EDUCAZIONE TERAPEUTICA LA CURA DEL … · L’educazione terapeutica è l’attività finalizzata...
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EDUCAZIONE TERAPEUTICA
LA CURA DEL PRENDERSI CURA“Aiutami a fare da solo”
Maria Montessori
Moderatori: Carlo Nozzoli - Roberta Rapetti
Relatori: Paola Cosma - Roberta Rapetti
L’educazione terapeutica è l’attività finalizzata ad aiutare
il paziente, la sua famiglia e il care-giver a comprendere la malattia e il suo trattamento, a collaborare
attivamente alla realizzazione di tutto il percorso terapeutico e a
prendersi cura del proprio stato di salute per mantenere e migliorare la propria qualità di vita. Gli obiettivi di questo corso sono di
acquisire strumenti di miglioramento e arricchimento dell’identità professionale dell’infermiere, di riduzione dello
stress da lavoro correlato e di rafforzare i rapporti interpersonali, intraprofessionali al fine di favorire nella
persona affetta da malattia cronica l’autonomia decisionale, lo sviluppo
e la mobilitazione delle risorse latenti acquisendo le capacità necessarie
PersonaPersona è “il cittadino” inteso come detentore di è “il cittadino” inteso come detentore di diritti e protagonista delle attività di promozione diritti e protagonista delle attività di promozione
e tutela del suo stato di salute in constante e tutela del suo stato di salute in constante cambiamento.cambiamento.
AssistitoAssistito è “la persona” con cui l’infermiere è “la persona” con cui l’infermiere attiva una peculiare, specifica e professionale attiva una peculiare, specifica e professionale
relazione in cui trova manifestazione il rispetto, relazione in cui trova manifestazione il rispetto, il confronto e il dialogo vissuti come principi il confronto e il dialogo vissuti come principi
guida della deontologia professionale.guida della deontologia professionale.
Annalisa Silvestro Presidente della Federazione nazionale Collegi IPASVI
Il prendersi cura Il prendersi cura è agito attraverso la è agito attraverso la strutturazione di una relazione empatica e strutturazione di una relazione empatica e fiduciaria soprattutto quando l’assistito vive fiduciaria soprattutto quando l’assistito vive
momenti difficili, diviene “più fragile” e perciò momenti difficili, diviene “più fragile” e perciò ancora più bisognoso di aiuto e sostegno. Nel ancora più bisognoso di aiuto e sostegno. Nel
processo del prendersi cura il professionista orienta processo del prendersi cura il professionista orienta la sua azione al bene dell’assistito di cui attiva le la sua azione al bene dell’assistito di cui attiva le
risorse e che sostiene perché raggiunga la risorse e che sostiene perché raggiunga la maggiore autonomia possibile soprattutto quando maggiore autonomia possibile soprattutto quando
vi è disabilità, svantaggio o fragilità.vi è disabilità, svantaggio o fragilità.
Annalisa SilvestroAnnalisa Silvestro Presidente della Federazione nazionale Collegi IPASVIPresidente della Federazione nazionale Collegi IPASVI
“Non puoi insegnare qualcosa ad un uomo.
Lo puoi solo aiutare a scoprirla dentro di sé “
Galileo Galilei
““Ecco dunque un principio essenziale: Ecco dunque un principio essenziale: insegnare i dettagli insegnare i dettagli
significa portare confusione, significa portare confusione, stabilire la relazione tra le cose stabilire la relazione tra le cose significa portare la conoscenza”significa portare la conoscenza”
Maria MontessoriMaria Montessori
“La cura del prendersi cura” Caratteristiche e strumenti dell’educazione
terapeutica La metodologia Analisi di situazioni critiche La comunicazione efficace Analisi di situazioni critiche Trasferimento dell’apprendimento nel contesto
organizzativo Analisi di situazioni critiche Compilazione check-list Questionario ECM
L’educazione terapeutica consiste nell’aiutare il paziente e la sua famiglia a
comprendere la malattia e il trattamento, a collaborare alle cure, a
farsi carico del proprio stato di salute ed a conservare e migliorare la propria
qualità di vita.
OMS 1998
“L’educazione terapeutica dovrebbe permettere ai pazienti di acquisire e di conservare le capacità e le competenze
che li aiutano a vivere in maniera ottimale la loro vita con la malattia”
J-F D’Ivernois““L’educazione terapeutica del paziente diabetico: L’educazione terapeutica del paziente diabetico:
educazione alla terapia insulinica intensiva e qualità di vita”, 1999educazione alla terapia insulinica intensiva e qualità di vita”, 1999
L’Educazione TerapeuticaL’Educazione Terapeutica è un processo di apprendimento è un processo di apprendimento
sistemicosistemico, , centrato sul pazientecentrato sul paziente, , continuocontinuo deve essere deve essere
strutturatastrutturata, , organizzataorganizzata e fornita in maniera e fornita in maniera sistematicasistematica a tutti i pazienti con una a tutti i pazienti con una
varietà di mezzivarietà di mezzi è è multiprofessionalemultiprofessionale, , intraprofessionaleintraprofessionale, , intersettorialeintersettoriale, comprende il , comprende il lavoro di retelavoro di rete
viene erogata da viene erogata da operatori sanitari formati operatori sanitari formati
OMS 1998OMS 1998
D.M. 734/94comma 2 Art. 1
“L’assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa
è di naturatecnica, relazionale, educativa. …”
CODICE DEONTOLOGICODELL’INFERMIERE 2009
4. Rapporti con la persona assistita.
4.1 L’infermiere promuove attraverso l’educazione stili di vita sani e la diffusione di una cultura
della salute; a tal fine attiva e mantiene la rete di rapporti tra servizi e operatori
4.5 L’infermiere nell’aiutare e sostenere la persona nelle scelte terapeutiche, garantisce le
informazioni relative al piano di assistenza ed adegua il livello di comunicazione alla capacità
del paziente di comprendere.Si adopera affinché la persona disponga di
informazioni globali e non solo cliniche........
L’ informazione è un processo passivo incentrato su chi la fornisce
L’educazione è un processo interattivo focalizzato su colui che apprende
Renzo Marcolongo e Angela Rigoli “Educazione Terapeutica per Pazienti”,1996 Educazione Terapeutica per Pazienti”,1996
Gli obiettivi dell’attività educativa dell’infermiere sono di
rafforzare l’autonomia decisionale dell’utente
promuovere e facilitare l’uso dei servizi sanitari
aiutare a convivere attivamente con la cronicità
La SALUTE, come “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”, viene considerata un diritto e come
tale si pone alla base di tutti gli altri diritti fondamentali che spettano alle persone.
…viene considerata più un mezzo che un fine e può essere definita come una risorsa di vita
quotidiana…
Statuto OMS, 1948
Il termine ILLNESS è usato con riferimento a qualcosa che
altera lo stato generale del paziente.Si riferisce all’esperienza personale e profonda del paziente e riguarda il suo stato di benessere, la percezione che
qualcosa non va nel suo corpo, riguarda i vari sintomi di dolore, disagio, malessere,
le sue paure e le sue aspettative.
Creton G., Corbelli G., Crescini T. “Assistenza domiciliare per pazienti oncologici: considerazioni sugli aspetti
psicologici, socio-sanitari e sulla formazione del personale”, 1999
Il termine DISEASE
Si riferisce ai differenti disordini organici dei vari tessuti o apparati, causa della
comparsa clinica dei segni e sintomi della malattia
Creton G., Corbelli G., Crescini T. “Assistenza domiciliare per pazienti oncologici: considerazioni sugli aspetti
psicologici, socio-sanitari e sulla formazione del personale”, 1999
Lo scopo dell’ ET è di consentire al paziente di:
Conoscere la propria malattia sapere conoscenza
Gestire la terapia in modo competente saper fare autogestione
Prevenire le complicanze evitabilisaper essere atteggiamentisaper agire comportamenti
Renzo Marcolongo e Angela Rigoli ““Educazione Terapeutica per Pazienti”,1996 Educazione Terapeutica per Pazienti”,1996
Il paziente competenteIl paziente competente
è una è una personapersona
che conosce ciò che gli occorre sapere della che conosce ciò che gli occorre sapere della “sua” malattia, i benefici, i rischi e le “sua” malattia, i benefici, i rischi e le
corrette modalità di assunzione della “sua” corrette modalità di assunzione della “sua” terapiaterapia
Marcolongo R., Bonadiman L., Gagnayre R.Marcolongo R., Bonadiman L., Gagnayre R.““Curare con il malato: l’educazione terapeutica come postura professionale”, 2006Curare con il malato: l’educazione terapeutica come postura professionale”, 2006
una una personapersona
che mette in pratica (saper fare) che mette in pratica (saper fare) ragionamenti e gesti corretti di ragionamenti e gesti corretti di
autosorveglianza e curaautosorveglianza e cura
Marcolongo R., Bonadiman L., Gagnayre R.Marcolongo R., Bonadiman L., Gagnayre R.““Curare con il malato: l’educazione terapeutica come postura professionale”, 2006Curare con il malato: l’educazione terapeutica come postura professionale”, 2006
una una personapersona
che assume atteggiamenti (saper essere) e che assume atteggiamenti (saper essere) e mette in atto comportamenti (saper agire)mette in atto comportamenti (saper agire)
sicuri e consoni alle esigenze dettate dalla sicuri e consoni alle esigenze dettate dalla malattia e dalla curamalattia e dalla cura
Marcolongo R., Bonadiman L., Gagnayre R.Marcolongo R., Bonadiman L., Gagnayre R.““Curare con il malato: l’educazione terapeutica come postura professionale”, 2006Curare con il malato: l’educazione terapeutica come postura professionale”, 2006
CAREGIVERLa letteratura anglosassone definisce con
questo termine “colui che presta le cure”
Si distinguono due figure:il CAREGIVER INFORMALE
il CAREGIVER FORMALE
Stefania Ferreri“Chi è il caregiver?” , 2006
CAREGIVER INFORMALEprimary caregiver, può essere il figlio, il coniuge, la persona che all’interno della famiglia si assume in modo principale il
compito di cura e di assistenza al congiunto malato
CAREGIVER FORMALEil professionista sanitario
Stefania Ferreri“Chi è il caregiver?” , 2006
Il tempo dedicato dal caregiver all’attività assistenziale è equivalente ad una
giornata di lavoro e quindi nelle situazioni più gravi questo ruolo diventa
incompatibile con un’attività lavorativaAlcuni dati….
73,8% dei familiari caregiver è donna65% dei familiari caregiver ospita il malato
in casa70% dei caregiver ha meno di 60 anni
(Censis 1999)
Il CAREGIVERIl CAREGIVERattraverso l’educazione terapeutica ha il vantaggio attraverso l’educazione terapeutica ha il vantaggio
di:di: partecipare attivamente al percorso di cura del partecipare attivamente al percorso di cura del
proprio congiuntoproprio congiunto acquisire le competenze necessarie per poter acquisire le competenze necessarie per poter
gestire l’assistenzagestire l’assistenza riconoscere i bisogni del paziente e avere la riconoscere i bisogni del paziente e avere la
possibilità di soddisfarlipossibilità di soddisfarli riuscire a vivere rapporti più armonici con i riuscire a vivere rapporti più armonici con i
curanticuranti
Satta Hai AnnaSatta Hai Anna““Il ruolo dell’infermiere specializzato nell’educazione terapeutica”, 2012Il ruolo dell’infermiere specializzato nell’educazione terapeutica”, 2012
STRUMENTISTRUMENTI dell’Educazione Terapeuticadell’Educazione Terapeutica
Comunicazione efficaceComunicazione efficace Simulazione delle abilità gestualiSimulazione delle abilità gestuali
Costruzione di checklist con gli interventi Costruzione di checklist con gli interventi individualizzatiindividualizzati
Illustrazione di opuscolo informativoIllustrazione di opuscolo informativo
METODOLOGIAMETODOLOGIA
ANALISI DEL BISOGNOANALISI DEL BISOGNO
PROGETTAZIONEPROGETTAZIONE
ATTUAZIONEATTUAZIONE
VALUTAZIONEVALUTAZIONED'Ivernois J.F., Gagnayre R., D'Ivernois J.F., Gagnayre R.,
““Educare il paziente, un approccio pedagogico”, 2006Educare il paziente, un approccio pedagogico”, 2006
La strada dell’educazione terapeutica, La strada dell’educazione terapeutica, la strada della condivisione con il paziente di la strada della condivisione con il paziente di
informazioni ed obiettivi, del supporto alla informazioni ed obiettivi, del supporto alla motivazione è, secondo Assal, motivazione è, secondo Assal,
“probabilmente l’unico modo in cui un “probabilmente l’unico modo in cui un medico o un infermiere può essere medico o un infermiere può essere davvero utile alla persona con una davvero utile alla persona con una
malattia cronica….”malattia cronica….”
Jean Philippe Assal, 2011Jean Philippe Assal, 2011
Analisi del bisogno Analisi del bisogno identificare i bisogni identificare i bisogni educativieducativi
DIAGNOSI EDUCATIVADIAGNOSI EDUCATIVA
Il paziente cosa sa? Cosa ha?Il paziente cosa sa? Cosa ha?Cosa fa? Quali progetti ha?Cosa fa? Quali progetti ha?
Quali sono i suoi limiti e le sue potenzialità?Quali sono i suoi limiti e le sue potenzialità?
Marcolongo R., Rossato E.Marcolongo R., Rossato E.““Educazione terapeutica del malato e della sua famiglia”, 2011Educazione terapeutica del malato e della sua famiglia”, 2011
““Ogni volta che incontro un paziente io Ogni volta che incontro un paziente io parto da zero. Letteralmente io non so parto da zero. Letteralmente io non so
nulla, nulla che importi davvero al nulla, nulla che importi davvero al paziente. Ma lui sì. La risposta nasce dal paziente. Ma lui sì. La risposta nasce dal paziente, io posso solo fornire qualche paziente, io posso solo fornire qualche
strumento e qualche opinione”.strumento e qualche opinione”.
Jean Philippe Assal, 2011Jean Philippe Assal, 2011
Progettazione Progettazione negoziare i contenuti e gli obiettivi negoziare i contenuti e gli obiettivi educativi: educativi:
CONTRATTO EDUCATIVO-TERAPEUTICOCONTRATTO EDUCATIVO-TERAPEUTICODefinire con il paziente obiettivi condivisi, ciò che Definire con il paziente obiettivi condivisi, ciò che deve sapere o deve essere capace di fare alla fine deve sapere o deve essere capace di fare alla fine
del programma educativo del programma educativo
Marcolongo R., Rossato E.Marcolongo R., Rossato E.““Educazione terapeutica del malato e della sua famiglia”, 2011Educazione terapeutica del malato e della sua famiglia”, 2011
OBIETTIVI di SICUREZZAcomuni a tutti i pazienti e realizzabili in
modo variabile nel tempo
OBIETTIVI SPECIFICIrelativi a bisogni del singolo paziente e
pianificabili nel tempo
Marcolongo R., Rossato E.Marcolongo R., Rossato E.““Educazione terapeutica del malato e della sua famiglia”, 2011Educazione terapeutica del malato e della sua famiglia”, 2011
““..Il medico deve chiarire che il suo obiettivo ..Il medico deve chiarire che il suo obiettivo coincide con quello del paziente: far si che coincide con quello del paziente: far si che la terapia funzioni al meglio, che permetta la terapia funzioni al meglio, che permetta alla persona di vivere nel migliore dei modi alla persona di vivere nel migliore dei modi
con la sua patologia”.con la sua patologia”.
Jean Philippe Assal, 2011Jean Philippe Assal, 2011
Attuazione Attuazione proporre percorsi di apprendimento proporre percorsi di apprendimento pertinenti e interattivipertinenti e interattivi
INSEGNAMENTO/APPRENDIMENTO ATTIVOINSEGNAMENTO/APPRENDIMENTO ATTIVOScegliere quali conoscenze eScegliere quali conoscenze e abilità pratiche trasferire abilità pratiche trasferire
Marcolongo R., Rossato E.Marcolongo R., Rossato E.““Educazione terapeutica del malato e della sua famiglia”, 2011Educazione terapeutica del malato e della sua famiglia”, 2011
Per facilitare l’apprendimento si devono Per facilitare l’apprendimento si devono scegliere dei:scegliere dei:
CONTENUTI ESSENZIALICONTENUTI ESSENZIALI METODI PEDAGOGICI INDIVIDUALI O METODI PEDAGOGICI INDIVIDUALI O
COLLETTIVI pertinenti e comodiCOLLETTIVI pertinenti e comodi
ed è necessario ed è necessario PIANIFICARE IL PERCORSO PIANIFICARE IL PERCORSO EDUCATIVO-TERAPEUTICOEDUCATIVO-TERAPEUTICO
Marcolongo R., Rossato E.Marcolongo R., Rossato E.
““Educazione terapeutica del malato e della sua famiglia”, 2011Educazione terapeutica del malato e della sua famiglia”, 2011
““Quello che il paziente vuole è Quello che il paziente vuole è un’informazione precisa sull’uso di farmaci un’informazione precisa sull’uso di farmaci e presidi nella vita quotidiana. Se uno ti e presidi nella vita quotidiana. Se uno ti
chiede – Che ore sono? - non vuole come chiede – Che ore sono? - non vuole come risposta la descrizione del funzionamento risposta la descrizione del funzionamento
dell’orologio”dell’orologio”
Jean Philippe Assal, 2011Jean Philippe Assal, 2011
VALUTAZIONEVALUTAZIONE controllare i risultati controllare i risultati dell’attività educativa dell’attività educativa
SONO STATI RAGGIUNTI GLI OBIETTIVI?SONO STATI RAGGIUNTI GLI OBIETTIVI?
La valutazione prende in considerazione La valutazione prende in considerazione l’ AREA EDUCATIVAl’ AREA EDUCATIVA l’ AREA BIO-CLINICAl’ AREA BIO-CLINICA
l’ AREA PSICOSOCIALEl’ AREA PSICOSOCIALE
Marcolongo R., Rossato E.Marcolongo R., Rossato E.““Educazione terapeutica del malato e della sua famiglia”, 2011Educazione terapeutica del malato e della sua famiglia”, 2011
AREA EDUCATIVAil percorso ha permesso al paziente di acquisire
nuove conoscenze, capacità, abitudini, comportamenti più idonei?
AREA BIO-CLINICAil percorso ha modificato l’evoluzione della
malattia?AREA PSICOSOCIALE
ha migliorato la qualità di vita del paziente e la sua collaborazione con il personale sanitario?
Marcolongo R., Rossato E.Marcolongo R., Rossato E.““Educazione terapeutica del malato e della sua famiglia”, 2011Educazione terapeutica del malato e della sua famiglia”, 2011
““Non esistono errori, ogni situazione è un Non esistono errori, ogni situazione è un punto di partenza, ci insegna qualcosa.punto di partenza, ci insegna qualcosa.
Non si può pretendere che tutti imparino Non si può pretendere che tutti imparino tutto e subito. E’ irrealistico. Occorre tutto e subito. E’ irrealistico. Occorre
attendere i tempi di ciascuna persona, attendere i tempi di ciascuna persona, occorre anche prendersi dei rischi: la occorre anche prendersi dei rischi: la
mamma non tiene per mano il bambino mamma non tiene per mano il bambino che va in bicicletta, lo lascia andare che va in bicicletta, lo lascia andare sapendo che le prime volte cadrà”sapendo che le prime volte cadrà”
Jean Philippe Assal, 2011Jean Philippe Assal, 2011
LA COMUNICAZIONE EFFICACELA COMUNICAZIONE EFFICACE
Comunicare consiste nella trasmissione di un Comunicare consiste nella trasmissione di un messaggio da un messaggio da un emittenteemittente che lancia un che lancia un
messaggio, attraverso un canale, admessaggio, attraverso un canale, ad uno o più riceventi.uno o più riceventi.
Se questo o questi rispondono, diventando Se questo o questi rispondono, diventando emittenti a loro volta, si instaura una emittenti a loro volta, si instaura una
comunicazione di tipo circolarecomunicazione di tipo circolare
ASPIC Counseling & CulturaASPIC Counseling & Cultura
La comunicazione di ritorno, La comunicazione di ritorno, detta detta feed-backfeed-back,,
consente all’emittente originario di capire se consente all’emittente originario di capire se il ricevente ha percepito o decodificato il il ricevente ha percepito o decodificato il
messaggio correttamente,messaggio correttamente,secondo le intenzioni di chi lo ha emessosecondo le intenzioni di chi lo ha emesso
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Gestire e comprendere le dinamiche Gestire e comprendere le dinamiche comunicative interpersonali comporta comunicative interpersonali comporta
l’osservazione l’osservazione degli degli atteggiamentiatteggiamenti: convinzioni : convinzioni
personali e valori personalipersonali e valori personali dei dei comportamenticomportamenti: influenzati da fattori : influenzati da fattori
di personalità, fattori emotivi-affettivi, di personalità, fattori emotivi-affettivi, fattori socio-culturali, l’ambiente, il fattori socio-culturali, l’ambiente, il
contesto, il momento della nostra vita che contesto, il momento della nostra vita che stiamo vivendo stiamo vivendo
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Ogni messaggio ha un aspetto di Ogni messaggio ha un aspetto di contenutocontenuto,,
quello che viene detto,quello che viene detto,e un aspetto die un aspetto di
relazionerelazione,,il modo in cui viene dettoil modo in cui viene detto
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Comunicazione Comunicazione Verbale Non verbale Paraverbale Verbale Non verbale Paraverbale
Il corpo non mente, le parole a volte si.Il corpo non mente, le parole a volte si.
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La Comunicazione Non Verbale si esprime La Comunicazione Non Verbale si esprime con con
l’espressione del voltol’espressione del volto lo sguardolo sguardo
i gesti e i movimenti del corpo, volontari ed i gesti e i movimenti del corpo, volontari ed involontariinvolontari
la posturala postura il contattoil contatto
il comportamento spazialeil comportamento spaziale gli abitigli abiti
il comportamento paraverbaleil comportamento paraverbale
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Percentuali di efficacia dei diversi tipi di Percentuali di efficacia dei diversi tipi di comunicazione:comunicazione:
55% 38% 7%55% 38% 7%CNV CPV CVCNV CPV CV
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Diventa quindi molto importante rendersi Diventa quindi molto importante rendersi conto della propria comunicazione non conto della propria comunicazione non
verbale e saperla anche cogliere negli altri, verbale e saperla anche cogliere negli altri, ciò permette di approfondire il livello della ciò permette di approfondire il livello della
comprensione reciproca catturando comprensione reciproca catturando informazioni preziose sullo stato emotivo informazioni preziose sullo stato emotivo
dell’altra persona, conferme e dell’altra persona, conferme e incongruenze, desideri inespressi ed incongruenze, desideri inespressi ed
esitazioni, resistenze ed apertureesitazioni, resistenze ed aperture
COMPETENZA EMOTIVA“La competenza emotiva richiede tre capacità: quella di comprendere le proprie
emozioni, quella di ascoltare gli altri immedesimandosi nelle loro emozioni,
quella di esprimere le emozioni in modo produttivo.
Claude Steiner, Paul Perry“L’alfabeto delle emozioni. Come conquistare la competenza emotiva”, 1999
Essere emotivamente competenti significa riuscire a gestire le emozioni aumentando
il proprio potere personale e la qualità della vita. La competenza emotiva migliora i rapporti, crea possibilità d’affetto tra le
persone, rende possibile il lavoro cooperativo e facilita il senso di comunità.”
Claude Steiner, Paul Perry“L’alfabeto delle emozioni. Come conquistare la competenza emotiva”, 1999
ASCOLTO ATTIVOASCOLTO ATTIVO““E’ sbalorditivo come certe cose che E’ sbalorditivo come certe cose che
sembrano insolubili diventano solubili se sembrano insolubili diventano solubili se qualcuno ci ascolta, come una confusione qualcuno ci ascolta, come una confusione che sembra irrimediabile si trasforma in un che sembra irrimediabile si trasforma in un flusso che scorre con relativa limpidezza. flusso che scorre con relativa limpidezza. Ho apprezzato profondamente le volte in Ho apprezzato profondamente le volte in
cui ho sperimentato questo ascoltocui ho sperimentato questo ascoltoSENSIBILE, EMPATICO, CONCENTRATO”.SENSIBILE, EMPATICO, CONCENTRATO”.
Carl Rogers Carl Rogers
ELEMENTI CHE NON APPARTENGONO AD UNA BUONA ATTIVITA’ DI
ASCOLTO Interrompere Dare giudizi Ridicolizzare
Imporre Generalizzare Interpretare Svalutare Consolare Moralizzare
Offrire consigli non richiesti Preparare una risposta mentre l’altro
sta parlando per offrire una soluzione
ELEMENTI CHE CARATTERIZZANO UNA BUONA ATTIVITA’ DI
ASCOLTO
Ascoltare in silenzio senza interrompere Ascoltare le proprie emozioni
Guardare la persona che sta parlando Mostrare interesse ed attenzione con
cenni e parole di incoraggiamento Fare domande di chiarimento
Riformulare, ricapitolare Riflettere il vissuto senza giudicare
(feed-back fenomenologico)
EMPATIA
“Significa vivere temporaneamente nella vita di un altro, muovendosi delicatamente,
senza emettere giudizi; significa intuire i significati di cui l'altra persona è
scarsamente consapevole, senza però svelare i sentimenti totalmente inconsci, perché ciò sarebbe troppo minaccioso.
Carl Rogers “Un modo di essere”, 1983
In un certo senso, significa che voi stessi vi mettete da parte; questo può essere fatto
solo da persone che sono abbastanza sicure di sé da sapere che non si
perderanno in ciò che nel mondo dell'altro potrebbe risultare strano o bizzarro, e che possono comodamente ritornare al loro
mondo personale appena lo desiderano”.Carl Rogers
“Un modo di essere”, 1983
ASSERTIVITA’ L'assertività (dal latino "asserere" che significa "asserire"), o asserzione (o anche affermazione di sé), è una caratteristica del comportamento umano che consiste nella capacità di esprimere in modo
chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni.
ASPIC Counseling & Cultura
IL COUNSELINGIL COUNSELING è un insieme di atteggiamenti, abilità, tecniche e strumenti è un insieme di atteggiamenti, abilità, tecniche e strumenti
per stare in relazione con l'altra persona, per stare in relazione con l'altra persona, aiutandola, in un certo senso, ad aiutarsiaiutandola, in un certo senso, ad aiutarsi..
E' una metodologia di consulenza fondata sul concetto diE' una metodologia di consulenza fondata sul concetto diascolto attivoascolto attivo
e sull'attenzione rivolta alle risorse interne e alle e sull'attenzione rivolta alle risorse interne e alle potenzialità della persona. potenzialità della persona.
Il counseling non impone una direttiva, pone l'altro nella Il counseling non impone una direttiva, pone l'altro nella condizione di esplorarsi per trovare la sua soluzione; a condizione di esplorarsi per trovare la sua soluzione; a
differenza di altri approcci a carattere psicologico, differenza di altri approcci a carattere psicologico, non considera l'individuo come portatore di problemi, ma non considera l'individuo come portatore di problemi, ma
come portatore e origine delle soluzionicome portatore e origine delle soluzioni
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E’ possibile utilizzare metodiche specifiche come l’empowerment per sostenere una
persona affetta da malattia cronica, motivandola ad essere protagonista della cura in modo da acquisire un ruolo che le
conferisca potere decisionale.
Nell’ambito dell’educazione terapeutica il counseling infermieristico è un processo centrato sulla persona, ascoltando con
interesse ciò che racconta con le parole e con il corpo, confermando di aver
compreso ciò che esprime con riformulazioni e ricapitolazioni,
rassicurandolo attraverso feed-back verbali e non verbali
“Se una persona è in difficoltà, il miglior modo di venirle in aiuto non è dirle cosa
fare, quanto piuttosto aiutarla a comprendere la sua situazione e a gestire
il problema assumendo da sola e pienamente le responsabilità delle scelte
eventuali”
Carl Rogers“La terapia centrata sul cliente”, 1951