Educazione Sanitaria ed Alimentare del paziente...

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Educazione Sanitaria ed Alimentare del paziente diabetico BMI Consigli alimentari Attività fisica

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Educazione Sanitaria ed Alimentare del paziente diabetico

BMI

Consigli alimentari

Attività fisica

l’indice di massa corporea (Body Mass Index - BMI) esprime il peso in funzione dell’altezza

la misura del giro vita (circonferenza addominale) o il rapporto circonferenza addominale/circonferenza fianchi (WHR) esprimono il tipo di distribuzione del grasso corporeo.

Il BMI si calcola dividendo il peso in Kg per il quadrato dell’altezza in

metri: Peso (Kg) / altezza2 (metri). Il BMI va interpretato come segue:

Indice di massa corporea

Sottopeso < 18.5

Normale 18.5 – 24.9

Sovrappeso 25 – 29.9

Obesità > 30

• La circonferenza addominale è determinata misurando con un metro da sarta il “giro vita”. Una circonferenza addominale > a 102 cm per l’uomo e > 88 cm per la donna indica una obesità viscerale.

• Il rapporto fra circonferenza vita e circonferenza fianchi è un altro indice: un valore > 1 nel maschio o > 0.9 nella femmina indica una distribuzione viscerale del grasso.

COME VALUTARE IL PESO CORPOREO E LA DISTRIBUZIONE DEL GRASSO

Il bilancio energetico • Il peso corporeo rappresenta l’espressione tangibile del

bilancio energetico tra entrate e uscite caloriche. • Se si introduce più energia con il cibo di quanto se ne

consuma, l’eccesso si accumula sotto forma di tessuto adiposo con un aumento del peso corporeo.

• Se si introduce meno energia rispetto al fabbisogno si ha una riduzione del peso corporeo.

Energia introdotta

Energia consumata

BILANCIO ENERGETICO

Introito calorico Dispendio calorico

1 g di CHO = 4 kcal

1 g di Prot = 4 kcal

1 g di grassi = 9 kcal

Bilancio energetico

positivo

Bilancio energetico

negativo

Aumento di peso Riduzione di peso

Calcolo del peso corporeo di riferimento

• Uomini adulti: 48 Kg. Per i primi 152 cm di altezza + 1.1 Kg. per ogni cm al di sopra di 152

• Donne adulte: 45Kg. Per i primi 152 cm di altezza + 0.9 Kg. per ogni cm di altezza oltre i 152

Calcolo del peso di riferimento 2 (semplifichiamoci la vita)

• moltiplicate per 24 (BMI desiderabile)

l’altezza espressa in metri elevata al

quadrato

• Peso di riferimento = altezza2 (in metri) x 24

• Es. per un soggetto alto 1,70 m = 69 Kg

IL CONSUMO ENERGETICO TOTALE

= Dispendio energetico a riposo

+

Costo energetico per attività fisica e lavorativa

Calcolo del dispendio energetico a riposo

• Uomini = peso corporeo di riferimento (kg.) x 24

• Donne = peso corporeo di riferimento (Kg.) x 22

Formule Utili

Metabolismo Basale*

Uomini = 66,4+[13,7x(peso kg)]+[5x(alt. cm)]-[6,8x(età anni)]

Donne = 65,5+[9,6x(peso kg)]+[1,8x(alt. cm)]-[4,7x(età anni)]

1 MET = 1 kcal/h = 3,5 ml/kg/min VO2

Stima dispendio energetico a piedi in kcal

km percorsi x kg peso x 0,9

Stima dispendio energetico in bicicletta

km percorsi x 20 (in pianura)

*Harris e Benedict

Il MET

• Il MET viene utilizzato in formule

metaboliche quale unità di misura del

dispendio energetico umano.

• 1 MET = quantità di O2 necessaria

all’organismo per 1 minuto in condizioni di

riposo

• 1 MET = 3,5 ml O2 / Kg / min =

= 0.0175 kcal/kg/min = 1 kcal / kg / h

• Il MET rappresenta un multiplo del

Metabolismo Basale: allenarsi a 2 METS

significa fare un esercizio che richiede il

doppio dell’ossigeno che è richiesto a riposo

Dispendio energetico di alcune attività (kcal per 10 min./ora per una persona di 70 Kg e intensità dell’esercizio in MET)

Attività Kcal MET Attività Kcal MET

Riposo a letto 10 / 60 1 Corsa (15 Km/h) 180 / 1080 18

Stare seduti 14 / 84 1.4 Bici (ricreativa) 60 / 360 6

Stare in piedi 17 / 102 1.7 Ciclismo (21

Km/h)

110 / 600 10

Pulire

pavimenti

36 / 216 3.6 Nuoto 100 / 600 10

Stirare 25 / 150 2.5 Calcio 120 / 720 12

Spolverare 22 / 132 2.2 Tennis 90 / 540 9

Danza (valzer) 50 / 300 5 Sci fondo 120 / 720 12

Marcia (4 kM/h) 25 / 150 2.5 Sci discesa 80 / 480 8

Corsa (9 Km/h) 100 / 600 10 Ginnastica 50 / 300 5

Costo energetico di alcune attività fisiche negli uomini (40-64 aa)

1 MET = 3.5 ml O2/kg/min = 1 kcal/kg/h

<2,5 2,5-4,4 4,5-5,9 6-8,4 8,5-10 >10

MET/ora

Sforzo vigoroso: > 6 MET Sforzo lieve-moderato: 2,5- 6 MET

La Piramide Alimentare

Linee guida per la corretta alimentazione

• Consumare

regolarmente pane

(meglio se integrale),

pasta, riso integrale e

altri cereali

• Aumentare consumo di:

verdura, frutta e legumi

• 2 porzioni di verdura

ogni giorno

• 2-4 pezzi di frutta

ogni giorno

• 3 porzioni di

legumi/settimana

Linee guida per la corretta alimentazione

Aumentare consumo di

pesce (ricco in acidi

grassi omega-3) e ridurre

quello di carne rossa

•Pesce almeno 2-3

porzioni/settimana

•Preferire carni

bianche (pollo,

coniglio) alle carni

rosse

Preferire il latte scremato

o parzialmente scremato

Limitare il consumo di

formaggi

Linee guida per la corretta alimentazione

Limitare l’apporto calorico proveniente dai grassi (< 30% delle calorie totali), ridurre grassi saturi (<10% calorie) e colesterolo alimentare (<250 mg/die) • Limitare il consumo di

grassi/ alimenti di origine animale

• Evitare i grassi transidrogenati

• Preferire i grassi insaturi, specie i monoinsaturi (10-15% calorie)

• Scegliere oli di origine vegetale, in particolare l’olio d’oliva extravergine

Linee guida per la corretta alimentazione

Moderare il consumo di

alimenti e bevande dolci Moderare il consumo di

alcool • 2 bicchieri di

vino/giorno (maschi)

• 1 bicchiere di vino/giorno (femmine) salvo controindicazioni specifiche)

Moderare il consumo di sale: <6g/giorno • Limitare l’aggiunta

di sale, l’uso di alimenti conservati e acque minerali gassate

1. Limitare l’apporto calorico proveniente dai grassi (< 30% delle calorie totali), spostare il consumo dai saturi agli insaturi e tendere all’eliminazione degli acidi grassi transidrogenati.

• I grassi saturi alzano il livello del colesterolo LDL, la loro sostituzione con grassi insaturi vegetali abbassa il rischio.

• Gli acidi grassi transidrogenati si formano con la parziale idrogenazione (è un procedimento industriale usato per migliorare la capacità di conservazione dei grassi polinsaturi). I grassi trans rendono il profilo lipidico sierico ancora più aterogenetico rispetto ai saturi (alzando il colesterolo LDL e abbassando il colesterolo HDL). Gli acidi grassi trans sono stati quasi eliminati dai grassi venduti al dettaglio, ma sono tuttora largamente utilizzati per gli alimenti fritti dei fast food e i prodotti da forno.

LINEE GUIDA PER L’ALIMENTAZIONE

• Sono da EVITARE i prodotti contenenti grassi vegetali

idrogenati

• La dizione “grassi/oli vegetali” indica una dubbia qualità degli

ingredienti (oli di palma, cocco, colza sono grassi vegetali ma

saturi e sono molto utilizzati nella confezione di merendine e

prodotti da forno)

• Le margarine sono prodotti di scarsa qualità anche se non

idrogenati:

1. sono ottenute da oli che vengono solidificati attraverso

procedimenti industriali a partire da grassi vegetali o

animali. Gli oli vegetali utilizzati sono diversi fra loro

(possono essere di ricchi di acidi grassi insaturi, ma anche

di saturi). Il burro va assunto con moderazione, ma allo

stesso tempo è un grasso pregiato quando utilizzato nella

pasticceria di qualità. Non si può dire lo stesso dell’olio di

palma o di cocco, del cotone o della colza.

2. Un prodotto da forno (merendina) di cui non si specifica la

natura dei grassi utilizzati è dal punto di vista nutrizionale

un’incognita importante.

VALUTAZIONE QUALITATIVA

• Leggendo molte etichette nutrizionali di prodotti da forno

risulta spesso un contenuto di grassi > 20 grammi per 100 di

prodotto e di questi quasi la metà sono saturi. Poiché i prodotti

da forno sono confezionati con farine che sono a basso

contenuto di grassi, questa quantità di grassi saturi dipende

con tutta probabilità dalla natura degli oli vegetali contenuti

nell’alimento (es. oli di palma o cocco).

• Tra gli additivi nocivi o sospetti i casi più comuni sono gli

addensanti della categoria dei polifosfati (E452), usati per dare

consistenza a grassi di scarsa qualità, acido ortofosforico e

derivati e, per le merendine elaborate (farciture, glassature),

anche coloranti e conservanti.

VALUTAZIONE QUALITATIVA

Cosa controllare sulle etichette

• Il contenuto calorico

• Il contenuto di grassi

• Il tipo di grassi

saturi/insaturi

è dichiarata l’assenza di grassi idrogenati?

la dizione “grassi/oli vegetali” non è rassicurante (oli di cocco, palma, colza sono oli vegetali di bassa qualità e ad alto contenuto di grassi saturi)

evitare margarine

• Contenuto in fibre

• Conservanti

Come trasformare le indicazioni

terapeutiche in comportamenti?

Intervento Prescrittivo

Prescrizione di uno schema dietetico e raccomandazioni finalizzate ad incrementare l’Attività Fisica

Intervento Educativo

Percorso di apprendimento finalizzato ad aumentando le conoscenze, le abilità e la capacità del paziente di fare autonomamente scelte alimentari sane.

Terapia Cognitivo Comportamentale

E’ un approccio educativo

multidimensionale finalizzato a:

migliorare conoscenze e abilità

favorire modificazioni cognitive,

emotive e comportamentali che

aiutino a raggiungere atteggiamenti

positivi riguardo all’autogestione

affrontare il problema del

cambiamento utilizzando tecniche

che derivano dalla psicologia

cognitiva (ristrutturazione cognitiva,

problem solving, training di

assertività)

Come si sviluppa la dieta prescrittiva

personalizzata

1. Fare una completa valutazione della alimentazione

usuale per capire abitudini e gusti alimentari

2. Identificare specifici alimenti o pasti che il cliente

gradisce mangiare nella giornata.

3. Trasformare i cibi consumati abitualmente in porzioni

all’interno di liste di scambio

4. Questo approccio al menù pianificato è utile a convincere

il paziente che non è necessario seguire una dieta

speciale completamente avulsa dalle sue abitudini, ma

che deve fare alcune variazioni al modo abituale di

mangiare per migliorare il controllo della glicemia

Tempo di apprendimento

• E’ un approccio pensato per essere effettuato in una

unica seduta ( circa 45/60 minuti)

• E’ un approccio semplice

• I pazienti che hanno abitudini alimentari costanti sono probabilmente più adatti rispetto a chi ha non ha alcuna routine

• Lo svantaggio maggiore di questo approccio è la scarsa flessibilità:

– per molti pazienti il più delle volte è impossibile pianificare il pasto come descritto sul menù

– molti trovano i menù individualizzati troppo restrittivi, poco flessibili e monotoni

– in molti casi lo schema dietetico non esce mai dalla “carpetta” in cui sono contenuti i referti clinici

Vantaggi / svantaggi

Intervento Nutrizionale Elementare (4 incontri a gruppi di 20 pazienti)

• E’ un percorso educativo in gruppo

• E’ strutturato in Un incontro iniziale motivazionale

del Medico

4 sessioni settimanali di 120 minuti a conduzione da parte di una Dietista

• Ausili Didattici: presentazione in Power Point

manuale cartaceo suddiviso in 4 sessioni

schede per l’auto-monitoraggio del peso corporeo

schede per l’educazione alla corretta nutrizione

Obiettivi

Acquisire la consapevolezza dei propri comportamenti alimentari

Fornire uno strumento pratico per l’applicazione delle Linee Guida della corretta alimentazione (insegnare come fare

scelte alimentari corrette in autonomia)

Rinforzare il concetto della necessità di fare attività fisica regolare e dei benefici ad essa connessi

Insegnare come svolgere un’attività fisica in

sicurezza

Contenuti dell’Intervento Nutrizionale Elementare: Sessione 1

• Auto-monitoraggio del peso corporeo

• Principi nutritivi

• Il bilancio energetico

Calorie introdotte

Calorie consumate

Sessione 2

La Piramide Alimentare Il Diario Alimentare

• Monitorare gli alimenti

consumati nella giornata

• Confrontare le scelte alimentari

fatte rispetto a quelle

raccomandate

Le differenze tra le proprietà organolettiche degli alimenti crudi e cotti

Come realizzare una cucina con pochi grassi

Come esaltare il gusto di alcune ricette iposodiche

Sessione 3: La spesa, le etichette alimentari, i metodi di cottura

Sessione 4: Attività Fisica

Attività fisica ed effetti sulla salute

Esercizio fisico “furtivo” e strutturato

Informazioni relative a frequenza, intensità e durata dell’esercizio

Intervento Cognitivo-Comportamentale

• Condotta da un team multi-disciplinare (dietiste, infermieri professionali, medici e psicologi.

• Si sviluppa in 14 incontri con gruppi di 10 – 15 pazienti

• Ausili Didattici: • presentazioni in Power

Point • manuale cartaceo

suddiviso in 4 sessioni • schede per l’auto-

monitoraggio del peso corporeo

• schede per l’autocontrollo (diari)

Aspetti Caratteristici della TCC

• non fornire alcuna prescrizione dietetica

• enfatizzare l’importanza di piccole, graduali modifiche dello “stile di vita”

• proporre obiettivi realistici (es. perdita di peso del 5-10%)

• stimolare l’autocontrollo costante

• la terapia in gruppo permette di: – condividere informazioni ed esperienze

– misurarsi con situazioni che stimolano la consapevolezza e la sperimentazione di nuovi stili comportamentali

– aumentare il proprio repertorio di comportamenti assertivi

– ricevere e fornire supporto e ascolto empatico

Programma delle sessioni

sessione Argomenti e attività

1 La motivazione. TCC vs dieta. Lo yo-yo. La metafora della scalata

2 Il diario alimentare. La rilevazione del peso

3 Le difficoltà legate al diario alimentare: esercitazione in aula

4 Il conteggio delle calorie, le etichette degli alimenti

5 Obiettivi ragionevoli: il livello calorico giornaliero. Le proteine alimentari

6 Alimenti e stimoli ambientali. I grassi alimentari

7 L’attività fisica: effetti su peso e glicemia. La sazietà e la fame

8 Mangiare fuori casa: contare le calorie e controllare gli stimoli. I carboidrati

9 Gestire la spesa. L’ambiente domestico e le ripercussioni sull’alimentazione

10 I pensieri disfunzionali e la ristrutturazione cognitiva

11 La famiglia e il supporto. La fibra

12 La catena del comportamento

13 Gestire le cadute, prevenire le ricadute, evitare l’eclissi

14 Il mantenimento del peso e gli alleati

Il diario

alimentare

La tabella del peso

Conteggio delle

calorie

Fasi:

Ai pazienti viene insegnato a contare le calorie della alimentazione abituale

Viene fornito un obiettivo di introito calorico personalizzato

I pazienti vengono aiutati a gestire quotidianamente il proprio obiettivo calorico in maniera flessibile e a gestire con flessibilità le situazioni conviviali

Controllo degli Stimoli

(uso di strategie

finalizzate a prevenire

disinibizione ed

iperalimentazione)

Ristrutturazione dei

pensieri disfunzionali

Problem Solving per

stimolare i soggetti a

cercare soluzioni efficaci

per affrontare le situazioni

problematiche e

migliorare la capacità di

prendere decisioni

Tecniche cognitive

• 822 soggetti con DM2 divisi in tre gruppi: – Prescrizione Dietetica (n 405)

– Intervento Nutrizionale Elementare (n 270)

– Terapia Cognitivo Comportamentale (n 147)

• Follow up a 2 anni su 665 pz e a 4 anni su 564

• Outcomes: – Perdita di peso > 7%

– % di pazienti a target per HbA1c < 7% (aggiustata per le nuove terapie con insulina)

– Incidenza di Nuove Terapie con Insulina

Efficacia comparativa e costi di diversi approcci

di Terapia Medico Nutrizionale del Diabete tipo 2 Atti del XVI Congresso Nazionale AMD – Sorrento 2007

0

1

2

3

4

5

1 anno 2 anni 4 anni

Calo ponderale medio (kg)

P<0.001 Anova per misure ripetute

TCC

Terapia Cognitivo

Comportamentale

INE

Intervento

Nutrizionale

Elementare

PD

Prescrizione

Dietetica

% di soggetti a target per HbA1c (HbA1c 7)

0

10

20

30

40

50

60

70

1 anno 2 anni 4 anni

P<0.001 Anova per misure ripetute

TCC INE PD

Percentuale di

soggetti che

vanno incontro a

nuova terapia

insulinica in

relazione al

gruppo di

trattamento

PD

INE

TCC

Probabilità di raggiungere un calo di peso del 7%

in relazione al gruppo di trattamento

0

0,5

1

1,5

2

2,5

3

3,5

4

1 anno 2 anni 4 anni

PD

INE

TCC

* °

* °

* * *

* P< 0.025 vs PD, ** P< 0.025 vs INE

0

0,2

0,4

0,6

0,8

1

1,2

1,4

1,6

1,8

1 anno 2 anni 4 anni

PD

INE

TCC

Probabilità di raggiungere una HbA1c < 7 in relazione al

gruppo di trattamento

* *

* P< 0.025 vs PD, ** P< 0.025 vs INE

Impegno del TEAM per Paziente e tempo di

Esposizione del Paziente alla Terapia

Tempo

(min)

Dietista/

Pz

Tempo

(min)

Psico-

logo/Pz

Tempo

(min)

Medico/pz

Tempo

(min)

Team/Pz

Tempo di esposizione

(min)

Pz/Team

PD 60 - - 60 60

INE 20 - 1 21 480

TCC 48 24 12 84 1260

Lifestyle Intervention

Percorso Educazionale

Elementare su Alimentazione

e Attività Fisica

Conteggio dei

Carboidrati (3

livelli)

Pz. in terapia

insulinica

intensificata

Conteggio delle calorie

/grassi

Pz. con DM2 in

sovrappeso/obesi

Menù personalizzato

con liste di scambio

Tutti

Tecniche di supporto psicologico

Terapia Cognitivo Comportamentale

La Terapia Medica Nutrizionale secondo gli “Standard

Italiani per la Cura del Diabete 2007”

• Le raccomandazioni relative alla Terapia Medico

Nutrizionale non si limitano agli aspetti

strettamente connessi alla alimentazione come la

composizione della dieta ideale, ma danno

indicazioni più ampie, parlano infatti di

modificazione dello stile di vita e di esercizio fisico,

indicano nuovi approcci alla pianificazione

alimentare nuovi (conteggio dei carboidrati) e

introducono concetti nuovi (propensione al

cambiamento).

• L’educazione terapeutica sembra lo strumento

attraverso cui tentare di implementare le

raccomandazioni terapeutiche

GI = global index

Anx = ansietà

Dep = depressione

WB = well being

SC = self-control

GH = general health

VT = vitality

GH = general health

SF = social functioning

Percorso educativo e qualità della vita salute correlata

(PGWB ed SF36)

7,4

7,5

7,6

7,7

7,8

7,9

8

8,1

8,2

HbA1c

prima

dopo

Diabetes Medical Nutrition Therapy American Dietetic Association / American Diabetes Association 1997

Promoting changes in personal eating habits constitutes one of the gratest challenges of daily diabetes self management. One of the reasons that clients with diabetes have difficulty with “diet-related issues” may be because they are not referred to dietitians or educators for diabetes self-management training. They may instead experience one of the following scenarios: – They are given a diet sheet thet provides only very

basic information

– They are given a list of “good” and “bad” foods

– They are told to avoid sugar orl limit fat

– They are given an exchange list list booklet with minimal education or individualized instructions

La Terapia Medico Nutrizionale nel

Diabete tipo 2

• Nel DM2 programmi educazionali strutturati finalizzati a modificare lo stile di vita sono efficaci sostenibili come impegno assistenziale

• La TCC è più efficace sul peso corporeo, migliora il controllo glicemico e riduce la necessità di nuovi trattamenti insulinici.

• L’INE ha risultati migliori della Prescrizione Dietetica su calo ponderale, controllo glicemico e differimento della terapia insulinica e ha un impegno assistenziale inferiore

• L’INE rappresenta quindi uno strumento costo-efficace e può essere suggerito come primo approccio alla TMN nel DM2.