La Razza Che Verra - Edward Bulwer-Lytton
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Lo Specchio Opaco
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Copyright: Miraviglia Editore 2009ia Monzermone, 6 - 42121 - Reggio Emiliawww.miravigliaeditore.it
Titolo originale: Vril, The Power of the Coming RaceTraduzione dallInglese: Cristina Previtali
rima edizione digitale febbraio 2014
ropriet letteraria riservata. Nei casi in cui non sia statoossibile rintracciare gli aventi diritto dei testi pubblicati,Editore si dichiara pronto a ottemperare ai relativi obblighi
Tutti i diritti riservati
SBN 9788889993439
Copertina: Giulio Bizzarri e Miraviglia Editore
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Edward Bulwer-Lytton
LA RAZZA CHE VERR
(Vril, The Power of the Coming Race)
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Prefazione
Il titolo di un libro in genere e di unopera narrativa iparticolare determinante per lincontro col lettore. Dquesto fatto emerge la responsabilit e la capacit de
raduttore, vero mediatore culturale di un contattproficuo fra lautore e quanti ne seguiranno il pensiero conteresse.
Il presente romanzo di Sir Edward Bulwer-Lyttonautore, fra laltro, del celebre The Last Days of PompeiiGli ultimi giorni di Pompei), proprio nel titolo: Vril, Th
Power of the Coming Race evidenzia la forza e il motivonduttore di unavventura della logica fantastica, che vienomparando con marcata efficacia la realt della societ
democratica con un mondo immaginario di grande fascintorico-filosofico, seppur basato su elementi chrascendono la nostra razionalit occidentale.
Infatti la nostra cultura deve cedere il passo al fascinmistico caratteristico di molta parte del pensiero orientaleLa ragione, in altri termini, deve arricchirsi del fantastico omeglio ancora, deve scontrarsi con un sentire magico chia in grado di svelare il mistero delluomo e perci g
arcani della sua storia attraverso la coscienza di ritornepocali alle origini.
Il libro-romanzo apparso nel tempo e nei diversi Paeson un titolo, per cos dire, difforme, anche se coerenton la lingua e la cultura di traduttori e lettori: The Comin
Race (La razza futura, La razza a venire).In genere si sempre preferito evidenziare una Razz
utura, mentre ora, nella presente versione, si puntualizz
l concetto di una Razza che verr, caricando il futurverr del carattere dellineluttabilit, che lAutore s
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tudia di fare emergere. Ineluttabilit come fatalitonnessa con una forza-potere tanto misteriosa quant
assoluta, espressa da unenergia sovrannaturale in grado dmodificare o cancellare qualsiasi forma di vita sulla Terra. El principio di autorit che ne consegue non
determinazione secondaria: ogni opposizione destinata aallimento.Tutto limpianto narrativo, pur semplice e quas
prevedibile, ruota attorno alle vicende di un protagonistumano, irretito, fra timore, meraviglia e ammirazione, dunutopia storicamente attesa e una nostalgipsicologicamente comprensibile.
La stirpe perfetta, il popolo deccelsa saggezza, che healizzato un paradiso a misura di cittadino, sembr
destinato a distruggere, con un atto di Giustizia Supremaquesta nostra umanit ancora vittima irrecuperabile demale. Un male radicato allessere-uomo e in grado diassumere i vizi di fondo dellindividuo: ignoranza, egoismo
denigrazione, invidia, odio, malafede, inganno. Vizi perversioni tipici del cittadino terrestre, artefice caparbidelle passioni e dei conseguenti errori che ne hannnquinato e ne inquinano irreparabilmente la civilt.
Tra il mondo sotterraneo e incontaminato della razzdestinata alla supremazia e il mondo solare e corrottoussiste il conflitto inconciliabile tra il bene e il male d
matrice manichea che si riflette su ogni vicenda: gli essermperfetti sono fatalmente condannati alla distruzioneaffinch trionfi il bene impersonato da esseri perfettdestinati al potere. Si tratta di un potere totale che soncretizza nel Vril, energia magica e assoluta a garanzi
di una organizzazione sociale di forma ineccepibile, basat
u di un equilibrio sovrumano fra sensazioni e raziocinio.
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Per interpretare pi correttamente gli elementostitutivi e il potere della razza che verr, necessari
delineare le caratteristiche dellesoterismo come dottrina istema di dottrine di natura occulta. A questo proposito s
aprono svariati orizzonti nel campo della letteratura, dell
ilosofia, della scienza e soprattutto della politica. Ciferiamo ad orizzonti culturali profondamente influenzatda tradizioni e interpretazioni misteriche, le quali hannattraversato la storia dellumanit e sono ampiamentdocumentate da opere famose di autori illustri.
Lesoterismo (dal greco esoteriks = internoontrapposto a exoteriks = esterno) vuole rappresentar
un insegnamento riservato e rivolto ad un ristretto gruppdi discepoli, o adepti, i quali simpegnano a seguirlo praticarlo in varie forme culturali e storiche, comprendentanche la magia, lalchimia, le religioni misteriche gnostiche, nelle quali la presenza del segreto che permea meccanismi dellUniverso resta inaccessibile
ncomunicabile alle masse dei profani. Solamente gli iniziatome discepoli privilegiati, possono interpretarlo o tradurlmisticamente in forme storiche determinate.
Lesoterismo presente in ogni livello di civilt e nelldiverse religioni, nonch in correnti di pensiero neopaganoquali il Rinascimento collegato al recupero deneoplatonismo, la Massoneria e tutta lantroposofia del XXecolo (Rudolf Steiner). In questo contesto, particolar
attenzione viene dedicata ai sistemi simbolici delle culturdel passato, nei quali sintende riconoscere il patrimoniifrato di una sapienza perduta mediante richiami, a volt
molto perspicaci, alla mitologia, alla cosmologia, nonchdocumenti letterari e artistici importanti, riconoscendov
on una certa attendibilit, linguaggi e messaggi esoteric
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vedi stilnovisti e Dante, architetture e sculture o affreschdelle cattedrali medioevali, oltre a testi, pure medioevalelativi alla lunga leggenda del Graal.
Molti autori (ad esempio G. de Nerval, V. Hugo, ARimbaud, S. George, R. M. Rilke, W. B. Yeats e altri
iconobbero nel valore di ogni prodotto dellarte il possibilapporto con un segreto, o addirittura con il segreto in soccultismo). Notevoli poi gli apporti della psicoanalisi de
XX secolo come: psicologia del profondo, antropologiulturale, scienza del mito, autocoscienza della continuit
del sangue, eccTra questi cultori di teorie magiche e rosacrociane, ch
i diffondono fra Inghilterra e Germania attraverso societegrete, troviamo Eliphas Lvi, nome darte di Alphonse
Louis Constant (Elifaz uno dei tre amici che consolanoecondo la Bibbia, lafflitto Giobbe), il quale giunge a Londr
dopo lavvento del Secondo Impero e conosce BulwerLytton, nobile inglese che pratica con successo sia l
politica che loccultismo.A soli ventotto anni deputato liberale; nel 183pubblica il famoso romanzo Gli ultimi giorni di Pompeinel 1835 scrive Rienzi, personaggio che affascinerHitler attraverso lomonima opera di Wagner; nel 1841 sdimette dal Parlamento per tornarvi nel 1852 comdeputato conservatore; nel 1866 diviene Lord Lytton dKnebworth e perci Pari dInghilterra. Le sue operespirate alloccultismo, sono frattanto uscite tra grandnteresse: Zanoni (1849), Una strana storia (1862Maghi e magia (1865) e, a seguire, La razza ventura iui ipotizzato il Vril, che, con Haushofer, fondator
dellIstituto di Geopolitica, dar il nome alla societ
preposta allelaborazione dellideologia nazista.
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Lascesa politica del nostro Bulwer-Lytton culminnella nomina a Segretario di Stato per le Colonie; in taveste egli promuove la Costituzione del Queensland e dellColumbia Britannica in colonie separate. Morto nel 1873viene sepolto nellAbbazia di Westminster.
un aristocratico uomo politico inglese, dunque, chon Eliphas Lvi studia la magia sessuale, ispira londazione dell Hermetic Order of the Golden Dawn e c
aiuta a capire il ruolo di Aleister Crowley, le scissioni dquella societ occulta, nonch i rapporti con le analoghSociet tedesche degli anni Venti (Vril, Loggia Luminosaecc). Rapporti certamente di lunga durata, se nel 1941, i
piena Seconda Guerra Mondiale, il vice Fhrer RudolHess, si paracadut in missione segreta sul suolbritannico, per proporre un patto di ferro di portattorica al nemico, prima dellattacco alla Russia Sovietica
alla Germania la supremazia in Europa e il riconoscimentdel suo spazio vitale ad Est, allInghilterra lImper
Coloniale e i mari.Il nuovo ordine geopolitico mondiale avrebbe assicuratper secoli la pace e il benessere di due nazioni elette e depopoli del mondo.
Due nazioni e ununica razza. Il piano non and in portoHess, passato per alienato mentale, fu processatoNorimberga a fine guerra, condannato allergastolo e morn carcere. Il tutto rimase segretato; fino a quando?
Gi escono dagli archivi, grazie alla legge del FreedomAct, documenti top secret sul Novecento e i nomdellAmbasciatore tedesco Ulrich von Hassell, del Ministrdegli Esteri inglese Lord Halifax, del Premier Chamberlaie di un certo James Bryans, figura chiave del progett
originario del 1939.
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Per tornare ad unanalisi pi concreta e comprovatdellesoterismo, dobbiamo convenire che esso non sestringe dunque nelle sole interpretazioni artistiche etterarie, ma pervade il sapere e lessenza stessa dellultura filosofica, sociologica e politica dei secoli XIX
XX, colmando i vuoti di unevoluzione storica tesa troppvelocemente alle continue mutazioni di un progetto tantravolgente quanto incerto e giustificando cos la ricercpasmodica di tradizioni millenarie radicate in civilt e
etnie di provata continuit e purezza.I riflessi sulla dottrina dello Stato e perci sullassett
politico della societ porteranno allinstaurazione d
otalitarismi e dittature, quali il nazismo, il comunismo, ascismo, nonch alla seconda guerra mondiale, frutto dell
geopolitica e del conseguente diritto allo spazio vitale pepopoli eletti ad interpreti della Storia. Basti pensare a
Reich millenario di Hitler, alla romanit imperiale dMussolini, alla rivoluzione mondiale permanente di Stalin.
A onor del vero, anche le democrazie del tempo nourono immuni dagli estremismi dellesoterismo politicoarrogandosi il titolo di garanti della libert e dei diritti umanuttavia costretti ai vincoli di un capitalismo colonialista lassista.
Tutto ci come conseguenza dellattivit pi o menpalese di scrittori esoterici, che avevano portato la culturufficiale ad accettare come fatti storici ed etico-scientificerte intuizioni o ispirazioni, quali: la nuova mappa dell
origini del genere umano (sviluppata addirittura su umprobabile asse Berlino-Bagdad), la visione magica mistica della storia; la figura messianica del capointerprete del destino di un popolo), la regolamentazion
ollettivistica della vita sociale ed economica
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accettazione missionaria di un ruolo da parte del singole dei gruppi organizzati; la sottomissione ad una giustiziuprema come stadio finale del diritto-dovere; la tradizionome valore assoluto a tutela della stabilit e dellordine; l
purezza della razza come cultura incontaminabile
uperiore.Come si pu costatare, la materia di riflessione davverabbondante.
Se vero, come vero, che la narrativa pi o menmpegnata apre ampi orizzonti sulla cultura profonda, possibile cogliere nella nostra analisi una prospettivogico-filosofica molto interessante.
Volendo indagare, per meglio conoscerlo e giudicarlo, uepisodio, un fatto storico, una civilt come elemento, cendiamo conto della sua naturale relazione-concatenazionon altri episodi, fatti storici, civilt, ecc; il tuttnglobato in un sistema o insieme logico che lcomprende. Cos ogni fatto storico, ogni teoria, ogn
elemento di riflessione appartiene a un sistema di realtpensate o concrete, che lo collegano e lo legano ad altrealt e perci ad altri elementi. Questo legame o relazion
di appartenenza in rapporto diretto con la nostra ricercaprefazione ed agisce sul sistema stesso: pi approfondiamindagine, pi allarghiamo il sistema e perci n
aumentiamo e ne qualifichiamo i dati come elementi donoscenza e di giudizio. Un esempio: questa stessndagine, anche se limitata e descrittiva, sullesoterismo.Affermando che ogni conoscenza consolidata costituisc
un nodo di una vastissima rete, ci rendiamo conto chutto quello che pensiamo e scriviamo gi stato pensato critto, se pure con altre sfaccettature. La Citt del Sole
di Tommaso Campanella (1568-1639), come L
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Repubblica di Platone e altre opere consimili, precorre eesprime lutopia (senso misterioso o magico-immaginifico dpossibili fatti) di una auspicabile societ futura, di undiversa e pi razionale organizzazione dello Stato, addirittura di una nuova stirpe o razza dotata di particolar
virt civili in linea con uno stile ideale di convivenzperfetta.Sia ne La Razza che verr, sia ne La Citt del Sole
ono evidenti gli intenti di evadere da un mondo giudicatmperfetto, per fondarne, o sognarne, uno perfetto, in cuntelligenza e mitezza danimo diano sicuri frutti.
La comparazione potrebbe continuare citando Utopia
di Thomas More (1480-1535): scopriremmo che laggregazioni civiche esemplari presentano moltaratteristiche comuni, ma scopriremmo anche che cert
aberrazioni, come la regolamentazione dellattivit sessuale della procreazione, non sono proprie della razzotterranea e futura di Sir Edward Bulwer-Lytton, ma d
La Citt del Sole del filosofo domenicano TommasCampanella.Si pu dunque pensare che in ogni sistema filosofic
orientato sui problemi delluomo come persona e membrdi una societ presente una componente di naturesoterica, dottrinaria e politica, che si fa determinantproprio nella narrativa di ogni tempo, fino ad emergere amaturare di certi eventi storici di grande rilievo. Infatti neXVII secolo viva laspirazione allo Stato di diritto: societdeale, uguaglianza, organizzazione finalizzata al benomune, governo di onesti e competenti, libertesponsabile di singoli e gruppi, supremazia della legge.
Il tutto come reazione ad una realt politica e cultural
orpassata e tirannica. Nel XVIII secolo si deline
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addirittura il mito del buon selvaggio, figura centrale domanzi di viaggio che mettono in risalto i pregi di societ
primitive e perci di uno stato di natura contrapposto adifetti dello stato di civilt. Il risultato storico si avr coe rivoluzioni americana e francese e lesaltazione dell
dea ragione a garanzia del principio di libert. Grredentismi risorgimentali e i nazionalismi del XIX secolon Europa e non solo, daranno un senso alla rivalutazione depassato per un futuro pi rispondente alle culture nazionalelebre il richiamo del Foscolo: Italiani, io vi esorto all
Storie e celebrata lopera di Fichte: Discorsi alla NazionTedesca.
E sar proprio il concetto di Nazione del XX secolo adentificarsi con quello di popolo, di stirpe, di razza, ddeologia, di partito politico di massa, di potere popolare e dunzione delle lites, fino alla rivendicazione rivoluzionari
di una missione mistico-militaristica per linstaurazione dun ordine nuovo alla base della vitalit dello Stato totalitario
l tutto connesso ai concetti geopolitici ed etici della digniticonquistata, del diritto ad uno spazio vitale e ad unvisione magica della Storia, fino ai valori visionari dellmitica Thule, della Golden Down, del Vril ed altro ancora, iui occultismo, astrologia, teosofia, spesso si confondono
portando la ragione della polis, espressa dal diritto, alldegenerazione della ragion di Stato quale espressioninale della dittatura. Dittatura salvifica, ossessivamentimarcata su una simbologia delirante: svastiche, fasci, falc
e martello, soli, stelle eccDa non ignorare, poi, la concomitanza culturale
ertamente di notevole livello, di narratori, poeti, filosofnterpreti del pensiero orientale (ad esempio Schopenhaue
e la conoscenza delle Upanisad indiane, nonch
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nirvana come rinuncia allinquietudine dellanima, uempo fucina del sentire intellettuale dellOccidente, i
nome di unapatia totale e rasserenante).In tale contesto di eventi torna spontaneo pensare
Oswald Spengler (1880-1936) e al suo celebre Il Tramont
dellOccidente (1924), nonch a G. B. Vico (1668-1744) alla sua La Scienza Nuova, in cui la ciclicit della Storigarantisce gli eterni ritorni alla grandezza millenaria dellivilt. Grandezza e decadenza, dunque, sul pianeta Terrotto cieli stellati o nella luce del sole, mentre nelle su
viscere fermenta e si prepara un nuovo modello di umanitun nuovo Regno che prima o poi emerger, per imporre l
ua perfezione. Eppure anche quel mondo sotterraneo ncontaminato ha il suo punto debole. Infatti, nella societdel Vril-ya si viene realizzando fatalmente una specie dentropia mentale che d appagamento e procurmmobilismo: non diversifica, non migliora alcunch, poichutto si riveste del massimo possibile di perfettibilit.
Ma la delusione sta proprio in quel massimo possibilehe in realt denuncia i limiti invalicabili di una cultura, perci di una razza, destinata al fallimento, anche se ipossesso del Vril.
A fine lettura possiamo definire sconcertante questomanzo, e pur tuttavia ambizioso. vero che proprio no
umani, coscienti della nostra infelicit dovuta alle nostrolpe, cerchiamo un mondo diverso, opposto allattuale, iui realizzarci in pace. Tuttavia, quando ci accadr, naremo distrutti. Noi siamo quello che siamo. Sambiassimo, saremmo la razza ventura, cio giustizieri arnefici di noi stessi.Non si cambia lUmanit, se non con la sua distruzione.
No I. Rocchi
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Reggio Emilia, giugno 2009
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Capitolo I
Sono nato a ...., negli Stati Uniti dAmerica. I mieantenati emigrarono dallInghilterra durante il regno dCarlo II, e mio nonno, durante la guerra dIndipendenza, no
u uno di quelli che passarono inosservati. La mia famigliaquindi, pot godere per nascita di una posizione socialalquanto elevata ed essendo anche opulenta, non vennonsiderata idonea a svolgere funzioni pubbliche. Una volt
mio padre si candid al Congresso, ma vennlamorosamente sconfitto dal suo sarto. Dop
quellepisodio, si occup poco di politica e visse per lo pinella sua biblioteca. Io ero il primogenito di tre figli e alletdi sedici anni fui mandato nel vecchio continente tanto peompletare la mia istruzione letteraria, quanto per iniziar
un tirocinio commerciale presso unazienda mercantile dLiverpool. Mio padre mor poco dopo il mio ventunesimompleanno e, poich mi ritrovai con uningente eredit
assecondai la mia passione per i viaggi e lavventuraabbandonando per un certo periodo la ricerca del potentdollaro e diventando un errante giramondo che vagava sullaccia della terra.
Nellanno 18...., quando mi capit di essere a ...., funvitato da un ingegnere professionista che avev
onosciuto a visitare i meandri della miniera di ...., nellquale egli lavorava.Il lettore comprender, prima della fine del racconto,
motivo che mi porta a tenere nascosto qualsiasiferimento alla regione di cui sto scrivendo e
probabilmente, mi sar grato per essermi astenuto d
qualsivoglia descrizione che possa in alcun modo rivelarnubicazione.
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Lasciatemi dire, quindi, il pi concisamente possibilehe accompagnai lingegnere allinterno della miniera imasi cos stranamente affascinato dalle sue oscur
meraviglie, e cos interessato alle esplorazioni del miamico, che prolungai il soggiorno da quelle parti e pe
alcune settimane discesi quotidianamente in queotterranei e in quelle gallerie scavate dalla natura dallarte sotto la superficie terrestre. Lingegnere eronvinto che in un nuovo pozzo, iniziato sotto la su
direzione, ci fossero depositi di ricchezze minerarie bepi grandi di quelli gi scoperti. Un giorno, perforando pozzo, giungemmo sopra un baratro frastagliato
apparentemente carbonizzato ai lati, quasi fosse stataperto da fuochi vulcanici in unepoca remotaratterizzata da continue eruzioni. E, dopo aver testatatmosfera con una lampada demergenza, fu proprio gi
per questa voragine che il mio amico si fece calare in ungabbia. Rimase nellabisso per circa unora. Quando risa
era molto pallido, in volto aveva unespressione ansiosa nquieta. Era molto diverso dal solito, ossia ben lungdallessere espansivo, allegro e intrepido.
Disse brevemente che la discesa gli era sembratpiuttosto pericolosa e che non avrebbe portato ad alcuisultato. Cos, una volta sospesa qualsiasi tipo di attivit i
quel pozzo, ritornammo in zone della miniera a noi piamiliari.
Per tutto il resto del giorno, lingegnere sembrprofondamente assorto nei suoi pensieri. Fu insolitamentaciturno. Negli occhi, uno sguardo sconcertato, com
quello di un uomo che ha appena visto un fantasma. Quellera, una volta soli nellalloggio che condividevamo vicin
allingresso della miniera, dissi al mio amico:
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Dimmi francamente, coshai visto in quel crepaccioSono sicuro che si trattato di qualcosa di strano erribile. Qualsiasi cosa fosse, ti ha lasciato in mente de
dubbi. In tal caso due teste sono meglio di una. Confidati come.
Lingegnere cerc a lungo di sfuggire alle mie domandma, poich mentre parlava continuava inconsciamentebere dalla fiaschetta del brandy, cosa che, essendo un uomdi carattere, non era assolutamente abituato a fare, arrivun punto tale in cui il suo riserbo gradualmente si sciolseQuando si vuole mantenere un segreto, bisogna imitare ilenziosi animali e bere acqua. Infine disse:
T i racconter tutto. Quando la gabbia s fermata, mono ritrovato su un crinale e, sotto di me, quel crepacciocosceso in maniera obliqua, scendeva fino a una profonditalmente considerevole da rendere loscurit impenetrabil
alla luce della mia lampada. Tuttavia, con mia grandorpresa, da quel buio saliva un brillante raggio di luce fissa
Pensai potesse trattarsi di attivit vulcanica ma, in tal casoavrei dovuto, indubbiamente, percepirne il calore. Tuttaviaqualora ci fossero stati dei dubbi, sarebbe stato necessariper la nostra comune sicurezza, effettuare le opportunverifiche. Esaminai le pareti della voragine e decisi dpotermi avventurare, quantomeno per un trattoaffidandomi alle sporgenze o alle cenge irregolarAbbandonai la gabbia e scesi aggrappandomi con le mani on i piedi. Pi mi avvicinavo alla luce e pi il crepaccio s
allargava. Finalmente, in fondo al baratro, vidi, con minenarrabile stupore, una larga strada spianata. Erlluminata a perdita docchio da quelli che sembravanampioni a gas, posizionati a intervalli regolari, come sull
trada principale di una grande citt. Sentii, in lontananza
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un brusio confuso, come di voci umane. Sono sicuro chnon ci siano minatori della concorrenza che lavorano iquesta zona. Di chi potevano essere quelle voci? Quali manumane potevano aver spianato quella strada e schieratquei lampioni?
La superstizione, comune a tutti i minatori, che gnomi demoni abitino nelle viscere della terra, inizi a catturare miei pensieri. Rabbrividivo allidea di scenderulteriormente e di affrontare gli abitanti di questa vallatdegli inferi. E poi, comunque, senza corde non ci sareneppure riuscito. Dal punto in cui ero arrivato al fondo derepaccio, le rocce scendevano repentinamente, lisce e
picco. Faticando, tornai indietro. Ecco, ora ti ho raccontatutto.
Scenderai ancora?Dovrei farlo, anche se non credo che riuscir a trovar
l coraggio.Un compagno fidato condivide il viaggio e raddoppia
oraggio. Verr con te. Ci procureremo delle cordabbastanza lunghe e robuste e scusa se te lo dico petasera, basta bere! Domani le nostre mani dovrann
essere salde e robuste.
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Capitolo II
Il mattino seguente i nervi del mio amico si eranitemprati e la curiosit eccitava tanto lui quanto me. Luorse, era ancor pi eccitato poich, evidentemente
redeva alla sua storia, mentre io nutrivo dei considerevodubbi. Non che lui avesse raccontato di proposito unmenzogna, ma pensai che la sua mente fosse stata vittima duna di quelle allucinazioni che colpiscono limmaginazioneo i nervi, in luoghi solitari e inusitati e che attribuisconuna forma a cose che non hanno forma e un suono a
ilenzio.Per aiutarci nella nostra discesa, scegliemmo seminatori esperti e, poich la gabbia poteva contenere unola persona alla volta, lingegnere scese per primo. Quand
arriv al cornicione dove sera fermato la volta precedentea gabbia risal per venirmi a prendere. Lo raggiunsi in mehe non si dica. Ci eravamo muniti di diversi metri di cordobusta.
La luce mi colp gli occhi, proprio comera successo amio amico il giorno innanzi. Il crepaccio da cui provenivacendeva diagonalmente. Mi parve una diffusa luc
atmosferica, non come quella di un fuoco, ma dolce argentata, quasi fosse irradiata da una stella del Nord
Abbandonata la gabbia, scendemmo piuttosto facilmenteuno dopo laltro, avvalendoci delle sporgenze presenti sullparete. Raggiungemmo il punto in cui il mio amico serermato la volta precedente, ossia uno sperone abbastanzpazioso da permetterci di stare luno accanto allaltro. Di n poi il crepaccio si allargava rapidamente, quasi foss
estremit inferiore di unampia galleria e vidi chiaramenta vallata, la strada e i lampioni che aveva descritto il mi
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amico. Nel suo racconto non aveva affatto esagerato. Udii uoni che aveva udito lui unindescrivibile mescolanza d
brusii, forse voci, e un suono cupo, come di passi pesantAguzzando la vista, guardai ancora pi gi, e scorshiaramente, in lontananza, la sagoma di un grande edificio
Non poteva trattarsi di una formazione rocciosa naturaleera troppo simmetrico, con enormi colonne simili a quellegizie e completamente illuminato dallinterno. Avevo come un piccolo telescopio portatile che utilizzai pedistinguere, vicino a quelledificio, due forme chembravano umane, sebbene non potessi averne lassolutertezza. Quantomeno erano esseri viventi, visto che s
muovevano e svanirono nelledificio. Poi procedemmo, coausilio di moschettoni, arpioni e altre attrezzature chavevamo con noi, a fissare alla sporgenza unestremit dellorda che avevamo portato.
Lavorando in maniera alquanto silenziosa, sgobbammome uomini spaventati allidea di parlare luno con laltro
Quindi, una volta fissata, in maniera apparentemente saldaunestremit della corda alla cengia, appesantimmo laltron un pezzo di roccia e la calammo sul fondo, a circ
quindici metri dal punto in cui eravamo. Io ero pi giovane pi allenato del mio amico e poich in giovent avevprestato servizio su una nave, mi sarei destreggiato meglidi lui in quel genere di discesa. Sottovoce chiesi lprecedenza in modo che, una volta arrivato laggi, avrepotuto tenere pi salda la corda per facilitargli la sudiscesa. Arrivai sul fondo sano e salvo e lingegnere inizialarsi. Ma aveva fatto a malapena tre metri, quando i ganche avevamo reputato cos sicuri, cedettero o, forse, folpa della roccia che, traditrice, si sbriciol per il peso
Cos il malcapitato precipit al suolo, cadendo proprio a
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miei piedi, trascinando con s frammenti di roccia. Una dqueste schegge, fortunatamente piccola, mi colp e mi fecperdere i sensi. Quando mi ripresi vidi il mio amico, unmassa esanime accanto a me, assolutamente privo di vitaMentre mi chinavo sul suo cadavere, addolorato
norridito, sentii vicino a me un suono a met fra uno sbuffe un sibilo. Istintivamente, mi voltai nella direzione da cuproveniva e, da una fenditura scura nella roccia, videmergere unenorme testa terrificante, con le fauci aperte con gli occhi cupi, spaventosi e affamati. Era la testa di uettile, simile a quella di un coccodrillo, o di un alligatore
ma notevolmente pi grande della pi grande creatura d
quel genere che avessi mai visto nei miei viaggi. Mi alzai orsi gi nella vallata, pi veloce che potei. Alla fine mermai, pieno di vergogna per il mio panico e per la miuga, e ritornai al luogo in cui avevo lasciato il corpo de
mio amico. Era sparito. Indubbiamente il mostro laveva giportato nella sua tana per divorarlo. La corda e gli uncin
erano ancora l doverano caduti, ma non mi offrivanalcuna possibilit di ritorno: sarebbe stato impossibiliagganciarli alla roccia pi in alto e le pareti roccios
erano troppo ripide e lisce per essere scalate senzattrezzatura. Mi ritrovai solo in questo strano mondnascosto nelle viscere della Terra.
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Capitolo III
Lentamente e con cautela, percorsi il solitario tragitthe conduceva alla strada illuminata dai lampioni e verso
grande edificio che ho gi descritto. Il sentiero era simile
un grande passo alpino e costeggiava pareti rocciose, di cuaceva parte il crepaccio da cui ero sceso. In fondo,inistra, vidi unampia vallata che presentava ai miei occhtupefatti prove inconfutabili di arte e cultura. Vidi campoperti da una strana vegetazione, che non assomigliava
nulla che avessi mai visto sulla superficie della Terra, il cu
olore non era verde, ma piuttosto di una cupa tonalitplumbea o rosso dorato.Cerano laghi e ruscelletti i cui corsi sembravan
correre allinterno di sinuosi argini artificiali. Alcuni erandi acqua pura e altri rilucevano come bacini di nafta. Allmia destra, fra le rocce, si aprivano burroni e anfrattattraversati da passaggi, evidentemente costruiti a regoldarte, e delimitati da alberi, simili per lo pi a felci giganton un fogliame piumato squisitamente variegato e fustimili a quelli delle palme. Altre piante erano pi simili allanna da zucchero, ma pi alte e con grossi grappoli di fior
Altre ancora avevano la forma di enormi funghi, con gamborti e robusti che sostenevano un largo cappello a form
di cupola da cui salivano o scendevano lunghi rami sottilLintera scena dietro, davanti e attorno a me, a perditdocchio, era illuminata da innumerevoli lampioni. Quemondo privo di sole era luminoso e caldo come upanorama italiano a mezzogiorno, ma laria era menopprimente e il calore pi dolce. La scena che avevo d
ronte non era priva di segnali che mostrassero che il postera abitato. Riuscii a distinguere, in lontananza, sia sug
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argini del lago o del ruscello, sia a mezza costa, nascosnella vegetazione, edifici che dovevano essere sicuramentabitazioni umane. Riuscii perfino a distinguere, sebbenenotevole distanza, forme che mi sembrarono umane e chi muovevano nel paesaggio. Quando mi fermai un attim
per guardare, a destra vidi fluttuare velocemente nellariqualcosa di simile a una piccola imbarcazione mossa da vela forma di ali. Di l a poco scomparve dalla vista e spar fre ombre di una foresta. Proprio sopra di me non cera ielo, ma soltanto la volta di una caverna. Vista iontananza, dai paesaggi sottostanti, la volta si facevempre pi alta, fino a diventare impercettibile, nascosta i
unatmosfera carica di foschia.Proseguendo il mio cammino, trasalii. Da un cespugli
imile a un enorme groviglio di alghe, disseminato di virgulomiglianti a felci e di piante con foglie larghe come quell
dellaloe o del fico dindia, sfrecci un curioso animale dellaglia e dalla forma analoghe a quelle di un cervo. M
quando, dopo essersi allontanato con un paio di balzi, svolt e mi fiss con eccessiva curiosit, mi accorsi che noassomigliava a nessuna specie di cervide esistente sulluperficie della Terra. Tuttavia mi riport subito alla mento stampo in gesso di una specie di cervo maschio chavevo visto in un museo e che si diceva fosse vissuto primdel diluvio universale. La creatura sembrava abbastanzdocile e, dopo avermi scrutato per qualche attimo, inizipascolare sulla strana erba che cera l intornoassolutamente tranquilla e indifferente.
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Capitolo IV
Ora riuscivo a vedere chiaramente ledificio. S, era statostruito dagli abitanti di quel luogo e parzialmente scavatn una grande roccia. A prima vista, avrei detto si trattass
di una delle prime forme di architettura egizia. La facciatpresentava enormi colonne affusolate con plinti massicci apitelli che, visti pi da vicino, mi apparvero pi ornati
meravigliosamente aggraziati di quelli tipici dellarchitetturegizia. Cos come il capitello corinzio riproduce foglie dacanto, il capitello di quelle colonne riproduceva le fogli
della vegetazione circostante, alcune simili alle foglie daloaltre alle felci. Poi vidi uscire da quelledificio una formaumana Ma era veramente un essere umano? Rimase l, squella strada larga, e si guard intorno, poi mi vide e savvicin. Arriv a pochi metri da me e alla sua vista, alla supresenza, venni colto da unindescrivibile forma di timore remore che radic i miei piedi al terreno. Mi fecovvenire immagini simboliche di Genii o Demonaffigurati su vasi etruschi o sulle pareti dei sepolcr
orientali immagini che riprendono forme umane puappartenendo a unaltra razza. Era alto, non un gigante, malto quanto luomo pi alto al di sotto della statura degiganti.
Il suo soprabito mi sembr composto da grandi aipiegate sul torace che arrivavano alle ginocchia. Il restdel suo abbigliamento era composto da un sotto tunica e dgambali fatti in un sottile materiale fibroso. In testndossava una sorta di tiara che splendeva di gemme e nellmano destra teneva un sottile bastone, una sorta di scettr
di metallo lucido, simile allacciaio spazzolato. Ma la suaccia! Fu quella a ispirare tutto il mio timore reverenzial
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e il mio terrore. Era il volto di un uomo, tuttavia di un uomdiverso dalle razze esistenti sulla superficie della Terra. Losa pi vicina ai suoi lineamenti e alla sua espressione erl volto scolpito della sfinge, cos regolare nella subellezza calma, intellettuale e misteriosa. Aveva uno stran
olorito, pi simile a quello dei pellerossa che non a quelldi qualunque altra delle nostre specie, tuttavia diversouna tonalit pi ricca e pi morbida, con grandi occhi nerprofondi e brillanti, e sopracciglia arcuate a semicerchio. volto era imberbe, ma qualcosa dinnominabile nellaspettoranquillo nonostante lespressione, bello nonostante la suisionomia, suscit quella sensazione di pericolo che s
prova alla vista di una tigre o di un serpente. Sentii chquestimmagine era carica di forze ostili alluomo. Mentri avvicinava, fui attraversato da un brivido. Caddi i
ginocchio e mi coprii il viso con le mani.
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Capitolo V
Una voce si rivolse a me una voce dal tono moltranquillo e melodico in una lingua di cui non riuscivoapire neppure una parola, ma che serv a dissipare la mi
paura. Mi scoprii il volto e alzai gli occhi. Lessere (era peme molto difficile considerarlo un uomo) mi sorvegliavon occhi che sembravano leggere nel pi profondo del miuore. Poi mi pos la mano sinistra sulla fronte e mi tocc
delicatamente la spalla con lo scettro che teneva nellmano destra. Leffetto del doppio contatto fu magico. A
errore che avevo provato si sostitu una sensazione doddisfazione, di gioia, di fiducia in me stesso e nei confrontdellessere che avevo di fronte. Mi alzai e parlai nella miingua. Egli mi ascolt con apparente attenzione, ma coguardi che facevano trapelare un lieve stupore. Scosse lesta, quasi volesse dirmi che non riusciva a capirmi. Poi m
prese per mano e, in silenzio, mi condusse alledificio. Eraperto anzi, lingresso non aveva alcuna porta. Entrammn una sala immensa, irradiata dallo stesso tipo di luce chera allesterno, ma satura di un odore fragrante che s
diffondeva ovunque. Il pavimento era formato da umosaico di grossi blocchi di metalli preziosi, parzialmentoperto da tappeti simili a stuoie. In sottofondo, sull
nostre teste e attorno a noi, aleggiava un motivo musicalhe sembrava provenire da strumenti invisibili appartenere naturalmente a quel luogo, proprio come mormorio dellacqua appartiene a un paesaggio roccioso, l gorgheggio degli uccelli ai boschetti in primavera.Accanto alla soglia, una figura immobile in abiti simili, m
pi semplici, rispetto a quelli indossati dalla mia guida. Lmia guida tocc quella figura due volte con lo scettro
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questa si mosse rapidamente, scivolando e sfiorando pavimento senza fare alcun rumore. Guardandola meglio, maccorsi che non si trattava di un essere vivente, bens di uautoma meccanico. Circa due minuti dopo che si erdileguato attraverso unapertura senza porta, seminascost
dai tendaggi, allaltro capo della sala, dalla stessa aperturvidi uscire un ragazzo sui dodici anni, con i lineamenti cosimili a quelli della mia guida che mi sembraron
evidentemente padre e figlio. Quando mi vide, il ragazzurl e sollev uno scettro, proprio come quello che aveva mia guida, quasi in segno di minaccia. Il pi vecchio dissuna parole e il ragazzo abbass il suo scettro. Poi i du
onversarono per qualche minuto, tenendomi docchimentre parlavano. Il bambino tocc i miei abiti e maccarezz il volto con manifesta curiosit, emettendo uuono simile a una risata, ma con unilarit pi smorzatispetto al divertimento della nostra risata. In que
momento si apr il soffitto della sala e scese un
piattaforma, apparentemente costruita con lo stessprincipio degli ascensori usati negli hotel e nei magazzinper salire da un piano allaltro. Lo straniero e il bambinpresero posto sulla piattaforma e mi proposero di faraltrettanto, e io obbedii. Salimmo velocemente e senzalcun problema e scendemmo proprio al centro di uorridoio con porte che si aprivano su entrambi i lati.
Entrammo in una di queste porte e venni condotto in unamera arredata in maniera splendidamente orientale, co
pareti intarsiate di pietre dure, metalli preziosi e gemmgrezze. Cerano cuscini e divani in abbondanza e la camerpresentava aperture come quelle per le finestre, ma privdi vetri, che arrivavano al pavimento. Quando ci passa
davanti, notai che le aperture davano su spaziosi terrazzi
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i affacciavano sul panorama esterno illuminatonnumerevoli gabbie appese al soffitto contenevano uccel
di forma strana e dal piumaggio brillante che, al nostrngresso, intonarono un coro melodioso, modulato in uninfonia simile a quella dei nostri fringuelli. Elaborat
bruciatori per incensi in oro scolpito emanavano undeliziosa fragranza che saturava laria. Zitti e immobivicino alle pareti, cerano diversi automi come quello chavevo visto. Lo straniero mi fece accomodare su un divanoaccanto a lui, e mi parl nuovamente. Anche io parlai dnuovo ma senza fare alcun progresso verso una reciprocomprensione.
Ormai iniziavo a sentire, in maniera molto pi acutispetto a quanto non li avessi sentiti inizialmente, g
effetti del colpo infertomi dai pezzi di roccia caduta.Fui pervaso da un senso di nausea e debolezza
accompagnato da dolori lancinanti alla testa e al collo. Mabbandonai l dovero, sul divano, sforzandomi inutilment
per soffocare un gemito. A quel punto, il ragazzo, che finoquel momento sembrava guardarmi con diffidenza antipatia, singinocchi per sostenermi. Mi prese una dellmani fra le sue, avvicin le labbra alla mia fronte e alitdelicatamente. In pochi istanti il dolore svan e fumpossessato da una sensazione di beatitudine e sonnolenzaMi addormentai.
Non so per quanto tempo rimasi in quello stato, mquando mi svegliai, sentii che mi ero perfettamentipreso. Quando aprii gli occhi, vidi attorno a me un grupp
di esseri silenziosi, seduti attorno a me con la seriet e lalma tipica degli orientali erano tutti pi o meno come
primo straniero: lo stesso soprabito con le ali, lo stess
ipo di abbigliamento, le stesse facce da sfinge, gli occh
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profondi e scuri e il colorito dei pellerossa, e, soprattuttoo stesso tipo di razza una razza simile a quella umana, mdalla struttura infinitamente pi forte e dallaspetto pimaestoso che ispirava un indicibile senso di terroreEppure il volto di ciascuno di loro era sereno e tranquillo,
aveva perfino unespressione gentile. E, alquanttranamente, mi sembr che tutta quella calma benevolenza costituissero il segreto del terrore chuscitavano i loro volti. I loro volti sembravano privi dellinee e delle ombre che preoccupazione e dispiacerepassione e peccato lasciano sui visi degli uomini. Eranimili alle facce delle statue degli dei o ai pacifici volti de
morti, agli occhi dei cristiani che assistono ai funerali.Percepii una mano calda sulla spalla: era del bambino. Ne
uoi occhi cera una sorta di elevata piet e tenerezza, ltessa con cui guardiamo un uccellino o una farfalla ferit
Rifuggii da quel tocco rifuggii da quello sguardo. Avevo lvaga sensazione che, se solo avesse voluto, quel bambin
avrebbe potuto uccidermi con la stessa facilit con cui uuomo pu uccidere un uccellino o una farfalla. Il ragazzinembr ferito dalla mia ripugnanza, mi lasci e si accost
una finestra. Gli altri continuarono a chiacchierare fra doro a bassa voce e dalle occhiate che mi rivolgevano capdi essere loggetto della loro conversazione. Ce nera unon particolare, che sembrava proporre qualcosa che miguardasse al primo essere che avevo conosciuto
questultimo fece un gesto di approvazione. Fu allora che bambino lasci velocemente il suo posto vicino alla finestre si frappose fra me e gli altri esseri, quasi a volermproteggere, e si mise a parlare velocemente e con ansia.
No so se fu grazie allistinto o allintuito che percepii ch
l bambino, che prima avevo tanto temuto, ora stav
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ntercedendo per me. Prima che avesse finito di parlare, ualtro straniero entr nella stanza. Sembrava pi anziandegli altri, sebbene non fosse affatto vecchio. Il suo voltougualmente regolare nelle sue fattezze, era un po meniscio e sereno degli altri e questo gli conferiva un tocco d
umanit che lo rendeva pi simile a me. Ascolt con calme parole che gli vennero rivolte, prima dalla mia guida, poda altri due del gruppo e infine dal bambino. Quindi si rivolsa me, non con parole, ma con segni e gesti. Credetti daverli perfettamente capiti e non ebbi torto. Compresi chvoleva sapere da dove venivo. Stesi il braccio e puntai dito verso la strada che mi aveva portato sin l dal crepacci
nella roccia, poi mi balen in mente unidea. Estrassi il miaccuino e scarabocchiai su un foglio bianco lo schizzo dellengia, la corda, io che mi calavo. Poi, disegnai la cavernottostante, la testa del rettile e la sagoma esanime del mi
amico. Consegnai quella sorta di geroglifici primitivi a coluhe mi stava interrogando ed egli, dopo averli ispezionat
eriamente, li pass al suo vicino e cos via, di mano imano per tutto il gruppo.Poi, il primo essere che avevo incontrato disse qualch
parola e il bambino, che si era avvicinato per vedere il midisegno, annu come se avesse capito ci che intendeva una volta tornato alla finestra, apr le ali che avevattaccate al corpo, le sbatt un paio di volte e si lanci fuornel vuoto. Balzai in piedi sorpreso e corsi alla finestra. Ibambino era gi nellaria, sorretto dalle sue ali, che nodoveva agitare come fanno gli uccelli, ma che stavanevate sulla sua testa e sembravano sostenerlo stabilmentenza che lui facesse alcuno sforzo. Il suo volo era velocome quello dellaquila e sembr andare in direzione dell
occe da cui ero disceso, il cui profilo si stagliava netto i
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quellatmosfera luminosa. Pochi minuti dopo ritorninsinu nellapertura da cui era uscito e fece cadere ierra la corda e gli arpioni che avevo abbandonato in fond
al precipizio. I presenti si scambiarono alcune parolebassa voce, uno del gruppo tocc un automa che si moss
n avanti e scivol fuori dalla stanza. Poi, lultimo arrivatoquello che si era rivolto a me a gesti, si alz, mi prese pemano e mi port nel corridoio. L ci attendeva lpiattaforma con cui eravamo saliti. Vi prendemmo posto cendemmo nella sala sottostante.
Il mio nuovo compagno, continuando a tenermi per manomi condusse fuori dalledificio in a una strada (per cos dire
he passava l vicino, fiancheggiata da edifici su entrambi ati, separati da giardini ricchi di vegetazione coloratissima trani fiori. Molti esseri simili a quelli che avevo gi vist
erano disseminati nei giardini, divisi luno dallaltro dmuretti bassi, o camminavano lentamente lungo la stradaAlcuni dei passanti, vedendomi, si rivolgevano alla mia guid
e dal loro tono di voce, dai loro sguardi e dai loro gesti erhiaro che gli facessero domande sul mio conto. In pochminuti una folla si radun attorno a noi per esaminarmquasi fossi una sorta di raro animale selvatico. Tuttavia, pugratificando la loro curiosit, continuarono a mantenere uontegno severo e cortese, e dopo che la mia guida ebb
proferito un paio di parole, che a mio avviso sembrarondeprecare il fatto che stessero ostruendo la stradandietreggiarono inchinando maestosamente la testa ipresero il loro cammino con tranquilla indifferenza
Giunti a met di questa strada principale ci fermammo nepressi di un edificio diverso da tutti gli altri che avevamuperato fino a quel momento, poich occupava tre lati d
un grande cortile ai cui angoli sorgevano imponenti torr
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piramidali. Nello spazio aperto, fra i lati, cera una fontanircolare di dimensioni colossali in cui zampillava qualcos
dincredibile che mi sembr fuoco.Entrammo nelledificio da una porta aperta e c
itrovammo in una sala enorme in cui cerano vari gruppi d
bambini, tutti apparentemente impegnati a lavorare, quasi srovassero in una sorta di grande fabbrica. Accanto allparete cera un macchinario enorme in funzione a pienegime, munito di ruote e cilindri, simile a un nostr
macchinario a vapore. Lunica differenza consisteva neatto che era ornato di pietre e metalli preziosi, e sembravrradiare una pallida atmosfera fosforescente di luc
angiante. Molti dei bambini svolgevano un misteriosavoro intorno a quella macchina, altri stavano seduti aavoli. Non fui autorizzato a soffermarmi abbastanza a lung
per esaminare la natura del loro lavoro. Non si sentivneppure una giovane voce nessuno di quei giovani visi svolt per guardarci. Erano tutti silenziosi e indifferent
ome fantasmi tra cui passano inosservati gli esseri viventiUna volta lasciata questa sala, la mia guida mi condussattraverso una galleria riccamente dipinta a compartimenton una barbarica mescolanza di oro nei colori, come ne
quadri di Louis Cranach. Notai che i soggetti descritti squeste pareti erano come scene volte a illustrare la storidella razza sotterranea presso la quale mi trovavo. Tutte lcene contenevano figure, per lo pi antropomorfe, com
quelle che avevo visto, ma senza lo stesso tipo di abiti enza le ali. Cerano anche le effigi di vari animali e uccell
a me assolutamente sconosciuti, sullo sfondo di paesaggi edifici. Per quanto la mia imperfetta conoscenza dellartpittorica mi permetta di poter giudicare, questi affresch
embravano avere un disegno molto accurato, colori molt
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icchi e mostravano una perfetta conoscenza dellprospettiva, ma i dettagli non erano disposti secondo legole della composizione riconosciute dai nostri artist
Mancava un punto focale e, quindi, leffetto era vagoonfuso e disperato, sconvolgente erano framment
eterogenei di un sogno dellarte.Poi entrammo in una stanza di dimensioni modeste in cui era radunata quella che in seguito appresi essere lamiglia della mia guida. Era seduta a tavola come se dovess
mangiare. Gli esseri che si erano riuniti erano la moglidella mia guida, sua figlia e i suoi due figli. Riconobbmmediatamente la differenza fra i due sessi, sebbene le du
emmine fossero di statura pi alta e pi maestose rispettai maschi, e i loro volti, seppure pi simmetrici nella forme nei lineamenti, erano privi di quellespressione tenera imida che dona fascino al volto delle donne che abitanulla superficie della Terra. La moglie non indossava le al
La figlia, invece, indossava ali pi lunghe di quelle de
maschi. La mia guida pronunci alcune parole e tutti colorhe erano seduti si alzarono. Con lespressione e i modparticolarmente gentili che avevo notato in precedenza he, in realt, costituivano lattributo comune di questormidabile razza, mi salutarono secondo la loronsuetudine, che consiste nel posare molto delicatamenta mano destra sulla testa e nel pronunciare un monosillabibilante S Si, equivalente a Benvenuto.
Poi la padrona di casa mi fece sedere accanto a leiemp un piatto da portata doro con le pietanze che pres
dai vassoi e me lo pose dinnanzi.Mentre mangiavo (e sebbene quelle carni fossero nuov
per me, mi meravigliai pi per la delicatezza che per l
tranezza del loro sapore), i miei commensali conversavan
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ranquillamente e, da quello che riuscii a intuire, evitaroneducatamente qualsiasi riferimento diretto alla mia identito qualsiasi fastidioso esame accurato della mia personaTuttavia ero la prima creatura appartenente alla razzumana che avessero mai visto e, di conseguenza, m
onsideravano un fenomeno particolarmente curioso anormale. Ma quel popolo non conosce assolutamente lmaleducazione e perfino ai bambini pi piccoli statnsegnato a rifuggire qualsivoglia impetuosa dimostrazionemotiva. A fine pasto la mia guida mi prese nuovamente pemano e, tornando nella galleria, tocc una lamina metallicu cui erano state incise strane figure e che io suppos
orrettamente, fosse simile ai nostri telegrafi. Scese unpiattaforma, ma questa volta salimmo a unaltezza beuperiore rispetto a quella delledificio precedente, e crovammo in una stanza di dimensioni modeste il cu
aspetto, nellinsieme, aveva molte caratteristiche che lendevano familiare agli occhi di un visitatore provenient
dalla Terra.Alla parete cerano scaffali contenenti quelli chembravano essere libri e che, di fatto, lo erano. L
maggior parte dei tomi era in formato tascabile, foggiaome i nostri volumi e rilegati con sottili lamine di metallo
Sparpagliati in giro, cerano alcuni strani meccanismapparentemente dei modelli tipo quelli che si vedono nelltudio di un progettista meccanico. Quattro automcongegni meccanici che, presso questa popolazionevolgono i comuni lavori domestici) stavano in piedi comantasmi ai quattro angoli della stanza. In una nicchia cer
un divano basso, una sorta di letto coi cuscini. Una finestrae cui tende in stoffa fibrosa erano scostate, si apriva su u
grande balcone. Il mio ospite usc sul terrazzo e io lo segui
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Eravamo allultimo piano di una delle piramidi dangolo. panorama da lass era di una bellezza selvaggia e solennempossibile da descrivere La vasta gamma di rocccoscese che formavano il panorama di sfondo iontananza, le valli intermedie dalle misteriose erb
multicolori, il bagliore delle acque, molte delle quali eranome torrenti di fiamme rosate, il chiarore sereno diffusovunque da miriadi di lampioni, tutto contribuiva a crearuno spettacolo che nessuna mia parola sarebbe mai in graddi descrivere adeguatamente. Tutto era straordinariamentplendido e al contempo sorprendentemente cupotraordinariamente delizioso e al contempo incredibilment
paventoso.Tuttavia, ben presto la mia attenzione venne distolta da
panorami sottostanti. Improvvisamente, dalle vie in bassoi lev unondata di musica allegra; poi una figura alata sibr in volo. Unaltra sembr inseguire la prima, e pounaltra, unaltra ancora e tante altre, le une dopo le altre
inch la moltitudine non si fece fitta e il loro numerdivenne incalcolabile. Ma come descrivere la meravigliosgrazia di questi esseri nei loro volteggi aerei! Sembravanmpegnati in una sorta di sport o in un gioco. Ora sadunavano in squadre opposte, ora si sparpagliavano; or
un gruppo inseguiva laltro, volteggiando nellariacendendo, intrecciandosi e separandosi. Tutto si svolgev
a tempo di musica, come nella danza delle leggendarie Peri.Voltai lo sguardo verso il mio ospite, con unespression
di eccitato stupore. Mi azzardai a posare la mano sullgrandi ali che teneva ripiegate sul petto e al contatto fuome attraversato da una leggera scossa elettrica. Mitrassi spaventato. Il mio ospite sorrise e, quasi voless
gentilmente soddisfare la mia curiosit, dispieg lentament
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e ali. Osservai che labito che indossava sotto le ali sgonfiava, come una vescica riempita daria. Le bracciembrarono scivolare allinterno delle ali e un attimo dopi era gi lanciato nellatmosfera luminosa. Rest lospeso, immobile e con le ali spiegate come unaquila ch
i crogiola al sole. Poi, rapidamente, alla stessa velocit coui le aquile si gettano in picchiata a sorpresa, si fiond gin mezzo a uno dei gruppi, attraversandolo rapidamente isalendo improvvisamente verso lalto. Poi, tre figure, un
delle quali mi sembr la figlia del mio ospite, si staccarondal resto della folla e lo seguirono come un uccello segugiocosamente un altro uccello. I miei occhi, abbagliati dall
uci e disorientati dalla folla, cessarono di distinguere lgiravolte e le evoluzioni dei giocatori alati fino a quando mio ospite non riemerse e atterr accanto a me.
La stranezza di tutto ci che avevo visto ora inizinfluire rapidamente sui miei sensi e la mia mente inizivagare. Sebbene non fossi incline alla superstizione
neppure convinto del fatto che luomo possa entrare iomunicazione fisica con i demoni, provai il terrore e lelvaggia eccitazione che, nelloscuro periodo gotico
potevano indurre un viandante a convincersi di aveassistito a un sabba di diavoli e streghe. Ricordo vagamentdi aver cercato con veementi gesti, forme di esorcismo parole incoerenti, di respingere il mio cortese e indulgentospite; ricordo i suoi docili tentativi di calmarmi abbonirmi; la sua intelligente intuizione che la mia paura l mio sconcerto fossero stati provocati dalla differenza dorma e movimento che ci rendeva dissimili, in manier
ancora pi accentuata dalla presenza di quelle ali che, con oro movimento, avevano eccitato la mia curiosit; il gentil
orriso con cui lui aveva cercato di dissipare lapprension
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acendo cadere le ali al suolo e tentando di mostrarmi chaltro non erano che un congegno meccanicoQuellimprovvisa trasformazione non fece altro chaumentare il mio orrore e poich la paura estrema smostra sovente sotto forma di estremo azzardo, gli balza
alla gola come una belva. In un attimo fui scagliato a terra duna scossa elettrica e le ultime immagini confuse che mluttuarono davanti agli occhi prima di perderompletamente i sensi furono la sagoma del mio ospitenginocchiato accanto a me, che mi metteva una mano sullronte e il bellissimo volto calmo di sua figlia che mi fissavntensamente con grandi occhi profondi e imperscrutabili.
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Capitolo VI
Pi tardi appresi di essere rimasto in quello statdincoscienza per molti giorni, anzi per diverse settimanen base al nostro computo del tempo. Quando mi ristabili
mi ritrovai in una stanza sconosciuta. Il mio ospite e tutta lua famiglia erano raccolti attorno a me e, con mia grandorpresa, la figlia del mio ospite si rivolse a me nella miingua, con un leggero accento straniero.
Come vi sentite? chiese la ragazza.Passarono alcuni istanti prima che riuscissi a superare
mio stupore e dicessi: Conoscete la mia lingua? Come maiChi e che cosa siete?Il mio ospite sorrise e fece un cenno a uno dei suoi figl
Questi prese da un tavolo svariati fogli di metallo sottile sui erano state disegnate diverse figure: una casa, u
albero, un uccello, un uomo, ecc. ecc.In questi disegni riconobbi il mio modo di disegnare. Sott
ogni figura cera scritto il nome nella mia lingua e con la mialligrafia, e ancora pi sotto, in unaltra calligrafia, cercritta una parola a me sconosciuta.
Lospite disse: Abbiamo iniziato cos, e mia figlia Zeehe fa parte del Collegio dei Saggi, stata tanto la vostrstruttrice quanto la nostra.
Poi Zee mi mostr altri fogli di metallo sui quali erantate scritte, con la mia calligrafia, prima parole e poi frasSotto ogni parola e ogni frase cerano degli strani carattern unaltra calligrafia. Riprendendo i sensi, compresi chquello era un dizionario rudimentale. Era stato forsealizzato mentre dormivo?
Per ora basta cos! ordin Zee in tono perentorio.Adesso riposatevi e mangiate.
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Capitolo VII
Mi venne assegnata una stanza allinterno dquellimmenso edificio. Era arredata in maniera aggraziata antasiosa, ma senza lo splendore degli oggetti metallici
delle pietre preziose che avevo notato negli appartamentpi pubblici. Alle pareti erano appese stuoie di vario generntessute con steli e fibre vegetali e sul pavimento ceranappeti realizzati con lo stesso materiale.
Il letto era privo di baldacchino, i supporti in acciaipoggiavano su sfere di cristallo e le lenzuola erano di sottil
toffa bianca simile al cotone. Cerano svariati scaffaontenenti libri. Una nicchia coperta da una tendomunicava con una voliera piena di uccelli canterini fra
quali non riuscii a trovarne neppure uno che assomigliassa quelli che avevo visto sulla superficie della Terra, fatteccezione per una magnifica specie di colomba cheuttavia, era diversa dalle nostre colombe per via di unaltresta di piume bluastre. Tutti questi uccelli erano stat
addestrati a cantare melodie e la loro abilit superava dgran lunga quella dei nostri ciuffolotti che, raramenteiescono a imparare pi di due motivi e, per quanto ne so
non sono capaci di cantare in coro. Ascoltando le voci chprovenivano dalla mia voliera si aveva la sensazione d
essere allopera. Cerano duetti, terzetti, quartetti e corutti arrangiati in un unico brano musicale. Volevo faacere quegli uccelli? Bastava che tirassi una tenda sull
voliera e non appena si ritrovavano nel buio, il loro cantessava. Unaltra apertura formava una finestra: era senz
vetri, tuttavia, toccando una molla, dal pavimento saliv
unimposta fatta di una sostanza meno trasparente devetro, ma ancora sufficientemente tersa da consentire d
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avere una vista pi soffusa dellesterno. La finestra dava sun balcone, o piuttosto su un giardino pensile, in curescevano una moltitudine di graziose piante e magnificiori. Lappartamento e i suoi accessori, per quanto stran
nei singoli dettagli, nellinsieme avevano un caratter
amiliare, piuttosto vicino alla moderna concezione di lussoSe fossero stati annessi agli appartamenti di una duchessnglese, o di un affascinante scrittore francese, avrebberuscitato una sorta di eccitata ammirazione. Prima del mi
arrivo, quella era la camera di Zee e lei, in manierassolutamente ospitale, laveva destinata a me.
Alcune ore dopo il risveglio descritto nel capitol
precedente, ero sdraiato, da solo sul mio letto, e cercavo dissare i miei pensieri sulle congetture in merito alla natur
e al genere del popolo in mezzo a cui mi ermprovvisamente ritrovato a vivere, quando il mio ospite ua figlia Zee entrarono nella stanza. Il mio ospiteontinuando a parlare nella mia lingua, mi chiese, in manier
estremamente educata, se ero disposto a conversare o spreferivo restare solo. Risposi che sarei stato moltonorato e felice per lopportunit di esprimere la migratitudine per lospitalit e la cortesia che mi erano statiservate in un paese in cui ero uno straniero e per l
possibilit di poter imparare abbastanza sui suoi usi ostumi in modo tale da non arrecare offese a nessunoausa della mia ignoranza.
Mentre parlavo, naturalmente, mi ero alzato dal letto, mZee, confondendomi, mi ordin bruscamente di sdraiarmi dnuovo. Nei suoi occhi e nella sua voce cos gentili, percepqualcosa che mi costrinse a obbedirle. Poi lei si sedettdisinvoltamente ai piedi del mio letto e suo padre pres
posto sul divano poco distante.
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Ma da quale parte del mondo venite? chiese il miospite. Come mai noi vi sembriamo tanto strani e voembrate tanto strano a noi? Ho visto esemplari dindividu
di tutte le razze diverse dalla nostra, fatta eccezione per elvaggi primitivi che abitano negli angoli pi remoti
desolati, che non conoscono altra luce se non quella chiescono a ottenere dai fuochi vulcanici e che saccontentano di muoversi brancolando nel buio, commolte delle bestie che strisciano o che volano. Ma vondubbiamente, non potete essere un membro di quellrib barbare, ma daltro canto non si direbbe che vo
apparteniate a un popolo civile.
Fui in un certo senso irritato da questultimaffermazione e risposi che avevo lonore di appartenereuna delle nazioni pi civilizzate sulla faccia della Terra he per quanto riguardava la luce, sebbene ammirassingegnosit e la prodigalit con cui il mio ospite e i suooncittadini erano riusciti a illuminare regioni in cui no
penetrano mai i raggi del sole, non potevo immaginare comoloro che un tempo avevano contemplato la volta celestpotessero paragonarla al bagliore della loro illuminazionartificiale creata per soddisfare le necessit delluomo. Ml mio ospite diceva di aver visto esemplari della maggioparte delle razze dissimili dalla sua, a parte i barbarmaledetti che aveva nominato. Ora, come poteva esserpossibile che non fosse mai stato sulla superficie dellTerra? Oppure si stava riferendo soltanto alle comunitepolte nelle sue viscere?
Per qualche istante il mio ospite rimase in silenzio. Il suvolto tradiva una certa sorpresa, cosa che accadevalquanto raramente fra la gente di quella razza, perfino i
ircostanze assolutamente straordinarie. Ma Zee mostr
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maggiore intelligenza ed esclam: Vedi, dunque, padre miohe c qualcosa di vero nella vecchia tradizione. Cempre verit nelle tradizioni in cui tutti credono, i
qualsiasi epoca e in qualsiasi trib.Zee disse dolcemente il mio ospite, tu appartieni a
Collegio dei Saggi e dovresti essere pi assennata di me, man qualit di Capo del Consiglio per la Salvaguardia dellLuce, mio preciso dovere non accettare nulla che i mieensi non abbiano provato direttamente.
Poi, voltandosi verso di me, mi fece svariate domandeproposito della superficie della Terra e dei corpi celestRisposi come meglio potei in base alle mie conoscenze, m
e mie risposte non sembrarono soddisfarli n tanto menonvincerli. Egli scosse la testa in silenzio e cambiand
argomento in maniera alquanto brusca, mi chiese comavessi fatto a scendere da un mondo allaltro. Risposi chotto la superficie della Terra ci sono miniere da cui s
estraggono minerali o metalli essenziali per soddisfare l
nostre esigenze e il nostro progresso nelle arti nellindustria. Poi, brevemente, spiegai in che modoesplorando una di quelle miniere, io e il mio malcapitatamico avessimo intravisto le regioni in cui poi siamdiscesi. Ricordai come quella discesa gli fosse costata lvita e mi riferii alla corda e agli arpioni da roccia che bambino aveva portato nella casa in cui ero stato ricevutallinizio, a testimonianza della veridicit della mia storia.
Poi il mio ospite inizi a interrogarmi sugli usi e costumdelle razze che vivevano sulla superficie della Terra e, pipecificatamente, di quelle considerate le pi avanzate i
quella civilt che lui si dilettava a definire come larte ddiffondere in tutta una comunit la tranquilla felicit ch
appartiene a una famiglia virtuosa e ordinata. Preso da
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naturale desiderio di rappresentare con i colori migliori mondo da cui provenivo, feci soltanto un indulgentaccenno alle istituzioni antiquate e decadenti dellEuropa imodo da poter spaziare sullattuale grandezza e preminenzdi quella gloriosa Repubblica Americana in cui lEurop
erca, con invidia, un modello e scorge tremante unminaccia. Quale esempio di vita sociale negli Stati Unitcelsi la citt in cui il progresso avanza pi speditamente
mi abbandonai in una descrizione delle abitudini morali dNew York.
Mortificato nel vedere, dalle facce dei miei interlocutorhe non avevo dato limpressione favorevole che avre
voluto, passai a tematiche pi elevate. Mi dilungai sui pregdelle istituzioni democratiche, sulla loro promozione dparte del governo dei partiti e sul modo in cui fossero solidiffondere tale felicit allinterno della comunitpreferendo, per lesercizio del potere e lacquisizione degonori, i cittadini pi umili per ricchezze, istruzione
arattere. Poich, fortunatamente, ricordavo lperorazione di un discorso sulle influenze purificatrici delldemocrazia americana e sulla loro prevedibile diffusione iutto il mondo, fatto da un eloquente senatore (per il cu
voto la Compagnia Ferroviaria a cui appartenevano i miedue fratelli, aveva pagato 20.000 dollari), conclusi ripetende sue sfavillanti previsioni di un futuro magnifico chavrebbe sorriso allumanit quando la bandiera dellibert avesse sventolato sullintero continente e duecentmilioni di cittadini intelligenti, abituati sin dalla nascitalluso delle pistole, avrebbero applicato alluniversmpaurito le dottrine del Patriota Monroe.
Quando ebbi terminato, il mio ospite scosse leggerment
a testa e sprofond in uno studio assorto, facendo segno
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me e a sua figlia di restare in silenzio durante la suiflessione. Poco dopo disse, con tono decisamente serio olenne:
Se, come dite, siete convinto che, sebbene stranieroiete stato trattato gentilmente da me e dalla mia famiglia, v
congiuro di non fare rivelazioni ad alcun membro dellnostra popolazione in merito al mondo da cui provenite,meno che, dopo debita considerazione, non sia io a darvenautorizzazione. Accettate di sottostare a questichiesta?
Certamente, vi do la mia parola dissi, in un certo sensorpreso, e stesi la mano destra per stringere la sua. Ma lu
mise delicatamente la mia mano sulla sua fronte e pos lua mano destra sul mio petto, secondo la consuetudine d
questa razza in materia di promesse o impegni verbali.Poi, rivolgendosi a sua figlia, disse:E tu, Zee, non rivelerai a nessuno ci che lo stranier
ha detto, o potr dire, a me o a te, in merito a un mond
diverso dal nostro.Zee si alz e baci suo padre sulle tempie dicendogli coun sorriso:
La lingua di una Gy indisciplinata, ma lamore igrado di tenerla debitamente a freno. E se, padre mio, temhe una parola sfuggita per caso a te, o a me, possa mettern pericolo la nostra comunit suscitando il desiderio dvoler esplorare il mondo che c sopra di noi, non basterunonda del vril, utilizzata a dovere, per lavare dallavolette del cervello anche il ricordo di quanto abbiamentito dallo straniero?
Cos il vril!Cos Zee inizi ad addentrarsi in una spiegazione di cu
ompresi molto poco, poich in nessuna delle lingue ch
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onosco esiste un sinonimo esatto di vril. Potrei chiamarlelettricit, tranne per il fatto che comprende nelle sumolteplici manifestazioni altre forze della natura alle quaa nostra nomenclatura scientifica ha attribuito nomi diversquali magnetismo, galvanismo e cos via. Quella gente
onvinta di aver raggiunto, nel vril, lunit dei poterenergetici della natura, cosa sulla quale numerosi filosodel mondo sulla superficie della Terra fanno congetture he Faraday di conseguenza rende formalmente noto con
pi cauto termine di correlazione: Da molto tempo sondellopinione dice quellillustre sperimentalista, e ne hquasi la convinzione, comune, credo, a molti altri amant
della conoscenza della natura, che le varie forme in cui smanifestano le forze della materia abbiano unoriginomune, o, in altre parole, siano cos direttamentollegate fra di loro e interdipendenti da esseronvertibili, come se fossero contenute luna nellaltra
possedessero nelle loro azioni equivalenti poteri.
I filosofi del mondo sotterraneo sostengono che, counattivit del vril, che Faraday probabilmente chiamerebbmagnetismo atmosferico, si possono influenzare l
variazioni di temperatura, ossia, in parole povere, il tempoCon altri interventi, simili a quelli attribuiti al mesmerismoallelettrobiologia, alla forza odica, eccetera, eccetera, mapplicati scientificamente mediante i conduttori di vril, esspossono esercitare influenza sulle menti e sui corpi, sanimali e vegetali, in misura tale da non venir superatneppure dallimmaginazione dei nostri mistici. A tuttqueste forze attribuiscono il nome generico di vril. Zee mhiese se nel mio mondo non sapessimo che tutte le facolt
della mente possono essere accelerate, fino a livel
rraggiungibili in stato di veglia, mediante la trance e l
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visione, in cui i pensieri di un cervello possono esserrasmessi a un altro consentendo, quindi, un rapidnterscambio delle conoscenze. Risposi che da noi svociferava di trance e visioni e che avevo sentito moltparlare e visto alcuni casi in cui venivano indott
artificialmente, come nella chiaroveggenza mesmericaTuttavia tali pratiche erano cadute in disuso, o parzialmentcreditate, in parte a causa degli enormi inganni ai quali s
erano prestate e in parte perch quando si producevaneffetti autentici su certe personalit anomale, tali effetti,un accurato esame e analisi, risultavano notevolmentnsoddisfacenti, assolutamente inaffidabili per qualsivogli
verit sistematica o scopo pratico e, viste le superstizionhe tendevano a generare, potevano essere decisament
pericolosi per i creduloni.Zee accolse le mie risposte con unattenzion
decisamente benevola e disse che anche la loro esperienzcientifica, agli albori del loro sapere, quando le propriet
del vril venivano ancora fraintese, aveva conosciuto simiesempi di abuso e credulit, ma si riserv di tornarullargomento quando fossi stato pi prontoomprenderlo. Si accontent di aggiungere che stat
grazie allazione del vril che, una volta mandato in tranceero riuscito ad apprendere i rudimenti della loro linguaDisse anche che lei e suo padre, che erano stati gli unici aessersi impegnati fino in fondo per vedere lesperimentoavevano acquisito in proporzione una conoscenza della miingua maggiore rispetto a quella che avevo acquisito idella loro, in parte perch la mia lingua era molto piemplice della loro e comprendeva idee molto menomplesse e in parte perch la loro organizzazione era, pe
eredit culturale, molto pi duttile e con una maggior
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apacit di acquisire conoscenza rispetto alla mia. T ra me me contestavo quellaffermazione e avendo avuto nel corsdella vita la possibilit di aguzzare lingegno, tanto in viaggiquanto a casa, non potevo accettare che la miorganizzazione cerebrale potesse essere pi monotona d
quella di un popolo che aveva trascorso tutta la propriesistenza alla luce dei lampioni. Tuttavia, proprio mentrpensavo a questa considerazione, Zee punt lindice alla mironte e mi fece addormentare.
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Capitolo VIII
Quando mi risvegliai, vidi accanto al letto il bambino chaveva portato la corda e gli arpioni da roccia nella primasa in cui ero stato accolto che, come venni a sapere i
eguito, era la residenza del magistrato capo della trib. bambino si chiamava Ta (pronunciato Tar) ed era il figlimaggiore del magistrato. Mi accorsi che durante il miultimo sonno o trance ero riuscito a fare ancora piprogressi nella lingua locale, riuscivo a sostenere unonversazione con relativa facilit e parland
luentemente.Questo bambino era straordinariamente bello, perfinper la bellissima razza a cui apparteneva, con un voltmolto virile per la sua et e con unespressione pi vivaced energica di quella che avevo riscontrato fino a quemomento sui volti sereni e impassibili degli uomini. Mport la tavoletta su cui avevo disegnato in che modo erceso e avevo fatto lo schizzo della testa dellorribile rettilhe mi aveva fatto scappare di paura dal cadavere del mi
amico. Indicando quella parte del disegno, Ta mi fecalcune domande in merito alla grandezza, alla forma demostro e alla caverna, o voragine, da cui era uscito. Il sunteresse per le mie risposte era cos serio da distoglierl
per un po da qualsiasi curiosit inerente la mia persona o miei antenati. Ma con mio grande imbarazzo, viste lpromesse fatte al mio ospite, proprio quando stava peniziare a farmi delle domande, fortunatamente, entr Zee, avendolo casualmente sentito, disse:
Ta, fornisci al nostro ospite qualsiasi informazion
possa desiderare, ma non chiedergliene in cambioChiedergli chi , da dove viene o per quale motivo si trov
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qua costituirebbe uninfrazione alla legge che mio padre htabilito per questa casa.
Cos sia disse Ta premendo la mano sul cuore. Dquel momento fino allultimo in cui lo vidi, quel bambino, dui diventai molto amico, non mi chiese mai pi nulla di ci
he gli era stato proibito.
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Capitolo IX
Col passare del tempo e dopo ripetute trances, se cosvogliamo chiamarle, la mia mente risult pi preparata allcambio di idee con i miei interlocutori e pi pronta
omprendere le diversit di quegli usi e costumi, chnizialmente si rivelarono troppo estranei alla miesperienza per poter essere compresi dalla ragione. Solallora riuscii a raccogliere i seguenti dettagli in meritallorigine e alla storia di questa popolazione sotterraneappartenente a ununica grande razza denominata Ana.
Secondo le prime tradizioni, i lontani progenitori dellazza un tempo avevano abitato in un mondo in superficihe si trovava esattamente sopra a quello successivament
abitato dai loro discendenti. I miti di quel mondo vengonancora conservati nei loro archivi e di quei miti fanno parteggende riguardanti una grande volta in cui le luci novenivano accese dalla mano delluomo. Tuttavia, la maggioparte dei commentatori reputava tali leggende fiaballegoriche. Secondo quelle tradizioni, la Terra, a queempi, non era assolutamente ai suoi albori, bens neravaglio che accompagna la transizione da una forma dviluppo allaltra ed era soggetta a numerosi violentovvertimenti della natura. In seguito a uno di essi, l
porzione di mondo superiore abitata dagli antenati di questazza fu colpita da inondazioni, non rapide, ma graduali ncontrollabili, in cui tutti, tranne qualche superstitevennero sommersi e perirono. Non ho la pretesa di farpeculazioni sul fatto che questa possa essere o meno unestimonianza del nostro Diluvio storico e biblico, o di u
diluvio antecedente di cui parlano i geologi. T uttaviaecondo la cronologia di quel popolo, comparata con quell
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di Newton, doveva essere accaduto molte migliaia di annprima rispetto ai tempi di No.
Daltro canto, il racconto di questi scrittori noombacia con le opinioni pi diffuse fra le autorit deettore geologico, poich presuppone lesistenza di un
azza umana sulla superficie della Terra in date di gran lungantecedenti quelle stabilite per la formazione di un habitaerrestre adatto alla comparsa dei mammiferi. Un gruppo d
malcapitati appartenenti a questa razza, cos colpitdallinondazione, durante lavanzata delle acque, avrebbrovato rifugio in alcune caverne fra le rocce pi alte e
vagando fra queste cavit, avrebbe perso di vista pe
empre il mondo superiore. Tuttavia, lintera faccia dellTerra cambi aspetto a causa di quel grandconvolgimento. La terra era stata trasformata in mare l mare in terra. Nelle profonde viscere della Terra, e monfermarono che si trattava di una certezza, tuttor
possibile trovare resti di abitazioni umane... non capanne
averne, ma grandi citt le cui rovine attestano il grado divilt delle razze esistite prima dellepoca di No, da noonfondersi con le culture a cui la filosofia attribuisce lus
della pietra focaia e la non conoscenza del ferro.Gli scampati avevano portato con s la conoscenza dell
arti che avevano praticato sulla superficie della Terra: artdella cultura e della civilt. La loro prima esigenza devessere stata quella di fornire sotto terra la luce chavevano avuto sulla sua superficie e che avevano persoSembra che in nessun momento, neppure nel periodradizionale, la razza a cui appartiene la trib in cui hoggiornato, abbia mostrato di conoscere lart
dellestrazione della luce dal gas, dal manganese o da
petrolio. Nella loro vecchia condizione di vita si eran
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abituati a lottare contro le forze brute della naturapertanto, la loro prolungata battaglia contro lOceanonquistatore, durata secoli e secoli, aveva perfezionato loro capacit di domare le acque costruendo dighe e canalGrazie a questa capacit erano riusciti a salvaguardare
oro nuovo ambiente.Per molte generazioni disse il mio ospite con un certdisprezzo e orrore, quegli antenati primitivi pare chabbiano degradato il loro status e ridotto la durata della lorvita mangiando carne animale, di vario genere, appartenentalle razze che, come loro, erano sopravvissute al Diluviercando rifugio nelle cavit della Terra. Altri animal
nvece, probabilmente sconosciuti al mondo sulluperficie della Terra, avevano scavato essi stessi taavit.
Quando dal crepuscolo della tradizione emerse quella chpossiamo definire lera storica, gli Ana si erano giorganizzati in diverse comunit e avevano raggiunto u
ivello di civilt molto simile a quello attuale delle nazionpi avanzate sulla superficie della Terra. Conoscevano lmaggior parte delle nostre invenzioni meccanicheompresa lapplicazione sia del vapore sia del gas. Lomunit erano in accesa competizione fra di loro. Ceran
ricchi e i poveri, gli oratori e i conquistatori ombattevano le une contro le altre per un territorio o pe
unidea. Sebbene i vari stati avessero diverse forme dgoverno, iniziarono a preponderare le libere istituzioni; lassemblee popolari aumentarono il loro potere; lepubbliche ben presto divennero onnipresenti. L
democrazia, cui aspiravano i politici europei pi illuminatonsiderandola un fine supremo del progresso politico,
he tuttora prevaleva fra le altre razze sotterranee
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disprezzate e definite barbare, veniva ricordata dalla pielevata famiglia di Ana, a cui apparteneva la trib che mospitava, come uno dei crudi e rozzi esperimentappartenenti agli albori della scienza politica. Era statepoca dellinvidia e dellodio, delle passioni feroci, de
ostanti cambiamenti sociali pi o meno violenti, della lottra classi, della guerra fra stato e stato. Questa fase dellociet, tuttavia, dur per diversi anni e fu infine portata
una conclusione, quanto meno fra le popolazioni pi nobied evolute, con la graduale scoperta dei poteri latenacchiusi nel fluido che permea ogni cosa e che lorhiamano Vril.
Secondo quanto mi raccont Zee, che, da erudita docentdel Collegio dei Saggi, aveva studiato tali argomenti imaniera pi approfondita di qualsiasi altro membro dellamiglia del mio ospite, questo fluido in grado di esser
attivato e disciplinato in modo da agire con potenza su ognorma di materia animata o inanimata. capace d
distruggere come il fulmine, eppure, se applicato imaniera diversa, pu rinvigorire e migliorare la vitaurare, conservare ed a questo fluido che questo popoli affida per curare le malattie o, piuttosto, per consentir
allorganismo di ristabilire il dovuto equilibrio delle suenergie naturali e quindi di guarire. Con questo mezzo sanno strada attraverso le sostanze pi solide, apron
vallate da coltivare fra le rocce delle zone pi selvagge deoro mondo sotterraneo. Da questo fluido ricavano la lucper le loro lampade, la rendono pi costante, pi soffusa alutare rispetto a qualsiasi altro materiale infiammabil
utilizzato in passato.Ma gli effetti della presunta scoperta dei mezzi pe
governare la pi terribile forza del vril si potevano notar
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principalmente nella loro influenza sulla politica socialeMan mano che acquisivano familiarit e dimestichezza coali effetti, le guerre fra coloro che scoprirono il Vressarono poich portarono larte della distruzione a un
perfezione tale da annullare qualsiasi superiorit pe
numero, disciplina e strategia militare. Il fuoco contenutnella cavit di uno scettro di vril impugnato dalla mano di ubambino poteva distruggere la pi solida delle fortezze endere il fuoco di una folla in battaglia dalle prime linee alletrovie. Se due eserciti in grado di manipolare questluido si fossero scontrati, si sarebbero annientati
vicenda. Quindi lera delle guerre era finita, ma con l
essazione delle ostilit divennero ben presto evidenti galtri effetti sullo stato sociale. Luomo era completamentalla merc delluomo poich chiunque avesse incontrato, solo lo avesse voluto, avrebbe potuto ucciderlo allistante
Cos, qualsiasi nozione di governo basata sulla forza spargradualmente dai sistemi politici e dalla giurisprudenza.
olo con la forza che si possono tenere unite le grandomunit disseminate su vasti territori, ma ormai n lnecessit di autodifesa n lorgoglio dellaccrescimentnumerico riuscivano pi a fare in modo che uno statdesiderasse essere pi popoloso dellaltro.
Coloro che scoprirono il vril, quindi, nel corso di alcungenerazioni, si divisero pacificamente in comunit ddimensioni ridotte. La trib in cui ero capitatomprendeva soltanto 12.000 famiglie. Ogni trib occupav
un territorio sufficiente a soddisfare le proprie esigenze en periodi predeterminati, leccesso di popolazione partivalla ricerca di un proprio regno. Sembrava non ci fossalcuna necessit di operare una selezione arbitraria deg
emigranti, cera sempre un numero sufficiente di volontar
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disposti a partire.Questi stati divisi, insignificanti se si considerano
erritorio e la popolazione, appartenevano tutti a ungrande famiglia comune. Parlavano la stessa lingua, anche son dialetti leggermente diversi fra loro. Si sposavano fra d
oro; mantenevano le stesse leggi e le stesse abitudinomuni; e il legame pi importante che teneva unite lomunit era la conoscenza del vril e lutilizzo delle su
energie, pertanto la parola A-Vril era sinonimo di civilt. EVril-ya, che significa Le Nazioni Civili, era il nomomune con cui le comunit che utilizzavano il vril s
distinguevano da quegli Ana che, invece, vivevano com
barbari.Il governo della trib di Vril-ya di cui sto parlando er
apparentemente molto complicato ma, in realt moltemplice. Si basava su un principio che, nel mondo sulluperficie della Terra, veniva riconosciuto a livello teorico
ma tuttavia scarsamente applicato, ossia che loggetto d
qualsiasi sistema di pensiero filosofico sia volto aaggiungimento dellunit, ovvero allascesa con ogni mezzverso la semplicit di ununica causa prima o principioConseguentemente, in politica, perfino gli scrittorepubblicani sono concordi nellaffermare ch
unautocrazia benevola assicurerebbe una miglioramministrazione, se solo ci fossero garanzie sulla suontinuit o fosse possibile prevenire qualsiasi eventual
abuso di potere. Questa singolare comunit ha elettoquindi, un solo magistrato supremo, il Tur. Il magistratupremo nominalmente manteneva la sua carica a vita
anche se raramente poteva essere spinto a mantenerla coavvicinarsi della vecchiaia. In questa societ, infatti, null
nduceva i propri membri a desiderare ardentemente l
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preoccupazioni di un simile incarico. Non veniviconosciuto nessun onore e nessun emblema di ranguperiore. Il magistrato supremo non si distingueva dag
altri n per unabitazione pi sontuosa, n per un reddituperiore. Daltra parte, i doveri cui era tenuto a far front
erano moderati e semplici e non richiedevano nessuivello preponderante di energia o intelligenza. Poich noera alcun rischio che potesse scoppiare una guerra, noerano eserciti da mantenere. Non essendoci un govern
di forza, non cera polizia da arruolare e dirigere. Ci chnoi chiamiamo criminalit era qualcosa di assolutamentconosciuto ai Vril-ya, che non avevano neppure i tribuna
penali. I rari casi di dispute civili venivano sottopostallarbitrato di amici scelti dalle parti in causa o nominati daConsiglio dei Saggi, di cui parler in seguito.
Non cerano avvocati di professione e le leggi di questpopolo altro non erano che convenzioni amichevoli, poichnon cera possibilit di applicare la legge nei confronti di u
rasgressore che custodiva nel suo scettro lenerginecessaria ad annientare i giudici. Nel corso degli anni, lgente si era tacitamente abituata a rispettare determinatonsuetudini e norme. Se per qualche ragione un individurovava difficile rispettarle, abbandonava la comunit peecarsi altrove. In quello stato vigeva una sorta di accordimile a quello esistente nella nostra istituzione privat
della famiglia, in cui, virtualmente, diciamo a ogni membradulto indipendente che riceviamo e ospitiamo: Puoestare o andartene, a seconda del fatto che le nostronsuetudini e le nostre regole ti piacciano o meno.
Tuttavia, sebbene non esistessero leggi, nel senso in cue intendiamo noi, non c razza sulla faccia della Terra ch
e rispetti cos tanto. Lobbedienza alle norme adottate dall
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omunit diventata pi che altro un istinto, quasi fosstata inoculata loro dalla natura. Perfino in casa, ciascuapofamiglia stabiliva delle norme e non veniva mai nontraddetto n criticato da alcun membro della suamiglia.