risvegli Sonori e Antares, coadiuvate dall’Amministrazione Comunale hanno collaborato per or-ganizzare un ricco calendario di eventi, consistenti in serate di cabaret, tombolate, musica dal vivo, distribuzione di doni - a tutti i bambini accorsi il giorno di Natale - laboratori arti-stici e persino il cenone del 31 dicembre. Grande esempio di partecipazione attiva della cittadinanza per rendere una comunità più vera, unita e disponibile verso il prossimo. Il Comune ha dimostrato grande volontà e spirito di iniziativa, facendo installare in pieno centro una pista di pattinaggio su ghiaccio, grande novità di questo fine anno 2014.

Le FeSTIvITA’ A PINeTO

di TIZIANOABBONDANZA

CI P

IACe

NON

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INFORMATIVA PERI CITTADINI

Legge Regionale del 10 agosto 2012 n. 41 (BURA), che disciplina la materia funeraria e di polizia mortuaria cambia in modo radicale gli assetti dei compiti e delle funzioni in merito al trattamento del caro estinto.Ad esempio ora, per il periodo di osservazione, il trasporto del defunto – dall’ospedale a casa - è consentito prima delle 24 ore, previa documentazione. A riguardo, l’azienda Antonio Ruggieri S.r.l. garantisce il servizio di trasporto a costi contenuti, determinati in base all’impegno e, soprattutto, mette a disposizione presso i locali della sua azienda una sala di commiato a titolo gratuito.Inoltre, per ceneri e cremazioni ci sono tariffe ben definite, non elevate, se non inferiori a quelle di un funerale normale. La nuova Legge Regionale permette di conservare le ceneri privatamente o, se lo si desidera, è possibile disperderle in luoghi adatti.La nuova regolamentazione definisce, quindi, in modo chiaro le procedure in ambito mortuario. Pertanto è opportuno rivolgersi sempre a strutture specializzate che offrono servizi adeguati per tutte le esigenze, diffidando da chi non conosce le procedure e alimenta i costi ingiustificatamente.

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Carissimo Assessore Fabrizio Fornaciari,

quante belle notizie ci ha dato alla vigilia di Natale, avevamo bisogno di tanto ottimismo. Mentre il premier Renzi se la prendeva con i “gufi” che attaccavano il suo programma, Lei, andando controcorrente, ci ha dato bellissime sorprese. Il 23 dicembre alle 15,51 il sito del Comune di Roseto ha comuni-cato che Ella aveva predisposto un programma di risparmio per noi cittadini sulla tassa della spazzatura, se entravamo in possesso di una compostiera entro l’anno. La cosa mi ha interessato veramente e subito mi son dato da fare perché ho pensato che poteva essere una buona idea per il mio regalo di Natale e perché no… anche originale per i nostri amici; anche se difficile da confezionare era sempre una novità. Mi sono messo subito in moto per reperirne almeno 10 anche se tra me e me dicevo che dare anche lo scontrino di acquisto ai nostri amici per usufruire delle incentivazioni non era il top, ma a caval donato non si guarda in bocca e quindi dovevano solo apprezzare la bella idea, visto che lo scontrino lo avrei messo in una busta sigillata da consegnare intonsa agli uffici comunali. Comunque gira che ti gira tutti i negozi di Roseto ne erano già sprovvisti, per cui ho detto ai miei amici che la mia sorpresa sarebbe arrivata la domenica successiva. il 27 ed il 28 dicembre ho fatto il giro dei negozi dei paesi vicini ed anche al mercatino a piazza Olimpia, ma le mie ricerche sono risultate vane! Qualcuno sostiene che la Sua sia stata la pensata dell’una e tre quarti (quella pensata che i mega dirigenti fanno a quell’ora quando dopo aver cazzeggiato su Facebook o Twitter per tutta la mattina e prima di lasciare l’ufficio si dicono “beh, qualcosa debbo pur far vedere che ho fatto” e buttano giù una boutade). Ma il comunicato era delle 15,51 e quindi sono solo maldi-cenze e penso che qualcuno altro prima di me ha avuto la brillante idea per fare affari dal primo gennaio: le ha compe-rate tutte per rivenderle al mercato nero! Di ‘sti tempi tutto può succedere. Anche nei giorni successivi le mie ricerche sono state vane ed in fondo “finita la festa, … gabbato lu santo” mi sono risparmiato i regali, però sono a chiederLe di apprezzare la mia buona volontà ed essere inserito tra i

beneficiari dello sconto, portando agli uffici compe-tenti i depliant che mi sono procurato via Internet. Magari lì mi sapranno anche consigliare quella più adatta al mio giardino, che acquisterò subito dopo. Grazie per la brillante iniziativa! Altra bella sorpresa l’ho avuta venerdì 26 dicembre alle ore 14,56 sem-pre sul sito ufficiale del Comune di Roseto, che ha

annunciato che era pronto il calendario 2015 della raccolta differenziata e che si poteva ritirarlo presso la URP a Palazzo di città. Secondo me quella è stata decisamente una riuscita iniziativa di scienze delle comunicazioni per invogliare i cittadini a recarsi in Comune ad assistere alla conferenza di fine anno della Giunta e prendere due piccioni con una fava! La conferma la deduco dallo stesso comunicato che avvi-sava la cittadina che in seguito il calendario sarebbe stato visibile anche sul sito del Comune. Subito non poteva essere esposto se non per raggiungere un certo obbiettivo. C’è chi dice che, vista la festività del 26, era già molto che qualcuno avesse, appena pranzo, raggiunto Palazzo di città per portare la bella notizia: purtroppo tutti gli scanner e le fotocopie del Comune erano spenti e certo chi ha predisposto il comunica-to non poteva disegnare a mano, in bella calligrafia e magari anche con decorazioni, il programma di raccolta di gennaio 2015! Va beh, per il prossimo anno consiglio che i membri di Giunta, vestiti da Babbo Natale o da Re Magi, vadano casa per casa a portare il calendario 2016 e così, senza destare sospetti, potranno iniziare la campagna elettorale in un clima molto festoso. Restando al tema della spazzatura mi permetto di osservare che noi rosetani abbiamo la brutta abitudine di mangiare pesce alla vigilia di Natale e ci sarem-mo aspettati che il giorno 27 dicembre la raccolta differen-ziata avesse previsto l’organico, ma capisco perfettamente che chi sta nella stanza dei bottoni sa prevedere le cose meglio di me ed ha creduto giustamente che la plastica dopo averla conservata in casa per una settimana puzza più degli organici natalizi. Per il prossimo anno forse meglio pensarci meglio. Ma che sbadato che sono… con la compostiera sul balcone di casa l’anno prossimo tutto funzionerà… meglio! Cordialmente e buon 2015.

Italo Di Antonio

Ma dove stanno le coMpostIere?

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e’ andata bene “una letterIna per babbo natale”

organizzata dai genitori degli alunni della scuola di campo a Mare

Il Comitato Genitori Uniti, formato dalle mamme dei bambini della scuola materna ed elementare di Campo a Mare, ha organizzato una festa di Natale con la preziosa collaborazione di sponsor locali

na letterina per Babbo Natale”, la festa organizzata dal Comitato Geni-tori Uniti domenica

14 dicembre, all’interno della scuola di Campo a Mare in via S. Petronilla a Roseto. La benevolenza dei genitori e degli interessati e curiosi giunti alla festa, infatti, si è fatta sentire e vedere con le offerte che hanno consentito di raggiungere un buon budget. Il Comi-tato Genitori Uniti è stato il motore di tutta l’organizzazione: infatti, con l’au-torizzazione della Dirigente Scolastica, la prof.ssa Anna Elisa Barbone presen-te alla festa, una trentina di mamme dei piccoli alunni della scuola di Campo a Mare di Roseto hanno pensato di ren-dere speciale il Natale dei loro figli orga-nizzando una giornata, iniziata nel pri-mo pomeriggio con la lettura animata di favole, ricca di appuntamenti come il laboratorio didattico o l’esposizione di stand natalizi, dove i dolci e gli oggetti venduti sono stati fatti interamente dal-le mamme della scuola. Hanno pensa-to, inoltre, di animare il pomeriggio con l’intrattenimento per bambini e hanno preparato per tutti tante buone cose

da mangiare. L’arrivo di Babbo Natale con la consegna di dolci – preparati dai forni locali – e di caramelle (gentilmen-te offerte dalla Gelco, che vivamente si ringrazia insieme agli altri sponsor), unitamente al coro dei piccoli alunni della scuola sono stati solo alcuni dei momenti più belli della giornata. La pesca di beneficenza poi, ha regalato sorrisi ai bambini che hanno estrat-to e vinto giocattoli donati da Lisciani Giochi. Nessuno si aspettava una così grande risposta, nemmeno i membri del Comitato Genitori Uniti, che hanno dichiarato: “Siamo molto soddisfatte della riuscita della festa e dell’impegno e passione che tutti i genitori ci hanno messo. Senza la collaborazione di tutti gli sponsor ma soprattutto senza l’auto-rizzazione della dirigente scolastica che ci ha concesso di organizzare la festa proprio tra le mura della scuola, nulla sarebbe stato possibile o comunque non sarebbe riuscito tutto così perfet-tamente”.In seguito all’invito ricevuto, sono inter-venuti all’evento anche la vice Sindaco, maristella urbini, l’assessore alle Poli-tiche Sociali e alla Pubblica Istruzione,

Alessandro recchiuti e il presidente del Consiglio, Nicola di marco, i quali hanno assicurato la massima disponibi-lità da parte dell’Amministrazione. Per la riuscita della festa, si ringraziano i seguenti sponsor: Lisciani giochi, Oslv Italia Srl, Cordivari Srl, Industriale sud Srl, Birrificio “Terre d’Acqua viva”, vini Centorame, Pastificio verrigni, Ma.Sa. Carni, Pasticceria “Mani di Fata”, Tri..Angolo pizzeria, Tigre Campo a Mare, Samarcanda preziosi, gelco, Pasta all’uovo “Angela”, Scarabocchio, Toys City, InPrimoPiano Roseto, Nucleo , Acqua e Sapone , Oasi Supermercato, Cartoleria Italnova, Parrucchiera eveli-na, Iris profumeria, globo, Parrucchiera Mara, La boutique del regalo, Katiuscia Hair Stylist , Piante e Fiori da Neri , L’Arca, La casa del Fiore, Bar Samdrink, Benessere donna centro estetico, Beau-ty vale, evoluzione uomo , Bar pasticce-ria gianforte, Bar di gregorio Roberta, Benetton intimo, Industrie Rolli e vivaio garden Rosetoflor.

di MARTINAFRANCHI

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ricordiQuante sfaccettature ha la forza? Questa idea non è imprigionabile in una sola nozione: alle volte la vorremmo come amica e altre non ci piace-rebbe vederla contro di noi. Eppure la forza si riscontra un po’ dappertutto e spesso la invo-

chiamo per i nostri lavori quotidiani. Essere carichi di questo tipo di energia è importante per superare i piccoli ostacoli che troviamo nel nostro agire, anche i più semplici e banali. Ecco perché vedere sergio di Pasquale, il cui nome non as-sociato all’eponimo “Lu boje” di tutta la famiglia è veramente impossibile, dà il senso di quel vigore che uno si porta dentro e dietro come un indelebile segno distintivo. E il concetto di potenza lo si ritrova sia nell’espressione più piena individua-bile nei buoi, animali capaci di tirarsi appresso qualsiasi ca-rico, sia nel senso severo del giustiziere-boia, che sa incute timore e non fa sconti a nessuno. Ma quella robustezza di cui si serve la persona è utilizzata spesso per fare al meglio il proprio lavoro, per essere in un certo senso indipendente da-gli altri nel concludere una mansione nel migliore dei modi. E se si è in mare, ma non quello tecnologizzato di oggi, bensì quello di una volta - in cui il sacrifico giornaliero si misurava inevitabilmente con la potenza esplosiva delle braccia e delle gambe - allora tutto torna, pure quel nomignolo che sa tanto di passato e di mitologico. I richiami alla forza bruta degli uomini muscolosi dei film di qualche decade fa che fecero la fortuna del cinema dell’oratorio al Campo dei Preti, rispun-tano alla memoria e Sergio di quel tempo e di quei luoghi ne sa qualcosa. «Siamo “Li boje” - ci spiega il nostro protago-nista con l’orgoglio di chi sa che quel nomignolo vale molto di più di un ufficiale appellativo dell’anagrafe - perché è un soprannome che diedero a mio nonno Valentino e forse tutto è legato alla forza che aveva nel risolvere da solo le questioni marinare, specialmente quando c’era da ritirare la barca in

quei giorni di freddo assoluto». La sentenza è diretta e quindi può essere inclusa nel libro della marineria locale. E Sergio ricorda bene quell’uomo, padre di suo padre Giuseppe, non solo perché lo vide all’opera, ma perché per un periodo ci lavorò insieme. E quella famiglia che ha segnato la marineria locale ha avuto in eredità dei tratti in molti suoi rappresen-tanti, che li riscontri ancora oggi. Il buon Peppe era un padre dalle parole centellinate, ma tutte con la stessa caratteristi-ca: erano lapidarie e senza panegirici. Se diceva una cosa era quella e non poteva essere affatto equivocata. I figli, tutti, lo sapevano e l’attuale “lu boja” di terza generazione non fa altro che ripercorrere quegli stilemi, fatti di poche ma precise parole, anche negli ordini da impartire ai figli.Il mare Sergio lo porta dentro i propri muscoli e certe volte prende il posto anche del vitale sangue. Le rotte che ha solca-to non sono tanto quelle del nostro piccolo Adriatico, quanto quelle immense degli oceani e le navi, per molta parte della sua vita, sono state delle dimore, forse poco accoglienti e prive di quel necessario calore umano che solo la famiglia sa dare, ma pur sempre un piccolo microcosmo dove tutto diventava prezioso e le cose si apprezzavano veramente per il valore che avevano. Quel carattere, frutto del Dna familia-re e della sua esperienza lavorativa, oggi sono racchiuse in questa persona che nel suo racconto sa metterci il fascino di un mondo di pescatori che non c’è più, ma anche il sapore dei sacrifici che lo hanno reso un vero “lupo di mare”. E nel sentirlo, riecheggiano i flutti ciclopici dei mari lontani.roseto e il mare per lei sono state una cosa sola...La nostra casa era in via De Amicis, quasi sotto la collina. Lì sono nato l’8 marzo 1939. Mio padre Giuseppe, detto Pep-pe, viveva di pesca e mia madre, Elena D’Angelo, faceva la casalinga. Non poteva essere altrimenti con ben nove figli e tredici parti, perché purtroppo quattro fratelli morirono,

sergio di pasqualenon Fu suBito un piccolo marinaio, ma presto si unì al padre

peppe e al nonno valentino per entrare di diritto nella dinastia de “li Boje”. poi arrivarono gli oceani e anche

un sequestro della marina militare danese

Ricordi 23 - II serie

IL MARE DI ROSETO LO ASSAPORò SULL’IMBARCAzIONE DI FAMIGLIA E SUBITO DOPO FU IL PERIODO DELLA GENEPESCA A BORDO DI NAVI IN CUI C’ERANO ANCHE I

FRATELLI VALENTINO E PASQUALINO. I LUNGHI VIAGGI IN CUI SI STAVA FUORI METà ANNO

SONO UN RICORDO ALLE VOLTE PIACEVOLE PER L’UMANITà DEI COMPAGNI, MA È CERTO CHE IL

FREDDO POLARE E LA NEBBIA CHE ENTRA NELLE OSSA NON LI DIMENTICHERANNO MAI PIù.

E OGGI SI GODE LA MITEzzA DEL NOSTRO MARESergio Di Pasquale

di William Di Marco

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ricordi

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due in tenera età. Quando venni al modo ero il terzogenito. Prima di me c’erano Valentino del 1932 e Pasqualino del 1935. Dopo di me arrivarono Mario nel 1941, Maria Giulia nel 1944, Luigi 1946, Antonio 1948, Filomena 1953 e Fe-derico Gabriele 1958. Insomma, una bella famiglia come spesso capitava una volta.Prima di andare oltre bisogna chiarire una cosa.So bene a cosa si riferisce. Il nostro soprannome “Lu boje” è stato sempre un po’ controverso. Lo hanno ricordato an-che alcune pubblicazioni e ne ha parlato un altro marinaio scrittore come Enzo Corini. Tuttavia fu mio nonno ad essere apostrofato così. Si chiamava Valentino e non era di statura molto grande. Si diceva, però, che avesse molta forza, come un bue e quindi da lì il nomignolo con cui tutti a Roseto e non solo ci riconoscono. Ritirava le imbarcazioni da solo ed erano i tempi in cui era a bordo con Filippo Di Pietro, uno dei capostipiti della marineria locale. Sul nostro sopran-nome qualcuno ha anche fatto riferimento alla severità del boia-esecutore, ma credo che la prima ricostruzione sia la più veritiera.Oltretutto suo nonno lo conobbe bene. ma è meglio partire da quando era piccolino e frequentava la scuola.È un periodo che ricordo molto bene. Intanto gli insegnanti li ho in mente tutti. Frequentai la Scuola Elementare “Gian-nina Milli” e nell’ordine ebbi la maestra Di Cesare, molto brava, la Paparone, la Pavone, il maestro Di Furia e infi-ne anche Gigino Braccili. Non è che mi attirasse molto lo studio e una volta non è che c’erano tutte le attenzioni di oggi. Così ripetei la II e la IV Elementare e appena dopo mio padre mi mandò a lavorare. Scelsi di andare a fare il falegname e non c’era un perché. Credo che la motivazione fosse legata al posto libero che l’artigiano che mi fece fare l’apprendistato aveva. Era Luigi Di Marco e aveva il labora-torio in via Mazzini, sotto la collina. Ma l’esperienza durò un paio d’anni, poi ci fu la svolta.Il mare con papà e nonno.Proprio così. Per me fu una gioia poter lavorare con loro. Mio padre comprò una paranza a vela, dopo tanti anni passati sulle navi della Genepesca che solcavano l’oceano e con molte imbarcazioni al porto di Giulianova, in modo partico-lare la Nicola Padre, insieme a Nazzareno, Giulio e Federico Brandimarte, Alfonso Sbrolla, i Giorgini e Gennarino detto

“Lu turuarell”. Così iniziammo a uscire in quattro: c’era mio nonno Valentino, mio padre, mio fratello Pasqualino e io. Di quei giorni ricordo in modo particolare la mano di mio non-no, chiusa con le sole tre dita che facevano da morsa a tutto ciò che prendeva. Evidentemente l’inutilizzo dell’anulare e del mignolo era dovuto ai tanti anni in cui aveva manovrato il timone. Quel periodo, però, me lo ricordo come anche molto difficile, poiché si guadagnava poco.venne il tempo della Genepesca anche per lei.Tutto nacque dal fatto che il più grande dei miei fratelli era già imbarcato. Si guadagnava bene, anche se la vita era molto sacrificata. In quegli anni c’era un pullman che parti-va da Silvi, si fermava a Roseto e poi a Martinsicuro per ca-ricare le decine di marinai che andavano al porto di Livorno. La mia avventura nacque un po’ per caso. Insieme a mio fratello Pasqualino e all’amico Eligio Teodoro decidemmo di partire. Il grande problema era che non avevamo fatto la domanda e di conseguenza non avevamo nessun tipo di permesso o di autorizzazione. Andammo un po’ all’avventu-ra. Così arrivati al porto, davanti ai cancelli degli uffici della compagnia, rimanemmo da soli, mentre tutti gli altri erano stati chiamati, poiché contrattualizzati. Dalla finestra si af-facciò un signore con i baffi, che sapemmo poi chiamarsi Taddei, che mi chiese: “Come ti chiami?”. Dissi il mio nome e cognome e sottolineai che avevo già esperienza, come d’altronde gli altri che erano con me. Dissi anche che avevo un fratello a bordo. Mi rispose che saremmo potuti salire con il ruolo di mozzo, l’unico disponibile. Così fu e da lì iniziò la mia prima esperienza. Il comandante era Andreotti, che poi ritroveremo in un’altra esperienza. Era il 22 giugno 1959.cosa faceva a bordo.Nei primi viaggi facevo l’uomo di fatica. Le nostre mete erano la Groenlandia, Terranova, il Labrador e le coste del Canada. Pescavamo i merluzzi e dopo averli tirati su, ta-gliavamo la testa e la coda e li posizionavamo in tre tipi di cassette: piccole, medie e grandi. Poi subito nei frigoriferi. Proprio in quel periodo istallarono a bordo la macchina dei filetti. In pratica stavamo sei mesi fuori dall’Italia, rientra-vamo un mese circa per poi ripartire. Si salpava all’inizio dell’anno, si tornava a giungo e a dicembre. Per cinque anni consecutivi feci questa vita. Quando eravamo sulle coste

Roseto, anni ‘50. Da sin. i fratelli Antonio, Luigi e Sergio con il padre Giuseppe Peppe Di Pasquale

Silvi, 9 ottobre 1965. Il matrimonio di Sergio Di Pasquale e di Teresa Di Francesco

Roseto, 1950. Sergio Di Pasquale in una foto alla Scuola Elementare

Ricordi 23 - II serie

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del Canada ogni due mesi facevamo una sosta di due o tre giorni a St. John’s, capitale delle province di Terranova e Labrador e subito dopo si ripartiva.che esperienza è stata quella della Genepesca.Una buona opportunità lavorativa, ma dura. Intanto impari ad apprezzare le cose che hai a bordo e a non sprecare nul-la. L’acqua era razionata e dovevi fare con pochissimo quel-lo che abitualmente facevi con molto di più. Gli spazi erano raccolti e i turni erano di sei ore lavorative e sei di riposo, in cui dovevi anche mangiare. Non dimenticherò mai il freddo e la nebbia. Anzi, la seconda cosa è più brutta della pri-ma, perché ti entra dentro le ossa. Eravamo a temperature di meno 20 gradi e non ci riposavamo mai, solo quando il mare era fortemente agitato. Poi dovevamo fare anche due ore di guardia sulla plancia dei comandi se il tempo era cattivo, mentre ci posizionavano a prua se c’era la nebbia. Il nostro compito era di avvisare la presenza di eventuali ostacoli. Dopo i sei mesi, il pesce congelato si riportava a Livorno e da li veniva commercializzato.l’amicizia a bordo era importante...È vero, ma non è che abbia legato molto con gli altri. L’unico vero amico è stato Ferruccio Di Blasio di Silvi, con il quale ho stretto una vera amicizia. Lui era sposato e io ancora no. Poi tra gli amici ho avuto anche Marcellino Di Marco che studiò e si preparò per avanzare di carriera, fino a quando è diventato comandante. Io invece, dopo il ruolo di “mozzo”, diventai “giovanotto” e infine “marinaio”. successivamente si sposò anche lei.Ero già fidanzato dal 1961 con Teresa Di Francesco di Silvi e abbiamo avuto due figli: Massimiliano il 9 luglio 1966 e Monia il 15 ottobre del 1970. Tutto nacque per caso. Sulla nave c’era con noi suo fratello Bruno che aveva la foto della sorella. Mi colpì subito, così al primo rientro cercai d’incon-trarla. Ci sposammo il 9 ottobre del 1965, ma già a gennaio ripartii per la Genepesca. Questa volta andammo verso Sud, e lì il mare aveva una varietà di pesci incredibili. Tiravamo su i calamari, le sogliole, le orate e molti altri prodotti ittici, tanto erano ricchi i fondali. Quell’esperienza cominciò un po’ a essere faticosa, perché ero lontano dalla famiglia. Così a maggio decisi di rientrare a Giulianova e di imbarcarmi con la Geremia Padre. Mi recavo al porto con la bicicletta ogni giorno e insieme a me c’era Alfredo Talamonti. Dopo

un po’ tornai in Toscana, a Viareggio. Cambiai compagnia assumendo il ruolo di nostromo, cioè colui che comanda una ciurma. Approdai anche in Argentina, dove mi colpì il fatto che tutti parlassero italiano. Poi ancora un ritorno da queste parti, sempre a Giulianova, con il Conte Rosso che arrivava a Bari, fino a quando cambiai radicalmente tipo d’imbarcazione. Fu l’amico Giulio Brandimarte che mi diede la dritta per farmi entrare sulle petroliere. Lo incontrai in piazza Dante a Roseto e gli chiesi cosa potesse fare. Nel giro di pochi minuti telefonò alla compagnia e subito fui preso. Il lavoro era meno stressante e oltretutto si guada-gnava di più. Stetti sulle grandi navi come la Kawasaki, la Esso, la Scandia, la Barcellona, la Tokyo e la nostra rotta era principalmente l’Arabia Saudita. I viaggi erano meno lunghi e duravano circa un centinaio di giorni.che episodi ricorda di allora?Non molti perché il lavoro era duro. Una volta, però, ci fu una situazione un po’ strana e pericolosa. La marina milita-re danese ci costrinse ad approdare, perché secondo loro avevamo sconfinato. Ci trattarono un po’ male, ma quando vennero a sapere che il nostro comandante Andreotti era stato a capo dei sommergibili italiani durante la II Guerra Mondiale la musica cambiò e ci fu addirittura il picchetto d’onore. Comunque, dopo altre esperienze ancora a Giu-lianova con la famiglia Marà e sulla nave Cristo Re, fui co-stretto a fermarmi per una delicata operazione al cuore. Mi impiantarono cinque by-pass e dal 1997 sono in pensione.e la sua roseto?Rimane la città più bella al mondo: quando ero fuori la so-gnavo. Mi piace in tutti i suoi aspetti, anche se devo dire che ultimamente la vedo un po’ trascurata, soprattutto nelle zone un po’ periferiche. Dove abito io in via Michetti la si-tuazione di incuria la si nota con facilità.A un vecchio “lupo di mare” non sfugge proprio nulla. Lui le cose le osserva: ogni mattina a piedi parte e dal lungomare nord arriva fino al pontile e poi ritorna. Guarda, scruta, vede le cose che non vanno, ma il suo amore per il borgo delle rose sovrasta i piccoli o i grandi mali che si vedono per stra-da: non può dimenticarsi l’incantesimo di quei sogni che faceva sulle navi, che lo portavano spesso a pensare alla soavità del mare nostrano. La giusta medicina per amare i luoghi in cui vivi.

New York, 1973. Sergio Di Pasquale in posa davanti le Torri Gemelle

Roseto, luglio 1988. La famiglia di Sergio Di Pasquale: da sin. Massimiliano, mamma Teresa, Monia e papà Sergio

Roseto, giugno 1996. La famiglia Di Pasquale “Lu boje” al gran completo: da sin. Antonio, Maria Giulia, Mario, Sergio,

Pasqualino, Valentino; sotto: Federico Gabriele, Filomena e Luigi

Ricordi 23- II serie

Pubblicati: 1 Eleonora Filippone Thaulero; 2 Pasquale Zeppilli; 3 Sandro De Simone; 4 Domenico Di Battista; 5 Genovino Ferri; 6 Concetta Scaccioni; 7 Ettore Alcini; 8 Bruno Zenobio; 9 Mario Di Leonardo; 10 Romano Chiappini; 11 Pietro Iaconi; 12 Francesco Pincelli; 13 Maria Giunco; 14 Sante Mancini; 15 Camillo Mongia;

16 Raffaele Longo; 17 Lino Centola; 18 Soflia Di Simone.; 19 Pio Rapagnà; 20 Italo Di Antonio; 21 Antonio Di Felice; 22 Orlando Vagnozzi.

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Ha un ruolo importante l’Associazione Na-zionale dei Carabinieri in Congedo. A Ro-seto il gruppo, presieduto dal presidente Gino Angelozzi, è operativo ormai da al-cuni anni. Presente in ogni manifestazione

che richiede servizio d’ordine, sicurezza degli spazi affollati. I volontari dell’associazione sono inoltre pre-senti in occasione dei mercati rionali. Ma i carabinieri in congedo portano un sorriso anche tra i bambini e gli anziani. Anche quest’anno, infatti, anticipando di un giorno dalla sua tabella di marcia, la Befana dell’

Associazione Nazionale Carabinieri di Roseto, insieme allo stanco Babbo Natale, ha portato un pomeriggio di festa con musica, merenda e doni ai 53 ospiti della casa di riposo “Campanini” di Sant’Omero. Soddisfatto il presidente Angelozzi. “Noi operiamo in modo assolu-tamente volontario”, ha sottolineato, “offriamo inoltre la nostra collaborazione alle iniziative che vengono or-ganizzate nella nostra città da parte dell’amministra-zione. Per quanto riguarda l’iniziativa delle festività natalizie, siamo davvero contenti di aver portato un sorriso a queste persone”.

AVIS Comunale di RosetoVia Calabria, 7 – Roseto degli Abruzzi

e-mail: [email protected]. 329/7230960

Apertura sede ogni lunedì dalle ore 11,00 alle ore 12,00

Dona anche tu un pò di sangue!

Befana e BaBBo natale dei caraBinieri in congedo di roseto

I volontari hanno allietato la giornata ai 53 ospiti della casa di riposo Campanini di Sant’Omero facendo trascorrere loro un momento di assoluto

svago. Inoltre doni e merende per tutti. Soddisfatto il presidente Gino Angelozzi

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Per info e Prenotazioni sulla cena di Beneficienza:392 9975776 329 9480823

il premio “rosetano dell’anno” è giunto alla seconda edizione. c’è attesa Per saPere il noMe del vincitore

Un premio è sempre qualcosa di speciale e deve cercare di evidenziare il meglio che c’è in un determinato ambito del quale, per l’appunto, si vogliono mettere in risalto le caratteristiche più vere e più accresci-

tive. Con questo intento è nato il premio “Rosetano dell’anno”, giunto alla seconda edizione e che ha visto all’esordio assegnare il riconoscimento a Mario Giun-co, capace di fare della cultura e del sapere umanistico lo scopo principale di tutta la sua vita, preservando al contempo la memoria storica dei luoghi. Tuttavia que-sto premio ha qualcosa in più rispetto al riconoscimen-to della grandezza di una persona (uomo o donna che sia) che si è messo in evidenza in uno specifico campo d’azione. Il soggetto che viene posto sotto la lente di osservazione da parte di una commissione presieduta dallo staff di Eidos deve aver valorizzato, grazie al suo operato, il sano spirito d’appartenenza alla comunità e al territorio di appartenenza, ovviamente nella fatti-

specie quello rosetano. In altre parole la persona che si aggiudicherà il premio (fino alla fine il nominativo sarà “top secret”) dovrà aver dimostrato di essersi im-pegnato per dare un valore aggiunto alla nostra realtà cittadina, sapendo che il suo agire ha portato ad un accrescimento di tipo culturale, ricreativo, economico, intellettuale alla “Città delle rose” e grazie al suo agire la città stessa ne ha guadagnato d’immagine, d’impor-tanza, beneficiando di una crescita sociale accertata.Quest’anno il nome del premiato sarà veramente di al-tissimo profilo, ma per scoprirlo occorrerà aspettare ancora un po’. La cerimonia di premiazione avverrà nel corso di una serata di beneficienza che il nostro giornale sta organizzando per le prossime settimane. Ne riparleremo, ma per il momento è importante sa-pere che di Rosetani capaci di fare crescere la nostra comunità ce ne sono tanti, bravi a coltivare il grande attaccamento nei confronti della nostra terra e delle nostre tradizioni.

eveNtI

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Domenica torna il Derby d’Abruzzo tra Roseto e Chieti. Gli Sharks lo gio-cheranno al PalaMaggetti,

dopo il fortunato esilio di Recanati che ha portato due vittorie contro squadre forti come Omegna e Raven-na. Scontata la squalifica nella città leopardiana, la squadra di coach Trul-lo riabbraccia quindi il suo pubblico nella gara emotivamente più delicata della stagione. Infatti, da quando si è riproposto all’attenzione del movi-mento cestistico abruzzese e naziona-le, il derby fra Roseto e Chieti ha visto sempre gli Squali sconfitti. La scorsa stagione la gara di andata di disputò a Roseto e vide la squadra di coach Trullo – esordiente in casa dopo il vit-torioso esordio in trasferta proprio a

Recanati, avendo sostituito coach Me-lillo – perdere 86-92 contro il Chieti di coach Nino Marzoli trascinato da Shaw (30 punti), Gialloreto (17) e Bonfiglio (16). Nel girone di ritor-no, a Chieti, vinsero i padroni di casa 80-73, con Passera (19) e Cardillo (8) sugli scudi. In questa stagione, il Roseto ha perso alla prima giornata di campionato 78-70, subendo soprat-tutto Monaldi (24 punti), Sollazzo (16) e Saffold (16), che potrebbe non giocare domenica perché la società teatina vuole tagliarlo per sostituirlo con una guardia. La prima opzione è Young, del Casalpusterlengo (A2 Gold), che però non sembra poter-si liberare dal suo attuale ingaggio. Altre piste possibili portano a Berry del Torino (A2 Gold) e Williams del

Pesaro (Serie A). Vedremo se Chieti riuscirà a piazzare il colpo a sensazio-ne prima del derby. In casa Roseto, invece, dopo l’ingaggio di Bartoli e il rientro di Bryan la rotazione pos-sibile in mano a coach Trullo è di 8 giocatori, con Pitts, Jackson, Bartoli e Marini esterni, Janelidze, Bryan e Ferraro lunghi e Moreno polivalente esterno in grado anche di giocare sot-to i tabelloni, che ci sarà nonostante la squalifica di una giornata rimedia-ta nell’ultima trasferta a Legnano (la Società pagherà 2mila euro di multa per mandarlo in campo). Ancora di-stante il rientro di Carenza, la squadra rosetana non può considerarsi affatto tranquilla, visti i 10 punti in classifica e il conseguente penultimo posto in coabitazione con Latina, lasciandosi

Roseto Sharks

Arriva il Chieti, domenica 11 gennaio al PalaMaggetti

di Luca Maggitti TEMPO DI DERBY

Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere

foto: Mimmo Cusano

Sylvere BryanDamier PittsEdoardo Di Emidio

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alle spalle solo Matera e Piacenza a 8 punti. E se i lucani hanno una stri-scia aperta di 8 sconfitte consecutive e per invertire la rotta si rinforzano con Migliori e Caroldi, il Piacenza ha piazzato due colpi stratosferici per la categoria, ingaggiando Becirovic (vincitore dell’Eurolega 2007) e Zi-zic, entrambi reduci da Forlì, squadra

di A2 Gold ritiratasi dal campionato. Insomma, la corsa alla salvezza è più viva che mai e gli esiti ancora incer-tissimi, visto che nessuno ci sta a ce-dere e quindi retrocedere. Chieti sta meglio di Roseto, visti i 14 punti in classifica, e può giocarsi il derby con la certezza di restare, qualsiasi sia l’e-sito del campo “la Regina dell’Abruz-

zo”. Dunque pressione tutta sulle spalle del Roseto, che avrà bisogno del calore del suo pubblico. E, a proposito di pubblico, al momento di andare in stampa nessun di-vieto è stato applicato dalle forze dell’ordine alla vendita dei biglietti, dopo il divieto di partecipare alla gara applica-to ai tifosi rosetani all’andata. Meglio così: il derby è più bello con entrambe le tifose-rie e il cassiere rosetano è più contento.

TEMPO DI DERBY

Tony Trullo

Sylvere Bryan

Pierpaolo Marini Yankiel Moreno Innocenzo Ferraro

Giga Janelidze

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nuove strategie Per il Piano “rIfIutI zero”

Se n’è parlato a Giulianova nel corso di un convegno alla Sala Buozzi. Roseto pronta a fare la sua parte e ad appoggiare il piano di rilancio del Cirsu che dal primo gennaio scorso è a disposizione di tutta l’area

provinciale per la lavorazione e lo smaltimento del pattume

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iamoci una mano a fare la differenza”. E’ stato questo il tema di un interes-sante dibattito sulle

strategie da adottare per portare avan-ti il piano “rifiuti zero” che si è tenuto alla sala Buozzi di Giulianova Paese e che vede la partecipazione di alcuni Comuni della Provincia, a cominciare da Giulianova uno dei primi ad aver appoggiato il progetto che si pone come obiettivo primario l’azzeramen-to quasi totale della produzione delle sostanze di risulta. A questo progetto aderiranno presto anche altri Enti, a cominciare da quelli dell’area Cirsu con Roseto che ha già fatto sapere che non si tirerà indietro. L’obiettivo è sicuramente ambizioso ma non è affatto utopistico pensare che nell’ar-co di pochi anni si arriverà a sfiorare quasi il 100 per cento della raccolta differenziata. Tutto sta anche nell’edu-care le nuove generazioni, ad adottare comportamenti che mirano senza om-bra di dubbio a non fare uso di pro-

o inscatolate), preferire rifornimenti alla spina di detersivi, pasta e caffè. Ormai nella grande distribuzione si va sempre più in questa direzione. Da casa ci si porta il contenitore da rica-ricare. Questo discorso vale anche per l’acqua, utilizzando quella del rubinet-to di casa o delle casette che ormai si trovano in quasi tutte le città. In que-sto modo si producono meno bottiglie di plastica. Incentivare inoltre gli eser-centi, con la riduzione anche del 50 per cento della tassa sui rifiuti, a pro-porre prodotti con meno imballaggi e “ricaricabili”. E meno rifiuti producia-mo, più rispetto avremo per l’ambien-te con meno discariche sui territori. Si è parlato anche di Ecosagre. D’estate vengono spesso organizzate sagre di ogni genere. Ebbene, l’idea è quella di fare in modo che gli organizzatori ga-rantiscano una raccolta differenziata. In caso contrario gli Enti non dovreb-bero rilasciare alcuna autorizzazione. Solo adottando queste strategie si riu-scirebbe a raggiungere la soglia dello zero nella produzione dei rifiuti.

dotti che in qualche modo contribui-scono ad aumentare il pattume. Non a caso alla giornata informativa sui rifiuti zero sono stati invitati a partecipare al-cuni studenti delle ultime classi degli istituti superiori di Giulianova. Erano presenti il sindaco della città che ha ospitato il dibattito Francesco Mastro-mauro, il suo collega di Montorio al Vo-mano Giovanni Di Centa, il presidente del Cirsu Angelo Di Matteo, il dirigente dell’area rifiuti della Regione Abruzzo Franco Gerardini, amministratori locali e alcuni insegnanti. C’erano anche al-cuni ex operai della Sogesa che spera-no di rientrare nel ciclo di produzione delle attività dell’impianto tecnologico di Grasciano. Ma quali sono le strate-gie da adottare per arrivare a produrre sempre meno rifiuti? La Regione a tale proposito ha avviato una campagna di informazione molto interessante, una sorta di suggerimenti o buoni consigli che ciascun cittadino dovrebbe appli-care. Ecco alcuni esempi: scegliere prodotti con meno imballaggi (meno frutta, verdura, merendine imbustate

Francesco Mastromauro

Gerardini e Di Matteo

La platea

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altre PalMe distrutte dal punteruolo rosso

Tra Roseto e Cologna Spiaggia il coleottero ha decimato gli alberi. Sul lungomare rosetano nel giorno di Santo Stefano la chioma di un albero si è staccata dal tronco finendo sulla pista ciclopedonale. Solo per puro caso

non è stato colpito nessuno. Servono urgenti lavori di manutenzione

Continuano a morire le pal-me sul lungomare di Ro-seto e Cologna Spiaggia. Nell’ultimo mese almeno altri 20 esemplari di Pho-

enix sono stati divorati dal punteruolo rosso, il coleottero nordafricano che ha già distrutto oltre il 20 per cento del patrimonio palmicolo sul territorio comunale rosetano. Nel periodo del-le festività natalizie, poi, la chioma di una palma si è letteralmente staccata, quasi per intera, cadendo sulla pista ciclopedonale del lungomare Celom-mi, nella zona centrale. Fortunata-mente in quel momento non transita-va nessuno, altrimenti sarebbero state conseguenze serie per il malcapitato. Questo tratto di lungomare, infatti, è

ha eseguito un sopralluogo sul lungo-mare rosetano e su quello di Cologna Spiaggia. Il Comune, non appena le condizioni meteo lo consentiranno e comunque sempre con l’arrivo dei pri-mi caldi, provvederà a sostituire tutte le palme morte. Le Phoenix distrutte dal famelico insetto saranno sostituite con le Washingtonia, una palma più resistente agli attacchi del punteruo-lo rosso. Saranno piantumate anche all’ingresso dell’Arena 4 Palme, dove 3 delle 4 palme sono state annientate dal coleottero. Mentre in piazza della Libertà, nel cuore di Roseto, saranno sistemati altri alberi. I lavori inizieran-no a primavera, mentre le piante mor-te saranno bonificate subito dopo le festività natalizie.

molto frequentato, soprattutto da chi ama mantenersi in forma con una leg-gera corsa. I rami divorati dall’insetto sono caduti ai piedi della palma, or-mai morta. Il problema rischia però di ripetersi in quanto su un tratto di appena 50 metri di lungomare ci sono almeno altre 6 palme che presentano la chioma completamente abbassa, implosa su se stessa. E’ la conferma che il punteruolo rosso ha già divorato la pianta dal suo interno. Serve però un lavoro di manutenzione più pun-tuale e attento. Il 31 dicembre scorso il vento da nord, il Burian, che soffia-va con raffiche di oltre 80 chilometri orari ha letteralmente strappato i rami di palme non potati in questi anni. Recentemente il sindaco Enio Pavone

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via liBera al regolaMento Per gli alaggi PuBBliciD’ora in avanti le imbarcazioni da diporto e della piccola pesca

potranno essere portate in secca solo nei punti stabiliti. Saranno inoltre rimossi i relitti abbandonati sulla spiaggia

Nel corso dell’ultimo Con-siglio Comunale è stato approvato, con il voto favorevole della maggio-ranza, il regolamento co-

munale per disciplinare l’utilizzo delle aree speciali a gestione pubblica per uso libero destinate ad alaggio, varo, sosta barche e delle relative strutture di servizio (previsto nel Piano Dema-niale Marittimo Comunale). Secondo l’amministrazione rosetana, grazie a questo regolamento verrà discipli-nato l’utilizzo dei due alaggi pubblici presenti sul territorio a Roseto e Co-logna Spiaggia. “In pratica si tratta di spazi pubblici”, spiega l’assesso-re Camillo Di Pasquale, delegato al demanio, “nei quali sarà possibile, previa richiesta al Comune e dietro il rispetto di alcuni requisiti fissati dal regolamento, lasciare in sosta i propri natanti gratuitamente. Così facendo andremo, da un lato ad eliminare la “sosta selvaggia” delle barche, dall’al-

istallare ombrelloni, sedie, materassini ed altri accessori, nonché sostare ed effettuare la balneazione nel corridoio di lancio prospicente l’area stessa. I cittadini interessati ad ottenere l’asse-gnazione di un posto barca nelle aree predisposte dovranno fare domanda al Comune rispettando, ovviamente, i criteri predisposti dal bando. Circa un anno fa il sindaco Enio Pavone ave-va varato un’ordinanza per verifica-re il numero dei natanti abbandonati sulla spiaggia rosetana deturpando il litorale. Oggi con tale regolamento la materia verrà finalmente disciplinata, eliminando di fatto le zone di degrado. Il controllo e la pulizia di questi spazi saranno affidati ad associazioni senza fine di lucro, cooperative, società ed enti che hanno, nell’ambito del pro-prio oggetto sociale, la possibilità di svolgere tale attività, fermo restando che queste aree dovranno poter esse-re utilizzate esclusivamente in forma gratuita e libera.

tro a combattere l’uso improprio di questi alaggi che, sempre più spesso purtroppo, erano diventati ricettacolo di sporcizia e deposito indiscriminato di carcasse di cui, in molti casi, non si riusciva nemmeno a risalire al pro-prietario”. Come illustrato dal regola-mento negli spazi destinati ad alaggio, varo e sosta delle barche sarà vietato

Camillo Di Pasquale

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roseto , approvata la

ProPosta Metodologica del Piano regolatore

L’assise civica a maggioranza ha espresso parere favorevole ad un provvedimento che urbanistico che riguarda la variante allo strumento

che disciplinerà la crescita del territorio zona per zona

Foto: Panoramio, da Google Maps

Una proposta metodologi-ca di variante al Prg per disciplinare la crescita omogenea, zona per zona, del territorio di Roseto, va-

lorizzandone le peculiarità. Può essere racchiuso in sintesi così l’atto approvato a maggioranza dal Consiglio Comunale cittadino che verrà applicato con il nuo-vo anno. Per l’amministrazione locale si tratta di un atto che punta da un lato a cancellare le scelte operate negli anni passati con l’adozione della variante al Piano Regolatore, dall’altro a riprende-re il cammino di una programmazione “seria, efficace e condivisa del territo-rio”, afferma il sindaco Enio Pavone, “con la riaffermazione del principio di responsabilità e trasparenza del gover-no locale”. “Ricordiamo infatti che la variante al Prg fu approvata”, prosegue il primo cittadino, “dall’allora maggio-ranza monocolore targata Pd nel marzo del 2011, a poco più di un mese dalle elezioni comunali, nella totale assenza di un sano e civile confronto politico. Grazie alla nostra decisione di ritirare il Piano si è aperta, di fatto, la possibilità di ridiscutere le decisioni programmati-

trasformazioni territoriali ed urbane”. Va studiata quindi l’evoluzione insedia-tiva al fine di giungere ad una rivisita-zione che porti alla definizione di uno strumento di pianificazione urbanistica del territorio che sia “snello” ed ade-guato alle nuove esigenze. L’obiettivo è di dare, grazie anche ad una adeguata partecipazione dei cittadini e alla no-mina di una Commissione urbanistica, una concreta attuazione a queste linee di indirizzo.

che sul piano urbanistico-amministrati-vo”. Ma che cos’è la proposta metodo-logica? Si tratta in pratica di strumenti di urbanistica partecipata con l’obiet-tivo di porre attenzione alla sostenibi-lità ambientale. “Il nostro territorio ha infatti subito, nel tempo, trasformazioni importanti”, aggiunge Pavone, “con un rapido consumo delle aree disponibili, visto che i fenomeni di urbanizzazione hanno interessato parti estese. Pertan-to il nostro Prg deve tener conto delle

Le principali scelte strategiche approvate riguardano:

- La valorizzazione delle frazioni collinari di Montepagano, Casal Thaulero e Cologna Paese, anche attraverso il riconoscimento di situazioni urbane venutesi a creare, di fatto, lungo i crinali.- La rigenerazione urbanistica dell’area di Roseto Centro.- Lo sviluppo sostenibile dell’area sud, Porto Turistico.- Il recupero del patrimonio edilizio agricolo non utilizzato.- Il riconoscimento del Polo commerciale nella zona di Roseto Sud.- La riorganizzazione dell’area del Casello Autostradale.- La nuova disciplina delle cosiddette “aree a vincolo decaduto”.- Le agevolazioni degli interventi in zona agricola.- Il superamento dei Comparti.- Il recupero del patrimonio edilizio esistente.- La rivisitazione del regolamento per i programmi complessi.- La revisione del regolamento edilizio.

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E’ l’artigianato il punto di forza dell’economia abruzzese. Lo sostiene il presidente regionale di Casartigiani Flaviano

Montebello analizzando gli ultimi dati che parlano di un settore che conta oltre 75mila addetti su un totale di 34mila imprese. Tuttavia, la crisi si fa sentire visto che au-menta anche il numero delle can-cellazioni alla Camera di Commer-cio. Idraulici, elettricisti, falegnami sono quelli che risentono di più del difficile momento perché legati soprattutto al mercato dell’immobile. Si costruiscono meno case, quindi meno lavoro. Ma è anche aumentata la richiesta di chi oggi punta a riparare un oggetto, piuttosto che sostituirlo. E’ il caso dei calzolai e dei sarti che hanno visto incrementare il lavoro. “La crisi presenta aspetti nega-tivi, indubbiamente”, ha puntualizzato Montebello, “il periodo di congiuntura economica sta mettendo in ginocchio molte attività. E chi non ce la fa è co-stretto a fare un passo indietro, ad av-viare la procedura di cancellazione.

mette in campo perché riteniamo che l’artigianato, soprattutto il pic-colo artigianato, sia ancora il moto-re della nostra economia”. Comun-que il problema economico non riguarda solo i giovani che voglio avviare un’attività. Interessa infatti anche imprese consolidate ma che hanno scarsa liquidità anche per via di pagamenti ritardati di lavori già realizzati. Addirittura il ritardo nel liquidare le fatture è salito da

120 a 180 giorni. E a soffrire di più sono soprattutto le piccole attività a conduzio-ne familiare. “Questo è vero”, conclude Montebello, “però siamo anche attenti all’andamento generale dell’economia europea. Una ripresa è attesa, non sap-piamo quando, ma ci sarà. E quelle at-tività che saranno in grado di superare la crisi del momento, saranno in grado di farsi trovare pronte quando il mercato del lavoro riprenderà. L’Abruzzo è una regione forte, l’artigianato nostrano è di assoluta qualità. Non bisogna disperde-re questa risorsa che sarà in grado di offrire, una volta superata la crisi, delle opportunità di lavoro interessanti”.

La forte crisi economica si abbatte sul settore ma i dati dicono che l’artigianato resta una forza economica di spessore che va tutelata”. E’ però un settore che ha bisogno di un sostegno economico e finanziario, soprattutto per tutti quei giovani che hanno intenzione di avviare un’attività ma che non hanno la liquidità sufficiente per uno start up. Casartigiani interviene con dei finanziamenti attra-verso i Confidi. “I giovani hanno bisogno di finanziamenti in conto capitale o in conto interessi”, ha aggiunto il respon-sabile regionale dell’organizzazione di categoria, “per avviare le attività. Gli strumenti la nostra organizzazione li

l’artIgIanato PriMa forza econoMica in aBruzzo

La crisi tuttavia si fa sentire. Cresce il numero delle cancellazioni alla Camera di Commercio. Mantengono

quelle professioni legate alle riparazioni degli oggetti perché non tutte le famiglie possono più permettersi di

spendere per comprare qualcosa di nuovo

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Nella suggestiva magione nel centro storico di Montepagano si è svolta la III° Edizione del “Giusto Gusto”, questa volta protagonista è la “sfogliatella abruzzese”. Hanno partecipato 7 concorrenti donne, giudicate da una eccellente

giuria che hanno elogiato le prime tre classificate per aver riscoperto l’antica ricetta con l’ingrediente principe ovvero la marmellata d’uva.La serata è iniziata con un dibattito sul miele, alimento nobi-le, tenuto dal Dottor Crescenzo Allegretto, dirigente dell’Asl Veterinaria. Interessante il suo intervento sulle proprietà or-ganolettiche del miele abruzzese, in particolare quello prove-niente dalle campagne di Tornareccio (Ch), dove ogni anno si tiene un convegno nazionale.Nella seconda parte della serata è avvenuta la premiazione dei vincitori del concorso. Questi i nomi dei giurati, Dottor Allegretto, Prof.ssa M.Pia Di Nicola, Dott.ssa Nuccia De An-gelis, e il noto maestro pasticcere rosetano Sandro Ferretti. Si sono classificate in ordine al 3° posto la sig.ra Giuditta d’Ad-dario, 2° posto la giovane Martina Ginoble e 1° classificata la sig.ra Anna Marrone. All’interno dei locali, oltre ai dolci, si è gustato il vino Montepulciano della casa vinicola Anfra di Pineto e una mostra di quadri dei pittori Alba d’Eugenio e Paolo Foglia, il tutto accompagnato da un gradevole rinfresco preparato dal cuoco stellato Michelin, Davide Pezzuto.L’Ass. Vecchio Borgo e la fam. D’Angelo Catania ringraziano tutti gli intervenuti e in particolare i giovani dell’Ass. Veni Vidi Vini per aver collaborato all’ottimo allestimento e contribuito alla buona riuscita della gradevole serata. Appuntamento ora alla prossima edizione.

“giusto gusto” all’insegna della sfogliatella abruzzese

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Non ci pensi nemmeno. Atena ammonisce zeus, il padre degli dei. Vorreb-be forse strappare alla morte un uomo da tempo

“dovuto al destino”? Nel ventiduesi-mo libro dell’Iliade Ettore attende la fine. Cerca di fuggire correndo in-torno alle mura di Troia, per tre vol-te, Achille lo insegue furibondo, per vendicare l’uccisione di Patroclo. Ma non c’è scampo. “Ormai gli dei mi chiamano. Mi è accanto la malvagia morte, non è più lontana, ormai non è evitabile, e que-sto da tempo era caro a zeus e al figlio arciero di zeus, che tante volte mi hanno salvato. Ormai mi ha raggiunto la Moira”. Caduto, implora Achille. Non lo lasci in pa-sto agli animali, accetti il riscatto dei troiani per le sue spoglie. Anche lui dovrà morire presto, sotto le mura di Troia, non tornerà a casa. “No, cane, non mi pregare – replica Achille - né per i ginocchi, né per i genitori. Nem-meno se Priamo vorrà riscattarti a peso d’oro, neanche così la nobile madre piangerà steso sul letto il figlio che ha partorito, ma cani e uccelli tutto ti sbraneranno”. I greci usavano molti termini per significare il destino, per esorcizzare il mostro ignoto, la forza sconosciuta, che vinceva il volere degli stessi dei. Avevano inventato tre divinità, le Parche, che componevano lo stame e filavano la vita degli uomini. Che a un certo punto la troncavano, senza doverne risponderne ad alcuno. Per i romani era il “fato”, un termine legato per etimologia all’atto del parlare, alla parola. “Non sperare che il fato possa essere mutato con le preghiere”, dice la Sibilla di Cuma a Palinuro nell’Eneide virgiliana. “Non chiediamoci, non è lecito saperlo, quale fine ci abbiano riservato gli dei. Lasciamo perdere gli oroscopi. Quanto meglio sarà accettare quel che capita, sia che ci attendano molti anni, sia che viviamo ignari qualche scampolo di vita, un attimo di serenità, anche poche ore di gioia. Senza illusioni o rim-pianti. Mentre parliamo già fugge il tempo odioso”. E’ il poeta latino Orazio (65-8 a.C.). Poi il destino di-venterà la volontà di Dio, ugualmente immutabile, in-sondabile, eterna. Cui è vano opporre il libero arbitrio. Unica consolazione è considerare la sventura segno della Provvidenza, in vista di un bene futuro. Saltiamo ora qualche secolo. “Che! lu destine? E m’arrivenne a’ mmente/ di quande Mammaròsse certe sere/ parlave di

destine. ‘E’ gnì lu vente,/ - dice’ – n’si vede e suffie, dà le stratte,/ t’accide, t’accarezze, è nu mistere…’”. Mode-sto Della Porta (Guardiagrele 1885-1938), una delle voci più alte della poesia abruzzese, si affida al dialetto e a un popolano, che racconta una gustosa scena di paese: “E’ state mo, chell’àvetra matine./ ‘Nnanz’a la chiese de la ‘Ddulurate/ nu vecchie,

che sunave lu pianine,/ dice’: ‘Curréte non vi vruvigna-te,/ avete dispiacere? Avete spine?/ Saprete l’avvenire e il passate,/ Due soldi, e il pappagalle ammaestrate/ vi troverà il cartelle del destine’” (…) “Mo, pe’ ddu’ solde? E chi nen se l’accatte?/ M’avvicinive. Chelu vicchiarelle/ aprì lu spurtellucce: ‘Avanti amore!/ - fece – sortite fuore, Rosinelle,/ prendetemi il destine del signore’/ Lu pappa-halle ‘scì da lu spurtelle,/ fece tre quattre zumpe allòche fore;/ ma, mentre tenè’ mmocche lu cartelle,/ èsce la hatte di zì’ Cassiedore,/ l’affèrre ‘ncanne, e ttèle gnì lu vente./ ‘Acchiappe! Aiute!…Addie lu capitale!/ - fece lu vecchie – Leste bbona gente!…’./ Ma chela hatte ave’ scappate a balle,/ si ì a fficcà’ sott’a nu capescàle/ e si

magnà destine e pap-pahalle!…”.

il destino e il pappagalloIL MISTERO DEL VENTO CHE NON SI VEDE E SOFFIA,

ACCAREzzA E TOGLIE LA VITA. CON QUALCHE DIVAGAzIONE, DA OMERO A MODESTO DELLA PORTAdi MARIO GIUNCO

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Grazie ad una proficua collaborazione con la Biblioteca Italiana per Ipovedenti (B.I.I.Onlus) di Treviso, la Biblioteca Pro-vinciale “Melchiorre Delfico”, ha ricevuto in dono un primo quantitativo di libri “a gran-

di caratteri”, per un totale di 32 volumi, espressamen-te destinati ad essere fruiti da persone ipovedenti e da persone anziane con la vista indebolita. “L’acquisizione, che si spera possa essere ulteriormente accresciuta nel tempo”, dichiara il direttore della Biblioteca, Luigi Pon-ziani, “sottolinea l’attenzione che si intende avere nei confronti dei cittadini portatori di particolari disabilità, ribadendo nel contempo la vocazione culturale e sociale di una Biblioteca come la nostra, da sempre intenta ad accrescere la sua proiezione pubblica aperta a tutti i set-tori sociali”. L’iniziativa piace ed è destinata ad allargarsi a macchia d’olio coinvolgendo anche altre biblioteche presenti in provincia di Teramo. Qualcosa del genere potrebbe accadere anche alla biblioteca comunale di Roseto. I libri per ipovedenti non sono destinati solo a giovani che hanno problemi di vista, ma anche alle per-sone anziane che nel tempo hanno avuto un sensibile abbassamento della vista. Sono libri scritti con un corpo maggiore, solitamente il 18, che consentono quindi una facile lettura. In Italia sono molte le biblioteche che offro-no questo servizio, soprattutto grazie alla collaborazione di case editrici che pubblicano testi adatti ed adeguati.

BiBlioteca delfico di teraMo ecco I lIbrI per IpovedentI

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Il traInIng autogenoPer il controllo degli effetti collaterali delle

teraPie antituMorali

Le tecniche di rilassamento, come il Training Au-togeno, utilizzano un linguaggio terapeutico – riabilitativo di tipo somatico e in questo modo determinano nel paziente un effetto terapeutico globale, cioè non soltanto a livello somatico, ma

anche psichico.Oltre al Training Autogeno, sono importanti in questo senso anche le tecniche ipnotiche, le visualizzazioni guidate, il Biofeedback e il Rilassamento Progressivo di Jacobson.Il Training Autogeno e anche le altre tecniche determi-nano una serie di effetti generali sull’organismo, i più importanti dei quali sono:- Induzione di uno stato di rilassamento- Distacco emotivo da situazioni particolarmente stres-santi - Sviluppo di maggiori capacità di recupero sul piano psicofisico

Considerando questi benefici, si può utlizzare efficace-mente:- Per il controllo dello stress e dell’ansia- Per il controllo del dolore- Per il controllo degli effetti collaterali delle terapie an-titumorali (soprattutto nausea, vomito e modificazioni dell’immagine corporea)- Per favorire l’adattamento alla malattia- Per stimolare un atteggiamento combattivo nei con-fronti della malattia, soprattutto nella fase della riabilita-zione e del reinserimento socialePertanto è utile l’apprendimento e la pratica quotidiana del Training Autogeno in associazione a presidi farmaco-logici o, laddove questi ultimi siano contro indicati, come valida alternativa terapeutica.Il Training Autogeno può essere praticato sia individual-mente sia in gruppo; in particolare si raccomanda la mo-dalità in gruppo in quanto utilizza l’effetto sommatorio dei risultati individuali suddetti a livello psicofisico con tutti gli effetti socializzanti e di supporto emozionale do-vuti all’apprendimento in gruppo.

Bibliografia:-Schultz, J.H; Il Training Autogeno (vol. 1-2), Milano: Feltrinelli, 1964.-Granone, F., Trattato di Ipnosi, Torino: Boringhieri, 1983.-Schartner, C., Burich, T., Carcy, M.P., Effectiveness of biofeedback with progressive muscle relaxation training in reducing the aversiveness of cancer chemotherapy: a preliminary report. Japan J. of Biofeedback Res., 1985, 33-40.-Standard, opzioni e raccomandazioni per una buona pratica psico-oncologica, Società Italiana di Psico-Onco-logia, 1998.

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SALUTE

di ALESSANDRO BONADUCE

L’espLosione emorroidaria

Purtroppo nella nostra anatomia, le vene hanno un ruolo quale quello di riportare il sangue con “le schifezze cloacali” indietro e rendere pulito l’orto cellula-

re. Questo per colpa delle cellule che mangiano in continuazione. L’architetto primordiale si è divertito a metterle anche lì, dove nessuno le avrebbe volute e, sicuramente, di “cose ripugnanti” ne vedrà passare in continuazione. Esse, però, hanno il pudore di non offendersi. Quando disgraziatamente le facciamo “ar-rostire” in mezzo ai fetori più ripugnanti (vedi stipsi), queste si “incazzano” e per ripicca si gonfiano, quasi di boria, chiudendo l’orificio anale (come a dire …

adesso provate a farla se ci riuscite). Vabbè, può succedere con qualche intingolo in più sotto le feste, un po’ di porchetta e qualche altro contor-no accattivante! Adesso però dobbiamo capire come trattarle, sicuramente bene, altrimenti la paghiamo cara. La stipsi ha diverse cause: errori alimentare, vuolsi-eccessi, scarsa assunzione di liquidi (parlo dell’acqua), eccesso di alcoolici, stare troppo tempo seduti o in piedi, non fare attività fisica, alcune malattie addominali (cirrosi epatica ad esempio), alcuni farmaci (e per que-sto prendetevela con chi ve li ha prescritti). Le varici emorroidarie sono alla stessa stregua delle vene varicose ed insorgono con un meccanismo simile. Per questo problema potete e dovete indossare le calze elastiche, mentre per le varici emorroidarie non è possibile ancora. In genere si prescrivono prodotti “venotropi” con lo scopo di decongestionare i vasi dilatati. Naturalmente aiutano a decongestionare anche il vostro porta-foglio dalle troppe o poche banconote in vostro possesso. Questo perché se non modificate i vostri comportamenti alimentari servono a poco. Pertanto è importante bere, come i cammelli magari, camminare, non stare troppo seduti se altrimenti potete regolare l’alvo, assumere fibre naturali (meglio le verdure crude e non quelle cotte). Non prendete le tisane della nonna! Se poi tutto questo non basta si potrebbe provare con… Mbè, Rembrandt ce lo insegna con un magnifico dipinto: “La donna che si bagna nel ruscello”, una stupenda opera conservata nella NATIONAL GALLERY di LONDRA. Pensate, sem-bra che soffrisse anche lei di…

Ad mAIOrA dAl BAccHINO mAlAtO

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di MARCELLOPERPETUINI

Questa volta, nella no-stra rubrica, ci adden-treremo in uno degli argomenti di maggior fascino, sia scientifico

che etico. Parleremo infatti del con-cetto di Vita. la vita che si struttura come un sistema in cui i diversi or-ganismi trovano la loro realtà. “Tec-nicamente” è possibile descrivere la vita come un insieme di elementi fondamentali costituiti da atomi, mo-lecole e i relativi processi chimici o percorsi metabolici. Le radici della vita dunque si spingono talmente in profondità, tanto da raggiungere le basi della fisica e della chimica. I le-gami chimici multipli sono indispen-sabili alla formazione delle strutture biochimiche complesse e il carbonio, l’azoto e l’ossigeno sono i soli atomi che formano con regolarità tali lega-mi multipli. Inoltre è assodato che gli elementi leggeri formano i legami chimici più forti. Pertanto non deve sorprendere constatare come questi tre elementi, assieme all’elemento più leggero di tutti, ossia l’idrogeno, siano gli atomi predominanti all’in-terno delle strutture biologiche. Fin qui dunque abbiamo descritto la vita “intesa” dal punto di vista scientifico. Ma può essere davve-ro così riduttivo un concetto talmente vasto come quello di Vita? Se è vero dunque che gli esseri viventi non sono mai realtà isolate, a sé stanti, ma sempre immersi in una rete di relazioni, ne deriverà che la Vita è da concepirsi come un agglomerato, una congiunzione di vite che interagiscono continuamente tra di loro. Non può essere pensabile infatti che un qualsiasi essere vivente, anche biologicamente molto semplice, possa esistere e quindi sopravvivere da solo. Isola-tamente. Senza interazione non può esistere sviluppo e quindi crescita e dinamicità. Ma allora come è nata la vita sul nostro pianeta? Abbiamo visto negli scorsi numeri, che la vita molto probabilmente si sviluppa nell’uni-verso attraverso comete molto parti-colari che portano con sé i mattoni della vita, gli amminoacidi. Le più recenti teorie applicano questo con-cetto anche alla Terra. Diversi miliar-di di anni fa queste comete, impat-

tando sul nostro pianeta hanno, con ogni probabilità, iniziato il fantastico e meraviglio processo vitale che oggi conosciamo. Le cellule, che sono alla base di ogni organismo vivente, animale e vegetale, sono un micro-cosmo che si riproduce e si evolve in continuazione. Ma una cellula solita-ria avrebbe senso? Le cellule infatti attraverso la loro membrana che si struttura in un sistema di intercon-nessione, un sistema in continuo movimento è possibile immaginarle come una specie di “trasportatore a nastro” che ininterrottamente vie-ne prodotto, distrutto e riprodotto di nuovo. La vita potrebbe essere grafi-camente rappresentata perciò come una serie infinita di interconnessioni tra i vari esseri viventi che la com-pongono. Come infiniti neuroni di un immenso cervello che in conti-nuazione trasportano informazioni e nutrimento da una parte all’altra del pianeta. La vita è energia e per esi-stere deve produrne e consumarne tantissima e senza mai una sosta, per consentire quel processo inarre-stabile che noi definiamo esistenza, realtà. Che senso avrebbero la no-stra Terra e l’intero universo senza

alcuna forma di vita in grado di contemplarne la sua magnifi-cenza? Tuttavia oggi uno dei pericoli più grandi per la nostra specie e per la nostra sopravvivenza è immaginare che la vita possa dipendere dalle biotecnologie, ad esempio, uno degli scenari più inquietanti del nostro tempo da cui si dovrebbe da subito prendere le distanze, perché la vita sul pianeta non dovrebbe mai essere condizionata da alcuna forma di muta-zione biogenetica o eugenetica, pena il possibile implodere della vita stessa e quindi della stessa umanità per effetto di

meccanismi autodistruttivi dall’e-sito incontrollabile. L’universo ha elargito un grande dono all’uomo: con i suoi migliori atomi ha crea-to una parte di se stesso dentro di sé per poter comprendere tutto ciò che lo circonda, ma non per auto-distruggersi. Questo infatti sarebbe l’esatto opposto del supremo con-cetto che fin qui abbiamo definito: VITA. Nel prossimo numero: l’av-vento della razza umana.

la “vIta” è solo un InsIeMe dI eleMentI?

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Grande successo e tanta gente per la II Edizione di “Aspettando la Befana”, iniziativa organizzata dal “Comitato di quartiere

Borsacchio” con il patrocinio del Co-mune di Roseto. La manifestazione ha visto la presenza di molti bambini che, accompagnati dai loro genitori, hanno potuto salutare la Befana e farsi una foto con lei, ricevendo in cambio un piccolo dono. “Ci tengo a ringraziare il Comitato di quartiere Borsacchio”, ha affermato il sindaco Enio Pavone, “il suo residente Ma-rio Bucci ed i suoi soci, le numero-se associazioni che hanno offerto il loro contributo e quanti hanno reso possibile questo splendido pomerig-gio che ha dato gioia a tanti piccini e, sono convinto, ha fatto tornare un po’ bambini anche noi adulti”. Presenti anche alcuni assessori che hanno accompagnato il primo cittadino alla manifestazione. Nel corso della gior-nata di festa sono stati inaugurati an-che i primi 5 cestini per la raccolta dei rifiuti (dei 12 totali realizzati dalla Dado Creazioni Artistiche Srl che ne ha donati 2) che il Comitato ha deci-so di regalare al quartiere.

GIOVEDI’ 15 gennaio 2015 ORE 22.00”

luCky RADIO Funcky/dance live music

successo per la ii edizione

“aspettando la Befana”L’iniziativa, organizzata

dal Comitato di quartiere Borsacchio, ha coinvolto

tantissimi bambini che hanno ricevuto dei piccoli doni

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47NutrIzIONe e stIle dI vItA

Frutta seccala grande protagoniSta delle

paSSate feStività, va Sempre tenuta in conSiderazione

ti da acidi grassi insaturi e polinsaturi), vitamine (in particolare vitamina B ed E dalle proprietà antiossidanti) e sali mi-nerali (Mg, K, Cu, P, Fe Ca). Esercita un’azione protettiva nei confronti delle malattie del benessere (diabete, obesità, ipercolesterolemia) ed è perfetta nell’ali-

mentazione dello sportivo e di tutti coloro che se-guono una alimentazione vegetariana. Le noci, ad esempio, gra-zie alla loro composizione, favoriscono la riduzione di colesterolo LDL e proteg-gono la salute delle nostre arterie; sono considerate veri e propri antiossidanti naturali e quindi combat-tono i processi infiamma-tori e inoltre sembrano intervenire nel controllo metabolico del diabete di tipo 2. Si consiglia quindi di inserire una mancia-ta di frutta secca (20-30 grammi/die) all’interno della colazione o dello spuntino, magari insie-me ad un frutto fresco di stagione e soprattutto in alternativa ad altre fonti lipidiche meno salutari.

Le festività natalizie le abbiamo ormai alle spalle, ma è ancora possibile comprare cesti ricchi di delizie e dei più svariati pro-dotti! Panettoni, torroni, pando-

ri, dolci tipici ma anche noci, mandorle, nocciole, datteri, ed è proprio questa categoria, la frutta secca, la grande protagonista di oggi.La frutta secca si divide in glucidica, o frutta secca non oleosa, ricca di zuc-cheri e povera in grassi, a cui appartengono albi-cocche, prugne, datteri, fichi; e frutta secca lipidi-ca o oleosa, ricca in grassi e povera in glucidi, a cui appartengono arachidi, noci, nocciole, mandorle, pinoli e pistacchi. Proprio quest’ultima categoria rappresenta una grande risorsa per la nostra salu-te.La frutta secca è un vero scrigno di energia (in me-dia 600 kcal per 100 g di prodotto edibile) e di nu-trienti fondamentali (come proteine circa 13-15%, grassi 50-60 %, costitui-

di SIMONA RUggIERI

• PIANI DIETETICI PERSONALIZZATI - soggetti sportivi, in età evolutiva, soggetti patologici (ipertensione, ipercolesterolemia, diabete..)• VALUTAZIONE COMPOSIZIONE CORPOREA• HOLTER METABOLICO

la ricetta del giorno: sAlsA dI NOcIIngredienti per 4 persone: 250 gr noci, 40 gr parmigiano, 250 gr latte, 40 gr mollica di pane, olio, aglio, sale q.b.Scottate i gherigli di noci in acqua bollente, spellate e lasciate intiepidire; mettete la mol-lica a mollo nel latte e, una volta morbida, frullate insieme alle noci, al parmigiano, all’a-glio e al mezzo bicchiere d’olio. Se l’impasto risulta troppo denso, aggiungete un po’ di latte (quello usato per far ammorbidire il pane) e aggiustate di sale. Quando avrete ottenuto un composto omogeneo, la salsa sarà pronta per condire il vostro spaghetto integrale!

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Sono andato a vedere la mo-stra sul 50° della scomparsa di Pier Giuseppe Di Blasio. Anzi, “L’omaggio della città a P. G. Di Blasio”, come ha

detto uno degli organizzatori dell’ap-puntamento culturale, lo “storico” Mario Giunco. La mostra viene quasi vent’anni dopo la precedente del 1995, periodo inframmezzato solo da un ricordo alla manifestazione di filatelia “Abruzzophil” del 2008 (Emidio d’Ilario, organizzatore filatelico, era presente in sala). Allora, come posso spiegare la cosa? Comincio così: Pier Giuseppe Di Blasio si può defi-nire uno dei “padri fondatori” di Roseto, nel senso che era “Podestà” della città nel 1927 quando il Comune “scese” da Montepagano alla Marina, che per l’oc-casione perse il nome di Rosburgo per acquistare quello di Roseto. Ci fu una particolarità: l’ultimo sindaco di Monte-pagano era il socialista Raffaello Celom-mi, pittore di vaglia. Il primo Podestà di Roseto divenne, appunto, Pier Luigi Di Balsio, un ceramista di prim’ordine: due artisti, insomma, che si trovarono ad amministrare la Città nello stesso pe-riodo storico. La mostra del 50°, peral-tro molto voluta dall’attuale vicesindaco Maristella Urbini, punta allora soprattut-to sulla personalità artistica di Di Blasio. Allo scopo ha richiamato per la presen-tazione, avvenuta nella bella sede della restaurata Villa Paris di via Marcacci, la stessa curatrice del 1995, la professo-ressa ravennate Maria Rita Bentini. Pre-senza recuperata da Mario Giunco non a caso, perché proprio a Faenza, vicino Ravenna, al museo della ceramica, c’è un’opera di Di Blasio. Opere che, per sovra mercato, sono sparse in tutt’Italia, presso privati, banche ed enti pubblici. Per non dire quelle della dimora Acerbo di Loreto Aprutino, purtroppo inagibi-le causa noto sisma. Di Blasio era es-senzialmente un pittore, di formazione classica che dipingeva, invece che su tela, su ceramica. Superando difficoltà

tecniche d’ogni genere dovute alla “cot-tura” del colore. Rappresentava in pre-valenza scene di vita agreste, contadine e pastori. Non come “denuncia” sociale come nella scuola napoletana del Pa-tini, ad esempio, ma placidamente e poeticamente secondo il neoclassici-smo di matrice romana e fiorentina, che era il brodo di cultura nel quale Di Bla-sio primeggiava, come dimostra la sua amicizia con Carlo D’Aloisio, direttore della Galleria d’arte moderna di Roma in quegli anni impregnata anche dalla pittura di Sironi.Un artista a tutto tondo nazionale, dun-que. Ma con indelebile radice rosetana. Come messo ben in luce, già dagli anni ’60, dall’indimenticabile “Gigino” Brac-cili, evocato alla grande nella presen-tazione a Villa Paris. Ma Roseto voleva dire anche Raffaele D’Ilario o il nipote dell’artista Pino Mazzarella, oppure per altri versi il romano-rosetano attore di teatro Renato De Carmine, tra l’altro se-polto proprio qui al cimitero di Roseto. Insomma, viene fuori una “memoria” che – si è detto alla vernice della rasse-gna – ben dovrebbe essere testimonia-to da un catalogo, magari da affidare a qualche giovane oppure a qualche tesi universitaria di ricerca in tal senso.Insomma, tutta una rete, una “roseta-nità”, un clima nel quale Mario Giunco

ti fa perdere quando la racconta con la sua memoria proverbiale. Dalla quale, però, si può trarre qualche parziale con-clusione che valga per l’oggi, al di là del doveroso momento celebrativo. Questa traccia, questo sassolino di Pollicino, a modesto parere di queste righe va ri-cercato nella “armonia”. Vedete, l’epo-ca per altri versi turbolenta di Di Blasio, trovava un punto di armonia a livello territoriale ed urbanistico, quando Ro-seto nasceva con le sue Ville d’epoca, il suo Belvedere a mare, e le sue prime attrezzature turistiche. Guardate quelle ville: vi ritrovate un equilibrio, uno sti-le, una… appunto, “armonia” che poi il “caos” del dopoguerra e di oggi ha fatto perdere.Ecco, il classicismo di Di Blasio è, a livello artistico, tutto un programma, anche politico, e come tale criticabilis-simo. Ma quell’impostazione aveva un riverbero territoriale che invece era “or-ganico”, cioè rispettoso del luogo. Alla prima delle due opzioni culturali non sono affezionato, la seconda, quella territoriale, mi affascina. E mi sembra fertile. Si può coltivare anche oggi. Può parlarci. Può dirci qualcosa. Ma non basta una mostra. Occorre lavorarci a livello Politico (non partitico, Politico). La butto lì: cara Maristella Urbini, se la sente?

la mostra su Pier giuseppe di Blasioa 50 anni dalla morte è stato un successo

di UgO CENTI

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la “magia” di daniela Musini incanta i rosetani durante la presentazione del suo libro

“I 100 piaceri di d’Annunzio” ormai è diventato un vero successo editoriale, con i dieci riconoscimenti ricevuti a livello internazionale. E l’autrice

rosetana, davanti al suo pubblico accorso al Piamarta, ha dato dimostrazione di spiccate capacità interpretative

Non poteva esserci un ini-zio d’anno più auspicante per la cultura rosetana. E a sottolinearne l’avvio, adesso più che mai da

considerarsi promettente, è stata l’am-basciatrice per antonomasia a livello internazionale di quegli studi dannun-ziani che hanno saputo unire il rigore della ricerca all’interpretazione del pathos poetico del grande Vate. Così i Rosetani, dopo oltre due anni di ri-conoscimenti raccolti un po’ in tutte le parti del mondo, hanno potuto abbrac-ciare daniela musini, la scrittrice, attri-ce, drammaturga e pianista nata nella Città delle Rose e che mai si è staccata da quel senso profondo di appartenen-za ai luoghi della sua prima parte di vita, al punto che quando può ricorda a tutti le sue origini. L’occasione è stata data dalla presentazione del suo lavoro “I 100 piaceri di d’Annunzio. Passioni, fulgori e voluttà” che ha chiuso una prima parte, almeno per ora, di diversi

e prestigiosi successi ottenuti nei vari premi internazionali, in cui il libro è sta-to accolto sia dal pubblico sia dalla cri-tica con motivazioni sempre elogiative nei confronti dell’autrice. E il 3 gennaio scorso, al Centro Piamarta della parroc-chia del S. Cuore, con l’organizzazione curata dalla Cerchi Concentrici Promo-tor, Daniela Musini ha dato dimostra-zione della sue capacità interpretative e della enorme sensibilità quando - dopo aver parlato del percosso elabo-rativo del lavoro editoriale e raccontato le sconfinate curiosità del personaggio d’Annunzio - ha interpretato alcuni passaggi di testi poetici e drammatur-gici quali: le lirica “L’onda” e “A mia madre”; poi il “Monologo dell’addio di Eleonora Duse” e il “Monologo di Mila” da La figlia di Iorio; per chiudere con l’evocativa ed emozionante “La pioggia nel pineto”.L’apertura dell’evento è stata curata da Mario Giunco, profondo conoscitore delle tematiche letterarie legate segna-

tamente a una Pescara che inizialmen-te, come gran parte della critica nazio-nale, ha stentato a dare il giusto risalto a uno dei più grandi poeti e scrittori a livello europeo tra fine ‘800 e inizio ‘900. Giunco ha rimarcato l’importanza del lavoro che in questi anni ha svol-to Daniela Musini e di come, attraver-so anche le sue apparizioni televisive, abbia permesso di ricreare quel giusto interesse intorno alla figura di d’An-nunzio, che oggi a pieno titolo è consi-derato tra i più grandi poeti della nostra letteratura.Quello con Daniela Musini è stato un appuntamento culturale intriso di gran-di suggestioni: il pubblico ha applaudito lungamente le performance dell’autrice e attrice che, pur se non si è esibita su un palco e con abiti da scena, ha dato dimostrazione di un’abilità interpretati-va che le fa onore, ma soprattutto che rinvigorisce in modo unico il senso pro-fondo di appartenenza suo e della sua famiglia alla terra degli avi. (WDM)

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di gIORgIA PASQUINI

Delle volte succedono delle cose straordinarie in posti tanto piccoli.Perché Roseto, rispetto ad una città come Milano e

Londra, è davvero tanto piccola.Quello che non cambia però è la pro-babilità di incontrare persone speciali, ricche, e certamente non siamo qui a parlare di soldi.Presso la scuola elementare Gabriele D’Annunzio, infatti, ho incontrato il si-gnor Aurelio Formicone, noto ai rosetani come la voce de “Le Ombre”, che ha regalato ai bambini la mostra più sor-prendente degli ultimi tempi: “Storia di vita - La tecnologia dal 1900 al 2014”.La tecnologia, il design e, soprattutto, la curiosità sono stati i protagonisti dell’e-vento che ha coinvolto anche i ragazzi delle Scuole Medie.

Aurelio Formicone, trentennale tec-nico di IBM, ha raccontanto tecni-camente e sentimentalmente tutti gli oggetti che hanno circondato la sua vita: oggetti propri e prestati, oggetti che hanno fatto parte di un secolo di storia e hanno determinato lo svilup-po di una cultura oggi scontata.Un valzer tra radioline Brionvega, macchine da scrivere, grammofoni del primo novecento, macchinette fotografiche a soffietto, home game Commodor 64, televisioni a due cana-li o a valvole e cineprese storiche.Per la prima volta Roseto degli Abruz-zi si trasforma e con essa anche la storica Scuola Elementare: sembra di essere a Milano, in Triennale, e di assistere ad una mostra internaziona-le, vista la qualità degli oggetti esposti e la validità degli insegnamenti.

Roseto come Milano o Londra? Alle volte capita, soprattutto se in una mostra dedicata alla tecnologia il collezionista è delle nostre parti

R itoR no al passato

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orre cerrano the first protected ma-rine area…” que-ste le parole dello speaker che hanno

eletto “L’Area Marina Protetta Torre del Cerrano” a primo Parco marino certi-ficato d’Europa. A Bruxelles lo scorso 11 dicembre, nella prestigiosa sede del Parlamento Europeo, di fronte ai mas-simi rappresentanti europei ed italiani del mondo dei parchi, il Presidente di Europarc Federation Ignace Schops ha consegnato al Presidente dell’Area Ma-rina Protetta Torre del Cerrano Benigno D’Orazio l’ambita certificazione CETS per il turismo sostenibile. Un even-to unico ed irripetibile poiché l’AMP Torre del Cerrano è stata la prima in Europa a ricevere questo tipo di cer-tificazione. “Sono fiero ed onorato del riconoscimento CETS – ha detto visibil-

mente commosso il Presidente D’Ora-zio – Dietro questa realtà c’è tutto un mondo che ha reso possibile l’odierno risultato, frutto di un percorso iniziato nell’ottobre 2012 e che inserisce a pie-no titolo l’AMP nella rete ecologica dei Parchi europei, riconoscendo vincente la politica di protezione e valorizzazione dell’area adottata sin dalla sua costitu-zione. Spero che questo concetto, au-tentico volano per il turismo e l’econo-mia, venga sposato dal nostro Abruzzo, regione verde d’Europa”. Orgoglio, speranza e un briciolo di commozione hanno accompagnato i delegati in questa avventura in Belgio in cui non sono di certo mancate le emozioni: dalla visita al Parlamento Eu-ropeo al poter assistere alla conferenza di premiazione, dalla Sala dell’Emiciclo ai tanti importanti appuntamenti. La consegna della CETS è stata prece-

duta da un altro momento altamente significativo: l’incontro con gli abruz-zesi in Belgio nella sede della Regione Abruzzo a Bruxelles. Nel pomeriggio di mercoledì 10 dicembre, in una sala gremita all’inverosimile, il Presidente Benigno D’Orazio, l’Assessore ai Parchi Donato Di Matteo, i Sindaci di Pineto e Silvi, Robert Verrocchio e Francesco Comignani hanno parlato del valo-re della Carta Europea per il Turismo Sostenibile in Abruzzo, dei vantaggi concreti che ne deriveranno, dai finan-ziamenti europei alla visibilità interna-zionale, oltre alla possibilità per l’AMP di certificare a sua volta altri soggetti, enti, associazioni, imprese. Era presen-te tra gli altri, S. E. Alfredo Bastianelli, Ambasciatore italiano a Bruxelles, che ha ribadito l’importanza della certifica-zione ricevuta e si è congratulato per il risultato ottenuto.

di EDDA MIgLIORI

l’area Marina Protetta torre del cerranoprimo parco marino certificato d’europa

Nelle foto Edda Migliori con

S. E Alfredo Bastia-nelli Ambasciatore

Italiano a Bruxelles.

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Sono passati sei mesi, era il 14 giugno scorso, da quan-do a Pineto si è insediata l’Amministrazione guidata da Robert Verrocchio ed è

già arrivato il momento di fare il punto della situazione. Tante sono state le ini-ziative organizzate a Pineto e dintorni, con lo scopo di rivitalizzare la cittadi-na e di riattivare il commercio in città. L’ultima notizia del 2014 che ci giunge dalla giunta è che è stato approvato il bando pubblico per il Park Adventure di Parco Filiani. Così, appena dopo le festività, dovrebbero iniziare i 45 giorni per individuare il soggetto che prende-rà in gestione quella che si annuncia come “una delle attrazioni turistiche più importanti di tutta la regione”. I set-tori che passeremo in rassegna sono quelli del turismo, del sociale, dei la-vori pubblici, dei risparmi in bilancio. In città quest’anno sono stati realizzati tanti eventi e create tante circostanze di convivialità, grazie alla collaborazio-ne con le associazioni locali: un esem-pio recente ne è la tensostruttura inse-diata al parcheggio della stazione che, dal 23 dicembre al 6 gennaio è stato il luogo che ha ospitato tante iniziative, per grandi e piccini, gestito dal comi-tato P.A.SS, Pinetnie, Antares e Sum-mer Smile. Sono state approvate opere

pubbliche per un valore di circa 700 mila euro – di cui 450 mila finanziati attraverso l’assunzione di mutuo ordi-nario con la Cassa Depositi e Prestiti come da Delibera di Consiglio n. 14 del 18-09-2014 – tra cui la sistemazione idraulica della Cannuccia, la manuten-zione di strade urbane ed extraurbane e la pista ciclabile tra Borgo S. Maria e Pineto. Su impulso del Comune, la Pro-vincia ha anche approvato progetti per la mitigazione del rischio idrogeologico per circa un milione e mezzo di euro, con il rifacimento del ponte di zappa-costa e il nuovo canale a protezione di Scerne; punti critici in caso di piogge intense. Sono stati poi avviati i proget-ti molto importanti per l’adeguamento delle strutture sportive e per l’edilizia scolastica.Per quel che riguarda il settore ambien-tale, oltre ad una rinnovata sinergia con l’AMP di Torre del Cerrano, il mese di ottobre ha visto la firma da parte del Comune di Pineto del Mayor’s Adapt e un mese dopo la stipula del patto per il Contratto di Fiume Vomano-Mavone, che andrà presto in consiglio. Sempre in linea con la politica dei risparmi at-tuata nel corso di questa amministrazio-ne, il sindaco cita la convenzione con il Comune di Silvi, che ha permesso di di-mezzare le indennità del segretario co-

munale. “Siamo anche venuti incontro ai commercianti con agevolazioni sulla Tari, mentre, per ciò che riguarda la Tasi, abbiamo allineato Pineto alla stra-grande maggioranza dei comuni italia-ni, al contrario di quanto sostiene qual-cuno che parla di raddoppio. Avremmo voluto fare di più, ma purtroppo i tagli a bilancio in corso non ci hanno permes-so di fare diversamente”, ha specificato Verrocchio. Chi parla di raddoppio è il Movimento 5 Stelle, rappresentato in consiglio da Santino Ferretti, che di-chiara: “Nel suo dire, in questi sei mesi a Pineto si è fatto molto. Tutti si sono accorti però, che quest’anno vi è stato un netto calo di presenza turistiche e che, a differenza di ciò che accade in giro, Pineto è forse l’unico Comune che ha aumentato il bilancio anziché taglia-re le spese. E come è riuscito a fare questo? Raddoppiando l’aliquota della Tasi – fatto testimoniato dalla Delibera di Consiglio n.7 del 07-08-2014 dove approva la revisione delle aliquote Imu e Tasi per l’anno 2014 - ma per il sinda-co questo è un riallineamento alla stra-grande maggioranza dei comuni italia-ni! Allora la nostra domanda è: perché non ci si è allineati a quei pochi Comuni che non hanno apportato aumenti o a quei pochissimi che hanno addirittura abolito l’intera imposta?”.

anno nuovo, vita nuovaprima però tiriamo le somme

Il primo cittadino di Pineto, Robert Verrocchio, insieme alla sua Giunta, ha tracciato il bilancio dei primi sei mesi di amministrazione comunale

di MARTINAFRANCHI

A destra: contratto di Fiume sotto: Inaugurazione pista di pattinaggio;

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di ELIOD’ASCENZO

Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi ed il cuore. È un modo di vivere. henry cartier-Bresson

Purtroppo il nostro affezionato lettore Angelo, nonché grande fotoamatore, stavolta ha dimenticato (ma lo perdoniamo ) d’inviarci i parametri di scatto ma la cosa interessante è che non ci sono nemmeno sull’info file! La tempistica del giornale al momento di andare in stampa non ci ha consentito di aggiornarli. Fotografare l’alba dunque! Potrebbe sembrare un’immagine

Se volete pubblicare una vostra foto particolare inviatela a [email protected]

AutOre: Angelo Stama, 52 anni, Roseto degli Abruzzi, geometra, professione operaio ditta Rolli.tItOlO dell’OPerA: ALBA A ROSETO DEGLI ABRUzzIAPPAreccHIAturA:NON PERVENUTO

Parametri di SCattO: NON PERVENUTO

fOTOgRAfIA

l’AutOre rAccONtA...“Il cielo pallido si va colorando di rosso, e il cuore sembra arrestarsi dinanzi alla strana e immutabile maesta’ del sole che sorge: qualcosa che accade ogni mattino da migliaia e migliaia di anni.”

banalissima. Inquadriamo e scattiamo, e gli automatismi della macchina fotografica fanno il resto. Certo! Ma se vogliamo ottenere qualcosa di più interessante…ecco alcuni piccoli consigli: utilizziamo sempre gli ISO più bassi, diaframmi abbastanza chiusi, da f/11 a salire, anche se tutto questo comporta sicuramente l’uso del cavalletto, ma va benissimo, anche magari in funzione dell’uso della tecnica dell’HDR. Controlliamo l’esposizione in modalità SPOT (importantissimo) misurando una porzione di cielo a sinistra e a destra del sole, senza includere comunque il sole stesso. Con la pellicola, se non si poteva agire in camera oscura, si tendeva generalmente a sottoesporre di 1 o 2 stop ed utilizzare filtri degradanti per avere colori più saturi e caldi. Se vogliamo un’ immagine più calda impostiamo il bilanciamento del bianco in modalità NUVOLOSO. Con i sensori digitali, soprattutto se si scatta in JPG (consiglio assolutamente sempre e comunque il RAW), conviene esporre correttamente la scena. La sottoesposizione o peggio la sovraesposizione farebbero perdere qualità alle nostre immagini, laddove un semplice intervento in postproduzione, con photoshop o altri software di fotoritocco ci permettono di ottenere gli stessi risultati partendo da un’immagine ben esposta. Ricomporre l’inquadratura facendo attenzione alla regola dei terzi. A proposito di regola dei terzi; vedere sotto la correzione secondo il mio parere. Dai! Uno scatto al giorno. Provare, creare…

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