Edward de Bono. Il Pensiero Laterale

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Con il termine pensiero laterale, coniato dallo psicologo maltese Edward de Bono, si intende una modalità di risoluzione di problemi logici che prevede un approccio indiretto ovvero l'osservazione del problema da diverse angolazioni

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Edward de Bono. Il pensiero laterale.traduzione di MARIO CARELLI.Biblioteca Universale Rizzoli.(C) 1967 Edward de Bono (C) 1969,1981 RCS Rizzoli Libri S.p.A., Milano (C) 1994 R.C.S.Libri & Grandi Opere S.p.A., Milano.ISBN 88-17-13402-3.Titolo originale dell'opera: THE USE OF LATERAL THINkING.PREMESSA.Come mai certe persone mostrano di possedere una mente sempre fervida di idee nuove, mentre altre, che pur non sono meno intelligenti delle prime, si rivelano del tutto negate a tale attivit creativa?Da Aristotele in poi, la logica viene esaltata come l'unico strumento in grado di trar buon frutto dall'intelletto.Ciononostante, l'imprevedibilit stessa delle idee nuove sta ad indicare che esse non sono necessariamente il risultato di ragionamenti logici.Si awerte da qualche parte l'esistenza di un diverso procedimento intellettivo, facile a riconoscere soprattutto quando riesce a formulare quel tipo di risposte semplici che appaiono ovvie soltanto dopo la loro forrnulazione; Il presente volume si propone di esaminare questo procedimento, di mostrare come esso differisca radicalmente dal metodo logico e sia, spesso, pi di questo, fec~ndo di idee nuove.Per comodit~, abbiamo coniato l'espressione pensiero verticale per indicare il metodo logico, e l'espressione pensiero laterale, per l'altro metodo.Se si potesse risalire il corso dei pensieri fino alla loro prima sorgente, si arriverebbe a classificarli tutti in termini di impulsi ddla rete nervosa cerebrale.Oggi si sa ancora relativamente poco sui particolari del funzionamento del cervello; tuttavia possibile avere una visione generale della sua organizzazione.Come, per valutare l'efficienza dell'impianto elettrico di un edificio, non necessario procedere a un esame particolareggiato della disposizione dei fili e del funzionamento degli interruttori, cos possibile.arrivare a una certa comprensione del meccanismo intellettivo attraverso un esame delle manifestazioni esteriori del pensiero che rechi testimonianza degli schemi mentali di partenza.Un'analisi di questo genere dovrebbe occuparsi, per esempio, degli effetti della complessa interazione tra controlli mentali retroattivi negativi e positivi.Un'organizzazione mentale cos concepita pu tuttavia costituire soltanto un modello di comodo per l'elaborazione del concetto di pensiero laterale.Anche in questo caso, I'utilit del pensiero laterale non dipende minimamente dalla validit del modello.Chi veramente abile nell'uso del pensiero laterale non ha bisogno di un modello, pur supposto valido, pi di quanto un autista, per guidare bene, abbia bisogno di nozioni di ingegneria meccanica.Nessuno del resto potrebbe sostenere che il retto uso dd metodo logico dipende da una completa comprensione del funzionamento del cervello.Le nozioni raccolte in questo volme sono perci basate sulla semplice osservazione e su una conoscenza, sia pur limitata, dell'organizzazione funzionale della mente.Vengono usati termini comuni come "pensiero", "idea", e "percezione", in quanto si crede che siano i pi adatti a questo contesto.Il pensiero laterale non una nuova formula magica ma semplicemente un diverso q pi creativo modo di servirsi dell'intelletto.La matematica modema ne fa 3~ un buon impiego, lo psichedelismo ne abusa.La matematica moderna ne costituisce anzi un esempio particolarmente calzante.Scartati i rigidi schemi entro cui in passato si presentava la materia, la nuova matematica fa in modo che l'allievo le si accosti con scelte deliberate, dandogli, in misura maggiore, il gusto delI'acquisizione personale.Questo metodo, incoraggiando attivamente l'allievo a considerare un problema da molti e diversi punti di vista e a rendersi conto della molteplicit delle vie che possono portare alla soluzione giusta, favorisce un mig}ioramento assai pi rilevante della duttilit intellettuale dell'allievo.Col tempo questi principi, che stanno tutti alla base del pensiero laterale; potranno permeare altri campi d'insegnamento.Alla fine di questo libro, qualche lettore potr concludere di aver appena intravisto il pensiero laterale ma di esserne stato, a tratti, affascinato; e potranno essere ricordati i casi in cui il suo impiego ha portato a brillanti successi.Anche se, nelle pagine che seguono, si consigliano alcune tecniche che possono venir deliberatamente impiegate per sfuggire alle forche caudine della logica, sarebbe impossibile scrivere un vero e proprio testo di insegnamento sul pensiero laterale.Qui ci si limita a spiegare che cosa esso e come procede, e inoltre a invogliare i lettori a sviluppare la loro capacit di farne uso.CAPITOLO PRIMOMolti anni fa, ai tempi in cui un debitore insolvente poteva essere gettato in prigione, un mercante di Londra si trov, per sua sfortuna, ad avere un grosso debito con un usuraio.L'usuraio, che era vecchio e brutto, si invagh della bella e giovanissima figlia del mercante, e propose un affare.Disse che avrebbe condonato il debito se avesse avuto in cambio la ragazza.Il mercante e sua figlia rimasero inorriditi della proposta.Perci l'astuto usuraio propose di lasciar decidere alla Provvidenza.Disse che avrebbe messo in una borsa vuota due sassolini, uno bianco e uno nero, e che poi la fanciulla avrebbe dovuto estrarne uno.Se fosse uscito il sassolino nero, sarebbe diventata sua moglie e il debito di suo padre sarebbe stato condonato.Se la fanciulla invece avesse estratto quello bianco, sarebbe rimasta con suo padre e anche in tal caso il debito sarebbe stato rimesso.Ma se si fosse rifiutata di procedere all'estrazione, suo padre sarebbe stato gettato in prigione e lei sarebbe morta di stenti.Il mercante, bench con riluttanza, fin coll'acconsentire.In quel momento si trovavano su un vialetto di ghiaia del giardino del mercante e l'usuraio si chin a raccogliere i due sassolini.Mentre egli li sceglieva, gli occhi della fanciulla, resi ancor pi acuti dal terrore, notarono che egli prendeva e metteva nella borsa due sassolini neri.Poi l'usuraio invit la fanciulla a estrarre il sassolino che doveva decidere la sua sorte e quella di suo padre.Immaginate ora di trovarvi nel vialetto del giardino del mercante.Che cosa fareste nei panni della sfortunata fanciulla?~E, se doveste consigliarla, che cosa le suggerireste? Quale tipo di ragionamento seguireste?Se riteneste che un rigoroso esame logico potesse risolvere il problema - ammesso che esista davvero una soluzione - ricorrereste al pensiero verticale.L'altro tipo di pensiero infatti quello laterale.Chi si servisse del pensiero verticale non potrebbe per essere di grande aiuto a una ragazza che si trovasse in simili frangenti.Il suo modo di analizzare la situazinnl~ m~tt~-r~hh~ in llm(~ tr~q nn~cihilit~ Ti~ r~ 1 In questo contesto, coloro che ~si affidano, per qualtiasi tipo di ricerche, esclusivamente al procedimento logico, negando ogni validit a quello laterale. [N.d.T.]10~reoccupano del fatto che la ragazza debba estrarre un ~assolino.I lateralisti a si occupano invece del sassolino~ ~lanco che manca.I primi affrontano la situazione dal '~punto di vista pi razionale e guindi procedono alla sua risoluzione con circospetta logicit.I secondi preferiscono esaminare tutti i possibili punti di partenza invece di accettare il pi invitante e di impostare su di esso la loro indagine.Ebbene: la ragazza dell'aneddoto introdusse la mano nella borsa ed estrasse un sassolino, ma senza neppur guardarlo se lo lasci sfuggire di mano facendolo cadere sugli altri sassolini del vialetto, fra i quali si confuse.a Oh, che sbadata! ~ esclam. a Ma non vi preoccupate: se guardate nella borsa potrete immediatamente dedurre, dal colore del sassolino rimasto, il colore dell'altro. "Naturalmente, poich quello rimasto era nero, si dovette presumere che ella avesse estratto il sassolino bianco, dato che l'usuraio non os ammettere la propria disonest.In tal modo, servendosi del pensiero laterale, la ragazza riuscl a risolvere assai vantaggiosamente per s una situazione che sembrava senza scampo.La ragazza, in realt, si salv in un modo molto pi brillante di quanto non le sarebbe riuscito se l'usuraio fosse stato onesto e avesse messo nella borsa un sassolino bianco e uno nero, perch in tal caso avrebbe avuto solo il cinquanta per cento delle probabilit in suo favore.Il trucco che escogit le offr in 2 Espressione di comodo per indicare coloro che, pur non disconoscendo la funzione essenziale del pensiero logico, pensano che il pensiero laterale sia l'unica fonte di idee nuove, [N.d.T.] vece la sicurezza di rimanere col padre e di ottenergli la remissione del debito.Il metodo verticale sempre stato ritenuto l'unico degno di considerazione.Nella sua forma pi compiuta, ossia come logica, esso costituisce il tanto decantato ideale a cui ogni mente esortata a tendere con tutte le sue forze, a prescindere dall'insufficienza dei risultati.I calcolatori ne rappresentano forse il modello migliore.Il problema, infatti, impostato dal programmatore il quale traccia anche la via da seguire nell'elaborazione dei dati.Il calcolatore procede quindi con una logica e un'efficienza incomparabili a risolvere il problema stesso.Gli ordinati, graduali e sicuri procedimenti del pensiero verticale sono ben diversi da quelli del pensiero laterale.Una pila di cubi nella quale ciascun elemento sia stato collocato con cura e precisione su quello sottostante pu darci un'idea della natura del pensiero verticale.Nel caso del pensiero laterale, invece, la disposizione dei cubi non prestabilita.Essi possono essere liberamente collocati uno accanto all'altro o addirittura sparpagliati alla rinfusa; ne potrebbero tuttavia risultare combinazioni utili quanto una struttura verticale.Il pensiero laterale si pu pi facilmente apprezzare nelle sue realizzazioni pratiche, come nell'aneddoto dei sassolini.Sar capitato a tutti di trovarsi di fronte a un certo problema che sembrava insolubile finch, tuK'a un tratto, se n' scoperta una soluzione straordinariamente semplice.Una volta trovata, questa soluzione sar apparsa cos ovvia che diventer pressoch impossibile capire come mai non sia venuta innente prima.Problemi di questo tipo possono vera!~nnte essere difficili da risolvere finch si insiste nel~I'impiegare il metodo verticale.L Il pensiero laterale non si propone solo la soluzione di problemi singoli, ma si preoccupa anche di tro ~F vare nuove interpretazioni della realt e si interessa di idee nuove di ogni genere.Se un aneddoto come quello dei sassolini verr raccontato tutto di seguito e si sveler subito la soluzione, gli ascoltatori saranno indotti a chiedersi dove stia mai questa gran difficolt. solo se si far una pausa affinch possano cercare la soluzione da soli che essi si accorgeranno di quanto sia difficile trovarla.Anche nei migliori esempi di pensiero laterale, la soluzione, una volta trovata, appare addirittura logicamente ovvia. molto facile dimenticare che tale soluzione era stata raggiunta non con la logica ma grazie al pensiero laterale.Anzi, una volta che si sar trovata la soluzione, molti saranno pronti a spiegare come la si sarebbe potuta ottenere col pensiero verticale.In retrospettiva, infatti, diventa facile scorgere il filo consequenziale che partendo dai dati iniziali di un problema, lo guida fino alla sua soluzione.Durante un esperimento di ipnosi, possibile istruire un soggetto a esibirsi, dopo che sar uscito dallo stato di trance, in un certo comportamento bizzarro.Venuto il momento, il soggetto eseguir le istruzioni ricevute dall'ipnotizzatore, come quella di aprire un ombrello in salotto, di of~rire a tutti i presenti un bicchiere di latte, o di mettersi carponi sul. pavimento e abbaiare come un cane.Se gli si chieder perch mai ii comporti in quello strano modo, il soggetto darI2 prontamente una spiegazione che non fa una grinz~ dal punto ~di vista logico.Tale spiegazione oPfre una ~memorabile dimostrazione dei poteri della razionalizzazione.Tutti i presenti saranno a conoscenza della vera ragione di quello strano comportamento, eppure il protagonista riuscir ad architettare una spiegazione perfettamente logica, capace di convincere qualsiasi nuovo arrivato.Non vi nulla di male nel rendere razionale col pensiero verticale una soluzione trovata grazie al procedimento laterale.Il pericolo sta nel presumere che, per il fatto che tale via verticale sia ricostruibile a posteriori, tutti i problemi~possano essere risolti con il pensiero verticale con la stessa facilit con cui potrebbero esserlo con quello laterale.Una delle tecniche del pensiero laterale consiste nel fare deliberato uso di queste facolt razionaiizzatrici dell'intelletto.Invece di procedere un gradino alla volta nel solito senso verticale, si prende in considerazione, all'improvviso, un elemento nuovo e del tutto arbitrario.Si cammina poi a ritroso cercando di costruire un collegamento logico tra questo nuovo elemento e il punto di partenza.Nel caso che si manifesti la possibilit di allacciare un collegamento, esso dev'essere collaudato secondo i criteri della logica pi scrupolosa.Se l'allacciamento risulta solido, veniamo allora a trovarci in una posizione favorevole, irraggiungibile con il consueto procedimento verticale.E quand'anche tale posizione arbitraria non si rivelasse sufficientemente solida, pu sempre darsi che, nel tentativo di giustificarla, si siano trovate nuove ed utilissime idee..Vi sono alcuni che arrivano a preferire il procedi~`ento laterale al punto da tentar di sostitirlo in ogni `caso a quello verticale.Molti altri (la maggioranza) so ~r no invece contrari al concetto di pensiero laterale e1~ insistono nel ritenere del tutto sufficiente quello verticale.Di fatto i due procedimenti sono complementari.Quando il normale procedimento verticale non riesce a trovare la soluzione di un certo problema, o quando serve un'idea nuova, allora si dovrebbe usare~ il procedimento laterale.Per trovare idee nuove que F~ st'ultimo indispensabile, a causa dei limiti intrinseci propri dell'altro procedimento.Limiti che dobbiamo tenere ben presenti perch, considerati sotto un altro punto di vista, costituiscono proprio i vantaggi specifici del pensiero verticale.La mente umana, per il modo in cui organizzata, ha, come sistema ottimale, la funzione di interpretare le varie situazioni secondo il criterio della probabilit.Il maggiore o minor grado di questa sar determinato dall'esperienza e dalle necessit del momento.Il pensiero verticale si basa sul massimo di probabilit.Se ci non fosse, la vita di ogni giorno diventerebbe impossibile perch bisognerebbe analizzare profondamente ed esaminare con cura qualsiasi azione o-impressione, non potendo dare nulla per scontato.Come un millepiedi che si rendesse consapevole dei propri attributi fisici, la mente umana sarebbe paralizzata dalla sua ~tessa complessit.Dopo aver preso in considerazione una determinata situazione di fatto, il pensiero ha il compito di autoeliminarsi per dar direttamente posto all'azione; e ci possibile soltanto se alla interpretazione pi probabile di una situazione segue l'azione che ha la maggior probabilit di risultare efficace.Come l'acqua scende per i pendii, si raccoglie negli avvallamenti e affluisce nei fiumi, cos il pensiero verticale scorre lungo i declivi della maggior probabilit che, per ci stesso, diventano vie di scorrimento sempre pi probabili.Se il pensiero verticale significa alta probabilit, quello laterale significa bassa probabilit.Si scavano nuovi canali per deviare a forza il corso delle acque, e i vecchi vengono sbarrati, nella speranza che la corrente si trovi un letto diverso e migliore.A volte, l'acqua, contro la sua tendenza naturale, viene persino risucchiata verso l'alto.Quando il pensiero laterale conduce alla gioiosa scoperta di una idea veramente nuoya, allora la bassa probabilit del suo metodo si trasforma in altissima probabilit.In questo momento, l'acqua, faticosamente risucchiata verso l'alto, diventa un sifone che, di colpo, fluisce liberamente.Ed a questo risultato che il pensiero laterale mira costantemente.Proprio perch si volge alla ricerca di idee nuove, il pensiero laterale sembrerebbe avere dei rapporti con il pensiero creativo in senso stretto.In realt lo include ma abbraccia un campo d'azione pi vasto.Talora il pensiero laterale giunge a risultati genuinamente creativi, talaltra si limita a rivelare aspetti insoliti di una data cosa o situazione, e in questi casi si resta al di qua di una vera e propria creazione.Il pensiero creativo richiede spesso particolari capacit espositive, mentre il pensiero laterale aperto, pi genericamente, a tutti coloro che si interessano di idee nuove.Non ci serviamo, in questo volume, per illustrare il~siero laterale, dell'attivit creatrice intesa come ~nomeno schiettamente artistico, perch essa d risul2t~ti troppo soggettivi. facile dimostrare l'efficacia~lel pensiero laterale sulla base di risultati che si pre"stino a una chiara valutazione di utilit o di inutilit; ,~ altrettanto facile decidere se esso ha, o non ha, effet [ tivamente risolto un problema; la valutazionc di una nuova creazione artistica dipende invece dal gusto personale o dalla moda estetica del momento.Il pensiero laterale sembra avvicinarsi alla follia nella misura in cui si allontana dalle r~gole della logica e del pensiero verticale. ~ dunque solo una forma di temporanea e deliberata pazzia? Il metodo della bassa probabilit in qualche modo differenziabile dalle caotiche - associazioni mentali della schizofrenia? Fra le maggiori caratteristiche di questa infermit non c' forse quella per cui la mente del malato svolazza da un'idea all'altra come una farfalla? E poi, se uno desidera vedere temporaneamente il mondo sotto un aspetto diverso dal normale, perch non ricorre alle pratiche psichedeliche? Ci che caratterizza fondamentalmente il pensiero laterale il controllo a cui sottopone l'intero suo procedimento.Se il pensiero laterale sceglie il caos, perch vuol servirsene come metodo, e non perch rifiuta di adottare un metodo qualsiasi.La logica attende costantemente all'elaborazione, e poi, all'esame e alla selezione di soluzioni nuove di qualsiasi specie.La differenza tra il metodo laterale e quello verticale sta nel fatto che, nel secondo caso, la logica guida il pensiero, mentre, nel primo, lo serve.Le prestazioni dell'intelletto restano a un livello costante e immutabile, oppure sono suscettibili di miglioramento grazie a incentivi o a circostanze particolari? Pochi posseggono una naturale attitudine al pensiero laterale, ma tutti possono acquisirla in una qualche misura, applicandovisi con impegno.I metodi didattici tradizionali normalmente non fanno nulla per incoraggiare la gente all'acquisizione di una mentalit-laterale; anzi, di fatto la ostacolano per la loro esigenza di adattare il pensiero alle strettoie di una serie di controlli.Il pensiero laterale non una formula magica che si pu apprendere a tambur battente e utilizzare subito dopo. ~ un'attitudine e un abito mentale.Le varie tecniche che descriveremo dovranno servire a illuminare il lettore sui vari modi di procedere del pensiero laterale, ma non vogliono essere un ricettario di pronto impiego per la soluzione dei problemi. ~ impossibile abiurare improvvisamente la fede nella onnipotenza del pensiero verticale per abbracciare il credo dell'utilit di quello laterale.Quest'ultimo presuppone consapevolezza ed esperienza, e non il frutto di una rivelazione improvvisa.CAPITOLO SECONDOQuante saranno le persone che, almeno una volta nel corso della lro esistenza, riescono a inventare qualcosa di nuovo? Quanti sarebbero in grado di inventare la ruota, se non fosse gi stata inventata?Molti assumono, nei confronti delle idee nuove, lo stesso atteggiamento che adottano per gli incidenti stradali: suppongono cio che siano cose che possono capitare solo agli altri.E questi "altri", essendo i pi qualificati a trovare idee nuove, sarebbero in grado di produrne con maggior facilit.Se le idee nuove costituissero la giusta ricompensa di un duro lavoro e di un lungo sforzo, tutti ne saremmo lietissimi.L'impegno e la buona volont che molti ci mettono, i sacrifici che accettano pur di riuscire nell'impresa, sono certo meritevoli di successo.E, se le invenzioni sottostassero a questa` prassi, anche la societ si sentirebbe molto pi a suo agio nell'incoraggiare, sostenere e valorizzare tutti gli sforzi seriamente intesi a questo scopo.Invece, le invenzioni non sono necessariamente il frutto di questo diuturno lavoro di indagine e di elaborazione.Darwin aveva gi alle sue spalle vent'anni di ricerche sulla teoria dell'evoluzione il giorno in cui gli fu dato da leggere lo scritto di un giovane biologo, un certo Alfred Russell Wallace.Ironia della sorte, lo scritto recava una chiara enunciazione della teoria dell'evoluzione basata sulla sopravvivenza del pi adatto.Sembra che Wallace l'avesse formulata in una settimana e in stato di delirio, nelle Indie Orientali.La elaborazione completa di una teoria pu richiedere anni di duro lavoro, ma il principio ispiratore pu nascere da una improvvisa illuminazione interiore.In effetti, quando una teoria implica una visione delle cose completamente nuova, difficile pensare che possa presentarsi in maniera diversa.E non neppure detto che la elaborazione di una nuova teoria debba essere sempre il frutto di annose ricerche: l'insoddisfazione per la vecchia pu~ costituire lo stimolo per uno sviluppo assai pi rapido.In realt, un'elaborazione lenta pu persino ostacolare il successo finale di una concezione nuova, per la ragione che, nel frattempo, le vecchie concezioni, almeno quelle che hanno conservato una certa validit, possono venir arricchite di altri apporti utili.La scienza annovera schiere di zelantissimi cultori che affrontano il lavoro ~on logica e meticolosit impeccabili, ma che probabilmente non riusciranno mai a concepire un'idea originale.Gran parte delle nuove teorie nasce dopo che dati nuovi, forniti dall'esperienza o dagli esperimenti, hanno costretto a un riesame delle vecchie.I dati di nuova acquisizione sono probabilmente i pi idonei ad ispirare idee nuove, ma non si pu farci cieco assegnamento perch, per lo pi, vengono interpretati secondo i criteri della vecchia teoria e adattati ad essa in modo da rafforzarla.Al paziente di uno psicanalista pu accadere di accorgersi che quest'ultimo cerchi ahil mente di inquadrare tutti i sintomi offerti dai suoi soF gni in una diagnosi prestabilita.Molti ritengono che le teorie freudiane resistano all'usura del tempo anche grazie alla loro capacit di adattarsi a tu"i i dati sperimentali con cui si intenderebbe confutarle.Le nuove idee possono nascere da dati nuovi, questi per non sono indispensabili.Si pu benissimo partire da dati vecchi e riordinarli in un modo nuovo e validissimo.L'esempio migliore ce lo fornisce, senza dubbio, Einstein.Egli formul la teoria della relativit senza ricorrere ad esperimenti o ad apporti nuovi.Proprio perch non se ne avvalse, la sua scoperta consist.in una mera rielaborazione originale di dati scientifici gi a disposizione di tutti.Gli esperimenti vennero solo dopo, e confermarono la teoria.Einstein prese in esame e rielabor in modo assolutamente nuovo quei dati scientifici che gli altri scienziati non avevano mai messo in discussione in quanto si trattava di dati gi inseriti nel sisterna newtoniano. ~ spaventoso (e stimolante) pensare a tutte le scoperte latenti nei dati scientifici disponibili, che andrebbero meglio ristrutturati.A tutta prima sembr che le teorie einsteiniane migliorassero, ma solo di poco, le precedenti.Avevano permesso di calcolare con maggior precisione la lunghezza d'onda della luce proveniente dalla stella Sirio e di correggere leggermente i valori dell'orbita di Mercurio.Sembrarono modifiche di poc conto, e invece portarono alla scoperta dell'energia atomica.Molta gente quando parla di idee nuove intende riferirsi alle invenzioni tecniche e alle teorie scientifiche.E, in entrambi i casi, una adeguata preparazione tecnica appare loro come la premessa indispensabile ~ qualsiasi risultato creativo.Anche noi siamo d'accordo ma aggiungiamo che la preparazione tecnica non basta, altrimenti tutti coloro che la posseggono sarebbero automaticamente in grado di concepire idee nuove.Una donna, in America, guadagn una fortuna per aver capito che, piegando un foglio di carta in modo che potesse servire da bolla di consegna, da fattura e da ricevuta, le ditte avrebbero realizzato un notevole risparmio di tempo, di fatica e di cancelleria.La sua invenzione fu largamente adottata.Pu~ non esistere un rapporto tra il tipo di elaborazione e l'importanza dei risultati conseguiti.Idee banali e idee che cambiano il corso della storia possono scaturire da procedimenti identici, ~li racconta che a Napoleone costasse la stessa fatica debellare potenti armate nemiche e togliersi dai piedi il cane della moglie.Un ottimo esempio di come non basti disporre di conoscenze tecniche~e di una adeguata attrezzatura per inventare qualcosa di nuovo si trova leggendo la storia dell'invenzione della valvola termoionica, l'invenzione da cui nacque la tecnologia elettronica che compie miracoli nel settore delle comunicazioni.Edison il mago dell'elettricit, teneva letteralmente nelle mani uno strumento come la lampadina che ora noi possiamo considerare un modello, sia pur primitivo, di valvola termoionica.Non solo l'aveva sotto mano, ma lo fece anche patentare.Nessuno pi di lui sarebbe stato in grado di apprezzare l'importanza di un simile strumento, nessuno conosceva l'elettricit meglio di lui.Dovettero invece passare anni prima che Fleming, a Londra, ne scoprisse l'importanza e Lee De Forest, poi, la trasformasse in valvola triodica; e anche lui si rese22!conto pienamente del suo valore soltanto dopo che i tecnici della telefonia cominciarono a impiegarla.Per spiegare la straordinaria elusivit delle idee nuove, i pessimisti sostengono che si tratta in realt di scoperte dovute al caso.Secondo loro, un'idea nuova non pu essere concepita finch i suoi elementi costitutivi non si riuniscno simultaneamente, con un procedimento tutto particolare, nella mente di un solo uomo.Si tratterebbe solo di aspettare che il caso realizzi questa feconda combinazione di elementi conoscitivi.Ci troviamo qui di fronte a una spiegazione del tutto negativa, anche se molti fatti parrebbero confermarla.Quando si tratta di migliorare un'invenzione gi fatta, la mente umana mostra capacit ed efficienza assai notevoli.Nel corso di una vita umana, l'aereo, da audace esperimento di due meccanici di biciclette, diventato il mezzo di trasporto per eccellenza, e nessuno contesta pi la sua comodit ed efficienza.Il fragile miracolo della radio si materializzato in un aggeggio banale, di basso prezzo.La mente- umana eccelle nl lavoro di elaborazione, e non ci sono limiti riconoscibili a questa sua abilita ch arriva fino alla progettazione di cervelli elettronici, in grado di estendere ulteriormente la sua capacit di elaborazione.A tutto ci fa contrasto la scarsa attitudine della mente umana a concepire idee nuove.Lsse nascono sporadicamente, anche quando la tecnologia che le rende possibili esiste da lungo tempo.L'Hovercraft poteva essere costruito assai prima che Christopher Cockerell lo concepisse.D'altra parte la tecnologia rende attuabili idee alla cui realizzazione prima si sarebbe dovuto rinunciare.Per esempio, il lucasiano Charles Babbage, professore di matematica a Cambridge, si sarebbe certamente impegnato per far costruire il primo computer gi verso il 1830 se fosse esistita allora la tecnologia elettronica necessaria per la costruzione di macchine di questo tipo.Le sue idee erano valide, ma disponeva solo di ruote dentate.Comunque, la tecnologia, da sola, non scopre nulla di nuovo.Se si accetta la spiegazione negativa della nascita delle idee nuove, non resta altro che aspettare, sperare e pregare.Ma il problema pu essere studiato da un'angolazione diversa.Se le idee nuove nascono solo per caso, come mai alcuni uomini, come Edison per esempio, ne trovano molte pi dei loro simili? Di solito i grandi inventori, i grandi scienziati fanno non una ma tutta una serie di scoperte.Ci lascia supporre l'esistenza di una particolare attitudine distribuita in misura ineguale tra gli uomini.E questa attitudine non sembra attribibile a una intelligenza particolarmente acuta, ma piuttosto a uno speciale abito mentale, a un particolare orientamento concettuale.Le invenzioni possono procurare la ricchezza a chi le fa, ma ci non accade sempre.L'inventore della mietitrebbia ha guadagnato na fortuna, quello della prima seminatrice, invece, non ne ricav utili di sorta.La sola ricompensa certa la soddisfazione del risultato raggiunto. ~ una soddisfazione del tutto diversa da quella che si prova ottenendo successi di altro genere: di una classe superiore.Dal momento in cui una scoperta si rivela non pi possibile ignorarla: c' in essa una scintilla di immortalit.CAPITOLO TERZORiconoscere che le idee nuove sono utili, redditizie ed entusiasmanti ben diverso dal sostenere che la loro ricerca deliberata possa portare, da sola, a qualche risultato positivo.Tutti si sentirebbero di condividere la prima affermazione, ma solo una minoranza accet terebbe incondizionatamente la seconda.~ possibile aumentare l'efficienza di un procedimento in due modi.Il primo consiste nel migliorarne le prestazioni in modo diretto; il secondo nell'individuare e poi rimuovere gli inconvenienti che ne ostacolano il funzionamento.Se un'automobilc marcia al di sotto della velocit desiderata, il conducente pu premer di pi sull'~cceleratore, oppure assicurarsi che il freno sia stato del tutto allentato. ~ se un progettista d'auto vorr creare una macchina pi veloce potr dotarla di un motore pi potente oppure potr ridurne il peso e la resistenza all'aria, che diminuiscono la velocit della vettura.Per comprendere l'intelligenza, forse pi utile studiare la stupidit. ~; pi facile scoprire quel che manca a uno sciocco che individuare quel quid per cui la persona intelligente emerge sulle altre.Invece di cercare le qualit che mettono una persona in grado di ;nventare qualcosa di nuovo, avrebbe pi senso indagare perch altri ne sono incapaci.Se si riuscissero a identificare, in qualche modo, in un dato individuo o, pi in generale, nell'uomo, gli ostacoli che impediscono la concezione delle idee nuove, diverrebbe possibile migliorare la capacit umana di produrne.Il pensiero laterale una necessit imposta dai limiti di quello verticale.L'uso dei due aggettivi "laterale" e "verticale", stato suggerito dalle considerazioni che seguono.Facciamo, tanto per intenderci, l'analogia della miniera.La logica lo strumento logico usato per approfondire una miniera, per allargarla e dotarla dlle strutture necessarie.Se per la miniera stata scavata in un posto sbagliato, nessun accorgimento riuscir a rimuoverla e a trasportarla in un posto adatto.Sono cose che anche un semplice minatore sa benissimo, tuttavia, in realt, riesce pi comodo continuare a scavare nella vecchia miniera che aprirne un'altra, in un punto diverso.Il pensiero verticale sprofonda sempre pi-nella miniera gi in attivit; il pensiero laterale invece tenta nuovi scavi altrove.Si riluttanti ad abbandonare a mezzo uno scavo sia perch costato sforzi che andrebbero interamente perduti, sia perch pi agevole proseguire un lavoro in corso anzich arrovellarsi intorno ad altri progetti, comportanti grossi impegni di carattere pratico.Non possibile guardare in una direzione nuova appuntando sempre pi gli occhi nella vecchia direzione.Nel momento stesso in cui due concetti si collegano, CSSi Sl pongono in una determinata direzione, ed pi facile associare altri concetti ai primi due, e seguirne l'orientamento, che ignorarli.Costa fatica non tener2(')Lconto di un precedente, specialmente quando non esiste ancora un'alternativa.La volont di portare a compimento un'impresa in cui sono stati investiti lavoro e capitali, e quella di realizzare un programma di attivit ormai gi impostato si tramutano in un duplice impegno a proseguire nello scavo della miniera.Gli sforzi di ricerca scientifica sono in gran parte impiegati nell'ampliamento logico di alcune miniere che generalmente sono ritenute redditizie.Gli addetti ai lavori sono molti; c' chi riesce so!o a grattar via un po' di terriccio e chi scava a grandi palate, tutti comunque rendono secondo la loro capacit.Spesso per, le geniali intuizioni e i grandi progressi scientifici sono merito di persone che hanno scavato una nuova miniera senza tener conto dei lavori in corso nella vecchia, a volte perch non la ritenevano produttiva, altre perch ne ignoravano semplicemente l'esistenza, altre volte ancora per seguire il loro temperamento anticonformista, o per puro capriccio.Certo, queste iniziative sono rare; in generale i metodi d'insegnamento sono efficaci e diffondono una linea culturale tutta tesa a valorizzare le miniere scavate dai Maestri.La cul tura, del resto, non dispone di altri mezzi per sfuggire al caos.Non alimentando la sfiducia generale verso i metodi esistenti che si pu costruire una cultura omogenea e organica.Inoltre, l'insegnamento non necessariamente legato al progresso: suo scopo di diffondere nozioni ritenute utili; informa, non crea.Chi d il primo colpo di vanga, non importa dove, a tln proprio scavo, e non legato a esperienze precedenti, favorito nei confronti di chi, dopo aver creduto alla vecchia miniera, l'abbandona per ricominciare da capo.Molti grandi inventori, come Faraday, non avevano alcuna preparazione culturale di tipo tradizionale, e altri, come Darwin e Clerk Maxwell, non ne possedevano a sufficienza perch la loro originalit ne restasse tarpata.Si tentati di pensare che una persona geniale, se non ha avuto occasione di conoscere la vecchia impostazione di un problema abbia migliori possibilit di elaborarne una originale.Uno scavo gi in corso offre una direzione entro cui incanalare un impegno di ricerca, e questo ha effettivamente bisogno di una direzione; poche cose danno un maggior senso di frustrazione di un impegno che cerca ansiosamente il modo di realizzarsi.Uno sforzo deve essere anche ripagato da qualche risultato tangibile, e quanto pi tempestivamente il risultato arriva, di altrettanto l'impegno ne risulta stimolato.L'allargamento di una miniera preesistente costituisce un progresso concreto e una garanzia di risultati utili per il futuro.Infine, in una miniera costruita a regola d'arte ci si sente a proprio agio, quasi come a casa propria.La decisione di abbandonare una miniera che ha gi raggiunto dimensioni notevoli prima di aver stabilito dove iniziarne una nuova non sarebbe una decisione sensata e significherebbe pretender troppo dalI'indole pratica della natura umana.Una tale decisione sarebbe abbastanza difficile da prendere anche quando si fosse gi scelto il punto dove iniziare un nuovo scavo.Forse gli addetti alle ricerche dei pozzi di petrolio sarebbero in grado di apprezzare il paradosso secondo cui pi produttivo mettersi a discutere sul punto pi adatto per iniziare unanuova trivellazione che proseguire quella del vecchio pozzo.Tale diversit di opinioni d~pende dal fatto che~j~ un addetto al pozzo ha soprattutto sott'occhio i costi di estrazione, mentre gli scienziati e gli industriali ritengono che l'inattivit costi ancora di pi.Senza uno scavo da approfondire, in che modo la mente umana~ potr esercitare lo sforzo di ricerca logica a cui statat adeguatamente addestrata? Gli strumenti logici dello scavo giacciono per terra inutilizzati.Non si va avanti e vengono a mancare i risultati utili.Oggigiorno questi risultati utili diventano sempre pi importanti per gli scienziati. unicamente sotto questo aspetto-che il lavoro valutato, e, se vuole avanzare nella carriera, uno scienziato deve superare molte prove di questo genere.!Chi ha doti di realizzatore viene pagato perch le metta a frutto, non perch si soffermi in ricerche teoriche.E poich non esiste un'unit di misura per queste doti, saranno sostenute finanziariamente solo quelle iniziative da cui si sono vuti dei risultati positivi. molto meglio sfruttare fino a una profondit sbalorditiva una miniera dal rendimento mediocre (anche se si ammette l'errore di scelta) piuttosto che indugiare a chiedersi dove converrebbe iniziare lo scavo di un'altra.Pu darsi benissimo che il ricercatore sia arrivato a un passo dal punto in cui si potrebbe scavare una miniera assai pi produttiva, ma come si pu saperlo prima dell'inizio dei lavori, e di aver constatato con i propri occhi che ne valeva la pena?Alla lunga potrebbe rivelarsi pi conveniente lasciare che qualcuno si dedichi a11a ricerca di soluzioni migliori piuttosto che tenerlo impegnato, con gli altri, in lavori che danno un reddito mediocre; ma solo pochi industriali sono disposti a investire il proprio denaro puntando su un risultato aleatorio.Nell'attuale sistema, chi pu permettersi di avere delle idee? Chi pu rischiare di non progredire per colpa di un'idea che potrebbe fallire?Un esperto tale in quanto conosce la miniera meglio di tutti gli altri, fatta eccezione per i suoi colleghi, dalle opinioni dei quali dovr per aver cura di dissentire, in modo che possano coesistere tanti esperti quanti sono i punti di divergenza, e che tra di essi si stabilisca alla fine una specie di gerarchia.Un esperto pu anche aver contribuito sostanzialmente a dare alla miniera la struttura che ha.Per queste ragioni, di solito, gli esperti non sono mai i primi ad abbandonare la miniera che conferisce loro lo status di "esperti", per iniziarne un'altra.Sarebbe ancor meno concepibile, per un esperto, I'idea di abbandonare lo scavo in corso per mettersi a meditare sul luogo pi adatto per cominciarne un altro.E non brucia certo dalla voglia di dimostrare la sua competenza tecnica con apprezzamenti negativi sull'andamento dei lavori, perc`h e cos facile criticare e lo fanno gi, spesso assai energicamente, molte altre persone che non hanno la competenza necessaria per esprimere critiche motivate...Stando cos le cose, normale trovare gli esperti felicemente installati nei pozzi pi bassi delle miniere pi profonde, spesso cos profonde che sembra non valer pi la pena di riguadagnare la superficie per guardarsi in giro.~ome coMeguenza del triplice fatto che l'intelletto umano preferisce approfondire con la logica una mi 30niera gi in attivit; che vi incoraggiato dalla formazione culturale ricevuta; che la societ ha messo degli esperti a presiedere alla esecuzione degli scavi, noi disponiamo di un grande numero di miniere ampiamente strutturate e in continuo sviluppo sotto l'impulso della ricerca logica.Molte miniere sono inestimabili per la quantit di nozioni pratiche che se ne pu ricavare, altre sono del tutto in passivo a questo riguardo.Una miniera improduttiva non deve far meraviglia.Si potr dire che si commesso ur~` errore insistendo troppo negli scavi, ma non si dovr attribuire l'insuccesso alla scelta sbagliata del luogo. ~ augurabile invece che si scelgano di frequente dei posti insoliti per l'apertura di miniere.Se molte potranno risultare un inutile spreco di denaro, altre al contrario si riveleranno probabilmente fertilissime.Perch vengano scoperte, per, bisognerebbe che fossero assai di pi le persone in grado di sottrarsi alla potente attrattiva della miniera dominante.Spesso si sottovalutano le conseguenze del predominio delle teorie generalmente ritenute valide.Esse sono considerate utili punti di partenza, in attesa del momento di compiere ulteriori passi in avanti.E questo un atteggiamento che, se pu portare a risultati pratici, pu anche impedire il manifestarsi di idee originali.Dopo che un buon cartellonista riuscito a fissare in pochi tratti essenziali le fattezze di un volto, gli sar molto difficile disfarsi di questa immagine e, guardando una seconda volta il modello, ritrarlo in altro modo.~li appartenenti a quelle sette che, credendo all'imminenza del giudizio universale, si raccolgono sulle cime dei monti ad aspettare la fine del mondo, non ne ridiscendono, poi, scossi nelle lor convinzioni bens con una rinnovata fede nella misericrdia dell'Onnipotente.Nuovi dati che potrebbero smantellare una convinzione diffusa vengono al contrario sollecitamente incorporati in essa, perch quanto pi numerosi sono i dati nuovi che le si possono adattare, e tanto pi bonificata essa ne risulta. ~ come quando si posa qualche goccia di mercurio su una superficie piana.Allargando sempre di pi una goccia, lo spazio che la separa dalle vicine diminuisce fino a scomparire.NelI'istante in cui sono raggiunte, le gocce piccole perdono la loro identit, incorporandosi in quella grande.Analogamente a quanto awiene per le idee dominanti, la goccia grossa ingloba senza scampo la piccola.Un esempio-limite dell'influenza esercitata dalle idee dominanti offerto da quella malattia mentale conosciuta come paranoia.Ci che stupisce particolarmente in questa malattia che essa non indebolisce le facolt logiche dell'intelletto, come pu accadere in alke forme di malattia mentale.Talvolta tali facolt possono perfino acuirsi.Di anormale c' solo il fatto che il paziente dominato dall'idea di persecuzione.Egli crede che tutti i fatti che succedono, anche q~elli banali o accaduti molto lontano, siano altrettante macchinazioni dirette contro di lui.Interpreta le gentlezze di cui fatto oggetto come subdoli tentativi di carpire la sua fiducia per poi ucciderlo.Teme sempre che nei suoi pasti sia stato messo del veleno. I giornali gli sembrano pieni di minacce in codice.Nessun fatto cos innocente da poter sfuggire alle sue interpretazioni deformanti.Non necessario che le idee dominanti siano semplici come l'idea di persecuzione perch possano esercitare un'influenza altrettanto grande sul modo di pensare e sulle scelte interpretative di una persona.Anche le concezioni vecchie e pienamente articolate finisconoF col polarizzare tutto attorno a s, cos come avviene per le vecchie citt, dalle strutture urbane ormai compiute.Quelle concezioni costituiscono il punto di par r tenza e di riferimento di ogni elaborazione mentale; ci se ne pu discostare nella soluzione di problemi di scarso interesse, periferici, ma impossibile cambiarne radicalmente l'impostazione, ed molto difficile crea |, re altrove un centro organizzatore.In che modo l'intelletto pu liberarsi dall'influenza di un'idea dominante? Una delle tecniche utili del pensiero laterale consiste nel cercare con estrema cura l'idea centrale di un determinato contesto, nel precisarne le componenti essenziali, e nel prenderne infine nota per iscritto.In questo modo sar pi facile identificarla e poi neutralizzarne l'influenza polarizzatrice.Anche se sembra facile e ovvia, questa tecnica richiede molto impegno e un'analisi assai attenta; una conoscenza vaga e generica dell'idea dominante non serve a nulla.Un'altra tecnica laterale che consigliamo quella di individuare l'idea dominante per poi gradualmente di `~ storcerla fino a renderla irriconoscibile e a distruggerla.La distorsione pu semplicemente consistere nel portare l'idea all'assurdo oppure nell'esagerarne un singolo aspetto.Anche in questo caso bisogna agire con piena consapevolezza e decisione.Qualcuno potrebbe ritener pi facile, una volta iden 32 ! 332. n l~nsi~r~ lalelale tificata l'idea dominante, passare subito a una sua diretta e vigorosa contestazione.Ma sarebbe solo un modo di trasformare da positiva in negativa la sua invadenza, col rischio di rafl`orzarla anzich indebolirla.Inoltre, la contestazione diretta di un'idea dominante costretta a muoversi nello stesso ristretto spazio dialettico in cui si muove l'idea dominante stessa. ~ quel che capita spesso, sia pure in forma attenuata, ai giovani studenti che leggono molti libri di filosofia.Essi si trovano di fronte all'imbarazzante dilemma di abbracciare le tesi che gli vengono proposte oppure di respingerle recisamente.In entrambi i casi la pura e semplice conoscenza di una determinata impostazione pu impedire la formazione di un'impostazione originale anche in quelle menti che ne sarebbero capaci.Converrebbe forse rinunciare del tutto a leggere e rischiare di proporre idee gi trovate da altri, piuttosto che assorbire le idee altrui tanto in profondit da non riuscir pi a formularne di proprie.Quando un'idea nuova si sovrappone, con un processo inconscio, alla vecchia, facile che quest'ultima distorca e soffochi la prima a causa della propria priorit.Gli allievi si schierano, per anni e anni, pro o contro le tesi dei loro migliori maestri, e in questo modo riescono sempre meno a formularne di proprie.Pi spesso, per, il pericolo non costituito da un eccessivo impegno nell'esame di una tesi, bens dalla rinuncia a prendere in considerazione impostazioni diverse da quelle dominanti.Il macabro aneddoto del ragno saltatore servir ad illustrare il concetto.Uno scolaro, formulata l'interessante teoria che i ragni odono con le gambe, si disse in grado di dimostrarla.Colloc un ragno al centro di un tavolo e gli grid: } " Salta ! :~.Il ragno salt.Ripetuto con successo l'esperimento, il ragazzo tagli le gambe al piccolo animale e lo ricolloc al centro del tavolo.Gli grid di nuvo:r " Salta ! ~, ma questa volta il ragno rimase immobile.a Ecco, ~ proclam il ragazzo a tagliate le gambe a un ragno e questo diventer sordo come una talpa ! "~ Tutti gli scienziati conoscono questo aneddoto e molti1i di essi vorranno lealmente ammettere di essere stati, in certi momenti, cos convinti delle proprie idee da non prospettarsi neppure l'eventualit che i risultati dei loro esperimenti potessero essere interpretati in maniera diversa.Lo scienziato sostiene la propria teoria non solo perch gli pare convincente, ma anche perch l'ha trovata lui.Ci sono scienziati che hanno fatto una straordinaria carriera perch portati irresistibilmente a considerare una loro teoria come loro propriet privata.Ma sono cose che succedono anche fuori del mondo scientifico.Talora, senza aiuti dall'esterno, pu essere addirittura impossibile sottrarsi all'influenza di un'idea dominante.In medicina capita regolarmente che un medico curante sia troppo vicino alla malattia del paziente per poter trarre dai vari sintomi una diagnosi sicura, mentre un altro medico, esaminando con occhi nuovi i dati clinici della malattia, in grado di formulare una diagnosi diversa e pi adeguata.In molte comunit di lavoro chiuse, siano esse scientifiche o industriali, le idee tendono a diventare notevolmente uniformi.Un estraneo in grado di apportarvi punti di vista originali pu invece costituire uno stimolo capace di suscitare idee nuove.Abbiamo detto che l'ideatore di una teoria continuamente dominato dal desiderio di svilupparla perch la sente propria; dobbiamo aggiungere che esiste un altro tipo di dominio: quello propiziato dalla pigrizia. ~ molto pi semplice accettare un'impostazione concettuale gi completamente elaborata che non metterla in discussione e affannarsi a sostituirla con una personale.La radio, la televisione, la stampa diffondono informazioni e nozioni culturali seguendo modelli standard; esse hanno il diritto, e forse anche il dovere, di predisporre il materiale informativo in maniera accessibile a tutti, e ci implica l'impiego di alcune idee dominanti, ma in tal modo risulta anche troppo facile per il lettore e lo spettatore accettare le impostazioni nitidamente delineate che ne risultano.Cos la grande quantit di notizie nuove messe a disposizione da questi mezzi di diffusione molto raramente riesce ad ispirare idee originali a un pubblico che, per pigrizia, resta dominato dalle impostazioni adottate dai presentatori di queste notizie.L'ostinarsi a difendere una tesi sbagliata pu passare per morbosit, ma anche una discussione in cui alla fine si avuta la peggio pu liberare da una vecchia idea e far aprire gli occhi a una visuale nuova.L'esser nel vero serve di solito solo ad aumentare la stima in se stessi, anche se, in qualche caso, le idee buone migliorano difendendole.Chi accetta un'idea nuova forse in grado di migliorarla pi della persona dalla quale l'ha ricevuta, la quale pu aver ormai dato fondo alla sua capacit di elaborarla.E quand'anche la nuova idea venisse a sua volta scartata molto presto, sar sempre valsa la pena di aver onestamente perduto la partita; la nuova idea scartata avr sempre avuto il merito di debellare la vecchia.Probabilmente, la pi riuscita caricatura di verticalista interamente posseduto da un'idea dominante fornita da quell'uomo la cui cagna aveva partorito un cucciolo.L'uomo, stancatosi di aprire e di chiudere la porta di casa ogni volta che essa voleva uscire o entrare, aveva pensato di praticare un foro nella porta perch l'animale potesse andare e venire senza disturbarlo.Appena il cucciolo nacque, I'uomo si affrett a praticare un secondo foro, pi piccolo, nella porta.Nel primo capitolo abbiamo paragonato il pensiero verticale all'acqua che scorre sempre negli avvallamenti in cui si prevede debba scorrere.Usando la stessa analogia, un'idea dominante pu essere paragonata a un fiume dall'alveo profondamente incassato nella pianura.L'acqua che avrebbe potuto ristagnare un po' sulla superficie del terreno costretta a confluire nel fiume con tanta rapidit che non le possibile raccogliersi a formare laghi o altri corsi d'acqua.Il primo obiettivo del pensiero laterale di dimostrare che le idee dominanti possono essere pi dannose che utili.CAPITOLO QUARTOLo scrittore che si dedica all'analisi dei processi mentali si smarrisce facilmente in un limbo di concetti rarefatti e di parole astratte.In questo capitolo si cercher di illustrare il pensiero laterale con esempi concreti, traducendo in rappresentazioni grafiche schemi concettuali di carattere generale, e ci allo scopo di offrir un indirizzo di base all'uso del pensiero laterale stesso.Anche le pi astratte considerazioni formulate altrove si delineeranno in modo pi preciso grazie alI'esempio concreto offerto dalle articolazioni delle figure.Si pu definire "ambiente" di una persona quel!a parte del mondo che la circonda da vicino.Sotto un altro aspetto, si pu considerare come "ambiente percettivo~ quello che fa parte dell'esperienza immediata di una persona.Quando poi si prende in considerazione una sola parte dell'ambiente percettivo, si ha una "percezione".Essa un'informazione che proviene da quel settore dell'ambiente percettivo su cui caduta l'attenzione.Tutti i sensi pOSSOT10 contribuirvi, ma uno solo basterebbe.Il disegno n. 1 di pagina 41 rappresenta un ambiente percettivo, in bianco e nero, ma cosl semplice da poterlo con~iderare un tutto unico: come tale d origine a un'unica percezione nella quale solo il senso della vista impegnato.La semplicit del dato grafico e la circostanza che la sua percezione sia soltanto visiva, rendono pi facilmente osservabili i processi mentali; i grafico per resta sufficientemente rappresentativo di situazioni pi complesse che possono richiedere l'intervento di altri sensi.La forma del disegno semplice ma insolita, almeno nel senso che non ha una denominazione lessicale.Non esiste un sostantivo che da solo la contraddistingua, come nel caso, per esempio, del quadrato, dell'esagono o della croce.La figura cos semplice da dar l'impressione di poterla abbracciare ed esaurire con un solo colpo d'occhio, dopo il quale non resta pi nulla da capire o da spiegare.Una volta familiarizzatisi con una figura, al bisogno di capirla subentra quello di descriverla a chi non in grado di vederla.E la descrizione che se ne fa agli altri analoga a quella che se ne fa a se stessi, cio si identifica col processo di comprensione della figura stessa.Il bisogno di agire la molla pi potente che sollecita a capire una determinata situazione.E negli esempi che seguono, I'azione consiste nel descrivere la forma delle figure ad altri.Poich non esiste un sostantivo di uso corrente che, da solo, denomini la figura di pagina 41, e poich il linguaggio il solo mezzo di trasmissione dei concetti, occorre industriarsi a descrivere la figura insolita usando il vocabolario disponibile.Tale figura pu venir compresa solo riferendola a qualcosa di gi noto; si pu metterla a confronto con una figura assai conosciuta, e rilevarne le differenze.Un metodo molto usato consiste nel dividere la figura in parti note, nell'indicarle e nel descrivere in che modo si sono raggruppate per formarla.Il disegno n. 2 di pagina 43 mostra uno dei modi in cui la figura n: 1 pu essere suddivisa.Con questo tipo di divisione, essa potr essere descritta come composta di:1. l~ue segmenti paralleli separati da due traverse pi brevi e perpendicolari ai primi, inserite a una distanza uguale dai punti terminali dei segmenti;2.Una lastra orizzontale sostenuta da un'altra lastra orizzontale, della stessa lunghezza, per mezzo di due pilastri verticali;3.Un rettangolo con i due lati pi corti rientrati ed equidistanti dal centro.Si tratta di una descrizione di puro comodo ed solo una delle tante possibili; quando l'ascoltatore si sar reso conto degli elementi che la costituiscono e dei rapporti che tra di essi intercorrono, cercher di ricostruire l'insieme della figura. ~ un procedimento analogo a quello adottato per il trasporto di macchinario molto pesante.Lo si smonta e lo si spedisce in parti convenientemente piccole, accludendovi le istruzioni per il rimontaggio.La divisione di pagina 43 del tutto arbitraria.A pagina 44, in alto, troviamo un'altra divisione possibile della figura di partenza, che potrebbe essere descritta come due angolari a C coi bracci verso l'esterno e separati da due segmenti paralleli, in alto e in basso, il tutto facente parte di una struttura unica e uniforme.F~ 3IllAltra divisione quella di pagina 44, in basso.Qui la ~fgura potrebbe essere descritta come una coppia di ~lementi a L incastrati in modo da formare un rettan Fi golo nella parte interna, con l'aggiunta di due brevi' segmenti che prolungano i bracci lunghi degli elementi a L. Questa descrizione piuttosto laboriosa e pu facilmente dar luogo a errori di interpretazione; dovrebbe essere usata solo se l'espositore molto pratico di elementi a L. Non esiste un criterio ottimale di scelta dei termini comuni da usare per ogni determinato tipo di descrizione.Ogni espositore usa quelli che preferisce.~,r Gli elementi, separati dall'insieme per ragioni espli 1~ cative o descrittive, diventano ben presto entit separate e a se stanti.Continuano ad esistere anche dopo che il fatto contingente che li ha posti in essere stato dimenticato. ~ quanto pi provata la loro utilit nel risolve~e altre situazioni, tanto pi resta assicurata la loro sopravvivenza.In questo modo, entit create del tutto arbitrariamente si impongono grazie alla loro utilit fino al punto da non essere pi possibile dubitare della loro esistenza.Raggiunto questo stadio, esse possono costituire un reale ostacolo alla ricerca di soluzioni migliori.Perch ci non avvenga necessario tener costantemente presente la natura arbitraria di molte entit, a nessuna delle quali dovrebbe essere permesso di valere al di l della loro utilit, che la sola ragione dl loro diritto all'esistenza.Il disegno n. 5, a pagina 48 in alto, un altro esempio di divisione della figura n. 1.Gli elementi che ne risultano sono pi notori di quelli delle precedenti divisioni.Tuttavia risulter pi laboriosa la descrizione dei rapporti in h;lse ai quali i vari elementi potrannc venir ricomposti a formare la figura completa.Pcr una buona descrizione non basta disporre di una lista degli elementi pi noti; bisogna anche tener conto del grado di usualita dei rapporti.Spesso elementi notissimi sono associati in rapporti del tutto insoliti. ~ necessario bilanciare la notoriet degli elementi con quella dei loro rapporti.La suddivisione di una figura priva di denominazione in elementi noti dipende sempre dalla scelta personale.Gli elementi noti sono separati dalla figura in modo arbitrario.Noh si cerca di scoprire gli elementi coi quali la figura pu essere stata costruita.E, purch la descrizione risulti soddisfacente, non ha importanza il sistema di divisione usato.Per quanto adeguata una descrizione possa sembrare, pu sempre esisterne una migliore, ma non si arriver mai a trovarla se il compiacimento per la descrizione precedente bloccher la spinta a fare altre scelte.Se si tratta soltanto di ricomporre accuratamente ad unit gli elementi nati da una divisione arbitraria, allora, agli effetti della descrizione, non ha molta importanza preferire un tipo di divisione a un altro.Se invece si vuol dare non una descrizione, ma piuttosto una interpretazione della figura, gli elementi non vengono ricostituiti ad unit, ma esaminati per quello che singolarmente sono.In questo caso pu essere molto importante che la divisione avvenga in un modo invece che in un altro.Il fatto che vari elementi siano stati creati arbitrariamente per chiarire una situazione viene presto dimenticato.Anche se gli elementi, prima di essere stati creati nel modo che si sa, non esistevano ~ m~o t~ f~ rf~rl.ore che la figura o la situazione~tto esame, in realt, sia il frutto del loro accostamento.Che una struttura possa essere scomposta in determinati elementi, non significa che siano stati questi a costituirla.Spesso la creazione arbitraria di tali ele~ menti, come nelle figure descritte in questo capitolo, r passa, a torto, come una geniale identificazione e separa~ione di elementi dal complesso di una struttura.Una divisione arbitraria viene definita come un' "analisi degli elementi componenti".Realt non ancora definite vengono sempre scomposte in elementi noti; ma il considerare tali elementi come i dati analitici pi appropriati a quelle realt significa precludersi una spiegazione migliore, che pu aver bisogno di elementi ancora troppo poco familiari per poter essere usati.La figura 6 a pagina 48 mostra una divisione in due elementi.Essi sono meno comuni di altri usati qui e possono essere chiamati elementi a I. Il loro rapporto spaziale estremamente semplice, essendo disposti uno accanto all'altro.Questa divisione serve ad illustrare come la scelta di determinati elementi possa portare ad una semplificazione dei rapporti spaziali.Sono stati mostrati cinque modi di suddividere, a scopi descrittivi, la figura 1.Ne abbiamo tralasciato altri, perch l'esemplificazione ha di solito dei limiti.Ci si pu chiedere, a questo punto, quale di queste descrizioni sia la migliore.Sono tutte complete nel senso che l'intera figura vi stata scomposta e nessuna parte ~ stata dimenticata.Tutte le divisioni sono ugualmente arbitrarie.Le migliori sono, presumibilmente, quelle che permettono descrizioni di pi immediata evidenza.Una spiegazione supplementare pu confeil necessario tocco finale alla descrizione; una di~isione potr essere spiegata in poche parole, un'altra~ne richieder parecchie, anche se la descrizione risulter, in entram~i i casi, altrettanto adeguata.Riassumendo: la divisione migliore quella pi utile, indi~ pendentemente da come viene eseguita.Nessun meE todo, in s, migliore di un altro, ma pu diventallo L in un determinato contesto.Nel contesto compresa sia la disponibilit di elementi noti e di rapporti da parte del descrittore, sia anche la disponibilit tcerta o presunta) di tali elementi e rapporti da parte del destinatario della descrizione.Per esempio, se si descrive la figura 1 a un ingegnere, la soluzione della figura 6 apparir la pi adatta in quanto il termine "elemento a I" sarel be, in questo caso, facilmente capito.La totale arbitrariet delle divisioni permette di scegliere di volta in volta quella pi adatta alla mentalit del destinatario.Se la figura n. 1 cadr sotto gli occhi con sufficiente frequenza, finir col diventar familiare e cesser la necessit di suddividerla in elementi noti.Potr arizi diventare tanto familiare da servire lei stessa a descrivere altre figure nuove.In questo modo la lista delle forme accolte e dei loro rapporti si allunga contlnuamente.Una volta in moto questo meccanismo procede da solo in quanto le figure dopo essere state spiegate in termini di figure note, diventano familiari quanto basta perch possano servire a spiegare altre figure nuove.Per diventare familiare, una figura deve ricorrere di frequente, e perch essa acquisti un significato 4 necessario che ogni volta si ripeta un determinato comportamento, associato alla figura.In tutte le strutture continue molte estese, esistono parti che sembrano separabili dal complesso, e alcune linee possono suggerire la divisioneLe quattro figure di pagina 52 c 53 sono semplici, ma non abbastanza da poterle. indicare con una sola parola.E, bench siano molto diverse, si trova in esse sempre la stessa forma nota.La figura 8 di pagina 52 sembra offrire delle natutari linee di divisione in elementi minori.Si pu staccare l'elemento a T in alto, e dividere la base in altri due elementi a T.Se ora consideriamo la figura 7 alla luce di quanto avvenuto alla figura 8, diventa ovvia anche l l'utilizzazione dell'elemento a T come divisore.Grazie a queste sia pur limitate applicazioni, l'elemento a T diventa sempre pi familiare, cos familiare che si tenter di utilizzarlo come elemento descrittivo delle figure 9 e lO.Se pu sembrare spontaneo scomporre le figure 7 e 8 in elementi a T, la stessa cosa non si pu~ ripetere per le figure 9 e lO.Se quest'ultima fosse stata esaminata per prima, l'elemento a T non sarebbe mai potuto diventare cos noto.A pagina 54 e 55 compaiono le divisioni in elementi a T di ciascuna delle quattro figure precedenti.Nel procedimento seguito pi sopra, la figra diventata familiare per percezione diretta e non attraverso l'intermediazione di figure gi usate in precedenza.Una volta partiti in questa direzione, ha iniziontero processo di espansione e di aumento delle fi _ hlre note.La creazione dell'elemento a T stata del tutto ar ~bitraria anche se IA figura 8 suggerisce effettivamente~un tale tipo di divisione.Una volta prescelto, l'elemento~a T riconferma la sua utilit mostrandosi applicabile~alle altre figure di pagina 54 e 55.Questa sua disponibilit e utilit gli conferisce un'esistenza autonoma.Ciononostante resta il fatto che, per adeguata che possa risultare la divisione delle figure in elementi aE T, non possibile affermare che esse risultino da una composizione di tali elementi.La scelta di una diversa suddivisione della figura 8 di pagina 52 avrebhe forse permesso una descrizione' del tutto adeguata di questa particolare figura, ma E non avrebbe fornito gli elementi necessari per la scomposizione del;e altre.Si potrebhe descrivere correttamente la figura 8 definendola una barra orizzontale sorretta, al centro, da una colonnina corta verticale poggiante su una sbarra orizzontale pi lunga che, a sua volta, sorretta da due colonnine verticali equidistanti dalle estremit della sbarra stessa.Questa suddivisione buona quanto quella in elementi a T. Ne deriva che, sebbene una descrizione possa apparire altrettanto efficace di un'altra, la sua utilit, in termini generali, pu essere ben diversa.Se il compiacimento per l'adeguatezza della soluzione trovata riuscir a bloccare la ricerca di altre soluzioni, ci equivarr in pratica a una rinuncia a soluzioni migliori.Si supponga di aver scdto, per la descrizione della figura 8, la soluzione delle sbarre e delle colonnine, e che, in seguito, l`esame della figura 7 al)l)ia51 .8 T ~ T 11 ~ 1312 suggerito la soluzione con gli elementi a T. Molti potrebbero non andar oltre la constatazione del fatto, mentre altri potrebbero riprendere in esame la figura 8 per vedere se anche per essa sia possibile uJtilizzare gli elementi a T. Questo comportamento parrebbe ovvio, invece non n ovvio n usuale.Quante sono le persone che prendono l'iniziativa di reinterpretare, alla luce di dati nuovi, una materia che ha gi avuto una spiegazione soddisfacente? Perch mai l'elemento a T, utilizzato inizialmente per una determinata suddivisione, dovrebbe risultare tanto utile da indurci a impiegarlo al posto dell'altra soluzione della figura 8? L'elemento a T accresce la sua importanza a mano a mano che il numero delle sue applicazioni aumenta, ma all'inizio la sua importanza non maggiore di quella di qualsiasi altro elemento nato dalla divisione di una figura.Quanti rinuncerebbero alla prima e soddisfacente soluzione per adottarne un'altra che non ha il pregio di una maggiore adeguatezza?Coloro che sono abituati a questo tipo di reinterpretazioni non si sorprenderanno di trovare a pa~ina 57 una descrizione della figura l in termini di elementi a T, da poco individuati.Da questa operazione nasce un altro elemento di discussione (figura 16 di pagina 57).Se la figura 1, riprodotta alla figura 15, fosse stata proposta solo dopo che gli elementi a T erano diventati unit di impiego la figura sarebbe stata subito suddivisa in elementi a T.Non sarebbero state prese spontaneamente in considerazione, e forse si sarebbero persino respinte, altre soluzioni. ~: facilissimo dimenticare che, a prescindere dalla sua adeguatezza, la divisione in elementi a r c- 1516 57 personale e arbitraria, e non pu escludere altre soluzioni e descrizioni che risultassero pi utili.La crescente dimestichezza con gli elementi a 1' rafforza la~ tentazione di considerare la divisione in queste unit come pi valida delle altre.L'unit a T si con.solida ogni volta che viene usata con succe.sso come elemento di descrizione.Pi utile appare e pi di frequente viene usata, pi spesso viene usata e pi utile appare.L'adattabilit e l'utilit degli elementi a T portano a considerare figure disparate come composizioni di una stessa unit base.In ognuna di queste figure gli elementi a T sono disposti secondo un certo tipo di rapporti che possono apparire come dei requisiti della figura stessa; in realt sono solo il frutto della decisione di descrivere la figura come un'associazione di elementi a T. L'unit base resta sempre quella, ma il suo continuo impiego pone in essere tutto un repertorio di rapporti tra loro diversi.In tal modo aumenta il numero di figure nuove che diventano familiari ~razie alla loro suddivisione in elementi a T.La figura 17 a pagina 60 risulta abbastanza GOrnplessa: per descriverla indispensabile scomporla in elementi noti.Risolverla in elementi a T tutt'altro che facile.Se per questo elemento l'unica unit nota di cui si dispone, diventa indispensabile tentar di descrivere la figura in tali termini anche se ci si rende conto della difficolt dell'operazione.La figura 18 a pagina 61 mostra come si sia riusciti a scomporre con successo l'intera figura.La comple~zza del risultato sembra giustificare la divisione adottata: tuttavia questa resta arbitraria.La dispo 58lnibilit di elementi noti varia da persona a persona; t chi dispone di una scelta limitata non pu escludere soluzioni di tipo diverso che altri siano in grado di offrire.Nel descrivere la figura 17 in termini di elementi a T, come nella figura 18, ci si rende presto conto della difficolt di precisare i molteplici rapporti spaziali intercorrenti fra tali elementi.Questi sono, in se stessi, molto semplici, ma i loro rapporti risultano cos complessi da rendere la descrizione pressoch impossibile.La figura 19 certo pi semplice della 17, ma anch'essa piuttosto complicata.Se si cerca di risolverla in elementi a T ci si accorge che, anche in questo caso, I'operazione riesce.Tuttavia i rapporti tra le varie unit risultano, in fase di divisione descrittiva, complessi.La descrizione diventa pi facile se, invece di scomporre la figura in elementi a T, la scomponiamo in elementi a I, come nella figura 20 di pagina 62.Le relazioni fra le tre unit a I sono semplici.E ogni unit a I evidentemente composta di due unit a T unite al piede.Quanto pi~ grandi sono gli elementi prescelti, tanto pi semplici diventano i loro rapporti.Ne deriva una tendenza sempre pi pronunciata ad usare l'unit base a T in gruppi standard anzich isolatamente.Col tempo, poi, queste unit ampliate vengono impiegate come unit base, e senza pi fare costante riferimento al loro contenuto in elementi a T.Si detto prima che tanto pi complesse sono le unit di divisione e tanto pi semplici risultano i loro rapporti, e viceversa.Bisogna quindi giungere a un ;c~r- r11~~compromesso tra il grado di semplicit delle unit base e quello dei loro rapporti.La creazione di grup " pi standard di unit base elimina il dilemma mettendo a disposizione unit base piil grandi che per restano semplici.In tal modo si ottengono unit base semplici disposte tra loro secondo rapporti altrettanto semplici.Questi gruppi standard sono utilissimi nel semplificare la descrizione di figure complesse, ma il loro impiego risulta conveniente in un numero pi ristretto di casi rispetto all'unit a T. La disponibilit e l'utilit generale di quest'unit fa s che non venga abhandonata, qualunque sia la frequenza dell'utilizzazione dei gruppi standard.Coll'abbandono dell'unit a T, I'incapacit dei gruppi standard a risolvere determinati casi potrebbe provocare confusione.Tanto pi semplice l'unit e tanto maggiori sono le sue possibilit d'impiego.Si deve quindi poter disporre contemporaneamente sia dell'unit a T che dei suoi gruppi stalldard.Int~rnrPt~r.o nn~ sitnazione~~ r- ~ che si presenta per la prima volta gi abbastanza difficile quando si in grado di esaminarla in ogni sua parte, e si posseggono elementi noti che possono essere disposti tra loro secondo rapporti noti.Ma il compito diventa assai pi arduo qualora una parte della situazione sfugga all'esame.Una parte pu essere inaccessibile per la mancanza di strumenti e metodi di indagine adeguati.Uno strumento di indagine- solo un mezzo per permettere ai sensi di esaminare un fenomeno che normalmente fuori ddla loro portata; Una parte di una situazione nuova pu inoltre restare inattingibile perch l'interpretarla richiederebbe sforzi proibitivi.Pu infine accadere di trovarsi di fronte alla totale impossibilit di ottenere una qualsiasi informazione su una parte della situazione.Quale che sia la ragione di tale impossibilit, si cerca di af~errare la situazione nel suo insieme con un attento esame delle parti accessibili, e si formula una supposizione ragionata, un'ipotesi, per spiegare la parte rimasta sconosciuta.La figura 21 a pagina 65 risulta parzialmente nascosta da una macchia amorfa, ma si suppone sia dello stesso tipo a segmenti retti di quelle precedenti.L'esame attento e la misurazione delle parti visibili permettono di formulare varie ipotesi su ci che si nasconde sotto la macchia.Vengono tentate varie combinazioni di elementi a T nella speranza che una di esse, riproducendo la parte visibile, valga anche come descrizione dell'intera figura.La combinazione di elementi a T della figura 22 pu costituire una soluzione.Essa descrive esattamente le parti visibili della figura precedente.Inoltre, esaurito l'esame di tutte le altre possibili combinazioni di elementi a T, essa potrebbe risultare l'unica funzionale.Ci~ indurrebbe a ritenerla la sola combinazione capace di interpretare la figura oscurata: se si togliesse la maccha, apparirebbe la figura 22.Questa conclusione il frutto della naturale tendenziosit concettuale, propria delle ipotesi.Pu benissimo darsi che esista una sola combinazione di elementi a T in grado di spiegare una figura oscurata, ma nulla autorizza a supporre che questa possa essere scomponibile soltanto in elementi a T. L'elemen r,4 1~p a T ha dimostrato di essere utile nella descrizione.~u anche essere l'unico elemento noto a disposizio~ne.Ma queste due circostanze non modificano la sua ~natura arbitraria.La sua esistenza giustificata solo ~dalla sua utilizzabilit.La forma di una figura nuova non pu venir determinata da una necessit di adattamento a un metodo di descrizione arbitrario.La rilevanza assunta dagli elementi a T, grazie alla loro utilit, pu facilmente indurre a ritenerli insostituibili.Altre persone, che dispongono di elementi noti di tipo diverso, potrebbero affermare che la figura oscurata pu essere scomposta solo in base a quei loro elementi.~ vero che impossibile formulare un'ipotesi se non L in termini di elementi noti (in questo caso di elementi ~ a T).Tuttavia simile ipotesi, a prescindere dalla sua F esattezza in termini a T, resta una semplice conget~; tura e non costituisce la prova-che la figura debba E avere questa determinata forma.L'unica conferma dell'ipotesi data dalla sua utilit, e finch questa permane, anche l'ipotesi pu essere mantenuta.Neppure questa utilit per deve precludere la ricerca di ipotesi migliori utilizzando eventualmente per l'indagine altri elementi noti.Per le figure chiare in ogni dettaglio incontrate finora, una descrizione vale l'altra, per qulle parzialmente oscurate invece tutte le ipotesi sono parimenti dubbie.Quasi tutta l'attivit della mente umana assorbita nei tentativi di interpretare situazioni nuove di ogni genere.Ci si imbatte sempre in qualche figura che deve essere spiegata usando combinazioni di elementi gi noti.Tali combinazioni sono sempre fatte in vista di uno scopo.E questo un modo pratico di utilizzare le sempre crescenti disponibilit di elementi noti e delle loro correlazioni.Esiste, tuttavia, un altro modo di trattare gli elementi noti.Essi possono essere raggruppati seguendo la fantasia, il caso, o esigenze di armonia, dando luogo a combinazioni che non si propongono altro scopo che se stesse.Anche se questo gioco di accostamenti tra elementi noti, per lo spirito cn cui vien fatto, non persegue alcuno scopo pratico, tuttavia pu dimostrarsi utile fornendo modelli interessanti che vengono ad aggiungersi al repertorio delle combinazioni note e che sono altrettanto utili di quelli acquisiti durante la descrizione delle figure nuove.Tali combinazioni nate dal gioco degli accostamenti fortuiti possono interpretare figure che fino a quel momento non era stato possibile descrivere.Dai procedimenti del tutto casuali del gioco nascono combinazioni che, per altra via, non si sarebbero mai escogitate.Le figure 23, 24 e 25 di pagina 69 mostrano tre liberi accostamenti dell'unit a T. Essi non obbediscono a ragioni o scopi precisi.E non esiste alcun motivo per averli preferiti a un numero illimitato di altri possibil accostamenti.Unendo in figure complete questi tre gruppi, si ottengono le figure 26, 27 e 28 di pagina 70.Queste figure sono interessanti in se stesse; se non fossero state composte con elementi a T, la loro scomponibilit in tali elementi potrebbe anche non sembrare ovvia.Come le figure che nascono da un puro gioco di accostamenti di unit a T si a~iun~ono al rel~ertorio23T'~25 1~26 27Fdelle figure note, cos avviene per i rapporti che di~ventano familiari nella stessa maniera.Il gioco degli accostamenti un'occasione per sperimentare e collau~ dare nuovi rapporti.Ed anche-un'occasione per renF~ dersi conto di rapporti che nascono fortuitamente.La grande utilit della composizione libera consiste nell'essere, in quanto fonte aggiuntiva di figure note e rapporti, I'altra fonte dell'esperienza.L'originalit degli accostamenti e dei rapporti nati casualmente dal libero gioco normalmente maggiore di quella delle composizioni e dei rapporti che nascono attraverso l'interpretazione di situazioni reali.Il caso non ha limiti, I'immaginazione invece ne ha.Anche se l'utilit degli accostamenti fortuiti venisse riconosciuta, sarebbero in pochi a ritenersi adatti al gioco.I~ difficile fare deliberatamente qualcosa astraendo dall'intenzione di farla. k difficile incamminarsi in una direzione e proporsi, nel contempo, di non andare da nessuna parte.A pagina 72 troviamo un'altra figura, gran parte della quale nascosta da una macchia grigia.In queqto caso la parte che sfugge all'esame ancora maggiore che non nel caso precedente. ~ lecito dubitare di cavar qualcosa di utile dall'esame della parte visibile della figura.Analogamente al caso precedente, si possono tentare diverse combinazioni di elementi a T. Nel caso esista un certo numero di combinazioni che appaiano adatte allo scopo, I'impossibilit di decidere quale di esse debba venir scelta rende necessario cercar di esaminare un po' di pi la figura.Nel caso della figura 29 comunque, sembra che nessuna combinazione di elementi a T sia in ~rado di spiegare la figura.I La figura 30 a pagina 73 l'accostamento di elementi a T che si avvicina di pi alla figura 29. ~ chiaro che non si tratta di un'identit.Se necessario formulare un'ipotesi, e talora lo per ragioni pratiche, allora anche una spiegazione approssimativa pu essere utile.All'utilit di questa ipotesi approssimativa, S1 accompagna sempre la speranza che essa possa essere perfezionata con la pratica o sostituita da una migliore.Quando sia necessario agire, attendere che si presenti l'ipotesi migliore prima di mettersi all'opera potrebbe sembrare la soluzione meno soddisfacente.Ma potrebbe sembrar preferibile astenersi dall'azione piuttosto che commettere un errore, dal momento che l'astensione non , di per se stessa, un errore.Il pericolo maggiore, nell'utilizzare un'ipotesi chiaramente inadeguata, sta nel fatto che essa pu bloccare la strada a una migliore.L'abitudine a servirsi di un'ipotesi e la fruizione di quanto essa offre di utile pos. sono far dimenticare la su inadeguatezza; infatti ci si scorda presto del netto divario tra l'ipotesi e la situazione di partenza.Se si rimuove la macchia grigia dalla figura 29 a pagina 72, appare la figura 31 di pagina 75.Essa non composta di un gruppo di elementi a T, bens di elementi a L. Ci pu sembrare una mossa sleale da] momento che le sole figure note ammesse finora a questo artificioso gioco sperimentale sono state le unit a T. Ma non si tratta di slealt, tutt'altro: I'aver introdotto gli elementi a L mette in rilievo un punto molto importante.La stessa accusa di slealt ne accentua il significato.Si tratta di questo: ~li elementi a L non sono qual - 31 cosa di diverso da quelli a T. L'elemento a L non un'nit nuova e poco conosciuta.La figura 32 a pagina 77 mostra che l'unit a L un'unit a T a cui stato semplicemente tolto uno dei due segmenti, in alto.L'unit a L esisteva da sempre implicita nelI'unit a T.L'unit a T non ha nulla di sacro e di immutabile, anche se la sua lunga utilit ha potuto suggerire tale concetto.Essa rester sempre un'unit arbitraria, di convenienza: un'unit che utile perch adatta a risolvere, a scopi descrittivi, figure di forma nuova.Come un'unit pi complessa pu essere suddivisa in elementi a T, cos lo stesso elemento a T pu essere arbitrariamente scomposto in unit minori.Si gi visto come gli elementi a T possano entrare in combinazioni standard originando unit base pi grandi che facilitano la descrizione di figure pi complesse.Si gi detto come queste unit pi grandi, proprio a causa della loro forma, hanno un raggio di applicazione pi ristretto degli elementi a T. Analogamente, questi ultimi possono essere considerati come combinazioni standard di un elemento a L pi una sbarretta.Talora una combinazione standard troppo complessa e specifica per descrivere una figura e deve perci venire spezzata in unit pi piccole che si prestano ad applicazioni su una scala pi vasta.Per questa ragione, lo stesso elemento a T pu venir suddiviso.Poich la scelta iniziale dell'elemento a T come unit nota stata arbitraria, possibile sia riunirlo in combinazioni pi grandi, sia spezzarlo in unit minori.Se la scelta iniziale fosse caduta sull'unit a L allo 32 ~a la stessa unit a T sarebbe stata una derivazione dell'unit a L. Una qualsiasi figura nuova che sia stata soddisfacentemente descritta in termini di unit a T, sarebbe stata descritta altrettanto bene da combinazioni di unit a L e sbarrette.I rapporti spaziali che tali descrizioni avrebbero implicato sarebbero per risultati pi complessi.lE sempre spiacevole staccarsi da figure note che ci sono ,state ripetutamente utili: ci si sente molto impegnati con loro.Riesce difficile ricordarsi dell'arbitra-, riet di un elemento che si ha l'impressione di aver creato e non semplicemente utilizzato per semplificare le descrizioni.Quando una figura nuova risulta difficile da descrivere, si preferisce compiere grandi sforzi per cercare ogni possibile combinazione di elementi gi noti e sperimentati, piuttosto che ricorrere a elementi nuovi.Ma arriva il momento in cui necessario mettere in discussione non il modo nel quale gli elementi noti possono essere raggruppati, ma gli stessi elementi noti.I~ spiacevole pensare a quante situazioni non vengono completamente chiarite perch i tentativi di spiegarle insistono nell'usare modelli noti e ben sperimentati che dvrebbero essi stessi venir riesaminati.La figura 33 a pagina 79 mostra che l'unit a T pu essere suddivisa in quattro sbarrette uguali raggruppate a forma di T. Ogni figura spiegata in termini di unit a T potrebbe altrettanto bene venire spiegata in termini di sbarrette.L'elemento a T pu essere considerato come una combinazione standard di ~barrette.La fi ura 34 di pagina 81 mostra come si possa sud 33 dividere la figura 1 in sbarrette.Lo si poteva fare fin dall'inizio, ma i complessi rapporti spaziali tra il gran numero di sbarrette risultanti avrebbero reso tale descrizione assai meno conveniente di quella in unit a T. Una volta che si sia prescelta l'unit a T e che essa venga usata come primo stadio della descrizione, pu essere utile fare un passo avanti e dimostrare anche l'utilit della divisione in sbarrette, che sono di pi larga applicazione grazie alla loro semplicit.Pi un'unit viene semplificata, e maggiore1 il numero delle figure che possono essere descritte nei suoi termini.D'altra parte, la disponibilit di combinazioni standard di tali unit base rende pi facile la descrizione delle altrimenti complicate correlazioni fra le unit stesse.Un procedimento simile trova applicazione nella fase di elaborazione delle nozioni scientifiche, anzi, nello sviluppo di ogni tipo di conoscenza.Da ogni nuovo apporto di informazioni emerge un modulo interpretativo, analogo all'unit a T, che si dimostra utile per spiegare i fenomeni.Quando il procedimento diventa pi complesso, si dimostrano utili delle combinazioni standard di questo modulo originario.Infine, si presenta una situazione che non pu essere spiegta n dal modulo originario n dalle sue cornbinazioni standard.Improvvisamente appare un modulo addirittura pi semplice e pi universale, e il modulo originario viene riconosciuto come un suo particolare derivato.Questo nuovo modulo a causa della sua semplicit, spiega tutti i fenomeni osservati.La figura che abbiamo presentato all'inizio di questo capitolo non poteva probabilmente essere descritta subito in termini di sbarrette perch non sarebbe sem ` t ~ ~ ~ ` - .34 brato opportuno ricorrere a~ una descrizione cos complicata.Anche i rapprti necessari per eseguire una simile descrizione, potevano non essere ancora disponibili. ~ attraverso due stadi facili che la descrizione arriva all'uso delle sbarrette.La prima divisione in unit a T semplice; e dopo riesce altrettanto semplice scomporre la stessa uni~ a T.C' un pericolo, e sta nel fatto che si pu non avvertire la necessit di suddividere anche l'unit a T in unit minori se non insorge una certa situazione a dimostrare che l'unit a T inadeguata.Fino a questo momento essa pu venir accettata come la pi semplice unit base.Devono esistere molte situazioni che sono state analizzate solo fino allo stadio T e che aspettano chi si renda conto dell'utilit di passare ad altri stadi.Persino la sbarretta pu non costitire l'ultima unit base, ammesso che questa esista.La sbarretta pu essere divisa in due quadratini, e cos via.Queste descrizioni che sono cominciate usando unit abbastanza articolate e relazioni semplici, finiscono con l'impiego di unit piccolissime e universali, anche in questo caso disposte in relazioni semplici.Questa semplificazione tuttavia viene ottenuta soltanto passando per stadi in cui le unit base si riuniscono in combinazioni standard, in combinazioni standard di combinazioni standard e cos via.Il quadratino diventa barretta, la barretta un'unit a T, I'unit a T, una unit a I.Ad ogni stadio le unit, di descrizione sono arbitrarie, e sebbene esse possano tornare molto utili, affidarsi completamente a loro pu impedire l'elaborazione di una descrizione migliore.'`I~PlTnLn ~UINTC~lLo schema d'azione del pensiero laterale pu essere~rticolato su quattro principi operativi, di contenuto ~estremamente vasto e che non esauriscono certo le ~possibilit d'intervento del pensiero laterale.Tra questi ~principi esiste uno stato di fluidit; possono avere pi di un elemerito in comune, e alcuni di questi elementi potrebbero anche diventare loro stessi dei principi autonomi.I quattro principi operativi sono:1.L'identificazione delle idee dominanti, o polarizzanti.2.La ricerca di nuovi metodi d'indagine della ~ realt.L 3.L'evasione dal rigido controllo esercitato dal penF siero verticale.4.L'utilizzazione dei dati e delle circostanze fortuite.Dell'identificazione delle idee dominanti si parlato nel terzo capitolo; in questo, ci si occuper della ricerca dei nuovi metodi di indagine della realt.C~oi disegni elementari del capitolo quarto si inteso conferire al concetto di pensiero laterale quella maggiore evidenza che le parole, da sole, non potevano dargli.Si visto che la figura numero 1, per la sua semplicit, poteva venir descritta in vari modi, ciascuno dei quali era adeguato, nel senso che offriva una descrizione completa.La scelta del tipo di descrizione era arbitraria.Poteva dipendere dalla convenienza dalla semplicit o dalla notoriet degli elementi usati.Al momento della scelta, chi la compie dovrebbe essere consapevole della sua arbitrariet e che una scelta diversa potrebbe dare risultati altrettanto buoni.Col tempo, per, e quando appaiono pi evidenti i vantaggi della scelta compiuta, la SUZI arbitrariet viene dimenticata e si crede che quella scelta sia l'unica in grado di interpretare la figura.Nella maggior parte dei casi, quella che all'inizio era considerata un'interpretaziorle temporanea e provvisoria, passa poi, e specialmente se ha successo, come l'unica possibile.La figura che, all'inizio, era stata arbitrariamente scomposta in elementi a T, viene ritenuta, col tempo, esclusivamente una combinazione di tali elementi.La scelta di un determinato modulo interpretativo di una realt , di solito, dovuta al caso o a ragioni pratiche.Non si fa una ricerca accurata dell'interpretazione migliore, e non gi per l'influsso traviante di un'idea dominante, che qui non entra in gioco, ma per la semplice necessit di entrare, in qualche modo, in contatto con una realt.Una bottiglia, riempita a met di vino, sar considerata mezza vuota dal pessimista, e mezza piena dall'ottimista.Due modi, entrambi arbitrari, di definire una realt si equivalgono.Questo pu valere per i casi in cui non si intende procedere al di l di una semplice constatazione; ma se si in presenza di un problema che richiede un'elaho~ione, allora, diverse scelte portano a risultati assai ~iversi.L'aneddoto dei sassolini ha mostrato un problemarrisolvibile se affrontato in un certo modo, ma sor~rendentemente facile se visto da un'angolazione di~ersa.Per risolverlo, bastava prendere in considerazione non il sassolino estratto, ma quello che era rimasto nella borsa.Il gioco delle tre carte un esempio del tutto analogo.Il biscazziere baro mostra tre carte coperte e invita il giocatore a indovinare quale di esse la regina.Alle prime mani lascia, armeggiando con destrezza, che il giocatore vinca un po' di denaro, ma in seguito, con lo stesso sistema, impedisce sistematicamente al giocatore di trovare la regina.A questo punto per, il giocatore potrebbe cambiare sistema e scommettere sulla non uscita della regina.Un leggerissimo spostamento del punto di osservazione pu portare a risultati profondamente diversi.Una delle pi importanti scoperte della scienza medica di tutti i tempi, quella del vaccino contro il vaiolo, avvenne quando Edward Jenner, che stava cercando le cause di questa malattia, spost la sua attenzione sull'immunit che le contadine parevano godere a questo riguardo.E fu grazie alla scoperta che il vaccino indebolito immunizza da quello virulento che venne introdotta la vaccinazione e che il mondo occidentale fu liberato dal flagello del vaiolo.Durante una delle inchieste poliziesche di Sherlock Holmes, il suo assistente dottor Watson espresse l'opinione che la presenza di un certo cane era insignificante ai fini dell'indagine, perch il comportamento dell'animale era apparso del tutto passivo.Sherlock Holmes espresse il parere contrario sostenendo che la passivit del cane costituiva un elemento della massi ma rilevanza in quanto era logico supporre che l'ani male, nella circostanza, avrebbe reagito in qualche mo do, e basandosi su questo indizio risolse il caso.Si racconta che gli uomini di stato europei dei primi decenni del secolo scorso temessero le mosse dell'astutdiplomatico austriaco principe Metternich assai pi nei periodi in cui sembrava inattivo che in quelli i cui appariva impegnato.Pu bastare spostare l'attenzione da un dato all'al tro di un problema per passare da un tipo di ricerca ovvia a un tipo di ricerca pi originale.Ed cosa che si pu fare senza troppa difficolt una volta che se ne sia acquisita l'abitudine.Con l'esperienza di venta possibile escogitare e sottoporre a verifica molti e diversi modi di affrontare un problema o una situazione concreta.Prima di tutto per occorre nutrir~ interesse a questi tentativi, credere all'efficacia di un cambiamento di moduli interpretativi.Il vecchio e notissimo quesito dei due bicchieri, I'uno pieno di vino7 I altro pieno d acqua, spiegher chiaramente il concetto: si tolga una cucchiaiata di vino dal suo bicchiere e la si versi nel bicchiere d'acqua, poi si tolga un~ cucchiaiata d'acqua dal suo bicchiere e la si versi nel bicchiere di vino.Si ripetano queste operazioni.S tratta di dire se, alla fine, c' pi acqua nel bicchiere di vino che non vino nel hicr.hier~ r~ r, il rrnl~no e di acqua, la risoluzione del problema risu